17 OTTOBRE 2009
Il drammatico appello di un autotrasportatore Gli rubano il cane alla stazione di servizio: "E' malata e per noi è come una figlia: ridatecela, vi prego"
SETTIMO TORINESE (TO) - Sissi, pelo bianco e musetto dolcissimo, è un barboncino che il prossimo 28 dicembre compirà 13 anni. Due mesi fa ha subito un intervento per l’asportazione di un tumore, e non vede dall’occhio sinistro. Per Donato Previtero e sua moglie Monique Leteutre è come una figlia.
LA NUOVA SARDEGNA
17 OTTOBRE 2009
Bortigali, cavallo rubato ammazzato a bastonate
BORTIGALI (NU). Furti di bestiame in aumento a Macomer e nel Marghine. Negli ultimi mesi sono stati messi a segno dei furti in quasi tutti i paesi della zona. L’ultimo episodio è di pochi giorni fa quando dalle campagne di Bortigali sono stati rubati due cavalli di razza. Gli animali sono stati poi ritrovati lungo la strada ferrata della linea Macomer-Nuoro ad alcuni chilometri di distanza dal luogo dove erano stati presi. Uno era morto, l’altro gravemente ferito e malridotto. Pare che a causare le ferite agli animali e la morte di uno dei due siano state le bastonate e i maltrattamenti inferti dai ladri. I due cavalli, infatti, sono stati picchiati selvaggiamente. L’animale ucciso avrebbe dovuto partecipare a breve alla fiera regionale dei cavalli. Sull’episodio indagano i carabinieri. Dai primi di settembre nel mirino degli abigeatari sono finiti allevatori di tutti i comuni del circondario. Furti di bestiame sono compiuti nelle campagne di Sindia, Macomer, Borore, Bortigali e Silanus. Prese di mira anche le case di campagna dalle quali sono stati rubati arredi e attrezzature agricole. Non sono state risparmiate neppure le vigne.
L'Unione Sarda
Sabato 17 ottobre 2009
Bortigali (Nuoro). Misterioso raid notturno nei giorni scorsi, un altro animale trovato agonizzante
Rubato e ucciso un cavallo da corsa
FRANCESCO OGGIANU
Brtigali (NU) - Un misterioso raid, compiuto in perfetto stile mafioso, ha sconvolto il mondo dell'ippica isolano. Due cavalli da corsa, che dovevano partecipare a una rassegna regionale in programma oggi ad Abbasanta, sono stati rubati a Bortigali e poi bastonati selvaggiamente. Uno è stato trovato ormai morto lungo la ferrovia, l'altro invece era ancora vivo ma con gravissime ferite, tanto che probabilmente verrà abbattuto.
Un giallo inquietante, sul quale il riserbo dei carabinieri, ma anche degli allevatori del paese, è assoluto. I due cavalli sono stati rubati nei giorni scorsi dal recinto di un allevamento a valle dell'abitato di Bortigali (il nome del proprietario viene però tenuto segreto dalle forze dell'ordine), mentre si trovavano al pascolo. Un episodio avvenuto durante la notte, anche se l'allarme è scattato solo il giorno successivo. Subito sono scattate le ricerche in tutto il territorio, ma dei due cavalli nessuna traccia. Sembravano spariti nel nulla, tanto che si pensava ad un furto su commissione. L'altro ieri, invece, uno dei due cavalli è stato trovato morto lungo la ferrovia tra Bortigali e Silanus. Il povero animale è stato massacrato a bastonate. Poco distante è stato trovato anche l'altro destriero, ancora vivo, ma ridotto male dalla bastonate ricevute. Subito è stato sottoposto alle cure dei veterinari, ma anche per questo splendido animale l'abbattimento appare inevitabile. Probabilmente i ladri hanno dovuto usare la violenza per costringere i due quadrupedi a seguirli, così hanno tirato fuori i bastoni. O forse il loro obiettivo era proprio quello di ucciderli in quel modo agghiacciante e barbaro. Quanto è avvenuto ha suscitato scalpore e rabbia nel paese e in tutto il Marghine, dove la cultura del cavallo è radicata da tempo. A Bortigali esiste anche una associazione che organizza delle manifestazioni e tanta gente che si dedica a questo tipo di allevamento e partecipa spesso alle più importanti gare sarde. Uno dei due cavalli pestati a bastonate doveva partecipare alla rassegna ippica regionale, che si tiene oggi a Tanca Reggia ad Abbasanta. L'UNITA' 17 OTTOBRE 2009
Iran: da' fuoco a un asino
TEHERAN - Un agricoltore colpevole di avere ucciso con crudelta'un asino in Iran e'stato condannato ad imparare a memoria i detti di Maometto. E' avvenuto nella provincia di Fars. L'uomo e' stato giudicato colpevole di avere dato fuoco ad un asino, che era entrato sul suo terreno.L'imputato e'stato condannato a ricevere 50 frustate, ma poiche'non aveva precedenti penali,il giudice ha deciso che dovra' imparare 20 frasi di Maometto e dei 12 Imam che esortano a trattare bene gli animali.
IL GAZZETTINO
17 OTTOBRE 2009
Le carcasse di due cani di grossa taglia..
Provincia di Venezia - Le carcasse di due cani di grossa taglia sono state trovate sulla spiaggia di Sottomarina. Entrambi gli animali aveva un cappio di nylon stretto intorno al collo.Mistero nel mistero: fotografati da una coppia, i corpi dei cani sono spariti prima dell’arrivo dei veterinari dell’Usl. I due animali sono stati sicuramente maltrattati prima di essere gettati in acqua.
RIVIERA 24 17 OTTOBRE 2009
E' strage di gatti investiti davanti al canile di Ventimiglia, l'appello di Giorgio Marchesi
Fabrizio Tenerelli
Ventimiglia (IM) - 'La precedente amministrazione, presieduta dall'avvocato Giorgio Valfrè, aveva autorizzato il collocamento di due 'cordoli' al fine di limitare la velocità dei veicoli in transito. Nove giorni or sono, gli stessi sono stati rimossi...'. E’ allarme per i gatti investiti al canile comunale di Ventimiglia. A lanciarlo e’ Giorgio Marchesi della Lega del Cane, che aferma: ‘Questo è il quarto gatto travolto ed ucciso da veicoli in transito davanti all'ingresso del Canile Comunale Consortile, di via Peglia a Ventimiglia. Il veterinario Diego Ferrari (nella foto, ndr), ne ha constatato il decesso, dovuto a schiacciamento. La precedente amministrazione, presieduta dall'avvocato Giorgio Valfrè, aveva autorizzato il collocamento di due 'cordoli' al fine di limitare la velocità dei veicoli in transito. Nove giorni or sono, gli stessi sono stati rimossi. Il sindaco di Ventimiglia da noi interpellato, ha risposto di non saperne nulla’. Ancora Marchesi: ‘Mercoledì 14, è stato depositato presso il Comune di Ventimiglia, un documento, contenente appello in favore del riposizionamento di 'dissuasori di velocità, sottoscritto da una quarantina di persone: dipendenti della struttura, volontari, visitatori e via dicendo. Per intervenire, si attende che si verifichi l'investimento di una Persona?’.
RIVIERA 24
17 OTTOBRE 2009
Altri due mici uccisi nelle vicinanze del canile di Ventimiglia, l'allarme di Giorgio Marchesi
Fabrizio Tenerelli
Ventimiglia (IM) - Il numero dei gatti investiti e ucciso e’, dunque, in costante crescita.
Continua, a detta di Giorgio Marchesi della Lega del Cane, di Ventimiglia, la falcidia dei mici, nei pressi del canile municipale. ‘Questa mattina, ne hanno investiti altri due – commenta Marchesi – ma i responsabili si sono guardati bene di fermarsi’. Il numero dei gatti investiti e ucciso e’, dunque, in costante crescita.
IL MATTINO
17 OTTOBRE 2009
I bocconi avvelenati continuano a disseminare morte
San Nicola Manfredi (BN). I bocconi avvelenati continuano a disseminare morte nelle territorio sannicolese. Torna quindi a colpire la mano del killer degli animali. A Toccanisi continua ad agire l'anonimo avvelenatore di cani. Sdegno e diffusa preoccupazione per la morte di Rondinella, un cane meticcio di 4 anni. Non è soltanto il proprietario del cane ad essere preoccupato. C'è, infatti, un diffuso senso di paura abbinato alla convinzione che ad agire, anche in questo caso, sia stato qualcuno che odia i cani. La voce ha fatto il giro della zona. «C'è qualcuno che ha sparso veleno: non portate lì i cani». «La situazione è grave - afferma un cacciatore, che lo scorso anno ha perso due cani - a questo punto non c'è nessuno che possa difendersi dalla minaccia-veleno, invisibile e per questo ancor più ignobile. Quella polverina "maledetta" potrebbe colpire chiunque, anche un bambino portato in quella zona». I sintomi per i cani dopo l'avvelenamento sono sempre di tipo convulsivo e il tempo a disposizione per intervenire con un antidoto del veleno è ridottissimo e dipende, ovviamente dalla quantità di veleno assorbita dal corpo dell'animale. Difficilmente però questi animali riescono a superare le 24 ore senza alcun intervento farmacologico e se arrivano dal veterinario 48 ore dopo, salvarli è veramente un'impresa miracolosa. In caso di sospetto avvelenamento: mettersi in contatto telefonico con il centro veterinario più vicino; cercare di far vomitare il cane: utile a questo scopo, in assenza di farmaci emetici, la somministrazione di una sospensione di bianco d'uovo montato a neve. Comunque non dare mai latte. Una volta effettuato tutto quanto necessario per salvare l'animale colpito, si dovrà esporre denuncia alle forze dell'ordine.
CORRIERE FIORENTINO
17 OTTOBRE 2009
La storia Due esemplari già uccisi, sospetti (e una taglia) su un agricoltore
Il cecchino che spara ai cavalli di Genova
Fuoco su una mandria libera. Ora sarà chiusa in un recinto
DAL NOSTRO INVIATO
Marco Imarisio
BORZONASCA (Genova) — Nella nebbia del mattino si intuiscono soltanto. Sbuffi di fiato, rumore di zoccoli, e poi una sagoma che si ritira tra conifere e castagni non appena sente la presenza degli umani. Cavalli selvaggi, a dieci chilometri dal casello di Chiavari.
La mandria è composta da un centinaio di esemplari di razza bardigiana, animali da lavoro che fino agli anni Sessanta servivano per portare legna in cima all’Appennino ligure. Vivono allo stato brado da tempo immemorabi-- le, perpetuandosi tra loro. I loro proprietari non sanno più neppure di averli. Se ne ricordano ogni tanto, sempre meno di frequente, quando hanno bisogno di soldi e allora ne devono catturare uno per portarlo al macello. Mai per pagare i diritti di pascolo. Così, la mandria cresceva come un segreto ben custodito nel parco dell’Aveto, all’ombra del monte Aiona nell’alto entroterra di Levante. A due passi dalla civiltà, dalle code in autostrada dei turisti diretti a «Santa» o a Rapallo, dal nostro mondo asfaltato. Le due cavalle sono state ammazzate allo stesso modo. «Con un colpo da vero bastardo», sintetizza Michele Pegna, il veterinario della Asl che ne ha esaminato i resti. Una fucilata, sempre con la stessa arma. Sempre con lo stesso tipo di pallini, piccoli, da caccia alla lepre. A distanza ravvicinata, massimo tre metri, sul lato sinistro. L’unico modo possibile per arrivare al cuore di un animale grosso con munizioni così piccole, procurando però una agonia infinita. Le associazioni ambientaliste sostengono che nell’ultimo anno questa fine sia toccata ad almeno altri dieci esemplari. Hanno messo una taglia, 2.000 euro, a chi fornisce notizie sull’assassino di cavalli al maresciallo della stazione dei carabinieri di Borzonasca. Abbiamo saputo dell’esistenza di questa «anomalia» nel momento esatto in cui la sua scomparsa viene timbrata dai colpi di un fucile. Perché è finita, la storia dei cavalli selvaggi del monte Aiona. Ne è ben consapevole anche Enrico Bertozzi, il custode del segreto. L’uomo che ha trovato le carcasse e ha dato vita alla mobilitazione. Se questo fosse davvero il Wyoming, come è stato detto e scritto, un tipo come lui sarebbe parte integrante del paesaggio. Uno che racconta storie davanti al fuoco di un bivacco. Dirige la scuola chiavarese di fumetto. Non a caso ama il tratto di Ivo Milazzo, l’inventore di Ken Parker, detto Lungo Fucile, il personaggio che in una costellazione di Tex e Zagor ha portato l’estetica del western crepuscolare dove viene raccontata la fine di un’era, e lo spaesamento di chi la vive. A lui, che fin da bambino sublima la passione per il cavallo scrivendone per riviste specializzate, sta capitando la stessa cosa. «Ho lanciato l’idea delle adozioni. Spero così di salvarne il più possibile. Sapevo che non poteva andare avanti a lungo. Allo stato brado sono belli ma hanno effetti collaterali». Tre anni fa, alcuni esemplari erano arrivati fino sulla piazza di Borzonasca. Erano stati presi in consegna dal Comune, che li aveva nutriti fino a che aveva trovato un acquirente. Costo delle libagioni: seimila euro. «Qui non siamo nel Texas» dice il sindaco Giuseppe Maschio. «Pensi se per caso diffondessero delle malattie, o assalissero gli umani». Lo hanno mai fatto? «No, finora no. Danno fastidio solo agli agricoltori». A sparare è stato uno di loro. Non certo per la taglia, forse per cattiva coscienza, ma hanno telefonato in molti, facendo un solo nome e cognome. In fondo non importa. Non sparerà più, il suo obiettivo è stato raggiunto con due sole schioppettate. I cavalli finiranno in un recinto. La Prefettura di Genova aveva elaborato un piano aggressivo di cattura in sella che si è infranto davanti al categorico rifiuto di Bertozzi, l’unica persona in grado di attuarlo. Regione e Provincia saranno invece chiamate a definire un’area recintata a pascolo libero del Parco dell’Aveto dove verrà messa la mandria. I proprietari che non reclameranno diritti verranno espropriati entro un anno. Ma poi si porrà la questione della vendita. L’acquirente è di una sola categoria: macellerie equine. L’unica altra strada è quella proposta da Bertozzi, l’adozione. «Se non sono di nessuno, allora è possibile che associazioni o privati se ne prendano cura. So che è difficile, ma altrimenti… » . Con Enrico Bertozzi abbiamo cercato di non scivolare nello stereotipo. L’uomo che sussurrava ai cavalli, il Tex Willer del Levante, cose del genere. Ma alla fine se ne esce con una frase davvero crepuscolare: «Era stupendo. Dovevi vederli all’alba, sull’altopiano. Ma qui da noi le cose belle non durano». E titoli di coda migliori o peggiori di questi non possono davvero esserci.
LUNA SET
17 OTTOBRE 2009
Esclusiva! Vallone della Dia: «L'ultima moda dei Clan? Utilizzare animali feroci»
Mariangela Mingione
Provincia di Napoli - GUARDA IL VIDEO - «L’uso di animali feroci o esotici per spaventare i taglieggiati è ormai di moda». Maurizio Vallone, capo della Dia di Napoli (Ministero dell’Interno, Dipartimento polizia di Stato), in esclusiva a Tv Luna 2, racconta tutte le fasi dell’operazione «Kaimano», che ha portato all’arresto di cinque persone, tra cui il capozona di Orta di Atella Antonio Cristofaro. Quest’ultimo, infatti, spaventava gli imprenditori, mostrando un alligatore di due metri e nutrendolo, in loro presenza, con conigli e topi vivi. «Già nei primi anni ’90 – spiega Vallone – rinvenimmo un leone nell’abitazione di Raffaele Brancaccio, ora diventata la sede di un’associazione per l’infanzia, gestita da un sacerdote. Nella casa di un pregiudicato di Poggioreale, invece, trovammo un leopardo, ma c’è stato anche chi ha optato per serpenti o altri animali esotici». L’operazione «Kaimano» ha bloccato un gruppo di cinque persone, operante a Cesa, Succivo, Orta di Atella e Frattamaggiore. In manette, oltre ad Antonio Cristofaro, anche Michele Cristofaro, 29 anni, nato a Cesa ma residente ad Orta di Atella, Giuseppe Ferriero, 31 anni, nato a Cesa e residente a Frattaminore, Pasquale Landolfo, 27 anni, nato ad Aversa e residente a Frattaminore e Domenico Migliaccio, 30 anni, nato e residente a Frattaminore. «Ad Orta di Atella ci siamo accorti – continua ancora il capo della Dia – di alcuni cantieri inspiegabilmente fermi, nonostante le opere fossero avviate da tempo. Abbiamo incontrato gli imprenditori e, nonostante la loro ritrosia, siamo riusciti a convincerli che fosse nel loro interesse denunciare gli estorsori, così sarebbero potuti ritornare al lavoro. Lo scenario che ci hanno delineato era sconfortante: ad imperversare era un gruppo di appena cinque persone, che imponeva tangenti per decine di migliaia di euro. I manager venivano prelevati dai cantieri e condotti al cospetto del capozona, per essere minacciati con armi o droghe. A loro, poi, veniva mostrata la scena del feroce coccodrillo che mangiava prede vive. Con questo escamotage riuscivano a farsi consegnare i soldi, che in un caso hanno raggiunto anche quota 75 milioni, più una rendita mensile».
VIDEO
http://www.lunaset.it/component/content/article/60-primo-piano/16115-esclusiva-vallone-della-dia-lluso-degli-animali-feroci-per-spaventare-e-una-moda-tra-i-clanr.html
CORRIERE DELLA SERA
16 OTTOBRE 2009
La videodenuncia di un regista sta scuotendo il Paese
A milioni soffocati nelle camere a gas Il destino dei cani randagi giapponesi
Più di trecentomila animali al mese vengono soppressi con il Co2, una morte atroce tra guaiti strazianti
Francesco Tortora
MILANO - Ogni giorno quasi 1000 cani finiscono nelle camere a gas in Giappone, una tragica realtà che vivono gli animali domestici senza un padrone nel paese nipponico. Lo racconta il documentario «Cani, gatti e uomini» girato dal regista del Sol Levante, Motoharu Iida, che sta facendo grande rumore. Il regista, cifre alla mano, dichiara che ogni mese circa 310.000 amici a quattro zampe sono introdotti nelle camere a gas e soppressi dopo aver patito sofferenza atroci. Secondo quanto dichiara il sito France24, il Giappone non sarebbe l'unico stato a praticare questi atroci delitti. Anche negli Stati Uniti la pratica di gasare i cani starebbe prendendo piede, mentre la «civile» Europa si sbarazza dei randagi praticando per lo più l'iniezione letale.
COCCOLATI E ABBANDONATI - Agli occhi dei più il Giappone appare come lo Stato nel quale i cani e in generale gli animali domestici sono trattati meglio. Passeggiando per le strade di Tokyo o delle altre grandi città giapponesi si possono vedere centinaia di amabili padroni che coccolano e portano a spasso i loro amici a quattro zampe. Vestiti di tutto punto gli animali spesso partecipano a succulenti e costosissimi pranzi. Ma c'è anche l'altra faccia della medaglia: i cani abbandonati sono destinati a un'atroce morte. L'orribile pratica della camera a gas è accettata dallo Stato. Secondo la commissione intergovernativa che si occupa della salute degli animali «l'utilizzo del gas per uccidere gli animali non è raccomandato, ma allo stesso tempo è tollerato». Il documento stilato dalla stessa commissione afferma anche che l'introduzione nelle camere a gas provoca «patimenti» e «sofferenze intense» agli animali, mentre dichiara che l'iniezione letale è molto meno dolorosa.
I VIDEO - Un video apparso sul network giapponese Fuji tv, mostra le sofferenze vissute dai cani randagi una volta introdotti nelle camere a gas. Ogni volta circa 20-30 animali sono chiusi in una cassa d'acciaio. Dopo alcuni minuti un impiegato aziona il gas che è velocemente pompato nella struttura d'acciaio. Il veleno si diffonde e gli animali cercano invano di uscire dal portellone da cui sono entrati, ma quest’ultimo naturalmente è chiuso. Con le zampe tentano di rompere i vetri infrangibili della cassa. Si sentono i rantoli penosi e sofferenti dei randagi che diventano sempre più deboli. All'improvviso i cani smettono di abbaiare. «Tutti noi siamo responsabili di queste orrende pratiche - dichiara il regista Motoharu Iida al Mainichi Daily News -. Ma ci sono alcune persone che fanno finta di non vedere perché la realtà è troppo penosa».
«REALTA' ORRIBILE» - Su “Giappopazzie”, blog di un italiano che vive a Takarazuka e ideato per diffondere la cultura e le bellezze del Giappone, la triste vita dei cani nel paese nipponico è raccontata senza indugi. «La realtà e' orribile - scrive il blogger Luca che parte narrando le peripezie dei cuccioli venduti all'interno dei negozi di animali domestici -. Migliaia di negozi vendono cani come fossimo al supermercato. I cani alloggiano in celle grandi di solito 50x50 cm e spesso il cagnetto giace nelle sue feci anche se queste ultime vengono rimosse di frequente». Ma il destino dell'animale diventa ancora più atroce se entro sei mesi non è acquistato da nessuno: «Molti negozi mandano i cani alla camera a gas per essere soppressi - taglia corto Luca -. L' invenduto viene eliminato».
L'Unione Sarda
Sabato 17 ottobre 2009
Oniferi (Nuoro) - Si indaga sulle cause dell'incendio
Allevamento in cenere, morte decine di vacche Morte nel rogo decine di vacche
È durato più di venti ore il violentissimo rogo, la cui origine non è stata ancora accertata, scoppiato giovedì sera in un'azienda zootecnica nei pressi di S'Iffurcau, nelle campagne tra Oniferi e Orotelli, che già qualche anno fa era stata devastata da un attentato incendiario. Ieri sera i vigili del fuoco erano infatti ancora al lavoro nel capannone adibito a fienile, all'interno del quale erano stipate migliaia di gigantesche rotoballe di foraggio.
LECCE PRIMA
17 OTTOBRE 2009
TORNA LA FESTA DE “LU PORCU MEU” A MURO LECCESE
Appuntamento annuale con la festa de “Lu porcu meu”, una delle sagre popolari più note del Salento: scorsetta di maiale, tradizioni, musica e folklore nella due giorni. Domani la Fiera mercato
MURO LECCESE (LE) - E’ un appuntamento fisso dell’autunno salentino: la festa de “Lu Porcu meu” a Muro Leccese rinnova il consumo della carne di maiale nelle sue diverse possibili degustazioni e si presenta come un evento speciale per la popolazione murese, che ogni terza domenica di ottobre, rigenera il rapporto con la tradizione, seppur con qualche variazione rispetto ai rituali di un tempo. Anticamente, infatti, secondo un racconto popolare, in occasione della festa dei santi Medici, si usava allevare un maialino che circolava libero per le vie del paese, per essere fatto crescere dalla collettività. Il suo “porcile” era la piazza del paese dove, in mezzo al fango e alla sporcizia, passava i suoi giorni ingrassando.Nel giorno prestabilito veniva ucciso e cucinato in enormi recipienti di rame rosso e tutti gli abitanti avevano il diritto di mangiare un po’ di quella carne lessa per devozione ai santi festeggiati. Questa tradizione, oggi non esiste più, ma gli abitanti di Muro continuano a portarsi in dote il soprannome di “porci”, legato peraltro ad un aneddoto antico. Si dice, infatti, che un allevatore di maiali aveva costruito un grande recinto all’aperto in grado di contenere la mandria; un giorno cadde tanta pioggia che l’uomo, per evitare che i maiali potessero prendersi un malanno, ebbe la brillante idea di farli asciugare in un grande forno, finendo con arrostirli tutti. Ma lo sciocco padrone non se ne avvide e sghignazzando, diceva ai presenti: “Guardàti comu sta ritene, pare ca sta sciòcane” (Guardate come ridono, sembra che stiano giocando).
La “scorsetta” di maiale cotta alla brace continua a rappresentare il piatto forte della sagra, organizzata dall’Associazione Ricreativa “La Pastorella”, e giunta alla sua 26esima edizione. Ad allietare le serate musicali, ci sarà questa sera, sul palco allestito nell’area mercatale di via Indipendenza, il complesso folk “Orchestra Patera”. Domenica 18, si svolgerà la tradizionale Fiera Mercato, con le bancarelle via Liborio Riccio e via Indipendenza, fino all’atteso appuntamento con la “Cuccagna”, con premi in denaro e prodotti tipici, fissato alle 17,30 nell’area mercatale. Domani sera, concerto del gruppo folk “La Coppula”.
IL TIRRENO
17 OTTOBRE 2009
PADRONA CERCA IL CAGNOLINO BALU
A Torre del Lago (LU) è stato smarrito Balù, cane Yorkshire, di 8 anni di età, pelo grigio, di taglia media, con collare con medaglietta a forma di osso, con nome e numero di cellulare della proprietaria; ha anche chip. Chi ha notizie telefoni al 338 2523026.
http://persietrovati.blogspot.com/2009/10/torre-del-lago-lu-smarrito-cane.html
LIBERO
17 OTTOBRE 2009
Niente Pretty Woman, stavolta Gere si innamora di un cane
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«Quando ho girato il film sulla storia vera vissuta da Hachi, un cane di razza Akita, e dell’amicizia con il suo padrone ho pianto come un bambino», racconta l’affascinante Richard Gere, giunto al Festival di Roma per parlare di “Hachiko: A Dog’S Story”, film Fuori Concorso nella sezione Alice, in uscita a Natale, di cui è protagonista nel ruolo di Parker Wilson. Se in “Pretty Woman” era il “Principe Azzurro” che riscattava una donna inizialmente conosciuta per sue prestazioni sessuali, qui mostra il suo vero volto: «Più entravo in questa storia senza tempo, più capivo la forza della vita con una favola adatta a tutte le età», prosegue, «il film l’ho girato in omaggio a mio figlio di 9 anni e al mio cane». A dirigerlo è il premio Oscar Lasse Hallstrom. È il commovente riadattamento americano del lungometraggio firmato nel 1987 dal giapponese Seijirò Koyama. «Potrebbe essere anche un film muto», aggiunge Gere, «l’assoluta dedizione di Hachi verso il suo padrone, che grazie all’amore ci trasmette il potere dei sentimenti forti. Originariamente Parker era un professore anziano, oggi è un personaggio di mezza età. Ogni giorno viene accompagnato alla stazione da Hacki che resta in attesa fino al suo ritorno, mostrandoci l’assoluta dedizione». Lavorare con un cane? «È come lavorare con un bambino», risponde, «può accadere qualcosa di magico in qualsiasi momento». Infatti ieri sera ha sfilato sul red carpet in compagnia del cucciolo e gli applausi si sono fatti sentire. Gere pratica il buddismo «Ho incontrato il Dalai Lama, una persona di grande impatto che ha la forza di un leone», dice, «l’Occidente ha prodotto filosofi e movimenti spirituali molto simili». Commenta anche il Premio Nobel a Barack Obama: «Sono rimasto un po’ sconcertato, ma credo che questo sia un modo di ricordargli che nel momento in cui ci si siede su quella poltrona c’è il pericolo che diventi come tutti gli altri. Spronandolo, invece, saprà cosa fare».
IL GIORNALE
17 OTTOBRE 2009
GERE: CON CERTI CANI C'E' UN LEGAME SPIRITUALE
L’attore è protagonista di «Hachiko», la storia dell’animale che, dopo la morte del suo padrone, lo ha atteso alla fermata del treno per dieci anni. Il divo: «Pensavo di recitare per mio figlio, ma è un film per adulti»
Cinzia Romani
Roma Si guardano negli occhi, appartenendosi al primo sguardo, mentre, alla stazione, calano freddo e buio. Poi fanno il bagno, abbracciati nella vasca e mangiano i popcorn dalla stessa scodella, insieme sul divano, stretti stretti davanti alla tivù. Ovvio che la moglie di lui s’impensierisca, chiamando Hachiko «ospite di passaggio» e non vedendo l’ora di sbarazzarsene. Ma quel cane di gran razza, con le orecchie a punta, il muso angoloso e l’espressione intelligente, che il professor Parker s’è portato a casa, all’improvviso, sarà il compagno inseparabile dell’uomo, scelto fra tanti come padrone da una bestiola unica, spedita dal cielo. Con buona pace di moglie e figlia, che dalla finestra guardano i due, il serio prof (Richard Gere) e il cane, un hakita con 4.000 anni di pedigree, rotolarsi sul prato, felici. Preparate i fazzoletti, allora, per quando Hachiko-A Dog’s Story, delicato film dello svedese Lasse Hallstrom (Chocolat, Le regole della casa del sidro, Casanova), dopo Natale uscirà sugli schermi. Intanto, ieri il battesimo all’Auditorium, fuori concorso e nella sezione Alice, dedicata ai ragazzi.
E invece, questo remake Usa di Hachiko Monogatari, pellicola giapponese di Seijiro Koyana, datata 1987 e ispirata alla vera storia di Eisaburo Ueno, docente all’Università di Tokyo negli anni Venti, legato al suo cane da un vicendevole amore, pare più adatta agli adulti. «Solo alla fine ci siamo accorti d’aver girato un film per adulti, non per bambini. Anzi, posso rivelare d’aver scelto di recitare in Hachiko, perché ho pensato: ecco, finalmente faccio un film per mio figlio, che ha nove anni, e per il mio cane», ha spiegato Richard Gere, protagonista alla pari con il suo Hachi, che lui massaggia, addirittura, chiudendosi con esso in una relazione speciale, fatta di occhiate, risate, carezze e protezione. E fa uno strano effetto incontrare l’icona sexy degli anni Ottanta, l’American Gigolò, che ha duettato con le più belle dive di Hollywood, da Julia Roberts a Kim Basinger e Wynona Ryder, oggi un elegante sessantenne, pacificato con se stesso e con la sua impeccabile carriera. I capelli bianchi mostrano una scriminatura profonda, al centro della testa; le mani, che un tempo accarezzavano Sharon Stone o Uma Thurman, appaiono un po’ gonfie per l’artrite, ma suscitano tenerezza, quando strapazzano il pelo corto e folto di Hachi, cane-simbolo di valori arcaici. E, comunque, la famosa camminata pelvica gli è rimasta: stavolta gli serve per stare al passo del suo cane. «Anch’io ho un cane: ne ho sempre avuti tanti. Ho una mia foto, a un anno, carponi con Clipper, un cocker spaniel, il mio primo amico. Dopo, è arrivata Billie, una femmina, chiamata così in onore di Billie Holyday. Il cane è un compagno davvero speciale e la relazione che instauriamo con esso è qualcosa di spirituale. È come essere amici da diverse reincarnazioni», dice il divo d’origine ebraico-irlandese, dal 2002 sposato con Carey Lowell, dalla quale ha avuto Homer. Nel film lo vediamo in gilet e camicia a scacchi, vestito da tipico professore americano, che prende il caffè al baracchino degli hot-dog, seguito da Hachi. E la sera, quando lui torna dall’università, Hachi lo aspetta davanti alla stazione, fermo nello stesso punto in cui la bestia fedele rimarrà, per dieci anni, dopo la morte del padrone.(A Tokyo, alla stazione di Shibuya, una statua di bronzo raffigura il vero Hachiko, morto l’8 marzo 1935). «Lavorare con il cane non è stato difficile, non abbiamo neanche dovuto addestrarlo. Ci siamo comportati come con i bambini, aspettando momenti di vita e di realtà, che puntualmente arrivavano. C’è voluta pianificazione. Abbiamo creato un ambiente di fiducia. La storia parla di accettazione, compassione, amore. Tutte queste cose ci rappresentano, quando ci guardiamo, nudi, allo specchio. La gente ha paura a parlarne, ma tra l’uomo e il cane circola amore profondo, con una qualità interna dell’essere», nota il divo, la cui devozione alla causa tibetana è famosa. «Essere in presenza del Dalai Lama è come stare al cospetto d’un leone», osserva. Ma guardatelo quando dà la caccia a una puzzola, insieme ad Hachi: è tutto un altro Gere.
IL GIORNALE
17 OTTOBRE 2009
ALTRE STORIE BESTIE PIU' FEDELI DI TANTI ESSERI UMANI
La commovente storia di Hachi-kou, che accompagnava regolarmente alla stazione il professor Ueno, non può che far pensare alla fedeltà del cane nei confronti dell’uomo. Il ricordo di Hachi stimola la memoria a rivisitare le storie di altri cani che sono saliti alla ribalta della storia per il loro comportamento nei confronti degli uomini. Numerose sono le bufale che circolano su Internet a questo proposito, ma numerosi sono anche gli aneddoti ben documentati, come quello di Hachi-kou che approda ora nelle sale cinematografiche.
Può darsi che quanto è stato scritto su Jo Fi, il Chow Chow femmina che seguì Sigmund Freud fino alla sua morte, sia stato ammantato di qualche tratto di leggenda, ma sappiamo, dallo stesso psicanalista, che la cagnetta non si distaccava mai da lui, fino ad accompagnarlo nel suo studio di Londra ove si era rifugiato a causa del nazismo. Che avesse tentato di attaccare le due Ss nella sua casa di Vienna non è un dato certo, mentre è sicuro che, per molto tempo, dopo la morte di Freud, Jo Fi si recava nel suo studio di Londra e annusava alla ricerca del profumo dei sigari che peraltro avevano accelerato la morte del grande psichiatra sofferente di un tumore alla mascella. Un altro insolito e commovente aneddoto è quello di Baltique, il Labrador cioccolato del presidente francese Mitterrand che lo seguì sempre e ovunque dagli inizi della malattia tumorale che lo colpì fino alla morte e oltre. L’unione tra il grande statista e il suo cane preferito era talmente forte che a Baltique erano concesse un’automobile con autista e personale altamente qualificato che ne soddisfaceva le esigenze di igiene e salute. Il cane non mancava ai ricevimenti di sovrani e persone politiche di altre nazioni, annusandole immancabilmente e guardando poi il presidente, esprimendo le sue idee con un linguaggio che solo Mitterrand era in grado di capire. Quando il cancro ebbe ragione del presidente, il feretro era seguito da personaggi come Kohl, Arafat e tanti altri. Fra di loro Baltique, composto e dignitoso, che, nelle settimane seguenti, cadde in un profondo stato di depressione lenito soltanto dalla consolazione degli amici dello statista scomparso. Molteplici e straordinarie sono le storie di cani smarriti che tornano a casa percorrendo enormi distanze. In In The Mind of the Dog, scritto da R.H Smythe, si narra la storia di Dinah, una Setter irlandese gravida, inviata in treno da Cookstwon a Lurgan, quasi sessanta chilometri di distanza. Appena arrivata partorì cinque cuccioli e sparì. Fu ritrovata a Cookstown addormentata nella sua cuccia assieme ai suoi piccoli, vivi e vegeti. Aveva superato il fiume Blackwater, largo ottanta metri e trasportato i cuccioli in bocca. Più lungo è stato il rientro di Bobbie, un Collie smarrito nell’Indiana da una famiglia che abitava a Silverton in Oregon e raccontata da Michael Fox. Bobbie, per tornare a casa, percorse tremilaseicento chilometri in pieno inverno e chi lo aveva aiutato nel rientro riuscì a ricostruire la strada seguita da questo cane leggendario. Bailey, un meticcio Labrador di tre anni, ha vinto nel 1985 il premio Ken-L Ration destinato ai cani eroi. Chester Jenkins era stato inchiodato a un recinto da un toro infuriato che gli aveva calpestato la schiena. Bailey, assalito il toro, ha fatto scivolare Chester sotto il recinto e, offrendogli la schiena come appoggio, lo ha condotto a casa. La cronaca ci racconta spesso di cani che dormono per anni sulla tomba dei loro cari o che attendono senza rassegnazione, di là dalla vetrata, chi è stato ricoverato in ospedale. E senza pensare all’eredità.
CRONACA QUI
17 OTTOBRE 2009
Il peggiore amico degli animali
Animali maltratti e uccisi, seconda parte. Mentre in redazione arrivano telefonate e messaggi da strappare il cuore con storie vissute e delazioni (anonime, s’intende) su inaudite crudeltà tra le quali spicca quella perpetrata su una cagnetta ormai quasi cieca che un gruppo di ragazzi ha dipinto con uno spray rosso fuoco e che una signora ha cercato, inutilmente, di salvare, scopriamo che a casa nostra si consuma il più infame (e lucroso) traffico di cuccioli di razza. Carlini, Pincher e Jack Russell, ma anche West Highland,Beagle, Schitzu Yorshire, Bulldog Terrier e Chihuahua sono le razze più importate illegalmente, con un giro di affari che sfiora i 300 milioni di euro l'anno. Una vergogna contro la quale si è mobilitato persino il ministro degli Esteri Frattini che si è impegnato a varare una legge ad hoc contro il contrabbando e contro le mutilazioni di coda e orecchie. Per fermare un giro mafioso che ogni giorno riversa piccoli animali dai paesi dell’est, basterebbero due sedute, una alla Camera e una al Senato con votazione per alzata di mano. Il diffuso amore per gli animali che travalica i confini della contrapposizione politica, avrebbe detto Elio Vito, ministro responsabile per i rapporti con il Parlamento, farebbe sperare di avere la legge entro Natale.Dunque ci sono i pressupposti per una corsia preferenziale, la prima, ci pare andando a memoria, contro malvagi e malfattori che si approfittano dei nostri amici a quattro zampe. Ma anche una tutela per le famiglie che, attratte dai cuccioli stipati nelle vetrine, finiscono per compare a caro prezzo una bestiola che - secondo i veterinari della Lav - ha appena il 50 per cento di probabilità di sopravvivere. I viaggi in scatole, nei bagagliai delle auto, sui Tir o su anonimi furgoni, stipati all’inverosimile, spesso senza acqua e cibo per giorni, fanno sì che, quando i cuccioli riescono ad arrivare in Italia, poi stentino a sopravvivere allo stress, alle malattie e alle infezioni. Solo ieri, a corollario del traffico di cuccioli, un lettore ha raccontato di aver assistito ad un passamano di scatole con animali da un furgone all’altro su una piazzola dell’autostrada all’altezza di Asti, condito con una buona dose di parolacce in slavo e di minacce quando si è avvicinato attratto dall’abbaiare disperato degli animali. Segno, se ancora ci fosse bisogno di conferme, che il traffico è nelle mani della malavita, con forti intrecci nei paesi ex comunisti. Conforta sapere che costoro rischieranno l’arresto e multe salatissime ( fino a 15 mila euro). Con un dubbio, permetteteci, di fondo: sapremo applicare la legge?
IL GAZZETTINO DI TREVISO
17 OTTOBRE 2009
LA FESTA SULLE MURA
L’influenza aviaria salva le oche dalla gogna
Treviso - Già lo scorso anno c’era stato qualche problema: l’associazione Treviso Animale improvvisò un volantinaggio sulle mura contro l’utilizzo di oche per la tradizionale passeggiata con la sanguinella. Così l’architetto Giorgio Fantin, ideatore della festa e patron della Congrega tradizioni trevisane, dovette spiegare al microfono: «Si tratta solo di un divertimento per i bambini e il "bastone" è una semplice sanguinella usata per indirizzare l’oca senza toccarla, pena la squalifica dal gioco». Quest’anno però la passeggiata non si farà, le 40 già prenotate dagli organizzatori rimarranno ai box. Il motivo ufficiale è il fantomatico pericolo d’influenza aviaria paventato dal Servizio veterinario dell’Ulss 9 che si rifà ad un’ordinanza della Regione Veneto di agosto (Misure di prevenzione dell’aviaria a bassa patogenicità per fiere e mercati). Ma è certo che gli animalisti avessero già pronte altre iniziative. Fantin allarga le braccia: «Nessuno maltratta le oche, anzi! Vogliamo solo continuare le tradizioni e faremo dunque qualcosa per i bimbi con animali di cartone». La festa andrà così in scena oggi dalle 16 e domani dalle 10 con le mostre degli animali, i giochi e gli stand di prodotti tipici.
IL GAZZETTINO
17 OTTOBRE 2009
Farina di pesce e vaccino le esche distribuite nei boschi
TRAVESIO - La vaccinazione orale delle volpi quale metodo di contrasto della rabbia, ampiamente sperimentato in tutta Europa, è riconosciuto come il più efficace, l'unico in grado di arrestare, o per lo meno limitare, la diffusione del virus nella popolazione volpina. Si tratta di esche composte da un impasto di farina di pesce facilmente riconoscibili dalle volpi che contengono una capsula di vaccino. Gli animali, masticando l'esca, la forano, assumendo così il vaccino stesso. Con questo sistema, si forma attorno ai focolai un cordone sanitario di volpi immunizzate.
MESSAGGERO VENETO
17 OTTOBRE 2009
Cervo investito e ucciso sulla provinciale a Range
POLCENIGO (PN). Gli si è presentato davanti e non ha potuto evitarlo. Ennesimo investimento di animale, ieri alle 8.10, lungo la provinciale Pedemontana, all’altezza di Range. L.M., 47 anni, alla guida di una Kia Rio stava procedendo da Aviano verso Polcenigo quando da dietro una siepe è sbucato un cervo che, attraversando la strada, è stato investito e ucciso. Al recupero ha provveduto la vigilanza ittico-venatoria, rilievi della Polstrada di Spilimbergo.
SAVONA NEWS
17 OTTOBRE 2009
Finale (SV): camoscio catturato dalla polizia provinciale
Finale (SV) - Nove agenti e due ufficiali della polizia provinciale tra i quali il Comandante Fulvio Terzolo e il Vicecomandante Torchio Giancarlo si sono ritrovati in località Selva sulle alture del Comune di Finale, per la cattura di un camoscio. Hanno partecipato all'operazione tre veterinari, il tecnico faunistico dell' Atc sv2 e altro personale specializzato tra cui due selecontrollori.
Per la cattura sono stati posizionati circa 500 mt di rete specifica. Una squadra di battitori ha spinto con non poche difficoltà il camoscio verso la rete di cattura. Immobilizzato subito l'animale, gli sono stati bendati gli occhi per evitare stress eccessivi, si è effettuato un prelievo di sangue ed una anestesia da parte del servizio veterinario. Da un esame biometrico, l'animale è risultato essere un maschio di “Camoscio Alpino” di circa due anni con una lunghezza del corno di 22 cm. Si è poi effettuato il trasporto all'interno di un cassone opportunamente attrezzato e si è trasferito lo stesso addormentato nella zona faunistica delle alpi della Provincia di Savona. In detta zona nel territorio dei Comuni di Erli, Nasino e Castelbianco è stato censito un modesto gruppo di camosci appartenenti alla specie “alpino”. Si è provveduto quindi alla liberazione in loco appena l'effetto dell'anestetico ha avuto termine. A conclusione di quanto scritto, si può ragionevolmente affermare che questo giovane camoscio è ritornato nel suo habitat naturale. L'animale in questione prima di essere catturato ed allontanato aveva ferito diverse capre ed alcuni cavalli di persone del posto. E' probabile che il camoscio sia stato allevato in cattività e poi liberato visto il carattere così aggressivo. Il camoscio una volta libero ha occupato il territorio prospiciente il Porto di Finale e precisamente gli uliveti a picco sul mare difendendolo dalle intrusioni umane ed animali. Non dimentichiamo infatti che in questo periodo le femmine di camoscio alpino, nel territorio delle alpi, entrano in estro per cui i maschi dominanti non permettono intrusi nel territorio da loro occupato essendo potenziali competitori nell'accoppiamento. Nel caso in questione, probabilmente, considerato il tipo di territorio costiero, la presenza di soli animali domestici e nella fattispecie in maggioranza ungulati, ha generato nel camoscio un comportamento anomalo, tradotto nel caricare a testa bassa il bestiame nell'intenzione di allontanarlo ed infine procurargli ferite anche mortali con le corna peraltro affilatissime in gesto di disprezzo o sfregio.Questa situazione ha creato non pochi problemi ai custodi di bestiami domestici della zona che hanno dovuto ricorrere più volte a cure veterinarie, hanno subito la perdita di alcuni capi nonché vissuto con il timore di aver a che fare con un selvatico tutt'altro che impaurito dal genere umano.
CORRIERE DELLA SERA
17 OTTOBRE 2009
Come ti curo il gatto (nella poltrona di casa) Veterinari a domicilio, a tutte le ore. Vaccinazioni, test, pronto soccorso: il servizio è di ultima generazione e interamente gestito grazie a internet
Se il gatto non va dal dottore, allora sarà il dottore ad andare dal gatto. Per dimostrare che non sono solo gli uomini ad avere diritto alle cure «domestiche », ecco il servizio di veterinario a domicilio, che consente ai nostri amici di essere curati, in caso di necessità, senza muovere un passo da casa. Firenze, da questo punto di vista, offre servizi all’avanguardia. Niente a che vedere con i vecchi veterinari di campagna, in visita ad animali di grossa stazza con problemi deambulatori: quello di cui si parla è un servizio di ultima generazione, interamente gestito grazie a internet. «Faccio questo tipo di lavoro da circa un anno», spiega Giuseppe Morganti, dottore di 28 anni, da tre anni e mezzo laureato in medicina veterinaria e dall’anno scorso attivo a Firenze grazie al suo sito internet (www.veterinarioadomiciliofirenze.com ). «Le chiamate più frequenti sono quelle per i gatti che si stressano negli spostamenti, ma talvolta mi occupo anche di cani e di altri piccoli animali domestici». 24 ORE SU 24 - Vaccinazioni, visite mediche, pronto soccorso, test sierologici e terapie di vario tipo sono i servizi offerti dal giovane dottore, una sorta di dottor Dolittle in salsa toscana, sempre reperibile. Anche in tarda serata. Anche se il costo in questo caso andrà un po’ oltre una normale visita da un qualsiasi veterinario in ambulatorio. «Certo — continua Giuseppe — se poi il paziente è lontano e ci sono da fare molti chilometri o se è veramente tardi, allora le cose cambiano un po’, però in linea di massima i prezzi non sono esosi». Un servizio destinato ai giovani e a coloro che hanno più dimestichezza con il computer. Ma non solo. «Vengo contattato anche da persone di cinquanta o sessanta anni, magari non da nonnini di ottanta, ma l’uso di internet ormai è diffuso in modo capillare ». Morganti lavora in proprio, ma non è l’unico veterinario a usare il calderone di internet per mettere in vetrina la propria professione. UN ALTRO GRUPPO DI DOTTORI - Sempre a Firenze opera un gruppo di dottori a misura di quadrupede, il sito si chiama semplicemente www.veterinarioadomicilio.com e lo staff è composto da cinque dottoresse e un assistente, coi quali ci si può mettere in contatto tramite telefono, email o anche via skype, nuova frontiera della comunicazione via etere. I servizi offerti sono più o meno gli stessi, l’unica differenza sta nella copertura capillare del territorio: questo gruppo di veterinari si sposta da Firenze a Prato, fino a Pistoia e all’Isola d’Elba (solo durante la stagione estiva). In più da questo mese sono attivi anche a Roma e a breve copriranno la città di Milano. A Pistoia sono disponibili su appuntamento, mentre a Firenze e Prato ci si può mettere in contatto con loro ventiquattro ore al giorno. Basta comporre il numero e anche in situazioni critiche sono pronti a correre per prendersi cura dell’amico di turno. Se poi è necessario ricorrere a radiografie, ecografie o a interventi chiurgici, il «malato» dovrà essere portato fuori casa. Salvo poi riportarcelo. Quando si dice servizio completo.
CORRIERE DI SIENA
17 OTTOBRE 2009
Abbadia - Troppi cinghiali, caccia aperta
Per evitare la presenza degli ungulati all’interno del centro abitato. Da domani sarà possibile l’abbattimento di circa 300 animali.
Abbadia San Salvatore (SI) - Condividere modalità e tempi di intervento per tenere sotto controllo il numero di cinghiali presenti sul territorio di Abbadia San Salvatore e su tutta la montagna amiatina. Con questo obiettivo giovedì nella sala consiliare del Comune di Abbadia San Salvatore si è tenuto l'incontro convocato dalla polizia provinciale e dal servizio risorse faunistiche e al quale sono intervenuti le associazioni venatorie, i rappresentanti delle squadre di caccia, le associazioni ambientalistiche, l'ente protezione animali, il Comune di Abbadia e i rappresentanti degli albergatori. Dall'incontro è emerso in maniera unanime e condivisa la necessità degli interventi di abbattimento dentro la zona di rispetto venatorio a partire già da domanio in maniera programmata, fino al 31 gennaio 2010. Sarà così possibile l'abbattimento di circa 300 cinghiali a seguito del sopralluogo fatto dai tecnici delle risorse faunistiche della provincia di Siena. L'abbattimento sarà monitorato periodicamente ed è già stata decisa una verifica sull'operato per i primi di dicembre. Particolare attenzione, per questo primo periodo, sarà dedicata alle zone boschive frequentate dai cercatori di funghi e castagne dove non sono previsti gli interventi di abbattimento. Un'azione condivisa e preventiva, dunque, che accoglie le preoccupazioni di cittadini e istituzioni del territorio in maniera tale da evitare, per la prossima estate, la presenza degli ungulati all'interno del centro abitato di Abbadia San Salvatore.
GAZZETTA DI MANTOVA
17 OTTOBRE 2009
La stagione venatoria ben avviata malgrado le polemiche
MANTOVA. L’inizio della stagione della caccia, nonostante sia stato preceduto dalle note polemiche sul divieto di esercitare l’esercizio venatorio nei Parchi, ha avuto uno svolgimento normale grazie anche alla buona disponibilità, nei vari Ambiti territoriali della nostra provincia, di selvaggina stanziale (lepri e fagiani). Da rilevare comunque che le alluvioni primaverili hanno purtroppo sfoltito notevolmente la presenza di selvatici nelle golene di Po, fatto che ha penalizzato quei cacciatori che hanno frequentato questi territori. Per quanto riguarda la selvaggina migratoria si è avuta una buona presenza soprattutto di germani reali, grazie anche al fenomeno che molti di essi sono divenuti praticamente stanziali. Scarsa invece o quasi nulla la presenza di altri uccelli tradizionali di stagione (tordi, colombacci, allodole, fringuelli, frosoni, verdoni, fanelli, pispole) a causa probabilmente del tempo ancora decisamente estivo. Forse bisognerà attendere la fine del mese di ottobre, quando la stagione sarà più avanzata, per rivedere nei paduli qualche beccaccino e le prime beccacce nei boschetti e magri anche, negli spazi più aperti, le pavoncelle e i rari pivieri.
LA CITTA' DI SALERNO
17 OTTOBRE 2009
Cuccaro Vetere
CUCCARO VETERE (SA). Andavano a caccia nei perimetri del Parco del Cilento e in una fascia oraria non consentita. Denunciati tre cacciatori di frodo. E’ questo il risultato dell’ennesima operazione anti-bracconaggio portata a termine nel Cilento dai carabinieri della compagnia di Vallo della Lucania, agli ordini del capitano Daniele Campa. I bracconieri sono stati individuati poco lontano dalle proprie autovetture, in localitá "Baita". I tre, tutti residenti a Vallo della Lucania, di etá compresa tra i 22 e i 31 anni, hanno cercato di occultare fra i cespugli le armi ed il munizionamento. Ma sono stati comunque scoperti.
ADN KRNOS
17 OTTOBRE 2009
Si chiama Scarlett's Magic e sembra un ghepardo, ma è la gatta domestica più lunga del mondo Roma - (Ign) - La micia, entrata a far parte del 'Guinness Book of World Record's', è la punta di diamante di un negozio di animale di Corona (California) in cui si allevano i gatti 'Savannah', nati dall’incrocio tra un Servalo, felino africano, e un gatto domestico di razza
Roma - Si chiama Scarlett's Magic ed è il gatto domestico più lungo del mondo. La micia, entrata a far parte del 'Guinness Book of World Record's', è la punta di diamante di un negozio di animale di Corona (California), 'The Savahhah Cat Shop', in cui si allevano - prima di trovare loro una casa - i gatti di razza 'Savannah', nati dall’incrocio tra un Servalo, felino africano, e un gatto domestico di razza.Grazie alla sua 'fama', Scarlett è stata stretta da numerose celebrità, tra queste quelle degli 'MTV Music Awards' fino alle conigliette della 'Playboy Mansion'.
IL MATTINO AVELLINO
17 OTTOBRE 2009
Il dolore negli animali è subdolo
BARBARA CIARCIA
Avellino - Il dolore negli animali è subdolo, e come accade per i neonati non può essere comunicato. Ci si affida allora all’esperienza e alla sensibilità dei veterinari. Sono loro infatti a dover capire quale patologia tormenta in silenzio l’animale, e a intervenire in maniera mirata con un’appropriata analgesia. La terapia del dolore, dunque, è un aspetto primario della clinica veterinaria per alleviare e sopprimere la sofferenza dei nostri amici a quattro zampe o comunque degli animali domestici in generale. Sarà questo il filo conduttore di un interessante convegno che si terrà oggi alle 10 presso la sede dell’Ordine dei Veterinari di Avellino in via Circumvallazione. Si tratta di un incontro interattivo su casi clinici tra specialisti e liberi professionisti. Un confronto sicuramente stimolante voluto dal presidente dell’Ordine, Vincenzo D’Amato, in collaborazione con i docenti della facoltà di Medicina veterinaria della «Federico II», Luigi Zicarelli e Giuseppe Iovane. Spetterà al professore Giancarlo Vesce introdurre e poi moderare il programma scientifico della giornata. Le relazioni sulla fisiopatologia e le conseguenze cliniche del dolore saranno curate da Giorgia Della Rocca e Maria Beatrice Conti dell’Università di Perugia e ancora dalla ricercatrice Claudia Filippi dell’ateneo napoletano che si occupa proprio di riconoscimento e valutazione del dolore animale. Di dolore acuto, cronico, opzioni terapeutiche, agopuntura e anestetici parleranno invece ampiamente Cinzia Cordella, Bruna Santangelo, Antonio Ricco, Dario Ferrari e Irene Di Martino.
IL RESTO DEL CARLINO
17 OTTOBRE 2009
Un parco a misura di Fido
L'assessorato all'Ambiente vuole aprire le aree verdi ai cani
Lorella Cellini
Civitanova (MC) - Via il divieto di accesso ai cani nei parchi e nei giardini pubblici della città. La disposizione è stata data mesi fa dall'assessorato all'Ambiente, ma non ancora applicata dall'ufficio tecnico comunale. Così i cartelli che lasciano Fido fuori dalle aree verdi sono ancora tutti in piedi. Il punto però è che sono "illegittimi" perchè non giustificati da ordinanza comunale, come svela l'assessore stesso, Sergio Marzetti. Non sta infatti scritto in nessun documento ufficiale emesso dal Comune che le bestiole non possano - sorvegliate dal padrone obbligato a dotarsi anche del kit per la raccolta della popo' - scorazzare liberamente nei giardini e lungo le piste ciclabili. Ad oggi il divieto è in vigore davanti all'ingresso dei giardini di piazza XX Settembre, delle ciclabili del Castellato e del Chienti, in tutti i parchi periferici della città. Ma, la buona novella per chi vuol far sgranchire sull'erba le zampe del proprio cane è che, vista l'assenza di specifica ordinanza, può transitare anche nelle zone teoricamente out senza essere multato. Consigliati, i vigili, di girare lo sguardo da un'altra parte. Si potrà quindi andare accompagnati da Fido alla inaugurazione, domani alle 16, del parco intitolato ai "Caduti sul lavoro delle Officine Cecchetti", realizzato nel cuore dell'area in cui sorgeva la fabbrica metalmeccanica.
MESSAGGERO VENETO
17 OTTOBRE 2009
Cani e volpi, le regole contro la rabbia
Treviso - A seguito dei due casi accertati di rabbia silvestre (in due volpi) verificatisi nei giorni scorsi a Travesio, il direttore dell’Ass 6, Nicola Delli Quadri, ha emanato una specifica ordinanza che contiene le misure di prevenzione da adottare al fine di contenere l’infezione. Va comunque sottolineato che non è il caso, per la popolazione, di allarmarsi, perché, oltre alle misure di prevenzione specifiche, nella vita quotidiana sono sufficienti alcune regole comportamentali per evitare l’eventuale contagio. Nel caso poi si venga morsicati da cani infetti o dalle volpi stesse basta recarsi al pronto soccorso, dove si riceveranno le cure previste. L’ordinanza dispone che a Travesio, per due mesi (per la precisione per 60 giorni dopo l’ultimo caso di rabbia accertato, quindi dall’8 ottobre) i cani, anche se muniti di museruola, non possono circolare se non condotti al guinzaglio; i possessori di cani dovranno inoltre segnalare immediatamente all’autorità comunale l’eventuale fuga dei propri animali, o il manifestarsi di qualsiasi sintomo che possa far sospettare l’inizio della malattia, come il cambiamento di indole, tendenza a mordere, il manifestarsi di paralisi, impossibilità della deglutizione. Nei comuni di Travesio, Meduno, Tramonti di Sotto, Castelnovo del Friuli, Pinzano al Tagliamento, Sequals è obbligatoria la vaccinazione antirabbica precontagio dei cani, nonché dei bovini, dei bufalini, dei suini, degli ovini, dei caprini e degli equidi, in tutti i casi al di sopra del terzo mese di età. Le vaccinazioni saranno effettuate, gratuitamente, dai veterinari dell’Ass 6 o da veterinari liberi professionisti appositamente convenzionati con la stessa. Va precisato, però, che l’avvio delle vaccinazioni avverrà entro un paio di settimane e che la data precisa sarà comunicata Comune per Comune. I proprietari degli animali possono comunque rivolgersi, con spese a proprio carico, anche a veterinari liberi professionisti. Quanto alla caccia, poi, in tutta la provincia l’impiego dei cani nella pratica venatoria è consentito solo con animali vaccinati contro la rabbia da almeno 21 giorni e da non più di 11 mesi. Nel comune di Travesio la caccia con i cani è invece proibita (anche se i cani sono vaccinati), per un periodo di 60 giorni successivi all’ultimo caso di rabbia, quindi fino all’8 dicembre 2009. Nei comuni di Meduno, Tramonti di Sotto, Castelnovo del Friuli, Pinzano al Tagliamento, Sequals i cacciatori possono avvalersi della vaccinazione gratuita effettuata dall’Ass 6 oppure, se non intendono aspettare, procedere con spese a proprio carico e far vaccinare i cani dai veterinari liberi professionisti. Altre disposizioni più specifiche sono contenute nell’ordinanza che sarà affissa nei comuni della provincia. Ecco, poi, i consigli del dottor Enzo Re, responsabile del servizio veterinario dell’Ass 6: «In attesa della vaccinazione, è necessario accertarsi che i propri cani non vadano in giro e sfuggano al controllo. Bisogna poi evitare di toccare animali selvatici e se si avvistano è bene avvisare le autorità competenti, in particolare se manifestano un comportamento anomalo. Le volpi infette perdono infatti il loro normale comportamento, si avvicinano alle case, agli animali domestici, alle persone; sembrano mansuete, ma invece tendono a mordere. Se si è morsicati da queste volpi o da cani ci si deve recare subito al pronto soccorso. Il contagio si trasmette soltanto attraverso il morso, il graffio o la lambitura (la leccatura su eventuali ferite)».
MESSAGGERO VENETO UDINE
17 OTTOBRE 2009
Martedì l'esito degli esami sulla volpe morta a Cussignacco
Cussignacco (UD) - Arriverà martedì o, al più tardi, mercoledì, l’esito degli esami di laboratorio sulla volpe trovata morta giovedì, nella cantina di un’abitazione di via Artuico, a Cussignacco. In base alla risposta che l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Legnaro (Padova) invierà all’Ass n.4, l’Azienda sanitaria deciderà il da farsi sulla vaccinazione antirabbica dei cani della “Medio Friuli”. Se dalle prove emergerà che la volpe era affetta da rabbia, i tempi per l’avvio della profilassi saranno sicuramente accorciati. Intanto, però, il direttore del distretto Sanità animale dell’Ass n.4, Oreste Battilana, preferisce ridimensionare l’allarme scoppiato dopo il ritrovamento della volpe. «La rabbia – afferma – è soltanto una delle tante ragioni che potrebbero avere causato la morte dell’animale. Nella maggior parte dei casi, il decesso è dovuto a baruffe con altre volpi o all’investimento delle auto». La notizia, comunque, ha già generato apprensione in larga parte della popolazione. «In questi giorni – spiega Battilana – è diventato impossibile lavorare, perchè la gente, presa dalla paura, continua a subissarci di telefonate». Prima di quello di Cussignacco, peraltro ancora tutto da provare, c’erano stati i casi di Mereto di Tomba, Mortegliano e Ragogna. Episodi che avevano spinto l’Azienda sanitaria ad avviare la vaccinazione dei cani prima di 16 Comuni della Pedemontana e, poi, di altri 13 del Codroipese. Finita anche questa seconda tranche, toccherà agli ultimi 33 Comuni. A meno di non essere costretti ad anticipare i tempi.
CORRIERE DELLA SERA 17 OTTOBRE 2009
Una ricerca di zoologi americani sui flussi migratori in tutto il mondo segnala i rischi per gli animali erbivori Babbo Natale rimarrà senza renne Clima e territorio modificati: negli ultimi 30 anni sono calate del 60%
Furlani Roberto
C'erano una volta le migrazioni animali. In alcune aree del Pianeta questo fenomeno, particolarmente attivo in queste settimane è diventato, purtroppo, già un ricordo. Alcuni zoologi hanno analizzato, infatti, i viaggi di 24 specie di erbivori in quattro diversi continenti (Asia, Africa, Europa e Nord America), con esiti purtroppo non esaltanti. «Sei di queste specie, come l' Antilope saltante, il Damalisco a fronte bianca, l' Orice dalle corna a sciabola e il Quagga si sono estinte o hanno ridotto i loro spostamenti», afferma Grant Harris del US Fish and Wildlife Service che ha pubblicato lo studio sui Endangered Species Research. «Per le restanti, renne comprese, - continua il biologo - si segnala comunque un notevole, diffuso declino. E tra le cause c' è anche la caccia legale e illegale a rappresentare una minaccia. Strade, recinti e altre opere dell' uomo impediscono, poi, i movimenti degli animali o l' approvvigionamento di cibo o di acqua». L' innalzamento delle temperature condiziona ormai in modo serio pure le migrazioni delle renne e dei loro «fratelli» Nord americani Caribù. «Questi animali - racconta Liv Vors dell' Università dell' Alberta (Canada) su Global Change Biology Journal - non riescono a fare coincidere i tempi delle migrazioni con l' inizio della ripresa primaverile della vegetazione. La conseguenza di questa "discrepanza trofica" si traduce in una minore crescita dei piccoli e in una loro maggiore mortalità perché, o non trovano per niente il foraggio adatto o non è cresciuto adeguatamente abbassando la qualità del cibo». Le temperature estive più elevate contribuiscono poi alla massiccia presenza di insetti che disturbano gli animali, limitando anche la loro alimentazione. Infine d' inverno, invece della neve, cadono piogge ghiacciate, che hanno impatti negativi sui licheni di cui questi animali si nutrono nella cattiva stagione. La conseguenza è che negli ultimi 30 anni si è assistito a un crollo del 60% del numero di renne e caribù, a causa dei cambiamenti climatici e del territorio. Mancando le migrazioni, gli ecosistemi rischiano il collasso. I movimenti degli erbivori hanno infatti un effetto benefico sulla fertilità del terreno e la crescita della vegetazione, grazie alle loro deiezioni. L' assenza di questi animali, può avere poi risvolti negativi sulla vita dei loro predatori. Nei grandi parchi africani, tutto ciò - secondo alcuni ricercatori - può quindi condizionare la presenza dei turisti, che vogliono imbattersi soprattutto nei leoni, leopardi e ghepardi, con ripercussioni sulla economia locale. I salmoni contribuiscono invece ad arricchire di nutrienti i corsi d' acqua, grazie alle deiezioni e alla decomposizione delle loro carcasse una volta morti, dopo essersi riprodotti. «Prima del 1700 - scrive su Plos Biology David Wilcove dell' Università di Princeton (Usa)-, i fiumi del Nord America occidentale accoglievano ogni anno 160-226 milioni di chili di salmone. Causa la presenza di dighe, della pesca e dell' eccessivo sfruttamento delle acque, la biomassa totale di questi pesci si è ridotta ora a soli 12-14 milioni di chili annui. Di conseguenza fiumi e torrenti del Nord Ovest americano ricevono circa il 6-7% dell' azoto e del fosforo, rispetto ai tempi in cui le popolazioni di salmone erano abbondanti, con conseguenza che si stanno valutando ora sulle catene alimentari marine e fluviali». Ogni primavera, oltre 800-900 milioni di passeriformi migratori (per una biomassa complessiva di oltre 30 mila tonnellate) si spostano dalle zone di svernamento nell' America latina e dei Carabi per volare nel Nord America. Essi divorano dalle 3000 alle 10.500 tonnellate di insetti al giorno. «Diversi studi - aggiunge Wilcove - hanno dimostrato che questi uccelli riducono le popolazioni di insetti nelle foreste temperate. La diminuzione dei migratori rappresenterebbe quindi una serie minaccia per la salute delle foreste e delle aree agricole». Roberto Furlani RIPRODUZIONE RISERVATA In volo Tonnellate Durante lo spostamento a nord dalle zone di svernamento del Sud America gli uccelli passeriformi inghiottono dalle 3000 alle 10.500 tonnellate di insetti al giorno. Minaccia La diminuzione dei migratori rappresenterebbe una serie minaccia per la salute delle foreste e delle aree agricole. |