21 MAGGIO 2011
LA SICILIA AGRIGENTO
21 MAGGIO 2011
 
Ribera. Strage di cani e gatti a Seccagrande. Polizia e carabinieri indagano alla ricerca degli autori del vile episodio
Animali randagi uccisi con «esche» al veleno
 
Enzo Minio
 
Ribera (AG) - .E' una vera e propria strage di animali domestici, in particolare cani e gatti, quella che si è sviluppata per alcuni giorni a Seccagrande, la borgata estiva e turistica di Ribera, dove diversi animali sembra siano stati avvelenati con delle esche che hanno portato alla loro morte immediata. Diverse carogne sono state rinvenute, sotto il sole, per strada, sia sul lungomare Gagarin che sulla via Raffaello Sanzio. A denunciare il barbaro assassinio degli animali sono stati prima i proprietari di cani e gatti e poi i tanti riberesi di passaggio che hanno invitato le autorità comunali e sanitarie a rimuovere le carcasse.
Una denuncia è partita pure sul noto network face book sul quale alcuni riberesi, con rabbia, annunciano che si tratta di una vera e propria strage di animali amici dell'uomo i quali in buona parte non erano randagi, ma si erano allontanati per qualche ora in prossimità delle abitazioni estive. Che ci sia del dolo non sembra proprio una ipotesi, ma quasi una certezza perché sia i gatti che i cani, dall'aspetto esterno, non sembrano essere stati investiti dalle auto, come in un primo momento alcuni hanno creduto.
Si parla oggi dello spargimento per le strade principali della borgata di vere e proprie esche avvelenate che stanno per essere cercate in tutto l'abitato per evitare l'aggravarsi della strage e per potere risalire, con qualche elemento di indagine, agli autori del misfatto che possono essere puniti severamente dall'articolo 544 del codice penale. Gli animali domestici sono tenuti in questi giorni al chiuso o legati con un guinzaglio per evitare che si possano allontanare e andare incontro alla morte.
Quello dei giorni scorsi non è un fatto isolato perché perfino l'estate scorsa, con tanta gente presente nella località balneare, l'episodio si è ripetuto più volte. "Portavo la sera a spasso il mio cagnolino di 6 anni - ci dice un impiegato postale di Ribera che ha una casa-vacanza a Seccagrande - quando in un momento di distrazione lo abbiamo visto imboccare nel luglio scorso delle polpette certamente avvelenate in un tombino scoperto dell'acqua piovana. Lo abbiamo salvato per caso, portando di notte dal veterinario che gli ha prescritto una buona dose di medicine. Siamo di fronte a dei barbari".
Polizia municipale e carabinieri sono stati allertati per individuare, con attenti controlli, anche di notte, coloro i quali vanno seminando morte tra gli animali più cari e fedeli dell'uomo. Le autorità sanitarie e comunali hanno preso l'impegno di effettuare dei controlli in prossimità dei cassonetti dei rifiuti solidi urbani e dentro i pozzetti che raccolgono l'acqua piovana.

LA PROVINCIA PAVESE
21 MAGGIO 2011
 
Sparò a un gatto
 
SENNA LODIGIANA (LO). Un 25enne di Senna Lodigiana, C.C., è stato condannato dal tribunale di Lodi a duemila euro di multa per maltrattamento di animali: per l’accusa era stato lui, figlio di un cacciatore, a sparare nel 2006 un pallino di piombo in una zampa del gatto di proprietà del vicino, che aveva sporto querela.

IL TIRRENO
21 APRILE 2011
 
Dopo lo sparo alla sua cagnolina i biglietti pieni di insulti
 
PISTOIA. Biglietti pieni di insulti, almeno una trentina e tutti scritti a mano, uno per uno. Serena Canigiani, la giovane de Le Grazie che giovedì aveva denunciato alla stampa l’attentato a colpi di fucile contro la propria cagnolina, ieri mattina ha subìto una nuova minaccia: la sua auto e la strada che separa la sua abitazione dal parcheggio sono state tappezzate con biglietti pieni di insulti.
«Come tutte le mattine stavo uscendo di casa per andare a lavoro, erano circa le otto - racconta Serena - quando mi sono accorta che nel tratto di strada che separa la mia abitazione dal parcheggio c’erano dei bigliettini per terra pieni di insulti contro di me. Ne ho trovati qualcuno anche sul parabrezza della mia auto. In tutto saranno stati una trentina, tutti scritti a mano con la stessa calligrafia. Alcuni sono stati raccolti anche dai miei vicini di casa. Ho avuto paura».
Impaurita ma decisa a chiedere giustizia per quanto accaduto, Serena si è subito recata in Questura per sporgere denuncia contro ignoti.
«Gli agenti mi hanno rincuorato un po’ - afferma Serena - e mi hanno assicurato che a breve avvieranno le indagini per scoprire l’autore di questo gesto».
È il secondo gesto intimidatorio che Serena subisce in poco più di venti giorni. Lo scorso 27 aprile infatti Flo, il coker di cinque anni di Serena, è stato colpito da breve distanza da una pallottola sparata da un fucile ad aria compressa che le ha perforato un polmone.
Fu la stessa Serena a trovare Flo, in fin di vita e sanguinante, di fronte alla porta di casa. Nonostante già allora avesse più di un sospetto su chi fosse l’autore del gesto Serena sporse denuncia contro ignoti. Una denuncia che la giovane è tornata a sporgere anche ieri, questa volta non per maltrattamenti contro gli animali, ma per minacce contro la sua persona.

ESTENSE.COM
21 MAGGIO 2011
 
Cuccioli malati, maxi condanna
Aveva venduto animali non vaccinati nel Centese
 
Cento (FE). Due anni e otto mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese giudiziali e di un risarcimento alla parte civile di 10mila euro immediatamente esecutiva. È la maxi condanna inflitta ieri dal tribunale di Ferrara a Claudio Colletti, imputato per frode in commercio per aver venduto cuccioli malati e non vaccinati nel Centese.Con lui era alla sbarra anche la madre, Adalgisa Balboni, per la quale il giudice ha pronunciato l’assoluzione.Secondo le risultanze del dibattimento, alcune patologie riscontrate nei piccoli animali erano evitabili se fosse stata fatta una corretta profilassi.Nel processo era parte civile l’Enpa, ente protezione animali, nella persona del suo presidente, Alberto Felloni, assistita dai legali Cristina Pelliccioni e Carlo Bergamasco.
IL TIRRENO
21 MAGGIO 2011
 
Traffico illecito di uccelli, maxi sequestro e denunce
 
 
Prato - Tre persone sono state denunciate nell'ambito di un'operazione congiunta di carabinieri e polizia provinciale di Prato perchè sorprese a trasportare volatili vivi illegalmente dalla Polonia. Le forze dell'ordine hanno bloccato due vetture, entrambe con targa polacca, all'uscita dell'autostrada nei pressi del casello di Prato Ovest.
Le persone identificate, tutte e tre con cittadinanza polacca, stavano trasportando illegalmente uccelli vivi, racchiusi in piccole scatole di cartone riposte all'interno delle bauliere. Si trattava di 500 uccelli appartenenti alla specie cesena e tordo bottaccio dai 10 ai 20 giorni di vita, frutto, presumibilmente, di prelievo abusivo di nidi e catture illecite fatte in Polonia.
Gli animali, se fossero arrivati a destinazione, sarebbero stati messi sul mercato al prezzo di circa 200-300 euro ciascuno. Sono molto ricercati dai cacciatori come richiami vivi per praticare l'attività venatoria.I tre cittadini sono stati inoltre stati multati per un totale di 236.640 euro.

AGI
21 MAGGIO 2011
 
TRAFFICO ILLECITO: SEQUESTRATI A PRATO 500 VOLATILI VIVI
 
Prato - Trasportavano illegalmente volatili vivi dalla Polonia. Tre denuncie per un'operazione congiunta carabinieri e polizia provinciale di Prato. L'operazione si e' svolta venerdi' mattina quando all'uscita dell'autostrada, al casello di Prato Ovest, sono state bloccate due autovetture, una Fiat Panda ed una Toyota Yaris, entrambe con targa Polacca.
Le persone identificate, in totale tre con cittadinanza Polacca, stavano trasportando illegalmente uccelli vivi, racchiusi in piccole scatole di cartone riposte all'interno delle bauliere. I veicoli e le persone sono stati accompagnati, per i dovuti accertamenti, presso il Comando Provinciale dei Carabinieri. I volatili, provenienti direttamente dalla Polonia, con destinazione la provincia pratese, risultavano essere 500 uccelli vivi appartenenti alla specie cesena e tordo bottaccio. Da un'accurata verifica dei volatili, gli stessi risultavano ancora nidiacei, dai 10 ai 20 giorni di vita, frutto, presumibilmente, di prelievo abusivo di nidi e catture illecite verificatesi direttamente in Polonia (dove adesso e' il periodo di nidificazione di dette specie). Il personale operante ed un medico veterinario, nominato Ausiliario di P.G., constatavano inoltre la morte di alcuni di essi nel numero di 12 esemplari; tale causa dovuta allo stress del lungo viaggio, nonche' alle condizioni di trasporto, incompatibili con la propria natura, in spazi angusti, senza cibo e senza acqua.
Veniva proceduto pertanto a porre sotto sequestro penale i 500 volatili che venivano immediatamente affidati al Centro di Recupero Cruma di Livorno ed al Centro di recupero Cetras di Empoli. Se fossero arrivati a destinazione sarebbero stati sicuramente "regolarizzati" attraverso l'apposizione abusiva di anelli numerati inamovibili e messi sul mercato al prezzo di circa 200-300 Euro cadauno. Tale attivita' illecita e' molto frequente nel mondo venatorio dove i cacciatori, allo scopo di fornirsi di richiami vivi per praticare l'attivita' venatoria, acquistano, a caro prezzo, uccelli che pero', in molti casi, risultano provenienti da catture abusive che si consumano in Italia ma anche all'estero. Le persone sono state denunciate alla Procura della Repubblica per reati in violazione al Codice Penale per detenzione di volatili in condizioni incompatibili con la propria natura, maltrattamento con conseguente morte di animali ed in violazione alla legge sulla caccia per uccellagione, cattura abusiva di volatili, prelievo di uova, nidi e piccoli nati, nonche' per trasporto per vendita di uccelli e commercio di esemplari vivi di specie di avifauna.
Sono, inoltre, stati multati per un totale di Euro 236.640,00.

GEA PRESS
21 MAGGIO 2011
 
Savona: caccia alla poiana, ma a fin di bene
Inseguita a piedi, non potendo più volare - l'ENPA di Savona: subito il Parco di Finale.
 
 
L’hanno inseguita passo passo, anche se avrebbe dovuto volare. I residenti di Carbuta (SV) hanno così dato vita all’insolito pedinamento nei boschi di Finale Ligure. La povera Poiana (uccello rapace protetto dalla legge), ferita da una rosa di pallini di piombo, non è stata mai persa d’occhio fino all’arrivo dei volontari dell’ENPA di Savona.Raggiunto l’ambulatorio veterinario, ecco l’amara sorpresa. La Poiana camminava (… in compagnia dei pallini) ormai da giorni. La frattura ossea dell’ala presentava, infatti, il callo e si è dovuti intervenire chirurgicamente. Questo anche per asportare i numerosi pallini da caccia che l’avevano trafitta.Secondo L’ENPA di Savona il bracconaggio, come la caccia, sono attività incondivisibili, mentenute, però, grazie all’interessata benevolenza del mondo politico. Il paradosso, sempre secondo l’ENPA, si raggiunge con l’avversione mostrata da entrambi gli schieramenti (politico e venatorio) all’istituzione del Parco di Finale che potrebbe invece rappresentare un prezioso motore dell’economia, del turismo e dell’occupazione.Intanto la Poiana recuperata a Carbuta è ora affidata, per la riabilitazione, alle cure degli esperti dell’ENPA che faranno di tutto per poterla fare tornare in natura.

MATTINO DI PADOVA
21 MAGGIO 2011
 
Salvati un merlo e due piccole tortore
 
Padova - Nemmeno 48 ore per due salvataggi che hanno lasciato col fiato sospeso: i volontari dell’Italcaccia hanno recuperato nei giorni scorsi due piccoli di tortora in centro, vicino a «Louis Vuitton», e un merlo (in foto) ferito a Limena. Ad intervenire Danilo Cerato del Corpo agenti faunistici ambientali.
Le tortorelle erano cadute dal nido e, in mezzo al traffico, rischiavano la vita. Ad accorgersi della presenza dei volatili, alcuni passanti che hanno avvertito la Polizia provinciale. Subito dopo, a un agente è toccato lo straordinario a Limena, dove un merlo adulto è rimasto ferito da un’auto. Gli animali salvati sono stati consegnati ad un centro di recupero specializzato nella riabilitazione della fauna selvatica: «Sono convinto che il merlo sarà liberato molto presto - riferisce Cerato - Il trauma riportato è il risultato di uno scontro con un’auto, ma si sistemerà in breve tempo. Quanto ai piccoli di tortora, non resta loro che crescere e riguadagnare la libertà del volo».

IL MATTINO DI PADOVA
21 MAGGIO 2011
 
Invasione di piccioni, residenti infuriati sparano i petardi
 
Padova - A San Gregorio, nei complessi ex Alleanza tra via Turazza e via Pellizzo, i piccioni si debellano a suon di botti e così è Capodanno tutti i giorni. Una mano misteriosa lancia i petardi da dietro la siepe che circonda i palazzi: si avverte un primo scoppio, poi un altro finché i piccioni non prendono il volo visibilmente spaventati e rintronati.
I residenti non hanno ancora individuato chi spara, quello che è certo è che non sono dei ragazzi, come gli abitanti avevano pensato ai primi rumori, perché i colpi sono mirati sotto le terrazze di un appartamento, proprio dove ha avuto inizio l’invasione dei colombi.
Tutto cominciò alcuni anni fa quando un residente cominciò ad «allevare» i piccioni sul proprio balcone. Presto il terrazzo, per gli uccelli, nutriti di sacchi di grano e mollica di pane, si trasformò in un hotel a cinque stelle. A nulla valsero le lamentele e i titigi dei vicini, tanto meno le lettere di protesta dell’amministratore. Niente hanno potuto nemmeno le minacce di fotografie scattate che testimoniavano l’inopportuna abitudine.
Ovvie le conseguenze: da un tappeto giornaliero di piume, fino alla naturale sporcizia che accompagna i piccioni e che grava su terrazze e verande. Alcune settimane il residente che dava il grano ai volatili, sempre più numerosi, ha fatto le valige. Il condominio ha festeggiato e sulla bacheca dell’atrio si sono sprecate espressioni di sollievo. Tuttavia i colombi non si debellano tanto facilmente: è tipico infatti di questi animali rimanere nelle zone dove sono sicuri di trovare cibo. Ed ecco, perciò, che è scattata la controffensiva: se non dimenticano le gioie forse non scordano nemmeno i dolori: il fragore dei petardi non uccide e nemmeno ferisce, ma lo spavento è assicurato. Spavento che, però, sta coinvolgendo anche i cani e i gatti di tutto il vicinato.

IL GIORNALE
21 MAGGIO 2011
 
Ruba il cane alla moglie per darlo in pegno a uno strozzino
 
provincia di Milano - Ha rubato il cane della moglie per darlo in pegno agli strozzini a cui doveva oltre 3.500 euro, chiesti per poter continuare a giocare alle slot machine. Il fatto è avvenuto in provincia di Milano, vicino a Bollate. L'uomo da diverso tempo era ricorso ai prestiti di uno strozzino. Il debito nel corso dei mesi è salito fino ad arrivare ad oltre 3.500 euro. Speso tutto il proprio stipendio nel gioco, l'uomo si è rivolto ancora una volta allo strozzino chiedendo un prestito di ulteriori 500 euro. A questo punto il cravattaro ha preteso una garanzia sia per poter dargli i soldi richiesti sia come forma di garanzia per il debito arretrato.Da qui la decisione del 55enne che tornato a casa ha rapito il cane della moglie, un pincher nano di due anni, e lo ha consegnato allo strozzino come pegno. La vicenda è finita bene, infatti grazie ad una vincita il 55enne ha potuto saldare parte del suo debito e dopo tre giorni il cane è tornato nelle braccia della sua padrona.
MATTINO DI PADOVA
21 MAGGIO 2011
 
La convivente lo lascia tenta un gesto disperato e finisce in psichiatria
 
Patrizia Rossetti
 
SAONARA (PD). Lei lo vuole lasciare, lui va in escandescenze e finisce in psichiatria, ma rischiano di fare una brutta fine sei gatti, due cani e tre pappagalli, rimasti soli nella casa vuota. Sono stati messi in salvo grazie alla collaborazione tra i carabinieri di Legnaro, la polizia locale di Saonara e alcuni volontari animalisti. Tutto comincia con una telefonata al 112 che segnala l’ennesimo furibondo litigio di una coppia di quarantacinquenni.
I due vivono a Tombelle, in un condominio di via Vigonovese. Arrivati sul posto, i carabinieri si trovano di fronte ad una situazione critica: la donna infatti sta per abbandonare il convivente, che però non accetta la fine della relazione e dà in escandescenze, arrivando persino a tentare un gesto disperato. I militari lo fermano in tempo, e viene disposto il ricovero al reparto di Psichiatria dell’Ospedale di Padova.
Nella casa ormai vuota, gli animali rischiano di andare incontro a un ben triste destino: ma le forze dell’ordine avviano l’operazione salvataggio. Il luogotenente Giovanni Soldano e il comandante della polizia locale Fiorenzo Salmaso iniziano un giro di telefonate alle guardie zoofile dell’Enpa, alla polizia provinciale e ad alcuni volontari.
La situazione si risolve in poche ore. Una vicina di casa prende con sè uno dei cani mentre il secondo, privo di una zampa, rimarrà temporaneamente nella caserma di Legnaro, in attesa che la ormai ex convivente vada a riprenderlo. Una volontaria di Arzergrande prende invece in custodia i pappagalli e quattro gatti, mentre gli altri due purtroppo scappano. Gli animali sono stati trovati in buone condizioni, puliti e ben nutriti. Ma i proprietari potrebbero comunque venire multati per mancata custodia e abbandono.

LA SICILIA
21 MAGGIO 2011
 
Fussone sollecita interventi per ridurre il randagismo
 
Tiziana Tavella
 
ENNA - E' trascorso circa un mese dall'incontro all'ispettorato regionale veterinario,settore randagismo, cui hanno partecipato gli assessori Luigi Savarese e Gino La Rocca, accompagnati dal consigliere comunale del gruppo federato Cesare Fussone per reperire i fondi per la realizzazione del canile comunale e per l'applicazione delle linee guida per il settore randagismo. Dopo l'incontro, sono state date diverse rassicurazioni da parte dell'assessore Savarese per quanto riguarda l'effettiva realizzazione del canile.Cesare Fussone consigliere comunale del gruppo federato, interrompe il silenzio sul problema randagismo in città dicendo.
«E' passato un mese e tanti cuccioli sono nati e sono in giro tra le campagne, la periferia, Enna Bassa e Pergusa. Cuccioli che vanno a incrementare i già consistenti branchi in giro anche per le zone sensibili della città come il pronto soccorso di Enna Bassa. La popolazione di cani randagi in città - dice Fussone - è di circa 200 unità cui si sommano le nuove cucciolate. Domando all'amministrazione se è possibile di fronte a questi numeri attendere tempi burocratici così lunghi».
Il consigliere comunale Cesare Fussone rivolgendosi direttamente all'assessore Savarese aggiunge: «Quanto tempo dovrà passare per dare concretezza effettiva al calendario di azioni che è stato annunciato verbalmente? Per mappatura, sterilizzazione, adozioni, microchip che sono le basi per iniziare un percorso di normalizzazione che richiede da 2 a 8 anni per la sua realizzazione, quanto tempo si pensa di aspettare ancora? Quanti servizi si metteranno davvero in funzione?».

RAGUSA NEWS
21 MAGGIO 2011
 
Randagismo, al via la seconda parte del progetto pilota
 
Ragusa - Un progetto da 850.000 euro voluto un anno fa dall'allora assessore regionale Massimo Russo e, affidato per il coordinamento, alla Prefettura. E' il progetto pilota contro il randagismo avviato ad un anno dalla morte del piccolo Giuseppe Brafa, ucciso da un branco di cani al Pisciotto. La prima fase dell'intervento, con una spesa di 450.000 euro, sta per concludersi. Riguarda la costruzione di tre rifugi sanitari per i distretti di Ragusa, Modica e Vittoria. Ospiteranno poco meno di duecento cani che abbisognano di cure, una sorta di pronto soccorso per animali. Le strutture sono già pronte, entro un paio di mesi potranno entrare in funzione, non appena ottenute le certificazioni necessarie. Una parte di quelle somme è servita anche per la realizzazione di ulteriori box, come a Ragusa, a fianco dell'anagrafe canina, alla zona industriale. La seconda fase del progetto scatta adesso e si svilupperà nei prossimi quattro mesi. La somma a disposizione è di 280.000 euro. Tra gli obiettivi da raggiungere, il potenziamento della anagrafe canina, l'acquisto di lettori per individuare i microchip nei cani. Saranno affidati agli agenti di Polizia municipale e alle Guardie zoofile: sarà più facile individuare i cani non microchippati ed elevare le relative multe per i possessori degli animali. C'è anche una quota destinata a dare un incentivo a chi fa sterilizzare il proprio cane. Coprirà la metà delle spese, in totale 200 euro, per l'intervento presso un ambulatorio veterinario privato. E poi la formazione per il personale che a vario titolo opera nel settore, dai volontari agli agenti di Polizia municipale. Le associazioni animaliste si occuperanno di curare le campagne contro lo abbandono degli animali. Infine la restante parte della somma servirà per la terza fase, quella di verifica e di eventuale implementazione di servizi che si renderanno necessari.

UAAR ULTIMISSIME
21 MAGGIO 2011
 
Bologna, apre prima azienda italiana di cibi halal
 
Ha aperto i battenti a Bologna la prima azienda italiana specializzata nella produzione di cibi halal, che segue le disposizioni del Corano nella preprazione degli ingredienti, in particolare per quanto riguarda la macellazione della carne. Si chiama Tre Alfieri Halal e tra i promotori figura Hamza Piccardo, uno degli esponenti dell’Ucoii. Nelle intenzioni dei responsabili, “vuole essere il trionfo dell’integrazione”, unendo “la grande cucina italiana” alla “regola islamica”. Ma, si precisa, “senza tradire il gusto della prima e il rigore spirituale della seconda”.

LA GAZZETTA DI PARMA
21 MAGGIO 2011
 
Animali: Ruanda, ’battesimo’ per 22 baby gorilla di montagna
 
KIGALI - Ventidue cuccioli di gorilla di montagna saranno ’battezzati’ il 18 giugno nel corso di una cerimonia ai piedi del Parco nazionale dei Vulcani, in Ruanda, considerato un santuario di questi animali minacciati di estinzione: la cerimonia, chiamata Kwita Izina (Dare un nome in ruandese), avviene ogni anno dal 2005. La catena di montagne e vulcani alla frontiera tra Ruanda, Uganda e Repubblica democratica del Congo, ospita la meta’ dei 700 gorilla di montagna ancora viventi al mondo.
GEA PRESS
21 MAGGIO 2011
 
Trentino – orsa Dj3: non si placano le polemiche
 
Un lager, secondo Marcello Dell’Eva, Presidente del Movimento Vegetariano No alla Caccia, quello dove è stata rinchiusa l’ orsa Dj3. Ovvero la fossa, o quasi, di Castellier che già ha “ospitato” l’orsa Jurka, catturata e finita in uno zoo tedesco.Anzi, per Dell’Eva si tratta del fallimento del progetto Life Ursus. Questo perchè basato su un “inserimento artificiale” con l’intento di ricucire un equilibrio naturale che non c’è più. Secondo il Movimento Vegetariano, sarebbe stato meglio lasciare gli orsi dove stavano, ovvero in Slovenia.Un fatto complesso, quello delle reintroduzioni, che vede contrapposti da un lato chi vuole riportare la natura a livelli superiori (ecologicamente parlando). Dall’altro, oltre a chi non vuole spostamenti di animali, vi è pure chi rivolge critiche sulla base di logiche di tutt’altro genere.Secondo il Presidente della Provincia di Trento, il leghista Lorenzo Dellai, c’è chi sull’orsa sta facendo ora troppe battute. Forse il riferimento è rivolto alla voce quasi unanime, comparsa negli organi di informazione, che la decisione di catturare l’orsa sarebbe stata presa solo dopo che ha mangiato, mesi addietro, la pecora del parroco.Ad ogni modo, per il Presidente della Provincia, il problema risiede anche nel “governo romano” reo di lasciare poco decisionismo locale sul progetto, e di volere imporre un nuovo plantigrado al posto di quello catturato. Eppure, in Trentino, vi sono ormai circa trenta orsi che non danno grande fastidio e sull’esigenza di catturare la povera Dj3, il WWF ha gia espresso fortissime critiche. Nessuna motivazione valida e, per contro, troppo interventismo (locale) non supportato da dati scientifici. Intanto l’orsa ha perso la sua libertà. Per lei, ora, la vita sarà per sempre al chiuso di una gabbia.

IL TIRRENO
21 MAGGIO 2011
 
Da lunedì un numero verde per chi incontra animali selvatici feriti
 
MONTECATINI (PT). La campagna circonda la Valdinievole e, anche senza avventurarsi in stradine isolate, può capitare di imbattersi in qualche animale selvatico ferito. Cosa fare in quei casi? Per molti resta un mistero. Ebbene, segnatevi questo numero: 800 179 093. È il numero verde per attivare il servizio provinciale di soccorso e recupero della fauna ferita. Il servizio, sperimentato lo scorso anno, verrà riattivato nuovamente a partire da questo lunedì. In caso di ritrovamento di uccelli o mammiferi selvatici feriti basterà chiamare questo numero, gestito dalla cooperativa sociale “Ipotesi” di Pistoia e finanziato dalla Provincia con il contributo della Regione.
Le segnalazioni verranno filtrate attraverso una scheda di rilevazione, che consentirà agli operatori di localizzare l’animale e di selezionare la casistica dell’intervento.
Sui casi di effettiva necessità e con possibilità concrete di recupero, il servizio è in grado di offrire sia il prelievo dell’animale, che il supporto veterinario per le prime cure e la valutazione dell’intervento di recupero più adatto al caso. Inoltre sarà anche possibile portare direttamente gli animali all’ambulatorio veterinario indicato dagli operatori e ricevere altre informazioni utili (si ricorda che, tranne in quei casi autorizzati dalla Provincia, è vietata la detenzione di fauna selvatica).
Il servizio sarà attivo con orario pomeridiano 5 giorni a settimana, fino al prossimo ottobre, ma comunque una segreteria telefonica fornirà sempre le indicazioni essenziali. Parallelamente è attivo anche un servizio di informazioni on line, sul sito Internet della Provincia (www.provincia.pistoia.it pagina “caccia e pesca”).
Con questo progetto viene anche attivata un’importante collaborazione con una cooperativa sociale di tipo B, con un doppio vantaggio: quello di favorire l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e con minor costi per la collettività e perciò sono da ritenersi esperienze altamente significative e qualificanti.
Va poi sottolineato un altro aspetto: il servizio cura la fauna selvatica autoctona, non si occupa di animali domestici, esotici, né di rettili o anfibi.
«L’attività, che abbiamo potuto apprezzare anche nell’esperienza precedente - sottolinea l’assessore provinciale Rino Fragai - nasce in risposta a un’esigenza diffusa di partecipare alla salvaguardia degli animali in difficoltà, segnalandoli alle strutture pubbliche. Il progetto presentato dalla Cooperativa Ipotesi risponde a questa esigenza, con un piano più ambizioso, che affronta anche l’aspetto educativo sulla tutela della fauna selvatica e degli equilibri naturali, offrendo al tempo stesso un’opportunità di inserimento ai soggetti appartenenti alle fasce deboli, che hanno particolari difficoltà a inserirsi nel mercato del lavoro attraverso i canali tradizionali. È da apprezzare poi il buon livello di coordinamento tra gli uffici della provincia e il privato, grazie al quale, rielaborando in modo critico l’esperienza degli anni precedenti per migliorare l’efficacia dell’intervento, è stato possibile mantenere l’attività anche nel 2011, nonostante le difficoltà dovute non solo alla situazione finanziaria pubblica, ma anche alla chiusura del centro di Galceti».

ASCA
21 MAGGIO 2011
 
AMBIENTE: DOSSIER, PERDITA BIODIVERSITA' IN FORTISSIMA ACCELERAZIONE
 
Firenze - Da 100 a 1000 volte piu' veloce del normale. E' il ritmo con cui la terra sta perdendo il suo patrimonio di diversita' di specie animali e vegetali, secondo i dati divulgati in occasione della chiusura del Countdown 2010, la campagna dell'IUCN (l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) per arrestare l'estinzione delle specie e frenare la perdita di biodiversita'.
E' il quadro preoccupante che emerge dal dossier di Legambiente 'Biodiversita' a rischio 2011' di cui l'associazione, alla vigilia della giornata mondiale dedicata alla biodiversita', anticipa alcune parti da Terra Futura, la mostra convegno internazionale sulla sostenibilita' che si svolge fino al 30 maggio a Firenze.
Non intervenire subito, secondo Legambiente, potrebbe costare molto anche in termini puramente economici: se non si porra' un freno ai cambiamenti climatici, infatti, entro il 2050 la perdita di biodiversita' sarebbe pari al 7% del PIL globale.
Secondo la FAO, inoltre, il 60% degli ecosistemi mondiali sono ormai degradati o utilizzati secondo modalita' non sostenibili, il 75% degli stock ittici sono troppo sfruttati o impoveriti in modo eccessivo e dal 1990 abbiamo assistito alla perdita di circa il 75 % della diversita' genetica delle colture agricole a livello mondiale. Inoltre, il 20% delle barriere coralline tropicali e' gia' scomparso a causa dei cambiamenti climatici e il 95% di quelle restanti rischia di scomparire entro il 2050.
La situazione non e' migliore in Europa, dove soltanto il 17% delle specie e degli habitat e l'11% degli ecosistemi principali protetti dalla legislazione sono in buone condizioni, mentre il 25% circa delle specie animali, inclusi mammiferi, anfibi, rettili, uccelli e farfalle sono a rischio di estinzione. Dal 1990, ad esempio, il numero delle specie comuni di uccelli e' diminuito di circa il 10%, raggiungendo il 15 e il 20% in meno per gli uccelli comuni dei terreni agricoli e le specie comuni che abitano i boschi.
''Nonostante ci sia ancora moltissimo lavoro da fare - ha dichiarato Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente - ci sono alcuni segnali incoraggianti che arrivano da progetti specifici, realizzati ad esempio dalle Aree Protette, che dimostrano il valore e l'efficacia di queste istituzioni per la conservazione della natura e la salvaguardia delle specie a rischio. La tutela dei territori - aggiunge Nicoletti - e' infatti una strategia efficace per contenere la perdita di biodiversita' e non una limitazione liberta' degli individui''.

IL GIORNALE
21 MAGGIO 2011
 
Leishmaniosi, un vademecum per salvare Fido dalle punture
Collare, gocce antiparassitarie e uno screening del cane: ecco tutto quello che bisogna fare per evitare la malattia
 
Fabrizio Graffione
 
l pappatacio ovvero un insetto simile alla zanzara, punzecchia un cagnolino e poi un altro e ancora un altro, ma può anche colpire gli esseri umani. Nel suo aghetto trasporta il sangue infetto e in tal modo trasporta il parassita responsabile della malattia. Colpisce più spesso fra maggio e ottobre, preferibilmente fra il tramonto e l’alba.
In altre parole, per l’estate 2011, l’allarme in città si chiama «Leishmaniosi canina».
A lanciarlo, con una campagna patrocinata dal Comune, è un gruppo di veterinari che fa capo alla «Clinica veterinaria Foce» di via Baroni. Ieri gli esperti hanno presentato quindi anche il vademecum per i possessori dei quattrozampe amici dell’uomo. La campagna prevede l’offerta di uno screening del cane (dal costo di 60 euro) e la cognizione di alcuni accorgimenti da intraprendere per non vedere il proprio cane ammalarsi della pericolosa patologia. Quello che conta, in buona sostanza, è applicare sulla cute alcune gocce di un liquido antiparassitario e repellente contro le zanzare almeno ogni due settimane. Inoltre è indispensabile che il cane porti sempre il collare antiparassitario con prodotti a base di piretroidi sintetitici repellenti.
All’ombra della Lanterna vivono circa 90mila cani. In provincia ne sono stimati circa 150mila. I quartieri più colpiti dai focolai della leishmaniosi canina, secondo i veterinari, sono quelli di Albaro, Sampierdarena e Valbisagno. Tuttavia è consigliato lo screening e la profilassi per tutti i cani genovesi.
«La patologia - spiegano alla Clinica Veterinaria Foce - si trasmette via pappatacio fra cane e cane, ma può essere trasmessa anche all’uomo. In questo caso, però, si può curare facilmente e raramente risulta patogena. La malattia non colpisce altri animali, come i gatti, ma si adatta soltanto nei canidi. Può essere una malattia latente, ma può anche manifestarsi in maniera conclamata. In questo caso circa il 15 per cento dei cani muore. Per verificare se il cane è infetto l’unico modo è quello di sottoporre l’animale a specifico screening. Genova risulta una zona particolarmente endemica rispetto al resto d’Italia e d’Europa. Con questa campagna di sensibilizzazione vogliamo dare una corretta informazione ai cittadini e abbiamo deciso di affiggere migliaia di manifesti in tutta la città».

RIVIERA 24
21 MAGGIO 2011
 
Ventimiglia, è pronta la nuova spiaggia attrezzata per cani
 
Ventimiglia (IM) - "Con l’avvicinarsi della stagione estiva – commenta il sindaco Gaetano Scullino – abbiamo intensificato il controllo di agenti di polizia locale in borghese sulle spiagge e sul territorio cittadino. Sono state multate già 7 persone"E’ pronta la nuova spiaggia attrezzata per cani.
Il Sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino nell’annunciare che tra qualche giorno i cittadini ( e i loro amici a quattro zampe) potranno usufruire della spiaggia riservata ai cani, situata tra il Sirena e la foce del fiume Roia, lancia un appello alla Lega Nazionale per la difesa del cane di Ventimiglia: perché anche le guardie Zoofile affianchino la polizia municipale nel controllo del litorale ventimigliese a caccia di padroni “irresponsabili” e “maleducati”.
“Con l’avvicinarsi della stagione estiva – commenta il sindaco Gaetano Scullino – abbiamo intensificato il controllo di agenti di polizia locale in borghese sulle spiagge e sul territorio cittadino. Sono state multate già 7 persone. La città possiede un litorale unico che proprio in questi giorni sta godendo di un ripascimento ad hoc per essere presentato al meglio a turisti e residenti.
Lancio un appello ai ventimigliesi che possiedono cani ad avere senso civico, a rispettare gli spazi pubblici e a munirsi di sacchetti e palette per pulire gli escrementi dei loro animali. I cittadini devono essere sensibilizzati in questo senso.
Chiedo aiuto a rendere la città più accattivante e pulita. Questa Amministrazione si sta adoperando per lavorare in questo senso ed è giusto che i cittadini diano il loro prezioso contributo.
Ribadisco che per il periodo estivo è assolutamente vietato il “pascolo” dei cani sulla spiaggia.
Annuncio che a breve sarà pronta la nuova spiaggetta per gli amici a 4 zampe, approvata nel Pud della Regione Liguria e situata tra lo stabilimento Sirena e la foce del fiume Roia. Sarà attrezzata con docce e saranno perimetrati gli spazi.
Chiedo alla Lega nazionale per la difesa del cane del nostro comprensorio intemelio (con i servizi veterinari annessi) di adoperarsi perché almeno 6 o 7 guardie Zoofile aiutino la nostra polizia locale al monitoraggio e al controllo a tappeto delle spiagge, già pronte per la stagione estiva".

GAZZETTA DI MODENA
21 MAGGIO 2011
 
Un serpente del grano in via Gallucci
 
Modena - Un serpente del grano è stato catturato in via Gallucci dai volontari del Centro fauna selvatica “Il Pettirosso” con la collaborazione dei gestori di un locale della zona che avevano più volte avvistato il rettile sbucare da una fessura vicino a una grondaia.
Il serpente molto probabilmente è fuggito o è stato liberato dal suo proprietario, come purtroppo accade sempre più spesso con gli animali esotici ad uso domestico. Questo tipo di serpente, sia per il suo carattere mansueto, che per il fatto di essere completamente innocuo e per la bellezza dei suoi colori, è tra i rettili più allevati del mondo e, per altro, non serve neppure l’autorizzazione per tenerlo in casa.
Chiunque abbia bisogno di fare segnalazioni o richieste di intervento al Centro di fauna selvatica sono attivi 24 ore su 24 alcuni numeri telefonici: 339 8183676-339 3535192.
 

 

            21 MAGGIO 2011
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 
IL GIORNALE
21 MAGGIO 2011
 
Stimolazioni con elettrodi nel midollo spinale: l’ex atleta paralizzato rivive grazie a Superman
Rob Summers, promessa del baseball, era bloccato da 5 anni Ha ricevuto per mesi stimolazioni con elettrodi: ora si muove. La cura finanziata anche ai grazie ai soldi raccolti dalla Fondazione Reeve
 
Francesca Angeli
 
Roma - Superman regala una speranza a chi ha perso l’uso delle gambe. È anche grazie ai fondi donati alla ricerca dalla Fondazione di Christopher e Dana Reeve infatti che un ragazzo, costretto sulla sedia a rotelle da un incidente, ha potuto riassaporare la gioia di stare in piedi sulle sue gambe. Cinque anni fa Rob Summers aveva vent’anni e uno splendido futuro. Era il pitcher, il lanciatore di punta della squadra dell’Università dell’Oregon. Ma quella sera il destino lo aspettava nel parcheggio, dove era andato a prendere la borsa da ginnastica dimenticata in auto. Un attimo e la vita di Rob non c’è più. Una macchina perde il controllo, travolge il giovane e si dilegua senza soccorrerlo. Niente baseball, niente corse, niente ragazze: ha il tronco e le gambe paralizzate anche se, particolare importante, non ha perso completamente la sensibilità in quelle zone del corpo.
Così alla fine del 2009 Rob diventa il primo essere umano sul quale viene applicato un metodo sperimentale fino a quel momento adottato soltanto sugli animali. Con un intervento vengono introdotti degli elettrodi nella «dura madre», la parte più esterna del midollo spinale. Il giovane segue il protocollo sperimentale messo a punto da due neurologi: Susan Harkema dell’Università di Louisville e Reggie Edgerton dell’Università della California. Allenamenti massacranti durante i quali attraverso gli elettrodi venivano inviati impulsi elettrici per stimolare il midollo. Dopo 170 sedute lungo un periodo di oltre 26 mesi Rob riesce a stare in piedi sulle sue gambe fino a 25 minuti, assistito per mantenere l’equilibrio. Non solo. Aiutato compie piccoli passi, quando è sdraiato riesce a muovere le dita dei piedi volontariamente e ha ripreso un parziale controllo della vescica. I ricercatori che hanno ottenuto questo straordinario risultato, pubblicato su The Lancet e dunque scientificamente accreditato, sono i primi però a mettere le mani avanti e ad invitare alla cautela per non alimentare false speranze. Il punto fondamentale, spiegano, è che probabilmente il ragazzo aveva conservato, nonostante le lesioni, un residuo collegamento fra il cervello e il midollo ed è per questo che si è riusciti a ripristinare la funzione del movimento a comando. Prudenza che però non frena l’entusiasmo di Rob Summers. «La mia vita è completamente cambiata - commenta il giovane - Per uno come me che per 4 anni non riusciva neppure a muovere un dito ritrovare la libertà di stare in piedi da solo è una sensazione meravigliosa». Dichiarazioni che sarebbero sicuramente piaciute a Reeve, l’attore che aveva incarnato Superman. Da quando era rimasto paralizzato in seguito ad una brutta caduta da cavallo durante una gara equestre nel 1995, Reeve si era dedicato insieme alla moglie alla Fondazione che studia le lesioni del midollo spinale. Sia Christopher sia Dana sono morti, il primo nel 2004 la seconda di cancro nel 2006. Ma la ricerca finanziata dalla Fondazione non si è fermata e comincia a raggiungere importanti risultati.
 
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