ASYLUM 20 NOVEMBRE 2009
177 ANIMALI MALTRATTATI IN CASA DI EX MOGLIE AGENTE PROTEZIONE ANIMALI
Il maltrattamento dei cani dove non te lo aspetti: nella casa dell'ex moglie di un agente della protezione animali. Una storia inverosimile, che arriva da Liberty, nella Carolina del Sud. A far nascere il caso, una segnalazione per maltrattamenti al Dipartimento per la sicurezza pubblica, nei confronti della 36enne Faith Patterson. Gli agenti che hanno effettuato una perlustrazione del suo giardino (in foto), oltre che della casa, hanno trovato 177 animali, un gatto e un uccello, oltre a numerose carcasse di cani. Secondo i veterinari che sono stati chiamati sul posto, i cani erano denutriti e vivevano in condizioni precarie. Immaginate la sorpresa degli agenti, quando hanno scoperto che quella donna era l'ex moglie di un loro collega della Protezione animali.La polizia, adesso, dovrà cercare di capire chi abbia ridotto gli animali in quel modo e, soprattutto, le cause della loro morte. Solo allora potranno valutare eventuali provvedimenti nei confronti della donna. Gli animali, invece, sono stati tutti sequestrati e portati in un canile, dove saranno nutriti e curati.
IL CENTRO
20 NOVEMBRE 2009
La carcassa di un cane randagio smaltita come fosse un rifiuto
CUPELLO (CH). Mancato rispetto delle norme di igiene, polizia veterinaria, sanità pubblica e controllo del randagismo per aver smaltito una carcassa di cane nella discarica di Valle Cena. Sono le violazioni che l’Enpa, l’Ente protezione animali, contesta al consorzio intercomunale Civeta. «L’associazione si affiderà a un legale», anticipano gli animalisti. «Lungo la strada che collega Cupello a San Salvo è stato investito un randagio, ribatezzato da tutti Frisco, che da anni vagava nella zona. La carcassa», raccontano all’Enpa, «è stata caricata sul mezzo di trasporto dei rifiuti e portata nella discarica. E’ un episodio grave, non sono state rispettate le indicazioni su igiene e sicurezza: con la decomposizione possono diffondersi agenti patogeni. Sull’accaduto va fatta piena luce», conclude.
LA SICILIA
20 NOVEMBRE 2009
Un altro cane avvelenato nelle campagne di Serradifalco
Serradifalco (CL). Sembra proprio che il fenomeno dei cani avvelenati non riguardi solo cani randagi ma anche cani di proprietà che vengono avvelenati con bocconi lanciati da mani ignote. E' di ieri la notizia che in una campagna in contrada Balate, una zona che si trova nell'immediata periferia del centro abitato serradifalchese, i proprietari hanno ritrovato uno dei loro due cani morto avvelenato. Accanto all'animale è stata rinvenuta una scodella con resti di cibo presumibilmente avvelenato. L'accaduto appare inquietante in quanto quella scodella non era stata lasciata dai proprietari, ma da qualcuno che deve averla lanciata oltre la recinzione della campagna. Dei due cani che si trovavano all'interno della campagna, uno è stato ritrovato morto avvelenato, mentre l'altro è scomparso, e non è da escludere possa essere stato anch'esso avvelenato e possa poi essere morto lontano dal luogo stesso dell'avvenuto avvelenamento.
I proprietari, nel segnalare l'accaduto, hanno manifestato la preoccupazione che questo episodio possa nascondere un'altra motivazione e cioè che qualcuno possa aver buttato all'interno della recinzione quella scodella con cibo avvelenato per altri scopi. «Perché qualcuno ha ritenuto opportuno fare questo?», s'è chiesta la fidanzata del proprietario della campagna nella quale è stata ritrovata quella scodella con cibo avvelenato. «Non vorremmo che qualcuno abbia avvelenato i cani perché in questo modo possono poi eventualmente agire indisturbati». «Non vogliamo creare inutili allarmismi, per carità - ha aggiunto la donna - ma vorremmo che si attenzionasse maggiormente questo triste fenomeno dietro il quale potrebbero celarsi persone che potrebbero avere l'interesse a togliere di mezzo i cani dalle campagne per poi, magari, agire indisturbati per scopi che riteniamo non propriamente nobili».
IL TIRRENO
20 NOVEMBRE 2009
Ancora polpette avvelenate dentro anche pezzi di tartufo
SAN MINIATO (PI). Cresce il numero di cani avvelenati tra le colline sanminiatesi. Aumentano le segnalazioni. I veterinari della zona parlano di un anno drammatico, come non si era mai visto, soprattutto per i cani da tartufo. Almeno una ventina gli animali intossicati negli ultimi giorni: per molti di loro non c’è stato niente da fare. Una scia di morte che lascia dietro di sé numerosi interrogativi. «Personalmente ho registrato cinque casi - racconta il veterinario Francesco Capecchi di San Miniato Basso -: uno tre domeniche fa, gli altri quattro a cavallo dell’ultimo fine settimana». Per due di loro la corsa dal veterinario è stata inutile, gli altri tre, invece, si sono salvati grazie alla prontezza dei loro padroni. L’ultimo caso martedì: il proprietario del cane, esperto tartufaio, ha imparato a portarsi sempre dietro del sale grosso. «In questo modo è riuscito subito a farlo vomitare, salvandogli la vita - dice Capecchi -. E’ l’unica cosa da fare: le polpette a base di stricnina uccidono il cane in quindici minuti al massimo. Adesso l’animale sta bene, ma ho dovuto sottoporlo a due giorni di terapia intensiva». Massima allerta, quindi, per i tartufai. Alcuni di loro riescono ad evitare che il cane ingerisca il boccone avvelenato e lo portano dal veterinario per farlo analizzare. «Mi arrivano in continuazione - racconta ancora Capecchi -, l’ultimo proprio stamattina (ieri per chi legge, ndr). L’ho inviato da poco all’Istituto zooprofilattico di Pisa. Si tratta sempre di polpette di carne macinata, molto simili tra loro, come se fossero preparate dalla stessa mano. L’ultima che mi è arrivata aveva ancora un buon odore, sicuramente era stata messa in bosco da poche ore, forse nella notte. Un qualunque cane fiuta immediatamente bocconi così appetitosi. In un caso, però, dentro una di queste polpette, mi è capitato di trovare alcune scaglie di tartufo, a dimostrazione di qual è, di fatto, il vero obiettivo di questo comportamento criminale». Un racconto che avvalora l’ipotesi, molto diffusa, che all’origine del fenomeno vi sia una guerra tra tartufai. Un modo, forse, per garantirsi attraverso la paura il controllo di una zona, o per colpire, magari, il tartufaio con i cani migliori. La maggior parte dei casi di avvelenamento degli ultimi giorni si sono registrati nella vasta area boscosa a cavallo dei comuni di San Miniato, Palaia e Montopoli: un’area ricca di zone tartufigene. «I luoghi incriminati sono sempre gli stessi - prosegue il veterinario -. I bocconi avvelenati sono posizionati quasi sempre vicino ai sentieri, a poca distanza dalle auto. Punti di passaggio facilmente raggiungibili e ben controllabili da chi posiziona queste trappole mortali».
IL TIRRENO
20 NOVEMBRE 2009
Denunciato per la morte del cane Pongo
LATIGNANO (PI). Denunciato. È stato rintracciato l’automobilista che alcuni giorni fa ha ucciso un cane dalmata che da molti anni era diventato la mascotte di via Dei Merli a Latignano. I cittadini lo avevano adottato dopo che il suo padrone lo aveva abbandonato. Pongo era diventato sordo e cieco. Capitava di vederlo vagare per strada e a qualcuno l’animale dava noia. All’inizio della settimana un automobilista lo ha ucciso. Ma non è stato un incidente: di questo sono convinti gli abitanti della zona, alcuni dei quali hanno assistito all’investimento. L’uomo è stato visto andare volontariamente addosso al cane indifeso. Poi ha fatto marcia indietro ed è passato di nuovo sopra a quel corpo già martoriato ed agonizzante per essere sicuro di averlo ucciso. Un atto di crudeltà che, per fortuna e grazie alla sensibilità di alcuni cittadini, non è passato nel silenzio. C’è chi ha trovato il coraggio, per temendo ritorsioni, di raccontare cosa aveva visto. In un primo momento comunque la paura ha frenato chi voleva anche presentare una denuncia formale. Poi i carabinieri di Cascina, venuti a conoscenza dell’episodio, hanno fatto la loro parte. Sono stati a Latignano, hanno chiesto ai cittadini. Tutti sapevano. C’era chi aveva visto e riconosciuto l’automobilista che, secondo quello che risulta dalla prima ricostruzione, ha inveito contro il povero cane. Ieri l’uomo è stato convocato in caserma e denunciato per maltrattamento di animale, reato punito dal codice penale (l’articolo 544-ter prevede pene da tre mesi a un anno di reclusione o una multa da 3mila a 15mila euro). L’indagato, che abita a Latignano, avrebbe riconosciuto di avere ucciso Pongo. Le associazioni animaliste della provincia, a cominciare dalla Dav ma anche l’Enpa, si sono mosse condannando l’episodio. Sperano che la denuncia possa servire ad evitare il ripetersi di atti di accanimento contro gli animali. S.C.
QUINDICI-MOLFETTA
20 NOVEMBRE 2009
Striscia la Notizia a Molfetta per i cani della Zona Industriale
MOLFETTA (BA) - Nuovamente in azione a Molfetta le telecamere di Striscia la Notizia: Fabio e Mingo, gli inviati del tg satirico di Canale 5, sono questa volta intervenuti nella Zona Industriale, dopo aver ricevuto segnalazioni riguardo l’emergenza randagismo, alla quale adesso sembra associarsi un preoccupante
allarme di carattere igienico-sanitario. I due inviati, nel video trasmesso nella puntata di ieri sera di Striscia, e presente nella home page del sito della trasmissione, hanno finalmente portato alla ribalta, telecamere alla mano, la situazione attuale dei branchi di cani randagi che affollano la Zona Industriale: le povere bestie appaiono malnutrite, e vittime soprattutto di una diffusa malattia che provoca piaghe, perdita di pelo e ferite da grattamento. Fabio e Mingo hanno prima allertato l’ Asl Veterinaria di Bari, successivamente, a colloquio con il dirigente del settore tecnico del Comune di Molfetta, ing. Rocco Altomare, hanno ottenuto la promessa che la situazione troverà un immediato, per quanto temporaneo, rimedio. Se così sarà, è lecita la domanda: era necessario l’intervento di Striscia la Notizia, dopo che la situazione era da tempo stata portata alla luce da Quindici e da altri organi della stampa locale?
IL GIORNALE DI RAGUSA
20 NOVEMBRE 2009
Inutile il tentativo di salvarlo
ISPICA A "PANTANI LONGARINI" UN AIRONE COLPITO A MORTE DA UN BRACCONIERE
Giuseppina Franzò
Ispica (RG) - Era in volo ad ali spiegate sull’acqua ferma dei Pantani Longarini intarsiata dai giochi della luce autunnale. Un fucile a pallini lo colpì qualche giorno fa. Forse per mano di bracconieri, forse per uno sbaglio di cacciatori il grande airone cinerino cadde ferito. Allertati da alcuni passanti i volontari del Centro regionale Recupero Fauna Selvatica e Tartarughe marine di Comiso lo hanno recuperato e portato al centro.Qui le zampe erano invase entrambe da pallini, così come tutto il corpo. Nonostante l’impegno e la corsa dei volontari del centro casmeneo il destino del grande trampoliere si delineò subito barbaramente segnato: un airone con due zampe così compromesse era praticamente spacciato. Ciò nonostante i veterinari del centro tentano di salvarlo attraverso un intervento chirurgico ad una delle due zampette. I volontari lo adottano e tifano per lui, ma poi nonostante la sua maestosità il grande trampoliere di Longarini non c’è l’ha fatto ed è morto. Una ferita profonda si è aperta quindi in quell’angolo di paradiso dei Pantani Longarini, lì dove tanti aironi cinerini giungono dalla vicina colonia di Vendicari insieme a garzette, fenicotteri, germani reali e tantissime altre specie avicole limacciose e a molti uccelli rari a rischio di estinzione. Una ferita però che non rimane silenziosa.Ci si torna a chiedere come fermare i bracconieri; ma anche una domanda si insinua nelle coscienze più informate: come può l’area dei Pantani riserva naturale della Regione Sicilia, inserita tra le zone ZPS ( Zona di Protezione Speciale) tra i siti SIC ( sito di importanza comunitaria) e tra le aree IBA (Important Bird Areas) non essere interdetta alla caccia in via definitiva? E’ di conforto almeno poi scartabellando su internet scoprire che la Lega Italiana protezione Uccelli - Lipu – ha già avviato una petizione da mesi per fermare la caccia in questa zona.
TRENTINO
20 NOVEMBRE 2009
Una poiana presa a fucilate
VAL DI NON (TN). Una poiana, rapace che appartiene alle specie particolarmente protette è stata presa a fucilate dai soliti ignoti nella zona tra Cloz e Romallo. Recuperata dai carabinieri, che l’hanno consegnato ai forestali di Rumo e quindi alla Lipu, il rapace in gravi condizioni è stato visitato dal veterinario Diego Sebastiani. Dalle radiografie risultavano ben visibili alcuni pallini da caccia alla migratoria che hanno determinato la caduta della poiana, che con l’impatto si è rotta in più parti l’osso dell’omero sinistro perdendo molto sangue visto che la frattura era anche esposta. Al veterinario non è rimasto altro che procedere con l’eutanasia. «Contro ogni logica scientifica e con una mentalità retrograda alcune frange dei cacciatori considerano ancora i rapaci, ed i predatori in genere, animali nocivi, un pensiero duro a morire - afferma Sergio Merz, delegato provinciale Lipu - continuare a denunciare i fatti non basta più: il corpo forestale provinciale va potenziato».
LA NAZIONE
20 NOVEMBRE 2009
Ancora un bracconiere"nella rete" della Forestale
Colto in flagrante un altro bracconiere mentre catturava uccelli vivi. Questa volta l'episodio è accaduto a Borgo a Mozzano
Lucca - L'uomo era intento a raccogliere gli uccelli rimasti prigionieri nella rete, quando è stato sorpreso dagli agenti della Forestale che si erano appostati perché insospettiti dalla presenza di una tesa di reti con alcuni volatili già intrappolati. Alla vista delle guardie, il bracconiere ha tentato una precipitosa fuga, ma è stato subito immobilizzato. Durante il sequestro delle reti sono stati trovati 12 uccelli intrappolati, tra cui 6 usignoli e 5 pettirossi, dieci dei quali purtroppo morti. L'uomo, titolare del terreno e sprovvisto di una licenza di caccia, dovrà rispondere del reato di uccellagione. "Nonostante la campagna di informazione, le denunce e le sanzioni che gli uomini del Corpo forestale stano effettuando a carico dei bracconieri - si legge in una nota del Comando provinciale -, continua sempre questo tipo di attività illecita e gravemente lesiva sia per il patrimonio naturale che per l’immagine stessa dei cacciatori onesti, sicuramente in maggioranza".
TRENTINO
20 NOVEMBRE 2009
È un atto criminale contro la riserva
PERGINE (TN). Dire che Giuseppe Morelli, rettore della riserva di caccia di Pergine, è incredulo, è ancora poco. «Non ci posso credere - ci ha detto costernato - che si riesca ad arrivare a una crudeltà tale, a concepire un atto criminale del genere. Volevano proprio distruggere una parte consistente del nostro patrimonio faunistico. Il danno è molto, molto elevato. Siamo arrivati con pazienza e costanza a formare l’attuale consistenza del patrimonio rappresentato dai camosci nell’area della Marzola. Era stato ancora il presidente Luciano Fruet ad attuare la politica di preservare i camosci, tanto che solo da due anni si è cominciato ad averne la disponibilità: uno nel 2007, un altro nel 2008 e due quest’anno». Ma sulla dinamica dell’episodio, Morelli non parla più di tanto. «Ci sono indagini in corso - si limita a dire, confermando evidentemente l’evento -, escludiamo che siano stati i cacciatori. Se fossero stati loro, bracconieri chiaramente, avrebbero recuperato gli animali dopo averli catturati con i lacci: trofei e carne non vengono abbandonati. Si tratta di un atto premeditato, volevano proprio colpire la nostra riserva. Tanto più che i lacci ritrovati sono decine». «C’è da aggiungere - dice - che per noi era una soddisfazione avere camosci sulla Marzola e abbiamo lavorato per ricreare loro l’habitat e costruire mangiatoie per non farli morire d’inverno. Ci teniamo a sottolineare che la nostra azione è sempre a tutela dell’ambiente». E ha annunciato una denuncia contro ignoti e la costituzione di parte civile.
TRENTINO
20 NOVEMBRE 2009
Sulla Marzola la strage dei camosci
Roberto Gerola
PERGINE (TN). Incredibile espisodio di vandalismo ai danni del patrimonio faunistico sulle pendici perginesi della Marzola: 8 camosci sono morti dopo giorni di sofferenza e patimenti nei lacci posti in una zona particolarmente impervia. Un altro è stato salvato per puro caso. La scoperta è stata fatta da due cacciatori e un guardacaccia che hanno avvertito immediatamente la Forestale di Pergine. Mai un episodio di così inaudità cattiveria e violenza in Trentino. Tutti gli elementi fanno pensare a una vendetta, a un atto non di bracconaggio ma mirato a distruggere il patrimonio faunistico sulla Marzola. Indagini sono state immediatamente avviate dalla magistratura, interessata da Massimiliano De Unterrichter, dirigente della stazione forestale di Pergine. Tutto si deve far risalire a una battuta di caccia secondo il piano di abbattimento per la Riserva di Pergine. Vista la popolazione di camosci esistente da qualche anno a questa parte (circa 80 esemplari sui due versanti), erano stati due i capi assegnati alla Riserva di Pergine. Tredici le coppie di cacciatori (a sorteggio) che da settembre erano uscite nella zona e tutte a... bocca asciutta. La settimana scorsa (giovedì) era toccato a Renato Carlin («Jolly») e Gianni Eccher che, accompagnati dal guardacaccia Walter Froner, erano saliti nei luoghi dove di soli passano i camosci. Sono zone particolarmente impervie come la località «Strangolagati» sotto il ripido costone principale a monte dell’abitato di Susà. Cacciatori fortunati: hanno abbattuto i due capi disponibili. Nello scendere a valle hanno trovato i resti di una capra finita in un laccio. Il sospetto è sorto immediatamente: potevano essercene altri. Scendendo per il ripido pendio sono stati individuati altri lacci, con resti (ossa e pelle) di camosci. Appena scesi hanno avvertito la forestale. Nei giorni successivi sopralluoghi a tappeto in tutta la zona da parte di guardie forestali, cacciatori e guardacaccia: sono stati così individuati oltre trenta lacci. Le indagini sono proseguite anche questa settimana: in tutto, otto le carcasse ritrovate. Nel tardo pomeriggio di mercoledì è stato trovato un altro camoscio preso al laccio e salvato in tempo da una morte atroce. «Nel laccio impiegano 2 - 3 giorni per morire tra sofferenze inaudite», ci ha raccontato un forestale. Come lacci hanno usato fili dei freni da moto. «Un danno enorme - ha detto De Unterrichter -, sono saltati quattro piani di abbattimento».
LA REPUBBLICA
20 NOVEMBRE 2009
ANIMALI, AIDAA: GATTI NERI UCCISI A S.MARINELLA, ALLARME SATANISTI
S. marinella (RM) - "Ancora una volta le gattare di Santa Marinella, in provincia di Roma, hanno ritrovato carcasse di gatti neri uccisi, tra cui alcune appena gettate sulla strada (una femmina nera a pelo lungo), altre carcasse sono state ritrovate sotto una scogliera gettate a circa 100 metri l'una dall'altra. Non è la prima volta che carcasse di mici neromantate vengono rinvenute nella zona di Santa Marinella, anche in questo caso molto probabilmente si tratta di gatti ammazzati a causa di riti sacrificali pseudo-esoterici o pseudo-satanisti". Lo denuncia in una nota l'Aidaa, Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente. "A far pensare che i gatti siano stati uccisi in seguito a riti satanici è da una parte lo scempio fatto al corpo dei mici stessi, e dall'altra i precedenti", continua l'Aidaa.
LA ZAMPA.IT 20 NOVEMBRE 2009
Choc a Londra: terrier fuori controllo aggredisce cane guida Il proprietario del cane non ha neanche soccorso la donna non vedente
LONDRA - E' caccia all'uomo in Inghilterra. E i titoli dei giornali rilanciano il brutale attacco immortalato nelle immagini del circuito di sicurezza della metropolitana londinese. Una donna cieca con il suo cane guida passa accanto ad un uomo con un terrier. E' un attimo, il terrier senza museruola agguanta alla gola il cane guida, che resta a terra senza reagire. E' completamente fuori controllo.
VIDEO Gb sotto choc: cane aggredisce un cane guida
E' caccia all'uomo in Inghilterra. E i titoli dei giornali rilanciano il brutale attacco immortalato in queste immagini del circuito di sicurezza della metropolitana londinese. Una donna cieca con il suo cane guida passa accanto ad un uomo con un terrier... E' un attimo, il terrier senza museruola agguanta alla gola il cane guida, che resta a terra senza reagire.
SAVONA NEWS
20 NOVEMBRE 2009
Giusvalla: caccia al cinghiale, ucciso esemplare albino
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Savona - Nei giorni scorsi, nel corso di una battuta di caccia, la squadra di cinghialisti di Giusvalla ha abbattuto due maschi di cui uno albino.Rammarico della Protezione Animali di Savona, che segnala l’ennesima battuta di caccia, a seguito di presunti danni alle coltivazioni, nella zona protetta di Rocchetta (malgrado si tratti di un Sito di Importanza Comunitaria), con l’uccisione di sei cinghiali di passaggio, neppure lontanamente responsabili dell’incursione.
CORRIERE CHIERI 20 NOVEMBRE 2009
Truffa sotto le fucilate? Resti di cinghiali sepolti vicino al rio: inchiesta della Procura
LA ZAMPA.IT 20 NOVEMBRE 2009
Labrador salva un uomo caduto in un canale nel milanese
MILANO - Un agente fuori servizio del commissariato Bonola, che stava passeggiando in compagnia del suo cane, ha salvato poco dopo le 14 di ieri un uomo di 42 anni che era scivolato nelle acque del canale Vichignolo, frazione di Settimo Milanese, alle porte di Milano.
SAVONA NEWS
20 NOVEMBRE 2009
Savona: i piccioni "savonesi" sono 7750 ora saranno testati
Savona - Sono 7.750 i piccioni che vivono nel tessuto urbano di Savona. Lo ha accertato attraverso uno studio svolto dall'assessorato alla Qualita' Urbana del Comune. La presenza di questi soggetti e' pari a una densita' media di 1052 soggetti per kmq. Si tratta di dati ottenuti sulla base di quanto indicato dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (300-400 individui per kmq), di molto superiore alla 'soglia di stress ambientale'. 'A questo proposito - dice l'assessore Livio Di Tullio - insieme all'Asl e' stato possibile delineare da una parte i pericoli per la salute umana legati alla presenza delle popolazioni ornitiche urbane, dall’altra, in virtu' della funzione di 'bioindicatore' svolta da tali animali, di assumere utili indicazioni sullo stato di salute dell’ambiente'. Il Comune, in accordo con la ASL2 e l’istituto zooprofilattico, ha avviato, quindi, una fase di campionamento che prevede il prelievo di 1.000 esemplari dal territorio da avviare a monitoraggio sanitario che avra' come obiettivo quello di cercare di individuare lo Cripotococco spp, patogeno per il quale il piccione puo' svolgere un ruolo epidemiologico rilevante.
QUOTIDIANO DEL NORD
20 NOVEMBRE 2009
La Spezia, liberata civetta rimasta incastrata nella canna fumaria di un appartamento
La Spezia - Gli agenti del Comando Stazione Forestale di La Spezia e del locale Nucleo Operativo Cites del Corpo forestale dello Stato sono intervenuti per liberare una civetta rimasta incastrata nel camino di un appartamento del centro storico. La segnalazione è arrivata dal proprietario dell’immobile che aveva sentito provenire strani rumori senza riuscire ad identificarli. Gli agenti intervenuti hanno quindi ipotizzato che l’animale avesse nidificato sul camino dell’immobile per poi cadere all’interno dello stesso sino ad incastrarsi nella canna fumaria della caldaia. La civetta, rapace notturno particolarmente protetto dalla Convenzione di Washington sulla tutela delle specie in pericolo di estinzione, sarà sottoposta a visita veterinaria e se verranno confermate le sue buone condizioni fisiche sarà rimessa in libertà in un luogo idoneo.
IL TIRRENO GROSSETO
20 NOVEMBRE 2009
Salvata una tartaruga impigliata nelle reti
Enrico Giovannelli
CASTIGLIONE (GR). Una tartaruga Caretta Caretta è rimasta impigliata mercoledì nelle reti di un peschereccio, ma gli uomini a bordo della barca sono riusciti a salvarla, consegnandola poi agli addetti dell’acquario di Grosseto per le prime cure. Durante una calata a strascico il peschereccio “Maretto” dell’armatore Adolfo Ciampoli, nelle acque antistanti Punta Ala, si è imbattuto in questa particolare cattura. Non è certo la prima volta che delle tartarughe rimangono impigliate nelle reti, con il rischio che l’improvvisa risalita possa ucciderle: questa tartaruga invece, dopo gli accertamenti dell’Ufficio locale marittimo di Castiglione, con il comandante Piepaolo Sardi, è stata trasferita presso l’acquario comunale di Grosseto, fortunatamente in ottime condizioni di salute. All’animale, che ha un carapace di 45 cm di lunghezza, sarà applicata la targhetta assegnata di concerto dal Ministero dell’ambiente e dal Reparto ambientale marino del Comando generale delle Capitaneria di Porto. La Caretta Caretta sarà, successivamente, identificata prima del rilascio a mare, che verrà presumibilmente effettuato nei prossimi mesi nella zona sempre di Castiglione della Pescaia.
IL GIORNALE
20 NOVEMBRE 2009
Il bimbo claudicante che volle per amico un cagnolino zoppo
OSCAR GRAZIOLI
Il negoziante di frutta e verdura quella mattina appese un cartello diverso dai soliti che riguardavano gli sconti sulle prugne della California o gli ananas dell'Honduras. Scritto con lo stesso pennarello rosso che invitava le massaie del paese ad acquistare verdure di stagione o frutta proveniente dall'altro capo del mondo, guardò soddisfatto il suo lavoretto extra, convinto che di lì a poco qualcuno si sarebbe fatto vivo. Sulla vetrina, accanto a susine e carciofi, ora c'era un'offerta in grado di calamitare soprattutto i ragazzini. Una calamita potente, come poche altre. La scritta «Cuccioli in vendita» spiccava ben in vista sul cristallo del negozio. Il signor Jeffrey aveva deciso di tenerli, anche se non erano di razza. Un cane era riuscito a entrare di notte nel serraglio dove la femmina del fruttivendolo era confinata, essendo in calore. Come avesse fatto non era chiaro, ma, visto il risultato dopo due mesi, quel che era successo non poteva essere messo in dubbio. Doveva essere un bel cane, perché ne erano nati cinque cuccioli che assomigliavano molto al Labrador e Jeffrey, pur facendo tutt'altro mestiere, era sempre vissuto in mezzo ai cani e se ne intendeva. Quei cuccioli gli avrebbero fatto guadagnare un bel gruzzolo extra.Non passò un'ora che la calamita mostrò tutto il suo potere magnetico. Il ragazzino stava a debita distanza dalla vetrina, ma continuava a guardare, come ammaliato, il cartello che annunciava la vendita dei cuccioli. Doveva avere una decina d'anni, gli occhi vivaci, i capelli rossi e le efelidi sul volto tradivano una chiara origine irlandese. D'altronde, pensava Jeffrey, l'America aveva solide radici in quella nazione. Jeffrey mosse qualche passo verso la vetrina, facendo finta di volerne pulire il vetro e stava per apostrofare il ragazzino, quando questi lo anticipò andando al sodo. «Quanto costano i cuccioli»? La voce era stranamente grave per uno della sua età. «Fra il 30 i 50 dollari, ma diciamo che li do a chi mi paga di più a partire dai 30» rispose sorridendo Jeffrey. Il ragazzino tolse dalla tasca alcune monete il cui ammontare era 2,37 dollari. Guardò il fruttivendolo cui era scomparso il sorriso e gli chiese «Posso vederli?». Il sorriso tornò sulla bocca del negoziante che, con un fischio, chiamò i cuccioli che dormicchiavano sul retro del negozio. Uno era rimasto indietro.Il ragazzino, adocchiato il ritardatario, chiese a Jeffrey se aveva qualcosa che non andava e il negoziante gli rispose che il veterinario, dopo la visita, aveva detto che il cucciolo soffriva di una grava menomazione all' anca e avrebbe sempre zoppicato, a meno di non sottoporlo a costosi interventi. Il viso del ragazzino s'illuminò di gioia. «È il cucciolo per me. Voglio comprarlo».
LIBERO
20 NOVEMBRE 2009
ROMA: DE LILLO, PROSEGUE CAMPAGNA ALLONTANAMENTO STORNI
Roma - E' in programma anche oggi pomeriggio un intervento nell'ambito della campagna allontanamento storni, promossa e finanziata dal Comune di Roma e dall'Ufficio Tutela e Benessere degli Animali. Piazza Belli, piazza Sonnino, piazza Cairoli, Lungotevere Sanzio, Lungotevere degli Anguillara, Lungotevere de Cenci, Lungotevere dei Vallati: le zone dove, da martedi' 17 novembre, stanno intervenendo gli operatori. ''La campagna e' iniziata il 26 ottobre, perfettamente in linea con i tempi previsti, e siamo gia' al 14° intervento - spiega l'assessore capitolino all'Ambiente, con delega alla tutela degli animali, Fabio De Lillo - Utilizziamo il 'distress call' (grido di allarme), un metodo che ha dato in assoluto i migliori risultati, nel pieno rispetto degli animali e dell'ambiente. Gli operatori diffondono attraverso megafoni amplificati, all'interno dei dormitori, il verso emesso in natura dagli storni che si trovano in situazioni di pericolo. In questo modo gli storni abbandonano il posatoio e si allontanano dal luogo che hanno interpretato come pericoloso".
AGI 20 NOVEMBRE 2009
NEPAL: APPELLO DELLA BARDOT, BASTA SACRIFICI ANIMALI
Kathmandu - Il presidente nepalese si e' visto recapitare una lettera firmata Brigitte Bardot. Ma solo per sentirsi chiedere di porre fine ai sacrifici animali nella remota regione himalayana. In vista della festa in onore di Gadhimai, la potente divinita' hindu, si prepara in un tempio il sacrificio di centinaia di migliaia di capre, bufali e uccelli. Nella lettera l'attrice 75enne chiede al presidente Ram Baran Yadav di proibire la pratica che definisce "violenta, crudele e disumana". "Personalmente trovo difficile immaginare che il suo cuore possa sopportare una crudelta' simile, considerato che in quanto capo di stato lei e' il responsabile principale".
MOVIEPLAYER
20 NOVEMBRE
Guerre natalizie e cani al fronte per la Warner e la Paramount
Due storie realmente accadute saranno raccontate per il cinema dalla Warner Bros e dalla Paramount: 'Santa Wars' incentrato su una bizzarra guerra tra Babbi Natale e 'Nubs', che promette di commuovere gli amanti dei cani.
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La Warner Bros e la Paramount puntano su due storie vere per i loro nuovi progetti cinematografici, Nubs, dedicato agli amanti dei cani, e Santa Wars che si preannuncia particolarmente bizzarro, oltre che divertente.
La Warner ha acquistato i diritti della storia di Nubs, che di recente è stata raccontata da diverse testate americane, e ha commosso gli States, quella di Brian Dennis, maggiore della Marina USA, che mentre si trovava al fronte in Iraq, raccolse un meticcio gravemente ferito, e decise di prendersene cura e di inviarlo successivamente a casa. Al suo ritorno negli States, Brian ritrovò la sua famiglia e il cane. Justin Zackham, già autore di Non è mai troppo tardi, si occuperà dello script di Nubs, e sarà anche produttore della pellicola.[...]
LA ZAMPA.IT
20 NOVEMBRE 2009
Video choc: lituano si fa filmare mentre getta cane da un ponte
Il ragazzo individuato grazie a una caccia scatenata sul web dagli amanti degli animali
«Guardate, i cani sanno volare». Così diceva ridendo Svajunas Beniukas, 22enne lituano, mentre gettava giù da un ponte il povero cagnolino Pipiras (che signfiica Pepe). La stupidità e crudeltà di questo ragazzo è stata tanta dall'essersi fatto filmare in questo agghiacciante gesto da alcuni amici che hanno poi pubblicato il video sul web. Nelle immagini, mentre l'animale rimane fiducioso in braccio al ragazzo, lui si guarda intorno per assicurarsi che non transitino automobili e cogliere il momento migliore per mettere in pratica il suo sadico gesto. Miracolosamente il cane si salva dalla caduta, ma rimane al suolo lamentandosi per il dolore. Fortunatamente qualcuno è riuscito a portargli soccorso e, nonostante i gravissimi danni alle ossa e agli organi interni, i veterinari sono fiduciosi sulla sua sopravvivenza.Il video, talmente chocante che non abbiamo voluto mostrarlo, è però stato visualizzato da molti amanti degli animali sulla rete che hanno scatenato così una caccia nei confronti del ragazzo lituano sino ad individuare il ponte e la città dal quale il gesto è stato effettuato. Allertata la polizia locale, sono bastate alcune settimane per individuare lo sciagurato: sembra che il gesto sia avvenuto come vendetta perchè il cane avrebbe ucciso alcuni polli della madre del ragazzo.Il 22enne, disoccupato e già noto alla polizia locale per problemi di alcol e risse, sembra avere una propria radice familiare nella violenza agli animali: secondo il sito Animalrights.lt, due anni fa suo nonno uccise un gatto dandolo in pasto ad alcuni cani affamati. ![]() IL SECOLO XIX 20 NOVEMBRE 2009
Pesca a strascico, sequestro di barca e reti La procura autorizza il giro di vite Interpretazione più restrittive delle norme a tutela dei fondali marini. Il problema delle praterie di Posidonia
Alberto Parodi
Savona. Sequestro del peschereccio, delle reti a strascico, denuncia penale e contestazione al pescatore del danno ambientale, con contestuale richiesta di risarcimento danni in caso di devastazione della posidonia, specie protetta di alga marina di cui sono ricchi i fondali savonesi. Da Varazze ad Albisola (Margonara) a levante, e da Capo Noli sino a Capo Mele nel ponente. IL GIORNALE 20 NOVEMBRE 2009
IN BRIANZA CON UNA BISTECCA DA PREMIER
Tutti sanno come al Cavaliere, quando riesce a sganciarsi un attimo dagli impegni, faccia piacere abbandonarsi alla descrizione dei suoi piatti preferiti. Ma dove si rifornisce il presidente del Consiglio? Per quanto riguarda la carne a Inzago, cittadina in provincia di Milano non molto distante da Arcore, dove nel 1963 è nata la macelleria oggi gestita da Sergio Motta, 41 anni, aria da bocconiano, sposato con due figli. In paese raccontano che il presidente Berlusconi abbia le idee molto chiare in fatto di acquisti. Ordina carne rossa, in particolare il «bisteccone», una bistecca tagliata da un’intera coscia del bue; ma anche costate, fiorentine e cotolette. La macelleria ha quasi l’aspetto di una boutique, e mette in mostra soprattutto carne piemontese Fassona. Lo chef Carlo Cracco è un altro dei clienti vip. Il titolare alleva e compra gli animali ad Asti e dintorni, compreso Moncalvo, piccolo centro famoso proprio perché, ogni 9 dicembre, ospita la fiera del bue grasso. SWISSCOM 20 NOVEMBRE 2009
Carne da macello La carne che acquistiamo è davvero di qualità? Cosa si nasconde dietro? Tutte le risponde a Patti Chiari in onda venerdì su LA1
Siamo un popolo di carnivori. Polli, manzi, vitelli, maiali finiscono sempre più spesso nei nostri piatti e caratterizzano la nostra dieta. E sovente l'attenzione dei consumatori è tutta rivolta alla qualità e al prezzo della carne che acquistiamo. Pochi si rendono conto che queste variabili dipendono anche da come gli animali sono allevati.Ma allora cosa si nasconde dietro a un bel pezzo di carne? Come vengono trattati gli animali da macello destinati a finire nei nostri piatti? Come vivono nelle fattorie? E quali sono le regole che devono rispettare gli allevatori per offrire un prodotto impeccabile ai consumatori? Ma soprattutto: queste regole vengono sempre rispettate? Patti chiari ha deciso di indagare, di mettere a confronto le pubblicità che ci vengono presentate ogni giorno, con fattorie idilliache, prati verdi e animali felici che scorazzano in libertà, con la realtà delle fattorie svizzere e ticinesi. Quanto sono vere queste pubblicità? E quali garanzie ci forniscono, per quel che riguarda la protezione degli animali, i marchi prestigiosi sfoggiati sulle confezioni di carne che acquistiamo al supermercato: dagli allevamenti all'aperto, al bio alla produzione integrata?
ASCA
20 NOVEMBRE 2009
TERREMOTO: ALL'AQUILA MILLE PECORE DONATE DA PASTORI SARDI
Roma, 20 nov - Dopo le prime case e' stato consegnato a L'Aquila anche un maxigregge di quasi mille pecore che gli allevatori sardi hanno donato ai ''colleghi'' abruzzesi colpiti dal terremoto per far ripartire la pastorizia che e' una componente determinante dell'economia in una provincia dove quasi un terzo delle imprese si occupa di agricoltura. L'iniziativa e' della Coldiretti che ha voluto compiere un gesto concreto di solidarieta' secondo una antica usanza che in Sardegna si chiama ''sa paradura'' e che prevede il dono di una o piu' pecore a chi cade in disgrazia per risollevare le sue sorti.
La consegna del gregge che conta anche numerosi agnellini e' avvenuta in un clima di festa con uno scambio di prodotti tipici della tradizione sarda ed abruzzese rallegrato da musiche folcloristiche e che ha coinvolto, per iniziativa della Coldiretti, centinaia di agricoltori ed allevatori, oltre ai rappresentanti delle Istituzioni.Un impegno per salvare un mestiere antico ricco di tradizione e mantenere vive le campagne, ma che - sottolinea la Coldiretti - offre anche produzioni di carne e formaggi di pecora di qualita' particolarmente importanti per la ripresa economica in una Regione come l'Abruzzo dove l'agroalimentare pesa per il 15 per cento sul Pil regionale. L'agricoltura e' infatti un settore economico importante per l'Abruzzo con un tessuto produttivo composto da oltre 82mila aziende e una produzione lorda vendibile di un miliardo e 345 milioni di euro. Nella zona dell'Aquilano, interessata dal terremoto sono presenti 1500 aziende agricole.Il terremoto - riferisce la Coldiretti - ha provocato danni stimati per 100 milioni di euro e' danneggiato oltre 400 aziende agricole soprattutto impegnate nell'attivita' di allevamento con il crollo di strutture di ricovero per gli animali e le materie prime e la morte di molti animali per non parlare delle conseguenze ''psicologiche'' che le scosse sismiche hanno prodotto sulle greggi. C'e' stata una minore produttivita' con molti animali che sono andati dispersi mentre gli altri, spaventati, hanno ridotto la produzione di latte, ma anche un aumento dei casi di aborto, fenomeno che si verificata in circostanze simili. LIBERO 20 NOVEMBRE 2009
La nostra guerriera detta le prime regole
Come ho più volte ribadito il mio obiettivo è di fare dell’Italia il Paese più avanzato in Europa in materia di benessere animale. In questo contesto la tutela del cavallo rappresenta un caposaldo fondamentale di un lavoro, a mio avviso doveroso, che sta attraversando positivamente tutti i segmenti dell’articolata filiera che vede il coinvolgimento di questo animale semplicemente straordinario che molto ha dato all’uomo nella storia e che molto ci sta dando oggi con ruoli che sembrano ricchi di aspettative in termini di innalzamento del valore della relazione uomo-animale. Per questo oggi più che mai penso l’Italia non potesse più scontare il ritardo di un vero e proprio “Codice per la tutela e la promozione del benessere e della salute del cavallo in ogni contesto esso sia detenuto”. Alcuni potranno dire “sono cose risapute”, oppure “cose che si fanno già”, ma purtroppo non è così. Molte sono ancora le situazioni in cui, anche attraverso l’attività ispettiva dei Nas, il Ministero della Salute con la mia competenza in Medicina Veterinaria e Benessere animale si deve attivare rilevando situazioni di degrado e maltrattamento. Questione di civiltà Per questo proprio nel contesto della straordinaria Fieracavalli 2009 ho voluto vedesse la luce il primo Codice della storia del nostro Paese e che ora è pubblicato sul sito del Ministero affinchè divenga valore condiviso e punto di riferimento per chiunque voglia detenere un equide in condizioni di “livelli essenziali di benessere”, così come li ho voluti chiamare. Ritengo sia doveroso riconoscere agli equidi il ruolo fondamentale che hanno avuto nel lungo percorso evolutivo della civiltà umana ed è pertanto indispensabile imparare a convivere con essi in una relazione positiva che superi la dimensione di mero sfruttamento quale strumento di divertimento o di lavoro. Credo pertanto fosse fondamentale procedere in una duplice direzione: da un lato promuovere la diffusione di una corretta cultura equestre e di un’etica che va posta alla base di tutte le molteplici attività che coinvolgono il cavallo, dall’altro predisporre gli adeguati riferimenti normativi, indispensabili per una nazione moderna. Per tale ragione ho fortemente voluto la predisposizione del primo Codice per la tutela e la gestione degli equidi nel nostro Paese che ho presentato in occasione della scorsa edizione di Fieracavalli e che attualmente è pubblicato sul sito istituzionale del Ministero della Salute. Il codice fornisce i criteri essenziali per la corretta gestione, secondo la buona prassi, e la tutela della salute e del benessere degli equidi e si applica a cavalli, pony, asini, muli e bardotti, per qualsiasi finalità siano detenuti. Una garanzia per tutti Costituisce un insieme di linee guida e si basa su due principi fondamentali. Il primo è la responsabilità del benessere e del controllo dell’equide da parte del proprietario e del detentore (ossia di colui che a qualunque titolo detiene l’animale) i quali rispondono, sia civilmente sia penalmente, dei danni o lesioni a persone, animali e cose provocati dall’animale stesso. Il secondo è il rispetto delle esigenze fisiologiche ed etologiche degli equidi durante tutte la fasi di loro gestione, dalla scuderizzazione alla detenzione all’aperto, dall’allevamento all’addestramento e al trasporto.Il codice, che è alla sua prima stesura e che dunque potrà essere implementato e sarà successivamente collegato al disegno di legge sulla tutela degli equidi che il Ministero sta predisponendo, è stato condiviso con gli Enti tecnici di riferimento - Unire e Fise - nonché con le principali federazioni e associazioni di medici veterinari ed in particolare con la F.n.o.v.i., la Federazione Nazionale dei Medici Veterinari, la S.i.v.r. (Società Italiana di Veterinari Ippiatri) e con l’A.m.n.v.i. (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), cui desidero esprimere i miei ringraziamenti per la preziosa collaborazione su questi e sui diversi temi che il Ministero ha affrontato. Ovviamente rappresenta un punto di partenza su cui ci possiamo tutti insieme confrontare. Mi auguro che in tanti possano darci una letta e farmi avere un parere…..buon lavoro. Sottosegretario Ministero Salute
LA STAMPA
20 NOVEMBRE 2009
Bali, epidemia di rabbia: uccisi 28mila cani
Un'epidemia di rabbia si sta diffondendo nell'isola di Bali. Lo hanno reso noto le autorità indonesiane, precisando che fino ad ora 15 persone sono morte e 15 mila sono state trattate dopo essere state morse da cani infetti, fin dall'inizio dell'epidemia che risale a novembre dell'anno scorso, secondo il Balìs Health Office. A questo punto cresce la paura tra i balinesi, preoccupati che il pericolo di contagio possa spaventare i turisti.In questi mesi la rabbia si è diffusa in sette dei nove distretti dell'isola, nonostante l?eliminazione di oltre 28 mila cani, spiega Ida Bagus Alit, capo del Balìs Animal Husbandry Office.«Il basso tasso di copertura vaccinale tra i cani sta rendendo difficile bloccare la diffusione della malattia», ammette. Alit ha poi spiegato che le 180.000 dosi di vaccino fornite dal governo permettono di immunizzare solo il 40% della popolazione canina dell'isola.Attualmente sono stati vacinati 115mila cani
FOTO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=22319&tipo=FOTOGALLERY
BELLUNO PRESS
20 NOVEMBRE 2009
Casi di rabbia: La Regione avvia le contromisure per circoscrivere i focolai
Belluno - Raccolta degli animali selvatici trovati morti, segnalazione di quelli che presentano sintomi che possano far pensare alla rabbia e una campagna di vaccinazione orale per le volpi. Sono queste le misure predisposte dal gruppo di lavoro della Regione del Veneto per il contenimento dell’epidemia di rabbia silvestre che, dopo aver fatto la sua comparsi nel Friuli Venezia Giulia nell’ottobre dello scorso anno, sta ora interessano anche il Veneto. Tre sono fino a questo momento i casi riscontrati, tutti nel bellunese: un cane positivo per rabbia il 17 novembre nel comune di Lozzo di Cadore e di due volpi nel comune di Longarone e Forno di Zoldo il 19 novembre 2009. Il gruppo di lavoro composto da rappresentanti dell’Unità di progetto di Sanità animale e Igiene alimentare e di quella di Caccia e Pesca della Regione del Veneto, delle aziende sanitarie 1 e 2 di Belluno, e dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha convenuto sulla necessità di sensibilizzare le autorità competenti nella raccolta degli animali selvatici trovati morti e di segnalare quelli con eventuale sintomatologia anomala come strumento per raccogliere in tempi brevi maggiori informazioni sulla presenza dell’infezione nella popolazione selvatica del territorio regionale. E’ stato inoltre deciso di attivate le procedure necessarie per la programmazione delle campagne di vaccinazione orale delle volpi. Ulteriori misure sono allo studio in funzione dell’evoluzione della situazione epidemiologica della rabbia sul territorio regionale. La Regione del Veneto ha anche sollecitato una riunione, coordinata dal Ministero della Salute, con le altre Regioni e Province Autonome confinanti per concordare le misure sanitarie di rispettiva competenza.
CORRIERE DEL VENETO
20 NOVEMBRE 2009
L’Usl ordina: vaccinate tutti i cani
Rabbia, scatta l’allarme dopo un caso a Lozzo. Esche «medicinali» anche per le volpi
Elena Placitelli Lina Pison
BELLUNO — Rabbia, vaccinazioni di massa per i cani di tutta la provincia. È la decisione presa a termine di un lungo vertice che si è tenuto nella sede di Padova dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie, dopo che mercoledì a Lozzo di Cadore un cane ha morso il suo proprietario ed è morto di rabbia. Le analisi dell’animale deceduto sono scattate subito, confermando la malattia: immediatamente sono suonati tutti i campanelli d’allarme. Il proprietario e la moglie sono stati immediatamente sottoposti alla vaccinazione post contagio e al trattamento con immoglubine. Giovedì sera la riunione tra Usl 1 di Belluno, servizio di Igiene animale della Regione e Istituto zooprofilatico: era da quindici anni che non si contava un caso del genere in Veneto, l’ultimo era accaduto nel 1984 proprio nel Bellunese. «La rabbia è una malattia pericolosa anche per l’uomo - spiega Giovanni Battista Benedetti, il direttore del servizio veterinario dell’Usl di Belluno - quando compaiono i sintomi è già tardi e di solito i danni cerebrali sono già in atto - . Da qui la stesura di un pacchetto di prevenzione contro il contagio della rabbia, che diverrà ufficiale solo oggi, dopo che la Regione emanerà un decreto ad hoc». Come spiega Giovanni Battista Benedetti, «si pensa a quattro provvedimenti: la vaccinazione, in massa, di tutti i cani della provincia. Sul territorio, poi, verranno cosparse delle esche con il vaccino che verranno mangiate dalle volpi (portatrici di rabbia) e che in questo modo si vaccineranno da sole. Tutti gli animali che verranno trovati morti (ad esempio caprioli, faine, tassi) verranno poi raccolti e mandati ad analizzare all’Istituto zooprofilattico delle Venezie per monitorare il grado di diffusione della malattia. Infine, verrà vietato l’uso dei cani nelle battute di caccia: anche se sono vaccinati - conclude Battista - è meglio utilizzare la massima prudenza». In questa stagione, infatti, la caccia con i cani segugio è aperta. A spiegarne i dettagli è Gianmaria Sommavilla, dirigente del settore Tutela e gestione della fauna della Provincia di Belluno: «La caccia è aperta dalla terza domenica di settembre fino al 31 gennaio. Le battute con l’utilizzo del cane a segugio vengono chiuse dal primo dicembre, ma di solito ne autorizziamo il prolungamento fino al 31 gennaio. Aspettiamo le delucidazioni dalla Regione: se deciderà che l’utilizzo del cane è pericoloso valuteremo subito il da farsi». Sul caso è intervenuto anche il sindaco di Lozzo di Cadore, Mario Manfreda: «La rabbia è una malattia che dà esiti funesti: bisogna adottare tutte le misure necessarie per evitare che uomini e animali domestici corrano dei rischi. Un problema che il Friuli sta affrontando da diversi mesi: immagino si possa trovare una collaborazione fra le due Regioni».
LIBERO
20 NOVEMBRE 2009
VENETO: LA REGIONE AVVIA AZIONI PER CIRCOSCRIVERE FOCOLAI DI RABBIA
Venezia - Raccolta degli animali selvatici trovati morti, segnalazione di quelli che presentano sintomi che possano far pensare alla rabbia e una campagna di vaccinazione orale per le volpi. Sono queste le misure predisposte dal gruppo di lavoro della Regione del Veneto per il contenimento dell'epidemia di rabbia silvestre che, dopo aver fatto la sua comparsi nel Friuli Venezia Giulia nell'ottobre dello scorso anno, sta ora interessano anche il Veneto. Tre sono fino a questo momento i casi riscontrati, tutti nel bellunese: un cane positivo per rabbia il 17 novembre nel comune di Lozzo di Cadore e di due volpi nel comune di Longarone e Forno di Zoldo il 19 novembre 2009.Il gruppo di lavoro composto da rappresentanti dell'Unita' di progetto di Sanita' animale e Igiene alimentare e di quella di Caccia e Pesca della Regione del Veneto, delle aziende sanitarie 1 e 2 di Belluno, e dall'Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha convenuto sulla necessita' di sensibilizzare le autorita' competenti nella raccolta degli animali selvatici trovati morti e di segnalare quelli con eventuale sintomatologia anomala come strumento per raccogliere in tempi brevi maggiori informazioni sulla presenza dell'infezione nella popolazione selvatica del territorio regionale. E' stato inoltre deciso di attivate le procedure necessarie per la programmazione delle campagne di vaccinazione orale delle volpi.Ulteriori misure sono allo studio in funzione dell'evoluzione della situazione epidemiologica della rabbia sul territorio regionale. La Regione del Veneto ha anche sollecitato una riunione, coordinata dal Ministero della Salute, con le altre Regioni e Province Autonome confinanti per concordare le misure sanitarie di rispettiva competenza.
ADN KRONOS
20 NOVEMBRE 2009
PERU': IL DERMATOLOGO, IN COSMETICI ITALIANI MAI USATO GRASSO UMANO
Milano - I cosmetici italiani sono sicuri. Non contengono grasso umano, ne' l'hanno mai contenuto. Parola del dermatologo Leonardo Celleno, del Centro ricerche cosmetologiche dell'universita' Cattolica di Roma. Dopo la notizia della scoperta, in Peru', di una banda criminale che uccideva per trafficare grasso umano da usare nella produzione di cosmetici, l'esperto non nasconde il suo scetticismo. Soprattutto sul sospetto che tra gli acquirenti degli arrestati ci fossero aziende europee e anche due italiani. "Escludo categoricamente - commenta Celleno all'ADNKRONOS SALUTE - che nei cosmetici italiani possa essere contenuto grasso umano trafugato in qualche orrido modo". Anzi, incalza lo specialista, per i cosmetici "il grasso umano non e' mai stato utilizzato". Almeno in Italia e in Europa.Il dermatologo rassicura i consumatori "nella maniera piu' assoluta". E spiega che, "nella stragrande maggioranza dei casi, ormai il grasso utilizzato per la produzione di cosmetici e' di origine vegetale". Dopo il caso 'mucca pazza', ricorda, l'Unione europea si e' infatti dotata di una legislazione molto severa sull'impiego dei materiali di origine animale. Che possono essere utilizzati, ma in casi rarissimi e solo dopo controlli e processi di purificazione piu' che rigorosi, sottolinea l'esperto. Il grasso animale utilizzato in questi casi eccezionali, puntualizza Celleno, proviene perlopiu' "da animali usati a scopo alimentare. Un esempio e' la chitina", una sostanza contenuta nell''armatura' che riveste comuni crostacei come gli scampi o i gamberi. "Lo scarto e' molto abbondante, e puo' essere utilizzato per estrarre chitina da usare anche in cosmetica, ma sempre nel rispetto di regole assolutamente rigorose", conclude.
ADN KRONOS
20 NOVEMBRE 2009
Nel giardino zoologico di Liberec
Coppia di leoni divora rara tigre bianca, orrore in uno zoo della Repubblica Ceca
Praga - (Adnkronos/Ign) - Il felino, di 17 anni e circa 100 chili di peso, non ha avuto scampo nell'attacco fulmineo dei due leoni che l'hanno azzannata a morte in pochi secondi
Praga - Due leoni dello zoo di Liberec, nella Repubblica Ceca, hanno divorato un raro esemplare di tigre bianca. Il felino, di 17 anni e circa 100 chili di peso, non ha avuto scampo nell'attacco fulmineo della coppia di leoni che l'hanno azzannata a morte in pochi secondi. Neppure i guardiani dello zoo, allertati dalle grida dell'animale, sono riusciti a intervenire in tempo.
Resta da chiarire come i due leoni, Sultan di 14 anni e Elsa di 11, abbiano avuto accesso all'interno della gabbia della tigre 'Isabella'. I leoni e le tigri la notte dividono lo stesso padiglione, che lasciano durante il giorno per recarsi nelle recinzioni all'aperto. Gli animali accedono a zone diverse a rotazione giornaliera e i leoni probabilmente cercavano di entrare nel luogo in cui avevano trascorso la giornata precedente. "L'attuale sistema di sicurezza è in vigore per 12 anni e un tale incidente non è mai successo prima", ha detto il direttore dello zoo David Nejedlo. Nello zoo rimangono ora altre tre tigri bianche, una delle quali è la figlia di Isabella.
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Coppia-di-leoni-divora-rara-tigre-bianca-orrore-in-uno-zoo-della-Repubblica-Ceca_4020787959.html
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AGI
20 NOVEMBRE 2009
La trasformazione avviene in 12 settimane
STAMINALI: CREATA NUOVA PELLE PER USTIONATI GRAVI
Washington, 20 nov. - Dalle cellule staminali embrionali e' possibile produrre della pelle da trapiantare alle persone colpite da gravi ustioni o affette da rare malattie dell'epidermide. Ad annunciarlo e' stato un gruppo di ricercatori francesi dell'Institute for Stem Cell Therapy and Exploration of Monogenic Diseases dell'Evry in uno studio pubblicato sulla rivista Lancet. Le cellule staminali si sarebbero trasformate completamente in pelle 12 settimane dopo esser state innestate sui topi. In pratica, i ricercatori sarebbero riusciti a ripetere i passaggi biologici che portano alla formazione della pelle durante lo sviluppo embrionale. Gli scienziati hanno fatto proliferare le cellule staminali embrionali su di una matrice. Dopo aver creato lembi di pelle, queste sono state trapiantate su 5 topi e 12 settimane dopo la pelle 'nuova' ha presentato una struttura molto simile a quella originale. Questa straordinaria tecnica, secondo i ricercatori, potrebbe portare a "una risorsa illimitata per la sostituzione temporanea della pelle nei pazienti con ustioni di grandi dimensioni in attesa di innesti della propria pelle". I ricercatori stanno ora pianificando di sperimentare la nuova tecnica sugli esseri umani..
ANSA
20 NOVEMBRE 2009
Staminali: ecco la pelle usa e getta
Creata da embrionali, servirà a grandi ustionati
ROMA - Con cellule staminali embrionali umane è stata creata la prima pelle "usa e getta". Potrebbe essere usata sui grandi ustionati in attesa di trapianto autologo come pelle temporanea. Reso noto sulla rivista Lancet, lo studio dimostra che i grandi ustionati potrebbero utilizzare questa pelle al posto delle bende per coprire le ustioni fin quando lembi della loro pelle non siano stati fatti crescere in laboratorio per il trapianto. La pelle usa e getta 'e' stata creata da Christine Baldeschi dell'INSERM e Institute for Stem Cell Therapy and Exploration of Monogenic Diseases presso Evry Cedex in Francia. I grandi ustionati di solito vengono curati con trapianto autologo, cioé i medici prendono dei lembi di pelle da parti non ustionate del loro corpo e le fanno crescere in provetta per formare dei lembi più estesi da trapiantare sulle ustioni. Si tratta di un trapianto autologo nel senso che vengono trapiantati tessuti dello stesso paziente, quindi non c'é pericolo di rigetto. L'unico problema è che i cheratinociti (cellule di pelle) presi dal paziente per creare la pelle da trapiantare impiegano alcune settimane a crescere, e in questo lasso di tempo il paziente corre un serio rischio di disidratazione e infezioni. Si ovvia parzialmente al problema con bende artificiali o biotech di pelle bovina ma queste soluzioni possono dare rigetto o reazioni di altro genere. La pelle umana usa e getta sarebbe dunque la soluzione perfetta per superare questa finestra di tempo in attesa di trapianto. Gli esperti francesi hanno creato la pelle temporanea mettendo staminali embrionali umane in provetta con cellule nutrici e sostanze farmacologiche, che nel giro di alcune settimane hanno indotto lo stesso processo di formazione della pelle che normalmente avviene nel feto. La pelle temporanea è stata poi trapiantata con successo sui topi e ha formato un tessuto cutaneo di consistenza del tutto simile a quello umano.
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