19 OTTOBRE  2009

ADN KRONOS

19 OTTOBRE 2009

 

Forestale di Campobasso sequestra richiami acustici per la selvaggina illegali

Campobasso - Di sera i bracconieri posizionano queste apparecchiature elettromagnetiche e al mattino si recano nei pressi dei richiami per cacciare gli animali attirati nel corso della notte

 

 

Campobasso - Gli agenti del Corpo forestale dello Stato di Campobasso hanno sequestrato vari richiami acustici utilizzati dai bracconieri per richiamare illegalmente la selvaggina. Tali apparecchiature elettromagnetiche sono state scoperte dai forestali in varie zone nei pressi di Sepino e Cercemaggiore (Campobasso) abilmente occultati tra la vegetazione.

La tecnica dei bracconieri consiste nel posizionare di notte questi apparecchi e al mattino recarsi nei pressi dei richiami per cacciare la selvaggina attirata nel corso della notte. Proseguono le indagini della forestale per individuare i proprietari delle apparecchiature che sono state poste sotto sequestre.


Animalieanimali

19 OTTOBRE 2009

 

STRICNINA PER TONI E MILU', LE POLPETTE AVVELENATE A ROMA

Ricerca e denunce nella Capitale.

 

Rinaldo Frignani

 

«Con mia moglie avevamo adottato due cani a Castel Romano, Milù e Toni. Ogni giorno andavamo da loro per accudirli. Ce n’erano anche altri, correvano nei prati della riserva di Decima Malafede. Una mattina li abbiamo trovati tutti morti. Otto esemplari uccisi senza pietà...». È un ricordo drammatico quello di Claudio Locuratolo, uno dei proprietari di cani uccisi dai misteriosi avvelenatori che si aggirano in città. «Il fatto risale a qualche anno fa - aggiunge - dopo quell’episodio, che ci ha choccato, ho deciso di occuparmi di volontariato a favore degli animali. E ho scoperto così che giustiziare i cani con le polpette alla stricnina accade molto più frequentemente di quanto si pensi. Allora, poi, non era ancora entrata in vigore la legge sull’uccisione degli animali per cui i colpevoli di quel massacro sapevano di non rischiare nulla». Il sospetto cadde su alcuni contadini che lavoravano nelle vicinanze, ma non fu accertata alcuna responsabilità. Più recentemente un fatto analogo è accaduto a Monte Mario, nel giardino privato dell’istituto Don Orione e nel parco gestito da Roma Natura: tre cani, un pastore tedesco, una cagnetta meticcia e un breton, sono morti fra atroci sofferenze dopo aver mangiato esche avvelenate. Altri due cani, un golden retriever e un meticcio, furono salvati in extremis dopo essere stati trasportati in un ambulatori veterinario. Del fatto si occuparono i carabinieri, avvertiti dai proprietari degli animali, che manifestarono la loro rabbia esortando l’allora sindaco Walter Veltroni a prendere provvedimenti. Altre esche avvelenate, farcite con potenti insetticidi usati soprattutto in agricoltura, furono scoperte nelle aree verdi di Saxa Rubra. Cartelli d’allarme con avvisi ai frequentatori dei parchi a tenere i cani al guinzaglio e con le museruole comparvero in molti giardini pubblici. Ancora oggi, in alcune zone della città, la situazione non è cambiata. E proprio per proteggere i cani, domenica prossima e anche il 25 ottobre, partirà a Villa Borghese, nella «Valle dei Cuccioli», la campagna «Microchippato e sicuro» organizzata dal Comune.
R. Fr. – Corriere della Sera
Polpette avvelenate per i cani romani. Sono quattrocento i casi sospetti analizzati negli ultimi due anni dagli specialisti dell’Istituto zooprofilattico sperimentale, ma sarebbero altrettanti gli episodi non denunciati. E fra questi molti riguarderebbero anche le colonie feline. Un panorama inquietante: nella triste classifica degli animali uccisi da esche alla stricnina o mischiate con altre sostanze velenose e letali c’è il territorio del XV Municipio. Una zona ricca di aree verdi, dove secondo la mappatura dell’Izs si è verificato il 10 per cento di morti provocate dall’uomo. E dalle parti del Portuense e della Magliana il fenomeno non accenna a diminuire.
E non fa non ben sperare anche ciò che è accaduto, e sta ancora accadendo, nel XIX Municipio (Trionfale-Cassia), soprattutto nei parchi e nelle zone di campagna al confine con il XX (Flaminio). Qui, come a Tor Bella Monaca, a Frascati e a Torvajanica, si registra circa il 5 per cento di avvelenamenti dolosi. La stessa percentuale di episodi di killeraggio ai danni degli animali domestici del XIII Municipio, quello di Ostia. E anche Eur, Garbatella e dintorni di Tivoli sono considerate zone a rischio.
«Purtroppo ci troviamo di fronte a un’emergenza - spiega Nazareno Renzo Brizioli, direttore dell’Istituto - e si tratta per la maggior parte di casi legati a problemi di vicinato. Sono convinto che serva una formazione sociale che cominci dalle scuole per insegnare ad avere un rapporto uomo-animali-ambiente. Inoltre, sul piano investigativo, è necessaria la tracciabilità dei prodotti chimici, usati soprattutto in agricoltura, usati per confezionate le esche killer».
Da tempo l’Izs si è attrezzato con laboratori di medicina forense veterinaria per eseguire le autopsie sui cani avvelenati e risalire alle sostanze che li hanno uccisi. I risultati vengono poi comunicati alla procura. «Spesso le trappole sono a base di fosfuri di zinco e anticoagulanti - precisa Francesco Scholl, capo della sezione 'Accettazione e refertazione' dell’Izs, che si occupa delle autopsie - vendette e dispetti fra vicini di casa sono i moventi che spingono gli avvelenatori a lasciarle nei cortili, nei giardini, per strada. Purtroppo si tratta di un fenomeno molto diffuso».


IL CENTRO

19 OTTOBRE 2009

 

I bocconi avvelenati uccidono i cani da tartufo

 

CIVITELLA (TE). Bocconi avvelenati nei boschi fra Civitella, Valle Castellana e Ascoli. Lo denuncia un assiduo frequentatore della zona, P.M., che segnala ai sindaci e ai presidenti delle Province interessati come siano in atto veri e propri attentati ai cani nel periodo della raccolta dei tartufi. P.M. spiega che sono morti molti cani nella pineta di San Giacomo e dintorni.  Dice che nel mese di ottobre alcuni cani sono morti, altri sono stati salvati in extremis. Nel periodo in cui è consentita la ricerca del tartufo “scorzone”, in molti frequentano le zone in questione.  Ma accanto ai cercatori amatoriali che rispettano l’ambiente, spiega P.M., ci sono alcuni cercatori che zappano indiscriminatamente il terreno «compromettendo le produzioni future, praticano la territorialità, mediante atti di vandalismo; di fatti sono stati registrati danneggiamenti di auto ai danni di altri cercatori». E sistemano bocconi avvelenati, infrangendo specifiche norme, emanate nel 2008. Il proprietario di un cane morto per esche avvelenate deve segnalare il fatto alle autorità competenti e il sindaco, a seguito della segnalazione, deve aprire un’indagine con le autorità competenti.


IL VOSTRO GIORNALE

19 OTTOBRE 2009

 

Varazze (SV), gatto finisce in una tagliola: soccorso dall’Enpa

 

Varazze (SV) - I bracconieri colpiscono ancora a Varazze. Un gatto adulto, appartenente ad una colonia felina libera di Cantalupo, è finito in una tagliola in un vicino bosco.L’animale è rimasto intrappolato per giorni con la zampa anteriore sinistra ed è stato finalmente scorto e liberato da un cercatore di funghi, che lo ha poi consegnato ai volontari della Protezione Animali. Ma le dolorose lesioni ed il tempo trascorso hanno impedito ai veterinari dell’Enpa di salvargli la zampetta, che ha dovuto essere amputata perché ormai in cancrena.E’ ora ricoverato in degenza nel gattile dell’associazione ad Albissola. Le Guardie Zoofile dell’Enpa effettueranno battute in zona per cercare e disinnescare eventuali altre tagliole e lacci, autentici arnesi di tortura e morte per la fauna selvatica ed urbana.[...]


Animalieanimali

19 OTTOBRE 2009

 

NAS CHIUDONO ALLEVAMENTO ABUSIVO
In provincia di Viterbo.

 

I Carabinieri del Nas di Viterbo, nel corso di un servizio volto alla tutela degli animali, hanno denunciato al Sindaco di un paese della Provincia, il titolare di un allevamento di cani di razza.
L'allevamento in questione, infatti, era sprovvisto delle autorizzazioni amministrative.
Il titolare, inoltre, non aveva compilato il registro di carico/scarico dei cani , né identificato e registrato all'anagrafe gli animali dell'allevamento.
L'intera struttura, che comprendeva 19 box e 60 cani jack russel e labrador , è stata sottoposta a sequestro amministrativo cautelativo sanitario.


IL TIRRENO

19 OTTOBRE 2009

 

Addio Mirr, mascotte della pineta e amico dei bambini

 

Viareggio (LU) - La scomparsa della sua padrona ha messo in crisi Mirr, un cane bastardo di 18 anni che purtroppo non è riuscito a reggere il dolore ed ha cessato di vivere. Anche questi sono lutti, come chi vuole bene agli animali sa bene.  «Mirr era diventato la mascotte della pineta di Ponente», dice Nuto Billi, ex portiere del Viareggio, che accudiva il cane. «Da quando se n’è andata mia moglie giorno dopo giorno anche Mirr è andato sempre peggiorando e purtroppo questo vuoto anche per lui è stato determinante e non ce l’ha fatta. Era tra le attrazioni in pineta e per i bambini ormai era diventato un divertimento. Adesso anche per me è un dolore. dopo il vuoto che ha lasciato mia moglie, purtroppo c’è quello di Mirr che mi teneva compagnia. Per me era più di un cane. Purtroppo questa è la vita».


LA ZAMPA.IT
19 OTTOBRE 2009
 
Spagna, i cavalli muoiono di fame per colpa della crisi economica
L'inchiesta del quotidiano ElMundo mette in evidenza il dramma degli animali
 
 
MADRID - Abbandonare un animale perchè è un costo: è questo uno dei temi che negli ultimi mesi ha fatto notizia da molte parti del mondo. Non solo a New York e nel Regno Unito, ma anche in alcune città italiane: aveva fatto scandalo la denuncia di un veterinario torinese che raccontava la sempre più crescente richiesta di proprietari di animali domestici che ne richiedevano l'eutanasia, sebbene fossero in ottime condizioni fisiche, sempre avanzando motivazioni di tipo economico.Dalla Spagna arriva una notizia ugualmente triste e sconvolgente: cavalli che prima erano considerati uno status simbol per alcuni cittadini, vengono letteralmente abbandonati al loro destino liberi nelle campagne o lasciati nei recinti senza acqua o cibo finendo per morire di fame. Il tutto perchè un costo troppo oneroso da sostenere.
A denunciare questa situazione è il
quotidiano ElMundo che in un video mostra le condizioni impressionanti in cui alcuni animali si trovano: stalloni che dovrebbero avere una massa di 600 kg ma che sono scesi a 150 kg, veri e propri scheletri ambulanti.In alcuni casi i cavalli abbandonati nei maneggi vengono venduti a peso dai proprietari ai macelli. I più fortunati vengono riscattati da associazioni animaliste come quella di Concordia Marquez, nota come «la salvatrice dei cavalli», che cerca di fare il possibile anche se ammette la sua impotenza di fronte a una tale tragedia: «Riceviamo una media di 20 richieste di abbandono al giorno. Se potessi, in un solo mese ne avrei riscattati più di 200».I numeri che ElMundo ha raccolto sono inquietanti: l'aumento delle denunce di abbandoni di cavalli sono cresciute almeno del 30%, anche se non esistono statistiche ufficiali sul tema.

VIRGILIO NOTIZIE

19 OTTOBRE 2009

 

Spagna/ Crisi, migliaia di cavalli abbandonati muoiono di fame

Un tempo capriccio dei nuovi ricchi, ora uccisi e maltrattati

 

Non più solo cani e gatti, abbandonati da sempre ogni estate: in Spagna la crisi economica sta mietendo migliaia di vittime fra i cavalli. Lo denuncia El Mundo, in un reportage in cui spiega come perfino gli esemplari più cari, un tempo valutati fra gli 8.000 e i 50.000 euro, sono sempre più spesso lasciati morire di fame dai padroni. "La crisi fa sì che li abbandonino in massa, e muoiono nel modo più selvaggio che abbia mai visto", afferma Concordia Marquez, direttrice dell'associazione Cyd Santa Maria, un centro di accoglienza equina unico nel Paese iberico. Cyd riceve una media di 20 informazioni su cavalli abbandonati ogni giorno. "Se avessi potuto, ne avrei salvati oltre 200 in un solo giorno", afferma Marquez. I poveri animali sono così le ultime vittime del tracollo economico della Spagna, dopo l'esplosione della bolla immobiliare e delle costruzioni che ha riempito il Paese di nuovi ricchi nell'ultimo decennio. Il reportage denuncia casi di maltrattamento spaventosi: in una proprietà rurale vicino a Malaga una decina di cavalli famelici e malati sono stati abbandonati senza acqua, senza cibo e senza ombra da loro proprietario, un imprenditore del mattone già denunciato: quando gli affari andavano bene, aveva oltre 40 cavalli e perfino una tigre. Alcuni vengono scoperti e denunciati, e rischiano fino a quattro anni di carcere, la massima pena prevista in Spagna in questi casi. Ma l'orrore non ha limiti: gestori di maneggi arrivano a vendere per 50-90 euro a capo i cavalli che non danno più loro profitto, mandandoli al macello. E' il caso riportato di un camion - diretto in Italia - con 15 cavalli feriti e sanguinanti nello spazio previsto per cinque animali. E ancora, denuncia l'associazione Cyd: "Uccidono i cavalli e, per non farli identificare, arrivano a tagliare loro la testa. Così tolgono il chip con tutti i dati: proprietario, domicilio, vaccini: sono vere bestie".


E-GAZETTE

19 OTTOBRE 2009

 

La Forestale sequestra venti rapaci destinati ai parchi gioco

 

Pescara – Nome in codice: “Operazione artiglio”. Su disposizione dell’autorità giudiziaria, la Guardia forestale ha sequestrato venti esemplari tra aquile, falchi, barbagianni e gufi. Inoltre, i militari del Cites territoriale del comando provinciale del Corpo forestale dello Stato di Pescara, coadiuvati dai colleghi di Bari, hanno trovato decine di animali morti, conservati in congelatori, destinati forse al mercato degli impagliatori. Per la Forestale gli animali vivi venivano invece utilizzati in strutture ricreative, parchi divertimento e manifestazioni pubbliche.
È il risultato dell’operazione “Artiglio”, appunto, con cui la Forestale ha effettuato controlli e sequestri in Abruzzo e in altre regioni del centrosud, tutti mirati a stroncare un traffico internazionale di rapaci importati in modo illegale da Germania, Austria, Olanda, Inghilterra e altri paesi anche extra europei. Le strutture di detenzione si trovavano nelle province di Pescara, Chieti e Bari.
Il valore degli animali sequestrati è di circa tremila euro l’uno, mentre per le aquile reali si arriva anche a diecimila.


LEGGO ONLINE

19 OTTOBRE 2009

 

GATTO VIVO DOPO 19 ORE IN UN FREEZER A -18°

 

Avrà sicuramente usato un paio delle sue sette vite, ma Krillen, un gatto di un anno, è sopravvissuto dopo diciannove ore in un freezer a -18 gradi. La notizia è riportata con grande evidenza dal "New Zealand Herald" che ricostruisce la storia intervistando i proprietari. A scoprire il gatto è stata la padrona, Sarah Crombie, 27 anni. L'animale era semisvenuto nel congelatore su un contenitore di cibo per cani che, probabilmente, lo aveva attirato. "Per prima cosa ho visto i suoi occhi, enormi, ed ho pensato che fossero ghiacciati". Il suo compagno, Sid, 28 anni, non ha tardato ad intervenire e messo l'animale sotto le coperte per frenare gradualmente l'ipotermia. Sono state necessarie tre ore prima che il felino cominciasse a riaversi. "Tutto il letto vibrava per il suo tremore - ha detto Sarah - abbiamo avuto paura che non ce la facesse". Invece, Krillen si è ripreso e le sue condizioni sono buone. Una storia che ha colpito molto i sanitari locali. Il dottor Nick Cave della Massey University pensa che a salvare Krillen sia stata l'abilità di Sid nel riscaldarlo lentamente. "So di un altro gatto chiuso 24 ore in un freezer - ha detto Cave - che, però, ha riportato danni al cervello". Nonostante le buone condizioni, il gatto verrà ora sottoposto ad esami accurati per verificare eventuali danni interni. Studi condotti alcuni anni fa hanno dimostrato la capacità dei gatti, più che dei cani, di resistere per qualche ora sino a -5° evitando il congelamento. Ma il caso del felino neozelandese supera ogni spiegazione.

 

FOTO

http://www.leggonline.it/fotogallery.php?id_fg=7057&id_news=31258


ASYLUM

19 OTTOBRE 2009

 

GATTO CHIUSO PER ERRORE NEL FREEZER PER 19 ORE

 

Un gatto è riuscito a sopravvivere per 19 ore nel freezer, dopo che i padroni ce lo hanno erroneamente chiuso dentro, in una casa in Nuova Zelanda. Il micio, di nome Krillen, è stato scoperto quando Sarah Crombie, uno dei due padroni, ha aperto il congelatore per prendere del pane. Era semi-svenuto, adagiato su un una confezione di cibo per cani. Quella stessa confezione che, forse, lo aveva spinto a saltarci dentro."Quando ho aperto lo sportello, ho sentito un rumore strano - dice Sarah - Voleva miagolare, ma non ci riusciva, e quindi ha emesso un suono inusuale". L'errore dovrebbe essere stato commesso dal compagno, che, la sera prima, aveva chiuso il freezer, senza rendersi conto che Krillen era saltata dentro. "Quando l'ho trovata, ho temuto il peggio - dice la padrona - Perché la temperatura è di -18° C". Aperta la porta, il micio ha cercato di rotolare fuori. I due padroni sbadati lo hanno subito riscaldato, mettendolo sotto le coperte. Ci sono volute tre ore, prima che il gatto riacquistasse la sua normale temperatura corporea. "Ero seduta sul letto, insieme a lui - dice ancora la padrona - e sentivo tutto tremare. Era il gatto che aveva i brividi". Il micio, adesso, si è completamente ripreso. Come conseguenza di questo incidente, si guarda bene dall'avvicinarsi nuovamente al freezer.


Animalieanimali

19 OTTOBRE 2009

 

SCIMMIA IN CANTINA, DENUNCIATA FAMIGLIA
In provincia di Bergamo.

 

Una scimmia di 11 mesi, probabilmente nata in cattività, è stata trovata dagli uomini della Forestale di Curno e Sotto il Monte nella cantina di uno stabile, alla Marigolda di Curno, dove risiede una famiglia di tunisini. La scimmia appartenente alla famiglia dei Cercopitechidi (nome comune “bertuccia”, nome scientifico Macaca sylvanus) era detenuta senza le prescritte autorizzazioni.Al momento sono in corso accertamenti da parte della Forestale per verificare la provenienza dell’animale in quanto i detentori non hanno prodotto la regolare documentazione secondo quanto previsto dalle normative vigenti e al Regolamento dell’Unione Europea che ha inserito i Cercopitecidi nell’elenco degli animali oggetto di protezione. La scimmia è stata sequestrata e trasferita in Piemonte in una struttura autorizzata dal Ministero dell’Ambiente, in quanto compreso nell’elenco delle specie animali, stabilito con Decreto dal Ministero dell’Ambiente, considerati pericolosi per la salute e l’incolumità pubblica. La famiglia tunisina è accusata di detenzione illegale di animale in elenco Cites e di animale considerato pericoloso per la salute e l’incolumità pubblica per la possibile trasmissione di malattie contagiose all’uomo. Tra gli animali considerati pericolosi per la salute e l’incolumità pubblica vi sono oltre ai Primati (scimmie del vecchio mondo e del nuovo mondo come oranghi, scimpanzé, gibboni e gorilla, macachi) anche tutte le specie di felini, gli orsetti lavatori, le tartarughe azzannatici, gli alligatori, i varani e diverse specie di serpenti.


IL MESSAGGERO

19 OTTOBRE 2009

 

La sua morte toglie ogni dubbio sulla loro presenza in zona..

 

LARA CELLETTI

Ceccano (FR) - «La sua morte toglie ogni dubbio sulla loro presenza in zona – ha detto il dottor Malizia veterinario ASL di Ceccano, riferendosi al giovane esemplare di lupo investito sabato sera – si trattava di un bellissimo maschio in salute che probabilmente era sceso a valle in cerca di cibo. Ora porteremo via il corpo per sottoporlo ad ulteriori studi e cercare di tracciare anche una mappa genetica per stabilire se è un incrocio o se l’esemplare è puro». Adesso che uno di loro è morto investito sulla statale via Gaeta, dopo le Quattro strade di Castro, in direzione Ceccano, è stato sfatato ogni dubbio sulla loro presenza nelle nostre zone collinari e boschive. Sono anni che i veterinari di zona riscontrano e refertano i morsi del lupo su centinaia di animali domestici aggrediti ed uccisi, tra lo scetticismo generale e l’incredulità di molte persone che vivono anche nelle zone montane interessate dal recente ripopolamento. Rischiano tantissimo, gli sprovveduti, avventurandosi nei boschi che da qualche anno sembrano essersi incredibilmente ripopolati di lupi. «Dovremo stabilire se si tratta di un esemplare puro o di un incrocio, da un primo esame visivo l’animale investito era un lupo, ben nutrito dalla buona muscolatura, senza parassiti o malattie cutanee, dotato di una buona dentatura e di una coda molto folta, a dir poco volpina nonché zampe sane, unghie altrettanto sane, pelle non desquamata, insomma un bellissimo esemplare di circa un paio di anni di età». Gli abitanti della zona affermano di averlo già visto girare in mezzo alle case, sempre di notte, forse per cercare cibo, ed ovviamente di averlo scambiato per un grosso pastore tedesco abbandonato dal carattere poco socievole, schivo e solitario. Invece, visto da vicino, sull’asfalto, tutta un’altra cosa. Soprattutto la consistenza e la lunghezza dei denti, il pigmento del pelo e tante altre caratteristiche fanno la differenza. Per molti proprietari di animali domestici si è aperta la caccia al lupo (vietatissima) visto che sono tantissimi i capi aggrediti ed uccisi dal predatore che si aggira in branchi in cerca di cibo, ora con il freddo improvviso di questi ultimi giorni deve essere sceso a valle spinto dalla fame. Nel nostro caso non si sa, con precisione, ancora di quale razza sia l’animale investito ma una cosa è certa: era un esemplare stupendo.


TG COM

19 OTTOBRE 2009

 

Ostia,trovato un serpente a sonagli

E' il secondo in meno di un mese

 

Provincia di Roma - Un raro esemplare di serpente a sonagli velenosissimo è stato catturato nella pineta di Castelfusano a Ostia, sul litorale romano, da una pattuglia di agenti del Corpo forestale dello Stato. Meno di un mese fa, un primo rettile della stessa specie (Crotalus atrox) era stato trovato nella stessa pineta. L'animale, di circa 140 cm, potrebbe essere stato abbandonato, oppure, potrebbe essere parte di una nidiata. La zona è stata posta sotto controllo.Sul ritrovamento di entrambi i serpenti a sonagli stanno indagando gli investigatori del Servizio Cites della Forestale. Il primo, delle stesse dimensioni del secondo, era stato avvistato il 29 settembre.Il secondo è stato visto domenica mattina da una coppia di giovani in bicicletta, non lontano da via della Villa di Plinio, l'area in cui era stato trovato il primo rettile. Quando è stato catturato quest'ultimo si era da poco nutrito di una preda cacciata nella pineta, prova della sua capacità di adattamento all'ambiente in cui è stato rilasciato.Il serpente a sonagli può raggiungere anche un metro e ottanta cm di lunghezza e 7 chili. E' dotato di lunghi denti del veleno cavi e retrattili che talvolta possono rimanere conficcati nel corpo della vittima. Il Crotalus atrox, che si nutre di roditori e altri piccoli mammiferi come uccelli, pesci, anfibi e altri rettili, ha bisogno di procurarsi cibo ogni due, tre settimane. Può essere letale se non si interviene subito con la somministrazione di un siero antiveleno, che tuttavia è difficilmente reperibile nel nostro Paese.La Forestale sta indagando su mandato della Procura della Repubblica di Roma sul duplice ritrovamento che, a distanza così ravvicinata, non pare un caso.  La Forestale invita chiunque si trovasse ad avvistare esemplari di questo tipo a chiamare il 1515, il numero di emergenza ambientale del Corpo forestale dello Stato.


ANSA AMBIENTE

19 OTTOBRE 2009

 

ALTRO SERPENTE A SONAGLI TROVATO IN PINETA OSTIA

 

ROMA - Un serpente a sonagli, specie rara e dal morso velenosissimo, e' stato catturato nel primo pomeriggio di oggi nella Pineta di Castelfusano a Ostia, sul litorale romano, da una pattuglia di agenti del Corpo forestale dello Stato. Si tratta del secondo esemplare trovato nella pineta in meno di un mese: un esemplare della stessa specie (Crotalus atrox) era stato catturato il 29 settembre scorso. Lo rende noto il Corpo Forestale dello Stato. Sul ritrovamento di entrambi i serpenti a sonagli stanno indagando gli investigatori del Servizio Cites della Forestale. Tra le ipotesi attualmente al vaglio della Forestale, che sta indagando su mandato della Procura della Repubblica di Roma, c'e' quella che l'ultimo serpente trovato, come il precedente, possa essere stato abbandonato, oppure, potrebbe essere parte di una nidiata. Il rettile era stato avvistato domenica mattina da una coppia di giovani in bicicletta, non lontano da via della Villa di Plinio, l'area in cui era stato trovato il primo serpente. L'animale, piu' o meno delle stesse dimensioni del precedente, ovvero circa 140 centimetri, si era nutrito da poco con una preda cacciata nella pineta. La zona del ritrovamento continua a essere monitorata dai Forestali per motivi di sicurezza pubblica, vista l'estrema pericolosita' della specie. Il morso di questo tipo di rettile, che puo' raggiungere anche un metro e ottanta cm di lunghezza e 7 chili, puo' essere letale se non si interviene subito con la somministrazione di un siero antiveleno.


LIBERO

19 OTTOBRE 2009

 

ROMA: CORPO FORESTALE, ESAME DNA SU SERPENTE A SONAGLI TROVATO A CASTELFUSANO

 

Roma - Sara' trasportato entro stasera al Centro di Recupero per animali sequestrati di Roma, per i dovuti accertamenti, il serpente a sonagli ritrovato nel pomeriggio nella Pineta di Castelfusano a Ostia dagli agenti del Corpo Forestale. Il Crotalus atrox verra' sottoposto agli esami del Dna per accertare se ci sia un legame di parentela con il primo serpente della stessa specie ritrovato alcuni giorni fa nello stesso luogo. Si dovra' stabilire, inoltre, il contenuto dello stomaco dell'animale perche' questo elemento sara' decisivo per capire se il serpente si trovasse in cattivita' o in liberta'.Se si trattasse infatti di una preda catturata nella Pineta di Ostia significherebbe che il crotalo si e' gia' ambientato nel nuovo habitat. Elemento preoccupante perche', secondo quanto riferiscono il responsabile nazionale del Cites, l'ingegnere Ciro Lungo e il sovrintendente Marco Fiori, responsabile del nucleo investigativo della Cites, l'animale e' letale per l'uomo. In Italia, infatti, il vaccino non e' reperibile proprio perche' nel nostro paese non sono presenti specie del genere.


ANSA AMBIENTE

19 OTTOBRE 2009

 

IL GIAPPONE FERMI LA MATTANZA DI DELFINI

 

ROMA - ''Salviamo i delfini dalla terribile mattanza compiuta ogni anno a Taiji'', cittadina giapponese a circa 500 Km a Sud-Ovest di Tokyo, che si trova in corrispondenza di una delle grandi rotte di migrazione di questi meravigliosi cetacei. E' questo l'appello che la Lega Anti Vivisezione (Lav) ha rivolto all'ambasciatore del Giappone in Italia, Hiroyasu Ando, unitamente alla richiesta di farsi portavoce presso il suo Governo di quanto orrore provi la popolazione italiana nei confronti di questa strage, che non fa che mettere ulteriormente a rischio questa specie universalmente protetta. Quasi il 65% dei delfini detenuti nei parchi divertimento proviene da catture in mare. Quest'attivita' e' praticata soprattutto in Giappone, dove si cacciano i cetacei sia per soddisfare le richieste dei delfinari, che per scopi alimentari. ''Riteniamo che la popolazione giapponese, se correttamente informata, disdegni assolutamente di nutrirsi di tali animali e, pertanto, non vi sia alcun motivo plausibile per continuare a permettere questo scempio'', dichiara in una nota Nadia Masutti, responsabile della Lav Animali Esotici, Circhi e Zoo. E' inoltre documentato che una parte dei delfini viene prelevata prima dell'uccisione e destinata ai delfinari di tutto il mondo: far cessare ogni tipo di attivita' aggressiva nei confronti dei delfini a Taiji permetterebbe di non offrire ricambi ai delfinari, evitando la prigionia a vita a queste meravigliose e intelligenti creature che solcano i mari nella loro elegante bellezza.


AGENFAX

19 OTTOBRE 2009

 

BRA (CN): AUMENTANO I CANI CATTURATI IN CITTA'

 

Bra (CN) - E' aumentato a Bra il fenomeno dell'abbandono dei cani. Non solo. Sono molti i cani che scappano dalle abitazioni, con il rischio di essere investiti dalle auto in transito o cagionando danni a persone, a cose o ad altri animali. Nei primi otto mesi dell'anno, sono stati già centoquattro i cani catturati sul territorio braidese, contro i centoquattordici dell'intero 2008.
Per questo gli agenti della polizia municipale braidese si trovano quotidianamente ad intervenire per accertare fatti in cui sono coinvolti cani abbandonati o sfuggiti al proprio detentore. Per questo, dal comando di via Moffa di Lisio si ritiene utile fare una breve analisi sulle norme che disciplinano il rapporto con il proprio animale domestico. In primo luogo, tutti i cani devono essere iscritti all'anagrafe canina regionale, come previsto dalla legge regionale 18 del 19 luglio 2004.
Tale iscrizione si concretizza nell'inserimento sotto la pelle dell'animale di un microchip dotato di un codice, identificando inequivocabilmente l'animale e collegandolo al suo detentore. Nel passato l'iscrizione si concretizzava invece con un tatuaggio che conteneva un codice alfanumerico.
Non iscrivere l'animale all'anagrafe canina comporta una sanzione da 38 a 232 euro. Inoltre, è obbligatorio l'inserimento del microchip anche per i cani nei quali il tatuaggio non è più visibile.
La custodia degli animali è invece disciplinata dalla legge regionale 34 del 26 giugno 1993, che prevede le corrette modalità della tenuta degli stessi e impone determinate misure ai proprietari, in modo da evitare la fuga degli animali. In caso di violazione delle prescrizioni viene applicata la sanzione di 77,48 euro, sanzione che viene comminata quando i cani vengono rinvenuti vaganti in città. Più gravi invece le violazioni previste dal codice penale che punisce severamente il maltrattamento di animali, l'uccisione di animali, l'abbandono e l'omessa custodia.
Quando viene rinvenuto un cane vagante la centrale operativa della polizia municipale di Bra, oltre ad inviare sul posto una pattuglia, contatta immediatamente il servizio di accalappiacani che provvede al recupero dell'animale, trasportandolo al canile sanitario di Pollenzo.
Qui se il cane è munito di microchip, si risale al legittimo proprietario che viene contattato per consentirgli di riportare a casa l'animale previo pagamento delle spese di recupero.
Se invece il cane non risulta microchippato o tatuato, gli viene inserito il microchip e può essere adottato da chi ne faccia richiesta.

ANMVI OGGI

19 OTTOBRE 2009

 

RABBIA E COMMERCIO CUCCIOLI, ULTIMA PAROLA DAL MINSAL

 

Interessata dalla Lav, la Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario ha steso una nota di precisazioni sugli scambi comunitari di cuccioli, in cui rileva "l'inopportunità dei tentavi di interpretazione delle indicazioni sanitarie che possono determinare, anche non volendo, la predisposizione di comunicati inesatti e fuorvianti". Il riferimento è esplicitamente rivolto a comunicazioni di Federfauna per le quali la Lega Anti Vivisezione aveva ritenuto di interessare il Ministero. Con la risposta del 13 ottobre, la Direzione ministeriale conferma alla Lav le indicazioni a cui ci si deve attenere per la corretta interpretazione delle norme di legge in materia. Le indicazioni sanitarie in questione riguardano "specificamente l'esecuzione di controlli a seguito di precedenti riscontri di non conformità circa gli esiti delle titolazioni degli anticorpi post vaccinali nei confronti del virus della rabbia: ossia riguardano soltanto le azioni da espletare in riferimento all'applicazione dell'articolo 14 bis del decreto legislativo 28/93 con riferimento ai 5 successivi controlli per le stesse provenienze"."E' palese- prosegue la nota- che le indicazioni di cui trattasi non intendono, né potrebbero, entrare nel merito delle modalità degli scambi e non pregiudicano in alcun modo le attività dei controlli fissati al di fuori dello specifico contesto rappresentato. Resta fermo pertanto - e rientra precipuamente, ai sensi della normativa comunitaria, nelle responsabilità delle Autorità dei Paesi speditori dei cuccioli- che tali animali destinati ad essere introdotti in Italia devono essere stati sottoposti all'intero protocollo vaccinale nei confronti della rabbia, debitamente attestato nelle documentazioni di scorta, prima della loro movimentazione". "Resta altrettanto ferma- conclude la Direzione Generale- la possibilità da parte delle Autorità sanitarie competenti di programmare e predisporre controlli a sondaggio ( non sistematici e non discriminatori) per quelle partite di cuccioli per le quali sia attestata, nella documentazione di scorta, la esaustiva esecuzione dei protocolli vaccinali".L'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani invita i medici veterinari ad attenersi alle indicazioni fornite dala Direzione Generale di Sanità Animale e del Farmaco Veterinario. Una nota specifica, all'indirizzo dei medici veterinari, era stata richiesta e puntualmente resa dal Ministero nei mesi scorsi.

http://www.anmvioggi.it/files/NOTA%20DGSAFV%20SCAMBI%20COMUNITARI%20CUCCIOLI.pdf


ANMVI OGGI

19 OTTOBRE 2009

 

I VETERINARI A DOMICILIO SI ORGANIZZANO

 

Ecco il servizio di veterinario a domicilio, che consente di avere cure veterinarie senza muovere un passo da casa. Firenze, da questo punto di vista, offre servizi balzate alle cronache del Corriere della Sera che il 17 ottobre ha dedicato un servizio alle realtà organizzate della capoluogo toscano. Una di queste è interamente gestita via Internet.«Faccio questo tipo di lavoro da circa un anno», spiega Giuseppe Morganti, veterinario di 28 anni, da tre anni e mezzo laureato in medicina veterinaria e dall'anno scorso attivo a Firenze grazie al suo sito internet. «Le chiamate più frequenti sono quelle per i gatti che si stressano negli spostamenti, ma talvolta mi occupo anche di cani e di altri piccoli animali domestici». Vaccinazioni, visite mediche, pronto soccorso, test sierologici e terapie di vario tipo sono i servizi offerti dal giovane dottore, sempre reperibile. Anche in tarda serata. Anche se il costo in questo caso andrà un po' oltre una normale visita da un qualsiasi veterinario in ambulatorio. «Certo - continua - se poi il paziente è lontano e ci sono da fare molti chilometri o se è veramente tardi, allora le cose cambiano un po', però in linea di massima i prezzi non sono esosi». Un servizio destinato ai giovani e a coloro che hanno più dimestichezza con il computer. Ma non solo. «Vengo contattato anche da persone di cinquanta o sessanta anni, magari non da nonnini di ottanta, ma l'uso di internet ormai è diffuso in modo capillare ». Sempre a Firenze opera un gruppo di veterinari, il sito si chiama semplicemente www.veterinarioadomicilio.com e lo staff è composto da cinque dottoresse e un assistente, coi quali ci si può mettere in contatto tramite telefono, email o anche via skype, nuova frontiera della comunicazione via etere. I servizi offerti sono più o meno gli stessi, l'unica differenza sta nella copertura capillare del territorio: questo gruppo di veterinari si sposta da Firenze a Prato, fino a Pistoia e all'Isola d'Elba (solo durante la stagione estiva).In più da questo mese sono attivi anche a Roma e a breve copriranno la città di Milano. A Pistoia sono disponibili su appuntamento, mentre a Firenze e Prato ci si può mettere in contatto con loro ventiquattro ore al giorno.  (Dal Corriere della Sera del 17 ottobre 2009, servizio di Ludovica Zarrilli)


IL RESTO DEL CARLINO
19 OTTOBRE 2009
 
Animali sterilizzati a spese del Comune. 127 tra cani e gatti
 
Civitanova (MC) - Per ridurre il fenomeno del randagismo e degli abbandoni di animali, giusto un anno fa l'Amministrazione comunale aveva varato un progetto con cui si faceva carico delle spese di sterilizzazione delle bestiole.Una iniziativa voluta soprattutto in considerazione dell'aumento dei casi di abbandono, sempre più frequenti davanti ai cancelli del canile multizonale di Piane Chienti, di cuccioli o gattini e che andavano ad accrescere il numero degli ospiti della struttura. Il bilancio del progetto parla di 127 gatte e cagne che hanno ricevuto la prestazione veterinaria e i cui padroni non hanno sborsato un euro. Tutte a spese dell'ente pubblico le sterilizzazioni, per una somma di 8.500 euro. Nel dettaglio, gli interventi hanno interessato 73 micie e 50 cagne. Sette gli ambulatori veterinari coinvolti ai quali il Comune ha versato direttamente i compensi per le prestazioni, tutte documentate e tutte fruite da animali "residenti" in città, che era uno dei requisiti previsti bel regolamento della campagna promozionale, per poter accedere ai benefici.

ESTENSE.COM

19 OTTOBRE 2009

 

Ma la produzione e vendita è permessa e regolata dalla legge

Carne halal nelle scuole, polemica in circoscrizione

 

La carne Halal si scontra con le sensibilità animaliste oppure no? È la domanda che il consigliere del Pdl della Circoscrizione 1 Leonardo Rosa pone al suo presidente in merito alla decisione di acquistare e somministrarne all’interno delle scuole materne ed elementari del centro durante i pasti carne di tipo “halal” (carne “lecita”, genericamente non di maiale) ai bambini di fede mussulmana.
“Si tratta di un tipo di carne che prevede – ricorda Rosa - la macellazione secondo i riti islamici con sgozzamento degli animali ancora vivi e loro conseguente dissanguamento, e che risulta essere generalmente più costosa, rispetto alla carne degli stessi animali proveniente da macelli tradizionali”.

Il consigliere fa presente come “a giudizio della Corte di Cassazione integra il reato di maltrattamento ogni comportamento che genera sofferenza ingiustificata agli animali, altresì la macellazione a fini alimentari che avvenga mediante modalità cruente”. Ora, secondo il consigliere di opposizione, “la macellazione di carne halal non trova un'adeguata giustificazione e pertanto costituisce incrudelimento verso gli animali che nel nostro ordinamento giuridico è previsto come reato”.

Per questo nella sua interpellanza Rosa chiede di sapere “in base ai dati in possesso alle scuole comunali sulla merce acquistata, quale sia la differenza dei prezzi di acquisto, tra carne a macellazione tradizionale e carne “halal”, in riferimento agli stessi tagli”, e “se l’amministrazione comunale, agendo in questo modo, è conscia di rendersi a suo modo complice di chi pratica tale tipo di macellazione che genera sofferenze e atrocità sugli animali”.

La macellazione e la vendita di questo tipo di carne è già disciplinata dall’Unione europea con la direttiva 119 del ’93 (relativa appunto alla protezione degli animali durante la macellazione o l'abbattimento), recepita dall’ordinamento italiano attraverso il decreto legislativo 333 del 1998.

Secondo il d.lgs. le operazioni di “trasferimento, stabulazione, immobilizzazione, stordimento, macellazione e abbattimento devono essere condotte in modo tale da risparmiare agli animali eccitazioni, dolori e sofferenze evitabili”. L’art. 4 prevede inoltre che “la costruzione, gli impianti e l'attrezzatura dei macelli, nonché il loro funzionamento devono essere tali da risparmiare agli animali eccitazioni, dolori e sofferenze evitabili”.

La risposta all’interpellanza – per quanto riguarda la sua seconda parte relativa all’ipotesi di maltrattamento - diventa quindi automatica. Se i produttori di carne halal rispettano le norme vigenti in materia, non commetteranno nulla di rilevante dal punto di vista penale, così come l’amministrazione che ne permette la somministrazione nelle scuole non si renderà complice di alcunché.


ANSA AMBIENTE

19 OTTOBRE 2009

 

AMBIENTE:MENU' VEGETARIANO PER TAGLIARE CO2 E AMMALARSI MENO

 

ROMA - Si tagliano 36 chilogrammi di CO2 per ogni kg di carne di manzo non mangiata in una settimana a persona, pari a un risparmio di quasi 1.900 kg di CO2 in un anno, e contemporaneamente diminuisce dell'80% il rischio di diabete alimentare. E ora, potrebbe essere piu' facile poter scegliere di mangiare vegetariano. Sulle 'tavole' infatti e' arrivata una proposta di legge, a firma di Andrea Sarubbi del Pd e Gabriella Giammanco del Pdl insieme con la Lav (Lega antivivisezione), per tutelare la scelta alimentare vegetariana e vegana nei luoghi pubblici, convenzionati e privati. Sono molti i pregi, riferisce la Lega Antivivisezione (Lav), di una scelta del genere, al di la' dei motivi etici. Due sono gli aspetti essenziali: la tutela dell'ambiente e della salute. Per quanto riguarda l'ambiente, osserva la Lav, gli allevamenti di animali destinati all'alimentazione umana sono responsabili dell'inquinamento (ogni animale inquina suolo e acqua per 30 volte il suo peso) per un totale pari al 18% delle emissioni globali di gas serra contribuendo alla formazione di piogge acide, della deforestazione (un hamburger comporta la distruzione di 5 metri quadrati di foreste, pari a 35 metri quadrati per ogni kg di carne), di spreco risorse e terre coltivabili (per 1 kg di carne sono necessari 15 kg di cereali, mentre per 1 kg di carne bovina sono necessari oltre 15.000 litri d'acqua). Sul versante salute, continua la Lav, nei vegetariani l'incidenza delle principali malattie dei paesi industrializzati (malattie cardiovascolari, cancro, obesita' e diabete) e' molto piu' bassa rispetto agli onnivori: l'incidenza di cardiopatie e' inferiore del 24%, mentre nei vegani (che non assumono alimenti di origine animale) e' inferiore fino al 57% (dati dell'American dietetic association 2009). Se si esclude la carne dalla dieta, il rischio di patologie coronariche diminuisce del 35%. I vegetariani hanno l'80% di rischio in meno di ammalarsi di diabete di tipo 2, o alimentare, rispetto a chi si nutre di alimenti di origine animale. E poi, ricorda la Lav, ci sono anche motivi etici alla base di una scelta vegetariana. Se ogni italiano mangiasse vegetariano per un giorno alla settimana per un anno, si risparmierebbe la vita a 12 milioni di animali.


BLOGOSFERE

19 OTTOBRE 2009

 

Una legge per tutelare vegetariani e vegani

 

E' stata presentata alla Camera una proposta di legge per tutelare l'alimentazione di vegetariani e vegani. E' un'ottima iniziativa, che permette a circa 6 milioni di persone di poter mangiare secondo le proprie scelte sul luogo di lavoro. Inoltre, la presenza di una maggiore offerta di piatti di origine vegetale non può che fare del bene alla salute di tutti.  Vedete sopra alcuni piatti vegani serviti alla Camera in occasione della presentazione alla stampa della porposta di legge (fonte LAV)La proposta, presentata da Andrea Sarubbi (PD) e Gabriella Gianmanco (PdL), prevede che in tutte le mense e gli esercizi convenzionati «devono essere sempre offerte e pubblicizzate almeno un’ opzione vegetariana e una vegana». Inoltre «Il menu vegetariano e vegano offerto deve essere strutturato in modo tale che assicuri un apporto bilanciato di tutti i nutrienti»La proposta è piuttosto minuziosa, dal momento che giustamente precisa che «Le pietanze vegetariane e vegane non devono contenere nemmeno gli ingredienti di origine animale utilizzati per la preparazione ... elencati nell’allegato 1.»Speriamo che questa proposta non faccia la fine della legge contro l'omofobia...Ho riportato qui sotto l'elenco (allegato 1) degli additivi alimentari che non dovrebbero essere consumati di vegani. E' un'informazione importante, perchè non sempre è possibile riconoscere l'origine animale di questi additivi. Vale comunque la regola che meno additivi si consumano e meglio è!

[Ne ha parlato persino il Corriere, anche se il titolo dell'articolo è come al solito equivoco. Il menu veg non diventerebbe obbligatorio solo per le mense pubbliche, ma anche quelle convenzionate o private, cioè in tutti i luoghi in cui si è soliti consumare il pranzo nella pausa dal lavoro. Il menu veg non sarebbe invece obbligatorio per ristoranti e bar in genere. Un ringraziamento a Franz per al segnalazione]

Allegato 1 della proposta di legge

– Strutto
– Cervione (ossa e pelli mucche – cavalli)
– Colla di pesce
– Coloranti:
E120 COCCINIGLIA
E 161 b XANTOFILLE – LUTEINA
E 161 c XANTOFILLE – CRIPTOXANTINA

[Questi sono addensanti, emulsionanti, gelificanti ecc., erroneamente inclusi nell'elenco insieme ai coloranti, infatti alcuni di questi ricorrono più sotto nell'elenco]

E470
E472 a-f
E473
E474
E475
E476
E478

[Agente lievitante ottenuto dalle ossa degli animali]

E542

[gelificanti]

E904
E913
E920
E921

– Conservanti, emulsionanti, stabilizzanti, addensanti, gelificanti,
additivi:
E252 POTASSIO NITRATO
E270 ACIDO LATTICO
E471 MONO E DIGLICERIDI DEGLI ACIDI GRASSI ALIMENTARI
E472b ESTERI DEL MONO E DIGLICERIDI DELL’ACIDO
LATTICO-ESTERI LATTICI
E473 SUCROESTERI: ESTERI DEL SACCAROSIO CON ACIDI
GRASSI
E474 SUCROGLICERIDI
E473
E477 ESTERI PROPILENGLICOLICI DEGLI ACIDI GRASSI
E481 STEAROIL-2-LATTILATO DI CALCIO
572 MAGNESIO STEREATO
631 INOSINATO DI SODIO
904 SHELLAC
920 CISTEINA, SUOI CLORIDRATI E SUOI SALI

– chimotripsina
– estratti di carne
– estrogeni
– fibrinolisina
– ingluvina
– labfermento/presame/rennina
– leucina
– pancreatina
– pepsma
– plasmina/tripsina.


LA REPUBBLICA

19 OTTOBRE 2009

 

Lav: vegetariani e vegani aiutano l'ambiente, 14:28

Gli allevamenti di bestiame sono responsabili del 18% delle emissioni annuali di gas serra: consumare meno carne diminuirebbe l’inquinamento migliorando il rischio di malattie cardiovascolari

 

La scorsa settimana è stata avanzata la proposta di Legge trasversale n.1467 Norme per la tutela delle scelte alimentari vegetariana e vegana, attualmente in osservazione alla Camera dei Deputati. La nuova norma andrebbe a garantire il diritto all’opzione vegetariana nelle mense scolastiche e in generale nei luoghi di ristoro, per permettere a chi decide di intraprendere un'alimentazione priva di proteine e grassi animali, di scegliere cosa mangiare.
L'appello della Lav (Lega anti vivisezione) non è rivolto solo alla tutela dell'animale ma anche e soprattutto alla salvaguardia dell'ambiente e della salute umana: è stata resa nota la comunicazione che per ogni kg di carne non mangiata in una settimana da una sola persona si riesce a risparmiare fino a trentasei kg di CO2, contribuendo alla riduzione del rischio di diabete: una scelta sana ed ecologica.
Il calcolo riguarda gli animali da allevamento: per ogni capo di bestiame è stato valutato un inquinamento del suolo e delle falde acquifere pari a circa trenta volte il suo peso, causa dell'aumento di frequenza e di intensità del fenomeno delle piogge acide dovuto alle emissioni dannose e alla deforestazione.
Un allevamento di bestiame è risultato essere un notevole fattore di incremento dello spreco di importanti risorse quali acqua e terra coltivabile responsabile anche della produzione del 18% dei gas serra emessi ogni anno a livello globale.


CITY

19 OTTOBRE 2009

 

Cani, banca dati per monitorare le aggressioni

 

TORINO - Gli eventi di aggressione e morsicatura da parte di animali domestici verso altri animali o persone saranno registrati: lo ha deciso la Regione, istituendo un’apposita banca dati interattiva presso lo sportello degli animali d’affezione, presente in ogni Asl. L’archivio ha il compito di rilevare, oltre all’identità e alle caratteristiche del morsicatore, anche la gravità della lesione, le circostanze e le cause dell’episodio.


LA STAMPA

19 OTTOBRE 2009

 

La storia - la razza che ha commosso l'america

Così ho portato a Torino  il cane-eroe giappones

Il più grande allevamento d'Europa di Akita è a Givoletto

 

Andrea Rossi

 

Il professor Hidesamuroh Ueno viaggiava ogni giorno in treno da Shibuya a Tokyo, dove insegnava all’Università. Hachi, il suo cane lo accompagnava alla stazione e tornava a prenderlo la sera. Il 21 maggio 1925 Ueno non tornò. Un infarto l’aveva ucciso. Hachi lo aspettò invano alla stazione. Non si arrese: tornò l’indomani e il giorno dopo ancora, e così per dieci anni, finché morì.
Tra qualche settimana rivivrà in «Hachiko. A Dog’s Story», il film con Richard Gere che ha fatto commuovere l’America. In Italia la storia è poco nota. A Givoletto, però, c’è un uomo di 45 anni che la conosce da tempo. Nel suo ufficio c’è una foto di 25 anni fa: un ragazzo con una borsa a tracolla abbraccia la statua di Hachi costruita nel 1934 a Shibuya e dedicata a quell’esemplare di Akita che per un popolo intero è diventato sinonimo di lealtà.
«Gli Akita sono come i samurai: fedeli, di poche parole, pronti a morire per il padrone», racconta Antonino Saporito. Il suo è il più grande allevamento d’Europa: 50 Akita - tra cui Zuiun Go, campione mondiale a Bratislava pochi giorni fa - più una manciata di Shiba, altra specie nipponica. Una piccola enclave immersa nel verde costruita in vent’anni di sudore e viaggi in Giappone. Ogni anno, nelle terre del Sol Levante nascono 1800 esemplari. In Italia 200. A Givoletto una sessantina, quest’anno 25, perché la crisi si è spinta fin qui, e sborsare 2-3000 euro per un cucciolo di questi tempi non è cosa da tutti.
Antonino Saporito era un ristoratore. Poi un istruttore di judo. La passione per le arti marziali l’ha portato in Giappone. «Vent’anni fa presi un aereo per Tokyo, direzione il Kodokan Institute, il tempio del judo. Mi sono innamorato della cultura nipponica». Oggi ha creato un’azienda agricola. Il suo primo lavoro è incrociare, allevare e allenare Akita. Non ha appeso il kimono, ma i cani hanno preso il sopravvento. È stato uno dei primi a importare Akita dal Giappone, quando erano una razza sconosciuta e la moda guardava altrove. Lo fa ancora oggi: uno, due, tre l’anno, 20-30 mila euro ogni adulto. Il suo maestro di judo fa da interprete, Saporito scandaglia gli allevamenti. «Cerco quel che serve per incrementare la qualità delle future cucciolate». La prima volta, nel 1992, fu una mezza impresa. «Avevo acquistato due cani, ci vollero giorni di carte bollate, certificati, autorizzazioni sanitarie. Poi, all’aeroporto di Tokyo li rispedirono indietro: mancava un documento».
Non lo dice, ma forse ha introdotto una tendenza. È una razza pregiata, nobile e ricercata, questo lupo giapponese diventato nei secoli cane da lavoro e da caccia all’orso. Un colosso da 30-40 chili. Razza pura: «Fino alla seconda guerra mondiale il Giappone è rimasto una terra immune da contaminazioni. E così l’Akita - racconta Saporito - È un cane primitivo. Così era secoli fa e così è rimasto. Per questo è più forte». Lui ci mette del suo, un lavoro meticoloso: viaggi, esposizioni, gare, allenamenti. Uno studio degli esemplari quasi maniacale, grazie anche alle cure quotidiane di Florin Morosan, un veterinario. A cominciare dall’alimentazione: «Li nutro con un mangime particolare a base di pesce. Lo produce una ditta della zona appositamente per noi». Quest’anno è stata dura. La crisi ha colpito.
A Natale il film di Lasse Hallstrom con Richard Gere - remake della pellicola di Seijiro Koyama «Hachiko monogatari», 1987 - approderà nelle sale. E potrebbe ripetersi il boom di qualche anno fa. Allora era stata una campagna pubblicitaria a lanciare la tendenza Akita. «In Italia si sfornarono 540 cuccioli anziché i soliti 200, più una valanga fatti arrivare dall’estero. Per gli allevatori seri fu devastante», racconta Saporito. L’incrocio è operazione da intenditori. Ci vogliono mesi di studio: pedigree, struttura, colore del pelo, altezza, espressione, persino il carattere. «In Italia non ci si è limitati a “fare cani”. Si è puntato al top, alla qualità. Troppo clamore può nuocere. Speriamo non succeda».


APCOM

19 OTTOBRE 2009

 

In Italia 3 milioni di animali vittime delle coppie che scoppiano

Almeno 500mila cani e 450mila gatti: spesso vengono abbandonati

 

Roma - Quando la 'coppia scoppia' i problemi sono anche degli animali domestici: secondo i dati dell'Eurispes sono 45 milioni gli animali domestici presenti nelle case italiane ma, secondo i dati raccolti in questi tre anni dal Tribunale degli animali e dallo Sportello Animalidi Aidaa sono almeno 3 milioni gli animali domestici che entrano nelle contese delle coppie separate e divorziate e per molti di loro si apre la via del canile, del gattile, se non dell'abbandono. Nella conta dei tre milioni di animali domestici che vivono il trauma della separazione delle coppie dei loro "padroni" almeno un milione sono pesci e quindi il "trauma" lo vivono in maniera molto relativa. Diversa la situazione per i 500.000 cani e i 450.000 gatti che se va bene si trovano al centro di contese assurde, dove gli animali diventano motivo di contendere tra le coppie che si separano. Ma oltre a cani e gatti ad andarci di mezzo sono anche almeno mezzo milione di conigli d'appartamento, roditori e furetti, oltre 100.000 tartarughe di acqua e di terra e circa 550.000 tra pappagalli ed altri uccelli di casa.


L'UNITA'

19 OTTOBRE 2009

 

Gorilla ed elefanti "poliziotti" ambientali

 

Anche gorilla ed elefanti, alleati naturali per la conservazione delle foreste tropicali africane, dovranno far parte dei fattori «amici del clima» da considerare nell'ambito dei negoziati alla prossima conferenza Onu di Copenaghen. Questo l'appello rivolto da Ian Redmond, ambasciatore Onu per l'Anno del gorilla, a meno di 60 giorni dall'appuntamento dove i governi sono chiamati a firmare un nuovo accordo per mettere un freno alle emissioni di gas serra ed affrontare a livello globale i mutamenti climatici. Il 2009 infatti per l'Onu non è solo l'anno dominato dall'emergenza clima, ma anche l'Anno del gorilla, per sensibilizzare il Pianeta sul rischio estinzione di questa specie. Nei loro ecosistemi, spiega Redmond, grandi mammiferi come elefanti e gorilla sono specie chiave: i gorilla agiscono come «giardinieri» nelle foreste tropicali del Bacino del Congo e proteggerli significa prevenire la perdita di flora, la cui sopravvivenza dipende da questi animali. I gorilla sono secondi solo agli elefanti per numero di semi che disperdono ogni giorno nelle foreste africane.«Gorilla ed elefanti svolgono un servizio per il Pianeta; - afferma l'ambasciatore Onu - l'Unep ha appena terminato con successo la campagna per piantare sette miliardi di alberi, ma io stimerei in sette miliardi di semi quelli dispersi ogni giorno da elefanti e gorilla in Africa». Insomma, il contributo di questo animali alla salute dell'habitat delle loro foreste - una componente centrale per la regolazione del clima del Pianeta - «è ancora poco compreso». Quindici anni di conflitti nella regione dei Grandi Laghi in Africa, accompagnati da sfruttamento illegale dei minerali per finanziare le milizie, hanno aumentato bruscamente la domanda di carne di animali selvatici. Inoltre, una popolazione urbana in crescita ha accelerato la deforestazione per la produzione di combustibile. Di conseguenza, elefanti e gorilla si sono ridotti in gran numero, a danno del loro habitat e del sistema ambiente in generale. Ad esempio, un drammatico declino nella diversità della vegetazione può essere osservato in zone del parco nazionale Kahuzi-Biega, nella Repubblica democratica del Congo orientale. Con il declino di gorilla ed elefanti nelle zone montuose, la flora delle foreste è cambiata in una vegetazione meno varia e più densa, dove alcune piante hanno soppiantato delle altre. Per questo sostenere i piani nazionali di azione per fermare la deforestazione dell'habitat dei gorilla è uno dei principali obiettivi dell'accordo ad hoc sulla protezione di questi animali, della Convenzione per la conservazione delle specie migratorie di animali selvatici.


IL GIORNALE

19 OTTOBRE 2009

 

Entro 15 anni gli elefanti non ci saranno più

 

Londra. Tra breve non ci saranno più, cancellati dalla geografia, eliminati per sempre dai paesaggi africani. Gli elefanti stanno per sparire, cancellati dal commercio illegale di avorio. C’è addirittura una data: per Samuel Wasser, direttore del Centro preservazione delle specie dell'Università dello Stato di Washington entro 15 anni l’estinzione potrebbe essere definitiva. Sui 600mila esemplari presenti i bracconieri ne macellano spietatamente 38.000 l'anno. E la natalità non compensa le morti. Difficile porvi argine anche perché il commercio illegale di fauna selvatica in tutto il mondo è un giro d’affari che vale sui 10 miliardi di dollari. Robbie Marsland, direttore dell’International Fund for Animal Welfare, non ha dubbi: «Vent’anni dopo il divieto di commercio internazionale di avorio, gli elefanti in Africa sono ancora minacciati dal bracconaggio commerciale. Il commercio di avorio deve essere impedito una volta per tutte definitivamente se vogliamo impedire l'estinzione degli elefanti. Purtroppo la verità è che il commercio di avorio è ovunque una minaccia per gli elefanti in tutto il mondo».
Per questo l’International Fund for Animal Welfare chiede un intervento immediato all’UE e alla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione: bisogna smettere, la sostanza della richiesta, di sostenere le vendite di avorio legale.
Certo i numeri fanno paura. Il Parco Nazionale del Ciad per esempio nel 2005 ospitava 3.885 elefanti, quattro anni dopo sono diventati 617. E almeno undici guardie forestali sono stati uccise dai bracconieri nello stesso periodo. E siamo solo all’inizio.


IL GIORNALE

19 OTTOBRE 2009

 

TARTARUGHE MARINE: UNA SU MILLE CE LA FA

Per fare buone pellicole si deve andare alle radici

 

C’è pane per tutti i denti, al Festival, così gli amanti degli animali, dopo il fedele cane di Richard Gere (in Hachiko - A Dog’s story), ieri hanno apprezzato una piccola tartaruga marina, protagonista de L’incredibile viaggio della tartaruga del regista e biologo Nick Stringer, vincitore di un Emmy Award per l’impegno profuso nei suoi documentari sulla natura. Dopo il successo, nel 2005, de La marcia dei pinguini di Luc Jacquet, dove si prendeva parte alla vita di questi uccelli, così tenaci nell’allevare la prole tra ghiacci e stenti, ecco un’altra operazione simile, simpatizzante, cioè, rispetto a bestie non facili da riprendere in azione. Poetico ed emozionante risulta, infatti, il viaggio della tartaruga nata in una spiaggia incontaminata della Florida e destinata a lottare da subito per raggiungere il mare. E se, nella prima fase del percorso, che porterà l’animale verso l’Artico, assecondando la corrente del Golfo, ammontano a oltre mille i compagni d’avventura, a sopravvivere sarà lei, la tartaruga capace di nuotare in acque gelide. La voce narrante, qui, è quella dell’attrice e cantante Paola Cortellesi, che dice: «Questa tartaruga tocca il cuore. E tutti dovrebbero vedere il film, per capire come sopravvivono certi animali».


IL GIORNALE

19 OTTOBRE 2009

 

Pacifico, solitario e ghiotto di frutta

 

L’orso bruno marsicano è un mammifero carnivoro anche se la sua dieta è composta per oltre il 90% di vegetali: si nutre infatti di radici, tuberi, frutta, bacche ma anche di piccoli animali, sia vertebrati che invertebrati, mentre solo sporadicamente uccide grossi mammiferi, preferendo nutrirsi delle loro carcasse. In media gli esemplari maschi pesano fra i 95 e i 150 kg e raggiungono in posizione eretta un'altezza di 1,8-1,9 metri, mentre le femmine sono solitamente del 25% più piccole sia in termini di dimensioni che di peso. Si tratta di animali estremamente schivi e dalle abitudini quasi del tutto notturne. Solitari e piuttosto territoriali delimitano un proprio territorio che si estende dai 10 ai 200 chilometri quadrati, a seconda della disponibilità che contengono. Spesso gli orsi marsicani, in particolare i maschi, si spostano anche per lunghi tratti portandoli in alcuni casi ad attraversare zone abitate e ad entrare involontariamente in conflitto con la popolazione locale, portando scompiglio nella comunità. Durante l'inverno, questi animali si scavano una tana più o meno profonda oppure occupano delle cavità nella roccia nelle quali vanno in letargo per un periodo più o meno lungo a seconda delle condizioni climatiche: per questo fra l'estate e l'autunno si nutrono abbondantemente, immagazzinando grossi cuscinetti adiposi che sfruttano per sopravvivere durante il periodo di inattività.


TARGATO CN

19 OTTOBRE 2009

 

Danni da ghiro ai noccioleti in Alta Langa e valli

 

Provincia di Cuneo -  danni provocati dal ghiro alle coltivazioni di nocciolo sono in forte aumento, passando dai 52 mila euro nel 2007 a 106 mila nel 2008. Il problema tocca gli imprenditori agricoli dell'Alta Langa e delle valli Belbo, Bormida e Uzzone che chiedono interventi urgenti per limitare il fenomeno. La coltivazione della nocciola 'tonda gentile delle Langhe' è di particolare pregio e rappresenta una delle poche coltivazioni remunerative della zona. La Provincia di Cuneo si è fatta promotrice di una serie di iniziative a partire da uno studio 'Valutazione dell'impatto ambientale del ghiro (glis glis) sulle colture di nocciolo' realizzato dal Centro ricerca gestione fauna selvatica (Cerigefas). Lo studio ha permesso di stimare il fenomeno con azioni di monitoraggio a campione significativo e calcolare la perdita in resa dei raccolti, proponendo alcune strategie di prevenzione del danno. Si tenga conto che in provincia di Cuneo la produzione annuale di nocciole 'tonda gentile' ammonta a 110 mila quintali all'anno e che il ghiro è oggetto di tutela e comunque specie non cacciabile. La relazione, inviata per l'approvazione al Ministero per le Politiche agricole e l'Istituto nazionale Fauna selvatica (ora Ispra), seppur apprezzata, necessita di ulteriori approfondimenti poiché l'Istituto chiede che l'attivazione di interventi di controllo diretto sui roditori sia subordinata ad un'analisi dei risultati delle tecniche incruente di intervento. “La Provincia chiederà una deroga alle disposizioni ministeriali e relazionerà nuovamente all'Ispra – precisa l'assessore all'Agricoltura, Claudio Sacchetto - fornendo ulteriori elementi di valutazione per ottenere un parere favorevole ad una, seppur limitata e sperimentale, azione di controllo. Lo scopo è quello di attivare soluzioni ecologicamente compatibili sia con la salvaguardia dell’ambiente, sia con la presenza del ghiro entro limiti compatibili. Per venire incontro alle esigenze delle aziende agricole che subiscono danni ingenti dall'attività del ghiro e dei cacciatori che pagano in parte i danni senza averne colpa”.


LA ZAMPA.IT

19 OTTOBRE 2009

 

Ecco la gatta più lunga del mondo: 43,43 cm

 

Si chiama Scarlett's Magic, ha 18 mesi, ed è entrata a far parte dei Guinness dei records come gatta più lunga del mondo: 43,43 cm. Sembra un ghepardo, ma fa parte dei gatti "Savannah", nati dall'incrocio tra un Servalo, felino africano, e un gatto domestico di razza.

 

FOTO

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VIDEO

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PRIMA DA NOI

19 OTTOBRE 2009

 

Gli animalisti insistono:«sospeso tutto il calendario venatorio:vietato sparare»

ABRUZZO. Ieri un vero e proprio giallo sulla chiusura della caccia ad opera del Tar. Gli animalisti sostenevano che la caccia -in virtù dell’ordinanza del tribunale- fosse stata vietata, l’assessore Febbo invece sosteneva che solo la caccia alla starna fosse stata bloccata.

 

«I nostri consulenti ed avvocati hanno confermato l’interpretazione restrittiva dell’ordinanza del Tar Abruzzo», dice oggi dopo un approfondito consulto Walter Caporale, presidente di Animalisti Onlus «ora spetta alla giunta regionale applicare e rispettare questa decisione. Da oggi se in Abruzzo esistono ancora il rispetto delle leggi e la dignità delle Istituzioni la caccia è vietata sul territorio regionale. Dunque l'Assessore alla Caccia farebbe bene a rispettare le sentenze dei tribunali, poiché nel nostro Paese vige ancora la divisione dei poteri».
Il Tribunale amministrativo regionale ha confermato l’irregolarità di alcune norme dello stesso Calendario Venatorio, gli aspetti e le anomalie riscontrate dal Tar renderebbero necessarie numerose modifiche, che di fatto rendono ben difficile rifare un Calendario Venatorio in poco tempo nel rispetto delle indicazioni dell’Istituto Superiore di Ricerca Ambientale (Ispra).
Soprattutto per ciò che riguarda le documentazioni, mancanti ed inesistenti, dei dati sulle popolazioni delle specie stanziali.

Secondo l’avvocato degli animalisti Michele Pezone «non siamo in presenza di una sentenza, ma di un'ordinanza. Inoltre occorre precisare che non vi è stata alcuna abolizione della caccia, la quale è disciplinata da una legge nazionale, ma la sospensione del calendario venatorio».
«La predetta sospensione», spiega il legale, «riguarda la deliberazione della Giunta Regionale n. 416, con cui è stato approvato il calendario venatorio 2009/2010, delibera che è apparsa ai Giudici del TAR L'Aquila viziata da difetto di motivazione, “nella parte in cui non ha dato adeguata contezza delle ragioni di dissenso rispetto alle concludenze consultive dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale”. La Giunta Regionale è pertanto chiamata a modificare il Calendario Venatorio. Il provvedimento di sospensione riguarda l'intero calendario venatorio, con la conseguenza pratica che non può essere consentita la caccia fino a quando non viene emanato un nuovo calendario venatorio che si conformi a tutte le conlcudenze dell'Ispra o quantomeno dia adeguata contezza delle ragioni di dissenso rispetto alle predette concludenze dell'organo consultivo. Nel frattempo, la Regione è tenuta a dare esecuzione all'ordinanza sospensiva, rendendo nota a tutti la deliberazione che allo stato ha sospeso il calendario venatorio».
17/10/2009 15.32 «Da sempre sono rispettoso delle leggi del nostro Stato e delle sentenze ma le leggi e le sentenze non vanno interpretate ma applicate», replica l’assessore Febbo.
«Ribadisco, pertanto, qualora non fosse ancora chiaro, che il TAR ha solo dichiarato la sospensiva del calendario venatorio in relazione alla caccia alla starna ed al tempo stesso, ha richiesto chiarimenti per la caccia alla lepre ed al fagiano. Come, del resto, si può evincere dalla circolare del dirigente del settore e dell’avvocatura regionale inviata alle Provincie ed agli ATC, gli ambiti territoriali di caccia. La sentenza del TAR è partita dal presupposto della mancanza di dati scientifici, lacuna che esiste dal 2004 e che non può certo essermi imputata. In ogni caso, la stiamo colmando attraverso lo strumento del Piano faunistico regionale che abbiamo affidato all’Arssa e che quindi non ci costerà nulla».
Poi una stoccata a Caporale: «Forse si dimentica che il suo partito (Verdi, ndr) è stato cancellato dal Parlamento italiano per i danni dovuti al suo integralismo, superato dai tempi e dalla storia».
«Il mio assessorato – afferma Febbo - sta finalmente ridando dignità ai cacciatori, veri amanti dell’ambiente, ed il giudizio sul nostro operato, lo daranno i cittadini fra quattro anni. Quel che posso confermare è il giudizio altamente positivo che hanno espresso tutte le organizzazioni professionali che lavorano fattivamente con l’assessorato, per dare risposte al territorio in termini economici e finanziari. Le scelte venatorie – prosegue - sono state fatte invitando al tavolo di confronto tutte le associazioni di cui le leggi prevedono la presenza e che forse non fanno parte della sua corrente partitica».
Per Febbo, inoltre, «l’economia abruzzese è crollata a causa delle scelte scellerate della precedente Giunta Del Turco. I risultati positivi di adesso sono sotto gli occhi di tutti ma bisogna guardarli in maniera non faziosa come fanno ancora certe associazioni».


IL GAZZETTINO

19 OTTOBRE 2009

 

CACCIA Un convegno per capire il ruolo svolto dalle volpi

Rabbia, rischi per la fauna

 

Provincia di Rovigo - Focolai di rabbia silvestre nelle vicinanze del territorio polesano. Se ne parlertà inun apposito convegno organizzato dalla Federcaccia nella sua sede di via Levico giovendì 22 ottobre alle 18.La rabbia silvestre rappresenta un pericolo particolarmente grave per gran parte della fauna selvatica locale. Se ne imputano le resoonsabilità di vettore del contagio a specie che trasmigrano da territorio a territorio con estrema facilità. Sul banco degli imputati pare si già stata messa la volpe, capace di coprire ragguardevoli distanze per cercare aree di caccia adeguate e che, a detta degli esperti, sta scegliendo con assiduità crescente la striscia di terra tra Adige e Po come zona insediativa d'elezione vuoi per la grande quantità di selvaggina che può reperirvi, vuoi anche perché, stagione di caccia esclusa, è l'unico territorio provinciale di qua e di là dal Po privo di qualsivoglia piano di contenimento della specie ormai da oltre tre anni. Vale la pena ricordare che, dopo le travagliate vicende del precedente piano volpi, di fatto cancellato per l'impugnazione sentenziata dal Consiglio di Stato su iniziativa delle rappresentanze animaliste, anche la riaggiornata proposta del neo assessore alle Risorse faunistiche Claudio Bellan, a dispetto delle presunte aperture della controparte pro-fauna, alla fine si scontrerà con lo scontato no di chi proprio di controllo faunistico non vuol sentir parlare. Del resto la mission di Lav, Lac, Wwf o 100percento animalisti, tanto pe citare le sigle più agguerrite, è la salvaguardia tout court di tutti gli animali. Come dire sì a un'iniziativa che ne prevede la soppressione?


MESSAGGERO VENETO

19 OTTOBRE 2009

 

Rabbia silvestre via alle vaccinazioni

 

Raffaella Sialino

 

COSEANO (UD). Dopo i recenti e numerosi casi di rabbia silvestre, anche il Comune di Coseano ha emesso l’avviso per la vaccinazione antirabbica obbligatoria e gratuita dei cani del territorio comunale: si comincia oggi. Ricordiamo che per i trasgressori sono previste sanzioni che vanno da un minimo di 258 euro ad un massimo di 2.500 euro per chi non è in regola con la vaccinazione antirabbica e da un minimo di 103 euro ad un massimo di 619 euro per chi non è in regola con l’iscrizione all’anagrafe canina. Infatti, oltre a vaccinare i cani, questi incontri consentono anche di iscriverli all’anagrafe canina qualora non siano ancora stati iscritti. Le vaccinazioni obbligatorie antirabbiche, che sono destinate quindi a tutti i cani di età superiore ai tre mesi, si svolgeranno nel territorio comunale di Coseano con il seguente calendario. Oggi, lunedì 19 dalle 14 alle 17,30 nel magazzino comunale per i paesi di Coseano e Coseanetto; giovedì 22 dalle 14 alle 17,30 nell’Area festeggiamenti di Cisterna per Cisterna e Maseris; venerdì 23 dalle 14 alle 17,30 nell’ex Collegio di Barazzetto per Nogaredo e Barazzetto ed, infine, sabato 24 dalle 9 alle 12 i possessori di cani che non abbiano potuto essere presenti nelle date precedenti si potranno recare con le proprie bestiole nel magazzino comunale per le vaccinazioni e le verifiche dell’iscrizione all’anagrafe canina. Come si diceva, nelle date sopraindicate si provvederà come termine ultimo – senza incorrere dunque in sanzioni – anche all’applicazione del microchip, da parte del personale veterinario, ai cani non ancora iscritti all’anagrafe e tutti i possessori potranno provvedere a verificare la registrazione del proprio cane. I cani vanno condotti alle vaccinazioni al guinzaglio, con eventuale museruola al fine di non arrecare danno a persone e cose. Ulteriori informazioni si potranno ottenere telefonando alla polizia municipale (0432 861047) dal lunedì al sabato dalle 8 alle 10 o al Servizio veterinario dell’Ass4 (0432 812341) dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13.

 

 
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