18 NOVEMBRE  2009

IL PORTICO.IT
18 NOVEMBRE 2009
 
Cani avvelenati, le polpette della vergogna
Veleno per topi in polpettine lasciate in un piatto per strada: così sono stati avvelenati tre cani, uno dei quali è morto dopo una lunga agonia, di una 30enne residente a Passiano. La giovane lancia l’allarme e denuncia: «Non è la prima volta. Bisogna individuare i responsabili. Anche i bambini sono a rischio»…
 
 
Luciana Mancusi
 
Passiano (SA) - «C’è chi prova un gusto sadico ad uccidere i cani con bocconi avvelenati»: la denuncia ed al contempo il grido d'allarme provengono da Anna, una trentenne di Passiano, che ha visto soffrire atrocemente i suoi tre cani dopo aver ingoiato delle polpettine contenenti veleno per topi, lasciate in un piatto per strada nei pressi della sua abitazione.
Due dei suoi cani sono stati curati in tempo ed ora, per fortuna, stanno bene. Ma per il terzo, purtroppo, non c'è stato nulla da fare: non si è riusciti a strapparlo alla morte.
Ma ascoltiamo il crudo racconto della diretta interessata. Venerdì 13 novembre la giovane cavese ha notato un diffuso malore nei suoi cani. Uno, in particolare, tossiva fortemente e dalla bocca gli usciva della bava mista a sangue: «L’ho immediatamente condotto in una clinica veterinaria del posto, ma non c’è stato nulla da fare. Ho assistito alla sua lunga agonia, durata 5 ore. È stata un’esperienza atroce, che non auguro a nessuno. Sono sofferenze che nessuno, sano di mente, può sopportare di vedere».
Per il secondo cane, invece, si è reso necessario il trasporto in un’altra clinica veterinaria di Battipaglia, più attrezzata per il caso. Oggi, dopo le dovute cure, fortunatamente sta bene. Pericolo scampato pure per il terzo cane, sospettato anch’esso di avvelenamento.
Già due anni fa, purtroppo, Anna ha vissuto una simile triste esperienza e proprio per questo ha deciso di non tenerla più solo per sé. Sembra che qualcuno, nel suo vicinato, si diverta a disseminare polpette avvelenate per compiere del male ai danni degli animali, siano essi selvatici o domestici.
Pertanto, convinta che non si tratta di una semplice negligenza, ma di una vera e propria “cattiveria”, e quindi di un’emergenza che le istituzioni non possono più ignorare, la giovane lancia un appello alle autorità competenti affinché si provveda, una volta per tutte, ad avviare serie e mirate indagini per non permettere più il verificarsi di simili tristi eventi.
«Ho già provveduto a segnalare l’accaduto ai Carabinieri - conclude Anna - Mi auguro di cuore che questi personaggi vengano presto individuati ed adeguatamente puniti. Oltretutto, distribuire veleno per topi per le strade cittadine può essere molto pericoloso anche per i bambini, che spesso mettono in bocca qualsiasi cosa trovino per terra».

IL TIRRENO

18 NOVEMBRE 2009

 

Travolge apposta cane mascotte del paese

 

LATIGNANO (PI). Due occhi neri velati di tristezza e vecchiaia sul ciglio di una strada di campagna. Era un cucciolo quattordici anni fa, un tombolotto di dalmata tutto pancia, testa e tanta voglia di giocare, credere e amare.  Fu abbandonato alla Gronchia, località di Latignano, una frazione di Cascina, da un padrone che sparì nel nulla e allevato libero a pappe, ossa e avanzi dal cuore di tanti vicini. Una mascotte per gli abitanti di via dei Merli, spiega Nadia Scatena. Oggi quegli occhi sono solo un ricordo, cancellati dalla cattiveria umana. Pongo è stato ucciso nel peggiore dei modi, lui che abbaiava alle auto che passavano ma per far sapere che esisteva. Lui che era lì, sempre pronto alla carezza. Era diventato vecchio, sordo e quasi cieco ma per tutti era il Pongo, il Bob, il Dick che al rumore di una macchina lentamente ed un po’ zoppicando si spostava sul ciglio della strada. Ieri non è successo così. Un uomo malvagio, come raccontano alcuni abitanti della strada intenzionati a rivolgersi ai carabinieri per la denuncia, non ha avuto voglia di aspettare.  Gli è andato volontariamente addosso - di questo sono sicuri i testimoni dell’investimento - travolgendolo con l’auto. Ma non è stato un incidente. Come non bastasse l’automobilista ha fatto marcia indietro ed è passato di nuovo sopra a quel corpicino già martoriato e agonizzante. Poi se n’è andato come se niente fosse, spiega ancora Nadia Scatena che ha inviato al giornale una lettera.  Forse c’è una speranza di dare al più presto un nome al conducente dell’auto che si è allontanato. Probabilmente un testimone è riuscito ad annontarsi alcuni numeri della targa della macchina che ha ucciso il povero cane.


AGI

18 NOVEMBRE 2009

 

ANZIANA CADE, CANE DA' ALLARME E VIENE SALVATA

 

Sanremo (IM) - E' caduta in casa di notte, ma e' stata salvata soltanto questo pomeriggio, dopo che il suo cane ha lanciato l'allarme abbaiando a piu' non posso e richiamando cosi' l'attenzione dei vicini. Grazie al suo animale, una donna di 84 anni, abitante a Sanremo, e' stata cosi' salvata e portata in ospedale, dove i medici stanno valutando le sue condizioni. Sentendo il cane abbaiare con insistenza, alcuni vicini hanno provato a bussare alla porta, ma non ricevendo risposta da parte dell'anziana, hanno cosi' allertato il 118.Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno aperto la porta, trovando l'anziana distesa sul pavimento della camera da letto. Accanto a lei c'era pure il cane che questa volta abbaiava si', ma soddisfatto per l'arrivo dei soccorsi. I volontari della Croce rossa l'hanno poi stabilizzata e portata in ospedale. Le sue condizioni, per fortuna non sono gravi.


IL TIRRENO

18 NOVEMBRE 2009

 

Nuovi casi di cani avvelenati

 

Marcello Baggiani

 

MONTOPOLI VALDARNO (PI). La strage continua. Aumentano i cani da tartufo uccisi da polpette avvelenate, con ogni probabilità a base di stricnina, disseminate in qua e là nei boschi. La zona battuta dai “portatori di morte” non è affatto ben circoscritta e non si limita al territorio comunale di San Miniato. Negli ultimi giorni, nel “Candia”, a cavallo tra Montopoli e Palaia, è stato registrato l’ennesimo picco di avvelenamenti dolosi. Tre delle bestiole che si sono imbattute nei bocconi killer non hanno avuto scampo.  Testimone di questo autentico massacro è il dottor Nico Braccini, che svolge la propria attività all’ambulatorio della frazione di Capanne ed è un punto di riferimento per chi frequenta quella zona, ormai divenuta troppo pericolosa. È a lui che i padroni dei cani si rivolgono nelle situazioni di emergenza. In molti casi, però, quando si arriva nello studio del veterinario, purtroppo non c’è più niente da fare.  «Negli ultimi giorni - ci racconta il veterinario - mi sono trovato ad assistere a scene che chiunque voglia un minimo di bene o porti semplice rispetto per gli animali non vorrebbe mai vivere. Cani in preda a convulsioni simili ad attacchi epilettici, devastati da dolori lancinanti a causa dell’effetto del veleno. Molto probabilmente si tratta di stricnina».  Questo potente alcaloide molto tossico eccita in maniera esponenziale il sistema nervoso centrale, così da trasformare ogni stimolo in convulsione incontrollabile.  Continua il dottor Braccini: «Se il boccone è stato ingerito da poco, inizio subito un trattamento a base di Diazepan insieme agli antidoti necessari per stabilizzare le crisi. Il passo successivo è una lavanda gastrica, metodo terapeutico d’urgenza, che ha lo scopo di rimuovere in maniera efficace e completa il contenuto dello stomaco, impedendo ogni ulteriore assorbimento nell’organismo delle sostanze velenose.  Tutto per battere sul tempo l’ipossia, prima che la mancanza totale di ossigeno provochi il decesso».  Insetticidi organo-fosforici o clorurati non provocano particolari reazioni olfattive nell’odorato del cane, vigliaccamente raggirato dal comportamento vile di chi li nasconde in colli di pollo o nelle classiche salsicce. Bocconi irresistibili per le bestie ignare della sorte che li attende.  Sensibilizzare le coscienze di certi incivili dalla mentalità arcaica è difficile se non impossibile, ma, come ci conferma lo stesso dottor Braccini, il danno non si limita al singolo cane morto: «Volpi, tassi, cinghiali possono trovare i bocconi prima dell’arrivo del cane. Privi della minima assistenza son destinati a divenire cadaveri, dei quali a loro volta topi e cornacchie si cibano. La catena naturale è compromessa dal gesto incosciente di chi trae un cieco vantaggio nel provocarlo».


IL TIRRENO

18 NOVEMBRE 2009

 

La legge non scoraggia

 

MONTOPOLI (PI). Maggiori controlli in questi mesi di traffico anche notturno nelle zone più battute. È ciò che si auspica il signor Fiorenzo Carmignani: «Ho il sospetto che chi lascia i bocconi avvelenati giri di notte, dato che in questa zona gli ultimi avvelenamenti sono avvenuti solo di mattina. Gli orari concessi dalla legge vanno dalle 6,30 alle 17,30, ma son sicuro che anche durante il buio i cercatori senza scrupoli non si fermano. I miei sospetti vanno verso di loro, che oltre a non essere in regola con i tempi, pretendono che chi si comporta in maniera ligia non goda del pregiato tubero».  Esiste una legge, la numero 189 del 20 luglio 2004 contro il maltrattamento degli animali, che prevede una reclusione da tre a diciotto mesi per chi uccide con crudeltà e senza necessità. Dalla sua entrata in vigore non sembra però che il fenomeno si sia placato. Nel bene comune e nella libera ricerca del tartufo da parte di professionisti e non, bisogna auspicarsi che le regole di questo gioco a volte scorretto siano garantite sia da chi è proposto alla tutela del regolare svolgimento, sia da un miracoloso rinsavirsi dei colpevoli.


LA PROVINCIA DI SONDRIO

18 NOVEMBRE 2009

 

Muore nel bosco: lo veglia il suo cane

 

Provincia di Sondrio - Lo hanno trovato senza vita nei boschi dove era andato a far legna. A vegliarlo il suo cane, che non lo mollava mai neanche in vita.
A dare l’allarme al 118 per la scomparsa di Battista Fumagalli, 64 anni di Delebio, stati i parenti verso le 20.30 di lunedì, dopo che i volontari della protezione civile di Delebio ed alcuni familiari avevano già cominciato a cercarlo nei boschi sopra il paese dove andava praticamente tutti i giorni. Il pensionato, che aveva lavorato una vita alla Carcano, non ce la faceva proprio a stare lontano dai suoi boschi, dall’amata Val Lesina e lunedì, come faceva ogni giorno, è salito sulla sua jeep ed ha imboccato la strada per Canargo dove è stato colto da un malore che lo ha stroncato.
A trovarlo, purtroppo ormai privo di vita, è stato il figlio Giuseppe: «Abbiamo trovato la macchina - ha raccontato - poi la moto, poco distante c’era mio padre». Accanto alla motocicletta è rimasto il cane. Bloccato nell’attesa che qualcuno arrivasse ad aiutare il suo padrone. Quando i soccorritori sono giunti sul posto l’animale abbaiava per attirare l’attenzione su di sé.


Animalieanimali

18 NOVEMBRE 2009

 

CORPO FORESTALE SEQUESTRA TRE CAVALLI DESTINATI AL MERCATO NERO
Denunciato un isernino

 

Sequestrati tre cavalli destinati al mercato nero del beneventano.
L'operazione è stata condotta dagli uomini del Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato, in servizio presso i Comandi Stazione Riccia, San Giuliano del Sannio e Sepino. Nello svolgimento di servizi mirati al controllo del territorio, polizia veterinaria e antibracconaggio, in località «Guadocavalli» e «Piana d'Olmo» in agro di Sepino hanno dunque proceduto al sequestro amministrativo di 3 cavalli, non correttamente identificati, che stavano per essere immessi illegalmente sul mercato presumibilmente per la successiva vendita o macellazione. Il proprietario degli animali, proveniente dalla provincia di Isernia, S.U. di anni 36, diretto nella provincia di Benevento è stato fermato in prossimità della stazione ferroviaria di Sepino e a seguito dei controlli eseguiti sono stati accertati a suo carico una serie di violazioni che hanno comportato il relativo sequestro, sanzioni amministrative oltre che la segnalazione all'autorità competente. Gli stessi agenti nell'ambito di altri controlli hanno proceduto a segnalare all'Autorità Giudiziara competente 3 persone, autori dell'illecita pratica di uccellagione, tutti provenienti dal napoletano. Nell'ambito dell'attività sono stati sequestrati n.15 uccelli utilizzati come richiami vivi nonché quelli catturati unitamente alla strumentazione. Gli animali, bisognosi di cure, sono stati consegnati alla LIPU di Casacalenda per i successivi accertamenti medici e futuro rilascio nell'ambiente. Sono stati altresì effettuati controlli sulla corretta identificazione dei cani utilizzati per l'attività venatoria (iscrizione anagrafe canina) e controlli sulla caccia con elevazione di sanzioni amministrative per attività venatoria in ambititi territoriali non autorizzati.


TARGATO CN
18 NOVEMBRE 2009
 
Baldissero d'Alba (CN): 3 cavalli liberati dalle guardie ANPANA
 
 
Baldissero d'Alba (CN) - Dopo il sequestro dei 42 Bovini di un mese fa a Caraglio, ecco un altro sequestro espletato dalle Guardie Ecozoofile della Provincia di Cuneo. Questa volta si tratta di 3 cavalli liberati da una triste condizione, nella zona di Baldissero D'Alba. Tre anni di immobilità, completamente al buio, privi di ogni forma di ricambio d’aria, in piedi nel proprio sterco, questo è quello che gli equini hanno sofferto, legati a 50 centimetri di corda senza nemmeno la possibilità di sdraiarsi, lasciando ricurvare gli zoccoli in modo particolarmente doloroso. Grazie ad una segnalazione, fatta da un cittadino, questi animali detenuti al buio e resi quasi zoppi e ciechi, potranno finalmente vedere la luce e la libertà di movimento. Sarà duro il lavoro di riabilitazione, ma grazie alla estrema professionalità di Luca Casati, Responsabile Nazionale del Settore Tutela Equini ANPANA, questi cavalli potranno tornare a rivedere la libertà, anche se probabilmente i danni provocati ai tendini degli arti potrebbero essere permanenti.
Ora la battaglia da parte dell’ANPANA di Cuneo è cercare di far recuperare lo stato di salute di questi cavalli, per poi continuare sulla strada della protezione degli animali, vera, fatta di concretezza, e di soddisfazioni, perché guardare negli occhi un animale che ti ringrazia a suo modo, è una cosa stupenda ed impagabile. Dicono i volontari ANPANA: "Quando abbiamo aperto le porte entrando siamo rimasti sgomenti, proprio per la dignità di questi animali nel soffrire in silenzio, quasi ad aspettare il momento della morte, che porta sollievo da tutto questo dolore". Ora le Guardie Ecozoofile dell'ANPANA, grazie alla Procura Della Repubblica di Alba, porteranno gli animali in campi verdi arieggiati e con erba fresca e morbida.

AOSTA SERA

18 NOVEMBRE 2009

 

Sul web si leva la protesta per l'abbattimento dei mufloni della Val Veny

 

Nathalie Grange

 

Aosta - La decisione di abbattere una coppia di mufloni avvistata in Val Veny, comunicata dal Presidente Augusto Rollandin non è passata inosservata e sta sollevando una vivace protesta sul web. Diverse le mail giunte anche alla redazione di Aostasera.La decisione di abbattere una coppia di  mufloni avvistata in Val Veny, ai piedi del Monte Bianco, comunicata nei giorni scorsi dal Presidente Augusto Rollandin non è passata inosservata e sta sollevando una vivace protesta sul web.

Numerose le mail giunte anche alla redazione di Aostasera. "Vi scrivo dopo aver appreso la notizia che una coppia di mufloni rischia di essere abbattuta: ma invece di usare questo metodo barbaro e disumano perche' non vengono catturati e portati nel loro habitat... che colpa ne hanno queste povere bestie???" è il commento di Daniela Ciuti.

Adele Pasquariello di Milano la mette invece sull'ironia e scrive "Complimenti vivissimi per quelli che cercano sempre la soluzione più veloce senza mai pensare una sola volta agli animali a cui gli esseri umani hanno tolto ogni spazio".

Laura Alfieri propone, invece, metodi alternativi. "Credo che veterinari competenti siano perfettamente in grado di catturare questi animali e di riportarli nel loro habitat, dove cioè non arrecherebbero rischi alla fauna locale. Si riescono a catturare animali ben più feroci con siringhe di anestetici o con metodi sicuramente più civili e mi auguro che non sia questa la morte che attende questi animali!!

Da parte sua l'amministrazione regionale teme che l'insediamento dei mufloni, animali tipici delle isole mediterranee e con molta probabilità importati illegalmente in Valle d'Aosta, possa creare problemi all'equilibrio della fauna locale. Dopo aver tentato più volte la cattura, ma con esiti negativi, ha deciso l'abbattimento dei capi avvistati.

I rischi della presenza sul territorio di questo animali riguardano in modo particolare il tipo di brucamento "che tende a distruggere i pascoli di cui si nutre, creando notevoli danni agli allevamenti bovini e ovi-caprini, che si troverebbero privi del necessario sostentamento durante i mesi estivi", spiegano dalla Regione. Il "piano di controllo" è stato deciso dalla Giunta regionale della Valle d'Aosta, dopo il parere favorevole dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale di Ozzano nell'Emilia.


TG COM
18 NOVEMBRE 2009
 
2010, 12 mesi di morte on the road
Animali investiti, il business funziona
 
 
E' tempo di calendari. Ma quest'anno non ci saranno soltanto quelli, ormai classici e inflazionati, di paesaggi mozzafiato, teneri cuccioli e ragazze seminude. E' stato realizzato anche un calendario decisamente shock sulla strada assassina. La strada che uccide ogni giorno tanti e tanti animali. I cadaveri vengono messi in mostra sulle foto, mese dopo mese, in una triste processione di morte. Eppure l'opera è piaciuta: le vendite vanno benissimo.Si comincia con uno scoiattolo schiacciato in gennaio, si va avanti con un tasso morto che giace sul ciglio della strada in febbraio. Gli scatti si fanno un po' più bizzarri negli ultimi mesi dell'anno, con un pesce sul lato della via, mentre a dicembre si chiude con una foto "festiva" in cui si vede una carcassa difficilmente identificabile. A raccontare la grottesa opera è l'edizione di "Metro" online.Un'iniziativa che potrebbe sembrare di cattivo gusto, ma che intanto di sicuro si è rivelata un successo: l'autore, Kevin Beresford, ha già venduto centinaia di copie del calendario. "Le immagini sono scioccanti ma ho provato a disporle in una maniera 'artistica' e a fare di ciascuna il ritratto di una silenziosa, piccola tragedia" ha detto Beresford, raccontando che è stato il suo lavoro di tutti i giorni a suggerirgli l'idea. "Io faccio il corriere - dice - e viaggio molto. Così vedo molti di questi casi, che mi hanno fatto scattare la scintilla. L'artista contemporaneo Damien Hirst ha fatto una fortuna con i suoi animali morti, così ho pensato di provarci anch'io". Alcuni negozi hanno rifiutato di mettere in vendita questo calendario, che però sta diventando comunque molto popolare. Un'idea "regalo" molto, molto alternativa.

CORRIERE DI COMO
18 NOVEMBRE 2009
 
Residenti esasperati: «Andrebbero abbattuti a fucilate»
I commenti della gente
«Si sono mangiati tutte le alborelle». «Chi ha una casa qui cerca di venderla»
 
Alessandra d'Angiò
 
Valsolda (CO) - Se il destino dei cormorani dipendesse dagli abitanti di Valsolda, per i volatili sarebbe meglio spiegare le ali e partire per altri lidi. Con diverse sensibilità e per diverse ragioni, infatti, per i cittadini c’è un’unica soluzione al problema che affligge il Ceresio: abbatterli.
«Io li vedo tutti i giorni, non fanno altro che passare avanti e indietro – spiega Vito Innecco, pensionato – Ma cosa le posso dire' Non ho né il fucile né la pistola».
«Ecco cosa ci vuole, un cacciatore – gli fa eco Emilio Venini, detto Spagin, che di mestiere distribuisce volantini – Non c’è alternativa, o li ammazzano o li fanno spostare, perché ormai non ci sono più pesci. E lo stesso problema si sta presentando anche a Lugano e a Campione d’Italia».
Difficile trovare una voce in difesa dei pennuti, perfino tra gli animalisti del paese: «Amo gli animali e quindi mi spiacerebbe se venissero presi a fucilate – spiega Fernanda Bertozzi, casalinga – però forse si è aspettato troppo, anche perché adesso, oltre ad essere aumentati, sembrano perfino diventati stanziali: non se ne vanno nemmeno d’estate».
A dimostrazione del malcontento che serpeggia fra gli abitanti, alcuni pescatori hanno indetto una petizione da spedire alla Provincia di Como.
«Ormai abbiamo raggiunto quasi quattrocento adesioni – spiega Francesco Farsoni, edicolante – E non firmano soltanto i valsoldesi, ma anche i turisti, come i milanesi che hanno una casa sul lago per le vacanze».
«La gente è stanca e, siccome sembra che nessuno si muova, siamo partiti con le firme –spiega Simone Milesi, pescatore e artefice, assieme a un amico, della campagna anti-cormorani – Il problema non è irrisolvibile, so che esistono soluzioni e in altre zone con analoghi problemi, come la Sardegna o Sondrio, sono già state adottate con successo. Mi spiace, ma credo che l’unica possibilità sia abbattere un certo numero di uccelli per metterli in fuga».
«Capisco il rispetto per gli animali, ma si rende conto che non c’è più un’alborella in giro' Che cosa pagano a fare la licenza i pescatori' – si chiede Vittorio Cabello che, da albergatore, oltre ai pescatori pensa anche ai turisti – Chi ha una casa o una cantina su quella riva è così disperato che vorrebbe vendere, ma ormai è quasi impossibile trovare un acquirente. Fossi in loro, io farei a modo mio e li abbatterei, a costo di rischiare la galera».

LA PROVINCIA PAVESE

18 NOVEMBRE 2009

 

Caso piccioni a Valle, i fucili non bastano

 

VALLE (PV). La battaglia contro i piccioni è impari, ma non si può dire che non ci si provi. Tra il marzo 2008 e l’aprile 2009 i circa 120 volontari coordinati da Saverio Rotilio, responsabile per la Lomellina del servizio provinciale di contenimento degli animali, hanno abbattuto 16.739 piccioni (e 1.940 nutrie). I danni prodotti dai piccioni però non sono diminuiti. Nella notte tra sabato e domenica un mattone è caduto dal cornicione della chiesa di San Rocco, a Valle, e i pompieri hanno scoperto che la colpa è dei volatili che hanno invaso il sottotetto per utilizzarlo come nido. «Il tetto di San Rocco è stato sistemato otto anni fa - detto Pier Roberto Carabelli - ora per colpa dei piccioni dovremo intervenire di nuovo». Il sindaco ha spiegato che il problema riguarda molti paesi della Lomellina perché qui vengono liberati i piccioni catturati nelle grandi città. Con le battute di caccia la Provincia prova a contenerli. «Interveniamo nel periodo della semina - spiega Rotilio - . L’anno scorso abbiamo avuto una ottantina di richieste da parte degli agricoltori».  Sì perché nei centri storici dei paesi i piccioni nidificano, ma poi vanno nei campi circostanti a cercare il cibo. «Nel 2008 - spiega Anselmi, assessore provinciale all’Agricoltura - abbiamo pagato 180mila euro di danni agli agricoltori che sono stati costretti a riseminare i campi perché i piccioni gli avevano mangiato i semi. Per il 2009 abbiamo stanziato 165mila, ma potrebbero non bastare». I rimborsi vengono assegnati gnati da una commissione che si riunisce due volte l’anno, il che significa che possono passare anche sei mesi dal danno al risarcimento. E i danni per il singolo contadino possono anche essere di qualche migliaio di euro.  «Un’alternativa c’è - spiega Rotilio - ma devono essere i Comuni a metterla in pratica, magari unendo le forze perché è costosa. Si possono catturare i piccioni con delle trappole e poi li si porta in strutture dove vengono eliminati in maniera indolore. In questo modo si eviterebbe anche lo spargimento di mangimi avvelenati che rischiano di colpire anche altri animali».


LA NUOVA SARDEGNA

18 NOVEMBRE 2009

 

Un mattatoio itinerante per evitare la diffusione delle malattie animali

 

Maria Giovanna Fossati

 

NUORO. Un mattatoio itinerante per facilitare gli allevatori e mettere in atto una delle misure più efficaci contro la diffusione delle malattie animali anche con la prevenzione della macellazione clandestina. È una delle misure che la Regione ha intenzione di adottare, se dovesse arrivare l’ok ministeriale. Si risolverebbe così uno dei problemi annosi della macellazione nelle zone interne.  Lo ha spiegato Salvatore Farina, il responsabile della Sanità animale dell’assessorato regionale, durante un incontro promosso dalla Fao che ha portato in Sardegna due delegazioni dell’Est: una dall’Armenia e l’altra dalla Georgia dove di recente si è diffusa la peste suina africana, che si è estesa per 15 stati, Russia compresa. Un confronto serrato iniziato in mattinata alla Asl di Nuoro, dove il responsabile del Servizio veterinario Michele Pira ha ospitato la delegazione accompagnata dal rappresentante della Fao inviato dal ministero della Salute, Domenico Rutili, e proseguito nel pomeriggio a Orgosolo dove sono stati accolti dal sindaco Francesco Meloni.  «La proposta della Regione sul mattatoio mobile è in fase di approvazione da parte del ministero della Salute - ha spiegato Salvatore Farina - e, se la cosa decollerà, risolverà un problema enorme in tutte quelle zone penalizzate dall’orografia del centro Sardegna dove in certi casi il mattatoio più vicino si trova a 80 chilometri. È un problema che però va risolto con l’aiuto degli allevatori e dei comuni interessati». Sulla situazione attuale delle peste suina in Sardegna Farina dice: «A oggi, nel 2009, se si esclude un caso a giugno non ci sono state segnalazioni di peste suina nell’isola. Siamo evidentemente in una situazione di ipoendemia, molto lontani dai 400 casi del 2004. Lavoriamo affinché ci sia un incontro con gli allevatori senza i quali non possiamo pensare di combattere la peste suina. Stiamo cercando di far capire le ottime possibilità che hanno sul mercato i nostri prodotti cosa che per adesso nelle zone a rischio, parliamo di circa 30 comuni, sono precluse».  Nell’incontro, Michele Pira ha spiegato le procedure messe in pratica negli anni nel territori, non nascondendo i problemi incontrati sul fronte dell’eradicazione della malattia. Le cose però sembrano cambiare. «A oggi non abbiamo nessun focolaio attivo - ha detto Tonino Straullu - Siamo in uno stato di scarsissima diffusione della malattia. Abbiamo revocato tutti i provvedimenti restrittivi. Speriamo che duri». Le misure per l’eradicazione della peste suina sono le stesse in tutto il mondo. «Bisogna eliminare i fattori tutti i fattori di rischio - ha spiegato Domenico Rutili - ma il problema principale è quello di regolamentare lo stato brado. E' fondamentale recuperare il gap culturale».


LA GAZZETTA DI MODENA

18 NOVEMBRE 2009

 

Capriolo catturato in un parco

 

CASTELNUOVO (MO). Avventura a lieto fine per un capriolo che vagava smarrito all’interno di un parco pubblico in centro a Castelnuovo. L’animale è stato notato l’altra mattina dai cittadini che hanno chiamato il Centro fauna selvatica.  Chiamati dai cittadini, sono intervenuti i volontari del Centro fauna selvatica “Il Pettirosso” di Modena che hanno circondato l’animale catturandolo, dopo una rincorsa durata oltre un’ora e con l’ausilio di apposite reti. In questi casi il rischio è che il capriolo subisca una crisi cardiaca; ma questa volta l’animale non ha subìto conseguenze negative. Si trattava di una piccola femmina di pochi mesi, attualmente ospite del Centro fauna in via Nonantolana 1217 a Modena; nei prossimi giorni sarà trasferita in un parco del Trentino Alto Adige.


IL TIRRENO

18 NOVEMBRE 2009

 

Blitz in ambulatorio, scoperta falsa veterinaria

 

EMPOLI (FI). Falsa veterinaria all’opera in uno studio che si trova poco lontano dal centro. Una donna in camice verde ha visitato un cane e gli prescritto medicinali senza, però, averne i titoli (come poi lei stessa tra l’altro ha ammesso). A scoprirla è stata “Striscia la notizia” con un servizio in onda ieri sera.  Al tg satirico di Canale 5 prima è stato fatto vedere il cane, un meticcio di colore nero, visitato dal veterinario Leonardo Mori, anche lui empolese, il quale non rilevava particolari patologie sull’animale.  Poi la seconda parte del servizio del giornalista di “Striscia la notizia” Edoardo Stoppa si è svolta in un altro studio, appena fuori dal centro, dove veniva ripresa, con la telecamera nascosta, la visita dello stesso cane.  Ad accogliere ed esaminare l’animale una donna con i capelli biondi, il camice verde e con il volto, comunque, che è stato sempre travisato per non renderlo riconoscibile.  Dopo aver riscontrato alcuni problemi sull’animale, la donna ha prescritto alcuni farmaci su una ricetta che riportava la firma di un uomo. E più ipotizzava anche di fare le analisi per la filaria.  A quel punto il giornalista di Canale 5 ha scoperto le carte. Ha chiesto spiegazioni alla donna sul fatto che lei esercitasse la professione senza titolo. E lei si è giustificata dicendo di sostituire momentaneamente il marito che era fuori per visite.


ANMVI OGGI
18 NOVEMBRE 2009
 
VACCHE A TERRA, UNA PROPOSTA DALL’UNIVERSITA’
 
Dopo la pubblicazione del Documento SIVAR per l'eutanasia degli animali non deambulanti, il Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria di Padova Massimo Castagnaro avanza una proposta sul destino delle cosiddette vacche a terra. "Condivido- scrive Castagnaro all'ANMVI l'individuazione dell'eutanasia come la risposta più idonea e opportuna, tuttavia - aggiunge- la distruzione dell'animale conduce di fatto alla perdita di tutte le possibili informazioni relative allo suo stato di salute, sia quelle specifiche da cui consegue l'incapacità alla deambulazione, sia quelle generali suggestive della storia sanitaria della vacca".Affrontando la questione dal punto di vista di un docente di Patologia Generale e Anatomia Patologica Veterinaria, Castagnaro evidenzia "la perdita, mi si perdoni l'espressione, di importante materiale didattico". Una possibile soluzione che tenti di affrontare contemporaneamente entrambe le facce del problema potrebbe essere quella di "sottoporre, d'intesa con i Servizi Veterinari regionali, un certo numero di vacche ad esame post-mortem e altri possibili ulteriori accertamenti diagnostici presso le facoltà di medicina veterinaria. Questa proposta - conclude il Preside di Padova- permetterebbe da una parte di non perdere importanti informazioni sanitarie utilizzabili da un punto di vista epidemiologico; dall'altro, sarebbe una importante fonte di materiale utilizzabile per arricchire la preparazione pratica dei futuri veterinari".Il Documento della SIVAR per l'eutanasia degli animali non deambulanti e non trasportabili ai sensi del Regolamento Europeo 1/2005, è stata sottoscritta da ANMVI, AIVEMP, FNOVI, LAV e ANIMALS ANGELS. Il Ministero della Salute ha valutato favorevolmente la proposta. 

ANMVI OGGI
18 NOVEMBRE 2009
 
ABBATTIMENTO ANIMALI, NUOVO REGOLAMENTO UE
 
E' pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Europea il Regolamento (CE) N. 1099/2009 relativo alla protezione degli animali durante l'abbattimento. La ratio della norma è che alcune operazioni relative all'abbattimento possono causare stress e ogni tecnica di stordimento presenta inconvenienti. È quindi opportuno che gli operatori o il personale addetto all'abbattimento adottino i provvedimenti necessari a evitare e a ridurre al minimo l'ansia e la sofferenza degli animali durante il processo di macellazione o abbattimento, tenendo conto delle migliori pratiche nel settore e dei metodi consentiti.Rientrano nel campo di applicazione gli animali d'allevamento che incidono sul mercato di alimenti e mangimi e non ricomprende casi diversi come ad esempio gli animali selvatici o randagi abbattuti a fini di controllo della popolazione animale.Lo stordimento è ritenuto necessario per indurre uno stato di incoscienza e di insensibilità prima o nel momento stesso in cui l'animale viene abbattuto. Il rilevamento dell'incoscienza e dell'insensibilità in un animale è un'operazione complessa che richiede l'impiego di metodi scientifici riconosciuti. Il Regolamento individua le tipologie e le caratteristiche dei metodi riconosciuti, pur restando aperto a innovazioni che si rivelino idonei a perseguire gli obiettivi di benessere animale.Il Regolamento mantiene la deroga allo stordimento degli animali prima della macellazione, concedendo tuttavia un certo livello di sussidiarietà a ciascuno Stato membro, nel rispetto della libertà di religione. Gli operatori designano un responsabile della tutela del benessere animale per ogni macello con il compito di aiutarli a garantire la conformità alle disposizioni del regolamento. Questi è in possesso di un certificato di idoneità rilasciato dall'autorità competente individuata dallo Stato Membro.L'Unione Europea non impedisce si singoli Stati di mantenere eventuali disposizioni nazionali se garantiscono una maggiore protezione degli animali durante l'abbattimento. Il provvedimento consente anche agli Stati membri di adottare disposizioni nazionali diverse - limitatamente ad alcuni settori particolari come l'abbattimento di animali fuori dai macelli, purchè aderenti allo scopo del Regolamento - così come può prevedere misure diverse sui metodi di stordimento in base a nuove prove scientifiche informandone la Commissione Europea.Il regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione e si applica a decorrere dal 1 gennaio 2013. Entro quella data, gli Stati membri dovranno comunicare alla Commissione, la relativa disciplina sanzionatoria.

IL GAZZETTINO DI PADOVA
18 NOVEMBRE 2009
 
Maiale in fuga sulla statale, subito catturato
 
Provincia di Padova - Maiale in transito sulla statale 516, nel tardo pomeriggio di ieri. L’animale, scappato dal recinto di un’azienda agricola di Sant’Anna, ha attraversato la strada all’altezza del concessionario d’auto Pavan. La sorpresa di trovarselo davanti è toccata ad un automobilista, che ha inchiodato e strabuzzato gli occhi, per poi rendersi conto che non stava sognando. A rincorrere il suino per braccarlo e riportarlo nel recinto è stato lo stesso proprietario con l’aiuto dei carabinieri del nucleo radio mobile di Piove di Sacco. Nessun ferito e nessuna danno.

MATTINO DI PADOVA

18 NOVEMBRE 2009

 

Maiale libero a spasso lungo la strada Piovese

 

PIOVE DI SACCO (PD). Attimi di paura ieri sera sulla Piovese: un grosso maiale fuggito dal porcile dove era ricoverato passeggiava lungo la strada, mettendo a repentaglio l’incolumità degli automobilisti. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che, grazie anche all’aiuto di un camionista, sono riusciti a confinare in un angolo l’animale. Poi è arrivato il proprietario che ha potuto così riportarlo a casa. Fortunatamente nessun incidente.


LA REPUBBLICA
18 NOVEMBRE 2009
 
Salvate le tartarughe del parco di Collecchio
 
Collecchio (PR) - Le tartarughe d'acqua in letargo che vivono nel parco di Collecchio sono a rischio. L'area dovrà subire una ristrutturazione ma il trasferimento degli anfibi in una struttura ferrarese potrebbe essere a rischio. Così l'Aida, che ha lanciato l'appello, chiede al sindaco del paese di intervenire. Ecco cosa scrive l'associazione in difesa degli animali.
"Nel laghetto del parco comunale di Collecchio in provincia di Parma vive una colonia composta da alcune tartarughe d'acqua sicuramente frutto dell'abbandono di qualche persona che avendole acquistate piccole e verdi avendole viste crescere in maniera notevole ha visto bene di sbarazzarsene lasciandole nel laghetto. Ora da quanto abbiamo saputo il parco dovrà subire dei lavori di ristrutturazione e quindi la colonia di tartarughe d'acqua (attualmente in letargo) è in pericolo. In primavera molto probabilmente le tartarughe potranno essere trasferite in un centro specialistico di Ferrara (che al momento comunque pare non essere in grado di ricevere altre tartarughe d'acqua) ma al momento tenendo conto anche del fatto che sono in letargo non possono essere spostate. Per questo motivo AIDAA attraverso la sezione di Parma ed il tribunale degli animali della medesima città lancia un appello al sindaco di Collecchio perchè si impegni in prima persona a garantire la tutela della colonia di Tartarughe d'acqua presenti nel laghetto del parco. Allo stesso tempo la sezione di AIDAA della provincia di Parma chiede al corpo forestale dello stato ed in particolare al Cites di verificare la specie di tartarughe presenti nella colonia del laghetto in quanto non siamo stati in grado di verificare se tra loro vi siano delle tartarughe dalle orecchie rosse considerata una specie protetta. “Colgo innanzitutto l'occasione per invitare coloro che durante le festività natalizie decidono di comperare una tartaruga d'acqua magari per farne dono al nipotino a informarsi bene sullo sviluppo futuro dei medesimi animali e verificare la disponibilità di spazio per poter tenerle in futuro, anche perchè sono migliaia le tartarughe d'acqua abbandonate ogni anno in Italia- ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale AIDAA-ma a Collecchio le tartarughe ci sono e quindi vanno tutelate per questo lanciamo un appello alle autorità a salvaguardare la vita delle tartarughe ora in letargo, attraverso il tribunale degli animali nei prossimi giorni invieremo una lettera al sindaco ed al corpo forestale dello stato per chiedere la verifica e la salvaguardia della colonia, in quanto non deve essere messa in pericolo la vita di nessuna tartaruga, rendendoci disponibili a trovare una soluzione definitiva per l'accasamento della colonia al momento del risveglio del letargo nella primavera prossima”.

MESSAGGERO VENETO

18 NOVEMBRE 2009

 

Colonia di marmotte: più presenze nel Parco

 

Cimolais (PN). Si va potenziando il numero di marmotte presenti nel territorio del Parco naturale delle Dolomiti friulane. Nel corso della passata stagione estiva le guardie dell’ente hanno liberato quattro esemplari nella zona della Val Cimoliana e altri sei più a nord, nell’area di Forni. I capi sono stati donati dalla riserva di caccia della Val Senales, in Alto Adige. L’operazione è stata coordinata dalle stazioni forestali di Claut e Meduno, i cui uomini hanno trasportato a spalla fino a mille metri di quota le pesanti casse contenenti gli animali. Qui le marmotte hanno preso possesso di spazi ampi, già abitati da altre colonie delle stessa specie (l’intento di queste iniziative è quello di mescolare le popolazioni, evitando fenomeni di riproduzione tra consanguinei). Al loro arrivo i nuovi ospiti hanno trovato ad attenderli delle tane già pronte all’uso. In questo modo è stato ridotto a zero il rischio di predazione da parte delle aquile reali nei primi momenti di ambientazione. L’attività del Parco ha avuto inizio nel 1998, partendo da una analogo progetto che ha visto le marmotte prendere possesso del monte Buscada, sopra Erto, fin dal 1977. I sette capi di Buscada, ai quali ne sono stati aggiunti altri quattro nel 1983, si sono moltiplicati a tal punto che alcuni esemplari solitari hanno cominciato a vagare per le vette: dopo aver superato la Val Cimoliana si sono spinti fin nell’area di Forni, dove sono stati avvistati nel 2003. Il Parco delle Dolomiti friulane ha, quindi, deciso di agevolare questo processo naturale, chiedendo aiuto anche ai colleghi della Provincia autonoma di Bolzano.


L'ARENA GIORNALE DI VERONA

18 NOVEMBRE 2009

 

INCENDIO. Fiamme subito domate in una casa

Rischia di intossicarsi per salvare il gatto

 

Verona - Sarebbe partito da una candela rimasta accesa in casa l’incendio che si è sviluppato lunedì alle 19.30 circa in via Rovigo 106 nell’abitazione di L.F.. La donna, 39 anni, quando ha scoperto che al piano superiore c’erano le fiamme, ha cercato di portare in salvo uno dei suoi tre gattini rischiando di rimanere intossicata dai fumi. Portata al pronto soccorso, è stata dimessa dopo poche ore. Gli altri gatti li hanno tratti in salvo i vigili del fuoco di Legnago che sono intervenuti sul posto per spegnere l’incendio.
A dare l’allarme sono stati alcuni vicini di casa di L.F. che hanno chiamato i pompieri ed anche la proprietaria. Secondo i primi accertamenti, il calore di una candela lasciata accesa in casa mentre la donna era al lavoro, ha causato la fusione della televisione e lo sviluppo di un principio d’incendio e di molto fumo denso e nero. Arrivata a casa, L.F. si è preoccupata dei suoi tre gatti che vivono con lei ed è corsa per portarli in salvo. Ha respirato un po’ di fumo ed ha eseguito degli accertamenti.


CITY

18 NOVEMBRE 2009

 

Tribunale, sì a colonie feline in condominio

 

Milano - “Gattari” battono “anti-gattari” uno a zero. Con una sentenza che l’Aidaa -Associazione italiana difesa animali e ambiente, non ha esitato a definire “senza precedenti” e “storica”, il tribunale di Milano ha infatti riconosciuto ai “gatti che stazionano e/o vengono alimentati nelle zone condominiali” il diritto a “non essere allontanati o catturati per nessun motivo”. Un pronunciamento che arriva dopo tre anni di discussione sul caso sollevato da due condomini residenti in un palazzo in via Mar Nero. Nel mirino, oltre ai felini, anche la famiglia di “gattari” che se ne prendeva cura, “colpevole” di aver installato delle “casette” nelle zone comuni della proprietà, dove i mici potevano sfamarsi o trovare riparo dal freddo. La coppia aveva quindi dato via a una causa civile, chiedendo la rimozione delle casette, l’allontanamento degli animali e un risarcimento morale agli altri condomini. La sentenza di primo grado emessa ieri, richiama le normative della legge 281 (promulgata nel ’91 per tutelare gli animali di affezione, proteggere gli animali randagi, prevenire il randagismo), riconosce che i gatti sono “animali sociali che si muovono liberamente” e sottolinea che “nessuna norma di legge né nazionale né regionale proibisce di alimentare gatti randagi nel loro habitat”. Una vittoria di civiltà.


LA ZAMPA.IT
18 NOVEMBRE 2009
 
Sentenza a favore dei gatti in un condominio milanese
 
MILANO - Dopo tre anni di discussione è arrivata la sentenza di primo grado che riconosce ai gatti di un condominio di via Mar Nero a Milano il diritto di vivere nell’edificio e alla famiglia di gattari che se ne occupa a lasciare le casette che avevano predisposto nelle zone comuni del palazzo: lo comunica l’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) che definisce la sentenza del Tribunale di Milano «senza percedenti» e «storica». La decisione del giudice civile richiama «per la prima volta», spiegano dall’Aidaa, le normative della legge 281, riconoscendo che i gatti sono «animali sociali che si muovono liberamente» e precisando che «nessuna norma di legge nè nazionale nè regionale proibisce di alimentare gatti randagi nel loro habitat» e che quindi «i gatti che stazionano e/o vengono alimentati nelle zone condominiali non possono essere allontanati o catturati per nessun motivo». Era stata una coppia di condomini contrari alla presenza della colonia felina nel palazzo ad avviare la causa civile, chiedendo la rimozione delle casette, l’allontanamento degli animali e un risarcimento morale agli altri condomini.

ANMVI OGGI
18 NOVEMBRE 2009
 
PARLAMENTO BLOCCATO DALLE CODE DEI CANI
 
«Le cose stanno così - aveva dichiarato Roberto Rao, dell'Udc qualche giorno fa-  in Commissione Giustizia, la maggioranza è stata battuta sugli animali da compagnia. Si doveva stabilire la non punibilità dei veterinari in alcuni casi, e qualche collega novizio della commissione aveva capito che si autorizzavano le mutilazioni... Diciamo che succedono un po' di pasticci, anche in Aula. Da che si vota con le impronte digitali, i casi dei pianisti si sono molto ridotti e la maggioranza va sotto spesso. Forse anche per questo si vota e si lavora sempre meno».Un Aula parlamentare bloccata per la discussione sulla caudotomia ricorda l'ilarità generale suscitata dalla discussioni sugli aracnidi pericolosi durante il Berlusconi bis. Stavolta, allo stallo parlamentare, Porta a Porta ci ha dedicato una trasmissione intera. Solo politici e vip. I veterinari non erano partecipi di una discussione su caccia, caudotomia e maltrattamento animale, dai contorni politici sulla tenuta della maggioranza di GovernoLa Fnovi ha scritto al conduttore Bruno Vespa. Il Presidente Gaetano Penocchio: "Se si voleva promuovere l'ignoranza e la superficialità, senza dare possibilità di reale informazione, il risultato è stato brillantemente raggiunto".
 
IL VIDEO DELLA PUNTATA
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-9d5dce1d-6ae9-4dc9-a82e-86990d0c1d3b.html?p=0

IL PICCOLO TRIESTE

18 NOVEMBRE 2009

 

Ventidue nidi artificiali per passeri e pipistrelli

 

Giulia Basso

 

Provincia di Trieste - Ventidue nidi per varie tipologie di uccelli, dai passerotti ai pipistrelli, verranno posizionati in Strada del Friuli, all’altezza del tornante Moncolano, non appena saranno conclusi i lavori per la messa in sicurezza della zona. Affiancando così all’intervento infrastrutturale sul territorio un’iniziativa per la tutela della caratteristica fauna carsica. «Come amministrazione pubblica - spiega Michele Lobianco, assessore comunale all'Organizzazione, Risorse Umane, Formazione e Affari zoofili - vorremmo trasmettere alla cittadinanza un segnale di forte attenzione nei confronti dell'ambiente. Nella speranza che questa buona pratica venga presa ad esempio anche dal singolo cittadino». Si tratta del primo intervento di questo tipo da parte del Comune, racconta Lobianco, ma che l'amministrazione ha intenzione di ripetere anche in altre zone d’interesse ambientale e paesaggistico. Anche perchè i costi sono davvero ridotti: i nidi, di materiale cementizio, sono a lunga durata e necessitano di scarsa manutenzione. Tra le specie che potranno usufruire di questi nuovi rifugi spiccano i passeri, che a Trieste, così come in molte altre aree d'Europa, sono diminuiti negli ultimi vent'anni di oltre l’80%. Ma anche rondoni, balestrucci, cince e codirossi. Senza dimenticare le api selvatiche e i pipistrelli, che anzichè esser appassionati di chiome più o meno voluminose, come vorrebbe la tradizione popolare, sono amanti degli insetti, in particolare di tarme, zanzare e altri parassiti. E diventano quindi efficienti alleati dell'uomo nella lotta contro queste fastidiose creature alate e contro gli insetti dannosi per le colture. Per i pipistrelli, che per dimora di solito scelgono anfratti, spaccature e fessure che riescono a ricavare nell’ambiente circostante, verranno posizionati degli appositi rifugi. I nidi verranno incorporati nel muro di contenimento antifrana, imitando così gli anfratti naturali ed evitando che gli uccelli vadano a nidificare in luoghi dove i piccoli potrebbero essere facile preda di gatti e altri animali.


IL CENTRO

18 NOVEMBRE 2009

 

Circo Nando Orfei, show a Pescara dal 20 al 29 novembre

 

PESCARA. Nando Orfei inaugurerà a Pescara il nuovo spettacolo 2009-10. Orfei sarà con il suo nuovo grande spettacolo a Pescara, sul lungomare Cristoforo Colombo, dal 20 al 29 novembre. Nato a Porto Maggiore nel 1934, 75 anni portati con disinvoltura, sposato con Anita Gambarutti , discendente da un’altra storica famiglia circense italiana, padre di tre figli - Paride, Ambra , nota soubrette televisiva e Gioia -, fratello di Liana e Rinaldo e cugino di Moira. «Sarà come vivere un film», assicura Nando parlando del suo spettacolo, «dove il tempo scorrerà via velocemente e dove rimarrete elettrizzati da un spettacolo ricco di colpi di scena e di momenti allegri. Uno show con tanta tecnologia, innovazioni, musicali e nuovi effetti speciali che lo rendono ancora più straordinario».  Tanti animali in pista: dai cavalli andalusi di Nando Orfei ed Emidio Bellucci a quelli dell’alta scuola d’equitazione dei fratelli Attilio ed Emidio Bellucci con Gioia Orfei e, poi, cammelli, struzzi, cavallini poni e zebre, l’ippopotamo nano e le rarissime tigri bianche e rosa. Ci sarà anche un spettacolare numero di serpenti e coccodrillo. Insomma, tutto per gli amanti del circo.


CORRIERE DI SIENA
18 NOVEMBRE 2009
 
Avvistato un orso in Val d’Orcia
Nei boschi dell’Amiata continua l’abbattimento programmato dei cinghiali. Gli uomini della polizia provinciale impegnati nelle ricerche.
 
ABBADIA SAN SALVATORE (SI) - Altri 29 cinghiali uccisi nell'abbattimento previsto per il fine settimana di metà novembre nel territorio comunale di Abbadia San Salvatore. Questa volta gli animali non sono stati cacciati all'interno dell'abitato, ma nei boschi limitrofi, verso la Cipriana e la Crocetta. Nonostante il periodo non più favorevole per la raccolta delle castagne e la ricerca dei funghi, però, qualche amante delle specie fungine più resistenti al freddo, come per esempio "le famigliole", è stato sorpreso mentre si trovava nel fitto degli alberi e si è dato alla fuga, spaventato dagli spari. La necessità di effettuare interventi di abbattimento dentro la zona di rispetto venatorio, a partire da domenica 18 ottobre fino al 31 gennaio 2010, era emersa - come recitava una nota stampa - nell'incontro convocato dalla Polizia Provinciale e dal servizio Risorse faunistiche presso la sala consiliare del comune di Abbadia San Salvatore a metà ottobre, alla presenza delle associazioni venatorie, dei rappresentanti delle squadre di caccia, delle associazioni ambientaliste (non meglio precisate), dell'Ente Protezione Animali, del comune di Abbadia San Salvatore e dei rappresentanti degli albergatori. Il piano di abbattimento prevedeva la uccisione di 300 cinghiali, tale è infatti il numero degli ungolati presenti secondo il sopralluogo effettuato dai tecnici delle Risorse faunistiche della Provincia di Siena. Nella riunione citata era altresì previsto di monitorare periodicamente l'abbattimento e che una prima verifica sull'operato avvenisse i primi di dicembre. Se per molti cittadini la scelta di tale metodo rappresenta una garanzia di sicurezza, non va comunque dimenticato che per molte sensibilità non è altro che una carneficina nei confronti di questi animali, che arbitrariamente introdotti nel territorio, vengono ora eliminati sommariamente, senza il minimo sforzo delle istituzioni nella ricerca di soluzioni diverse e più civili. Nulla di fatto, invece, per le ricerche che i giorni scorsi hanno impegnato gli uomini della Polizia Provinciale in seguito all'allarme "orso", lanciato dai residenti di un podere situato nel comune di San Quirico d'Orcia. Questi, infatti, avevano avvistato un grosso animale scuro, ritto sulle gambe posteriori. Forse un cinghiale ferito? Sono stati effettuati rigorosi controlli, ma nessuna orma e nessuna traccia di nessun genere del grosso mammifero. Resta fitto il mistero. Come l'attesa di un prossimo avvistamento.

LA GAZZETTA DI MODENA

18 NOVEMBRE 2009

 

L'allarme degli agricoltori: daini e cinghiali, una calamità

 

ZOCCA (MO). Si parla sempre più di lotta agli ungulati, veri e propri devastatori delle colture agricole. Giuseppe Scorzoni della Coldiretti afferma: «Soprattutto i cinghiali sono ormai una piaga, anche se i dati ci dicono che il loro numero è in lieve calo». L’agricoltore zocchese Fabrizio Degliesposti, precisa: «Più volte al mattino ho trovato sottosopra i miei campi, come se un uragano li avesse attraversati e così il raccolto ne risulta compromesso. Gli animali sono spaventati dai cinghiali». La sollecitazione è a non abbassare la guardia e a proseguire con le giuste misure.  «Occorre continuare a controllarne la presenza nelle zone montane ma soprattutto preoccupa la presenza esagerata di caprioli e daini. La nostra azione è sempre stata indirizzata alla salvaguardia dell’ambiente, alla salute del bestiame e alla salubrità del latte. Se è vero che la situazione è leggermente meno pericolosa, possiamo affermare che non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo fino in fondo. Non dobbiamo abbassare la guardia. La Regione deve aumentare gli stanziamenti». «Noi agricoltori dell’Appennino siamo d’accordo - dichiara il coltivatore Fabrizio Degliesposti - siamo stanchi dell’incursione degli ungulati che devastano i nostri raccolti. C’è chi dice che i cinghiali vanno sterminati, chi sostiene che sarebbe bene formare delle aree dove trattenerli per evitare che procurino danni. Le soluzioni ci sono, l’importante è che dalla teoria si passi subito alla pratica. Tra l’altro, chi ci risarcirà i danni subìti? E quando? Per quanto riguarda il raccolto delle castagne, ha risentito della stagione non sempre favorevole e delle distruzioni operate dagli ungulati - afferma Degliesposti - Mentre le piante più vecchie hanno resistito di più alla stagione scarsamente piovosa, la parte più giovane, come gli innesti, ne sono invece uscite male. A questo bisogna aggiungere i danni procurati da caprioli e cinghiali. I cinghiali aprono i ricci che cadono sul terreno e ne mangiano il contenuto -spiega - lasciando le bucce. Quando andiamo per raccogliere castagne e marroni, ci accorgiamo che non c’è più nulla. I caprioli e i daini, pulendosi le corna, rovinano soprattutto gli innesti e le giovani piante più basse. Tendono anche a rosicchiare tutto ciò che è tenero; un vero disastro per noi agricoltori e produttori. Quest’anno con le castagne arriveremo a malapena a un pareggio. E’ ora di mettere in atto azioni concrete ed efficaci senza più esitare».


BIG HUNTER

18 NOVEMBRE 2009

 

Vincenzo Pepe, Fare Ambiente: smetterla con i no alla caccia

 

''Abbiamo bisogno di un ambientalismo piu' pulito, piu' maturo.” Lo ha dichiarato il presidente di Fare Ambiente, il prof Vincenzo Pepe, in occasione del Convegno al Senato su Ambientalismo e caccia. “Bisogna smetterla – ha detto -con i no a priori che non portano a nessun punto. E' questo il nostro obiettivo. Vogliamo cercare di dare un'impronta nuova all'ambientalismo, in cui possa trovare un posto al suo interno anche il settore caccia. E' impensabile poter mantenere un equilibrio nell'ecosistema se si pensa di abolire l'attività venatoria''.Su queste premesse, è emrsa la volontà unanime dei presenti, fra cui i rappresentanti di altre due sigle ambientaliste, Wilderness Italia e Ambiente e/è vita,di instaurare un approccio più serio e maturo sulle problematiche ambientali, che sappia contemplare tra le sue risorse anche la caccia.


IL GAZZETTINO
18 NOVEMBRE 2009
 
E’ finita la stagione della caccia..
 
Provincia di Vicenza - (P.P.) E’ finita la stagione della caccia, nessun problema, i cacciatori trovano il modo di divertirsi cacciando ‘senza fucile’. E’ ciò che succederà il 6 di dicembre in località “busa Koffler” con entrata da viale Brenta, per gli appassionati della doppietta, una manifestazione organizzata dalla Federcaccia sezione di Tezze. Non sarà sparato un colpo, perché a cacciare saranno i setter, pointer, breton e bracchi. La gara si svolgerà per l’intera giornata ed è prevista l’affluenze di un centinaio di appassionati.“Ci ritroviamo per l’undicesima volta – spiega Gino Rigon – e per chi ha questa passione della caccia con il cane sono emozioni a non finire”. Come è andata la stagione?“La ‘caccia in deroga’ – conclude – è stata una buona soluzione per i capannisti; io vado solo con i cani ‘da ferma’, e non mi posso lamentare. La cacciagione è abbondante, sia quella stanziale sia quella dei lanci".

MESSAGGERO VENETO

18 NOVEMBRE 2009

 

Gregge sul Tagliamento, è allarme rabbia

 

Maristella Cescutti

 

SEDEGLIANO (UD) . La sosta di greggi nell’alveo del Tagliamento fra Sedegliano e Codroipo desta non poche preoccupazioni dal punto di vista sanitario specie ora che le zone del Medio Friuli sono soggette al provvedimento dell’Ass 4 che ha emesso un’ordinanza per la vaccinazione obbligatoria antirabbica degli animali. L’autorità per il servizio veterinario provinciale ha stabilito per il 7 e 8 dicembre un richiamo vaccinale per la rabbia silvestre secondo le modalità già utilizzate lo scorso settembre. La situazione, per la sua pericolosità, viene evidenziata dal presidente della riserva di caccia di Sedegliano Giuseppe Danelon: «Visto che potrebbe venire vanificata la recente campagna vaccinale eseguita proprio dai cacciatori. Il nomadismo delle pecore e dei cani che le sorvegliano, che di solito avviene in primavera ma che si verifica anche in questo periodo, non ci assicura che gli animali siano vaccinati contro la rabbia». La preoccupazione è che la vaccinazione antirabbica - aggiunge Giannino Pasqualini vicedirettore della riserva - non dà la copertura completa ma l’animale può essere portatore sano della malattia quindi può diffondere la malattia fino ad giungere alla popolazione. Arrivano sul posto camion che scaricano dai 200 ai 600 capi – aggiunge Danelon – non si tratta della cosiddetta transumanza ma di un vero e proprio “pascolo”, distruttivo per l’ambiente e per la fauna locale oltre ad essere portatore di un numero elevato di zecche. A questo proposito sono intervenuti vigili e guardie forestali. Lo scorso anno abbiamo presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Udine. Siamo preoccupati per il mancato riscontro e la non risposta da parte delle autorità competenti» dice Danelon. Il vicesindaco Giovanni Trevisan sottolinea come il regolamento comunale vieti il transito sul territorio di greggi. «Quando partono dalla montagna - spiega Trevisan - dovrebbero fare una domanda al sindaco del comune di appartenenza che, a sua volta, dovrebbe avvertire il comune cui è destinato il pascolo. Il primo cittadino poi dovrebbe dare l’assenso. Prima della partenza il gregge deve essere visitato dal veterinario comunale ed, eventualmente, vaccinato. I documenti di queste operazioni devono sempre essere sempre tenuti ed esibiti dal conduttore. Pare che queste regole non vengano osservate» conclude il vicesindaco.


MESSAGGERO VENETO

18 NOVEMBRE 2009

 

Nuovo caso di rabbia ancora vaccinazioni

 

FORGARIA (UD). Un mese di tregua aveva fatto sperare che l’epidemia nella zona collinare fosse ormai archiviata. Risale invece a pochi giorni fa l’ennesimo ritrovamento di una volpe morta, stavolta in comune di Forgaria; sottoposto alle analisi di rito, condotte dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie, l’animale si è rivelato affetto da rabbia silvestre. In comune sono scattate tutte le misure del caso: il richiamo alla vaccinazione obbligatoria dei cani e il divieto per i cacciatori di portarli con sé. «La volpe è stata trovata morta nei pressi dei laghetti Pakar – spiega il sindaco Pierluigi Molinaro –, in frazione di Cornino, e subito segnalata alle autorità competenti. Dopo l’accertamento della rabbia, l’Ass ci ha inviato un’ordinanza che vieta la caccia accompagnata da cani e ribadisce l’obbligo della vaccinazione, anche se bisogna dire che in paese quasi tutti hanno già provveduto. In caso contrario – continua il primo cittadino – a breve comunicheremo dove ci si potrà recare». Si tratta del primo caso di rabbia a Forgaria. «Fino a oggi non ne era stato accertato alcuno oltre il Tagliamento, tanto che il divieto di caccia era stato derogato per i paesi come Forgaria, Trasaghis, Osoppo proprio individuando nel fiume una barriera naturale alla diffusione dell’epidemia». Non è stato così. Oltre a Forgaria, casi di rabbia sono stati accertati negli ultimi giorni anche in provincia di Pordenone (il numero complessivo delle volpi trovate affette da rabbia sale a quota 39). «A seguito di questa evoluzione dell’epidemia – si legge sul sito internet dell’istituto zooprofilattico - è già stata predisposta la realizzazione di una nuova campagna di vaccinazione delle volpi ai primi di dicembre che interesserà la provincia di Pordenone oltre alla pianura friulana».


AFFARI ITALIANI
18 NOVEMBRE 2009
 
I must di Affari/ I maialini da compagnia si regalano a Natale
Una coppia di "micro-maiali" per Natale. E' boom del singolare regalo, scelto anche da Victoria Adams per il marito David Beckham. Secondo quanto riferiscono i tabloid inglesi, Victoria ha meditato molto sul regalo da fare al suo "Spice-Boy" quest'anno. Alla fine è giunta la decisione: niente sciarpa, orologio o libro ma una simpatica coppia di maialini.
 
MAIALINI COSTOSI - Un regalo decisamente bizzarro, e costoso: i due maiali "in minatura", con tanto di pedigree, sono costati circa 1.500 euro l'uno. Gli animali sono particolarmente puliti, e si adattano perfettamente alla vita domestica. Secondo gli amici della coppia, Victoria voleva chiamara i due "maiali bonsai" David ed Elton, in onore dell'amico pop-star Elton John, ma Beckham sembra preferire Pinky e Perky. Non è chiaro se i due maialini seguiranno Beckham a Milano o resteranno nella fattoria del giocatore in Inghilterra.
 
FOTO
http://www.affaritaliani.it/rubriche/i_must_di_affari/i_must_di_affari_i_maialini_da_compagnia_si_regalano_a_natale181109
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LA ZAMPA.IT
18 NOVEMBRE 2009
 
Il cucciolo di panda nato nello zoo di San Diego
 
Si chiama Yun Zi , Figlio della nuvola, questo dolcissimo cucciolo di panda nato appena tre mesi fa nello zoo di San Diego.
 
FOTO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=22273&tipo=VIDEO

 

 

 

            18 NOVEMBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


CORRIERE ADRIATICO

18 NOVEMBRE 2009

 

La Monaldi di Petritoli aveva ricevuto tempo fa la proposta di allestire speciali laboratori. “Ma abbiamo preferito non accettare”

Con le nostre uova non si fabbricano i vaccini

 

Petritoli Nelle uova di gallina fecondate cresce il virus che serve a fabbricare il vaccino per l’influenza A. In Valdaso se si parla di uova si pensa subito ai fratelli Monaldi. Aurelio, un signore distinto che da poco ha superato la cinquantina, spiega l’attenzione verso questo nuovo business. “Chiariamo subito che non sono allevamenti normali, ma dei veri e propri laboratori, ambienti completamente sterili. Gli animali vengono selezionati e tenuti in quarantena. Anche gli operatori prima di entrarci devono farsi la doccia. Alla nostra azienda tempo fa era stato proposto di allestire questi laboratori ma abbiamo preferito continuare con la produzione consueta”. Ora i consumatori temono che questa specializzazione delle uova di galline possa avere delle ripercussioni sul mercato. Minore destinazione al reparto alimentare e aumento dei prezzi. “Non corriamo questo rischio perché appunto per i vaccini la produzione è riservata ad allevamenti particolari. Certo molto dipende dalla psicosi che i media vogliono far passare. Se è stata creata tutta questa fobia per la corsa al vaccino credo che le case farmaceutiche abbiano avuto il loro peso all’interno della vicenda. Basti pensare che da un uovo, costo un euro, si possono prendere decine e decine di virus. Il risvolto economico non è secondario”. Media che sono stati protagonisti nel 2005-06 anche del caso dell’aviaria. “Tutto è nato dalla risonanza che è stata data ad un tipo di malattia che è sempre esistita. Si è fatto un fascio di tutta l’erba. Ovviamente non possiamo paragonare le condizioni igieniche dei contadini cinesi con i nostri allevamenti. Ad esempio, l’efficiente servizio sanitario dell’asl fermana procede a prelievi quindicinali, in modo da tenere sempre sotto controllo la situazione”. L’azienda Monaldi conta oltre duecento dipendenti a Petritoli, con allevamenti che superano i due milioni di capi. “Produciamo un bene di prima necessità dal 1947 e la crisi non l’abbiamo sentita molto. Ci creano degli scompensi, così come a tutto il settore primario, solo i nuovi paesi che fanno ingresso nell’Ue. Sono poveri e non hanno da offrire che prodotti agricoli realizzati a prezzi molto più bassi dei nostri”.


AFFARI ITALIANI

18 NOVEMBRE 2009

 

Arriva nelle farmacie il viagra per le donne

 

Buone notizie per le donne con la libido bassa: è in arrivo un "Viagra" al femminile, un farmaco pensato inizialmente come antidepressivo, ma che ha rivelato invece una grande efficacia per risvegliare gli istinti sessuali femminili. Non tutti sanno infatti che cosa è il "flibanserin". E', appunto, un farmaco sperimentato nella cura per la depressione, ma con scarsa efficacia a quanto pare, molto efficace invece in un altro ambito, quello del trattamento dela scarsa propensione per i rapporti sessuali presente in alcune donne.
Gli studi realizzati dalla Scuola di Medicina dell'Università della Carolina del Nord (Usa) e da quella dell'Università di Ottawa (Canada) dimostrano l'utilità di questo farmaco basato sulla flibanserina: la sua commercializzazione potrebbe essere approvata in Gran Bretagna nel giro di un anno e mezzo, scrive oggi il Guardian. Una libido bassa riguarda una percentuale di donne che va dal 9% al 26%, a seconda dell'età o dell'avvenuta menopausa. "Flibanserin è un antidepressivo mediocre", ha detto John M. Thorp, primo ricercatore dello studio che è stato presentato al Congresso della European Society for Sexual Medicine svoltosi a Lione, Francia. "Tuttavia, alcuni ricercatori hanno osservato che questo farmaco e' capace di aumentare la libido in animali di laboratorio e soggetti umani. Abbiamo quindi condotto trial clinici multipli e le donne con basso desiderio sessuale che hanno partecipato ai trial hanno riportato un aumento della libido e della soddisfazione sessuale".

Per i ricercatori, il farmaco è l'equivalente femminile del viagra. "Il calo del desiderio è nelle donne il disturbo sessuale più comune, così com'è la disfunzione erettile per gli uomini", ha detto Thorp. "Durante i trial abbiamo testato la dose di flibanserin piì efficace, e confrontato il farmaco con un placebo. Cento milligrammi al giorno sono la dose più indicata, che causa un maggior aumento della desiderio sessuale e dei rapporti sessuali soddisfacenti". I ricercatori ritengono che i risultati possano portare a nuovi approcci e trattamenti dei problemi sessuali femminili. "L'unico trattamento attualmente disponibile per le donne è la terapia di sostituzione degli androgeni", ha detto Thorp. "Questo farmaco, invece, potrebbe dare origine a nuovi trattamenti privi di effetti collaterali".


COMUNICATO STAMPA LAV
18 novembre 2009
 
Comunicato LAV contro sperimentazione sui pesci all'Insubrias Biopark di Gerenzano (VA)
 

Gerenzano (VA) - Apprendiamo dalla stampa locale l'ennesima sperimentazione su animali condotta nei laboratori dell'Insubrias BioPark di Gerenzano (VA).

Questa volta le vittime coinvolte nella obsoleta e inaccettabile pratica definita "sperimentazione animale" sono pesci Danio rerio, detti più comunemente "zebra fish". Questi animali di origine tropicale, stabulati in piccole vasche impilate a decine le une sulle altre e irradiati di luce artificiale (condizioni di stabulazione che differiscono notevolmente dalle necessità etologiche e fisiologiche naturali), verranno utilizzati per testare cellule staminali di origine umana. La LAV esprime la sua totale condanna verso questa ennesima procedura che ricorre ad animali vivi, confermando come il territorio della Provincia di Varese sia sempre più teatro di questi intollerabili esperimenti, grazie a politici e istituzioni locali (in testa Provincia di Varese e Comune di Busto Arsizio) colluse con un ambiente scientifico che rifiuta la possibilità di concretizzare il ricorso a metodi alternativi e abbandonare l'uso di animali.Non appena avremo ottenuto i protocolli di ricerca relativi a questi esperimenti il nostro comitato scientifico, per l'ennesima volta, lavorerà al fine di evidenziare l'inattendibilità scientifica, perché, come più volte riconosciuto da numerose pubblicazioni accreditate, i dati ottenuti su una specie non sono applicabili ad un'altra.Si sottolinea, inoltre, come nella situazione attuale, dove il materiale umano derivante da cordoni ombelicali e liquido amniotico risulti di difficile reperibilità, venga sprecato in tali sperimentazioni, mentre dovrebbe essere conservato ed utilizzato per applicazioni specie-specifiche, realmente utili e predittive.

 
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