17 LUGLIO  2010

VIVERESENIGALLIA
17/07/10
 
Cani in Germania e in vendita su internet, pronto un esposto alla Procura


di Riccardo Silvi

La dottoressa Marcella Falà, Presidente della Sezione ENPA Ancona, presenterà lunedì un esposto alla procura della Repubblica sulla vicenda dei cani senigalliesi portati in Germania. Una vicenda che secondo l'Ente per la protezione degli animali, è ancora tutta da chiarire.

La questione presto arriverà anche in Consiglio Comunale a Senigallia, grazie ad un'interrogazione del consigliere Roberto Paradisi ed anche in Regione tramite il consigliere Daniele Silvetti.

A far suonare tutti i campanelli d'allarme dell'Enpa è il web. Secondo l'Ente, in ben due siti tedeschi sono presenti foto, descrizione e prezzi degli animali custoditi nel canile di Montemarciano (
www.enimal.de, www.hundeherzen.de). Cani non di razza, di età avanzata, venduti anche a 300 euro l'uno. L'Enpa si domanda: perchè questi animali hanno tanto valore in Germania?

"Tutto è partito dalla vicenda di un cane, Pisellino -ha spiegato la dottoressa Falà-. Il cane, in affido al comune di Senigallia, era in vendita su uno di questi siti per 250 euro. Abbiamo scoperto questa cosa subito dopo le rassicurazioni ricevute dal comune sulla regolarità degli affidi. I cani, dopo l'affido, vengono regolarmente monitorati. Se l'affido avvenisse in Germania ciò non sarebbe possibile e dunque non legale. In secondo luogo sui siti internet tedeschi ci sono le foto di 15 cani ospitati nel canile senigalliese. Perché hanno un prezzo? I canili tedeschi sono pieni di cani. Siamo certi che almeno due cani sono già stati portati in Germania."

L'Enpa è preoccupato per la fine di questi animali. Ipotizzano un loro impiego in esperimenti di laboratorio e vivisezioni. "Ho provato -ha concluso la Falà- a parlarne con l'assessore Gennaro Campanile ma non mi risponde più al telefono." "Campanile dovrà rispondere in Consiglio Comunale, presenterò un'interrogazione -ha spiegato Paradisi, coordinamento civico-. Un assessore è chiamato a rispondere a tutti i cittadini, in particolar modo sulle questioni che gli competono. I cani di Montemarciano sono affidati al comune di Senigallia. Vogliamo capire che cosa sta succedendo. Se è solo un caso che alcuni animali ospitati a Montemarciano siano in vendita su dei siti tedesche con tanto di descrizioni scientifiche."

E la questione arriverà anche in Regione. "La Regione ha un compito importante: il controllo di quello che avviene sul territorio -ha sottolineato il consigliere Silvetti-. Se ci sono state delle mancanze o delle lacune va verificato. Porterò personalmente l'argomento all'interno dell'Assemblea legislativa delle Marche


IL TIRRENO
17 LUGLIO 2010
 
Animali in vendita al mercatino del venerdì Dopo le proteste arriva il veterinario
 
LIVORNO. Da alcune settimane al mercatino del venerdì c’è un “banco” che vende animali, cani ma anche conigli e scoiattoli, uccellini e criceti, esposti in gabbie. Ovviamente senza aria condizionata nonostante il gran caldo di questi giorni, e non sempre all’ombra.  Dopo le tante inutili proteste di molti cittadini nelle scorse settimane, ieri è finalmente arrivato l’intervento della polizia municipale e di un veterinario Asl. Il veterinario ha visitato i cani (pincher, yorkshire, volpini...), e ha ravvisato che le condizioni psico-fisiche degli animali non sono adeguatamente tutelate. Tuttavia, per i limiti di legge, non abbastanza da superare gli estremi previsti per procedere a denuncia e sequestro. Il comitato spontaneo che si è formato per tutelare i diritti degli animali in vendita annuncia nuove iniziative.

LECCE PRIMA
17 LUGLIO 2010
 
CANE CHIUSO IN AUTO SOTTO SOLLEONE: DENUNCIATA 40ENNE
Denunciata a Lecce dagli agenti delle Volanti per maltrattamento di animali una brindisina che ha riferito alla polizia di avere lasciato il cane in macchina per recarsi presso un istituto bancario
 
LECCE – Forse l’aveva scambiato per un peluche, o forse a persone così i cani non dovrebbero mai essere affidati, venduti, regalati. Mai. Perché lasciare parcheggiata l’auto, con i finestrini chiusi, in pieno centro a Lecce, in via Trinchese, ieri pomeriggio alle 15, 38 gradi di temperatura, con dentro un cucciolo di Pincer dell’età di 4 mesi, non può avere scusanti.
Anche se la 40enne di Brindisi, denunciata dagli agenti delle Volanti per maltrattamento di animali, ha riferito alla polizia di avere lasciato il cane in macchina per recarsi presso un istituto bancario. Poi, la donna si è scusata con i poliziotti dicendo loro che si era dilungata a bere un caffè al bar, non immaginando che il cane avrebbe potuto soffrire in quanto, prima di recarsi in banca, aveva parcheggiato all’ombra. Già. Le sofferenze della povera bestiola non sono sfuggite invece agli agenti delle volanti, che avevano notato il povero cane ansimare in quelle estreme condizioni che si erano create nell’abitacolo “infuocato” dell’auto vettura. E così i poliziotti si sono messi alla ricerca della proprietaria attraverso il numero di targa del mezzo. Ma per loro non è stato facile individuare subito dove si sarebbe potuta trovare la donna, nonostante le ricerche nei negozi e per le strade della zona. Dopo circa un’ora, mentre il cane si dimenava e raspava i vetri dell’auto, i poliziotti hanno pensato bene di aprire uno sportello, senza recare danno alla vettura, permettendo all’animale di scendere dal mezzo e di rifocillarsi con dell’acqua. Solo intorno alle 16 sono giunte sul posto due persone, ovvero il conducente dell’autovettura e la proprietaria del cane.

IL PAESE NUOVO
17 LUGLIO 2010
 
Lascia cane chiuso in auto a temperature elevate, denunciata
 
Lecce (Salento) - Una donna è stata deferita in stato di libertà all'autorità giudiziaria per maltrattamento di animali.La donna, R.M.T., quarantenne della provincia di Brindisi, nei giorni scorsi, era stata sorpresa da una pattuglia di polizia, per aver lasciato, ad una temperatura di quasi 40 gradi nell'auto, il suo cagnolino, per diverse ore.Gli agenti, durante il normale controllo del territorio, mentre percorrevano via Trinchese, ad un incrocio hanno notato un'autovettura di colore nero parcheggiata in divieto di sosta con all’interno un cane di piccola taglia. In considerazione della temperatura esterna, il personale aveva tentato ripetutamente di rintracciare il proprietario all’interno degli esercizi commerciali adiacenti e via telefono, ma poiché la ricerca aveva dato esito negativo e poiché l’animale iniziava ad ansimare e a raspare i vetri dell’auto, i poliziotti riuscivano ad aprire uno sportello, permettendo all’animale di scendere dalla vettura e di rifocillarsi con dell’acqua.Solo un'ora più tardi, giungevano sul posto due persone, ovvero il conducente dell’autovettura e la proprietaria del cane, un cucciolo di pincer dell’età di 4 mesi, di nome Samantha. La donna, recatasi presso un Istituto Bancario, tentava di giustificarsi dell'accaduto affermando che non immaginava che il cane avrebbe potuto soffrire in quanto al momento del parcheggio l’auto risultava all’ombra. La donna, già segnalata per abbandono di animali a settembre dello scorso anno, è stata dunque denunciata per maltrattamento di animali.

NUOVO QUOTIDIANO DI PUGLIA
17 LUGLIO 2010
 
Cane abbandonato in auto sotto il sole per oltre un'ora: denunciata una donna
 
LECCE  - Ha abbandonato il proprio cane sotto il sole, all'interno di un'auto con i finestrini chiusi per oltre un'ora: una donna di 40 anni è stata denunciata.
La vicenda è avvenuta ieri pomeriggio, intorno alle 15, all'incrocio tra via Trinchese e viale XXV Luglio: qui sostava un'auto nera, sotto il sole, e all'interno di essa c'era un cucciolo di quattro mesi, evidentemente in difficoltà visto il caldo asfissiante di ieri (40 gradi circa) e la temperatura verosimilmente più alta che si era creata all'interno dell'abitacolo: tutti i finestrini, infatti, erano ermeticamente chiusi.
Gli agenti delle Volanti sono riusciti ad aprire l'auto e a far uscire il cane dopo mezz'ora circa. Poco prima delle 16, poi, sono arrivati il conducente dell'auto e la proprietaria del cane: la donna, R.M.T., 40enne della provincia di Brindisi, si è difesa dicendo di essere andata prima in banca e poi a prendere un caffè al bar, non rendendosi conto del pericolo che correva l'animale. La donna, peraltro, circa un anno fa, era stata segnalata per abbandono di animali. Questa volta, viste le circostanze, non ha potuto evitare una denuncia per maltrattamento di animali.

BRUNDISIUM
17 LUGLIO 2010
 
Cane in auto sotto il sole: denunciata 40enne di Brindisi
 
Gli agenti della sezione volanti della Questura di Lecce hanno denunciato una 40enne di Brindisi per maltrattamento di animali.
E' accaduto ieri pomeriggio, nella centralissima Via Trinchese a Lecce. La donna ha lasciato in auto un cucciolo di Pincer dell’età di 4 mesi in macchina per recarsi presso un istituto bancario. Secondo quanto riferito ai poliziotti avrebbe parcheggiato il mezzo all'ombra ma, poichè le operazioni presso l'istituto di credito si sono protatte a lungo, l'auto è finita per essere pervasa dal sole e dalla calura.
Per lenire le sofferenze dell'animale i poliziotti hanno aperto lo sportello, facendolo scendere dal mezzo e permettendogli di bere acqua.

GEA PRESS
17 LUGLIO 2010
 
A pezzi in giro per il mondo.
Sequestrate a Bangkok 117 zanne di elefante africano
 
 
GEAPRESS – Ammonterebbe ad oltre un milione di dollari il valore delle 117 zanne di elefante sequestrate al Suvarnabhumi Airport di Bangkok. Il sequestro è avvenuto ieri sembra a seguito di una soffiata pervenuta alla polizia doganale tailandese.Il peso delle zanne (oltre 700 kg) si somma così alle altre quattro tonnellate di avorio sequestrate quest’anno all’aeroporto di Bangkok. Il più probabile mercato di destinazione potrebbe essere quello cinese, lo stesso al quale potevano essere dirette le altre quattro tonnellate di avorio sequestrate, sempre nel solo 2010, nel vicino Vietnam. Significativo il paese africano da dove sono partite, martedì scorso, le zanne degli elefanti sparati in chissà quale angolo d’africa. Si tratta del Kenya, il quale, secondo GeaPress, si è attivamente impegnato nel corso dei meeting della Convenzione di Washington sul commercio mondiale di flora e fauna minacciata di estinzione (Cites), per il bando totale di ogni forma di caccia dell’elefante africano.Purtroppo il Kenya continua ancora ad essere meta di contrabbandieri internazionali che utilizzano, come facile copertura, l’insensato permesso concesso ad altri paesi africani, di continuare a sparare agli elefanti perchè in soprannumero. In venti anni, però, le popolazioni di elefante africano sono crollate da due milioni di individui a circa cinquecentomila.Tra i paesi cacciatori vi è ad esempio lo Zimbabwe (vedi articolo GeaPress), ma anche il Sudafrica. Questi paesi, inoltre, hanno avuto concesso il permesso di commerciare partite di avorio sequestrate, mentre, secondo i protezionisti, andrebbe tutto distrutto. L’immissione di avorio legale, infatti, apre facili canali di commercio i quali con semplici falsificazioni della documentazione di viaggio, si prestano di fatto a fornire la copertura al contrabbando di avorio illegale, come quello partito dal Kenya, forse solo transitante dalla Thailandia e diretto probabilmente in Cina, incredibilmente autorizzata dalla Convenzione di Washington ad importare l’avorio legale.(GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).

GEA PRESS
17 LUGLIO 2010
 
Malesia. Nuovo sequestro di centinaia di rarissime tartarughe.
 
 
GEAPRESS – Nuovo successo della polizia malese ai danni dei contrabbandieri internazionali di fauna protetta. Questa volta ritornano di scena le testuggini radiate dal Madagascar, già al centro di un sequestro operato nell’aeroporto di Kuala Lampur dove, lo scorso giugno, è stata sequestrata una partita di tartarughe e droga (vedi articolo geaPress).Nel nuovo intervento, tra le centinaia di tartarughe nascoste in alcune valigie, sono stati rinvenuti anche camaleonti, rane per terraristi, ed altre specie di tartarughe. Nel Madagascar è purtroppo in atto una vera e propria spoliazione della fauna selvatica, soprattutto per fini terraristici.Purtroppo, secondo GeaPress, la Convenzione di Washington (Cites) sul commercio mondiale di flora e fauna minacciata di estinzione è intervenuta molto in ritardo per porre un deciso freno alle esportazioni legali di fauna selvatica del Madagascar, traffici spesso funzionali agli affari dei contrabbandieri i quali riescono agevolmente a camuffare i certificati Cites.Dal Madagascar, ad esempio, sono stati esportati legalmente, e fino al recentissimo passato, centinaia di migliaia di rettili ed anfibi. Tra i primi dieci paesi importatori di rettili compare proprio l’Italia. Inoltre, tra gli uccelli, è ancora consentita l’esportazione dell’inseparabile del Madagascar, bello e sfortunato pappagallo.Per vietarne i commerci si attende che la specie sia in pericolo di estinzione. Nel frattempo ben cinque paesi dell’Unione Europea potranno tranquillamente importarlo per i mercati comunitari.(GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).

L'ARENA
17 LUGLIO 2010
 
ANIMALI. La Forestale aveva sequestrato dieci pinscher a Isola Rizza
Cani denutriti e malati Padrone condannato
Uno degli esemplari è morto per i maltrattamenti
 
Isola Rizza (VR) - Aveva custodito talmente male 10 cani pinscher tra i quali anche cinque cuccioli che uno è addiritturra morto. A sostenerlo sono gli agenti della Forestale che su segnalazione della Lega antivisezione avevano sequestrato i dieci animali il 24 settembre dello scorso anno. Poco tempo fa, per Luigi Arduini, 68 anni, residente a Isola Rizza è arrivata la sentenza: il giudice Paolo Scotto di Luzio l’ha condannato con un decreto penale a pagare un’ammenda di 22.500 euro con pena sospesa così come aveva chiesto il pm Federica Ormanni. Ora tutti i cani sono stati affidati ai volontari della Lav, stanno bene e sono usciti da quel buio della stalla dov’erano stati rinchiusim per parecchio tempo.
Il capo d’imputazione, d’altro canto, parla chiaro: gli animali erano tenuti «in condizioni incompatibili con le loro esigenze», recita il provvedimento della procura. E ancora: i dieci esemplari di cani pinscher«risultavano denutriti ed infestati da parassiti». Il piccolo allevamento era sistemato «in una stalla con scarsa illuminazione ed igiene precaria». Particolarmente ostiche anche le gabbie dov’erano rinchiusi i cani con un metro di larghezza e 1,80 di lunghezza e 80 centimetri di altezza. La pavimentazione di queste piccole "celle" consisteva in una griglia metallica «tale da impedire la corretta deambulazione degli animali». In questa situazione, anche in assenza delle vaccinazioni, è morto uno dei cuccioli. Tutti questi fatti furono accertati dagli agenti della Forestale il 20 agosto dello scorso anno. In quell’occasione, il pm dispose anche il sequestro della stalla che si trova in via Punta 53 a Palù. I sigilli sono stati tolti in occasione della firma sul decreto penale di condanna del gip Scotto di Luzio.
«Purtroppo», è la denuncia della responsabile della Lav di Verona, Lorenza Zanaboni, «esistono anche nella nostra provincia molti allevamenti amatoriali a conduzione familiare, vere e proprie fabbriche di cani che ospitano decine di animali per la riproduzione, stabulati in piccolissimi box con appena il cibo sufficiente a mantenere in vita la fattrice». Gli ecologisti denunciano un mercato in nero di questi cuccioli: «I piccoli vengono venduti sprovvisti di vaccini e microchip sia a negozianti che a privati ad un costo inferiore a quello di mercato perchè sono merce poco pregiata». La Lav di Verona, quindi, lancia l’appello: «Per infliggere un duro colpo a situazioni come quella dell'allevamento di Palù è necessario abbattere la domanda: invitiamo chi vuole adottare un cane a non acquistarlo ma a rivolgersi al canile o alle associazioni animaliste», è l’auspicio finale di Lorenza Zanaboni.

SAVONA NEWS
17 LUGLIO 2010
 
Savona: maltrattano cuccioli di razza, condannati
 
Savona - Maltrattamento di animali. Questa l’accusa con la quale ieri il giudice Francesco Meloni ha condannato a quattro mesi di arresto con i doppi benefici, Claudio Filippi 67 anni e l’ungherese Janos Pataki, di 37, rispettivamente titolare, anche se la qualifica è contestata dalla difesa, e autista della ditta Stracani di Galzignano Terme nel Padovano. I fatti loro contestati si riferiscono al 5 giugno 2007 quando una pattuglia della Guardia di Finanza aveva visto presso l’autogrill di Zinola un furgone della ditta contenente alcune gabbie con cuccioli di razza pronti per essere consegnati ai clienti. In realtà, nonostante le documentazioni di accompagnamento fossero regolari, i cuccioli erano troppo giovani e sofferenti e le condizioni di trasporto non idonee. L’avvocato della difesa Massimiliano Bacillieri di Bologna ha già preannunciato che ricorrerà in appello.

IL SECOLO XIX
17 LUGLIO 2010
 
Una bara blu per il delfino amico dei surfisti
Nuova Zelanda: per l'animale anche una cerimonia maori
 
Aauckland. Centinaia di persone si sono raccolte per dare l' estremo saluto a Moko, il più famoso delfino della Nuova Zelanda, da anni presenza familiare sulla spiaggia di Whakatane. Moko amava esibirsi in tuffi acrobatici e nuotare con bagnanti e surfisti. Il corteo, dietro una bara di legno blu, ornata di fiori e delfini di peluche con dentro l'animale di 250 chili, si è concluso con una cerimonia maori.

IL TIRRENO
17 LUGLIO 2010
 
Carcassa di capra sulla spiaggia
 
VIAREGGIO (LU). Era stata avvistata in mare aperto qualche giorno fa: una carcassa di capra tra le onde che prima o poi si sarebbe spiaggiata da qualche parte. La Capitaneria di porto aveva emesso un avviso ai naviganti, per avvertire della presenza dell’animale morto. Che ieri era stato poi avvistato all’altezza dello stabilimento balneare “Corallo”. Lo spiaggiamento, però, è avvenuto nel pomeriggio sull’arenile dello stabilimento “Guido”.  Sul posto sono intervenuti la Capitaneria di porto e gli agenti della polizia municipale che ha rimosso la carcassa sotto gli occhi di numerosi curiosi. «Non è la prima volta che accade. Quando si tratta di questo tipo di animali - spiega il comandante della Capitaneria, Fabrizio Ratto Vaquer - è molto probabile che si tratti di tracce di qualche mercantile di passaggio».

IL SECOLO XIX
17 LUGLIO 2010
 
Sos animali per la marea nera
 
A settembre, l’associazione ambientalista internazionale Sea Shepherd darà il via alla nuova campagna «Gulf Rescue» per salvare gli animali messi a rischio dalla marea nera nel Golfo del Messico.
Lo ha annunciato oggi alla Spezia Locky Mc Lean, capitano della Steve Irwin, la nave ammiraglia dell’associazione che ha fatto scalo per la prima volta in Italia, ormeggiandosi nel porto spezzino. «Lo scopo - ha spiegato Mc Lean - è quello di andare a salvare, recuperare e assistere gli animali selvatici rimasti vittime del disastro ambientale: sulla nave allestiremo una zona per pulirli e aiutarli a ritornare nel loro ambiente». La nave con il logo della Sea Shepherd (un teschio su un tridente ed un bastone pastorale al posto delle classiche tibie incrociate) è all’ormeggio fino a lunedì mattina al porticciolo Mirabello della Spezia. Ponti aperti ad amici, sostenitori, appassionati e a tutti coloro che amano il mare e vogliono che sia protetto. I volontari hanno illustrato anche i risultati della Blue Rage, la campagna nel Mediterraneo a difesa del tonno rosso, appena conclusa: sono stati liberati dalle grandi gabbie galleggianti in mare aperto 800 tonni rossi, pari a 30, 35 tonnellate. È stato, secondo Sea Shepherd, un atto di giustizia, perché i tonni «erano stati catturati in modo illegale dopo la chiusura ufficiale della campagna della pesca».

LA NUOVA FERRARA
17 LUGLIO 2010
 
Due tartarughe tornano in mare La cerimonia a Porto Garibaldi
 
PORTO GARIBALDI (FE). Benvenuta e Mancina tornano in mare. Non si tratta di signorine o di imbarcazioni, ma di tartarughe. E oggi alle 17 presso il Bagno Roma i due esemplari di caretta caretta torneranno nel loro habitat naturale.  Il mare Adriatico nord occidentale, e in particolare il litorale dei sette Lidi di Comacchio, rappresenta la più importante area di tutto il Mediterraneo per la presenza di specie marine protette, specie le caretta caretta. Da molti anni l’associazione Arché opera per la tutela e salvaguardia delle tartarughe marine su questi litorali, occupandosi delle interazioni tra tartarughe marine e metodi di pesca. Durante i molti anni di attività, innumerevoli sono stati i casi di tartarughe ritrovate in difficoltà sulle nostre coste, sia a causa delle catture accidentali, sia a causa degli impatti con natanti e i gravi danni subiti a causa delle eliche delle imbarcazioni: talvolta letali, come per il grosso esemplare spiaggiato ieri davanti al Bagno Venere di Lido Estensi. Innumerevoli sono stati i casi di animali recuperati e restituiti alla loro vita in mare.  Proprio due di queste tartarughe, Benvenuta e Mancina, sono state ritrovate lo scorso anno in difficoltà e soccorse dall’associazione Arché, grazie al prezioso lavoro di numerosi partner. Gli animali, recuperati grazie all’encomiabile collaborazione della Capitaneria di porto di Porto Garibaldi, Goro e Ravenna e del Corpo Forestale dello Stato, sono stati ospitati presso il centro di recupero Il Benvenuto di Polesella e presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Padova, con il supporto dell’Istituto zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna di Cassana e di Padova. Sono stati curati e salvati a seguito di danni riportati a causa di eliche di imbarcazioni.  E’ venuto per loro il momento di tornare in mare: l’associazione Archè vuole accompagnarle in questo percorso, raccontando la loro storia, rendendo partecipe chi vorrà unirsi alle proprie gioie. Lo farà appunto oggi al Bagno Roma.

QUINDICI-MOLFETTA
17 LUGLIO 2010
 
WWF MOLFETTA: PREVISTA IN SERATA LA LIBERAZIONE DI 2 ANIMALI SELVATICI
 
 
MOLFETTA (BA) - Restituire al proprio habitat animali selvatici è sempre una grande vittoria della natura. Se lo scenario è quello del Pulo di Molfetta, l’emozione si amplifica.
Questa sera, alle ore 20, i volontari del Wwf Molfetta libereranno un gheppio (Falco Tinninculus) ed una civetta (Athene Noctua).
Entrambi gli esemplari, rinvenuti in difficoltà negli scorsi mesi, sono stati curati dai volontari del centro di recupero Wwf Molfetta e sono ormai pronti a riprendere il volo.
L’iniziativa si colloca all’interno del ciclo di manifestazioni programmate nell’ambito di Molfetta – Bella di Notte. Notti bianche tra mare e terra.
A seguire, dalle ore 21, si potrà visitare la dolina accompagnati dalle guide del consorzio Polje.

MATTINO DI PADOVA
17 LUGLIO 2010
 
Tornano liberi 49 uccelli rapaci feriti e curati
 
VILLAFRANCA (PD). Sono ben 49 gli uccelli di varie specie che saranno liberati oggi in paese durante la manifestazione organizzata dal’associazione ornitologica «Il Gheppio». Si tratta di esemplari feriti che i volontari della onlus hanno recuperato.  Soprattutto nell’Alta Padovana. Li hanno accuditi, curati e sottoposti a riabilitazione. Stasera alle 19,30 potranno tornare a volare liberi. Si tratta di 14 gheppi, 12 civette, 7 passeri italici, 5 merli, 4 tortore, 2 picchi rossi, un gufo, un lodolaio maschio e un allocco nonché 2 ricci. Alle 18 i volatili saranno messi nelle loro gabbiette nel centro di recupero di via Matteotti civico 53 che ha sede proprio a Villafranca. Dopo la delicata operazione eseguita dai volontari del «Gheppio» è previsto un momento di festa per ringraziare tutte le persone che hanno collaborato alla riuscita della riabilitazione. Poi i volontari, scortati dalla Polizia Provinciale, porteranno le gabbie all’oasi di Onara dove gli esemplari saranno liberati per tornare alla loro vita selvaggia. Un centro quello di recupero, che l’amministrazione è orgogliosa di ospitare sul proprio territorio non solo per il salvataggio di molti animali ma anche per il valore didattico dell’iniziativa, come sottolinea il sindaco Luciano Salvò, che questa sera sarà presente all’evento.  L’associazione si impegna per sviluppare e diffondere i valori naturali e culturali della tradizione ornitologica ma promuovere anche iniziative di carattere culturale e ricreativo, organizzando manifestazioni.

IL TIRRENO
17 LUGLIO 2010
 
I ragazzi salvano una baby volpe
 
Cecilia Cecchi
 
PIOMBINO (LI). Caduta tra gli scogli, ormai stremata. «La si pensa astuta e un po’ cattiva... ma la volpe è un cucciolo come tutti gli altri» racconta Mariarosaria Onorio, 16 anni, a nome dei ragazzi che - giovedì mattina - sono stati i primi artefici del salvataggio di questo animale, finito a pochi passi dal mare dopo un salto di diversi metri dal bosco sovrastante.  Un nutrito gruppo di compagni di scuola e amici, tra i 16 e i 18 anni, era sceso a Fosso alle Canne, verso le 10.30.  Qualcuno è andato subito in acqua: il mare è bellissimo e la spiaggia pure.  Qui, tra l’altro, è ancora in corso la mostra di sculture in legno di Enrico Salvadori che da anni “cura” l’area (il pensionato delle Acciaierie, 68 anni, abita, da giugno a settembre, in un piccolo appezzamento che ha riscattato da “Populonia italica” ed è testimonial della Protezione civile antincendio).  Mariarosaria - insieme a Alberto Ticciati, Francesco Fanti, Andrea Lavagnini - hanno deciso di avventurarsi sugli scogli, fino ad una vecchia piattaforma in cemento per fare tuffi: «Abbiamo visto la piccola volpe incastrata tra due massi - dice - Pensavamo si stesse riparando all’ombra e che forse era meglio non disturbarla. Poi ci siamo avvicinati e l’abbiamo accarezzata, non mordeva. Ha rotti gran parte dei denti davanti... liberata dagli scogli, faceva piccoli passi e cadeva di nuovo. Che tenerezza, andava aiutata!». C’è chi è rimasto a far compagnia al cucciolo e chi è tornato a Fosso alle Canne a chiedere aiuto.  Come sempre Salvadori si è fatto trovare pronto.  «Il signor Enrico è arrivato portando una cesta - prosegue Mariarosaria - Qui l’abbiamo adagiata, sollevandola con un asciugamano. Proprio Enrico l’ha riportata a Fosso alle Canne, e l’abbiamo accompagnato anche noi».  «Al cucciolo, soprannominato Foxy - sottolinea - è stata data dell’acqua e poi una specie di “frullato” di pollo. È vero, eravamo arrivati fino a Fosso alle Canne per stare tranquilli e divertirci: non c’è mai nessuno - conclude sorridendo la ragazza - Invece siamo stati coinvolti in un’ esperienza bellissima, che non potremo scordare».  Alle 17 la polizia provinciale, su indicazione del servizio emergenza animali selvatici Wwf, ha recuperato Foxy e l’ha portata al Centro recupero Lipu di Livorno dove è in attesa di sapere quale sarà il suo destino. Si tratta di un giovanissimo maschio con problemi alle zampe posteriori (visto il “salto”) e i medici devono ancora stabilire la gravità delle fratture.

IL SECOLO XIX
17 LUGLIO 2010
 
Soccorso alpino un avvoltoio al posto dei cani
 
Berlino. Anche gli avvoltoi possono essere utili per cercare morti in montagna: lo sostiene la polizia della Bassa Sassonia, che ha deciso di mettere alla prova un avvoltoio per testarne le capacità sul campo prima di deciderne l'«assunzione definitiva». La speranza della polizia è Sherlock, un avvoltoio addestrato come radar per cadaveri. In futuro, quindi, gli avvoltoi potrebbero sostituire i cani almeno per le ricerche nelle zone più impervie.

IL TIRRENO
17 LUGLIO 2010
 
Serve il passaporto veterinario a chi va all'estero con gli animali
 
PRATO. Chi ha programmato un viaggio in compagnia dei propri animali domestici deve essere informato che cani, gatti e furetti accompagnati da una persona, per viaggiare attraverso gli Stati dell’Unione Europea o in altri Paesi, devono essere necessariamente in possesso del passaporto veterinario.  Per ottenere il documento l’animale deve essere stato sottoposto a vaccinazione antirabbica da almeno venti giorni ed essere stato identificato attraverso l’inoculazione di un microchip.  Chi è già in possesso di un passaporto può rinnovarne la validità (durata un anno) anche presso i veterinari liberi professionisti, purché non sia scaduta la vaccinazione contro la rabbia e si intenda viaggiare nell’ambito della Comunità europea.  In caso contrario, il passaporto dovrà essere vidimato dai Servizi veterinari dell’Azienda sanitaria locale.  Il certificato è rilasciato dietro pagamento di un ticket.  Gli interessati possono chiedere informazioni presso gli Uffici dell’Anagrafe canina, viale Galilei 234, telefono 0574 462124 dal lunedì al venerdì dalle ore 7.30 alle ore 10; il lunedì anche dalle ore 14 alle ore 16.  Nel mese di agosto non sarà effettuato il turno pomeridiano del lunedì.

IL TIRRENO
17 LUGLIO 2010
 
Squalo grigio ancora sotto esame
 
PIOMBINO (LI). E’ uno squalo grigio l’esemplare rinvenuto due giorni fa nelle acque di Cerboli. Tuttavia ancora non è stato possibile stabilire con precisione l’esatta tipologia: potrebbe trattarsi di un Carcharhinus Plumbeus, conferma l’esperto Fabrizio Serena (Arpat Livorno) o di un Carcharhinus Altinus, ma sarà solo un ulteriore esame sulla dentizione a fornire un chiarimento definitivo. Entrambe le specie, in ogni caso, non sono da considerarsi particolarmente pericolose per l’uomo: l’aggressività, nei casi limite, può scattare solo quando l’animale è sottoposto a un’azione di disturbo.  Identificarlo con esattezza è però necessario anche ai fini di un programma di monitoraggio esteso a tutto il Mediterraneo, il Medlem, condotto da Serena e collegato con il piano internazionale per la conservazione e la tutela degli squali gestito dalla Fao. La sopravvivenza di queste specie, infatti, non è del tutto esente da rischi: «E’ un peccato - aggiunge Serena - che lo squalo rinvenuto sia morto dopo essersi impigliato nelle reti del peschereccio». Inoltre, sottolinea l’esperto, non c’è da sorprendersi che meno di due settimane fa un altro squalo, stavolta un capopiatto, sia stato rinvenuto più o meno nelle stesse acque: «E’ un evento casuale ma la presenza di questi squali non è inusuale nelle nostre zone».

CORRIERE ADRIATICO
17 LUGLIO 2010
 
Il fascino di una storia infinita
Lo stabilimento balneare Gigetta tra passato e futuro. Spazio pure per i cani
 
Nico Coppari,
 
Civitanova (MC) - “Gigetta”: un nome storico del lungomare Sud. Quanti decenni sono passati da quando Luigia Gasparroni gestiva il piccolo chiosco. Con gli anni quel casotto è diventato un vero e proprio stabilimento che poi si è progressivamente modernizzato. Ma l’insegna “Gigetta” è ancora lì. Da anni il chioschetto di tanti anni fa è diventato uno stabilimento grande e accogliente e con i decenni si è addirittura arricchito del campo da calcetto. Tre generazioni della famiglia di Luigia si sono succeduti. E poi altre gestioni, fino a quella attuale di Giovanni Fortuna.
La prima cosa che ha fatto è stato chiamare nuovamente lo chalet “Gigetta”, dopo una breve parentesi in cui il nome era stato cambiato.
Beh sì – dice Giovanni Fortuna -, l’ho fatto anche per far onore alla storia.
Siete partiti a spron battuto e anche il locale ha cambiato look.
Abbiamo riqualificato l’ambiente e abbiamo anche apportato alcuni correttivi dal punto di vista estetico e funzionale. Puntiamo a rendere lo chalet accogliente e a far sentire a casa propria chi viene da noi. Questo vorremmo che diventasse uno dei nostri elementi qualificanti.
Si spieghi meglio?
In questi tempi difficili, soprattutto in termini economici, vediamo quotidianamente come le persone ci pensano prima di spendere i soldi. Magari la famigliola compra il gelato solo al bambino e i genitori evitano di fare la spesa. O a cena si spende con maggior criterio rispetto a qualche tempo fa. Ora vorremmo stabilire un rapporto anche di amicizia con il cliente. Da noi ci sono anche dei giovani che si fermano un po’, magari anche senza consumare, per scambiare due chiacchiere con noi.
La sua impronta si vede. Da questa stagione “Gigetta” è diventato un ristorante strutturato che propone un menù con tante specialità.
Abbiamo pensato di puntare molto sulla ristorazione e di farla diventare il nostro aspetto distintivo e qualificante.
E quali sono i piatti forti?
Il nostro chef Loris si sbizzarrisce con il pesce. La padellaccia con 9 tipi differenti di pece è una delle sue specialità, sia nella versione zuppa con le bruschette sia con tagliolini. E poi la carbonara di mare, le tagliatelle nere di Loris con l’impasto al nero di seppia e poi i calamari di qualità.
E per quanto riguarda la spiaggia?
Per andare incontro alle esigenze di tutti i bagnanti abbiamo anche allestito una spiaggia recintata in cui introdurre i cani. All’interno anche ombrelloni e sdraio per i loro proprietari. Finora abbiamo anche organizzato qualche serata di musica live e offerto spaghettate”.

IL TIRRENO
17 LUGLIO 2010
 
Anche Fido in spiaggia In arrivo la dog beach
 
MARCIANA MARINA (LI). Il bagnetto a Fido? Prego si accomodi. Anche Marciana Marina apre le spiagge agli amici a quattro zampe. Un piccolo tratto di arenile, vicino alla zona portuale, dopo portare i propri animali a fare un tuffo, ben attenti, però, a non sporcare la spiaggia. Pena una multa da 100 a mille euro.  L’istituzione di una dog beach marinese, la terza sull’isola dopo quelle di Porto Azzurro e Campo nell’Elba, era attesa da tempo. «Molti dei nostri ospiti - spiega il sindaco, Andrea Ciumei - ci avevano segnalato questa necessità e abbiamo trovato una soluzione per venire incontro alle loro esigenze nel rispetto della normativa più generale che vieta l’ingresso di animali sulle nostre spiagge».  Residenti e turisti proprietari di animali potranno usufruire di un tratto di spiaggia nelle vicinanze del moletto del pesce. Il tratto di arenile, compreso tra il moletto e il civico 22 di viale Regina Margherita non ha questa unica destinazione: l’area è fruita anche da altri cittadini. E per questo il Comune, con un’apposita ordinanza, ha autorizzato l’ingresso degli animali in una precisa fascia oraria, dalle 18 alle 20.  Un modo per garantire un servizio in più a cittadini e turisti, ma anche per evitare infrazioni sulle altre spiagge dove è vietato portare animali e far fare loro il bagno. «A vigilare sulla corretta fruizione della dog beach - prosegue Ciumei - ci saranno vigili urbani e capitaneria». Le regole sono chiare per tutti. Gli animali, accompagnati dai propri padroni potranno utilizzare la spiaggia ma senza lasciare sporco. Insomma i padroni dovranno munirsi di sacchetto e paletta e provvedere a rimuovere gli escrementi. In caso contrario scatterà una multa (tra 100 e mille euro). L’iniziativa è stata adottata in stretta collaborazione con i responsabili dell’Enpa, l’ente per la protezione animali, di Marciana Marina. Come detto è la terza spiaggia per gli amici a quattro zampe che viene istituita sull’isola dopo quelle di Porto Azzurro e Campo nell’Elba. Un po’ poche, per la verità, tenendo conto del numero di spiagge sull’isola.  Il segnale, però, è indubbiamente positiva e contribuisce a far scegliere l’Elba ai tanti vacanzieri che viaggiano in compagnia dei propri animali.

LA GAZZETTA DI REGGIO
17 LUGLIO 2010
 
«Caprioli, cervi, cinghiali e istrici stanno uccidendo la Montagna»
 
Giacomo Notari
 
Reggio - Da Giacomo Notari, presidente provinciale dell’Anpi e montanaro doc, riceviamo e pubblichiamo questo intervento sulla popolazione degli ungulati in montagna. La parte del Reggiano classificata territorio montano sfiora i 1000 chilometri quadrati. In questa fetta di montagna ci sono 13 comuni e circa 40mila abitanti. Un tempo raggiungevano i 63/65mila. Nel corso degli anni del dopoguerra, questa fetta di provincia si è trasformata in un grande zoo senza recinto. Un tempo non lontano vi regnavano qualche lupo, la volpe, il tasso, la lontra, la faina, la martora, la puzzola, lo scoiattolo, la lepre, il riccio, la donnola, la poiana e tante varietà di uccelli. Fiumi e torrenti erano ricchi di pesci e gamberi. Regnavano branchi di starne, pernici rosse, coturnici. Ora quel territorio si è arricchito di cinghiali, caprioli, cervi, marmotte, mufloni, lupi, linci, istrici, daini. Manca solo l’orso, la zebra e il castoro.  Analizzando tutto questo, nuovo impatto animale è quasi impossibile: occorrerebbero vari studi e ricerche mirate. Io al momento, per quello che vivo ogni giorno sul territorio, da ecologista senza emblema di riconoscimento, mi limito ad alcune osservazioni. Ad esempio, a proposito del cinghiale, le reazioni di chi vive sul territorio dicono che è incompatibile con l’attività agricola ed è più che vero. Io aggiungerei che è incompatibile con il complesso ecosistema del territorio.  Vediamo il perché: questo animale ha distrutto buona parte degli antichi muretti a secco, un pezzo di storia del nostro paesaggio agrario, sin da tempi antichi. Tutto questo per ricavarne famiglie di vipere, bisce, ramarri, topi, rospi, rane. Girando per boschi e campi, raramente ci si imbatte in un rettile, un tempo cosa normale. Nella parte alta, sopra le faggete, nelle praterie e mirtillaie, ogni varietà di uccelli depongono le uova a terra: allodole e coturnici si vedono distruggere i nidi, bere le uova, divorare covate di piccoli.  Nelle praterie dei nostri monti, Cusna, Ventasso, Cavalbianco, La Nuda, Casarola, non si trova più una giunchiglia. Così per il giglio rosso, i crochi, la musiaria e tutti i fiori col bulbo.  Sarebbe bene, una volta per tutte, che si smettesse col pressapochismo e si affrontasse il problema in modo serio, con studi e ricerche su basi scientifiche.  La presenza del capriolo si stima in almeno 20-22mila esemplari, una quantità incompatibile con la turnazione delle foreste, perché brucando i nuovi germogli i caprioli impediscono al bosco di riprodursi. Altrettanto dicasi per i castagneti. Ugualmente dannosi sono poi i cervi, sia per il sistema agricolo sia per la forestazione.  E infine gli istrici, molto attenti alle piantagioni di patate, sono la disperazione delle famiglie che si ostinano ancora a seminare patate nei propri campi. Tali coltivazioni vengono distrutte da questo grazioso animale che in cambio lascia sovente lunghi aghi come ricompensa.  Per quanto mi riguarda, personalmente intendo far causa agli enti preposti perché, abitando io sulle nostre montagne, a Marmoreto di Busana, da ben prima dell’esorbitante presenza di cinghiali, caprioli e cervi, voglio poter continuare a curare boschi e castagneti, frutteti e l’orto. Voglio vedere alzarsi le allodole in volo, sentire il profumo delle giunchiglie, voglio vedere la poiana piombare sul rettile portandolo in alto, inchiodato ai suoi artigli. Questa è a mio parere vera ecologia o, come direbbe il mio amico Paride Allegri, «rispetto del Creato».

LA VOCE DI MANDURIA
17 LUGLIO 2010
 
Aiuti dal Nord per il randagismo messapico
 
Fernando Filomena
 
MANDURIA (TA) – Animalisti del Nord Italia in gara per combattere il randagismo a Manduria. Un’opera iniziata in sordina grazie al nostro sito internet che ha fatto mettere in contatto le realtà locali con quelle di altre regioni che sta trovando l’interesse di altri gruppi disposti  a finanziare sterilizzazioni di cagne randagie oppure di padroni che non hanno la disponibilità economica per farlo. Il comune, però, dopo un iniziale interessamento, non sembra voler cogliere questa opportunità che ha portato, sinora, a rendere non più fertili una quindicina di cagne manduriane. Come funziona: associazioni di altre regioni (ha iniziato l’associazione animalista livornese ora se ne sta aggiungendo un’altra di Milano), mettono a disposizione fondi per finanziare gli interventi di sterilizzazione eseguiti qui a Manduria da veterinari del posto. Senza nessun costo per il proprietario dell’animale e con indubbi vantaggi per gli uffici comunali che, però, sembrano ignorare l’opportunità.Per questo la presidente del gruppo animalista livornese, Elena Meniconi, ha scritto una lettera al sindaco di Manduria, Paolo Tommasino, chiedendosi il perché di tale rifiuto.«Egregio sindaco – scrive – le abbiamo scritto, le abbiamo offerto solidarietà e materiale informativo gratuito specie sulle sterilizzazioni e..l’unica cosa avvenuta sono state un paio di telefonate del geom. Coco che, dicendosi molto interessato e chiedendoci – appunto – di inviare i volantini sulla sterilizzazione, non si è più fatto sentire nè telefonicamente nè per lettera nè via mail. Noi siamo sempre pronti a sterilizzare fintanto che avremo i fondi offerti da persone di buona volontà – continua la lettera – ma vorremmo vedere il comune adoperarsi con accordi con l’ordine veterinari della zona per ottenere sterilizzazioni a prezzi favorevoli onde incentivare anche i privati a ricorrere a questo sistema». In attesa che il sindaco risponda, le donazioni livornesi continuano ad approdare a Manduria grazie alla collaborazione del gruppo locale, Animalisti Manduria fondato da Walter Tarantino. Che coordina il progetto. Ed è a lui che ha scritto un altro animalista milanese offrendo la stessa disponibilità economica della collega di Livorno. «Sono Nino, presidente di Animal’s Emergency di Milano  – scrive -, ho appena saputo dell’iniziativa di Manduria e vi abbiamo aderito in quanto vorremmo creare un fondo per le sterilizzazioni a cui possano aderire anche altre associazioni».
 
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