20 OTTOBRE  2009

NEWS FOOD
20 OTTOBRE 2009
 
Legge 189 e sequestri di animali
FederFauna lancia un appello ai Parlamentari: Rivedete la Legge 189
I maltrattamenti sugli animali devono essere fermati in maniera decisiva
 
Una delle principali accuse mosse da FederFauna agli animalisti, è quella di avere un concetto ideologico e non tecnico del benessere animale: l'essere, per esempio, contrari all'allevamento quando, invece, è proprio l'allevamento a garantire la conservazione di molte specie; l'essere contrari alla caccia quando, invece, è spesso l'unica forma di gestione del patrimonio fauna selvatica che, con il miglior rapporto costi benefici, consenta di bilanciare quantità e qualità delle popolazioni animali a seconda dell'habitat che le ospita; l'essere contrari a qualsiasi forma di economia legata agli animali, definita appunto "sfruttamento" da loro, quando, invece, è proprio dando un valore economico alle cose, che chiunque ne ha più cura (lo si fa anche con gli esseri umani! Chi non ha oggi un'assicurazione sulla vita? Allora, perché scandalizzarsi se si da un valore economico a un animale?).
Ed è questa visione puramente ideologica, la madre anche di altri atteggiamenti animalisti, che FederFauna avversa. Tra que sti, potremmo citare, per esempio, che per certi animalisti, il viaggio di un cane di razza su un furgone attrezzato di un commerciante da Budapest a Roma, sia "un viaggio allucinante" ma, un viaggio di un randagio da una perrera di Madrid o da un canile di Bucarest fino a Roma, o dalla Sicilia a Milano in un trasportino caricato su un'auto, diventi "un'opera di carità".
Lo stesso vale per la diffusione di malattie: per certi animalisti, un cucciolo ungherese potrebbe portare la rabbia ma non è un problema "staffettare" dal sud al nord randagi affetti da leishmaniosi. E potremmo continuare così per molto tempo ancora ed annoverare numerosi altri esempi di questo tipo. Una delle conseguenze più tragiche di questa ideologia però, in primis per gli animali tra l'altro, è rappresentata dai sequestri. Ce ne sono stati tantissimi dopo la promulgazione della famigerata legge 189 del 2004 sul maltrattamento animale.
Perché?
Perché la legge 189, secondo FederFauna, è una delle più chiare espressioni dell'animalismo ideologico: è la legge che delinea il reato di maltrattamento, condizionandolo alla "detenzione incompatibile con la natura degli animali", senza prima aver definito quale sia quella "compatibile"!...
Ecco che, con questi presupposti, è sufficiente che chi effettua i controlli sia predisposto in prima persona, o talvolta solo psicologicamente pressato, a ritenere che per un animale non sia "naturale" l' essere selezionato, venduto, esposto o utilizzato in determinate attività umane, perché i reali requisiti tecnici delle strutture detentive e tutto quanto possa essere oggettivamente delineato in centimetri o chilogrammi, passino in secondo piano.
Per di più, la 189 è la legge che consente che la stessa figura ricopra il ruolo di chi denuncia il "maltrattamento", il ruolo di ausiliario di PG dura nte il sequestro e anche il ruolo di affidatario degli animali sequestrati. Pur non volendo accusare nessuno, qualche dubbio sul "conflitto di interesse" non può non venire!... Soprattutto alla luce degli svariati casi di animali esotici, cani, gatti, uccelli, rettili, ecc., sequestrati per presunti maltrattamenti e poi, una volta giunti alla conclusione del procedimento e appurato che di maltrattamenti non si trattava, non restituiti in ugual numero e condizioni perché in parte morti o dispersi!...
A tal proposito, oltre alle denunce e alle inchieste già aperte su questo tipo di situazioni, è interessante notare come recentemente, sul sito di Big Hunter, un'utente che voleva far notare quante spese dovesse sostenere un'associazione animalista, abbia incluso tra queste: "i sequestri di migliaia di animali esotici che bisogna mantenere e riuscire a piazzare".
Cosa avrà inteso con quel "piazzare"?
FederFauna, in un momento in cui il dibattito sugli animali è sempre più spesso protagonista, oltre che delle cronache, anche delle attività parlamentari, auspica dal Parlamento un attento esame dei fatti, non delle opinioni vendute come tali da qualcuno, e una conseguente attività tesa a garantire la tutela "oggettiva" delle esigenze sanitarie, ambientali e di benessere degli animali ma anche la tutela delle esigenze economiche, sanitarie, sociali e culturali dell'uomo.

 

http://www.newsfood.com/q/57140412/federfauna-lancia-un-appello-ai-parlamentari-rivedete-la-legge-189/

IL GAZZETTINO DI VICENZA

20 OTTOBRE 2009

 

QUANDO L’UOMO E’ PEGGIO DI UNA BESTIA

Impiccare i gatti, l’ultimo gioco ignorante

 

Vicenza - Gatti impiccati. È l’ultima trovata in fatto di maltrattamento agli animali. Un gioco stupido, che l’Enpa non ha potuto non denunciare e condannare aspramente, chiedendo la collaborazione dei cittadini per individuare i colpevole del misfatto che ha avuto quale teatro l’area della Riviera Berica. “Appesi al laccio selvaggiamente. In questo modo – spiega la presidente dell’Enpa di Vicenza, Anna Zanella – da giugno vengono periodicamente ritrovati gatti che perdono la vita catturati da trappole fuorilegge usate dai cacciatori per prendere volpi o piccoli mammiferi”.L’Ente nazionale protezione animali ha denunciato la situazione per far trovare i colpevoli, che operano nella zona attorno alla riviera Berica: lungo la pista ciclabile Roberto Casarotto, in via Capri, nelle vicinanze di strada della Commenda ed in località Valmarana. I gatti rinvenuti senza vita, appesi al laccio, dai volontari dell'Enpa sono una decina, altri cinque sono stati salvati appena in tempo. “Ora, però – conclude Anna Zanella – è necessaria la piena collaborazione dei cittadini, anche in forma anonima, per individuare i responsabili”.


LA PROVINCIA PAVESE
20 OTTOBRE 2009
 
Bocconi avvelenati in pieno centro Scatta l'allarme
 
TORTONA (AL). Bocconi avvelenati destinati ai cani in pieno centro città, e scoppia nuovamente la polemica. «Progetto ambiente» vuole presentare una denuncia contro ignoti. «Alcuni nostri soci - dice il presidente dell’associazione ambientalista, Danilo Bottiroli - ci hanno segnalato la ricomparsa dei famigerati bocconi avvelenati. Si tratta di bocconi blu (gli avvelenatori usano l’antigelo per ammazzare gli animali con questo sistema) e li stiamo facendo analizzare».  «Lo stesso commissario prefettizio Vito Cusumano e la polizia municipale, che mesi fa avevamo informato di quanto stava accadendo, ci avevano chiesto se si erano verificati ancora episodi di questo tipo, ma in quel periodo, e forse grazie anche ai nostri interventi non erano giunte più segnalazioni della presenza di bocconi avvelenati. Le associazioni venatorie chiamate in causa ci avevano risposto che i cacciatori non c’entravano nulla con i “bocconi avvelenati”, per questo, adesso chiediamo di intraprendere insieme a loro una battaglia contro questa pratica barbara. Il fatto che i bocconi siano presenti in città significa che chi li mette lo fa evidentemente per ammazzare cani e gatti, ma questo costituisce un pericolo anche per i bambini». I bocconi, infatti, sarebbero stati rinvenuti anche nei pressi di alcune aree verdi frequentate dai bambini. Della questione, Progetto Ambiente ha già informato le forze dell’ordine alle quali chiede maggior attenzione e controlli sul territorio, sollecitando altresì la collaborazione dei cittadini.

IL MATTINO

20 OTTOBRE 2009

 

«Il cane non può salire sull'autobus» Salerno, carabinieri aggrediti dal padrone

 

SALERNO - Aggredisce i carabinieri alla fermata dell'autobus. Un pregiudicato di 45 anni, M.L., residente a Vallo della Lucania, è stato arrestato alla fermata dell'autobus di linea Castelnuovo-Vallo Scalo dopo aver aggredito i carabinieri interventi sul posto in seguito ad una chiamata dei responsabili del servizio di trasporto.
All'uomo, infatti, era stato negato l'accesso sull'autobus poiché in compagnia di un cane. Furioso, l'uomo si è quindi piazzato davanti all'autobus impedendone la manovra. Giunta la pattuglia, il pregiudicato si è scagliato con rabbia sui carabinieri, aggredendoli verbalmente e quindi passando alla vera e propria aggressione fisica.
Ammanettato davanti a decine di pendolari spaventati, l'uomo è stato chiuso nel carcere di Vallo della Lucania.


Animalieanimali

20 OTTOBRE 2009

 

A TOKYO FILM SU STRAGE DI TAIJI
Al Tokyo International Film Festival.

 

Alla fine le resistenze sono cadute e il massacro di delfini e balene è arrivato nella capitale nipponica: The cove ('la baià), il documentario americano sulla strage che ogni anno si compie nella baia di Taiji, nella prefettura di Wakayama, è stato proiettato nel fitto programma del Tokyo International Film Festival (Tiff).
Un'ora e mezza di crude riprese del fotografo-registra Louie Psihoyos, grazie a microfoni e telecamere subacquee camuffati da rocce, raccontano quanto avviene nella piccola città giapponese dove i pescatori ogni anno uccidono circa 23mila delfini e balene.
La loro carne fa parte dell'alimentazione locale da oltre 400 anni e oggi è consumata anche nei ristoranti europei e americani. Sin dalla prima proiezione del 2008, il documentario ha di fatto riacceso l'attenzione internazionale sulla strage, provocando ad esempio il 22 agosto la rottura del gemellaggio tra la città australiana di Broome con Taiji. La rottura è durata comunque poco, e il 13 ottobre è avvenuta una piena riconciliazione con tanto di scuse delle autorità australiane che hanno definito la decisione "presa in fretta", pur ribadendo la propria opposizione alla pesca-massacro.
Da giugno sono infine ripartiti a Taiji i test per analizzare il livello di mercurio nella popolazione, dovuto alla ricca dieta di cetacei. Ai 3.500 abitanti sono stati offerti esami per accertare il livello del metallo e prevenirne le patologie.
Nonostante il Giappone continui a negare il legame tra il film e l'inizio dei test, il regista Psihoyos si è rallegrato che The cove "sia la prova che un film non solo può intrattenere, ma può anche cambiare il mondo".


Animalieanimali

20 OTTOBRE 2009

 

DA' FUOCO AD ASINO, STUDIERA' MAOMETTO
Sentenza in Iran.

 

Un agricoltore giudicato colpevole di avere ucciso con crudeltà un asino in Iran è stato condannato ad imparare a memoria i detti di Maometto e degli Imam sciiti che predicano il rispetto per gli animali.
Il fatto, scrive oggi il quotidiano Tehran Times, è avvenuto nella provincia meridionale di Fars. L'uomo, che ha 53 anni, è stato giudicato colpevole di avere cosparso di benzina e avere dato fuoco ad un asino che era entrato sul terreno dove coltivava la lattuga.
L'imputato è stato dapprima condannato a ricevere 50 frustate, ma, in considerazione del fatto che non aveva precedenti penali, il giudice ha poi rivisto la sentenza. L'agricoltore dovrà quindi imparare 20 'hadith', cioé frasi del profeta Maometto e dei 12 Imam riportate dalla tradizione, che esortano a trattare bene gli animali, non potrà coltivare la lattuga per un anno e dovrà nutrire e accudire un asino senza padrone per tre mesi.


IL GIORNALE

20 OTTOBRE 2009

 

La Svezia brucia i conigli per scaldare le case

 

OSCAR GRAZIOLI

 

In Svezia hanno inventato una nuova forma di risparmio energetico. D'altronde le dozzine di riunioni che si svolgono ogni anno nel mondo, per trovare nuove fonti d'energia pulita e rinnovabile, dovranno pur servire a qualcosa. Ecco dunque che a Stoccolma, l'amministrazione comunale ha pensato bene di prendere due piccioni con una fava. In realtà più che di piccioni si tratta di conigli, ma questi nel vecchio adagio non erano contemplati, come peraltro la fava. Le autorità svedesi si sono accorte che, nei parchi pubblici, c'è una sovrappopolazione di conigli nani e selvatici, o meglio rinselvatichiti, visto che tali coniglietti non sono indigeni nativi di questa nazione. Si tratta invece di animaletti acquistati per i bambini, o per gli adulti, e poi liberati nei parchi pubblici quando la noia del trastullo è passata o quando le dimensioni del «nanerottolo» superano quelle di un formoso coniglio all'ingrasso diventato scomodo nei piccoli appartamenti mansardati del nord Europa. Tutto il mondo è paese, dunque. Noi abbiamo il fenomeno del randagismo di cani e gatti, gli svedesi hanno il problema dei conigli nani in eccesso ai giardini pubblici. Loro sono un tantino più fortunati perché pare che le aggressioni a bambini e anziani da parte dei coniglietti siano un evento talmente eccezionale da considerarlo trascurabile, mentre da noi ogni tanto qualche cane manda all'ospedale o all'obitorio bimbi e nonni. Poi dicono che non si devono fare differenze di specie.Il problema serio che causano i coniglietti in eccesso è la distruzione di essenze vegetali che i loro solidi incisivi e gli instancabili molari piallano di giorno e di notte nei parchi cittadini dove l'amministrazione spende non pochi soldi dei contribuenti per seminare, innaffiare, potare e curare il verde tanto caro ai nordici. Per porre rimedio a questo scempio botanico, non avendo questi animaletti predatori naturali, le autorità di Stoccolma hanno deciso di ingaggiare i cacciatori. Uno di questi, Tommy Tuvunger, non si sa se pentito o no, ha spifferato tutto a un sito web dello Spiegel tedesco. I cacciatori sparano a migliaia di conigli,
esattamente 6000 l'anno scorso e 3000 quest'anno fino a oggi. I loro corpi vengono congelati e poi avviati alla centrale di Karlskoga, nella Svezia centrale, dove vengono arsi per produrre calore, assieme alle carcasse di vacche, maiali, cervi e altri animali defunti per motivi più o meno naturali.Naturalmente la morte di questi graziosi animaletti, che spesso sostituiscono il gatto o il cane nelle famiglie in qualità di animali d'affezione, non ha nulla di naturale e l'originale impiego dei loro corpi ha sollevato le immediate e vibranti proteste delle associazioni che si occupano di benessere e protezione di animali.Leo Virta, direttore della Konvex, specializzata nel trarre carburante dalle carcasse animali, sostiene l'eccellenza del sistema utilizzato per convertire masse corporee defunte in calore rinnovabile, appellandosi al progetto europeo noto come Biomas.I cittadini svedesi, in realtà, non mostrano molto calore nella vicenda. James Savage, editore del The Local molto noto nella nazione, assicura che nella città dove i coniglietti vengono bruciati le reazioni sono quasi nulle, mentre solo a Stoccolma gli attivisti di alcune associazioni animaliste si sono scaldati e speriamo non l'abbiano fatto mediante l'energia rinnovabile della Konvex.
Intanto l'inverno avanza e i coniglietti preferirebbero scaldare i loro corpi in tutt'altro modo.

I NUMERI
6 mila

Nel 2008 sono stati circa 6mila i conigli abbandonati dalle famiglie e poi catturati nei parchi dai cacciatori

3 mila
Quest'anno sono stati oltre 3mi la gli animaletti che sono stati abbattuti e venduti per essere trasformati in riscaldamento

6 Ore
Nel solstizio d'inverno il giorno dura circa 6 ore. Durante il solstizio d'estate può durare anche 18

-15 Gradi
In inverno spesso la temperatura rimane sotto lo zero anche nelle ore centrali della giornata e il termometro scende oltre i -10° e -15° soprattutto a gennaio e febbraio

5 specie
La ditta svedese che ricava riscaldamento dagli animali utilizza, oltre alle carcasse dei conigli, anche carcasse di gatti, cervi, cavalli e mucche


IL CENTRO
20 OTTOBRE 2009
 
Cervo investito e ucciso da un furgone
 
Erica Del Vecchio
 
ANVERSA (AQ). Un esemplare di cervo adulto è stato investito lungo la strada Sulmona-Scanno, all’altezza della centrale idroelettrica di Anversa. E’ morto sul ciglio della strada. L’episodio è avvenuto dopo le 19,30 di ieri. L’esemplare, dopo la ricognizione eseguita dal veterinario della Asl che ne ha accertato il decesso, è stato preso in custodia per essere successivamente sotterrato. L’animale è sbucato all’improvviso dal bosco, scontrandosi con un furgone. L’autista non è riuscito a evitare l’impatto. E’ stato lo stesso automobilista ad allertare la Forestale, i cui uomini arrivati sul posto hanno preso in custodia la carcassa dell’animale, del peso di alcuni quintali e di circa otto anni di età. Dai rilievi effettuati sul posto dal personale veterinario della Asl e dai forestali, la causa della morte sarebbe riconducibile a traumi interni e rottura dell’arteria femorale riportati in seguito all’investimento. La dinamica dell’incidente è la stessa che si ripete molte volte nel corso dell’anno. Di recente lungo la strada è stato travolto e ucciso un cucciolo di lupo. Proprio per questo la vicina riserva Gole del Sagittario ha apposto catarifrangenti blu lungo le strade che cercano di allontanare il più possibile gli animali.

IL PICCOLO
20 OTTOBRE 2009
 
Cani randagi a gruppi da oltreconfine
 
GORIZIA Cani randagi in arrivo dalla Slovenia: stanno diventando un problema serio, di difficile risoluzione trattandosi di Paesi con legislazioni diverse. Negli ultimi tempi, si sono moltiplicati gli avvistamenti nelle zone boschive di Oslavia, San Floriano del Collio e Mossa: ci sono stati anche casi di cani che hanno azzannato caprioli o altri animali selvatici. A segnalare il problema è l’assessore comunale all’Ambiente Francesco Del Sordi. «Ho raccolto nelle ultime settimane diverse segnalazioni da parte di cittadini. Non riesco nemmeno a immaginare come venire a capo di questa vicenda perché non c’è alcun sistema di riconoscimento».
 
*****
È allarme nei boschi: gruppi di cani randagi arrivano dalla Slovenia
 
di FRANCESCO FAIN
 
Cani randagi dalla Slovenia. Sta diventando un problema serio. Perché è di difficile risoluzione trattandosi di Paesi con legislazioni diverse. Negli ultimi tempi, si sono moltiplicati gli avvistamenti nelle zone boschive di Oslavia, San Floriano del Collio e Mossa: ci sono stati anche casi di cani che hanno azzannato caprioli o altri animali selvatici. A segnalare il problema è l’assessore comunale all’Ambiente Francesco Del Sordi. «Ho raccolto nelle ultime settimane diverse segnalazioni da parte di cittadini. Non riesco nemmeno ad immaginare come venire a capo di questa vicenda perché non c’è alcun sistema di riconoscimento». Tutto ciò succede paradossalmente in una città «in cui il fenomeno del randagismo - avverte Del Sordi - praticamente non esiste. I casi sono isolati. Il perché è presto detto. Quasi il 100 per cento dei nostri cani sono dotati di microchip: tramite questo dispositivo, è possibile in qualsiasi momento avere informazioni aggiornate e facilmente consultabili circa l’appartenenza, l’indirizzo e la situazione sanitaria di ogni cane iscritto. L’iniziativa è rivolta ai privati, ai Comuni ed alle Aziende sanitarie che, utilizzando questo sistema, possono, anche se a livelli differenti, usufruire immediatamente delle informazioni loro necessarie per fini specifici». In questa maniera, tutte le situazioni sono sotto controllo. «Ogni cane ha, in sostanza, la sua carta d’identità. Se un cino-vigile lo trova, legge il microchip, lo identifica e lo riporta a casa nel giro di poche ore. Certo, può capitare che ci siano cucciolate ancora non regolarizzate ma si tratta assolutamente di casi isolati, tant’è che Gorizia è ai vertici nazionali per avere un’anagrafe al pari quasi di quella degli esseri umani». Il problema - e Del Sordi lo ribadisce - è costituito dai cani randagi che provengono dalla Slovenia. I confini, si sa, non ci sono più ed è un gioco da ragazzi oltrepassare la vecchia frontiera. «Si sono registrati problemi, a quanto mi consta, a Oslavia ma anche a San Floriano del Collio e a Mossa, nella zona del Preval».

CORRIERE FIORENTINO

20 OTTOBRE 2009

 

I cani abbaiano, il giudice li sequestra

I proprietari rischiano una multa di 300 euro. Ma le indagini sono ancora in corso. Il gip: sfuggono al loro controllo. Vicini esasperati, 16 denunce: ora i due pastori tedeschi li hanno i vigili

 

FIESOLE (FIRENZE) - I cani sono troppo vivaci e con i loro guaiti infastidiscono i vicini? Il giudice mette gli animali sotto se­questro. Singolare decisione quella adottata dal gip Michele Barillaro, che ha accolto la richiesta del pm Giuseppe Soresina, titolare di un’in­chiesta sul disturbo della quiete del­le persone a Fiesole. I cani, due esemplari di pastore tedesco, sono stati affidati alla polizia municipale. I proprietari sono indagati e rischia­no un’ammenda fino a 300 euro. Per riabbracciare gli amici a quattro zampe, potranno chiedere al gip il dissequestro, garantendo però di aver provveduto a mettere in sordi­na gli amici a quattro zampe. Ma la coppia di proprietari potrebbe esporsi a una contestazione più gra­ve se le indagini, ancora in corso, appurassero che maltrattava i cani. In questa ipotesi, è prevista una multa fino a 15 mila euro e il carce­re fino a un anno.

LA STORIA - Tutto inizia nell’estate del 2008. Dal cortile di un’abitazione di via Portigiani, nel centro di Fiesole, si diffondono guaiti e ululati. I pastori tedeschi abbaiano di giorno, ma so­prattutto di notte. E così infastidi­scono i vicini, che non riescono a dormire. I residenti sopportano, per un po’. Poi si lamentano con i proprietari degli animali, perché non riescono a chiudere occhio. Ogni reclamo è vano: il problema resta. Allora, scattano le denunce. Sedi­ci querele approdano negli uffici della Procura fiorentina e partono le indagini. Anche per gli agenti di polizia giudiziaria è difficile avvici­narsi al famigerato cortile. I cani so­no aggressivi: abbaiano e mostrano i denti a tutti. Da qui, la richiesta del pm Soresina di sottoporre gli animali a sequestro preventivo. E il gip Barillaro adotta il decreto per­ché «vi è la fondata ragione di rite­nere che la libera disponibilità dei cani, possa aggravare o protrarre le conseguenze del reato o agevolarne la commissione di altri. Appare di tutta evidenza — recita il decreto — che i due pastori tedeschi sfugga­no al controllo dei proprietari e ciò procrastini nel disturbo del riposo con conseguente pericolo per lo sta­to di salute, o comunque per la quie­te dei denuncianti».

ANIMALI SOTTO SEQUESTRO - Singolare però che i cani possano essere sottoposti a sequestro, come un edificio o un’automobile. In ef­fetti, la Cassazione già in passato, ha superato la questione, assimilan­do a comuni oggetti gli animali, che quindi non possono «essere considerati persone». Sempre la Cassazione, nel luglio scorso, ha confermato la condanna a 200 euro per una signora proprie­taria di animali troppo vivaci. I ca­ni, anche in quel caso, abbaiavano spesso anche durante la notte e di­sturbavano il riposo di due famiglie residenti in aperta campagna. Me­no fortuna ha avuto un magistrato di Nicosia, che dieci anni fa iniziò una causa civile per ottenere un in­dennizzo per gli animali eccessiva­mente «lamentosi». Ma i giudici, re­spinsero la sua richiesta.


IL SECOLO XIX

20 OTTOBRE 2009

 

“Primo” inaugura il canile di Tonnego

 

Provincia di Genova - Il nome non poteva che essere questo: Primo. Primo è un segugio istriano che, due settimane fa, è stato trovato dagli agenti della polizia municipale di Zoagli, fra i boschi di Semorile. «Quasi sicuramente si è perso durante una battuta di caccia al cinghiale», afferma il comandante della polizia municipale, Mirko Mussi. Primo ha un microcheap che porta alla terra d’origine di questo segugio, ovvero la Croazia. Per giorni, la polizia municipale di Zoagli ha cercato di risalire al proprietario: nel frattempo, Primo, che è giovane (sui 2-3 anni) e molto affettuoso, è stato tenuto a San Pietro di Novella da Simone Macelloni, che è convenzionato con la Asl e il Soccorso animali della Croce Bianca Rapallese e, in questi giorni, è stato visitato e vaccinato. Perché il nome Primo? Perché ieri mattina, il segugio istriano trovatello è stato il primo ospite, appunto, ad entrare nel canile di Tonnego, a Rapallo, riaperto il 23 luglio scorso dopo una profonda ristrutturazione costata 380 mila euro e finanziata per il 30% dalla Regione, per un altro 30% dal Comune di Rapallo e per la restante parte dalla Lega Amici degli Animali. «Appena si è avuta la disponibilità di questo canile noi a Zoagli abbiamo pensato subito di sottoscrivere la convenzione – continua il comandante Mirko Mussi – una decisione che poi è passata in giunta. Il canile è vicino, un vantaggio perché permette di monitorare anche la situazione dei cani». L’entrata di Primo sblocca una situazione di stasi del canile: dal giorno dell’inaugurazione, il 23 luglio, non era entrato ancora alcun cane. Il perché, va ricercato nella convenzione con il Comune di Rapallo che la Lega Amici degli Animali sta ancora aspettando. «La convenzione è stata firmata quattro anni fa – afferma Gabriella Bellati, presidente della Lega Amici degli Animali – ma stiamo aspettando ancora una regolamentazione pro forma. Dal 23 luglio a oggi, il canile è rimasto vuoto: la gente ci fermava per strada per chiedere il perché, per noi era una vergogna. Così, mentre aspettiamo Rapallo, abbiamo iniziato a fare la convenzione con Zoagli e Primo è il nostro primo ospite. Teniamo i 20 posti che sono riservati al Comune di Rapallo, che ha anticipato i soldi, ma per gli altri 20 posti abbiamo iniziato a fare la convenzione con Zoagli». Per Primo, inizia la caccia alla nuova famiglia: «Non vogliamo che i cani si fermino al canile per tanto tempo – conclude Bellati- speriamo di trovare delle ottime famiglie, pronte a dare affetto». Il consigliere con incarico alla Tutela degli animali Carlo Bagnasco chiarisce: «La convenzione, fatta dagli uffici preposti, io l’ho firmata – afferma- ora deve avere il via libera della giunta. E’ stata stoppata per alcune rivisitazioni ma già dal 24 luglio i cani erano autorizzati a entrare nel canile. Comunque, per il via libera della giunta, è questione di pochi giorni».


IL GIORNALE

20 OTTOBRE 2009

 

Preso il secondo serpente a sonagli nella pineta

 

Stefano Vladovich

 

Roma - Serpenti a sonagli: nuovo allarme alla pineta di Castelfusano. L’hanno cercato per 24 ore, alla fine anche il secondo esemplare di Crotalus Atrox è stato catturato dalla forestale. E adesso è caccia aperta al «collezionista» che ha deciso di abbandonare i due rettili nel parco pubblico alle porte di Roma.
A tre settimane dal primo rinvenimento nella zona di «Tumuleti», tra la Cristoforo Colombo e il piazzale del Cinghiale, ancora un’agghiacciante scoperta. Il rettile, lungo un metro e 40 centimetri come il primo e dal peso di circa sei chili, si è fatto acciuffare senza problemi dagli esperti del servizio Cites (specializzati nel controllo sull’importazione di animali esotici). «Si trovava nella stessa area dell’altro - raccontano al Corpo Forestale dello Stato -, in posizione di riposo. Aveva da poco ingerito una preda del luogo. Segno, purtroppo, che l’animale si è già adattato alle condizioni della pineta». Un crotalo pericolosissimo originario degli Stati Uniti sud-orientali e del Messico il serpente a sonagli, cosiddetto a causa del suono prodotto dalla parte finale della coda. Ma la caratteristica più temibile del Crotalus Atrox resta quella dei due denti cavi collegati a ghiandole zeppe di veleno. Un morso letale il suo, soprattutto nel nostro Paese dove non esiste antidoto. «Lo dovremmo importare da paesi africani o dalla Svizzera - spiega un veterinario - ma, di fatto, ciò non avviene». «Il siero contiene diversi tipi di tossine di natura proteica - continua l’esperto - che producono sulle prede effetti differenti. Le neurotossine deprimono la funzione cardiorespiratoria, mentre le emotossine danneggiano i vasi sanguigni». L’animale, avvistato domenica mattina da due ciclisti, è stato immobilizzato ieri da un agente di Castelfusano, Marco Fiori. «Si nutre di roditori e altri piccoli mammiferi - concludono alla forestale -, ha bisogno di procurarsi cibo ogni 2-3 settimane».
La magistratura il 29 settembre scorso ha avviato un’inchiesta destinata, a quanto pare, a restare aperta. L’incubo è quello che i due esemplari, adulti, abbiano fatto in tempo a lasciare eredi nel sottobosco e che, a breve, la pineta più amata dai romani diventi off-limits. Fra le ipotesi, oltre a quella del patito di rettili deciso a disfarsi della coppia, quella dell’idea sciagurata di un circo di passaggio, specializzato in mostre spettacolo di rettili e anfibi.


IL TEMPO

20 OTTOBRE 2009

 

Ostia (RM), in Pineta catturato un altro crotalo

L'avvistamento del secondo serpetente risale a domenica mattina, quando una coppia di giovani in bici, sempre dalle parti di via di Villa Plinio, dove era stato avvistato il primo serpente a sonagli, ha dato l'allarme.

 

Provincia di Roma - Il sospetto che il serpente a sonagli, Crotalus atrox, catturato il 29 settembre scorso nella Pineta di Castelfusano non fosse solo, sarebbe stato degno spunto di un film horror. Invece la realtà supera la fantasia, e ora che gli agenti Cites del Corpo Forestale dello Stato hanno catturato ieri un secondo esemplare nello stesso punto dove fu avvistato il primo, per di più a pancia piena (aveva da poco fatto colazione), alimenta dubbi peggiori. Quanti sono i serpenti velenosi della Pineta. Sono solo i due esemplari catturati uno a pochi giorni di distanza dall'altro? E ancora, da quanto tempo i rettili erano nella pineta, sono fuggiti da una teca che li custodiva oppure, più verosimilmente, sono stati abbandonati in natura da uno sciagurato che ha messo a rischio la pubblica incolumità?

L'avvistamento del secondo serpetente risale a domenica mattina, quando una coppia di giovani in bici, sempre dalle parti di via di Villa Plinio, dove era stato avvistato il primo serpente a sonagli, ha dato l'allarme. Immediate le ricerche e l'attivazione delle procedure come l'allerta degli ospedali e la messa a punto dei protocolli per essere pronti a reperire l'antidoto all'estero. Ma per fortuna, stavolta, il serpente è stato preso in poco tempo. «Il fatto che avesse mangiato da poco - dice ancora Fiori - Ha agevolato la cattura. Si stava godendo il sole ed era meno vigile e reattivo». Adesso anche (lui o lei, ancora non è dato sapere) prenderà la strada del centro specializzato di Perugia. Ma prima bisognerà capire molte cose. «Non c'è più alcun dubbio che i due esemplari sono all'incirca della stessa età», dicono i forestali. Dai sonagli della coda, 9 anelli, gli agenti sono riusciti a risalire all'età dell'animale che è di circa 3 anni.

La lunghezza è di 140 centimetri, simile all'altro esemplare. Rispetto al primo, che si è scoperto essere di sesso femminile, questo sembra essere vissuto in natura per più tempo. Sul corpo sono presenti più segni, ed è sprovvisto di un dente che potrebbe aver perso nella caccia. Data la giovane età i forestali escludono che i due animali si siano riprodotti ma non che «possano far parte di una nidiata». Un'ipotesi ancora più preoccupante. Per fugare ogni dubbio il crotalo sarà sottoposto all'esame del Dna per accertare l'eventuale «parentela» con l'altro serpente. Si dovrà analizzare anche il contenuto dello stomaco dell'animale.

Questo elemento sarà decisivo per capire se il crotalo, che mangia ogni 2-3 settimane, si trovasse in cattività o in libertà. Perché, se si trattasse di un preda catturata nella pineta significherebbe che il rettile, come dimostra la sua presenza in America in luoghi sia desertici sia montuosi, si sarebbe già acclimatato nel nuovo habitat. Domande, ipotesi alle quali la procura vuole risposte certe. Perché un morso di questi animali può essere fatale e nella pineta di Ostia, i romani ci vanno a correre, passeggiare, fare i picnic. Una vicenda che assume i contorni del giallo. «Lasciare questi animali dal veleno fatale in libertà, equivale a lasciare una pistola con il colpo in canna a portata di chiunque», dice Marco Fiori, responsabile della sezione investigazioni del Cites Corpo forestale dello Stato che spiega la delicatezza di queste catture. «Sono stati impegnati decine di uomini, tutti esposti a potenziali situazioni di pericolo». I forestali in tutte queste settimane hanno seguito più tracce. Hanno indagato nell'ambiente degli appassionati di rettili, anche in quello sommerso e clandestino, come i due crotali dei quali nessuno ha mai denunciato il possesso e tantomeno la scomparsa. I forestali hanno scandagliato i blog degli appassionati. «Le indagini vanno avanti e siamo in attesa di riscontri», spiega Fiori.


LA ZAMPA.IT

20 OTTOBRE 2009

 

Marito scopre la tresca della moglie grazie al loro yorkshire

Nell'incontro con l'amante la donna sia era portata dietro il cane che ha attirato l'attenzione del coniuge

 

GELA (CALTANISSETTA) - Dire al marito che esce con le amiche e che farà tardi: è una delle scuse più classiche che una donna usa se vuole nascondere incontri galanti e tradimenti. A Gela, una avvenente donna poco più che trentenne (madre di due bambini) lo ha fatto, ieri sera, dopo le 21, ma con una variante che le è stata fatale: portarsi dietro il proprio cane da salotto, uno yorkshire sin troppo vivace.
Proprio per questa caratteristica, la fedifraga ha legato l’animale alla fioriera davanti a un bar del centro storico con il cui proprietario (un cinquantenne) aveva intrecciato un rapporto sentimentale. Abbassata la saracinesca dell’esercizio, ma non totalmente, i due amanti hanno dato libero sfogo alla loro travolgente passione. Senza cena pronta, l’ignaro marito (un operaio di circa 40 anni) aveva deciso di recarsi in rosticceria per comprare pizze e arancini, portando con sè i figli. Il caso però ha voluto che scegliesse un fast food ubicato a pochi metri dal bar-alcova. All’arrivo del gruppetto il cane legato alla fioriera si è messo ad abbaiare insistentemente perchè ha riconosciuto i padroni. Uno dei bambini ha fatto notare che quello era il cane della mamma. Allora, il marito insospettito, si è avvicinato al bar, ha alzato di scatto la saracinesca e ha scoperto i due amanti in flagrante.La rabbia dell’uomo tradito si è abbattuta violentemente sull’amante della moglie con una raffica di pugni e di calci. Nella colluttazione, mobili e suppellettili del locale sono stati danneggiati.Alcuni passanti hanno chiamato i carabinieri e un’ambulanza del 118 che ha portato al pronto soccorso il barista pestato a sangue. Dopo le necessarie cure, è stato dimesso con una prognosi di pochi giorni.I carabinieri hanno interrogato i protagonisti e si preparano a denunciare il marito aggressore che ha già dichiarato di volere divorziare dalla moglie. Lei si è giustificata dicendo che con le amiche aveva bevuto troppo e che poi aveva occasionalmente ceduto alle avance del barista. Ma delle amiche non si è trovata traccia alcuna.


CITY

20 OTTOBRE 2009

 

Tre milioni di animali contesi tra gli ex

dopo le separazioni La coppia scoppia? Ne fanno le spese (anche) 500mila cani e 450mila gatti, oltre a conigli, furetti, tartarughe, uccelli e pesci.

 

ROMA - Per tre anni il Tribunale degli animali e lo Sportello Animali di Aidaa hanno fatto pazientemente la conta dei “pets” contesi da separati e divorziati. In tutto sono 3 milioni. Tra questi, oltre un milione di pesci, 500mila cani, 450mila gatti; poi almeno mezzo milione di conigli, roditori e furetti, oltre 100mila tartarughe di acqua e di terra, quasi 550.000 tra pappagalli e uccellini.

Affidi congiunti in aumento

Quando non si trova un accordo, per Micio e Fido si spalancano le porte di gattili e canili. Per i più sfortunati, circa un migliaio l’anno, solo un vigliacco abbandono. C’è anche, però, chi riesce a trovare un accordo: in tal caso l’animale resta con il padrone che se ne è preso più cura. In aumento anche l’affido congiunto. Scelto, nel 2008, da 4.030 coppie (dati Aidaa). Nei primi nove mesi del 2009 è andata addirittura meglio: hanno infatti preferito prendersi cura congiuntamente dei loro animali 4.107 coppie. Piccoli - ma significativi - cambi di rotta che hanno spinto Aidaa a lanciare il primo corso online gratuito per insegnare agli ex a gestire, insieme e senza stress, Micio e Fido, particolarmente sensibili alla separazione degli amici a due zampe.


IL GAZZETTINO

20 OTTOBRE 2009

 

Il vigile sbarra la strada al gregge di Aviano

 

Aviano (PN) - È arrabbiato Valentino Frison, 63 anni, pastore residente ad Aviano. Nei giorni scorsi è stato bloccato in Val Preone con il suo gregge di mille 370 pecore, tra le quali molte gravide e agnellini appena nati. «Per quella strada ci passava mio padre e io con lui cinquanta anni fa e prima ancora i pastori per la transumanza. Mi ha fermato un Vigile urbano affermando che c’è una nuova ordinanza che non permette il passaggio di più di cento pecore sul territorio comunale. Mi hanno detto che portano zecche, ma è assurdo. Gliele regalo tutte se ne trovano una sulle mie bestie. Vaccino due volte l’anno le mie pecore». A Frison l’agente ha spiegato che ora dovrà fare una domanda di passaggio quando vorrà ritornare da quelle parti e lo ha consigliato di andarsene subito altrimenti rischiava un’accusa penale. Intanto, comunque, il pastore non ha cambiato itinerario e ha seguito quello di sempre. «Ci trattano come fossimo dei banditi; qualsiasi cosa succeda la colpa è sempre dei pastori. Ma noi lavoriamo e curiamo i nostri animali. Non facciamo nulla di male».


IL QUOTIDIANO
20 OTTOBRE 2009
 
La caccia illegale arriva nell'entroterra
FERMO - La polizia provinciale ha sequestrato numerosi richiami artigianali utilizzati per attirare piccoli uccelli.
 
Francesca Pasquali
 
Fermo - Quella di collegare vecchie autoradio a un timer e ad altoparlanti per attirare quaglie e piccoli volatili attraverso richiami acustici, fino a qualche tempo fa, era una pratica di caccia diffusa solo sulla costa. Le cose sembrano però essere cambiate e gli agenti della polizia provinciale diretti dalla dott.ssa Loredana Borraccini e coordinati dal tenente Martino Gionni, nei giorni scorsi, hanno sequestrato decine di apparecchiature artigianali illegali a Sant’Elpidio a Mare, Fermo, Campofilone, Altidona, e Amandola. Praticato per compiere vere e proprie stragi o per catturare prede da impiegare nell’addestramento dei cani, l’uso di questo metodo di caccia ha portato l’autorità giudiziaria a effettuate denunce ed emettere numerosi verbali amministrativi.

ASCA

20 OTTOBRE 2009

 

UMBRIA/CINGHIALI: BOTTINI, CENTRI RACCOLTA PER CAPI ABBATTUTI

 

Perugia - ''In Umbria, i cinghiali abbattuti potranno essere portati in appositi centri di raccolta in attesa di inviare le carcasse a un centro di lavorazione per i controlli sanitari previsti dai regolamenti comunitari''.

E' la novita' illustrata dall'assessore regionale all'Ambiente e alla Caccia Lamberto Bottini che ha evidenziato che ''cio' consentira' di valorizzare un patrimonio a favore sia del mondo agricolo che di quello venatorio, evitando, allo stesso tempo, di attivare percorsi commerciali che possono sfuggire anche al controllo sanitario''. L'adozione di questa procedura ''consentira' alle Province e agli Enti di gestione dei Parchi regionali - ha aggiunto - di vendere i cinghiali abbattuti durante il prelievo selettivo e destinare gli introiti per il risarcimento dei danni e per la loro prevenzione''. Il Piano di completamento dei prelievi autorizzato dalla Regione e i prelievi selettivi disposti dalle Province sulla base di piani triennali di contenimento delle popolazioni e quelli previsti dal calendario venatorio ''consentiranno - ricorda l'assessore regionale - di prelevare nel 2009 circa 2500 capi nel territorio provinciale di Perugia e circa 1000 capi in quella di Terni, mentre il prelievo durante la stagione venatoria si aggira mediamente intorno a 10mila capi nella provincia di Perugia e circa 5mila in quella di Terni''. La commercializzazione delle carni di cinghiali, abbattuti sia nell'ambito di attivita' venatoria che nel corso di prelievi selettivi, rientra nelle norme previste dal Regolamento comunitario n. 853 del 2004 in materia di igiene di alimenti di origine animale.


IL GAZZETTINO

20 OTTOBRE 2009

 

Caso rabbia A caccia solo con cani vaccinati

 

PINZANO (PN) - Lotta alla rabbia silvestre. L'Ass 6 precisa che su tutto il territorio della provincia l’impiego dei cani nella pratica venatoria è consentito solo con animali vaccinati da almeno 21 giorni e da non più di 11 mesi. Nel comune di Travesio la caccia con i cani è invece proibita (anche se i cani sono vaccinati) fino all' 8 dicembre. A Meduno, Tramonti di Sotto, Castelnovo, Pinzano e Sequals i cacciatori possono avvalersi della vaccinazione gratuita oppure, se non intendono aspettare, procedere con spese a proprio carico e far vaccinare i cani dai veterinari liberi professionisti.


MESSAGGERO VENETO
20 OTTOBRE 2009
 
Rabbia silvestre, ancora da vaccinare oltre 600 cani
 
CODROIPO (UD). È stata emessa sabato dal servizio di polizia municipale del Comune di Codroipo una nuova ordinanza a firma del sindaco Vittorino Boem, che fa seguito a quella già emessa il 30 settembre scorso con la quale veniva fissato un calendario delle vaccinazioni antirabbiche obbligatorie gratuite. Un provvedimento che fa seguito ad analogo atto sottoscritto il 25 settembre 2009 dal Direttore generale dell’Ass numero 4 del “Medio Friuli”, in seguito al riscontro di una nuova positività per rabbia in una volpe trovata morta nel territorio del Comune di Mereto di Tomba. Il provvedimento del primo cittadino ha permesso di integrare il precedente calendario che prevedeva sette appuntamenti per i possessori degli oltre 800 cani registrati all’anagrafe canina comunale e di aggiungere una sessione straordinaria a quelle precedenti. «Un provvedimento – spiega il sindaco Vittorino Boem – che fa fronte alla insufficiente affluenza registrata in occasione dei precedenti appuntamenti inseriti nel calendario di vaccinazione antirabbica precontagio dei cani». In occasione del primo appuntamento infatti, martedì 13 al magazzino comunale, sono stati vaccinati cinquanta cani, il giorno successivo, sempre al magazzino comunale è stata la volta di altre 49 bestiole, 19 il giovedì nell’ex scuola elementare di San Martino, all’appuntamento di ieri, sempre al magazzino comunale di Codroipo, si sono presentati 64 possessori di cani. Il calendario prosegue con l’appuntamento di oggi dalle 12 alle 14 nella sede della protezione civile di Rivolto, dalle 12 alle 14, domani al campo sportivo di Goricizza, sempre alla stessa ora, giovedì nella ex scuola elementare di Biauzzo. La sessione straordinaria è in calendario per mercoledì sempre dalle 12 alle 14 al magazzino comunale di Codroipo in via Marinelli. Il sindaco ricorda che la vaccinazione è gratuita ed obbligatoria per tutti i cani presenti sul territorio comunale. Le bestiole dovranno essere portate dai loro proprietari o dai loro detentori a qualsiasi titolo, muniti di rispettivo certificato di avvenuta applicazione del microchip. Secondo un stima sono circa 800 i cani sul territorio dotati di microchip, quindi oltre 600 bestiole devono ancora essere vaccinate.
 

 

 

            20 OTTOBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 
 

 

ADN KRONOS
20 OTTOBRE 2009
 
Nuove speranze contro la Sla, una proteina rallenta il decorso della malattia nei topi
Roma (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Una molecola, già conosciuta perché usata per prevenire i trombi, ha aumentato la sopravvivenza degli animali ci circa il 25%
 
Roma - Nuove speranze di fermare la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), malattia neurologica nota per aver colpito numerosi campioni sportivi, in particolare calciatori, e contro la quale a oggi non esistono cure efficaci. Una molecola, la proteina C attivata - già conosciuta perché usata per prevenire i trombi - ha rallentato la progressione della malattia nei topi portatori della variante mutata del gene che causa forme ereditarie di Sla. Lo spiega il team di Berislav Zlokovic dell'University of Rochester di New York (Usa) sul 'Journal of Clinical Investigation'. I ricercatori americani hanno scoperto che la somministrazione della proteina rallenta la progressione della malattia e aumenta la sopravvivenza degli animali di circa il 25%. Gli studiosi suggeriscono che strategie mirate ad attivare la proteina potrebbero essere utili anche ai pazienti con forme ereditarie o sporadiche di Sla.Nel loro lavoro gli scienziati hanno scoperto che sia la somministrazione della proteina, sia quella di analoghi della stessa con una ridotta capacità antitrombotica, sono riusciti a rallentare l'aggravarsi della patologia in topi portatori del gene Sod1 mutato (quello che causa forme ereditarie di Sla). Non solo: i roditori sottoposti alla cura sperimentale vivevano più a lungo rispetto a quelli non trattati, anche se la terapia veniva iniziata dopo che la malattia si era manifestata. Successive analisi hanno indicato che questi composti sono in grado di arrivare dritti al cervello degli animali. Una volta lì, poi, agiscono riducendo l'espressione del gene mutato in alcuni tipi di cellule cerebrali, incluse quelle nervose distrutte nei soggetti malati di Sla.Insomma, la proteina può avere un effetto neuroprot ettivo nei modelli di topi con Sla ereditaria. Benché i ricercatori sottolineino che sono necessarie ulteriori ricerche prima che la proteina possa essere testata sui malati, trovano incoraggiante il fatto che al centro dello studio ci sia una molecola già impiegata sull'uomo a scopo terapeutico, nota appunto per il suo potere antitrombotico.

LE SCIENZE
20 OTTOBRE 2009
 
Sclerosi laterale amiotrofica
SLA, primi passi verso un farmaco
La proteina C attivata ha mostrato di rallentarne la progressione negli animali affetti da una forma aggressiva della malattia, ma è presto per prevederne un impiego nell'uomo
 
Una variante di un farmaco attualmente utilizzato nella terapia delle forme gravi di sepsi potrebbe rivelarsi utile nel rallentare la progressione della sclerosi laterale amiotrofica (SLA). La scoperta - frutto della collaborazione di ricercatori del University of Rochester Medical Center, dell'Università della California a San Diego e del Scripps Research Institute a La Jolla, diretti da Berislav Zlokovic e John Griffin - è pubblicata sul "Journal of Clinical Investigation".I ricercatori hanno studiato l'impiego di una forma di un enzima noto come proteina C attivata (APC) - da non confondersi con la proteina C reattiva - per rallentare la morte cellulare che si verifica nella SLA, riuscendo ad allungare di circa il 25 per cento la vita di topi affetti da una forma aggressi va della malattia, e aumentando il tempo per il quale essi mantenevano una buona funzionalità, nonostante la presenza di diversi sintomi, grazie a una riduzione del ritmo di indebolimento muscolare che caratterizza la patologia.
I ricercatori sottolineano che prima di poter procedere a una prima sperimentazione sull'essere umano è necessaria ancora molta ricerca, ma prevedono di poter iniziare i primi test entro cinque anni. La ricerca è stata condotta su topi con una mutazione nel gene per la superossidodismutasi 1 (SOD1), che partecipa alla protezione della cellula dai danni da radicali liberi. Anche se la causa della maggior parte dei casi di SLA è ignota, si sa che SOD1 ha un ruolo almeno nel 3-4 per cento dei casi; ciò fornisce quindi l'opportunità di studiare le fasi iniziali della mala ttia, ben prima che le cellule nervose interessate appaiano malate o che muoiano. Lo scorso anno Zlokovic, Cleveland e colleghi avevano scoperto che mutazioni di SOD1 portano a un indebolimento della barriera emato-liquorale, tanto da permettere a sostanze tossiche di passare nel fluido spinale e che l'esposizione diretta dei motoneuroni ai sottoprodotti metabolici dell'emoglobina, fra cui lo ione ferro, li danneggia.
Nel nuovo studio i ricercatori hanno mostrato che la APC riduce drasticamente l'attività della SOD1 mutata, bloccandone la sintesi sia nei motoneuroni sia nelle cellule della microglia, che hanno un ruolo chiave nella risposta infiammatoria e nella progressione della SLA. Inoltre, la APC ha mostrato di ridurre il flusso di sottoprodotti dell'emoglobina verso il fluido spinale. Ora i ricercatori stanno cercando di mettere a punto forme alternative della APC che permettano un miglior controllo dei sintomi e non presentino alcuni effetti collaterali indeside rati, come il sanguinamento, mostrati dalla attuale forma. (gg)

AFFARI ITALIANI
20 OTTOBRE 2009
 
Salute/ Sla, nuove speranze in una proteina
 
 
Una molecola per curare la Sla. La stessa già in uso contro le setticemie ha mostrato la capacità di rallentare, nei topi, la progressione della Sclerosi laterale amiotrofica (SLA) o morbo di Lou Gehrig, e quindi di migliorarne il decorso. Le cavie animali trattate con questa molecola, vivono il 25% in più. Lo indica uno studio condotto presso le Università di Rochester e San Diego e pubblicato online sul Journal of Clinical Investigation.
L'ESPERIMENTO - Guidati da Berislav Zlokovic, i ricercatori hanno testato la «proteina C attivata» (APC) su topi cui è stata procurata una forma aggressiva di sclerosi laterale attraverso la mutazione del gene SOD1, fenomeno osservato in alcuni casi di SLA. La SLA è una malattia neurodegenerativa che compromette progressivamente i neuroni che controllano i movimenti. La malattia è causata da tossicità neuronale e infatti sono risultati implicati difetti genetici a carico di geni che servono a detossificare le cellule dai radicali liberi; SOD1 è tra questi. La proteina C attivata ha proprietà antinfiammatorie notevoli e riesce a passare la barriera ematoencefalica (che protegge i neuroni da sostenze tossiche potrebbero eventualmente arrivare al cervello attraverso il sangue). La proteina in questione, spiegano gli autori, ha proprietà neuroprotettive e rallenta dunque «l'avvelenamento» dei neuroni tipico della malattia. Proprio perchè APC è già in uso clinico, entro cinque anni, concludono, composti analoghi di APC potrebbero entrare in sperimentazione clinica su pazienti con Sla.

SALUTE EUROPA
20 OTTOBRE 2009
 
Come risvegliare le cellule staminali del cervello
 
Potremmo chiamarla la “proteina dei ricordi”: si chiama Sox2 e da oggi ha dimostrato di essere importante per lo sviluppo del nostro cervello, soprattutto per quella porzione chiamata ippocampo che è coinvolta nel mantenimento della memoria a lungo termine. Ad annunciarlo è un lavoro finanziato da Telethon e pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience da Silvia Nicolis, ricercatrice dell’Università degli studi di Milano Bicocca. In particolare, la proteina Sox 2 è risultata capace di indurre la produzione di molecole-segnale coinvolte nel mantenimento delle cellule staminali neurali anche dopo la nascita. L’ippocampo è infatti una di quelle porzioni del cervello che continua a formarsi e a “plasmarsi” anche dopo che siamo nati, proprio a partire dalle cellule staminali presenti. Come spesso accade, questa scoperta di un meccanismo biologico importante è stata possibile grazie allo studio di una condizione molto rara in cui il meccanismo è difettoso. Nicolis e il suo gruppo sono infatti partiti anni fa dall’osservazione dell’effetto che la mutazione nel gene Sox2 produce nell’uomo: i bambini portatori di questo difetto genetico (poche decine in tutto il mondo) hanno una sindrome caratterizzata da epilessia, cecità, problemi cognitivi e mancato sviluppo dell’ippocampo. In altri casi, mutazioni di Sox2 sono state riscontrate in pazienti affetti da malattie dell’ipofisi. Dopo aver riprodotto questo difetto genetico nel topo, i ricercatori sono riusciti a curare in buona parte la malattia fornendo nei primi giorni di vita dell’animale un farmaco che mima l’azione di Sonic hedgehog (Shh), una delle molecole-segnale stimolate da Sox2 che viene a mancare quando Sox 2 non funziona. Nel topo malato, in assenza di trattamento le cellule staminali nell’ippocampo vengono perse quasi completamente. Una volta somministrato il farmaco, invece, i ricercatori sono riusciti a “salvarle” in buona parte e a promuovere la formazione di nuovo tessuto nervoso e la crescita dell’ippocampo. In topi normali, invece, il farmaco non ha alcun effetto. Attualmente è difficile pensare a un utilizzo immediato di questo tipo di farmaci nei pazienti con difetti in Sox2: i malati, infatti, hanno tutti mutazioni de novo e quindi inattese, in quanto non sono ereditate ma avvengono nelle cellule germinali dei genitori. Tuttavia, gli esperimenti effettuati nel topo hanno mostrato come molecole di questo tipo siano specifiche e possano avere effetti significativi se somministrate nei primi giorni di vita. Dall’altra parte, conoscere a fondo il ruolo di Sox2 nel sistema di controllo del mantenimento e differenziamento delle cellule staminali neurali potrebbe rivelarsi importante per il disegno di terapie contro diversi tipi di tumori cerebrali infantili, come il glioblastoma, il neuroblastoma e il medulloblastoma. In questi tumori – piuttosto frequenti in età pediatrica, molto aggressivi e spesso resistenti alle terapie convenzionali – Sox2 mostra di essere molto attivo e potrebbe avere un ruolo “rovesciato”: gli scienziati ipotizzano infatti che potrebbe contribuire al mantenimento delle cellule tumorali, analogamente a quanto avviene per le cellule normali. Se questo fosse confermato, Sox2 potrebbe diventare un nuovo bersaglio farmacologico, forti anche di quanto già osservato in laboratorio: riducendo l’attività di Sox2 nelle cellule tumorali si riesce a ostacolarne la moltiplicazione. In prospettiva più lunga, infine, conoscere i meccanismi genetici che regolano le funzioni delle cellule staminali neurali è il primo passo verso un possibile impiego di queste cellule nella terapia rigenerativa di malattie neurologiche come, per esempio, il morbo di Alzheimer o di Parkinson.

AGI
20 OTTOBRE 2009
 
Ad annunciarlo e' il lavoro di una ricercatrice di Milano
SCOPERTA "PROTEINA DEI RICORDI" NEL CERVELLO
 
Roma - Potremmo chiamarla la "proteina dei ricordi": si chiama Sox2 e da oggi ha dimostrato di essere importante per lo sviluppo del nostro cervello, soprattutto per quella porzione chiamata ippocampo che e' coinvolta nel mantenimento della memoria a lungo termine. Ad annunciarlo e' un lavoro finanziato da Telethon e pubblicato su Nature Neuroscience da Silvia Nicolis, ricercatrice dell'Universita' degli studi di Milano Bicocca. In particolare, la proteina Sox 2 e' risultata capace di indurre la produzione di molecole-segnale coinvolte nel mantenimento delle cellule staminali neurali anche dopo la nascita. L'ippocampo e' infatti una di quelle porzioni del cervello che continua a formarsi e a "plasmarsi" anche dopo che siamo nati, proprio a partire dalle cellule staminali presenti. Come spesso accade, questa scoperta di un meccanismo biologico importante e' stata possibile grazie allo studio di una condizione molto rara in cui il meccanismo e' difettoso. Nicolis e il suo gruppo sono infatti partiti anni fa dall'osservazione dell'effetto che la mutazione nel gene Sox2 produce nell'uomo. Dopo aver riprodotto questo difetto genetico nel topo, i ricercatori sono riusciti a curare in buona parte la malattia fornendo nei primi giorni di vita dell'animale un farmaco che mima l'azione di Sonic hedgehog (Shh), una delle molecole-segnale stimolate da Sox2 che viene a mancare quando Sox 2 non funziona. Nel topo malato, in assenza di trattamento le cellule staminali nell'ippocampo vengono perse quasi completamente. Una volta somministrato il farmaco, invece, i ricercatori sono riusciti a "salvarle" in buona parte e a promuovere la formazione di nuovo tessuto nervoso e la crescita dell'ippocampo. In topi normali, invece, il farmaco non ha alcun effetto. Attualmente e' difficile pensare a un utilizzo immediato di questo tipo di farmaci nei pazienti con difetti in Sox2: i malati, infatti, hanno tutti mutazioni de novo e quindi inattese, in quanto non sono ereditate ma avvengono nelle cellule germinali dei genitori. Tuttavia, gli esperimenti effettuati nel topo hanno mostrato come molecole di questo tipo siano specifiche e possano avere effetti significativi se somministrate nei primi giorni di vita. Dall'altra parte, conoscere a fondo il ruolo di Sox2 nel sistema di controllo del mantenimento e differenziamento delle cellule staminali neurali potrebbe rivelarsi importante per il disegno di terapie contro diversi tipi di tumori cerebrali infantili, come il glioblastoma, il neuroblastoma e il medulloblastoma. In prospettiva piu' lunga, conoscere i meccanismi genetici che regolano le funzioni delle cellule staminali neurali e' il primo passo verso un possibile impiego di queste cellule nella terapia rigenerativa di malattie neurologiche come il morbo di Alzheimer o di Parkinson.

ASCA
20 OTTOBRE 2009
 
RICERCA: TELETHON, PROTEINA RISVEGLIA STAMINALI DEL CERVELLO
 
Roma - Si potrebbe chiamarla la ''proteina dei ricordi'': si chiama Sox2 e ha dimostrato di essere importante per lo sviluppo del nostro cervello, soprattutto per quella porzione chiamata ippocampo che e' coinvolta nel mantenimento della memoria a lungo termine. Ad annunciarlo e' un lavoro finanziato da Telethon e pubblicato su Nature Neuroscience da Silvia Nicolis, ricercatrice dell'Universita' degli studi di Milano Bicocca. In particolare, la proteina Sox 2 e' risultata capace di indurre la produzione di molecole-segnale coinvolte nel mantenimento delle cellule staminali neurali anche dopo la nascita.L'ippocampo e' infatti una di quelle porzioni del cervello che continua a formarsi e a ''plasmarsi'' anche dopo che siamo nati, proprio a partire dalle cellule staminali presenti.Come spesso accade, questa scoperta di un meccanismo biologico importante e' stata possibile grazie allo studio di una condizione molto rara in cui il meccanismo e' difettoso.
Nicolis e il suo gruppo sono infatti partiti anni fa dall'osservazione dell'effetto che la mutazione nel gene Sox2 produce nell'uomo: i bambini portatori di questo difetto genetico (poche decine in tutto il mondo) hanno una sindrome caratterizzata da epilessia, cecita', problemi cognitivi e mancato sviluppo dell'ippocampo. In altri casi, mutazioni di Sox2 sono state riscontrate in pazienti affetti da malattie dell'ipofisi.
Dopo aver riprodotto questo difetto genetico nel topo, i ricercatori sono riusciti a curare in buona parte la malattia fornendo nei primi giorni di vita dell'animale un farmaco che mima l'azione di Sonic hedgehog (Shh), una delle molecole-segnale stimolate da Sox2 che viene a mancare quando Sox 2 non funziona. Nel topo malato, in assenza di trattamento le cellule staminali nell'ippocampo vengono perse quasi completamente. Una volta somministrato il farmaco, invece, i ricercatori sono riusciti a ''salvarle'' in buona parte e a promuovere la formazione di nuovo tessuto nervoso e la crescita dell'ippocampo. In topi normali, invece, il farmaco non ha alcun effetto.

 
torna alla pagina iniziale [email protected] torna all'archivio della rassegna stampa