EPOMEO
18 FEBBRAIO 2010
Ischia: Il giallo di Black
Cane annegato nel porto, recuperato resta in ammollo per ore legato ad una bitta.
La carcassa era stata assicurata con una corda al molo dalla capitaneria. Allertata l’ASL l’animale è rimasto comunque in ammollo per ore. Sgomento tra la gente che chiedeva un più solerte intervento.
Ischia (NA) - Il mistero del cane affogato nel porto d’Ischia. Da giorni i proprietari non trovavano più l’amato Black. Erano sulle sue tracce, ma è stato per loro impossibile ritrovarlo sino a martedì pomeriggio. Purtroppo però non si trattava di uno scherzo di Carnevale. Black era morto annegato! Ed i proprietari sono stati gli ultimi a saperlo. L’animale era stato rinvenuto in mattinata nelle acque del porto di Ischia e recuperato dal sottufficiale Fiorentino. La carcassa legata per le zampe era stata assicurata alla bitta nella zona pescherecci in attesa che giungesse il servizio veterinario. Intanto per alla vista della macabra posizione dell’animale alcuni passanti hanno allertato le forze dell’ordine e l’opinione pubblica. All’inizio era apparso un vero e proprio giallo, il thriller macabro del cane annegato e legato per le zampe. Il maresciallo Vanni Ferrandino della capitaneria ha tranquillizzato, però, la famiglia del cane evidenziando che il cane pur riportando segni di strozzatura a la collo era stato rinvenuto verso le 07.30 da un aliscafo. Così gli uomini della capitaneria per ancor più macabri effetti dovuti al possibile contatto con le eliche delle unità navali in transito è stato legato a una bitta in attesa che l'Asl veterinaria di Ischia interevnisse per le operazioni di rito. Intervento ritardato e dai devastanti effetti, visto che nel primo pomeriggio una signora proprietaria di un ristorante sul porto d'Ischia ha notato un cane annegato legato con le zampe posteriori ad alla bitta in via Iasolino . La signora prima si è recata al comune,poi visto che gli è stato riferito che non era loro competenza ma dell'Asl ,si è recata all' ufficio veterinario dell'Asl di Ischia, aperto però dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 11.00. Alla fine al la donna ancora sconvolta da quella permanenza prolungata del cane in mare non è rimasto che chiamare i Carabinieri della stazione di Ischia che ha passato la palla alla polizia municipale di Ischia e alla protezione civile dei volontari dell'Ass. Carabinieri di Ischia,quest'ultimi hanno issato il cane deceduto sulla banchina e chiamato il proprietario,visto che la povera bestiola indossava un collare con la medaglietta,dove era riportato il numero di telefono della sua casa. E' intervenuta anche l'associazione animalista U.N.A. intenzionata a capire come mai il cane dopo l'intervento dell'Asl si trovasse ancora in ammollo in acqua e perchè visto che il cane era provvisto di collare e medaglietta e secondo i proprietari era anche in possesso di chip per l'individuazione.
LA REPUBBLICA
18 FEBBRAIO 2010
ANIMALI: 20 RANDAGI UCCISI DA "POLPETTE KILLER" NEL NISSENO
Caltanissetta - Una ventina di cani randagi sono morti dopo aver mangiato polpette avvelenate probabilmente con fitofarmaci a Caltanissetta, in contrada Niscima, area residenziale alla periferia della citta'. A scoprirlo le guardie giurate dei Nuclei di vigilanza zoofila ed ambientale delle associazioni Lida e Wwf, che lo hanno segnalato ai servizi veterinari dell'Asp, al sindaco, al prefetto e alla polizia municipale.
IL TIRRENO 18 FEBBRAIO 2010
Invece del tartufo trova bocconi killer Cercatori in allarme
Luciano Gianfranceschi
SAN MINIATO (PI). Il tartufo marzòlo non vale la guerra tra tartufai, con la morte dei cani. Ora non vengono i cercatori da zone lontane, a danneggiare sia il terreno che i tartufai per il quale il pregiato bianco autunnale è una risorsa. «Attenzione però ai vecchi bocconi avvelenati nell’autunno - osserva il veterinario Alberto Profumo - Circa un mese fa un mio cliente ha fermato in tempo il cane che, nella zona di Moriolo, stava per mangiare i resti di due salsicce, che puzzavano di benzina, l’odore tipico di quando sono avvelenate. Ho mandato i residui ad analizzare all’Istituto zooprofilattico, che a sua volta li invia a Roma. Pur se la pioggia, e la neve, hanno diluito o attenuato il veleno, il pericolo di residui bocconi resta. Non so essere più preciso, perché aspetto la risposta, che il cercatore mi sollecita. Ne capisco perché ci voglia così tanto tempo». All’allevamento e addestramento di cani, Angelica Nardi conferma che «la situazione non è gravissima come nell’autunno scorso, con perdite numericamente pesanti. A Pisa sono pronte unità cinofile, che in caso di allarme interverranno con cani addestrati sì a cercare i bocconi ma a non divorarli. Per poter intervenire e raccogliere le polpette, avvelenate con stricnina o altro». E aggiunge: «Il cane, innocente, ne fa le spese. Ma qualcuno lo compra per cominciare ad addestrarlo e averlo pronto per la stagione più redditizia, quella autunnale del tartufo bianco. Nessuno vuole più i meticci, viene preferito il Lagotto romagnolo che è il tipico cane da tartufi. Anche perché l’animale non è mordace, non perde il pelo in casa, e fa compagnia. Costano un po’ di più, però». Sul prezzo non si sbottona: «Li vendo in tutt’Italia, pochi in zona». Come è il tartufo marzolo 2010? La raccolta è iniziata dal 10 gennaio, il prezzo è gia di circa 500 euro al chilo, come gli altri anni, dicono i tartufai. E da febbraio il sapore è già buono. IL TIRRENO 18 FEBBRAIO 2010
Torna l’incubo dei bocconi avvelenati
BOSCHI DI LARI (PI). Ha rischiato di morire avvelenato Einstein, un bellissimo meticcio di proprietà di Cinzia Bucchioni. Proprio alcuni giorni fa, come già successo nel giro di tre anni, ha rischiato la pelle a causa della folle stupidità di qualcuno. I soliti ignoti, infatti, avevano abbandonato un micidiale boccone avvelenato proprio vicino alla casa di Cinzia. «Una pratica purtroppo non isolata che troppo spesso colpisce molte aree della nostra zona e sembrano avere una certa predilezione per il larigiano», afferma l’associazione Dav, che sulla scorta di alcune recenti segnalazioni registra un preoccupante ritorno del fenomeno. Il tutto, almeno per questa volta, si è risolto per il meglio. Einstein adesso sta bene e per la seconda volta se l’è solo vista brutta. Ovviamente però, anche in questo caso, seguirà regolare e doverosa denuncia. «Senza contare che il fatto, insieme a molti altri casi simili, continua a gettare un’ombra su quei luoghi - dice la Dav -, in prevalenza boschi, che dovrebbero essere teatro dei nostri momenti di svago e divertimento insieme ai nostri amici animali». Che aggiunge: «Il fatto che uno non sia più libero di sciogliere i propri cani neanche alle porte di casa sua, per giunta nelle terre di sua proprietà, la dice lunga sulla grave situazione in cui versa la zona. Un’area in cui chiunque può acquistare un potente veleno e fabbricare questi strumenti di morte». «A questi vigliacchi rispondiamo per le rime - sostiene l’associazione animalista - e non smetteremo mai di contrastarli. Come non finiremo di costituirci parte civile e di collaborare con le forze dell’ordine, in modo da rendere la lotta agli avvelenamenti più incisiva ed estesa». E conclude: «Ecco perché i nostri volontari non possono far altro che scongiurare pratiche del genere e fare di tutto per agevolare il lavoro delle autorità competenti. Sperando che certe sostanze velenose non siano più alla mercé di chiunque» GAZZETTA DI MODENA 18 FEBBRAIO 2010
Morirono cinque cani: condannato
Modena - E’ stato condannato a due mesi di reclusione l’uomo ritenuto responsabile dell’uccisione di cinque cani in un allevamento abusivo in via Nonantolana. La morte degli animali risalirebbe al 2006, ma era stata scoperta dalle Gav - le Guardie ecologiche volontarie - durante un sopralluogo nel gennaio di due anni fa nella fatiscente struttura. A portare in tribunale l’ex gestore del canile abusivo era stata la Lav, Lega antivivisezione. Le indagini hanno accertato che l’imputato, trasferitosi ormai in un’altra città, “aveva gestito per anni un allevamento abusivo di cani all’interno di strutture anchesse abusive e in pessime condizioni”. La Lav, non appena appresa la notizia del macabro ritrovamento, aveva nominato un avvocato per seguire il caso, conclusosi con una condanna per la morte dei cani e per la violazione della normativa sullo smaltimento dei rifiuti pericolosi. “La condanna che è stata pronunciata ieri è estremamente importante per ribadire che tutti gli esseri viventi hanno dei diritti - dichiara Daniela Cavazzuti, responsabile della Lav di Modena - Anche se due mesi di reclusione, per la morte dei cani e le condizioni di detenzione può sembrare un risultato minimo. Ringraziamo l’avv. Elisa Vaccari per il suo preziosissimo aiuto”. LA PROVINCIA PAVESE 18 FEBBRAIO 2010
Maltrattano gli animali
ROMAGNESE (PV). Maltramenti agli animali, sì o no? Una donna accusa e provoca l’intervento della Forestale e dell’Asl di Piacenza; il padrone si difende e afferma che il suo allevamento è assolutamente a norma di legge. Protagonista di questa vicenda è Fausto Alvisi, uno degli imprenditori più in vista di Stradella: ex presidente dell’Oltrepo Calcio ai tempi della serie C, oggi proprietario dell’azienda all’ingrosso «Alvisi frutta» e di altre attività. Tra queste l’allevamento «incriminato»: e cioè l’azienda «Finarlon», vicino al giardino alpino di Pietra Corva. L’allevamento è a cavallo tra Grazzi Superiore, nel comune di Romagnese; il comune di Caminata e quello di Pecorara, in provincia di Piacenza. L’accusatrice, che ha richiesto l’intervento della Guardia forestale di Pianello Val Tidone, con una lettera ha segnalato le condizioni «terribili» in cui vivevano gli animali durante questo rigido inverno: senza ripari, esposti a intemperie e freddo, costretti a giacere nei liquami e presumibilmente senza cibo visto che la neve copre tutto il pascolo. Il tutto corredato da numerose foto. La forestale ieri è andata sul posto, insieme a un veterinario dell’Asl. «Abbiamo raccolto tutta la documentazione - spiegano i forestali - Se riscontreremo violazioni penali, saranno perseguite. Il veterinario ha certificato che gli animali, 80 maiali e 8 bovini, sono in ottime condizioni di salute e non denutriti. Nei rifugi dei bovini la paglia non era stata cambiata e i liquami ristagnavano. Per questo motivo la proprietà è stata multata. A norma invece il recinto dei maiali». Fausto Alvisi non ci sta. «L’allevamento - spiega - è del tipo “allo stato brado puro”, una modalità prevista dalla legge. Noi seguiamo le direttive. Faremo ricorso contro la multa: in questo tipo di allevamento non c’è l’obbligo delle lettiere. Di solito le cambiamo ugualmente, ma in questi giorni con la neve non siamo riusciti a raggiungere i ripari usati dagli animali. Stiamo parlando di un’area di 22 ettari, per 2/3 boschiva, con un recinto lungo 2,5 km. Ogni giorno, a piedi, portiamo il mangime con sacchi e slittini. Abbiamo reimmesso sul territorio “la mora romagnola”, una razza autoctona di suini a pelo scuro in via di estinzione, andando a prendere nel Forlivese gli ultimi esemplari rimasti. Il nostro allevamento è sperimentale, all’avanguardia, tanto che collaboriamo con l’università di Piacenza: assurdo accusarci di maltrattamenti agli animali».
ANSA
18 febbraio 201 MALTRATTAMENTO ANIMALI: RINCHIUSI 4 CHIHUAHUA IN UN MQ, 2 ARRESTI Udine - Denunciati dai Carabinieri di Udine per maltrattamento di animali il 61/enne R.N. e la 70/enne S.C., entrambi residenti a Gemona (Udine). I militari dell'arma assieme a un medico veterinario hanno accertato che dal mese di dicembre dell'anno scorso i due conviventi avevano detenuto all'interno di una recinzione metallica larga solamente un metro quadrato e situata in un luogo freddo e buio, ben quattro cani adulti razza chihuahua. Le quattro bestiole sono state trovate in condizioni fisiche precarie per i numerosi patimenti subiti. Tutti e quattro sono stati sequestrati e affidati ad un canile del comprensorio di Tolmezzo (Udine). CORRIERE DELLA SERA 18 FEBBRAIO 2010
I liquidi biliatici dei plantigradi sono considerati portentosi dalla medicina cinese Un cucciolo per l'orsa liberata dal lager Italia, sottratta ad una «fattoria della bile», ha dato alla luce un piccolo nonostante le sevizie dei suoi carcerieri
Giorgia Rozza
MILANO - Grande stupore e commozione per lo staff di Animals Asia Foundation, l'associazione no profit fondata da Jill Robinson che da dieci anni si batte, tra Cina e Vietnam, per porre fine al supplizio dell'estrazione da orsi vivi della bile, liquido organico assai richiesto dalla medicina tradizionale cinese. Stupore perché lo scorso 5 febbraio, Italia, una dei diciannove orsi della luna (Selenarctos thibetanus) liberati da una «fattoria della bile» vietnamita lo scorso 18 gennaio, pur ingabbiata e con un catatere inserito nella cistifellea per la mungitura della bile, ha dato alla luce un piccolo. LA SCOPERTA - Probabilmente catturata dai bracconieri già incinta, una volta messa al sicuro da Animals Asia Foundation nel rifugio nel Tam Dao National Park, in Vietnam, è stata anestetizzata per un primo controllo veterinario che si è concentrato, come al solito, sulle condizioni della cistifellea e sullo stato di salute generale dell'animale, in genere devastato dalle infezioni. Poi la scoperta: alcuni membri dello staff veterinario guidato da Heather Bacon hanno trovato un neonato d'orso dibattersi sul pavimento della grande gabbia dove Italia era stata messa per la quarantena. SOTTO CONTROLLO - La giovane madre, in condizioni di forte stress, non è assolutamente in grado di accudire il piccolo che è passato così sotto le cure di alcuni specialisti del centro che lo nutrono e controllano 24 ore su 24. Tiger, così è stato chiamato il neonato, è affamato e fa sentire la sua voce quando desidera essere toccato e coccolato prima di addormentarsi. Se sopravviverà, sarà il cinquantunesimo orso salvato da Animals Asia Foundation in Vietnam. In totale, l'associazione ha liberato dal supplizio del «bear farming» 361 plantigradi. LA «MUNGITURA» DEGLI ORSI - Ritenuto portentoso dalla medicina tradizionale cinese, l'acido ursodesossicolico, componente principale della bile di questi animali, è utilizzato da millenni ma solo da trent'anni, contemporaneamente alla firma di trattati che vietano l'abbattimento degli orsi in natura, è invalsa la crudele pratica della reclusione in gabbie grandi quanto bare degli animali e della loro "mungitura". Corea, Cina e Vietnam scoprirono infatti che un orso vivo è una macchina che pompa bile per decenni e che è assai più redditizio di un orso morto. Anche se non sono disponibili dati precisi, circa 7000 animali in Cina, 4000 in Vietnam e 1600 in Corea sono tutt'ora sotto tortura nelle fattorie della bile. Oltre a riscattare gli orsi, curarli e dar loro una vita dignitosa nel centro cinese di Chengdu e in quello vietnamita del Tam Dao National Park, AAF studia da anni, insieme a medici cinesi, preparati erboristici alternativi alla bile d'orso. AFFARI ITALIANI 18 FEBBRAIO 2010
"Torturati e uccisi": perché mangiamo gli animali?". Ecco la nuova bibbia dei vegetariani
In un libro che è insieme racconto, inchiesta e testimonianza, lo scrittore Jonathan Safran Foer invita tutti alla riflessione, indicando nel dolore degli animali – e soprattutto nella nostra sensibilità verso chi è "inerme" e "senza voce" – il discrimine fra umano e inumano, fra chi accetta senza discutere le condizioni imposte dall’allevamento industriale e chi le mette in discussione. E' il volume "Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?" (Guanda, collana Biblioteca della Fenice). Foer, da piccolo, trascorreva il sabato e la domenica con sua nonna. Quando arrivava, lei lo sollevava per aria stringendolo in un forte abbraccio, e lo stesso faceva quando andava via. Ma non era solo affetto, il suo: dietro c’era la preoccupazione costante di sapere che il nipote avesse mangiato a sufficienza. La preoccupazione di chi è quasi morto di fame durante la guerra, ma che è stato capace di rifiutare della carne di maiale che l’avrebbe tenuto in vita perché non era cibo kosher (che per definizione sono quei prodotti che, in seguito a lunghi processi di controllo, possono essere consumati oltre che dai buongustai di tutto il mondo, anche dagli esponenti delle comunità ebraiche e da quelle musulmane), perché "se niente importa, non c’è niente da salvare". Il cibo per lei non è solo cibo, è "terrore, dignità, gratitudine, vendetta, gioia, umiliazione, religione, storia e, ovviamente, amore".Una volta diventato padre, Foer ripensa a questo insegnamento e inizia a interrogarsi su cosa sia la carne, perché nutrire suo figlio non è come nutrire se stesso, è più importante. Questo libro è il frutto di un’indagine durata due anni che l’ha portato negli allevamenti intensivi, visitati anche nel cuore della notte, che l’ha spinto a raccontare le inaudite e inutili violenze sugli animali durante la loro breve vita, a descrivere come vengono uccisi, per diventare il nostro cibo quotidiano. UN BRANO DEL LIBRO L'AUTORE - Jonathan Safran Foer è nato a Washington nel 1977 e vive a New York. Ha frequentato la Princeton University dove gli sono stati assegnati vari premi di scrittura creativa. Ha pubblicato su "Paris Review", "Conjunctions", e "The New Yorker". IL TIRRENO CECINA 18 FEBBRAIO 2010
SOS ANIMALI
Rosignano Marittimo (LI) - Si è perso nella zona del Teatro Solvay un gatto maschio persiano di taglia piccola, con il pelo rosso. Il gattino ha bisogno di cure. Tel. 3920158121.
http://persietrovati.blogspot.com/2010/02/rosignano-marittimo-li-smarrito-gatto.html IL RIFORMISTA 18 FEBBRAIO 2010
Spagna/ Tve trasmette cartone animato contro la corrida Televisione di Stato non trasmette corride in diretta dal 2006
Roma - "Le corride sono ingiuste, obbligano il toro anche se non vuole farlo, non vuole far male al matador": è il testo di uno degli episodi di "Vipo, le avventure del cane volante", serie a cartoni animati per bambini trasmessa dalla televisione spagnola Tve e nel quale si critica apertamente la "Fiesta nacional" per eccellenza (e il toro viene salvato dell'intervento dei protagonisti). Come nota il quotidiano El Mundo, Tve non trasmette una corrida in diretta dal 2006, con la giustificazione di non poter dare un simile programma in orari in cui i bambini guardano la televisione. D'altronde, l'anno scorso La proposta di legge per vietare le corride in Catalogna ha superato il primo ostacolo nel Parlamento catalano ma il pronunciamento politico non fa che ratificare una tendenza di fatto già in atto da molto tempo: la corrida - icona della cultura spagnola e grande passione di intere generazioni di turisti - sta diventando sempre meno popolare. Un sondaggio condotto nel 2006 rivelò che l'81% dei minori di 24 anni mostrava disinteresse per la tauromachia: identica percentuale fra i trentenni ma soprattutto tra gli ultrasessantenni solo il 41% si dichiarava interessato alle corride, chiaro segno di una decadenza culturale. Secondo le cifre fornite dal Ministero degli Interni spagnolo nel 2009 si sono svolte in Spagna 891 feste taurine di prima categoria, ben 354 in meno rispetto all'anno precedente: ovvero, in termini di allevamento, un'eccedenza di circa 2mila tori che potrebbero non vedere mai l'arena dato che per regolamento vengono utilizzati animali di età compresa fra i 4 e i 6 anni. La questione ha scatenato un'imponente raccolta di firme a favore o contro, quasi un milione: da notare che in questa guerra di lobbies quella favorevole alla sopravvivenza delle corrida non lo fa invocando la santità della tradizione taurina, ma in base all'assunto che la Catalogna, per rispetto delle libertà individuali, non può permettersi una proibizione di questo genere; se la corrida deve morire, che lo faccia di morte naturale, per mancanza di pubblico. La Catalogna, d'altronde, non sarebbe la prima regione a mettere fuori legge la tauromachia : già le Canarie vietarono le corride nel 1991, ma nelle isole non se ne svolgeva una da un decennio e l'obbiettivo della legge era in realtà mettere al bando i tradizionali combattimenti fra galli (ancora praticati clandestinamente). La stessa Barcellona aveva approvato nel 2004 una proposta per l'abolizione delle corride presentata da Erc: una decisione peraltro simbolica perché il comune non ha alcuna giurisdizione sulla celebrazione delle corride, che dipende appunto dalle autorità regionali; il municipio non poté fare altro che invitare quindi i dirimpettai della Generalitat - situata dall'altra parte della Plaza Sant Jaume - ad abolire gli spettacoli taurini. Barcellona possiede attualmente due plazas de toros di cui solo una, la Monumental, è ancora adibita alle corride: spettacoli che costituiscono un'attrattiva soprattutto turistica. In generale però - nonostante la prima plaza de toros permanente di cui si abbia notizia si trovi nella catalanissima Olot - gli spettacoli taurini sono di fatto estranei alla cultura catalana, mentre oltre che nel sud della Spagna, patria della moderna tauromachia (che ha la sua bibbia nel "Cossìo", enciclopedia in sei voluminosi tomi), sono assai diffusi anche nei Paesi Baschi e nel sud della Francia, dove è recentemente stato chiesto che l'arte taurina venga inserita nel patrimonio dell'Unesco. GAZZETTA DEL SUD 18 FEBBRAIO 2010
Frana uccide 58 pecore nel Cosentino Miracolosamente salvo il pastore Gli animali sono stati travolti dalla colata di acqua e fango tra Donnici e Piano Lago
Franco Rosito
Cosenza - Pioggia al mattino, sole nel pomeriggio. Un po' di respiro per soccorritori e amministratori comunali alle prese con decine di frane e smottamenti. I disagi sono innumerevoli. È ancora chiusa al traffico la corsia nord dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria tra gli svincoli di Falerna e Rogliano dove sono in corso le verifiche tecniche dell'Anas dopo i dissesti provocati dalle piogge degli ultimi giorni. I mezzi pesanti che viaggiano verso nord vengono fatti uscire allo svincolo di Falerna con rientro allo svincolo di Cosenza Nord-Rende attraverso le statali 18 e 107. I veicoli leggeri, invece, possono proseguire fino ad Altilia per poi rientrare in autostrada a Rogliano. Chiusa al traffico anche la statale 18 all'altezza di Cetraro a causa di un costone pericolante. Il percorso alternativo attraversa il centro abitato del centro tirrenico. A qualche decina di chilometri di distanza (Verbicaro, Maierà, Belvedere) sindaci e residenti sono disperati dopo gl eventi dei giorni scorsi. A San Marco Argentano, dove sono state chiuse la statale 283 e la provinciale 114, consegnate in segno di protesta 500 tessere elettorali. Curioso quanto accaduto a Castrolibero dove il sindaco Orlandino Greco ha dovuto firmare un'ordinanza di sgombero che riguarda la propria abitazione in contrada Cibia minacciata da una frana. Il presidente della Provincia, Mario Oliverio, ha effettuato un sopralluogo al Santuario di Sant'Umile a Bisignano minacciato da una frana. Già interdetto al culto anche i frati hanno dovuto abbandonarlo e stanno provvedendo al trasloco delle opere d'arte custodite nel Santuario. Nel primo pomeriggio, nella zona tra Donnici e Piano Lago, un gregge di 58 pecore è stato travolto da una frana. Il fatto è avvenuto in una zona di campagna tra le contrade Albo San Martino e Cozzo Pirillo. Gli animali, tutti morti, sono stati travolti da una colata di acqua e fango che ha risparmiato il pastore solo perchè si trovava a qualche decina di metri di distanza. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Mangone. Smottamenti alla periferia del capoluogo si sono avuti a Pigna e Badessa. LA SICILIA CALTANNISETTA 18 FEBBRAIO 2010
Previsto sit-in
Caltannisetta - Arriva il circo in città e, come succede ogni volta, si alzano le proteste degli animalisti contro l'esibizione degli animali. A protestare è Enzo Tuzzeo il quale ha comunicato di unirsi «al coro unanime di proteste provenienti da tutto il mondo da parte di chi non vuole più vedere animali costretti alla prigionia in nome del divertimento umano» ed ha invitato il sindaco «ad emettere un'ordinanza che di fatto impedisca l'attendamento di circhi con animali». Tuzzeo sostiene che «gli animali patiscono, oltre la prigionia, anche le violenze implicite all'addestramento in quanto costretti a compiere esercizi innaturali» ed ha annunciato un sit-in davanti al circo. CORRIERE ADRIATICO 18 FEBBRAIO 2010
L’appello del circolo di Legambiente “Contro il randagismo censimento dei cani”
Civitanova (MC) - E' un problema sottovalutato e poco trattato quello del randagismo. Questa, in sintesi, l'idea del circolo comunale animalista della Legambiente. La questione è legata soprattutto al numero dei cani abbandonati. “La crescita dei residenti a Civitanova ha portato a un aumento del fenomeno dell'abbandono – affermano le coordinatrici del circolo Giorgia Belforte e Rosa Possentini – La cosa sembra contenuta anche se è sempre presente il rischio che il numero dei box disponibili nel rifugio comunale sia insufficiente”. Tra le conseguenze negative maggiori, oltre ai possibili incidenti causati dal vagabondare dei cani per le strade, anche quella dell'aggregazione degli animali liberi in branchi. “Nelle zone di campagna della città si sono registrati, tempo fa, alcuni casi di podisti attaccati da branchi di cani – continua la Belforte – Le situazioni di pericolo sembrano, comunque, sotto controllo. Questo grazie al lavoro che svolgono le associazioni in collaborazione con l'azienda sanitaria e le istituzioni”. L'esempio pratico è il canile nel quartiere Santa Maria Apparente: un centinaio di posti, zone in interno ed esterno per far vivere gli animali ospitati e il lavoro condiviso della Cooperativa maceratese Meridiana e dell'associazione animalista Una (Uomini Natura Animali). Le azioni per tenere sotto controllo la situazione sono principalmente due: censimento ed educazione. E' questo l'appello lanciato dalla Belforte e dalla Possentini: “Se non si fa un censimento serio dei cani, qualsiasi rifugio non sarà mai sufficiente”. IL GIORNALE 18 FEBBRAIO 2010
SINDACO INFURIATO: NEL FAST FOOD DI ROUBAIX SONO IN VENDITA SOLO HAMBURGHER "ISLAMICI"
Parigi - Tutti gli hamburger del fast-food che si trova nel pieno centro di Roubaix, nel nord della Francia, sono ormai esclusivamente halal, cioè rispettano le regole islamiche. La carne di maiale è stata sostituita con tacchino affumicato, mentre quella bovina è trattata secondo i precetti dell’islam. E si grida alla discriminazione, al comunitarismo, in Francia, dove il sindaco della città è andato su tutte le furie e minaccia di rivolgersi alle autorità competenti. IL SECOLO XIX 18 FEBBRAIO 2010
L’attacco di Foer «la carne è morte»
UN LIBRO può cambiare la vita? Natalie Padilla, che frequenta il college a Pomona, California, dopo aver letto l’ultimo libro di Jonathan Safran Foer, “Eating Animals” - che uscirà da Guanda il 25 febbraio con il titolo “Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?” - ha deciso di diventare vegana, cioè di rinunciare a ogni prodotto di origine animale, non solo carne e pesce, e di seguire un indirizzo di studi in Scienze ambientali, per poter poi contrastare l’allevamento industriale di animali. Natalie ha raccontato la sua scelta sul sito www.eatinganimals.com , che Foer ha aperto proprio per raccogliere reazioni al suo libro. Fra le prime ricevute, quella dell’attrice Natalie Portman: vegetariana da vent’anni, dopo aver chiuso il saggio ha deciso di diventare un’attivista vegana. L’attrice sottolinea che la battaglia avviata da Foer contro i “carnivori” è coraggiosa perché impopolare e può essere considerata anche una forma di rivolta “adolescenziale”: insomma, si sa come gira il mondo. «Foer ci mostra attraverso “Eating Animals - dice Natalie Portman - che tutti pensiamo la stessa cosa: noi non siamo loro. Ma, incalza lui, come definiamo chi siamo noi? ». Un essere umano deve andare oltre il pensiero: mi piace, allora lo mangio. Animalieanimali 18 FEBBRAIO 2010
TRASPORTO CAVALLI, APPROVATA INIZIATIVA A EUROPARLAMENTO
Ogni anno circa 100.000 cavalli destinati al macello sono trasportati in tutta Europa, in condizioni disumane. Esistono prove ben documentate che questo trasporto causa enormi sofferenze, quali gravi ferite, malattie, sfinimento e disidratazione. Le ONG che si occupano del benessere degli animali hanno continuato a fornire agli eurodeputati le prove di terribili di questi maltrattamenti. CORRIERE DEL VENETO 18 FEBBRAIO 2010
San Valentino a villa Margherita Il cigno dei carabinieri trova la compagna Dopo la morte dell'esemplare femmina, il grande uccello del parco del comando unità mobili soffriva di solitudine Un centro faunistico modenese ha fornito la «sposa»
TREVISO - Una nuova coppia potrà festeggiare San Valentino insieme. Un cigno reale maschio che vive nel parco di parco Margherita, l’antica villa sede del comando divisione unità mobili dei carabinieri di Treviso, rimasto solo dopo la morte della femmina, ha potuto trovare una nuova compagna grazie all’ intervento del Centro fauna selvatica «il Pettirosso» di Modena. La storia a lieto fine è stata resa nota dall’Amministrazione provinciale modenese. Il cigno, che da tempo vive nel parco della villa, soffriva la solitudine e in questo periodo, che per i cigni è quello dell’accoppiamento, aveva anche smesso di mangiare. I carabinieri, tramite il comando provinciale della Forestale di Treviso, hanno contattato il responsabile del Pettirosso, Piero Milani, che è venuto a Treviso con una femmina di cigno e l'ha liberata nel parco. I due animali si sono subito piaciuti: una volta insieme hanno iniziato a strofinarsi il collo, gesto che segnala l’inizio del corteggiamento. La nuova coppia vivrà ora felice e contenta nel parco e nel ruscello di acque pulitissime che lo attraversa. BIG HUNTER 18 FEBBRAIO 2010
Rapito setter campione del mondo: appello a cacciatori e cinofili
Sabato notte è stato rapito Pianigiani's Mardok, uno dei cani più conosciuti e apprezzati della cinofilia italiana: Campione del mondo di Caccia Pratica, campione italiano e tre volte detentore del titolo europeo. Il fatto è avvenuto a Camignano (CR), nella tenuta privata di Luca Villa, proprietario del setter fino a due mesi fa affidato alle cure dell'allevamento Pianigiani, che l'ha cresciuto e seguito nelle gare. Il cane era stato portato a casa da Villa da poco meno di due mesi, “a dicembre siamo stati a caccia di starne e pernici in Croazia e in Slovenia, Mardok si era comportato benissimo – ci racconta Villa al telefono – cosa affatto scontata visto che un cane da gara difficilmente regge i tempi della caccia”. Oltre alle grandissime doti sul campo “a differenza di molti altri cani campioni, Mardok trovava sempre il selvatico” dice Villa, legato a questo cane soprattutto da un rapporto affettivo: “Mardok era anche un cane estremamente docile e ubbidiente”, cosa abbastanza rara nei campioni di questo stampo. E' stato quasi senza dubbio un furto su commissione da parte di qualcuno interessato proprio a questo campione, che vale svariate migliaia di euro, anche se praticamente impossibile da mettere in commercio. Dai filmati registrati grazie alle 5 telecamere nei box che ospitano i cani di notte, si è potuto vedere che ad eseguire il furto è stato un uomo con un casco, il quale ha forzato la porta blindata. “Purtroppo, anche per non disturbare la quiete dei vicini non avevo inserito l'allarme - spiega Villa – ma pensavo che le telecamere e le recinzioni sarebbero bastate come deterrente”. Di solito, se si tratta di rivendere i cani sul mercato nero, vengono rubati più cani insieme, in modo da ottenere una cifra elevata, in questo caso l'obiettivo era solo Mardok. Tra l'altro non si capisce cosa possa farsene il ladro di un cane facilmente riconoscibile (un setter con la testa completamente nera è cosa abbastanza rara), inoltre il cane è notissimo negli ambienti cinofili e sarebbe immediatamente riconosciuto se portato in gara o a caccia. Anche dal punto di vista riproduttivo è inutilizzabilie visto che il dna di Mardok è depositato ed ovviamente a lui non potrebbe essere affidato un altro suffisso. Si pensa alla richiesta di un riscatto (cosa per altro ancora non avvenuta) ma i veri motivi del gesto restano un mistero. Da parte nostra non possiamo che unirci all'appello di Luca Villa di diffondere la notizia il più possibile in modo che chiunque avesse informazioni in merito o abbia visto il cane, possa contribuire al ritrovamento. Per contattare Luca Villa scrivere [email protected] IL GAZZETTINO 18 FEBBRAIO 2010
PROVA DEL CUOCO IL BUON BIGAZZI E TUTTI GLI ALTRI
L'estromissione del buon Bigazzi dalla trasmissione "prova del cuoco" è un insulto all'intelligenza di cui il personaggio è sicuramente dotato. Altrettanto non si può dire delle persone che hanno voluto questa estromissione. Le motivazioni dei verdi ed animalisti sono sempre le stesse e rasentano il terrorismo e la facinorosità. Se fossi un animale mi offenderei. Per gli animalisti esistono animali di serie a e serie b, in stile tipico razzista; quelli che non si mangiano e quelli che si mangiano. Il gatto non è pari al coniglio; il cane non è pari alla pecora, alla capra al maiale. Tutti si scordano, assurgendo gli animali domestici ad esseri umani, che tutte sono bestie e sono state create ad uso, consumo ed aiuto dell'uomo. Proprio per questo bisogna rispettarle per quello che sono. Tutto il resto è retorica e deviazione LA ZAMPA.IT 18 FEBBRAIO 2010
Oliver, il cane con il pass entra a Sanremo
Si chiama Oliver, è un labrador retriever di 7 anni e la sua padrona si chiama Antonella. Antonella Clerici. La conduttrice del festival non se ne separa proprio mai, così gli ha fatto avere pass e medaglietta, facendolo diventare uno dei pochi cani con libero accesso al teatro Ariston FOTO http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=24294&tipo=FOTOGALLERY IL GAZZETTINO 18 FEBBRAIO 2010
C’era un cane ammalato, ricoverato in una clinica veterinaria
Udine - C’era un cane ammalato, ricoverato in una clinica veterinaria. Si aggravava sempre più e per salvarlo serviva una trasfusione di sangue. Ma trovare un donatore è risultato difficilissimo per l’associazione Amici della Terra di Udine che aveva preso a cuore il caso. Da questa vicenda è scaturita la consapevolezza di un problema molto sentito: quello della disponibilità ematica per cani e gatti sofferenti. Sono rari i centri di riferimento, le eccellenze rappresentate anche da vere e proprie banche del sangue, e nel Friuli Venezia Giulia non esisteva nulla del genere. Così gli Amici della Terra si sono mossi e già qualcuno ha risposto al loro appello andando a costituire un primissimo elenco di animali disponibili a "dare la zampa" a favore di un compagno più sfortunato in caso di necessità.I cani e i gatti donatori di sangue devono rispondere a requisiti molto precisi, essere sani e robusti, e le loro condizioni fisiche vanno testate prima di ogni singola donazione tramite una serie di analisi cliniche che vanno a costituire un check up gratuito. La spesa di queste analisi sarà poi sostenuta dal beneficiario. Anche se per adesso i numeri sono molto contenuti in già tre situazioni si è attinto dall’elenco per far pronte a un’emergenza veterinaria.Il veterinario di riferimento è Paolo Tosolini che descrive le difficoltà pratiche incontrate quando ci sia premura di effettuare una donazione di sangue a un animale senza una struttura dalla quale rapportarsi. I professionisti si trovano spesso al bivio tra l’astenersi, col pericolo di perdere l’animale, o di trattarlo comunque, sapendo però di poter essere considerati responsabili nel caso contragga qualche patologia a causa della trasfusione stessa. Il rischio trasfusionale veterinario può essere abbattuto da controlli scrupolosi e da un sistema organizzato. Primo passo la chiamata al dono che è in corso, più ambiziosa potrebbe essere in futuro la costituzione di un centro trasfusionale friulano ed esiste infine l’ipotesi, con numeri adeguati, di appoggiarsi a Bologna inviando sacche di sangue in cambio di emoderivati. IL GAZZETTINO 18 FEBBRAIO 2010
Un’esigenza molto sentita dai professionisti
Udine - Il veterinario Paolo Tosolini conferma che l’esigenza di disporre di sangue sicuro è molto sentita dai professionisti. Il veterinario, in assenza di un sistema organizzato, si trova di fronte al dilemma se praticare o meno una trasfusione, anche necessaria, sapendo di poter essere chiamato a rispondere di eventuali patologie trasmesse al ricevente. Quanto già si sta facendo insieme agli Amici della Terra è di creare un elenco di proprietari di animali consapevoli del problema e disponibili al bisogno. Il costo dei test dovrà poi essere riversato su chi usufruisce delle donazioni. Più ambizioso, considera Tosolini, potrebbe essere creare un vero e proprio centro trasfusionale. Tra le ipotesi, accorpando un numero sufficiente di donazioni, c’è l’eventualità di un trasporto a Bologna con il beneficio per il Friuli della produzione di emoderivati. IL GAZZETTINO 18 FEBBRAIO 2010
L’INIZIATIVA Campagna degli Amici della Terra per cani e gatti Si sta formando un elenco di animali disponibili a dare il sangue
Udine - Quando un’emergenza sanitaria mette a rischio la vita di un cane o di un gatto, magari a causa di un incidente, le cure possono richiedere, nè più nè meno che per un essere umano, una trasfusione di sangue proveniente da un animale donatore. Ma trovare una sacca di sangue felino o canino è tutt’altro che facile.Rari i servizi di riferimento come quello avviato dall’Ospedale veterinario universitario dell’Università di Parma che ha attivato un servizio trasfusionale con una banca del sangue animale, o quello di Bologna. Nulla del genere risultava fino ad ora nel Friuli Venezia Giulia. Degno di nota quindi il tentativo che è stato appena intrapreso a Udine dagli Amici della Terra. L’associazione ha lanciato la campagna "Amici donatori di sangue" diffondendo negli ambulatori le locandine per pubblicizzarla. Siamo ancora alle primissime battute e c’è la necessità di estendere il più possibile il numero di donatori che è ancora limitato a meno di dieci cani e un paio di gatti (già tre tuttavia in poco tempo le donazioni effettuate).«La normativa è molto severa e vengono eseguiti una serie notevole di esami per accertare le condizioni del donatore» spiega Gabriella Giaquinta, degli Amici della Terra. Esiste il vantaggio quindi, per chi dona, del check up gratuito, oltre alla soddisfazione di poter salvare la vita a una bestiola in difficoltà. Un modo anche per tener lontano un mercato tutt’altro che trasparente ed eticamente lecito. Il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha disposto verifiche dei Nas in tutta Italia per stroncare abusi e tutelare gli animali perchè le associazioni animaliste temevano infatti che qualcuno lucrasse clandestinamente arrivando a rapire i gatti per destinarli alle trasfusioni di sangue. Le linee guida per l’esercizio della medicina trasfusionale in campo veterinario impongono la tracciabilità e un sistema di registrazione e archiviazione dei dati.
CORRIERE DELLA SERA
18 FEBBRAIO 2010
Allevano polli e tacchini in appartamento Montecchio Maggiore, la denuncia degli amministratori condominiali: alcune famiglie straniere allevano i pennuti a casa. Sanzioni da 25 a 500 euro
MONTECCHIO MAGGIORE (Vicenza) – Polli e tacchini in casa. Sono stati visti mentre venivano accompagnati dentro la porta dell’appartamento. In un caso, hanno raccontato alcuni amministratori condominiali al sindaco di Montecchio Maggiore, anche più di venti in un solo colpo. Pennuti che poi, però, non sarebbero stati più visti uscire dalle stesse abitazioni della cittadina del Vicentino da cui sono entrati: con il sospetto, sorto a qualcuno, che siano stati messi all’ingrasso e poi macellati. Il tutto dentro le mura di casa. Prende le mosse da questi episodi la nuova ordinanza, tradotta anche in inglese, bengalese e arabo, emessa dal sindaco leghista Milena Cecchetto che proibisce il ricovero negli appartamenti, nelle zone comuni e nelle terrazze, degli animali da cortile, pena una sanzione dai 25 ai 500 euro. Nello stesso provvedimento si fa divieto (con uguale contravvenzione) all’interno dei condomini di fare schiamazzi, eccessivo rumore, abuso di strumenti sonori, nonché di esercitare la prostituzione. «Con questa ordinanza – spiega Milena Cecchetto – non viene imposto nulla di diverso rispetto a quanto normalmente disciplinato dai regolamenti condominiali, che però in alcune specifiche realtà di Montecchio Maggiore, in particolare in quelle caratterizzate da una forte e a volte esclusiva presenza di stranieri, viene ignorato e completamente disatteso». WALL STREET 18 FEBBRAIO 2010
ANIMALI/La top list dei 25 primati a rischio estinzione
Parigi - Venticinque specie di primati sono a rischio estinzione se non verranno adottate quanto prime valide misure per proteggerli. E' l'allarme che verrà lanciato oggi in una conferenza allo Zoo di Bristol dall'Unione mondiale per la natura (IUCN) e da diverse altre organizzazioni di difesa della biodiversità. L'obiettivo - come ha spiegato all'Independent Russel Mittermeier, presidente della Commissione primati dell'Uicn - è quello di "incoraggiare i governi ad impegnarsi nell'introduzione e nell'incremento di misure a protezione delle specie". In totale, circa la metà (48%) delle 634 specie di primati viventi sulla Terra figurano già sulla lista rossa delle specie animali in pericolo stilata da 85 esperti dell'IUCN. Un numero in rapida progressione, poiché nel 2007 solo un terzo dei primati era a rischio, secondo l'organizzazione. Tra le specie maggiormente in pericolo cinque si trovano in Madagascar, sei sul continente africano, undici in Asia e tre in America latina. In cima alla lista vi è il Cat Ba lnagur (Langur dalla testa dorata) che vive nel nord est del Vietnam e di cui sono rimasti solo una sessantina di esemplari. Segue il lemuro del Madagascar, di cui restano un centinaio di individui, Le specie in maggiore pericolo non sono necessariamente quelle la cui popolazione è più ridotta, ma quelle che continuano ad essere oggetto di caccia da parte delle popolazioni locali. "In effetti la specie più rara di primate è il gibbone di Hainan, in Cina. Ma i cinesi hanno ormai messo in atto delle misure molto rigide per proteggerlo. Ecco perché non figura nella lista, perché ora non si puo più fare granché per lui", ha dichiarato alla France Presse Simon Stuart, presidente della commissione di sopravvivenza delle specie dell'IUCN. IL GIORNALE 18 FEBBRAIO 2010
«Altro che cattivi. Chi spara su di noi uccide la natura» In Italia ci sono circa settecentomila cacciatori e di questi almeno la metà avrebbe bisogno di fare dei corsi di aggiornamento perché non si può pensare di sparare a tutto ciò che si muove
MARIO ALBERTO CUCCHI
«In Italia ci sono circa settecentomila cacciatori e di questi almeno la metà avrebbe bisogno di fare dei corsi di aggiornamento perché non si può pensare di sparare a tutto ciò che si muove». a tremila appassionati e per noi è profondamente sbagliato considerare la caccia un passatempo o uno sport. Ai nostri tempi, come ha detto il ministro Prestigiacomo nella trasmissione Porta a Porta, la caccia deve avere una funzione sociale per gestire al meglio l'equilibrio ecologico-faunistico. Noi vogliamo essere dei sacerdoti della natura». LA NUOVA SARDEGNA 18 FEBBRAIO 2010
Avvistato uno squalo elefante tra le isole della Maddalena
LA MADDALENA (OT). E’ stato avvistato ieri mattina, dal personale del Parco addetto al monitoraggio, un esemplare di circa 7 metri di squalo elefante. Si trovava nell’area delle isole Barrettini. Dopo lo squalo balena, è il secondo pesce esistente più grande. Nonostante le sue dimensioni, però, (la sua lunghezza può arrivare sino a 10 metri e il peso a dieci tonnellate) è un animale inoffensivo. La sua presenza, nel mar Mediterraneo, è considerata regolare soprattutto in primavera.
IL GAZZETTINO DI BELLUNO
18 FEBBRAIO 2010
Capriolo ucciso, dalla rabbia
DOMEGGE (BL) - È morto di rabbia il capriolo rinvenuto nei giorni scorsi a Facen. Lo hanno confermato le analisi eseguite sulla carcassa, che porta a due gli animali contagiati in comune di Domegge di Cadore. La prima vittima del virus era stata un tasso.
ANSA
18 FEBBRAIO 2010
Animali: volpe affetta da rabbia, primo caso in Trentino
La carcassa era stata trovata il mese scorso a Mazzin di Fassa
TRENTO - Una volpe trovata morta il mese scorso a Mazzin, in Val di Fassa, era affetta da rabbia. La conferma arriva dal veterinario dall'Azienda sanitaria.
Si tratta del primo caso in Trentino dopo l'allarme lanciato alla fine del 2009 e che ha portato all'avvio della vaccinazione obbligatoria per cani e animali da alpeggio. l'Azienda sanitaria rassicura che la situazione e' sotto controllo e che la campagna vaccinazione prosegue. Intanto la vaccinazione obbligatoria per tutti i cani e' stata estesa da oggi anche in Alto Adige. ANSA AMBIENTE 18 FEBBRAIO 2010
PESCA: VIRUS UCCIDE SALMONI CILE E PREZZO MONDIALE VOLA/ANSA
ROMA - Se continua questo trend, avere in tavola il salmone il prossimo Natale potrebbe essere un lusso: la moria di pesci causata da un virus che ha decimato gli allevamenti cileni sta provocando un aumento incontrollato dei prezzi in tutto il mondo, e anche se il problema non riguarda la salute in Italia potrebbe 'infettare' rapidamente i nostri portafogli. A colpire i numerosi allevamenti del Paese sudamericano e' un virus che colpisce i globuli rossi dei pesci, uccidendoli per anemia. Anche se letale per il salmone atlantico questa malattia no ha alcun effetto sull'uomo: ''se si mangia un pesce colpito dalla malattia non si corre pericolo - conferma Giuseppe Bovo, responsabile del Centro di Referenza Nazionale per l'ittiopatologia di Padova -, persino nel caso che venga consumato crudo. La patologia e' ben nota fin dal 1987 e ha colpito soprattutto gli allevamenti cileni perche' li' non ci sono adeguati controlli e pratiche sanitarie che invece sono applicate dagli altri grandi paesi produttori come la Norvegia''. Secondo quanto riporta il Financial Times, la produzione cilena e' crollata del 75% in due anni, passando dalle 400mila tonnellate del 2008 alle 90mila previste per quest'anno, con una perdita di almeno 5mila posti di lavoro. Il calo dovrebbe continuare l'anno prossimo, mentre una prima timida inversione di tendenza si potrebbe avere solo nel 2012. Ad approfittare della situazione sembrano essere gli altri grandi produttori mondiali, con in testa la Norvegia, che gia' detiene il primato nella produzione. Dall'inizio dell'anno il prezzo del salmone atlantico norvegese e' salito del 20% a 4,6 euro, e il trend in ascesa non sembra fermarsi. ''In realta' il salmone cileno e' destinato ai mercati del nord America e del Giappone, mentre da noi arriva soltanto quello norvegese - continua l'esperto - ma le speculazioni fanno si' che il prezzo si alzi in tutto il mondo. In Italia invece non ci sono allevamenti di questi pesci, perche' hanno bisogno di acqua molto fredda: c'e' stato solo un tentativo a Venezia qualche anno fa ma d'estate i salmoni sono tutti morti''. La Norvegia sta cercando di approfittare del momento per aumentare la propria produzione, e gli analisti si aspettano che la quota di mercato mondiale passi dal 50 al 70% entro la fine dell'anno. Anche Canada e Gran Bretagna stanno aumentando le produzioni, anche se non riusciranno a coprire totalmente la perdita produttiva sudamericana. In Cile gli allevamenti sono sotto accusa anche da parte degli ambientalisti, secondo cui le gabbie in cui vengono tenuti i pesci sono sovraffollate e vengono usati troppi prodotti chimici. |
CORRIERE DELLA SERA
18 FEBBRAIO 2010
Esperimento sugli animali
Riparare la cartilagine con un gel
Allo studio due preparati «ricostruttivi» che stimolerebbero la crescita del tessuto articolare
Elena Meli
MILANO - Al solito, ci sarà un po' da aspettare prima che le novità raccontate sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences possano arrivare in clinica. Ma se le due strade (molto simili) percorse da studiosi statunitensi ed europei dovessero rivelarsi percorribili, riparare le cartilagini delle articolazioni potrebbe diventare più semplice e sicuro.
NANOMATERIALE – In entrambi i casi gli esperimenti sono stati condotti sui topolini, per cui saranno necessarie parecchie verifiche prima di arrivare all'uomo; in entrambi i casi si tratta di promuovere la ricostruzione della cartilagine mediante due procedimenti che prevedono l'uso di gel stimolanti locali. La prima ricerca, che arriva dalla Northwestern University di Chicago, ha previsto l'uso di un gel di nanofibre: in pratica, piccoli peptidi lipofili e idrofili che dopo essere stati iniettati sotto forma di gel nell'articolazione, dove c'è la cartilagine danneggiata, riescono ad autoassemblarsi formando una matrice più solida. «Questa matrice è molto simile a quello che normalmente la cartilagine “vede” nell'articolazione; soprattutto, la matrice riesce a legare un fattore di crescita, TGF-beta1 – racconta Ramille Shah, l'esperto di scienza dei materiali che ha messo a punto il gel –. Mantenendo alta e molto localizzata la concentrazione di TGF-beta1 si riesce a stimolare la formazione di nuova cartilagine a partire dalle cellule del midollo osseo. Tra l'altro la nostra nano-matrice lega i fattori di crescita già presenti nell'organismo, rendendo inutile l'inoculazione di costosi fattori di crescita sintetici». Nel giro di un mese, stando agli esperimenti sugli animali, la cartilagine si rigenera. Con risultati migliori rispetto all'altra tecnica a oggi disponibile per stimolare la formazione di nuova cartilagine, la produzione di microfratture (ovvero minuscoli forellini praticati nell'osso sottostante la parte danneggiata per richiamare sangue e facilitare la sintesi di cartilagine). La nuova cartilagine prodotta grazie al nanogel, inoltre, è più simile a quella normale, perché è ricca di fibre di collagene di tipo due; quella generata a seguito di microfratture, invece, è più simile a una «cicatrice», ricca di collagene di tipo uno.
GEL – Il secondo studio racconta gli esperimenti di un gruppo di ricercatori dell'università di Friburgo, in Germania, che hanno invece sfruttato un gel di agarosio, una sostanza molto usata nei laboratori per far crescere le colture cellulari. Iniettandolo nei topolini nello spazio che sta fra l'osso e il periostio (la membrana ossea esterna), nel giro di tre settimane ha consentito la formazione di nuova cartilagine: succede perché, spiegano gli autori, in questa sorta di bioreattore che si viene a creare all'interno dell'osso il gel “soffoca” le cellule e la mancanza di ossigeno è uno dei segnali che fanno partire la sintesi di nuova cartilagine. Questa, una volta prodotta in quantità, è stata quindi estratta e trapiantata dove serviva, a livello articolare. Con un buon successo, visto che si è adattata bene al nuovo ambiente e anche dopo nove mesi era ancora lì, senza dare segni di degenerazione. «Il metodo è veloce, non costoso e consente di ottenere buone quantità di cartilagine a partire dalle proprie cellule – osserva l'autore dello studio, Prasad Shastri –. Con l'ingegneria genetica e la biologia molecolare oggi riusciamo a togliere parti di cartilagine sana e farla ricrescere in vitro per poi reimpiantarla: il procedimento però è complicato, lungo e costoso, inoltre occorre tempo perché l'impianto sia di nuovo perfettamente funzionale. Il nostro metodo potrebbe superare queste difficoltà, usando le cellule del nostro organismo per produrre nuova cartilagine».
CONFERME – Per capire se una delle due strade potrà avere successo nell'uomo occorrono nuove verifiche; di certo si tratterebbe di una novità parecchio utile, perché come spiega Samuel Stupp, che ha collaborato alla ricerca statunitense e dirige l'Istituto sulle Bionanotecnologie in Medicina di Chicago, «la cartilagine non cresce più, una volta diventati adulti. Ma i danni alle cartilagini articolari riguardano tantissime persone e provocano dolori, artrosi e perdita delle capacità funzionali, con un impatto economico enorme e in crescita, visto l'invecchiamento della popolazione generale. Ben vengano quindi metodi alternativi per rigenerare la cartilagine», conclude Stupp.
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