23 LUGLIO  2009

IL TEMPO MOLISE

23 LUGLIO 2009

 

Nel capoluogo è vera emergenza

Polpette alla stricnina un altro cane avvelenato

CAMPOBASSO Dopo la strage della scorsa settimana, ucciso un altro cane

 

Campobasso - Il povero animale è stato trovato agonizzante ieri in via Jezza, con chiari sintomi da avvelenamento. E a Campobasso scatta l'allarme, con 13 randagi uccisi nel mese di luglio, tra il Centro storico, via Manzoni, via De Pretis, via Labanca e piazza Venezia. Un allarme giusticato dal fatto che qualcuno riesce ad abbandonare il cibo avvelenato da un capo all'altro della città, con rischio oltre che per gli sfortunati animali (cani e gatti), anche per i bambini che giocando in strada potrebbero toccarsi la bocca, rischiando a loro volta l'avvelenamento. Una situazione che a questo punto richiede un intervento urgente delle forze dell'ordine, che da parte loro avrebbero tuttavia trovato delle tracce e starebbero seguendo una pista, anche grazie a segnalazioni pervenute. Nei giorni scorsi la presa di posizione del consigliere comunale dell'IdV Michele Durante, che ha chiesto all'assessore al ramo Pasquale Colarusso di interessarsi della questione con urgenza e alle istituzioni di coordinarsi, per risolvere il problema. Oggi anche una cittadina interviene per invitare i genitori, i proprietari di cani, i cittadini tutti ad avere la massima attenzione e denunciare qualsiasi comportamento sospetto. Per i maltrattamenti agli animali si rischia il carcere fino a un anno e sanzioni anche oltre i 15.000, elevabili in caso di morte. C.S.


ADN KRONOS

23 LUGLIO 2009

 

Bimbo sbranato dai cani, il fratello confessa: "Erano i miei". Gli animali addestrati per combattere

Roma - Il piccolo è stato assalito da un branco alla periferia di Acireale. I morsi sarebbero stati inferti da un animale di grossa taglia, presumibilmente un molosso. Il giovane: ''Gli dicevamo sempre di non andare lì perché era pericoloso''. Nel luogo dove venivano tenuti gli animali trovati elementi che farebbe pensare a un campo di addestramento. La procura di Catania ha aperto un'inchiesta sull'accaduto.

 

Roma - La svolta è arrivata nella tarda serata di ieri: i cani che martedì hanno sbranato Giuseppe, un bambino di 7 anni ancora da compiere, ad Acireale in provincia di Catania erano del fratello. Una verità agghiacciante ammessa dallo stesso ragazzo, Ivan Azzarelli di 19 anni, davanti ai magistrati. Il giovane che ha precedenti per furto, era soggetto all'obbligo di firma, e oggi sarà interrogato in procura alla presenza di un avvocato.

Ivan, che vive nella casa di famiglia con i genitori e i fratelli, ha ribadito ai magistrati che aveva detto a Giuseppe di non andare nel recinto dove il bambino, sfuggendo al controllo, si era già recato più volte prima della tragedia per portare da mangiare ai cani. Anche in mattinata, il 19enne intervistato dai giornalisti nei pressi dell'abitazione e del luogo della tragedia a San Cosimo, aveva sottolineato fra le lacrime di aver detto al piccolo "di non avvicinarsi ai cani perché era pericoloso". I carabinieri avrebbero indirizzato i sospetti sul fratello della vittima già subito dopo la tragedia. Gli investigatori coordinati dal sostituto procuratore Carla Santocono avevano privilegiato la pista che conduce ai combattimenti tra animali. La stessa Santocono, intervistata ieri dai giornalisti, aveva ammesso che "sono state rilevate tracce che riconducono a questo tipo di attività, ma non sappiamo da quanto tempo". Nel fondo agricolo dove venivano tenuti gli animali, sono infatti stati trovati pneumatici appesi a delle corde, elemento che farebbe pensare a un campo di addestramento. In base a quanto si legge oggi sul quotidiano ' La Sicilia', poi, resta forte il sospetto che gli animali presenti nel campo potessero essere di numero maggiore rispetto a quelli catturati. Intanto in paese si registra grande sconforto e se il sindaco di Acireale, Nino Garozzo, esponente del Pdl ha sottolineato che "se qualcuno conosceva quell'allevamento, doveva parlare", il parroco del quartiere, don Mario Arezzi ha detto che "tutti siamo responsabili della morte del piccolo Giuseppe ogni qualvolta guardiamo all'utile personale e non al bene comune".


VIRGILIO NOTIZIE
23 LUGLIO 2009
 
Randagi/ Enpa pronta a costituirsi parte civile processo Acireale
Se venisse confermato che gli animali servivano per combattimenti
 
L'Ente nazionale protezione animali è pronta a costituirsi parte civile nel procedimento a carico dei responsabili se gli inquirenti dovessero confermare che i cani responsabili dell'aggressione al bambino di Acireale erano addestrati ai combattimenti clandestini. "Ancora una volta, nello stesso giorno in cui a Torino un cane ha salvato la sua proprietaria dall'aggressione di un malvivente, si profila la responsabilità dell'uomo nella tragedia che ha colpito la famiglia del piccolo Giuseppe, alla quale rinnovo tutto il mio cordoglio", dichiara il presidente dell'Enpa Carla Rocchi: "Con il passare delle ore le indagini degli inquirenti sembrano infatti confermare l'ipotesi che i cani custoditi nel fondo agricolo fossero addestrati per i combattimenti clandestini ad opera del fratello della piccola vittima". "Se ciò fosse provato - conclude Rocchi - l'associazione da me presieduta si costituirà parte civile contro i responsabili di una pratica incivile e un di un reato pericolosissimo per l'incolumità pubblica e gli animali stessi".

LA ZAMPA.IT

23 LUGLIO 2009

 

Tragedia di Acireale, la Lav: no  alla caccia alle streghe verso i cani

 

Non c'è solo la rabbia e il dolore nella tragedia del bambino che, dopo aver scavalcato una recinzione, sarebbe stato ucciso da alcuni cani alla periferia di Acireale (Catania). Ma si ripropone la questione della responsabilità dei padroni degli animali, con la consapevolezza della necessità di strumenti efficaci e indispensabili per prevenire simili drammi. E' questa la reazione della Lav nelle parole del suo presidente, Gianluca Felicetti: «Il prossimo Consiglio dei Ministri vari subito il decreto legge di riforma della legge 281/91 in materia di tutela di animali d’affezione e prevenzione del randagismo che, tra le varie misure, ripenalizzi il reato di omessa custodia di animali (purtroppo depenalizzato qualche anno fa) e rafforzi le indispensabili e urgenti azioni di prevenzione attraverso l’attuazione di piani di sterilizzazione, l’introduzione del divieto di vendita di cani e gatti per almeno 5 anni e fornisca incentivi alle famiglie per l’adozione responsabile di cani».
Ancora una volta, e purtroppo in casi di tragedie, l'associazione si vede costretta a ripetere l'appello a una gestione di sistema dei cani per evitare che si possa evitare di giungere a livelli dove la soluzione rischia di diventare drastica: «Ai Ministri dell’Interno, della Difesa e della Salute chiediamo un piano straordinario di repressione degli abbandoni, degli allevamenti abusivi e di controllo dell’omessa custodia degli animali, da attuare subito con l’impiego dell’esercito e delle forze dell’ordine – prosegue Felicetti – Al Ministro dell’Istruzione chiediamo corsi di formazione nelle scuole, per educare i più giovani a rapportarsi in modo corretto con gli animali e imparare a rispettarli».
La LAV chiede che non si scateni una caccia alle streghe verso i cani e che non siano azzardate ipotesi di colpevolezza prima che i fatti e le responsabilità di quanto accaduto possano essere accertati. Secondo le ultime informazioni diffuse dagli organi di stampa, i cani non sarebbero dei randagi e rimangono ancora molte aree d'ombra: dal dobermann risultato rubato ai pneumatici appesi a delle corde, elemento che farebbe pensare a un campo di addestramento. «Ancora una volta è necessario sottolineare che simili tragedie hanno, purtroppo, responsabilità umane e richiedono, da parte delle istituzioni ma anche da parte dei cittadini, una efficace e tempestiva attività di prevenzione – dichiara Ilaria Innocenti del settore cani e gatti della LAV – Altro che randagi! Questa volta si tratterebbe di cani di razza e gli elementi finora noti farebbero pensare a uno scandalo tutto italiano e purtroppo molto diffuso: la riproduzione incontrollata di cani, la cessione fiscalmente illegale e, ancora più grave, viste le caratteristiche morfologiche dei cani».


CORRIERE FIORENTINO

23 LUGLIO 2009

 

Il veterinario: in quel recinto gli attrezzi per addestrarli

 

Alfio Sciacca

 

ACIREALE (CT) - «Sono cani allevati per scopi illegali, non si tratta certo di randagi». Il direttore dei servizi veterinari dell’Asl 3, Tonino Salina, non pronuncia la parola «combattimenti», ma è proprio a quelli che si riferisce, anche nella relazione che già ieri sera ha inviato al ministero. In mattinata aveva accompagnato il pm Santocono sul luogo della tragedia, descrivendo quello che era un vero e proprio allevamento clandestino. «Abbiamo catturato 6 cuccioli e 4 adulti, dei quali due meticci, un pitbull e un dobermann - spiega al pm -; quest’ultimo era legato con catena e lucchetto, gli altri erano liberi di muoversi su un fondo di circa un ettaro.
Non c’era invece alcun dogo argentino». E poi mostra le tracce degli addestramenti: «Un percorso molto battuto con pneumatici di moto utilizzati per potenziare i muscoli mandibolari e dunque l’aggressività».
Veterinari e inquirenti si addentrano tra i rovi fino al recinto dove è stato trovato Giuseppe.
«Sui cani occorre fare dei prelievi di saliva - chiede il pm -, per compararli con le tracce biologiche lasciate sugli indumenti e sul corpo del bambino», che non è stato straziato come si pensava: il medico legale ha riscontrato una sola grossa ferita al collo. «È probabile— spiega Salina — che uno dei cani lo abbia azzannato e si sia allontanato. Non erano affamati, c’era chi li accudiva». Ma in giro ce ne sono altri? «Non si può escludere, finora neanche conoscevamo una tale boscaglia trasformata in allevamento clandestino».


ASCA

23 LUGLIO 2009

 

CANI/BIMBO UCCISO: CODICI, CONTRASTARE SERIAMENTE COMBATTIMENTI

 

Roma - ''Il branco di cani che ha aggredito e ucciso il piccolo Giuseppe Azzarello sono del fratello di 19 anni. Nel terreno sono stati trovati pneumatici appesi a delle corde, elemento che fa ipotizzare un campo di addestramento per cani da combattimento'': secondo i dati documentati dall'associazione CODICI dall'ultimo rapporto Zoomafie 2009, quello dei cani da combattimento e' un settore della mafia che gestisce attivita' illegali legate al traffico o allo sfruttamento degli animali. In dieci anni, dal 1998 al 2008 sono state denunciate 431 persone e sequestrati 1041 cani. Le citta' in cui si manifesta maggiormente il fenomeno sono: Napoli, Palermo, Caserta, Bari, Foggia e Ragusa. Inoltre, secondo l'Eurispes, il mercato illegale delle scommesse illecite raccoglie circa 6.500 milioni di euro contro i 2.200 provenienti dalle scommesse legali. E i reati vanno dai combattimenti illegali tra cani e le corse di cavalli dopati, fino alla diffusione di malattie infettive, attraverso la commercializzazione di carni e derivati, provenienti da animali malati.
''A questo punto e' lecito chiederci - sottolinea il Codici - come mai un ragazzo di 19 anni con procedimenti penali e con l'obbligo di firma abbia avuto la liberta' di crearsi un giro d'affari illegale legato al traffico e probabilmente combattimento degli animali. E' evidente che il problema non sta nel reintrodurre la black list, come ha affermato il deputato del Pd Enrico Farinone, ma nel perseguire realmente i reati connessi al traffico di animali''.


ASCA

23 LUGLIO 2009

 

CANI: PORETTI, ANCORA UNA MORTE DA IMPUTARE AGLI UOMINI

 

Roma - ''Piu' ci si addentra nella notizia del povero bambino di 7 anni che ad Acireale ha perso la vita e piu' emergono con chiarezza le responsabilita' umane e familiari, e in particolare del fratello che addestrava e usava i cani per i combattimenti. Dispiace dover ricordare ancora una volta che anche questa morte e' da imputare all'essere umano. Addestrare i cani a violentare la loro natura, trasformarli da animali di compagnia in bestie assassine non puo' che avere conseguenze disastrose anche per l'umano. E' il caso di quando l'uomo morde il cane''. E' quanto dichiara Donatella Poretti, parlamentare radicali - Pd, segretaria commissione Igiene e Sanita' commentando gfli ultimi sviluppi relativi al piccolo di 7 anni sbranato dai cani per esseresi avvicinato ai cuccioli.
''La politica - ricorda Poretti - ha il compito di affrontare questi fenomeni come criminali, in base a tutte le leggi di cui gia' disponiamo e ci auguriamo che questo ennesimo caso dimostri che i combattimenti tra cani devono essere fermati, non solo per una questione di civilta' e di amore verso gli animali, ma anche per i rischi che comportano per l'umano.
La gravita' del caso e le notizie che emergono possono finalmente chiarire i fatti nello specifico, ma confidiamo che siano spunto di dibattito per affrontare con cognizione di causa il rapporto umano-animale soprattutto con i tanti animali che vivono nelle case degli italiani. I cani non possono essere considerati bambolotti da regalare nelle ricorrenze e da abbandonare in piena estate alla vigilia delle vacanze, non sono peluche da lasciare chiusi in casa tutto il giorno, ma neppure armi da difesa e da offesa, come tutte le armi sono pericolose. Il cane dipende dall'uomo e questo fa dell'uomo il responsabile principale della cura e dell'attenzione con cui questo viene allevato ed educato''.


ADN KRONOS
23 LUGLIO 2009
 
Lotte tra cani: giro d'affari da centinaia di milioni di euro
 

Roma - La tragica morte del bambino di Acireale, sbranato dai cani che sembra fossero addestrati per i combattimenti, riporta l'attenzione su un fenomeno che nel nostro paese muove centinaia di milioni di euro l'anno.

 

VIDEO

http://www.adnkronos.com/IGN/Mediacenter/Video_News/?id=3.0.3575544843


LIBERO

23 LUGLIO 2009

 

L'assassino e l'eroe. Due cani, due destini

 

OSCAR GRAZIOLI

 

Sembra di essere tornati indietro di mesi, ai tempi della "strage" di Modica, quando branchi di cani più o meno randagi, più o meno custoditi, assalivano e uccidevano turisti e bambini che passeggiavano ignari dell'incombente pericolo. Scoppiarono violente le polemiche allora, come sempre a babbo morto e il sottosegretario Francesca Martini fu costretta da un'opinione pubblica, giustamente allarmata a causa di una situazione insostenibile, a richiamare pesantemente gli amministratori alle loro responsabilità nonché a studiare un'ordinanza che eliminava la lista delle razze pericolose e introduceva un discutibile concetto, quello dei "cani impegnativi", che lasciava non poche perplessità anche tra i veterinari più esperti e incontrava l'aperta ostilità di associazioni quali Codacons e Moige (l'associazione dei genitori) che avrebbero voluto serie limitazioni su alcune razze ritenute a maggiore rischio rispetto a tutte le altre. E' necessario chiarire che, nessuna ordinanza o legge che sia, può sostituire il buon senso e le responsabilità degli amministratori nel prevenire fatti come quelli capitati allora nel ragusano e oggi nel catanese, dove un bambino di neanche sette anni, Giuseppe Azzarelli, ha perso la vita. Conviene riassumere quanto accaduto alla periferia di Acireale, a vantaggio di chi non avesse seguito la vicenda. In un fondo privato e mal recintato sito in contrada San Cosimo, si trovano un certo numero di cani tra cui certamente un pitbull, un dobermann e una femmina di dogo argentino che ha appena partorito. Il numero e le razze di cani presenti non sono certi perché è probabile che uno o più di uno, siano fuggiti o siano stati prelevati dopo che è accaduta la tragedia. Il dobermann addirittura ha il microchip e,attraverso questo, si risale al proprietario che ne aveva denunciato la scomparsa a suo tempo. E' bene chiarire anche che il quartiere in questione non è proprio l'equivalente dei Parioli: qui si vive ai margini o ben oltre le leggi. I legittimi proprietari dei fondo non sanno nulla dei cani e le indagini hanno preso subito la strada dei combattimenti di frodo. Il bambino deceduto era solito entrare nel recinto da un piccolo muretto sul retro e probabilmente con lui c'erano anche altri bambini. Gli inquirenti non escludono che questi bambini fossero utilizzati da gente senza scrupolo per andare a governare i cani. Fatto sta che il povero Giuseppe probabilmente si è avvicinato troppo ai cuccioli della femmina di dogo ed è scattata quella che è semplicemente una legge della natura: la difesa della prole. Per il piccolo non c'è stato scampo. Quello che gli inquirenti hanno però appurato nel tardo pomeriggio di ieri va oltre la sorpresa. I cani erano allevati dal fratello di Giuseppe, la vittima. E questo cambia aspetto alla tragica vicenda. Non si capiva perché i familiari permettessero a un bambino di andare a giocare tra pitbull incatenati e dogo argentini gravidi con prole, un vero campo minato. Adesso la faccenda diventa ancora più tragica, ma molto più chiara. Ognuno si assuma le sue responsabilità, senza tirare in ballo i cani assassini. La scoperta del vero padrone degli animali non sminuisce la tragedia di Acireale, ma ci invita a riflettere sul fatto che i cani, tutti i cani, non sono né killer seriali né assassini. I soli, veri killer siamo noi.
Per fortuna, da Torino giunge l'ennesima notizia che nobilita il fedele amico dell'uomo. A Venaria, l'altra sera, un uomo si è introdotto nella casa di una ventiduenne, l'ha trascinata in camera e ha cercato lo stupro, ferendola alle braccia e al seno con un mozzicone acceso di sigaretta. Le urla della giovane hanno fatto balzare il suo pastore tedesco in camera. I ringhi e i denti scoperti hanno consigliato il giovane rumeno, poi identificato nella piazza del paese dai carabinieri, a uscire velocemente dalla casa, onde evitare discussioni con il cane, intenzionato a difendere la proprietaria.


ANMVI OGGI

23 LUGLIO 2009

 

CASO ACIREALE, LA TESTIMONIANZA DELLA ASL

 

Il fratello 19enne della vittima di Acireale ha confessato di gestire i cani aggressori. La testimonianza del Direttore dei Servizi Veterinari della Asl 3, Tonino Salina: "Sono cani allevati per scopi illegali, non si tratta certo di randagi". Al pm, accompagnandolo sul luogo dell'inchiesta, Salina ha spiegato:"Abbiamo catturato sei cuccioli e quattro adulti, dei quali due meticci, un pit bull e un doberman, quest'ultimo- spiega- era legato con catena e lucchetto, gli altri liberi di muoversi su un fondo di circa un ettaro. Non c'era invece alcun dogo argentino". Il doberman aveva il microchip la cui lettura ha permesso ai veterinari dell'Asl che collaborano con i carabinieri di risalire al legittimo proprietario che aveva denunciato il furto dell'animale più di un mese fa.Nel recinto ci sono i segni degli addestramenti: "Un percorso molto battuto- prosegue il Direttore- con pneumatici di moto utilizzati per potenziale i muscoli mandibolari e dunque l'aggressività. Il pm ha chiesto di fare dei prelievi di saliva sui cani per compararli con le tracce biologiche lasciate sugli indumenti e sul corpo del bambino, che non è strato straziato come si pensava: il medico legale ha riscontrato una sola grossa ferita al collo. "E probabile spiega Salina- che uno dei cani lo abbia azzannato e si sia allontanato, non erano affamati, c'era chi li accudiva" Per il sindaco di Acireale Nino Garozzo "Non e' mai pervenuta alcuna segnalazione riferita all'allevamento di cani in cui si e' consumata la tragedia e peraltro, esulerebbe dal servizio contro il randagismo, trattandosi di cani allevati in terreno privato, recintato e chiuso".In merito drammatico episodio di Acireale, il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini annuncia di concerto con il Comandante dei Carabinieri dei Nas Generale Cosimo Piccinno un maxi controllo sui combattimenti clandestini tra cani, fenomeno collegato alla criminalità organizzata che trae ingenti guadagni illeciti da tale pratica.Il Sottosegretario Martini ha dichiarato: "oltre a registrare l'ennesimo caso di situazioni degradate in violazione delle leggi, sfociato nella drammatica morte di un bimbo, informo di aver già questa mattina incontrato il Comandante dei Carabinieri dei Nas Generale Cosimo Piccinno predisponendo un piano di azione per la lotta e lo snidamento dell'indecente fenomeno dei combattimenti con l'utilizzo di cani cui sembra collegato presumibilmente l'episodio di Acireale".


TG COM

23 LUGLIO 2009
 
Bimbo sbranato,fratello ritratta
Cani non miei, li andavo a nutrire
 
"Quelli non sono i miei cani, io da loro ci andavo una volta ogni tanto, gli davo da mangiare perché mi facevano pena". Lo ha detto a una tv locale Ivan Azzarelli, il fratello 19enne di Giuseppe, il bimbo morto dopo essere stato azzannato alla gola. Ivan era stato sentito dai carabinieri come persona informata sui fatti e sarà interrogato dopo il funerale del piccolo. Secondo il procuratore il ragazzo potrebbe essere indagato.
Ivan è stato sentito dai carabinieri come persona informata sui fatti, ma non alla presenza di un avvocato, tanto che la procura della Repubblica ha fissato l'interrogatorio venerdì mattina. Davanti ai carabinieri aveva ammesso che di quei cani si occupava lui. Alla domanda "di chi sono allora quei cani?", il 19enne ha risposto: "Non lo so. Tutti in quella zona davano da mangiare ai cani, sono randagi e scendevano sempre in quel fondo". Ivan ha anche detto di non sapere se in quel terreno abbandonato qualcuno praticasse l'addestramento clandestino dei cani. "Per il fratello si prospetta la posizione di indagato", ha detto il procuratore di Catania Vincenzo D'Agata.

IL TIRRENO

23 LUGLIO 2009

 

Non comprate mai cani che vengono da molto lontano

 

LIVORNO. La truffa subita da una donna che avrebbe acquistato un cane chihuahua dal Camerun tramite un’offerta su Kijiji pagando ma mai vedendo l’animale ha spinto il presidente dell’associazione animalista Elena Meniconi a mettere in guardia tutti dal fare acqusiti del genere. «Noi ci stupiamo che vi siano ancora delle persone che credono a questi affari.  Questa truffa è nota da diverso tempo e non riguarda solo cani di varie razze, ma animali di ogni tipo. C’è piuttosto da chiedersi perchè voler comprare un cane in Africa, come se in Italia non vi fosse la possibilità di trovare cani di qualsiasi razza o meticci. Quali garanzie si sperava di trovare in un commerciante del Camerun che spedirebbe cani (fortunatamente per i cani tali spedizioni non avvengono!) dall’Africa in tutto il Mondo? Come arriverebbero tali animali dopo un simile viaggio»?


LA NUOVA FERRARA

23 LUGLIO 2009

 

Lamette nella carne Chi sono gli animali?

 

Non ho parole per commentare ciò che hanno fatto a quei poveri mici e che ho letto sul giornale. Solo disgusto e disprezzo per chi ha avuto il coraggio di infliggere una così atroce sofferenza a poveri esseri viventi che non si possono difendere.  Ma chi sono le vere bestie? Sono questi individui vigliacchi. Che non si possono definire “uomini”, perché gioiscono del dolore che hanno provocato a creature che sentono il male esattamente come noi. Io mi domando, se questi individui hanno dei figli, che valori insegnano loro con questo gesto?  Gli insegnano a non rispettare la vita in tutte le sue forme, a fare del male a chi non può difendersi, a non sentire nessun rimorso per la sofferenza atroce che stanno subendo quei poveri mici. Spero che qualcuno riesca a fargliela pagare! Ma ho molti dubbi!  Gli esseri incivili, barbari e crudeli come questi riescono sempre a farla franca!


IL SECOLO XIX

23 LUGLIO 2009

 

Pastore tedesco salva la padrona da un'aggressione

come "rex"

 

TORINO. Black, un pastore tedesco di un anno e mezzo, ha salvato la sua giovane padrona, una italiana di 22 anni residente a Venaria, alle porte di Torino, da un romeno che voleva violentarla. L'animale, emulando "Rex", il famoso cane star della tv , è stato addirittura capace di aprire con la maniglia la porta dietro alla quale era rinchiuso per balzare addosso all'aggressore e metterlo in fuga. L'uomo, Caludiu Ionut Bogdanenco, 33 anni, è poi stato arrestato dai carabinieri.
«Non so come sarebbe andata a finire se non fosse intervenuto il mio cane, gli devo la vita», dice ora la ragazza mentre accarezza il suo salvatore a quattro zampe davanti alla caserma dei carabinieri di Venaria. È lì, in questo piccolo centro alle porte di Torino, che martedì sera la padrona di Black è stata sorpresa nella sua abitazione dal romeno. «Ho sentito delle urla per le scale - racconta la ragazza - e ho aperto la porta». Uno spiraglio, «giusto per vedere cosa stesse accadendo.
Quell'uomo ha spalancato la porta con una spallata e mi è saltato addosso». Le sue intenzioni sono state subito chiare: «Mi ha afferrata per le spalle - riferisce la ragazza - e mi ha trascinata in camera. Mi ha buttato sul letto e ha iniziato a palpeggiarmi. Era ubriaco».
La reazione della donna è stata inutile: «Ho provato a divincolarmi - dice - ma lui mi ha bruciato con la sigaretta, prima su un seno e poi sul braccio. Allora ho iniziato a urlare, sperando che qualche vicino mi sentisse, ma non arrivava nessuno».
Fino a quando è spuntato Black: «È saltato sul letto - continua la ragazza dando una carezza al suo cane - e abbaiando lo ha messo in fuga». Una volta sola, la ragazza ha chiamato i carabinieri, che hanno rintracciato e arrestato l'aggressore.


VARESE NEWS

23 LUGLIO 2009

 

VIOLENZA SESSUALE: TORINESE AGGREDITA,LA SALVA IL CANE

 

TORINO - Si chiama Black e ha un anno e mezzo il pastore tedesco che ieri nel Torinese ha salvato la sua padrona da un romeno che voleva violentarla. L'aggressore e' entrato in casa della donna, una italiana di 22 anni, l'ha immobilizzata e ha iniziato a palpeggiarla. Ma gli e' piombato addosso il cane della giovane, che lo ha messo in fuga. L'animale e' riuscito ad aprire la porta della stanza in cui era chiuso e a salvare la padrona. L'uomo e' fuggito ma e' stato arrestato in strada dai carabinieri. Anna, il nome e' di fantasia, ha ancora davanti agli occhi quell'energumeno che ha cercato di abusare di lei. ''Ero sola in casa - racconta - quando ho sentito suonare alla porta. Ho aperto solo pochi centimetri, per vedere chi fosse, ma quell'uomo ha dato un colpo alla porta e mi ha buttato a terra''. Le sue intenzioni sono state da subito inequivocabili: ''Mi ha preso per le spalle - continua il racconto della giovane - e mi ha sbattuto sul letto. Sentivo le sue mani dappertutto e, quando ho cercato di urlare, mi ha bruciato con la sigaretta''. Nessuno, tra i vicini, si e' accorto di qualcosa. Solo Black ha fiutato il pericolo. ''L'avevo chiuso nell'altra stanza perche' ogni tanto e' un po' troppo esuberante - spiega - ma per fortuna e' riuscito ad aprire la porta e a salvarmi''.  


BIG HUNTER

23 LUGLIO 2009

 

Ok della Camera alla legge sul soccorso degli animali investiti

 

E' sancito dalla legge il dovere di soccorrere gli animali feriti sulla strada o trovati in stato di difficoltà. Un principio ora tutelato grazie all'approvazione della legge "Disposizioni in materia di sicurezza stradale" dalla Commissione Trasporti della Camera.

La legge passa quindi al Senato per la terza e definitiva lettura e sarà in linea di massima in vigore dal mese di agosto prossimo.
Per la Lav questa legge darà il via ad un'assistenza alla fauna ferita paragonabile a quella dispiegata per il genere umano "siamo riusciti - ha dichiarato il presidente della Lav Gianluca Felicetti - a far introdurre il diritto per ambulanze veterinarie, mezzi di soccorso per animali e vigilanza zoofila riconosciuti idonei dalla Motorizzazione Civile, di dotarsi della sirena e del diritto quindi in caso di urgenza di intervenire prontamente e a pieno titolo viene poi reso obbligatorio per le persone coinvolte in un incidente con danno ad animali di fermarsi e chiamare il Servizio veterinario o Polizia o Vigili del Fuoco, dovere fino ad ora previsto solo quando erano coinvolte persone o cose”.

IL GAZZETTINO
23 LUGLIO 2009
 
Salvati quattro gattini
 
Adria (RO) - Era andato a fare la spesa al centro commerciale il Porto di Adria ieri mattina poco dopo le 9. Passando vicino a un cassonetto per la raccolta degli abiti e delle scarpe usate ha sentito un miagolio insistente, tanto flebile da essere appena avvertibile. Chiusi lì dentro c’erano dei gatti, ha concluso, che qualcuno aveva buttato via.A questo punto l’uomo ha avvertito il direttore del centro che, a sua volta, ha chiamato i vigili del fuoco e i responsabili dell’Humana la ditta che gestisce la raccolta. I pompieri, temendo per la vita degli animali, chiusi chissà da quanto tempo nelle lamiere sotto il sole cocente, non hanno atteso l’arrivo di questi ultimi da Rovigo e hanno tagliato il lucchetto. All’interno del cassonetto c’erano quattro gattini appena nati chiusi dentro un sacchetto di plastica. Erano ancora tutti vivi e miagolavano disperatamente. Attraverso l’intervento della sala operativa dei vigili del fuoco, i micini sono stati portati al canile sanitario di Rovigo per le cure del caso.Ma loro tenerissima età fa temere per la loro sorte: probabilmente erano nel contenitore già da alcune ore. «Qualcuno aveva voluto disfarsene - dicono i pompieri – condannandoli a una morte atroce, senza cibo né aria ad una temperatura soffocante. Gesti come questi sono gravissimi e vanno denunciati».

Animalieanimali

23 LUGLIO 2009

 

CHOC, BIMBO CON FUCILE PER CACCIA
Federcaccia sommersa dalle proteste. Il presidente: sono pentito
.

 

Un bambino piccolo, tra i sette e gli otto anni, in tuta mimetica, seduto su una balla di fieno, guarda verso il cielo, in bocca il fischietto che serve per richiamare gli uccelli e sul terreno, poco distante da lui, un fucile. La foto che Federcaccia ha scelto per la sua campagna di tesseramento 2009 sembra quasi fatta apposta per far arrabbiare tutti assieme gli animalisti, gli ambientalisti, le associazioni a tutela dell’infanzia, la politica tutta di destra e di sinistra. Sembra una boutade estiva più che una provocazione.
E invece non è né l’una né l’altra. L’unico a condividere quella foto è l’ormai famoso deputato del Pdl Franco Orsi, relatore del ddl sulla caccia all’esame del Senato (gravato da oltre 1.200 emendamenti), che vuole abbassare a 16 anni il limite d’età per praticarla. Solo Orsi, insomma, non ci trova «nulla di strano in quell’immagine », mentre lo stesso presidente di Federcaccia Gianluca Dall’Olio, dopo lo scoppio della «bomba» provocata dalla foto da lui stesso scelta assieme ai suoi collaboratori ricavandola da un grosso archivio europeo online, se potesse tornare indietro farebbe tutt’altra scelta. «Non volevamo sollevare un polverone di questa portata», dice. «Sì capisco, potrebbe essere un boomerang », aggiunge. «E vabbe’, se insiste, è vero, sono un po’ pentito. Sarebbe stato meglio optare per un ragazzo con qualche anno in più—ammette alla fine —. Ma non un vecchio. Perché la nostra campagna ha uno scopo preciso: trasmettere la cultura della caccia alle nuove generazioni, avvicinarle a questo sport, l’età dei cacciatori italiani va dai 65 ai 78 anni. Non va bene così. La caccia rischia di finire se non c’è un ricambio generazionale». Se questo «sport» si esaurisce per mancanza di adepti non sarà poi un gran male, replicano le associazioni di cui prima, che naturalmente vedono quella foto come fumo negli occhi. «Provocazione»? «Pura follia»? C’è di tutto nelle reazioni. «Federcaccia spara contro la serenità dei bambini e la loro capacità di vivere in armonia con la natura», si ribella Sara Fioravanti del Wwf. L’Enpa chiede il ritiro immediato della campagna, pensa che la foto sia «agghiacciante» e aggiunge: «Gli interessi di una piccola lobby non devono assolutamente giustificare l’incivile strumentalizzazione di un minore. Armare i minorenni, è forse questa l’idea di civiltà di cui intendono farsi promotrici le doppiette?». «Se iniziamo a far vedere i bambini con i fucili o i giovani con il whisky siamo rovinati», continua il presidente di Telefono Blu, Pierre Orsoni. «Quella foto non fa venire in mente la caccia ma fa passare il messaggio che un bambino può utilizzare legittimamente un’arma da fuoco», si rammarica Elisabetta Scala del Moige (movimento genitori). E ancora: «Quella foto fa pensare alla tragedia dei bambini soldato», dice il presidente di Legambiente Roberto Della Seta (Pd); «È ignobile e vergognosa» la considera il verde Angelo Bonelli, sollecitando l’intervento del garante per l’Infanzia. Anche la politica, sia di qua sia di là, se la prende con Federcaccia. «Un’immagine di pessimo gusto, non capisco a chi possa essere venuta in mente una cosa del genere», chiosa la deputata Gabriella Carlucci, vicepresidente Pdl della commissione bicamerale per l’Infanzia, in perfetto accordo con l’altra vicepresidente della stessa commissione, la senatrice del Pd Anna Serafini: «Mettere un bambino in tuta mimetica vicino a un fucile è un’immagine scioccante. La presidente Alessandra Mussolini è ancora più drastica: «Una cosa grave e molto brutta».


ASCA

23 LUGLIO 2009

 

CACCIA: DALL'OLIO (FEDERCACCIA), BIMBO CON FUCILE? NON MI PENTO AFFATTO

 

Roma - La campagna pubblicitaria di tesseramento Federcaccia che ritrae un bambino di 8-9 anni con in mano strumenti di richiamo per gli animali e al suo fianco un fucile? ''Non sono pentito nel modo piu' assoluto''. Lo ha detto presidente dell'associazione dei cacciatori, Gianluca Dall'Olio, dai microfoni di Radio 24.''E' stata un'interpretazione errata del giornalista che mi ha intervistato. Io ho detto 'se vuole che mi penta mi posso anche pentire, ma non mi sono pentito'. E' stata riportata solo la prima parte''.
''Le polemiche le ho lette - ha detto Dall'Olio - ma non abbiamo fatto una campagna nazionale, non e' uno spot ne' un'affissione pubblica. Sono solo manifesti distribuiti agli associati, nelle nostre sedi. Quella foto rappresenta in modo inequivocabile il vissuto della maggior parte degli oltre 700mila cacciatori italiani, in quanto ognuno di noi ha accompagnato a caccia in quell'eta' o in eta' inferiore il proprio padre. E l'invito e' continuare a farsi accompagnare a caccia dai figli e minori, e' da sempre il modo migliore per trasferire la nostra passione e l'etica comportamentale ai piu' giovani''.
E le polemiche di un fucile a fianco al bambino? ''Il fucile non e' del bambino visto che in Italia si puo' usarlo solo a 18 anni. C'e' inoltre uno che sta fotografando perche' il bambino non si e' fatto l'autoscatto, e credo sia proprio il padre. La foto poi non e' italiana, il bambino e' americano, cosi' come il padre''.


Animalieanimali

23 LUGLIO 2009

 

PRESENTATA ORDINANZA MINISTERIALE SU PALII CON EQUIDI. PRIMO PASSO, POSITIVO
Il parere della LAV.

 

Dopo anni di cavalli e fantini morti e feriti, dopo anni di denunce e manifestazioni delle associazioni animaliste, finalmente grazie al Sottosegretario alla Salute Francesca Martini si fa un passo concreto in avanti sulle corse di equidi per i palii.
Pur auspicando la cessazione di ogni manifestazione con utilizzo di animali, la LAV saluta positivamente la firma di un'
Ordinanza ministeriale e l'annuncio di una prossima organica legge sulla materia, promessa per quasi due anni in Parlamento dal precedente Governo ma mai presentata.
Queste nuove odierne minime regole, operative a giorni, affidando o confermando precise, ineludibili responsabilità a Comitati organizzatori, Commissioni comunali e provinciali di vigilanza sugli spettacoli, veterinari Asl e liberi professionisti, tecnici dei fondi, siamo sicuri che non permetteranno più l'autorizzazione allo svolgimento di una serie di palii fra i quali quelli inventati, improvvisati o colpevolmente sforniti di requisiti minimi di sicurezza per cavalli, fantini e spettatori.
Speriamo che l'atto annunciato riesca a evitare tragedie umane e animali che negli anni hanno caratterizzato i nomi di diverse città e paesi italiani da Sedilo a Siena, da Feltre a Ferrara, da Belpasso a Buti, da Fucecchio ad Asti, da Ronciglione ad Acate, da Avola a Floridia, da Bomarzo a Tolfa.
La LAV - augurandosi che anche le manifestazioni ippiche riconosciute siano oggetto di uno specifico intervento legislativo - ricorda che il maltrattamento degli animali e l'uso di doping sono reati e da cinque anni prevedono la reclusione per i casi più gravi, a prescindere dal riconoscimento storico di una manifestazione da parte della Regione che non può omettere l'applicazione del Codice penale.


Animalieanimali

23 LUGLIO 2009

 

VENEZIA SI CANDIDA AD OSPITARE CENTRO SALVATAGGIO TARTARUGHE

 

Si sono smarriti, forse seguendo la scia di una nave. Una perdita di orientamento che è stata fatale a uno dei due delfini: gli uomini della Capitaneria di porto lo hanno trovato morto e spiaggiato sul litorale di Ca’Savio. Il secondo delfino invece ce l'ha fatta: gli uomini della capitaneria lo hanno visto nuotare a 800 metri dalla riva mentre cercava probabilmente il compagno deceduto. Lui si è salvato e ha ripreso il largo. Potrebbero non essere i soli però. I militari, per paura di trovare altre carcasse di mammiferi spiaggiati, stanno pattugliando tutto il litorale. La scoperta del delfino, lungo due metri, è stata fatta nelle acque antistanti il Camping Ca’ Savio. La scoperta di animali in difficoltà è sempre più frequente per l’aumentare delle navi in transito. Proprio ieri al Blue Moon è stata presentata la «Campagna a tutela delle tartarughe marine e per i diritti al mare e del mare», appuntamento promosso dall'assessorato all'Ambiente, con la Municipalità, il Museo di Storia Naturale di Venezia, WWF e Vas, Venezia Spiaggel. Pur essendoci vari centri in Italia (soprattutto al sud) che si occupano del problema, nel nord-est, c'è solo una struttura a Miramare. «Abbiamo promosso un progetto — ha spiegato l'assessore comunale all'Ambiente, Pierantonio Belcaro — per la creazione di un centro di assistenza alle tartarughe e agli altri animali spiaggiati, che presenteremo appena escono i bandi per i finanziamenti alla Commissione Europea». Non solo gli animali. C'è una volontà precisa delle istituzioni e i suoi partner di tutelare e valorizzare la spiaggia. «La spiaggia di Pellestrina è stata riconsegnata dal Magistrato alle Acque al Comune — ha detto Belcaro — e subito sono iniziati i lavori per la pulizia dell'arenile. Con la prossima stagione, contiamo di affidare tratti di spiaggia in concessione perchè diventi una risorsa economica dell'isola». 


CORRIERE ADRIATICO

23 LUGLIO 2009

 

Pecora sbranata

Scatta l’allarme per i lupi a Sefro

 

Sefro (MC) - Che dalle parti di Sefro era tornato a farsi vedere il lupo lo si sapeva da un pezzo, ma in pochi hanno un incontro ravvicinato. La conferma, però, è purtroppo arrivata da due allevatori della frazione di Sorti, che hanno dovuto fare i conti con le “scorribande” del predatore della montagna. Nel giro di pochi giorni, infatti, a poca distanza dal centro abitato di Sefro, una pecora è stata sbranata dal lupo e un’altra ferita. Nel primo caso, a salvare il resto del gregge sarebbe stato un turista che urlando ha fatto scappare la bestia, come riferisce l’allevatore sefrano Giovannino Paladini. L’altro episodio si è verificato a Cerreto, con una pecora di Franco Polidori che è stata salvata dai cani posti a guardia del gregge. Due episodi, questi, che riaccendono le mai sopite polemiche tra ambientalisti e allevatori sull’opportunità o meno di reimmettere animali selvatici nel territorio dell’Alto Maceratese.


VIRGILIO NOTIZIE

23 LUGLIO 2009

 

Randagi/ Martini: Al via operazione contro lotte clandestine cani

Già concordato un piano con i carabinieri

 

Scatterà a breve un'operazione in tutto il sud Italia di contrasto alle lotte clandestine tra cani. Lo ha annunciato il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, a margine della presentazione della operazione "Cibo sicuro estate 2009". "Ho già concordato - ha spiegato Martini - con il generale dei Nas, Cosimo Piccinno, un'operazione di snidamento di lotta e di investigazione rispetto ai combattimenti clandestini tra cani al sud". La decisione - ha precisato il sottosegretario - è stata presa questa mattina in un vertice presso il ministero del Welfare, sulla scorta dell'ultimo episodio avvenuto in Sicilia dove un bimbo a perso la vita sbranato dai cani. "Stiamo indagando", ha detto Martini. "Ho già preso in esame una relazione dei veterinari del luogo. Questi cani erano detenuti in maniera impropria ed erano oggetto di maltrattamento. Non erano identificati, uno era stato sottratto ad una persona che ne aveva denunciato la scomparsa. Erano di grossa taglia, non sterilizzati e si presume che fossero utilizzati per i combattimenti clandestini. Si è trattato - ha sottolineato Martini - di un "ennesimo drammatico caso, come quelli a cui la Sicilia ci ha abituato e ci ripropone quasi settimanalmente frutto di situazioni di degrado indicibile. Sto lavorando a fianco dell'amministrazione regionale - ha proseguito il sottosegretario - cercando di dare corso a un programma congiunto, che è stato concordato ad aprile quando mi sono recata a Palermo. L'obiettivo - ha spiegato - è che si possano attivare delle politiche di recupero dei cani vaganti sul territorio per controllare un fenomeno che ha a che fare non solo con le aggressioni ma anche con la salute pubblica".


LIBERO

23 LUGLIO 2009

 

ANIMALI: COMBATTIMENTI TRA CANI, UN GIRO D'AFFARI DA 300 MLN EURO L'ANNO/SCHEDA

 

Un giro d'affari da 300 milioni di euro l'anno. A tanto ammonta, secondo i dati del Rapporto zoomafia 2009 della Lav, il capitale legato ai combattimenti clandestini tra cani che ogni anno coinvolge in Italia migliaia di animali. Una scommessa puo' partire da un minimo di 250 euro per arrivare fino a decine di migliaia di euro. A organizzare i combattimenti, spesso, sono veri e propri gruppi criminali che gestiscono il traffico dei cani dall'estero e la loro diffusione in Italia. La preparazione al combattimento prevede per gli animali un addestramento violento, torture inflitte gia' da cuccioli. A causa di questi maltrattamenti che ne condizionano il comportamento, denuncia la Lav, questi animali sono considerati veri e propri 'mostri', possenti e crudeli creature pronte a uccidere e aggredire. Dal rapporto zoomafia emerge che restano zone privilegiate per l'osservazione del fenomeno criminale alcune province d'Italia, come le Napoli, Palermo, Caserta, Bari, Foggia, Ragusa. In undici anni, dal 1998 al 2008, sono state denunciate 431 persone e sequestrati 1041 cani. Nel 2007 e nel 2005 non si sono registrate denunce per organizzazione di combattimenti, mentre nel 2006 ci sono state 8 denunce.


LA SICILIA
23 LUGLIO 2009
 
Negli Anni 90 lotta serrata al fenomeno in Sicilia
I combattimenti un business per la mafia
 
Leone Zingales
 
Palermo.  I combattimenti tra cani hanno rappresentato una forma di business per la criminalità organizzata anche in Sicilia. Soprattutto nel Palermitano, agli inizi degli Anni '90, le forze dell'ordine hanno localizzato i quartieri del capoluogo isolano nei quali si svolgevano gli incontri che garantivano agli organizzatori introiti sostanziosi. Dallo Zen a Brancaccio, da Pallavicino alla Zisa, gli organizzatori e gli scommettitori hanno percorso fianco a fianco un cammino che ha reso, purtroppo, popolare questo business.
Alla Guardia di finanza e ai carabinieri, partire dal 1995, sono arrivate le prime segnalazioni. A queste si sono aggiunte le denunce della Lav e i dossier Zoomafia nei quali sono stati citati centinaia di episodi nel territorio nazionale (inclusa la Sicilia). Un giorno, allo Zen due, un anonimo telefonista ha segnalato al 112 la presenza di un pit bull ferito. Sul tavolo degli investigatori erano arrivati esposti anonimi nei quali si descrivevano combattimenti tra cani e maltrattamenti di animali ma non erano mai stati trovati gli adeguati riscontri alle notizie fatte pervenire in forma anonima alle forze dell'ordine.
Nella primavera del 1995, una pattuglia di carabinieri fu inviata in una strada del quartiere Zen dove un passante aveva visto aggirarsi, ringhiando, un cane sanguinante. I militari dell'Arma rintracciarono il pit bull. Aveva diverse ferite nel corpo. Tra gli occhi, il sangue raggrumato. Il cane fu curato dai veterinari dell'asl e gli inquirenti avviarono le indagini. Palermo imparava a conoscere un nuovo business organizzato dai clan mafiosi: i combattimenti tra cani. Qualche mese dopo fu individuato un deposito abbandonato dove gli organizzatori allestivano i combattimenti. Furono ritrovati altri pit bull con i segni delle ferite sul corpo.
Un business di svariate migliaia di euro alla settimana. Entrarono in campo task-force delle forze dell'ordine e, tra il 1996 ed il 1998, la cronaca ha fatto registrare altri episodi simili nel Catanese e nel Siracusano.
Ma era a Palermo che il business attirava l'attenzione delle cosche. Il gioco del combattimento veniva affidato a personaggi al di fuori dell'organizzazione mafiosa, ma la percentuale dei guadagni finiva nelle casse della mafia.
Un giorno, nella borgata di Falsomiele, i carabinieri effettuarono una irruzione in un box-garage di pertinenza di un ragazzo sospettato di spacciare droga. Gli investigatori, assieme allo stupefacente, trovarono un pit bull legato ad un palo con una robusta catena. Il cane presentava ferite nel corpo ed un profondo squarcio sul muso.
Anche i «baschi verdi» della Guardia di finanza hanno ottenuto buoni risultati per stroncare questo business. Nella borgata dell'Arenella è stato individuato un vecchio magazzino dove si ritrovavano organizzatori e scommettitori.

PRIMA DA NOI

23 LUGLIO 2009

 

La Lipu denuncia invasione centrali eoliche «Scompariranno specie protette»

ABRUZZO. In seguito al terremoto e alla inderogabile necessità di far ripartire le attività economiche dell’Abruzzo sia il Governo nazionale che la Regione Abruzzo stanno lanciando una serie di iniziative per promuovere e incrementare le presenze turistiche.

 

Tra i motivi di richiamo si sta ponendo l’accento su paesaggi incontaminati e di grande bellezza, su una fauna eccezionale, come l’aquila reale, l’avvoltoio grifone, il camoscio d’Abruzzo e l’orso marsicano, su grandi territori che ancora conservano il fascino di una natura selvaggia ed incontaminata, invitando turisti ed escursionisti a venire in Abruzzo per godere di esperienze stimolanti ed indimenticabili.
La Lipu (Lega italiana per la protezione degli uccelli) però mette in guardia su un problema che, se non affrontato, rischia di mettere a repentaglio questa immagine dell’Abruzzo incontaminato, che pure è una delle risorse che possono far risalire la china alla Regione.
E questa minaccia sono le centrali eoliche, che costituirebbero «di gran lunga la principale minaccia al paesaggio ed a molte specie di animali selvatici. E’ parere di gran parte degli ornitologi – denuncia la Lipu – che se si realizzasse anche solo parte delle centrali eoliche in fase di progettazione sull’Appennino, entro pochi anni scomparirebbero diverse specie di uccelli, fra cui l’aquila reale, il grifone ed il nibbio reale, tutte specie a rischio».
Le centrali eoliche comprometterebbero definitivamente paesaggi ed ecosistemi già messi in crisi dall’incuria e dalla sempre maggiore presenza umana, sostituendoli con «selve di gigantesche torri metalliche alte fino a 150 metri più le relative pale, anche esse lunghe diverse decine di metri, dove spesso vanno a schiantarsi gli uccelli».
La Lipu attribuisce questa prolificazione senza tregua dell’eolico agli alti incentivi pubblici, fra i più alti al mondo, e dalla deregolamentazione urbanistica che ne favorisce l’insediamento.
«Le prospettive per il nostro paesaggio e la nostra natura, e di riflesso per i valori che costituiscono la materia prima per il rilancio di un turismo importante e quindi della nostra economia – continua la Lipu - sono, stando così le cose, a dir poco tragiche, tra l’altro in cambio di ben poco visto che è ben noto che l’energia prodotta da centrali eoliche in Italia non può certo dare un contributo significativo».
La richiesta dell’associazione è di individuare a livello regionale aree di scarso valore paesistico ed ambientale, escludendo il resto del territorio regionale, stabilendo anche un tetto sui megawatt che si potranno produrre in regione con l’eolico e sospendendo nel frattempo l’autorizzazione di nuovi progetti e bloccare quelli già approvati.
«Solo così l’Abruzzo – conclude la Lipu - potrà sfruttare adeguatamente sotto il profilo dell’immenso “capitale” turistico i propri paesaggi, i propri ambienti e la propria fauna, con benefici economici sicuramente assai maggiori per la propria collettività di quanti se ne ricaverebbero lasciando che l’industria delle centrali eoliche invada gran parte del suo territorio, con il vantaggio di pochi e il danno per molti».


IL MATTINO

23 LUGLIO 2009

 

Voglio lanciare un appello

 

«Voglio lanciare un appello: se dovete portare il vostro cane in aereo, fate attenzione a valutare tutti gli aspetti tecnici, controllate che ci sia la garanzia della pressurizzazione e soprattutto valutate bene le condizioni cliniche dell'animale». A lanciare l'allarme alla vigilia delle grandi partenze per le vacanze estive è il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, commentando le regole del trasporto aereo che prevedono per i cani al di sopra dei 10 chilogrammi il viaggio in stiva e non a fianco del padrone. «Il trasporto in aereo è traumatico comunque - spiega il sottosegretario a margine di un'iniziativa a Roma - quindi il cane deve essere in ottima salute. E possibilmente gli andrebbe somministrato un lieve sedativo».


ANMVI OGGI

23 LUGLIO 2009

 

MANIFESTAZIONI EQUIDI, ORDINANZA E LOTTA AL DOPING

 

Rispettare le tradizioni culturali del territorio ma cominciando a mettere un freno a una situazione da 'far west'. Con questo obiettivo il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha presentato ieri un'ordinanza per disciplinare e regolamentare le numerose manifestazioni popolari, pubbliche o private, nelle quali vengono impiegati equidi al di fuori degli impianti e dei percorsi ufficialmente autorizzati. Nello specifico l'ordinanza, che durerà 2 anni (anche se le linee guida arriveranno entro 6 mesi) e a breve "si riverserà in un disegno di legge", prevede che tutte le iniziative popolari che impiegano i cavalli debbano essere autorizzate da una relazione tecnica del comitato organizzatore e "previo parere favorevole della commissione comunale o provinciale", che sarà affiancata da un veterinario dell'Asl territoriale competente. La ASL competente per territorio garantirà la presenza di un veterinario ufficiale durante lo svolgimento della manifestazione.I comitati organizzatori dovranno assumere dei tecnici specializzati in grado di valutare il tracciato e il fondo per ridurre al minimo i rischi di ferimento per i cavalli, per i fantini e quelli per gli spettatori ai bordi del percorso. Il comitato organizzatore deve garantire le condizioni di sicurezza per la salute degli equidi durante tutta la manifestazione attraverso la presenza di un medico veterinario ippiatra, un'ambulanza veterinaria per equini e la disponibilità di una struttura sanitaria veterinaria di riferimento. Tra le altre norme presenti nell'ordinanza il divieto di utilizzare cavalli di età inferiore ai 4 anni e l'esclusione per i fantini che abbiano riportato condanne per maltrattamento o uccisione di animale. E'inoltre vietato il trattamento degli equidi con sostanze che esplicano azione dopante (quelle considerate tali dagli organismi tecnico - sportivi di riferimento UNIRE, FISE, FEI). Il Ministero emanerà le linee guida per la prevenzione e il controllo del doping a campione."Questa ordinanza, volutamente leggera perché deve adattarsi a contesti diversi - spiega Martini - colma un vuoto normativo che alla fine ha prodotto morti e feriti, e interviene con un valore etico forte". E un giudizio positivo arriva dal sindaco di Siena (dove si svolge il tradizionale "Palio"), Maurizio Cenni, secondo il quale la sua città "ha cominciato da tempo questo percorso di attenzione e di sensibilizzazione verso la tutela degli animali che l'ordinanza vuole portare avanti".L'ordinanza entrerà in vigore tra un mese e durerà due anni.


ANMVI OGGI

23 LUGLIO 2009

 

PRESENTATA LA CARTA ETICA DEL FANTINO

 

Al Ministero Settore Salute è stata presentata una «Carta etica per la tutela del cavallo», un documento, sottoscritto dall'Ambasciatore Italiano dell'Endurance e dal Sottosegretario Martini,che impegna i fantini a rispettare i «principi etici e morali di tutela e di rispetto del benessere dell'animale», procedendo al suo addestramento «nel rispetto delle sue caratteristiche etologiche, evitando l'utilizzo di mezzi e strumenti coercitivi e l'uso della forza».

Questi gli impegni nel dettaglio:

-praticare tutte le attività che coinvolgono il cavallo secondo i principi etici e morali di tutela e di rispetto del benessere del cavallo stesso;

-procedere all'addestramento e allenamento del cavallo nel rispetto delle sue caratteristiche etologiche, evitando l'utilizzo di mezzi e strumenti coercitivi e l'uso della forza;

-provvedere alle cure e alle terapie quando necessarie e quando indicate, sospendendo l'attività del cavallo per tutto il tempo indispensabile al fine di garantirne il completo recupero;

-evitare in ogni modo il ricorso al doping e segnalare eventuali casi di maltrattamento e/o doping;

-contribuire con il mio esempio e con la mia testimonianza alla promozione culturale del rispetto e della tutela del cavallo nonché delle buone prassi nella disciplina dell'Endurance, affinché l'Italia possa essere una nazione di esempio a tutto il mondo;

-provvedere a garantire ai miei cavalli la non macellazione e condizioni di vita adeguate, nel rispetto del loro benessere anche dopo la fine dell'attività sportiva e agonistica.


IL GAZZETTINO
23 LUGLIO 2009
 
Palio "graziato" dal decreto Martini I cavalli saranno però più tutelati
 
Feltre (BL) - Il Palio di Feltre è salvo. L’ordinanza tutela cavalli e fantini presentata ieri a Roma dal sottosegretario alla Salute la veneta Francesca Martini, non bloccherà la gara di Prà del Moro. Anzi la renderà ancora più sicura.  Nessuno stop quindi alla galoppata dei quattro Quartieri per aggiudicarsi gli ambiti XV Ducati d’oro e il drappo dipinto quest’anno dal maestro Renato Zannon.A Feltre si correrà e sarà una gara sempre entusiasmante però con regole nuove mutuate dal decreto Martini. I cavalli sull’anello non dovranno avere meno di quattro anni di età, dovranno essere sani e quindi in grado di galoppare senza farsi male. Chi salirà in sella poi dovrà avere una "fedina penale ippica" linda. Pulita come quella di un bambino che trotta sul cavalluccio di legno e non essere stato condannato per maltrattamento o uccisione di animali.Una condotta etica su tutto quindi per garantire un Palio "pulito“ spettacolare e bello.I dirigenti della manifestazione agostana adottando le "regole Martini" hanno deciso anche di rincarare la dose.Quest’anno per i fantini "rissosi" è prevista anche un multa in denaro che certo li farà desistere e li riporterà certamente alla calma.

ANMVI OGGI

23 LUGLIO 2009

 

LAZIO, AD OTTOBRE IL MESE DEL MICROCHIP

 

Il mese di Ottobre sarà il mese del microchip. La delibera della Giunta regionale del Lazio ha stabilito di derogare dall'obbligo del versamento dell'importo di 8 euro da versare a favore della Asl per il rilascio del certificato di iscrizione, anche nel caso in cui l'iscrizione venga svolta dal veterinario libero professionista accreditato. L'obiettivo è di promuovere l'iscrizione dei cani all'anagrafe canina regionale.L'iniziativa è prevista dalla delibera 29 maggio 2009, n. 394 (Istituzione dell' Osservatorio per i Diritti degli animali d'affezione e la prevenzione del randagismo. Attivita' di Promozione dell'Anagrafe Canina Regionale) pubblicata sul Bur del 21 luglio, prevede che gli Ordini veterinari attivino una campagna informativa e di promozione dell'iniziativa.Fino al 31 dicembre di quest'anno, la Regione provvede, attraverso le Asl all'iscrizione a titolo gratuito dei cani a rischio di riproduzione incontrollata delle zone rurali o montane, appartenenti ad allevatori iscritti all'Anagrafe Zootecnica regionale, anche in vista di una campagna di sterilizzazione mirata. Tali operazioni, "per evidenti ragioni di economicità", sono effettuate dai Servizi Veterinari delle Asl, "Anche in occasioni dello svolgimento di altre attività veterinarie ( es. attività di profilassi, farmaco sorveglianza, controllo sulla riproduzione e mangimi zootecnici) presso allevamenti iscritti all'Anagrafe zootecnica regionale".


SANREMO NEWS
23 LUGLIO 2009
 
Arma (IM): un corso per educatori e conduttori in pet therapy
 
Nel prossimo fine settimana, il 25 e il 26 luglio, presso l'agriturismo ColleMare di Bussana (IM) di Sanremo, si terrà un corso in psicologia per educatori, ri-educatori cinofili e conduttori in pet therapy, organizzato dalle dottoresse Valentina Marsilli e Alessandra Cerri. Il Pet Therapy, o zooterapia, è basata sull'interazione uomo-animale, e trova ampia applicazione in svariati settori socio assistenziali.
"L'obiettivo dell'incontro - si legge nel comunicato - sarà di:
- Fornire linee guida relative alla tipologia dei proprietari unitamente ad una panoramica sulle concause dei cani problematici.
- Perfezionare la capacità di intervento su proprietari e/o cani, prendendo in esame la conoscenza e l'analisi della relazione proprietario - cane.
- Affinare il contributo fornito dalle diverse figure professionali considerando l'importanza del proprio sé, esplorando la motivazione, la scelta dell'ambito d'intervento, le possibili situazioni di stress, la reazione ad esse e il lavoro con le diverse figure coinvolte.
Nello specifico si cercherà di trasmettere ai partecipanti del corso:
La creazione della 'realtà' e la trasformazione della conoscenza.
La relazione con il cliente: analisi della domanda, bisogni impliciti - espliciti, definizione di obiettivi ed aspettative, assessment (codifica delle informazioni verbali e non verbali, ascolto attivo, raccolta e analisi dei dati), principi di comunicazione efficace e strumenti per entrare in empatia con il cliente.
Elementi di Analisi Transazionale Integrata come strumento di interpretazione della relazione educatore - cliente - cane.
Padrone problema: caratteristiche del padrone, tipologia del cane, storia ed esperienze del cane, fattori ambientali.
Proprietario problema: problemi comportamentali visti nell'ottica del padrone - cane, ovvero il comportamento del proprietario come causa del problema".

ASCA

23 LUGLIO 2009

 

CACCIA: ENPA, DDL ORSI INACCETTABILE. VA COMUNQUE RITIRATO

 

Roma - L'Enpa ''non cede alle 'lusinghe' del senatore Orsi, che con un altro, ennesimo dietro-front ha dichiarato di togliere la caccia a sedici anni e l'uso delle civette-zimbello. Secondo l'Ente Nazionale Protezione Animali, e' l'intero testo ad essere inaccettabile, a partire dal tentativo di smantellare la legge 157/92, il cui principio cardine e' proprio la tutela della fauna selvatica, per trasformarlo in mera deregulation venatoria, riportando l'Italia indietro di cinquanta anni anche dal punto di vista della cultura e della sensibilita'.La Protezione Animali ricorda alcune altre norme contenute nel DDL Orsi, che mettono a repentaglio - tra l'altro - la sicurezza del Paese: l' allungamento degli orari giornalieri di caccia (art.18); la liberalizzazione dell'uso e del numero dei richiami vivi (art. 4), estesi anche alle specie protette, che costringe gli animali a sofferenze continue in anguste gabbiette, sofferenze che tali sono riconosciute in sede di giurisprudenza; la tassidermia senza licenza a tutti i cacciatori (art. 5); la possibilita' di caccia sulla neve (art.22) colpendo gli animali quando essi sono piu' vulnerabili poiche' non trovano cibo e sostentamento; la caccia da natanti (art.22), ''dedicata'' agli uccelli acquatici che non avrebbero piu' possibilita' di nascondersi; per non parlare del paradosso che, nel tentativo disperato di risicare una manciatina di minuti in piu' per le doppiette, attribuisce alle Regioni la facolta' di chiudere la giornata venatoria ''secondo l'ora solare del lembo di territorio piu' ad ovest della regione medesima''.Su queste, e su altre molteplici norme contenute nel testo Orsi, l'Enpa esprime tutto il suo disappunto e la sua indignazione, e chiede che non si proceda ancora a discutere un testo che nessuno - mondo scientifico, ambientalista, animalista, agricolo e persino una parte responsabile del mondo venatorio - ritiene accettabile.


PUNTO INFORMATICO

23 LUGLIO 2009

 

Lassie torna a casa col GPS

 

Roma - Mai più avvisi legati agli alberi, con foto annessa, per cercare Fido. La nuova frontiera per gli amanti degli animali si chiama SpotLight GPS: un collare, disponibile per il mercato statunitense, che permette di conoscere la posizione del proprio cane, sfruttando la rete GPS.
Dopo aver semplicemente attaccato il collare speciale, il padrone dell'animale segnala una zona, denominata SafeSpot, entro la quale il cane può muoversi in libertà, senza allarmare genitori e figli che tanto hanno pianto e insistito per averlo a casa. Appena il cane si allontana dalla zona indicata, si viene avvisati tramite SMS o email.Una volta poi che ci si incammina alla ricerca di Fido, si ricevono tutte le indicazioni stradali per raggiungerlo e si può perfino accendere con un semplice SMS una lucina, visibile da 100 metri di distanza, che sia di aiuto nella individuazione del quadrupede.

E se il tracciamento, le indicazioni stradali e la luce non dovessero bastare, un team di dog spotter è disponibile 24 su 24 ore per sedare preoccupazioni e riportare a casa Fido. Il prezzo di SpotLight è di circa 140 euro, uno strumento utile per cani ribelli e padroni sbadati.


IL TIRRENO PISA

23 LUGLIO 2009

 

Quando a salvarti la vita è un cane

 

In questi ultimi tempi il centro-Italia è stato colpito da due grandi tragedie (il terremoto dell’Aquila e l’incidente ferroviario della stazione di Viareggio) delle quali si è parlato per giorni.  Si è avuto così modo di vedere come, al fianco degli uomini, anche i cani abbiano lavorato incessantemente contribuendo a salvare vite umane. «L’ultima “stella della ribalta” è stato Max, splendido Golden Retriever delle unità cinofile della Misericordia di Forte dei Marmi, - afferma Maurizio Quattrini, presidente dell’associazione Centro Grande Lupo Cani da Soccorso - che opera sempre con il gruppo cinofilo della nostra provincia e che, tra le macerie di una palazzina crollata è riuscito a scovare un bambino ancora vivo. Grazie Max! E questo grazie si estenda a tutti i tuoi “colleghi a 4 zampe che, non solo in occasioni così eclatanti, la cui eco raggiunge ogni casa, m a anche in situazioni di più modesta risonanza, come un bambino che si perde, un anziano che si allontana da casa o un escursionista che scivola in un dirupo, entrano in azione con i loro compagni umani per portare il loro indispensabile aiuto».  E allora, con l’estate alle porte, il pensiero non può che andare verso i consueti abbandoni.  «Fermiamoci un attimo a riflettere su questo - conclude Quattrini -. Un cane non entra in casa tua a meno che tu non decida di prenderlo. Se lo fai, sappi che dovrai condividere una buona parte della tua vita con lui, che ti darà il suo amore in modo incondizionato e forse.... un domani potrà salvare una vita».


ALTO ADIGE

23 LUGLIO 2009

 

Approcci hard con animali: il sito è stato denunciato

 

BOLZANO. Sarebbero almeno 50 mila le persone che in tutta Italia fanno sesso con animali. La denuncia arriva dall’associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) che ha segnalato alla Polizia Postale e alcuni siti Internet in tema. Tra questi c’è anche «Dragon», sito di scambisti di Bolzano.  Nella rete sarebbero coinvolti anche allevatori. «Sono quattro settimane che stiamo monitorando giorno dopo giorno sia gli annunci di persone che da diverse città italiane chiedono ed ottengono incontri sessuali con la presenza di animali - spiega Lorenzo Croce presidente dell’associazione Difesa animali e ambiente - abbiamo individuato anche delle vere e proprie chat line dedicate a queste pratiche sessuali oltre alle indicazioni per trovare cani, asini, tori e cavalli da monta che poi possono essere usati per fare sesso con animali. E’ una vergogna che esistano siti che incitano e spiegano come violentare un can e o farsi violentare da un cavallo - commenta Croce - ancora più vergognoso è che esistano siti dove è possibile trovare annunci di persone che si offrono con propri animali o che cercano animali da poter “usare” in gruppo. Chiediamo l’intervento anche del ministero dell’Interno».


IL TIRRENO

23 LUGLIO 2009

 

Cinghiali, la selezione è affidata ai cacciatori

 

GROSSETO. Novità importanti per i contenimenti dei cinghiali. «L’approvazione del Piano per la gestione faunistico venatoria del territorio non vocato alla presenza del cinghiale - sottolinea il presidente Marras - è uno degli atti più attesi per l’interesse che esso riveste tanto nei confronti dei cacciatori quanto degli agricoltori, che negli ultimi anni hanno visto lievitare il volume dei danni alle colture». Danni certificati all’agricoltura che nel solo 2008 sono ammontati a 240mila euro. Ecco allora la novità, a lungo invocata dai cacciatori come unico strumento per limitare i cinghiali: nel periodo di sospensione dell’attività venatoria (1º febbraio-31 ottobre), a operare gli abbattimenti selettivi degli animali in eccesso saranno i 2.800 cacciatori in possesso dell’abilitazione al controllo della fauna selvatica, organizzati dagli Atc e sotto il coordinamento e controllo della Poliz ia provinciale. Fino ad oggi le operazioni di contenimento erano svolte in larga misura dalla polizia provinciale.  «In termini di controllo della fauna selvatica - conclude Marras - questa innovazione ha un doppio valore: da una parte semplifica e rende più efficaci i contenimenti degli ungulati tutelando meglio le colture agricole; dall’altro responsabilizza gli stessi cacciatori investendoli di una funzione di pubblico interesse».  La superficie agricolo forestale provinciale, ai fini della programmazione faunistico venatoria è suddivisa in tre ambiti: 1) aree vocate alla presenza del cinghiale; 2) aree di influenza, adiacenti a quelle vocate, nelle quali si può esercitare il prelievo faunistico programmato; 3) aree esterne, nelle quali l’obiettivo è quello di eradicare la presenza dei cinghiali. Nel periodo di apertura della caccia, la caccia stessa può essere esercitata solo in forma di “battuta&rdqu o; da squadre iscritte agli Atc, nelle aree vocate e in quelle d’influenza. Nelle aree esterne, invece, il prelievo faunistico è esercitato dal singolo cacciatore. Nel periodo in cui l’attività venatoria è sospesa, il prelievo sarà d’ora in poi esercitato dai 2.800 cacciatori abilitati.


IL TIRRENO

23 LUGLIO 2009

 

Aziende in ginocchio per i lupi

 

Enrico Pizzi

 

GROSSETO. Ormai è un incubo, per gli allevatori dell’Amiata: svegliarsi la mattina e sperare di non trovare, negli ovili, sui pascoli, i resti degli animali uccisi dai predatori. Gabriele Garosi, giovane allevatore di Stribugliano che da ottobre ad oggi ha perso circa 60 capi a causa di lupi o cani inselvatichiti, ha incontrato, insieme ad altri allevatori, l’assessore provinciale allo sviluppo rurale Enzo Rossi.  Dalle sue parole emerge tutta l’urgenza di un problema che gli allevatori, da soli, non sanno più come affrontare. «Noi stiamo affrontando questa situazione molto male - dice Garosi - perché non sappiamo come risolvere il problema, chiediamo aiuto alle istituzioni, altrimenti noi rischiamo di chiudere tutte le nostre aziende».   C’è già chi ha chiuso?  «Alcune aziende hanno chiuso perché sono state costrette, perché hanno avuto quasi lo sterminio completo d ei capi, ma anche la mia azienda è in bilico, non sappiamo come continuare perché non abbiamo futuro» Garosi ha 320 capi di bestiame, ad ottobre erano ancora 380.   I danni sono pesanti?  «Ho perso dieci capi in una notte, calcoli un valore di circa 120-130 euro a capo, e poi erano tutti animali giovani, che avrebbero dato una resa in latte e agnelli per cinque anni, in più c’è più il latte perso dal resto del gregge».   Ci sono problemi per gli animali sopravvissuti?  «Sì, gli animali sopravvissuti hanno perso circa la metà del latte per via dello stress e della paura. La nostra mesata viene da loro e ogni notte va via il nostro stipendio, e non sappiamo come tutelarci, come difenderci».   I cani pastore non bastano?  «No, non bastano, direi che sono quasi inutili. E poi le nostre aziende sono vicine alle strade, dunque sono anche pericolosi per le persone, perché i cani proteggono le greggi e aggrediscono tutto quello che gli arriva intorno».   Poi c’è anche il problema dello smaltimento delle carcasse.  «Per ora abbiamo il cimitero aziendale, ma altre aziende che non ce l’hanno debbono smaltire a spese proprie, tramite inceneritore, e questa è una cosa molto, molto seria, perché la spesa per smaltire la carcassa va ad aggravare il danno subito».


LA NUOVA SARDEGNA

23 LUGLIO 2009

 

Nuove regole o addio Ardia

 

SEDILO (OR). Un’ordinanza del sottosegretario alla Salute Francesca Martini proietta molte ombre sul futuro dell’Ardia. Secondo la Martini, pur nel rispetto delle tradizioni culturali, le manifestazioni nelle quali vengono impiegati i cavalli dovranno essere disciplinate e regolamentate. Sarà rilasciata un’autorizzazione, solo dopo controlli preventivi per garantire la sicurezza di fantini e animali.


GAZZETTA DI REGGIO

23 LUGLIO 2009

 

Sottopassi stradali per lupi e caprioli

 

BOLOGNA. Un piccolo miracolo: una colonia di lupi che, a pochi chilometri dalla città, ancora sopravvive all’interno del Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’abbadessa, riserva naturale sulle prime colline di Bologna. La minaccia è ancora una volta l’uomo: nei mesi scorsi tre esemplari sono morti perché investiti dalle automobili che corrono lungo la fondovalle Idice. Così ai gestori del Parco è venuta un’idea: creare alcuni tunnel per evitare l’attraversamento degli animali (ci sono anche caprioli e cinghiali), riutilizzando vecchie gallerie stradali già esistenti e non utilizzate. Per convogliare la fauna verso questi attraversamenti obbligati verrebbero posizionate delle reti a monte e a valle dei varchi. Il progetto, sviluppato dall’autorità che gestisce il Parco e dalla Provincia di Bologna, sarà inserito nel piano di azione ambientale 2008-2010. Se ne è parlato p ersino alla Camera: martedì il sottosegretario per l’Ambiente e la tutela del territorio, Roberto Menia, rispondendo all’interrogazione del deputato leghista Massimo Polledri, ha confermato l’esistenza del progetto e dell’interesse dello Stato a valutarlo «con la dovuta attenzione e nello spirito volto a dare risposte positive ai problemi e rischi evidenziati». Nell sollecitare al Governo un possibile intervento a sotegno del piano (insieme con Provincia, Regione e ente parco) Polledri aveva ricordato proprio la vicenda della colonia dei lupi e delle morti dovute ad «arrotamento». Dal sottosegretario Mania è arrivata una conferma: il fenomeno degli investimenti della fauna selvatica, soprattutto di grosse dimensioni, rappresenta un grave problema sia sotto il profilo degli animali che per la sicurezza delgli automobilisti. Quindi l’impegno a prendere in considerazione il progetto.


GAZZETTA DI MODENA

23 LUGLIO 2009

 

Tornano a volare quaranta civette

 

Modena - Domani è la “notte delle civette”. A partire dalle 20,30 al Centro fauna selvatica “Il Pettirosso” di via Nonantolana saranno liberati oltre 40 esemplari di civetta salvati nei mesi scorsi dopo essere stati trovati in precarie condizioni di salute, spesso implumi e non ancora autonomi.  Le civette provengono da diverse località, alcune sono state recuperate dai volontari e poi allevate, altre premurosamente portate da cittadini. Tutte oggi sono pronte per tornare alla vita in libertà. All’evento partecipano i volontari del Centro, guidati dal responsabile Piero Milani. Si può assistere all’iniziativa e alcune persone del pubblico saranno invitate ad aprire le gabbiette per la liberazione degli uccelli. “Per noi è un appuntamento molto importante perché la liberazione rappresenta il momento finale di un percorso” spiega Milani, sottolineando che grazie alle cure dei volontari &l dquo;le civette, animali notturni, potranno tornare a volare e a svolgere il loro prezioso ruolo nell’ecosistema delle campagne modenesi: cibandosi prevalentemente di topolini e cavallette, infatti, contribuiscono a mantenere l’equilibrio ambientale”. Tutti gli esemplari sono stati inanellati per poterne seguire e studiare gli spostamenti. Alcune civette tra quelle salvate negli ultimi mesi verranno reintrodotte nel luogo di provenienza, quando conosciuto, perché possano mantenere il contatto con i genitori, mentre quelle liberate presso il Centro continueranno a essere seguite e foraggiate per qualche settimana. Il Centro fauna opera sulla base di un convenzione con la Provincia di Modena. Per le segnalazioni telefonare ai numeri 339 8183676-339 O 3535192.


IL PICCOLO TRIESTE

23 LUGLIO 2009

 

Sissi, giovane tartaruga salvata dai bagnanti

 

Provincia di Rimini - Sono stati i bagnanti dell’Ausonia a segnalarla, giorni fa: hanno chiesto l'intervento dei vigili del fuoco vedendola in difficoltà. Sissi, così come è stata ”battezzata”, è il giovane esemplare di targaruga della specie Caretta caretta protagonista dell'episodio. Ed è la più piccola tra quelle segnalate in altre occasioni nel nostro golfo: lunga appena 22 centimetri e larga 19, e del peso di circa un chilo. Il carapace e il resto del corpo infestato dai balani e l'atteggiamento un po' stordito hanno consigliato un periodo di cure. Dopo la prima assistenza data in sede, sono stati i vigili del fuoco a segnalare Sissi ai biologi dell'Area marina protetta di Miramare (Centro di primo soccorso tartarughe della rete del Wwf Italia) per affidarla alle cure di esperti. Paolo Zucca, veterinario che assiste il gruppo di intervento di Miramare, ha curato la tartaruga trasferendola nella vasca di ospedalizzazione di Miramare. Sissi ha reagito positivamente, tanto da alimentarsi autonomamente con sardine e latterini. I giovani ospiti di Miramare che frequentano i corsi di sea watching hanno potuto eccezionalmente seguire la sua nutrizione e hanno voluto battezzarla Sissi. La specie Caretta caretta è molto comune nel Mediterraneo, mentre la sua presenza nell'Alto Adriatico durante l'anno è sempre sporadica. Ci sono buone speranze - scrive in una nota l’Area protetta di Miramare - che in pochi giorni sia nuovamente in forze e in grado di prendere il largo per continuare la sua vita in autonomia. La sopravvivenza di questa così come di altre specie è affidata alla sensibilità e impegno di tutti: per questo, l’Area marina protetta di Miramare invita chiunque avvisasse animali marini in difficoltà a segnalarlo all'Area al numero 040 224147 dalle 9 alle 18, o alla Guardia Costiera allo 040 676611.


ANSA

23 LUGLIO 2009

 

Animali: tartaruga marina si arena su spiaggia di Cattolica

E' una Caretta caretta lunga 30 cm. portata a ospedale tartarughe

 

RIMINI - Una tartaruga Caretta caretta si e' spiaggiata questa mattina a Cattolica. Trovata da un bagnino, e' stata portata all'Acquario della citta'. La tartaruga e' un giovane esemplare lungo 30 centimetri. Da Cattolica e' stata trasferita all'Ospedale delle tartarughe di Riccione, dove i biologi della Fondazione cetacea stanno valutando le sue condizioni di salute. L'Acquario di Cattolica ospita altre due tartarughe della stessa specie, Gaia e Beckett, in vista del loro rilascio in mare.


IL TIRRENO

23 LUGLIO 2009

 

Dai mufloni al fagiano così specie per specie

 

Ecco alcune delle regole sancite dal calendario venatorio 2009/2010.  Lepre e fagiano. La caccia alla lepre è consentita dal 20 settembre al 9 dicembre 2009 e al fagiano dal 20 settembre al 31 dicembre.  Daini e caprioli. Per quanto riguarda la caccia di selezione, che interessa daini e caprioli, è consentita dal 1º agosto al 20 settembre 2009 e dal 10 febbraio al 15 marzo 2010 per tutte le classi d’età e sesso, sia di capriolo che di daino, ad eccezione del maschio adulto di capriolo che si può cacciare dal 5 agosto 2009.  Mufloni. Nel periodo dall’1 agosto al 20 settembre 2009 e dal 10 febbraio al 15 marzo 2010, inoltre, è possibile la caccia ai mufloni di tutte le classi di età e sesso. Nel territorio dell’isola del Giglio il periodo di caccia al muflone è 16/9-30/9 e 16/11-31/01.   Cinghiale. La caccia al cinghiale è aperta dall’1 novembre 2009 al 31 gennaio 2010. Nelle aree vocate si svolge quasi esclusivamente nella forma della battuta, mentre nelle aree di influenza e in tutte le aree non vocate esterne, abbattimento e gestione del cinghiale sono definiti dal Piano di intervento annuale del territorio non vocato adottato dalla Provincia.   Migratori. La caccia alla selvaggina migratoria con l’uso del cane è consentita dal 2 al 31 gennaio 2010, con limitazioni per la beccaccia, che può essere cacciata solo nelle zone boscate e non da appostamento. Dal 2 al 31 gennaio i palmipedi, i rallidi e i trampolieri sono cacciabili, in forma vagante e con l’uso del cane, solo nelle zone palustri e lungo i corsi d’acqua nelle aree comprese fra la ferrovia e il mare, nei comuni di Castiglione, Grosseto, Orbetello e Capalbio, al Lago dell’Accesa, nel comune di Massa Marittima, e nella zona palustre in località Voltina e a Istia d’Ombrone, nel comune di Grosseto. La caccia alla selvaggina migratoria , nel territorio non boscato, è consentita solo da appostamento, con o senza cane.  Volpe. La caccia alla volpe in battuta e alla tana, può essere effettuata nel mese di gennaio 2010, con un massimo di 7 partecipanti e cani idonei (ad esempio, non da ferma). I cacciatori, singoli o in gruppo, che intendono effettuare battute di caccia devono comunicarlo al Comando di Polizia provinciale telefonando al numero 0564 484917. Entro il 20 marzo 2010 devono essere comunicati gli esiti delle cacciate.   Aree contigue. La caccia nelle aree contigue alle Riserve naturali si svolge nella forma della caccia controllata, il cacciatore ha l’obbligo di segnare la giornata di caccia sul tesserino regionale. In queste aree il cacciatore non può abbattere più di 15 capi al giorno di selvaggina migratoria. In particolare, al massimo 7 tortore, 2 beccacce, 3 palmipedi, 5 trampolieri e rallidi. Le giornate di caccia nelle aree contigue, escluse le battute di caccia al cinghiale, non possono essere più di 30. Non sono assoggettati a quest’ultima limitazione i cacciatori che hanno porzioni di territorio ricadente nell’area contigua.  Zps. Nelle Zone di Protezione Speciale (Zps) individuate dalla Regione l’attività venatoria è consentita nel rispetto della normativa regionale. Nel mese di gennaio l’attività venatoria nelle Zps è consentita, fatta eccezione per la caccia agli ungulati, nei soli giorni di domenica e giovedì.  Deroga. Il consiglio ha approvato la proposta della giunta di inoltrare alla Regione la richiesta di cacciare in deroga la tortora dal collare, il passero, lo storno e il cormorano.

 

 

            23 LUGLIO  2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 

VIRGILIO NOTIZIE
23 LUGLIO 2009
 
Gb/ Lav denuncia: vivisezione a livelli senza precedenti
Esprimenti coinvolgono 3,7 milioni di animali
 
Il numero degli animali coinvolti nelle sperimentazioni scientifiche nel Regno Unito nel 2008 è incredibilmente aumentato del 14% rispetto all'anno precedente, arrivando alla cifra che si aggira intorno ai 3,7 milioni di animali. Lo rende noto la LAV (www.lav.it) riferendosi alle statistiche del 2008 dell'Home Office (UK): "queste cifre non sono mai state così alte negli ultimi 20 anni". Tale aumento è frutto dell'ampliamento nella ricerca biomedica legata alla genetica e allo sviluppo di nuovi farmaci. Questi esperimenti comportano vari livelli di sofferenza, da prelievi di sangue e tessuti fino a procedure chirurgiche altamente invasive che cercano di indurre artificialmente le malattie umane. Più di 197.000 topi sono stati geneticamente modificati, implementando fortemente anche la violenza prenatale e precedente all'esperimento stesso. Nonostante le forti limitazioni espresse sia in campo legislativo che politico, anche il ricorso a scimmie è in forte aumento, in particolar modo i macachi, con un incremento del 23% arrivando così a 3.092 animali utilizzati all'anno. Le associazioni animaliste inglesi hanno espresso il loro profondo disappunto verso questi preoccupanti dati in aumento che, a fronte della contrarietà dell'opinione pubblica, dell'avanzamento dei metodi alternativi alla sperimentazione animale e del quadro legislativo, dovrebbero invece diminuire.

GALILEO
23 LUGLIO 2009
 
Scimpanzé vittime dell'Aids
Alcuni esemplari della Tanzania portatori del virus si sono ammalati riportando sintomi simili a quelli umani
 
Anche gli scimpanzé muoiono di Aids. Uno studio pubblicato da Nature, condotto su due popolazioni del Gombe National Park, in Tanzania, mostra per la prima volta che gli animali colpiti dal virus Siv-cpz (dell’immunodeficienza della scimmie) riportano danni del sistema immunitario paragonabili a quelli degli esseri umani malati di Aids. I virus Siv che hanno infranto la barriera tra le specie scimpanzé-essere umano, dando le varianti Hiv-1 e Hiv-2, sono sempre stati considerati non patogeni nelle scimmie. Nei loro ospiti naturali, infatti, non sembravano provocare nessuna grave sindrome da immunodeficienza. Fino a oggi. I ricercatori statunitensi hanno studiato l’incidenza del virus in due popolazioni (Kasekala e Mitumba) che, a partire dagli anni Sessanta e Ottanta rispettivamente, sono state sotto la stretta osservazione del gruppo coordinato da Jane Goodall. In nove anni di studi sono stati raccolti centinaia di campioni di feci e urine di 99 scimpanzé. Di questi, 17 sono stati trovati infetti e i risultati delle analisi genetiche suggeriscono modalità di trasmissione sia verticale (madre-figlio) sia orizzontale (attraverso aggressioni o rapporti sessuali). Lo studio ha permesso ai ricercatori di osservare che il rischio di mortalità degli animali infetti è più alto di 10-16 volte e che il virus influenza la fertilità delle madri e la sopravvivenza della prole. Infatti, non solo le femmine malate hanno messo al mondo un numero inferiore di figli rispetto alle altre, ma tutti i loro piccoli sono morti prima di compiere un anno. Le autopsie eseguite su cinque animali deceduti, infine, mostrano in quelli malati la quasi totale distruzione del sistema immunitario e la perdita  progressiva di un particolare tipo di linfociti T, sintomi simili a quelli provocati dall’Aids nell’essere umano. “I risultati di questo studio offrono l’opportunità di comparare i meccanismi di azione di due virus strettamente correlati in due specie altrettanto vicine. Questo approccio potrebbe accelerare l’identificazione dei fattori responsabili della progressione della malattia e portare a nuove misure preventive e terapeutiche”, hanno spiegato gli autori dello studio.Nuovi risultati arrivano anche dalla ricerca sul virus umano. Gli studiosi dell’Irccs materno-infantile Burlo Garofalo di Trieste hanno individuato un particolare assetto genico che protegge i bambini nati da madri sieropositive dal contrarre l'infezione in fase perinatale. In particolare a rendere i piccoli resistenti al virus è la perdita di 14 basi (le lettere del Dna) in un gene, l’HLA-G. Questo gene è da tempo considerato responsabile del meccanismo che permette al feto di essere riconosciuto e accettato dal sistema immunitario materno. (c.v.)Riferimenti: Nature doi:10.1038/nature08200

AGI
23 LUGLIO 2009
 
PAPA' "CHIMICAMENTE" IMPORTANTI PER I FIGLI
 
Londra - I padri non sono un optional quando si tratta di allevare i figli, non solo per il ruolo educativo ma anche per ragioni biochimiche. Ricercatori del McGill University Health Centre di Montreal (Canada) hanno infatti scoperto delle differenze nel cervello, nella socialita', nella personalita' e nella risposta a ormoni negli individui cresciuti senza padre. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista New Scientist. "Abbiamo utilizzato per i nostri esperimenti il topo della California. Questa specie, come l'uomo, e' monogama e le coppie tendono ad allevare i figli assieme", ha spiegato Gabriella Gobbi, ricercatrice della McGill University. "Abbiamo separato - ha continuato - i giovani topi dai loro padri e misurato i cambiamenti della corteccia prefrontale nei giovani topi, assieme alla loro risposta all'ormone ossitocina". Questo ormone e' rilasciato durante le interazioni sociali, regolate anche dalla corteccia prefrontale. "I giovani topi senza padre avevano una risposta minore all'ossitocina cosi' come un cambiamento nell'attivita' della corteccia prefrontale. Erano meno interessati verso gli altri topi, e si ignoravano tra di loro se messi nella stessa gabbia". Per i ricercatori, che presenteranno i risultati del loro studio al World Congress of Biological Psychiatry di Parigi, la mancanza del padre scatenerebbe quindi delle reazioni biochimiche che rendono i giovani meno socievoli. "Non sappiamo ancora se questi risultati sono applicabili all'essere umano, e se il contatto tra padre e figlio abbia a che fare con la chimica anche nell'uomo", ha detto Gobbi, e anche altri ricercatori invitano alla cautela nel valutare i risultato dello studio. Certo e' che anche studi precedenti avevano rivelato l'importanza del padre durante la crescita: le ragazze infatti raggiungo prima la puberta', diventano sessualmente attive piu' rapidamente ed hanno piu' probabilita' di una gravidanza giovanile se sono cresciute senza il padre. Inoltre, dei cambiamenti nei livelli e nella risposta all'ossitocina avvengono anche nei padri umani alla nascita di un figlio, come ha dimostrato una ricerca della Bar-Ilan University di Ramat-Gan (Israele). "Il padre e la madre contribuiscono alla crescita del figlio in modo molto diverso", ha detto Ruth Feldman, autrice dello studio israeliano. "I padri sembrano essere 'biologicamente programmati' per aiutare ad allevare correttamente i propri figli", ha concluso.

CORRIERE DELLA SERA
23 LUGLIO 2009
 
STUDIO GIAPPONESE
Il profumo dei fiori allevia lo stress
Arriva una conferma scientifica, per ora solo nei topi, del ruolo «terapeutico» delle fragranze floreali
 
MILANO – Che annusare una fragranza floreale potesse essere piacevole, e magari anche rilassante, lo si sapeva già. Ma ora dal Giappone arriva anche una prova scientifica sull'effetto benefico sull'organismo delle fragranze floreali. Secondo uno studio da poco apparso sulla rivista Journal of argicoltural and food chemisty, l'inalazione di alcuni aromi può effettivamente incidere sull'attività dei geni e sulle cellule del sangue riducendo in modo significativo i livelli di stress, anche se per ora la ricerca è stata condotta solo sui topi e quindi da considerare ancora con una certa cautela.
ODORI BENEFICI - «È' empiricamente noto fin dai tempi antichi - si legge nell'introduzione all'articolo - che alcune fragranze hanno effetti psico-fisiologici sedativi, stimolanti, calmanti, antinfiammatori anti-convulsivi; l'odore del limone, per esempio, ha un effetto antidepressivo, mentre la valeriana induce il sonno». Mossi da questo presupposto, Akio Nakamura e i suoi collaboratori hanno sottoposto alcuni ratti a situazioni di stress e verificato su di essi l’impatto dell'inalazione di linalool, un agente chimico responsabile di una fragranza presente in vari tipi di fiori come il the l'arancio, l'uva, il mango, il limone o la lavanda. Risultato: il linalool, comunemente impiegato in prodotti commerciali ha svolto un’azione repressiva su alcuni cambiamenti nelle cellule del sangue e nell'espressione dei geni che sono attribuibili allo stress.
DAI TOPI AGLI UOMINI - In particolare, la sostanza avrebbe significativamente ridotto determinate mutazioni in 109 geni delle cavie sottoposte all'esperimento. Secondo i ricercatori, poi, il fatto che l'effetto della fragranza sia misurabile attraverso l'analisi del sangue potrebbe aprire a futuri test sull'uomo.

IL SECOLO XIX
23 LUGLIO 2009
 
Su Nature un cucciolo di topo generato con le staminali
 
Si chiama `Xiao Xiao´, in italiano `Piccino´, il primo topolino ottenuto in laboratorio usando cellule somatiche di topo ringiovanite, e trasformate in simil-staminali embrionali. Uno studio eccezionale, firmato su `Nature´ dal team di Qi Zhou, della Chinese Academy of Sciences di Pechino e di Fanyi Zeng della Shanghai Jiao Tong University, che dimostra per la prima volta quello che si può fare con dei fibroblasti ringiovaniti artificialmente e trasformati in cellule `bambine´ pluripotenti, proprio come le staminali estratte dagli embrioni. I ricercatori cinesi hanno realizzato linee cellulare iPS dai fibroblasti (come già avevano fatto colleghi americani), ma poi le hanno usate per arrivare a generare cuccioli di topo vivi e addirittura fertili. Infatti Xiao Xiao ha già avuto a sua volta un piccolo, diventando papà questa volta in modo `naturale´: accoppiandosi cioè con una topolina.
Per dimostrare la pluripotenza delle staminali, i ricercatori possono controllare la presenza di alcuni marker, iniettarli in normali blastocisti per generare una chimera oppure inocularle in una blastocisti tetraploide (un gruppo di cellule che può trasformarsi solo in tessuto placentale). In base a quest’ultima tecnica, detta complementazione tetraploide, le cellule testate devono poi formare tutte quelle che compongono l’embrione. Questo viene considerato il test più importante e stringente per dimostrare la pluripotenza delle staminali, ed era stato eseguito in precedenza con cellule `bambine´ embrionali ma mai con le simil-embrionali indotte in laboratorio (iPS).I ricercatori descrivono su `Nature´ la generazione di 37 linee cellulari iPS, tre delle quali hanno prodotto cucciolate di 27 piccoli vivi, attraverso appunto la complementazione tetraploide. Uno di questi animali, proprio Xiao Xiao, un maschietto di 7 settimane, si è accoppiato con una femmina è ha avuto a sua volta un piccolo.

 

torna alla pagina iniziale [email protected] torna all'archivio della rassegna stampa