22 AGOSTO  2009

ROMAGNA NOI
22 AGOSTO 2009
 
Trovate i killer del capriolo
L’Apas presenta denuncia contro ignoti. Gendarmeria: "Indagini in corso"
 
SAN MARINO - “Si teme che l’atto di uccisione volontaria, ben lungi da qualsiasi sentimento di piètà….verso l’animale ferito, sia stato compiuto da un team di persone che ben si conoscono ma che semplicemente tendono a confondere le acque per non consentire di giungere alla conclusione dell’indagine e punire i colpevoli ai sensi della Legge n. 101 25/07/03”, annuncia l’Associazione Sammarinese Protezione Animali (Apas).
“L’uccisione a bastonate del capriolo, non è passata inosservata nel circondario e numerose lettere di protesta e di sostegno all’Associazione, che martedì 18 agosto ha sporto denuncia contro ignoti, fornendo altresì elementi utili all’indagine, sono giunte per sollecitare la cattura dei responsabili”. In particolare l’Enpa, sez. di Rimini, unitamente all’Apas ha attivato una petizione nazionale affinché la vicenda abbia il giusto risvolto in termini di legge. L’Apas conferma la propria disponibilità “a costituirsi parte civile nel processo contro gli assassini del capriolo e ringrazia di cuore il Segretario alla Giustizia Augusto Casali, che ha esortato tutte le forze dell’ordine perché si faccia piena luce sull’accaduto e si risalga ai responsabili”.
Intanto ieri sembrava ormai certa l’identificazione di uno dei responsabili, ma dalla Gendarmeria non lasciano trapelare conferme, se non un deciso: “Le indagini sono in corso”. E le indagini, stimolate anche dal Segretario Casali, sono veramente in atto, tanto che segnalazioni e testimonianze, come riporta anche L’Apas stanno finalmente arrivando. Di certo c’è che il caso ha sollevato non poche polemiche e i responsabili, ovunque siano, forse iniziano a preoccuparsi di quanto gli verrà prima o poi contestato.

TARGATO CN
22 AGOSTO 2009
 
Cervere (CN): individuati ragazzi che diedero fuoco a un gatto
 
Cervere (CN) - I carabinieri della Stazione di Cervere hanno, in questi giorni, concluso le indagini riguardanti un triste episodio di maltrattamento ed uccisione di animali verificatosi in P.zza San Sebastiano di Cervere.
In un pomeriggio di aprile, infatti, tre ragazzi, dopo aver preso a calci ed a bastonate un povero gatto, gli hanno dato fuoco utilizzando del liquido infiammabile, così uccidendolo.
L'episodio, non passato inosservato ad alcune bambine della scuola elementare, aveva suscitato grande indignazione ed aveva così imposto anche al personale docente di intervenire per far riflettere gli studenti sul dovere di rispettare gli animali, sull'esigenza di avere comportamenti responsabili e sulle conseguenze di azioni così spregevoli.
Nel frattempo, acquisita la denuncia della parte offesa, una signora anziana del posto, sono state assunte le prime testimonianze e, raccolti gli oggettivi riscontri probatori, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Torino due diciassettenni (di Fossano e di Cervere) e un sedicenne (di Cervere) per il reato di maltrattamento ed uccisione di animali, che prevede la pena della reclusione sino a 18 mesi.
I genitori dei minorenni coinvolti, conseguentemente, sono stati convocati in caserma ed informati di quanto accaduto.

IL TIRRENO
22 AGOSTO 2009
 
Killer dei gatti colpisce a Buti proiettile in testa ad un micio
 
BUTI (PI). C’è un killer dei gatti anche a Buti, oltre che in Versilia come è emerso in questi giorni. Ne è sicura Antoneta Dimitrova, che abita a Buti, in via Mariannini.  «Ho trovato uno dei miei gatti ucciso per strada - racconta la donna -. Ho capito subito che non era stato investito da una macchina e poi abbandonato nella strada del centro storico».  Il micio aveva una ferita alla testa, compatibile con quella che potrebbe causare un’arma. La cittadina, da tutti conosciuta in paese per il suo amore verso i gatti, ha fatto di più. Ha voluto sapere con certezza cosa era successo al suo gatto. «Sono andata da un veterinario a Fornacette e, dopo l’autopsia, ho avuto le risposte che cercavo. Il gatto è stato ucciso da un proiettile che lo ha raggiunto in mezzo alla testa. Sono rimasta sorpresa e amareggiata da questo fatto. Le radiografie hanno mostrato subito che si trattava di una ferita d’arma. È stato anche recuperato il proiettile sparato con una pistola o una carabina ad aria compressa. Sono veramente indignata e voglio che tutti sappiano cosa è successo».  Dimitrova, che non è la prima volta che si trova a denunciare violenze sugli animali, si è poi rivolta all’associazione Dav intenzionata a denunciare il caso. «Siamo di fronte all’ennesimo atto di inciviltà e di violenza gratuita - dice il presidente dell’associazione Alessio Giani - che non può essere altro che stigmatizzato dalla comunità di Buti».  Giani promuove una taglia di 500 euro affinché vengano forniti elementi utili a individuare l’autore dell’inqualificabile gesto.  «Confido nella professionalità delle autorità competenti che seguiranno il caso - dice Giani -. La situazione delle colonie feline sta degenerando, in quanto non ci sono piani di intervento per il contenimento, se non da parte dei volontari impegnati quotidianamente in tal senso».  Un appello accorato viene inviato dalla Dav a tutti i cittadini affinché aiutino a individuare, anche con segnalazioni, l’autore della violenza. Alle autorità l’associazione chiede di vigilare «su chi ritiene legittima la persecuzione degli animali».

IL TIRRENO
22 AGOSTO 2009
 
Due taglie da mille euro per scoprire i barbari che uccidono cani e gatti
 
Antonio Scuglia
 
PISA. Cani e gatti, si sa, di solito non vanno d’accordo. Ma c’è qualcuno che ama entrambe queste razze di amici dell’uomo, e non riesce a trattenere la propria rabbia quando vede che sono maltrattati o uccisi.  E’ il caso di Gabriella Gentili, ex titolare della Gentili Farmaceutici ed ex proprietaria del Pisa Calcio. Lei vive con un gran numero di gatti, e molti altri li assiste con donazioni ai rifugi. E suo figlio Maurizio ha fatto il suo cane Gunther, sette anni fa, presidente onorario del Pisa, ma soprattutto ha dato il suo nome alla multinazionale dello spettacolo e dei media che poche settimane fa ha rilevato il 30% dell’Unità.  Gabriella Gentili non si dà pace, da quando ha letto dei cani avvelenati a Filettole (Pisa) e dei gatti vittime di un cecchino a Viareggio. E ieri ha deciso di scendere in campo, nel suo modo irruento: «Spero che le persone che hanno commesso questa barbarie finiscano in galera. E metto una taglia, anzi due, da mille euro, a favore di chi farà catturare l’assassino di Filettole e l’assassino di Viareggio. Perché questo e nient’altro, sono: assassini di poveri animali indifesi e incapaci di odiare». Con una precisazione: «Pagherò quando li vedrò in galera». O almeno condannati, perché la pena per l’uccisione di animali arriva a 18 mesi di carcere, e se uno non ha già condanne pendenti se la cava quasi certamente con la condizionale.  A Filettole l’assassino dei cani ha già colpito almeno tre volte, fra giovedì e venerdì della settimana scorsa, usando la metaldeide, veleno presente nella cosiddetta Lumachina. Due sono sopravvissuti (uno dopo una difficile operazione), uno è morto. E il paese è sul piede di guerra contro il maniaco.  A Viareggio il serial killer che odia i gatti colpisce il mercoledì sera, sceglie diverse località della Versilia e la sua arma è un fucile da caccia. Ora chi li vedesse in azione, o li conoscesse, ha un motivo in più per denunciarli, anzi mille.

IL TIRRENO
22 AGOSTO 2009
 
Killer dei gatti: c'è una taglia
 
Antonio Scuglia
 
VIAREGGIO (LU). Gabriella Gentili, ex titolare della Gentili Farmaceutici ed ex proprietaria del Pisa Calcio, è una delle imprenditrici più importanti della nostra regione. Vive con un gran numero di gatti, e molti altri li assiste con donazioni ai rifugi. E suo figlio Maurizio Mian ha dato il nome del cane Gunther alla multinazionale dello spettacolo e dei media che poche settimane fa ha rilevato il 30% dell’Unità.  Gabriella Gentili non si dà pace, da quando ha letto dei cani avvelenati a Filettole (Pisa) e dei gatti vittime di un cecchino a Torre del Lago e Massarosa. E ieri ha deciso di scendere in campo, nel suo modo irruento: «Spero che le persone che hanno commesso questa barbarie finiscano in galera. E metto una taglia, anzi due, da mille euro, a favore di chi farà catturare gli assassini di Filettole e della Versilia. Perché questo e nient’altro, sono: assassini di poveri animali indifesi e incapaci di odiare». Con una precisazione: «Pagherò quando li vedrò in galera». O almeno condannati, perché la pena per l’uccisione di animali arriva a 18 mesi di carcere, e se uno non ha già condanne pendenti se la cava quasi certamente con la condizionale.  A Viareggio il serial killer che odia i gatti colpisce il mercoledì sera, sceglie diverse località della Versilia e la sua arma è un fucile da caccia. Ora chi li vedesse in azione, o li conoscesse, ha un motivo in più per denunciarli, anzi mille.

LA NUOVA SARDEGNA
22 AGOSTO 2009
 
Alà dei Sardi (OT), strage di animali
 
Alà dei Sardi (OT) - Da qualche mese ad Alà dei Sardi un misterioso uccisore (o avvelenatore) di gatti, cani e uccelli agisce indisturbato nella zona tra via Genova, via Piemonte e le nuove case popolari. Questa inqualificabile persona ha fatto piazza pulita di almeno il 70% della popolazione di gatti e cani della zona, sia domestici, sia randagi. Mentre i gatti non hanno mai fatto (e non fanno) ritorno nelle case e sono letteralmente scomparsi nel nulla, numerosi cani sono visibilmente morti avvelenati in agonia. In quanto ai volatili, da un po’ di tempo nella zona si assiste ad una pioggia ‘biblica’ di corvi, cornacchie e altri volatili grandi e piccoli, ritrovati di continuo nei cortili, giardini e per le strade, come si suol dire ‘morti stecchiti’.  Al di là della valenza affettiva degli animali uccisi, della crudeltà inaccettabile e delle azioni illegali di questa persona, se il misterioso avvelenatore sparge in giro per prati, giardini e spiazzi bocconi di cibo intriso di chissà quale veleno, non si può escludere un pericolo per i bambini della zona, che giocando potrebbero raccogliere e assaggiare i bocconi con conseguenze a dir poco tragiche.  Nella speranza che le indagini facciano il loro corso in seguito alle segnalazioni, voglio esortare gli abitanti di Alà, in particolare della zona suddetta, a riferire senza indugio ai Carabinieri, ai Forestali e alle autorità, locali e non, qualsiasi comportamento sospetto notato in persone che abitano nella zona delle uccisioni, e a denunciare qualsiasi fatto -relativo a questi crimini- di cui siano a conoscenza, come segno di civiltà.  Alla persona autrice di queste stragi voglio invece augurare la punizione che merita. Lettera firmata Alà dei Sardi

IL CENTRO
22 AGOSTO 2009
 
Polli morti sull'A25, multe e Tir sequestrati
 
Claudio Lattanzio
 
SULMONA (AQ). Diciotto sanzioni amministrative, due camion messi sotto sequestro e una dettagliata informativa alla Procura che dovrà valutare l’esistenza di eventuali responsabilità penali. E’ un conto salato quello presentato all’azienda che giovedì mattina ha disperso, durante il trasporto in discarica, migliaia di polli in putrefazione lungo l’autostrada.  A notificarlo gli agenti della polizia stradale di Pratola Peligna, coordinati dal comandante Marcello Roselli , che per tutta la giornata di giovedì hanno lavorato, insieme al personale della Asl Avezzano-Sulmona e ai vigili del fuoco, per riportare sicurezza e salubrità nel tratto dell’autostrada dei Parchi, tra la Valle Peligna e la Marsica. Nello stesso tempo gli agenti hanno notificato sanzioni che per ogni violazione vanno dai 200 ai 4mila euro. Tutte contestazioni alla ditta di Latina incaricata di smaltire i 180mila polli morti nei giorni scorsi nell’allevamento di Civitaquana, nel Pescarese, controllata dalla Amadori. La morte dei volatili è stata causata da un guasto all’impianto di areazione, che ha tolto l’ossigeno agli animali causandone la morte per asfissia. La ditta con sede a Latina doveva appunto caricare il pollame e trasportarlo in un’apposita discarica autorizzata allo smaltimento di rifiuti speciali.  Durante il trasporto, anche a causa del caldo torrido di questi giorni, il pollame è andato in putrefazione, provocando l’apertura degli sportelloni dei cassoni dei camion e la conseguente tracimazione della carne che è finita sulla carreggiata dell’autostrada.

MESSAGGERO VENETO
22 AGOSTO 2009
 
La Sagra dei osei è una sofferenza per gli animali
 
SACILE (PN). La Sagra dei osei una festa della natura? La Lega per l’abolizione della caccia del Friuli Venezia Giulia non ci sta. E lo spiega attraverso una serie di immagini (visibili anche su youtube) che dimostrano il contrario. «La Sagra dei osei – aveva detto il sindaco di Sacile, Roberto Ceraolo alla vigilia della kermesse – è una grande tradizione, che si rinnova adeguandosi, inevitabilmente, al mutare del contesto sociale e culturale, ma rimane una grande festa della natura e non certo una barbarie». Un’affermazione, secondo la Lac, che lascia «sconcertati. Non resta che chiedersi – afferma l’associazione in una nota – dove fosse il sindaco mentre migliaia di animali se ne stavano rinchiusi in minuscole gabbie con il caldo torrido, insopportabile per le stesse persone». Posto che al sindaco «sono sfuggite certe esemplari immagini, divulghiamo le foto scattate domenica 16 agosto, auspicando che lo stesso non ritrovi la festa della natura nei coniglietti, ammassati uno sull’altro, che alle 14 invocano fresco ed aria, o nei pappagalli che non possono nemmeno mettere le zampe sul posatoio per mancanza di spazio, oppure nel merlo che, al posto delle piume, ha sul capo una grande crosta». La Lac, infine, invita «i cittadini di Sacile che ancora si ostinano a volere questo tipo di sagra, fortunatamente la minoranza, ad osservare questi animali e a domandarsi se tutto ciò non debba finire».

LA NUOVA SARDEGNA
22 AGOSTO 2009
 
Strade killer per i cuccioli
 
SANT’ANTONIO (OT). La strage di animali selvatici e domestici, sulle strade della Gallura, è in progressivo aumento. Non c’è tratto di strada dove non si trovino le carcasse di tartaruga, volpini, lepri o gatti travolti, durante la notte, dalle auto. I cuccioli di animali, che escono dalle tane seguendo i genitori, nell’attraversare la carreggiata restano schiacciati sotto le ruote di mezzi pesanti o delle auto, i cui conducenti, nell’incrociare altri veicoli, poco possono fare per evitare l’impatto. Con grande soddisfazione per falchi e cornacchie, che attendono l’alba per banchettare.

SICILIA INFORMAZIONI

22 AGOSTO 2009

 

Catania, animali nutriti con spazzatura
Denunciati quattro allevatori

 

Catania - Circa 150 tra capi di bestiame ed animali da cortile nutriti con spazzatura ed abbeverati con acqua di fogna in un'area di circa 50 ettari nella periferia sud di Catania sono stati sequestrati dai Carabinieri del Noe. Quattro allevatori, T. C., di 46 anni, D. P., di 64, e C. S., di 40, e M. G. di 35, sono stati denunciati per invasione di terreni, pascolo abusivo, maltrattamento di animali ed abusivismo edilizio. Indagini sono in corso per accertare se gli animali erano destinati alla macellazione e alla vendita nelle macellerie. Gli animali - cavalli, pecore, capre, maiali, galline e oche - sono stati trovati in pessime condizioni igienico-sanitarie e la maggior parte era priva di marchiatura o etichetta identificativa. L'area, in località Pantano d'Arci, alle spalle dell'aeroporto, è di proprietà del comune di Catania. E' stata controllata anche una macelleria di via Palermo gestita da uno dei denunciati, che è stata sequestrata e chiusa perché priva di autorizzazioni.


LA VOCE DI ROMAGNA
22 AGOSTO 2009
 
Ancora sul cane a cui è stato negato il chip
Il randagismo si combatte col cervello
 
Ho letto con stupore la lettera in cui la lettrice Carla Gentili attacca l'Ausl e il canile locale. Mi pare anche di intravedere una certa confusione tra le disposizioni che riguardano i cani randagi e quelle che concernono le colonie feline: i cani randagi devono essere catturati, microchippati e registrati in anagrafe canina a nome del Comune nel quale sono stati rinvenuti e possono essere dati in adozione - sani o con le prescrizioni necessarie in caso di malattie non contagiose - a persone che si presentano in canile, che vengono informate sul carattere e sullo stato sanitario del cane e firmano il regolare modulo di affido accettando i controlli necessari a garantire il reale buon fine dell'adozione. I gatti delle colonie feline possono essere catturati solo per la sterilizzazione e le eventuali cure necessarie e poi devono essere reimmessi nel loro territorio. A me pare di aver compreso che il cane proveniente dal Sud Italia non fosse microchippato, non avesse un foglio di affido e un libretto sanitario debitamente firmato da un veterinario del luogo di provenienza e fosse, per giunta malato, tanto che la famiglia non lo ha più voluto e lo ha restituito alla associazione che lo aveva fatto arrivare in aereo. Sono convinta che molte Asl non siano perfettamente in sintonia con i desideri dei vari animalisti, ma sono anche convinta che troppe associazioni non conoscano le leggi e dunque agiscano spinte da un pressapochismo sentimentale che non migliora affatto la situazione randagismo nel nostro Paese, ma piuttosto lo spalmi sul territorio. Il randagismo si combatte col cervello sterilizzando al massimo tutti i randagi
Franacarita Catelani - Presidente dell'associazione di volontariato Una Cremona Onlus
 
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Meglio sterilizzare i cani che specularci sopra
 
Cari amici di Forlì,
la mia pluridecennale esperienza mi ha insegnato che il randagismo si combatte lavorando bene ed ottenendo la fiducia dei veterinari sia privati che Asl e dei Comuni. Nella mia città le cose stavano andando benissimo, il randagismo era calato ai minimi storici, il maggior numero dei pochi cani trovati vaganti poteva essere restituito alla famiglia perchè microchippato (abbiamo fatto anche giornate dedicate alla microchippatura gratuita in collaborazione con il Comune e la Asl ottenendo un grande successo) fino a quando...
Fino a quando non sono iniziati gli appelli pietosissimi online e sui giornali di 38 cuccioli che dovevano morire di fame, 27 cuccioli a rischio di uccisione, ecc. ecc. Appelli ad opera di persone anche appartenenti a grosse associazioni. Cosa è avvenuto?
1 - che i cani ricoverati nei nostri rifugi non venivano più adottati perchè non sempre si tratta di cuccioli.
2 - che nelle vie si trovano cani cuccioli sprovvisti di microchip
Noi pensiamo che tutto il denaro profuso in trasporti (in treno, auto con autostrada, aereo, nave) per mezzo di staffette, andrebbe veicolato alle sterilizzazioni. Mentre invece abbiamo la netta sensazione che si vogliono i nati per continuare ad avere animali da offrire... Insomma questi comportamenti non fanno bene ai randagi, non migliorano la situazione randagismo ma forse lo moltiplicano trasmettendo ovunque anche malattie ignote ed è ora che qualcuno abbia detto BASTA!
Cordiali saluti
Elena Meniconi - Presidente dell'Associazione animalista Livorno

ADN KRONOS
22 AGOSTO 2009
 
La maggior parte dei capi di bestiame erano privi di qualsiasi marchiatura o etichetta identificativa
Polli e maiali allevati in una discarica nel catanese: maxi sequestro dei Carabinieri
 
 
Catania - I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico hanno sequestrato circa 150 capi di bestiame e animali da cortile e un'area di circa 50 ettari di proprieta' del comune di Catania sito in localita' Pantano d'Arci alle spalle dell'aeroporto Fontanarossa nella quale tre allevatori abusivi avevano avviato al pascolo i loro animali e realizzato una serie di costruzioni abusive. Parte dell'area in questione ospitava una vecchia discarica comunale da anni dimessa.
L'attivita' e' stata avviata dopo la segnalazione dei Carabinieri del 12° Nucleo Elicotteri di Catania. I militari dell'Arma hanno cosi contastato che cavalli, pecore, capre, maiali, galline e oche erano tenuti insieme in pessime condizioni igienico sanitarie, alimentati con avanzi recuperati dalla spazzatura ed abbeverati con acqua prelevata da un canale fognario della vicina area industriale, inoltre la maggior parte dei capi di bestiame erano privi di qualsiasi marchiatura o etichetta identificativa.
A conclusione degli accertamenti, i Carabinieri hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Catania quattro persone responsabili di invasione di terreni, pascolo abusivo, maltrattamento di animali ed abusivismo edilizio.I controlli dei Carabinieri del NOE, ritenendo che gli animali sequestrati potessero essere utilizzati per la macellazione e commercializzazione, con la collaborazione dei colleghi del Nucleo Antisofisticazione e Sanita' e con i veterinari dell' Ausl di Catania, sono stati estesi anche a una macelleria gestita da uno dei denunciati, che e' stata sequestrata e chiusa poiche' priva di autorizzazioni, mancanza dei diritti igienico sanitari e per macellazione clandestina. All'interno della bottega sono stati trovate le carcasse di alcuni animali privi dei documenti per la tracciabilita' e prodotti caseari.

IL PICCOLO
22 AGOSTO 2009
 
Cagnetta e padrone cacciati dal treno
 
CERVIGNANO (UD) -  Scaricati dal treno a Portogruaro e costretti a rinunciare alla vacanza a Roma perchè sprovvisti del certificato di iscrizione all’anagrafe canina della loro cagnolina Shih-Tzu. È successo a Luciano Figelli, 66enne, triestino che risiede a Terzo di Aquileia, e alla sua consorte, venerdì scorso, alla vigilia di Ferragosto, quando sono stati messi alla porta dell’Intercity su cui erano saliti a Cervignano alle 22.33 e che li doveva portare alla città eterna. Invece, il viaggio è durato lo spazio di una discussione con due funzionari di Trenitalia, che hanno ritenuto insufficiente la documentazione esibita da Figelli: regolari biglietti per lui e la moglie, biglietto apposito per la cagnolina- Mimì, di 11 anni- e il libretto sanitario della bestiola per assicurare sulle sue condizioni igienico sanitarie. Mancava il certificato di iscrizione all’anagrafe. Quindi, giù dal treno, alle 23.06, con bagagli annessi, i signori Figelli e la cagnolina, e forzati ad attendere per circa un’ora un convoglio che li riportasse a Cervignano, mandando in fumo la prospettiva di trascorrere il week end clou dell’estate a Roma. Un episodio che ha molto irritato il 66enne abitante di Terzo, che si sfoga: «Io ho 5 bypass- incalza- e un’invalidità al 70%. Avevo fatto tutto il possibile per poter viaggiare portando anche la cagnolina. Dopo tutto questo, hanno allontanato me e mia moglie, con tutte le valigie, su un binario, in piena notte, esponendoci anche a rischi per la nostra incolumità». Figelli spiega quanto fosse stato scrupoloso nell’acquisto dei tagliandi: «L’8 agosto ho preso i biglietti per me e mia moglie in biglietteria a Cervignano. Ho chiesto cosa servisse per trasportare la mia cagnolina, che ho descritto. Mi è stato risposto che, visto che la bestiola è di piccola taglia (pesa circa 5 chili), non era necessario alcuna carta. Per mia premura, il giorno dopo sono tornato in biglietteria e ho comprato un tagliando anche per la mia Shih- Tzu. Ho nuovamente chiesto se fosse opportuno dotarsi di altri documenti, ma mi è stato assicurato che non serviva nulla. Quindi sono salito sul treno, venerdì scorso, sereno». Ma le cose si sono subito messe male, spiega ancora Figelli: «Da subito il responsabile del vagone letto ha detto che senza il certificato di iscrizione all’anagrafe canina non poteva accettare il cane. Ho garantito che avrei fatto io un’autocertificazione, e avrei provveduto a mandare tutto il materiale mancante via fax appena possibile. Il responsabile del vagone si è consultato con un collega ma, alla fine, mi hanno pregato di scendere dal treno». L’uomo conclude: «Chiedo come minimo il rimborso del viaggio. Erano 20 anni che non viaggiavo in treno e ne passeranno altrettanti prima che ci metta nuovamente piede. Oltretutto, per capire lo stato di salute di un animale è il libretto sanitario a fare testo».

TUSCIA WEB
22 AGOSTO 2009
 
Carabinieri Nas - Il titolare non era in possesso del registro di carico e scarico degli animali
SEQUESTRETAI 53 CANI DI RAZZA IN UN ALLEVAMENTO
 
Provincia di Viterbo - I carabinieri del Nas di Viterbo hanno eseguito un controllo in un allevamento di cani sulla strada Castiglione, culminato nel sequestro di una cinquantina di cani di razza.Il blitz è scattato la mattina del 17 agosto.I militari si erano recati all'allevamento per un semplice controllo. Ma hanno scoperto che il titolare, residente a cani, non aveva le dovute autorizzazioni. In particolare non era in possesso del registro di carico e scarico dei cani. E' stato quindi segnalato alle autorità competenti ed è scattato il divieto di vendita degli animali. I cani sequestrati sarebbero 53, tra boxer, carlini, bigol, shitzu e schnauzer.

SAVONA NEWS
22 AGOSTO 2009
 
Albenga (SV): distrutta la colonia felina di Enesi
 
Albenga (SV) - “Se il sindaco di Savona ha tolto le cucce della colonia felina delle scuole a Savona, perché non posso farlo anch’io qui?”
E’ il ragionamento che può aver fatto il malintenzionato che ha distrutto la colonia felina di regione Enesi ad Albenga, da tempo costruita dai Volontari della Protezione Animali guidati da Elena Cammilli.
Una casetta, contenente acqua e cibo per 10 felini già sterilizzati dai volontari dell'Enpa è stata distrutta.L’ENPA ha inviato un esposto-denuncia alla Polizia Municipale di Albenga, nella speranza che qualcuno possa fornire informazioni utili all'identificazione del responsabile. "Simili comportamenti - dichiara l'ente - rispecchiano quello di molti Sindaci della zona (Albenga e pochi altri esclusi) che, pur avendo dal 2000 tra i loro compiti istituzionali quello di difendere e soccorrere le colonie feline, se ne disinteressano e lasciano che se ne occupino, senza alcun aiuto, i Volontari".

IL TEMPO
22 AGOSTO 2009
 
La situazione del randagismo a Roma è molto grave.
Ogni giorno il telefono amico di Aidaa riceve dalle 12 alle 25 segnalazioni al relative all'avvistamento di cani vaganti in città e in periferia.
 
Roma - A questi vanno aggiunte almeno altre 10-12 segnalazioni di ritrovamenti di cani randagi nella capitale che vengono soccorsi e provvisoriamente gestiti da volontari di diverse associazioni Animaliste, in attesa di trovare loro una nuova casa. Dal 1° luglio al 15 agosto complessivamente dalla capitale Aidaa ha ricevuto oltre 800 segnalazioni di cani abbandonati e vaganti, e tra esse molte si riferiscono a cucciolate abbandonate lungo le strade della capitale. L'ultimo caso di ieri riguarda il ritrovamento di un cane legato sul grande raccordo anulare. «È dalla fine del 2008 che a Roma i canili pubblici non ricevono più cani se non in caso di animali feriti o sottoposti a sequestro - dice il presidente di Aidaa Lorenzo Croce - Lo stesso dicasi per le catture degli animali vaganti che di fatto sono sospese. La situazione del randagismo nella capitale è grave». «Tra le segnalazioni che riceviamo - aggiunge Croce - ce ne sono diverse provenienti dalla prima cintura periferica che riferiscono di branchi di cani selvatici che si spostano in zone cittadine creando in alcuni casi anche situazioni di disagio alla popolazione dell'urbe. Mi chiedo se per affrontare in maniera risolutiva la questione del randagismo a Roma sia necessario - conclude Croce - attendere che accadano fatti come quelli già tristemente visti ultimamente in Sicilia».

IL TIRRENO
22 AGOSTO 2009
 
Palio, tutti contro le nuove regole
 
FUCECCHIO (FI). «Correre un Palio senza poter utilizzare il morso al cavallo? Si rischia di mettere a repentaglio sia l’incolumità dei fantini sia quella del pubblico presente alla manifestazione». A Fucecchio non piace e fa discutere la nuova ordinanza ministeriale del sottosegretario al Welfare Francesca Martini «sulla disciplina di manifestazioni popolari pubbliche o private dove vengono impiegati equidi al di fuori degli impianti e dei percorsi ufficialmente autorizzati», che presto dovrebbe entrare in vigore e portare alla modifica di alcune norme nel regolamento dei palii.  Tutti favorevoli al rispetto della normativa antidoping, ma fermamente contrari all’abolizione del morso e del frustino in corsa. Qualche dubbio anche sulla presenza dell’ambulanza a bordo pista. «Senza utilizzare il morso - spiega Giuseppe Radice, presidente della contrada di San Pierino - credo sia impossibile poter correre. A Fucecchio abbiamo una pista con standard di sicurezza elevati e credo ci siano altre situazione al di fuori dei confini cittadini, che meritano maggiore attenzione. Detto questo ribadisco anche che è necessario un maggiore impegno da parte delle istituzioni locali per far crescere la nostra corsa».  A Radice fa eco il presidente di Querciola Luca Allegri. «Il morso è indispensabile per poter guidare un cavallo - dice - e non vedo che margini ci possano essere senza l’utilizzazione di questo strumento. Ricordo che alcuni anni fa un celebre fantino, Poliaga, riusciva a guidare il cavallo senza morso. Ma in quel caso specifico si trattava di gare ad ostacoli. Qua, invece, la velocità è nettamente più elevata. Per quanto riguarda la possibilità di limitare il frustino se ne può sicuramente discutere. Negli ultimi anni, però, non abbiamo mai visto un’utilizzazione impropria di questo strumento». La nuova normativa prevede anche pene più severe per chi maltratta gli animali. «Giustissimo - conclude il presidente arancioverde - ma nelle contrade il cavallo è coccolato come fosse una persona. Non credo che questo possa essere rimproverato a nessuno».  Stesso parere per il capitano di Querciola Gino Colibazzi. «Togliere il morso è un provvedimento ridicolo - continua - e anche il frustino che viene utilizzato in corsa ha delle caratteristiche tali da non danneggiare gli animali. Per quanto riguarda l’ambulanza per il cavallo ho qualche perplessità, visto che ogni contrada ha già un proprio veterinario. E ben tre sono presenti in pista durante la corsa».  Una pista, quella fucecchiese, che secondo gli addetti ai lavori ha degli standard di sicurezza quasi paragonabili agli ippodromi. «La nostra Buca d’Andrea - dice il capitano di Massarella David Giuggiolini - non è un ippodromo, ma ha degli standard di sicurezza sono molto alti. Per quanto riguarda la questione del doping credo vada combattuto e siamo tutti d’accordo. Ma a Fucecchio i controlli ci sono. E ogni contrada ha un proprio veterinario che segue i cavalli. Sul frustino mi limito a dire che forse è meglio una piccola frustata che utilizzare il doping».

IL TIRRENO
22 AGOSTO 2009
 
Canile alla Botte «Grosso errore»
 
FOLLONICA (GR). L’Enpa protesta contro la decisione di costruire un nuovo canile. Il bando di affidamento dei lavori per questa nuova struttura, appartiene al comune di Scarlino.  Seicento mila euro questo l’importo per il nuovo canile che dovrebbe sorgere nella zona della Botte. Ma gli amanti degli animali si ribellano, prima di tutto perché tenuti all’oscuro di tale intenzione.  «In maniera del tutto incidentale abbiamo appreso che le amministrazioni del comprensorio intendono costruire un canile alla Botte» dichiara Licia Cappellini, presidente Enpa della sezione Follonica «Che degli enti locali scelgano di destinare attenzioni e risorse alla tutela degli animali potrebbe sembrare un fatto positivo.  Potrebbe però anche non essere affatto così. Se per esempio la localizzazione del canile fosse la meno adatta a tale scopo, se la ratio dell’operazione sfuggisse ad ogni logica, e se non esistesse confronto alcuno con i cittadini e con le associazioni di protezione degli animali».  L’Enpa follonichese contesta il luogo dove si è scelto di costruire la nuova struttura: l’area è secondo uno studio dell’Università di Pisa, a parer loro, endemica per la Leishsmaniosi. Una zona a rischio per la salute dei cani. «Il canile compreso in una arida striscia di terreno, senza alberi né siepi, tra la statale e la ferrovia, al margine della zona industriale, non potrà ospitare che 120 cani, ma la necessità del territorio varia da 200 e 220. Cosa si intende fare del centinaio di cani in eccedenza?».

LA NUOVA SARDEGNA
22 AGOSTO 2009
 
Aggredito dai maiali
 
VALLEDORIA (SS). E’ vivo grazie al tempestivo intervento di un amico l’allevatore di Valledoria assalito nella porcilaia dai suoi maiali mentre era intento a dar loro da mangiare. Spinto per terra da uno degli animali e con ferite alle braccia, l’uomo è stato liberato dall’amico intervenuto con una spranga nel recinto.
 
VALLEDORIA (SS). E’ vivo per miracolo, ma soprattutto per il tempestivo intervento da parte dell’amico del cuore, l’agricoltore-allevatore di Valledoria assalito nella sua porcilaia dai suoi maiali mentre era intento a dar loro da mangiare. L’uomo di cinquant’anni di età, esperto conoscitore della campagna e degli animali che alleva, era entrato nella porcilaia, come era solito fare ogni sera.  Mentre era intento a sistemare il cibo nell’apposito contenitore, l’uomo è stato assalito alle spalle da uno dei suoi maiali.  L’animale con tutta la forza in suo possesso lo ha fatto cadere e una volta rotolato per terra, l’uomo, che indossava un paio di ciabatte, non è riuscito più ad alzarsi per la furia estrema dell’animale che non mollava più la sua preda.  L’amico dell’allevatore, per fortuna era a due passi da dove si stava consumando l’aggressione, dopo qualche secondo di esitazione (prima di intervenire ha cercato un attrezzo che potesse mettere in fuga il maiale) ha cercato di bloccare la furia dell’animale.  Nel frattempo però anche gli altri tre maiali della porcilaia hanno assalito il pover’uomo stramazzato al suolo senza più forze per reagire. «Mi sono sentito perso - dirà l’uomo ai suoi amici dopo lo scampato pericolo - ho visto la morte in faccia. Devo la vita al mio amico. Se non fosse stato per lui ora non sarei qua a raccontare l’accaduto».  Intanto, l’amico una volta riuscito a trovare nelle vicinanze e per fortuna, una spranga di ferro, con grande coraggio è entrato nella porcilaia e con determinazione ha affrontato i quattro animali oramai decisi ad addentare il povero allevatore ormai rassegnato al suo destino.  Si è lottato per un po’ all’interno della porcilaia, prima che l’amico avesse la meglio contro le quattro bestie sempre più aggressive e fermamente intenzionate a pregustare le carni del giovane valledoriano.  Provvidenziale per allontanare gli animali è stato il colpo alla testa ben affibbiato da Armando a uno di loro. Questo ha fatto si che gli altri tre desistessero dall’aggressione. Immediatamente il giovane allevatore, sotto shoc è ferito in varie parti del corpo, è stato trasportato alla guardia medica di Valledoria.  Il medico di turno dopo avergli prestato le prime cure ha però disposto che l’uomo si recasse urgentemente al pronto soccorso dell’ospedale civile di Sassari per escludere che vi fossero delle complicazioni a causa dei diversi ematomi che l’agricoltore aveva riportato in varia parti del corpo. Per fortuna la diagnosi fatta dai medici dell’ospedale di Sassari ha escluso complicazioni agli organi interni. Quindi l’agricoltore se l’è potuta cavare un quattro punti di sutura al polso sinistro, e diversi giorni di riposo.  Intanto in paese dopo che la notizia si è divulgata è stato un susseguirsi di visite a casa della famiglia dell’agricoltore.

LA GAZZETTA DI MODENA
22 AGOSTO 2009
 
Campione a quattro zampe
 
Modena - Lui, il titolo europeo l’ha vinto al primo tentativo, senza se e senza ma, portando a termine il percorso in maniera fenomenale. Un modenese da esportazione, con un risultato che tutti gli appassionati ci invidiano, da Lisbona a Mosca. Peccato che non ci fossero riflettori e telecamere. Perchè Legolas, autentico campione con tanto di “pedigree”, è un modenese a quattro zampe che all’arrivo ha ricevuto gli abbracci dell’allenatrice e della proprietaria oltre agli applausi degli spettatori. Nei giorni scorsi, tra i prati verdi di Marianske Lazne (Repubblica Ceka), un levriero afghano nato a Savignano e allenato spesso a Marano, ha centrato nel campionato di cursing un risultato impensabile nella ristretta cerchia degli appassionati. E’ arrivato sul podio più alto a dispetto della sua statura, perchè prima di lui non c’era gara se non per cani di taglia più contenuta. Entusiasta la proprietaria dell’allevamento dov’è nato e cresciuto, la modenese Tiziana Azzolini, e la proprietaria Anna Foresto. «Quando ho visto le sue prestazioni in campo non riuscivo a crederci - dice ancora commossa la Azzolini - Dopo tanto lavoro e tanto entusiasmo ci ha ripagato nel migliore dei modi».  Sentimenti eccessivi? Non scherziamo. «L’ho allattato col biberon - prosegue la Azzolini - l’ho seguito sin dai primi passi quando era cucciolo, l’ho svezzato e gli ho dato i primi insegnamenti».  Il più frastornato nel trambusto è proprio il nostro levriero afghano che ha portato il tricolore in una specialità poco praticata in Italia.  A differenza delle normali corse di cani nei cinodromi, con appositi circuiti ad anello, il cruising si effettua nei prati con una macchinetta che traina un filo metallico alla cui estremità è legata la pelle di una lepre. Una specie di caccia insomma, ma senza animali a far da vittime, in cui i cani sono impegnati su pendenze e ostacoli vari per inseguire la loro preda. «E’ stato un risultato ottimo per tutta la rappresentativa nazionale - commenta l’avvocato modenese Gianpaolo Verna che pure ha seguito le gare - Grazie all’organizzazione del team sono stati raggiunti altri risultati di rilievo, con altri quattro ori: due per i greyhond e due per i Pli, i piccoli levrieri italiani».  Le ambizioni per il prossimo anno? Ovviamente bissare il successo.

IL CENTRO
22 AGOSTO 2009
 
Sette ore per catturare le anatre
 
di Pietro Lambertini 
 
PESCARA. Il trucco della pastura con l’insalata sull’erba non ha funzionato. «Eh, queste oche sono intelligenti», dice il custode Enzo Trabucco. Sette ore dopo, per prendere le anatre scampate al botulino sprigionato dal laghetto-fogna, è stato necessario il blitz sull’isolotto.  Il bilancio dell’operazione “salva anatre” eseguita ieri dice che sono state catturate nove oche, tutte trasferite all’Oasi di Penne per salvarle dal botulino, la tossina assassina che ha causato la morte di 39 animali su cinquanta. Per le altre due anatre che ieri sono sfuggite alle mani del custode Enzo Trabucco , il tentativo di prenderle sarà ripetuto lunedì alle 7,30 insieme agli addetti della cooperativa Cogecstre che gestisce l’Oasi di Penne. Per 48 ore, quindi, il laghetto della pineta d’Avalos sarà tutto loro: uno spazio d’acqua (putrida) di un ettaro per scorrazzare.   LA CATTURA. La trappola della pastura, per attirare le anatre fuori dal laghetto e prenderle con una rete da pesca, è fallita: «Queste oche sono intelligenti, sanno leggere e scrivere», queste le prime parole di Trabucco. Il piano B, dunque, è stato quello di piazzare la rete da pesca nei pressi dell’isolotto per alzare un muro alle anatre in fuga: così le oche sono state fermate, afferrate e messe in busta. Ma due esemplari, isolati dal branco, non si sono lasciati prendere: sono rimasti in acqua e così, per Trabucco, a bordo della solita barca senza remi che si sposta con una pala da giardinaggio, è stato impossibile avvicinarli.   IN QUARANTENA. I veterinari della Asl, dopo la cattura delle nove oche, hanno classificato gli animali e li hanno sottoposti a prelievo del sangue: i campioni verranno analizzati nei laboratori dell’Istituto zooprofilattico di Teramo per individuare l’eventuale presenza di patologie. Le nove anatre sfrattate dal laghetto sono state, dunque, portate a Penne dove vivranno in quarantena per escludere un probabile contagio con altri animali. Dall’acqua putrida del laghetto all’acqua limpida della riserva naturale pennese.   I TUBI OSTRUITI. Al via da ieri anche i controlli sugli impianti del laghetto: «Sono stati trovati ostruiti», spiegano gli assessori ai Lavori pubblici Gianni Teodoro e alla Tutela del mondo animale Carla Panzino , «sette bocchettoni realizzati, nel 2002, per l’ossigenazione dell’acqua. Quelle aperture verranno riattivate, quindi, chiederemo all’Arta di effettuare nuove analisi: se verrà confermata la presenza di clostridi svuoteremo l’area, in caso contrario, potremmo aver individuato la soluzione del problema». Ma sotto l’acqua del laghetto, lo strato di feci alto quasi un metro, accumulato in decenni d’abbandono, resta sempre lì dov’è.

IL NUOVO
22 AGOSTO 2009
 
Londra,ex sindaco si sposa allo zoo
Ken Livingstone, cosi' i miei figli si potranno svagare
 
LONDRA - L'ex sindaco laburista di Londra Ken Livingstone ha annunciato ieri che si sposera' il prossimo settembre nello zoo della capitale. Livingstone, 64 anni, ed Emma Beal, 41 anni, sua compagna da oltre dieci anni, convoleranno a nozze nel padiglione Mappin, che ospita i 'wallabies', piccoli canguri, e degli emu'. Padre di 5 figli, Livingtone ha spiegato che ''un matrimonio puo' essere pesante per i bambini'', ma allo zoo ''possono andare a vedere gli animali''.

BRESCIA OGGI
22 AGOSTO 2009
 
Conto alla rovescia per la fiera della caccia
GUSSAGO (BS). Anticipa la stagione venatoria ed è in programma a Casaglio il 12 e 13 settembre
L'obiettivo: superare i quindicimila visitatori Dalle gare di canto all'abbigliamento
 
Sergio Botta
 
Gussago (BS) - All'ombra dello slogan «Presente e futuro hanno radici nel nostro passato» tutto è pronto o quasi per la Fiera della Caccia di Gussago, la manifestazione che, per tradizione, precede di una settimana l'avvio della stagione venatoria (quest'anno fissata domenica 20 settembre).
In questi giorni il Centro sportivo «Carlo Corcione» di Casaglio vede un viavai continuo di tesserati alla Federcaccia (a Gussago sono 350), guidati dal presidente Valter Veneziani. Gli iscritti stanno allestendo la Fiera per essere pronti il 12 e il 13 settembre quando i visitatori ne varcheranno i cancelli. L'obiettivo di Federcaccia è di superare le 15 mila presenze dell'edizione 2007. Ma tutto dipenderà dalle condizioni meteorologiche, se è vero che l'anno scorso un sabato piovoso, seguito da una domenica di sole, fece staccare al botteghino solo 10 mila biglietti.
Passando al programma, questo ricalca quello delle passate edizioni. Sono 14 le esposizioni in cantiere (dalla mostra mercato dell'abbigliamento, accessori da caccia e sportivi, alla mostra mammiferi e uccelli imbalsamati). A corollario anche la rassegna degli animali da cortile, del fungo, dell'Ekoclub international, del gruppo «Bonsai», dell'ambito territorialle unico di caccia, dell'associazione ornitologica «Leonessa», degli appassionati del tiro con l'arco, per non dimenticare l'esibizione del club del «Colombaccio», l'esposizione canina e le postazioni tiro laser su schermo gigante. Non mancherà poi il 12 settembre alle 6.30 la prova pratica su starne senza sparo in località Barco, la disputa della 16esima edizione del quadrangolare di tamburello "Memorial Carlo Corcione" (alle 14), l'inaugurazione ufficiale della fiera (alle 16). Sempre sabato alle 18 è prevista l'assemblea straordinaria dei presidenti della Federcaccia, mentre alle 20 sfilata di moda bimbi intimo casual e abbigliamento sportivo Beretta, seguite dall'esibizione del gruppo «Stella Gym».
Domenica, invece alle 6, 14esimo master ornotologico Amov (gara di canto uccelli canori). Inoltre alle 10 mostra uccelli imbalsamati a movimenti elettromeccanici, esibizione cani della Protezione civile di Paderno Franciacorta e dei chioccolatori. Nel pomeriggio in programma la settima edizione della mostra «Il mio miglior amico», riservata ai bambini, e alle 17.30 spettacolo del gruppo «Frantic Dance». Alle 18 è in programma il secondo convegno sull'aggiornamento dei giudici di gara, seguito da un intrattenimento musicale con «Laura e i Boomerang». L'ingresso costerà 5 euro, gratis per disabili e ragazzi accompagnati fino a 14 anni.

SAVONA NEWS
22 AGOSTO 2009
 
Cairo (SV): caccia nei boschi, le proteste dell'Enpa
 
Cairo (SV) - In concomitanza con la riapertura della caccia, la Protezione animali torna a protestare, sperando che «essendo in piena stagione di escursioni dei boschi, non ci scappi il morto, visto l’utilizzo di micidiali carabine, con una gittata utile di quasi un chilometro, a fronte di una visibilità di poche decine di metri per gli alberi coperti di fogliame». E aggiungono: «Di certo aumenteranno le zecche infette nei boschi e quindi gli attacchi a chi li frequenta: uno studio universitario ha provato infatti che nelle aree in cui questi ungulati sono più numerosi si riduce la popolazione delle zecche e i caprioli non vengono infettati dalle malattie che questi parassiti trasmettono, contrastando la diffusione di germi patogeni».

CORRIERE DI COMO
22 AGOSTO 2009
 
Cinghiali in giardino, la sorpresa dopo le ferie estive
L’episodio a Brunate. Il testimone: «Erano molto spaventati e per fortuna non hanno caricato»
 
Brunate (CO) - Quando Luciano Di Luca è partito per le ferie pensava che il suo giardino, in cui coltiva rose e ortensie, fosse al sicuro, ben protetto da una rete. Mercoledì scorso però, tornando dalle vacanze, ha trovato una brutta sorpresa: due cinghiali scorrazzavano per il prato attorno alla sua casa. «Gli animali hanno aperto un buco nella rete e sono entrati», racconta lo sfortunato brunatese. «E per fortuna che, stando a quanto mi hanno detto i vicini, erano entrati solo la mattina stessa. Se avessero rotto la rete prima, a quest’ora del mio giardino non sarebbe rimasto più nulla».
Qualche danno, comunque, i due cinghiali l’hanno fatto: un paio di rose e di ortensie sono infatti finite con le radici per aria, ma forse ciò che Di Luca ricorderà meglio sono la sorpresa e il timore provati quando ha visto i due “ospiti”. «Per farli uscire – racconta – abbiamo aperto due cancelli e abbiamo cercato di indirizzarli fuori. Erano molto spaventati e per fortuna non hanno caricato. Tuttavia, mi sono passati vicino molto velocemente». La zona di Brunate non è nuova a episodi di questo genere. «Ormai è diventata una pratica frequente – spiega Di Luca – con gli animali che si avvicinano alle case in maniera sconvolgente». Anche gli ingressi nelle abitazioni non sono rari, perché i cinghiali cercano le radici negli orti e nei giardini. «La sera – conclude il brunatese – li si vede per le strade, fuori dalle case. Sono troppi».
Giulio Gridavilla, veterinario dell’Asl di Como, spiega che il problema non è nuovo e che è dovuto soprattutto alla straordinaria capacità riproduttiva dei cinghiali lariani. «È una specie introdotta parecchio tempo fa – sottolinea – ed è un animale che già di per sé si riproduce in un numero molto alto». Nel caso di Como, poi, «si tratta di individui non puri ma frutto di incroci, e quindi più prolifici rispetto ad altre specie. Arrivando a partorire nidiate di 12-15 cuccioli. L’anno scorso è stato necessario abbattere mille capi».
Quanto alla pericolosità del cinghiale, è un mito da sfatare. «Sono pericolose solo le femmine trainanti, ossia quelle che hanno i piccoli», spiega Gridavilla. Queste possono attaccare l’uomo per difendere la prole, però «la cosa peggiore che può capitare è una ferita dovuta ai canini sporgenti».
Per evitare di essere colpiti da una carica, comunque, «è bene scansarsi all’ultimo e non dargli mai le spalle». C’è poco da fare, invece, per difendere orti e giardini. Il consiglio del veterinario è di mettere una recinzione robusta. Ma, come ha scoperto suo malgrado Luciano Di Luca, non è detto che basti.

CORRIERE DI COMO
22 AGOSTO 2009
 
«I boschi dove trovano rifugio e nutrimento si sono estesi con l’abbandono delle montagne»
 
Brunate (CO) - Assediati dai boschi. E, di conseguenza, anche dai cinghiali. È la spiacevole situazione in cui sono venuti a trovarsi gli abitanti di Brunate e di molte altre località della provincia lariana, dal Triangolo Lariano all’Altolago passando per Ponna in Valle Intelvi.
«Già a febbraio, con la chiusura della stagione di caccia (il 31 gennaio, ndr), sapevamo che nella zona di Brunate erano sopravvissute alcune decine di cinghiali e che avrebbero potuto dare problemi». Parola di Marco Testa, dirigente del settore Caccia di Villa Saporiti. Secondo le sue stime, oggi nella zona di Brunate dovrebbero esserci una cinquantina di capi, anche se è difficile capirlo con precisione visto che si tratta di animali che si spostano spesso. In ogni caso, «quest’anno, dal 1° giugno (data di apertura della caccia, ndr) sono stati abbattuti in tutta la provincia 700 capi, di cui 104 nel Triangolo Lariano».
A questi ultimi se ne aggiunge un’altra trentina abbattuta in azioni straordinarie di controllo, effettuate di notte e con l’uso di trappole, allo scopo di ridurre il più possibile i danni all’agricoltura. «Il problema di Brunate – prosegue Testa – è che con l’abbandono delle montagne c’è stato un aumento della dimensione dei boschi in cui i cinghiali trovano rifugio e nutrimento». Tuttavia, questi animali mangiano anche radici, bacche e invertebrati che trovano negli orti e nei giardini. «Abbiamo richiesto ai cacciatori di concentrarsi in quella zona e disposto azioni di controllo già prima dell’avvio della caccia – spiega Testa – e con le cacce collettive che inizieranno a novembre cercheremo di abbattere i branchi della zona nella misura maggiore possibile per evitare il ripetersi di situazioni di disagio degli abitanti».
A livello legislativo, poi, Testa chiarisce che l’assessore alla Caccia Dario Bianchi «ha ottenuto di far aprire la caccia a giugno e non a settembre. Inoltre ha presentato la situazione di eccezionalità in Regione per avere più risorse da destinare all’indennizzo dei danni e si è ottenuta l’apertura del tavolo di confronto per affrontare la problematica a livello regionale».
Il monitoraggio dei cinghiali resta comunque difficile, e «per avere dati precisi sul numero è necessario attendere la fine della stagione venatoria».
L’incremento medio è del 100%, ma «ci sono annate eccezionali come quella scorsa in cui – conclude Testa – si è sfiorata una crescita del 200%».

IL MESSAGGERO
22 AGOSTO 2009
 
Doveva finire in carcere e nessuno si sarebbe potuto occupare della sua cagnolina Susy
 
GIANNI TASSI

VITERBO - Doveva finire in carcere e nessuno si sarebbe potuto occupare della sua cagnolina Susy, una barboncina di 8 anni. Arrestato a Viterbo per detenzione di una piccola quantità di droga, lo ha fatto presente al giudice per l’indagine preliminare, Rita Cialoni, durante l’interrogatorio di garanzia la quale, pur agendo rigorosamente secondo la legge, ha optato per gli arresti domiciliari così da consentire all’indagato di accudire alla cagnolina. Una notizia apparentemente di poco conto, uscita il giorno dopo sui giornali locali viterbesi. Ma tale da richiamare l’attenzione dei media nazionali. A parlarne, prima le agenzie di stampa, poi alcune emittenti televisive e qualche settimanale di grido con tanto d’intervista e fotografia. Per Marco Zena, pregiudicato viterbese di 43 anni, per la sua amica fedele, la piccola Susy, e per l’avvocato Franco Taurchini una notorietà inattesa.
E ieri, poco dopo le 9.30, i tre sono stati ospiti della trasmissione televisiva Uno Mattina Estate, condotta da Miriam Leone, Miss Italia in carica, e da Arnoldo Colasanti, docente all’università di Tor Vergata a Roma, scrittore e critico letterario. A raccontare una di quelle storie a lieto fine che, non solo d’estate, riescono a far sorridere gli italiani. Circa mezz’ora di trasmissione durante la quale Marco Zena e il suo avvocato, Franco Taurchini, sotto gli occhi incuriositi della piccola Susy, hanno ripercorso il momento dell’interrogatorio evidenziando i motivi della decisione del Gip.
«Quando il giudice ha detto che sarei finito in carcere - ha raccontato Marco Zena - gli ho fatto presente la situazione della cagnolina. Che era di mia madre, morta due anni prima, e che oltre a me adesso non aveva più nessuno che se ne potesse occupare».
Franco Taurchini, oltre che avvocato anche grande amante degli animali, davanti alle telecamere ha preso la palla al balzo. «Marco Zena - ha evidenziato infatti - nella sua vita ha commesso diversi sbagli, è vero. Ma non è cattivo e, grazie anche a Susy, ha fatto promessa di tornare sulla strada giusta. Molto peggio di lui sono tutte quelle persone cosiddette per bene che, quando arriva il periodo delle vacanze, abbandonano il proprio cane condannandolo a morte sicura».

IL GAZZETTINO
22 AGOSTO 2009
 
Bassotto aggredisce barboncino che si vendica e lo manda in "ospedale"
 
Nives Milani
 
CORTINA (BL) - C’è un detto che circola ad agosto a Cortina. Ci sono più cani che persone. È comunque un buon segnale, vederne tanti passeggiare al guinzaglio, lungo corso Italia.Significa perlomeno che gli umani non li abbandonano, ma li portano in vacanza con loro. A Cortina infatti, il fenomeno del rangasismo praticamente non esiste.Due di questi cagnolini, un bassotto ed un barboncino, sono stati protagonisti, giorni or sono, di un "fattaccio" proprio all'entrata della Cooperativa, nei pressi del banco dei souvenirs.Entrambi portati regolarmente al guinzaglio dalla propria padrona, non si devono essere piaciuti, perché all’improvviso il bassotto ha aggredito il barboncino mordendolo alla bocca. Una scena a cui sono seguite urla, ingiurie, in un clima di completa isteria.La proprietaria del cane più piccolo, è poi riuscita, con calma e una buona dose di sangue freddo, ad aprire la bocca del bassotto facendogli perdere la presa. Ma il barboncino ha voluto vendicarsi ed ha azzannato "il nemico" ferendolo alla coda e al sedere procurandogli una lacerazione che ha richiesto un intervento chirurgico del veterinario.Sangue dappertutto e persino due denti del barboncino, quanto è rimasto sulla scena del litigio e che le commesse della Cooperativa hanno dovuto rimuovere. C’è stato anche chi alla vista del sangue si è sentito male. Una scena furibonda con richiesta di danni da parte della proprietaria del bassotto che ha preteso 280 euro quali spese del veterinario più il denaro che gli è costato il taxi con il quale ha condotto il suo quattrozampe dal dottore.

IL TIRRENO
22 AGOSTO 2009
 
Arrivano i gabbiani sui tetti della città «Si rischiano danni»
 
Matteo Tuccini
 
LUCCA. Risalgono il corso del Serchio dalla foce, per trovare cibo a portata di becco. La nostra spazzatura è il loro buffet, le piccole discariche il loro paradiso. E così è accaduto l’incredibile: sono almeno tre i nidi di gabbiani comparsi a due passi dalle Mura, a oltre 25 chilometri dal mare.  Anche se secondo il vicesindaco con delega all’ambiente Giovanni Pierami «sono molti di più». Tanto da destare preoccupazione.  Non perché siano portatori di malattie, ma per il loro comportamento. Degno di autentici colonizzatori.  «I gabbiani non sono particolarmente pericolosi per la nostra salute - afferma il dottor Ambrogio Pagani, responsabile del servizio veterinario dell’Asl - si tratta, però, di una specie invasiva e prolifica, quando non aggressiva».  Niente a che vedere con il classico di Hitchcock, “Gli uccelli”, precisano gli esperti. Là le abili mani del regista inglese li resero protagonisti di feroci attacchi agli umani; qui, più prosaicamente, i gabbiani rovinano i tetti con i loro nidi e mettono a rischio l’esistenza degli altri volatili presenti nell’habitat. Sono, infatti, molto voraci: arraffano tutto il cibo a disposizione, sfruttando le loro dimensioni maggiori rispetto a passerotti e piccioni. E non di rado si avventano sui loro “cugini” alati, divorandoli. COLPA DELL’UOMO  Se gli animali mutano il loro comportamento, la colpa è di una creatura sola: l’uomo. «Esattamente come accade per volpi, cinghiali e altri animali che si avventurano vicino alle case - spiega Maurizio Folliero, comandante provinciale del Corpo forestale dello Stato - i gabbiani sono attratti dal cibo che non ha bisogno di essere scoperto o cacciato. Le grandi quantità dei rifiuti, specialmente nelle piccole discariche, sono delle miniere d’oro a cielo aperto, ideali per soddisfare il loro appetito».  Dato che la Piana è una zona ad alta densità di abitazioni, i gabbiani che risalgono il corso del Serchio per riempire lo stomaco individuano facilmente queste miniere a poca distanza l’una dall’altra. E scelgono, a maggior ragione, di piazzare i loro nidi in città. Cioè a due passi dal “ristorante”. IL RISCHIO  «L’abbandono dell’ambiente naturale, in questo caso le coste, da parte di una specie - conclude il comandante Folliero - è un segnale preoccupante. Anche perché questa specie va a interrompere le catene ecologiche naturali createsi col tempo. E il guaio è che si verifichi da noi un danno ambientale simile, ad esempio, a quello creato dal daino nel parco di S. Rossore. Non avendo “competitori” naturali, ha praticamente raso al suolo intere boscaglie».  Il primo rimedio, a quanto pare, sarà sottrare loro il più possibile le zone di rifornimento. Esattamente come accade per i piccioni, protagonisti di un altro “assedio” che riempito pagine di giornali.

GAZZETTA DI PARMA
22 AGOSTO 2009
 
Allarme squalo a Ventimiglia (IM)
 
Ventimiglia (IM) - Torna l'allarme squalo? Un grosso pesce misterioso, descritto come uno squalo lungo circa due metri, è stato avvistato da numerosi bagnanti nei pressi della spiaggia delle Calandre, a Ventimiglia.
L'animale si muoveva in prossimità della scogliera e sarebbe stato anche fotografato
 
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