GEA PRESS
19 LUGLIO 2010
L’Aquila, impiccata la gattina Giulietta.
Nella caserma della Guardia di Finanza di Coppito (AQ), la stessa caserma che ha ospitato il G8, nella notte del 15 luglio us è stata impiccata la gattina bianca Giulietta.Giulietta è stata trovata “appesa” alle finestre degli uffici che ospitano gli enti pubblici de L’Aquila.E’ incredibile che in una Città già martoriata dagli eventi naturali, dove uomini ed animali condividono i disagi del post terremoto, dove migliaia di volontari si sono spesi per gli umani ma anche per gli animali, succedano atti di inaudita violenza come questo e perdipiù all’interno di una caserma!
GIORNALE DI VICENZA
19 LUGLIO 2010
Gatta abbandonata salvata per caso
THIENE (VI).Era stata lasciata sulla Gasparona da una coppia di anziani
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Thiene (VI) - L'incidente dell'autocarro che ha perso catrame per strada avvenuto l'altro giorno sulla nuova Gasparona nell'area di servizio Agip, è stato, per così dire, "provvidenziale" per salvare una gatta dalla vita randagia. La micia in questione era stata abbandonata poco prima e una signora, avendo assistito alla scena, ha approfittato della presenza degli agenti di polizia municipale per denunciare l'accaduto fornendo tanto di numero di targa e modello dell'auto.
«La donna - racconta Giovanni Scarpellini comandante del Consorzio di polizia locale Nordest Vicentino - ha detto di aver visto fermarsi proprio nell'area di servizio un'auto con a bordo una coppia di anziani, sulla settantina, aprire la portiera, buttare fuori la gatta e ripartire». Il felino, una miciona nera anziana, ora è affidata alle cure dell'Enpa. «Questa è una triste storia finita bene, ma non è così per tutti - dice la volontaria Ketty Garzotto -. Basti pensare che ogni settimana io e le altre volontarie raccogliamo decine di gatti che teniamo con noi e questi sono solo una parte di quelli che vengono abbandonati.
IL GAZZETTINO
19 LUGLIO 2010
Anziano sorpreso a disfarsi di un gattino
Denunciato, rischia un multa salatissima
Valerio Bassotto
THIENE (VI) - Costerà molto caro, a M.C., 70 anni, di La Spezia, l’aver abbandonato un gattino, sabato pomeriggio, lungo la "Nuova Gasparona", in territorio di Thiene. La titolare di un distributore situato sull’arteria ha visto l’uomo che, assieme ad un amico, ha gettato il micio sotto un autotreno, fermo in una piazzola; ha preso il numero della targa del veicolo e ha denunciato il fatto alla Polizia locale Nordest. Gli uomini del comandante Scarpellini hanno rintracciato, il 70enne ligure - a Thiene per alcuni giorni in casa di amici - e lo hanno denunciato per molestie e abbandoni di animali: rischia un anno di carcere e una multa da 1.000 a 10mila euro. Il gatto è stato recuperato e affidato all’Enpa cittadina.
IL TIRRENO
19 LUGLIO 2010
Quella violenza può diventare sempre più grande
Non c’è più voglia, testa e cuore per capire e magari giustificare. Spiegando che questi ragazzi (ma quali ragazzi? una minoranza che galleggia in una vita vuota) non distinguono più il gioco dalla realtà, che hanno una testa fiction e un cuore di plastica. Chi si diverte a mettere un riccio in mezzo alla strada per farlo schiacciare è, anche se giovane o giovanissimo, un delinquente e basta. Delinque non solo per quello che salta agli occhi e che smuove le emozioni (l’inutile crudeltà verso gli animali) ma anche perché esibisce e produce violenza. Per ora a suo modo “piccola”, per quanto disgustosa, in futuro probabilmente più grande.
MATTINO DI PADOVA
19 LUGLIO 2010
MASTRO È FUGGITO.
Padova - «Mamma racconta al mattino che è fuggito Mastro», dice il figlio di Antonella avvicinandosi preoccupato alla mamma. Mastro è il cane del professor Cara: un meticcio di media taglia che ricorda per certi versi un cane da caccia. I vigili del fuoco hanno faticato non poco per farlo uscire dall’abitazione, nonostante le fiamme stessero avanzando minacciose. Una volta portato in strada l’animale, fortemente impaurito, è scappato. «L’abbiamo cercato in tutto l’isolato ma il cane non si trova - riferisce Antonella - speriamo che non gli sia successo niente. Lanciamo un appello ai residenti della zona: se lo vedono, ci facciano sapere. Perché il suo padrone, purtroppo, ora non se ne può occupare».
ALTO ADIGE
19 LUGLIO 2010
La richiesta di leggi più severe per l'abbandono d animali è sacrosanta, ma chi l'ascolta?
Ho letto con molto interesse la lettera del signor Massimo Castellari che chiede leggi più severe contro l’abbandono degli animali e non posso fare a meno di esprimere tutta la mia solidarietà. Mi sono sempre chiesto del perché ogni volta che esponiamo fatti che riguardano maltrattamenti e abbandoni di animali, le istituzioni fanno orecchie da mercante. Le leggi, seppure molto soft ci sono, basta farle rispettare. Ho notato anche che il Ministero della Salute emette ordinanze ad hoc, ma se queste ordinanze poi vengono disattese dagli organi istituzionali locali diventano inservibili. E’ stata emessa, per esempio, l’ordinanza sull’incivile avvelenamento, ma nessuno l’ha applicata, anzi non la conoscono affatto. Poi ci sono anche le Amministrazioni Comunali che non fanno nulla di nulla. Prendiamo per esempio Rovereto la vecchia giunta prima delle elezioni aveva fatto montare, all’interno del parco canile, una casetta in legno da destinare ai gatti randagi in attesa di essere sterilizzati e di ospitare gatti che per ragioni serie (il/la padrona per esempio deve essere ricoverata in ospedale oppure presso una casa di riposo etc.) ebbene i lavori sono stati sospesi senza sapere il perché, mancano tutte le attrezzature all’interno ed i gatti ospitati devono vivere in stanze d’ufficio senza mai poter uscire. Ho chiesto, al nuovo sindaco, tramite e-mail e fax quando si prevede la fine dei lavori, nessuna risposta. Questo è soltanto un piccolo esempio di quando i nostri Amministratori hanno a cuore gli animali. E noi, caro Massimo dobbiamo provvedere ed arrampicarci sugli specchi per togliere come si suol dire le castagne dal fuoco. Bisogna far capire a questi signori che gli animali sono esseri viventi e devono essere rispettati da tutti, sia dai cittadini che dalle Istituzioni.
IL MESSAGGERO
19 LUGLIO 2010
A proposito di abbandoni di animali
Ieri, 18/07/2010, in una scatola, sotto il ponte di via Dronero a Roma sono stati abbandonati tre cuccioli di cane di circa tre-quattro settimane, se non li avesi visti sarebbero morti disidratati, oppure, nel caso fossero riusciti ad uscire dalla scatola, sarebbero stati schiacciati da una macchina, o sotto una moto con tutte le conseguenze del caso.
Stamattina mi sono recato al canile municipale della Muratella ed ho capito che mi sono messa in un grande problema di difficile soluzione per me. Vorrei sapere perchè invece di spendere per una campagna pubblicitaria sull'abbandono non si potenziano, almeno in questo periodo le strutture esistenti. L'alternativa che mi è stata posta è: 1) pensare da sola alla sistemazione dei cuccioli occupandomi personalmente di piazzarli; 2) rimetterli dove li ho presi, chiamare il canile che si sarebbe occupato di inviare una autoambulanza nel giro di tre o quattro giorni (sic). Vi chiedo se queste alternative sono indice di civiltà di una città che è la capitale della 5 o 6 potenza del mondo. Vi prego di aiutarmi a risolvere la situazione, tenendo presente che anche io dovrei andare in vacanza. Comunque a me sembra una cosa allucinante quasi Kafkiana. Vi ringrazio per l'attenzione. Pina Caruso
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
19 LUGLIO 2010
Dal 23 luglio un sms puo' salvare i cani
Parte il servizio 'Io l'ho visto' con il numero 334.1051030
ROMA - Per combattere l'abbandono estivo dei cani in autostrada, dal 23 luglio al 31 agosto sara' attivo il servizio 'Io l'ho visto'.
Bastera' mandare un sms al 334.1051030 indicando le coordinate del cane nel modo piu' preciso possibile (ad esempio MI-BO, km 150, cane nero) per fare intervenire i team anti-abbandono. Il progetto e' stato promosso da Prontofido con Radio 105, Radio Monte Carlo, Virgin Radio, Radio Bau e l'Associazione Aidaa. Nel 2009 'Io l'ho visto' ha salvato 353 cani.
TICINO NEW
19 LUGLIO 2010
Trovati animali morti e in putrefazione
Grave caso di maltrattamento scoperto dalla polizia e dalla Spab in un appartamento a Lugano
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Svizzera - Una situazione indescrivibile, da far accapponare la pelle. Animali morti di sete e in putrefazione. Questo il desolante e triste scenario che hanno scoperto venerdì sera la polizia cantonale, comunale e la Protezione animali di Bellinzona in un appartamento di una palazzina in Via Boschetto a Lugano.
Il grave caso di maltrattamento è stato scoperto dagli agenti e dalla Spab che hanno trovato sul terrazzo diversi animali in gabbia morti per mancanza d’acqua. Tra loro anche due cuccioli partoriti pochi giorni prima dalla femmina di bull terrier e trovati morti in putrefazione vicino alle gabbie sul balcone. “È stato praticamente impossibile - comunica la Spab - definire la specie degli animali deceduti ma dovrebbe trattarsi di un furetto, criceti e porcellini d’India”. L’appartamento, cosparso di escrementi di animali, era completamente a soqquadro. Il recupero degli animali vivi è stato possibile unicamente usando maschere di protezione. Sul posto è anche giunta una speciale ditta di disinfestazione. La Spab ha inviato un rapporto al veterinario cantonale e inoltrerà denuncia al Ministero pubblico per violazione della Legge federale sulla protezione degli animali. La Spab ha portato al suo rifugio di Gnosca il bull terrier e un gatto persiano, che vivevano con la proprietaria nell'appartamento. Ma non è finita qui. Secondo le testimonianze raccolte dalla Spab da alcuni inquilini, circa un mese fa la polizia di Lugano è intervenuta per liberare due cani che stavano rischiando di morire dentro un’auto. Intervenuta sul posto, li ha liberato rompendo i finestrini della vettura. Uno dei due cani potrebbe essere la femmina che ora si trova al rifugio di Gnosca.
LA ZAMPA.IT
19 LUGLIO 2010
Uccisa l'ultima femmina di rinoceronte del Kruger Park
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E. SANT
È morta dissanguata dopo che i bracconieri le hanno tagliato il corno. Aveva nove anni ed era l’ultima femmina di rinoceronte bianco del Kruger Park, riserva naturale tra le più famose al mondo, 1500 ettari nei pressi di Johannesburg, in Sudafrica. I bracconieri prima le hanno sparato dei proiettili sedativi e poi l’hanno trascinata in elicottero a una vicina fattoria, dove hanno finito di perpetrare il loro crimine.
Nel corso del 2010 in Sudafrica sono stati uccisi già 136 rinoceronti, contro i 129 del 2009: tutto per impadronirsi dei corni, molto usati nella medicina tradizionale. Solo nell’ultima settimana nel Kruger Park sono stati arrestati cinque bracconieri, quattro dei quali catturati con due corni di rinoceronte insanguinati, mitragliatori AK-47, fucili e un’ascia. Wanda Mkutshulwa, portavoce dei Parchi Nazionali Sudafricani, ha dichiarato ieri all’Observer on line che «la polizia locale risulta poco equipaggiata per il compito che deve affrontare. Si tratta di criminali organizzatissimi». A facilitarli anche la vicinanza all’area del Parco di Kruger di un aeroporto: «L’intera operazione richiede pochissimo tempo - ha dichiarato Japie Mostert, capo delle guardie forestali del parco - Volano sul parco nel tardo pomeriggio e individuano gli animali in branco, poi tornano e li colpiscono dall’alto. Il proiettile col narcotico agisce in meno di sette minuti». La strage dei rinoceronti è stata condannata dal comitato direttivo della Convenzione sul mercato internazionale delle specie protette, che già l’anno scorso aveva sottolineato come si fosse arrivati «al livello di guardia».
GEA PRESS
19 LUGLIO 2010
Grattugiato e scolpito.
La fine dei rinoceronti africani.
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GEAPRESS – Si deve solo sperare in un errore di traduzione, ma nelle migliori delle ipotesi dovrebbe trattarsi dell’ultima femmina adulta di rinoceronte bianco del famoso Kruger Park sudafricano. E’ stata uccisa sparandole un dardo soporifero da un elicottero. Dopo poco meno di dieci minuti le è stato segato il corno. Non è peraltro da escludere che l’animale possa essere ancora vissuto una volta risvegliatosi, nonostante la tremenda amputazione. Il piccolo cucciolo, non aveva abbandonato la madre. Andrà ora a fare compagnia ad altri due orfanelli di rinoceronte del Kruger Park. Si tratta del centotrentanovesimo rinoceronte ucciso quest’anno in Sudafrica. Un dato preoccupante se si considera che in tutto il 2009 furono 129. Nell’ottobre dello stesso anno, su 98 uccisi ben 38 provenivano dal Kruger Park.In 40 anni la popolazione delle due specie di rinoceronti africani (bianco e nero) si è ridotta del 94% e non è difficile immaginare che in questa maniera si arriverà molto presto all’estinzione. In tutta l’Africa ne rimangono meno di diecimila. Più ne diminuiscono e più incide verso l’estinzione, ogni singolo animale ucciso. A poco servono le raccomandazioni della Convenzione di Washington sul commercio di flora e fauna in via di estinzione (Cites), anzi in alcuni casi sembra quasi fornire una agevolazione al commercio di corni.E’ infatti incomprensibile come a Doha, nell’ultimo meeting della Convenzione (lo stesso che ha permesso di continuare a pescare il tonno rosso), sia stato concesso al Sudafrica di esportare cinque trofei di maschi adulti sudafricani di rinoceronte nero. Altri cinque, invece, riguardano la vicina Namibia. Basta una facile falsificazione della documentazione di viaggio ed i pezzi di corno di maschio adulto sono indistinguibili, ad esempio, da quelli dell’ultima femmina di rinoceronte del Kruger Park.Solo pochi giorni addietro le autorità del parco avevano annunciato l’arresto di alcuni bracconieri, armati di potenti mitragliatrici, trovati in possesso di due corni sanguinanti di rinoceronti destinati, con ogni probabilità, ad essere trasformati nel manico di un pugnale yemenita o in una statuina cinese magari da vendere a prezzi da capogiro ad un neo magnate russo della finanza come ad un facoltoso collezionista europeo o americano.Il corno di rinoceronte, viene acquistato negli anelli più bassi della catena criminale a circa seimila dollari, ma, secondo il WWF, un solo grammo della cheratina (la stessa dei capelli umani) compressa nel corno, arriva ad essere quotata fino a 66 dollari. Recentemente ha fatto molto scalpore l’intervista alla modella Elle Macpherson, rilasciata e poi smentita ad un prestigioso quotidiano, abituata a spolverarsi la polverina di corno su alcune pietanze.I paesi asiatici, ivi compresi quelli di transito, dove viene esportato il corno sono più o meno gli stessi dell’avorio africano. In particolare Vietnam, Cina e Thailandia, come l’ultimo carico di zanne sequestrato proprio pochi giorni addietro (vedi articolo GeaPress, a pezzi in giro per il mondo).L’enormità dell’incremento del bracconaggio non può essere però solo giustificato con l’apertura, negli ultimi venti anni, di nuovi enormi mercati. Oltre alla utile permissività, anche in situazioni estreme, offerte dalla Convenzione di Washington è probabile che la facilità con la quale agiscono i bracconieri e tutti gli intermediari di una organizzazione criminale ammanigliata nel mondo, possa comprendersi solo ammettendo una diffusa corruzione penetrata fino ai massimi livelli.(GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).
GEAPRESS
18 LUGLIO 2010
La triste storia dei Re Leone d’Italia.
Simba pupazzo delle fotografie dei circhi con animali. Dove rischia di finire in queste ore.
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GEAPRESS – Nei giorni scorsi si è dato ampio risalto al ritrovamento di un leoncino sequestrato dalla Polizia Stradale di Palmanova (UD). Il piccolo Simba (questo il nome che gli è stato dato) è sbucato fuori da un furgone, anzi: il piccolo Simba (nella foto della Polstrada di Palmanova) è sbucato fuori da un trasportino per gatti (nella foto) dove era tutto pigiato a sua volta dentro un furgone con tre cittadini bulgari. Era solo soletto, senza il Re Leone Musafa e la Regina Sarabi. Le leonesse, che provvedono da sole alla crescita dei piccoli, completano il loro svezzamento non prima di sette mesi. Simba aveva forse poco più di due mesi. Simba è ora momentanemaente ospite presso un centro di recupero di Gorizia, ma è proprio di queste ore l’incredibile notizia che il piccolo leone verrà portato in un luogo ricollegabile ad un prestigiatore che utilizzava nei suoi spettacoli grandi felini e che ora, in provincia di Venezia, si fa pagare per entrare nelle gabbie con gli animali.L’ultimo Simba è molto conteso. E’ girata la voce che a rivendicarlo sia stato un circo, ma le cose non stanno esattamente così. La Legge italiana consente ai circhi di continuare a detenere i leoni, previa autorizzazione degli Uffici Territoriali del Governo. Chi si è fatto vivo con la Polstrada è un signore molto vicino ai circhi, sebbene non ne possieda uno. Per la Polstrada, però, la cosa rilevante è che il piccolo Simba viaggiava in barba alla normativa sui trasporti degli animali. Inoltre i leoni sono per legge “pericolosi” e questo importante particolare avrebbe già dovuto impedire il viaggio. Come se ciò non bastasse il piccolo Simba, liberato dalla claustrofobica scatoletta, mostrava varie escoriazioni tra cui una visibile anche nelle foto, proprio sul naso. Ma chi è, se c’è, lo zio Scar?L’iniziale destinazione di Simba, secondo la Polstrada, era comunque il circo dove avrebbe soddisfatto il gongolante genitore spettatore orgoglioso di mostrare, sul comò di casa, la foto del proprio bimbo con allegato pupazzo Simba. Non è la prima volta. Un altro leone (nella foto) venne sequestrato da Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato nel gennaio 2009 nei pressi di un circo attendato a Viareggio.Anche in questo caso il circo non era responsabile, ma la pertinenza del leonicino si scopri essere di alcuni fotografi. Finanza e Corpo Forestale tennero nascosta la notizia, visto che il piccolo felino aveva un fratellino il quale, imbarcatosi a Livorno, si diresse suo malgrado verso Palermo, dove trovò altri due circhi, anche loro non proprietari dell’animale. La Forestale lo attese lì, per sequestrarlo. I Forestali (furono coinvolti i Nuclei Cites di Roma, Firenze e Palermo) nel comunicare il buon esito dell’operazione Simba, dissero che tutto partiva a sua volta dal sequestro di due leonesse, avvenuto l’anno prima nel Lazio. I due leoncini sequestrati in Italia si trovano oggi nel Centro Ricerche e Tutela Fauna Esotica e Selvatiche di Monte Adone, vicino Sasso Marconi (BO) che ospita animali posti sotto sequestro dallo Stato.Vediamo di capire come stanno le cose. Il sequestro operato a Viareggio e Palermo venne inutilmente impugnato da uno studio legale romano il quale prese le difese di una Società con sede legale a Prato, presso la residenza del suo amministratore. La società è specializzata in servizi fotografici, ed in particolar modo nel settore dei circhi e parchi divertimento. Organizza inoltre essa stessa spettacoli con utilizzo di animali, sia in Italia che all’estero. Più esattamente l’attività della Srl in questione comprende i servizi fotografici e la ricerca di numeri ed attrazioni per circhi e parchi divertimento. Secondo lo studio legale della società, sono addirittura diversi i circhi italiani che richiedono i servizi della srl di Prato, ossia la possibilità di scattare fotografie con “pupazzi o animali vivi” all’interno della struttura circense.Tale aspetto spiega come il proprietario possa essere definito una persona “estranea” ad un circo anche se opera nel loro ambito, tanto che sono i circhi stessi a richiederne le prestazioni. In un primo tempo girò la voce che i due leoncini della prima operazione Simba, fossero in realtà quattro, nati in Francia, transitati dal Belgio e documentati per l’invio in Italia, Turchia e Polonia. Lo studio legale, però, ebbe a precisare che la società da lui difesa aveva acquistato tre leoncini da destinare all’italiano circo Florilegio attendato in Iran e destinati, nell’attesa del trasferimento nel paese asiatico, al Circo Colyseum a Brescia, al Circo della Sig.ra Franca Rossi a Viareggio ed al Circo Errani a Palermo.Quest’ultimo passo è la sintesi della intepretazione difficilmente condivisibile operata dallo studio legale. I circhi, assieme agli zoo, sono autorizzati alla detenzione degli animali pericolosi. La società di Prato li acquista regolarmente e li trasferisce in una struttura che sebbene non li possieda è però autorizzata alla detenzione della specie. La Società, però, non è autorizzata alla dentenzione. Applicando lo stesso principio, io privato detentore posso andare all’estero ad acquistare un velenoso cobra (pericoloso, per legge, tanto quanto il leone) e portarmelo in giro per l’Italia facendolo affacciare tra zoo e circhi autorizzati.Alla fine di questa storia, però, rimane indefinito l’eventuale presenza del maligno zio Scar i cui pochi e rari fotogrammi potrebbero senza colpa nascondersi nei cavilli interpretativi di una legge per noi, a dire il vero, troppo chiara e forse non solo per noi, visto che i due leoni (nella foto) della prima operazione Simba, sono ancora nel Centro di Monte Adone.(GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).
LA PROVINCIA PAVESE
19 LUGLIO 2010
Animali nei circhi Scatta il divieto nell'area tortonese
TORTONA (AL). Stop ai circhi che utilizzano animali per i loro spettacoli. E’ uno degli interventi previsto dal nuovo regolamento tutela animali che l’amministrazione intende approvare. Si tratta di un documento nuovo per il comune di Tortona. «Il nuovo regolamento - spiega l’assessore all’ambiente, Daniele Calore - si uniforma alle realtà territoriali analoghe alla nostra e di fatto è abbastanza articolato, nel pieno rispetto degli animali e degli uomini. Anche il Trattato di Lisbona entrato in vigore lo scorso mese di dicembre ha mosso un primo passo concreto per la tutela dei diritti degli animali, riconoscendoli giuridicamente come esseri senzienti e gli stati nazionali dovranno tenere conto delle loro esigenze e sono questi i punti cardine di un regolamento che ritengo innovativo». Intanto con un’ordinanza del sindaco Massimo Berutti, il Comune Comuneha vietato a chiunque di dare da mangiare agli animali, pena pesanti multe. «E’ fatto espresso divieto - si legge nell’ordinanza - di abbandonare negli spazi pubblici, o ad uso pubblico, i rifiuti prodotti dalla distribuzione di cibo agli animali, ivi compresi piatti, ciotole e contenitori in genere utilizzati per tale operazione. I contravventori saranno puniti con una sanzione pecuniaria da 25 a 150 euro. E’ inoltre fatto divieto di somministrare ai piccioni, ed ai volatili in genere presenti nel concentrico urbano, alimenti di qualsiasi tipo e natura; ai contravventori verrà applicata una sanzione pecuniaria pari a 50 euro». Inoltre é fatto altresì divieto alle industrie, esercizi commerciali o altre attività produttive, di abbandonare scarti alimentari consentendo la pastura ai piccioni.
ROMAGNA OGGI
19 LUGLIO 2010
Sogliano (FC), colpito da ictus. Lo salva il suo cane
SOGLIANO (FC) - Salvato in extremis grazie al suo cane dopo esser stato colpito da un ictus. Aldo Nicolini, un pittore contemporaneo di 76 anni, si trova ricoverato nel reparto di Rianimazione dell'ospedale ‘Maurizio Bufalini' di Cesena. Le sue condizioni sono gravi, ma deve dire grazie al suo ‘Birillo', di razza meticcia, se è ancora in vita. L'episodio si è consumato domenica mattina a Sogliano. Nicolini prima del malore era uscito con il cane per una passeggiata.Tornato a
casa, il pittore contemporaneo ha accusato l'ictus. Il cane ha cominciato ad abbaiare, correndo all'impazzata in casa, attirando così l'attenzione dei passanti. Qualcuno ha intuito che si è trattato di un grido d'aiuto ed ha chiesto l'intervento dei Carabinieri. Sul posto sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco, entrati nell'abitazione attraverso una finestra lasciata aperta. I soccorritori hanno trovato il 76enne sdraiato nel divano.Dopo le pratiche di rianimazione, effettuate dai sanitari del ‘118', è stato trasportato all'ospedale "Maurizio Bufalini" di Cesena, dove si trova ricoverato in prognosi riservata. Nel frattempo ‘Birillo' ha trovato ospitalità dai vicini.
ALTA RIMINI
19 LUGLIO 2010
Anziano salvato dal cane
Simona Angela Gallo
Sogliano al Rubicone - FC Un anziano colto da un attacco epilettico è stato salvato dal suo cane che abbaiando ha dato l’allarme. E’ successo ieri mattina a Sogliano al Rubicone. L’uomo colto da un improvviso malore si era accasciato sul divano di casa e l'animale, avvertendo le difficoltà del suo padrone, aveva iniziato ad abbaiare incessantemente. Il guaito aveva insospettito la vicina di casa permettendole di dare l'allarme. L’uomo è stato soccorso e quindi ricoverato al Bufalini. Fortunatamente è fuori pericolo.
LA GAZZETTA DI REGGIO
19 LUGLIO 2010
Palio degli asini sudati, a trionfare è il Cantone
CADELBOSCO SOPRA (RE). Non ne volevano proprio sapere di correre gli asini «ingaggiati» per la 16ª edizione del Palio di Cadelbosco Sopra, sabato sera. Colpa del caldo torrido, probabilmente: per gli animali «in gara» ogni occasione era buona per cercare una via di fuga, magari proprio alla ricerca d’acqua, verso il pubblico. Un diversivo, questo, che ha reso ancora più esilarante l’appuntamento organizzato dalla Pro Loco e ogni anno atteso con entusiasmo (nonostante non manchi di portarsi appresso un carico di polemiche di chi, invece, critica questo impiego degli asini). Sono stati Pietro Porcu «Penna» e Jassin Souhami della Contrata del Cantone a vincere. In tutte e tre le manches non c’è stata storia: sono arrivati sempre primi. E alla fine sul gradino più alto di paglia ci sono saliti loro (sponsor Arti Grafiche Di Pietri di Castelnovo Sotto). Seconda la Contrada della Rocca con Talla e Dante (sponsor La Fotolito di Poviglio), terza Villa Seta con Marco e Nicolas (sponsor Tecnogomme di Cadelbosco Sopra). Grande successo è stato riscosso anche dalla nuovissima gara che, assicurano gli organizzatori, sarà ripetuta anche l’anno prossimo: la corsa con i rotoloni di fieno. Un carico da 4 quintali che, a coppie, doveva essere spinto nel circuito circolare dell’arena, lungo 250 metri. Per qualcuno è stata un’impresa troppo ardua: la Contrada di Cadelbosco Sotto, infatti, ha rinunciato a metà del percorso. Mentre la Contrada di Villa Seta con Nicolas e Marco è arrivata prima con un tempo di 40 secondi. Medaglia d’argento per il Cantone (42 secondi), bronzo per Cadelbosco Sopra (45 secondi). Al Palio degli asini era collegata anche la lotteria. Questi i vincitori: primo premio (buono spesa da 1.200 euro) al 1.420; secondo premio (buono da 1.000 euro) al 4.667; terzo premio (buono da 800 euro) al 1.407. A seguire: quarto al 3.197 (buono da 600 euro), quinto al 0290 (buono da 500 euro), sesto al 1836 (buono da 400 euro), settimo al 0431 (buono da 300 euro), ottavo al 4840 (buono da 200 euro), nono al 1626 (buono da 100 euro).
L'ARENA
19 LUGLIO 2010
INCONTRI. Recuperato dai pompieri, è affidato al Parco Natura Viva
Iguana sotto il camper Show al campeggio
Tantissime persone hanno assistito alla cattura del rettile che era salito sul ramo di un albero
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Peschiera del Garda (VR) - Avventura a lieto fine per un iguana trovato sabato pomeriggio sotto il camper di alcuni turisti olandesi ospiti a Peschiera del Garda del camping Cappuccini. Meno certa la destinazione dell’animale che la polizia locale arilicense ha temporaneamente portato al Parco Natura Viva di Bussolengo perché venga accudito nel modo migliore. L’iguana è stata reclamata da un uomo che si è presentato dai vigili.
«Sentiremo il Corpo forestale dello Stato per verificare cosa prevede la normativa per la detenzione di animali esotici», spiega Valentino Maimeri, comandante della Polizia locale di Peschiera. «Dopo di che potremo capire se chi sostiene di esserne il proprietario, lo è veramente e se detiene l’animale in modo regolare. Solo a quel punto potranno essere prese tutte le decisioni». È stata la famiglia olandese proprietaria del camper ad accorgersi, verso le quattro del pomeriggio, della presenza dell’animale sotto al veicolo. «Ci hanno subito chiamati e da quel momento è stata una sorta di corsa per riuscire a capire cosa si poteva fare», spiega Filippo Ambrosini, titolare della struttura. «Prima abbiamo chiamato la Forestale ma ci è stato detto che il personale addetto a questo tipo di interventi non è in servizio nei fine settimana. Poi abbiamo interpellato il Parco Natura Viva che ci ha indirizzati all’associazione Verde Blu: ma anche loro non potevano uscire perché non hanno con il Comune nessun tipo di convenzione e possono muoversi solo dietro richiesta di una autorità territoriale. Allora abbiamo contattato la polizia locale: è arrivato il comandante Maimeri che ha chiamato i vigili del fuoco di Bardolino per il recupero dell’iguana. Inutile dire che la situazione ha richiamato l’attenzione di decine e decine dei nostri ospiti. Maimeri aggiunge: «Avevo parlato anche con i responsabili del Parco Natura Viva in modo da concordare con loro l’affidamento dell’animale». L’iguana, nel frattempo, aveva lasciato la sua postazione e si era spostato sulla punta di un ramo di un albero ben distante dal tronco. «I vigili hanno dovuto montare un paio di scale per raggiungerlo», spiega Ambrosini. «Un’operazione resa ancora più complessa dal fatto che l’iguana si mimetizzava molto bene». Ma alla fine il rettile è stato catturato e trasferito nella sua nuova, e forse temporanea, casa.
GIORNAL
19 LUGLIO 2010
Boa nei boschi di Stazzano
Stazzano (AL) - Una caccia particolare quella in cui sono impegnati gli uomini della Protezione Civile di Stazzano, paese delle colline tra Tortona e Serravalle Scrivia: un boa constrictor è fuggito dalle "mani" del proprietario, Luigi Bianchi, che ora sembra disperato. Ma non osiamo immaignare quanto sarà spaventato, invece, chi, paasseggiando tranquillamente per le campagne intorno al paese, dovesse imbattersi in un serpente di due/tre mesi di lunghezza, capace di uccidere animali di grosse dimensioni avvolgendoli con le sue spire.
IL SECOLO XIX
19 LUGLIO 2010
Il boa fuggito ora cerca l'acqua
Il serpente nei boschi di stazzano
Avvistato mentre si dirigeva verso una vallata ricca di sorgenti
Irene Navaro
Stazzano (AL). L'ultimo (e il solo) ad averlo avvistato qualche giorno fa, disteso sulla strada che da Albarasca porta alla collina, è stato un automobilista. «Gli sembrava un pezzo di legno, così si è fermato, è sceso dall'auto per dargli un calcio, ma il boa ha risposto impennandosi e soffiando». Da quel momento è iniziata la caccia al boa. Sono stati messi avvisi per il paese. «Ma riteniamo che l'animale non sia pericoloso», dice Silvio Piella, assessore all'Ambiente e alla Protezione civile del comune di Stazzano dove, da martedì scorso, gira per i boschi un "cucciolo" di boa constrictor, lungo un metro e settanta centimetri.
Il rettile, regolarmente denunciato dal proprietario Luigi Bianchi, è fuggito dalla sua teca e da allora ha fatto perdere le sue tracce. «Fa presto a parlare chi non vive qui - ribatte Luigi Merlassino, anche lui consigliere comunale, residente nella frazione che sta vivendo l'incubo -. La gente ha paura. Non fa piacere a nessuno trovarsi davanti una bestia del genere». La "bestia" ha anche un nome, si chiama Niño, come l'uragano. Ironica casualità. Ieri le ricerche condotte del corpo di guardia Forestale e dai volontari del paese, guidati da Bianchi, si sono interrotte. Riposo domenicale. E la gente del posto è rimasta chiusa in casa: c'è chi ha smesso di andare nell'orto, nel pollaio, niente gite all'aperto. Le ricerche riprenderanno stamani. Tra i boschi di Albarasca, meta di villeggianti genovesi e milanesi in cerca di fresco, è atteso uno specialista della guardia forestale,uno che di serpenti se ne dovrebbe intendere. Un esperto che sappia riconoscere le tracce e le abitudini del rettile, originario del Sud America. Le ricerche potrebbero indirizzarsi verso la vicina frazione di Cuquello, nel comune di Sardigliano. Si stava dirigendo in quella zona l'unica volta in cui è stato avvistato. «Là c'è acqua e probabilmente è quella che cerca», spiega l'assessore Piella, esperto di fauna locale, volontario del museo di Storia Naturale del piccolo centro del Basso Piemonte. E' stato lui a preparare i volantini che informavano la popolazione della presenza di Niño. E ora tenta di gettare acqua sul fuoco: «Il boa non è più pericoloso di una nostra "miroda", e neppure tanto più lungo, solo un po' più spesso». Non è periodo di funghi, e neppure di tartufi, che qui si trovano. Sono quindi in pochi a frequentare i boschi. Non è però escluso che il boa, abituato alla presenza dell'uomo, si avvicini a qualche abitazione, in cerca di cibo. «In questo momento non credo faccia fatica a trovare prede naturali - spiega ancora Silvio Piella - come topi o qualche lepre. Di più non è in grado di uccidere. Se non si dovesse trovare, con i primi freddi non resisterà».
IL GAZZETTINO
19 LUGLIO 2010
Scambiano un innocuo serpentello d’acqua per una vipera
Scambiano un innocuo serpentello d’acqua per una vipera. E chiedono l’intervento dei vigili del fuoco di Belluno. È successo ieri pomeriggio, a Cavarzano, quando una famiglia decide di trascorrere un po’ di tempo nel giardino della propria casa. Ma in un vaso colmo dell’acqua piovana della notte, è stato avvistato un rettile scambiato per una vipera. Pronta la telefonata ai vigili del fuoco che, resisi conto della non pericolosità dell’animale, lo hanno prelevato dal vaso e lasciato libero.
ANMVI OGGI
19 LUGLIO 2010
INTERROGAZIONE SUL TRAFFICO DI ANIMALI ESOTICI
Attuare politiche miranti al rafforzamento della normativa esistente e avviare una politica su scala internazionale per bandire il traffico di animali esotici. Sono le richieste che il senatore Tomaso Zanoletti rivolge al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in una interrogazione parlamentare presentata in questi giorni.All'origine dell'interessamento del senatore le notizie di stampa sulla presenza di "animali esotici che si aggirano per le strade, fuggiti spesso da case private: una pantera a Palermo, un serpente a sonagli a Ostia, un iguana a Varese". Ma soprattutto la circostanza che "pare accertata in questo traffico la presenza della malavita organizzata".Il Governo italiano si è già interessato al problema attuando diverse restrizioni "che purtroppo non sono riuscite a troncare questo traffico irregolare" annota il parlamentare, che si richiama alla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).Secondo l'interrogante, si tratta di episodi che "danno conferma di un traffico vergognoso di animali esotici tra i quali: serpenti, tartarughe, pappagalli, criceti, camaleonti, eccetera, divenuto sempre più fiorente anche perché favorito da richieste on line". Il senatore Zanoletti parla di animali, " molti dei quali appartengono a specie protette" che entrano in Italia "trasportati in condizioni indecorose". Per alcune specie "la mortalità nel trasporto è del 90 per cento e nella maggior parte dei casi finiscono in un habitat non naturale, nelle case di persone inesperte, dove muoiono in breve tempo".
SAVONA NEWS
19 LUGLIO 2010
Andora (SV):santuario cetacei a rischio.Floris"avviata battaglia"
Il “Santuario dei cetacei”, il grande parco marino tra Toscana, Liguria, Principato di Monaco e Francia è a rischio. O meglio, sono a rischio, i 32 mila 800 esemplari di stenelle (mammiferi della famiglia dei delfini) e gli 830 balenotteri, che vivono nella riserva perché non esiste più una vera struttura di controllo, almeno per quanto riguarda la parte italiana. Già. Philippe Robert, segretario italiano del parco, dallo scorso gennaio non ricopre più l’incarico e quindi non c’è più nessuno in grado di controllare e regolamentare le attività nell’aera (almeno per quanto riguarda quelle nel territorio nazionale). Ad accorgersi della direzione fantasma sono stati i dirigenti nazionali di Legambiente quando si sono opposti ad una gara di motoscafi offshore programmata, dal 27 al 30 luglio, nelle acque protette del santuario. Una gara, che secondo le norme create per proteggere le aree naturali, sarebbe assolutamente vietata, come qualsiasi altra attività che possa mettere in pericolo l'ambiente e la vita degli animali del parco.
“Tutto questo è davvero scandaloso – dichiara il sindaco di Andora Franco Floris (responsabile regionale dell’Accademia Knonos), che riuscì, con la sua sana tenacia a coinvolgere scienziati e ministri dei vari Stati, fino al raggiungimento dell'accordo internazionale che sancì la nascita del Santuario dei Cetacei-. Ho già comunicato a gli associati il problema affinché tutti scrivano al Ministero dell’Ambiente per chiedere cosa intende fare. Si rischia di mandare in fumo il lavoro costruito con tanta passione e sacrifici. Abbiamo affrontato tanti problemi, eravamo arrivati ad un punto fondamentale. L’accordo internazionale con Francia e Principato di Monaco in difesa del Santuario non può e non deve saltare. Nell’area vi è il divieto di pesca a strascico e gare di off-shore. Non ci sono poi altre regole e leggi particolari che tutelano il Santuario ma queste limitazioni devono essere rispettate”. Ora però non esiste più controllo e tutela dell’area, almeno per quanto riguarda la parte italiana e a dimostrarlo è l’organizzazione della manifestazione, uno degli eventi più pericolosi per l’intero sistema marino. “Manifestazioni di quel tipo non devono essere organizzate – continua Floris -. Se si permette l’organizzazione “della formula uno” in mare c’è qualcosa che non quadra, visto che priorità è quella di tutelare i cetacei. In quell’area, il pericolo incombe ovunque. Trasporto commerciale, temperatura dell’acqua e inquinamento, ogni giorno, mettono a dura prova l’intero sistema ed è proprio per questo che bisogna fare in modo di contrastare la pesca illegale con le reti spadare e dare una regolamentazione al traffico passeggeri. Proprio su questo aspetto, ci stiamo attivando affinché ci sia una maggiore sensibilizzazione e per risolvere il problema, chiederò un incontro con il Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e all’assessore all’Ambiente Renata Briano, per conoscere le soluzioni che possono essere adottate per muoverci in sintonia, coinvolgendo anche tutte le associazioni ambientaliste”. La tutela del Santuario dei Cetacei è indispensabile per l’ambiente e per tutto il sistema ma è anche una ricca risorsa che può contribuire allo sviluppo turistico dell’intero paese ma senza regolamentazioni si rischia di compromettere l’area e di conseguenza anche una delle principali attrattive presente in Italia. “Proprio per questo è indispensabile anche il coinvolgimento della Regione – conclude Floris -. Sono migliaia le persone che ogni anno vengono in Riviera (o si dirigono in Toscana, Sardegna, Corsica e Provenza) per vedere i cetacei. In periodi perlopiù in cui l’affluenza turistica non è delle maggiori. Piuttosto di compromettere l’intero habitat naturale di questi animali bisogna cercare di tutelarli il più possibile e fare in modo di incentivare questo tipo di turismo che non può fare altro che aiutare economicamente l’intero paese”. Infatti, da marzo a giugno, a causa dell’acqua di fondo che risale e porta in superficie cibo e nutrenti, delfini, balenottere e capodogli risalgono in superficie e sono avvistabili ad occhio nudo a poche centinaia di metri di distanza ma se non c’è più chi sorveglia l’area ed impone delle regolamentazioni, anche questo tipo di turismo rischia di arrivare al collasso. Chiunque può richiedere maggiore tutela del Santuario dei Cetacei ed esprimere il proprio dissenso per la manifestazione di fine luglio inviando una mail al Ministero dell’Ambiente segreteria[email protected] oppure inviando un fax allo 06 57288513
SAVONA NEWS
19 LUGLIO 2010
Liguria: animalisti protestano contro il Primalist Trophy
Tra il 27 e il 30 luglio, il Santuario dei Cetacei ospiterà la Primalist Trophy, la gara di off-shore più famosa d’Italia. Immediatamente, gli amanti degli animali e dei cetacei in particolare hanno manifestato il loro dissenso nei confronti dell’organizzazione dell’evento. Il Santuario dei Cetacei, infatti, è una porzione di mare compresa tra Toscana, Liguria e Principato di Monaco e protetta da un accordo internazionale tra Italia, Francia e Principato. In essa vivono oltre 32 mila esemplari di stenelle (mammiferi simili a delfini) e 830 balenotteri. Dal punto di vista degli animalisti, organizzare una gara off-shore in un’area come questa rappresenta un fatto gravissimo, che potrebbe causare una vera e propria tragedia ambientale. Come spesso accade in questi casi, il “tam-tam” è partito dal social network di FaceBook. Una voce ha trovato un’eco, poi due, poi tre, poi quattro, fino a diventare un’unica, immensa levata di protesta. Fatta di decine, centinaia, migliaia di e-mail da inviare a tutte le testate giornalistiche italiane e, ovviamente, a tutte le istituzioni che hanno il potere di fermare questo evento. Per ora. In futuro, forse, fatta di altro.
La petizione è visionabile a questo indirizzo: http://www.facebook.com/note.php?note_id=405671230903
MATTINO DI PADOVA
19 LUGLIO 2010
Mucca fugge e cade nel Bacchiglione
Alessandro Cesarato
POLVERARA (PD). Mucche in fuga da una stalla nel pomeriggio di ieri. Un’«evasione» alla fine sventata, ma con molte difficoltà. L’insolito episodio è accaduto in via Argine Sinistro, ai confini con Casalserugo e Ponte San Nicolò. Due bovini, per cause ancora da accertare, sono riusciti a scappare dalla piccola stalla di proprietà di Flavio Vettore, collocata in vicinanza del Bacchiglione. Alla ricerca di refrigerio e di verdi pascoli le due mucche hanno iniziato a vagare nella campagna circostante, separate. Alla fine dei passanti si sono accorti degli animali ed hanno allertato proprietari e forze dell’ordine. Sul posto, per le operazioni di recupero, sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco di Padova. Recupero che si sarebbero rivelato più arduo del previsto. Una mucca è stata presa subito in un campo vicino, l’altra è finita nelle acque del fiume, probabilmente mentre tentava di abbeverarsi e non è più riuscito a risalire sull’argine. Presa dal panico, ha iniziato a nuotare in direzione di Roncajette, in cerca di un approdo più agevole. La mucca ha nuotato per oltre tre chilometri inseguita dai soccorritori che tuttavia non riuscivano a fermarla. L’intenzione era quella di catturarla per imbragarla e quindi riportarla a riva. Niente da fare. L’animale, sebbene spossato dalla stanchezza, non voleva calmarsi e lasciarsi aiutare. A questo punto, viste le difficoltà ad intervenire, si è optato per l’intervento di veterinario al fine di sedare artificialmente il bovino. Ciò ha prolungato i tempi dell’operazione sino al tramonto. Alla fine gli animali, sani e salvi, sono stati ricondotti nella loro stalla.
SAVONA NEWS
19 LUGLIO 2010
Albenga (SV): fauna selvatica in difficoltà in città e sulla costa
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Una civetta è stata sottratta all’ultimo momento dal alcuni intraprendenti dipendenti del comune di Albenga, dall’attacco di alcuni gatti nel centro storico. Il volatile, (nella foto)probabilmente caduto da un nido, è poi stato preso in cura dai volontari della Protezione Animali che, dopo le cure e lo svezzamento, lo libereranno in una zona protetta. Il numero di soggetti di fauna selvatica in difficoltà o di nidiacei caduti dai nidi, soprattutto in ambienti urbani e costieri, è in forte crescita da diversi anni; basti pensare che l’ENPA da maggio ne soccorre una media di oltre duecento al mese: gabbiani, merli, rondoni, passeri, civette, tortore, colombi, gazze, pipistrelli, ricci e caprioli.
L’attività di recupero svolta dall’ENPA è particolarmente apprezzata dai turisti che effettuano le segnalazioni; il gran numero di interventi e di conseguenti cure sta però mettendo in difficoltà i volontari all’opera; l’associazione ha già da tempo lanciato appelli, finora senza esito, affinché chi ama gli animali, non solo a parole, dia la sua collaborazione partecipando ai turni presso i centri di recupero di Savona e Pietra Ligure. Sulla stessa linea l’atteggiamento delle “istituzioni”; occorrerebbe infatti uno spazio ricavato sui moli del porto di Savona o in riva al mare, dove accudire le decine di gabbiani soccorsi finché non sono in grado di volare via (l’associazione ha dovuto organizzare alcune voliere in una zona di campagna disponibile ma si tratta di una soluzione provvisoria e, lontana dal mare, inadatta e faticosa); l’ENPA lo scorso anno lo aveva chiesto agli enti proprietari del fronte mare savonese (Comune, Autorità Portuale e Capitaneria) ma, a parte una bella lettera dell’assessore savonese ai quartieri Lirosi, nessuno ha neppure risposto; eguale esito ha avuto la proposta avanzata alla casa circondariale di Sant’Agostino di avere a disposizione qualche carcerato “animalista” (vedi Alcatraz); e quest’anno anche la Fonda-zione CARISA ha voltato le spalle all’ENPA, negando l’infinitesimo contributo di 1.500 euro, mentre quello garantito dalla provincia, titolare dei soccorsi, si sta rivelando largamente insufficiente a pagare medicine, veterinari, cibo e mezzi.
ANSA
19 LUGLIO 2010
Animali: tartaruga soccorsa nello Jonio cosentino
Era sofferente per avere ingoiato un'esca al largo di Cariati
CORIGLIANO CALABRO (COSENZA) - Una tartaruga della specie 'Caretta Caretta' in difficolta' e' stata soccorsa dalla Guardia costiera a Cariati, nello Ionio cosentino.
L'animale della lunghezza di 40 centimetri di carapace e' stato intercettato in stato di sofferenza per avere ingoiato un'esca lasciata alla deriva da qualche diportista. La tartaruga ha ricevuto le prime assistenze nell'ufficio locale marittimo di Cariati e, successivamente, e' stata trasferita nel centro recupero animali selvatici di Policoro (Potenza) dove sara' curata per il prossimo ritorno in mare.
CORRIERE ADRIATICO
19 LUGLIO 2010
Da sette anni nei nostri mari ci sono sempre più meduse
Da 6-7 anni continuano ad aumentare e, insieme, cresce la diversità biologica: a favorire l’arrivo, puntuale, ogni estate delle meduse ci si mettono le condizioni “climatiche” sempre “migliori”, la trasformazione del Mediterraneo in una succursale tropicale, e la “sovrapesca”. Tanto che in questi giorni nell’alto Tirreno, tra Liguria e Toscana dove la situazione è più allarmante, se ne vedono sciami affacciarsi fino a riva. Le ripercussioni di questa invasione si avvertono sulla pesca, sul turismo e sulla salute.
Non ha dubbi l’esperto di meduse, Ferdinando Boero, del dipartimento di biologia marina dell’università del Salento, che all’Ansa racconta il progetto di “scienza dei cittadini” messo a punto grazie alla semplice osservazione delle meduse nei nostri mari. “Ricevo un centinaio di segnalazioni al giorno - spiega Boero - per i bambini è diventato quasi un gioco, come andare a vedere i leoni allo zoo”. Il gioco marino dell’estate 2010 si chiama “Occhio alla medusa”, la seconda edizione estesa a tutto il Mediterraneo della campagna “Jellywatch 2010” (un progetto del Ciesm, la Commission internationale pour l’exploration scientifique de la mer Mediterranee di cui è presidente il principe Alberto II di Monaco). Anche se le meduse, osserva l’esperto, “stanno bene con qualsiasi temperatura dell’acqua” - ci sono, infatti, anche quelle artiche - “un’ondata di calore potrebbe, per le nostre latitudini, fungere da amplificatore” di condizioni ideali. E la tendenza “sulla base degli ultimi 6-7 anni” in virtù della “tropicalizzazione del mar Mediterraneo” a causa dei cambiamenti climatici è di “aspettarcene sempre di più” con “una crescita anche della diversità biologica” di quelle specie che “amano il calore delle acque tropicali”: in questo modo, e non soltanto per le meduse, “il nostro bacino sta diventando un crocevia biologico” delle rotte di questi animali marini provenienti dall’oceano Indiano attraverso il canale di Suez o dall’Atlantico. L’espansione delle meduse trova, però, un’ipotesi di correlazione “nella diminuzione dei pesci” sia per la sovrapesca che per “la perdita di spazio ecologico” che, invece, le meduse, in quanto “predatori e competitori”, riescono “a guadagnare”.
IL GAZZETTINO
19 LUGLIO 2010
Mediterraneo come i tropici È invasione di meduse
Torna l’invasione di meduse in Mediterraneo. Sciami lunghi anche chilometri, e di specie diverse, raggiungono la riva compromettendo pesca e turismo specie lungo le coste liguri e nel Tirreno. Un fenomeno iniziato 7 anni fa e in costante aumento secondo Ferdinando Boero, tecnico del dipartimento di biologiamarina dell'università del Salento, che lancia la seconda edizione della campagna "Occhio alla medusa", un progetto di "scienza dei cittadini" chiamati a inviare le proprie segnalazioni contribuendo alla mappatura di questi animali nel Mediterraneo.«Le meduse continuano a aumentare - spiega Boero - e contemporaneamente cresce anche la diversità biologica. Le ondate di calore potrebbero fungere da amplificatore per quelle specie che amano le acque tropicali». Alla crescita delle meduse corrisponde la diminuzione dei pesci sia perla sovrapesca sia per «la perdita di spazio ecologico». Per il momento la il gioco di correnti penalizza l'alto tirreno, prima con enormi sciami di Velella, poi di Pelagia (la più urticante del Mediterraneo) e "Caravella portoghese" (tentacoli fino a 30 metri).
GIORNALE ITALIANO
19 LUGLIO 2010
Roma: c’è uno squalo nel Tevere? Ecco la foto misteriosa
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Chissà se è una bufala o se c’è qualcosa di vero… Un turista irlandese infatti ha scattato una fotografia in cui spunta una misteriosa pinna dalle acque del fiume romano.William McGill, afferma questo: «Sono un turista irlandese, stavo facendo ieri fotografie sul Tevere, quando ho visto qualcosa di strano muoversi sull’acqua del fiume».Ricordiamo esistono una settantina di squali di acqua dolce: alcuni di questi vivono negli estuari dell’Atlantico del Sud America, altri in Africa occidentale ed in Asia. La presenza di questi animali è riscontrata anche nel fiume Tigri e in Portogallo!La foto scattata è questa.
IL TEMPO
19 LUGLIO 2010
Con il progetto europeo
In montagna arrivano cinque cani antiveleno
Dingo, Jonai, Datcha, Maya e Karma sono i cinque cani, di razza pastore belga malinois, labrador e border collier, dell'Unità cinofila antiveleno, di cui il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga si è dotato, grazie al progetto europeo Life Antitodo.
Lazio Nord - Sotto la supervisione e la guida dei due conduttori, sono stati presentati alla stampa martedì scorso con tanto di dimostrazione delle loro capacità nella ricerca di bocconi avvelenati. I bellissimi ed intelligenti cani hanno dato esaurienti dimostrazioni della loro eccezionale capacità nel fiutare ed individuare i bocconi avvelenati segnalandone la presenza marcandoli ed accovacciandosi nei loro pressi abbaiando fortemente verso i conduttori. L'utilizzo di Nuclei cinofili antiveleno è una novità assoluta nel panorama italiano e rappresenterà senz'altro una svolta nella lotta alla barbara pratica che provoca ogni anno, migliaia di morti e per combattere la quale non vi era sinora alcun efficace strumento.
LA ZAMPA.IT
19 LUGLIO 2010
Il clima rovente mette a rischio gli animali
L'ORSO DINO
Dopo una serie di dopo una serie di danneggiamenti gli hanno tolto la libertà, eppure non mostrava segni di pericolosità. Esiste un protocollo, sottoscritto anche dalla regione veneto che prevede la cattura solo come misura estrema.
L'ELEFANTE
Drammatica la notizia dell'uccisione di una italiana da parte di un branco di elefanti. Ma resta il fatto che questi animali sono in pericolo in tutto il mondo anche perchè si pensa di riaprirne la caccia per l'avorio delle zanne.
IL POLPO
E' diventato una star dei mondiali di calcio. Ma la vera meraviglia è l'intelligenza di questo animale. Famoso l'esperimento in cui deve guadagnarsi il cibo scegliendo una pallina rossa. dopo pochi tentativi non sbaglia più.
LA BALENA
Non sono tutelate nemmeno quelle minacciate di estinzione. 20 anni fa lo stop alla caccia commerciale, oggi l'ipocrisia della caccia per motivi scientifici (inspiegabili) che ha consentito già 33 mila uccisioni.
LA MEDUSA
Sul pianeta da 500 milioni di anni (gli uomini da poco più di 200mila). Perché proliferano a dismisura? Colpa dell'uomo che sta sterminando i suoi naturali predatori e del cambiamento climatico che sta favorendo.
FOTO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=28074&tipo=FOTOGALLERY
LA ZAMPA.IT
19 LUGLIO 2010
Il bestiario della rovente estate 2010
Il clima ha messo in difficoltà gli uomini e ancora di più gli animali, vittime della nostra follia
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Un’estate torrida come non se ne registravano da 130 anni ha messo in difficoltà gli uomini, ma ha anche visto come protagonisti animali non umani che non ci rassegniamo a considerare compagni di viaggio - con pari dignità - in questa avventura della biosfera. Quando ci imbattiamo negli animali non umani, incorriamo inevitabilmente in una serie di errori etologici dovuti all’improvvida supponenza di ritenerci più intelligenti, sensibili e importanti di tutti gli altri. L’estate del 2010 ne è la prova provata.
B come Balene Animali straordinari, talmente simili da comunicare con un’estensione di armoniche paragonabili solo a quelle create da Bach. Le torturiamo uccidendole in modo barbaro: come se una mucca al macello fosse costretta a correre infilzata da fiocine. Nell’anno della biodiversità la Commissione Internazionale Baleniera ha escluso la società civile e le Ong dalla discussione, non ha tenuto conto dei dati scientifici e ha fatto finta di non vedere il problema di quegli Stati (come il Giappone) che vogliono continuare il (lucroso) massacro nascondendolo sotto la scusa degli esperimenti scientifici. Il fallimento dei negoziati non ha permesso neppure di tutelare quelle balene minacciate direttamente di estinzione: vent’anni fa lo stop alla caccia commerciale, oggi l’ipocrisia della caccia per motivi scientifici (inspiegabili) che ha consentito già 33 mila uccisioni. E come Elefanti La notizia drammatica dell’uccisione di una nostra connazionale in Tanzania da parte di un branco di elefanti non può far passare sotto silenzio che i proboscidati sono ancora in grave pericolo in tutto il mondo, tanto che si pensa di riaprirne la caccia per l’avorio delle zanne. E impone di sottolineare che parliamo di animali straordinariamente intelligenti e sensibili, non di un «branco assassino», come pure si è letto. Gli elefanti festeggiano le nascite e si riconoscono a distanza di anni; piangono le morti e si difendono collettivamente, tanto che erano gli ultimi animali a cadere nelle arene dei romani. Una proboscide è molto di più di una mano, è un pezzo di cervello: diecimila muscoli e un milione di nervi per un prodigio biologico ineguagliato. Se un branco di elefanti carica c’è sempre una ragione (bio)logica. M come meduse «Ma come, non ci lasciano fare il bagno? Ma non si sa nemmeno se sono animali, fatti tutti di acqua, e dov’è la testa, dove sono gli occhi?» I celenterati sono su questo pianeta da almeno 500 milioni di anni, gli uomini da poco più di 200 mila: il motivo di un successo evolutivo così clamoroso sta anche nel lasciarsi andare alle correnti marine, protette da una capacità urticante che salva loro la vita. Se proliferano a dismisura dipende dal fatto che noi uomini stiamo sterminando i loro naturali predatori e dal cambiamento climatico che stiamo favorendo. O come orso (Dino) Proprio mentre era in corso la Conferenza nazionale sulla Biodiversità a Roma, le autorità locali pensarono di togliere la liberà all’orso bruno, specie simbolo dell’intero arco alpino, che conta appena una trentina di esemplari, reintrodotti da pochi anni. Il tutto considerando che l’orso Dino non aveva dimostrato seri segni di pericolosità, ma un atteggiamento normale per la specie. Eppure esiste un Protocollo del Pacobace (Piano di Azione per la Conservazione dell’orso bruno sulle Alpi Centro-Orientali), redatto in base alle indicazioni scientifiche, e sottoscritto anche dalla Regione Veneto, che prevede la cattura solo come misura estrema. La possibilità di espandersi sul territorio per una grande specie come l’orso è l’unica possibilità che ha di sopravvivere. Gli strumenti per creare la convivenza con l’uomo ci sono e hanno già dimostrato di funzionare in diverse aree. Per tante comunità, come in Abruzzo, l’orso è diventato un simbolo su cui fondare attività economiche come il turismo. Perché a Dino un diverso trattamento? P come polpo Il polpo tedesco Paul (in realtà elbano d’origine) ha meravigliato il mondo intero per aver azzeccato i pronostici sulle partite dei Mondiali di calcio. Ma la vera meraviglia è l’intelligenza del polpo stesso. In una famosa esperienza, un polpo messo in un acquario si doveva conquistare il cibo mettendo dentro una vaschetta posta sul fondo una pallina rossa, scegliendola a confronto con una bianca. Dopo qualche tentativo il polpo comprende che si ottiene cibo con quella rossa e non sbaglia più. Viene poi posto un altro polpo in un acquario identico, proprio di fronte al primo. Il secondo polpo non ha bisogno nemmeno di provare: guarda cosa fa il primo e lo imita alla perfezione. Ci piace pensare che entrambi abbiano svitato i coperchi degli acquari e se ne siano andati verso mare alla fine della giornata. Questi sono gli animali inferiori che sbatacchiamo sugli scogli prima di farli arrosto: magari pensateci un attimo la prossima volta.
IL GIORNALE
19 LUGLIO 2010
Non solo il polpo Paul La fattoria degli animali è piena di fenomeni
ELENA GAIARDONI
L'ultimo ad averci sorpreso è il polpo Paul che cheto, cheto, nel suo acquario tedesco ha vinto tutte le scommesse sui Mondiali di calcio. Ma poi c'è anche il gatto Oscar, che in un centro Alzheimer americano «avverte» la morte di un paziente: quattro ore prima del decesso, si distende vicino al morituro e non se ne va finché non arrivano le pompe funebri. Poi resta stremato per qualche tempo, senza energie, come se avesse fatto un viaggio ultrastancante insieme all'uomo nel momento del trapasso e lo avesse accompagnato attraverso l'ultrasoglia che per noi resta invisibile, ma per Oscar, no, come già gli egiziani avevano capito. Ci fu anche Attila, nero stallone di pura razza spagnola, protagonista di uno spot pubblicitario di un celebre amaro, in cui correva per salvare un puledrino: «Attila era unico - conferma Pasquale Beretta, allevatore e addestratore di Bergamo, proprietario della star televisiva -. Di solito questi cavalli sono docili all'addestramento, ma Attila non voleva saperne. Alla fine scoprimmo che l'unica cosa in grado di addolcirlo era la mia voce che pronunciava il suo nome. Così, alla fine di un percorso di trecento metri, lo chiamavo via radio e Attila partiva al galoppo attraverso le telecamere. Me lo portavo dappertutto, io in bicicletta e lui dietro, anche in città».
In una libreria di Verona c'era un gatto chiamato Proust, perché dormiva solo sui volumi della Ricerca del Tempo Perduto: li riconosceva in mezzo a tutti gli altri libri. Ora vive nella sua casa, ma cerca anche lì le opere del dolce scrittore francese. Gli esempi potrebbero continuare, ma porterebbero sempre a una sola domanda: «Chi sono gli animali?». Proprio così, non «cosa» sono, ma «chi»: quale identità ancora per noi indecifrabile portano in sè, per trasmetterci un loro particolare linguaggio, al cui mistero dobbiamo inchinarci con umile spirito di conoscenza e riconoscenza? Roberto Marchesini, etologo, ha curato l'edizione italiana di due dizionari francesi sul linguaggio del gatto e del cane, che stanno riscuotendo un grande successo in libreria. Di fronte all'aggettivo «magico» applicato a un micio o un piccione, riflette a lungo: «Il nostro dovere è quello di arrivare alla spiegazione scientifica, proprio per individuare la vera «magìa» che ci lega. Decifrare il linguaggio di ogni specie significa dare un nuovo senso al nostro linguaggio, come già alcuni pensatori quali San Fracesco o Giordano Bruno avevano compreso. Un'equipe di ricercatori americani sta mettendo a punto le potenzialità della straordinaria capacità olfattiva dei cani: dove noi avvertiamo un odore, un cane ne avverte cinquemila. I ricercatori hanno scoperto che la razza canina non è solo capace di sentire l'odore della droga, ma anche quello del tumore al polmone, ben riconoscibile da un cane appositamente addestrato ad aiutarci nelle nostre malattie». Ad ogni specie la sua «intelligenza»: i topi mostrano una sconcertante lucidità spaziale. Se si mette un topo in un labirinto, quando si addormenta ricostruisce centimetro per centimetro le pareti della struttura, finchè non la visualizza nella sua globalità e al risveglio la percorre fino ad uscirne. I colombi hanno un'altra dote: se si pongono di fronte a loro tre oggetti, di cui due uguali e uno diverso, girati in modo che non si possa vedere l'unico elemento di diversità, gli uccelli capiscono quali siano i due oggetti identici. E così gli stormi che viaggiano riconoscono le stelle e se il cielo è coperto mettono in moto un organo sensoriale con cristalli di magnetite che, come una bussola, segna il Nord. «I cani hanno un intelligenza sociale e politica, il nostro Fido può essere definito un vero e proprio Mazzarino. Il gatto invece è un solipsista, affascinato dalla risoluzione dei problemi. Quindi è ora di finirla con il nostro atteggiamento antroprocentrico, che vuole ridurre l'animale a uomo».Il più antico esempio iconografico di un animale sapiente risale al 1600 e mostra un cavallo che gioca ai dadi. Antonio Giarola, appassionato di cavalli e fondatore del Cedac, Centro educativo documentazione arti circensi, tiene l'antica tavola insieme a molte altre che mostrano la sapienzialità di primati e oche. «Da anni curo le regie di spettacoli circensi - racconta - e mi è capitato di vedere di tutto: scimmie che mangiano a tavola con il cucchiaio insieme alle famiglie dei circhi, cavalli che al suon della musica sono in grado di entrare in palcoscenico senza che il regista li chiami. Il cavallo ha uno spirito d'esibizione innato e gode dell'applauso. Parlare di animali e spettacolo è sempre pericoloso, perché sono in molti ad insorgere contro quella che chiamano violenza sui nostri compagni di vita. Ma oggi la sensibilità dell'uomo si è molto affinata e si è capito che l'unico mezzo educativo è l'amore. E quando uomo e animale vengono a contatto scatta un particolare sentimento. Che trasforma l'uno e l'altro».
GENOVA MENTELOCALE
19 LUGLIO 2010
Vacanze con cane e gatto: alcuni suggerimenti
Aumenta il numero delle strutture che ospitano gli animali domestici. Partita una campagna governativa contro l'abbandono. I consigli per il viaggio
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Sono un fortunato possessore di un quattrozampe e mai mi sognerei di partire per le vacanze senza. Lei nello specifico si chiama Amelia ed è un Dogue de Bordeaux di otto anni. Perdonate il riferimento personale, ma purtroppo sono ancora troppi coloro che a cuor leggero abbandonano il cucciolo di casa per partire leggeri.Con la legge 189/2004, l'articolo 727 del codice penale è stato sostituito con il seguente: (Abbandono di animali) - Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 Eu. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze.Grazie all'inasprimento delle pene per chi maltratta il quadrupede di casa, il fenomeno dell'abbandono è in lieve diminuzione. Secondo i dati raccolti da Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) nei 100 canili monitorati dall'associazione, nel 2009 sono entrati 6.984 cani, rispetto agli 8.940 del 2008, con una diminuzione complessiva del 21,6% degli abbandoni su scala annuale. Il dato è il risultato anche dell'obbligo di registrazione all'anagrafe canina tramite microchip (dal 1 gennaio 2005) o tatuaggio e risente del maggior numero di strutture disposte a ospitare i nostri amici a quattro zampe per le tanto sospirate vacanze. Le guide ai modi e ai luoghi di villeggiatura dog friendly si moltiplicano in libreria come online (iopossoentrare, vacanzebestiali, vacanzeanimali, amici e baubauvillage) rendendo sempre più a portata di mano organizzare una vacanza con animali al seguito. Anche il governo ha voluto dare il suo contributo tramite l'onorevole Michela Vittoria Brambilla, promotrice di Turisti a 4 zampe, il progetto contro l'abbandono estivo degli animali. La campagna verte su uno spot televisivo e un sito internet abbinato a una guida cartacea che riunisce migliaia di strutture dove gli animali sono i benvenuti. L'iniziativa vuole dare seguito all'articolo 13 del Protocollo integrato al nuovo Trattato dell'Unione Europea, che riconosce uno status giuridico degli animali in quanto esseri senzienti. Per quanto riguarda il viaggio, basta tenere presente alcune semplici regole. Innanzitutto organizzarzi per tempo tenendo conto delle esigenze della bestiola, controllando tutti i suoi documenti (in particolare in caso di soggiorno all'estero) e le sue condizioni di salute. In base all'articolo 169 del Codice della Strada, è consentito il trasporto in auto anche di più animali domestici purché alloggiati nel vano posteriore, opportunamente suddiviso dall'abitacolo con una rete. Un solo cane lo si può tenere anche nell'abitacolo, ricordandosi sempre di effettuare soste lungo il viaggio per permettergli di sgranchirsi le zampe. Mai lasciare a lungo i nostri amici in auto sotto il sole, neppure con i finestrini aperti.Sui treni non sempre è possibile essere accompagnati da viaggiatori a quattro zampe: in generale dovrebbero stare in appositi trasportini. Molto dipende dalla taglia del cane. Per scagionare eventuali spiacevoli inconvenienti suggeriamo di contattare in anticipo Trenitalia (892021). Discorso analogo per navi e traghetti: ogni compagnia applica regole diverse per cui è bene informarsi prima. Le difficoltà aumentano per l'aereo. L'associazione internazionale del trasporto aereo (Iata) detta alcune norme generali, ma poi ogni compagnia adotta un proprio regolamento. Qualche valido suggerimento di viaggio si trova anche sul sito dogwelcome.it.Durante le vacanze si ha più tempo a disposizione da condividere con fido o micia, a tutto vantaggio del nostro rapporto con loro. A volte però cane e gatto possono avere difficoltà ad adattarsi alle novità e così possiamo prendere in considerazione di lasciarli a casa con qualcuno di fiducia. In alcune città si sta diffondendo il servizio di cat&dog sitting, utile purché la persona non si limiti a una visita a casa due volte al giorno, ma si curi anche di acqua, cibo, lettiera e si preoccupi di non far mancare a cane o gatto, luce, aria e coccole.In mancanza di altre soluzioni (e solo allora) possiamo ricorrere a una pensione. L'importante è che sia una struttura qualificata, familiare a lui o a lei e dove possano trovare cure e affetto. I suggerimenti sono quelli di portare in pensione solo animali adulti e non cuccioli, sottoponendoli prima e dopo a un trattamento antiparassitario. La struttura deve appoggiarsi a un servizio di assistenza veterinaria 24 ore su 24 ed è importante farsi rilasciare la fattura in caso di controversie.
Andare in vacanza con i nostri animali domestici è piacevole e sempre più semplice. Dunque buone vacanze a tutti, quadrupedi e bipedi.
VILLAGGIO GLOBALE
19 LUGLIO 2010
I problemi da malnutrizione per cani e gatti
Utilizzo dell'integratore biodinamico Citozym in veterinaria
Una vita lunga e sana si basa sulla corretta alimentazione e soprattutto sulla nutrizione.
Questa affermazione non vale solo per le persone, ma in ugual modo per i nostri amici a quattro zampe.
Si dovrebbe riflettere a proposito delle principali malattie che possono interessare i nostri animali domestici, causati da un'alimentazione scorretta.
Il problema è che spesso gli stessi proprietari non badano molto a questo aspetto trascurando anche la loro alimentazione.
La fretta, il lavoro, lo stress, un panino preso al volo, per anni portano poi a patologie croniche dell'apparato gastro-enterico se non talvolta direttamente al tavolo operatorio.
Anche i nostri amici possono essere male alimentati, soprattutto il cane oppure sovralimentati (cane e gatto) creando condizioni alla base di malattie.Non dimentichiamoci che si è quello che si mangia, si beve e si respira. Inoltre nel processo fisiologico di invecchiamento diverse procedure portano al danneggiamento delle cellule e quindi alla morte delle stesse. Responsabile di questa condizione è anche il metabolismo cellulare e mitocondriale con la formazione dei radicali liberi. Questi sono i veri killer delle strutture cellulari e considerati responsabili di molte delle malattie degenerative dell'invecchiamento.I radicali liberi sono molecole instabili pronte a legarsi con altre molecole, in quanto hanno un elettrone disponibile per la reazione biochimica necessaria. Quando prevale la produzione di radicali si viene a determinare un danno ai sistemi enzimatici, che viene definito stress ossidativo, che si manifesta esternamente con invecchiamento precoce e accelerato, riduzione delle difese e risposte immunitarie.Rifacendosi alla Tavola dell'Omotossicologia e alle fasi omotossicologiche i danni cellulari e ai sistemi enzimatici sono sicuramente inserite dalla quarta fase in poi oltre quella che viene definita come «divisione biologica».In queste fasi ci si arriva lentamente con il modo di vivere sregolato, con la cattiva alimentazione, oppure velocemente tramite intossicazioni o malattie virali.Esistono molti farmaci omotossicologici ed omeopatici per curare e riportare l'organismo verso la salute, ma un metodo è anche l'alimentazione curata e soprattutto la «nutrizione cellulare» in grado di portare direttamente alla cellula tutto quello di cui necessita per «funzionare» nel modo migliore possibile.Campo di applicazione della nutrizione cellulare è sicuramente l'invecchiamento, le malattie metaboliche, il dimagrimento, le carenze energetiche, le malattie virali, le malattie intestinali croniche.In questa prova ho utilizzato il Citozym sia su alcuni gatti, sia su alcuni cani.In 5 gatti anziani di 12/13 anni affetti da insufficienza renale cronica con anoressia e vomito, in aggiunta alla terapia omeopatica che solitamente utilizzo in questi casi, ho fatto somministrare Citozym in ragione di 1 ml al giorno per via orale per 15 giorni.Dopo 4 - 5 giorni tutti i gatti hanno cominciato a riprendersi alimentandosi più volentieri e soprattutto hanno ricominciato a comportarsi «da gatti», di nuovo attivi, meno apatici, più partecipi alla vita della famiglia.Il transito intestinale è stato migliorato sensibilmente, anzi inizialmente ho notato un leggero aumento di produzione ed eliminazione di gas intestinali che diminuisce pian piano con l'uso.Nei gatti anziani e stitici la situazione migliora rapidamente con il ripristino della normale attività intestinale.In 3 cani Labrador e un Bearded Collie cardiopatici in terapia convenzionale per insufficienza cardiaca (valvola mitralica) e un caso di un Pastore Tedesco con miocardiopatia dilatativa sempre in terapia convenzionale con dimagramento e anoressia ho fatto somministrare Citozym in ragione di 1 ml ogni 10 Kg per 30 giorni.Dopo una settimana di terapia si è notato un netto miglioramento dell'appetito e della voglia di muoversi. Non si è notato nessun miglioramento nel Pastore Tedesco con miocardiopatia dilatativa anche per la gravità della situazione. In questo caso, per migliorare ulteriormente l'apporto energetico, ho fatto somministrare «Ergozym» sempre nella dose di 1 ml ogni 10 Kg.Dopo altri dieci giorni anche il pastore tedesco ha manifestato un miglioramento della situazione generale, della voglia di muoversi e di alimentarsi.Anche nei cani ho notato l'aumento di produzione ed eliminazione di gas intestinali regredito nell'arco di una settimana con il ripristino della normale attività intestinale.Ovviamente questo tipo di integrazione alimentare andrebbe utilizzata in prevenzione e sarebbe da somministrare a cicli (di 20-30 giorni) nell'animale dai sei/sette anni in su.L'uso regolare due o tre volte l'anno è in grado di migliorare tutta la funzione digestiva e di assorbimento dei principi nutritivi introdotti con l'alimentazione, di migliorare la funzionalità fisiologica di tutti i sistemi, organi ed apparati, contribuendo a mantenere sempre in attività il sistema di flusso biologico.La funzione di questo integratore biodinamico è sicuramente positiva, gli effetti benefici si notano velocemente, ovviamente è un prodotto da utilizzare in fase di terapia, ma sicuramente svolge i suoi migliori effetti in fase di prevenzione come già detto.L'integrazione con Citozym può essere associata senza problemi a tutti i tipi di terapia allopatica od omeopatica, ovviamente i risultati migliori si ottengono con le terapie biologiche in genere, proprio per l'effetto «sinergico» fra integrazione biodinamica e terapia biologica.
(Dott. Carlo Giulianelli, Medico Veterinario Veterinario Omeopatico, Torino)
VARESE NEWS
19 LUGLIO 2010
Stop al pascolo libero per capre e cavalli: "A rischio il formaggio di capra"
Tre ordinanze uguali a Tronzano, Maccagno e Veddasca. Per il presidente di Confagricoltura Varese il formaggio di capra rischia di sparire. Specchiarelli: "Ho già espresso la mia perplessità"
Varese - Alla fine hanno deciso: Maccagno, Tronzano e Veddasca hanno emesso un'ordinanza che "ricorda che il pascolo dev'essere sorvegliato" e quindi vieta, di fatto il pascolo libero. Una questione nata da una lettera su Varesenews, che raccontava la storia di "Luna e le altre" tre cavalle che pascolano libere nell'abitato di Armio. Una questione che aveva sollevato questioni pro e contro, aveva imposto precisazioni, aveva interessato le istituzioni preposte e che probabilmente rappresenta per quelle piccole comunità, una reale fonte di discussione.
Però: «L’ordinanza che vieta il pascolo libero parte dai cavalli non è un problema solo per loro, quanto per il pascolo delle capre - spiega Pasquale Gervasini, presidente di Confagricoltura Varese, il primo a reagire d'impeto sulla questione - quelle sono ordinanze che rendono impossibile il lavoro di chi fa il formaggio dop di cui tanto si parla, quello di capra delle valli del luinese per intenderci. Come pensano che venga realizzato, quel formaggio, se le capre non possono andare in giro?» «Innanzitutto mettiamo in chiaro che è stata l’Asl a chiedere per prima di mettere sotto custodia stalle e cavalli - replica il sindaco di Veddasca, Adolfo Dellea - Dopodichè sono arrivate le ordinanze di Tronzano e Maccagno che problemi analoghi ai nostri, a cui si è aggiunta la nostra. Si tratta però di ordinanze che ricordano solo quel che dice la legge in proposito: cioè che gli animali al pascolo devono essere custoditi. Ribadiscono un obbligo, non lo inventano». Secondo Dellea, una soluzione già c'è: «L’Apa fa pascolare tranquillamente decine di bovini dalle nostre parti, ma hanno messo il filo elettrico e cintato il pascolo. Così anche la gente è tranquilla. I cavalli di cui parlava la lettera invece arrivano fino alla provinciale: e in Veddasca questo non è accettato, perchè il popolo, e non solo i villleggianti, vuole che il pascolo sia almeno controllato. Chi ha animali deve fare lo sforzo che le bestie pascolino dove devono pascolare, non davanti al municipio». La soluzione alla questione non può quindi che arrivare da una istituzione che agisce a livello più generale: «Ho già parlato con tutti e tre i sindaci, esprimendo la mia perpessità sulle ordinanze - spiega Bruno Specchiarelli, assessore provinciale all'agricoltura - Mi ero già reso disponibile a mediare. Sarebbe stato più opportuno trovarsi, anche con le associazioni di categoria per risolvere la situazione, prima di prendere decisioni unilaterali. Tra l’altro so già che tutte e tre le associazioni di categoria, non solo Confagricoltura, stanno valutando le ordinanze: così il risultato è che potrebbero essere impugnate da tutte e tre». Specchiarelli confida in una soluzione finale di buon senso: «Le ordinanze si possono emettere ma anche togliere. I sindaci, pur nel rispetto delle pressioni avute dai loro cittadini, devono essere in grado di contemperare le esigenze di tutti. Basta il buon senso per capire che l’agricoltura specie in quelle zone è attività preponderante, che in provincia e in realtà piccole è impensabile che ci sia un pastore per ogni gruppo di animali e che cintare 20 ettari di pascolo non è uno scherzo, specie se in mezzo c’è una strada. Se ci mettiamo con buonsenso e sangue freddo, si trova una soluzione. Dovremmo già provarci settimana prossima».
IL CITTADINO
19 LUGLIO 2010
Sant’Angelon L’anno scorso erano stati ritrovati ventidue animali domestici morti
Virus della collina, rientra l’allarme
La campagna dell’Asl salva i conigli dalla mixomatosi
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Lorenzo Rinaldi
Sant’Angelo (LO) - A un anno circa dai primi ritrovamenti di animali morti, rientra l’allarme per il “virus della collina”. La conferma arriva dal servizio veterinario dell’Asl di Lodi, che dal settembre 2009 aveva disposto precise misure precauzionali nella zona collinare di Graffignana, ai confini con i comuni di San Colombano al Lambro, Miradolo Terme e Sant’Angelo Lodigiano. A essere colpiti dalla mixomatosi erano stati i conigli selvatici e domestici: l’allerta era scattata a seguito del ritrovamento di una ventina di carcasse in località Teresina. La mixomatosi è una malattia infettiva importata in Europa nel 1900 dai conigli di allevamento dell’Uruguay. Si tratta di una patologia che contagia conigli selvatici e domestici e in modo più raro le lepri. Si manifesta con lesioni cutanee che appaiono quattro-cinque giorni dopo il contagio del virus. La morte sopraggiunge generalmente tra quattro e dodici giorni dopo il contagio. La mixomatosi si trasmette tramite gli insetti ma anche mediante il contatto fra animali malati e animali sani. Si tratta di una malattia che si controlla attraverso la vaccinazione preventiva.In collina l’allarme era scattato tra l’estate e l’autunno del 2009. Il rinvenimento di 22 conigli domestici morti, nel comune di Graffignana, aveva avviato la mobilitazione dei tecnici dell’Asl. Diverse carcasse erano state inviate all’istituto zooprofilattico di Lodi per le analisi di rito e l’esito aveva evidenziato la presenza della mixomatosi. A quel punto l’Asl aveva emesso un’ordinanza, datata 16 settembre 2009. L’avviso dell’ordinanza era stato affisso in più punti in collina; i cartelli sono ancora presenti oggi, anche se l’emergenza è rientrata. A seguito dell’ordinanza, così come impone la prassi, era stata delimitata la zona infetta (zona di protezione nel comune di Graffignana, in collina). Era stato inoltre imposto il divieto di asportare conigli vivi o morti dalla zona di protezione, fatto salvo per la rimozione delle carcasse eventuali ritrovate, per le quali occorreva comunque seguire uno specifico protocollo per evitare il diffondersi del virus anche alle aree circostanti. Tra i provvedimenti adottati nel settembre 2009 figurava anche l’obbligo di vigilanza veterinaria periodica. La zona in cui era stato individuato il virus è stata tenuta sotto controllo, anche attraverso sopralluoghi della polizia locale, degli uomini del servizio veterinario e tramite la consulenza dei cacciatori locali. Dagli ultimi sopralluoghi non è stata più rintracciata l’infezione virale e pertanto l’ordinanza è stata revocata pochi giorni fa, il 30 giugno 2010.
CORRIERE DELLA SERA
19 LUGLIO 2010
Ci sono voluti 1.000 appostamenti nelle notti delle foreste dello Sri Lanka
Fotografato l'animale che si credeva estinto da 60 anni
Alcuni ricercatori britannici sono riusciti ad immortalare il «Lori gracile», minuscolo primate notturno
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La foto scattata al Loris tardigradus nycticeboides
Elmar Burchia
MILANO - Con quegli occhioni spalancati, la pelliccia densa e soffice di colore bruno-rossastro, se ne sta lì, su un ramoscello di un albero in una foresta dello Sri Lanka. Quasi impaurito dal flash della fotocamera. E' l'incredibile scatto al lori gracile (o meglio ad un esemplare della sottospecie, il Loris tardigradus nycticeboides). Per la prima volta infatti alcuni ricercatori britannici sono riusciti a fotografare il minuscolo primate notturno considerato oramai estinto da oltre 60 anni.
LO SCATTO - C'è voluto un pizzico di fortuna e tanta pazienza, ma alla fine eccola la preziosa foto al lori gracile. Un team di ricercatori britannici del programma di protezione e monitoraggio degli animali in via d'estinzione della Zoological Society of London (ZSL) hanno fotografato per la prima volta il rarissimo quadrupede arboricolo, un esemplare adulto di sesso maschile senza coda che sta su un palmo di mano (è lungo circa 15cm-25 cm) e tra le specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.
MINACCIATO - Ci sono voluti 1.000 appostamenti nelle gelide notti delle foreste dello Sri Lanka centrale per catturare su pellicola l'animaletto attivo soprattutto di notte e di cui si contano poco meno di 100 esemplari. Il team è anche riuscito a catturare tre esemplari vivi abbastanza a lungo per misurarli. Dall'anno della sua scoperta, nel 1937, l'animaletto è stato avvisato solo quattro volte. Ovviamente soddisfatti i ricercatori: «Siamo felicissimi di aver catturato le prime immagini e di aver così dimostrato che questa specie continua ad esistere, soprattutto dopo che era praticamente sparita per 65 anni», ha spiegato il biologo Craig Turner. Secondo gli esperti questa specie è quasi completamente estinta a causa dalla distruzione del suo habitat naturale nelle foreste tropicali a sud dell'India meridionale e dello Sri Lanka, habitat che ha fatto posto negli anni alle grosse piantagioni di tè.
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LA STAMPA
19 LUGLIO 2010
Stop iniezioni, ecco il cerotto fai da te
Ideale per somministrare il vaccino dell'influenza senza l'utilizzo di aghi
ROMA Addio iniezioni, ideato un cerotto dermico per somministrare il vaccino dell’influenza: il cerotto ha sulla sua superficie dei microaghi (piccolissimi e indolori) contenenti il principio attivo, i quali si dissolvono nella cute liberando il vaccino. Dopo l’applicazione, è spiegato sulla rivista Nature Medicine, il cerotto si lava via e non rimane niente. Non solo quindi il cerotto permette di sostituire la noiosa iniezione, ma elimina lo scarto della siringa. Inoltre è somministrabile da chiunque per cui potrebbe permettere la realizzazione di campagne di vaccinazione più estese se fosse venduto direttamente in farmacia e somministrato "fai-da-te" a casa. Gli ideatori del cerotto sono Mark Prausnitz e la sua equipe del Georgia Institute of Technology di Atlanta.
I ricercatori hanno testato con successo il cerotto sui topolini: a un gruppo di roditori hanno somministrato il vaccino normalmente, con l’iniezione, a un altro gruppo attraverso il cerotto. Questo è semplice, si applica sulla cute e i microaghi si dissolvono in essa rilasciando il vaccino. Dopo 30 giorni tutti i topolini sono stati infettati col virus influenzale ma sono risultati immunologicamente coperti, segno che il cerotto funziona. Il cerotto, hanno concluso i ricercatori, è altrettanto efficace che la vaccinazione classica, se non di più visto che ha dimostrato di indurre una memoria immunitaria più forte. |