LA ZAMPA.IT
17/09/09
Francia: cane torturato assiste al processo ai suoi aguzzini PARIGI - Ha assistito al processo ai suoi aguzzini - che hanno cercato di dargli fuoco - nelle braccia della sua padroncina il cane Mambo. Con le bende sulle zampe e sul dorso, ancora sofferente, Mambo era presente in aula «in quanto vittima e non per suscitare emozione», ha detto il procuratore della repubblica di Perpignan, la città dove si è svolto il processo.
IL SECOLO XIX 17 SETTEMBRE 2009
Un cane in tribunale davanti ai torturatori La storia che ha commosso la Francia
Claudio Paglieri
SI CHIAMA MAMBO, e la sua storia ha prima indignato e poi commosso l'intera Francia. Il 10 agosto scorso a Espira-de-l'Agly, una cittadina vicino a Perpignan, nella regione dei Pirenei Orientali dove evidentemente non c'è molto da fare, due giovani annoiati hanno visto vagare per strada questo cagnetto marrone abbandonato. Lo hanno preso, lo hanno cosparso di benzina e gli hanno dato fuoco. LA NUOVA SARDEGNA 17 SETTEMBRE 2009
Le carcasse di trenta cani scoperte in via Pigafetta
di Pinuccio Saba
PORTO TORRES (SS). I carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni (Nas) hanno trovato la carcasse di una trentina di cani all’esterno di un capannone di via Pigafetta, nella zona industriale, che era stato trasformato in un canile abusivo all’insaputa dei proprietari. La scoperta è stata fatta ieri mattina dai militari, il cui intervento era stato sollecitato dall’assessorato comunale all’Ambiente. Che quei capannoni ospitassero diverse decine di cani era un fatto risaputo poiché gli animali uscivano dai recinti, creando situazioni di potenziale pericolo agli automobilisti e agli operatori economici della zona. Un canile abusivo tirato su da Gavino Troia che aveva realizzato una struttura analoga anche a Balai. Quasi una missione, per Gavino Troia, quella di prestare assistenza ai cani randagi. E di trovar loro un riparo. Missione riuscita quando, diversi mesi fa, il proprietario del capannone che una volta aveva ospitato la “Sarda surgelati” gli aveva messo a disposizione la struttura per ospitare alcuni cani. Solo che in questo caso gli “alcuni cani” in poco tempo sono diventati un’ottantina di animali e, a parte quelche segnalazione per i disagi denunciati dagli automobilisti, non era accaduto niente di grave. Fino a un paio di settimane fa, quando all’assessorato comunale all’Ambiente non è arrivata la segnalazione di un animalista che denunciava la presenza di decine di carcasse di cani all’esterno del capannone. Proprio il fatto che non si trattava di una denuncia anonima ha indotto l’amministrazione comunale a trasmettere la segnalazione ai Nas che ieri mattina sono intervenuti in via Pigafetta. Dove, all’interno di scatoloni e buste di plastica, hanno trovato le carcasse di una trentina di animali probabilmente stroncati da un’epidemia di cimurro. Immediatamente è stato convocato il proprietario del capannone (che recentemente ha ereditato lo stabile) al quale i Nas hanno imposto la rimozione e lo smaltimento delle carcasse dei cani. Il tutto a proprie spese. Come sarà sempre compito suo, con soldi suoi, accertare lo stato di salute degli altri cani incaricando un veterinario, che solo a quel punto diventeranno “di competenza” dell’amministrazione comunale. Un problema di non facile soluzione per il neo assessore all’Ambiente Gavino Gaspa visto che nei due canili comunali non c’è più posto. Anche per questo motivo l’assessore Gaspa intende far ripartire la campagna di adozioni degli animali ospitati nei canili comunali, così da creare gli spazi necessari al ricovero dei cani al momento custoditi nei capannoni di via Pigafetta. Altrimenti l’unica alternativa è la deportazione degli animali nei canili privati o di altri comuni, con cost9i che verrebbero pagati dall’intera collettività. LA ZAMPA.IT 17 SETTEMBRE 2009
Duecentomila uccelli marini IL GIORNALE 17 SETTEMBRE 2009
RONDE ANIMALISTE "VIGILEREMO SUI RITUALI DEI MACELLAI ISLAMICI" Contro le uccisioni crudeli i volontari Aidaa si fingeranno clienti e verificheranno che le bestie siano state stordite prima dell’abbattimento. Ramadan, un mese di digiuno poi la tradizione impone che gli animali vengano sgozzati vivi
Maria Sorbi
Il Corano permette lo sgozzamento degli animali quando sono ancora vigili. Ma gli animalisti dell’associazione Aidaa no. «È una barbarie crudele» sostengono. E in occasione della fine del digiuno del Ramadan, prevista per sabato, sfoderano un mini esercito di rondisti per controllare le macellerie islamiche e vedere come vengono uccisi montoni, capre, agnelli e pecore. ASYLUM 17 SETTEMBRE 2009
C'E' LA FESTA DELLA DEA INDU' MA NON HANNO LE CAPRE DA SACRIFICARE
Si tratta di un vero caso diplomatico se non, peggio, un affronto agli dei. Leggete qua: la capitale nepalese di Kathmandu ha esaurito la sua scorta di capre da sacrificio pochi giorni prima della più importante festa religiosa dell'anno, la Dashain, che celebra la dea indù del potere distruttivo, detto Durga. Che fare? Il governo è corso ai ripari e ha obbligato gli ufficiali ad andare nelle campagne e rastrellare gli animali disponibili. Bisogna trovarle a tutti i costi, questo l'imperativo ricorrente.Anche perchè all'appello non ne mancano poche. Gli organizzatori contano di riuscire a portare in città altre seimila bestie. Altrimenti le conseguenze potrebbero essere gravissime. Mai mettersi contro gli dei. IL PICCOLO TRIESTE 17 SETTEMBRE 2009
Colombo ferito, per ore nessuno lo cura
Federigo Sozzi
Nei giorni scorsi, alle 9.30, ho trovato in mezzo alla strada un colombo non in grado di volare (molto probabilmente investito) e ho chiesto l’intervento degli agenti della polizia provinciale, responsabili, secondo l’Ass e il personale di servizio al 112/113, della fauna selvatica. Mi è stato risposto, come già in altre occasioni, che intervengono solo se gli animali costituiscono un pericolo per le persone o per la circolazione, di raccogliere l’animale e di rivolgermi, dopo le 14, all’Ente nazionale protezione animali. E così ho fatto. In precedenza solo per un gabbiano nidiaceo, non in grado di riprendere il volo, dietro mia ripetuta insistenza, dopo aver rappresentato che non potevo lasciarlo in cortile per la presenza di alcuni gatti e la mia impossibilità a catturarlo, intervenne un agente della polizia provinciale. Pur consapevole che nella nostra società esistono problemi più gravi, reputo assurdo e incivile che qualsiasi animale selvatico, ferito o comunque bisognoso di soccorso, se non costituisce pericolo, non abbia il diritto di ricevere aiuto dalle istituzioni preposte, in un lasso di tempo ragionevole. A Trieste gli animali (escluso cani e gatti) che non creano pericolo o intralcio, soffrono inutilmente per ore, lasciati in mani disponibili ma inesperte e devono attendere le 14, ora in cui apre una struttura gestita, con competenza e generosità, da un ente morale che opera grazie alla disponibilità dei suoi volontari e dei suoi soci. IL GAZZETTINO 17 SETTEMBRE 2009
Passerella di cani in oratorio per vincere la leucemia
Fossalta di Portogruaro (VE) - Saranno i migliori amici dell'uomo a farsi belli domenica per aiutare la ricerca contro le leucemie infantili. A partire dalle 8 del mattino, fino alle 23, i cani saranno in mostra al Circolo Noi di Viale Trieste. Loris Tiso da 23 anni organizza a favore dell'Ailm di Padova, diretto da professor Luigi Zanesco, una mostra-mercato di cani di razza e bastardini, con ricavato da devolvere interamente in beneficenza. E sono state prima decine di milioni, poi migliaia di euro quelli che la generosità dei molti partecipanti alla manifestazione hanno potuto donare per questo scopo umanitario. Non ci saranno solo cani bardati, pettinati e profumati, a sfilare con i loro padroni per aggiudicarsi i premi nelle varie categorie sotto gli occhi di una giuria attenta e scrupolosa, ma anche animali da cortile, farfalle, uccelli e molti altri soggetti in mostra negli ampi spazi dell'oratorio. Momento molto atteso da grandi e piccini alle 16,30 con l’esibizione di cani da difesa, attacco, agility, utilità e soccorso da parte delle scuole di San Vito al Tagliamento e di Ronchis. SAVONA NEWS 17 SETTEMBRE 2009
Il cane Buck dei vigili e la lettera di un lettore
Il Comune di Savona predica bene ma razzola male. Cerca di incentivare l’adozione dei cani randagi, soprattutto bastardini, del canile comunale ma, quando si tratta di adottarne lui uno, lo prende di razza dalla cucciolata di un suo (ex) assessore. E’ il caso del cane Buck, pastore tedesco di pura genealogia. Non era meglio utilizzare uno dei cani del canile comunale o dei canili convenzionati e fargli fare i necessari corsi di apprendimento? SAVONA NEWS 17 SETTEMBRE 2009
Savona: i gatti e la guerra dell'Enpa per salvarli
Savona - Dopo lo spostamento coatto da parte del Comune - contestato dall'ENPA savonese - della colonia felina di piazza delle Nazioni al di fuori della scuola De Amicis continuano, come temeva la Protezione Animali, le ostilità verso i Volontari che curano i gatti liberi. ALTO ADIGE 17 SETTEMBRE 2009
Animali come sentinelle dei terremoti
SILANDRO (BZ). Gli animali come campanello d’allarme per i terremoti? Il loro ruolo premonitore, scarsamente considerato dai più, è oggetto invece di un interessante contributo di Roberto Truant, 62.enne ecologo friulano, ospite poco fa a Silandro. Al tempo del terribile terremoto del 1976 in Friuli, Truant venne a sapere che un allevatore di fagiani aveva notato strani segni sui gusci delle uova dei volatili. In rilievo, c’erano linee che ricordavano la mappa del Friuli, il corso del Tagliamento, i torrenti Meduna e Cosa nonchè l’epicentro del terremoto tra Gemona e Tramonti di Sotto. Truant a quel punto scrisse a Giorgio Matteucig, professore di scienze all’università di Napoli, il quale gli rispose che il fenomeno di avvertenza dei fenomeni tellurici in particolare da parte di rettili e uccelli era noto ma poco considerato in Italia, a differenza di altri Paesi come Usa, Urss e Cina. Per osservare i segni premonitori, l’università aveva preparato dei questionari, che invitavano ad esaminare vari comportamenti, iniziando dal proprio corpo prima delle scosse sismiche. Quindi, a proposito degli animali, veniva chiesto di osservare le loreo reazioni prima, durante e dopo le scosse. Cambiavano il luogo di deposizione delle uova, si raggruppavano, si agitavano? Una testimonianza ricorda che i cani di una clinica veterinaria di Udine abbaiarono a lungo il giorno prima del sisma. La conclusione di Truant: poichè anche in Alto Adige vi sono zone sismiche, come dimostra la presenza di radon, tipica in aree di connessione delle placche terrestri, sarebbe utile diffondere un questionario per indurre ad osservare il comportamento sensibile e premonitore degli animali. CORRIERE DI RAGUSA 17 SETTEMBRE 2009
Modica (RG): i cani avrebbero altresì minacciato un allevatore Randagi sbranano vitellino a Marina di Modica L'uomo si è rivolto ai Carabinieri, che hanno perlustrato la zona
DUCCIO GENNARO
Modica (RG) - I randagi colpiscono ancora. A farne le spese è stato un vitellino sbranato da un gruppo di cani in contrada Liccio. Lo ha riferito ai carabinieri della stazione di Marina di Modica il proprietario dell’animale che ha trovato alcuni resti del vitellino e si è poi imbattuto in tre randagi che si sono successivamente scagliati contro l’agricoltore. Questi si è rifugiato dentro la sua automobile per sfuggire all’aggressione ed ha atteso che gli animali si allontanassero. Prima di recarsi dai carabinieri l’uomo ha verificato che sotto un carrubo erano rimasti pochi resti del vitellino azzannato. Il comitato pro Marina di Modica ha denunciato il fatto per riportare l’attenzione sul fenomeno randagismo che resta un pericolo incombente soprattutto nelle zone rurali ed isolate come le campagne. MESSAGGERO VENETO 17 SETTEMBRE 2009
Reana, parto d eccezione a Rizzolo: nella stalla Comello nati tre vitellini
Mariarosa Rigotti
REANA DEL ROJALE (UD). Parto eccezionale in una stalla di Rizzolo. Nell’azienda agricola di Aldo Comello, di via Battiferro, da una pezzata rossa sono nati tre vitellini gemelli monozigoti. Un evento veramente raro, tanto che Comello ricorda che per trovare un precedente bisogna risalire a oltre quarant’anni fa quando nella fattoria c’erano ancora i suoi genitori e lui era un ragazzo, mentre oggi di anni ne ha 75. La bovina invece ha già dei precedenti simili. Acquistata tre anni fa in Austria, al primo parto di vitellini ne diede alla luce due. Mentre ora, come detto, i piccoli sono tre (due femmine e un maschio). Il padre è un animale “blu belga” che ha impresso i propri caratteri anche alla prole. «Sono bianchi a macchie blu, sembrano nere ma alla luce del sole si vede che il colore è proprio blu». Curiosa anche la modalità della loro messa al mondo: la madre ha fatto tutto da sola e il signor Comello si è accorto della novità entrando nella stalla. «Mi sono alzato prima del solito - racconta -, ho sentito dei mugolii e sono andato a vedere. Dopo aver acceso la luce, ho visto i tre vitellini che cercavano di alzarsi. Sono rimasto sorpreso anche perché erano tutti e tre sani, senza problemi. Si assomigliavano come gocce d’acqua: infatti c’era solo una placenta». Aldo Comello, oltre a essere ormai uno dei due soli agricoltori che posseggono una stalla a Rizzolo, è noto anche per la sua attività di norcino, tanto da essere citato anche nella guida “Gustare il Rojale” edita dall’amministrazione comunale e curata da Adriano Del Fabro e Ilaria Gonano. Dove si legge, infatti, che «a insegnargli tutti i trucchi del mestiere è stato Alcide Bertoni, “purcitâr” di Rizzolo, ma poi con l’esperienza diretta ha migliorato la conoscenza delle carni, affinato manualità e preparazione. Aldo Comello, è uno dei norcini storici del Rojale visto che esercita questa attività da oltre 60 anni. Ne aveva appena 12, infatti, quando al fianco del suo insegnante iniziava la “carriera” di norcino». LA PROVINCIA DI SONDRIO 17 SETTEMBRE 2009
I cavalli del Bisbino restano liberi Ma serve un ente per la custodia Riunione dal prefetto: proprietaria disposta ad affidarli a un gruppo che li curi sul posto
Marco Luppi
CERNOBBIO I cavalli del Bisbino, 18 esemplari della razza avelignese caratterizzata dalla superba criniera bionda, rimarranno sul monte in condizioni di libertà controllata. In territorio lariano potrebbe trovare attuazione un progetto simile a quello esistente in Sardegna con un largo numero di cavalli allo stato brado o all'esperimento pilota ideato in provincia di Bergamo, a Clusone e Albino, dove un branco di circa 25 soggetti da tempo si trova in condizioni di assoluta libertà e già si è verificata, come avvenuto sul Bisbino, la nascita di diversi puledri. BIG HUNTER 17 SETTEMBRE 2009
La Spezia: Lipu chiede di applicare il divieto di caccia anche nelle zone circostanti a quelle incendiate
La sezione di La Spezia della Lipu, ha scritto all'Assessore provinciale alla caccia Giorgio Traversone chiedendo il divieto dell'attività venatoria nelle zone colpite dai recenti incendi, un accorgimento che gli animalisti ritengono necessario per non gravare sul recupero della fauna selvatica. Lipu riporta quanto espresso dall'INFS nel 2000 “l’impatto degli incendi sulla fauna selvatica è potenzialmente molto notevole, limitando il successo riproduttivo, aumentando la vulnerabilità alla predazione, diminuendo la disponibilità di risorse trofiche e di zone di rifugio”. Pertanto, scrive la Lipu, “ il divieto di caccia dovrebbe essere esteso ad una fascia contigua dell’area incendiata le cui dimensioni debbono esser stabilite caso per caso, in funzione della superficie percorsa dal fuoco e delle caratteristiche ambientali delle aree circostanti”, la Lipu inoltre chiede agli organi competenti di prendere anche in considerazione “ l’eventualità di rimandare l’apertura della caccia”. Sulla questione, oltre che alla legge quadro sugli incendi boschivi (la 353/2000), fa luce lo stesso calendario venatorio, che in applicazione della legge 157, dà la facoltà alle Province di intervenire vietando o riducendo la caccia in virtù di “motivate ragioni connesse alla consistenza faunistica o per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali e climatiche nonché per malattie accertate dalle ASL provinciali competenti, o altre calamità”.
VARESE NOTIZIE
17 SETTEMBRE 2009
Arriva la stagione della caccia
Domenica 20 settembre avrà inizio la Stagione Venatoria 2009-2010 che vede il coinvolgimento di circa 4.000 cacciatori e che costituisce, ormai da anni, un'occasione di verifica ed analisi delle prassi pregresse e, per quanto concerne l'attuale, per preparare il mondo venatorio a significative innovazioni. La stagione si concluderà il 31 gennaio 2010.L'Assessorato ha infatti dato impulso all'elaborazione del nuovo Regolamento per la Gestione Faunistico-Venatoria degli Ungulati in Provincia di Varese, nella consapevolezza che lo stesso fosse indispensabile al fine di colmare una pluralità di lacune che, inevitabilmente, si sono via via manifestate nel corso degli anni. LA CACCIA SELETTIVA AGLI UNGULATI La caccia selettiva e collettiva agli ungulati ha acquisito nel tempo un interesse venatorio sempre più rilevante, essendosi dovuta rapportare con delle popolazioni di selvatici tendenzialmente in aumento ed in qualche caso (per quanto riguarda, in particolare, il cervo) di complessa gestione, fermo restando che tale fenomeno assumerà sicuramente in futuro maggiori proporzioni. UN RINGRAZIAMENTO ALL'UNIVERSITA' Un doveroso ringraziamento, dunque, è dovuto all'Università degli Studi dell'Insubria di Varese - Dipartimento Ambiente Salute Sicurezza - Unità di Analisi e Gestione delle Risorse Ambientali per la supervisione scientifica riservata alla redazione del Piano di Prelievo degli Ungulati e a tutti i cacciatori che si sono impegnati nella buona riuscita del censimento delle risorse faunistiche territoriali, approccio che ha costituito il veicolo privilegiato per addivenire ad un esito positivo della collaborazione instauratasi tra le varie componenti. Si auspica che sussistano quindi le condizioni per un sereno svolgimento dell'attività venatoria; l'appello come di consueto è quello del rispetto delle regole, della convivenza civile e della massima prudenza.
RADIO NEWS
17 SETTEMBRE 2009
Parte domenica la nuova stagione venatoria
VARESE - Domenica 20 settembre avrà inizio la Stagione Venatoria 2009-2010, la cui conclusione è prevista per il 31 gennaio 2010, che vedrà il coinvolgimento di circa 4.000 cacciatori e sarà improntata a significative innovazioni. L’Assessorato ha infatti stilato il nuovo Regolamento per la Gestione Faunistico-Venatoria degli Ungulati in Provincia di Varese. La caccia agli ungulati è cresciuta notevolmente negli ultimi anni, anche a causa del continuo aumento di questi animali. Il testo finale del Regolamento, realizzato dal Prof. Guido Tosi dell'Università dell'Insubria, ha visto la collaborazione dei Comitati di Gestione dell’Ambito Territoriale di Caccia n. 1 e del Comprensorio Alpino Nord Verbano, oltre al supporto di esperti cacciatori e del Nucleo Faunistico della Polizia Provinciale. Ne è scaturito un documento molto dettagliato, anche rispetto ad altre esperienze territoriali. Per un sereno svolgimento dell’attività venatoria si auspica come sempre il rispetto delle regole, della convivenza civile e massima prudenza. GIORNAL 17 SETTEMBRE 2009
Riapre la stagione venatoria "In bocca al lupo" al cacciatore moderno
Provincia di Alessandria - 3.500 lepri e 8.700 fagiani sono pronti (si fa per dire) a farsi impallinare. Gli animali provengono dalle zone di ripopolamento e cattura della provincia di Alessandria e sono stati liberati nei territori di caccia, a disposizione delle doppiette che i cacciatori stanno lucidando e oliando in attesa di domenica prossima, apertura della stagione di caccia. "Si profila una proficua stagione venatoria", commenta l'assessore provinciale alla caccia, Giancarlo Caldone che, insieme al suo Presidente, elogia la figura del cacciatore moderno (circa 7 mila in provincia), quale riequilibratore dell'ecosistema "malato" dalla proliferazione di cinghiali dannosi per le colture. "La presenza di ungulati la cui popolazione ha avuto un notevole innalzamento in questi ultimi anni, ha come conseguenza il fatto che l’impatto sulle colture ha assunto i connotati di una vera emergenza, gravando sull’economia delle aziende agricole e sulle già esigue risorse dell’ente pubblico preposto all’indennizzo dei danni. Ed è proprio in quest’ottica di gestione della fauna selvatica che si inserisce l’indispensabile opera del cacciatore moderno che, pur mantenendo lo stato d’animo ed i sentimenti che questa passione crea, dovrà diventare la vera forza della gestione faunistica"L'ode al cacciatore prosegue così: "Crediamo nella caccia in quanto presenza umana nella natura ed il cacciatore moderno dovrà essere l’essere intelligente che interviene in maniera selettiva e coadiuvante". E finisce nel più classico dei saluti: "In bocca al lupo". IL TIRRENO 17 SETTEMBRE 2009
Domenica via alla caccia per 5.600 doppiette
EMPOLI (FI). Cinquemilaseicento doppiette pronte a sparare. Domenica si apre la stagione venatoria, con le novità introdotte dalla Provincia: si potrà cacciare anche la minilepre, la starna e la pernice rossa. Oltre ai cacciatori residenti, sugli oltre 65mila ettari di terreno del circondario la Provincia ne stima in media la presenza di altri 1.500 provenienti da altre province. Un numero questo che rende l’empolese una delle zone a maggior densità venatoria della Toscana. I 65 mila ettari di territorio sono occupati, oltre che dal terreno a caccia programmata dell’Atc Firenze 5 (che si estende a sud dell’Arno fino a Reggello) da 11 zone di ripopolamento e cattura, 21 aziende faunistico venatorie, 3 aziende agrituristico venatorie, oltre 7mila ettari di zone di protezione. E la percentuale di territorio sul quale vige il divieto di caccia è circa il 25% della superficie agro silvo pastorale. Mentre per cacciare daini, caprioli e cinghiali si dovrà aspettare ancora un po’, le doppiette empolesi potranno sparare a tutte le altre specie di animali: dalla starna al fagiano. Nel Circondario ci sono anche tantissimi appostamenti fissi, regolarmente autorizzati dall’ufficio Caccia del Circondario: 152 per i colombacci, 510 per tordi, storni e allodole, e 81 a palmipedi e trampolieri. Numeri questi che confermano come sia cambiata la fauna nel circondario. Gli animali stanziali sono sempre meno, e aumentano invece quelli migratori. Sempre domenica quindi, aprirà la caccia al fagiano, consentita fino al 31 dicembre, mentre per organizzare le battute di caccia al cinghiale, le squadre empolesi dovranno aspettare fino al 15 ottobre. La chiusura è stata fissata per il 14 gennaio, ma se la Regione modificherà la legge sulla caccia fissando il termine al 31 gennaio, anche nel Circondario si potrà sparare fino a fine mese. LA NUOVA SARDEGNA 17 SETTEMBRE 2009
Lula (NU) - pernici in via d estinzione le doppiette dichiarano la tregua
di Bernardo Asproni
LULA (NU). Le pernici sono in fase di estinzione e i cacciatori di Lula lasciano le doppiette appese al muro. Come l’anno scorso daranno per primi l’esempio non effettuando battute di caccia alla stanziale nel proprio territorio e vigilando affinché tale scelta sia rispettata anche dai cacciatori di altre zone. L’obiettivo è quello di sensibilizzare cacciatori, associazioni venatorie, autogestite e soprattutto, l’assessorato regionale all’ambiente «per un intervento deciso e mirato rivolto alla salvaguardia di questo prezioso e meraviglioso volatile, se ne necessario imponendo uno stop di almeno due anni alla caccia alla pernice». Niente botti, quindi, già dalla prima domenica di apertura. A monte ci sono ragioni di fondo. «Anche quest’anno - spiegano i cacciatori - il nostro territorio si presenta povero di pernici, una realtà che sta via via consolidandosi di anno in anno nel silenzio e nell’indifferenza più totale. Prima che cacciatori siamo amanti delle nostre ricchezze naturali, delle bellezze del nostro territorio e fra queste la pernice ha un posto di primo piano». L’autosospensione nasce da una verifica sul campo effettuata nei mesi di luglio e agosto. «Abbiamo constatato - è l’amara chiosa - che le “brigate” sono sempre più scarse e numericamente inconsistenti, quelli che fino a pochi anni fa erano terreni ricchissimi e habitat ideale per questi volatili oggi risultano impoveriti. Di chi siano le colpe è difficile dirlo, forse i lanci di esemplari di allevamento, la proliferazione di animali nocivi, la pressione venatoria esagerata durante la caccia alla stanziale. Fatto sta che non vogliamo assistere in maniera passiva alla scomparsa della pernice». Per le circa 130 doppiette di Lula ci sono, insomma, tutte le ragioni per fermarsi e chiedere interventi adeguati. CORRIERE.COM 17 SETTEMBRE 2009
Peta, arresti davanti all’ambasciata di Ottawa Travestiti da foche avevano messo in scena sit in di protesta contro la caccia
WASHINGTON - Sono finite in manette tre attiviste che ieri hanno protestato davanti all’ambasciata canadese di Washington contro la caccia alla foca. A confermarlo è stato ieri Ed Donovan, portavoce del servizio segreto statunitense, che ha reso noto che i tre membri del Peta sono finiti in manette con l’accusa di condotta disdicevole, manifestazione non autorizzata e resistenza a pubblico ufficiale. BIG HUNTER 17 SETTEMBRE 2009
Valtellina: animalisti si oppongono alla caccia al cinghiale
Gli animalisti del gruppo Sondrioveg e dell'associazione Leal non ci stanno alla soluzione dell'abbattimento selettivo dei cinghiali che danneggiano l'agricoltura delle zone di Berbenno, Ardenno e Buglio e puntano il dito contro l'attività venatoria. "Vogliamo ribadire il nostro no a queste soluzioni cruente e incivili - dicono -. È sempre bene ricordare che la diffusione di questi ungulati è stata causata negli scorsi anni del mondo venatorio per il proprio “divertimento”: ciò è dichiarato non da estremisti animalisti ma da eminenti etologi di fama nazionale, quali Danilo Mainardi e Giorgio Celli. La gestione degli stessi da parte delle Amministrazioni provinciali dovrebbe essere mirata, secondo le norme, ad un controllo etologicamente corretto che preveda al primo punto metodi che allontanino i cinghiali dai campi e dalle zone abitate, quindi controllo sul cibo, non lasciare rifiuti indifferenziati a terra, recinzioni, chiusura di varchi, zone dedicate con mangime antifecondativo lontano dai paesi, recinzioni elettrificate, campi coltivati a perdere, recinti odorosi, segnaletica stradale, dispositivi ottici riflettenti, già utilizzati efficacemente in altri paesi del mondo".Secondo questi animalisti la soluzione principale sarebbe quella di vietare l'allevamento, il trasporto e la vendita del cinghiale. “Ricordiamo – riferiscono - infine che la caccia al cinghiale è una delle più pericolose, ogni anno ci sono decine di morti e feriti. Vogliamo davvero che succeda qualche tragedia anche da noi?”. Animalieanimali 17 SETTEMBRE 2009
PISTA BRACCONIERI PSU INCENDIO APPICCATO PER SPOSTARE I CINGHIALI DA AREE PROTETTE
La pista del bracconaggio dietro gli incendi della scorsa settimana a Montemarcello. Non piromani quindi, ma cacciatori di frodo intenzionati a spostare la selvaggina dalla zona protetta del Belvedere e Bovognano che sale verso l'orto botanico del Parco regionale. E' questa la pista seguita con maggiore decisione dagli investigatori che si occupano del caso. Già dal giorno dell'incendio si stanno vagliando le testimonianze di alcune persone presenti sul posto: proprio sulla base dei loro racconti sarebbero stati preparati alcuni identikit dei possibili piromani. Sulla vicenda c'è il più stretto riserbo da parte delle forze dell'ordine. Da quanto filtrato però nella zona opererebbero alcuni bracconieri intenzionati a mettere le mani sulla cacciagione della zona. Nei giorni scorsi avrebbero deciso un'azione di forza per spostare le prede (in particolare i cinghiali) dalla zona protetta dal Parco e dove è vietata la caccia, a un'area attigua priva di vincoli. A Montemarcello c'erano già state alcune avvisaglie della presenza di una vera e propria organizzazione di piromani. I vigili del fuoco di Sarzana erano intervenuti a ripetizione su segnalazione degli abitanti per focolai in più punti nella zona del Parco. Piccoli roghi, ma era chiaro che l'obiettivo era in tutti i casi appiccare un grosso incendio. L'«impresa» è riuscita la mattina del 9 settembre ma chi voleva allontanare dalla zona protetta gli animali da uccidere, ha creato anche il panico fra gli abitanti. Due famiglie (una di Fiumaretta, l'altra di Massa) hanno visto le loro villette minacciate dalle fiamme. Le indagini sulle origini del rogo sono subito scattate mentre una task force di uomini e mezzi per un'intera giornata e una lunghissima notte ha combattuto contro le fiamme, coadiuvate da due elicotteri e due Canadair che hanno scaricato sul fuoco migliaia di litri acqua. E solo la pioggia di lunedì ha messo in sicuro tutta l'area. Gli investigatori si sono subito resi conto che a colpire erano state più persone: la conferma è arrivata dalla serie di focolai che hanno provocato il grosso incendio divampati in rapida successione almeno in quattro punti diversi. LA PROVINCIA DI COMO 17 SETTEMBRE 2009
Branco di cinghiali a passeggio nel centro Il sindaco Cattaneo: «Abbiamo chiesto di catturarli ad Asl e guardie provinciali»
Gianluigi Saibene
ROVELLO PORRO (CO) - Cinghiali a spasso per il paese. Segnalazioni al confine della realtà da far pensare che l'avvistamento fosse il frutto di qualche bicchierino di troppo. Poi, quando le indicazioni si sono fatte sempre più insistenti, è intervenuto in prima persona anche il sindaco Gabriele Cattaneo, assieme alla polizia locale, per allontanare il branco che brucava tranquillamente le aiuole del centro. BIG HUNTER 17 SETTEMBRE 2009
Libera Caccia su Tozzi: ricominciano le ostilità Dopo la notizia pubblicata lo scorso lunedì 14 sulle esternazioni di Mario Tozzi, anche Libera Caccia dice la sua smontando pezzo per pezzo le farneticanti tesi esposte dal geologo più famoso d'Italia.
Sta per riprendere il via una nuova stagione di caccia e secondo il migliore e più consolidato copione, ricomincia la raffica di attacchi all’attività venatoria.A scendere in campo, stavolta sul web e non sui quotidiani (almeno per ora) è stato il solito anticaccia in servizio permanente effettivo che risponde al nome e cognome di Mario Tozzi. L’abile divulgatore scientifico che si diletta a sputare il suo veleno (del tutto ideologico) su un’attività contro la quale ha deciso di proclamare una personalissima crociata, tutta all’insegna della “venatofobia” più estremista. Una forma viscerale e violenta di intolleranza che, al contrario dell’”omofobia”, viene considerata un vanto culturale e non una disgustosa e deprecabile forma di razzismo. Proprio per mettere in giusta evidenza l’insopportabile faziosità del prof. Tozzi, è doveroso sottolineare alcune delle più disgustose falsità contenute nel suo articolo pubblicato su Greenreport.La prima, riguarda quella che lui definisce “l’assurdità di concedere la licenza a sedici anni di età”. Ebbene, quella che lui spaccia per una insensata richiesta italiana è una consolidata realtà in molti Stati membri della UE e, tra l’altro, è chiaramente prevista da una direttiva europea sulle armi che il nostro Paese si è ben guardato dall’applicare! Ma non basta. Il preparatissimo studioso, ignora (o finge di dimenticare) che proprio per abbassare i toni esageratamente polemici instaurati da tanti anticaccia del suo calibro, e dimostrando una non comune dose di saggezza, il senatore Franco Orsi ha già eliminato dal suo articolato questa “dirompente” eventualità. E tale decisione, anche se è stata presa in stridente contrasto con quanto espressamente previsto dall’intera Unione Europea, è stata accettata con grande senso di responsabilità anche da quello che lui definisce “il mondo venatorio più retrivo ed estremista”. La seconda odiosa bugia è quella che riguarda le regioni che, secondo il prof. Tozzi (e il WWF) autorizzano “…i fucili ad entrare in azione dappertutto e in qualsiasi periodo dell’anno”. Un’altra delirante affermazione del “serafico” prof. Tozzi, riguarda i tanti anziani che praticherebbero la caccia solo perché insoddisfatti della loro vita! Forse, sarebbe opportuno ricordare all’esimio autore che fra tanti “frustrati”, ci sono anche scienziati e chirurghi di fama mondiale, veterinari, sportivi, scrittori, poeti, pittori, donne di casa, imprenditori, studenti, musicisti, giornalisti, preti e professori universitari; tutti cittadini italiani che lui non ha alcun titolo o diritto di bollare come dei poveri falliti degni di commiserazione ed eventualmente di cure psichiatriche. Poi c’è la storia disgustosa degli incidenti che, sempre secondo l’autore dell’articolo, rendono la caccia uno “sport” (ma ormai anche i bambini sanno che la caccia non è uno sport) estremamente pericoloso, per il quale è richiesta l’assicurazione obbligatoria. Ebbene, ricordiamo umilmente al prof. Tozzi che, a fronte di una ventina di morti (tante sono realmente le vittime dell’attività venatoria, se si escludono gli infarti e gli incidenti automobilistici) ci sono, ogni anno, centinaia di morti fra i bagnanti, gli escursionisti, i cercatori di funghi o gli sciatori. Non solo, ma nelle migliaia di incidenti che li vedono coinvolti, intervengono quasi sempre mezzi e uomini di soccorso che rischiano continuamente la loro vita come è purtroppo accaduto nei giorni scorsi. Eppure, per praticare questi sport e queste attività cosi apparentemente “tranquille” non è necessaria nessuna polizza assicurativa che, se non altro, riesce a coprire gli aspetti materiali ed economici di tanti sinistri e dimostra l’assoluta serietà dei cacciatori e il loro grande senso civico. Il prof. Tozzi, come abbiamo affermato più volte, è padronissimo di odiare a morte i cacciatori, ma non dovrebbe assolutamente permettersi di offenderli e di trarre in inganno i suoi lettori divulgando notizie palesemente infondate, favorendo una disinformazione disgustosa che dimostra l’assoluta mancanza di motivazioni tecnico scientifiche contro la caccia. Una attività che la stessa Unione Europea considera un fondamentale aiuto nella gestione globale del territorio e nella difesa della biodiversità. ANLC - L’UFFICIO STAMPA Animalieanimali 17 SETTEMBRE 2009
CACCIA: APPELLO WWF CONTRO EMENDAMENTO ON.PINI PER 'CACCIA NO LIMITS'
Il WWF si appella a tutti i deputati italiani per scongiurare l'ennesimo atto contro la tutela delle specie e le norme comunitarie.
L'ARENA GIORNALE DI VERONA
16 SETTEMBRE 2009
«Nessuna denuncia: il problema maggiore sono le marmotte»
Alla domanda se abbia allo studio l'ipotesi di aprire le frontiere del Parco naturale regionale della Lessinia all'eliminazione dei cinghiali, il direttore Diego Lonardoni risponde con un'altra domanda: «Perché il cinghiale è stato tolto dal piano di eradicazione 2008 della Provincia? Quando questo verrà riattivato e si interverrà con i prelievi al di fuori dei confini del Parco potremo riparlare d'altro», esordisce. Lonardoni fa sapere comunque che per la caccia all'interno del Parco serve una speciale autorizzazione Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) rilasciata quando siano dimostrati danni reali riscontrabili con un'istruttoria seria. «Come ente abbiamo l'obbligo di risarcire i danni causati dalla fauna selvatica, ma finora abbiamo avuto solo delle segnalazioni e nessuna denuncia. Nel Parco mi pare che il pericolo maggiore siano le marmotte, che nei mesi invernali devastano l'interno delle malghe e dei fabbricati. Lo scorso anno abbiamo avuto due denunce per danni da marmotte e nessuna per i cinghiali», precisa Lonardoni. BELLUNO PRESS 17 SETTEMBRE 2009
Cervi nel Cansiglio, agricoltori sul piede di guerra e un contributo alla discussione
La presentazione sabato scorso sull’altopiano del progetto “Assi del Cansiglio” è stata l’occasione per riportare alla ribalta il problema dell’aumento del numero dei cervi in foresta, con gli allevatori sul piede di guerra e pronti con le botti di liquame per una azione forte, protesta poi rientrata. Gli allevatori, che ancora sperano nel dialogo, lamentano danni notevoli e giustamente chiedono che si faccia qualcosa e, visto che il Cansiglio è di proprietà regionale, chiedono che la regione, rappresentata in Cansiglio da Veneto Agricoltura, faccia qualcosa ed anche in tempi rapidi, dopo anni di non intervento. Animalieanimali 17 SETTEMBRE 2009
E' MORTO TITUS, LA SCIMMIA PROTAGONISTA DI ''GORILLA NELLA NEBBIA''
Il ''re gorilla'' Titus, la scimmia piu' famosa del mondo protagonista del film trattto dalla biografia di Dian Fossey, studiosa uccisa proprio per il suo lavoro in difesa degli animali, e' morto in Rwanda all'eta' di 35 anni. Lo ha annunciato la direzione dei parchi nazionali del paese africano, ricordando come il primate, che pesava 200 chili, sia stato studiato dai ricercatori per tutta la sua vita e in particolare dalla Fossey che studio' il suo gruppo negli anni settanta.Protagonista del libro che la scienziata scrisse prima della morte, ''Gorilla nella nebbia'', Titus interpreto' il ruolo di se stesso a fianco di Sigourney Weaver anche nell'omonimo film del 1988.Il gorilla verra' sepolto nei pressi dei resti del rifugio utilizzato dalla Fossey a Karisoke, al confine di Rwanda e Uganda. La studiosa venne uccisa nel 1985 dalle organizzazioni che avevano interessi nella caccia ai gorilla di montagna. Nel 2008 Titus era stato protagonista anche di un documentario della Bbc. Entrambi i paesi africani hanno adottato nel corso degli anni delle leggi severe a protezione della specie, puntando sui vantaggi dell'eco-turismo. Animalieanimali 17 SETTEMBRE 2009
SPAGNA: PROTESTE PER CORRIDA TORO DE LA VEGA, TROPPO CRUENTA
E' morto dopo circa mezz'ora il toro Moscatel, 540 chili di pelle e muscoli, l'animale scelto quest'anno per partecipare alla più discussa e cruenta festa taurina di Spagna, El Toro de la Vega, l'unica nella quale si utilizzano ancora le lance per uccidere il toro: lo riferisce l'edizione elettronica di El Norte de Castilla. La festa, che si svolge nella località di Tordesillas (in provincia di Valladolid, nord ovest) dal XVI secolo, ha suscitato come ogni anno le proteste dei gruppi di difesa degli animali, che domenica scorsa si sono riuniti nella località castigliana per chiederne l'abolizione. Com' è tradizione un botto alle 11 in punto oggi ha dato il via alla celebrazione. Moscatel, 540 chili, ha attraversato il medievale ponte sul Duero e si è trovato nella vegà, in campo aperto, dove ad attenderlo vi erano uomini a piedi e a cavallo armati di lance. Dopo mezz'ora un altro botto ha annunciato la fine della festa e la morte dell'animale. Il lanciere a cavallo Alvaro Hernandez aveva infatti assestato il colpo mortale al toro. Quest'anno però la polemica ha colpito anche gli stessi partecipanti. Hernandez non potrà ricevere il premio perché avrebbe colpito il toro sull'asfalto, cosa che ora un'ordinanza municipale proibisce, ma invece consentita dal rituale del Toro de la Vega. E c'é stata anche una discussione tra lancieri a piedi e a cavallo su a chi attribuire la stoccata mortale al toro. IL RESTO DEL CARLINO 17 SETTEMBRE 2009
Carne decomposta e larve a cielo aperto La Forestale sequestra un'azienda Le indagini erano cominciate a maggio, su segnalazione del Servizio veterinario dell'Ausl e si sono concluse con la denuncia del titolare della ditta e il sequestro di due capanni utilizzati per la produzione di esche per la pesca
Meldola (FC) – Gli agenti del Corpo Forestale dello Stato in comune, su ordine del gip (giudice per le indagini preliminari) Giovanni Trerè, hanno sequestrato a Meldola due capanni per la produzione di larve da pesca, una cella frigorifera, un deposito di materie prime e una concimaia. L’indagine era iniziata a maggio quando gli agenti della Forestale di Civitella di Romagna, su segnalazione del Servizio veterinario dell’Ausl, si erano recati presso un’azienda di Meldola insieme ai tecnici dell’Arpa ed avevano verificato che nella ditta venivano prodotte esche per la pesca sportiva, utilizzando come materia prima sottoprodotti di origine animale, contenuti in un magazzino. Nel sopralluogo agenti e tecnici Arpa avevano anche trovato in una concimaia a cielo aperto scarti di carne utilizzata per la produzione delle larve, allevate in alcune vasche e altri rifiuti di carne stesi sul terreno, parzialmente nascosti dall’erba vicino all'azienda, che emanavano un odore nauseabondo. Il titolare dell'azienda allora si era giustificato dicendo che dello smaltimento di quei rifiuti si occupava una ditta di Latina, da lui incaricata, ma dal successivo riscontro dei documenti della ditta risultava che l’ultimo carico smaltito era di 3 anni prima. Il responsabile dell'azienda è stato così denunciato a piede libero per una serie di reati che vanno dall’abbandono dei rifiuti di carne sul suolo, all'emissione in atmosfera di gas con emanazione di odori nauseabondi, al mancato adeguamento dell’impianto di produzione nei riguardi dello scarico delle acque che dilavano i piazzali durante le piogge. Il gip Giovanni Trerè ha incaricato poi gli agenti della Forestale di effettuare una perquisizione nell’azienda per sequestrare i documenti relativi agli smaltimenti e ha disposto il sequestro preventivo dell’azienda, riconoscendo la fondatezza dei rilievi effettuati dalla Forestale. IL TIRRENO 17 SETTEMBRE 2009
Tribunale, trasferta al Carapax
MASSA MARITTIMA (GR). Da un’aula del tribunale il processo è stato “spostato” al Carapax. Ieri mattina l’udienza a carico del Centro recupero tartarughe di Massa Marittima ha avuto luogo, anziché nel palazzo di giustizia di Grosseto, direttamente nella struttura massetana dov’è andato in “trasferta” il giudice Giovanni Puliatti insieme ai protagonisti. Proprio al Carapax Puliatti ha disposto un sopralluogo/udienza alla presenza della cancelleria del Pm (il Vpo, o vice procuratore onorario dottoressa Dompetrini), della difesa dell’imputato (studio legale Fivizzani), e di quella della parte civile (la Comunità montana assistita dall’avvocato Luciano Giorgi); presenti anche Giancarlo Zago (presidente della Comunità Montana), il Corpo Forestale dello Stato (coordinamento di Grosseto e Cites di Firenze), e gli imputati Donato Ballasina e sua moglie Veerle Vandepitte. Dopo quest’udienza, è fissata al 30 settembre la prossima udienza dibattimentale del processo ai titolari del Carapax, riguardante la violazione della convenzione di Washington e delle leggi speciali su importazione, detenzione, e commercializzazione di animali in via di estinzione (in questo caso testuggini). Nel 2007 un blitz della Forestale portò a un primo sequestro di tredici animali esotici, pericolosi per la salute pubblica: caimani, varani, tartarughe azzannatrici e alligatrici provenienti da Canada, Sud America e Australia. Gli animali erano detenuti illecitamente e sprovvisti di certificazione, rilasciata dal prefetto e riferibile a normativa Cites. A condurre le operazioni sono stati il Corpo Forestale, con il comando provinciale di Grosseto - nucleo Nipaf (polizia ambientale e forestale), il Cites di Firenze (specializzato nell’importazione di specie esotiche animali e vegetali) e il comando di Massa marittima, di fronte ai quali il direttore Donato Ballasina non fu in grado di fornire le autorizzazioni. Oltre al procedimento penale, c’è quello civile. Gli immobili - si ricorderà (33 ettari in località Venelle e Bonsecchino) - sono di proprietà della Regione e gestiti dalla Comunità montana, che nel 1989 stipulò una convenzione con Rana per mettere a disposizione del Carapax immobili appartenenti alla Regione. Rana si impegnava a usare quegli immobili per 35 anni, ma nel ’96 la Comunità montana, dopo aver contestato varie inadempienze da Rana, promosse un arbitrato che risolse la convenzione. Dal ’99 Rana avrebbe dovuto lasciare gli immobili, ma così non è stato per anni, fino alle ultime vicende di quest’anno. Anche sul fronte civile la guerra tra Rana e Comunità montana è andata avanti senza esclusione di colpi. LA PROVINCIA DI LECCO 17 SETTEMBRE 2009
Ecco il gelato per gatti, roba da leccarsi i baffi
MONTEVECCHIA (LC) - Tutto ebbe inizio con il cane e il desiderio di offrirgli un cibo fresco e sfizioso. Ora, dopo quattro anni e un numero sempre più ampio di clienti provenienti anche da lontano, Luca Zampolli (nella foto), titolare della gelateria .-La collina- di Montevecchia, ha deciso lanciarsi una nuova sfida e produrre gelato per gatti. «Da qualche tempo numerosi clienti che, oltre ai cani possiedono anche gatti, mi chiedevano di fare qualcosa per i felini - spiega Zampolli -. Sono sempre stato titubante perché ritenevo la cosa difficile. I cani mangiano quello che mangia il loro padrone. Preparare qualcosa di appetibile per i gatti è molto più difficile, considerato che sono spesso abituati ai croccantini o ai cibi in scatola». Qualche giorno fa però, Zampolli ha deciso di tentare perché «stanco di vedere Titti, la micia di mia figlia Martina, osservare con curiosità e invidia i miei due cani mangiare il gelato».
ANCONA INFORMA
17 SETTEMBRE 2009
Falconara: i cani possono tornare in spiaggia
Falconara (Ancona) - A seguito delle richieste del sindaco Goffredo Brandoni e dell’assessore all’Ambiente Matteo Astolfi, l’Autorità portuale ha riammesso i cani lungo il litorale cittadino dal 15 settembre al 15 maggio di ogni anno. ANSA AMBIENTE 17 SETTEMBRE 2009
CALABRONE CINESE STERMINA API FRANCESI
PARIGI - Il terrore arriva dalla Cina e a tremare stavolta sono le api francesi, che sembra stiano per essere letteralmente sterminate da una pericolosa specie di calabrone cinese. Questa estate centinaia di alveari nel sud-ovest della Francia sono stati attaccati da questi calabroni orientali. Le possenti mandibole di questi insetti asiatici hanno afferrato migliaia di piccole api europee, uccidendole e portandole ai loro nidi per nutrire le larve. Intere colonie di api sono scomparse. Non e' il primo anno che si registra l'avvento di calabroni provenienti dall'oriente. I primi avvistamenti risalgono al novembre 2005. Ma secondo un produttore di bonsai, il calabrone potrebbe essere arrivato nel 2004 nelle scatole che contengono ceramiche cinesi importate regolarmente dalla regione dello Yunnan. Trovando il clima adatto, i calabroni si insediano nel sud-ovest occupando 25 dipartimenti in tutto il territorio nazionale. Alcune api francesi, pero', si sono ribellate. Jacques Longatte, apicoltore vicino a Bordeaux, ha notato che le sue api schierano dei ''guardiani'' all'esterno degli alveari. ''A volte trovo gli aggressori a terra morti - racconta - Per puntura? Non so''. Gli apicoltori temono anche le punture di questi insetti: il 14 agosto sei adulti sono stati punti e sono stati portati in ospedale. Ma gli esperti assicurano che, per loro natura, i calabroni non sono aggressivi nei confronti dell'uomo, a meno che non li si infastidisca. MESSAGGERO VENETO 17 SETTEMBRE 2009
Bordano (UD): due giorni dedicati a ragni e scorpioni
BORDANO (UD). Un evento dedicato a ragni, scorpioni e altri aracnidi meno conosciuti come gli “Amblipigi” dalla “forma aliena” o i bizzarri “Uropigi” con le loro insolite strategie di difesa. Così sabato e domenica la Casa delle Farfalle si trasformerà nell'abitazione di questi singolari e splendidi esemplari, ma in taluni casi anche inquietanti. Si potranno così ammirare i ragni più grandi del mondo, gli scorpioni più velenosi e anche le specie utilizzate nella ricerca medica. Un esposizione di esemplari viventi per raccontare la straordinaria storia naturale di questo gruppo di animali che, per la loro diffusione e diversificazione, rappresentano un vero successo dell'evoluzione. Per i bambini saranno organizzati una serie di giochi e di attività didattiche gratuite per avvicinarli in maniera semplice e divertente al misterioso e affascinante mondo degli animali. Tutto avrà inizio come detto sabato alle 9.30 con l'apertura della mostra mentre dalle 15 alle 17 animazione per bambini. Domenica invece, per le 11.30 è previsto il seminario “problemi gestionali degli aracnidi in cattività” tenuto dal veterinario Alessandro Bellese. Alle 15.30 visita guidata con il biologo Francesco Barbieri. Infine, alle 17 secondo seminario denominato “ragni, scorpioni e mitologia” tenuto anche in questo caso dal biologo Francesco Barbieri.
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17 SETTEMBRE 2009
ESPERIMENTO DI DUE UNIVERSITA' AMERCANE Terapia genica cura per la prima volta il daltonismo negli animali Due scimmie che non vedevano i colori dalla nascita ora li distinguono. Prospettive per l'uomo
ROMA - Grazie alla terapia genica due scimmie-scoiattolo, Dalton e Sam, sono tornate a vedere i colori A curare il daltonismo genetico dei due animali sono stati scienziati dell'University of Washington e dell'University of Florida. Illustrando su Nature i risultati ottenuti sugli animali, i ricercatori sottolineano che questo studio apre la strada alla terapia genica dei disordini della vista che coinvolgono i coni, cellule della retina responsabili della visione a colori. PROSPETTIVE PER L'UOMO - «Abbiamo aggiunto la sensibilità al rosso alle cellule cono di due animali nati con una malattia che è esattamente uguale alla cecità ai colori nell'uomo», spiega William Hauswirth, uno degli autori dello studio. Benchè il daltonismo alteri la vita solo moderatamente a chi ne soffre, «abbiamo mostrato - prosegue lo scienziato dell'ateneo della Florida - che possiamo curare una malattia dei coni in un primate, e possiamo farlo in modo molto sicuro. Questo è estremamente incoraggiante per lo sviluppo di terapie per le numerose malattie dei coni nell'uomo», che compromettono la vista di milioni di persone. Anche perchè, da solo, il daltonismo accomuna 3,5 milioni di americani, oltre 12 milioni di indiani e 16 milioni di cinesi. Persone che non distinguono rosso e verde, e rischiano di incappare in notevoli problemi quando sono alle prese con il traffico e i semafori. GLI STUDI - Il risultato arriva 10 anni dopo che Jay Neitz e sua moglie Maureen, due oftalmologi dell'University of Washington, hanno iniziato ad addestrare le due scimmie scoiattolo (una delle quali chiamata Dalton onore di John Dalton, il chimico inglese che nel 1798 pubblicò il primo studio scientifico sulla particolare condizione clinica), sottoponendole a test per perfezionare un sistema attraverso il quale gli animali potessero comunicare i colori che vedevano, test simili a quelli che fanno i bimbi in tutto il mondo per permettere ai medici di capire se hanno problemi di vista, sensibilità ai colori o daltonismo, anche se per le scimmie questi esami erano stati facilitati attraverso l'uso di pc e golose ricompense. Parallelamente, in Florida il team di Hauswirth cercava di mettere a punto una tecnica di trasferimento genico, impiegando virus adeno-associati innocui, per inserire il gene sano in un soggetto e consentire la produzione della proteina desiderata. I due team si sono incontrati e la sperimentazione è partita. LA TERAPIA - I ricercatori volevano produrre una particolare forma di opsina nella retina delle scimmie, una proteina senza colore che produce pigmenti sensibili a rosso e verde. «Abbiamo usato Dna umano», così si ridurranno i tempi necessari per avviare i trial sull'uomo, spiegano i ricercatori. Dopo cinque settimane dalla cura, le scimmiette hanno iniziato ad acquisire la visione dei colori. «Ma in realtà nelle prime 20 settimane non è accaduto nulla, anche se vedevano che il sistema iniziava a funzionare. Poi - dice Neitz - gli animali hanno risposto, senza incertezze, alla vista di colori che prima risultavano loro invisibili». È servito più di un anno e mezzo per testare l'abilità di Dalton e Sam, rivelatisi in grado di distinguere tra 16 gradazioni. «Abbiamo avuto con noi le scimmiette per 10 anni, sono come i nostri bambini - confessa Neitz - Questa è una specie docile e amichevole, e penso sia utile continuare a seguire i loro progressi». Ormai gli animali distinguono i colori da due anni. ACROMPATOPSIA - Il trattamento potrebbe essere utile anche alle persone con acromatopsia, un raro difetto ereditario della vista, presente fin dalla nascita e non degenerativo, che si manifesta con cecità totale ai colori, estrema sensibilità alla luce e bassissima acuità visiva. «Potrebbero essere obiettivo di un trattamento quasi uguale» a quello che ha permesso a Dalton e Sam di vedere il mondo a colori, conclude Hauswirth. IL GIORNALE 17 SETTEMBRE 2009
Ricerche inutili con soldi pubblici La vivisezione diventa un hobby
Chi è il professor Rouiller e perché parliamo male di lui? Il prof. Rouiller è responsabile dell’unità di Fisiologia e Programmi in Neuroscienze dell’università di Friburgo (Svizzera). Dopo anni di vivisezione su roditori, gatti e scimmie, finanziata con soldi pubblici, sembra cominci ad avere qualche difficoltà nel reperire fondi per i suoi orripilanti esperimenti. Ma ripercorriamo la storia di questo paladino della scienza, riprendendola dal sito dell’Atra, l’associazione antivivisezionista svizzera che ha organizzato, assieme alle associazioni di numerosi altri Paesi, una grande manifestazione il 17 settembre davanti all’università di Friburgo. Già nel 1985 lo troviamo alle prese con numerosi gatti circa i quali, per evitare incubi ai lettori, omettiamo le sue «attenzioni». La cosa singolare è che il professore pubblica gli stessi risultati delle sperimentazioni su due riviste diverse, amplificando così il suo curriculum scientifico. Nel 1986 continua ad ammazzare gatti, fornendo all’incirca gli stessi risultati relativi a ricerche di base che nulla peraltro hanno a che vedere con eventuali informazioni terapeutiche utili per l’uomo. Nei seguenti cinque anni il ricercatore si dedica con passione ai ratti, sempre per ricerche mai finalizzate alla terapia, ma ampliate all’interno dell’università di Friburgo. Nel 1994, il salto di qualità. Avanti con le scimmie. I macachi sacrificati da Rouiller gli valgono pubblicazioni sempre simili e sempre su diverse riviste (un vero Mandrake). Il suo curriculum si arricchisce sempre più. Dal 1995 al 1999, dopo sperimentazioni su ratti, gatti e scimmie utilizza finalmente le banche di tessuti per gli esperimenti «in vitro». Peccato che, nonostante esistano già numerose banche di tessuti umani, Rouiller preferisca utilizzare tessuti di cavie peruviane (dopo averle fatte fuori, ovviamente). Giunto al terzo millennio, mentre continua imperterrito a vivisezionare gatti e scimmie, il prof pubblica un articolo nel quale evidenzia che, cambiando specie animale, si ottengono risultati diversi (roba da Nobel) e dimenticando di concludere che sull’uomo, dotato di un cervello completamente diverso dagli altri animali, i risultati saranno ulteriormente diversi, come è ovvio che sia. Nonostante la brillante conclusione continua la sperimentazione su ratti, gatti e cavie, sempre con finanziamenti pubblici. Arriviamo al 2003 e, mentre lo «scienziato» continua il suo alacre lavoro sui tavoli di marmo con vari animali, pubblica un articolo nel quale afferma che «Nei soggetti umani i sostanziali avanzamenti in questo campo sono stati resi possibili dallo spettacolare sviluppo di tecniche non invasive di visualizzazione e stimolazione a livello cerebrale». Si noti la terminologia «soggetti umani» (human subjects) invece di «esseri umani» (human beings) tipica della mentalità dello sperimentatore con scarsa empatia verso i soggetti che tratta, animali o umani che siano. E intanto continua la mattanza. A questo punto però un gruppo di medici clinici pubblica un documento in cui si chiede se la vivisezione sia una scienza o non sia solo uno spreco di denaro pubblico. Ma Rouiller continua la sua vivisezione, forse perché è membro sia della commissione di controllo cantonale sia del comitato scientifico del Fondo Nazionale Svizzero. In pratica in Svizzera è possibile che un vivisettore possa far parte sia del Fondo che finanzia la vivisezione sia della commissione che deve controllare. Il controllato che è anche controllore. Ma il bello di Rouiller viene negli ultimi due anni. Ve lo raccontiamo alla prossima. |