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IL TIRRENO
20 MAGGIO 2011
Fucilata ferisce un cocker che gioca con dei bambini
PISTOIA. Spari da un fucile ad aria compressa contro un cane. Ferito gravemente l’animale, incolumi i bambini che giocavano lì intorno.
Nuovo caso di violenza contro gli animali a Pistoia. L’episodio risale alla fine di aprile: a Le Grazie un cocker di 5 anni di nome Flò è stato ferito dal pallino sparato da un fucile ad aria compressa. Erano circa le nove della sera quando la padrona della cagnolina, Serena Canigiani, si è resa conto dell’accaduto. «Avevo appena messo a letto il mio bimbo quando sono uscita un attimo in giardino - racconta - e ho trovato Flò che giaceva a terra sanguinante davanti alla porta di casa». Adesso la cagnolina è fuori pericolo, ma se l’è vista davvero brutta. «Il pallino le ha perforato un polmone, passandole a pochi centimetri dal cuore - racconta Serena - ora si sta riprendendo dall’operazione ma ancora non è tornata in perfetta salute: si stanca facilmente e non riesce a salire più le scale di casa senza il mio aiuto. Davvero non riesco a darmi pace, non capisco come qualcuno abbia potuto farle del male. Va d’accordo con tutti, soprattutto con i bambini dei vicini con i quali gioca sempre». Serena si trovava in casa al momento dell’accaduto ma ricostruisce la dinamica dell’incidente. «La sera dopo cena mio figlio di cinque anni gioca in giardino con gli altri compagni e quella sera, come sempre, con loro c’era anche Flò» racconta Serena. «Verso le nove ho portato mio figlio a letto, mentre Flò riaccompagnava a casa gli altri bambini che abitano nelle case vicine. Devono averle sparato mentre stava tornando a casa, per giunta da una distanza ravvicinata, almeno secondo il parere del veterinario che l’ha visitata». Serena ha dei sospetti su chi sia stato ma non ha le prove: ha comunque sporto denuncia contro ignoti e spera che il colpevole possa essere rintracciato. Intanto le associazioni ambientaliste e il gruppo dei Verdi si stringono attorno a Serena. «Siamo pronti a costituirci parte civile nel processo qualora venga aperto un fascicolo - afferma Lorenzo Lombardi, consigliere comunale dei Verdi - si tratta di un episodio di una gravità eccezionale. Sparare a un animale causandone la morte è un reato penale, punibile con la reclusione da tre a diciotto mesi. L’episodio è tanto più grave in considerazione delle circostanze: hanno sparato alla cagnolina tra le abitazioni e in presenza di alcuni bambini».
MATTINO DI PADOVA
20 MAGGIO 2011
Tartarughe seviziate al Bosco dei frati
MONSELICE (PD). Tartarughe morte in circostanze «sospette» al Bosco dei Frati. Una serie di episodi fa scattare il timore che qualche teppista si diverta a torturare e ammazzare le tartarughe. Alcuni frequentatori del parco Buzzaccarini hanno notato, un paio di settimane fa, una tartaruga morta con il carapace sfondato. Era nella zona della ghiacciaia e potrebbe essere stata colpita con uno dei grossi sassi che costeggiano il fossato. Una settimana più tardi un’altra tartaruga è stata trovata con una vistosa ferita a un occhio. Ma a preoccupare di più è l’ultimo episodio. Un paio di giorni fa, infatti, la carcassa di una tartaruga è stata rinvenuta con un bastone di legno conficcato nell’apertura da cui esce la testa (nelle foto le due morte). Si trovava questa volta tra gli alberi vicino all’ingresso del parco. L’ipotesi più probabile è che il bastone sia servito a schiacciarle la testa. E proprio questo ritrovamento fa scattare il sospetto che si tratti dell’opera di incivili che si divertono a seviziare i poveri animali. Un guscio sfondato può avere anche cause naturali, un occhio ferito pure, ma il bastone infilato all’interno del carapace è quasi certamente un’atrocità compiuta intenzionalmente.
ALTO ADIGE
20 MAGGIO 2011
I Verdi: «Una crudeltà le bestie al macello»
SILANDRO (BZ). Tutti gli animali dell’Ortler Hof sono stati sequestrati e portati a Bolzano per essere macellati. Nel rispetto della legge regionale su igiene e salute, il provvedimento è stato preso per la mancata realizzazione di stalle e letamai adeguati, perchè il nutrimento non corrispondente a regolari principi igienici e a seguito di diversi reclami presentati da residenti.
Otto Prieth, il proprietario, non demorde: a Silandro ha convocato varie troupe televisive per difendersi ad oltranza e per contestare il provvedimento. Sull’argomento da registrare una presa di posizione di antivivizionisti e animalisti che si chiedono «Se quella adottata sia stata l’unica soluzione possibile. È fuori dubbio che è stato un atto dovuto quello di liberare gli animali da condizioni di vita indecorosi e dolorosi. Ma il macellamento non può essere l’unica via di “gestione” delle bestie dopo l’allontanamento dal maso. In questo caso specifico si sarebbe potuto tentare di cedere gli animali ad altre fattorie in regola. In Alto Adige però si tende ad una gestione molto grossolana delle bestie». Il comunicato, firmato da Brigitte Foppa dei Verdi - così conclude: «È arrivato il momento - e forse questo caso in Val Venosta può fungere da catalizzatore - che anche nella nostra provincia si avvii la discussione sul tipo di vita giusto per le bestie da latte e da carne e su quando sia davvero necessario concludere la loro vita al macello».
IL TEMPO
20 MAGGIO 2011
Marini ieri mattina in Procura
Denuncia del sindaco per i cani avvelenati
VITERBO Forse l'appello della signora Viglino, che gestisce il canile comunale di Bagnaia e che da tempo sta denunciando le morti per avvelenamento dei suoi cani, sta sortendo qualche effetto.
Wanda Cherubini
Il sindaco Marini, dopo l'ultimo decesso per avvelenamento, quello di Cipino, la mascotte del canile, si è recato ieri mattina alla Procura della Repubblica per sporgere denuncia contro ignoti. «Un gesto che spontaneamente mi sono sentito di fare – ha spiegato il sindaco – e non solo perché sono sindaco di questa città. Ritengo che simili atti di crudeltà perpetrati contro poveri animali vadano severamente puniti, ma prima di tutto fermati. Sono certo di aver interpretato la volontà di molti miei concittadini che come me hanno a cuore i nostri amici a quattro zampe».
SAN MARINO NOTIZIE
20 MAGGIO 2011
Cani avvelenati: l’ISS indaga sulla sostanza letale
Sono giunti i primi risultati non ufficiali delle analisi eseguite sui cani vittime di avvelenamento. Si tratta di “alfa beta endosulfan”, un prodotto molto tossico usato come insetticida in agricoltura; una piccola quantità può bastare a produrre effetti letali. Nei cani deceduti sono state trovate tracce rilevanti di questa sostanza chimica. Viceversa, nessuna sostanza tossica è stata rilevata nella maggior parte dei campioni di boccone consegnati dai proprietari preoccupati per i propri animali.
Anche se non si segnalano altri casi di avvelenamento negli ultimi giorni, resta alta l’attenzione di tutti gli operatori coinvolti nella ricerca di eventuali esche, che potrebbero essere ancora presenti in territorio; si pensa anche di utilizzare cani appositamente addestrati.Le forze dell’ordine sono sempre impegnate nelle indagini per scoprire l’autore di questo folle piano. Ufficio Relazioni Pubbliche ISS
VARESE NEWS
20 MAGGIO 2011
Lite per un cane, accoltellato un uomo
L'aggressore prima ha picchiato l'animale, poi ha cercato di investire il rivale e alla fine gli ha sferrato tre coltellate
Provincia di Varese - Prima picchia il cane, poi accoltella il padrone. È successo nella notte fra giovedì e venerdì a Caronno Pertusella. Protagonista dell’assurdo fatto di cronaca nera un 45enne, residente a Cesate (Milano), nullafacente ed incensurato che è stato arrestato per tentato omicidio aggravato ai danni di un 41enne, originario di Bergamo e residente in provincia di Varese.
Verso le ore 01.15 circa è stato segnalato al numero unico di emergenza “112” che Caronno Pertusella, nei pressi di piazza Vittorio Veneto, era in corso una violenta lite tra due persone. Appena giunti sul posto i militari hanno verificato che la lite era degenerata e che uno delle persone coinvolte era stata accoltellata, mentre l’accoltellatore era fuggito. Ricostruendo i fatti, i Carabinieri hanno accertato che poco prima, il 45enne di Cesate aveva provocato la vittima molestandone il cane e generando così una lite, nel corso della quale i due si sono affrontati a calci e pugni. Successivamente l’aggressore ha estratto un coltello e tentato, vanamente, di colpire il 41enne che si è dato alla fuga per sottrarsi all’aggressione. L’arrestato è quindi salito a bordo della sua autovettura, una Citroen Picasso di colore grigio, si è lanciato all’inseguimento della vittima, cercando di investirla senza riuscirci. È sceso quindi dalla macchina e, impugnando il coltello, si è lanciato verso il padrone del cane, lo ha colpito tre volte procurandogli due ferite da taglio al braccio sinistro ed una, più grave, al torace, poi scappando a bordo della sua macchina. Dalle testimonianze raccolte, i Carabinieri sono riusciti ad individuare la zona di residenza dell’aggressore, presso le case popolari di Cesate, lì hanno rinvenuto anche l’autovettura, da poco parcheggiata, e dopo alcune verifiche si sono recati presso l’abitazione dell’uomo. Quest’ultimo, appena ha visto i Carabinieri, ha consegnato il coltello con cui aveva colpito la vittima ed ammesso quanto accaduto. Nel corso della perquisizione è stata sequestrata anche la maglietta indossata dall’uomo durante l’aggressione, ancora sporca di sangue. Il ferito è stato trasportato presso l’ospedale di Garbagnate Milanese (MI) dove è stato ricoverato in prognosi riservata per “frattura costale ed emopneumotorace traumatico”, mentre l’aggressore è stato arrestato e trasferito al Carcere di Busto Arsizio a disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica – D.ssa Silvia Isidori, in attesa della convalida dell’arresto da parte del G.I.P.
TG COM
20 MAGGIO 2011
Rapisce il cane della moglie e lo consegna allo strozzino
E' successo a un uomo del bollatese per garantirsi i debiti di gico
Provincia di Milano - Voleva continuare a giocare alle slot machine e per farlo era disposto a tutto. Anche a rapire il cane della moglie per darlo in pegno allo strozzino col quale aveva già contratto un debito di 3.500 euro. Il protagonista è un uomo di 55 anni del bollatese che dopo aver speso tutto lo stipendio al gioco si era rivolto al solito prestasoldi per avere altri 500 euro a credito.Tornata dal lavoro, la padrona si è subito accorta dell'assenza del cane, un pincher nano di due anni, e ha chiesto spiegazioni al marito che messo alle strette ha dovuto ammettere l'accaduto. Fortunatamente, con una vincita al gioco, il 55enne ha poi potuto saldare parte del suo debito. E, dopo tre giorni, riscattare l'amico a 4 zampe.Felice per il ricongiungimento, ma ancora insoddisfatta, la donna ha denunciato il marito al tribunale dell'associazione animalista Aidaa. Per l'uomo è scattata una doppia condanna: rifondere 500 euro di danni morali alla moglie e l'impossibilità di avvicinare il cane per tre mesi.
IL GAZZETTINO VESUVIANO
20 MAGGIO 2011
Emergenza randagismo negli Scavi di Pompei. «Fallito il progetto dell’ex commissario Fiori»
Marco Pirollo
Turisti azzannati da cani randagi negli scavi di Pompei: è emergenza randagismo nel sito archeologico. Dopo il custode aggredito domenica mattina alla mano, martedì mattina altri due episodi verificatisi a pochi minuti di distanza l’uno dall’altro: si tratta di una donna di Venezia e di un accompagnatore turistico di origini tedesche, morsi rispettivamente alla mano ed al polso. E’ di nuovo allarme randagismo, ormai, all’interno dell’area archeologica pompeiana, malgrado l’ex commissario delegato Fiori, sul finire del 2009, avesse tentato di arginare il fenomeno promuovendo un progetto, costato 86mila euro e realizzato di concerto con le associazioni animaliste, per favorire l’adozione dei randagi. Ma il progetto non ha dato gli esiti sperati. I cani non si sono mossi dagli scavi. Tra l’altro, il cane che ha azzannato il custode e i turisti è proprio uno di quelli “schedati” e non adottati durante il progetto antirandagismo: si tratta di una femmina di taglia grande, incrocio molosside, di circa cinque anni, pelo corto tigrato nero-marrone e “calzini” bianchi. Sul doppio caso di aggressione alzano la voce le sigle sindacali. “Il progetto antirandagismo dicono Antonio Pepe della Cisl e M. Rosa Rosa della Uil – sarà stato fatto anche da una grande associazione che si preoccupa di curare e proteggere i cani ma questo non proibisce ai loro “assistiti” di mordere custodi e turisti. Tant’è che ieri mattina si sono verificati altri due incresciosi episodi. Tutti i randagi (tutti meticci) che gironzolano per gli scavi di Pompei, apparentemente tranquilli, fanno parte dei cani registrati durante il periodo commissariale, con collare che ne riporta scritto il nome”. Cisl e Uil puntano il dito sul fallimento dei progetti antirandagismo dell’ex commissario Fiori. “Sfortunatamente continuano i rappresentanti delle sigle sindacali – prendiamo atto che ci troviamo di fronte ad un problema irrisolto da anni, che continua ad essere disatteso da tutti i soprintendenti. Anche i commissari delegati che si sono avvicendati in questi in questi anni, pur dedicando al caso un capitolo di spesa, di cui solo la prima trance prevista dal programma era pari a 86mila euro di spesa, non sono riusciti ad eliminare il problema del randagismo negli scavi. Speriamo che l’amministrazione, attualmente sfuggente al problema, si adoperi per rendere fruibile l’area archeologica degli scavi senza procurare inquietudine, per la presenza di questi randagi, a turisti e custodi che vivono l’area archeologica”. Come detto, l’ultimo episodio risale a martedì mattina. Giulia Basadana di Venezia e Bernhard Wole cittadino tedesco e accompagnatore del gruppo turistico, intorno alle 9.30, mentre percorrevano Via del Foro, all’altezza del ristorante, sono stati azzannati da uno dei cani randagi stanziali nell’area degli scavi di Pompei. Mentre la signora Basadana riportava una ferita lacero-contusa al braccio destro e la giacca strappata, il signor Bernhard Wole riportava una ferita lacero-contusa al polso destro, ambedue costretti a essere sottoposti a cure mediche dei volontari della Croce Rossa e a provvedere all’antitetanica.
GEA PRESS
20 MAGGIO 2011
Filmata la pancia di AIR FRANCE. Ci sono le scimmie da vivisezionare (VIDEO)
In queste ore i giornali italiani stanno riferendo delle nuove vicissitudini, non proprio idilliache, della convivenze di varie componenti azionarie in Alitalia. In particolare Air France svaluta il suo pacchetto azionario in Alitalia (pari al 25%) rivendendo al ribasso. Si tratta, in realtà, di un meccanismo quasi automatico conseguente ai non buoni risultati di Alitalia, ma che di fatto non può far piacere. Può essere convenuto entrare nell’affare (come si disse qualche anno addietro) ma se le cose vanno male, non è colpa mia! Air France-KLM, di contro, chiude con un utile netto di 613 milioni di euro (appena l’anno precedente registrarono una perdita di 1,55 miliardi).Quasi contemporaneamente ai dolori italiani e alle glorie francesi, la BUAV (British Union for the Abolition of Vivisection) diffondeva un video sulla pancia degli aerei di Air France-KLM. Paese di partenza è il Vietnam. L’aeroporto di arrivo è Parigi. I “passeggeri” sono 120 scimmiette, ciascuna imballata in uno scatolo di cartone. Accuse gravissime, benché tutto (purtroppo) lecito, anche se parrebbe che sulla vicenda gravi la storia di una scimmietta morta.Air-France-KLM, del resto, di rinunciare a questi viaggi non ne vuole proprio sapere. Ha finanche sistemato un filtro nel suo sistema di mail, con lo scopo di bloccare le proteste che stanno giungendo da ogni parte del mondo. Eppure le compagnie virtuose, che hanno rinunciato a questi viaggi, sono sempre di più: British Airways, United Airlines, Virgin Atlantic, Northwest Airlines, Qantas Airways, South African Airways, Delta Airlines, Eva Air, Qatar Airways, China Airlines e più di recente IBC Airways. Ora, anche alla luce delle novità in tema di azioni e proprietà, viene da chiedersi: ma era proprio necessario chiamare questi qui nell’affare Alitalia? Si ha infatti, anche se magari così non è, la sgradevole sensazione di essere stati bidonati e di avere, nel caso, favorito trasporti dei quali avremmo ben volentieri fatto a meno.
VEDI VIDEO:
http://www.geapress.org/sperimentazione-animale/filmata-la-pancia-di-air-france-ci-sono-le-scimmie-da-vivisezionare-video/15538
GEA PRESS
20 MAGGIO 2011
Groenlandia: al via la caccia alle balene
Pochi giorni addietro si è nuovamente assistito all’ennesimo litigio tra Australia e Giappone, in merito alla caccia alle balene. Secondo l’Australia (e non solo) con la scusa della ricerca scientifica il Giappone le balene le vuole …. cotte!Ben vengano le azioni di boicottaggio, anche se è bene non scordarsi che non è solo il Giappone l’ammazza balene del mondo. Basti considerare, ad esempio, che sulla quota delle balenottere comuni da uccidere nei mari costieri, ne ha di più l’Islanda che non il Giappone e se il paese a breve membro della UE sta pensando di sospendere la caccia alle balene è solo perché in parte esporta in Giappone, dove, a causa del terremoto, sembra sia sorto qualche problemino con la lavorazione della carne (vedi articolo GeaPress).Ora ci si mette pure una Europa … strana. Formalmente è una cosa a parte anche se è ancora più o meno integrata, sia politicamente che economicamente, alla Danimarca. La Groenlandia sta aprendo, il prossimo giungo, la sua caccia alle balene. Fermerà il bel salto e il suono delle megattere, che solo da poco tempo stanno lentamente recuperando i massacri dei secoli scorsi che le avevano portate sull’orlo dell’estinzione.Purtroppo questi cetacei pagano a caro prezzo la scarsa diffidenza nei confronti delle imbarcazioni dell’uomo. Più a sud, quando ancora si trovano nei Caraibi, si fanno accarezzare dai turisti, ma appena si iniziano a spingere verso l’Europa (almeno quella politica) finiscono arpionate.Strane abitudini e strane alleanze. Mentre gli Stati Uniti hanno richiamato l’Islanda sulla sua caccia alle balene, quella della Groenlandia non gli fa, poi, molto schifo. Chissà cosa si nasconde dietro.
GEA PRESS
20 MAGGIO 2011
Cinque uccellini al bar (sequestrati)
Sequestri di specie protette a Milano e Brescia. Foto.
Erano tutti messi in “bella” mostra in un bar del centro di Milano. Come, forse, avveniva negli anni 50, quando cioè si era ancora lontani da normative di protezione e non si aveva pudore a mostrare i furti di natura. Ed invece, ora, succede l’incredibile. Cinque uccellini, quattro fringillidi ed un pettirosso, protetti, erano appesi nelle gabbiette disposte in un bar milanese in zona di Porta Venezia. Ad intervenire la Polizia Provinciale di Milano a seguito di una segnalazione pervenuta dalla sezione ENPA cittadina. Per il Pettirosso è stato già disposto il ritorno in natura, mentre i quattro fringillidi, tra cui un cardellino, sono stati ricoverati nel Centro di Recupero di Vanzago gestito dal WWF.
Diversa situazione, invece, in provincia di Brescia, anche se, in questo caso, vi è anche la recidività non solo degli “usi e costumi” della provincia italiana più nota in termini di caccia e bracconaggio, ma anche nelle condotte del denunciato. Un pensionato di Gargnano, già noto per reati specifici, è stato colto in flagranza di reato mentre recuperava alcuni uccellini in una trappola. Non solo. Scattata la perquisizione domiciliare sono stati rinvenuti ben 60 piccoli volatili, tutti appartenenti a specie protette. Il Corpo Forestale del Comando Provinciale di Brescia, intervenuto con la Stazione di Toscolano Maderno, ne ha disposto la liberazione.
VEDI FOTOGALLERY:
http://www.geapress.org/caccia/cinque-uccellini-al-bar-sequestrati/15573
ANSA
20 MAGGIO 2011
Animali: abbattuto falco pecchiaiolo a Scilla
Non si ferma il bracconaggio nell'area dello Stretto di Messina
SCILLA (REGGIO CALABRIA) - Personale del Comando Stazione di S. Eufemia d'Aspromonte della forestale ha rinvenuto, in un'area boscata di Scilla, un falco pecchiaiolo morto, un fucile da caccia con matricola abrasa e una dozzina di cartucce.
L'arma e' stata rinvenuta dal personale forestale nascosta alla base di un cespuglio di ginestra.Il falco pecchiaiolo e' una specie protetta da norme nazionali e comunitarie che in primavera migra attraversando lo Stretto di Messina dove e' fatto oggetto di una diffusa attivita' di bracconaggio.
GEA PRESS
20 MAGGIO 2011
Il Ministro Prestigiacomo e la morte del falco
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Lo hanno rinvenuto gli Agenti del Corpo Forestale dello Stato di Sant’Eufemia d’Aspromonte, in località Tagli (RC). Nei pressi, il fucile con la matricola abrasa ed una dozzina di cartucce. I tentativi di rintracciare il bracconiere si sono, purtroppo, ancora rilevati infruttuosi.In questo periodo, sottolinea la Forestale, è in atto sullo Stretto di Messina una diffusa attività di caccia illegale, specie sulle sponde calabresi. Fenomeno che la Forestale sta cercando di contrastare con appositi servizi di controllo che quest’anno, però, hanno dato frutto ad alcune polemiche. L’intervento antibracconaggio, infatti, è stato ridotto per problemi di badget anche se la Forestale ha cercato di sopperire attivando i distaccamenti locali e comunque garantendo, come in questi giorni, la presenza di un minimo di personale operativo esperto in antibracconaggio proveniente da altre regioni.Una storia comunque brutta, quella della mancanza di badget, alla quale ora se ne va ad aggiungere un’altra, ovvero la paventata riduzione delle sanzioni per i cacciatori di frodo che LAV ed ENPA hanno additato al Ministro Prestigiacomo. In effetti, però, se così fosse si tratterebbe di poco più di un (pessimo) segnale politico. Già tutti i reati venatori sono considerabili in una sfera squisitamente contravvenzionale. Neanche reati gravi, dunque. Solo sanzioni e previsioni reclusive blande da commutare in pene pecuniarie.Oggi, però, il Ministro ha fatto pervenire un comunicato ove rivendica il suo ruolo nell’aver bloccato la deregulation venatoria che si stava attuando circa un anno addietro. Nessuno sconto di pena per chi caccia a specie protette, anche perché, continua la Prestigiacomo non è pensabile che si renda la vita più facile a chi caccia di frodo. Vedremo.
ASCA
20 MAGGIO 2011
CACCIA: LAV-ENPA, BENE STOP SCONTI A BRACCONIERI. MA REATI SIANO PENALI
Roma - LAV e Enpa ''apprezzano lo stop odierno deciso, dopo la loro denuncia, da parte del Ministro dell'Ambiente Prestigiacomo al suo Schema di Decreto Legislativo che, con la scusa del dovuto recepimento di una direttiva europea che impone sanzioni piu' severe per chi uccide o detiene specie protette, dimezzava le pene attualmente previste fino ad un anno di arresto e l'ammenda da 750 a 6000 euro, rendendole oblazionabili con il semplice pagamento di una sanzione pecuniaria che estingue (cancella) totalmente il reato (una sanzione amministrativa mascherata da penale)''.
Ora pero', chiedono in una nota, ''il Ministro concretizzi la volonta' di rivedere il suo provvedimento inserendo, nel Codice penale, dei reati/delitti a tutela dell'ambiente e degli animali selvatici, con pene proporzionate e non eludibili (come le contravvenzioni oblazionabili''.''Il decreto di recepimento e' praticamente privo di indirizzi in questo senso'', dichiara Maurizio Santoloci, magistrato e direttore dell'Ufficio Legale della LAV e sottolinea che ''il gravissimo caso di danneggiamento di habitat in area protetta, secondo il testo di recepimento della Direttiva europea sui reati ambientali, verrebbe inserito nel Codice Penale come contravvenzione anziche' come delitto'', ''una pena detentiva che non prevedendo un minimo porterebbe il responsabile di questi crimini gravissimi a poter patteggiare la sanzione minima di cinque giorni di arresto i quali possono essere trasformati in 1.250 euro di ammenda peraltro rateizzate: in pratica una pena inferiore a quella prevista per il furto di un paio di calzini al supermercato. Un effetto deterrente praticamente nullo ''.
GEA PRESS
20 MAGGIO 2011
Ischia: bracconieri in plotone – gli interventi del WWF (video e foto)
Allarme ordine pubblico: in poco meno di venti anni 42 fucili con matricola abrasa.
Fino a sette persone armate che sparavano assieme. I fatti sono avvenuti nel Comune di Barano, nell’isola di Ischia (NA) e basta solo questo episodio per confermare le parole di Mario Minoliti, Coordinatore regionale delle Guardie Giurate Volontarie Wwf . Secondo Minoliti, “il bracconaggio primaverile ad Ischia è un fenomeno tutt’altro che residuale”. Anzi, pure in aumento, sempre secondo il WWF, come dimostra la giornata del 29 aprile in cui decine di persone armate sono state sorprese in attività (armata) dalle Guardie volontarie e dai Carabinieri.Non solo i fatti di Barano, comunque. Anche a Forio e nello stesso Comune di Ischia, dove più persone armate, in atto di bracconaggio, sono state filmate dalla Guardie che hanno ora consegnato il tutto alla Magistratura.Come ogni primavera, del resto, in concomitanza con la migrazione degli uccelli verso le zone di riproduzione, ad Ischia i bracconieri spadroneggiano. A partire dal mese di aprile, però, le Guardie Giurate Venatorie del Wwf Italia sono state impegnate in più servizi mirati alla prevenzione e repressione, svolti congiuntamente al Comando Compagnia dei Carabinieri di Ischia, al Nucleo Operativo Ecologia dei Carabinieri di Napoli, al Corpo Forestale dello Stato – Nipaf di Napoli e in collaborazione con le Guardie Giurate Venatorie della LIPU.Basta già guardare il bilancio provvisorio delle operazioni per rendersi conto dell’entità del fenomeno: un fucile doppietta calibro 20 sequestrato. 225 cartucce di vario calibro, tre richiami elettromagnetici vietati, 50 trappole a scatto, tre gabbie trappola, e poi i ritrovamenti delle vittime. Tre frosoni ancora vivi, un pigliamosche, un codirosso, un prispolone, e otto quaglie. A parte i frosoni, tutti gli altri uccelli erano già morti.Un fenomeno, quello del bracconaggio, certamente allarmante anche per altri aspetti. Il WWF ricorda che in meno di venti anni tra i molti fucili sequestrati, ben 42 presentavano la matricola abrasa. Il tutto in una piccola isola che dovrebbe accogliere turisti e non certo il piombo a tonnellate sparso per uccidere i migratori.
VEDI FOTO E VIDEO
http://www.geapress.org/caccia/ischia-bracconieri-in-plotone-%E2%80%93-gli-interventi-del-wwf-video-e-foto/15584
GEA PRESS
20 MAGGIO 2011
400 neonati (implumi): dalla Polonia alla Toscana
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Ancora uccellini implumi per gli allevatori delle cacce di tradizione (in alcune regioni reato in altre … cultura!). Uno stillicidio ormai continuo di poveri animali prelevati dai nidi e destinati ad essere allevati per la caccia da capanno.L’intervento di oggi è in provincia di Prato e riguarda il fermo di un’autovettura con targa polacca, operato dai Carabinieri, con all’interno ben 400 piccoli implumi di “cesena”, una specie di tordo.Grossi quantitativi come già verificatosi l’anno scorso a Udine, dove la Polstrada fermò altri polacchi con 550 nidiacei. A dare ora la notizia del sequestro di Prato è la LIPU che ha ricoverato, grazie all’aiuto della Polizia Provinciale di Prato e di Livorno, la metà dei poveri uccellini presso il Centro di Cruma (Centro Recupero Uccelli Marini e Acquatici) di Livorno. I restanti 200 sono stati ricoverati al Cetras (Centro Toscano Recupero Avifauna Selvatica) di Empoli.I piccoli animali vengono prelevati implumi dai nidi e sessati, ovvero gli viene aperto l’addome con una lametta per verificarne il sesso. “Utili” ai cacciatori sono solo i maschi per il loro canto. Le femmine vengono subito eliminate. La ferita dei maschietti, invece, viene ricomposta con un colla rapida.
IL GIORNO
20 MAGGIO 2011
Trovate sgozzate quattro galline Spunta l'ombra del rito voodoo
Macabra scoperta a Redecesio. Non è esclusa la pista del satanismo. I resti sono apparsi vicino a uno spartitraffico ai residenti della zona
di Patrizia Tossi
Segrate (MI) - Animali sgozzati, fiori e sangue bevuto durante un rito magico. Sono le preoccupanti tracce di presunti riti di iniziazione quelle ritrovate a Redecesio, dove lunedì notte sono accaduti fatti tanto misteriosi da spaventare gli abitanti del quartiere. A dare l’allarme sono stati alcuni residenti di via Milano, che martedì mattina hanno ritrovato lungo lo spartitraffico della strada degli inquietanti resti animali.
Quattro galline sgozzate, ognuna deposta su un piatto impreziosito da petali di fiori. Vicino a corpi delle galline, c’erano delle bottiglie piene di sangue animale, probabilmente conservato per essere bevuto durante un rito. Ovunque, tracce di sangue e resti di un gesto macabro e incivile. Gli agenti della Polizia Locale di Segrate stanno lavorando per capire cosa possa essere accaduto: tutte le piste sono aperte.
Si indaga su presunti riti voodoo inscenati da qualche comunità straniera presente nella zona, forse per spaventare qualcuno, ma gli agenti non escludono una setta satanica improvvisata. Tuttavia, una delle ipotesi più probabili e credibili è quella di una bravata tra ragazzini, che magari hanno cercato di emulare un rito di iniziazione visto in internet e visto in un film. Non mancano precedenti sul territorio. Quattro anni fa, sempre a Redecesio, sono stati ritrovati dei polli sgozzati in via Friuli. A San Giuliano, invece, una decina di anni fa c’erano stati strani ritrovamenti che facevano pensare ad una setta satanica: resti di pollo davanti all’ingresso del cimitero e tombe profanate avevano spinto le forze dell’ordine a investigare sui riti di magia nera.
«Episodi così cruenti contro gli animali non hanno più diritto di cittadinanza nella nostra civiltà - attacca Egdar Meyer, presidente dell’associazione Gaia, animali & ambiente -. Sono gesti drammatici per gli animali che subiscono - continua - ma lo sono anche per gli autori che rischiano il carcere. Esiste una legge che punisce l’uccisione o il maltrattamento degli animali con una condanna di carcerazione che oscilla tra 4 mesi e un anno, oppure con una maxi multa da migliaia di euro». Magia nera, sette sataniche o stupide imprese di baby gang che si divertono a emulare situazioni più grandi di loro.
«È probabile che le galline siano state sgozzate da qualche banda di ragazzini - conclude - ma devono sapere che gesti di questo genere non sono delle bravate scimmiottate dal web, ma costituiscono un reato che può davvero rovinare la vita. Mi auguro che questo massacro non prenda piede, è un gesto incivile e stupido che provoca inutili sofferenze e fa rischiare davvero grosso a chi li compie».
MATTINO DI PADOVA
20 MAGGIO 2011
I ladri di galline rubano pure le uova con dentro i pulcini
CITTADELLA (PD). Ladri di galline rubano anche le uova con dentro i pulcini. È successo qualche notte fa a Laghi. Brutto risveglio per una famiglia di contadini che si è vista sottrarre 3 galline e una chioccia che stava covando. «Ci siamo stati malissimo - racconta la donna, da diversi anni in pensione - Abbiamo sempre allevato animali da cortile: da quando abbiamo smesso di lavorare, mio marito ed io ci siamo creati una piccola fattoria, con un po’ di orto. Un modo per rimanere attivi e per portare sulla nostra tavola, e quella dei figli, prodotti genuini».
Il pollame avrebbe però fatto gola a qualche ladro: «Qualcuno è entrato di notte e ci ha portato via 3 galline - continua la derubata - e il cesto con dentro una chioccia che stava covando 8 uova: dovevano schiudersi a giorni. Ce ne siamo accorti solo la mattina dopo: per terra, sparpagliate, c’erano le penne bianche e nere dei nostri animali».
GEA PRESS
20 MAGGIO 2011
Palermo – Carabinieri: il video del sequestro delle stalle abusive
Come volevasi dimostrare. Stalle abusive per cavalli, sia per il traino di carrozze per turisti che calessi da corsa. Poi finanche la fotografia, nella stalla lager, del cavallo che corre all’ippodromo. Farmaci, luoghi fatiscenti e cavalli più che tollerati; di fatto quasi autorizzati.Non solo per l’incredibile Codice della Strada italiano che consente ad un calesse uso corsa di sfrecciare nel traffico urbano, ma anche per le inerzie della amministrazione cittadina che nulla fa quando un luogo abusivamente occupato ed adibito a stalla, viene scoperto e sequestrato dalle Forze dell’Ordine. Interventi ormai numerosi.Le stalle, però, sono centinaia ed in pieno centro storico. Incredibilmente non sono stati bonificati i luoghi già sequestrati in passato. Spetterebbe all’Amministrazione comunale.Di seguito vi proponiamo il video del sequestro di stalle abusive compiuto ieri dal Comando Compagnia dell’Arma dei Carabinieri di Palermo dove i militari hanno rinvenuto ancora un volta cavalli detenuti in pessime condizioni igienico sanitarie.
VEDI VIDEO:
http://www.geapress.org/zoomafia/palermo-carabinieri-il-video-del-sequestro-delle-stalle-abusive/15560
LA SICILIA
20 MAGGIO 2011
L'indagine. I Cc hanno trovato due cavalli in precarie condizioni. Due denunciati
Stalle abusive, sequestri a Ballarò
Leone Zingales
Palermo - Corse clandestine, cavalli dopati, trafficanti di sostanze vietate, finti veterinari e faccendieri. Si allarga l'indagine dei carabinieri e degli Ispettori del Dipartimento di prevenzione veterinario dell'Azienda sanitaria provinciale nel mondo delle corse di cavalli truccate.
Ieri altri controlli per verificare i siti dove stazionano i cavalli, spesso impiegati anche nelle corse clandestine cittadine. Il servizio è stato il seguito di quello svolto lo scorso 12 maggio e che ha portato al sequestro amministrativo di sei quadrupedi. Cinque i siti complessivamente ispezionati, nel popolare mercato di Ballarò. Verificati alcuni dei box di cortile del Semolaro e di piazza del Carmine. Nel primo caso, è stata accertata la presenza di una stalla abusiva all'interno della quale era tenuto un cavallo in pessime condizioni i gienico sanitarie. Il proprietario, 40enne, è stato, pertanto, denunciato all'autorità giudiziaria per maltrattamento di animali. Nel secondo caso, è stata trovata una scuderia priva del codice stalla (di proprietà di un venticinquenne), ed il cavallo privo della dovuta "microchippatura". Sono stati, inoltre, scoperti farmaci che verranno sottoposti a sequestro in attesa di accertamenti chimici che ne attestino il principio attivo dopante. In capo al proprietario, , verranno elevate le sanzioni amministrative del caso. Entrambi i cavalli sono stati sottoposti a sequestro sanitario, sottraendoli di fatto ai luoghi insalubri di mantenimento, e affidati all'ippodromo di Palermo, grazie anche al contributo offerto della Direzione e degli stessi operatori del suddetto centro ippico. I siti illegali erano strutture occupate abusivamente dove gli animali stazionavano in condizioni pessime: spazi ristretti, nessun controllo sanitario e scarichi abusivi.
LA VOCE DI MANDURIA
20 MAGGIO 2011
La denuncia: “I pompieri hanno ucciso una biscia di specie protetta”
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SAVA (TA) – Mentre dal 5 maggio si attende che il Comando dei Vigili del Fuoco di Taranto, sollecitato da questa Associazione affinché venga verificata una presunta situazione di pericolo per l’incolumità pubblica e privata derivante da una inadeguata recinzione a protezione di 3 vasche poste a cielo aperto e contenenti acqua rinveniente dal depuratore dei liquami di fogna nera del comune di Torricella, della frazione di Monacizzo e della zona balneare di Torre Ovo, una squadra di 6 Vigili del Fuoco di Manduria, con camion e camionetta, sabato pomeriggio 14 u.s. si é mobilitata per stanare da una fioriera posta su di un marciapiede all’esterno di una profumeria alla via Roma del Comune di Sava,Una biscia “natrix natrix” dalle dimensioni di circa 30 cemtimetri. Al dispiego delle forze dei Vigili del Fuoco ha assistito un consistente numero di curiosi i quali,appena appurato il motivo della presenza dei Vigili del Fuoco, si sono maggiormente preoccupati della sorte della biscia che del pericolo che la stessa avrebbe potuto rappresentare per la sicurezza pubblica. E’ bene ricordare che, la biscia in questione, come tutti gli altri rettili nostrani é protetta dalla Convenzione di Berna, e ne é quindi vietata l’uccisione, il maltrattamento, il prelievo in natura e la detenzione in cattività e per queste sono previste gravi sanzioni.Appare evidente che della succitata Convenzione, forse perché gli intervenuti non ne erano a conoscenza, non se ne é tenuto conto così, come dimostra la sequenza fotografica,il piccolo rettile prelevato dalla fioriera dove aveva stabilito il suo habitat, ha trovato la morte sotto lo scarpone di un Vigile del Fuoco che “coraggiosamente” gli ha schiacciato la testa. Era proprio necessario un così massiccio dispiegamento di forze e mezzi per un così “feroce animale?”
Mimmo Carrieri (Responsabile provinciale settore Ambiente ed Ecologia Associazione C.P.A)
LA ZAMPA.IT
20 MAGGIO 2011
Mucca in fuga sullo stretto, salvata in mare
Nuotava dritta e veloce verso la Calabria. Ma le corna l’hanno tradita. E così, a un miglio dalle coste siciliane, la bella mucca bianca di razza romagnola, scappata da qualche giorno da una mandria montana di Castiglione di Sicilia, è stata legata e portata a riva dagli uomini della Guardia Costiera e dai vigili del fuoco di Letojanni. Addio libertà, adesso tornerà a fare la fattrice o diventerà carne prelibata per le nostre tavole.L’avventura della mucca in fuga comincia tra le pendici dell’Etna, là dove da ogni parte si vede il mare. La bestia comincia a scendere i sentieri di campagna, percorre il letto del fiume Agrò, mangia e beve sola e tranquilla, attraversa la citta di Santa Teresa Riva come una sacra mucca indiana, poi con passo deciso si tuffa a mare, agile come una foca. Direzione il Continente.L’allarme dell’allevatore e dei cittadini del paese costiero però arriva veloce. Un gommone attrezzato per un’operazione mai compiuta prima. Nuota la mucca mentre una robusta fune l’afferra per le corna in alto mare. Poi il mesto ritorno trascinata dal fuoribordo. E a riva esplode la sua rabbia, documentata dalle foto di Carlo Aprile per Geapress, l’agenzia di stampa che si occupa di maltrattamenti agli animali, mentre cerca di incornare i suoi soccorritori e i tanti curiosi che hanno assistito alla sua fuga verso la libertà
FOTO
LA SICILIA
20 MAGGIO 2011
L'animale si era allontanato da Castiglione
Messina. Nuotava dritta e veloce verso la Calabria. Ma le corna l'hanno tradita. E così, a un miglio dalle coste siciliane, la bella mucca bianca di razza romagnola, scappata da qualche giorno da una mandria montana di Castiglione di Sicilia, è stata legata e portata a riva dagli uomini della Guardia costiera e dai vigili del fuoco di Letojanni. Addio libertà, adesso tornerà a fare la fattrice o diventerà carne prelibata per le nostre tavole. L'avventura della mucca in fuga comincia tra le pendici dell'Etna. La bestia comincia a scendere i sentieri di campagna, percorre il letto del fiume Agrò, mangia e beve sola e tranquilla, attraversa la città di Santa Teresa Riva come una sacra mucca indiana, poi con passo deciso si tuffa a mare, agile come una foca. Direzione il Continente. L'allarme dell'allevatore e dei ci ttadini del paese costiero, però, arriva veloce. Un gommone attrezzato per un'operazione mai compiuta prima. Nuota la mucca mentre una robusta fune l'afferra per le corna in alto mare. Poi il mesto ritorno trascinata dal fuoribordo. E a riva esplode la sua rabbia, documentata dalle foto di Carlo Aprile per Geapress, l'agenzia di stampa che si occupa di maltrattamenti agli animali, mentre cerca di incornare i suoi soccorritori e i tanti curiosi che hanno assistito alla sua fuga verso la libertà.
IL GAZZETTINO
20 MAGGIO 2011
Pulcino gigante mascotte della fattoria didattica
ARIANO POLESINE (RO) - All'azienda agricola Casa Ramello, associata Coldiretti di Ariano (via Bighette 9) è arrivata la prima mascotte di una fattoria didattica in Polesine: un pulcino gigante!È stato presentato ieri davanti a un pubblico di 60 bambini, dai 4 ai 7 anni, presenti in fattoria Ramello per una visita scolastica.Un caso unico e raro di mascotte a tema, poiché l'azienda bassopolesana, che è specializzata in didattica per disabili, ha anche un allevamento avicolo, dal pulcino al pollo, per la produzione di carne certificata con alimentazione esclusivamente a base di prodotti vegetali ogm free e gli animali scorazzano liberamente. Con giochi e animazione, i bambini sono stati condotti alla scoperta del percorso dall'uovo al pulcino, alla gallina, per capire la storia che c'è dietro al pollo «nudo» confezionato che si acquista al supermercato.
Il pulcino mascotte sarà di aiuto per imprimere nella mente dei bambini ciò che hanno visto in una giornata speciale in fattoria.
LA REPUBBLICA BOLOGNA
20 MAGGIO 2011
Islam: cosa e' halal nella tradizione islamica/scheda
Inoltre per 'halal' si intende anche la carne macellata secondo il rito islamico. L'Islam prescrive che gli animali siano macellati senza preventivo stordimento. In Italia questo tipo di macellazione e' stato per la prima volta autorizzato con il decreto ministeriale congiunto (Sanita' e Interni) nel 1980. La legge islamica, cioe' l'insieme dei precetti del Corano e dei Hadith, prescrivono una serie di regole per la macellazione del bestiame affinche' la carne sia considerata commestibile. In particolare per essere 'halal' la carne deve essere macellata da un musulmano adulto, sano di mente e a conoscenza di tutti i precetti della religione islamica e sulla macellazione. L'uccisione deve avvenire recidendo la trachea e l'esofago dell'animale: i principali vasi sanguigni verranno recisi di conseguenza. La sua colonna vertebrale non deve invece essere recisa, la testa dell'animale non deve essere staccata durante l'uccisione. Il macellaio deve pronunciare la parola 'Bismillah' (in nome di Allah), orientando la testa dell'animale in direzione della Mecca.
L'ARENA
20 MAGGIO 2011
Torna libera la rara civetta volata a Sona dalla Svizzera
ERBEZZO (VR). A Malga Derocon liberati i selvatici curati al centro provinciale di Castel d'Azzano gestito da Verdeblu
Croci: «In 10 anni di attività qui non ne avevo mai vista una, è un uccello stanziale, invece ha percorso ben 365 chilometri»
Vittorio Zambaldo
La prima a liberarsi con un volo maestoso e veloce verso le fronde di lontani abeti è stata la poiana, alzatasi dalle mani dell'assessore provinciale alle politiche del settore faunistico e all'ambiente Fabio Venturi. Un applauso ha accolto il suo volo e in quanti la inseguivano invidiosi con lo sguardo c'era anche l'augurio che non incappi più in mani umane. Anche se quelle dei volontari dell'associazione Verdeblu onlus, che svolge in convenzione con la Provincia il servizio di recupero, sono state mani provvidenziali.
La poiana, uno dei più grossi rapaci delle nostre regioni, era stata recuperata il primo gennaio scorso imprigionata in una rete di cinta, ancora integra ma con varie escoriazioni, impaurita e debilitata dal forsennato sbattere d'ali nel tentativo di liberarsi. Ora invece si gode il ritorno alla libertà, una volta ristabilita nel centro recupero selvatici di Castel d'Azzano, nell'osasi floro faunistica di Malga Derocon a Erbezzo, gestita dalla cooperativa Lessinia servizi per l'accoglienza della fauna selvatica tipica dell'ambiente alpino. Al volo della poiana sono seguiti quello di un gheppio, il più piccolo dei rapaci della Lessinia, che era arrivato al centro lo scorso settembre con un'ala fracassata, poi quello di un allocco recuperato a Lazise e quello di una civetta capogrosso, trovata a Palazzolo di Sona lo scorso marzo con un'ala ferita. «In una decina d'anni di attività del centro di recupero è la prima volta che capita un esemplare di questa specie», racconta Fabrizio Croci, presidente di Verdeblu. «Abbiamo scoperto che era inanellato dal maggio 2008 con i dati identificativi della stazione ornitologica svizzera di Sempach a Sainte-Croix, presso il confine francese. Pur essendo un uccello stanziale, che compie solo brevi tragitti, ha volato per ben 365 chilometri in linea d'aria, superando le Alpi». L'ultimo a riconquistare la libertà è stato un cucciolo di scoiattolo che era al centro dal 28 aprile, arrivato da Torri del Benaco, dove era caduto a terra dal nido. «Da inizio anno sono 111 gli animali ricoverati e circa quattromila dal 2001, quando il centro di Castel d'Azzano iniziò l'attività, con un progressivo aumento di presenze negli ultimi anni», riferisce Croci, fornendo i numeri telefonici dell'emergenza faunistica per il recupero di animali selvatici: il 334.184.0950 oppure il 331.628.6228. «Chi ha segnalato la presenza di selvatici feriti, oggi può avere la grande soddisfazione di sapere che sono tornati sani e liberi», commenta l'assessore Venturi, «e in questi casi è gioia per tutti. Per noi che amiamo gli animali, per i volontari di Verdeblu che fanno un lavoro meraviglioso e che mi rende orgoglioso. Spero che i cittadini capiscono l'importanza di segnalare situazioni di animali selvatici in difficoltà e che quindi collaborino per farli tornare a vivere felici nel loro habitat». «Queste liberazioni di selvatici ristabiliti a Malga Derocon, nel centro di recupero fauna selvatica della Provincia, è un'ulteriore dimostrazione dell'efficace scelta operata anni fa con l'apertura del Centro», commenta Claudio Melotti, presidente della Comunità montana e del Parco della Lessinia, che ha in gestione l'area floro faunistica di Malga Derocon. «Come Parco», aggiunge, «finanziamo il centro con cinquemila euro ogni anno, cifra a cui si aggiunge il contributo della Provincia, attraverso l'assessorato di Venturi». «Il Comune di Erbezzo si sta muovendo per il rilancio di Malga Derocon, in particolare per sviluppare il turismo scolastico, dopo anni in cui è stato necessario abbandonare le promozioni per mancanza di fondi», annuncia il consigliere Claudio Leso, che è anche assessore in Comunità montana, mentre Diego Lonardoni, direttore del Parco, annuncia per metà giugno la riapertura del centro di recupero, che ha l'obiettivo di reintrodurre in ambito montano la fauna alpina e prealpina ospitata adesso a Castel d'Azzano.
IL CENTRO
20 MAGGIO 2011
Limiti di velocità per tutelare gli orsi
PESCASSEROLI (AQ). Abbassare i limiti di velocità. È quanto ha chiesto in una nota alla Provincia il presidente del Parco Giuseppe Rossi per tutelare i tre orsetti orfani. «Con il presidente del Parco abbiamo convenuto di intervenire con un’ipotesi di diminuzione dei limiti di velocità sul tratto di strada interessato con apposita segnaletica», afferma Gianluca Alfonsi, presidente della commissione provinciale turismo. «La proposta è ora al vaglio degli uffici competenti per la valutazione della fattibilità tecnica». Rossi si è detto anche d’accordo con il Comune di Gioia dei Marsi sull’opportunità di sospendere i lavori. Secondo Alfonsi invece «è necessario un progetto più ampio sui tratti di strada del territorio del Parco: “un piano di viabilità” ecocompatibile, esteso a tutto il territorio interessato, può seriamente risultare vincente sotto l’aspetto della tutela faunistica. Iniziative come quella di sospendere i lavori per pochi giorni, risulterebbero efficaci per gli animali, ma deleterie per gli umani che vivono a Pescasseroli in stato di semi isolamento da cinque anni. Di questo passo», conclude, «le stesse popolazioni montane rischiano di essere annoverate tra le specie in via di estinzione».
L'ARENA
20 MAGGIO 2011
DOMANI ALLE 16, TRA LE LOCALITÀ FORNACI E BERGAMINI DELLA FRAZIONE DI SAN BENEDETTO, L'INAUGURAZIONE DELLA «BAU BEACH»
A Peschiera la prima spiaggia dedicata ai cani
Peschiera (VR) - Spiagge per cani in Italia ce ne sono molte, sono tanti i litorali dove i bagnanti possono portere con sè i loro «amici». Fino ad ora, però, sul lago di Garda non c'era una sola spiaggia per cani. A questa mancanza hanno posto rimedio a Peschiera, dove domani, alla presenza del ministro Michela Vittoria Brambilla, verrà inaugurata la prima spiaggia per cani sul lago, la «Bau Beach». La spiaggia è stata realizzata su un'area di 1000 metri quadrati tra le località Fornaci e Bergamini della frazione di San Benedetto.
Domani e domenica 22 si svolgerà “Peschiera a 4 zampe”, evento patrocinato dal Comune di Peschiera del Garda in occasione dell'inaugurazione della Bau Beach, Ecco il programma della manifestazione. Domani, presso la Spiaggia Bergamini, dalle 9 si svolgeranno le prove per il salvataggio in acqua; alle 16 inaugurazione della Bau Beach. Domenica, al Parco Catullo, dalle 9.30 «Peschiera a 4 zampe» e alle 15 inizio delle dimostrazioni. Si può partecipare al concorso fotografico “Uno scatto a 4 zampe” consegnando le foto allo stand del centro cinofilo Cà del Sol. «Può sembrare un paradosso - precisa il vice sindaco di Peschiera Maria Orietta Gaiulli - ma il fatto è che abbiamo proprio voluto sottolineare che non si tratta di un angolo ricavato in qualche modo solo per potervi portare i cani; la spiaggia è predisposta per loro, con accessi naturali al lago, docce, angoli per i loro bisogni, zone d'ombra, ciotole per l'acqua e persino salvagenti. Ciò non di meno sono posizionati ombrelloni in modo che anche le persone possano sostarvi con i loro "amici"». A gestire questo spazio per i cani è l'associazione arilicense 'Il pentagono', il cui personale è stato appositamente istruito in modo da poter gestire al meglio la presenza dei quadrupedi.
ECOO
20 MAGGIO 2011
Protezione degli animali: nel Mediterraneo in pericolo squali e razze
In tema di protezione degli animali non può essere ignorato il fatto che nel Mediterraneo sono in pericolo gli squali e le razze. Per questo occorrerebbe che venissero prese delle misure urgenti per ciò che riguarda la tutela della biodiversità animale marina. Un appello accorato in questo senso giunge da Oceana, l’organizzazione internazionale per la conservazione marina. Il principale pericolo sarebbe rappresentato dalla pesca eccessiva, che mette a rischio le specie di pesci in questione. Di tutto ciò i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo dovrebbero esserne consapevoli.
Spesso ci si è chiesti come sta il Mediterraneo dal punto di vista dell’inquinamento del mare. La situazione che ne è emersa non è certo delle migliori, visto che nel Mediterraneo sono state riscontrate considerevoli quantità di petrolio e di plastica. Se al problema dell’inquinamento delle acque marine uniamo la questione dell’eccessivo sfruttamento ittico, la situazione si fa davvero insostenibile. Non dimentichiamo d’altronde che per ciò che concerne la tutela del mare il Mediterraneo italiano è al primo posto per risorse naturali.
Un altro problema da non trascurare, oltre a quello della pesca, è costituito dal degrado dell’habitat naturale, che ha portato alla drastica riduzione nel corso del tempo di altre specie di pesci, come ad esempio smerigli e pesci martello. Per questo Ricardo Aguilar, Direttore della Ricerca per Oceana in Europa, ha dichiarato:Riconoscere formalmente queste specie come minacciate o in pericolo, secondo l’Annesso II della Convenzione di Barcellona, rappresenta un passo fondamentale per aumentarne il livello di protezione. La Ue e i 21 Paesi firmatari della Convenzione di Barcellona hanno l’opportunità, l’importante responsabilità, di decidere il futuro di queste specie nel Mediterraneo.
VIDEO
http://www.ecoo.it/articolo/protezione-degli-animali-nel-mediterraneo-in-pericolo-squali-e-razze/14845/
LA ZAMPA.IT
20 MAGGIO 2011
Nuova Zelanda: i pinguini più piccoli al mondo
Rischiavano l'estinzione per la carenza di cibo dovuta ai cambiamenti climatici, ma ora i piccoli pinguini blu hanno trovato un nuovo rifugio a Christchurch in Nuova Zelanda, dove vengono allevati e protetti nel Centro antartico internazionale. E, in alcuni casi, devono essere anche curati. "Questa femmina - spiega una ricercatrice del Centro - ha avuto dei danni cerebrali e la sua lingua è parzialmente paralizzata. Così la dobbiamo aiutare a mangiare".Tra i 24 pinguini blu ospitati a Christchurch, c'è anche Elvis, che è completamente cieco. I problemi per i simpatici volatili derivano dalle difficolta di trovare cibo sulle coste dell'Oceania dove vivono tradizionalmente e un nuovo esemplare, molto affamato, arriva al Centro antartico. In pratica a causa della malnutrizione gli animali non riescono a mantenere le proprietà termiche delle loro piume e quindi si trovano a soffrire nelle fredde acque antartiche."Quest'anno - spiega un'operatrice turistica ecologica - è stato terribile. Abbiamo avuto moltissimi casi di malnutrizione e quasi il 90% dei nuovi nati non è sopravvissuto". L'impegno dei ricercatori però non si ferma e da Christchurch arriva una nuova speranza per i piccoli pinguini blu.
VIDEO
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/la-zampa/lstp/47717/
GEA PRESS
20 MAGGIO 2011
Modena: un serpente in grondaia
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In pieno centro storico di Modena. Il serpentello faceva capolino da una grondaia, pronto a rintanarsi alla vista dei suoi soccorritori. Una vera e propria lotta con la pazienza che alla fine ha però consentito di trovare più idonea sistemazione al piccolo Serpente del Grano soccorso dai volontari del Centro Fauna Selvatica il Pettirosso di Modena. Hanno collaborato anche i gestori di un vicino locale che avevano notato la testolina affacciarsi di tanto in tanto dal tubo di gronda.Un fenomeno, quello del rinvenimento degli animali esotici, che accade sempre più spesso per via di quelli detenuti ad uso domestico, commentano alla Provincia di Modena. Ed in effetti è con l’arrivo del caldo che tali ritrovamenti si fanno sempre più frequenti. E’ da poco successo nel centro di Milano con un Pitone reale e nella periferia di Palermo con una grossa Iguana .I terraristi li lasciano spesso prendere il sole, trattandosi di animali a sangue freddo, è può capitare una fuga. Il Serpente del Grano, sembra poi essere un esperto della materia. Anche se scappa, per non molti soldi se ne può comprare un altro che andrà ad infoltire un florido commercio basato sulla cattività animale in scatole di vetro o plastica.Il Serpente del Grano, dovrebbe vivere nel sud ovest degli Stati Uniti, ma le manie da cattività ne hanno fatto uno dei detenuti più diffusi al mondo, grazie anche alla relativa semplicità con la quale è possibile farlo riprodurre. E’ principalmente lui, “l’imputato” di tanti topolini e ratti che ormai popolano negozi e case italiane. Vengono dati da mangiare al nostro serpentello un tempo solo americano, in tre distinte categorie: morto, pre killed e vivo. Immaginate che spettacolo ….
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GEA PRESS
20 MAGGIO 2011
Cremona – suini transgenici: i loro organi saranno trapiantati sui primati
Allevamento autorizzato per gli xenotrapianti.
Frankenstein, o il moderno Prometeo, è alle porte di casa. Il Consiglio Superiore di Sanità (CSS) ha autorizzato l’allevamento di suini transgenici di Cesare Galli, titolare, con la moglie Giovanna Lazzari, del Centro Avantea di Cremona.Il via libera all’allevamento di suini transgenici, ai fini di trapianto di organi sull’uomo, è stato dato nella seduta del CSS del 17 maggio scorso, convocata dal Ministro della Salute, Ferruccio Fazio.E’ stata imposta qualche limitazione e l’attività è stata ammessa come ‘procedura sperimentale’ sotto il controllo del Ministero.
Purtroppo non abbiamo una normativa di riferimento, il divieto sulla clonazione animale è scaduto a dicembre del 2001!Il parere favorevole del CSS è condizionato al numero di viventi utilizzati nella ricerca, che devono essere contingentati ‘solo’ alle esigenze degli studi; magra consolazione!Il Ministero della Salute con il comunicato stampa n° 112 dell’11 maggio 2011 precisava, nel sottoporre la ‘questione’ al parere del Consiglio Superiore di Sanità, di essere consapevole “dell’importanza potenziale che la produzione di suini transgenici può avere sulla salute umana con particolare riferimento al settore dei trapianti e della terapia delle malattie degenerative dell’uomo. Tuttavia, non può nemmeno sfuggire che tale produzione, al di là dei suoi aspetti e interessi economici, non può essere considerata un semplice allevamento di animali ad uso sperimentale, in quanto può comportare conseguenze di sanità e benessere animale, nonché ambientali, di complessa valutazione. Inoltre, la recente direttiva comunitaria 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici (anche se non ancora recepita nell’ordinamento nazionale), prevede che la produzione di animali transgenici sia da considerarsi come una procedura parte del progetto di ricerca, il quale è soggetto ad autorizzazione dell’Autorità competente nella sua interezza“.“I suini transgenici da noi prodotti” – ha dichiarato Galli a La Provincia di Cremona – “vengono inviati a centri di ricerca in Italia, a Padova e all’estero; qui gli organi geneticamente modificati dei suini vengono trapiantati a primati per valutare la risposta e il rigetto“.Sperimentazione dunque, vivisezione è il termine più adatto: maiali modificati geneticamente a cui verranno espiantati organi da innestare su altre cavie, primati non umani, per valutare risposte e rigetto. Ora avremo scimmie-Frankenstein, a presto anche l’uomo! |