21 LUGLIO  2009

CORRIERE FIORENTINO

21 LUGLIO 2009

 

Nel Pisano La raccolta porta a porta di Santa Maria a Monte

I quattro nuovi spazzini? Asini Però di grande intelligenza

 

Alberto Cioni

 

EMPOLI (FI) -  A Santa Maria a Monte, piccolo comune del Pisano, la raccolta differenziata porta a porta la fanno gli asini. Per i ciucchini-netturbini si tratta della prima esperienza in Toscana e della seconda a livello nazionale, dopo la sperimentazione di Castelbuono, in provincia di Palermo.
I quattro asini, di razza autoctona amiatina, accompagnati dagli operatori addestrati al Club Ippico di Santa Maria a Monte, sono stati suddivisi in due coppie. Una effettua la raccolta nel centro storico partendo da piazza della Vittoria; l’altra è stata impegnata nella zona di via Grazie, via San Sebastiano e via Querce. I tre operatori che accompagnano i due asini raccolgono i rifiuti lasciati fuori dalle abitazioni e li depositano nelle due casse trasportate sul dorso degli animali: un asino raccoglie l’indifferenziato, l’altro l’organico.
L’operazione proseguirà in questa fase sperimentale fino a dicembre, dal lunedì al sabato verranno raccolti sia i rifiuti indifferenziati sia quelli organici, mentre il giovedì gli asini saranno impegnati esclusivamente nella raccolta della carta. I ciucchini sono protagonisti anche del sito web asinispazzini.org.
Il sindaco di Santa Maria a Monte, David Turini, spiega: «Nel 2003 Santa Maria a Monte è stato uno dei primi comuni ad introdurre la raccolta porta a porta e per quanto riguarda la raccolta differenziata ad oggi abbiamo superato il 40%; siamo dunque tra i pochi comuni del Pisano sopra la percentuale minima del 35% prevista dal decreto Ronchi. Entro il 2012 dobbiamo arrivare al 65% e per far questo dobbiamo trovare delle soluzioni originali per sensibilizzare ulteriormente i cittadini verso questo tipo di raccolta ». Inoltre, l’utilizzo degli asini permette di migliorare il servizio svolto con i mezzi meccanici che prevedeva la raccolta a giorni alterni. In questo modo, invece, si creeranno dei risparmi che permetteranno ulteriori investimenti sul porta a porta e una riduzione della Tia. La sperimentazione è stata inoltre patrocinata dalla facoltà di Veterinaria dell’Università di Pisa per la sensibilizzazione alla salvaguardia degli asini di razza amiatina.
Idea palermitana  È la prima volta in Toscana, ma la seconda in Italia: già fatto in Sicilia


AP COM

21 LUGLIO 2009

 

Gb/ Agente lascia cani poliziotto in auto con il caldo, sospeso

Sarà processato, rischia 6 mesi carcere o sanzione 23mila euro


Londra - Un agente di polizia è stato sospeso per avere lasciato due cani poliziotto in auto a patire il caldo e dovrà rispondere davanti al giudice della loro morte: lo ha detto la "Reale Società per la prevenzione dei maltrattamenti verso gli animali" britannica (Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals, Rspca). Il portavoce della Rspca, Andy Robbins, ha spiegato che il poliziotto è accusato di aver provocato "sofferenze non necessarie" ai due pastori tedeschi. I cani sono rimasti chiusi nell'auto tre settimane fa nel parcheggio della sede della polizia a Nottingham, 225 chilometri a nord di Londra. L'agente è stato sospeso in attesa dei risultati di un'indagine interna. Il massimo della pena prevista per questo reato è di sei mesi di carcere o 20mila sterline (23mila euro) di sanzione, o entrambi.


IL TEMPO MOLISE

21 LUGLIO 2009

 

Comune Il consigliere dell'Idv chiede l'intervento urgente dell'assessore Colarusso

Troppi animali avvelenati, lo sdegno di Durante

Troppi animali domestici avvelenati nel centro della città, per lo più cani e gatti

 

Campobasso - Una vera e propria emergenza, quella segnalata dal consigliere comunale dell'Idv Michele Durante, che ha raccolto una serie di segnalazioni di cittadini indignati. «Esprimo seria preoccupazione per il fenomeno - ed invito l'assessore competente (Pasquale Colarusso, ndr) a voler immediatamente affrontare la questione, che parte dal complesso problema del randagismo, ampiamente dibattuto in campagna elettorale, e ricaduto nell'oblio proprio nel periodo degli abbandoni estivi». Durante invita a disporre un censimento dei cani padronali, attraverso la marcatura con microchip e a stilare convenzioni tra gli enti pubblici e gli ambulatori veterinari per la sterilizzazione ed il controllo sanitario. Le altre proposte riguardano la promozione di campagne di adozione, con aiuti alle famiglie che accolgono animali, e multe esemplari nei confronti dei responsabili di casi di abbandono. Chiesto anche il controllo sanitario e di efficienza dei canili e della popolazione canina, con l'incremento delle strutture intercomunali, anche in collaborazione con i privati. Per l'esponente Idv si può poi pensare a creare squadre cinofile comunali, per un controllo costante del territorio, dando sostegno alle associazioni di volontariato nella gestione delle emergenze. «Invito i proprietari di animali avvelenati - conclude Durante - a rivolgersi alle forze dell'ordine per denunciare i fatti, facendo eseguire un esame autoptico per accertare gli avvelenamenti. Consiglio inoltre a tutti prudenza nella «passeggiata» con i propri cani, a tenerli al guinzaglio impedendo che raccattino alcunchè da terra. A volte sono gli stessi comportamenti dei cani, e dei loro padroni, a creare attriti. Mi farò poi promotore dell'istituzione di un organo consultivo che comprenda il Comune, l'Asrem, la Provincia e la Regione , con la partecipazione delle associazioni animaliste».


IL PICCOLO

21 LUGLIO 2009

 

Senza cane sul vaporetto per Grado

 

Desidero segnalare quanto mi è accaduto giovedì 16 luglio, affinché ognuno possa trarne le debite conclusioni. Volevo trascorrere una giornata a Grado, dove intendevo recarmi con il Delfino Verde, portando con me il mio cagnolino. Dopo essermi accertata al numero verde che i cani erano accettati a bordo, mi sono organizzata. La mattina alle 8 eravamo sul molo Audace. Al momento di salire a bordo, con il cane in braccio, sono stata fermata da un signore che presumo essere il comandante, il quale con aggressività e arroganza mi ha detto che il cane senza museruola non poteva salire. Alle mie rimostranze, che nulla mi era stato detto, e alle mie affermazioni che lo avrei tenuto in braccio e che non c’era nessun pericolo, si è dimostrato irremovibile. Ho quindi dovuto rinunciare. Ora le informazioni che avevo avuto non avevano dato nessuna indicazione del genere, inoltre il mio cane pesa 6 chili, e dal gennaio 2009 la museruola è obbligatoria per cani di peso e stazza notevole... non mi sembra fosse il mio caso. Il nostro Paese sta tentando di discriminare meno i cani, per raggiungere la civiltà di tanti altri Paesi, ma l’atteggiamento di questo signore dimostra che c’è ancora molta strada da percorrere sia nella civiltà verso i cani ma anche verso gli esseri umani. Credo abbia dimostrato di non essere informato, a meno che non intendesse porsi al di sopra della legge italiana... In ogni caso non ho potuto fare a meno di andarmene, di rivolgergli una parolaccia, e credo se la sia proprio meritata! Cinzia Gambassini


IL TIRRENO

21 LUGLIO 2009

 

Chi ha visto il piccolo Richy

 

“Richy” è un bastardino bianco e nero, molto affettuoso. E’ stato smarrito alcuni giorni fa a Zambra. Ha il musino bianco e una macchia nera sull’occhio sinistro. Chi lo avesse visto o potesse fornire informazioni utili è pregato di contattare il proprietario al seguente numero: 338-8520520.

 

http://persietrovati.blogspot.com/2009/07/zambra-pi-smarrito-cane-meticcio.html


CORRIERE DI COMO

21 LUGLIO 2009
 
Microchip sottopelle e tatuaggio non bastano. In un anno abbandonati anche 1.200 gatti
La denuncia dell'Asl
 
Anna Campaniello
 
Como - Il microchip obbligatorio per l’identificazione dei cani non basta a frenare la piaga dell’abbandono degli animali nel periodo estivo. Dall’inizio di giugno a oggi, sul territorio lariano sono stati recuperati 161 esemplari di quello che dovrebbe essere il migliore amico dell’uomo, mentre da gennaio sono già 11 i comaschi segnalati alla Procura per abbandono di animale.
«È una questione di cultura – dicono i vertici di via Pessina – ciascuno deve fare la propria parte per frenare questo malcostume». I dati di quest’anno sono in linea con quelli del 2008, con una media di 25 cani randagi recuperati ogni settimana. Complessivamente, da gennaio a oggi sono 556 gli animali catturati dall’Asl, dei quali 328 gli identificati e restituiti al proprietario.
«Purtroppo siamo costretti a ripetere ogni anno l’appello contro l’abbandono – sottolinea il direttore dell’Asl, Roberto Antinozzi – perché si tratta di una piaga che si ripresenta puntualmente tutte le estati, nonostante l’identificazione obbligatoria con il microchip e l’istituzione del reato di abbandono e maltrattamento di animale».
«Rispetto ad altre zone d’Italia a Como la piaga dell’abbandono è decisamente più contenuta – aggiunge Antonino Bonaffinii, direttore sanitario di via Pessina – Purtroppo non si riesce a sconfiggere questa piaga deprecabile e l’appello è che ciascuno faccia la propria parte».
Sul territorio lariano, sono circa 52mila i cani registrati all’apposita anagrafe. I cani abbandonati e recuperati sul territorio vengono accolti nel canile sanitario dell’Asl.
«Se sono dotati del vecchio tatuaggio o del microchip risaliamo al nome del proprietario e lo rintracciamo perché venga a recuperare il suo cane, pagando una sanzione complessiva di 80 euro – spiega Claudio Fraquelli, responsabile del servizio di sanità animale dell’Asl di Como – Diversamente, l’animale viene registrato, vaccinato e visitato e poi trasferito in un canile rifugio in attesa di essere “adottato” e trovare una famiglia».
In caso di fuga del proprio cane, il proprietario è sanzionato per il mancato o non corretto controllo dell’animale. «Nel 2008 abbiamo elevato circa 180 sanzioni di questo tipo – sottolinea Luciano Abrate, responsabile dell’unità operativa di randagismo dell’Asl di Como – Qualora venga accertato un caso di abbandono invece, come previsto dalla normativa provvediamo a segnalare l’episodio alla Procura. Lo scorso anno abbiamo comunicato 20 episodi di padroni che hanno abbandonato volontariamente il cane, mentre per il 2009, da gennaio a oggi il conteggio è arrivato a 11».
L’allarme abbandono, in queste settimane, interessa anche i gatti. «Le segnalazioni di felini abbandonati sono aumentate nell’ultimo periodo – conferma Abrate – Nel caso dei gatti, la normativa prevede la cattura, la sterilizzazione e quindi il rilascio. Nel 2008 abbiamo effettuato circa 1.200 interventi di questo tipo e il numero è in aumento. Anche se non obbligatoria, l’Asl di Como ha previsto da alcuni mesi un’anagrafe anche dei gatti».

SAVONA NEWS

21 LUGLIO 2009

 

Savona: spari da una finestra, caccia al killer dei piccioni

 

 

Savona - Da una finestra in via Untoria di Savona ogni notte vengono esplosi colpi di fucile flobert, che hanno ucciso diversi volatili ed hanno provocato ingenti danni alle carrozzerie delle auto in sosta. Gli abitanti della zona, preoccupati anche per la loro incolumità, hanno avvertito la Polizia di Stato e la Protezione Animali. Due colombi morti, uccisi dai colpi di fucile, sono stati trovati per strada ma si teme che siano stati colpiti altri volatili, quali tortore, taccole e rondini che sarebbero andati a morire sui tetti.Le Guardie Zoofile dell’ENPA svolgeranno pattugliamenti per individuare la finestra da cui provengono gli spari. Chiunque possa dare informazioni utili può contattare l'Enpa o le forze dell'ordine.


IL TEMPO

21 LUGLIO 2009

 

Morìa di gabbiani sulla costa

L'allarme Si ripete il preoccupante fenomeno dello scorso anno. La denuncia della Lipu

 

Giuseppe Castelli

 

TERMOLI (CB) - «Strage» di gabbiani tra Termoli e Campomarino. Dopo le numerose segnalazioni giunte nel corso della primavera, anche in estate il fenomeno sembra non arrestarsi. Un nuovo allarme è stato lanciato dai volontari della Lipu (Lega italiana protezione uccelli), dopo il ricovero presso il Centro di Recupero della Fauna Selvatica di Casacalenda di circa venti esemplari dell'uccello, che notoriamente vive lungo le coste e si ciba non solo in mare, ma anche presso le discariche (al confine tra Termoli, Guglionesi e Petacciato uno dei più grandi centri di raccolta di rifiuti del Molise è sempre ricco della presenza di gabbiani). La morìa di gabbiani lungo la costa molisana, sopratutto tra Termoli e Campomarino, non si arresta ed in questi ultimi giorni sono anche numerosi i turisti a segnalare il problema. «Il fenomeno non si attenua - dicono in sintesi i volontari della Lipu di Casacalenda - probabilmente la situazione è la stessa dello scorso anno, quando dalle analisi degli uccelli sono risultati valori alti di piombo, pesticidi e cadmio, che sono stati letali per tanti esemplari di gabbiano». Il fenomeno della morìa di gabbiani, ma anche di pesci, è stato segnalato anche sul lungomare nord di Termoli al confine con il territorio di Petacciato, fascia costiera molto vicina in linea d'aria con il centro di rifiuti di Guglionesi. In caso di uccelli in agonia o in situazioni di difficolta, oppure già morti, i volontari della Lipu, dicono di allertare la Asl di Termoli ed il Corpo Forestale dello Stato al 1515. In certi casi i gabbiani possono essere salvati. «Negli animali avvelenati - aggiungono i rappresentanti della Lega protezione uccelli - ma anche negli altri casi, la tempestività del ricovero può fare la differenza tra la vita e la morte. A ciascun gabbiano in difficoltà possiamo dare l'opportunità di essere salvato, se viene tempestivamente consegnato al nostro ospedale. Ma possiamo anche cercare di abbassare l'impatto umano su queste e su altre specie, facendo bene attenzione a cosa buttiamo nella spazzatura, a non gettare nessun tipo di rifiuto o sostanza nei fiumi, nei mari e nei fontanili, a non disturbare sulla spiaggia o sulle scogliere o con gommoni o altri mezzi, gli animali». La morìa dei gabbiani dunque si presenterebbe come un chiaro segnale di allarme ambientale sul territorio del Basso Molise, collegato ai corsi d´acqua e alle discariche e a tutto ciò che viene sversato dall'uomo. È un fenomeno che deve essere tenuto sotto controllo. Molti cittadini chiedono un controllo serrato delle falde acquifere di molte zone del Basso Molise e della zona di Termoli e Campomarino in particolare, dove insiste il nucleo industriale Valle del Biferno.


GIORNALE DI VICENZA

21 LUGLIO 2009

 

La guerra della pispola Si "agitano" le pallottole

CACCIA IN DEROGA. Domani all'odg del consiglio regionale il progetto di legge atteso da 20 mila doppiette vicentine, alla vigilia della stagione
La proposta è di aumentare a 11 le specie cacciabili, compresi i gabbiani Insorge la Lac: «Perso il senso della misura, invece di pensare alla crisi»

 

 

 

Vicenza. La guerra della pispola torna ad affacciarsi in consiglio regionale. Domani a palazzo Ferro Fini si comincia a discutere, tra gli altri punti all'odg, il progetto di legge per aumentare il numero delle specie cacciabili in deroga. Un argomento atteso come manna dalle 20 mila doppiette vicentine, un pugno nello stomaco per gli ambientalisti. Tema comunque destinato a scatenare un putiferio come spesso accade quando si discute di caccia.
Ebbene il testo ripropone ogni anno, in vista dell'apertura della stagione venatoria di settembre, la possibilità da parte dei cacciatori veneti di abbattere capi di specie vietate dalla direttiva Cee 79/409 del 1979.
Il testo licenziato dalla quarta commissione, unificazione di due progetti presentati rispettivamente dal gruppo della Lega Nord (primo firmatario il vicentino Roberto Ciambetti) e dalla giunta regionale, prevede che nella stagione venatoria 2009/2010 in Veneto si possano cacciare lo storno, il fringuello, la peppola, la pispola e il prispolone mentre quello firmato dalla Lega Nord aggiunge il piviere dorato, il frosone, il gabbiano reale, il cormorano, la tortora dal collare e il verdone.
In pratica 11 specie, contro le 4 passate lo scorso anno (storno, peppola, fringuello, pispola).
La commissione prima di licenziare il testo aveva incontrato i rappresentanti delle Province venete e delle organizzazioni venatorie Federcaccia, Arcicaccia, Cacciatori veneti, Italcaccia, Migratoristi che si erano dichiarate d'accordo. Contraria la posizione degli ambientalisti e, in modo particolare della Lac che ha ricordato i pronunciamenti del Tar del Lazio, del Consiglio di Stato e della Corte costituzionale nei confronti della normative nazionali e regionale di recepimento della direttiva Cee in materia di fauna selvatica, ricordando, in particolare, la censura della Consulta nei confronti della Lombardia.
Il consigliere Roberto Ciambetti spiega lo spirito della proposta: «Incrementare il calmiere aumentando il numero delle specie cacciabili, così da calare anche la pressione su quelle già ammesse. In più introdurre tre specie nocive: la caccia al gabbiano che vola sulle discariche e depreda i nidi degli altri uccelli, il cormorano che crea danni nei bacini di pesca, la tortora dal collare che crea danni in agricoltura».
La seduta del consiglio non sarà destinata ad una passeggiata e, nei corridoi, c'è da trovare un punto di incontro rispetto alla proposta.
Il presidente della Lac Veneto Andrea Zanoni ha già messo le mani avanti: «Torna di scena la regalia di fine estate - ha commentato - fatta sulla pelle degli uccelli protetti ed alle spalle dei cittadini rispettosi delle leggi. Pdl e Lega, sfidando la Commissione Europea ed il Tar del Lazio che già hanno condannato queste leggine annuali, si stanno prodigando per consentire alla frangia più estremista dei cacciatori veneti di sparare a tutto quel che si muove. Questa maggioranza ha perso ormai ogni senso di misura dei problemi reali della comunità del Veneto arrivando al punto di dichiarare questa legge " urgente ai sensi dell'articolo 44 dello Statuto" mentre per la crisi non fa nulla». L'apertura del calendario venatorio è già stata fissata la terza domenica di settembre, con pre-apertura la prima.


EUROPA DEI DIRITTI

21 LUGLIO 2009

 

Bracconaggio in aumento: ammazzati 3 rinoceronti al mese

 

Vengono privati delle corna dai bracconieri e lasciati morire dissanguati: così muoiono circa 12 rinoceronti al mese solo in Sud Africa e Zimbawe.A denunciarlo sono stati il Wwf, l'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) e la rete di controllo del commercio illegale di animali 'Traffic' durante il 58/o incontro sulla convenzione del commercio internazionale che si è tenuto a Ginevra.L'aumento del bracconaggio sarebbe legato alla crescente domanda di corna di rinoceronte che, secondo la medicina tradizionale di alcuni Paesi, avrebbero effetti benefici. In Africa si stima che fra il 2000 ed il 2005 siano stati cacciati illegalmente circa tre rinoceronti al mese, su una popolazione che conta 18mila esemplari.In Asia la situazione non è migliore. Da gennaio sono stati ritrovati morti circa dieci rinoceronti in India e sette in Nepal, su una popolazione di 2.400 rinoceronti a rischio.Secondo quanto emerso dall'incontro di Ginevra, "il commercio illegale di corna di rinoceronte è diretto dall'Africa verso l'Asia, in particolare Vietnam, Cina e Thailandia".


SESTO POTERE

21 LUGLIO 2009

Caccia. Un bimbo con fucile per il tesseramento Federcaccia. Enpa: "Ritirare l'immagine"

 

Roma - Il futuro secondo Federcaccia? Un bimbo in mimetica con tanto di fucile e richiamo per volatili, che, evidentemente, aspetta solo l’avvicinarsi della sua inconsapevole vittima. E’ questa l’immagine agghiacciante scelta da Federcaccia, una delle associazioni venatorie italiane, per promuovere la campagna tesseramenti 2009. Interpretando il sentimento della maggioranza degli italiani, contrari non soltanto a ogni progetto di liberalizzazione venatoria, come peraltro confermato da un sondaggio Enpa-Eurisko, ma anche all’eventuale ipotesi di armare i minorenni, l’Ente Nazionale Protezione Animali chiede l’immediato ritiro della campagna. L’utilizzo di un’immagine di così cattivo gusto rivela, secondo Enpa, le difficoltà in cui da anni si dibatte un mondo in crisi, quello venatorio, ormai ridotto ai minimi termini e che giorno dopo giorno vede assottigliarsi le proprie fila. Trucidare animali è “passatempo” che ormai suscita ben poco interesse e coinvolge soltanto gli epigoni di un’attività simile più alla barbarie che a uno “sport”. Gli interessi di una piccola lobby non devono assolutamente giustificare l’incivile strumentalizzazione di un minore, quale il bambino ritratto nell’immagine. Armare i minorenni, è forse questa l’idea di civiltà di cui intendono farsi promotrici le “doppiette”? Valori quali il rispetto la non violenza e il rispetto per tutti gli abitanti del pianeta sembrano essere sconosciuti al mondo venatorio come dimostra il fatto che il DDL Orsi sulla deregulation venatori è ancora in discussione. Tra le tante aberrazioni (liberalizzazione dei richiami vivi, civette legate vive ad un palo per essere utilizzate come zimbelli, riduzione della vigilanza venatoria, aumento specie cacciabili, libera mobilità del cacciatore eccetera), il provvedimento prevede anche la possibilità di caccia per i sedicenni. Norme avversate dagli italiani, non desiderate a volte dagli stessi cacciatori, e che i media hanno attaccato duramente ma che non si vuole ancora, forse per puntiglio, accantonare definitivamente.


IL SANNIO

21 LUGLIO 2009

 

CAMPOBASSO - Tornano i gabbiani avvelenati

La Lipu chiede più controlli

 

Campobasso - Anche quest’anno sono decine le segnalazioni di Gabbiani reali agonizzanti avvistati dai bagnanti sulle spiagge molisane. La Lipu lancia nuovamente l’allarme agli organi competenti...
Anche quest’anno sono decine le segnalazioni di Gabbiani reali agonizzanti avvistati dai bagnanti sulle spiagge molisane.
La Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) lancia nuovamente l’allarme agli organi competenti. Al Centro Recupero Fauna Selvatica di Casacalenda sono stati ricoverati già 20 esemplari, compresi quelli trovati deceduti.
“Ma il problema non sembra attenuarsi” - informa la Lipu del Molise - dai risultati delle analisi sulle carcasse dell’estate scorsa sono risultati valori alti di piombo, cadmio e pesticidi che formano un mix letale” Gli ambientalisti sospettano che la causa dell’avvelenamento di massa sia da attribuire a scarichi illegali di sostanze tossiche effettuati presso le discariche sulle quali i Gabbiani si cibano abitualmente e in gran numero. Quest’anno gli animali sono stati recuperati dalle Guardie Ecologiche Volontarie per essere portati presso il Centro della Lipu. Qui sono stati posti in isolamento per evitare stress e inutili dispersioni di energie e sottoposti a intense terapie disintossicanti.
Lo speciale ospedale della fauna, sostenuto dalla Provincia di Campobasso, ha intanto salvato una decina di animali che verranno a breve liberati. Tuttavia il lavoro della Lipu sta affrontando diverse difficoltà causate dalle ristrettezze di budget e il Centro Recupero Fauna a otto anni dalla sua apertura rischia la chiusura se non si troveranno adeguate risorse finanziarie per il suo sostentamento. In merito la Lipu ha inoltrato una richiesta di convenzione da stipulare con la Provincia di Isernia, ma dall’Ente non è ancora giunta risposta. La Lipu informa il pubblico che in caso di ritrovamento di Gabbiani intossicati va informata l’Asl di Termoli e il Corpo Forestale dello Stato al numero verde 1515. Per il ricovero degli animali presso il Centro LIPU chiamare il 347-9802245 .


IL TIRRENO

21 LUGLIO 2009

 

Primo giorno per gli asini spazzini

 

Giacomo Pelfer

 

SANTA MARIA A MONTE (PI). Per ora non sono autonomi. Saranno affiancati dal mezzo meccanico. Ma ieri, per Giasina e Meloria, è stato il primo giorno di lavoro. Nel centro storico a raccogliere la spazzatura. Sono due dei sette asini ai quali è stato affidato il servizio di raccolta porta a porta dei rifiuti nelle strade del centro: i loro nomi li hanno scelti i bambini della scuola.  Loro, gli spazzini a quattro zampe, li ha “assunti” - se così si può dire - il sindaco David Turini, dopo averli visti all’opera in Sicilia.  I due asinelli di razza amiatina si sono presentati nelle viuzze del centro intorno alle otto e mezzo. Ogni giorno, dalle stalle di Villa Mori, partiranno quattro asini, divisi in due coppie: una si occuperà del centro storico, l’altra sarà impiegata nelle zone limitrofe. Ogni animale è accompagnato da due volontari che raccolgono i sacchetti di rifiuti lasciati fuori dalle porte per affidarli al dorso degli asini. L’immondizia raccolta viene portata in due isole ecologiche appositamente predisposte. Per adesso, il carico sarà limitato: per i primi 10 giorni è prevista la compresenza con i mezzi meccanici della Geofor. Fino a dicembre raccoglieranno sia l’organico che l’indifferenziato mentre il giovedì saranno impegnati nella raccolta della carta. Un miglioramento rispetto al servizio effettuato coi mezzi meccanici, che prevedeva la raccolta a giorni alterni.  Il sindaco David Turini osserva interessato l’esordio. È soddisfatto. «C’è attenzione e curiosità verso l’iniziativa - dice - col tempo ci guadagneremo anche il consenso dei più scettici. Questo progetto è perfetto per i centri storici, perché rappresenta uno strumento per recuperare quei rapporti umani di convivenza civile e quel legame tra l’uomo e l’animale che erano caratteristici dei paesi di una volta». Un recupero della tradizione, una strizzata d’occhio all’ecologia e alla ricaduta turistica.  Ma non la pensano tutti così. Anzi. L’accoglienza degli abitanti non è festosa. In tanti sono perplessi e dubbiosi sull’operazione. «È roba da Medioevo» dice una signora che abita in centro. L’importante, dicono quasi tutti «è che qualcuno pulisca quando sporcano».  Tra i contrari anche l’ex assessore Enzo Caroti (repubblicano) che solleva il problema dei costi. «Il risparmio di cui parla l’amministrazione è del tutto infondato - dice Caroti -. L’area interessata era servita da un mezzo meccanico e da un operatore con un costo di 25 euro all’ora; oggi ci vorranno 4 asini e diversi uomini per la loro conduzione. Sono stati spesi già 5900 euro per l’acquisto degli asini, 4500 di finimenti, 1800 per la custodia, mille per il viaggio in Sicilia e mille per lettere».


IL TIRRENO

21 LUGLIO 2009

 

Io porto il cane in spiaggia

 

Vorrei dire la mia sui cani in spiaggia. È chiaro: ciascun proprietario di cani è tenuto a rispettare le regole su igiene e raccolta degli escrementi, ma ritengo che sia ingiusto fare delle multe se si trova un nostro amico sulla spiaggia. Ma dove possiamo metterlo? O parcheggiarlo? Si, perché è così che volete che si faccia. Il cane è il miglior amico dell’uomo: si fanno battaglie per l’abbandono e il maltrattamento. Però in estate tutti si dimenticano: o siamo coerenti o non lo siamo. Certo ci sono spiagge per cani, ma se una famiglia ha casa a Principina non può andare tutti i giorni fra Castiglione e le Marze. Suggerisco di creare un’area per cani fra l’ultimo stabilimento di Principina e’Ombrone. Credo inoltre che sia molto più logico e importante vigilare su cose che possono creare danni gravi, come le siringhe lasciate sulla spiaggia e magari piantate sotto la sabbia. Io porterò il mio cane in spiaggia in agosto, perché fa parte a tutti gli effetti della mia famiglia. Lauro Giuliani


IL TIRRENO

21 LUGLIO 2009

 

Operai salvano un gatto  

 

CAPOLIVERI (LI) - Operai salvano un gatto  Era rimasto intrappolato su un albero alto una decina di metri. Una fuga per mettersi in salvo da due cani randagi che lo inseguivano. Per riportare un gattino alla sua giovane padroncina, Sara, una bambina di Capoliveri, è stato necessario l’intervento di due operai del Comune. Si trovavano nella zona di viale Luperini quando hanno sentito i miagolii del micetto che era rimasto intrappolato in cima al grosso albero. Poi l’appello disperato della bambina. Daniele Signorini e Gabriele Nini, che stavano potando alcune siepi poste ai lati della strada, non ci hanno pensato due volte. Hanno recuperato una grossa scala e non senza difficoltà sono riusciti a riportare il gattino alla sua padrona.


IL TIRRENO

21 LUGLIO 2009

 

Questa è roba da medioevo

 

S.MARIA A MONTE (PI). Non è certo un’accoglienza festosa quella che gli abitanti del centro storico hanno riservato ai due asini spazzini. Non mancavano i curiosi, che sono scesi in strada a vedere i netturbini a quattro zampe al lavoro per la prima volta. Pochi, però, i residenti che si sono detti entusiasti della novità. Molti, invece, coloro che apparivano quanto meno perplessi, dubbiosi, in gran parte cauti. «Per adesso è una cosa che fa un po’ sorridere - dice Domenico Sapullo al passaggio degli animali -, aspettiamo di vedere come andrà». In molti sollevano invece il problema della pulizia e del decoro: «La cosa più importante è che lascino pulito - dice Antonietta dalla soglia di casa -. Non credo che questa novità rappresenti un mezzo di promozione per il centro storico».  Alle perplessità, si affianca però anche un’ostilità vera e propria, non solo nei confronti del progetto, ma in generale verso l’atteggiamento della giunta, accusata, secondo alcuni, di non coinvolgere i cittadini nelle scelte che riguardano il centro storico. «Ma quali asini? Si usavano nel Medioevo! - esclama una signora, seccata dalla novità - Il centro è sporco, l’erba non viene tagliata, gli asini sono inutili. E’ assurdo che il comune ci inviti agli incontri dopo che hanno già deciso tutto».  I commenti rimbalzano dalle finestre, con le signore affacciate a sbirciare e a lanciarsi opinioni da una parte all’altra della strada. «E’ una schifezza - dice Maria alla vicina -. Questi poveri animali creeranno problemi alla viabilità».  Tra le fila dei contrari si inserisce anche l’ex-assessore Enzo Caroti, del partito repubblicano, che solleva il problema dei costi. «Il risparmio di cui parla l’amministrazione è del tutto infondato - dice Caroti -. L’area interessata era servita da un mezzo meccanico e da un operatore con un costo di 25 euro all’ora; oggi ci vorranno 4 asini e diversi uomini per la loro conduzione. Sono stati spesi già 5900 euro per l’acquisto degli asini, 4500 di finimenti, 1800 per la custodia, 1000 per il viaggio in Sicilia e 1000 per dépliant, lettere».


WIND PRESS

21 LUGLIO 2009

 

SOCCORSO DI ANIMALI FERITI O IN DIFFOLTA' E' LEGGE

LAV: DIRITTO AL SOCCORSO DEGLI ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTA’ OGGI E’ LEGGE

 

Il principio dell’importanza di soccorrere gli animali in caso di difficoltà o incidenti è stato sancito dalla Commissione Trasporti della Camera che in sede legislativa ha oggi approvato la legge “Disposizioni in materia di sicurezza stradale”.“Estrapolando due punti dalla nostra recente proposta normativa di revisione di alcuni Codici fra cui quello della Strada, siamo riusciti a far introdurre il diritto per ambulanze veterinarie, mezzi di soccorso per animali e vigilanza zoofila riconosciuti idonei dalla Motorizzazione Civile, di dotarsi della sirena e del diritto quindi in caso di urgenza di intervenire prontamente e a pieno titolo – ha detto Gianluca Felicetti, presidente della LAV – viene poi reso obbligatorio per le persone coinvolte in un incidente con danno ad animali di fermarsi e chiamare il Servizio veterinario o Polizia o Vigili del Fuoco, dovere fino ad ora previsto solo quando erano coinvolte persone o cose”.“Si tratta di una prima parziale ma importante presa d’atto nel Codice della Strada della cresciuta sensibilità dell’opinione pubblica, del fondamentale ruolo della professione veterinaria e dei volontari delle associazioni riconosciute Guardie zoofile dai Prefetti - conclude Felicetti – con la legge 189 del 2004 contro i maltrattamenti si era tracciato un percorso che pur con limiti di merito e temporali il Parlamento stà proseguendo, allineandoci al resto d’Europa, grazie alla nostra tenacia e all’Intergruppo parlamentare animali del quale, per questo provvedimento, ringraziamo in particolare la prima firmataria Gabriella Giammanco, Gianni Mancuso e gli altri nove firmatari, di entrambi gli schieramenti, dell’emendamento”. La legge ora andrà al Senato per la terza e definitiva lettura. Presumibilmente sarà già in vigore dal mese di agosto prossimo.


IL CACCIATORE

21 LUGLIO 2009

 

STORNI: PROBLEMI  DANNI

 

Giacomo Gondoni

 

Da anni si cerca di dare soluzione al problema inerente ai danni causati all’agricoltura da parte degli storni, con azioni tampone di controllo e con deroghe appropriate. Il risultato di queste scelte politiche si può evincere dalla presa di posizione della Coldiretti dell’Emilia-Romagna.Mercoledì 26 novembre 2008: “la Coldiretti Emilia Romagna ha chiesto alla Regione di istituire un fondo di un milione di euro per indennizzare gli agricoltori dai danni causati dallo storno. Una richiesta che sottolinea l’esasperazione del mondo agricolo a fronte della loro presa di coscienza relativa alla sospensione delle deroghe. Sospensione mirata proprio a una delle specie selvatiche più dannose e pericolose in Italia, decisa dalla sentenza del Tar in seguito ai ricorsi degli animalisti. Una situazione emergenziale che, come tutti ben sappiamo, causa danni ben oltre quel milione di euro. Come ha ricordato in diverse occasioni la Coldiretti dell’Emilia Romagna, l’anno scorso, quando lo sforzo di caccia in deroga era ancora consentito, erano stati indennizzati danni da storno per 437 mila euro, pari a poco più del 50 per cento del danno concordato dagli enti pubblici con gli operatori agricoli, che rimane comunque un importo sempre inferiore a quello reale. Ciò sta a significare che nel 2007 lo storno ha fatto danni all’agricoltura emiliano romagnola per oltre un milione di euro”.La situazione attuale ci impone di precisare che: i diversi Governi -di sinistra o di destra che siano- che si sono succeduti a governare il nostro Paese, avevano studiato scientificamente il fenomeno ed avevano promesso (?!), agli agricoltori e ai cacciatori, di dare inizio all’iter burocratico che permettesse finalmente di reinserire la specie storno (Sturnus Vulgaris) nel calendario venatorio regionale.Dopo anni di attesa ci risulta che nessun Governo, di centrosinistra o di centrodestra, abbia ancora dato inizio all’iter promesso. Ci sorge il dubbio che i nostri governanti temano di fare un “regalo” ai cacciatori. E, nell’atrocità del dubbio, come dice il saggio, meglio una sana quanto anarchica astensione, finendo in tal modo, però, col preferire… il flagello degli storni.Se gli indirizzi sulla gestione del territorio da parte dell’Amministrazione Regionale però, continueranno ad avvenire in maniera ideologica e con preconcetti nei confronti della caccia, essi non potranno mai determinare una corretta gestione del territorio stesso.Nel caso specifico, chi fra i “contrari” crede di dare un danno ai cacciatori ricorrendo al TAR sull’applicazione delle deroghe, o si ostina a fare ostruzionismo sull’inserimento dello storno nel calendario venatorio regionale, non ha fatto bene i conti, dal momento che il danno non lo arreca ai cacciatori, bensì alla collettività della quale anch’essi fanno parte ed in particolare agli stessi operatori agricoli.La politica di rendere sempre più difficile l’attività venatica ha già dato i suoi frutti, vedasi il numero dei fucili appesi al chiodo. Ma continuare su questa strada sarebbe mera miopia politica che ci porterebbe paradossalmente (ma poi neppure tanto) ad un vero e proprio disastro ambientale. La riprova di quanto stiamo asserendo, possiamo riconoscerla già da situazioni sperimentate e consolidate dai fatti, con la politica del sempre e comunque NO! che, in fondo, altri non è che quella applicata nei Parchi e nelle Oasi.L’essere umano, storicizzando il territorio naturale e costruito, si colloca da sempre al centro dell’universo, così come le sue tradizioni; chi pensa di proteggere l’Ambiente e la Fauna relegando l’Uomo al ruolo di comparsa, ha sbagliato i conti con la Natura stessa.
Governo, Politici ed Amministratori pubblici, meditate!!!!!


IL TEMPO

21 LUGLIO 2009

 

Consiglio comunale Sì a visite mediche per i cavalli e aree relax

Botticelle, in arrivo le nuove regole

Nuove regole per le botticelle capitoline.

 

Roma - Il regolamento per le carrozzelle era stato già approvato a marzo dalla giunta capitolina su proposta dell'assessore all'Ambiente, Fabio De Lillo, ha ricevuto ieri sera il via libera definitivo dal Consiglio comunale, con 33 voti favorevoli, un contrario e un astenuto. Importanti le novità, dall'inserimento del microchip su tutti i cavalli alla visita medica annuale, dalle aree «relax» per gli animali che verranno attrezzate su misura a Villa Borghese e al Circo Massimo, al «registro delle attività giornaliere» sul quale ogni vetturino diovrà riportare data di inizio e fine servizio, le pause e le zone sosta. Novità assoluta, poi, il servizio di pronto soccorso, frutto di una convenzione con l'Arma dei Carabinieri: un ufficiale medico veterinario e un assistente militare saranno disponibili 24 ore su 24. Il Campidoglio si doterà poi di un'ambulanza costruita ad hoc per il soccorso dei cavalli. Soddisfatti per l'approvazione della delibera, arricchita da 16 emendamenti «bipartisan», i consiglieri capitolini Pdl, Luca Gramazio, Alessandro Cochi e Maurizio Berruti che parlano di un importante traguardo «perché il nuovo regolamento è concepito in modo tale da difendere sia i cavalli che i vetturini e il loro mestiere». Soddisfatto anche il capogruppo Udc, Alessandro Onorato che ha incassato l'approvazione di due emendamenti che prevedono l'installazione di un termometro sulle carrozze e il blocco del servizio qualora la temperatura esterna superi i 35 gradi. Per l'ex delegata all'Ufficio diritti degli Animali, Monica Cirinnà, «il Pd ha votato responsabilmente questa delibera perché la maggior parte degli emendamenti da me preparati sono stati recepiti e fatti propri dalla Commissione Ambiente». Respinto invece un ordine del giorno che prevedeva l'introduzione di una tariffa concordata, mentre a supporto del regolamento sono già previsti 500 mila euro per la realizzazione di nuove stalle all'interno del galoppatoio di Villa Borghese. «Si è poi affrontato il nodo cruciale dei percorsi protetti - ricorda il presidente della commissione Ambiente, Andrea De Priamo - si è affrontato poi il nodo cruciale dei percorsi protetti, con l'individuazione di alcune vie da interdire al transito per le botticelle come quelle con eccessiva pendenza».


MARKET PRESS

21 LUGLIO 2009

 

BENESSERE ANIMALE – IN VENETO “CLIMATIZZAZIONE” ALL’AVANGUARDIA NELLE STALLE

 

Gli allevatori veneti investono da tempo nella qualità delle produzioni zootecniche, rispetto alla quale il benessere animale non è solo una questione di rispetto ma un elemento qualitativo indispensabile. “Come gli esseri umani, anche gli animali e la zootecnia veneta stanno soffrendo i picchi delle temperature di questi giorni, che provocano disagio e stress – sottolinea il vicepresidente della giunta regionale Franco Manzato – ma incidono pure sui fattori produttivi. Da questo punto di vista, però, le stalle del Veneto, dove si pratica un allevamento controllato in ogni fase per arrivare ad un prodotto di qualità certificata ai massimi livelli, sono all’avanguardia in fatto di applicazione di tutte le innovazioni tecnologiche più compatibili con l’ambiente. Si va infatti dai ventilatori, alle docce, alla micronebulizzazione, fino agli impianti per favorire un microclima che metta gli animali a proprio agio. Il tutto accompagnato da sistemi d’igiene automatizzati. Si tratta di accorgimenti studiati anche a livello accademico e dettati dalla buona prassi agricola ma che trovano ulteriore sostegno nelle misure del Piano di Sviluppo Rurale”. “Nella nostra regione si contano circa 11 mila imprese zootecniche, delle quali 4. 800 ad indirizzo lattiero caseario, 4 mila a bovino da carne, 500 suinicole e 1. 700 avicole – ha concluso Manzato – e gran parte degli allevatori hanno ristrutturato i locali adibiti al ricovero animali grazie ai contributi regionali, finalizzati a migliorare le condizioni di concorrenzialità ma anche a sostenere scelte imprenditoriali responsabili verso la salvaguardia ambientale, compresa la produzione di biogas come forma di smaltimento ideale e non inquinante dei reflui”. Per inciso, il caldo eccessivo modifica persino il contenuto proteico del latte, la cui produzione si può ridurre notevolmente, anche della metà. Ma tutti gli animali soffrono il calore, che incide persino sul gusto degli insaccati che saranno ottenuti da animali stressati, mentre obiettivo degli imprenditori agricoli veneti è anche la perpetuazione delle produzioni tipiche, che devono le proprie specifiche caratteristiche all’ambiente geografico, comprensivo dei fattori umani in combinazione con gli elementi.


Animalieanimali

21 LUGLIO 2009

 

STALLE CLIMATIZZATE... IN DIFESA DEL LATTE
Iniziativa della Regione Veneto.

 

Stalle climatizzate per le mucche venete contro il cado di questi giorni. Gran parte delle oltre 10.000 imprese zootecniche usano sistemi per la climatizzazione degli ambienti per il benessere animale. Il caldo eccessivo, tra l'altro, può modificare il contenuto proteico del latte, la cui produzione si può ridurre notevolmente, anche della metà.
"Come gli esseri umani, anche gli animali e la zootecnia veneta stanno soffrendo i picchi delle temperature che provocano disagio e stress - spiega il vicepresidente della giunta regionale Franco Manzato - ma incidono pure sui fattori produttivi. Da questo punto di vista, però, le stalle del Veneto, dove si pratica un allevamento controllato in ogni fase per arrivare ad un prodotto di qualità certificata ai massimi livelli, sono all'avanguardia in fatto di applicazione di tutte le innovazioni tecnologiche più compatibili con l'ambiente".
I sistemi anticaldo nelle stalle sono molteplici: ventilatori, docce, micronebulizzazione, fino ad impianti specifici per favorire un microclima che metta gli animali a proprio agio. In Veneto si contano circa 11 mila imprese zootecniche, 4.800 delle quali ad indirizzo lattiero caseario, e, spiega Manzato, "gran parte degli allevatori hanno ristrutturato i locali per gli animali grazie ai contributi regionali" usati anche per sostenere "scelte imprenditoriali responsabili verso la salvaguardia ambientale".


L'ARENA GIORNALE DI VERONA

21 LUGLIO 2009

 

AMBIENTE. Ogni anno il 25 marzo una diga veniva chiusa per consentire alle acque del Tartaro di ricreare la palude
Caccia e pesca quando erano sopravvivenza

Le Grandi Valli, un mondo che è scomparso Nel porto 50 barche e i commercianti per comprare carpe, lucci, cavedani e barbi

 

Oltre alla raccolta e alla lavorazione delle erbe palustri e all’uso del salice per la fabbricazione dei cappelli e di vari oggetti di uso quotidiano, la pesca e la caccia erano, in passato, altre attività diffuse a Gazzo e in altri centri intorno alle Valli Grandi Veronesi. Considerata la povertà della maggior parte della popolazione e la difficoltà per molte famiglie di allevare il maiale, che costituiva la riserva di carne e grasso per tutto l’anno, il pesce, abbondante nei fiumi e nei fossi, costituiva un prezioso alimento. A parte la pesca occasionale praticata da quasi tutta la popolazione maschile, con bertavelli, nasse e «negosse», vi erano anche molti pescatori professionisti, specialmente nella frazione di Maccacari, dove, fino agli anni Sessanta, c’era un porticciolo con una cinquantina di sandole e «peòte», le tipiche barche della Bassa. Fin da piccoli, i figli dei pescatori apprendevano i segreti del mestiere. Ogni pescatore prendeva in affitto una determinata superficie di valle o un tratto di fiume, pagando ogni venerdì il proprietario con una quantità di pesce o una somma di denaro. Tutti avevano un casotto di canne, una trentina tra bertavelli e nasse e uno o più «calti», cioè impianti fissi a forma di labirinto, tutti strumenti costruiti dai pescatori stessi. Di buon mattino, con la barca, i pescatori andavano a controllare le trappole. Rientrati al porto, i pescatori trovavano file di commercianti ad aspettarli. Carpe, lucci, cavedani, barbi, anguille, pesci gatto, arborelle e ghiozzi erano i pesci che vivevano nelle acque delle valli. Accanto alla pesca del pesce vi era anche quella delle rane, praticata da pochi, che richiedeva doti di destrezza e precisione.
La caccia, altra attività della valle, era quasi sempre praticata dagli stessi pescatori. Ognuno aveva il suo appostamento fisso, la barca, i cani e oltre a cacciare e vendere la selvaggina abbattuta altri introiti potevano arrivare accompagnando in valle i molti cacciatori occasionali, provenienti da Verona e da altre città vicine, che scendevano a Gazzo per battute che potevano durare anche due o tre giorni. Dove c’erano specchi d’acqua, naturali o realizzati artificialmente, venivano costruiti casotti di canna dove si poteva sostare in attesa del passaggio di anatre e di altri uccelli di palude. C’era poi la possibilità di cacciare con il cane beccaccini, frullini, gallinelle d’acqua, schiribilli, sciabiche e voltolini. I cacciatori forestieri venivano soprattutto in autunno e in primavera, sia per motivi climatici sia perché nei mesi invernali, essendo la valle quasi asciutta, la selvaggina scarseggiava. Un altro tipo di caccia, senza armi, era quella allo storno, che avveniva nei mesi invernali. Conoscendo l’abitudine di questo uccello di passare la notte nel canneto, di preferenza dove il suolo era sommerso di acqua, compagnie di 10-12 cacciatori si recavano in valle, nelle notti senza luna, ognuno con la sua barca, con una rete lunga una trentina di metri, detta diluvio, avente al centro come un imbuto con l’estremità chiusa, dove dovevano finire gli uccelli spinti dal baccano fatto dai cacciatori che procedevano a semicerchio. I risultati di queste battute, generalmente, erano notevoli. Per risarcire il proprietario della valle del danno provocato al canneto e quale compenso per la cessione momentanea del terreno, veniva data parte della selvaggina.
La grande festa delle valli era all’inizio dell’annata agraria, con la chiusura del Sostegno Basadonne, ogni anno, al 25 marzo a Maccacari. Con la chiusura di questa antica struttura (che avveniva con assi di rovere), e il conseguente innalzamento delle acque del Tartaro, i terreni vallivi circostanti, con l’allagamento, venivano a trovarsi in condizioni analoghe a quelle che l’avevano caratterizzata primi che il fiume e i suoi affluenti fossero irrigimentati. Alla fine della stagione agraria, il 25 settembre, l’addetto del Sostegno Basadonne, smontando la diga, permetteva all’acqua del Tartaro di proseguire indisturbata il proprio percorso verso il Polesine. Con la scomparsa della valle, avvenuta negli anni Settanta, scomparve anche questo rito antico. Una festa simile si ripeteva il lunedì di Pasqua a Pontemolino, dove il Tartaro delimita il confine tra Veneto e Lombardia.


AFFARI ITALIANI

21 LUGLIO 2009

Trovata un raro esemplare di tartaruga bianca

 

Un raro esemplare di tartaruga bianca rinvenuto sulla riva del Fiume Giallo a Zhengzhou, in Cina. Questo esemplare pesa circa 6,5 kg ed è lunga una quarantina di centimetri. Guarda le immagini

 

FOTO

http://www.affaritaliani.it/cronache/animali_trovata_raratartaruga210709.html


IL CITTADINO

21 LUGLIO 2009

 

San Martino (LO) L’uccello era nel cortile del ristorante La Pergola: è stato portato al centro per gli animali selvatici

Cade dal nido, salvo un giovane tarabuso 

Scoperto dopo il temporale l’esemplare della specie, rara nel Lodigiano

 

Carlo Cerutti

 

San Martino (LO) -  Scherzando, si potrebbe dire che aveva voglia di andare in discoteca ma ha smarrito la strada. Sabato mattina, il personale del villaggio la Pergola di San Martino in Strada ha rinvenuto un giovane esemplare di tarabuso nel piazzale antistante il ristorante interno la struttura. Allertata immediatamente l’Enpa: l’ente è intervenuto tempestivamente con una pattuglia di guardie zoofile che hanno ricevuto in consegna l’animale dagli stessi inservienti della Pergola. Il tarabuso, adagiato con cura in una scatola imbottita, è stata portato dalla protezione animali al centro recupero animali selvatici di Castelleone. Un ritrovamento eccezionale: questo uccello palustre (simile ad un airone ma dall’aspetto più goffo, il collo corto e pesante, le zampe tozze e verdastre, il baricentro insaccato) è praticamente scomparso dalle zone lodigiane da molti decenni. Il canneto fitto e limaccioso è il suo habitat naturale. «Il lodigiano dei campi di mais e dei cementi non fa certo al suo caso e questo impreziosisce la scoperta», precisa Aldo Curatolo, presidente dell’Enpa di Lodi. L’animale non presentava ferite superficiali né traumi, ma era stremato, quasi esanime. Di pochi mesi l’età dell’esemplare: «Considerata la sua costituzione esile, ancora immatura, questo piccolo tarabuso ha scelto il momento peggiore per abbandonare il nido, nel mezzo del violento temporale di venerdì notte». La forte intemperie, scatenatasi a piena violenza sui cieli di Milano, ha soffiato anche sul capoluogo lodigiano con venti fortissimi. «Il tarabuso, senza più forze, è planato in emergenza nel luogo più vicino, e lì si è accasciato», spiega Curatolo. All’arrivo dei soccorritori, l’animale ha cercato di mimetizzarsi assumendo una posa buffa: immobile, il collo e il becco irrigiditi verso l’alto, gli occhi vitrei come due biglie da spiaggia. «Questo comportamento perché il tarabuso è un animale da canneto. Assumendo questa postura risulta indistinguibile dalle altre frasche», afferma Curatolo. Ora, l’animale verrà trattato con una dieta vitaminica per rinvigorirlo. Una volta pronto, sarà liberato nei territori liminari le sponde dell’Adda. Ma rimane un piccolo giallo da svelare. Il tarabuso ritrovato è ancora molto giovane, il suo raggio e la sua autonomia di volo limitate. Rimane dunque da capire da quale provenisse quella notte, se in prossimità di San Martino ci sia un nido di questa rarissima specie. «Un’ipotesi del genere è più che probabile, ma dubito che eventuali ricerche diano qualche risultato - afferma il presidente dell’Enpa -; ringrazio i cittadini che hanno prestato il primo soccorso all’animale, per la sensibilità dimostrata e la velocità nell’avvertire la protezione animali».


Animalieanimali

21 LUGLIO 2009

 

PARCHICARD, AGEVOLAZIONI IN AREE PROTETTE

Realizzata dal Centro turistico studentesco (CTS) in collaborazione con l'Associazione Carta giovani, Federparchi e FederCulture.

Esce "Parchicard", la prima carta di sconti ed agevolazioni ad hoc per le 22 aree protette d'Italia.


La card, finanziata dal Ministero del lavoro della salute e delle politiche sociali e realizzata dal Centro turistico studentesco (CTS) in collaborazione con l'Associazione Carta giovani, Federparchi e FederCulture, è destinata a promuovere la fruizione dei parchi italiani favorendo la pratica del turismo sociale e la fruizione sostenibile dei parchi. Ai fruitori della "Parchicard" saranno disponibili numerose agevolazioni sui musei, aree faunistiche, strutture di ristorazione, servizi di trasporto ed esercizi commerciali in genere. La card, accompagnata da una guida ai servizi, potrà essere ritirata gratuitamente presso le sedi del Cts, alcune associazioni di turismo sociale,le postazioni informagiovani, i centri visita dei parchi o scaricata dal sito internet www.parchicard.it


Animalieanimali

21 LUGLIO 2009

 

PESCA TONNO ROSSO; WWF, ANCHE BERLUSCONI DIFENDA SPECIE
Appello in Italia dopo la decisione francese

 

"Il presidente Berlusconi sostenga la difesa di questa specie a fianco di Francia e Gran Bretagna". A dirlo è il presidente onorario del Wwf, Fulco Pratesi, ricordando che il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha annunciato che il suo Paese sosterrà l'inserimento del tonno rosso, uno dei simboli del Mediterraneo, nella lista delle specie controllate dalla Convenzione internazionale Cites, prima che possa scomparire dai nostri mari. Lo stesso appello è stato sottoscritto dal Principato di Monaco ed ancora dal ministro della Pesca del governo britannico, Huw Irranca-Davies.
"I Governi - aggiunge Pratesi - stanno dando piena rispondenza agli impegni assunti nel corso del G8 che si è appena svolto in Italia, dove è stata messa in evidenza la necessità di conservare la biodiversità del nostro Pianeta". Alla luce di queste dichiarazioni "storiche", il Wwf chiede al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di appoggiare l'appello con un sostegno ufficiale da parte del nostro Paese alla richiesta di inserimento nella lista Cites sia del tonno rosso, sia dei coralli. La prossima Conferenza Cites si terrà a Doha, nel Qatar dal 13 al 25 marzo 2010, ma le proposte di inserimento delle specie a rischio devono arrivare alla Commissione entro il 17 ottobre. Pochi mesi, conclude il Wwf, "per l'ultima ancora di salvezza del tonno rosso, una specie che in questi ultimi anni è declinata per uno sfruttamento commerciale insostenibile". (ANSA)


IL SUSSIDIARIO

21 LUGLIO 2009

 

AMBIENTE/ Gli animali in via d’estinzione tornano a colonizzare l’Europa

 

MARIO GARGANTINI

 

Riflettori verdi puntati sull'Europa in questa estate 2009.Anzitutto per alcuni summit che potrebbero ridisegnare gli scenari delle previsioni e dei provvedimenti atti a contrastare la minaccia dei cambiamenti climatici. Si è appena concluso a Stoccolma un workshop informale sul clima per i negoziatori degli stati membri dell’UE, organizzato dalla nuova Presidenza Svedese dell’UE: l’incontro ha avviato una discussione strategica sugli aspetti connessi al processo negoziale in corso verso un consenso su nuovo accordo internazionale sui cambiamenti climatici da raggiungere in dicembre a Copenaghen con la Conferenza della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC).Sempre in Svezia e sempre su iniziativa della Presidenza UE, il 23 e 24 luglio si incontreranno ad Åre i Ministri dell’Energia per il primo Consiglio Energia informale; e in sequenza, il 24 e 25 luglio, i Ministri dell’Ambiente si incontreranno nella stessa cittadina per il primo Consiglio Ambiente informale. Nell’ambito delle riflessioni più generale circa un’economia eco-efficiente, i ministri metteranno all’ordine del giorno il coordinamento delle agende politiche sui cambiamenti climatici, l’efficienza energetica, l’innovazione e la competitività per sfruttare le sinergie esistenti, crearne di nuove per poter assicurare la crescita e la sostenibilità.Nel frattempo a Venezia 200 scienziati esperti nelle varie tematiche riguardanti dei cambiamenti climatici, dopo cinque giorni di intenso lavoro hanno elaborato un documento (AR5 Scoping Paper) che contiene gli obiettivi e la timeline del prossimo rapporto dell’IPCC, con una prima versione della lista dei capitoli per i tre volumi del rapporto. Il testo è riservato ed è all’esame dei vari governi membri dell’IPCC, ma dato che il suo contenuto si basa sulla revisione della letteratura scientifica climatica prodotta recentemente, non è difficile intuire che una maggiore enfasi sarà posta sulle proiezioni del clima a breve termine e su scala regionale e che sarà data una maggiore attenzione alla valutazione dei costi delle politiche climatiche.Fin qui, l’attività convegnistica.Ma ci sono anche i risultati di alcuni studi scientifici che, mentre confermano le preoccupazioni per lo stato dell’ambiente del Vecchio Continente, aprono qualche scenario positivo: come quelli contenuti nel rapporto della Commissione Europea sullo stato di conservazione delle specie e dei tipi di habitat protetti dalla Direttiva Habitats (Composite Report on the Conservation Status of Habitat Types and Species as required under Article 17 of the Habitats Directive). La relazione si riferisce al periodo 2001 – 2006 e riguarda 1182 specie e 216 tipi di habitat: rappresenta l’analisi più completa mai effettuata sulla biodiversità nell’UE e costituisce una base di partenza per comprendere le tendenze future.Secondo il rapporto, gli habitat e le specie vulnerabili con uno stato di conservazione definibile “buono” rappresentano solo una percentuale ridotta di quelli analizzati, perciò gli stati membri dovranno impegnarsi per migliorare la situazione. Gli habitat erbosi, le zone umide e gli habitat costieri sono quelli maggiormente sotto pressione, soprattutto a causa del declino dei modelli agricoli tradizionali, dello sviluppo turistico e dei cambiamenti climatici. Ad esempio, delle zone tipicamente associate al mondo agricolo solo il 7% ha ottenuto una valutazione favorevole (contro il 21% per gli habitat non agricoli)Vi sono comunque alcuni segnali positivi. Alcune specie particolarmente rappresentative (per esempio il lupo, la lince eurasiatica, il castoro e la lontra) stanno cominciando a ricolonizzare una parte del loro territorio tradizionale.Inoltre, molti stati membri hanno investito in modo significativo nel monitoraggio: si stanno riducendo gli habitat e le specie per le quali manca una adeguata documentazione e, nonostante alcune lacune informative (soprattutto in alcune regioni del Sud Europa), la comunicazione dei dati ha prodotto esiti molto positivi.


BIG HUNTER

21 LUGLIO 2009

 

Amiche di BigHunter, Eleonora: “siamo sempre più forti”

 

La caccia al femminile, lo abbiamo visto già con le altre Amiche di BigHunter, è  piena di passione. Una descrizione che calza a pennello per Eleonora Vignato, venticinquenne vicentina, cacciatrice e studentessa universitaria. Eleonora pratica prevalentemente la caccia al capanno (soprattutto allodole) ma si cimenta in ogni forma di arte venatoria. “Sono figlia unica, mio padre pensava che non avendo il figlio maschio nessuno avrebbe portato avanti la tradizione di famiglia di cacciatori... invece ho iniziato subito ad essere affascinata e trasportata da questa passione” ci confessa fiera Eleonora, che non è solo una semplice cacciatrice ma anche coordinatrice di un'associazione venatoria e segretaria nel comitato direttivo del suo Atc di residenza, nonché istruttrice venatoria. La caccia agli occhi di questa giovane leva femminile è qualcosa che “tocca ogni estrazione sociale e cultura”, originata da qualcosa di molto profondo e romantico: “chi non conosce la caccia non può riconoscerne la sottile malinconica che sempre accompagna il cacciatore – spiega Eleonora -, come se qualcosa fosse rimasto in fondo all'anima e l'attesa, l'alba, il cammino potessero afferrarlo. Io non credo si arrivi alla caccia se non è Lei a volerti”.Sui cacciatori ci dice: “penso siano un polmone di aria genuina e onesta, che con la dignità di cui a ragione vanno fieri non si sono mai piegati davanti alle tante dita ingiustamente puntate contro”. “Penso alla terra, al fango, al cielo, alle piante, agli animali, all'acqua e non vedo nulla di più legato a tutto questo che la caccia e gli uomini e le donne che la praticano”.“Mi accusano – spiega - di essere anacronistica, fuori luogo e fuori tempo, mentre io, da cacciatrice, mi sento nel luogo giusto e al momento giusto dovunque, e non mi stupisco più che spesso chi mi ha mosso queste accuse paventando la sua grande civiltà sia proprio chi spacca auto e sfregia monumenti per protestare contro i cacciatori” ci dice con grande sicurezza  questa giovane donna, dimostrando concretamente che la caccia ha molte più speranze di accrescere e di acquistare quella credibilità che merita: “penso che siamo forti. Lo penso sempre di più” dice.  “Ritengo  che la caccia possa costituire una risorsa per la ricostituzione di una società civile e che non abbia mai smesso di essere una risorsa per l'ambiente in quanto non ho mai pensato scindibile il connubio caccia-natura” ci dice ancora saggiamente Eleonora, che poi ci confida: “se mai Dio mi farà la grazia di avere dei figli voglio siano orgogliosi di aver respirato questa passione dalla madre.
Spero diventeranno cacciatori, ma se così non fosse voglio comunque che imparino ad amare questo meraviglioso mondo e a proteggerlo”. Brava Eleonora. Ne vogliamo mille, diecimila come te.


IL GAZZETTINO

21 LUGLIO 2009

 

Sfrattati i box dei cavalli del Palio Ora bisogna trovare un sito alternativo

I nomi dei fantini e degli animali che si sfideranno per vincere i XV Ducati d’Oro

 

Daniele Mammani

Feltre (BL) - Niente più box in via Gaggia e i cavalli del Palio di Feltre migrano in altri lidi. È certa la notizia che i dodici cavalli (8 più 4 riserve) che disputeranno la quarta gara del Palio non soggiorneranno più nelle vicinanze dell'anello sabbioso di Prà del Moro, ma saranno stallati in un altro luogo. Questo sembra essere il risultato di una serie di problemi burocratici, così i responsabili di quartiere dichiarano, che sono nati nella tarda mattinata di ieri. Infatti, proprio ieri una delegazione delle contrade è stata a riunione con i vertici della Polizia Locale per definire tutti i dettagli di sorveglianza dei cavalli in via Gaggia, ma anche per discutere tutti i servizi che saranno necessari per fare si che gli animali siano tutelati nel migliore dei modi. Una voce insistente però ha preso forma in tarda mattinata e conferma nel primo pomeriggio: i cavalli saranno stallati in un altro luogo. La ricerca, da parte degli organizzatori, si è svolta rapidamente ed è già stato identificato il posto più consono per la permanenza degli equini.I quartieri hanno anche concluso la scelta dei fantini che disputeranno i tre giri dell'anello di Prà del Moro.Nomi di grande interesse e importanza e ancora una volta Feltre si veste di valore. Castello farà scendere al canape il solito Martin Ballesteros (Pampero) ma ancora segreta rimane la seconda monta. La voce più accreditata dice che sarà Massimo Columbu (Veleno II) ad accompagnare Pampero nei tre giri. La nonna del palio, il Duomo, schiererà Valter Pusceddu (Bighino) e Silvano Mulas (Voglia). Il quartiere Port'Oria si avvalerà di Alessandro Chiti (Voragine), già vincitore con i colori giallo neri, e di Federico Sanna. Il detentore dei XV ducati, il Santo Stefano, con un colpo dell'ultima ora, veste con i suoi colori Andrea Farris e Alessio Pollioni.


CORRIERE ADRIATICO
21 LUGLIO 2009
 
Fido-show, stregati dai cani eroi
Salvataggio in mare, un successone l’esibizione degli angeli a quattro zampe
 
Falconara (AN) - Per loro è quasi un gioco e forse, nella totale abnegazione che li lega al padrone-conduttore-amico, neanche si rendono conto di salvare vite umane. E’ stata emozionante e coinvolgente come sempre la dimostrazione in spiaggia con i cani da salvataggio addestrati dalla Pegasus – Cinofili Soccorso Nautico, rimandata un paio di volte a causa del maltempo alla quale hanno assistito domenica pomeriggio moltissime persone. Tanti anche i bambini incuriositi e per nulla intimoriti da questi “giganti buoni”, dolcissimi, affettuosi, ma soprattutto nuotatori eccezionali. Dopo un “assaggio” a giugno con la presenza di un gruppo di cani da salvataggio di fronte a “Picchio Beach”, per questa seconda giornata dedicata al migliore amico dell’uomo, la base di partenza di tutte le prove è stata lo stabilimento “Marcello & Walter”. Sotto un tendone appositamente predisposto hanno stazionato per tutto il pomeriggio di domenica lupi, labrador, golden retriver, un pit pull (a dimostrare che non esistono cani cattivi, ma solo padroni pericolosi) ed anche meticci, con i loro amici conduttori per qualche ora dedicata alle dimostrazioni di ciò che questi magnifici quattro zampe sanno fare per venire in aiuto all’uomo.
L’associazione “Pegasus” (cinofili soccorso nautico) è nata nel 2003 e addestra durante tutto l’anno le cosiddette “unità cinofile, cioè i cani ed i loro conduttori, al salvataggio nautico. “Per questo tipo di attività – spiega il presidente Corrado Gamberini – possono essere utilizzati cani di tutte le razze, purché abbiano spiccate doti di acquaticità, un carattere mansueto ed un peso minimo di circa 30 chili. Alla razza del terranova che un tempo si credeva l’unica in grado di effettuare un salvataggio acquatico, si sono affiancata anche molte altre razze comuni”.
L’addestramento utilizzato dalla “Pegasus” è di tipo moderno, cosiddetto “non coercitivo” ma basato sullo studio della psicologia canina. “In sostanza – dice Gamberini – il cane non viene mai obbligato ad eseguire un esercizio, ma viene invogliato a farlo, come se fosse un gioco, per il piacere di far felice il suo padrone. Tutto si basa, infatti, sul rapporto che si deve creare tra il conduttore ed il cane”.
L’associazione “Pegasus” opera su base volontaria nei presidi estivi di salvataggio lungo le spiagge libere sprovviste del servizio di soccorso e rimane disponibile, insieme alle altre organizzazioni di Protezione civile per interventi di emergenza specifici quali, ad esempio, fenomeni alluvionali. Per avere informazioni sull’attività del gruppo “Pegasus” 329 1094498 oppure sul sito www.pegasus-soccorso.it.

SWISSINFO

21 LUGLIO 2009

 

Olanda: arrestato animalista, progettava attentato regina

 

BRUXELLES - Un attivista per la difesa dei diritti degli animali è stato arrestato in Olanda con l'accusa di voler progettare un attentato contro la regina Beatrice, "colpevole" di indossare pellicce. Peter Janessen, questo il nome dell'attivista, noto in Olanda con il soprannome di "vegan streaker", è stato fermato grazie alla segnalazione di un testimone. L'uomo, tuttavia, non è stato trovato in possesso di nessuna arma, come invece temevano gli inquirenti. L'avvocato difensore dell'animalista sostiene che la polizia voglia soltanto gettare discredito sul suo assistito.
Janessen era conosciuto nel suo paese per aver interrotto uno show televisivo: l'animalista aveva fatto irruzione vestito soltanto con un paio di mutande e issando un cartello con la scritta "Metti fine alla sofferenza degli animali".


VIRGILIO NOTIZIE
21 LUGLIO 2009
 
La tartaruga bianca e gli altri animali senza colore
L'albinismo e i suoi curiosi effetti sul mantello di pesci, tigri, coccodrilli e tartarughe
 
Verdi, gialli, marroni, di animali ce ne sono proprio di tutti i colori. E la "nouance" più ricercata è il bianco. Infatti vedere un animale albino è un evento straordinario: l'ultimo è quello di un originale esemplare di tartaruga bianca rinvenuto sulla riva del Fiume Giallo a Zhengzhou, in Cina. La testuggine pesa circa 6,5 kg ed è lunga una quarantina di centimetri.
Animali albini
La nascita di un animale dal manto candido è sempre occasione di grande curiosità. Dopo le immagini del delfino albino immortalato nelle acque della Lousiana negli Stati Uniti poche settimane fa, ora girano in rete le foto di un piccolo canguro con il pelo insolitamente candido venuto alla luce nello zoo di Kristiansand in Norvegia. In realtà l'albinismo è un'anomalia nella colorazione degli animali. Di tutte le specie o quasi.
Esemplari rari
Leoni, cani, tigri, canguri e coccodrilli e tutti quegli animali che sono ammiratissimi per i loro colori sgargianti, hanno una variante tutta bianca. Rarissima e per questo di grande fascino negli zoo dove viene data in pasto ai turisti. Non esistono calcoli precisi su quanto incida percentualmente questa variante nel complessivo degli animali venuti al mondo. Di certo c'è il fatto che la nascita o l'avvistamento di un animale dal pelo candido suscita sempre grandissima sorpresa. le foto degli animali "senza colore"
 
FOTO E VIDEO
http://notizie.virgilio.it/cronaca/il_delfino_rosa_animali_albini.html
 
 

 

            21 LUGLIO  2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

 

REUTERS
21 LUGLIO 2009
 
Gatti sanno come manipolare i propri padroni
 
LONDRA - I gatti hanno trovato il modo di far fare ai propri padroni esattamente ciò che vogliono, semplicemente aggiungendo un piccolo miagolio lamentoso alle loro fusa. Lo ha rivelato uno studio britannico.Alcuni ricercatori dell'Università del Sussex hanno analizzato i differenti rumori provocati dalle fusa dei gatti e hanno riscontrato che i felini possono modificare il "suono" delle loro fusa, aggiungendo una sorta di piagnucolio da cucciolo, fino a costringere i propri padroni a dar loro da mangiare."Quando senti questo suono, non lo puoi ignorare. E' fastidioso anche se non si è perfettamente in grado di capire che cosa sia", ha detto la ricercatrice Karen McComb, esperta di comunicazione tra mammiferi all'università, a Reuters Television."E' una sorta di pianto che potremmo anche definire piacevole ma che, a lungo andare, ci logora, così che, solo per farlo smettere, siamo costretti ad alzarci e ad andare a dar da mangiare al gatto".McComb ha detto di aver scoperto queste fusa "da richiamo" analizzando il comportamento del suo gatto Pepo la mattina presto.La ricercatrice ha realizzato un video di Pepo, mentre seduto sul letto continuava ad emettere questo suono insistente. Un'insistenza placata solo in caso di una buona razione di cibo.Queste fusa, paragonate a quelle normali, sono molto differenti. "Sono sempre fusa, ma hanno quel lamento di sottofondo che è molto rumoroso".Ma Pepo pare non essere l'unico gatto a comportarsi così. Anche i padroni di altri nove felini hanno confermato questo comportamento.Questo tipo di "richiamo" viene utilizzato dai gatti soprattutto in caso di padroni particolarmente ricettivi e, soprattutto, quando i primi lamenti hanno consentito agli animali di ottenere la giusta attenzione. "Semplicemente imparano ad aumentare il tono del loro lamento quando questo si rivela efficace", ha concluso MComb, la cui ricerca e le cui scoperte appariranno sulla rivista Current Biology.La ricercatrice ha ammesso che questo studio potrebbe sembrare ovvio per chi è possessore di un gatto, ma che potrebbe rivelarsi molto utile per capire meglio la comunicazione tra le diverse specie.

Animalieanimali

21 LUGLIO 2009

 

PRIMATI NON UMANI PER VIVISEZIONE, CAMBOGIA TOP ESPORTAZIONI
Allarme catture in natura, denunciata alta mortalità nel trasporto

 

La Cambogia è uno dei maggiori Paesi esportatori di Primati utilizzati nei laboratori di tutto il mondo: queste specie a rischio di estinzione vengono prelevate con metodi violenti e illegali, per essere destinate alla vivisezione.
Secondo le ultime statistiche CITES, il Corpo Forestale dello Stato che si occupa a livello internazionale del commercio di flora e fauna minacciate da estinzione, più di 14.000 macachi sono stati spediti in Cina, Vietnam, Europa e America solo nel 2008 - circa il doppio del numero esportato nel 2007 - dimostrando un trend in forte aumento per il commercio e l’utilizzo a scopi scientifici di Primati di cui è stata dimostrata, in numerosi studi, la complessità della struttura cerebrale ed etologica.
Queste scimmie, il cui valore economico si aggira tra i 50 e i 125 dollari, subiscono molteplici violenze fisiche e psicologiche: dalla cattura alla detenzione negli stabulari, fino alle discutibili pratiche della sperimentazione nei laboratori; sono le inutili e tristi protagoniste soprattutto di studi di tossicità e di investigazioni sulle attività cerebrali. Dovrebbero essere in corso strategie di riproduzione in cattività, ma le statistiche dimostrano che nei fatti la cattura nell’ambiente naturale è ancora ampiamente diffusa, andando a impoverire ecosistemi già minacciati e contribuendo a fenomeni di caccia illegali.
La LAV (www.lav.it) rende noto in Italia questo ennesimo scandalo legato alla sperimentazione animale, denunciato in Gran Bretagna dall’associazione inglese BUAV (British Union for the abolition of vivisection, www.buav.org ) che ha anche evidenziato l’alta mortalità di questi animali durante il trasporto aereo: infatti questi Primati, sottoposti a forti stress e a condizioni di viaggio inaccettabili all’interno di scatole piccolissime e dotate solo di alcuni fori, spesso muoiono prima di arrivare a destinazione.
La BUAV, con il supporto del parlamentare inglese Chris Mullin, ha chiesto al proprio Governo di porre fine all’inaccettabile commercio di Primati e ha sottolineato l’importanza della protezione di specie a rischio di estinzione per la tutela di tutto il Pianeta.
“E' importante che l'opinione pubblica e i politici siano consapevoli del quadro complessivo degli abusi cui sono sottoposti gli animali nelle investigazioni scientifiche, specialmente ora che siamo nella fase conclusiva della revisione della Direttiva Europea 86/609 che regolamenta la sperimentazione animale - dichiara Michela Kuan, biologa, responsabile LAV settore vivisezione - L’ottica comunitaria deve essere volta all’effettiva implementazione dei metodi alternativi, con una tangibile diminuzione del numero di animali coinvolti nella sperimentazione, in vista della loro totale sostituzione con pratiche scientificamente attendibili ed etiche.”

 

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