ADN KRONOS
19 MARZO 2010
Varese, 60 cuccioli di cane trovati segregati nel seminterrato buio di un negozio
Varese - (Adnkronos) - Non si esclude un collegamento con il fenomeno del traffico clandestino di cuccioli provenienti dall'Est europeo. La Polizia Ambientale e Forestale ha denunciato il propietario della rivendita di animali
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Varese - Circa 60 cani maltrattati, di varie razze e di eta' compresa tra i due mesi e un anno, sono stati trovati e sequestrati dal Corpo forestale dello Stato in un negozio in provincia di Varese. Ad intervenire sono stati i Nuclei Investigativi Provinciali di Polizia Ambientale e Forestale (Nipaf) di Verbania e Varese che, su delega della Procura della Repubblica di Busto Arsizio, hanno effettuato perquisizioni presso l'abitazione e la sede di attivita' della titolare del negozio. E' scattata nei suoi confronti la denuncia per reato di maltrattamento di animali e detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura. I cuccioli erano tenuti in un seminterrato al buio e senza adeguata aerazione, dentro contenitori di plastica inadatti e angusti. Varie irregolarita' sono state riscontrate durante le ispezioni, ad esempio un vano del negozio prevedeva da progetto la presenza di un infermeria che invece non c'era.Oltre ai cani sono stati posti sotto sequestro medicinali per la cui vendita l'esercizio commerciale non era autorizzato e grandi quantita' di documentazioni. Non si esclude un collegamento con il fenomeno del traffico clandestino di cuccioli provenienti dall'est europeo, sospetto che nasce dall'esame di alcuni documenti difformi o incompleti e sul quale sono ancora in corso indagini.Risulta chiaro invece, da controlli del personale veterinario che ha affiancato la Forestale nelle operazioni, come la maggior parte dei cani avesse un'eta' inferiore a quella dichiarata nei documenti e come tutti fossero li' da mesi, il che lascia pensare all'intento di creare una sorta di allevamento all'interno del negozio. I cani, esemplari di carlini, jack russel, maltesi, chihuahua, ma anche di razze piu' grandi e bisognose di maggiore movimento come labrador e boxer erano cresciuti in questi spazi e condizioni sviluppando a volte patologie fisiche e comportamentali.Cinque cuccioli sono stati portati presso una clinica veterinaria specializzata di Verbania, dove riceveranno le cure necessarie. Gli altri cani sono stati destinati ai rifugi di associazioni animaliste convenzionate con i Comuni di Verbania, Omegna e Domodossola in attesa che possano essere adottati.
VIRGILIO NOTIZIE
19 MARZO 2010
Varese, cani maltrattati: sequestrati 60 cuccioli Erano in gabbie plastica e al buio, denunciata la titolare
Sequestrati 60 cuccioli di cane maltrattati. Gli animali, secondo quanto accertato dalla Forestale, che hanno denunciato la titolare dell'esercizio, erano tenuti da mesi in spazi bui e angusti all'interno di un negozio specializzato di Gorla Maggiore, in provincia di Varese. Ad intervenire sono stati i nuclei investigativi provinciali di polizia ambientale e forestale (Nipaf) di Verbania e Varese che, su delega della Procura di Busto Arsizio, hanno effettuato perquisizioni presso l'abitazione e la sede di attività della titolare, che ora risponderà di maltrattamento di animali e detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura. I cuccioli erano tenuti in un seminterrato al buio e senza adeguata aerazione, dentro contenitori di plastica inadatti e angusti. Varie irregolarità sono state riscontrate durante le ispezioni. Ad esempio, un vano del negozio prevedeva da progetto la presenza di un infermeria che invece non c'era. Oltre ai cani, sono stati posti sotto sequestro medicinali per la cui vendita l'esercizio commerciale non era autorizzato e grandi quantità di documentazioni. Non si esclude un collegamento con il fenomeno del traffico clandestino di cuccioli provenienti dall'est europeo, sospetto che nasce dall'esame di alcuni documenti difformi o incompleti e sul quale sono ancora in corso indagini. Risulta chiaro, da controlli del personale veterinario che ha affiancato la Forestale nelle operazioni, come la maggior parte dei cani avessero un'età inferiore a quella dichiarata nei documenti e come tutti fossero lì da mesi, il che lascia pensare all'intento di creare una sorta di allevamento all'interno del negozio. I cani, esemplari di carlini, jack russel, maltesi, chihuahua, ma anche di razze più grandi e bisognose di maggiore movimento come labrador e boxer erano cresciuti in questi spazi e condizioni sviluppando a volte patologie fisiche e comportamentali. Cinque cuccioli sono stati portati in una clinica veterinaria specializzata di Verbania dove riceveranno le cure necessarie. Gli altri cani sono stati destinati ai rifugi di associazioni animaliste convenzionate con i Comuni di Verbania, Omegna e Domodossola in attesa che possano essere adottati.
LA PROVINCIA DI VARESE
19 MARZO 2010
Traffico illecito, cuccioli sotto sequestro
Gorla Maggiore (VA) - Cinquantotto cuccioli di pregiate razze canine tenuti in condizioni «non conformi». È il risyultato di una perquisizione in un negozio di animali e nell'abitazione del suo proprietario a Gorla Maggiore. In azione i nuclei investigativi del Verbania e di Varese del Corpo Forestale dello Stato su delega della procura di Busto: i cagnolini, esemplari di un paio di mesi di carlini, bull-dog, chihuahua e altre pregiate razze, erano al buio, in locali scarsamente aerati e illuminati, ed in contenitori di plastica troppo piccoli. I cuccioli sono stati posti sotto sequestro giudiziario e affidati in custodia a tre associazioni con sede a Verbania, Omegna e Domodossola. Dai primi accertamenti sarebbero provenienti dall'Est Europa.
MESSAGGERO VENETO PORDENONE
19 MARZO 2010
Gatto seviziato, paese in rivolta
IL SERVIZIO IN PROVINCIA ROVEREDO (PN). Trappole per gatti a Roveredo in Piano: Max, un meticcio della colonia felina vicino al campo sportivo, ha rischiato di morire, stretto da un cappio in fil di ferro. Una storia di violenza contro gli animali che scuote le coscienze. Le “gattare” della colonia felina che hanno soccorso e salvato Max hanno sporto denuncia contro ignoti per atti di maltrattamento al comando di polizia urbana del Comune. Cinquanta firme: siglate con il cuore, anche dalle volontarie dell’associazione animalista “Dingo” di Pordenone. Max è riuscito a spezzare in parte il cappio della trappola, ma il filo stretto sui fianchi lo ha torturato per giorni. La documentazione fotografica allegata alla denuncia è agghiacciante.
MESSAGGERO VENETO PORDENONE
19 MARZO 2010
Gatto martoriato col fil di ferro, caccia ai colpevoli
Chiara Benotti
ROVEREDO (PN). Trappole per gatti a Roveredo in Piano: Max, un meticcio della colonia felina vicino al campo sportivo, ha rischiato di morire, stretto da un cappio in fil di ferro. Una storia di violenza contro gli animali che scuote le coscienze. Le “gattare” della colonia felina che hanno soccorso e salvato Max, hanno sporto denuncia contro ignoti per atti di maltrattamento al comando di polizia urbana del Comune. Ciquanta firme: siglate con il cuore, anche dalle volontarie dell’associazione animalista “Dingo” di Pordenone. «E’ una storia di dolore, quella di Max – ha raccontato la prima firmataria della denuncia, Claudia Avon, referente della colonia felina di Roveredo –. Lo abbiamo trovato il 20 febbraio scorso: miagolava e si trascinava a stento, nell’area vicina all’asilo nido. La parte posteriore del corpo era stretta da un laccio di ferro plastificato, penetrato nelle carni». Max è riuscito a spezzare in parte il cappio della trappola, ma il filo stretto sui fianchi lo ha torturato per giorni. La documentazione fotografica allegata alla denuncia è agghiacciante. «Il gatto della nostra colonia è stato soccorso dal veterinario Chisari di Fontanafredda – ha ricostruito i fatti –. Le sue condizioni sono state subito diagnosticate critiche. Per rimuovere il dispositivo ammazzagatti è stata necessaria una sedazione profonda». Era disidratato, accusava ipotermia e non reagiva agli stimoli. Cure e terapie intensive hanno rimesso in sesto Max. Sta guarendo e, come capita quando la realtà sembra una fiaba di Disney, ha trovato una casa e una famiglia che lo ha adottato. «Stavolta la storia ha un lieto fine – ha detto –, ma esprimiamo sdegno per l’accaduto e chiediamo che siano individuati i responsabili e controllato il territorio in modo che fatti simili non debbano più ripetersi».
IL GAZZETTINO DI PORDENONE 19 MARZO 2010
ROVEREDO Presentata una denuncia alla polizia municipale Il mistero dei gatti spariti Un animale è stato ferito gravemente da un laccio di ferro
Roveredo (PN) - Nell'area tra il campo sportivo di via Carducci e le scuole, sede di una colonia felina (spazio pubblico di ritrovo per gatti abbandonati), è in corso una vera e propria “caccia” all’animale. Non si spiegherebbero altrimenti le sparizioni nella zona, solo nell'ultimo mese, di 7-8 esemplari e il grave ferimento di un meticcio di nome “Max”, ritrovato a fine febbraio impigliato in un laccio di ferro e salvato in queste settimane. A denunciare la preoccupante situazione al comando dei vigili urbani di Roveredo è stata, ieri mattina, Claudia Avon, referente della colonia, assieme ad altre signore che accudiscono quotidianamente i gatti, quasi tutte collaboratrici dell'associazione onlus Dingo, in prima linea per la difesa degli animali. All'esposto sono state allegate una quarantina di firme, il referto medico del veterinario che si è preso cura del gatto ferito, il laccio di ferro rinvenuto e 15 foto che documentano quanto accaduto.I vigili, ricevendo la denuncia, hanno promesso, come da richiesta, di riferire l'accaduto al sindaco Bergnach e di effettuare a breve controlli nell'area. «Sopralluoghi ne facciamo costantemente anche noi, alla ricerca di altre trappole. Se qualche cittadino ne ritrova, è invitato ad avvisare la polizia municipale - ha commentato Dina, una delle firmatarie della denuncia -. Il numero di gatti che frequentano la colonia è variabile, ma il drastico calo delle ultime settimane ci fa pensare che non possa essere un caso. Solo una ferocia inaudita può spingere un individuo a far soffrire un gatto come fatto con Max o, prima, con un altro esemplare. Fortunatamente sono stati soccorsi in tempo e adesso hanno trovato una casa dove guarire».L'esistenza della colonia di via Carducci è stata comunicata da tempo al Comune ed è prossima, come vuole la norma, al censimento. A Roveredo si trovano anche altri due ritrovi per felini, già censiti ed entrambi in via XX settembre, uno dove un tempo c'era la falegnameria Pasut, l'altro nei pressi dei primi civici.
Gazzetta di Mantova
19 Marzo 2010
Caccia al killer dei gatti neri Li ammazza a colpi di badile
Caccia a un uomo che per due volte ha inferto una morte crudele a due gattine.
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di Giancarlo Oliani
Abituata alle coccole del suo padrone si è lasciata avvicinare. Di solito un gatto non lo fa. Di solito scappa. Ma Sasha è rimasta lì, ferma e lo sconosciuto con un colpo di badile le ha spezzato la schiena. Sasha non è morta subito. Paralizzata, ha urlato per ore. Il veterinario, per riuscire a sedarla, ha dovuto ricorrere al gas. E dopo quasi due giorni di indicibili sofferenze è morta. E' successo in via Coghi a Cerese. E non è la prima volta.
La settimana precedente, un altro gatto, ha avuto la schiena spezzata allo stesso modo e nello stesso quartiere. I due felini avevano una cosa in comune: il colore del pelo. Il sospetto è che qualcuno se ne vada in giro ad uccidere gatti. Gatti neri. Due casi in pochi giorni e con le stesse modalità lasciano pensare. Sandro Corsini, pensionato, che abita in via Borsellino a Cerese non si dà pace. Quella gattina era diventata una della famiglia e chi ama gli animali sa esattamente cosa vuol dire. Il suo racconto è intriso di rabbia ed emozione. «E' successo tutto giovedì scorso - racconta - Sasha è tornata a casa verso sera. Ho visto che era un po' strana ma poi vedendola mangiare mi sono un po' tranquillizzato. Dopo cena l'ho portata nel locale della caldaia. Là ha la cesta dove di notte dorme. Il mattino dopo svegliandomi ho sentito dei prolungati miagolii. Pensavo che volesse uscire, ma quando ho aperto la porta della lavanderia ho trovato il disastro. C'era tutto sottosopra e lei stesa a terra con le zampe posteriori immobili. E urlava, Dio mio quanto urlava. L'ho messa nella gabbietta e l'ho portata dal veterinario, non riusciva a sedarla. Ha dovuto ricorrere al gas. Il mattino dopo è morta. Nel referto il veterinario ha dichiarato che Sasha presentava gravissimi segni di maltrattamento e percosse, resi visibili dalle radiografie». Corsini ha presentato denuncia ai carabinieri di Bagnolo ed ha segnalato l'episodio anche al servizio veterinario dell'Asl di via dei Toscani. Una settimana prima un altro gatto, maschio, ma dello stesso colore, è morto per la stessa causa nel medesimo quartiere: schiena spezzata. Un caso? Tutto lascia pensare che non sia così.
IL TIRRENO
19 MARZO 2010
Gatto accecato da una fucilata «Un gesto vile»
POMAIA (PI). «Hanno sparito al nostro gatto, accecandolo per sempre». Claudia Toncelli, residente a Pomaia, denuncia - insieme alle sue tre figlie - un grave episodio avvenuto nella notte tra domenica 14 e lunedi 15 marzo «quando il mio gatto dal pelo color cipria con due occhioni verdi, scambiato nella notte per chissà quale buon animale da fare arrosto o infastidito dai suoi acuti miagolii da micione innamorato, lo ha vilmente colpito con una rosata di pallini in pieno muso. Tutto questo in un terreno con divieto di caccia». Toncelli prosegue: «Non lo hanno ucciso, ma lo hanno reso cieco per il resto della sua vita».
GAZZETTA DI PARMA
19 MARZO 2010
Breia, salvato Jerri da un boccone avvelenato
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Breia (PR) - Nel paese di Breia, frazione di Compiano, da sette anni vive Jerri, simpatico, cane meticcio di media taglia. Jerri non mangia le galline, non abbaia, non morde, non disturba: rincorre solo per gioco i gatti. Eppure a qualcuno dava fastidio e nei giorni scorsi è stato probabilmente avvelenato ma la sua forte fibra e l’intervento provvidenziale del veterinario Giovanni Cresci gli hanno salvato la vita.
Come spiega Barbara Cocconi, che ha contribuito a salvare l’animale, «nei giorni scorsi abbiamo notato il cagnetto che si trascinava come un sacco vuoto con la bava alla bocca davanti all’uscio della propria abitazione in evidente grave stato di avvelenamento. I padroni, valutata la situazione non si sono persi d’animo e con tempestività hanno fatto ingerire al cane una buona dose di acqua ossigenata. Ciò ha provocato il vomito e quindi l’espulsione del boccone avvelenato». Pronto l’intervento del veterinario Cresci, che ha prestato subito le preziose prime cure al cane, vegliato e amorevolmente curato per tutta la notte e il giorno successivo fino a essere dichiarato fuori pericolo. Da tempo a Compiano muoiono improvvisamente decine di galline e spariscono i gatti. «Ora si avvelenano anche i cani», dice Barbara Cocconi. E’ certo che da ora in poi, in diversi punti del paese, si terranno gli occhi molto più aperti per individuare i colpevoli. IL CITTADINO 19 MARZO 2010
Fiamme in collina, morti alcuni animali chiusi nel deposito
San Colombano (MI) - Fiamme in collina: brucia una baracca per gli attrezzi e muoiono carbonizzati alcuni animali. La scorsa notte a San Colombano (in zona Serafina) si sono alzate lingue di fuoco verso il cielo, all’interno di un vigneto e lontano dalla strada. Dalle proprietà vicine hanno visto quel chiarore improvviso, sempre più intenso, poi le fiamme, così hanno lanciato l’allarme. Erano circa le 2.30 e sul posto sono accorsi i vigili del fuoco di Sant’Angelo, raggiunti poco dopo dai carabinieri di San Colombano. Esclusa al momento l’origine dolosa (non è stato trovato nessun segno evidente), così come l’ipotesi di un corto circuito visto che nella baracca non c’era l’impianto elettrico. Le indagini sono ancora in corso, spetterà ai vigili del fuoco fare chiarezza. Intanto il proprietario del terreno, residente nel Pavese, ieri si è presentato in caserma per sporgere denuncia. La costruzione era grande una decina di metri quadrati, con una recinzione intorno e un tetto di legno e lamiera; all’interno erano custoditi alcuni attrezzi da lavoro per i campi, la paglia e qualche animale, come capre e galline. Questi ultimi sono rimasti quasi tutti intrappolati e, per il fumo o per il crollo del tetto, sono morti. I vigili del fuoco hanno trovato le carcasse carbonizzate di almeno quattro capre, mentre altre due si erano salvate all’esterno con le galline. In giornata è stato contattato il servizio veterinario dell’Asl per la rimozione. L’edificio è stato completamente distrutto dal fuoco, mentre un’altra parte che si trovava a lato non è stata toccata. Le fiamme si sono alzate di parecchi metri e hanno danneggiato anche un traliccio dell’Enel che passava proprio lì sopra, che sembra alimentasse alcune proprietà che si trovavano in zona. Per questo sono stati contattati anche i tecnici reperibili dell’Enel, che già in nottata hanno cercato di riparare il danno. Le operazioni dei soccorritori sono durate alcune ore e si sono conclusi solo quando sulla collina di San Colombano cominciava già a spuntare l’alba.
IL TIRRENO
19 MARZO 2010
Sequestrato un cucciolo usato per chiedere l'elemosina
EMPOLI (FI). Chiedeva l’elemosina in via del Giglio e per commuovere i passanti usava un cucciolo di cane. Alcuni cittadini hanno segnalato l’uomo alla polizia municipale che si è attivata multando l’uomo e sequestrando il cucciolo. L’animale era sprovvisto del chip di riconoscimento e adesso si trova al canile. La polizia municipale è intervenuta per il regolamento degli animali che vieta la pratica dell’accattonaggio utilizzando animali ed in particolare “madri con cuccioli, cuccioli, soggetti giovani in genere, in evidente stato di maltrattamento o comunque animali tenuti in modo tale da suscitare l’altrui pietà”.
IL TIRRENO
19 MARZO 2010
Pony travolto e ucciso dal treno era il regalo di una bambina
SAN MINIATO (PI). Un pony, regalo di compleanno di una bambina, acquistato pochi giorni fa, è stato travolto e ucciso da un treno. E’ successo ieri mattina sulla linea Firenze-Pisa, nel tratto tra Empoli e San Miniato all’altezza della frazione di Isola. Il treno regionale 3111, mentre passava da Isola, alle 9, vicino al passaggio a livello, si è trovato di fronte l’improvviso ostacolo. L’animale, sfuggito ai padroni, è arrivato lungo la ferrovia. Impossibile per i macchinisti evitare l’ostacolo. L’animale è stato investito, anche se non in pieno. Il treno gli ha comunque staccato una zampa di netto e lo ha scaraventato nella scarpata. E’ arrivato il proprietario, Giovanni L.C. 39 anni, residente nella zona. Il traffico ferroviario, in conseguenza dell’incidente ha subìto pesanti ritardi. I treni hanno potuto viaggiare solo sul binario per Firenze. Sul posto oltre alla polizia ferroviaria di Empoli è intervenuto il servizio veterinaria dell’Asl per l’accertamento del decesso. La carcassa è stata poi consegnata al proprietario che dovrà provvedere allo smaltimento. Ora il proprietario del pony rischia una richiesta di risarcimento danni da parte delle Ferrovie per i ritardi, poichè l’animale doveva essere custodito meglio.
AFFARI ITALIANI 19 MARZO 2010
Muggiano/ Trovati cani, cavalli e altri animali maltrattati
Muggiano (SP) - "Questa mattina la Polizia Locale è intervenuta a Muggiano su disposizione del pm per controllare lo stato di alcuni animali lasciati incustoditi e tenuti impropriamente da un italiano in un'area privata situata dietro la tangenziale ovest. Cavalli, cani e altri animali da cortile sono stati sequestrati e saranno ricoverati in strutture idonee dove verranno sottoposti a controlli veterinari specifici". Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. L'intervento è stato realizzato questa mattina alle 7,30 da parte del Nucleo Problemi del territorio, insieme alla Polizia ecozoofila dell'Anpana, l'Associazione nazionale protezione animali, natura e ambiente, oltre che al Servizio veterinario di Asl, all'Ufficio garante per gli animali del Comune e al Nucleo Ambiente della Polizia Locale. Sul posto gli agenti hanno trovato 4 cavalli (3 adulti e un puledrino), 1 pony, 2 cani da caccia, 2 cani di media taglia, 2 maiali e diverse oche, galline, capre e pecore. Gli animali erano tenuti in un'area recintata e ad un primo controllo del personale medico sembra non fossero mai stati sottoposti ne a profilassi medica ne a visite veterinarie. I cani, ad esempio, non avevano il microchip. Nell'area, tra l'altro, erano stati depositati rifiuti di varia natura tra cui anche alcuni veicoli. L'italiano, che sarà denunciato penalmente, non era presente al momento dell'ispezione. "Una cura superficiale o impropria degli animali - evidenzia il vice Sindaco - non è solo il segno di un grave disinteresse per questi esseri viventi e per le leggi che doverosamente li tutelano, ma può avere conseguenze anche molto pesanti per l'ambiente e non solo. Alcune specie, ad esempio quella suina, se non sottoposte a controlli veterinari costanti, possono diventare portatori di diverse patologie. Ecco perchá gli animali sequestrati oggi saranno attentamente visitati per accertare il loro stato di salute".
IL PICCOLO
19 MARZO 2010
Pasqua, fermare la mattanza degli agnelli
Il giornale di norma non pubblica le lettere di chi non vuole fare apparire la propria firma. A Pasqua, come ormai avviene purtroppo ogni anno, sarà mattanza di agnelli: oltre tre milioni. Vengono in maggioranza dall'Est, hanno circa un mese di età, strappati alle loro madri, ammassati senza cibo sui tir che dopo un viaggio interminabile li porteranno alla morte. I più fortunati muoiono strada facendo, il prima possibile, per quelli giunti a destinazione… Piangono - mi dicono - prima di porgere la testina per essere sgozzati. Comunque per coloro che non mangiano l'agnello, il menù di Pasqua è ricco di alternative, non c'è che l'imbarazzo della scelta, perfino carne di bisonte (ma dove li prenderanno? Non erano già stati sterminati in America?) E il discorso potrebbe, a ragion veduta, ampliarsi sulla leicità o meno del mangiare carne e in questo senso molti ormai si interrogano. Mentre un numero sempre maggiore di medici sconsigliano di mangiare carne, causa diretta del cancro al colon, concausa di altri tumori, diabete, ipertensione, aterosclerosi, Alzheimer. Mentre il dottor Giuseppe Nacci, medico nucleare, spiega nel suo libro "Diventa medico di te stesso" come la carne sia la causa scatenante della terribile Sla. Infine va ricordato che Gesù nell'ultima Cena istituendo l'Eucarestia sostituì ai riti sacrificali animali delle religioni pagane il sacrificio simbolico del suo Corpo nel Pane e del suo Sangue nel Vino. Liliana Passagnoli Aiello del Friuli
IL GIORNALE 19 MARZO 2010
Animali nei circhi, una legge contro la barbarie
OSCAR GRAZIOLI
Forse qualcosa si muove per frenare l’invasione di circhi che sfruttano ignobilmente animali e speriamo che qualcosa di concreto ci porti il futuro anche per quanto riguarda quegli zoo che sono solo un vergognoso serraglio costruito con l’intento di mettere in vetrina tigri e leoni. Ormai non passa giorno che la stampa e i media non ci rimandino notizie e video di incidenti più o meno gravi che hanno per protagonisti animali e persone all’interno di circhi o giardini zoologici. È di queste ultime ore la notizia che i cinesi sarebbero intenzionati a chiudere il Shenyang Forest Wild Animal Zoo a Liaoning, nord est della Cina, dove sono morte letteralmente di fame, nel giro di tre mesi, undici tigri siberiane, alimentate con qualche osso di pollo a causa delle ristrettezze economiche in cui viveva la struttura. Si tenga conto che la tigre siberiana è una delle specie feline a maggior rischio di estinzione nel mondo intero. Ne esistono infatti ormai soltanto 300 esemplari allo stato selvaggio.
IL CENTRO
19 MARZO 2010
La Lav protesta contro il circo «Animali trattati con crudeltà»
Barbara Gambacorta
TERAMO. Il circo è divertente ma non per tutti. Con questo slogan ieri la sezione teramana della Lav - Lega anti vivisezione - ha voluto ribadire il suo no all’utilizzo degli animali negli spettacoli circensi. Lo ha fatto con un sit-in di protesta all’ingresso del circo Royal, nell’area del palazzetto dello sport. Qui il Royal si è stabilito da una settimana e rimarrà fino al 22 marzo. Alla protesta hanno aderito una trentina di persone che si sono riunite di fronte alla biglietteria per manifestare con cartelli e volantini in difesa degli animali. «Siamo scesi in piazza per dire no al circo degli animali, è assurdo che in una società civile si vedano ancora queste cose», ha spiegato Antonella Inicorbaf , una delle manifestanti della Lav, «gli animali sono costretti a vivere in spazi angusti, in gabbie di pochi metri, e a viaggiare di continuo. Inoltre gli animali non vengono addestrati con metodi di dolcezza ma attraverso la paura del dolore fisico, sono delle vere e proprie torture». Secondo gli animalisti spesso gli animali vengono anche anestetizzati per affrontare gli spettacoli e tenuti a bada con metodi violenti. Ma la protesta non ha fermato lo spettacolo: erano tante le famiglie e soprattutto i bambini allo show pomeridiano nonostante siano stati accolti all’ingresso dai volantini di protesta, distribuiti in particolare ai più piccoli per sensibilizzarli alla causa della Lav. «Succede in molte città che ci siano delle proteste», hanno spiegato dalla biglietteria del circo Royal, «noi ci siamo abituati ma non ci danno fastidio perchè la gente viene lo stesso. Abbiamo tigri, leoni, cammelli, dromedari, cavalli ma vivono in buone condizioni. Gli animalisti evidentemente vedono cose diverse. I nostri animali sono controllati ogni 15 giorni dai veterinari della Asl, hanno di tutto e di più, anche riscaldamento e aria condizionata». Il circo Royal è una piccola realtà gestita da generazioni dalla famiglia Dell’Acqua, quattro tra fratelli e sorelle che insieme a mogli, mariti e figli portano avanti la struttura. «Gli affari non sono come una volta», spiegano, «ma non possiamo lamentarci, viviamo così. Qui a Teramo l’accoglienza è stata buona, gli spettacoli stanno andando bene».
LA TRIBUNA DI TREVISO
19 MARZO 2010
Centro regionale per formare canti antidroga e antiesplosivi
VOLPAGO (TV). Entro due mesi sarà attivo il centro cinofilo Veneto. Diplomerà gli esperti nella caccia alla droga e agli esplosivi. Lo ha annunciato ieri il consigliere regionale Remo Sernagiotto, sostenitore dell’utilizzo del migliore amico dell’uomo anche per prevenire o smascherare i reati di spaccio. Costruito all’interno di un’area di proprietà della Guardia forestale a Volpago, ospiterà un centinaio di quattro zampe che dovranno poi andare a integrare le diverse forze di polizia di tutto il Nord Italia. L’idea promossa dal prefetto Vittorio Capocelli è ormai realtà. «L’importanza di questa struttura è spiegabile facilmente - anticipa Sernagiotto - tra meno di due mesi Volpago diventerà un centro cinofilo regionale in grado di addestrare sia i cani anti esplosivo che quelli antidroga. Per questi, in particolare, ci sarà grande attenzione: non si devono più ripetere i casi di cronaca di questi giorni, i nostri ragazzi non possono arrivare a scuola pronti allo spaccio». Il rafforzamento di questa «squadra» avvicina ancora di più l’Italia ai Paesi anglosassoni, dove la prevenzione viene fatta con i cani. Gli animali verranno utilizzati per rintracciare la droga e qualsiasi materiale esplosivo. Sono stati utilizzati 500 mila euro per il centro di addestramento. «Vigili urbani con i cani antidroga possono controllare gli alunni in aula. Cosa ci vuole per passare tra i banchi prima dell’inizio delle lezioni? - continua Sernagiotto - i ragazzi devono sapere che i cani arriveranno all’improvviso».
LA STAMPA 19 MARZO 2010
Tristi tigri cinesi Zoo senza soldi lasciano morire i grandi felini di fame per poi venderli pelle e ossa a scopi medicinali
PECHINO -- Forse è il karma delle tigri, il destino che ritorna dopo generazioni e punisce i colpevoli, un contrappasso epocale per cui il grande carnivoro, il divoratore di gente e bestie, oggi è a un passo dall’estinzione, divorato dagli uomini. I giornali cinesi sono allarmati. Nello zoo della città settentrionale di Shenyang undici tigri siberiane sono morte di fame, uccise lentamente dai guardiani che ne vendevano poi le parti più preziose, ossa e pelle, al mercato nero. Qui una tigre vale una piccola fortuna, oltre mezzo milione di yuan, circa 60mila euro. Il nobile felino è infatti ingrediente pregiato per la medicina tradizionale. Se ne ricava il quasi magico omonimo balsamo, con virtù terapeutiche per cuore e circolazione. Ci sono poi decotti, liquori, pillole dalle mille funzioni, fino a un principe dei rimedi per maschietti non in forze. Ma uccidere una tigre dal 2000 è proibito in Cina, e dopo il 2003, anno della epidemia di Sars, è proibito pure mangiare qualunque tipo di animale selvatico, anche se tenuto in cattività. Il problema è nelle pieghe della legge. Certo, ucciderla è proibito, ma cosa fare di una tigre quando muore di morte naturale? Allora il governo consente che le ossa siano usate a scopi medicinali. Così si crea una zona grigia usata con maggiore o minore discrezione da molti zoo cinesi, non solo da quello di Shenyang. Meno di un decennio fa si raccontava di pranzi e cene ultraesotiche e super care nel retrobottega dello zoo di Pechino. Si servivano prelibatezze antiche come la zampa d’orso e il pene di tigre. I tagli erano procurati da povere bestie ufficialmente “ammalate” e le cui carcasse erano state altrettanto ufficialmente “bruciate”. Per le attuali tigri morte di fame il caso è ancora diverso. Gli sforzi di allevare tigri in cattività in Cina hanno avuto un grande successo negli ultimi anni. Nel paese ci sono ora tra le 6mila e le 10mila tigri in zoo e parchi protetti all’aperto. L’idea era che le tigri avrebbero creato una logica economica, per i visitatori e i turisti che pagavano il biglietto. Ma dopo il successo iniziale le visite sono scemate. Per ravvivare gli entusiasmi alcuni parchi più audaci avevano anche creato cruenti spettacoli: una vacca viva veniva offerta a tigri affamate che la sbranavano sotto gli occhi degli spettatori. Ma anche questo era finito con accuse di crudeltà contro gli animali. Eppure mantenere animali selvatici e soprattutto i grandi felini è una scelta cara. Ci vogliono oltre 100 yuan di carne al giorno per una tigre, un totale di quasi 40 milioni di euro all’anno solo per la dieta delle belve. Così gli zoo, con pochissime sovvenzioni dallo stato e tante spese, si sono inventati altri modi di evitare la loro stessa estinzione. Il Notizie di Pechino ora denuncia che almeno 40 tigri sono state usate dal 2000 a oggi per produrre l’omonimo liquore. Funzionari cinesi del WWF puntano il dito contro il grande parco di tigri di Guilin, dove ben 1,400 felini striati dimagriscono giorno dopo giorno per la loro scarna dieta di polletti. Il quotidiano ufficiale in inglese China Daily tuona contro i neo bracconieri: "Se si prova che tali malefatte avvengono su larga scala il governo lancerà misure a livello nazionale per fermarle." Questo ultimo suona come un avvertimento, una minaccia aperta alle centinaia di zoo pubblici e privati di tutta la Cina, “non uccidete gli animali se no...” Ma senza fondi pubblici, con scarsi introiti privati e senza controlli sistematici di autorità e veterinari, gli zoo cinesi sono destinati, dopo una breve febbre di scandalo pubblico a riprecipitare nell’antica logica: se non abbiamo di che sfamare le tigri, sfamiamoci noi di tigri. Sarà il karma del vecchio predatore, ma potrebbe essere anche il karma del nuovo speculatore: qualcuno o qualcosa forse imporrà un contrappasso all’uomo che non ha saputo badare all’animale. ECOO 19 MARZO 2010
Animali: pellicce orso bianco ancora in commercio
La proposta americana è stata miseramente bocciata. Purtroppo non si parlava di un suggerimento irrilevante, bensì del bando al commercio di pelli, denti e zampe appartenenti agli orsi polari. Proprio lui, il simpatico amico dei ghiacci reso famoso da una nota bibita gassata, che come altre specie animali è a rischio estinzione, non è stato tutelato dal vertice Onu. Il motivo? Assurdo poichè legato al denaro. Infatti, la mancanza di questo commercio potrebbe danneggiare irrimediabilmente i mercati locali delle pelli. Secondariamente, perchè la compravendita delle pellicce non rappresenterebbe di per sè una minaccia per gli animali.Le motivazioni che hanno spinto gli americani ad avanzare questa proposta erano, ovviamente, in primis il rischio di estinzione della specie. Come se non bastasse il riscaldamento globale, insomma, che ci pensa già da solo a distruggere l’habitat del povero orso polare e minacciarne quindi la sopravvivenza. Si tratta di un calo pari ad un terzo delle specie esistenti (20-25mila esemplari) entro l’anno 2050.Le popolazioni che vivono a spese dell’orso bianco, come Canada, Norvegia e Groenlandia, difendono la scelta avanzata dal Cites di non bandire il commercio di materie derivate dagli orsi bianchi. Frank Pokiak,leader inuit canadese, ha affermato la seguente: “Abbiamo sempre avuto cura della terra, degli animali e delle piante, perchè abbiamo molto da perdere. Se non fosse per gli orsi polari, noi oggi non esisteremmo più“. Ma gli animalisti non ci stanno e si ribellano di fronte a questa decisione. “I partecipanti hanno voltato le spalle a questa specie simbolo” ha dichiarato Jeff Flocken (International Fund for Animal Welfare). Speriamo che il tutto venga ritrattato, per la tutela (e il diritto) alla vita dell’orso polare.
FOTO http://www.ecoo.it/articolo/animali-pellicce-orso-bianco-ancora-in-commercio/1981/ LECCE PRIMA 19 MARZO 2010
"LISA", SALVATA È IN CURA NELL'OSSERVATORIO DI CALIMERA Rinvenuta dai carabinieri di Vernola una tartaruga piaggiata lungo la costa di Torre Specchia. La prima cosa che hanno fatto i militari è stata quella di portare l’esemplare a Calimera
Provincia di Lecce - Rinvenuta dai carabinieri di Vernola una tartaruga piaggiata lungo la costa di Torre Specchia. La prima cosa che hanno fatto i militari è stata quella di portare l’esemplare di Caretta caretta presso l'Osservatorio faunistico della Provincia di Lecce- Museo di Calimera. http://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=19451
LA TRIBUNA DI TREVISO
19 MARZO 2010
Vittorio aiuterà a salvare i muli alpini
Stefania Rotella
VITTORIO VENETO (TV). «Con una variazione di bilancio aiuteremo la sezione Ana a non far sparire il reparto Salmerie e i suoi muli». Lo dichiara il sindaco di Vittorio Veneto, Gianantonio Da Re, dopo l’appello del presidente della sezione Ana Angelo Biz, per avere un aiuto, anche economico, in favore dei muli che hanno reso noto il reparto vittoriese in tutta Italia. La questione ovviamente non è solo economica, per l’acquisto di altri animali da sostituire a quelli già morti, ma soprattutto affettiva per non far scomparire gli unici muli alpini doc rimasti. «Come amministrazione comunale faremo la nostra parte - assicura il sindaco Toni Da Re -. In sinergia con Provincia e Regione vedremo di aiutare la sezione alpini di Vittorio ed il prestigioso reparto Salmerie. In termini economici quello che posso fare è reperire dei fondi con una variazione di bilancio da destinare all’acquisto di nuovi muli. Condivido le preoccupazioni del presidente Angelo Biz e degli alpini che in questi anni si sono dedicati ai loro amatissimi animali. E’ una tradizione da non perdere». Ieri Angelo Biz, dopo l’appello salva muli lanciato dalla Tribuna ha ricevuto diversi attestati di solidarietà e affetto. «Non mi aspettavo tutto questo interesse per i nostri muli - confida Biz - la cosa ci ha fatto molto piacere. Segno che gli alpini sono molto amati. Spero che al reparto Salmerie venga riconosciuta un giorno la medaglia d’oro al valor militare». Sulla salvezza dei muli anche la proposta del presidente della Provincia Leonardo Muraro. «Nella zona di Vittorio ed Anzano dove vivono i muli alpini si potrebbe creare una zona di eccellenza del mulo - propone Muraro -. Ovvero un centro anche di riproduzione di questi animali, per non perderne la tradizione. Un’idea che ovviamente deve avere l’avvallo delle autorità sanitarie. Credo possa essere un modo per dare riconoscimento alla città di Vittorio Veneto e alla sua storia». Il nodo cruciale per sostituire i muli che sono già mancati per vecchiaia Leo e Iso, e per evitare di trovarsi senza animali una volta che anche Fina, Iroso e Laio se ne andranno, sta nella possibilità di effettuare addestramenti ad hoc alle scuole militari alpine. Addestramenti che non sono però possibili se non decolla l’iniziativa del ministero della Difesa «Pianeta Difesa», che prevede corsi per militari e quindi anche per muli. Angelo Biz, Toni De Luca, proprietario dei muli e altri altrialpini della sezione vittoriese, si stanno attivando per tempo e stanno definendo l’acquisto di nuovi animali. Sulla questione interviene anche il ministro alle politiche agricole Luca Zaia. «Ci attiveremo con il ministero della Difesa per permettere l’addestramento di nuovi muli e salvare il reparto Salmerie, che rappresenta un pezzo di storia di questo territorio - promette Zaia - I muli alpini fanno parte della nostra storia».
MESSAGGERO VENETO PORDENONE
19 MARZO 2010
Scoppia l asino mania Pet therapy in fattoria
Elisa Michellut
Anche in Friuli Venezia Giulia scoppia “l'asino mania”. Da qualche anno a questa parte, infatti, i quadrupedi dalle grandi orecchie stanno vivendo un momento di grande riscossa. Oltre ad essere spesso utilizzati per la produzione di latte o come compagni di giochi per i bimbi, questi simpatici animali si stanno dimostrando particolarmente utili ed efficaci anche per quanto concerne la pet-terapy, meglio nota, in questo caso, come onoterapia. Ma la vera novità consiste nel fatto che, sempre più spesso, queste bestiole vengono arruolate dalle amministrazioni comunali come “tosaerba naturali”, per la pulizia di parchi e giardini. Il Comune di Amaro è stato il primo, a livello regionale, a proporre, con successo, questo tipo di iniziativa. E in molti, da ogni parte della regione, raggiungono, non di rado, il piccolo centro della Carnia per assistere, dal vivo, a questa pratica decisamente insolita. «L'ambiente si sta degradando sempre di più - spiega Laura Zanella, sindaco di Amaro -. Per questo motivo abbiamo deciso di utilizzare una tradizione del nostro paese (Amaro, in passato, era conosciuto come il paese degli asinelli) per uno scopo puramente ecologico. Molti terreni erano invasi dalle erbacce e, grazie ai nostri otto asinelli, due dei quali vengono anche utilizzati per progetti di pet terapy, ora la situazione è migliorata. E' stata un'esperienza davvero positiva e molti comuni ci hanno già chiesto informazioni per poter proporre l'iniziativa anche in altri territori». Anche in fatto di pet terapy le novità non mancano. «In particolare - anticipa Francesca Ballali, referente della Federazione regionale Coldiretti Udine - stiamo lavorando ad alcuni progetti che coinvolgeranno le aziende agricole del territorio, molte delle quali verranno trasformate in fattorie sociali». Aggiunge ancora Ballali: «In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita notevole per quanto concerne l'utilizzo dell'asino nei progetti di pet terapy - dice - Il comportamento affettuoso e l'intelligenza particolarmente sviluppata fanno di questo quadrupede un animale particolarmente adatto a questo tipo di attività. Tutte le iniziative che hanno a che fare con l'onoterapia, ad ogni buon conto, devono essere sempre organizzate come un ciclo di incontri che, a livello progettuale, deve garantire un approccio graduale all'animale, nella sua dimensione relazionale, con operatori preparati e non improvvisati».
LA NUOVA SARDEGNA
19 MARZO 2010
SMARRIMENTO
Smarrito cucciolo di Pastore Tedesco di 4 mesi, colore nero focato, microchip n. 380260000071852 presso zona Piazzale Segni Sassari. Chiunque l’avesse trovato contatti il n. 3356289896.
http://persietrovati.blogspot.com/2010/03/sassari-smarrito-cane-pastore-tedesco.html
LA REPUBBLICA 19 MARZO 2010
Pomate alla cistifellea d'orso
Sette farmacisti denunciati
Anche in una farnacia bolognese medicine prodotte con parti di animali o piante esotici, utilizzate nella medicina ayurvedica
Gli ignari pazienti non sapevano che la pomate per spegnere l'infiammazione muscolare contenevano cistifellea di orso. Che l'impotenza era combattuta anche grazie a un ingrediente speciale: cavallucci marini essicati. Che la lotta al fumo creava paradossalmente un danno irreparabile all'ecosistema: le sigarette per smettere di fumare erano confezionate con una pianta rarissima che cresce solo sull'Himalaya.
Erano questi i preziosi ingredienti di quindici chili di medicinali (370 confezioni) sequestrati dal corpo forestale dell'Emilia-Romagna nell'operazione "Tram", in collaborazione con l'agenzia delle dogane e su mandato dell'Interpol. Quasi centocinquanta controlli dal Capodanno cinese (14 febbraio) al 9 marzo; la Forestale ha scoperto così cerotti alle ossa di leopardo, afrodisiaci a base di corno di rinoceronte, sciroppo di cervo muschiato per la cervicale. I prodotti erano usati soprattutto nella medicina ayurvedica e vietnamita. Per aver violato la convenzione di Washington sul commercio internazionale di animali e piante a rischio di estinzione, sette titolari di farmacie ed erboristerie in regione (una a Bologna, tre in provincia di Ravenna, due a Forli'-Cesena, e una a Rimini) sono stati denunciati. Ventuno, inoltre, le sanzioni amministrative, quasi tutte a cinesi scoperti all'aeroporto Marconi, mentre importavano le medicine.
ANSA
19 MARZO 2010
Animali: medicine con parti specie esotiche,7 denunce in E-R Da pomate con cistifellea d'orso a cavallucci marini afrodisiaci
BOLOGNA - Pomate a base di cistifellea di orso contro le infiammazioni muscolari, cavallucci marini essiccati per combattere l'impotenza, estratti con piante rare. Animalieanimali 19 MARZO 2010
LEGA E PDL CHIEDONO CACCIA AD AGOSTO!
“Con gli emendamenti presentati alla Camera dei Deputati da alcuni deputati di Lega e PDL è finalmente esplicito quello che abbiamo denunciato da tempo: dietro ai reiterati tentativi di modificare la legge 157/92, attraverso la legge Comunitaria 2009, non c’è alcuna intenzione di rispondere alle procedure di infrazione europee ma solo il tentativo di allungare la stagione di caccia, lanciando messaggi strumentali utili alla campagna elettorale tra i cacciatori”. Lo affermano le associazioni Amici della Terra, Animalisti italiani, Associazione Vittime della caccia, ENPA, LAC, LAV, Legambiente, LIPU, No alla caccia, VAS, WWF Italia a proposito di due emendamenti, primi firmatari Pini (Lega) e Biava e Rossi (PDL) che prevedono l’estensione della stagione di caccia ai mesi di agosto e febbraio. “Cade definitivamente la maschera che nascondeva il vero motivo dei reiterati blitz di cui è stata oggetto in questi mesi la legge Comunitaria 2009 e che, per fortuna, sono stati finora respinti dal voto bipartisan della Camera dei Deputati. Nessun sincero proposito di rispondere alle procedure di infrazione, che chiedono la riduzione della caccia sotto il profilo delle deroghe e dei periodi di riproduzione e migrazione degli uccelli selvatici, ma solo il gioco scorretto di chi, non riuscendo a cambiare la legge nazionale dalla “porta” del testo Orsi, ci prova dalla “finestra” della legge Comunitaria. E’ allora opportuno ricordare che per il regolamento della legge Comunitaria alla Camera dei Deputati, come rimarcato dal Presidente della Commissione Agricoltura on. Paolo Russo, “sono inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi recanti modifiche di discipline vigenti per le quali non si presentino profili di incompatibilità con la normativa comunitaria”. E’ esattamente il caso degli emendamenti che propongono l’allungamento della stagione venatoria ed è il caso dell’articolo 43, approvato al Senato, che ha cancellato i limiti massimi 1 settembre – 31 gennaio per la stagione venatoria. Persevera quindi l’azione di mera propaganda filovenatoria da parte di gruppi di parlamentari, che stanno agendo sulla pelle degli animali e a discapito dell’Italia e degli italiani, considerato che alla ormai scontata condanna che presto giungerà dalla Corte di Giustizia Europea, per troppa e cattiva caccia, potrebbe aggiungersene subito un’altra, per violazione dell’articolo 228 del Trattato europeo, con multe e altre pesanti sanzioni economiche. La Camera dei Deputati e il Governo hanno dunque il dovere di bloccare questo vergognoso e dannoso tentativo, modificando l’articolo 43 della legge Comunitaria, a partire dal reinserimento dei limiti 1 settembre – 31 gennaio per la stagione di caccia, ovvero sopprimendo l’articolo, per predisporre, al riparo da blitz e trucchetti vari, l’adeguamento italiano alle richieste europee in tema di tutela della fauna.”
CORRIERE DELLE ALPI
19 MARZO 2010
Dino ha fame, ma non dà problemi
Anna Minazzato
SOVRAMONTE (BL). Prima regola, se si incontra l’orso, non scappare. Seconda regola, tenere gli animali al riparo dalle grinfie del ghiottone. Ma c’è anche una consolazione: se Dino è in giro, è il segno che l’ambiente è sano. Perché l’orso è un intenditore. Consigli utili e attesi dai cittadini - quelli giunti dall’incontro informativo di mercoledì sera in un casel di Salzen affollatissimo - visto che l’orso negli ultimi giorni è ricomparso e si è fatto notare. A Salzen, per esempio, dove ha danneggiato delle arnie e non ha risparmiato le api. Non mancavano gli spunti di discussione, insomma, al dibattito promosso dal comune sul tema “L’orso bruno ritorna sulle Alpi. La convivenza è possibile?”. E in tanti hanno manifestato preoccupazione alla polizia provinciale, presente con due suoi uomini. Presenti anche Carlo Citterio, veterinario dell’istituto zooprofilattico e l’assessore comunale allo sport De Bortoli. Losso ha spiegato che l’ esemplare di orso in questione, un giovane maschio sui 120 chilogrammi, giunto da noi passando per il Friuli, proviene dalla Slovenia. Lo si è potuto identificare dall’analisi genetica. L’anno scorso il percorso del mammifero ha interessato diversi luoghi della provincia. Era stato avvistato sul Monte Avena, poi ha scelto la Valle di Seren e Zorzoi. A luglio si era spostato a Cesio, dove non aveva fatto danni, e in seguito lo si era visto nell’Agordino, dove aveva preso delle pecore. Infine era stato catturato il 19 ottobre, giorno in cui gli è stato messo il radiocollare. A novembre l’orso era a Sovramonte, in zone impervie. Stanziatosi a Salzen, dietro il bosco di faggi, si cibava di faggiole, e di rifiuti organici, quelli dei composter. Dopo il letargo, passato in Trentino, si è svegliato a fine febbraio. A Salzen, spinto dalla fame, ha predato diversi animali. Gli ultimi dati registrati dal sistema gps, con il radiocollare, lo monitoravano nell’alta Valle di Lamen. La presenza dell’orso è un «fattore positivo», ha spiegato Sonia Calderola dell’ufficio Unità di progetto caccia e pesca della Regione, in quanto indica che la qualità ambientale è buona. Tuttavia Calderola non nega che ci siano problematiche connesse alla sua presenza, soprattutto quando è così vicino alle case. L’informazione è importante: conoscendo quali sono i comportamenti da assumere, si riescono a scongiurare «situazioni di conflitto con la popolazione», avendo a mente che la sicurezza delle persone è prioritaria rispetto alla salvezza di un animale, anche se protetto. La precauzione principale, per difendere gli animali, nei casi di «orsi problematici», è quella di rinchiuderli o meglio ancora «ricoverarli in stalla». L’orso, in questo modo, perde interesse e si dirige verso bacche e animali selvatici. Per gli animali da pascolo la Regione, valutato il grado di pericolosità dell’orso, mette a disposizione in comodato gratuito recinzioni elettrificate. Una doppia recinzione, con il filo esterno a doppio voltaggio è stata mostrata come esempio. Un’altra soluzione, in tempi lunghi, sarà quella di adoperare cani da guardia come il maremmano abruzzese. Al momento, però, il comportamento dell’orso, è considerato «tollerabile» e dunque non tale da richiede un intervento.
LA ZAMPA.IT
19 MARZO 2010
Noddy, il cavallo più alto del mondo: 2,05 m
Si chiama Luscombe Nodram, soprannominato "Noddy", il cavallo più alto del mondo. Questo equino, di un razza Shire, ha sette anni ed è altro 2,05 metri e pesa 1,5 tonnellate, ben tre volte in più rispetto a un normale purosangue.
FOTO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=25054&tipo=FOTOGALLERY
Animalieanimali 19 MARZO 2010
SCANDALO TONNO ROSSO: CITES NON VIETA
A Doha, alla 15esima Conferenza delle Parti della CITES (la Convenzione Internazionale sul Commercio delle Specie in Pericolo), la discussione lungamente attesa della proposta di proibire il commercio internazionale del tonno rosso è stata rapidamente liquidata. Su 129 Paesi, 72 hanno votato contro la proibizione del commercio, 43 hanno votato a favore e 14 si sono astenuti. “Non sono serviti a nulla né i riscontri scientifici né il crescente supporto politico alla proposta di messa al bando registrato nei mesi passati, e non è servito neppure il sostegno dei Paesi che detengono le maggiori quote di pescato su entrambe le coste dell’Atlantico (Europa e Stati Uniti) – dichiarano le Associazioni WWF, Greenpeace, Lav, Legambiente e Marevivo – E’ scandaloso che i Governi non abbiano avuto nemmeno la possibilità di avviare un dibattito degno di tale nome sulla proposta di proibire il commercio internazionale di tonno rosso.”
MESSAGGERO VENETO PORDENONE
19 MARZO 2010
Animali, un telefono anti-soprusi
Nasce il telefono amico dei portinai, un nuovo servizio promosso dall’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) con l’obiettivo di denunciare i soprusi di cui sono spesso vittime gli animali che vivono in condominio. Grazie a questo nuovo servizio i portinai degli stabili di tutta Italia, ogni giorno, dal lunedì al venerdì, potranno denunciare, anche in forma anonima, non solo gli eventuali reati commessi ai danni degli animali che vivono all'interno dei condominio ma anche effettuare segnalazioni di vario genere. Il telefono amico, che risponde al numero 392-655205, fornirà anche informazioni in merito al comportamento da tenere in caso di contenziosi relativi all'utilizzo degli spazi comuni. «L'idea di coinvolgere i portinai nella tutela degli animali che vivono negli appartamenti - spiega Lorenzo Croce, presidente nazionale Aidaa - ci è venuta proprio in seguito alle decine di richieste e segnalazioni quando si verificano liti tra condomini. Per informazioni consultare il sito www.aidaa.net.
ADN KRONOS 19 MARZO 2010
Da 10 anni insegna anche ai cani La strana storia di Pisco, l'alpaca peruviana che cavalca le onde Roma - (Ign) - Domingo Pianezzi ha avuto l'idea durante un viaggio in Australia dove, racconta, "in una gara ho visto gente praticare il surf con canguri e koala''. La coppia si allena sulla spiaggia di San Bartolo nell'Oceano Pacifico
Roma - Una volta dire a qualcuno, meglio se sotto i 10 anni, 'guarda c'è un asino che vola' era sinonimo di presa in giro. Dire oggi 'guarda c'è un alpaca che fa surf' anche a qualcuno sopra i 10 anni potrebbe non essere così lontano dalla realtà. In Perù, infatti, un surfista ha voluto insegnare al suo alpaca domestico (animale un po' cammello, un po' lama) a cavalcare le onde. Secondo quanto riporta la 'msnbc.com', l'uomo che sta tentando 'l'impresa' si chiama Domingo Pianezzi e insegna a fare surf. Attività che da 10 anni dedica anche ai... cani. L'idea dell'alpaca gli è venuta durante un viaggio in Australia dove, racconta, "in una gara ho visto gente praticare il surf con i canguri e koala". 'Perché non fare lo stesso con un animale che rappresenti il mio Paese?' si sarà chiesto Pianezzi; che ha così deciso si allenarsi con il suo alpaca 'Pisco' sulla spiaggia di San Bartolo nell'Oceano Pacifico.
VIDEO http://www.adnkronos.com/IGN/Mediacenter/Video_News/La-strana-storia-di-Pisco-lalpaca-peruviana-che-cavalca-le-onde-VIDEO_143759075.html IL TEMPO 19 MARZO 2010
A Casacalenda, domenica 21, appuntamento all'oasi con «Spring alive» La Lipu attende il «rientro» degli uccelli migratori CASACALENDA «Armati» di binocoli e cannocchiali, gli appassionati del mondo della natura attenderanno domenica 21 il «rientro» dei migratori che hanno da poco svernato nei paesi caldi.
Casacalenda (CB) - La primavera ormai alle porte è annunciata dal ritorno di rondini, rondoni, cuculi e cicogne, atteso in 40 paesi del mondo grazie al progetto «Spring Alive». Un evento dedicato alla migrazione di BirdLife International per coinvolgere giovani e adulti nella conoscenza e nel rispetto delle specie animali che popolano il pianeta. In Molise l'appuntamento si svolgerà presso l'Oasi Lipu di Casacalenda dalle ore 10. Le specie osservate verranno poi inserite nel sito web a loro dedicato, per avere una lista degli uccelli presenti nell'area. Una ricerca importante poichè il 40% delle specie migratrici a lunga distanza è in declino e dunque monitorare la situazione è rilevante per tenere sotto controllo l'evoluzione del fenomeno. La Lipu-BirdLife Italia organizza «Spring Alive» in 10 tra Oasi e Riserve che gestisce sul territorio nazionale: bisognerà individuare le quattro specie «sentinella», tra le più conosciute al grande pubblico, ossia rondini, rondoni, cuculi e cicogne, che diranno se la primavera è già arrivata. Fino al 21 giugno ci sarà tempo per segnalare gli avvistamenti di queste specie su www.springalive.net, il sito ufficiale del progetto: le mappe animate che verranno tracciate online segnaleranno tra l'altro l'andamento delle stagioni attraverso la migrazione degli uccelli.
MESSAGGERO VENETO PORDENONE
19 MARZO 2010
Raffica di incidenti stradali: investiti due ciclisti e un cervo
Provincia di Pordenone - Incidenti a raffica, nella mattinata di ieri. Il più grave è successo attorno alle 9.30 a Budoia, sul tratto di provinciale tra Polcenigo e Aviano. Le cause sono in corso di accertamento da parte della Polstrada di Pordenone, intervenuta sul posto assieme a un’ambulanza del 118 e all’elisoccorso. Di certo si sa che la Fiat Punto condotta da S.V., 31 anni, del posto, ha investito due biciclette da corsa che viaggiavano nella sua stessa direzione. In sella vi si trovavano A.M., 64 anni, dell’hinterland pordenonese, e C.L., 55 anni, di Sarmede (Treviso). Il primo, finito sopra l’auto, è stato elitrasportato a titolo precauzionale all’ospedale di Udine; il secondo, piombato nel fosso a lato della strada, è stato portato in ambulanza nel nosocomio di Pordenone. Entrambi hanno riportato un pesante trauma al torace, ma non corrono pericolo di vita. Il secondo incidente si è verificato una decina di minuti prima delle 8 a Caneva in via Longone, strada comunale che collega Sarone a Polcenigo. Una sessantunenne del posto, F.P. le sue iniziali, era al volante della propria Citroen C3 quando un cervo è sbucato dalla boscaglia, tagliandole la strada. L’impatto è stato inevitabile e l’animale, una femmina di un centinaio di chili, è rimasto ferito a morte. Incolume, anche se piuttosto scossa, la conducente. Sul posto, oltre alla Polstrada di POrdenone, anche personale ittico-venatorio, che ha rimosso la carcassa. Solo danni ai veicoli, quindi, nello scontro avvenuto tra due auto in località Ponte Meduna. Successo verso le 12, è stato rilevato dai carabinieri. Ancora solo danni, infine, in conseguenza di un incidente tra due mezzi pesanti verificatosi alle 17.30 a San Vito al Tagliamento in zona industriale.
TG COM 19 MARZO 2010
Storione in estizione,caviale addio Complice la caduta del muro
Giuditta Mosca
Lo storione popola i fiumi e i mari da quasi 200milioni di anni e, stando agli esperti, si sta estinguendo. L'esplosione della richiesta di caviale, moltiplicatasi dopo la caduta del comunismo, ha rapidamente ridotto le scorte e incentivato l'attività dei pescatori di frodo, il cui risultato è nefasto. Un business dal fatturato miliardario difficilmente controllabile. Lo storione è diffuso in tutta Europa, Italia compresa e, anche da noi, comincia a scarseggiare. In alcune zone dello Stivale è già dichiarato estinto, ad esempio in Sicilia dove, fino alla metà del secolo scorso si trovava anche nel fiume Oreto. Popolava anche il Po, prima che gli sbarramenti ne impedissero la risalita. TRENTINO 18 MARZO 2010
In tribunale la «guerra dei cani»
Luca Marsilli
ROVERETO (TN). Querelata per diffamazione Federica Bortolotti, che su un sito internet aveva avuto duri giudizi sull’Eppaa e la sua gestione del «vecchio» canile. E ricorso al Tar contro l’assegnazione alla stessa Bortolotti del nuovo canile comunale. Dopo le polemiche, le carte bollate. La diffamazione secondo l’Eppaa sarebbe consistita nel attribuire all’ente la volontà di fare cassa sulla pelle degli animali. Tenuti in condizioni poco umane nel canile, costruito in 21 anni dai volontari, quando si troverebbero molto meglio nella struttura appena consegnatale dal Comune. E’ una coda della querelle tra gli animalisti, il comune e la stessa Bortolotti per la gestione degli animali che al 31 dicembre scorso si trovavano ancora nel canile in zona Ai Fiori. Per il Comune tutti animali che sarebbero dovuti passare nella struttura alla Mira, ma per l’Eppaa no: verificata la documentazione, solo un cane era «roveretano». Gli altri arrivano da altri comuni e l’Eppaa se li è tenuti. Col paradosso di avere una struttura capace di almeno 100 animali e tarata (spese, strutture) su quelle dimensioni, quasi vuota. Una guerra figlia delle polemiche sull’assegnazione del canile, e qui si entra nella materia del ricorso al Tar. La prima gara era andata deserta. Invitate erano 5 associazioni/società potenzialmente interessate alla gestione. Ma nessuna aveva presentato offerte: la base di asta era stata ritenuta da tutti insufficiente per coprire le spese. Il comune a quel punto aveva sentito tutti i soggetti del settore, e poi aveva proceduto per assegnazione diretta. Cosa possibile se si aggiudica il servizio «alle stesse condizioni» della gara di appalto andata deserta. L’Eppaa eccepisce ora che non è stato così. Nel senso che il bando d’appalto prevedeva un contributo fisso di 15.000 euro all’anno più 3,5 euro al giorno per ogni cane ospitato. E chiedeva fossero garantiti 3 dipendenti: costo stimato più di 80.000 euro. Da qui il calcolo di insostenibilità fatto da tutti gli invitati alla gara. Nell’assegnazione diretta invece il comune si è impegnato a coprire ogni spesa per utenze (acqua, elettricità e gas) e asporto rifiuti: somma presumibilmente superiore a quei 15.000 euro e comunque non determinata. Quindi condizioni diverse da quelle dell’appalto e costo per l’ente pubblico non quantificato: entrambe violazioni, secondo l’Eppaa, che rendono irregolare l’assegnazione.
CORRIERE DELLE ALPI
19 MARZO 2010
Non siamo quelli del canile-lager
Alessia Forzin
MEL (BL). Danneggiati dagli errori altrui. L’allevamento di cani “Sacro Fiume” di Mel da qualche tempo si trova in una situazione assurda: viene spesso confuso con il “canile lager” di Cordellon, sequestrato lo scorso dicembre, dove erano letteralmente detenuti 23 animali. Ma l’allevamento di Maria Cristina Filippin e famiglia non ha niente a che vedere con quello della fantomatica azienda agricola “Eremo dello sciamano”. Basta farsi un giro sul sito internet ( www.sacrofiume.com ) per rendersene conto: cani bellissimi, in ottima forma, dagli sguardi felici e dal pelo lucido osservano il visitatore curioso con fierezza, mostrando tutta la cura e l’affetto che i loro allevatori dedicano quotidianamente al loro benessere. Esattamente il contrario di quanto succedeva a Cordellon, dove le povere bestiole erano tenute in gabbie all’aperto, senza nemmeno le ciotole dell’acqua. «I miei cani hanno a disposizione 25 mila metri quadrati di spazio», spiega Maria Cristina Filippin, «praticamente 1000 mq a testa (l’allevamento ha attualmente 28 cani)». I bovari del Bernese del “Sacro Fiume” vivono come piccoli principi, e sono considerati a tutti gli effetti «parte integrante della famiglia», continua la Filippin, «ognuno con le proprie caratteristiche, con le proprie manie, con le giuste diversità che fanno sì che ognuno sia unico». Come è possibile mettere a paragone un allevamento di questo tipo con il canile lager, dove mancava perfino l’acqua e i cani venivano costretti a vivere tra i loro stessi escrementi, in pochi metri, senza essere mai puliti, tanto che un golden retriwer era a tal punto infestato dalle pulci che per portarlo via dalla sua gabbia è stato avvolto in un lenzuolo? Sembra un paradosso, eppure succede. L’ultimo episodio domenica scorsa: al “Sacro Fiume” si presenta un cliente dal Piemonte, e comunica alla signora Filippin che, chiedendo informazioni sulla strada per raggiungere l’allevamento, le è stato risposto di fare marcia indietro e non recarsi là, perchè «sono dei delinquenti». Un errore madornale, forse dovuto alla confusione, «perchè né la mia famiglia né l’altra è originaria di Mel; e forse la gente ha pensato che fossimo gli stessi», spiega amareggiata la Filippin. Ma è un errore pesante, che rischia di creare parecchi problemi. Dal punto di vista economico, perchè «domenica quel cliente è venuto ugualmente; ma chissà quanti ne ho persi in questo modo», racconta la signora; ma anche dal punto di vista personale, perchè essere identificati con chi ha violato la legge non è un bell’affare. «Vorrei solo che la gente capisse che non siamo le stesse persone del canile sequestrato», conclude la Filippin, «noi alleviamo i Bernesi, non li importiamo, abbiamo tutte le autorizzazioni Usl e comunali per esercitare la professione. Siamo solo vicini (2 km in linea d’aria) all’altro». Una vicinanza solo geografica, perchè questi Bernesi sono felici; non si può non notarlo dalle fotografie. Sperando che nessuno faccia più confusione.
IL GAZZETTINO DI UDINE 19 MARZO 2010
SAURIS Garanzia non totale: i 2 cani idrofobi avevano avuto la profilassi Rabbia, appello dei veterinari Essenziale vaccinare gli animali: «Il contagio ha assunto numeri inattesi»
SAURIS (UD) - «Proprietari di cani e gatti, vaccinate quanto prima i vostri animali perché la diffusione della rabbia è preoccupante». L’accorato appello arriva dal vicepresidente dell'Ordine dei medici veterinari di Udine Stefano Brisinello, dopo il crescente numero di casi di trasmissione della malattia, ultimi gli episodi dell'asino in Veneto, del gatto a Fiume Veneto e del cane a Sauris. «Il rischio di sottovalutare il fenomeno c'è – spiega il veterinario dell’Asl n.4 del Medio Friuli - si deve tenere alta la guardia sia da parte nostra sia da parte dei proprietari». Si era fatta l'abitudine ai 2-3 casi l'anno di positività alla rabbia riscontrata nelle volpi, ma di certo non si immaginava che il contagio si sarebbe esteso agli altri animali con queste modalità. «Speravamo che il contagio si limitasse a pochi casi – continua Brisinello – e invece ha assunto numeri inaspettati».La rabbia era scomparsa dal 1998 in Friuli Venezia Giulia ed è ricomparsa nel 2008. Alla luce degli ultimi casi di positività, Brisinello e il presidente dell'Ordine dei medici veterinari, Renato Del Savio, formulano un nuovo appello alla popolazione: «Provvedete subito alla vaccinazione di cani e gatti». Eppure sia nel caso di Sauris, sia in quello di Osoppo del giugno 2009, i cani infetti erano stati vaccinati dai rispettivi padroni. Che qualcosa non funzioni? «Purtroppo non esiste un vaccino antirabico che copra al 100% l’animale, possono sorgere in casi limite delle nuove varianti virali che il farmaco non riesce a coprire – spiega Brisinello – , resta comunque indubbio che la vaccinazione degli animali domestici è l’unica strada da perseguire per limitare al minino la propagazione e combattere la malattia».Al momento però le domande sono poche; il consiglio è a rivolgersi ai Comuni di residenza altrimenti il proprietario rischia una sanzione che parte da 258 euro.
MESSAGGERO VENETO UDINE
19 MARZO 2010
Rabbia, in Carnia quattro casi in tre mesi L Ass 3: al via il terzo round di vaccinazioni
TOLMEZZO (UD). Sei casi di rabbia nella montagna friulana dall’inizio dell’anno. L’epidemia dunque sembra “camminare” ancora, nonostante gli sforzi delle autorità sanitarie impegnate da oltre un anno ad una dura guerra contro il morbo, anche in Alto Friuli, zona Carnia. Nonostante però la recente aggressione a una donna da parte di un cane nella valle del Lumiei c’è ottimismo per un prossimo rientro dell’emergenza. I numeri diffusi dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, infatti, parlano chiaro: dei sei casi registrati in quasi tre mesi in regione, quattro interessano la Carnia e in particolare Forni di Sopra, Raveo e Sauris, con il ritrovamento di tre volpi morte per la rabbia e l’abbattimento, all’inizio del mese a Sauris di Sotto, del cane che aveva morso una donna. Se nell’estate scorsa l’epidemia pareva essere arrivata a lambire la Bassa Friulana, costringendo la Regione a una massiccia campagna di vaccinazione, ora il “fulcro” della diffusione pare essere in montagna carnica (mentre il virus un anno fa si era diffuso da Valcanale e Canal del ferro), proprio alla vigilia della primavera, periodo critico per eccellenza per la diffusione del virus, ma anche la Destra Tagliamento con i due casi registrati a Fiume Veneto e Travesio, con un gatto e una volpe trovati infetti dal morbo. E c’è di più, sempre l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha registrato ben 98 casi in Veneto, molti dei quali segnalati in Cadore, a ridosso quindi sia della Carnia sia della Valcellina. Il morbo, quindi, portato dalle volpi nei mesi scorsi dalla Slovenia non ha solo “camminato”, ma ha addirittura “corso” facendo, come spiega il direttore del dipartimento di prevenzione dell’Ass3 Alto Friuli, ben più dei 25-30 km all’anno previsti dalla letteratura scientifica. Si potrebbe quasi dire: Slovenia, Friuli, Veneto e ora ritorno. «La Carnia era circondata - continua Pischiutti - era inevitabile che la rabbia coinvolgesse questa regione, la situazione va tenuta sotto controllo, ma il pericolo è destinato a rientrare prima dell’estate grazie alla nuova massiccia campagna di vaccinazione, che nei prossimi mesi interesserà non solo gli animali domestici, bensì tutti quelli da allevamento compresi i capi destinati a passare l’estate al pascolo». «Per quanto riguarda l’uomo - spiega ancora il dirigente dell’Ass3 - la raccomandazione è quella di segnalare la presenza di volpi o altri animali morti come cervi e tassi alle Guardie venatorie provinciali o anche all’Ass3». Ovvio poi che non bisogna venire a contatto con le volpi ed evitare che i cani a passeggio possano entrare a contatto con animali infetti, ma anche con i “vaccini esca” destinati proprio alle volpi. I prossimi, come si diceva, saranno mesi chiave: le volpi infatti in questo periodo hanno i cuccioli e la campagna di vaccinazione, che ora verrà effettuata dal cielo con l’ausilio di elicotteri, dovrebbe far rientrare l’emergenza. Gli animali infetti sono destinati a morire e il vaccino, con la task-force messa in piedi dall’Ass3 anche grazie ad accordi con professionisti esterni, dovrebbe tagliare le gambe a un morbo tornato d’attualità da un paio d’anni dopo che per molti anni sembrava soltanto un lontano ricordo.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
19 MARZO 2010
Arriva la salsiccia «light» inventata dall’Università
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Massimo Levantaci
FOGGIA - La salsiccia senza grassi dell’università di Foggia ha trovato un cliente. Giangiuseppe Gramegna, responsabile commerciale delle Fattorie Chiarappa (gruppo Marte-Anselmi) ha comprato ieri per 16.500 (più Iva) il brevetto depositato il 14 gennaio 2008 dall’ateneo dauno, al termine di un progetto di ricerca coordinato dal centro interdipartimentale Bioagromed e diretto dal professor Alessandro Del Nobile. Ieri con una simbolica cerimonia in rettorato è stata formalizzata la cessione. La salsiccia senza grassi (vedi la foto in alto) è simile nell’aspetto anche (dicono) nei contenuti a quella comune, ma ha una particolarità: sostituisce il grasso animale con olio extravergine. Dunque dovrebbe costare un po’ di più di quella comunemente in commercio anche se il prezzo non è stato ancora stabilito. Ma questo, dice Gramegna, non è dovrebbe essere un problema. «Ci rivolgeremo alla grande distribuzione organizzata, privilegiando inizialmente i supermercati poi via via gli ipermercati. Queste catene, lo so per esperienza, rivolgono molta attenzione al consumatore moderno che richiede cibi nutrienti, genuini, ma con limitato contenuto di grassi». Gramegna precisa pure che la salsiccia «made in Foggia» non è un prodotto dietetico, «ma salutistico». «Verrà presentata sul mercato con il marchio “Gusto snello” così come pensiamo a operazioni di co-brand con marchi di produzione di olio extravergine (possibilmente pugliese: ndr) in modo da costituire una forma di partnership sui mercati in cui il prodotto verrà proposto». La prima uscita sarà comunque a brevissimo: l’università vuole presentare il salume «light» all’Euro&Med food in programma a Foggia dal 25 al 28 marzo, poi al Cibus di Parma. Tra tante produzioni tipiche la salsiccia senza grassi sarà probilmente la novità di punta del salone agroalimentare pugliese. L’università si lancia così ufficialmente nella ricerca che fa mercato: «E’ un primo risultato del nostro impegno sulla ricerca avanzata - spiega il rettore Giuliano Volpe - ci auguriamo che altre firme come quella di stamane (ieri: ndr) seguiranno. L’università ha ceduto a titolo oneroso il brevetto, ma si è riservata il diritto di intascare l’1% di royalties dai proventi della vendita». L’appello del rettore è rivolto soprattutto alle imprese: «Tocca a loro stimolare le competenze e le conoscenze dei nostri ricercatori, abbiamo istituito uno sportello in via Gramsci proprio per favorire il punto di contatto fra l’università e l’imprenditoria locale». Un’intesa di cui lo stesso Gramegna, foggiano di Lucera, dice di essere orgoglioso: «Ho voluto fermamente che l’università non si limitasse a cedere il brevetto, ma continuasse a partecipare a questa operazione con tutta la sua immagine: il nome dell’ateneo dauno comparirà sulle confezioni che vedremo nei supermercati». Il manager foggiano, reduce da otto anni trascorsi in Arena, ha coltivato un’esperienza nel campo e contatti molto ravvicinati con due tra i maggiori player della grande distribuzione come Metro e Auchan. «Andremo anche nelle salumerie specializzate - sottolinea - la nostra è una scommessa che proveremo a vincere puntando le nostre carte sui modelli di marketing e comunicazione più avanzati».
MARKET PRESS 19 MARZO 2010
CAVOUR (TO): SETTIMANA DELLA CARNE – 10/18 APRILE 2010
Cavour (TO) - La carne di bovino di razza piemontese, protagonista a Cavour nella cucina tradizionale ed in quelle del mondo. Con questa nuova edizione, la numero undici, “La Settimana della Carne”, in programma dal 10 al 18 aprile 2010 a Cavour (To) si arricchisce di nuovi spunti e proposte, mantenendo fermo l´obiettivo di valorizzare il territorio di Cavour attraverso un suo prodotto d´eccellenza: il bovino di razza piemontese. Internazionalizzazione e coincolgimento della filiera produttiva, saranno le parole d´ordine... Protagonista l’intera filiera, dall’allevatore al ristoratore…. Uno slogan che si tradurrà operativamente in una fattiva collaborazione tra i migliori allevatori, macellai e ristoratori locali, che lavoreranno insieme per l´organizzazione di pranzi e cene con menù a tema nei vari ristoranti, ma anche nell´allestimento di stand e padiglioni gastronomici, nella conduzione delle Officine Gastronomiche, accattivanti talk food che permetteranno al pubblico di degustare e scoprire tagli, pregi ed i mille utilizzi di questo meraviglioso prodotto: il filetto, ma anche le trippe e le parti meno pregiate, per contrastare un dato di mercato preoccupante: oggi sui banchi delle macellerie si vende solo il 30% delle carni di un animale! Una razza per tutte le razze... La seconda ed importante novità è rappresentata della Tettoia del Gusto, a lato di piazza Sforzini dove nel week end del 10-11 aprile verranno allestiti alcuni stand gastronomici che permetteranno di scoprire i sapori del bovino di razza piemontese cucinato secondo ricette nostrane piemontesi: dal bollito misto alle lingue in salsa e di altre tradizioni: dallo spiedone rotante di döner kebab artigianale (Turchia), al couscous e tajine del Marocco proposto dal miglior ristorante maghrebino di Torino, passando dall´asado alla parrilla argentino, grigliato a dovere dall´associazione Argentino-italiana del Piemonte (costituita dai piemontesi emigrati in Argentina!), fino al panino al lampredotto del miglior trippaio fiorentino. Con queste novità e con le molte altre attrattive in programma la manifestazione intende offrire alle migliaia di visitatori che accorreranno da tutta la Regione una piacevole opportunità d´incontro e confronto con le altre culture, per conciliare il piacere della carne, con il gusto di conoscersi! Per i gourmet non ci sarà che l’imbarazzo della scelta. Domenica 11, dopo il gustoso e ricco anteprima del sabato sera, sarà il giorno dell’inaugurazione ufficiale della rassegna, con la mostra zootecnica dedicata alla razza Piemontese, le visite in azienda, la Gusta Cavour un gastro-walking tour sui sentieri della Rocca ed il local food market di prodotti alimentari tipici del territorio. Il tutto verrà condito da spettacoli di musica in piazza. Cavour città gastronomica. Il ruolo di “Cavour città gastronomica” torna dunque alla ribalta. 5500 abitanti, caratterizzata dal profilo unico della sua Rocca (una montagna in miniatura che si eleva per 200 metri nel mare della pianura Pinerolese), Cavour è il comune della provincia con il maggior numero di allevamenti di razza bovina Piemontese. Terra di uomini importanti come Camillo Benso e Giovanni Giolitti, ha fatto della gastronomia e dei prodotti del territorio la propria eccellenza. Promoter: Comune di Cavour. Event designer: Vittorio Castellani aka Chef Kumalé. Con il patrocinio di: Regione Piemonte, Provincia di Torino, Camera di Commercio Torino, Coldiretti Torino, Confagricoltura Torino & more.
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