LA PROVINCIA DI SONDRIO 22 OTTOBRE 2009
Barbaro maltrattamento a verceia Rapiscono un cane e lo buttano in un comignolo Ora Luke provato dall'orrore è in condizioni critiche e i padroni denunciano l'abominio compiuto
VERCEIA (SO) - Per due giorni si sono perse le tracce di Luke, il cane di una famiglia di Verceia. Quando un vicino lo ha ritrovato, era infilato in un comignolo con sopra un pesante sasso. Arriva dalla località Foppaccia un nuovo episodio di maltrattamento di animali.
Animalieanimali
22 OTTOBRE 2009
A MILANO CANI RAPITI E SBIANCATI CON LA VARECHINA. E' TRATTA DEI CUCCIOLI
La polizia recupera un chihuahua nel campo rom di via Bonfadini
Di diverso aveva il peso (il proprietario, che l’ha riabbracciato piangendo, davvero, parla del calo d’un chilo), l’aria (era stremato, anzi spompato) e soprattutto il colore: da scuretto l’avevano fatto biondino, per cambiarne l’identità. Con un trattamento straordinariamente intenso di varechina.
Puzzava di varechina il chihuahua rubato l’8 scorso in viale Tunisia e ieri recuperato dalle volanti del commissariato Centro nel campo rom di via Bonfadini. Il microchip sul collare ha confermato che era Johnny. Di gran razza, ora gode di buona salute. Non ha segni di sevizie. Non aveva un appetito esagerato, segno che non ha patito la fame. Forse dietro il sequestro c’è la tratta dei cuccioli. Potrebbe esser stato sottoposto a un regime super di accoppiamento. E sarà un indizio che in vi ale Tunisia e in corso Buenos Aires negli ultimi tempi è stata segnalata la scomparsa di altri cani, sempre di pedigree. Il proprietario di Johnny era talmente contento che la sua festa s’è sentita in tutto il palazzo. Infiniti i ringraziamenti alla polizia, arrivata dopo meticolosa ricerca in via Bonfadini. L’ordine: «Il cane è qui, datecelo». Così è stato. Il campo continua a crear problemi e a venir visitato dalle forze dell’ordine: non era il caso di alzare le barricate, fare il cinema. In corso le indagini per individuare i rapitori. Che vicenda tribolata, questa di Johnny. Qualche giorno fa un algerino aveva letto un annuncio della scomparsa e aveva chiesto 500 euro per restituirlo. Naturalmente non aveva il cane, altrove impegnato. L’avevano arrestato per tentata estorsione. Andrea Galli, Corriere della Sera
SAVONA NEWS
22 OTTOBRE 2009
Varazze (SV): 2 cucciolate di gatti abbandonate in frazione
Varazze (SV) - Pero Ieri, due cucciolate di gattini di pochi mesi sono state abbandonate vicino ad un cassonetto della spazzatura nella frazione varazzina di Pero. I sei cuccioli sono stati tolti dalla strada e dalla pioggia da un passante che li ha consegnati ai volontari dell'Enpa che li stanno accudento e non appena avranno superato lo shock saranno dati in adozione.
IL GAZZETTINO
22 OTTOBRE 2009
Eutanasia per uno dei due alani di Rocca
ARSIÈ (BL) - L’eutanasia si può riferire anche agli animali. Ed è il destino che toccherà probabilmente uno dei due cani alani che in questi ultimi mesi stanno aggredendo molte persone seminando la paura tra la gente che vive nella zona del lago di Arsiè, anche allo stesso padrone. In questi giorni veterinari dell’Ulss 2, forestali e sindaco stanno valutando la situazione e non è escluso che si arrivi alla soluzione estrema, proprio per l’escalation di violenza spesso incontrollata in particolare di uno dei due cani. L’altro dovrebbe essere rieducato prima di arrivare a questo.
PROVINCIA DI SONDRIO 22 OTTOBRE 2009
Preoccupazione a San Cassiano Branco di randagi attacca cani e gatti dal folto del bosco Da circa un anno i residenti della frazione avvistano animali di grossa taglia inselvatichiti e aggressivi
Daniele Prati
Prata Camportaccio (SO) - Cani randagi, che si aggirano per San Cassiano e stanno creando non pochi problemi alla popolazione della frazione di Prata Camportaccio.
CORRIERE DELLA SERA
22 OTTOBRE 2009
Il giudice: non poteva non sapere quanto crudele fosse il suo operato
Frecce contro i canguri, un anno in carcere
Condannato un giovane che, arco e tuta mimetica, si divertiva a puntare agli animali lasciandoli feriti
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SYDNEY (Australia) - Un giovane di Melbourne, in Australia, è stato condannato oggi a 12 mesi di carcere per aver trafitto con un arco ad alta potenza quattro canguri. Secondo l'accusa Justin Stavropoulos, di 27 anni, si avventurava nelle sue «battute di caccia» in tuta mimetica in un parco nella periferia di Melbourne. E aveva abbandonato due dei canguri colpiti ancora vivi, uno con una freccia attraverso il muso, poi morto nonostante lunghe cure, e un altro con la freccia conficcata in una coscia.
SENTENZA ESEMPLARE - Il magistrato Jennifer Grubissa ha condannato Stavropoulos per crudeltà verso animali e per caccia di una specie protetta, dichiarando che solo una sentenza detentiva era appropriata come deterrente. «È inimmaginabile che l'imputato non comprendesse la crudeltà del suo operato», ha dichiarato. «Avrebbe dovuto sapere che, non essendo un tiratore scelto, le sue azioni non potevano portare ad un'uccisione compassionevole per gli animali», ha aggiunto.
IL NUOVO
22 OTTOBRE 2009
Giudice, 'solo pena detentiva e' appropriato deterrente'
SYDNEY - Un uomo di Melbourne e' stato condannato oggi a 12 mesi di carcere per aver trafitto con un arco ad alta potenza quattro canguri. Secondo l'accusa, l'uomo, di 27 anni si avventurava in tuta mimetica in un parco nella periferia di Melbourne.Aveva abbandonato due dei canguri colpiti ancora vivi. La condanna per crudelta' verso animali e per caccia di una specie protetta, dichiarando che solo una pena detentiva era appropriata come deterrente.
AGI
22 OTTOBRE 2009
FORESTALE SEQUESTRA 800 PELLI PROCIONE IMPORTATE DA CINA
Roma - Piu' di ottocento pelli di procione importate illegalmente dalla Cina e destinate a trasformarsi in pellicce e accessori per giubbotti. Le hanno sequestrate i Forestali della Sezione investigativa Cites di Roma e del Nucleo Operativo Cites di Fiumicino del Corpo forestale dello Stato in collaborazione con il personale dell'Agenzia delle Dogane presso l'aeroporto di Fiumicino. Sequestrati anche 900 giubbotti realizzati con inserti di pelli di procione. La merce e' stata prelevata dagli uomini del Corpo forestale dello Stato presso la Commercity di Fiumicino, una vasta area commerciale con prodotti provenienti da varie parti del mondo dove si riforniscono grossisti e negozianti di tutta Italia. I giubbotti, presumibilmente destinati a diversi punti vendita della Capitale, riportavano delle irregolarita' nella etichettatura, venivano infatti commercializzati falsamente con il marchio 'made in Italy'. Le pelli sequestrate di 'Procyon lotor', specie tutelata dalla Convenzione di Washington, sono intere e misurano ciascuna dai 50 centimetri ad 1 metro. La legge vieta l'introduzione e l'uso nella Comunita' Europea di pellicce e prodotti provenienti da tali specie di animali selvatici originari di Paesi che utilizzano per la loro cattura tagliole o metodi non conformi alle norme concordate a livello internazionale. La sanzione per il commercio di tale specie protetta e' l'arresto fino ad un anno e l'ammenda da 10 a 100 mila euro. L'immissione in mercato della partita sequestrata sarebbe avvenuta grazie a una certificazione illegale ottenuta dalla Cina, il paese di provenienza delle pelli, attraverso una serie di procedure sospette sulle quali la Cites effettuera' ulteriori accertamenti e indagini nei prossimi giorni.
ANSA AMBIENTE
22 OTTOBRE 2009
STOP A 900 FALSI E 800 PELLI ORSETTO LAVATORE /ANSA
ROMA - Sono arrivate dalla Cina, anche se l'origine presunta (e probabile) sia nordamericana, e subito sono state sequestrate 800 pelli di procione, l'orsetto lavatore con la mascherina nera sugli occhi reso celebre dal film della Disney. Una ramificazione dell'indagine ha poi portato al sequestro di 900 giubbotti contraffatti, prodotti in Cina e pronti alla rietichettatura in Italia, con false etichette 'made in Italy'. A svolgere l'operazione oggi a Roma, che sul mercato avrebbe fruttato oltre 100.000 euro, ci ha pensato il Nucleo operativo di Fiumicino e la sezione investigativa di Roma della Convenzione internazionale per il commercio delle specie protette (Cites) del Corpo forestale dello Stato, insieme con l' Agenzia delle dogane di Fiumicino. ''L'importazione di questi prodotti - spiega Ciro Lungo, primo dirigente del servizio Cites della Forestale - e' vietata in base a una direttiva comunitaria che non riconosce quei Paesi, tra cui la Cina, che non offrono adeguate garanzie sui metodi di cattura e uccisione non cruenti'', con sanzioni amministrative che vanno da 10.000 a 100.000 euro e penali fino un anno di detenzione. Le pelli di 'procyon lotor' sequestrate, specie tutelata dalla Convenzione di Washington, grazie a una certificazione illegale ottenuta in Cina attraverso procedure ritenute sospette e su cui sono in corso ulteriori indagini, sono lunghe dai 50 centimetri a un metro ed erano pronte a venir immesse nel mercato della moda. In alcuni casi, spiegano dalla sezione investigativa Cites, e' possibile far passare il procione sotto il falso nome di cane procione. Un altro filone di indagine, i cui accertamenti sono tutt'ora in corso e per cui si profila il reato di frode in commercio e concorrenza sleale, ha poi portato al sequestro, in un'area commerciale vicino all'aeroporto di Fiumicino, la Commercity, dei falsi giubbotti 'made in Italy' che venivano rietichettati con i marchi di note case produttrici italiane ed erano destinati al mercato italiano ma principalmente a quello romano. ''E' un affare gia' esteso a tutto il territorio italiano - osserva Giovanni Caliendo, vicedirettore dell'Ufficio unico delle Dogane di Fiumicino - quello di tagliare l'etichetta originaria della produzione per attaccare quella del made in Italy''. Il traffico di esemplari di specie protette, rileva la Forestale, per l'industria della moda e' in crescita. Tra i casi piu' recenti, il sequestro di 2.500 pelli di pitone di sebe e varano del Nilo provenienti dal Sudan che utilizza poi i proventi per l'acquisto di armi, e il sequestro di 500 pelli di pitone reticolato importate illegalmente dalla Malesia che si sarebbe trasformato in accessori per famose griffe italiane.
ANSA AMBIENTE
22 OTTOBRE 2009
FORESTALE SEQUESTRA 800 PELLI PROCIONE DA CINA
ROMA - Il nucleo investigativo della Convenzione internazionale per il commercio delle specie protette (Cites) del Corpo forestale dello Stato, insieme con l'Agenzia delle dogane di Fiumicino, ha sequestrato 800 pelli di procione provenienti dalla Cina. Sono stati sequestrati, in un'area commerciale vicino l'aereoporto la Commercity, anche 900 giubbotti realizzati con inserti di queste pelli che sarebbero poi stati messi in commercio con un falso marchio Made in Italy. Le pelli del 'procyon lotor', il procione (l'orsetto lavatore), importate illegalmente dalla Cina, una volta introdotte nel mercato della moda avrebbero potuto fruttare oltre 100 mila euro. Mentre, i giubbotti, pronti alla falsa rietichettatura 'made in Italy', erano destinati principalmente al mercato romano ma anche al resto d'Italia. ''L'importazione di questi prodotti - spiega Ciro Lungo, primo dirigente del servizio Cites della Forestale - e' vietata in base a una direttiva comunitaria che non riconosce quei Paesi, tra cui la Cina, che non offrono adeguate garanzie sui metodi di cattura e uccisione non cruenti'', con sanzioni amministrative che arrivano a 100.000 euro e penali fino un anno di detenzione''.
LA PROVINCIA DI VARESE 22 OTTOBRE 2009
Com'è facile acquistare tarantole E «Striscia» fa lo scoop a Varese Il tg satirico svela il traffico clandestino di specie vietate. In campo la Forestale
VARESE Tarantole ospiti nella Città Giardino. Il singolare arrivo a Varese si è verificato la scorsa settimana, quando quattro esemplari di questo pericoloso aracnide sono state affidate al dottor Rainero Schneider, veterinario varesino noto in tutto lo stivale per essere uno dei maggiori esperti di animali esotici. Il tutto nasce da un servizio che «Striscia la notizia» ha mandato su Canale 5 in onda ieri sera con cui l'inviato Edoardo Stoppa (che da sempre si occupa dei problemi che riguardano gli animali) ha raccolto la segnalazione di un telespettatore che faceva notare come fosse facile acquistare animali pericolosi tramite internet. Pochi clic di mouse sono infatti sufficienti per ricevere tramite posta animaletti di qualsiasi genere, compresi quelli vietati dalla legge.
Bitonto tv
22/10/09 Vita da cani. La disperazione degli abitanti della zona artigianale
Gli animali padroni delle strade. La petizione dei residenti: 'Siamo stati abbandonati'
![]() Bitonto (Bari) - C'è rabbia, disperazione, delusione, esasperazione nella segnalazione che è giunta in redazione in questi giorni sulla situazione del randagismo nella zona artigianale, ma c'è anche tanta compassione. Compassione verso quegli animali che forse più degli uomini soffrono per lo stato in cui vengono lasciati a se stessi.
BitontoTV Staff
L'UNIONE SARDA
22 OTTOBRE 2009
Nucleare: Francia blocca consegna 10 cani antidroga all'Iran
A causa delle tensioni con Teheran sul nucleare, la Francia ha deciso di rimandare la consegna di dieci cani antidroga promessi alla polizia iraniana impegnata nella lotta contro gli stupefacenti. Lo ha annunciato oggi il quotidiano francese 'Le Figaro' sul suo sito internet, citando una lettera che il rappresentante a Teheran dell'Ufficio delle Nazione Unite contro la droga e il crimine, Antonino De Leo, ha ricevuto dalla Civipol, società di consulenza e servizi del ministero francese degli Interni.
IL GAZZETTINO
22 OTTOBRE 2009
Caccia sotto accusa in Veneto: «Si spara a specie protette ma anche a cani e gatti»
Il libro dei Verdi "Caccia sporca": «Questa la regione d'Europa dove è consentito abbattere il maggior numero di animali»
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VENEZIA - Regione sotto accusa nel libro presentato oggi dai Verdi a palazzo Ferro Fini : "Caccia sporca". Il dato più rilevante è riportato fra le pagine: " Il Veneto è la regione d'Europa in cui è consentito sparare al maggior numero di specie protette, abbattere migliaia di uccelli comuni e sparare perfino a cani e gatti". Nel mirino dei Verdi la lobby dei cacciatori e dei politici che li sostengono.
Secondo il libro, "nel Veneto la caccia è uno scandalo di portata europea. Da anni l'attività venatoria viene esercitata nel modo più consono possibile alle esigenze di una lobby socialmente esigua però politicamente ammanicata con parti fondamentali del potere locale e regionale, in particolare ex Alleanza nazionale e Lega". Il testo, pubblicato dal gruppo regionale dei Verdi, raccoglie gli interventi dei maggiori esponenti delle associazioni ambientaliste nel Veneto e fornisce una serie di dati sull'impatto che l'attività venatoria ha sul territorio e sugli abitanti del Veneto. Ma rappresenta soprattutto un atto di accusa, viene detto, nei confronti "della potente lobby dei cacciatori" e dei soggetti politici che se ne fanno interpreti.
Animalieanimali
22 OTTOBRE 2009
NUOVA DENUNCIA A ZAIA, BRACCONAGGIO SENZA CONTROLLI NELLE VALLI BRESCIANE!
Le associazioni ambientaliste e il sindacato di Polizia Ambientale denunciano la chiusura anticipata del campo antibracconaggio di Brescia del Corpo Forestale
Si chiama ’Operazione Pettirosso' ed è attuata dal NOA, Nucleo Operativo Antibracconaggio del Corpo Forestale dello Stato, l'importante attività nazionale che ogni anno, nel periodo della migrazione, tiene sotto controllo il bracconaggio che tuttora affligge le valli bresciane. Quest'anno l'attività era già partita con un forte handicap, fare un campo di circa 4 settimane, contro le 5 degli anni passati. Ma ora, proprio nel momento più intenso del passo dei piccoli uccelli migratori, arriva lo stop: si dispone la chiusura anticipata del campo, e quindi dal prossimo fine settimana il rischio è l'impunità per i bracconieri che infestano con reti e trappole i boschi delle Prealpi bresciane.
I forestali fino ad oggi hanno trasmesso alla Procura più di 70 notizie di reato (l'anno scorso la campag na si concluse con oltre 120 bracconieri colti sul fatto), quasi tutte per uccellagione, affrontando con fermezza e estrema professionalità situazioni di particolare gravità: si ricorda ad esempio il tentativo di fuga su una moto da trial di un bracconiere, sorpreso sul fatto, che ha quasi investito un forestale ferendogli il braccio, per poi venire bloccato dagli altri agenti; un uccellatore colto in flagranza di reato con 6 reti tese e altre 10 reti nel capanno; successivamente una bonifica della stessa zona ha portato alla scoperta di altre ben 27 reti tese. La tutela della biodiversità, la legalità venatoria, il rispetto per il popolo migratore è affidato a queste forze: l’attività di vigilanza venatoria della guardie volontarie delle associazioni ambientaliste è resa sempre più difficile, infatti, alle mille difficoltà burocratiche che ostacolano la loro attività; ritardi nel rilascio dei rinnovi dei decreti, restrizioni del campo d’azione, ostracismi ingiustificati da parte delle stesse amministrazioni locali che dovrebbero, invece che gioire per la rallentata attività di controllo della caccia illegale, sostenere l’impegno dei cittadini attivi nella tutela dell’ecosistema. WWF, Legambiente, LIPU, LAV, LAC, insieme al sindacato SAPAF (Sindacato Autonomo di Polizia Ambientale e Forestale), confidano in una iniziativa parlamentare che chieda conto di questa incomprensibile retromarcia nella lotta al bracconaggio, e chiedono ai Ministri delle Politiche agricole e dell’Ambiente di voler invece garantire al NOA la prosecuzione del campo antibracconaggio bresciano per incoraggiare la lotta contro l’illegalità ambientale.
ECO BLOG
22 OTTOBRE 2009
Operazione pettirosso: continua la caccia contro i bracconieri?
Lipu, ENPA, WWF Italia, LAV, LAC e Legambiente oggi hanno fatto fronte comune contro la chiusura anticipata, di ben due settimane rispetto all’anno scorso, dell’Operazione Pettirosso in una delle zone più sensibili per i piccoli migratori - il bresciano - portata avanti con successo dal NOA –il Nucleo Operativo Antibracconaggio – del corpo forestale dello Stato. Siamo sconcertati, terminare ora l’attività di contrasto al bracconaggio nei boschi del bresciano significa consegnare decine di migliaia di uccelli nelle mani dei bracconieri… Bisogna continuare l’azione fino alla fine del periodo migratorio se vogliamo evitare una vera e propria mattanza di uccelli protetti da parte di bracconieri senza scrupoli. E’ quanto scrivono le associazioni citate in una lettera inviata al Ministro delle Politiche Agricole e Forestali Luca Zaia e al Comandante del Corpo Forestale dello Stato Cesare Patrone.In questa stagione basta alzare gli occhi al cielo per trovarlo gremito di uccelli e stormi che con le loro danze fatate ci dilettano anche in città. “Codici di geometria esistenziale” le chiama Battiato, esempio lampante della fascinazione che gli uomini da sempre nutrono per il volo e suoi protagonisti. Eppure, a volte questo sbalordimento estatico viene celebrato da una parte malata della popolazione nel peggiore dei modi possibili: il bracconaggio, che annienta, crudelmente, l’oggetto stesso del sogno … Che siano pettirossi, garzette, capo vaccai, aquile reali o falchi pellegrino per questi individui ignobili non fa alcuna differenza: agiscono ugualmente con tagliole, reti, trappole. Confidiamo nel buon senso delle nostre autorità. IL TIRRENO 22 OTTOBRE 2009
Quei mici sono la mia vita la loro presenza è innocua
ROSIGNANO (LI) . Luciano Miliani è un ottantenne mite, che ama gli animali, in particolare i gatti. «Sono vedovo da quattro anni - racconta - sono solo e a farmi compagnia c’è la mia gatta». È lui che da 18 anni si occupa della colonia felina nel giardino della struttura in via Aldo Moro. Tutti i giorni, che faccia caldo o freddo, che sia un giorno feriale o una domenica, Miliani è lì, puntuale, alle 2 del pomeriggio: «porto loro le scatolette o i croccantini, cambio l’acqua, mi accerto che stiano bene», racconta. «Adesso sono rimaste solo due micie, ma in 18 anni la colonia è arrivata ad essere composta anche da 14 gatti. Siamo nei pasticci - dice con ansia e dolcezza Miliani - non possiamo portarle in un’altra colonia». Miliani è ormai conosciuto da tutti quelli che lavorano nel distretto: parla con i medici, con gli infermieri o con il personale degli uffici. «Gli ripeto più volte: se le vedete entrare all’interno della struttura, scacciatele. Alla fine capiranno e non entreranno più. Dicono che portano malattie: ma come è possibile? Sono controllate dal punto di vista medico e poi basta non toccarle, non accarezzarle. Penso che ci siano persone che non sopportano gli animali». Miliani, che collabora con l’associazione Mici Felici non si rassegna: «La legge sarebbe dalla nostra parte. Non è possibile spostare una colonia felina, ma abbiamo paura di maltrattamenti». Poi racconta: «anni fa nel giardino della struttura c’erano tanti gatti. Una micia era particolarmente affettuosa e aspettava le persone al cancello d’ingresso. Io portavo già da mangiare alla colonia e qualcuno, non di Rosignano, iniziò sbeffeggiarmi perchè mi occupavo dei gatti randagi. Non ho mai replicato. Fatto sta che la gatta sparì: il giorno seguente, la micia riuscì a venirmi incontro ma aveva un occhio fuori dall’orbita e tutta la mascella devastata. La portammo dal dottor Bachini per farla curare. Purtroppo non ci fu niente da fare: un corpo contundente, così venne scritto sul referto, le aveva fracassato la mascella ed il cranio.
Animalieanimali
22 OTTOBRE 2009
MAFIA: DIA DI MESSINA CONFISCA 500 ANIMALI E ALTRI BENI
Abigeato, estorsioni, truffe, macellazioni clandestine, Lav agli Stati generali dell'Antimafia.
Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV, commenta la notizia della confisca di 500 animali (bovini, ovi-caprini) e altri beni, a Mario Giuseppe Scinardo, ritenuto uomo di fiducia del capo di cosa nostra della provincia di Messina, Sebastiano Rampulla:“Il crescente interesse delle organizzazioni criminali di stampo mafioso nei confronti dell’imprenditoria agricola e zootecnica, attraverso il controllo mafioso di imprese che gestiscono attività economiche in apparenza lecite, è stato documentato da numerose inchieste svoltesi negli ultimi anni, che hanno contribuito a portare alla luce un fenomeno preoccupante che richiede massima attenzione investigativa”.Il tema dello sfruttamento degli animali da parte delle organizzazioni mafiose sarà oggetto di una relazione di Ciro Troiano nell’ambito del seminario “Lotta all’ecomafia, ruolo delle Istituzioni e protagonismo dei cittadini”, che si svolgerà a Roma (dalle ore 17) sabato 24 ottobre, nella Sala Gonzaga di Piazza del Campidoglio, nel corso dei lavori degli Stati Generali Antimafia (Roma, 23, 24 e 25 ottobre 2009).Secondo i dati del Rapporto Zoomafia 2009, il fenomeno è estremamente complesso, coinvolge varie tipologie di organizzazioni criminali, tra le quali la n’drangheta, cosa nostra e la camorra, e interessa vari settori e filiere.Nelle regioni del Sud Italia, infatti, si registrano furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, l’imposizione del cosiddetto “pizzo” sotto forma di “cavalli di ritorno”, cioè furti finalizzati all’acquisizione di somme di denaro di natura estorsiva, danneggiamento alle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe nei confronti dell’Uni one Europea, commercio di carne e prodotti caseari adulterati.Il furto degli animali negli allevamenti, in particolare, è un fenomeno in crescita, tanto che si stima che in due anni circa 200mila animali siano stati fatti “sparire” dalle campagne per essere destinati a riciclaggi vari e alla macellazione clandestina. Ad essere colpiti sono mucche, cavalli, maiali, ma anche pecore e agnelli, sopratutto in vicinanza delle festività pasquali.Nel 2008 sono stati sequestrati al clan Schiavone, tra altri beni, due attività commerciali e un’azienda agricola, un’azienda per l’allevamento di cavalli, altre per allevamento di bovini e vari caseifici, nonché società per la commercializzazione di prodotti agroalimentari. “E’ da rilevare che l’ingerenza del sodalizio nella realtà economica dell’area compresa tra Casal di Principe e Villa Literno (Caserta) si era concretizzata anche attraverso l’imposizione di carne suina, bovina e avicola ai macellai della zona, turbando la libera concorrenza dello specifico mercato”, prosegue Ciro Troiano. Significativa anche l’operazione “Limousine”, eseguita a San Severo (Foggia), nei confronti di 42 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti di bestiame, falso in atti pubblici e violazione di sigilli. Tra gli indagati figura un soggetto ritenuto affiliato al gruppo “Russi”.
SICILIA INFORMAZIONE 22 OTTOBRE 2009
L'alluvione di Messina ha colpito anche gli animali
La tragedia di Messina oltre agli esseri umani ha coinvolto anche gli animali della zona, di compagnia o di allevamento, che hanno anch’essi vissuto ore drammatiche. Operativi sin dalle prime ore dopo l'alluvione, i volontari Enpa e le Guardie Zoofile, hanno già in attivo oltre mille ore di servizio e cinquemila chilometri percorsi su strade impervie e spesso impraticabili. Continua a tutt'oggi il loro impegno nei comuni della riviera Messinese come referenti per tutte le operazioni di soccorso e di recupero degli animali coinvolti nella tragedia. Decine gli animali soccorsi e recuperati nei giorni e in varie fasi, i volontari e le Guardie Zoofile dell' Enpa , hanno provveduto a supportare gli allevamenti e a trarre in salvo animali di varia specie e trovati ancora in vita anche e soprattutto in posti di difficilissim accesso. Fra i tanti episodi salienti avvenuti nel corso della tragica emergenza, l'allerta dell'Enpa ha prodotto l'intervento da parte un elicottero del Corpo Forestale con cui si è provveduto al foraggiamento di 150 ovini rimasti isolati in una zona non raggiungibile con i mezzi di terra. Sono stati trovati animali ancora vivi, tra le carcasse di altri in stato di decomposizione altri legati, segregati in case chiuse o in recinti dove ancora oggi sussiste il pericolo di crolli, trovati anche cuccioli in cassonetti dell'immondizia. Tante altre sono scene strazianti che hanno e ancora vedono coinvolte queste altre inconsapevoli vittime. L'unità di soccorso di Enpa, coordinata dall'Ispettore regionale delle Guardie Zoofile, Oliviero Giuca e dal Consigliere nazionale Cataldo Paradiso, ha visto e vede impegnati i volontari delle Sezioni Enpa di Catania, Ragusa, Messina e Reggio Calabria, supportati soltanto per pochi giorni, da alcuni volontari dell'associazione Amici del Cane di Messina, per un solo giorno da tre volontari Anpana di Reggio Calabria e da un volontario della Lav dell'Aquila. Presto si aggregheranno anche i volontari Enpa della Sezione di Caserta e di Napoli, che già in occasione del terremoto in Abruzzo si sono distinti nelle operazioni di soccorso. «Un ringraziamento per la sua abnegazione va al veterinario della Asl di Messina - dichiara Cataldo Paradiso Consigliere nazionale e Commissario della sezione provinciale Enpa di Catania - Giuseppe Donia poiché si è prodigato oltre ogni limite per alleviare le sofferenze degli sfortunati animali. Purtroppo lo stesso non si può dire di altri uffici che adducendo scuse diverse hanno fatto completamente mancare qualsiasi altro sostegno». «Anche se al momento si intravedono le prime vere difficoltà economiche e di approvvigionamenti continua Paradiso - l'ENPA non cessa di continuare il suo operato. Confidiamo nelle donazioni di chi per amore e sensibilità ci vorrà dare una mano, dato il fatto che fino ad ora abbiamo e stiamo a tutt'oggi, spesandoci da soli e senza l'aiuto di alcuno ma, dalla nostra, abbiamo la costante determinazione a proseguire».
IL GIORNALE
22 OTTOBRE 2009
Ecco il pentito dei circhi: «Per gli animali solo torture»
OSCAR GRAZIOLI
Ieri finalmente è crollato un pezzo di quel tendone sotto il quale ridono bambini e genitori davanti alle tigri che saltano nel cerchio di fuoco durante quello che qualcuno si ostina ancora a pubblicizzare come «Lo spettacolo più amato dai bambini del mondo»: il circo.Presso il locale degli Eventi Mondadori di corso Vittorio Emanuele II, a Milano, si è svolta ieri l'attesa conferenza stampa organizzata dall'Adi (Anima difenders international) assieme ad AgireOra per sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti delle atrocità commesse sugli animali spietatamente sfruttati nei circhi di tutto il mondo, con l'unica finalità del lucro. Proprio mentre sta per piantare il tendone, a Roma e Milano, il circo «RinglingBrothers, Barnum and Bailey», le due associazioni lanciano una campagna tesa a porre fine alle sofferenze degli animali nei circhi itineranti. L'asso nella manica degli animalisti, questa volta, si chiama Tom Rider che è giunto appositamente dagli Stati Uniti per portare la sua shoccante testimonianza di quanto ha visto, in prima persona, lavorando all'interno dei circhi negli Usa, in Spagna, in Olanda e in Polonia. Rider ha invitato i lavoratori dei circhi italiani a testimoniare le crudeltà che vedono ogni giorno, sollevando quel sipario pietoso che cala sulla sofferenza e le torture inflitte agli animali, dietro i colori sgargianti, le musiche accattivanti e le luci sfavillanti che inondano le piste durante lo spettacolo.L'occasione era troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire e così, abbiamo posto alcune domande a Rider che ha lavorato anche all'interno di quel Ringling Brothers, Barnum and Bailey per il quale le associazioni organizzatrici della manifestazione hanno chiesto ai sindaci di Roma e Milano di vietare che propongano ai cittadini il loro diseducativo spettacolo.
Mr. Rider, quali sono le maggiori atrocità che ha visto di persona nei circhi?
«Elefanti, tigri, orsi, ogni sorta di animale colpito con sbarre di ferro, pungolato con dispositivi elettrici, costretto a vivere in spazi invivibili». Il fuoco è l'atavico nemico del leone. Perché si getta nel famoso cerchio? «Semplice. Basta picchiarlo duramente quando è piccolo e pian piano impara qualunque cosa». È vero che gli orsi imparano a ballare sulle piastre roventi? «Questo non ho elementi per dirlo. Di certo le botte sono un eccellente insegnamento. Ho visto orsi polari lavorare in Portogallo con climi insopportabili». Mr. Rider, cavalli, cani e animali domestici soffrono di meno? «No. Anche loro sono tenuti e allenati in condizioni tremende». Un episodio particolare che ricorre ancora nei suoi sogni? «Sì, quello dell'elefantino Benjamin, ucciso a bastonate proprio nel circo Ringling Brothers, Barnum and Bailey». Mr. Rider, ci sono animali che soffrono più degli altri? «No, non esiste una graduatoria, anche se gli elefanti incatenati e gli animali durante gli interminabili viaggi sono quelli che fanno più pena». Se ne va, Tom Rider, per rispondere ad altre persone e gli subentra Tim Phillips, direttore delle campagne dell'Adi, che ha lavorato sotto copertura nella più grande struttura d'Europa per l'addestramento di tigri e leoni: «Ci sono migliaia di lavoratori dei circhi in Europa che non commettono loro stessi delle crudeltà, ma di fatto sostengono in modo passivo le crudeltà degli altri, col loro silenzio. Le nostre investigazioni hanno mostrato che la violenza e la prigionia sono endemiche nei circhi con animali, ed è ora di farsi sentire e mettere fine a questa crudeltà». Massimo Tettamanti, autore del libro (Dis)Educazione alla violenza, un saggio sulla «violenza a scopo ludico», sottolinea che portare i bambini a vedere spettacoli basati sulla violenza verso gli animali è altamente diseducativo. «Ridere degli animali imprigionati e divertirsi nel vederli costretti con la frusta a fare esercizi innaturali non è certo qualcosa da insegnare ai ragazzi». Concordiamo.Da oggi, sul sito www.tvanimalista.info è visibile il video sui circhi proiettato ieri in sala.
CORRIERE DELLA SERA
22 OTTOBRE 2009
Tom Rider: «Gli abusi che ho visto compiere mi hanno spinto a licenziarmi»
Pugni ai cammelli, elefanti in catene «Troppe violenze, ho lasciato il circo»
La denuncia di un ex inserviente, ora principale testimone al processo per i maltrattamenti sugli animali
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Tom Rider, in un frame della video- denuncia degli abusi sugli animali del circo Ringling
Ketty Areddia
MILANO – Sulle pedane arrivano camminando su un tappeto rosso, circondati da luci e lustrini, pronti per evoluzioni insolite per animali nati per stare nella savana. Sono applausi a scena aperta e cibo a go-go, ma dietro le quinte elefanti, cammelli, leoni e cavalli vengono percossi con barre di ferro, malmenati e rinchiusi in gabbie grandi quanto container. In una parola: torturati. Almeno secondo la testimonianza di Tom Rider, un ex lavoratore del circo Ringling Bros and Barnum & Bailey, e teste principale nel processo contro i produttori del più famoso circo americano, in questi giorni in tournée in Italia (al Palalottomatica di Roma dal 14 al 18 ottobre e adesso e fino al 25 al Palasharp di Milano). Rider, insieme alle associazioni per la difesa degli animali, Adi e Agireora, ha organizzato la sua contro-tournée, portando in giro per l’Europa il video sui maltrattamenti agli animali dello storico circo e organizzando volantinaggi e proteste. Come quella organizzata all'esterno del Palasharp in occasione della «prima» milanese a cui hanno aderito gran parte delle associazioni animaliste italiane.
LE IMMAGINI DEGLI ABUSI – Le immagini, girate in America, raccontano di cammelli presi a pugni, elefanti tenuti fermi con le catene, leoni frustrati e cavalli pungolati. «Sono tutte immagini girate nei circhi della Ringling Bros – ha assicurato Rider – anche se non c’è organizzazione circense che non pratichi abuso contro gli animali. Già il fatto stesso di tenere degli animali selvaggi in gabbia è un abuso, ma le violenze che ho visto fare per anni mi hanno portato a licenziarmi e a denunciare». Dopo di lui, davanti al giudice si sono presentati altri quattro dipendenti dello storico circo. Al tribunale distrettuale di Columbia nel 2000 hanno testimoniato di torture agli animali. «Il tribunale deciderà in questi giorni – prosegue Rider -. Noi abbiamo chiesto che terminino le torture e che nelle mani degli addestratori ci sia solo il cibo per i loro animali». Durante il processo durato 10 anni, il tribunale avrebbe chiesto per tre volte i referti dei veterinari sulle condizioni di salute degli animali ma per tre volte sarebbero stati negati. «Invece molti elefanti hanno le zampe piagate e molti soffrono di tubercolosi, costretti a un freddo a cui per natura non si abitueranno mai».
«IN ITALIA SOLO ANIMALI EUROPEI» – Risponde alle accuse Ermes Bonini, produttore nazionale di Applauso, che ha allestito lo spettacolo di Roma e Milano. «Noi ci siamo preoccupati da subito degli animali, che abbiamo recuperato in Europa, per non farli viaggiare in nave e per evitare loro la quarantena. Abbiamo anche invitato gli animalisti a visitare il nostro allestimento, ma non si è presentato nessuno. La Ringling and Bros ha la massima cura dei propri animali. Esiste un parco di proprietà del Circo, il Center for Elephant Conservation, dove vivono quotidianamente, rispettando tutte le regole internazionali sul trattamento degli animali». Poi aggiunge: «Negli ultimi 6 mesi, il circo è stato sottoposto a controlli in 12 Stati americani da parte di autorità statali, federali e locali, ed è sempre risultato conforme alle norme». Con un sorriso amaro risponde prontamente Rider: «In quel parco ho visto nascere piccoli elefanti, li ho visti strappare alle loro mamme e sottoporre alle catene per essere sottomessi».
LA CAMPAGNA INTERNAZIONALE – La campagna internazionale di Adi, “Stop circus suffering”, è il risultato di quattro anni di video girati da infiltrati, in vari circhi di tutto il mondo. In Bolivia, gli attivisti hanno ottenuto una legge che vieti completamente l’utilizzo degli animali e la stessa legge sta per essere approvata in Perù. «In Italia, invece – si lamenta Massimo Tettamanti, autore del libro (Dis)educazione alla violenza” – nel 2005 si sono finanziati i circhi itineranti con 7 milioni di euro e oggi ci sono altre proposte di legge per aumentare questi finanziamenti. Invece noi dobbiamo dire basta ai circhi con gli animali, perché sono diseducativi per i nostri bambini».
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http://www.corriere.it/animali/09_ottobre_21/denuncia-ex-lavoratore-circo-ringling_f2e15f02-be3f-11de-9bc2-00144f02aabc.shtml
LA ZAMPA.IT
22 OTTOBRE 2009
Gli animalisti accusano il circo di Buffalo Bill
Gli animalisti italiani contro il circo di Buffalo Bill. La tournee mondiale del Circo Barnum fa tappa a Milano dal 21 al 25 ottobre al Palasharp, e le associazioni denunciano il circo «Ringling bros and Barnum & Bailey». Alcuni attivisti hanno manifestato contro le presunte torture a cui gli animali sono sottoposti, e sul web sono spuntati i video realizzati dalla Peta «sulle decine di animali morti nel circo americano e i tanti animali feriti, torturati e costretti a compiere esercizi contrari alla loro natura».
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http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=21560&tipo=VIDEO
Animalieanimali
22 OTTOBRE 2009
CIRCO, PORTOGALLO VIETA SCIMPANZE'
...e in Italia la prima milanese dell'americano "RIngling Bros".
Mentre in Italia non si finisce mai di discutere sul problema, in Europa anche il Portogallo si è provvisto di una legge che vieta moltissime specie animali finora utilizzate nei circhi. Da pochi giorni infatti, la legge proposta dai Ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura portoghesi, ha vietato ai circhi di utilizzare scimmie mentre bandisce ogni ulteriore acquisizione, ivi compresa quella da riproduzione, di ippopotami, leoni, tigri, elefanti, rinoceronti, leopardi finanche rettili, ragni ed alcuni uccelli.
“Si tratta di un provvedimento di buon senso – ha dichiarato Giovanni Guadagna, responsabile Ufficio Cattività di Enpa – e questo non solo per il benessere degli animali, ma anche per la sicurezza dell’uomo. In Portogallo, infatti, i circhi sono ora considerati inidonei alla detenzione di specie animali 'pericolose' - ha aggiunto Guadagna - mentre in Italia è possibile che gli elefanti di un circo di Macerata, uno dei quali divenuto famoso anche per avere schiacciato e ucciso un inserviente, verranno mostrati in pista domani a Milano travestiti con le mantelle colorate del Circo Ringling Bros!” Secondo Enpa i tanto pubblicizzati elefanti del Ringling Bros appartengono a un circo marchigiano il quale, però, non potrà invitare il signor Stefan Nagat, ossia il povero inserviente morto schiacciato da una delle tre elefantesse del circo Errani; questo il nome del circo marchigiano. Gli elefanti italiani saranno esibiti in performance per loro potenzialmente pericolose, quali stare in equilibrio con le zampe posteriori per aria e seduti su grandi sgabelli. Gli elefanti in natura, mai assumerebbero posizioni di questo genere e il motivo è molto semplice: la forza muscolare di un animale non aumenta con le sue dimensioni e la sua massa, anzi diminuisce proprio con l’aumentare del peso. Per un elefante già mettersi in ginocchio rappresenta un rischio per giunture e legamenti, figuriamoci ritrovarsi a testa in giù con l’intero peso del corpo gravitante sulle zampe anteriori. Circa i felini, si sottolinea come nelle poche settimane di approdo in Europa il Circo Ringling Bros ha eliminato il numero di una domatrice tedesca già vista in Italia nel circo Lidia Togni (insegna circense condannata per maltrattamento di animali) a vantaggio di altro domatore europeo già ospitato dal Circo Medrano (insegna circense già nota per due scimpanzé a loro sequestrati perché importati illegalmente) e lungamente esibitosi in un circo della famiglia Faggioni, originaria di Genova. Gli animali del Ringlig Bros, non sono perciò del circo che tanto si è pubblicizzato con la loro presenza, ma con i reclusi a quattrozampe della cattività europea h anno senz’altro in comune le poco invidiabili condizioni di mantenimento e lunghe e stressanti sedute di addestramento. ADN KRONOS 22 OTTOBRE 2009
KIRGHIZISTAN: ORSO UCCIDE DIRETTORE DI UN CIRCO, FERISCE UNA SECONDA PERSONA
Bishkek - Il direttore di un circo russo e' stato ucciso da un orso, che ha anche gravemente ferito un'altra persona intervenuta per soccorrere la vittima. L'incidente e' avvenuto a Bishkek, nella capitale del Kirghizistan, durante una prova per uno spettacolo su ghiaccio di cui sono protagonisti gli orsi. Per il direttore del circo, il 25enne Dmitry Potapov, aggredito e trascinato sulla pista dall'animale, non vi e' stato nulla da fare. Versa in gravi condizioni l'altra persona, un 29enne dipendente del circo, intervenuto per cercare di aiutare Potapov. L'orso e' stato successivamente ucciso dalla polizia intervenuta sul posto.
CORRIERE DELLA SERA
22 OTTOBRE 2009
Le tigri gemelle diventate il simbolo della rinascita. QUest'anno 2 milioni di visitatori
Bagdad, il dopoguerra degli animali Basta bombe, allo zoo è «baby boom»
Distrutto dopo l'invasione americana, il parco è tornato a vivere. Oggi è la principale attrazione della città
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Una tigre e un'oca allo zoo di Belgrado in macerie, Le due tigri gemelle nate la scorsa estate allo zoo di Bagdad (Afp)
in un frame del film «Underground» di Kusturica
MILANO - Il piccolo scimpanzè si stringe al collo del suo unico amico, l'inserviente dello zoo, mentre gli altri animali vagano senza un preciso disegno tra le rovine di una Belgrado distrutta dai bombardamenti. Un elefante, che si muove tra le macerie senza poter fare più danni di quanti già ne abbiano causati gli aerei della wermacht nazista, con la sua proboscite arriva persino ad impossessarsi, paradossalmente, di un paio di scarpe abbandonate su un davanzale. Sono alcuni dei frame di «Underground», il film del 1995 di Emir Kusturica, Palma d'oro a Cannes, che dipinge un ritratto dell'ex Jugoslavia martoriata dai conflitti partendo dal punto di vista dell'omino che accudisce gli animali al giardino zoologico. Era un film, ma non è raro che gli zoo, e gli animali in esso custoditi, siano tra i primi a vivere le eme rgenze causate da una guerra.
IL BOOM DI NASCITE - Nelle settimane scorse ha fatto scalpore il fatto che lo zoo di Gaza, non potendo rifornirsi regolarmente di nuovi animali a causa dell'operazione «Piombo fuso» avviata dall'esercito israeliano, abbia deciso di far contenti i piccoli visitatori dipingendo di bianco e nero due asini, per farli passare per zebre. Da Bagdad arriva invece una notizia di segno opposto: la rinascita dello zoo locale che, a sei anni dall'invasione americana, è tornato quasi ai suoi antichi splendori. Al punto che oggi si ritrova sotto i riflettori non solo per l'aumento dei visitatori, ma anche per il boom di nascite che gli animali in esso ospitati stanno facendo registrare. L'ultimo lieto evento, che ha fatto il giro del mondo, è stata la nascita di due cuccioli gemelli di tigre siberiana, che ora rappresentano una delle principali attrazioni del parco.
LA RINASCITA - Adil Salmane Moussa, il direttore dello zoo, non ha voluto rassegnarsi alla decadenza portata dalla guerra. L'Al Zawraa, per anni conosciuto come il più grande giardino zoologico del medio-oriente, era praticamente finito e gli stessi soldati americani più volte, negli ultimi sei anni, gli avevano consigliato di lasciar perdere. Lui però non ha voluto cedere e con un paziente lavoro di ricerca di fondi e di sponsorizzazioni, oltre ad aver presidiato il parco ormai deserto a proprio rischio e pericolo in un periodo di forte instabilità e di violenza, è riuscito a rimettere in piedi la struttura. Che oggi, racconta all'Afp, può vantare ben due milioni di visitatori all'anno. Erano stati 120 mila nel 2007; praticamente nessuno negli anni precedenti.«E' l'unico luogo di Bagdad in cui si può venire tranquillamente con la famiglia» ha raccontato allla France Presse Ahmed Hassan, un ingegnere di 29 anni, interpellato tra i vialetti del giardino con in braccio la figlia.
I NUOVI ARRIVI - Oltre alle due tigri gemelle, lo zoo è stato la nursery per una tigre del Bengala che ora ha due mesi, per alcuni orsi, gazzelle e cervi. Senza contare gli animali in arrivo da zoo stranieri: sono attesi due giaguari, dei coccodrilli e delle scimmie. Destinazione Bagdad anche per zebre, giraffe ed elefanti, il cui arrivo è previsto nel 2010. In totale già ora vivono nello zoo iracheno più di mille animali. Nei mesi immediatamente successivi all'inizio della guerra, invece, molti di loro erano morti di inedia, oppure erano stati rubati o semplicemente uccisi. «Eravamo convinti che lo zoo potesse rinascere - ha detto ancora Moussa -. La gran parte della popolazione adora il nostro parco. Ma noi vogliamo che diventi sempre più bello, che sia sempre migliore».
LIBERO NEWS
22 OTTOBRE 2009
SESSUALITA': AIDAA DENUNCIA 23 PROSTITUTE, 'LAVORANO' CON CANI E GALLINE
Milano - Ventitre' prostitute che esercitano la professione avvalendosi anche di animali sono state denunciate dall'Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (Aidaa) alle procure della Repubblica di Milano, Aosta,Trieste, Roma, Asti e Firenze, per il reato di maltrattamento di animali. Ne da' notizia il presidente nazionale dell'Aidaa Lorenzo Croce. Le squillo, spiega l'Aidaa, "offrivano le loro prestazioni attraverso una rete di annunci pubblicati su siti internet specializzati in animal sex, e la prestazione comprendeva l'uso e l'abuso di animali domestici (cani di piccola e grossa taglia, ma anche una gallina)".''La pratica della prostituzione a domicilio non e' nuova - afferma Croce - ma le prostitute che si portano appresso il cane sono una particolarita' di cui siamo venuti a conoscenza grazie alla collaborazione di due persone che in passato hanno praticato sesso con animali. Due pentiti della pratica sessuale con animali che ci hanno aiutato a scoprire questo nuovo filone dell'animal sex, per il quale dopo tre mesi di ricerche ed appostamenti ho firmato ventitre' denunce che saranno inviate alle rispettive procure, ovviamente per quanto ci riguarda le escort coinvolte in questo giro le abbiamo denunciate per maltrattamento di animali a scopo di abuso sessuale''.
IL MATTINO
22 OTTOBRE 2009
Diana, la cagnetta di 13 anni di razza breton epagneul..
Pompei (NA). Diana, la cagnetta di 13 anni di razza breton epagneul di casa Di Martino, era come una figlia e una sorella per i suoi padroncini tanto che, per la sua dipartita, hanno deciso di farla cremare. Le ceneri, conservate in un'urna importante, sono state collocate su una sorta di altarino allestito in quella che fino a ieri era la sua casa, con tanto di foto e candela, appositamente per consentire, ad «amici» e «parenti», di pregare per la sua anima. Alla cagnetta, gli specialisti di un centro veterinario di Napoli, avevano diagnosticato un tumore ai polmoni. I suoi padroncini, pur di salvarle la vita, erano disposti a tutto acconsentendo, anche, di farla sottoporre ad un delicato intervento chirurgico in extremis. Per i medici, però, intervenire chirurgicamente sarebbe stato inutile. Dopo una settimana di agonia, accudita dai suoi cari in lacrime, Diana è morta. Il cane era di famiglia, non poteva non avere un funerale come un essere umano. I titolari della ditta di onoranze funebri, «Di Paolo», quando hanno ricevuto la singolare richiesta del signor Di Martino, dopo l'incredulità iniziale, si sono attivati per individuare un centro crematorio specializzato per animali. Diana, così è stata trasportata a bordo dell'auto funebre, con tanto di corte dei parenti, fino ad Ottaviano dove è stata cremata. Ai familiari di Diana rimarranno i cuccioli della loro amata cagnetta. «È cresciuta con i nostri figli - ha detto Vincenzo Di Martino - era parte della nostra famiglia, ci mancherà molto. Diana era un cane da caccia ecco, perché era stata battezzata con il nome della dea della caccia».
IL GAZZETTINO
22 OTTOBRE 2009
È nata la prima clinica veterinaria di Mestre
Samuele Costantini
Mestre (VE) - È nata la prima clinica veterinaria di Mestre. Una clinica privata aperta 24 ore al giorno con oltre una decina di posti letto per le degenze lunghe. Una sorta di pronto soccorso, aperto a tutte le ore del giorno e della notte, sabato e domenica comprese.Il cane sta male e non c’è tempo di aspettare il mattino? Siete preoccupati per le condizioni del gatto che si lamenta il sabato? La zampa del vostro amico si è fratturata proprio durante la gita di pasquetta? Non è più tempo di farsi prendere dal panico. Questa realtà mancava nel panorama veneziano, tanto che chi aveva un’emergenza o aspettava il lunedì mattina facendo soffrire l’animale, o prendeva armi e bagagli e si trasferiva a Padova o a Treviso dove questi servizi ci sono da tempo.La clinica è frutto della caparbietà di due veterinarie che da undici anni lavorano a Mestre. Franca Sbaraini e Monica Pozzobon che hanno deci so di coprire un vuoto nel servizio veterinario, sia pubblico che privato, inaugurando il 4 ottobre, giorno – scelta non casuale – di San Francesco, questo presidio.L’ambulatorio è dotato di tutte le strumentazioni all’avanguardia solitamente usate nelle consuete pratiche mediche, dall’ecografo alla radiologia, dagli endoscopi alle anastesie gassose. Particolare attenzione per la terapia del dolore. Con la clinica (in via Paganello 8, vicino a Testolini) collaborano cinque o sei medici che si occupano di cani, gatti, uccelli, animali esotici ed alcuni rettili.
LA PROVINCIA SI COMO 22 OTTOBRE 2009
Avvistato cervo, in fuga verso il bosco
VILLA GUARDIA (CO) - Un avvistamento che un tempo sarebbe stato rarissimo ma che, negli ultimi mesi, in zona e nella bassa è invece diventato più frequente: un cervo in strada.
IL SECOLO XIX
22 OTTOBRE 2009
Quando il cane diventa strumento di stalking
Padrona indagata per molestie
L'indagine della Procura avviata dalla querela di una coppia perseguitata dai latrati e dai cattivi odori provenienti dai vicini
Genova - Si può essere o sentirsi «perseguitati» anche senza telefonate a tutte le ore, appostamenti e scenate sul posto di lavoro. Basta una coppia di cani molossi, mal tenuti, specie se in cortile, sempre a latrare e a lordare il loro habitat domestico. E lo stalking, in una delle sue forme meno consuete tra quelle finite per le vie giudiziarie dopo l'introduzione della nuova legge, è presto fatta. Un caso di questo genere, denunciato alla polizia da una coppia, è al centro di una inchiesta condotta dal sostituto procuratore Stefano Puppo. Riguarda un pitbull e un alano che da almeno quattro anni sono diventati una vera dannazione per i vicini di casa. Una sorta di arma impropria per ripicca se non proprio per vendetta con i residenti della porta accanto, nell'ambito di un rapporto di vicinato a dir poco teso. Siamo in via Berno, nel quartiere di San Fruttuoso.
L'inchiesta è partita sulla base di una denuncia circostanziata presentata dai due, lei trentasettenne, lui quarantunenne, tramite l'avvocato Marco Mensi: «I nostri problemi sono iniziati circa cinque anni fa, quando si è trasferita nella palazzina a due piani nella quale abitiamo, esattamente sotto la nostra abitazione, una nuova inquilina - spiegano i due - Quest'ultima possedeva all' epoca due cani : il primo di razza pitbull ed il secondo di razza alana che lasciava liberi all' interno del giardino-cortile situato davanti alla porta di casa». Il primo problema lamentato è questo. Passare di fianco alla recinzione, via obbligata per entrare nel loro appartamenti, li obbligava a subire improvvisi agguati da parte dei cani, protesi attraverso le sbarre: «Un incubo». «Terrorizzati» nel passaggio, assediati letteralmente in casa dai cattivi odori e dai rumori molesti: «Abbi amo provato a parlare con la vicina, ma la situazione non solo non è migliorata ma è addirittura peggiorata tanto che abbiamo dovuto ricavare un ingresso alternativo alla nostra proprietà per non passare di fianco ai due cani». Il pitbull e l'alano, secondo la denuncia che ha portato alla denuncia della padrona, «venivano lasciati incustoditi nel cortile per giornate intere». Latrati, escrementi: «C'erano periodi di relativa calma, ai quali si alternavano momenti in cui l'intensità del rumore diventava intollerabile e rendeva impossibile per noi fare qualunque cosa, almeno fino a giugno». Oltre al rumore, però sono le cattive condizioni igieniche dei cani a scatenare la protesta dei vicini: «I due cani fanno regolarmente i loro bisogni all' aperto e la vicina provvede a pulire solo saltuariamente. Inutile sottolineare gli odori e le vere e proprie esalazioni provenienti dal giardino, ormai intollerab ili delle quali si impregnano persino i panni stesi ad asciugare». Alle lamentele, secondo quanto ricostruito e denunciato, sono seguiti dispetti di ogni tipo. Palette piene di escrementi lasciate in bella mostra, oppure raccolte su «lenzuola bianche lasciate per terra per mesi, come fossero una lettiera». «Siamo stremati e sempre in ansia - conclude la coppia nella denuncia - il comportamento della vicina ci ha indotto a modificare radicalmente le nostre abitudini di vita, ci impedisce di avere amici in visita, ci costringe a tenere le finestre chiuse anche d'estate. La sua è una vera e propria "persecuzione"». Solo nei prossimi giorni il pm Puppo deciderà se denunciare o meno per stalking i padroni del cane. Al momento il reato ipotizzato resta quello di molestie.G. Cet. LA NUOVA SARDEGNA 22 OTTOBRE 2009
C'è crisi? Adotta una gallina a distanza
Antonio Bassu
NUORO. “Alleva una gallina a distanza”. Questa la originale proposta di un operatore nuorese del settore ortofrutticolo. La crisi economica non ha risparmiato neppure l’agricoltura, per cui ciascuno si arrangia come può. Insieme all’offerta dei prodotti biologici, Mario Patteri, questo il nome, propone di “adottare e allevare una gallina a distanza”. Gestendo un pollaio di 50 ovaiole, ha pensato, visto che ogni giorno producono un certo numero di uova, che poi vende ai clienti, di proporre loro di allevare una gallina “a distanza”. Nel senso che aderendo all’iniziativa devono acquistare il volatile da affidare al signor Patteri, titolare di un’azienda di ortofrutta nella zona di Marreri, a dieci chilometri da Nuoro. L’operatore agricolo s’impegna ad allevarla insieme a quelle di sua proprietà, che tiene in un terreno recintato con una rete metallica, con all’interno un capanno in legno, coimbentato, dentro il quale gli animali trovano rifugio la notte. Che cosa ci guadagna il cliente?. Le galline stanno all’aperto a razzolare tutto il giorno. Poi c’è che vengono alimentate con gli scarti della frutta, verdura e ortaggi che l’azienda produce. Alimetazione che viene integrata con pane raffermo e altri prodotti. L’uovo, oltre alla freschezza, garantisce un gusto straordinario, grazie alle sue proteine nobili. E veniamo alla proposta dell’“allevamento a distanza”. Il cliente acquista la gallina, che costa 5,50 euro. Patteri, avutala in consegna, s’impegna a consegnare al consumatore-proprietario del volatile sei uova alla settimana, per un arco di tempo di otto mesi, da aprile a novembre, senza aggiungere un solo centesimo. A governarle pensa l’operatore agricolo, mentre la proprietà della gallina allevata a distanza resta sempre del cliente. Finora l’offerta è stata sottoscritta da dieci persone, a ciascuna delle quali vengono consegnate, ogni sabato, le sei uova contrattate. Mario Patteri, che intende, almeno per ora, raccogliere altre venti adesioni. Quanto all’acquisto dei volatili provvederà lui stesso, una volta che gli è stato pagato l’importo per una o più galline. Di contro ogni titolare potrà visionare, magari in compagnia dei figli, la sua “ovaiola” all’interno del pollaio. Offrendo, nel contempo, l’opportunità al suo bambino di “appartamento” di vedere dal vivo il pennuto. La visita avrà luogo compatibilmente con gli orari del titolare dell’azienda “3P Ortofrutticoli”, dotata di alcune serre, nella zona di Marreri. A un tiro di schioppo da Nuoro.
CITY
22 OTTOBRE 2009
La bistecca in tavola distruggerà il pianeta
LO STUDIO Gli allevamenti industriali di bestiame, da cui deriva la carne presente nelle nostre diete, sarebbe responsabile della metà dei gas serra presenti nel pianeta. Una ricerca americana lancia l’allarme.
NEW YORK - L’allarme arriva da uno studio americano. Oltre la metà dei gas serra (il 51%, cioè oltre 32 miliardi di tonnellate, detti anche Ghg) prodotti nel pianeta vengono emessi dagli allevamenti industriali di bestiame. In sostanza, la passione degli uomini per bistecche e filetto rischia di distruggere il mondo, visto che l’impatto ambientale del consumo di carne appare molto più devastante degli studi compiuti sinora. Sono gli scienziati statunitensi Robert Goodland e Jeff Anheng, co-autori del Livestock and climate change, a prefigurare questo scenario. Già tre anni fa, la Fao aveva spiegato che la produzione di carne sta arrecando gravi danni alla Terra, causando il 18% delle emissioni totali: percentuale simile a quella industriale e superiore a quella dei trasporti. Ogni animale, conferma la Lav, inquina suolo e acqua per 30 volte il suo peso, contribuendo alla formazione di piogge acide, alla deforestazione (un hamburger comporta la distruzione di 5 metri quadrati di foreste, pari a 35 metri quadrati per ogni kg di carne) e allo spreco di risorse e terre coltivabili (per 1 kg di carne sono necessari 15 kg di cereali e oltre 15mila litri d’acqua). C’è un rimedio? Secondo gli studiosi basterebbe passare a colture vegetali e a base di soia.
CORRIERE WEB
22 OTTOBRE 2009
ESSERI UMANI E ANIMALI: SOLO PICCOLE DIFFERENZE
M.TETTO
Generalmente gli esseri umani sono soliti considerarsi superiori agli animali, nonostante sia ormai accertato che essi facciano parte del regno animale, così come le mucche, i cavalli o qualsiasi altro essere vivente che nasca, cresca si muova, respira ecc…con l’unica eccezione che l’uomo ha saputo ergersi in piedi, ha saputo sviluppare più degli altri animali delle capacità che gli hanno permesso di uscire dalle caverne e, eccezion fatta per chi ancora non sia riuscito ad arrivare a tale stadio, di non seguire solo l’istinto, ma anche la razionalità che pare (e dico pare) sia più sviluppata nell’essere umano che negli altri animali. In realtà le differenze tra uomo e animale sono pochissime.Come negli uomini, anche negli animali troviamo i geni; alcuni di essi determinano compor tamenti istintivi o innati tipici, appunto, degli animali. Questi comportamenti sono vitali soprattutto per i cuccioli giacché gli permettono di distinguere il pericolo e il cibo; tuttavia, appena nati, essi hanno bisogno di esperienze per poter imparare a fare tali distinzioni; così, come i piccoli di uomo devono imparare cosa è buono mettere in bocca e cosa no, e soprattutto a non parlare con gli estranei, anche i piccoli degli animali hanno bisogno d’imparare. La maggior parte degli animali ha delle conoscenze, persino gli insetti più fragili, come le farfalle: esse sono innatamente attratte dai fiori colorati, ma devono saper adattare le loro preferenze ai cambiamenti ambientali. Una farfalla che non impara a cambiare fiore preferito è destinata a morire di fame se non ci sarà più il colore dei fiori che preferisce. Alcuni comportamenti, inoltre, sono “preprogrammati”, come ad esempio la capacità di riconos cere i propri simili senza sapere come sono fatti; ciò aiuta molto quegli animali che, non essendo allevati dai genitori, non hanno la possibilità di vedere com’è fatta la loro specie, e devono dunque imparare a essere autosufficienti sin dalla nascita. I mammiferi, inoltre, come gli uomini, mostrano dei comportamenti sociali complessi: molti di essi, infatti, vivono in gruppo. Ciò che rende i gruppi sociali dei mammiferi diversi dagli altri gruppi è che in molti casi i singoli individui si distinguono gli uni dagli altri. I delfini, per esempio, emettono dei sibili che fungono da “nomi”. Nonostante noi potremmo pensare che tutti gli elefanti sono più o meno uguali, essi invece riescono a distinguersi tra di loro e a riconoscersi anche dopo parecchi anni senza vedersi.Molti dei mammiferi riescono non solo a riconoscersi, ma anche a ricordare molte delle informazioni riguardanti ciascun individuo-chi domina chi, chi &e grave; parente di chi, chi gli ha fatto e cosa in passato ecc…E’ come ricordare chi ci ha prestato del denaro o fatto un favore, chi non ci ha restituito del denaro o ha parlato male di noi dietro le nostre spalle. Ci sono poi tante differenze? Anzi, essi, al contrario di come spesso facciamo noi, riescono a distinguere chi è loro amico e chi qualcuno da cui tenersi alla larga, di chi fidarsi e di chi no. I mammiferi sono riusciti a sviluppare dei comportamenti sociali superiori rispetto agli altri animali grazie ad una caratteristica fondamentale che ci permette di distinguerli dagli altri: la produzione di latte, che permette ai cuccioli mammiferi di avere un’infanzia durante la quale sviluppare queste straordinarie capacità. Infine, alcuni animali,primi fra tutti i pipistrelli, hanno mostrato un comportamento noto come “altruismo reciproco”, il che significa semplicemente che essi fanno favori ai loro simili aspettandosi che tali favor i vengano ricambiati in futuro. Un pipistrello che un giorno riesce a catturare una grossa preda, potrebbe in un altro essere meno fortunato; decide quindi di dividerla con un altro pipistrello, garantendosi di fatto di non rimanere senza cibo il giorno in cui non avrà la stessa fortuna poiché ci sarà un altro pipistrello che ricambierà il favore. Per i pipistrelli infatti il rischio di morire di molto alto, cosa che li spinge a cooperare, in modo tale che da quest’arrangiamento ne possano trarre tutti dei benefici; ed è in situazioni come queste che sono gli animali ad avere diritto di considerarsi superiori agli uomini.
MESSAGGERO VENETO 22 OTTOBRE 2009
Hack: «Siamo tutti figli delle stelle»
Ilaria Gianfagna
Udine - Una biografia dei suoi animali, tra cani, gatti e persino pappagalli. L’astrofisica Margherita Hack ha presentato a Udine il suo libro: Il mio zoo sotto le stelle , scritto a quattro mani con Bianca Paoluzzi, che da anni porta avanti battaglie contro il maltrattamento di animali, grazie all’Associazione per lo studio e i problemi di bioetica, presieduta proprio dalla scienziata. Davanti a un folto pubblico in sala Ajace, Margherita Hack ha incantato i presenti con i suoi racconti, a volte ironici, degli animali che l’hanno accompagnata per tutta la sua vita e di quelli che le sono ancora al fianco. «Cicino è stato il mio compagno di studi – ha spiegato – dal ginnasio fino al terzo anno di università, la gatta è stata sempre con me, per otto lunghi anni». Ovviamente non poteva mancare un collegamento tra l’astronomia e il mondo animale, in una lezione magistrale e di vita. «Noi viventi abbiamo tutti un’origine comune – ha spiegato – impariamo dall’astronomia che tutto ciò che ci circonda è stato costruito all’interno delle stelle, da cui proviene il ferro del nostro sangue e la calce delle nostra ossa, siamo veramente figli delle stelle». Secondo la Hack, proprio per questo motivo, va diffuso, anche tra i più piccoli, il rispetto per gli animali. «L’astronomia ci fa capire quanto necessaria sia la fratellanza con le altre specie – ha continuato – e non è un’idea recente, già i greci avevano avuto l’intuizione che tutti gli esseri animati andavano considerati della stessa natura». L’astrofisica ha ricordato anche la prima cagnetta inviata nello spazio. «Laika se interrogata sul suo viaggio sicuramente avrebbe risposto di no. E non è stata l’unica tra scimmie e insetti su cui si è studiato il comportamento in un luogo in assenza di gravità». Oggi, sembrerebbe esserci piú rispetto per gli animali da compagnia che per quelli da carne. «Ogni giorno una o piú specie animali si estinguono – ha aggiunto – viviamo in un mondo in cui la biodiversità sta scomparendo». Ecco che Bianca Paoluzzi, presente alla conferenza moderata dall’assessore alla cultura Luigi Reitani, ha dato qualche consiglio per evitare l’estinzione di alcune specie. «Meglio scegliere un’alimentazione vegetariana – ha detto – non comprare pellicce, contestare i cacciatori e sensibilizzare le persone contro le sperimentazioni perché anche gli animali hanno il diritto a non soffrire». Il libro, edito da Di Renzo, inizia con il Cantico delle Creature di San Francesco e si conclude con la Dichiarazione universale dei diritti degli animali . All’interno, immagini degli animali delle due autrici, poesie dei grandi scrittori del Novecento e tanti racconti e ricordi.
Animalieanimali
22 OTTOBRE 2009
TRE CACCIATORI IMPALLINANO UNA... SIGNORA
Andrea Zanoni presidente della LAC del Veneto offre aiuto legale alle vittime dei cacciatori e accusa i politici locali di dare il cattivo esempio.
Sabato scorsoa Santa Maria di Mareno di Piave, tre cacciatori durante una battuta di caccia ai merli, avvicinatisi troppo ad una abitazione, hanno sparato ferendo al volto e alle mani una donna mentre curava i fiori del proprio giardino.
Si tratta di Sandra Collodel, quarantaquattrenne che vive con il marito e i due figli in via Colonna 104 a Santa Maria di Piave. Il figlio della signora Mirko Dal Pos ha subito rincorso i tre cacciatori che sono scappati a gambe levate abbandonando addirittura i merli appena uccisi, trascrivendosi prontamente i dati delle targhe degli stessi che hanno consentito agli agenti del Commissariato di Polizia di identificarli. La LAC è pronta a dare assistenza legale gratuita alla signora per la denuncia dei tre, inoltre in caso di processo si costituirà parte civile con un proprio legale. Inciden ti del genere purtroppo risultano sin troppo frequenti, solo nella scorsa stagione di caccia 2008/2009 in Italia si sono verificati ben 96 incidenti di caccia con 65 feriti e ben 31 morti, tra i quali un cercatore di funghi (la lista completa e dettagliata dei morti e feriti è consultabile sul sito della LAC www.abolizionecaccia.it). “Le attuali leggi sulla caccia sono ormai inadeguate e sorpassate per una società moderna come la nostra e per le nostre campagne fortemente urbanizzate – ha commentato Andrea Zanoni presidente della LAC Veneto – bisognerebbe bloccare subito la caccia e far rifare seri esami a tutti i cacciatori; sono troppi i morti e i feriti per incidenti di caccia e non c’è da stupirsene viste le condizioni in cui si caccia con un altissimo numero di cacciatori che esercita la sua attività pericolosa in un territorio tra i più densamente popolati al mondo. Si tratta di una schiera di dilettanti perché i cacciatori italiani non hanno avuto un addestramento professionale all’uso delle armi, la maggior parte di loro non ha neanche superato un esame in proposito perché ha preso la licenza di caccia prima che le leggi lo prevedessero ovvero prima del 1977. Bisogna poi inasprire le sanzioni per chi spara vicino alle case, alle strade ed agli agricoltori prevedendo il ritiro della licenza e aumentando e incentivando la vigilanza venatoria, questi cacciatori ad esempio in questi giorni stanno ancora cacciando perché le attuali leggi sulla caccia per questa violazione prevedono solo una misera sanzione amministrativa senza nessuna pena accessoria. I cittadini, specie del trevigiano, ci chiamano spesso per segnalare spari sotto le proprie case e piogge di pallini; l’indisciplina dilagante e la faciloneria con la quale i cacciatori usano queste armi micidiali ci ha portati a scrivere un vademecum per i cittadini che riporta tutte le regole che i cacciatori devono rispettare, documento che tutti ci possono chiedere telefonando al 347/9385856 o scrivendo a LAC Via Cadore 15/C int.1 31100 Treviso, o a [email protected]. Purtroppo non è da meravigliarsi se nella nostra provincia i cacciatori prendono sottogamba le norme di sicurezza che prevedono distanze di 100 metri dalle case e di 50 metri dalle strade. Abbiamo infatti degli esempi poco edificanti come quello del Ministro Zaia che lo scorso anno si è fatto in quattro per liberare dal carcere un cacciatore trevigiano che aveva violato gravemente la legge sulla caccia della Croazia, o quelli del presidente della provincia Muraro e del sindaco di Treviso Gobbo che hanno sostenuto degli esami di caccia farsa per i quali ci sono state due condanne di altrettanti funzionari per falso ed abuso d’ufficio. Sono esempi negativi che giocano contro il rispetto della legalità e delle norme che disciplinano la caccia facendo sent ire i cacciatori “paroni in casa di altri."
MONTAGNA TV
22 OTTOBRE 2009
Cacciatore caricato e ferito da cinghiale
VALENTINA D'ANGELLA
BARDI, Parma - Un cacciatore di Compiano, un paese dell'Appennino emiliano in provincia di Parma, è rimasto ferito durante una battuta di caccia ieri. Insieme ad altri uomini stava affrontando due cinghiali: uno dei due, apparentemente morto, l'ha caricato e ferito gravemente.L'incidente è capitato a un 66enne di Compiano. Con altri cacciatori era impegnato ieri pomeriggio in una battuta di caccia nei boschi a pochi chilometri da Bardi, sull'Appennino emiliano, in provincia di Parma. Il gruppo aveva trovato due cinghiali: dopo averne ucciso uno al primo colpo, stavano puntando al secondo. Il 66enne gli aveva appena sparato credendo di averlo ucciso, quando invece l'animale si è rialzato all'improvviso e l'ha caricato. Secondo le prime informazioni, l'uomo sarebbe rimasto ferito a una gamba.I cacciatori hanno subito dato l'allarme e i volontari del 118 sono arrivati sul posto. Nel frattempo l'uomo era stato accompagnato più a valle, dove è stato caricato dall'ambulanza e portato direttamente al pronto soccorso. Il 66enne sarebbe attualmente ricoverato all'ospedale "Santa Maria" di Borgo Val di Taro.
BIG HUNTER
22 OTTOBRE 2009
Enci: prove di caccia su selvaggina naturale in Serbia
E' un periodo senza dubbio fitto di impegni questo per la cinofilia venatoria italiana. In un momento particolarmente felice grazie al trionfo della squadra italiana ai mondiali di caccia pratica in Grecia, che si è imposta nella categoria degli inglesi, la cinofilia italiana potrà far valere il suo prestigio anche in Serbia. A Nis nei prossimi giorni si terranno infatti le prove internazionali di caccia pratica su selvaggina naturale. Ne dà notizia l'Enci, che patrocina l'evento insieme all'FCI. Dal 28 ottobre al 6 novembre si svolgeranno le prove su starne per continentali e inglesi, in parrticolare venerdì 6 novembre si svolgerà l'Euroderby per le razze continentali. Sempre a Nis si svolgeranno anche le prove di Grande Cerca dal 16 a l 21 novembre 2009.
MESSAGGERO VENETO 22 OTTOBRE 2009
Prevenzione contro la rabbia Saranno vaccinati 3 mila cani
Travesio (PN) - Sono tremila i cani dei comuni di Travesio (dove sono stati rilevati i primi due casi di contagio da rabbia sul territorio provinciale), Meduno, Tramonti di Sotto, Castelnovo del Friuli, Pinzano al Tagliamento e Sequals (confinanti con il primo) che saranno vaccinati obbligatoriamente dal servizio veterinario dell’Ass6 dalla prossima settimana. Nel frattempo bisogna però aspettare l’arrivo dei vaccini antirabbia, i quali sono stati ordinati in dose massiccia venerdì scorso, quando dall’Ass6 è partito l’allarme generale contro il contagio. In particolare situazione d’attesa ci sono i cacciatori, che vedono la loro attività limitata. I veterinari dell’Azienda sanitaria valuteranno anche se, nei territori in questione, procedere con la vaccinazione di altri animali come bovini, bufalini, suidi, ovini, caprini ed equidi. «Però – ha spiegato il responsabile del servizio veterinario Enzo Re – in questi casi rischiano di più quegli animali che stanno all’aperto, quindi valuteremo sul posto quali avranno bisogno effettivamente del vaccino». Nell’attesa che partano le vaccinazioni “pubbliche”, coloro che risiedendo nel territorio in questione volessero anticipare i tempi, potranno farlo a pagamento presso i veterinari privati. In caso contrario il vaccino dell’Ass 6 sarà gratuito. «In attesa della vaccinazione – ha concluso Re - è necessario accertarsi che i propri cani non vadano in giro e sfuggano al controllo. Bisogna poi evitare di toccare animali selvatici e se si avvistano è bene avvisare le autorità competenti, in particolare se manifestano un comportamento anomalo. Se si è morsicati da una volpe ci si deve recare subito al pronto soccorso».
CORRIERE DELLA SERA
22 OTTOBRE 2009
L’uomo che fotografava i lupi
È un primo piano di un lupo intento a cacciare lo scatto vincitore del Wildlife Photographer of the Year 2009
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MILANO - Elegante, agile, concentrato. Il lupo ripreso in un momento di caccia notturna, mentre salta un recinto nella campagna spagnola. Il lupo come non viene mai visto. Più di tante parole vale l’immagine catturata da Jose Luis Rodriguez, vincitore del Veolia Environment Wildlife Photographer of the Year 2009, la competizione fotografica promossa da BBC e il Natural History Museum di Londra, giunta ormai alla sua 45esima edizione.
LA TECNICA - «Volevo cogliere un’immagine non cruenta, in cui l’animale fosse intento a cacciare ma senza sangue», ha commentato l’autore dello scatto. Per riuscirci ci sono voluti molti appostamenti, una paziente osservazione degli spostamenti dei lupi e l’utilizzo di una stazione fotografica dotata di sensori di movimento e di raggi infrarossi. Il risultato è uno splendido esemplare di lupo iberico che si libra nell’aria, mentre scavalca una staccionata: e in effetti il primo piano dell’animale non esprime alcuna aggressività, solo una forza tranquilla.
LUPO IBERICO - Rodriguez è stato dunque ripagato da anni di pazienza. Il lupo iberico (sottospecie di quello grigio) è diffuso nel nord del Portogallo e nel nord-ovest della Spagna. Viene spesso cacciato e perseguitato dagli abitanti delle campagne, che temono per il proprio bestiame; anche per questo il comportamento dell’animale è molto guardingo ed elusivo. I giudici del premio hanno ritenuto che l’immagine di Rodriguez restituisse al meglio sia la natura del lupo sia la sua antica e difficile relazione con l’uomo.
TARGATO CN
22 OTTOBRE 2009
Sacchetto sulla presenza del lupo nelle zone d'alpeggio
Egregio Direttore,
fin dall’inizio del mio mandato amministrativo in qualità di Assessore provinciale all’agricoltura, caccia e pesca inaugurato 3 mesi fa mi sono trovato a fare i conti, tra le altre, con una questione spinosa e di difficile risoluzione: la presenza sempre più massiccia del lupo nelle zone di alpeggio. Nel corso delle settimane abbiamo incontrato, come Amministrazione provinciale, le organizzazioni di categoria e personalmente ho partecipato a vari incontri tra cui quello di Ormea promosso da Coldiretti ed in ultimo con la mia partecipazione alla 'Fera del des' in quel di Bellino ed alla 'Festa dei marghè' a Magliano Alpi. Per ultimo la settimana scorsa insieme alla Presidente Gancia abbiamo incontrato i vertici provinciali di Coldiretti per riflettere insieme sulla questione. Durante i miei colloqui con i pastori è emerso uno stato di comprensibile malessere da parte loro derivato dal fatto che ad oggi pare che una specie come il lupo sia più protetta di loro dalle istituzioni. Questo è, ahimè, vero poiché se l’Unione europea considera ad oggi il lupo specie in via di estinzione e non consente di procedere ai piani di contenimento la pastorizia d’alpeggio rischia di sparire nelle nostre montagne. Mi ha colpito molto il fatto che molta gente che se ne resta comodamente in città sostenga che in fondo i pastori sono quattro gatti e che anche se devono cambiare mestiere non è poi un dramma oppure chi sostiene che i pastori debbano dotarsi di attrezzature adatte a difendersi perché il lupo ci deve essere in montagna. Queste miopi persone non si rendono conto che i pastori svolgono un ruolo fondamentale tenendo la montagna in ordine scongiurando il rischio che questa finisca in preda al degrado e che dunque svolgono un ruolo anche dal punto di vista sociale oltreche economico.La realtà della pastorizia di montagna nelle nostr e zone è ben diversa da quella presente in altre realtà come nella vicina Francia e molto spesso è difficile da parte dei pastori far fronte alla necessità di sorvegliare il gregge a tempo pieno, inoltre molto spesso il danno è anche indiretto con animali stressati che magari muoiono in seguito agli attacchi per problemi legati allo spavento degli attacchi. Come Provincia ci siamo attivati per garantire i finanziamenti per delle strutture di pascolo che supportino il lavoro dei pastori evitando di gravare su di loro dal punto di vista economico ed inoltre chiederemo al Ministero ed all’Unione europea di concedere una deroga al regolamento comunitario per consentire interventi di contenimento tenendo presente che se dipendesse dall’Assessore provinciale all’agricoltura, cioè da me, non ci sarebbero dubbi su chi debba avere la priorità nei pensieri dell’Amministrazione pubblica fra il pastore e la salvaguardia de l lupo: sicuramente ed inequivocabilmente il pastore. Mi è rimasta impressa nella mente l’affermazione di un pastore a Bellino sul fatto che negli archivi di un Comune di montagna fosse presente l’ultimo capo abbattuto di lupo datato 1870. In quell’epoca la gente studiava di meno ma aveva il buonsenso di equilibrare l’ecosistema secondo il dettame della presenza dell’uomo e delle sue attività con il mondo selvatico. Oggi, ad un secolo di distanza, menti illuminate e plurilaureate, anziché reintrodurre la specie lupo in areali chiusi e non invasivi lo hanno portato ad essere da risorsa ambientale e pericolo per la sopravvivenza stessa dell’uomo e delle sue attività in montagna. Aveva ragione mio nonno quando sosteneva che non è studiando che si diventa intelligenti. Porgo distinti saluti. Claudio SACCHETTO, Lega Nord, Assessore provinciale agricoltura, caccia e pesca
LA REPUBBLICA
22 OTTOBRE 2009
DIAVOLI DELLA TASMANIA IN LOTTA CONTRO IL CANCRO
FOTO
http://www.repubblica.it/2006/12/gallerie/ambiente/diavoli-tasmania/1.html
LA ZAMPA.IT
22 OTTOBRE 2009
Scoperto il ragno femmina più grande del mondo
Ha zampe lunghe 12 centimetri
Scoperto Nephila Komaci, il ragno femmina più grande del mondo: 3,8 cm per il corpo ed un’estensione per le zampe tra i 10 e i 12 cm. Matjaz Kuntber, della Slovenian academy of sciences and arts e Jonathan Coddington, del dipartimento di Entomologia del Smithsonian’s national museum of natural history, hanno scoperto in Sud Africa e in Madagascar una nuova specie di Nephila, tipo di ragno rinomato per avere la ragnatela più grande del mondo, con un metro di diametro. Il gruppo di studio è andato alla ricerca, nelle diverse spedizioni al sud del continente africano, di specie di Nephila; dopo a quella del 1978 e quella del 2003 gli studiosi ora hanno dichiarato di averne trovata una nuova specie. La scoperta, che è stata pubblicata sulla r ivista scientifica "Plos one", descrive la Nephila Kolaci come il ragno femmina più grande del mondo. In contrasto invece Kuntber e Coddington hanno dimostrato che il maschio non cresce di molto,ma rimanendo circa cinque volte più piccolo rispetto alla propria compagna, sembra quasi ’una miniaturà. «I nostri dati suggeriscono che la specie sia estremamente rara - ha commentato Coddington - temiamo però che possa essere in pericolo perchè i luoghi dove è stata rilevata, il Maputaland e Madagascr, rientrano entrambi in punti caldi di "biodiversità in pericolo"». NB: immagine tratta dal sito Heute.at |
LA PROVINCIA PAVESE 22 OTTOBRE 2009
Ateneo, la mosca transgenica invece degli insetticidi chimici
PAVIA. Una mosca transgenica potrebbe essere l’alternativa all’uso di insetticidi chimici. Come? Agendo direttamente sulla riproduzione della «mosca mediterranea della frutta». Ma si sta già pensando allo stesso studio per le zanzare. E’ la ricerca pubblicata da un gruppo di biologi dell’università di Pavia e di Gottingen e del dipartimento di stato del’agricultura americano. Grazie all’introduzione e alla stabilizzazione, nel genoma di questo insetto infestante, di un particolare sistema transgenico, si è riusciti a generare in laboratorio organismi geneticamente modificati che portano a un controllo biologico delle popolazioni di insetti nocivi. Si tratta di animali che portano nel proprio genoma un transgene capace di indurre la mortalità embrionale nella progenie. In pratica contribuiscono da soli alla riduzione delle popolazioni della specie. E questo potrebbe essere un’alternativa eco-compatibile agli insetticidi chimici. Questa ricerca è stata pubblicata su Pnas, Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, anche da un gruppo di biologi di Pavia. In università c’è infatti il laboratorio di Genetica molecolare degli insetti di interesse economico, guidato da Giuliano Gasperi e Anna Malacrida. Nel laboratorio lavora come ricercatrice anche Francesca Scolari, autrice dell’articolo appena pubblicato. SWISS INFO 22 OTTOBRE 2009
Trapianti: utero; tra 2 anni fattibile, ok test su conigli
LONDRA - Il trapianto di utero potrebbe essere una operazione fattibile nel giro di un paio d'anni, consentendo a molte donne, il cui utero è irrimediabilmente danneggiato, di portare a termine una gravidanza senza dover ricorrere a madri surrogate che portino avanti la gestazione al posto loro. AFFARI ITALIANI 22 OTTOBRE 2009
Salute, entro due anni trapianto dell'utero
Entro due anni, sarà possibile eseguire con successo il primo trapianto di utero in grado di portare a termine una gravidanza. Lo ha annunciato un team di ricercatori britannici del 'Royal Veterinary College' che ha presentato lo studio alla conferenza della 'Societa' Americana di medicina riproduttiva' ad Atalanta. Gli esperti, secondo quanto riferito dalla Bbc, sono riusciti a trapiantare un utero in grado di essere irrorato con l'afflusso di sangue necessario per portare a termine la gravidanza ed evitare il rigetto.I ricercatori hanno sperimentato il trapianto su cinque conigli con una nuova tecnica che collega l'utero con i maggiori vasi sanguigni inclusa l'aorta. Due degli animali sono vissuti per 10 mesi e gli esami eseguiti dopo la morte hanno indicato che i trapianti hanno avuto successo. Il prossimo passo dello studio, ha riferito Richard Smith, chirurgo ginecologo dell'Hammersmith Hospital, sara' di sperimentare la fecondazione assistita sui conigli dopo il trapianto di utero. La ricerca potrebbe costituire in futuro un'alternativa alla pratica dell'utero in affitto, largamente diffusa in Gran Bretagna, dove vi ricorrono oltre 200 donne ogni anno. Un trapianto di utero sulla donna fu tentato per la prima volta nel 2000 in Arabia Saudita ma l'organo, ottenuto da un donatore vivo, fu rigettato tre mesi dopo. Il motivo, secondo Smith, e' che non era stato irrorato di sangue con un collegamento alle arterie e ai vasi sanguigni, come prevede la nuova tecnica. APCOM 22 OTTOBRE 2009
Trapianto di utero: forse possibile entro due anni
Sperimentato con successo su dei conigli |