LA SICILIA AGRIGENTO
19 NOVEMBRE 2009
Marianello (AG)
Cane sbranato all'ingresso del cimitero
Antonio Cacciatore
Marianello (AG) - Sconvolgente spettacolo quello che ieri mattina si è presentato agli occhi dei primi visitatori del cimitero di Marianello. C'erano infatti i resti di un cane sbranato certamente nel corso di una aggressione che ha subìto durante l'orario di chiusura da un branco di cani randagi che liberamente circolano all'interno del camposanto. Nel buio della notte gli animali spadroneggiano maggiormente nella vasta area sede dei due cimiteri.
Già in un recente passato sull'argomento ci siamo ampiamente occupati dei cimiteri comunali Marianello e Cappuccini, collegati fra loro. La vasta area comunale che ospita i due camposanti posta in una zona periferica della città da diversi mesi si è trasformata in un ottimo habitat per cani randagi. Un luogo dove si registra una continua proliferazione degli animali che all'interno dell'area cimiteriali hanno trovato un ottimo rifug io. Diversi gli animalisti licatesi, amici dei cani che eludendo la sorveglianza dei custodi entrano nei cimiteri per rifocillare gli animali che vi dimorano. La presenza dei cani all'interno dei due cimiteri in varie occasione ha provocato gravissimi problemi registrando il fuggi –fuggi dei visitatori che si recano a far visita alle tombe dove sono sepolti i loro cari. Uno dei custodi munito di un grosso bastone molto spesso è costretto a scortare gli anziani visitatori diretti sulle tombe dei loro cari. Purtroppo l'assenza in città di un canile rifugio non consente di arginare il dilagante diffuso fenomeno del randagismo che liberamente circola in città ponendo gravissimi problemi per la sicurezza e l'incolumità delle persone. In atto il comune di Licata gestisce un canile sanitario destinato ad ospitare temporaneamente cani provenienti dai comuni dell'hinterland. SAVONA NEWS 19 NOVEMBRE 2009
Pietra (SV): baracca incendiata a Ranzi, muoiono animali
Pietra (SV) - Incendio baracca ieri sera a Ranzi, sulle alture di Pietra Ligure. Per una stufa lasciata incautamente accesa dal proprietario sono divampate fiamme che non solo hanno distrutto completamente la struttura ma hanno anche ucciso almeno una decina di caprette nane che vi erano ospitate all'interno. I vigili del fuoco hanno lavorato a lungo per avere ragione del rogo. IVG 19 NOVEMBRE 2009
Ranzi, a fuoco stalla: caprette muoiono tra le fiamme
Provincia di Savona - Un incendio in un piccolo deposito ad uso agricolo a Ranzi, sulle alture di Pietra ligure, ha impegnato questa notte i vigili del fuoco del distaccamento finalese. Nel rogo, causato da una stufetta a legna lasciata inavvertitamente accesa dal proprietario del magazzino, che fungeva anche come stalla, sono morte bruciate vive otto caprette.La posizione isolata del deposito ha impedito che nell’incendio fossero coinvolte persone o abitazioni. Completamente distrutto il magazzino di circa 50 metri quadri. I vigili dle fuoco hanno impiegato circa un’ora prima di avere la meglio sulle fiamme. CORRIERE ADRIATICO 19 NOVEMBRE 2009
L’intervento dei vigili del fuoco Cane estratto dal pozzo ma spira dal veterinario
Ancona Ha provato in tutti i modi a mettersi in salvo, riuscendo a sistemarsi da solo sul salvagente che i vigili del fuoco gli avevano lanciato dall’alto di un un pozzo, profondo e pieno d’acqua. Quando “Cupra”, uno splendido esemplare di setter è stato tirato su dal pozzo privato in cui era casualmente finito, i soccorritori hanno sperato di averlo salvato. E invece poche ore dopo è deceduto, a causa delle lesioni riportate nella caduta e dal fatto di aver bevuto troppa acqua. Il doloroso evento è accaduto ieri mattina in via Monte Carpegna, al Pinocchio. Il cane da caccia era uscito insieme al suo padrone quando improvvisamente è finito dentro ad un pozzo. Sul posto sono stati chiamati i pompieri i quali hanno cercato di metterlo in salvo. Attorno alle 12 l’animale è stato recuperato, grazie anche al suo istinto. Trasportato d’urgenza da un veterinario, è purtroppo spirato nel primo pomeriggio.
TARGATO CN
19 NOVEMBRE 2009
Villanova Solaro (CN): vitello scappa dall'allevamento, abbattuto
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Villanova Solaro (CN) - Alle 8 circa di questa mattina alcuni passanti hanno informato la Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Savigliano della presenza di un toro incustodito che si aggirava nelle campagne di Ruffia, avvicinandosi alla Strada Provinciale 129. Giunti sul posto alcuni minuti dopo, i militari dell’Arma hanno constatato che si trattava di un vitello di un anno di età, del peso di circa 400 Kg. che, palesemente aggressivo, correva nervosamente ad alcune decine di metri dalla strada provinciale. Dopo avere informato il servizio veterinario dell’ASL 17, anche con l’aiuto di alcuni agricoltori nel frattempo accorsi sul luogo interessato, i carabinieri hanno tentato di mantenere l’animale a distanza di sicurezza per impedire che si immettesse sulla carreggiata e creasse pericolo per la circolazione stradale. Nonostante l’azione del personale intervenuto, però, il vitello si avvicinava sempre con maggiore aggressività accennando, in più di una circostanza, ad attacare le persone presenti.
Preso atto dell’impossibilità del veterinario di intervenire tempestivamente e considerato che l’animale era ormai giunto in prossimità della provinciale, avuto fra l’altro l’assenso del proprietario dell’allevamento di Villanova Solaro dal quale il vitello era poco prima fuggito (nel frattempo anch’esso giunto sul posto), i militari dell’Arma si sono trovati costretti, per garantire l’incolumità degli utenti della strada, ad abbattere l’animale con alcuni colpi di arma da fuoco, dopo avere bloccato la carreggiata su entrambi i sensi di marcia. Nei confronti del proprietario del vitello abbattuto, infine, si è proceduto per il reato (ora depenalizzato) di omessa custodia di animali.
AFFARI ITALIANI
19 NOVEMBRE 2009
Sangue e animali usati per fare arte. E' polemica sulle opere di Nitsch
Tuniche immacolate e poi schizzate di sangue misto a vino. E una serie di disegni, tra cui due raffigurazioni di Gesù. Il viennese Hermann Nitsch usa animali morti e squartati per dar vita alle sue installazioni. E Verona gli dedica una mostra. Ma gli animalisti dichiarano guerra: "E' un assassino, le sue opere sono contro la legge. Gli faremo opposizione"
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Hermann Nitsch
Verona - Per celebrare i 45 anni dal concepimento dell’architettura per il Teatro delle Orge e dei Misteri, apre una mostra dedicata ad Hermann Nitsch. La rassegna, che inaugura alla Galleria Boxart sabato 21 novembre (ore 18.30) e resta aperta fino al 31 gennaio 2010, illustra, con l’ausilio critico di Danilo Eccher (Direttore della GAM di Torino e Presidente della Galleria Civica di Trento) le ultime e inedite fasi di sviluppo del pensiero organico di Nitsch, sottolineandone la precisa programmaticità fin dalle origini.
LA MOSTRA - Una ieratica processione di tuniche d’azione immacolate (disposte a semicerchio nella galleria veronese) imprime al visitatore una suggestione immediata, resa ancor più viscerale dal vissuto che ognuna porta con sé: schizzi di sangue misto a vino di cui s’impregna il tessuto candido durante le sequenze della messa in scena (aktion), o tracce di colore e sudore lasciate dall’azione catartica di dipingere (malaktion). Lo stesso Nitsch registra ad Asolo (TV), nell’ultima settimana di settembre del 1991, origine ed importanza di questa vestizione/investitura : “La mia grande venerazione per Stefan George e Klimt e la mia convinzione che l’esercizio artistico debba essere equiparato all’attività di un sacerdote, già dal 1960 mi hanno spinto a portare durante le mie azioni pittoriche un camice bianco semplice tagliato a forma di tonaca”.
GLI INEDITI - Al ruolo mistico dell’artista si sovrappone - nell’infinito caleidoscopio del pensiero nitschiano - quello di architetto e scenografo, inventore dell’ambiente visionario adatto ad ospitare i suoi drammi. Il corpo centrale della mostra è infatti rappresentata da un’inedita di grandi disegni su carta (70 x 100 cm), una nuova pagina del filone concettuale parallelo alle performances: “nel 1965 – annota Nitsch nel 1976 - ho iniziato a concepire le stanze dove dovrebbe svolgersi la mia azione di 6 giorni. Intendo costruire un teatro sotterraneo sotto Prinzendorf”. Affiancano questo portfolio di Architekturzeichnungen (di disegni di architettura) datati 2009, altre due recenti e affascinanti figurazioni teoriche del Maestro: Deposizione nel sepolcro (Die Grablegung) e La caduta di Gerusalemme (Die Eroberung von Jerusalem). Il primo soggetto, stampato su tela di relitto d’azione nel 2007 -ospitato di recente in un’unica sala alla Künstlerhaus di Vienna - rappresenta, nella sua ripartizione su tre tele, la deposizione del corpo di Cristo nel sepolcro, la cui figura centrale è affiancata nel trittico dalla Madonna e San Giovanni, come in una contemporanea pala d’altare. Il secondo soggetto, stampato su tela di relitto d’azione nel 2008, è stato invece concepito agli albori della carriera di Nitsch, sulla falsariga del mito della Gerusalemme celeste, luogo della realizzazione umana e artistica per eccellenza, che dall’Apocalisse a Torquato Tasso ha rappresentato nella cultura occidentale l’ultimo fragile baluardo dell’umanità, e quindi il “ghetto” dell’artista vate, come lo ha definito il critico Johannes Gachnang nominando tale città con il nome di “Heterotopia”, il “posto” reale ma “altro”, quel luogo di confine raccontato da Michel Foucault in “Altri Spazi” (stampato in Germania solo nel 1984), in contrapposizione all’immaginaria “Utopia” di Thomas More. Tra gli inediti della rassegna, la partitura originale della IX Sinfonia di Nitsch, eseguita in anteprima mondiale lo scorso 3 luglio 2009 al Museo Nitsch di Mistelbach, che per l’occasione fa da soundtrack alla visita nel luogo più raccolto, la cripta della galleria al piano interrato. In vista della mostra i militanti di "100x100animalisti" hanno protestato contro l’artista viennese, che nelle sue performance spesso usa animali morti e squartati per dar vita a installazioni umane che 'grondano' sangue. Gli animalisti hanno ricoperto la vetrina della galleria che ospiterà la rassegna dedicata a Nitsch con striscioni e manifesti: hanno appeso manifesti definendo l'artista "sadico esibizionista".
FOTO E VIDEO
http://www.affaritaliani.it/culturaspettacoli/nitsch191109.html
PRIMO CANALE 19 NOVEMBRE 2009
Donna di 84 anni salvata dal cane
Sanremo (IM) - Una donna di 84 anni, caduta in casa ieri mattina all’alba, ed impossibilitata a rialzarsi, è stata salvata dal suo cane, un meticcio, che a forza di abbaiare, ha destato l’attenzione dei vicini che hanno chiamato i soccorsi. È successo in appartamento di corso Mazzini a Sanremo. L’anziana, salvata nel tardo pomeriggio, tranne un principio di disidratazione, era in buone condizioni di salute ed è stata portata al pronto soccorso per i controlli del caso. CORRIERE DELLA SERA 19 NOVEMBRE 2009
L'animale ha attirato l'attenzione del suo padrone, un poliziotto fuori servizio Sviene e cade in un canale, cane lo salva Il fiuto di un labrador è stato provvidenziale per un 42enne di Settimo Milanese che stava per annegare
MILANO - Per un malore ha perso conoscenza ed è scivolato in un canale: poteva essere la fine per un 42enne di Settimo Milanese, alle porte di Milano, se non fosse stato per il fiuto provvidenziale di un cane che passava di lì con il suo padrone, un poliziotto del commissariato Bonola, in quel momento fuori servizio. Il fatto è avvenuto poco dopo le 14 di mercoledì. L'uomo era scivolato nelle acque di un canale, nella frazione di Vighignolo, e giaceva sul fondo, privo di conoscenza. Il cane, un labrador di nome Pongo, ha iniziato ad agitarsi in prossimità delle sponde del torrente, attirando l'attenzione del padrone che lo stava portando a passeggio. Quando si è avvicinato, il poliziotto ha notato il corpo immobile sul fondo del canalone e ha chiamato il 112. IL SALVATAGGIO - I carabinieri e l'agente, servendosi del guinzaglio del cane e del cavo elastico dell'auto, hanno creato una fune di salvataggio e con quella sono entrati in acqua e sono riusciti a portare in salvo il 42enne, che nel frattempo aveva ripreso conoscenza. Trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di Rho, l'uomo è stato trattenuto in osservazione. SANREMO NEWS 19 NOVEMBRE 2009
Sanremo (IM): cade in casa, il suo cane 'avverte' i vicini
Carlo Alessi
Sanremo (IM) - Era caduta in casa all’alba e non riusciva più a rialzarsi. Ma il suo cane, un meticcio che vive in casa con lei, ha abbaiato per tutta la giornata, creando curiosità nei vicini che hanno chiesto aiuto. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, i medici del 118 ed un’ambulanza della Croce Rossa che l’ha tratta in salvo. La donna, S.A. residente in corso Mazzini a Sanremo, era in discrete condizioni di salute ed è stata portata in ospedale. RIVIERA 24 19 NOVEMBRE 2009
Donna cade in casa e non riesce a rialzarsi: il cane dà l'allarme abbaiando ai vicini
Fabrizio Tenerelli
Sanremo (IM) - Fortunatamente, la donna, tranne un principio di disidratazione era in buone condizioni di salute ed e' stata portata al pronto soccorso per accertamenti. Una donna di 84 anni, A.S., caduta in casa, intorno all'alba, e che non riusciva piu' a rialzarsi, e' stata salvata nel primo pomeriggio, in un intervento congiunto del 118, con la Croce Rossa e i vigili del fuoco, grazie al suo cane, un meticcio, che a forza di abbaiare, ha messo in guardia i vicini che non ricevendo risposte dell'anziana, che hanno cercato di richiamare suonando piu' volte alla porta di casa, hanno allertato i soccorsi. Fortunatamente, la donna, abitante in corso Mazzini, tranne un principio di disidratazione era in buone condizioni di salute ed e' stata portata al pronto soccorso per accertamenti. MESSAGGERO VENETO 19 NOVEMBRE 2009
Fuga di gas: un guasto
FONTANAFREDDA (PN). Sarebbe stato un guasto a causare l’incendio di una caldaia a gas verificatosi martedì in una palazzina del quartiere di Villadolt. La caldaia a gas era collocata in un apposito vano ricavato in un terrazzo, e per questo i danni sono risultati limitati. L’incendio si è sviluppato mentre i padroni di casa erano assenti: l’allarme è stato dato da un vicino, accortosi del fumo. Una curiosità: i vigili del fuoco di Pordenone, nel corso del loro intervento, hanno salvato anche tre gattini. Uno di essi, di due mesi e mezzo, risultava in condizioni critiche e s’è rivelato provvidenziale l’intervento del medico veterinario Enrico Chisari di Fontanafredda. La situazione, come ha sottolineato il professionista, era particolare. «I due animali adulti respiravano a fatica, ma non presentavano i sintomi del terzo felino, quello di più giovane età» ha raccontato Chisari, il quale ha posto l’accento sulla necessità di attivare, in clinica, uno specifico trattamento di ossigenoterapia. Al gattino sono stati somministrati appositi farmaci, e il quadro clinico è ben presto migliorato. «La proprietaria dei tre felini era particolarmente commossa – ha osservato il dottor Chisari – Avevano respirato sostanze tossiche per diversi minuti. L’intervento dei vigili del fuoco è stato particolarmente tempestivo. É andata bene».
LEGGO
19 NOVEMBRE 2009
BUTTA CANE GIÙ DAL PONTE INCASTRATO SUL WEB
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Prese un cane e lo buttò giù da un ponte, riprendendo il tutto con una videocamera grazie all'aiuto di alcuni amici, dopo di che pubblicò il video sul web. "Guardate, i cani possono volare", diceva ridendo Svajunas Beniukas, 22enne lituano, che non aveva però fatto i conti con gli amanti degli animali. Alcune associazioni, infatti, hanno preso a cuore la storia del piccolo cane Pepper ed hanno iniziato la caccia all'uomo sul colpevole dell'insano gesto. Dopo qualche settimana si è scoperta l'identità di Beniukas, e anche i precedenti in famiglia: sul sito Animalrights.lt, infatti, si legge che due anni fa suo nonno uccise un gatto dandolo in pasto ad alcuni cani affamati. Il 22enne, noto alla polizia locale, è disoccupato ed ha problemi con l'alcol ed è rimasto più volte coinvolto in alcune risse. Il cane Pepper, comunque, è sopravvissuto, anche s e in condizioni pessime: ora è ricoverato a Kaunas, in Lituania, nel centro per animali Nuaras, con parecchie ossa rotte, e i veterinari stanno facendo di tutto per salvarlo.
VIDEO
http://www.leggonline.it/video.php?idv=1322&id_news=34826
TG COM
19 NOVEMBRE 2009
Getta cane dal ponte: gogna online
Su social network pagine contro lituano
Si è fatto riprendere mentre getta da un ponte in Lituania il suo cagnolino Pipiras (Pepe) al grido di "Guardate, i cani sanno volare". E il video è finito subito in rete, suscitando sdegno in ogni parte del mondo. Ora sui social network il nome del 22enne lituano Svajunas Beniukas è associato a pagine quali "Buttiamo lui da un ponte", e "Vediamo se anche Beniukas sa volare".Il video ha anche fatto scattare scatenato una caccia all'uomo, che ha portato a individuare il ponte e la città ripresi nelle immagini. Subito allertata, alla polizia è bastato poco per risalire al 22enne che, a quanto pare, ha agito per vendetta perché l'animale avrebbe ucciso alcuni polli di sua madre.Il 22enne, disoccupato e già noto alla polizia locale per problemi di alcol e risse, sembra avere una propria radice familiare nella violenza agli animali: secondo il sito Animalrights.lt, due anni fa suo nonno uccise un gatto dandolo in pasto ad alcuni cani affamati. Il cagnolino Pipiras, invece, è ancora vivo. Qualcuno, dopo aver assistito al sadico lancio dal ponte, è riuscito a prestargli soccorso: nonostante gravissime fratture e lesioni agli organi interni, i veterinari non disperano di riuscire a salvarlo.
VIDEO
http://www.video.mediaset.it/mplayer.html?sito=tgcom&data=2009/11/23&id=33094&from=link
ANSA AMBIENTE
19 NOVEMBRE 2009
ANIMALI: LAV,ALLARME VIVISEZIONE,VIDEO-SHOCK CATTURA PRIMATI
ROMA - Immagini shock testimoniano la cattura in natura di primati destinati alla vivisezione. A diffondere in Italia le immagini raccapriccianti che documentano sofferenze fisiche e psicologiche e' stata la Lega Antivivisezione ,che rende noto lo stesso video e lancia un appello agli europarlamentari in vista della revisione della direttiva sulla sperimentazione animale. Il filmato e' stato realizzato dall'associazione britannica antivivisezionista Buav (British Union for the abolition of vivisection). ''Solo nel 2008, secondo le ultime statistiche della Convenzione sul traffico di specie protette (Cites) - riferisce la Lav - piu' di 14.000 macachi sono stati spediti dalla Cambogia in Cina, Vietnam, Europa e America, circa il doppio del numero esportato nel 2007; questo dato e' reso ancora piu' allarmante dal fatto che per catturare un piccolo bisogna uccidere tutto il gruppo sociale che cerca di difenderlo''. Queste scimmie, il cui valore economico si aggira tra i 50 e i 125 dollari - sottolinea la Lav - subiscono molteplici violenze fisiche e psicologiche: dalla cattura alla detenzione negli stabulari, fino alle discutibili pratiche della sperimentazione nei laboratori. ''Il filmato illustra inequivocabilmente come la cattura in natura di primati, destinati ai laboratori di tutto il mondo, sia una pratica fortemente invasiva che procura alti livelli di sofferenza e distrugga la biodiversita' di Paesi gia' poveri alimentando, anche la caccia illegale'', ha detto Michela Kuan, responsabile Lav settore vivisezione, sottolineando che ''gli animali utilizzati a fini scientifici subiscono gravi violenze dal momento in cui nascono, o vengono catturati in natura, fino alla soppressione''. La Lav ha chiesto quindi l'adesione all'appello della Coalizione Europea per la fine della sperimentazione animale.
AOSTA SERA
19 NOCEMBRE 2009
Caccia, a fin di bene, ai mufloni: saranno ospitati nell'allevamento di renne a Courmayeur
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di Moreno Vignolini
Courmayeur - Grazie alla sensibilità e alla buona volontà di Lorenzo Sangabriele ed Emilio Péaquin, i mufloni, una volta presi, troveranno una nuova casa e arricchiranno con la loro presenza l’allevamento di renne che si trova a Courmayeur, in fraz. Dolonne.
Buone notizie per i sostenitori dei “mufloni clandestini”. La notizia, infatti, che i due animali sarebbero stati abbattuti ha creato il malcontento nella popolazione. La novità è che la Direzione regionale della Forestale tenterà ancora di catturarli prima dell’arrivo della neve. Dove finiranno poi i due animali, mamma e cucciolo? Saranno rispenditi oltre confine? No. Grazie alla sensibilità e alla buona volontà di Lorenzo Sangabriele ed Emilio Péaquin, i mufloni troveranno una nuova casa e arricchiranno con la loro presenza l’allevamento di renne che si trova a Courmayeur, in fraz. Dolonne.La proposta di accoglierli nel centro è partita infatti proprio dai due allevatori: “Mi ha chiamato “Nonno Emilio” (Emilio Péaquin) – racconta Lorenzo Sangabriele – raccontandomi di quanto stava avvendo in Valle d’Aosta e per impedire che i due animali fossero uccisi, abbiamo proposto al Presidente della Regione e poi all’Assessore all’Agricoltura, di farci carico dei mufloni una volta presi”.
Nonno Emilio, in pensione e con la passione per gli animali, si occupa delle otto renne dell’allevamento che dall’anno scorso trova sede ideale a Courmayeur. Mentre era per boschi a raccogliere licheni per i suoi animali ha intravisto i due mufloni, mamma e cucciolo. Una volta saputo dell’intenzione e dell’ordinanza per abbatterli non ha perso tempo ed ha chiamato Lorenzo, proprietario dell’allevamento di renne. L’idea di accogliere i due animali tra le renne è stata consueguenza immediata del loro amore e passione per gli animali. “I tentativi di questa mattina per prenderli sono stati vani – racconta Lorenzo – i due animali si stanno spostando e dalla Val Ferret si sono spostati in una zona più vicina a Courmayeur e poco agevole. Inoltre, non sono così socievoli quindi è più difficile prenderli”. Non resta che incrociare le dita e attendere la cattura, a fin di bene, dei due mufloni. Mamme e cucciolo non sanno che ad attenderli c’è un ricovero tranquillo proprio lì vicino. Speriamo che vengano richiamati dallo scampanellio della slitta di “Babbo Natale”.
APCOM
19 NOVEMBRE 2009
Mimi', l'ippopotama del Bioparco di Roma è triste senza Carlo
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Guardiani reparto erbivori la coccolano ma lei è inconsolabile
Roma, 19 nov. (Apcom) - Una storia d'amore a quattro zampe durata ventotto anni. Ma da quando il suo compagno Carlo è deceduto, qualche mese fa, l'ippopotama Mimì non è più la stessa. Ha meno appetito e nuota nella vasca con un'espressione triste. I guardiani del reparto erbivori del Bioparco di Roma la riempiono di attenzioni, ma le 'coccole' ma non bastano, poiché l'ippopotamo anfibio è un animale sociale e quindi ha bisogno di compagnia. Mimì, uno degli animali più amati dai bambini, ha 30 anni ed è arrivata allo zoo di Roma nel 1981 insieme a Carlo, entrambi provenienti dallo Zoo di Napoli. Hanno trascorso tutti questi anni insieme, senza separarsi nemmeno un giorno; tra loro si era dunque creato un grande affiatamento. Il Bioparco informa che il suo staff del Bioparco si è subito mosso per trovarle compagnia: in questi giorni è stata individuata una giovane femmina in uno zoo spagnolo e si sta facendo di tutto per farla arrivare a Roma in tempi stretti. Nell'attesa che arrivi la compagna, il Bioparco invita tutti i bambini che abbiano voglia di 'tirare su il morale' a Mimì, inviando pensieri e disegni alla mail: info@ bioparco.it . RSI.CH 19 NOVEMBRE 2009
Cane obeso, padrone condannato Barney, un dalmata di otto anni, aveva raggiunto il doppio del peso forma
Un tribunale del nord-ovest della Gran Bretagna ha condannato oggi John Green, di Macclesfield, al divieto di possedere cani per un periodo di dieci anni e a duecento ore di lavori d’interesse pubblico. La denuncia nei confronti del quarantenne è giunta dai responsabili della locale società di protezione degli animali, preoccupati perché, a forza di nutrirlo di patatine e cioccolato, ha fatto diventare obeso il suo dalmata. A più riprese l’uomo era stato messo in guardia contro il pericolo che faceva correre a Barney, questo il nome del cane, ma ha sempre fatto orecchie da mercante. Di conseguenza, l’animale è stato sottratto alla custodia del padrone quando ormai aveva raggiunto i settanta chili di peso, ovvero più del doppio del normale per questa razza. Barney, otto anni, è stato affidato ad un canile, dove specialisti lo hanno messo a dieta e gli hanno fatto un programma di attività fisica su misura. Risultato: ha perso trenta chili ed è nuovamente in buona salute.
IL GIORNALE
19 NOVEMBRE 2009
In tv tutti parlano di cani senza saperne quasi nulla
OSCAR GRAZIOLI
Si è mai visto un talk show sulla storia di un serial killer, in cui mancassero il criminologo e lo psichiatra di turno? No. Si è mai visto un talk show sugli interventi di chirurgia estetica senza la presenza del chirurgo plastico? No. Si è mai vista una trasmissione in cui si disserta di dolore nel taglio della coda, di sindrome dell'artofantasma e di sterilizzazioni, senza la presenza di un medico veterinario che si occupa di patologia e chirurgia del cane e del gatto? Sì, sempre. Quando si parla di cani, gatti o animali in genere, entrando nello specifico dei loro problemi di salute, il parterre si affolla di avvocati, deputati, star del cinema, cantanti, e dell'immancabile addestratore di cani famosi. È il caso di Porta a Porta, il talk show notturno condotto da Bruno Vespa che, l'altra sera si è occupato per due ore piene di una legge che ha bloccato per un giorno il Parlamento surriscald ando gli animi. Si trattava di ratificare una norma europea che pone al bando gli interventi di chirurgia estetica sui cani. In soldoni, bando al taglio di orecchie e coda. Ora, molti cacciatori vogliono, per alcune razze, la coda mozza perché quando s'infilano nei rovi non si feriscano. Dopo aspri scontri tra le due fazioni, il provvedimento è tornato alla camera. Di questo dunque, oltre che di aggressività dei cani e di randagismo, si è parlato animatamente con un Vespa divertito che gironzolava per lo studio tenendo al guinzaglio il bracco di Gabriele Cimadoro (cacciatore pro coda mozza dell'Italia dei Valori), mentre un Vittorio Sgarbi annoiato si lasciava andare a provocazioni ipnoinduttive, meglio del Valium. «Tenere un cane al guinzaglio è un atto di sadismo. Nessun uomo è tenuto al guinzaglio. Come sadico è tenere cani oltre il piano rialzato, perché lede la loro dignità».Sgarbi quando parla d'arte (e di donne) è inarrivabile e mi rapisce come un notturno di Chopin. In questi casi invece lo adoro come l'heavy metal e la musica dodecafonica.Il ministro Brambilla e il sottosegretario Martini hanno fatto la parte del leone (e per gli animali stanno facendo veramente tantissimo) con alcune esagerazioni e inesattezze dovute a un eccesso di entusiasmo e a una scarsa conoscenza scientifica dei problemi, che peraltro da loro non si pretenderebbe neanche. «Il taglio della coda provoca dolore intraoperatorio e postoperatorio» hanno affermato. Mettiamoci d'accordo. Se l'intervento è operatorio, ovviamente deve essere fatto in anestesia generale, quindi niente dolore, ci mancherebbe altro. Su questo punto, mi spiace ma ha ragione Cimadoro, quando afferma che il taglio della coda, se eseguito nei primissimi giorni di vita, non provoca dolore. I centri del dolore si integrano dopo. A 5 giorni di vita il taglio della coda equivale a una «pestatina» dell a mamma mentre allatta. Quanto alla sindrome dell'arto fantasma, che si verifica spesso nelle persone amputate, non esiste alcuna evidenza scientifica sul fatto che possa interessare i cani. Detto questo, sia ben chiaro che sono del tutto contrario a tali mutilazioni. Se il cane a caccia si ferisce la coda lo si curi e lo si tenga a riposo. Amen.Quando poi ho sentito affermare che «i pitbull sono cani da bambini», con l'assenso dell'addestratore Perla, mi si sono rizzati peli e capelli. Non esageriamo e soprattutto non mettiamo in ulteriore pericolo i bambini che già c'è la «suina» a pensarci.Per fortuna alla fine è entrato Rex e, sulle immagini di Rin Tin Tin e Lassie, si son tutti rasserenati. Tranne il veterinario che, a casa, ha sentito qualche barbarie di troppo. Scientifica, naturalmente.
TRENTINO 19 NOVEMBRE 2009
Preso bracconiere, nascondeva un arsenale
Maurizio Di Giangiacomo
TRENTO. La Forestale di Pergine ha denunciato un bracconiere. Fermato mentre raccoglieva dei merli appena abbattuti, nella sua abitazione di Canezza nascondeva un autentico arsenale. L’operazione anti-bracconaggio è scattata nel tardo pomeriggio di lunedì. Allertati dal fatto che dall’interno dell’edificio fosse stato esploso un colpo di arma da fuoco, il personale del Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento assegnato alla stazione forestale di Pergine ed i custodi forestali del consorzio di vigilanza boschiva del posto hanno sorpreso l’uomo mentre cercava di occultare una trappola armata e predisposta per la cattura di animali. Ma forse nemmeno immaginavano cosa avrebbero rinvenuto di lì a poco. Sentito il pubblico ministero di turno, i forestali hanno poi proceduto alla perquisizione dell’abitazione. Qui sono venute alla luce 8.200 cartucce, sia a pallini che a palla, detenute senza denuncia ed in eccesso rispetto al quantitativo massimo ammesso dalla legge, polvere da sparo, un proiettile d’artiglieria di fabbricazione austriaca, un riduttore di calibro per fucile a canna rigata privo di segni e punzoni identificativi e trenta tra tagliole a scatto e reti per la cattura di uccelli, oggetti la cui detenzione è vietata. E ancora un capo di gallo cedrone imbalsamato, specie appartenente alla tipica fauna stanziale alpina di cui sono vietati l’abbattimento e la detenzione, privo peraltro di qualsiasi certificazione attestante la provenienza. L’uomo, dopo l’identificazione, è stato segnalato alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Trento per i reati previsti in materia di armi e dalla normativa relativa all’esercizio della caccia e della protezione della fauna selvatica. IL GIORNALE 19 NOVEMBRE 2009
Cade un mito: le colombe sono cattive, i falchi buoni
In questi giorni si fa un gran parlare nel Pdl dello scontro tra «falchi» e «colombe» sulla giustizia. Nell’immaginario collettivo la colomba rappresenta il simbolo della pace, bontà e purezza, riprodotta perfino nel dolce pasquale. Invece spesso il termine «falco» viene usato metaforicamente per indicare atteggiamenti aggressivi, bellicosi e interventisti. Questa credenza è errata: nel regno animale le due creature sono l’opposto. La colomba è un animale aggressivo, possessivo, difende il proprio territorio a tutti i costi, e pare che in alcuni casi pratichi addirittura il cannibalismo. I bellissimi colombi Fiorentini, oltre a essere estremamente aggressivi tra di loro, tendono a rompere uova altrui. La colomba, in particolare le tortora, non conosce la parola pietà neppure con i suoi simili. Konrad Lorenz, l’etologo premio Nobel nel 1973, nel libro L’anello di re Salomone scrisse: «Misi due tortore in un ampia gabbia. All’inizio non presi sul serio le piccole baruffe che scoppiavano tra i due futuri sposi... ma rincasando il giorno dopo mi trovai di fronte a uno spettacolo orrendo. La tortora nostrana giaceva a terra, aveva la nuca, il collo e tutto il dorso completamente spennati, ma talmente martoriati che formavano un’unica sanguinolenta ferita. Ritta nel mezzo di questa piaga, stava l’altra colombella della pace, che con quell’espressione trasognata, che la fa apparire tanto simpatica all’osservatore, continuava senza posa a frugare con becco nelle ferite del suo povero soggiogante compagno. Se questo tentava di risollevarsi, essa subito lo aggrediva, sbattendolo al suolo con le sue tenere alucce, e proseguiva nel suo lento e micidiale lavorio». Il commento di Lorenz fu: «Le tortore sono le più feroci con gli animali della propria specie».
IL TIRRENO
19 NOVEMBRE 2009
I Nas nell ambulatorio Cimarosa
Francesco Turchi
EMPOLI (FI). Archiviata la serata che gli ha regalato suo malgrado la ribalta nazionale, la giornata del veterinario Vittorio Frediani è iniziata con la visita dei Nas nel suo ambulatorio di via Cimarosa: «Hanno fatto un verbale e probabilmente mi manderanno una multa. Ma non è questo il problema». Frediani è sconsolato, ma anche deciso a far valere la sua versione dei fatti e a tutelare la sua immagine. Martedì il tg satirico Striscia la notizia ha mandato in onda un servizio di Edoardo Stoppa relativo a una falsa veterinaria che ha visitato un cane e gli ha prescritto medicinali senza averne i titoli (come poi lei stessa tra l’altro ha ammesso). La signora in questione è Mirella, la moglie di Frediani: «È stata raggirata e ha commesso un errore». Poi racconta la sua versione dei fatti: «Io sono uscito per fare una visita e ho lasciato mia moglie in ambulatorio. Lei non effettua le visite, i miei clienti lo sanno. Sono entrati questi signori e si sono raccomandati: “Signora visiti il nostro cane, non sta bene”. E di fronte al cordiale rifiuto di mia moglie: “Lo visiti lei. Anzi, è anche meglio perché ha paura dei veterinari uomini”. E lei ha ceduto. È chiaro che volevano colpirci». Quindi uno scatto d’orgoglio: «Faccio questo lavoro da trent’anni. I miei clienti sanno benissimo con quale impegno svolgo la mia professione e sono al corrente del mio ruolo e di quello di mia moglie. E infatti in tanti stamani mi hanno telefonato per manifestarmi la loro solidarietà: questo mi ha fatto immensamente piacere». Secondo Frediani il servizio di Striscia ha fornito un’immagine distorta della realtà: «Qualcuno ha voluto esagerare e ho già contattato il mio avvocato per tutelarmi. Comunque per certi aspetti sono anche tranquillo perché è stata data un’immagine negativa del mio ambulatorio soltanto all’esterno, a chi non mi conosce. Chi ha a che fare con me, sa qual è la realtà: questo mi rincuora». Della vicenda si stanno occupando anche i carabinieri della compagnia di Empoli. Nel servizio di Striscia, viene intervistato anche Leonardo Mori, veterinario di Montelupo che di fatto smentisce la diagnosi di Mirella Frediani sul cane-esca: «Non sono stato io a chiamare Striscia. Però avevo sentito parlare di questa situazione e, stando alle segnalazioni dei clienti, ci sarebbe almeno un altro caso del genere nel circondario. Ed è giusto che vengano presi provvedimenti, perché io per esercitare la professione mi sono laureato, partecipo a convegni e corsi di aggiornamento. E così devono fare gli altri». Poi puntualizza ancora: «Io sono stato contattato da alcuni clienti per mettere a disposizione la mia professionalità e rendere più completo il servizio. Ma la denuncia non è partita da me». Intanto anche l’Asl si sta interessando alla questione: «Monitoriamo costantemente i 40 ambulatori presenti nei 15 comuni di nostra competenza - spiega il responsabile dell’Igiene degli allevamenti, Andre Nunziati - e non sono mai emerse situazioni del genere. E non ci erano mai state fatte segnalazioni. Comunque seguiremo le indagini per capire come stanno le cose».
LA STAMPA 19 NOVEMBRE 2009
La Pet Therapy riduce il ricorso ai farmaci antidolorifici La terapia assistita per mezzo di animali da compagnia aiuta a stimolare il benessere psico-fisico dei pazienti
Secondo un nuovo studio condotto dagli scienziati del Department of Medical Center Information Systems presso la Loyola University Health System (LUHS) la Pet Therapy favorisce il totale recupero nei pazienti che hanno subito un intervento chirurgico o un trapianto sia a livello fisico che psichico e riduce il ricorso ai farmaci antidolorifici nella misura del 50%. PAGINE MEDICHE 19 NOVEMBRE 2009
Pet Therapy: la salute dell'uomo e gli animali 'senza controindicazioni'
In un Convegno svoltosi a Roma si è parlato di “Uomini e animali. Siamo poi così diversi?”, promosso dalle Associazioni “Donne in Rete” e “ Form Azione”.In occasione di tale evento l’ On. Francesca Martini, sottosegretaria alla Salute, ha illustrato un disegno di legge-quadro in materia di diritto alla salute e di tutela degli animali, che dovrà seguire il normale percorso parlamentare.Risulta che negli ultimi anni il rapporto uomo-animale è diventato sempre più stretto e profondo. In Italia gli animali domestici sono circa 45 milioni di cui 7 milioni cani, 7,5 gatti, ma si parla anche di uccelli, pesci, roditori ed altre specie.Gli animali sono considerati amici di una vita, compagni di giochi per bambini e compagni durante la vecchiaia, presenze insostituibili, come nel caso dei non vedenti e della Pet Therapy.L’importanza del ruolo degli animali nella salute dell’uomo si è sviluppato e si è strutturato nel corso della storia, ma dobbiamo aspettare il XVIII secolo per avere teorizzazioni in merito al sollievo dovuto alla presenza di animali, nello specifico cani e gatti, in casi di pazienti con disturbi mentali.Per questi ultimi entrare in relazione con questi animali significava entrare in relazione con il mondo esterno. In seguito gli studiosi hanno notato miglioramenti anche nei casi di reduci del secondo conflitto mondiale.Quindi è il caso di dire che gli animali possono intervenire positivamente per il benessere psichico e fisico dell’uomo.La definizione teorica del ruolo degli animali nella salute dell’uomo viene enunciata per la prima volta nel 1964 dallo psichiatra infantile Boris Levinson. Egli notò l’effetto benefico del suo cane durante le sedute con pazienti affetti da disturbi psichici.Il cane rendeva più semplice il rapporto medico – paziente ed il rapporto paziente – paziente. All’interno del suo libro “Il cane come coterapeuta” troviamo per la prima volta il termine “Pet Therapy”, terapia per mezzo degli animali.Infatti con questo termine si indicano l’insieme delle terapie strutturate sul rapporto uomo – animale atte ad intervenire a livello terapeutico, ricreativo ed educativo.Queste terapie sono condotte da professionisti e da volontari adeguatamente formati e con animali che devono possedere determinate caratteristiche, come ad esempio una buona dose di docilità e devono essere controllati periodicamente da addestratori e veterinari.La diffusione di questo metodo di cura è dovuto anche all’attività della “Delta Society”, fondazione americana, nata nel 1981, socio assistenziale punto di riferimento in questo ambito.La Pet Therapy è una terapia che va effettuata insieme ad altre terapie e non in sostituzione, va strutturata sulla base della tipologia di malattia o del disagio da curare, della situazione del paziente e dell’interazione tra animale, operatore, paziente. Gli obiettivi sono principalmente di natura psicologica e cognitiva, come ad esempio, la diminuzione dell’ansia e del senso di solitudine, il miglioramento dell’autostima, l’aumento dell' attenzione, l’interesse per la partecipazione ad attività di gruppo e alle interazioni con l’esterno.In ambito medico-scientifico sono state individuate tre differenti tipologie d'interventi: l'attività svolta con l'ausilio di animali (AAA), le terapie assistite con gli animali (AAT) e l'educazione assistita con gli animali (EEA).La AAA riguarda le attività finalizzate a migliorare la qualità della vita di ipovedenti, anziani, bambini e malati terminali. Sono interventi educativi e ricreativi che possono essere condotti in differenti ambienti, sotto il diretto controllo di professionisti. Si tratta di incontri e visite con animali da compagnia, come il caso di una casa di riposo di Modena, il cane Tricky e l’istruttore cinofilo, nell’ambito del progetto “Fido”.Tricky si è occupato di alcuni anziani con problemi di deambulazione, depressione, non vedenti, malati di Alzheimer ed insieme hanno raggiunto ottimi risultati. Una signora ospite della casa di riposo affetta da depressione è riuscita a manifestare sentimenti di gioia, definendo Tricky la sua felicità più grande.La seconda tipologia di intervento è definita AAT, è un’attività terapeutica che agisce sulla salute del paziente. E’ importante ricordare che nessuna di queste terapie può sostituire quella medica, ma può supportarla e rafforzarla. Questa tipologia ha degli obiettivi ben precisi e deve essere analizzata e valutata. E’destinata a pazienti con problemi cognitivi, comportamentali e psicosociali ed è finalizzata al miglioramento di alcune capacità mentali, di interazione, al controllo dell’iperattività, al trattamento delle fobie animali. In questo caso gli animali sono co-terapeuti, parte attiva della terapia.L’ultimo tipo, EEA, consiste in progetti portati avanti in scuole, materne e elementari, aventi gli obiettivi di educare alla conoscenza, al rispetto e di sviluppare un sano rapporto con gli animali, di promuovere l’interazione dei bambini con l’ambiente esterno.In alcuni casi si è osservato il miglioramento da parte dei bambini più problematici dell’attenzione, dei voti a scuola e dei rapporti con gli altri bambini. In una scuola di Padova, ad esempio, sono state svolte sedute di Pet Therapy con un malamute, rivolte a quattro bambini con disagi motori, comportamentali e psichici.Questa esperienza viene raccontata direttamente dall’insegnante di sostegno dei bambini. Gli incontri miravano a promuovere l’integrazione e l’autonomia dei bambini, il miglioramento degli aspetti linguistici e motori.L’attenzione dei bambini si è focalizzata subito sul cane, superando le paure iniziali, arrivando ad eseguire con il cane esercizi molto utili di coordinazione, comunicazione, concentrazione.Tutto ciò è stato possibile grazie alla disponibilità della scuola e dei familiari, alle capacità del malamute e, soprattutto, all’interazione che si è creata.Infatti gli attori coinvolti sono molteplici e multidisciplinari. Il medico, lo psicologo, il terapista, l’assistente sociale, l’infermiere, l’insegnante, la pedagogista, il veterinario, il biologo, l’addestratore, il conduttore degli animali, il volontario, l’animale, il paziente, i familiari: tutti indispensabili.La Pet Therapy è un’attività complessa che richiede il contributo di differenti discipline e di un team interdisciplinare.Nel corso della terapia intervengono meccanismi molto importanti per la riuscita della stessa. Essi sono meccanismi di tipo comunicativo, ludico, di responsabilizzazione, affettivo, interattivo. La comunicazione tra uomo e animale si basa su un linguaggio molto semplice, ripetitivo, simile a quello materno: l’effetto è la rassicurazione e la tranquillità.Il paziente è a proprio agio e riesce ad instaurare un rapporto spontaneo proprio perché l’animale non può contraddire nè giudicare. Mediante il gioco con l’animale aumenta il benessere e si riduce l’ansia e lo stress, cosa che non accade nelle relazioni interpersonali. Inoltre, prendersi cura di un animale può aiutare in casi di depressione, può responsabilizzare e aumentare la consapevolezza nei pazienti.Nel corso delle sedute si crea un legame paziente - animale che diventa un modello base per costruire relazioni sociali, un modello positivo, perché ad esempio il cane ispira bontà e fiducia, qualità che non si trovano facilmente nel contatto con gli altri esseri umani.E’ importante però sottolineare che la Pet Therapy non deve sostituire le relazioni con l’esterno e che il rapporto del paziente con l’animale deve essere controllato per evitare l’eventualità di un isolamento relazionale.Il cane non può giudicare e non può deludere, perciò esiste il rischio oggettivo di chiudersi in questo rapporto ed è prevista la costante supervisione di un’equipe specializzata.Quest’ultima controlla il paziente, l’animale e l’interazione tra i due. L’animale deve possedere determinate caratteristiche sanitarie, fisiche e comportamentali e deve essere accuratamente addestrato. La Delta Society ha approntato il Pet Partner Aptitude Test (PPAT) per valutare se conduttore e animale hanno le capacità e il potenziale per partecipare alla terapia.Infatti entrando in contatto con persone affette da gravi disturbi emotivi, devono essere particolarmente calmi ed evitare reazioni indesiderate. L’animale però non è un oggetto nella terapia ma uno degli attori. Durante la terapia si tiene conto della salute dell’animale e dei livelli di stress raggiunti dallo stesso, però ci chiediamo se esistano delle regole ben precise e ineludibili in merito a questo argomento.Gli animali coinvolti nelle terapie sono cani, gatti, criceti, conigli, asini, capre, mucche, cavalli, uccelli, pesci, delfini. Cani e gatti vengono scelti abitualmente, il cane per il rapporto privilegiato che ha sempre avuto con l’uomo, il gatto per la semplicità nel curarlo.Criceti e conigli sono molto utili nelle terapie su bambini che manifestano difficoltà nella crescita, mentre si privilegiano i cavalli nei casi di bambini autistici, con la sindrome di Down, diversamente abili.Se i cavalli sono scelti in casi di disturbo motorio e comportamentale, i delfini per depressione e disturbi della comunicazione.Nella Pet Therapy i soggetti principalmente coinvolti sono bambini ed anziani. Si tratta disturbi di tipo comportamentale, linguistico, emozionale, motorio, deficit di apprendimento, sindrome di Down, di West, arrivando fino a patologie di demenza senile.In molti casi entrare in contatto con l’animale rappresenta un’apertura verso l’esterno, prendere consapevolezza del proprio corpo, ridurre stati di confusione e di ansia, fino ad arrivare a mettere le basi per un equilibrio psico-fisico del paziente. Infatti la presenza dell’animale può aiutare a controllare stati emotivi ed a migliorare la riabilitazione motoria, rendendo meno noiosi esercizi e la degenza in ospedale.Un caso inerente proviene dalla Delta Society, una terapista in una clinica di riabilitazione per anziani e il suo cane. I pazienti grazie alla presenza dell’animale sono riusciti ad eseguire esercizi di equilibrio motorio inconsciamente, mentre giocavano o accarezzavano il cane, migliorando e rilassandosi.D’altra parte esistono anche casi in cui non è consigliabile questo tipo di terapia. Quando il paziente non è reputato in grado di prendersi cura di un animale o mostra una forte possessività, o quando si è di fronte a casi di oggettivi limiti di natura motoria o psicologica (gravi handicap o disturbi psichiatrici), o in casi di allergie.La Pet Therapy se coscienziosamente condotta arriva a risultati insperati e affianca le terapie tradizionali rafforzandole, ma non può essere considerata la principale risposta e non si può prescindere dalle condizioni del paziente.In Italia l’interesse per questo tipo di terapie è molto aumentato negli ultimi anni, coinvolgendo il Ministero della Salute, scuole, centri di riabilitazione, case di riposo, Istituti scientifici e di ricerca, come l’Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise “G.Caporale"(IZSAM), il Centro di Collaborazione OMS/FAO per la Sanità Pubblica Veterinaria, Laboratorio di fisiopatologia e di sistema presso l’Istituto superiore di Sanità.Si parla anche di associazioni come: l’A.I.U.C.A. (Associazione Italiana Uso Cani d’Assistenza) che si occupa della formazione di operatori ed animali, la Arion di Roma che ha in corso un progetto di delfinoterapia, il Centro XXV aprile di S. Giovanni in Persiceto che si occupa di malati psicotici cronici.Per quanto concerne il coordinamento e la ricerca la città di Roma è uno dei fulcri della Pet Therapy. Si tratta di ricerche imperniate sul rapporto uomo-animale, sui benefici in particolare per anziani e bambini diversamente abili e degenti, fino al reinserimento sociale di ragazzi all’interno di carceri minorili. Ricerche più recenti sono state condotte anche su malati di slerosi multipla e su pazienti in una condizione post-comatosa.La Pet Therapy è stata legittimata come strumento efficace di supporto nell’ultimo decennio, ma è il caso di ricordare che il primo corso informativo è stato organizzato nel 1994 dal Centro OMS/FAO. Ci sono voluti anni prima che in Italia si prendesse in considerazione seriamente questo tipo di terapia, che funziona grazie all’intervento di molti professionisti, volontari e tanti animali. LA PROVINCIA PAVESE 19 NOVEMBRE 2009
Dog sitter in aiuto agli anziani
Paolo Calvi
SANNAZZARO (PV). Gli anziani che in casa vivono della sola compagnia di una cane la conoscono per il suo buon cuore e per l’amore che nutre per gli animali. Barbara Stemmler è diventata per molti di essi non solo l’amica-confidente, ma anche la volontaria che dona il suo tempo libero per portare a spasso i loro cani almeno una volta al giorno. Barbara, diventata la «dog-sitter» per eccellenza, ammette: «Il cane per un anziano solo è un bene inestimabile. Offro il mio aiuto a chi è impossibilitato a garantire quei pochi passi all’aria aperta al suo fedele cagnolino: scarsa salute, difficoltà nel camminare, maltempo o freddo scoraggiano la passeggiata. Allora provvedo quasi quotidianamente a recarmi a casa di alcuni pensionati con cui ho rapporti di amicizia per due chiacchiere; poi prendo al guinzaglio il cane e faccio il giro degli isolati. Un piacere per me, per l’amico quadrupede e per l’anziano». Barbara è vissuta sin da bambina con tanti animali in casa, gatti soprattutto. Da dodici anni è legata a Stella, la sua meticcia affettuosa che vive in casa, assieme a lei e ai suoi genitori. «Ho imparato a capire il linguaggio degli animali - osserva - e capisco quando soffrono, quando gioiscono. Un esempio? Quando arrivo nelle case dei miei amici anziani, sono proprio i cani a farmi per primi festa». Poi, armata di paletta e di sacchetto, comincia il giro con i cani al guinzaglio. Gli anziani come vedono questa azione di volontariato? Una su tutte, la pensionata L.S., 76 anni, invalida, dice: «In casa ho due angeli custodi: il mio cane e Barbara. Senza di loro la vecchiaia sarebbe più pesante da affrontare». TRENTINO 19 NOVEMBRE 2009
Sono giganti da 60 chili ma ritenuti non «cattivi»
ARCO (TN). L’alano è un cane dalle grandissime dimensioni: un vero gigante coi suoi 80 centimetri di altezza minima e un peso medio che si aggira sui 60 chilogrammi. Nonostante la sua mole, e nonostante i lontani antenati degli esemplari attuali venissero utilizzati per la caccia al cinghiale, questo Apollo delle razze canine non è ritenuto aggressivo: anzi, viene considerato istintivamente buono, affettuoso e attaccato ai propri padroni (specialmente ai bambini), e di contro riservato con gli estranei. L’alano, infatti, è ritenuto un animale da famiglia, e a dispetto della stazza predilige la vita di appartamento. Nell’ultima lista ministeriale delle razze pericolose (redatta a fine 2006), l’alano era stato depennato dall’elenco dei cattivi in cui un tempo figurava. In marzo è entrata in vigore una nuova ordinanza che afferma come non sia possibile stabilire il rischio di maggiore aggressività in base alla razza. IL SECOLO XIX 19 NOVEMBRE 2009
Guerra, carne e polemiche
Il nuovo libro di Sarah Palin è appena uscito in libreria è già è in corso una campagna tra i vegetariani d’America per il boicottaggio: in `Going Rogue´, numero uno per copie vendute su Amazon davanti ai bestseller di Dan Brown e Stephen King, c’è troppa carne, anche se forse non troppa carne al fuoco. «Pistole, budella di pesce, ore e ore passate a discettare sull’amore per la carne preferibilmente rossa e preferibilmente di selvagginà, ha protestato Tim Rutten che ha recensito il volume sul Los Angeles Times. In `Going Rogue´ (difficile la traduzione italiana, qualcosa sul tipo di diventare ribelle o uscire dalle righe) c’è anche una foto del padre che insegna alla giovane Sarah come scorticare una foca, attività oggi proibita per tutti gli abitanti dell’Alaska con l’eccezione degli Eschimesi sulla base della legge per la protezione dei mammiferi marini. Scrive la Palin: «Se un vegano dovesse mai venire a cena da me lo potrei mescolare all’insalata e spiegargli la mia filosofia di carnivora convinta: se Dio non avesse voluto che noi mangiassimo gli animali, come mai li ha fatti di carne?». In `Going Rogue´ la Palin descrive cosa ordina dal macellaio (quando non se lo procura lei stessa con la doppietta): hamburger di bacon, succulente braciole di maiale, soprattutto dalla parte del grasso, prima di concludere che quel che veramente le piace di più sono le bistecche di alce e caribù. «Mi piace ricordare alla gente che c’è ampio spazio per gli animali in Alaska... accanto a una porzione di purè di patate». Tra i vegetariani, ha protestato contro la Palin l’organizzazione per il trattamento etico degli animali `Peta´: la presidente dell’associazione Ingrid Newkirk ha scritto una lettera aperta alla ex governatrice e ha definito fuori moda le sue posizioni: «Evidentemente la Palin trova l’evoluzione un concetto troppo difficile da digerire e questo si applica anche all’evoluzione delle sue idee». Il libro della Palin è uscito in libreria ieri e per parecchi politologi la campagna di lancio assomiglia molto ai prodromi di una corsa presidenziale, anche se la stessa Sarah ha detto alla Abc che una corsa nel 2012 per la Casa Bianca «per il momento» non è nelle carte. Animalieanimali 19 NOVEMBRE 2009
SENTENZA, GATTI HANNO DIRITTO A CASETTE CONDOMINIO
Dopo tre anni di discussione è arrivata la sentenza di primo grado che riconosce ai gatti di un condominio di via Mar Nero a Milano il diritto di vivere nell'edificio e alla famiglia di gattari che se ne occupa a lasciare le casette che avevano predisposto nelle zone comuni del palazzo: lo comunica l'Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) che definisce la sentenza del Tribunale di Milano "senza percedenti" e "storica". LA TRIBUNA DI TREVISO 19 NOVEMBRE 2009
Sequestrate 24 mucche e 10 capre non registrate Allevatore denunciato
Rubina Bon
MONASTIER (TV). Ventiquattro mucche da carne di razza pezzata rossa e chianina bianca e dieci capre: questo l’insolito oggetto del sequestro effettuato martedì dalla polizia locale di San Biagio-Monastier-Zenson. I capi di bestiame, ricoverati presso un allevamento di via Callaltella, sono risultati non registrati all’anagrafe e privi della marca auricolare, ossia di quella targhetta posta sull’orecchio dell’animale per indicarne la provenienza. Impossibile, quindi, procedere con le verifiche per la tracciabilità dei capi di bestiame. Le indagini sono partite dopo che una mucca gravida era scappata dall’allevamento ed era stata ritrovata in strada. Dopo essere risaliti al proprietario, era seguito il sopralluogo all’allevamento da parte degli agenti della polizia locale e del servizio veterinario dell’Usl 9 che avevano verificato la mancata registrazione degli animali. Con un’ordinanza, il sindaco Salvatore Lo Stimolo aveva ordinato al proprietario dell’allevamento di procedere con la regolarizzazione dei capi. Ma così non è stato e martedì è scattato il sequestro. L’uomo è stato denunciato per non aver ottemperato all’ordinanza. Ora l’allevatore ha 15 giorni di tempo per regolarizzare la posizione delle mucche e delle capre e rendere conoscibile la loro storia. Qualora non provvedesse ancora, rischia una sanzione molto salata. Per ogni animale non regolarmente registrato, infatti, la sanzione va da 250 a 1.500 euro: rischia quindi anche 40 mila euro di multa. La tracciabilità della provenienza del bestiame risponde ad un regolamento dell’Unione Europea a cui tutti gli allevatori devono sottostare per garantire la qualità del prodotto che arriva sulle tavole. Animalieanimali 19 NOVEMBRE 2009
ALIANTE SOTTOMARINO HA ASCOLTATO CANTO BALENE
E' appena terminata la missione del primo aliante sottomarino che, munito di dispositivi acustici, ha 'origliato' per circa 20 giorni il canto delle balene. Il progetto, finanziato con 1,5 milioni di dollari dall'Ufficio statunitense per la sicurezza navale, è stato condotto a partire dal 27 ottobre scorso dall'università dell'Oregon.
IL GAZZETTINO DI ROVIGO
19 NOVEMBRE 2009
PROVINCIA Il contenimento della specie partirà appena pronte le direttive
Varato il piano volpi
Modificato dopo la bocciatura ricevuta in Consiglio di Stato
Provincia di Rovigo - Piano anti volpi, si riparte. Dopo un rimpallo di alcuni giorni tra uffici e giunta, non facile da spiegare per via di un sottile discrimine di competenze, alla fine il provvedimento dirigenziale che riapre il capitolo del contenimento della specie sul territorio polesano è stato affisso all'albo di Palazzo Celio e può considerarsi sostanzialmente in vigore.Nello specifico si parla di Piano di contenimento della popolazione di volpe in provincia per il triennio 2009-2011. Per la sua effettiva applicazione, tuttavia, dovrà passare ancora un po' di tempo perché l'ente si è riservato di determinare con provvedimenti autorizzativi successivi l'individuazione delle specifiche aree dove realizzare gli interventi e gli operatori, i cui nominativi saranno forniti dai rispettivi ambiti territoriali di caccia, in possesso dei requisiti necessari per essere impiegati all a presenza delle guardie venatorie volontarie e in collaborazione con la polizia provinciale. Fin dal primo sguardo appaiono evidenti le differenze con il piano impugnato davanti al Tar e poi interloquito anche al Consiglio di Stato dalle associazioni animaliste Lav, Lac, Wwf e Italia nostra, con la definitiva sospensione dei suoi effetti due anni fa, dopo che la Provincia ne aveva congelato l'applicazione in via preventiva. Stop all'attività scarsamente controllata di gruppi di volpari che si muovevano abbastanza autonomamente sul territorio, salvo informare preventivamente, ma a volte a cose fatte, la Vigilanza provinciale sulle battute effettuate. Tutto fa pensare anche che sarà d'ora in avanti evitabile uno degli aspetti più crudi e violenti dell'attività di selezione vera e propria. Si parla infatti di interventi puntiformi "con la tecnica dell'aspetto" soprattutto di notte impiegando fonti luminose od ottiche a intensificazione d'imma gine, fucili o carabine di piccolo calibro a esclusione dei periodi in cui le femmine hanno la prole. Si potranno invece utilizzare trappole e gabbie e stanare le volpi con i cani sarà rigidamente disciplinato.L'amico dell'uomo opportunamente addestrato potrà solo individuare la tana e impaurire l'animale intanato. Vietato il contatto diretto tra cani e volpe per scongiurare le feroci e sanguinose zuffe che le due specie ingaggiavano, con la volpe che si sacrificava per proteggere le cucciolate e i cani che uscivano a volte dilaniati dagli scontri. Uno spettacolo raccapricciante che dovrà essere evitato munendo i cani di collari metallici da localizzare con metal detector per farli uscire dalle tane prima che si scontrino con la volpe. Il nuovo piano prevede che ogni attività più sopra descritta sia preceduta da un'attenta stima della densità della popolazione di volpe e da un monitoraggio altrettanto puntuale delle tane soprattutto riproduttive con analisi critica dei capi abbattuti, tenendo anche sotto controllo le specie preda per capirne l'impatto che su queste ha la densità del numero di volpi. È stato anche messo a punto un modulo sul quale i selettori indicheranno tutte le informazioni raccolte durante i sopralluoghi.
BIG HUNTER 19 NOVEMBRE 2009
Brambilla, fra i cani da caccia e i cavalli
Di assurdità animaliste ne abbiamo sentite tante e ancora molte ne sentiremo in futuro. Ma non possiamo lasciare passare sotto silenzio la frase pronunciata due giorni fa dal Ministro al Turismo Michela Vittoria Brambilla, che contro il taglio della coda sui cani, ha candidamente affermato “se il problema è dei cani che vanno a caccia, basta non andare a caccia”. Crediamo che un Ministro della Pubblica Amministrazione non debba permettersi un ragionamento così “leggero” ed ignorare che questa filosofia porti alla negazione di principi su cui l'uomo basa il suo rapporto con il mondo animale da tempi remotissimi e su cui di conseguenza si è sviluppata la stessa civiltà umana. Alla Brambilla bisogna ricordare che il cane è il miglior amico dell'uomo perchè quest'ultimo ha saputo trarne vantaggi per il proprio lavoro ed ha quindi creato lo sterminato numero di razze che conosciamo, adattate per aiutarci a svolgere molteplici attività. Il lavoro del cane a caccia in questo senso è certamente rapportabile a quello svolto dai cavalli, animali molto amati dalla Brambilla che ne possiede alcuni nella sua tenuta e che lei stessa ha cavalcato, almeno in gioventù, come si apprende dalle immagini pubblicate sul sito personale della ministra. Se alla signora Brambilla aberra la sola idea che ad un cane da caccia possa essere tagliata la coda per salvarlo da alcune patologie, forse perchè considera la caccia un'attività inutile e prettamente ludica, ci deve spiegare perchè non contempla come “maltrattamenti” le violenze fisiche e psicologiche necessarie alla doma di un cavallo, anch'esso ormai allevato per lo più per attività sportive e ricreative antropocentriche.Briglie, speroni e ferri non sono paragonabili agli interventi sulla coda dei cani? Il cavallo si sottopone alla cura degli uomini (e si fa cavalcare) solo dopo aver subito una serie di pressioni basate sul disagio psichico dell'animale. Altrimenti non potremmo avvicinarci a loro, nemmeno per poterli accarezzare, come piace fare al ministro del Turismo. Posto che non abbiamo niente da obiettare sulla passione della signora Brambilla per cavalli e altri animali, forse è il caso che lei stessa ammetta di nutrire un odio viscerale per la caccia frutto di considerazioni del tutto personali che poco hanno a che fare con la realtà dei fatti e soprattutto con l'istituzione che rappresenta. Ammetta pure la propria avversione per la pratica venatoria ma si astenga dall'argomentarle con principi che lei stessa contraddice. Se per non tagliare la coda al cane basta non andare a caccia, per non creare alcun disagio al cavallo (che è un animale per natura egoista e assolutamente disinteressato alle attenzioni dell'uomo) basterebbe lasciarlo allo stato brado, senza cavalcarlo, ministro Brambilla. IL CENTRO 19 NOVEMBRE 2009
Avvistato un visone a Pescasseroli
PESCASSEROLI (AQ). I visoni arrivano nella capitale del Parco nazionale d’Abruzzo. L’avvistamento risale a qualche giorno fa al distributore Erg, all’ingresso del paese. A raccontare l’episodio sono gli stessi gestori: «Ce lo siamo ritrovato davanti alla porta del bar che grattava con la zampetta alla porta». Forse l’animale voleva entrare attratto dal buon odore di cornetto e cappuccino, visto che i mustelidi sono in fuga da un allevamento che ha sede a Castel di Sangro, e quindi incapaci di procacciarsi il cibo in natura autonomamente. Erano le 8 del mattino e l’attività aveva appena aperto: «L’ha visto anche la ragazza del bar. Il visone si aggirava tranquillo nell’area di servizio, poi è andato via». L’animale ha portato in giro il suo musetto per qualche minuto, poi si è allontanato nell’ex campeggio di fronte al distributore. «Abbiamo segnalato l’inconsueta visita al Parco e alla Forestale che hanno fatto dei controlli in zona per qualche giorno» aggiunge uno dei proprietari. Dopo la fuga rocambolesca del visone inseguito con uno secchio a Castel di Sangro, arriva un’altra segnalazione a oltre trenta chilometri dal luogo della fuga dei mustelidi. Difficile ipotizzare la distanza che i predatori riescono a percorrere. Per il momento l’unica certezza sono gli avvistamenti segnalati in tutto il circondario castellano. Avvistamenti che creano qualche preoccupazione vista la voracità dei mustelidi.
ECOBLOG
19 NOVEMBRE 2009
L'influenza A/H1N1 e gli animali domestici: pericoli e precauzioni
Come abbiamo già detto su Ecoblog qualche tempo fa, il virus dell’influenza A/H1N1 non solo colpisce i maiali, ma può colpire anche gli animali domestici, com’è successo ad un gatto nello Iowa. Dopo il caso del felino contagiato, viene spontaneo da chiedersi come proteggere i nostri animali dal virus dell’influenza e se si può essere contagiati dal virus dell’influenza A dal contatto con gli animali domestici. Non ci sono casi di cani con l’influenza A e per quanto riguarda i gatti, essi dovrebbero temere molto di più gli umani rispetto a quanto gli umani dovrebbero fare con i gatti: per il momento non si segnalano casi di contagio gatto-umano. Tacchini e uccellini sembra siano già statio contagiati dal virus dell’influenza A/H1N1, ma al momento non si conosce se tra i contagiati si annoverano anche i canarini che alcuni tengono in gabbia. Ad ogni modo, se da un po’ di giorni il vostro cucciolo vi preoccupa perchè starnutisce in continuazione, tossisce, ha difficoltà a respirare, provate a contattare il veterinario, anche se probabilmente si tratterà di un normal eraffreddore o dell’influenza canina, che ha gli stessi sintomi. None siste vaccino per gli animali e le migliori precauzione restano sempre il buon senso e lavarsi frequentemetne le mani, magari con un detergente igienizzante naturale fai-da-te.
CORRIERE DELLE ALPI 19 NOVEMBRE 2009
Un cane morde il proprietario e muore: è rabbia
LOZZO (BL). Allarme rabbia a quindici anni dall’ultimo caso registrato in Veneto: a Lozzo un cane è morto con tutti i sintomi della malattia dopo aver morsicato il proprietario, subito sottoposto alla vaccinazione post contagio e al trattamento con immunoglobuline assieme alla moglie. Il risultato delle analisi compiute martedì all’istituto zooprofilattico di Padova ha dato la conferma: è rabbia. Facendo scattare ieri un’ordinanza comunale con una serie di misure urgenti a Lozzo. Potebbe essere necessario un intervento più esteso. CORRIERE DELLA SERA 19 NOVEMBRE 2009
Allarme rabbia, un caso a Lozzo
Stefano De Barba
LOZZO (BL). Allarme rabbia a quindici anni dall’ultimo caso registrato in Veneto: a Lozzo un cane è morto con i sintomi della malattia, dopo aver morsicato il proprietario, subito sottoposto alla vaccinazione post contagio e al trattamento con immunoglobuline con la moglie. Il risultato delle analisi compiute martedì all’istituto zooprofilattico di Padova ha dato la conferma: è rabbia. Facendo scattare ieri un’ordinanza comunale con una serie di misure urgenti a Lozzo. In attesa che oggi, a Padova, un vertice tra l’istituto zooprofilattico, la Regione, l’Usl 1 e la Provincia stabilisca se sarà necessario un intervento più esteso, come la vaccinazione di massa dei cani in tutta la provincia. Era dal 1984 che la rabbia non compariva più in Veneto. L’ultimo caso si era registrato proprio nel Bellunese. L’episodio avvenuto a Lozzo di Cadore, con il cane morto poco dopo aver morsicato il proprietario, ha comunque fatto suonare subito tutti i campanelli di allarme. Attraverso il veterinario Maurizio De Stefani si è messa in moto l’Usl di Belluno, l’uomo ferito dal cane e la moglie sono stati immediatamente sottoposti a profilassi per scongiurare il contagio di una malattia perfettamente curabile se presa in tempo ma subdola e pericolosa se non riconosciuta. Per entrambi non ci sarebbero conseguenze e i sanitari stanno valutando se trattare anche altre persone venute a contatto con quel cane. «Il trattamento viene fatto senza ricovero», rassicura Giambattista Benedetti, del servizio veterinario dell’Usl di Belluno, «e la rabbia non è una malattia mortale se viene trattata con gli strumenti adeguati, disponibili ovunque nei paesi occidentali. Ma va affrontata immediatamente, quando compaiono i sintomi è già tardi». «Non devono esserci allarmismi ma purtroppo il caso c’è stato ed è doveroso affrontarlo con la strategia migliore», dice il sindaco di Lozzo, Mario Manfreda, che ha ordinato tutta una serie di disposizioni: tra questi l’obbligo di tenere al guinzaglio tutti i cani per i prossimi 60 giorni, l’obbligo della vaccinazione antirabbica precontagio dei cani esposti al rischio di venir in contatto con la malattia, il divieto di toccare animali sospetti, vivi o morti.
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IDIS
19 NOVEMBRE 2009
Il segreto della nuova generazione di DVD è nei crostacei
Dei piccolissimi crostacei potrebbero ispirare una nuova generazione di DVD e di CD. Il segreto sta tutto nei loro formidabili occhi, capaci di funzionare a tutte le lunghezze d’onda e non solo a delle frequenze definite come i nostri supporti ottici. I crostacei hitech, dell’ordine degli stomatopodi, vivono nella Grande barriera corallina australiana e possiedono l’apparato visivo più complesso finora descritto: possono infatti vedere in 12 colori e distinguere tra differenti stati di polarizzazione della luce.La scoperta è stata fatta da alcuni ricercatori dell’Università di Bristol, che sulla rivista Nature Photonics hanno descritto come questi animali abbiano sviluppato delle cellule fotosensibili in grado di agire come lamine a quarto d’onda, cioè come dei dispositivi ottici in grado di far ruotare il piano di polarizzazione di una radiazione luminosa che li attraversa. Caratteristica che consente loro di convertire la luce a polarizzazione lineare in luce a polarizzazione circolare e viceversa.Ed è proprio sulla base di questa loro virtù ottica che questi stomatopodi australiani promettono di rivoluzionare il mondo dell’elettronica. Le lamine a quarto d’onda artificiali, infatti, sono una componente essenziale dei lettori di CD e DVD. Questi dispositivi hanno però l’inconveniente di funzionare bene su una ben definita lunghezza d’onda, mentre il meccanismo osservato negli stomatopodi è costante su tutto lo spettro elettromagnetico, dall’ultravioletto all’infrarosso.
Nicholas Roberts, coautore dello studio, ha sottolineato come «uno degli aspetti sorprendenti è che una struttura così semplice dell’apparato, che comprende membrane cellulari disposte in forme tubolari, supera in funzionalità i dispositivi sintetici». «Capire come funziona l’apparato visivo di questi animali – ha proseguito – potrebbe consentire di realizzare dispositivi a cristalli liquidi in grado di riprodurre le proprietà delle cellule dell’occhio degli stomatopodi».Rimane un mistero come mai degli animali così “semplici” posseggano un apparato visivo così complesso. Secondo alcuni la facoltà di distinguere la polarizzazione della luce potrebbe servire alla trasmissione di segnali non rilevabili dai predatori o anche di segnali sessuali. Nel caso specifico potrebbe inoltre risultare utile anche per migliorare la visione sott’acqua. Vedremo se potrà tornare utile anche a noi per realizzare dei CD sempre più affidabili. |