IL SECOLO XIX
17 AGOSTO 2009
Meticcio salvato da due taxisti in via burlando A Manin
Genova - Due taxisti e un cane "meticcio". IMG PRESS 17 AGOSTO 2009
FESTA SADICA IN ONORE DI S. ROCCO
Butera (CL) - Un’oca sgozzata, ancora sanguinante, viene appesa per le zampe ad un cavo sulla piazza del municipio di Butera (Caltanissetta) e qui, su un podio di legno, un uomo cerca di strapparle il collo a mani nude. Da un terrazzo, un altro uomo tira il cavo per impedirne la presa strattonando il cadavere dell’animale che si deforma, si spezza le ali, perde penne e piume in un macabro spettacolo. E’ questo l’incredibile quanto raccapricciante “gioco” che si è tenuto lo scorso 15 agosto nel piccolo centro del Nisseno, alla presenza di turisti e di decine di bambini, in onore di San Rocco per il quale si tiene questa “tradizione” dell’ “oca e ‘u sirpintazzu” con la quale infierisce, senza rispetto, sul corpo della malcapitata oca. Già lo scorso anno la LAV aveva documentato questa barbara “festa” pubblicando sul sito www.lavsicilia.it le foto; quest’anno - dopo il coro di indignazione che tale sadica “tradizione” aveva suscitato in tutta Italia anche sulla stampa nazionale – ci si attendeva che gli organizzatori sostituissero il cadavere dell’oca con un fantoccio. Ed invece si sono ripetute, come se nulla fosse accaduto, le stesse scene nel corso del gioco simile alla pentolaccia. Per la LAV l’uccisione di un animale e l’utilizzo del suo corpo come oggetto di divertimento è un gesto inqualificabile ed inaccettabile perché la nostra la civiltà rifiuta la violenza, la tortura e l'uccisione di ogni essere vivente. “Anche la legge ha recepito tali convinzioni etiche con la modifica del codice penale a seguito della legge 189 del 2004 sul reato di maltrattamento di animali, in cui è evidente la tutela dell'animale in quanto soggetto, nel rispetto della sua natura, secondo le sue caratteristiche anche etologiche” dichiara Carlo Aprile, responsabile settore “feste sadiche” della LAV Sicilia. “Ogni “tradizione” che veda negli animali oggetti da sfruttare deve quindi essere interpretata criticamente, per convertirla e renderla eticamente accettabile secondo i parametri che il progresso culturale e sociale determina nel tempo, per adattarla alla società contemporanea alla luce delle sensibilità nel frattempo maturate. Esistono tradizioni giuste e tradizioni sbagliate – conclude Aprile – e molte volte – come nel “gioco dell’oca” di Butera – si esercita della violenza sugli altri senza rendersene conto. Lo scorso anno avevamo scritto al Sindaco di Butera ed al Parroco del Santuario di S. Rocco evidenziando anche le conseguenze culturali ed educative estremamente pericolose nei giovani: l’uso dell’oca sgozzata come elemento di divertimento li allontana dal valore preminente del rispetto della vita di ogni essere. Non abbiamo ricevuto nessun cenno di risposta dalle due Autorità che, anche quest’anno, hanno ignorato ogni appello al buonsenso ed al rispetto della legge organizzando e promuovendo tale festa”, aggiunge Jessica Natale, responsabile della LAV Caltanissetta. “Si tratta di una festa altamente diseducativa per organizzatori, partecipanti e pubblico; appellarsi alle tradizioni è il solito tentativo di nascondere le proprie responsabilità, soprattutto da parte di chi è tenuto, per credo religioso o dovere civico ed istituzionale, a bandire modelli di comportamento improntati alla violenza su qualsiasi creatura umana o non umana”. La LAV ricorda che lo psicologo americano Frank Ascione, professore di psicologia dell'Università statunitense dello Utah e Camilla Pagani, psicologa del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma, hanno compiuto una ricerca specificatamente mirata sul comportamento violento dei bambini nei confronti degli animali. Una volta su cinque la ragione che spinge a compiere atti di violenza nei confronti di animali è il semplice divertimento, e i bambini e gli adolescenti crudeli verso gli animali hanno una maggiore probabilità, una su tre, di manifestare in età adulta comportamenti ripetutamente feroci e pericolosi. La LAV annuncia che una equipe di legali ed esperti sta già esaminando la possibilità di sottoporre al vaglio della Magistratura penale lo “spettacolo” del gioco dell’oca, per il rispetto delle norme penali e del testo unico di pubblica sicurezza che vietano manifestazioni che producono strazio e sevizie di animali. VIRGILIO NOTIZIE 17 AGOSTO 2009
Sicilia/ Lav : A Butera sadica tradizione con oca da abolire Nel comune del Nisseno a ferragosto "l'oca e 'u sirpintazzu"
La Lav, Lega anti vivisezione chiede l'abolizione, per gli anni a venire, della festa della pentolaccia che si svolge ogni anno nell'ambito ei festeggiamenti per San Rocco a Butera, in provincia di Caltanissetta perché "incivile e diseducativa". Secondo la tradizione, che si è ripetuta anche il giorno di ferragosto, un'oca sgozzata, ancora sanguinante, viene appesa per le zampe ad un cavo sulla piazza del municipio e qui, su un podio di legno, un uomo cerca di strapparle il collo a mani nude. Da un terrazzo, un altro uomo tira il cavo per impedirne la presa strattonando il cadavere dell'animale che si deforma, si spezza le ali, perde penne e piume in un macabro spettacolo. La 'spettacolo', "oca e 'u sirpintazzu" , avviene alla presenza di turisti e di decine di bambini. "Già lo scorso anno la Lav - si legge in una nota dell'associazione - aveva documentato questa barbara 'festa' pubblicando sul sito www.lavsicilia.it le foto; quest'anno, dopo il coro di indignazione che tale sadica 'tradizione' aveva suscitato in tutta Italia anche sulla stampa nazionale,ci si attendeva che gli organizzatori sostituissero il cadavere dell'oca con un fantoccio. Ed invece si sono ripetute, come se nulla fosse accaduto, le stesse scene nel corso del gioco simile alla pentolaccia". Per la Lav "l'uccisione di un animale e l'utilizzo del suo corpo come oggetto di divertimento è un gesto inqualificabile ed inaccettabile perché la nostra la civiltà rifiuta la violenza, la tortura e l'uccisione di ogni essere vivente". La LAV annuncia quindi che una equipe di legali ed esperti sta già esaminando la possibilità di sottoporre al vaglio della magistratura penale lo 'spettacolo' del gioco dell'oca, per il rispetto delle norme penali e del testo unico di pubblica sicurezza che vietano manifestazioni che producono strazio e sevizie di animali.
LA PROVINCIA DI COMO
17 AGOSTO 2009
Sparito un puledro dal branco, si teme che sia stato macellato Le associazioni si uniscono e chiedono la libertà per Pupy e gli altri cavalli
Francesco Aita
SAN FEDELE INTELVI (CO) - Potrebbe essere stato prelevato e macellato clandestinamente il puledro sparito di recente dal branco di cavalli che vivono liberi sulle pendici del Bisbino. L'ultimo di una serie visto che in passato erano scomparsi diversi esemplari ancor prima del prelievo dello stallone Pupy, beniamino dei bambini di Rovenna, da parte dell'Asl. A preoccupare le associazioni ambientaliste ed animaliste, insieme al comitato pro cavalli costituitosi a Rovenna, in questo momento è soprattutto la sorte di quest'ultimo dopo che i vigili di Cernobbio avevano fatto intervenire L'Asl di Como per lo sconfinamento dello stallone nel centro abitato della frazione. VALDELSA.NET 17 AGOSTO 2009
Sulla spiaggia di Grosseto arriva Bobo, il cane bagnino. Il labrador di sei anni dalle 9 alle 18 sorveglierà il litorale di Principina
CANE BAGNINO A GROSSETO - C'è da qualche giorno un bagnino speciale sulla spiaggia di Principina. Si chiama Bobo come il celebre personaggio dei fumetti, è un labrador di sei anni e, all'incirca dalle 9 alle 18, sorveglia il tratto di litorale di fronte al "Granduca mare".Docile e socievole, corporatura robusta e soprattutto nuotatore provetto, Bobo è un cane bagnino con "diploma"' della "Scuola Italiana Cani Salvataggio". Viene da Milano ed è in Maremma in vacanza con il suo proprietario e conduttore Osvaldo Delle Curti, volontario della protezione civile. Grazie a un accordo con l'amministrazione comunale di Grosseto, con Mariangela Da - Ros gestore del 'Granduca mare' e con la Capitaneria di porto, Bobo e Osvaldo affiancano il personale della torretta di salvataggio nell'attività di controllo sulla sicurezza dei bagnanti.
VARESE NEWS
17 AGOSTO 2009
GATTI RAPITI, CENTO CASI IN POCHI GIORNI A dare l'allarme l'associazione italiana difesa animali. Le segnalazioni sono concentrate prevalentemente nelle città di Stresa, Verbania e Baveno
Stresa (VB) - È allarme sparizione gatti nella zona compresa tra le città di Stresa e Verbania in Piemonte. Dai dati raccolti dallo Sportello Animali e dal telefono amico di AIDAA associazione italiana difesa animali e ambiente, nel periodo compreso tra il mese di luglio e la giornata odierna sono scomparsi oltre un centinaio di gatti di cui settantadue neri. Le segnalazioni relative alle sparizioni sono concentrate prevalentemente nelle città di Stresa, Verbania e Baveno. Nella maggior parte delle segnalazioni giunte all'associazione si parla della sparizione di gatti prevalentemente maschi di colore nero castrati e quindi non soggetti alle "migrazioni dell'amore felino" di questo periodo in tutti i casi si tratta comunque di gatti domestici. Poche invece le notizie relative ai modi in cui i gatti sono stati rapiti, solo in alcune segnalazioni tutte provenienti da Stresa si parla della presenza sospetta di un furgone ford transit di colore rosso con targa di Milano. AIDAA nei prossimi giorni continuerà a raccogliere segnalazioni relative alle sparizioni sia online attraverso l'indirizzo apposito [email protected] sia attraverso il numero amico 3926552051 attivo tutti i giorni dalle 9 alle 20 e dopo ferragosto presenterà un dettagliato esposto alle forze dell'ordine ed alla procura della repubblica di Verbania competente per territorio. "Dalle indicazioni che prevalgono dalle segnalazioni crediamo che i gatti possano essere stati rapiti da qualche gruppo esoterico-satanista che potrebbe operare sia in Piemonte che nel Locarnese - dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA- in particolare ci ha colpito che la maggior parte dei gatti rapiti sia di colore nero e siano maschi seppur castrati, caratteristiche particolarmente utilizzate nei sacrifici di alcuni gruppi esoterici particolari. Invitiamo le persone a cui sono scomparsi i gatti in questi giorni a segnalarcelo senza paura in quanto garantiamo il massimo anonimato-conclude Croce- capiamo la paura di ripercussioni ma solamente un quadro completo della situazione ci può permettere di comprendere,arginare e denunciare queste orrende pratiche di violenza su inermi animali" . per info 3926552051-3478883546
SAVONA NEWS
17 AGOSTO 2009
Casanova (SV): gatti malati e denutriti soccorsi dall'Enpa
Casanova (SV) - Cinque gattini di poche settimane, malati e denutriti, sono stati soccorsi dai Volontari della Protezione Animali albenganese, a Marmoreo, frazione di Casanova Lerrone; altri due nelle stesse condizioni sono stati recuperati in località Pian dei Boschi a Cisano sul Neva e altri quattro sono stati trovati nella frazione villanovese di Coasco […] PRIMO CANALE 17 AGOSTO 2009
Fiume Entella, moria di animali
Provincia di Genova - L'Associazione animalista Ayusya, ha registrato nel corso della settimana molti casi di moria di pesci, gabbiani ed anfibi alla foce del fiume Entella nel golfo del Tigullio, tra Chiavari e Lavagna. Gli animali sembrerebbero morti a causa di avvelenamento. L'Associazione teme che alcune aziende effettuino scarichi irregolari nel fiume, ed è stato richiesto l'intervento delle autorità. "Nel fiume Entella gli animali continuano a morire e poco lontano i bagnanti a rinfrescarsi": e' l'amaro commento degli animalisti.
LA PROVINCIA DI LECCO
17 AGOSTO 2009
L'Enpa chiede di fermare la tradizionale corsa degli asini
COLLE BRIANZA (LC) No dell'Enpa alla tradizionale corsa degli asini durante la festa di San Rocco. L'ente, il cui principale scopo è quello di tutelare la salute degli animali, ieri al sindaco Marco Manzoni ha inviato una lettera, invitandolo a negare l'autorizzazione alla tradizionale manifestazione che ha per protagonisti i ciuchini cavalcati da bambini del paese in programma per domani, giorno di San Rocco. LA SICILIA 17 AGOSTO 2009
«Da settembre nuove regole per i palii»Sacconi «Nuove regole per le 80 manifestazioni che si svolgono in Italia con uso di cavalli»
Giampaolo Grassi
Siena. A partire da settembre «avranno delle regole» gli 80 palii che si svolgono in Italia. Sarà, infatti, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale l'ordinanza del ministero del Welfare che regola le manifestazioni in cui vengono utilizzati cavalli. Lo ha detto il sottosegretario al Welfare Francesca Martini, nella giornata in cui si svolge il Palio di Siena. IL SECOLO XIX 17 AGOSTO 2009
Diana, il "fantasia"che ha salvato la vita alla sua padrona Il premio fedeltà del cane
ROSSELLA GALEOTTI
CAMOGLI (GE). E' Diana la vincitrice della 48ª edizione del premio internazionale Fedeltà del Cane. La giuria, presieduta da Vittorio Bozzo, anima della manifestazione e dell'associazione per la Valorizzazione turistica di San Rocco, non ha avuto dubbi: «E' stata una decisione unanime - commenta Bozzo - La storia di Diana ha subito conquistato tutti». Riconoscimenti - Premiato anche il ferroviere che salvò Gastone, il cucciolo legato a un binario vicino a Genova SESTO POTERE 17 AGOSTO 2009
Vacanze, non vanno in ferie a Ferragosto i cani poliziotto della Questura di Ancona
Ancona - Alcuni giorni fa il cane pastore "Delta" ha fatto trovare un chilo di eroina purissima nascosto in un materasso a Civitanova Marche. Una settimana prima, insieme al compagno "Jari", aveva recuperato altri 130 grammi di eroina in un capannone abbandonato a Rimini, durante una trasferta di lavoro.Non vanno in ferie neppure a Ferragosto gli agenti del Nucleo cinofili della Questura di Ancona e 13 cani poliziotto che all'occorrenza vengono utilizzati anche nel resto d'Italia. Il gruppo degli amici a quattro zampe è composto da cinque pastori tedeschi specializzati nelle operazioni antidroga, quattro cani della stessa razza specialisti nell'ordine pubblico, e quattro labrador qualificati per la ricerca di armi, munizioni ed esplosivi.Il nucleo cinofili cura a livello nazionale anche l'attività di imprinting, cioè il primo avviamento all'addestramento, come è avvenuto di recente con una cucciolata di otto labrador.Fra le ultime performance, quella di "Tommy", pastore tedesco che ha fiutato cinque kg di hascisc occultati nei filtri di una cappa da cucina a Osimo.Ma i cani poliziotto di Ancona sono preziosi anche nelle calamità e per la ricerca di persone (come nel terremoto in Abruzzo) e, con compiti di sorveglianza, durante eventi come il G8 o le partite di calcio.
Animalieanimali
17 AGOSTO 2009
SCHIERATI NAS CONTRO ACCATTONAGGIO
Parte un operazione di ispezione e repressione, da parte dei Carabinieri del Nas, al fenomeno dello sfruttamento di cani e dei altri animali utilizzati a fini di accattonaggio in condizioni precarie e di maltrattamento, reato specificatamente sanzionato dalla legge n. 189/2004. Lo annuncia il sottosegretario di stato alla Salute Francesca Martini. LIBERO 17 AGOSTO 2009
CAMPOBASSO: SINDACO ORDINA CANI AL GUINZAGLIO PER EVITARE AVVELENAMENTI
Campobasso - Il sindaco di Campobasso, Luigi Di Bartolomeo, ha emanato un'ordinanza con la quale dispone che i cani "nelle vie e luoghi pubblici, dovranno essere tenuti al guinzaglio, muniti di museruola che impedisca l'ingestione casuale di bocconi". L'ordinanza trae origine dagli ultimi episodi di avvelenamento di cani, con bocconi avvelenati, verificatisi in citta' nelle ultime settimane. Oltre a cio' il primo cittadino ha ordinato "l'apposizione di cartelli indicanti il divieto di far accedere animali di qualunque specie in tutti i luoghi in cui sono stati rinvenuti bocconi ed esche sospette sino alla conoscenza dell'esito negativo delle analisi". ASYLUM 17 AGOSTO 2009
CANI SON SUPERPOTERI, C'E' CHI BALLA, CHI CANTA E CHI FA DI CONTO
Negli ultimi millecinquecento anni, abbiamo sfamato e coccolato i cani per essere i nostri aiutanti, i nostri compagni e per proteggerci. Loro ci sono stati vicini dato che negli States si è appena chiusa la Assistance Dog Week noi abbiamo deciso di commermorali con qualcosa che possano comprendere.La settimana era dedicata al grande lavoro che addestratori e amanti dei cani fanno con questi fidi amici, ma ce ne sono alcuni che vanno evidenziati maggiormente. Sembra infatti che alcuni membri della comunità canina possano parlare, risolvere equazioni e fare altre cose strepitose (per essere dei cani, ovviamente).Perciò date un'occhiata ai video qui di seguito così vi renderete conto che il vostro instupidito cucciolo farebbe bene ad alzarsi dal divano e combinare qualcosa nella sua vita.Se tutti i cani fossero come Rookie, ci sarebbero cinquantenni ovunque costretti a prendere lezioni di ballo!
VIDEO http://www.asylumitalia.it/2009/08/17/cani-con-superpoteri-ce-chi-balla-chi-canta-e-chi-fa-di-conto/
Animalieanimali
17 AGOSTO 2009
COME TRE ANNI FA... RIPARTE LA MATTANZA DEI CAPRIOLI IN PIEMONTE Denuncia della Lac e delel altre associazioni animaliste.
Dopo l’estate 2006 in cui si verificarono un interesse mediatico ed uno sdegno dell’opinione pubblica senza precedenti a denuncia degli abbattimenti dei caprioli, si riparte peggio di allora.
SAVONA NEWS
17 AGOSTO 2009
Savona: aperta la caccia al capriolo, le zecche ringraziano
Savona - Si apre oggi, in piena stagione turistica, la caccia al capriolo. I parassiti degli animali abbattuti si dispederanno nei boschi aumentando così il rischio di malattie per i suoi frequentatori. L’ENPA esprime forte condanna sulla seconda apertura estiva della caccia al capriolo maschio (lunedì, giovedì e sabato, la prima fase è durata dal 15 giugno al 13 luglio) da oggi al 28 settembre (femmina e piccolo dal 2 gennaio al 15 marzo 2010); ma i tempi sono in contrasto con la legge quadro sulla caccia, che permette solo due mesi di caccia e non 2 e mezzo. La polverizzazione del consueto periodo di caccia chiusa da marzo ad agosto è permessa da una legge, che l’ENPA ritiene in contrasto con le norme europee, approvata nel 2005 dal governo Berlusconi ma tollerata dal successivo governo Prodi. L’associazione non ha purtroppo i fondi per attivare un ricorso al TA.R. Liguria, poiché sta impiegando ogni sua riscorsa economica per pagare le spese veterinarie, di medicinali e di cibo, per soccorrere, da inizio anno, quasi 400 soggetti di fauna selvatica ferita o in difficoltà, cui invece dovrebbero pensare Regione, Provincia e Ambiti di Caccia. BIG HUNTER 17 AGOSTO 2009
Enpa: la caccia favorisce le zecche
L'Enpa di Savona, che già poche settimane fa si era dichiarata fortemente contraria alla caccia di selezione al capriolo, torna nuovamente alla carica protestando contro quello che chiama “l'ennesimo massacro di animali selvatici” ma questa volta lo fa tirando in ballo le zecche. Secondo Enpa la caccia di selezione aumenterebbe il pericolo di proliferazione di questi parassiti “uno studio universitario – sostiene l'ente nazionale per la protezione animale - ha provato infatti che nelle aree in cui questi ungulati sono più numerosi si riduce la popolazione delle zecche”. L'associazione poi torna a fare del “terrorismo psicologico” paventando rischi per l'incolumità degli escursionisti per i 1.033 fucili "con gittata utile di quasi un chilometro" e sperando vivamente che tra le 1727 vittime animali, “non ci scappi anche il morto umano”. Occorre ricordare che al di là di questi continui allarmi, tra gli escursionisti purtroppo morti anche in questi giorni, nessuno ha a che fare con l'attività della caccia di selezione, avviata in molte regioni italiane. La caccia selezione ad agosto secondo l'Enpa è permessa da una legge in contrasto con le norme europee, approvata nel 2005 dal governo Berlusconi ma tollerata dal successivo governo Prodi. Contro il provvedimento provinciale l'associazione torna a ribadire che non farà ricorso al Tar “poiché sta impiegando ogni sua risorsa economica per pagare le spese veterinarie, di medicinali e di cibo, per soccorrere, da inizio anno, quasi 400 soggetti di fauna selvatica ferita o in difficoltà, cui invece dovrebbero pensare Regione, Provincia e Ambiti di Caccia”. Sappiamo invece, dalla versione diretta dell'Atc n° 3 (vedi notizia) che gli Atc sono i primi ad accorrere quando viene trovato un animale ferito, perchè i primi ad essere chiamati e sappiamo anche che tutti gli interventi di Enpa vengono sistematicamente rimborsati su specifica richiesta.
LA ZAMPA.IT
17 AGOSTO 2009
L'erba che uccide gli stambecchi Allarme sul Gran Paradiso: il foraggio matura prima e non è adatto ai cuccioli da svezzare
CARLO GRANDE
Specie vulnerabile Le altre cause possibili
ASCA
17 AGOSTO 2009
AMBIENTE: TROVATE CARCASSE DI 3 CAMOSCI IN PARCO NAZIONALE ABRUZZO
Pescasseroli (AQ) - Le carcasse di tre camosci, tre femmine, delle quali due di circa 4-6 anni ed una di circa 12 anni, sono state ritrovate dal servizio di Sorveglianza dell'Ente sul Monte Amaro, all'interno del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, su segnalazione di una guida escursionistica. Al momento - informano i responsabili del Parco - la causa piu' probabile di morte degli animali sembra essere la folgorazione da parte di un fulmine, caduto durante i forti temporali dei giorni scorsi. Per avere un quadro piu' dettagliato di quanto accaduto, la direzione dell'Ente ha comunque disposto un pattugliamento completo della zona, al fine di verificare la eventuale presenza di altri animali morti. Nel contempo, dopo le analisi preliminari che sono in corso presso le strutture del Parco di Pescasseroli, le carcasse verranno trasferite all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo al fine del definitivo accertamento delle cause di morte. In particolare, qualora venisse esclusa la causa della folgorazione, verra' verificata l'eventuale presenza di patologie, anche in relazione alle altre specie selvatiche ed al bestiame domestico presenti nell'area del Parco.
ADN KRONOS
17 AGOSTO 2009
ABRUZZO: RITROVATI CORPI DI 3 CAMOSCI APPENINICI SU MONTE AMARO
Pescasseroli (AQ) - Le carcasse di tre camosci femmine sono state ritrovate sul Monte Amaro dal servizio di Sorveglianza dell'Ente del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, su segnalazione di una guida escursionistica. I tre camosci, di eta' compresa fra i 4 e i 12 anni, sono deceduti probabilmente a causa di un fulmine caduto durante i forti temporali dei giorni scorsi. La direzione dell'Ente ha disposto un pattugliamento completo della zona per certificare la presenza di altri animali morti. Sono in corso le analisi preliminari volte ad accertare la causa principale del decesso.
IL CENTRO
17 AGOSTO 2009
Ferragosto nero per gli animali selvatici
PESCASSEROLI (AQ). Ferragosto funesto per gli animali dell’area protetta. In totale sono stati recuperati sei ungulati, alcuni vittime della strada e altri dei temporali che hanno imperversato nei giorni scorsi su tutta l’area. Alla foce del lago di Scanno, accanto alla pista ciclabile, è stato trovato un altro cervo morto. In un primo momento si era pensato per mano dei bracconieri, poi invece, la Forestale ha escluso che a causare la morte dell’animale sia stato un colpo di fucile o un boccone avvelenato. Molto probabilmente l’animale è stato aggredito da un gruppo di cani rinselvatichiti che lo ha costretto a una fuga disperata. Un tentativo che potrebbe essersi concluso con una caduta rovinosa dell’ungulato. Evento traumatico che potrebbe essere responsabile della sua morte. Non c’è stato nulla da fare neppure per i tre camosci recuperati sul Monte Amaro, nel comune di Opi. La presenza delle tre carcasse di camoscio appenninico è stata segnalata da alcuni escursionisti. I tre animali probabilmente sono stati colpiti da un fulmine caduto nella zona durante i forti temporali dei giorni scorsi. Gli animali sono stati recuperati dagli operatori del Parco. Il nucleo di camoscio appenninico, animale salvato dall’estinzione vive sulle praterie d’altura e sulle pareti scoscese della Val di Rose, monte Amaro e monte Meta. Non è in pericolo di vita invece, la femmina di cervo segnalata dai turisti a Civitella Alfedena con una profonda ferita alla bocca. L’animale brucava l’erba sul ciglio della strada nel centro del paese con il muso grondante di sangue. Sul posto sono intervenuti gli operatori del Parco che l’hanno trasportata al Centro recupero di Pescasseroli dopo averla narcotizzata. La ferita alla bocca potrebbe essere stata causata dall’impatto con un’auto oppure, l’ungulato potrebbe essere scampato all’attacco di un lupo. Il recupero dell’animale a mezzogiorno ha permesso ai numerosi turisti di assistere alle operazioni di soccorso. Vittima di un incidente mortale è stato invece un capriolo. L’animale è stato recuperato esanime in località Vallechiara a Pescasseroli. Il capriolo non è sopravvissuto all’impatto con l’auto che l’ha investito sulla ex statale, morendo sul colpo. Il traffico intenso di Ferragosto non ha fatto registrare incidenti sulle strade del Parco, ma per gli animali il pericolo resta sempre in agguato, specialmente nelle ore notturne quando la fauna attraversa le arterie stradali dell’area protetta per raggiungere il fiume. LIBERO
Lo stambecco soffre il caldo
Elisa Savoi
È di nuovo allarme stambecchi nel Parco nazionale del Gran Paradiso, che si estende tra la Valle d’Aosta e il Piemonte. Stavolta il pericolo arriva dal caldo di questi giorni d’estate. L’allarme è stato lanciato dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucun), che ha iniziato a considerare la specie come “vulnerabile” visto il declino di oltre il 35 per cento della popolazione in tre aree protette: il Gran Paradiso, il Parco nazionale svizzero e il Parco nazionale della Vanoise, creato come il Gran Paradiso proprio per evitare l’estinzione dello stambecco alpino.Parlando in termini di cifre, soltanto da noi in Italia, gli stambecchi (nome scientifico Capra ibex) sono passati dai 5.000 capi nel 1993 agli attuali 2.600. «Quello che sta emergendo dagli studi condotti anche nel nostro parco», ha spiegato Bruno Bassano, responsabile del servizio scientifico e veterinario del Gran Paradiso, «è che il declino delle popolazioni sia legato alla caduta della sopravvivenza dei capretti di stambecco, che non riescono a raggiungere il primo anno di vita e scompaiono già durante le fasi finali della stagione estiva». Studi recenti hanno dimostrato un legame tra la caduta della sopravvivenza dei capretti e i fattori climatici, legati al riscaldamento globale. Sulle praterie alpine infatti ci sono negli ultimi anni primavere troppo calde che favoriscono una rapida crescita della vegetazione, producendo un foraggio poco nutriente e poco proteico per i cuccioli. Selezione naturale Il 2009 per lo stambecco alpino è stato un anno da dimenticare. Quest’inverno, a gennaio, il pericolo era arrivato dal freddo, che aveva ridotto alla fame gli animali simbolo delle Alpi, scesi a fondovalle per cercare un po’ di cibo. Il rigido inverno e le abbondanti nevicate avevano messo in serio pericolo la sopravvivenza dei “re” del Gran Paradiso, che non riuscivano più a brucare l’erba sepolta sotto metri di neve. In quell’occasione scoppiò una polemica a seguito delle dichiarazioni dei guardaparco, che avevano chiesto ai visitatori di non dar da mangiare agli animali per permettere così la selezione naturale degli esemplari più forti. A queste esortazioni sono seguite le numerose proteste di quella parte di opinione pubblica che giudicava crudele lasciar morire di fame famiglie intere di stambecchi, ma anche camosci e volpi, che sconfinano per sopravvivere.Il 22 maggio, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità, è arrivato il secondo allarme, stavolta dal Wwf, sulla base della “Red list” stilata ogni anno dall’Unione internazionale per la conservazione della natura. Nel 2008, la Iucun ha inserito lo stambecco alpino tra le specie “a basso rischio”, in inglese least concern. Nel nostro Paese è tra quelle protette, per la quali vige il divieto assoluto di caccia, come in Francia e Germania. Non è così in Svizzera, Slovenia e Austria, dove è cacciabile seppure con delle restrizioni. Questione caccia E proprio in questo annus horribilis si è nuovamente aperto il dibattito sulla caccia anche agli stambecchi di casa nostra. Il 22 luglio il senatore valdostano Antonio Fosson (Unione valdostana, Uv) ha chiesto che anche lo stambecco sia inserito nell’elenco delle specie cacciabili. Lo ha fatto con un emendamento presentato alla Commissione Agricoltura del Senato, dove è in discussione la proposta di modifica dell’articolo 12 della legge 157/92 che regola l’“Esercizio dell’attività venatoria”. Ora se ne riparlerà dopo la pausa estiva. «Lo stambecco», si legge nell’emendamento, «non è una specie a rischio di estinzione, il numero dei capi non aumenta, nonostante il divieto all’abbattimento venatorio e si evidenziano preoccupanti fenomeni di minor vitalità della specie dovuti all’invecchiamento della popolazione femminile». L’emendamento è sottoscritto anche da senatori del Partito popolare sudtirolese (Svp), del Gruppo delle autonomie, del Pdl e della Lega nord. Favorevole anche l’europarlamentare del Carroccio Fiorello Provera, che quando era presidente della provincia di Sondrio (lo è stato fino a giugno) aveva chiesto al Consiglio dei ministri di inserire lo stambecco nell’elenco delle specie cacciabili. GAZZETTA DI REGGIO 17 AGOSTO 2009
Gara di solidarietà per un piccolo daino ferito in strada
NOVELLARA (RE). Mentre le doppiette dei cacciatori hanno cominciato a sparare contro gli ungulati - la Provincia ha autorizzato l’abbattimento del 40% dei caprioli presenti sul territorio - da Novellara arriva una storia di segno apposto. Quella di un cucciolo di daino trovato gravemente ferito in mezzo alla strada da un automobilista e per il quale, la sera di Ferragosto, si è mossa una commovente gara di solidarietà. Purtroppo, però, senza lieto fine. Chissà come ha fatto un cucciolo di daino a finire a Cadelbosco Sopra. Se lo deve essere chiesto l’automobilista 73enne che, sabato sera intorno alle 21, percorrendo via Argine Francone, ha notato quel cucciolo sanguinante in mezzo alla strada. L’anziano non ci ha pensato due volte. Ha arrestato la vettura, è sceso e si è avvicinato all’animale, per cercare di capire quali fossero le sue condizioni. Il cucciolo, un maschio, era ferito gravemente. Impossibile pensare di lasciarlo lì, in balia di un destino già segnato. Con l’aiuto di un uomo che vive lungo la stessa strada, l’anziano ha caricato il cucciolo sulla vettura. Determinato a portare quell’essere indifeso e bisognoso verso la salvezza. Ma come fare, la sera di un giorno festivo e per di più nel bel mezzo delle vacanze estive, a trovare le cure necessarie a dargli una possibilità di sopravvivenza? Il primo pensiero è stato quello di suonare in caserma a Novellara e chiedere aiuto ai carabinieri. Il luogotenente Felice Barberisi, di fronte a quella straziante richiesta di aiuto, non ha avuto un attimo di esitazione. Ha preso subito a cuore le sorti dell’animale e si è fatto in quattro per aiutarlo. L’animale è stato subito accolto in caserma, dove gli sono state prestate le prime cure. Il cucciolo però stava troppo male. Le ferite, con ogni probabilità conseguenza di un investimento, erano troppo gravi. Dalla caserma è partita la richiesta di aiuto al servizio veterinario, che è tempestivamente intervenuto. Quindi l’animale è stato trasferito al centro di soccorso di fauna selvatica, dove ogni giorno accolgono e curano animali in difficoltà. Per il piccolo daino, però, non c’è stato nulla da fare. Nel corso della notte, le sue condizioni si sono ulteriormente aggravate. Fino a che, alle prime luci di ieri mattina, è morto. Quando la notizia è arrivata in caserma a Novellara e a casa dell’anziano pensionato che tanto si era prodigato per lui, è stata accolta con grande tristezza. Tutti confidavano che, nonostante tutto, ce la potesse fare. Ora i carabinieri cercheranno di capire chi ha investito il cucciolo senza preoccuparsi di soccorrerlo: forse, se curato in tempo, sarebbe potuto sopravvivere. Inoltre, resta da capire come mai un daino fosse in pianura. E’ possibile che sia fuggito dal cortile di un privato.
Animalieanimali
17 AGOSTO 2009
PESCATORI DI FRODO DISTRUGGEVANO RETI E NOVELLAME, SANZIONI E SEQUESTRO Azione della Guardia Costiera.
Blitz degli uomini della Guardia Costiera di Cecina che alle 5 della mattina dopo un mese di pattugliamenti hanno intercettato e fermato, nelle acque antistanti Marina di Bibbona, un peschereccio di Piombino che effettuava la pesca a strascico sotto costa. Il motopesca con a bordo quattro persone di equipaggio tre di origine marocchina ed un italiano pescava a circa un miglio dalla costa su un fondale di circa 30 mt. vietato sia dalle norme europee che dalla legge sulla pesca (963/1965) che vieta tale pesca su fondali inferiori a 50 metri ed entro tre miglia dalla costa. L'OPERAZIONE è scattata a seguito di numerose denunce fatte dai pescatori locali i quali, la mattina nell'andare a salpare le proprie reti, le trovavano distrutte o non le trovavano per niente. Il tutto causato da pescatori che illegalmente effettuano questo tipo di pesca con grosse barche le quali, strascicando sul fondo marino oltre che a distruggere e deturpare l'ambiente del mare pescano pesci di piccola taglia (novellame) impedendo il rigenerarsi della fauna marina. IL TUTTO anche a scapito dei pescatori locali che effettuando la piccola pesca (barche piccole abilitate alla pesca entro tre miglia dalla costa). Gli uomini della Guardia Costiera di Cecina, coordinati dal Comandante di prima classe David Pietrarelli, erano già da tempo alla ricerca di pescatori che svolgevano questo tipo di attività illegale ma non è semplice trovarli in flagranza. Finalmente dopo numerosi appostamenti notturni e con l'ausilio di un potente e veloce mezzo nautico in dotazione all'ufficio i militari hanno localizzato il peschereccio e hanno immediatamente elevato un processo verbale di illecito amministrativo al comandante del peschereccio di 1.032 euro ed il sequestro di tutta l'attrezzatura da pesca. LA REPUBBLICA 17 AGOSTO 2009
Nessuno vuole rimuovere l'animale dalla fossa dove era caduto per abbeverarsi. Carcassa di mucca morta di sete accende polemiche Libano-Israele
BEIRUT - E' una povera mucca morta di sete la responsabile di un attrito diplomatico che sta creando nuove polemiche fra Libano e Israele. Il problema è che nessuno vuole farsi carico della carcassa dell'animale precipitato qualche giorno fa in un 'wadi' (una piccola depressione del terreno) nei pressi di Kfar Chouba, dopo aver 'sconfinato' in territorio libanese alla ricerca di acqua. MATTINO DI PADOVA 17 AGOSTO 2009
Cavallo nel dirupo
Provincia di Belluno - Una gita tradizionale in Val Visdende, nel bellunese, nel giorno di Ferragosto. Un percorso impervio e faticoso, ma ben conosciuto dai cavalieri. Per uno dei cavalli invece quel sentiero è stato fatale, forse per la stanchezza o la scarsa esperienza del giovane animale. Il cavallo infatti è incespicato e scivolato in un dirupo per oltre duecento metri. La richiesta di aiuto è arrivata nel giorno di Ferragosto, verso le 16, ed è stata raccolta dai vigili del fuoco di Santo Stefano di Cadore. I pompieri ci hanno messo quasi due ore per arrivare sul posto: prima con una jeep e poi a piedi lungo il sentiero che attraversa la valle. L’incidente è avvenuto in una zona molto impervia, dove il percorso si fa stretto e difficoltoso anche per chi va a piedi. Un gruppo di cavalieri padovani invece ha deciso di farlo a cavallo, spiegando ai vigili del fuoco, un po’ perplessi, di seguire quel tracciato tutti gli anni da vent’anni. CORRIERE DELLE ALPI 17 AGOSTO 2009
Un cavallo finisce nel canalone
Provincia di Belluno - VAL VISDENDE. Una gita tradizionale nel giorno di Ferragosto, un percorso impervio e faticoso, ma ben conosciuto. Dai cavalieri. Per uno dei cavalli invece quel sentiero è stato fatale, forse per la stanchezza o la scarsa esperienza del giovane animale. Il cavallo infatti è incespicato e scivolato in un dirupo per oltre duecento metri. La richiesta di aiuto è arrivata nel primo pomeriggio del giorno di Ferragosto, attorno alle 16 ed è stata raccolta dai vigili del fuoco di Santo Stefano di Cadore. I pompieri ci hanno messo quasi due ore per arrivare sul posto: prima con una jeep e poi a piedi lungo il sentiero che attraversa la Val Visdende. L’incidente è avvenuto in una zona molto impervia, dove il percorso si fa stretto e difficoltoso anche per chi va semplicemente a piedi. Un gruppo di cavalieri padovani invece ha deciso di farlo a cavallo, spiegando ai vigili del fuoco, un po’ perplessi dalla scelta, di seguire quel tracciato tutti gli anni da vent’anni. A quanto pare i padovani ogni estate vanno in vacanza in Comelico e portano con loro i cavalli per fare trekking in sella in alcune località molto panoramiche. Tra queste c’è il sentiero della Val Visdende scelto per il giorno di Ferragosto. Stando al racconto dei cavalieri, dopo pranzo il gruppo stava seguendo la via al passo quando, per motivi che sarà impossibile accertare, uno dei cavalli ha perso stabilità ed è scivolto. Sembra che si trattasse di un cavallo giovane, non ancora abbastanza abituato a percorrere fondi del genere. Quando si è accorto di quanto stava per succedere, il cavaliere si è buttato dal cavallo ed è finito a terra illeso, mentre l’animale che montava scivolava senza speranza nel dirupo per oltre 200 metri. Quando i vigili del fuoco sono arrivati non hanno potuto fare nulla: hanno parlato con i turisti padovani, hanno visto il cavallo senza vita ma l’hanno dovuto lasciare nel burrone almeno fino ad oggi, quando ci sarà un elicottero disponibile al recupero. IL GAZZETTINO DI PORDENONE 17 AGOSTO 2009
Il fascino della Sagra dei osei ha sconfitto anche il Ferragosto
Michelangelo Scarabellotto
Provincia di Pordenone - Il fascino della Sagra dei osei ha sconfitto anche il Ferragosto. Se era questo l’ultimo banco di prova per valutare quanto entusiasmo la manifestazione canora sacilese suscitasse nella gente, si può ben dire che i visitatori hanno confermato l’interesse che torna da 736 anni la prima domenica dopo il Ferragosto.«Avevamo previsto 40 mila euro di entrata pari a circa 13 mila ingressi - fa il bilancio il tesoriere Franca Busetto, impegnata a controllare ogni ora i dati degli afflussi, con il timore di ritrovarsi con un "buco" -. I biglietti venduti sono stati 20 mila, secondo un primo calcolo, in linea con lo scorso anno, per un incasso di circa 60 mila euro. Possiamo veramente essere soddisfatti».Finalmente tranquillo, il presidente Ruggero Simionato si gode, dopo tante apprensioni, un successo che di ora in ora si fa completo: «A conferma che la Sagra dei osei è un appuntamento prioritario. Questo fa capire che, al di là di legittime proteste che ci auguriamo abbiano a cessare nel tempo, proprio attraverso il dialogo i consensi siano sempre tanti». Consensi che sono arrivati dagli ospiti che hanno apprezzato molto “le vele” di piazza del Popolo, riprese a lungo dal terzo canale della televisione austriaca e apprezzate anche dagli espositori. «Finalmente - hanno detto - i nostri esemplari non patiscono il caldo. Dobbiamo elogiare la Pro Sacile per aver trovato la soluzione ideale». Consensi pure dai partecipanti al concorso canoro: «Molto buono per la qualità», sostiene il presidente nazionale della Confu, Giampietro Zava. Tanta gente all’Esposizione nazionale canina, che nonostante la concomitanza della rassegna di Gorizia ha superato i 300 soggetti a concorso con espositori provenienti da Olanda, Belgio, Germania, Croazia e Slovenia. Qualità e quantità alla Mostra animali da cortile.Così tra le migliaia di ospiti, tra i quali le autorità guidate dal sindaco Roberto Ceraolo, Isidoro Gottardo, Fulvio Follegot ed Elio De Anna, è passata senza grossi problemi la protesta dei rappresentanti di Lav, Lac e 100 per cento animalisti, che in piazza del Popolo e in piazza Cavour hanno esibito i loro slogan per protestare contro “l’uso dei richiami vivi”. «Non siate complici - hanno affermato - di chi imprigiona tra le sbarre a vita. Anche la vita degli animali merita rispetto». È volata qualche parola grossa che ha richiesto l’intervento della Digos.«Sono dispiaciuto - ha concluso Simionato - che la Lav abbia rigettato l’invito al dialogo. Mi auguro che passata la protesta, ci sia lo spazio per avviare veramente un confronto improntato alla disponibilità, per cercare soluzioni che facciano il bene degli animali. Auspico che già dal prossimo anno, anziché la protesta, possa esserci una festa condivisa e vissuta assieme».Poi, con il passare delle ore, la città è stata invasa dal pubblico che ha preso d’assalto tutte le aree espositive. MATTINO DI PADOVA 17 AGOSTO 2009
Razzia di galline pregiate in un pollaio di Selve la notte di Ferragosto
TEOLO (PD). Ladri di galline in azione la notte di Ferragosto in un pollaio di via Tullio Lombardo, nella campagna di Selve di Teolo. All’appello della titolare del piccolo allevamento di animali da cortile, Luigina Barban, mancano venti galline, una decina delle quali della varietà padovana del grande ciuffo: il nobile pennuto, dal valore commerciale piuttosto elevato, protagonista dei menù di tanti eventi gastronomici. Il furto d’altri tempi, sarebbe stato compiuto tra le 2 e le 4 del mattino visto che intorno all’una il figlio della proprietaria aveva fatto visita al pollaio e non aveva riscontrato nulla di strano. Per raggiungere il casolare e svuotare la gabbia del pollame i ladri sono passati attraverso un vigneto dov’è rimasta qualche traccia. Resta da capire se il collo ai poveri animali è stato tirato sul posto o se chi li ha sgraffignati li ha messi nel sacco vivi. Ad accorgersi della malefatta è stato il marito di Luigina che la mattina di Ferragosto avvicinandosi al pollaio ha notato un silenzio per nulla tranquillizzante. «Non sappiamo più cosa fare per salvarci dai ladri - commenta la signora Barban -. Nel giro di quattro mesi abbiamo subito tre furti. A maggio ci hanno svuotato il congelatore che avevamo da poco riempito di carne di manzo, salumi e prosciutti. A luglio sono entrati nella cantina e dalle botti hanno travasato alcune damigiane di vino rosso. Per proteggerci dai ladri abbiamo messo le inferriate agli infissi del piano terra. L’altra notte - aggiunge la donna - visto che entrare nel fabbricato risultava difficoltoso hanno pensato bene di rubarci le galline, alcune delle quali ovaiole a cui ero molto affezionata». La proprietaria del rustico di via Tullio Lombardo, una strada che segna il confine tra i comuni di Teolo e di Cervarese S. Croce, è convinta che a mettere a segno il colpo siano state persone che conoscono bene i movimenti della famiglia Barban. La donna si recherà probabilmente già questa mattina dai carabinieri di Bresseo per denunciare il furto subito. «Anche se sono convinta che a quest’ora le mie galline saranno già finite in pentola», commenta sconsolata. Peccato soprattutto per i begli esemplari di Padovana. IL MATTINO 17 AGOSTO 2009
È stato ridotto in fin di vita nella plaza de toros di Illumbe...
Paola Del Vecchio
È stato ridotto in fin di vita nella plaza de toros di Illumbe, durante le «fiestas» di San Sebastian, colpito da una spettacolare cornata di un esemplare di 600 chili dell'allevamento di Victorino Martin,fra i più noti per aggressività, il quarto toro che il matador si apprestava a eliminare nei combattimenti di un infocato pomeriggio di sangue e arena. El Fendi era ormai alla fase finale della «lidia» e con la sua «muleta» aveva dato una serie di giravolte davanti all'animale ormai allo stremo, quando il toro si è voltato di scatto e gli ha assestato una cornata che ha sbalzato in aria il torero. El Fendi è ricaduto di peso sull'arena battendo violentemente la testa. Incosciente, con gli occhi rivolti all'indietro e una copiosa emorragia da un orecchio, il matador - creduto dal pubblico morto - è stato portato a braccia dai soccorsi fuori dalla plaza. «Frattura alla base del cranio e lacerazione della borsa dello scroto», la prognosi fatta nell'ospedale di San Sebastian dove il torero è ricoverato in rianimazione, con le gambe paralizzate. Le sue condizioni, definite dai medici «estremamente gravi», si sarebbero stabilizzate, secondo l'ultimo bollettino diffuso dal rappresentante del matador, Raul Galindo. A maggio il torero era caduto da cavallo, riportando una lesione cerebrale che, per l'esperto taurino del quotidiano ABC, Zabala de la Serna, «era una bomba innescata, perchè le gambe già non rispondevano agilmente ai suoi ordini». Sta di fatto che, mentre una parte della Spagna è sulle spine per conoscere le sorti del beniamino delle arene, mandato allo sbaraglio pur di garantire lo show, un'altra protesta contro «la barbarie» di una tradizione dura a morire. Contro le feste taurine della «Semana grande» di Bilbao, si sono mobilitati ieri un centinaio di animalisti nudi, davanti al museo Guggenheim, simbolo di avanguardia in antitesi al folcrore arcaico delle corride. Con le banderillas infilzate sulla schiena, gli attivisti hanno simulato la «muerte de los astados», la morte dei tori, accasciati a terra in un lago di sangue. In una scena degna dei più cruenti film di Tarantino, il sangue, corso a fiotti, era naturalmente finto, ma la protesta ha avuto un enorme impatto visivo e pubblicitario a favore della causa antitaurina. Ed ha sollevato infuocate e rituali proteste anche l'incidente, avvenuto ieri nelle corride madrilene di Laganes, che ha ridotto in fin di vita un ragazzo di 17 anni, col torace perforato da una cornata. Nelle feste del municipio a sud della capitale, principianti e amateaur si cimentano in combattimenti con «novillos», rischiando inesorabilmente la pelle. LIBERO 17 AGOSTO 2009
Zoo di Londra, la leonessa asiatica Abi gioca con i suoi due cuccioli
La leonessa asiatica Abi ha dieci anni. Da dieci settimane è diventata mamma di due cuccioli, allo zoo di Londra. I piccoli sono diventati l'attrazione dello zoo. Secondo la struttura, restano solo 300 leoni asiatici in libertà. E sono in via d'estinzione. La biologia- Gli elementi che caratterizzano il leone asiatico (Panthera leo persica) permettono di considerarlo una sottospecie distinta da quelle africane. I leoni che ancora oggi vivono nella foresta di Gir hanno dimensioni pressoché identiche a quelle del leone africano (Panthera leo leo) ma hanno la criniera meno dorata e che, pur essendo più corta, si estende a coprire gran parte dell'addome. La storia- Il leone asiatico era un tempo ampiamente distribuito dalla Grecia fino all'India meridionale, attraverso tutto il Medio Oriente e l'Arabia. Da Omero, che paragona il coraggio degli eroi dell'Iliade a quello di questa fiera, a Erodoto, Aristotele, e Plinio, sono tanti gli scrittori dell'antichità classica che danno testimonianza della presenza del leone asiatico in queste regioni. REUTERS 17 AGOSTO 2009
Cina, politica del "cane unico" fa infuriare i proprietari
GUANGZHOU, Cina - Da decenni gli abitanti di Guangzhou, nel sud della Cina, devono sopportare la severa politica del figlio unico in vigore nel paese. Ora, però, la stessa misura applicata ai cani li sta facendo arrabbiare. Allevare cani fu proibito da Mao Zetung, che lo considerava un passatempo borghese. Oggi, mentre la Cina si fa più ricca e più incline a seguire le abitudini occidentali, sempre più famiglie middle-class aprono la porta di casa a un amico a quattro zampe.E, se è normale vedere cani con tanto di pedigree a passeggio per le grandi città come Guangzhou e Pechino, il boom ha fatto crescere anche il numero di abbandoni, di spazi pubblici sporchi e di lamentele dei vicini di casa non amanti dei cani.Così, dall'1 luglio, è entrata in vigore la politica del "cane unico", giro di vite contro i 100.000 cani non registrati di Guangzhou, che l'anno prossimo ospiterà i Giochi Asiatici.Finora, però, molti proprietari hanno ignorato - o eluso - le nuove leggi."Di certo non darò via i miei cani, perché sono parte della mia vita", ha detto un impiegato soprannominato Chen, che possiede sei cani e abita in un quartiere di Guangzhou dove c'è molto verde."Sono molto arrabbiata, che differenza c'è tra uno o due cani?", ha commentato un'altra donna, che preferisce rimanere anonima.Irene Fung, a capo di Animals Asia, gruppo per i diritti degli animali, pur non condividendo la misura, ha chiesto ai proprietari di più cani di arrivare a un compromesso. "Molti dicono aspettiamo e vediamo... ma invitiamo tutti i proprietari di cani ad accogliere la misura in modo flessibile. Se avete due o tre cani, potete chiedere a parenti o amici di aiutarvi a registrarli". LIBERO 17 AGOSTO 2009
Per salvare un micio, giudice ordina di distruggere l’auto dell’avvocato
OSCAR GRAZIOLI
In una soffocante domenica dopo ferragosto, mentre lancio occhiate distratte alla TV e al condizionatore, faccio surfing sul Net alla ricerca di qualche notizia fresca e frizzante. La trovo. È una di quelle storie capaci di rarizzarti l’umore un po’ intristito dalla città deserta, dall’asfalto bollente e dagli amici che ti inviano sul telefonino foto di scogli e mari cristallini. Riguarda un gatto e quando c’è di mezzo un felino potete star certi che, in un modo o nell’altro, riuscirà a scacciare la noia quotidiana. Quello straordinario uomo che è stato Albert Schweitzer soleva dire che la sua distrazione preferita, nei pochi momenti di tempo libero, era guardare i gatti giocare. La vicenda si svolge a Cogoleto, amena località marina (seriamente) della riviera ligure. Il primo attore è per l’appunto un gatto che, come tutti i suoi simili, è roso continuamente da una curiosità senza limiti e dalla certezza che il fatto di possedere sette vite sia un fatto e non una leggenda metropolitana. Per di più il micio in questione è anche un Certosino, razza che si distingue per intraprendenza e temerarietà. Il secondo attore in scena è la Golf nuova fiammante di un avvocato in vacanza (il guitto della compagnia teatrale). Gira e rigira, volta e prilla, il micio riesce a infilarsi sotto il cofano dell’auto dal quale ovviamente non ce la fa a uscire. Per fortuna la zona è molto frequentata e, attorno all’auto, si forma un capannello di persone che odono distintamente i miagolii di un gatto incastrato nella vettura sotto il sole cocente. Arrivano prima i dirigenti di un’associazione animalista, poi carabinieri e vigili del fuoco. Si fa presto strada l’idea di svitare un po’ di bulloni e recuperare il gatto incauto, ma qualcuno riconosce l’auto dell’avvocato e ha con sé il suo numero di cellulare. Saputo del fatto il legale vacanziero esprime la sua opinione: «Azzardatevi a toccare la mia Golf e vi trascino tutti in tribunale». Le chiavi inglesi, brandite da mani generose, si arrestano a mezz’aria. I vigili chiamano il magistrato di turno, Francesco Pinto, che decide di correre il rischio di farsi trascinare in tribunale, luogo che adora frequentare. «Forzate quel cofano e liberate il micio». Detto fatto, il micio miagolante viene estratto dalle lamiere roventi e battezzato Fortunello. Ignoro il nome dell’avvocato ma lo battezzo Fortunato perché, se c’ero io nei paraggi, ritrovava la Golf come un modellino da costruire, con tanto di scatola.
CASERTA NEWS
17 AGOSTO 2009
Sicignano (Cdl)su "Turismo a quattro zampe”
CASTELLAMMARE (NA) - Dopo i dati forniti dall'EPT, che a Castellammare hanno fatto registrare ancora una volta un calo del turismo, pari al 3,10 % in meno di arrivi e al 11,10% in meno di presenze, scatta un nuovo allarme turismo. «La città delle acque è tra le peggiori città della provincia di Napoli, per quanto riguarda il "turismo a quattro zampe", ovvero quel filone turistico prettamente dedicato a quelle famiglie che decidono di trascorrere la loro vacanza estiva in compagnia degli animali di compagnia, come cani e gatti». E' quanto sostiene Antonio Sicignano, vicepresidente dei Circoli della Libertà della Campania. «Sono solo due, - aggiunge Sicignano - le strutture alberghiere stabiesi che hanno aderito al progetto lanciato dal Ministro de Turismo Michela Vittoria Brambilla, che ha creato, in collaborazione con Federturismo, Confturismo e Assoturismo, un portale internet (www.turistia4zampe.it) che raccoglie migliaia di bar, ristoranti, pizzerie, fast food, hotel, residence, campeggi, agriturismi, villaggi e spiagge che accettano gli animali». Tantissime, infatti, le adesioni dalla città di Napoli, dove si registrano 44 strutture turistiche, tra cui il Grand Hotel Vesuvio, 18 a Sorrento, 12 a Pompei e solo 2 alberghi a Castellammare, tra cui due l'Hotel Paradiso e l' Hotel Stabia. «Quella lanciata dal Ministro Brambilla – commenta ancora Sicignano – è l'ennesima importante iniziativa promossa, dal responsabile delle politiche turistiche, al fine di migliorare la competitività turistica del nostro Paese. Oggi ogni famiglia possiede un animale da compagnia e se vogliamo incrementare il turismo dalle nostre parti, dobbiamo iniziare, anche a Castellammare, a metterci al passo con le nuove frontiere del turismo. Pertanto, faccio un applauso a quei tre imprenditori stabiesi che autonomamente hanno ritenuto di dover investire ed esprimo un profondo rammarico per una amministrazione comunale, ancora incapace di pianificare una serie e innovativa politica turistica». Conclude Sicignano: «credo che attualmente incoraggiare il "turismo a quattro zampe" rappresenti per ogni Amministrazione Comunale, non solo un buon investimento sicuramente renumerativo da un punto di vista turistico, ma un vero e proprio dovere morale per tutti coloro che amano gli animali da compagnia, considerato che ancora oggi sono 750.000 gli animali abbandonati ogni anno in costanza delle vacanze». ASCA 17 AGOSTO 2009
KENYA: OGNI ANNO MUOIONO 100 LEONI, A RISCHIO IL 'RE' DEGLI ANIMALI
Nairobi - Ogni anno, dal 2002, muoiono in media 100 leoni in Kenya. Ad annunciarlo il Kenya Wildlife Service che lancia l'allarme: tra vent'anni il re degli animali potrebbe estinguersi.Tra le principali cause di morte del magnifico felino c'e' l'uccisione perpetrata dagli allevatori che tentano di difendere il proprio bestiame dagli attacchi dei leoni, ha affermato il portavoce dell'organizzazione, Paul Udoto.La distruzione dell'habitat, le malattie e l'aumento della popolazione umana giocano un altro ruolo rilevante nell'aumento dei decessi tra i leoni, la cui popolazione e' passata da 2.749 esemplari sette anni fa ai 2 mila attuali, ha aggiunto Udoto.''Dobbiamo prendere delle misure per tentare di stabilizzare questo numero e aumentarlo'', ha spiegato. NEWS FOOD 17 AGOSTO 2009
Carne di bufalo Bufalo, animale produttore di carne Da prodotto di "seconda scelta", alla grande qualità di oggi
L'allevamento del bufalo da carne in passato veniva effettuato dai latifondisti, che utilizzavano i terreni marginali per i vitelli che venivano abbattuti ad oltre due anni di età. La carne di questi animali non sempre è stata apprezzata dal consumatore, in quanto quella derivante da soggetti in buono stato di nutrizione veniva venduta come bovina mentre quella di qualità scadente veniva proposta ai consumatori come carne di bufalo. Ciò non ha incentivato i consumi di tale derrata, in special modo nelle zone tradizionali di allevamento. Già in passato esistevano pareri discordanti circa le caratteristiche qualitative e di sapidità della carne, probabilmente legate alla tipologia di allevamento dei soggetti destinati al macello (Campanile et al., 2001b). Secondo Vito Antonio Ascolesi (1852) "la carne del bufalo è dura e disgustosa al palato, e ripugnante all'odorato, anche quando l'animale è giovine" mentre per Almerico Cristin (1862) "quando il bufalo è giovane è men cattiva; anzi la carne del bufalino di un anno, detto annutolo, è eccellente, né distinguesi affatto da quello del vitello..; e c'è chi dice preferirsi quella a questa per aroma e squisitezza", dello stesso parere è Giuseppe Santini (1903) "quella dei bufalotti è assai pregiata e, mangiata inconsciamente, può senza dubbio passare per carne di bovino. La carne di bufala vien mangiata in Italia anche affumicata e salata, e come tale, se ne può ritrarre anche un prezzo molto maggiore, giacché si mantiene per mesi senza alterarsi". L'interesse nel valorizzare il bufalo anche come produttore di carne non è di sicuro una esigenza dei nostri tempi, ma ha radici che se pur molto lontane nel tempo sono vicine alla nostra tradizione e cultura alimentare. Risale al 1874 uno studio dello Zoccoli dal titolo "Sulle carni bovine e bufaline e su quelle degli altri animali da macello", indagine dalla quale si evince già da quegli anni una volontà di approfondire l'interesse nei confronti delle carni di questo animale. L'autore condusse le sue ricerche presso il macello di Napoli e calcolò in bufale adulte una resa in peso morto variabile fra il 44% ed il 53%. Una ulteriore convalida di un remoto utilizzo del bufalo come produttore di carne viene fornita da Stazi (1910), il quale riporta, in una sua analisi statistica sulle macellazioni tra il 1900 ed il 1910, un totale di 17.674 capi bufalini mattati tra Roma e Napoli. L'allevamento del bufalo da carne, attività vicina alle radici storiche delle nostra comunità, oltre che ricca in termini culturali, può fornire un prodotto con standard qualitativi che garantiscono ai consumatori elevati livelli di sicurezza. Campanile Castaldo (1960), in una sua analisi storica afferma che la carne di bufalo era addirittura conosciuta già in epoca romana e riporta che "i giudei della colonia ebraica erano soliti consumare questa carne nel primo giorno del loro anno accompagnandola con cavoli" secondo una loro tradizionale usanza. Da altre fonti viene riportato testualmente che ebrei residenti a Napoli e a Roma erano consumatori abituali di carne di bufalo, sia di animali adulti che di bufalotti. La prima presentava talvolta un sapore disgustoso definito "muschiatico", la seconda era "assai pregiata e, mangiata inconsciamente, può senza dubbio passare per carne di bovino". Veniva venduta sia fresca che affumicata e salata. (Zicarelli, 1990). Tale differenza di qualità e di giudizio tra la carne di un animale giovane e quella di un animale adulto è sicuramente da imputare al fatto che gli adulti macellati erano senz'altro animali a fine carriera, vecchi che avevano vissuto a lungo allo stato brado. Per evitare che queste frodi possano perpetuarsi nel tempo e per iniziare un'opera di valorizzazione della carne bufalina è stata proposta la creazione di un disciplinare che preveda la commercializzazione soltanto di soggetti il cui accrescimento non ha superato o non è risultato al di sotto di incrementi ponderali fisiologici, al fine di fornire al consumatore quelle garanzie di sicurezza che da anni richiede. L'anagrafe bestiame, che permette di risalire alla data di nascita, potrebbe essere uno strumento validissimo per verificare se il peso alla macellazione è in accordo con i suddetti accrescimenti. Questo rappresenta un target davvero indispensabile per il decollo del settore (Campanile et al., 2001b). A tal proposito è fondamentale considerare che, negli ultimi anni, si è registrata una disaffezione del consumatore nei riguardi delle carni storicamente utilizzate nell'alimentazione. In particolare per quella bovina hanno giocato un ruolo sfavorevole le modalità di allevamento, le notizie di accrescimenti ottenuti con sostanze potenzialmente dannose per la salute umana e le non remote vicissitudini relative alla BSE. E' pertanto venuto progressivamente ad affermarsi, soprattutto in fasce elitarie del mercato, il consumo di carni alternative non tradizionali. Ciò ha fatto tornare di attualità le ricerche condotte sin dai primi anni ‘60 presso il Dipartimento di Scienze Zootecniche e Ispezione degli alimenti, della Facoltà di Medicina Veterinaria di Napoli, ed i successivi contributi degli studiosi dell'Istituto Sperimentale per la Zootecnia di Roma e dell'ex Istituto di Produzione Animale - Facoltà di Agraria - sulle attitudini alla produzione carnea del bufalo mediterraneo allevato in Italia. Il patrimonio bufalino italiano, infatti, ammonta a circa 200 mila capi. Anche prevedendo un suo costante incremento negli anni a venire, esso comunque potrà fornire quantità di carne che contribuiranno in maniera marginale alla copertura dei consumi. Pertanto, è possibile ipotizzare una sua commercializzazione esclusivamente come carne a qualità garantita, intendendo per tale non solo le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche, ma anche l'osservanza, in ogni fase della filiera produttiva, di rigorose norme a tutela della salute del consumatore e del benessere animale. IL GAZZETTINO 17 AGOSTO 2009
Dal Cansiglio l’esperienza di un gruppo di imprenditori che ha convertito l’attività, guadagnandone anche nel rispetto degli animali e dell’ambiente Latte e allevamenti bio contro la crisi del caseario di montagna
PROVINCIA DI BELLUNO - Contro la crisi del settore lattiero-caseario di montagna scendono in campo latte e allevamenti bio. L’esempio arriva da oltre una decina di allevatori di bovini da latte che operano in Cansiglio che hanno scelto il metodo biologico. Garantisce maggiore sostenibilità ambientale e benessere animale, oltre a un prezzo più alto per il latte conferito. Sarà l’aria, sarà l’acqua, saranno i verdi pascoli o proprio il metodo di allevamento biologico, ma nell’altopiano del Cansiglio il latte e i formaggi bio hanno una marcia in più, un gusto e caratteristiche aromatiche e sensoriali di alta qualità, testati da Veneto Agricoltura e dall’Università di Padova. Da circa 15 anni, nelle vallate bellunesi e trevigiane del Cansiglio e dell’Alpago, una decina di allevatori hanno convertito la loro attività “convenzionale” in biologica. Questa realtà in continua crescita coinvolge allevamenti biologici di piccola (10 capi) e media (50-60 capi) dimensione: alle mandrie di vacche da latte, principalmente di razza bruna italiana e pezzata rossa, vengono garantiti ampi pascoli e libertà di movimento. La bassa densità di animali e foraggi di qualità consentono di mantenere alto il benessere dei bovini bio che producono in media il 20–30% di latte in meno rispetto alle “colleghe” degli allevamenti intensivi di pianura. Ciò garantisce però un prodotto qualitativamente migliore, il cui prezzo di conferimento è decisamente più alto di quello convenzionale. La maggior parte degli allevatori bio di questo comprensorio conferisce il latte al Centro Caseario del Cansiglio a Tambre, che giornalmente lavora e distribuisce il latte fresco in diversi punti vendita, anche al di fuori delle province di Belluno e Treviso. La promozione del biologico veneto e è quanto si prefigge il Piano regionale per lo sviluppo dell’agricoltura biologica. IL PICCOLO 17 AGOSTO 2009
Tartaruga salvata al Banco d'Orio
GRADO (GO) - Una giovane tartaruga Careta Careta è stata recuperata dagli uomini della Guardia Costiera e rimessa in mare al largo. È accaduto nella giornata di Ferragosto. Uno dei lidi sabbiosi molto frequentati è stato come sempre il Banco d’Orio, che si può raggiungere solo con la propria imbarcazione. Anche sul Banco d’Orio, in serata, ci sono state feste a lume di candela o con grandi torce - lo si notava dalla spiaggia della Costa Azzurra - con accompagnamento musicale, abbinate a grandi mangiate e bevute. Alcuni bagnanti, l’altra mattina, hanno così trovato spiaggiata una tartaruga che, in un primo momento, sembrava morta. Aveva perso l’orientamento, forse era anche impaurita dal massiccio passaggio delle numerose imbarcazioni di passaggio durante le giornate ferragostane. Dato l’allarme, è scattata l’operazione degli uomini di Circomare che hanno provveduto a recuperare la tartaruga, liberandola in mare aperto. LA NUOVA FERRARA 17 AGOSTO 2009
Soccorsi alle tartarughe
LIDO ESTENSI (FE). Due vite salvate e una persa. Ieri mattina sono stati ritrovati in spiaggia due piccoli esemplari vivi di tartaruga marina caretta caretta presso i lidi di pomposa e nazioni. Le due bestiole, segnalate da premurosi bagnanti, sono state prelevate e accudite da personale della capitaneria di porto accorso sul posto in attesa di consegnarle poi alle amorevoli cure della biologa marina Carola Vallini, che via telefono forniva al personale intervenuto le prime preziose indicazioni necessarie ad aiutare le graziose creature marine. Nulla da fare, invece, per un esemplare adulto, rinvenuto dai bagnanti sulla battigia di Lido estensi, non lontano dal Portocanale. Per il recupero della carcassa è intervenuto l’equipaggio dei vigili del fuoco, che si è dovuto fare largo fra una folla di curiosi, per altro affranta per la morte dell’animale. LA DEA DELLA CACCIA 17 AGOSTO 2009
CALZETTA - NOI CACCIATORI TENIAMO ALLA NATURA
La tutela della natura è un impegno che dura tutto l’anno: lo afferma, in un’intervista alla Dea, Leandro Calzetta, vicepresidente nazionale Fidc: “Oltre ai tre mesi del periodo venatorio, ci occupiamo della gestione della selvaggina anche con le immissioni e altre operazioni. Inoltre, come Federcaccia siamo stati riconosciuti dalla Regione Lazio nell’attività di avvistamento e prevenzione incendi che esercitiamo con le nostre guardie venatorie e tanti volontari. È così che dimostriamo che ci teniamo alla natura“.Tracciando un quadro dei problemi, diversi da zona a zona, che assillano i cacciatori, il vicepresidente ha stigmatizzato la situazione di Roma e Latina “ultime in Italia per la mancata attivazione dei comitati di gestione degli Atc, mentre in altre regioni va molto meglio. Ciò costringe i cacciatori di Roma e del resto del Lazio e a fare domanda in altre province“.Calzetta ha lamentato il fatto che diverse regioni del Centro Italia approvano con ritardo i calendari venatori, annunciando la concreta possibilità della preapertura al 2 e al 6 settembre nel Lazio.Infine, ha definito l’informazione “essenziale, soprattutto per la diffusione delle normative, necessaria ai cacciatori che si recano in altre province o regioni“.
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GALILEO
17 AGOSTO 2009
Corvi da favola
Gli uccelli mostrano di saper usare le pietre per aumentare il livello dell'acqua in un contenitore e raggiungere il cibo. Proprio come raccontava Esopo
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Come il famoso corvo della favola di Esopo, quattro cornacchie, studiate da Christopher Bird dell'Università di Cambridge, hanno usato alcune pietre per aumentare il livello dell'acqua contenuta in un recipiente. In questo caso l’obiettivo non era dissetarsi come nella favola greca, ma riuscire a mangiare un gustoso e succulento verme. L’impresa di Cook, Fry, Connelly e Monroe, raccontata sulle pagine di Current Biology non è la prima compiuta dal quartetto (Vedi Galileo).Cook e Fry hanno portato a termine il loro compito al primo tentativo, mentre Connelly e Monroe hanno dovuto provare due volte. È sembrato inoltre che i corvi scegliessero la grandezza delle pietre, preferendo quelle più grandi, e che non tentassero invano di raggiungere il verme se non dopo aver lanciato il numero di sassi necessario allo scopo (Qui il link al video sul sito dell’Università di Cambridge). Come se non bastasse i quattro hanno dimostrato di non farsi imbrogliare facilmente: quando al posto dei sassi è stata offerta loro la segatura, hanno capito subito che non potevano ottenere lo stesso risultato.I corvidi sono gli unici animali oltre ai primati a mostrare un simile comportamento. "Sono decisamente soprendenti e in molti modi competono con le grandi scimmie per capacità di problem solving", ha spiegato Bird.In natura l’uso di utensili è spesso legato a una forte motivazione. “I corvi selvatici non hanno bisogno di strumenti, non perché non siano in grado di usarli, ma perché hanno molto cibo a portata di becco”, ha concluso il ricercatore, sottolineando come i suoi corvi abbiano confermato che 'la necessità aguzza l’ingegno'. (a.d.)
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