MELITO ONLINE
22 NOVEMBRE 2009
Bagheria (PA): tentano di uccidere cani randagi, denunciati dai carabinieri.
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Bagheria (Palermo) 22 novembre 2009. E’ notoria l’attività da tempo condotta sul territorio dall’Arma dei Carabinieri per la salvaguardia e la tutela degli animali, anche in ottemperanza alla normativa vigente, nonché alle tradizioni dell’Istituzione militare, che vanta gloriose unità cinofile, nonché alcuni reparti a cavallo, tra i quali, il più famoso d’Italia, conosciuto anche all’estero, il “REGGIMENTO A CAVALLO”.In tale ottica si colloca l’intervento effettuato a Mongerbino dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Bagheria. Infatti i militari dell’Arma hanno denunciato in stato di libertà, per il reato di tentata uccisione e maltrattamento di animali
S.A., nato a Bagheria (PA), classe ‘36, pensionato;
M.N., nato a Bagheria (PA), classe ‘55,pensionato.
I due soggetti venivano sorpresi dai Carabinieri, all’interno di un appezzamento di terreno, mentre erano intenti a preparare un pasto per cani, composto da carne tritata e frammenti di vetro (cocci di bottiglia), al fine di uccidere cani randagi che, a loro dire, arrecavano disturbo.
Purtroppo, anche per come emerso da numerose segnalazioni pervenute da associazione per la difesa e la salvaguardia degli animali, questa barbara prassi è molto diffusa ed ha causato la morte di molti cani. In realtà, di concorso con le amministrazioni locali e la competenti polizia municipali, l’Arma sul territorio svolge attività di supporto nella lotta al randagismo, condotta però sempre nell’ottica della salvaguardia degli animali.
90011.IT
22 NOVEMBRE 2009
Tentano di uccidere cani, denunciati due pensionati
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Bagheria (PA) - Due pensionati di 73 e 54 anni, entrambi di Bagheria, sono stati denunciati dai carabinieri per il reato di tentata uccisione e maltrattamento di animali. I due uomini – S.A. e M.N. le loro iniziali – sono stati sorpresi mentre preparavano un miscuglio letale composto da carne tritata e cocci di vetro al fine di uccidere alcuni cani randagi che girovagavano nella zona di Mongerbino. Immediata è scattata la denuncia all´autorità giudiziaria.
SICILIA TODAY
22 NOVEMBRE 2009
Bagheria (PA): tentano di uccidere cani randagi, denunciati dai carabinieri
Bagheria (PA) - I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Bagheria hanno denunciato in stato di libertà, per il reato di tentata uccisione e maltrattamento di animali S.A., nato a Bagheria (PA), classe ‘36, pensionato e M.N., nato a Bagheria (PA), classe ‘55, pensionato.I due soggetti venivano sorpresi dai Carabinieri, all'interno di un appezzamento di terreno, mentre erano intenti a preparare un pasto per cani, composto da carne tritata e frammenti di vetro (cocci di bottiglia), al fine di uccidere cani randagi che, a loro dire, arrecavano disturbo.Purtroppo, anche per come emerso da numerose segnalazioni pervenute da associazione per la difesa e la salvaguardia degli animali, questa barbara prassi è molto diffusa ed ha causato la morte di molti cani. In realtà, di concorso con le amministrazioni locali e la competenti polizia municipali, l’Arma sul territorio svolge attività di supporto nella lotta al randagismo, condotta però sempre nell’ottica della salvaguardia degli animali.
JULIE NEWS
22 NOVEMBRE 2009
Pastone di carne e vetri per uccidere randagi, denunciati
PALERMO - I carabinieri di Bagheria (Pa) hanno denunciato due persone che nella frazione di Mongerbino stavano preparando un composto di carne e cocci di bottiglia per uccidere i cani randagi della zona, che a loro dire arrecavano disturbo. I due denunciati sono M.N., 54 anni e S.A, pensionato di 73 anni.
SICILIA LIVE
22 NOVEMBRE 2009
Volevano uccidere alcuni cani randagi. Denunciate due persone
Bagheria (PA) - Due persone sono state denunciate a Mongerbino, vicino Bagheria, per tentata uccisione e maltrattamento di animali. I due sono stati sorpresi all’interno di un appezzamento di terreno mentre stavano preparando un pasto per cani, composto da carne tritata e frammenti di vetro (cocci di bottiglia) per uccidere i cani randagi.
LA GAZZETTA DI REGGIO 22 NOVEMBRE 2009
Altro cane ucciso con il cianuro
CANOSSA (RE). Layla era una bella e affettuosa meticcia di cinque anni. In pochi secondi è morta avvelenata da una polpetta imbottita di cianuro che mani criminali hanno lasciato dietro ad un cespuglio. E’ successo lungo la strada che da Borzano porta a Crognolo. Il cane camminava accanto al suo amico-padrone Alberto Zecchetti, ad un certo momento ha infilato il muso tra il fogliame e poco dopo ha cominciato a barcollare. Zecchetti ha cercato di farla vomitare facendole bere acqua ossigenata. Inutile. Come inutile è stata la corsa in auto dal veterinario Heissemberg di San Polo. Zecchetti ha presentato denuncia contro ignoti ai carabinieri.
L'ARENA GIORNALE DI VERONA
22 NOVEMBRE 2009
SAN ZENO DI MONTAGNA (VR). Per la prima volta bocconi al veleno sono stati sparsi in una zona frequentatissima
Cani da caccia avvelenati nel bosco
Due pointer sono morti salvato un altro animale Il veterinario: «Chi ha agito non può restare impunito»
San Zeno di Montagna (VR) - «Non era mai successo prima nella storia di San Zeno di Montagna di trovare bocconi avvelenati. Ma quest’anno è accaduto tre volte, in nemmeno dieci giorni, sempre nella stessa zona ossia località Fittanze, circa 800 metri sopra il paese, sul Baldo». A dirlo è Simone Finotti, assessore alle politiche agricole, presidente del Comprensorio di caccia del paese e veterinario. A lui, si sono rivolti i proprietari dei tre cani, di cui due sono stati salvati.
«Giovedì», precisa Finotti, «è morto il primo, un pointer di un cacciatore, un maschio di 8 anni. La domenica una femmina di 4 anni, sempre un pointer: ha mangiato qualcosa nel bosco e, dopo cinque minuti, ha iniziato ad avere sintomi». Salvata dal veterinario. Il mercoledì successivo stessa brutta storia: «Un setter maschio da caccia, di 2 anni, ha ingerito qualcosa. Anche questa volta me l’hanno portato in tempo poiché sono riuscito a farlo vomitare e a salvarlo». La zona dove i cani hanno ingerito i bocconi avvelenati è sempre la stessa: località Fittanze, area boscata senza case intorno, dove la gente ama andare a fare passeggiate. È qui che i proprietari, tutti residenti a San Zeno di Montagna, hanno trovato le esche. Una è stata portata a Finotti, che ha sporto denuncia all’Ulss 22 di Bussolengo, settore veterinario di Valeggio sul Mincio di cui è responsabile Sandro Salvelli, e provveduto a farla analizzare nei laboratori dell’Istituto zooprofilattico di Verona, in via San Giacomo. «Sono certo si tratti di bocconi avvelenati, carne trita fresca a cui sono state mescolate palline violacee. Le analisi riveleranno la molecola velenosa usata». Finotti si dice sconcertato: «Da quando sono presidente del Comprensorio, una decina di anni, da noi nulla del genere era mai capitato». Non avrebbe rilevanza il fatto che i cani finiti nel mirino fossero di cacciatori: «Non credo che qualcuno abbia particolari risentimenti nei loro confronti», dice ricordando che a San Zeno le «doppiette» sono una novantina, «il problema non è limitato a chi caccia. La zona dove i bocconi sono stati trovati è una delle più belle per le passeggiate; ma ora lì tutti devono ora fare attenzione ad andare coi propri cani. Se prima era sicura», avverte, «ora è un campo minato». Poi un appello: «A nome della comunità chiedo alla polizia provinciale e al corpo forestale dello Stato una solerte sorveglianza. Non bisogna che chi compie questi gesti resti impunito. In ogni caso, convocherò l’assemblea dei soci cacciatori per organizzare una bonifica».
IL GAZZETTINO DI TREVISO
22 NOVEMBRE 2009
Padrone nei guai: educava il cane col collare elettrico
San Biagio di Callalta (TV) - Maltrattamenti di animali: questa l’ipotesi d’accusa della quale è chiamato a rispondere Paolo Perissinotto, di San Biagio di Callalta. L’uomo, che è assistito dall’avvocato Giovanni Molin, avrebbe utilizzato un metodo educativo poco consono ma soprattutto vietato dalla legge -secondo la ricostruzione dell’accusa nell’ultima udienza sostenuta dal pm Iuri De Biasi- per impartire gli ordini a un cane. Secondo quanto emerso nel corso del processo, l’imputato avrebbe utilizzato un collare a impulsi elettrici per costringere il cane a eseguire gli ordini impartiti. Il processo, celebrato davanti al giudice Michele Vitale, ha vissuto soltanto le vicende preliminari, con una serie di scaramucce procedurali tra il pm e l’avvocato difensore che è convinto di avere buone carte per dimostrare l’innocenza del cliente. Il giudice ha poi aggiornato il procedimento, che è slittato a inizio 2010. Toccherà a lui chiarire se l’utilizzo di quel particolare collare (a impulsi elettrici, per l’accusa) è un metodo che rientra tra quelli vietati dalla legge.
IL SECOLO XIX
22 NOVEMBRE 2009
L'Enpa: «inutile uccidere mille piccioni»
SAVONA - Per evitare che mille piccioni vengano catturati e uccisi si dicono pronti a ricorrere all'autorità giudiziaria. Ma al tempo stesso sottolineano come questa sorta di censimento annunciato dall'assessore comunale Livio Di Tullio e condotto in stretta collaborazione con il servizio veterinario dell'Asl finirà con il rivelarsi del tutto inutile.
Ieri mattina i responsabili provinciali dell'Enpa sono scesi in campo per cercare di opporsi in tutte le maniere possibili al piano che prevede appunto nelle prossime settimane la cattura e l'abbattimento di circa un migliaio degli oltre settemila e cinquecento piccioni attualmente esistenti in città. «Sterminare le colonie di questi volatili è inutile - sottolinea in una nota Lucrezia Novaro, presidente dell'Enpa di Savona - in mancanza di interventi che riducano la loro fertilità in breve tempo il valore numerico della popolazione tornerà ad essere identico a quello precedente le uccisioni. Perchè, come accade per tutte le popolazioni di animali selvatici, anche per il colombo cittadino la grandezza del gruppo è regolata dalla capacità portante dell'ambiente. Per ridurre con successo e in maniera stabile nel tempo la popolazione dei piccioni gli unici metodi davvero efficaci sono di tipo incruento. Alla luce di tutto questo portare avanti l'annunciato "censimento", che altro non è che la sistematica cattura e e inutile uccisione di mille piccioni». Nella nota l'Enpa savonese sottolinea anche come la primavera passata avesse presentato al Comune un progetto mirato proprio al controllo dei piccioni presenti in città, senza peraltro aver mai ricevuto alcuna risposta da parte degli amministratori comunali.
SAVONA NEWS
22 NOVEMBRE 2009
Savona: molte e-mail contro l’abbattimento dei piccioni
Savona - Molte e-mail stanno giungendo in redazione, in queste ore, per protestare contro le misure decise per monitorare la salute dei piccioni nel savonese, che prevederebbero la cattura e l’abbattimento di circa 1000 unità. Il tono delle comunicazioni, molte delle quali scritte da cittadini appartenenti a comitati animalisti, è più o meno sempre lo stesso, e vede nella misura adottata dal comune di Savona una certa dose di disattenzione nei confronti degli animali, secondo alcuni fatti oggetto di una vera e propria “barbarie” gratuita. Scrivono i lettori: “Se qualche problema esiste va risolto senza far del male a nessuno, altrimenti non ci possiamo definire "civili", e comunque di solito gli esseri umani esagerano moltissimo i "problemi" che a loro dire gli animali causano, senza rendersi conto che chi davvero crea problemi alla natura, agli animali, e agli altri esseri umani, e' solo l'uomo”.
Ancora, in un’altra e-mail: “Ritengo che tutto cio' sia una barbarie inutile e crudele, non capisco la mancanza di volontà per ricercare una soluzione non cruenta. Spero vivamente che sia l'ultima, e in un futuro veramente più civile”. IL TIRRENO 22 NOVEMBRE 2009
Ville assaltate in pieno giorno
CECINA (LI). Raffica di furti nelle abitazioni: nei giorni scorsi due ville e alcune case singole sono state visitate dai ladri. Due i colpi che hanno destato maggior impressione, messi a segno con la stessa modalità e la stessa ferocia, che inducono gli inquirenti a pensare ad una banda organizzata. Oltre al furto i ladri hanno picchiato i cani dei proprietari: due animali da guardia di grossa mole, un pastore tedesco e un dogo argentino, ridotti quasi in fin di vita. Entrambi i colpi, peraltro di modesta entità, sono avvenuti mercoledì a metà pomeriggio. Il primo a Collemezzano, nella villa dell’impresario edile Claudio Querci; l’altro a Cecina, nella zona Coop lato Palazzaccio, nella casa di un noto avvocato: Giacomo Salamone. Racconta il legale, ancora un po’ scosso: «In casa non c’era nessuno, per fortuna. I ladri - racconta il legale - sono entrati da una finestra sul retro e hanno trovato subito la cassaforte cercando di smurarla, ma non ce l’hanno fatta. Il cane, un pastore tedesco di 12 anni, era in salotto. L’hanno picchiato con dei bastoni, forse una scopa che hanno preso in cucina e che abbiamo ritrovato per terra. Poi però qualcosa deve averli impauriti o disturbati perché sono fuggiti prendendo solo alcuni oggetti d’oro». Salamone è rientrato verso le otto di sera insieme alla moglie e alle figlie. «Dapprima non abbiamo realizzato che c’erano stati i ladri. Mia moglie mi ha chiamato dicendo che il cane si era sentito male, ma quando mi sono avvicinato per soccorrerlo ho visto che era pieno di sangue sul muso, aveva un occhio pesto ed era tuto dolorante. Quando siamo entrati in camera abbiamo capito cos’era successo». Le attenzioni si sono subito concentrate sul cane, che ha rischiato di morire. «Per fortuna adesso si è ripreso», dice Salamone. La polizia scientifica è intervenuta cercando tracce e impronte. Alcuni vicini, saputo dell’accaduto, hanno riferito di aver visto parcheggiata davanti alla villa dell’avvocato, nell’ora presumibile del furto, una Multipla rossa di vecchio tipo, con targa italiana. Naturalmente è da verificare se sia stata effettivamente usata dai ladri. Nella stessa zona, un’altra villetta è stata visitata dai ladri, quella di una insegnante di educazione fisica: in questo caso però non è stato rubato niente. La figlia della donna era in casa ed ha visto scappare un ragazzo. A Collemezzano, come detti, i malviventi hanno cercato di svaligiare la villetta di Claudio Querci, in via Metauro. Anche qui hanno picchiato il suo cane, un dogo argentino. «Mia figlia e la domestica erano usciti di casa da poco - racconta Querci, che ha presentato denuncia al commissariato - e i ladri, da quanto mi risulta, hanno suonato a lungo al campanello. Quando hanno capito che non c’era nessuno sono entrati in azione». Hanno scavalcato la rete e sono entrati in un magazzino con dentro molti attrezzi. «Con un rastrello e una vanga - continua Querci - hanno picchiato il mio cane». E devono averlo fatto con ferocia, visto che il dogo argentino non è certo un cagnolino. «Dopo avere sistemato il cane, hanno preso un piccone e sono entrati in casa forzando la porta della lavanderia». Ma qui qualcosa è andato storto. «L’allarme ha suonato alle 18 e 04 e dopo un minuto era già fuori. Non hanno rubato niente: evidentemente si sono spaventati e hanno deciso di lasciare perdere». Ma altri tentativi di furto sono stati messi a segno sempre tra mercoledì e giovedì nella zona di Cecina e della California. Una modalità che induce a pensare ad una banda esterna che ha agito sistematicamente sul territorio. Mentre alcune settimane fa, la casa di un altro avvocato era stata visitata dai ladri, a Marina di Cecina, ma anche in questo caso non era stato rubato niente. LA TRIBUNA DI TREVISO 22 NOVEMBRE 2009
Una nutria blocca il cantiere Mobilitati carabinieri e forestale
CIMADOLMO (TV). Un’enorme nutria ha creato il panico venerdì a Cimadolmo nel cantiere di via Calderai, dov’è aperto lo scavo per la costruzione del magazzino comunale e della nuova sede della Pro loco e della Protezione civile. «Venerdì, alla scoperta inconsueta del roditore, il cantiere è stato immediatamente bloccato. Sono stati allertati i carabinieri, i quali hanno informato il comando e hanno fatto giungere in zona le guardie del Corpo forestale dello Stato - spiega l’assessore alla Protezione civile Graziano Dall’Acqua -. Nel giro di poco tempo, le guardie sono riuscite a bloccare l’animale e a portarlo via. Il cantiere è stato poi subito riaperto. Nonostante la preoccupazione diffusa tra la cittadinanza, la presenza di questo animale non genera pericolo per la popolazione. I cittadini possono stare tranquilli». LA NUOVA VENEZIA 22 NOVEMBRE 2009
Cani antidroga «arruolati» nei vigili urbani
Roberta De Rossi
Venezia - Cani antidroga di pattuglia insieme ai vigili urbani: la Polizia municipale si doterà di un’unità cinofila. Il percorso non è breve, ma la strada è stata intrapresa, anche se si è ancora ai primi passi. «La presenza dei cani è un deterrente importante contro la circolazione di droga nei luoghi di ritrovo serale molto frequentati dai giovani», commenta il comandante dei vigili veneziani, Marco Agostini, «ce ne siamo accorti nel corso dell’estate, in Erbaria: nella ressa di persone era facile che circolassero anche stupefacenti, ma la presenza dei cani antidroga delle altre forze dell’ordine ha immediatamente alleggerito la pressione e abbiamo visto sparire molte persone». «Per questo abbiamo deciso di dotarci anche noi di quattro cani, ma il percorso non è semplice né breve: potremmo essere pronti tra un paio d’anni», prosegue Agostini, «perché si tratta di individuare i vigili disposti ad adottare il cane - che deve vivere con la sua guida - dobbiamo istruire il vigile e lo stesso animale. E’ un percorso intrapreso con successo anche da Milano, dove il Comando ha sei cani. L’idea è sempre quella che prevenire sia meglio che curare». Intanto - dal momento che come direbbe qualche nostalgico «Non sono più le stagioni di una volta....» - in autunno come in piena estate, alcune zone della città pullulano di chiacchiere di ragazzi (e alcolici) fino a notte fonda, con relative proteste di chi - in autunno come d’estate - non riesce più a chiudere occhio. L’unica differenza è che i più giovani paiono essersi già stancati della turistica e più cara Erbaria e sono tornati in gran numero ad affollare campo Santa Margherita. Così la Polizia Municipale - d’intesa con le Attività produttive e il sindaco - ha messo nell’immediato a punto un meccanismo di ordinanze ad hoc: «Come già in via Piave, abbiamo deciso di colpire chi non è in grado di gestire i propri clienti, con ordinanze mirate di chiusura anticipata, senza provvedimenti indiscriminati», spiega ancora il comandante Agostini, «il diritto alla quiete notturna vale come quello delle attività economiche». Così, di questi giorni il provvedimento a firma del sindaco che ordina ai titolare del bar vicino all’Auditorium di chiudere non più alle 2, ma alle 23: i suoi giovani clienti affollavano di chiacchiere, risa e, anche, schiamazzi fino alle 3 di notte la calle d’ingresso al campo e il ponte di San Pantalon. Continue le proteste dei residenti e così è arrivata l’ordinanza: una batosta, economicamente parlando, per i titolari. Ieri, al «Bar Chet» è partita una raccolta firme per chiedere la revoca dell’ordinanza. Nel frattempo, un ordine di chiusura per 7 giorni ha raggiunto il kebab del campo, sempre per assembramenti di clienti fuori dal locale.
CORRIERE FIORENTINO
22 NOVEMBRE 2009
Animali L’intervento a scopo estetico è considerato maltrattamento. I controlli del Nas di Padova. Ora si indaga anche in Toscana
Tagliare le orecchie al cane non si può più, denunciata
Simone Innocenti
Firenze - I carabinieri del Nas di Padova hanno denunciato per maltrattamenti di animali F. G., una fiorentina di 25 anni. Assieme a lei sono finiti al centro delle indagini altre sei persone, tra cui il titolare di uno studio veterinario di Padova. Sono tutti ritenuti responsabili di maltrattamenti di animali: tra il 19 gennaio scorso e il 7 marzo di questo anno hanno tagliato le orecchie ai cani per scopo estetico. E adesso su quel nome, finito al centro di un’inchiesta della magistratura di Padova, si concentra l’attenzione dei carabinieri del Nas di Firenze che stanno cercando di capire se questa pratica sia diffusa anche nel capoluogo.
Il taglio delle orecchie è diffuso soprattutto tra coloro che partecipano con il proprio animale alle esposizioni. Eppure l’Ente nazionale cinofilia italiana ricorda che «i cani nati in Italia successivamente al 12 gennaio 2007 dovranno essere giudicati con orecchie integre. L’esperto giudice deve procedere alla valutazione e al giudizio dei soggetti con orecchie e/o coda tagliate purché nati prima del 12 gennaio 2007 e precedentemente all’ultima eventuale modifica dello standard morfologico se questo ha introdotto la sola previsione di coda e/o orecchie integre». Secondo gli accertamenti del Nucleo antisofisticazioni di Padova, i denunciati, invece, si sarebbero prestati a tagliare le orecchie a cani nati dopo il termine fissato. Per i cani, spiegano i veterinari, coda e orecchie sono come per noi le parole e i gesti. «È come se a un uomo tagliassero le mani. L’animale con le orecchie mozzate sarà sempre in difficoltà con i propri simili e non verrà mai accettato tranquillamente: i suoi simili ne avranno sempre paura», sostiene Roberto Marchesini, zooantropologo che si occupa da anni di comportamento animale e del rapporto animale-uomo. Conosciuto dalle associazioni animaliste, si batte da tempo per una buona «convivenza» tra cittadini proprietari di animali e non. Proprio a novembre scorso la Camera ha discusso il disegno di legge che ratifica ed esegue i contenuti della Convenzione europea del 1987 per la protezione degli animali da compagnia. La legge prevede l’introduzione di importanti novità nel mondo della cinofilia tra cui il divieto di amputazione della coda e, appunto, delle orecchie. Gli interventi chirurgici in questo senso diverranno reati penali grazie alla modifica dell’articolo 544 ter del Codice penale. Tra i contrari al divieto si schiera la Confederazione europea delle associazioni di allevatori, commercianti e detentori di animali (Federfauna) che apre una polemica sulle sterilizzazioni: «È dunque maltrattamento tagliare la coda, pur se l’intervento viene eseguito dal veterinario entro i primi sei giorni di vita del cane e con metodo indolore — sottolinea Federfauna — ma non lo è tagliare, a qualsiasi età, testicoli o ovaie. Si afferma che la sterilizzazione sia funzionale, dimenticando che la caudotomia (il taglio della coda, ndr ) sia altrettanto funzionale per molti cani da lavoro». E a chi sostiene che attraverso la coda il cane manifesti i propri sentimenti, la Confederazione replica: «Non è proprio tramite gli organi sessuali che gli animali esprimono il loro principale istinto, quello della riproduzione?». L’indagine La ragazza, 25 anni, è accusata insieme ad altre sei persone tra cui un veterinario Lo zooantropologo «Una pratica assurda È come se a un uomo tagliassero le mani o togliessero la parola»
IL TEMPO FROSINONE
22 NOVEMBRE 2009
La cronaca Ritrovati l'altra notte in una abitazione privata in via Landolfi
È mistero su due cani di razza
Cercasi disperatamente i proprietari di un labrador maschio adulto e di un piccolo beagle che la scorsa notte sono stati ritrovati tra i cancelli di una proprietà privata in via Tommaso Landolfi nel capoluogo.
Frosinone - I due animali, in buono stato e con collare scuro al collo, sono stati scoperti da alcune famiglie che in prima mattinata hanno sentito i cani lamentarsi e insospettiti dagli strani rumori, hanno denunciato il fatto ai Carabinieri. È ancora mistero sul caso. Cani desaparecidos, quasi come fantasmi che scompaiono da qui e riappaiono là. Cagnoni di razza con tanto di carte in regola con la legge, condannati a diventare l'ennesimo caso di monumenti stradali, o finiti nei recinti dei canili. Perché c'è anche questo: i cani possono essere stati anche abbandonati. Del mistero dei due cuccioli di razza verrà informata l'Asl nei prossimi giorni.
CORRIERE ADRIATICO
22 NOVEMBRE 2009
Attimi di paura per la mascotte
Civitanova (MC) - Durante la sfilata sono stati vissuti anche attimi di apprensione. Ad un certo punto, infatti, si sono perse le tracce di “Lady”. La cagnolina-mascotte si è persa tra le bancarelle del mercato affollate come non mai. I carabinieri si sono mobilitati per cercarla. Il povero animale, per alcune ore, non è riuscito a ritrovare i suoi padroni. Solo dopo le 13, alla fine, è stata “avvistata”, impaurita e tremante tra una selva di persone. La cagnolina è subito corsa tra le braccia delle amate divise. Di sicuro il Reggimento non sarebbe ripartito senza la propria mascotte.
DIARIO DEL WEB
22 NOVEMBRE 2009
Arriva corso on line per diventare «chef» di Micio e Fido
Sei dispense che insegnano ai padroni segreti culinari a 4 zampe
ROMA - Cani e gatti sempre più 'umani' e sempre più gourmet: per fare felici anche a tavola Fido e Micio arriva il primo corso on line che insegna ai padroni qual'è il menù più amato dal propri compagno a quattro zampe. Il titolo del corso è «Chef of Dogs - Chef of Cats»: composto da sei dispense preparate da esperti nutrizionisti operati nelle maggiori case di produzione di alimenti per animali, ha lo scopo di insegnare a tutti coloro che amano i propri animali i piccoli segreti culinari per renderli più felici e allo stesso tempo per garantire loro una giusta, sana ed equilibrata alimentazione.Per iscriversi al corso è sufficiente inviare i propri dati a [email protected] entro il 20 dicembre prossimo. L`inizio dei corsi è previsto per il mese di febbraio 2010.«La nostra idea è quella di trasformare tutti gli amanti degli animali in veri e propri chef per il loro cane o per il loro gatto - dice Lorenzo Croce presidente nazionale Aidaa - Oltre alle dispense sarà possibile anche interagire con gli esperti online, e alla fine del corso a tutti i partecipanti invieremo sempre online una serie di gustosissime ricette nelle quali cimentarsi per rendere felice fido e far leccare i baffi, nel vero senso della parola, a micio».
LA REPUBBLICA
22 NOVEMBRE 2009
In piscina porte aperte ai cani Addio divieto, test pilota in Italia
Torino - Sulle porte di ingresso non comparirà più il cartello con l´amico fido sbarrato e la classica scritta: «Qui non posso entrare». Quando sarà approvato il nuovo regolamento delle piscine comunali, questioni di giorni, i cani entreranno liberamente negli impianti torinesi. E le associazioni sportive che hanno in carico le vasche non potranno opporsi.
Una svolta animalista di Palazzo Civico, una scelta fatta dall´assessore allo Sport Giuseppe Sbriglio. Quando la bozza del regolamento, messo a punto dai dirigenti, è arrivato sulla sua scrivania, oltre a qualche obiezione tecnica, ha sondato la possibilità di cambiare l´articolo 6 del vecchie norme approvate nel 1977: «È vietato introdurre nelle piscine animali di qualsiasi specie». Ora non sarà più così. Via libera agli amici a quattro zampe, non nell´area vasche e negli spogliatoi, ma nell´atrio degli impianti sportivi e sulle tribune. Tradotto, la mamma che va a prendere il figlio in piscina non dovrà più lasciare il cane in macchina. E durante le gare non ci sarà nulla di strano se in tribuna comparirà qualche supporter un po´ più peloso degli altri. Quella di Torino è una decisione pilota, anche perché spulciando i regolamenti delle altre città, compresi i recenti, l´ingresso ai cani continua ad essere vietato. «La domanda è perché no?», dice Sbriglio. «Cosa c´è di male nel portare l´animale domestico con sé - spiega - chi sceglie di avere un cane non deve essere sacrificato. Purtroppo in Italia, al contrario di quello che succede negli altri Paesi europei, è così». Una situazione che l´assessore ha vissuto più volte sulla propria pelle. L´ultima? «Alle ultime elezioni - racconta - non mi volevano far votare perché avevo portato il cane, non potevo entrare in cabina». Come è finita? «Ho detto che non me ne andavo fino a quando non mi mostravano la norma che vietava l´ingresso agli animali domestici. Dopo un´ora mi hanno chiesto scusa». Da qui l´idea, dove non ci sono rischi igienico-sanitari, di rimettere mano ai regolamenti e consentire l´accesso a fido: non sarà più costretto a rimanere tappato in macchina o a casa. Oppure legato al palo più vicino all´ingresso della piscina in attesa che il padroncino finisca di farsi la doccia. Anzi, negli atri degli impianti, una volta metabolizzata la novità, potrebbero nascere degli angoli dedicati ai cani. CORRIERE DELLA SERA 22 NOVEMBRE 2009
Da tre anni è attivamente impegnato contro il consumo del paté di fegato d'oca Gran Bretagna, 007 contro il foie gras Roger Moore eletto «persona dell'anno Riconoscimento della Peta all'attore che ha interpretato James Bond in sette film della fortunata serie
MILANO - «Il foie gras è una malattia, non una prelibatezza». Parola di Bond, James Bond. Anzi, no. Parola di baronetto. A pronunciare la drastica sentenza sul patè più amato dai francesi (e non solo da loro) è stato infatti Sir Roger Moore, l'attore che ha impersonato in ben sette film il più famoso agente segreto della storia del cinema, a conclusione del suo videoappello a non acquistare fegato d'oca nei negozi e a non ordinarlo nei ristoranti. Moore, che è anche ambasciatore dell'Unicef, ha deciso di prestare la propria immagine all'associazione Peta (People for ethical treatment of animals) facendosi promotore della campagna contro un prodotto alimentare che esiste solo in quanto risultato finale di una malattia indotta forzatamente nelle oche e nelle anatre. E proprio grazie a questo suo attivismo è stato scelto nei giorni scorsi dalla stessa Peta come «Persona dell'anno della Gran Bretagna». ALIMENTAZIONE FORZATA - Il foie gras, letteralmente fegato grasso, viene infatti ottenuto inducendo nelle oche o nelle anatre la steatosi epatica, un fenomeno dovuto all'ingrossamento abnorme che registra il fegato a seguito dell'ingestione di grosse quantità di mais e altri mangimi. Un risultato, questo, che viene ottenuto infilando nel becco e nel collo degli animali un lungo tubo di metallo attraverso cui viene fatto passare il cibo compresso senza che il povero volatile abbia la possibilità di opporvisi. La produzione di foie gras è illegale in molti paesi, in quasi tutti quelli dell'Ue, anche se proprio nel cuore dell'Europa, in Francia e in Belgio, il foie gras è considerato uno dei fiori all'occhiello della cucina regionale. In Italia la produzione è illegale dal marzo 2007. UN 80ENNE IN PRIMA LINEA - Sir Roger, 82 anni, ha iniziato nel 2006 a prendere posizione contro il foie gras. In tempi recenti la sua campagna per conto di Peta ha registrato un grosso successo: la catena Selfridges ha deciso che avrebbe eliminato il foie gras dai propri magazzini. Moore aveva anche scritto a tutti i membri della House of Commons, uno dei rami del parlamento britannico, chiedendo loro di impegnarsi attivamente nella battaglia contro la vendita di questo genere di cibo nel Regno Unito ed era intervenuto su diversi media inglesi per sostenere la battaglia per la salvaguardia di oche e anatre.
VIDEO http://www.corriere.it/animali/09_novembre_22/roger-moore-campagna-peta-contro-foie-gras_fb6147b2-d7af-11de-a7cd-00144f02aabc.shtml
LA REPUBBLICA
22 NOVEMBRE 2009
"Non ci sono controindicazioni"
Caramelli, parola di veterinario
Torino - La responsabile dell´Istituto zooprofilattico promuove l´idea di Palazzo Civico
«I cani non danno nessun problema, basta che siano tenuti in salute. Anzi. Trovo l´idea del Comune originale e innovativa e mi sento di approvarla». Parola di Maria Caramelli, veterinaria. La responsabile scientifica dell´Istituto Zooprofilattico di Torino è convinta che non ci sia nessuna controindicazione rispetto all´ingresso dei cani nelle strutture.
Non c´è il rischio che i parassiti, soprattutto le pulci, possano procurare problemi? «Se l´animale è in salute non ci sono controindicazioni. Di solito chi tiene un animale domestico è attento, dalle vaccinazioni alla normale profilassi antiparassitaria. E se un cane ha problemi di questo tipo si vede. In quel caso penso che si possa intervenire». Vi sono malattie che si possono trasmettere tra cane e uomo? «Quasi nessuna. Su questo fronte non ci sono rischi. E poi non è che, evitando l´ingresso in piscina, si abbassino i rischi di trasmissione, anche perché gli animali non accedono alle zone della vasca e negli spogliatoi. Contatti con i cani possono avvenire ovunque, dai parchi al giardino sotto casa». Il microclima umido delle piscine non aiuta il contagio? «Perché dovrebbe? Sicuramente è un ambiente più umido, ma non è così che si favorisce il passaggio di chissà che cosa. E poi il cane non si butta in piscina, non entra in contatto con l´acqua. Insomma, non vedo rischi legati al luogo particolare». Insomma, difende la presenza di Fido in quasi tutti i luoghi? «Credo che i cani siano davvero i migliori amici degli uomini. È provato scientificamente che rappresentino un toccasana per la crescita di bambini e ragazzi, oltre a portare tranquillità e servire in caso di particolari disturbi. Ci sono studi che dimostrano che la loro presenza serve a tenere sotto controllo la pressione nei soggetti ipertesi».(d. lon.)
IL GAZZETTINO
22 NOVEMBRE 2009
Tenere in casa il migliore amico dell’uomo costa mille euro l’anno
VENEZIA - Tenere in casa il migliore amico dell’uomo costa mille euro l’anno, a patto che non sia un "cane-cavallo" che si mangia due bistecche al giorno, e a patto che non abbia bisogno di cure particolari. Costa mille euro all’anno, insomma, se è un gatto o un cane di taglia normale, e se è piuttosto sano. Altrimenti sono dolori, soprattutto ora che c’è crisi.«Io ho visto aumentare il numero di clienti, ma c’è gente che paga a rate, altri che fanno visitare l’animale (costa mediamente dai 35 ai 45 euro), arrivano fino alla sterilizzazione, ma poi se servono interventi più costosi si fermano - racconta Fabio Negretto, vice segretario dell’ordine dei Veterinari della provincia di Venezia -. Sia chiaro, ormai l’eutanasia del gatto è quasi scomparsa, ma in questi periodi difficili anche le spese per gli animali di casa si contraggono»Grazie tante, una TAC costa 600 euro, c’è una clinica a Padova che ce l’ha e fa da riferimento per l’intero Nord Est dato che comprarla costa un milione di euro. Ma anche restando in casa, le medicine per gli animali costano 10, anche 15 volte, più di quelle per gli esseri umani, «e spesso sono identiche, e dico assolutamente identiche, cambia solo la scatola e il nome» continua Negretto.Anche i veterinari, insomma, hanno a che fare con le conseguenze della crisi e debbono organizzarsi per dare comunque un servizio sanitario di qualità.«Non potremmo fare altrimenti e d’altro canto la tradizione veneziana è consolidata - spiega Piero Vio, il presidente dell’Ordine -. Qui abbiamo due realtà che da oltre vent’anni svolgono il Servizio di reperibilità veterinaria». Il primo è per gli animali abbandonati o coinvolti in qualche incidente: se ne occupa il Servizio dell’Ulss 12, con più veterinari dell’Ordine che operano a turno, e non costa nulla al cittadino che segnala il ritrovamento o che comunque si è preso temporaneamente cura dell’animale. La seconda realtà è il Servizio di reperibilità ambulatoriale notturno e festivo, in centro storico e in terraferma, che funziona dal 1989 sotto la supervisione dell’Ordine: complessivamente sono impegnati 21 veterinari libero professionisti che operano in 11 ambulatori. «Tutte queste strutture hanno le dotazioni che occorrono per affrontare la stragrande maggioranza dei casi di incidenti contusivi o di eventi tossico-metabolici che non richiedono il ricovero in clinica - continua il presidente -. Il problema è che le prestazioni eseguite in regime libero professionale hanno costi via via più impegnativi (a seconda della gravità del caso), e in periodi di difficoltà economiche diventano pesanti da sopportare. Le prestazioni che assicuriamo non hanno nulla da invidiare a quelle analoghe della medicina umana, ma non sono coperte dal Servizio sanitario nazionale, a differenza di quel che accade ormai da anni in altri paesi europei».
CORRIERE DELLA SERA 22 NOVEMBRE 2009
SVIZZERA Ragazzo attaccato nel Parco degli orsi 25enne con disturbi mentali scavalca la recinzione e viene aggredito. Poliziotto interviene e spara al plantigrado. Il giovane è stato ferito al viso e alle gambe
Milano - Dramma in uno zoo in Svizzera: sabato pomeriggio un ragazzo ha scavalcato la recinzione nel nuovo Parco degli orsi a Berna ed è stato attaccato da uno dei plantigradi. Le forze dell'ordine hanno dovuto sparare al grosso animale per fargli mollare la preda. La vittima, che ha riportato gravi ferite, è un venticinquenne affetto da disturbi mentali. Stando alla ricostruzione dei media locali il giovane sarebbe salito sul muro di cinta utilizzando una scala, quindi si sarebbe lasciato cadere da un'altezza di circa quattro metri. L'orso, un maschio di quattro anni di nome Finn, si è subito lanciato sull'intruso, azzannadolo al viso e alle gambe. C'era sangue dappertutto, hanno dichiarato alcuni visitatori che hanno assistito increduli e impotenti a quanto stava accadendo. L'orso era sulla sua schiena, il ragazzo non poteva muoversi, ha riferito la polizia cantonale. I presenti hanno cominciato a gridare e a gettare oggetti nel tentativo di distogliere l’orso. Senza successo. Solo l'intervento di un poliziotto ha messo fine alla tragica vicenda, sparando all'animale. Il giovane è stato ricoverato all’ospedale dopo le prime cure sul posto, ma non è ancora chiaro quanto gravi siano le ferite riportate, così come il motivo del suo gesto. Il plantigrado, invece, sarebbe solo stato ferito dal colpo d'arma da fuoco. Gli inquirenti stanno ora analizzando le immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza. Il parco degli orsi di Berna, il «Bären-Park», - 6000 metri quadrati di superficie -, è stato aperto ufficialmente lo scorso ottobre alla presenza di 40mila persone. Oltre all'orso maschio Finn, è popolato dalla femmina Björk.
FOTO http://www.corriere.it/gallery/cronache/11-2009/orso/1/berna-ragazzo-cade-gabbia-orsi_e20f344c-d776-11de-a7cd-00144f02aabc.shtml#1
IL GAZZETTINO DI BELLUNO
22 NOVEMBRE 2009
RABBIA La ricomparsa del virus non ha creato allarmismo
Poche vaccinazioni
Zanola: «Stiamo però lavorando per trattare tutti i cani»
Provincia di Belluno - Poche vaccinazioni e tante richieste di informazioni. Questa la situazione in provincia dopo la ricomparsa della rabbia che ha provocato la morte di una cane, a Lozzo, e due volpi, a Forno di Zoldo e a Longarone.Nessuna fila si nota ancora ai cancelli del canile di via Cappellari. Solo qualche privato che per precauzione ha preferito fare vaccinare il proprio cane. Più frequenti sono state, invece, negli ultimi giorni, le telefonate di proprietari di cani e gatti.Poche anche le richieste di vaccinazione registrate negli ambulatori privati del capoluogo. «E’ un fenomeno che la maggior parte dei veterinari ha studiato solo sui libri, perché scomparso da 25 anni dalla nostra provincia» nota Mauro Sogne, dello studio associato Mazzoncini Sogne di Belluno, mentre vaccina un cane.«Nessun allarmismo, anche nel caso di ricomparsa del virus» aggiungono gli operatori sanitari, perché, mentre in Veneto la rabbia è scomparsa da decenni, in Friuli Venezia Giulia è rimasta una realtà circoscritta agli animali selvatici e prevenuta attraverso la vaccinazione capillare di cani e categorie umane a rischio, come forestali e veterinari.«Siamo al lavoro per pianificare una vaccinazione di massa – assicura il responsabile del canile sanitario dell’Ulss 1, Gian Luigi Zanola – che è possibile anticipare presso gli ambulatori privati con un costo di circa 25 euro».Nell’attesa di conoscere tempi e modi del piano di prevenzione che si sta pianificando in queste ore, ecco alcuni consigli utili per la tranquillità di animali e padroni. La diffusione del virus della rabbia avviene per contatto diretto con saliva, sangue o mucose infette, cioè di animali che già manifestano i sintomi, tendenzialmente paralizzanti nei gatti e aggressivi nei cani. Potenzialmente, però, tutti i mammiferi possono veicolare la rabbia, compresi i pippistrelli, animali ospiti del virus. Come confermato dal proprietario morso nei giorni scorsi dal cane infetto, è possibile un trattamento immediato e ripetuto post-contagio. Nel caso, in cui, però, l’incubazione del virus sia già avvenuta, non resta alternativa alla morte dolorosa dell’animale o alla sua eutanasia.Più efficace è, invece, l’inoculazione preventiva del vaccino, cui segue un periodo di circa tre settimane di isolamento da altri animali. Nessun rischio, ovviamente, per la salute di cani e gatti vaccinati preventivamente.Piano preventivo a parte, è sempre più probabile il ripristino dell’obbligatorietà dell’antirabbica in tutta la provincia per più anni.
CORRIERE DELLA SERA 22 NOVEMBRE 2009
Tra gli animali più rari, il Jumbo Dumbo e il pesce «coda di ratto» Ecco le più strane creature degli abissi Il censimento degli oceani condotto da un gruppo di studiosi di tutto il mondo. Registrate 17.650 specie
ROMA - C'è anche Jumbo Dumbo, un insolito essere con le pinne come le orecchie dell'elefantino della Disney, tra gli strambi animali che popolano i bui abissi dei fondali oceanici dove la luce non penetra e il cibo scarseggia: Jumbo Dumbo è una delle specie scoperte nel censimento degli abissi, in cui sono state riconosciute oltre 17 mila specie viventi, benchè sia un posto così buio e inospitale. IL SUPER TEAM - A condurre il censimento sono stati gli scienziati del Census of Marine Lifeche completeranno il lavoro di scandagliamento delle acque, dalla superficie al fondale, entro fine 2010 per un totale di 210 spedizioni in ogni angolo degli oceani. Il Census of Marine Life, composto da un maxi-team di 344 ricercatori di 34 nazioni diverse, ha censito 17.650 specie viventi al di sotto dei 200 metri dove la luce del sole non filtra più e gli animali sono al buio, 5722 sotto i mille metri. I «SIGNORI» DEGLI ABISSI - Jumbo Dumbo e i suoi «amici» con le pinne-orecchie (in tutto sono nove le specie di Dumbo) vivono tra 1000 e 3000 metri di profondità e sono specie di polpi con due pinne laterali. Jumbo Dumbo è lungo qualcosa come due metri e pesa sei chili. Non meno strano è il pesce «coda di ratto» (Coryphaenoides brevibarbis) che vive tra 1700 e 4300 metri di profondità ed è un pesce bizzarro e allungato la cui età si può calcolare contando gli anelli di crescita nelle ossa dell'orecchio (otoliti), come si fa coi tronchi per datare gli alberi. DAI CORALLI AI «CETRIOLI» - Un po' più su, intorno ai 1000 metri, troviamo coralli, cetrioli di mare, stelle, e una varietà incredibile di specie. Fanno notare la loro presenza anche strani vermetti (Lamellibrachia) che si cibano di petrolio in decomposizione e poi pesci che mangiano le carcasse di balene e altri abitanti dei mari. L'elenco è davvero infinito e più si va in profondità più gli animali sono diversificati e strambi, avendo ciascuno adottato una sua personale soluzione alla scarsità di cibo dell'habitat dove sono nati. LA ZAMPA.IT 22 NOVEMBRE 2009
Dumbo e gli altri strani esseri dei fondali oceanici
C'è anche Jumbo Dumbo fra le strane creature che gli scienziati del Census of Marine Life hanno individuato nel lavoro di censire le acque, dalla superficie al fondale, (fatto di svariati studi e spedizioni con strumenti ad alta tecnologia) che hanno in programma di finire entro il 2010 per un totale di 210 spedizioni in ogni angolo degli oceani.
FOTO http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=22365&tipo=FOTOGALLERY
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LA REPUBBLICA
22 NOVEMBRE 2009
Creato il topo più intelligente batte tutti con la sua memoria
Quando era solo un embrione uno scienziato americano gli iniettò del materiale che aumentava la potenza del gene Nr2b. Immediate le obiezioni di ordine etico
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - E' in grado di ricordare gli oggetti per un periodo di tempo tre volte più lungo dei suoi simili. Se messo dentro un labirinto, è più abile a uscirne. E' il topolino più intelligente del mondo, afferma il suo creatore: uno scienziato che, quando lui era soltanto un embrione, gli iniettò del materiale genetico che aumentava la potenza del gene Nr2b, che aiuta a controllare il ritmo con cui comunicano le cellule cerebrali. Gli autori dell'esperimento sono convinti che la stessa tecnica potrebbe aumentare le prestazioni del cervello umano. Uomini e topi: tutti più intelligenti grazie a manipolazioni genetiche.
La scoperta annunciata dal professor Joe Tsien del Medical College della Georgia, con un articolo sulla rivista scientifica online Plos One, ripreso ieri dal quotidiano Independent di Londra, non mette tutti d'accordo. Ci sono immediate obiezioni etiche. "Si dimostra quanto sia importante regolamentare le tecnologie per le modifiche genetiche - commenta David King, direttore di Human Genetics Alert - Vogliamo davvero vivere in un mondo in cui i ricchi possono dare a se stessi e ai propri figli ancora più vantaggi sul resto dell'umanità?". Concorda Sophie Petit-Zeman della Association of Medical Research Charities: "Estrema cautela sarà necessaria ogni volta che si prospetterà un passaggio di interventi di questo tipo dagli animali agli uomini". Ma c'è chi considera il topolino super-intelligente una speranza: "Queste ricerche potrebbero portare un giorno a cure per ridurre il rischio di sviluppare malattie come il morbo di Alzheimer e per combattere i sintomi della demenza senile", osserva Andrew Schuber dell'Alzheimer Research Trust.l topo, soprannominato Hobbie-J, dal nome di un personaggio di un cartone animato cinese, non è il primo esperimento del genere sostenuto dal professor Tsien, ma è il primo che dimostra la possibilità di migliorare la memoria su diversi tipi di mammiferi, aprendo la prospettiva di un utilizzo futuro anche per l'uomo. "Hobbie-J - dice - può ricordare le cose più a lungo. Il nostro studio offre la base per credere che il gene Nr2b sia decisivo per migliorare la memoria e realizzare un giorno nuovi farmaci". L'applicazione agli umani richiederà un decennio, secondo gli esperti. Ma ci sono pareri discordi anche sul piano scientifico. Per John Hardy, docente di neuroscienza all'University College London, queste ricerche non sarebbero di aiuto per chi soffre del morbo di Alzheimer: le loro cellule cerebrali critiche sono quelle morenti, non le inefficaci. Troppa memoria, inoltre, potrebbe "riempire eccessivamente l'hard-drive del cervello umano", aggiunge lo studioso. "E' necessario che gli umani siano in grado di dimenticare le cose. Ciò avviene per impedirci di riempire il cervello con ricordi inutili. Se avessimo una memoria infallibile, non saremmo poi capaci di mettere nuove informazioni nel cervello".
IL MESSAGGERO
22 NOVEMBRE 2009
Star Trek diventerà realtà? Ecco il raggio che paralizza i vermi
LONDRA (22 novembre) - L’esperimento di un team di scienziati canadesi avvicina la fantascienza alla realtà. La mitica phaser, la pistola a raggi laser paralizzanti del Capitano Kirk di Star Trek, potrebbe diventare l’arma degli eserciti di ultima generazione. Per adesso però l’effetto paralisi è stato sperimentato solo su alcuni vermi, i Caenorhabditis Elegans, di circa un millimetro di lunghezza, che possiedono sistemi e apparati molto semplici, ma presenti anche negli altri animali. In pratica le cavie perfette per il laboratorio.
Gli scienziati della Simon Fraser University, in Canada, sono riusciti a paralizzare e poi a far tornare al movimento questi minuscoli animali grazie a una molecola di dithienylethene. Quest’ultima, se esposta a luce ultravioletta, cambia forma e diventa di colore blu. Quando i ricercatori hanno “nutrito” i vermi (che di solito mangiano batteri) con la molecola e li hanno poi bombardati con i raggi ultravioletti gli animali non erano più in grado di muoversi. Quando poi venivano esposti a una fonte di luce normale riacquistavano la loro capacità di azione. Sottoposti a vari cicli di luce alcuni dei Caenorhabditis sono morti, mentre altri sono sopravvissuti senza riportare problemi. Dal punto di vista scientifico l’esperimento ha un grande valore: è la prima volta che questo effetto on/off viene dimostrato su un essere vivente. E anche se a prima vista potrebbe sembrare un mero esercizio da laboratorio, le implicazioni di questa scoperta (pubblicata sul Journal of the American Chemical Society) sono in realtà molto importanti. E potrebbero avere un ruolo anche nella cura di alcune forme di tumore. Le molecole come quelle di dithienylethene appartengono a una famiglia chiamata photoswitches, in grado cambiare forma, attivarsi e disattivarsi con la luce. Sono particolarmente usate nelle terapie fotodinamiche e nella medicina a foto reazione. Molecole simili potrebbero dunque essere impiegate in trattamenti che vengono “accesi” e “spenti” dalla luce. Per esempio un particolare farmaco che uccide le cellule cancerose potrebbe essere guidato all’interno dell’organismo e poi attivato quando raggiunge la zona colpita dal tumore. Per poi essere disattivato quando l’effetto è terminato. Certo il corpo umano non è trasparente, come quello dei vermi-cavia, ma l’equipe guidata dal professor Neil Branda sta studiando possibili alternative e miglioramenti da applicare alla scoperta originaria. «Per adesso le terapie fotodinamiche non stanno funzionando come i medici vorrebbero - spiega Branda alla Bbc - mancano di controllo, ma noi abbiamo ora in mano, potenzialmente, la possibilità di comandarle a nostro piacimento». C’è sempre il pericolo, però, che la tecnica finisca in mani sbagliate e che un giorno le famose pistole di Star Trek, sogno di ogni appassionato di fantascienza, diventino realtà. Lo stesso Branda si dimostra preoccupato per le applicazioni future: «Non sono convinto dell’uso legittimo di uno strumento per paralizzare un organismo - riflette - ma finché qualcuno non affermerà il contrario non possiamo neanche escludere l’utilità dell’impiego pratico di un tale strumento». |