LA NUOVA SARDEGNA
17 LUGLIO 2009
L'orso nervoso per il caldo dà una zampata alla domatrice
BUDONI (OT). Un singolare incidente sul lavoro si è verificato l’altra sera a Budoni, una domatrice d’orsi del circo Martin che in questi giorni gira in Baronia, è finita in ospedale a causa di una zampata infertale da uno dei suoi animali. L’episodio si è verificato durante uno spettacolo serale davanti al pubblico che assiepava le tribune sotto il tendone di via Nazionale. Lo spettacolo circense, era iniziato da un pezzo, si erano già esibiti giocolieri, clown ed equilibristi quando gli squilli di tromba, hanno annunciato l’entrata in scena di della domatrice Maxi Niedermeier, una cittadina tedesca residente in Austria, e dei suoi orsi ammaestrati che costituiscono il clou degli spettacoli del circo. Qualche giro tra la folla ai bordi dello spazio centrale per raccogliere gli applausi dei tanti bambini presenti e poi è iniziato lo show vero e proprio. Uno spettacolo con i consueti giochi d’equilibrio degli animali di solito docili ai comandi e ripetuto centinaia di volte. La donna poi è un esperta del mestiere, pratica questa professione da decenni e continua a scendere in pista malgrado abbia ormai compiuto 68 anni. Qualcosa l’altra sera non ha però funzionato per il verso giusto, la donna potrebbe aver eseguito un movimento sbagliato avvicinandosi troppo all’animale, forse uno degli orsi era infastidito dal gran caldo: l’animale si è rivoltato contro la domatrice e con una zampata, le ha provocato una profonda lacerazione alla spalla. Un urlo si è levato dalle prime file ma il pronto intervento degli inservienti, ha impedito che succedessero danni ben più gravi. La donna è stata subito soccorsa dal personale del circo e un ambulanza del 118, l’ha accompagnata all’ospedale di Olbia dove i medici le hanno suturato la ferita con numerosi punti. Come è prassi del circo, lo spettacolo è andato avanti lo stesso.
LA NUOVA SARDEGNA
17 LUGLIO 2009
RANDAGISMO
Tanti volontari si occupano dei cani A proposito di randagismo. La realtà descritta da Tore Serra è lontana dalla quella sassarese. In questa città i cani randagi vengono spesso accuditi da persone che impegnano il loro tempo e i loro fondi solo per bontà di cuore. I quali non fanno «solo campare e proliferare» i cani, ma se ne occupano con impegno. Buona parte dei cani sulle strade di Sassari vengono sterilizzati e curati, oltre che sfamati, dai volontari. I branchi si formano perché in città esistono purtroppo persone prive di sensibilità e umanità che abbandonano i cani spesso fertili o addirittura con cuccioli. Il randagismo è un fenomeno critico in tutta la Sardegna, non solo a Sassari, e non si risolve certo facendo morire di fame creature innocenti. David Roazzi
ASYLUM
17 LUGLIO 2009
FA IRRUZIONE IN UN'ABITAZIONE PER FARE SESSO CON ILCANE DI FAMIGLIA
Probabilmente l'aveva puntato, se ne era innamorato e appena ha potuto si è introdotto in casa per dichiarargli il suo amore e farlo suo. Peccato che l'oggetto del desiderio fosse un pastore australiano maschio (sì, avete capito bene, un cane), che mentre il padrone era al lavoro, si è visto piombare in casa uno sconosciuto che aveva come scopo criminale quello di abusare di lui.
E' successo in West Virginia. La fortuna ha voluto che un'amica del proprietario sia passata da casa per portare delle cose, quando ha beccato l'uomo, un 26enne, in casa con i pantaloni abbassati, mentre il cane "emetteva un guaito tremendo". L'uomo è stata arrestato con le accuse di scasso e crudeltà sugli animali. Solo ora capiamo fino in fondo il senso di gadget come Snif Tag, che vi permette di controllare il vostro cane a distanza, o il famoso traduttore "baulingue"... chissà cosa direbbe questo cane, ad esempio, se potesse parlare.
MESSAGGERO VENETO
17 LUGLIO 2009
Auto o treno Piccolo vademecum per far viaggiare micio e fido
Secondo l'Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente, quest'estate, due milioni di famiglie italiane, andranno in vacanza con Fido e Micio. Il mezzo più utilizzato per viaggiare, è l'automobile, ma non manca chi decide di servirsi del treno, dell'aereo o del traghetto. Per trasportare un solo animale in macchina, occorre sistemarlo nella parte posteriore, anche senza la rete divisoria. Se si trasportano due o più animali, invece, la rete deve essere installata oppure occorre tenere i pets nei trasportini. Prima del viaggio, gli esperti consigliano di non somministrare cibo a Fido o a Micio e di portare al seguito una bottiglia d'acqua. E' importante, inoltre, permettete una sufficiente circolazione d'aria all'interno dell'abitacolo, garantire frequenti soste e non lasciare i nostri amici chiusi in auto. I gatti, i cani di piccola taglia e gli altri animali da compagnia, possono viaggiare gratuitamente sui treni, all'interno del trasportino. I cani di grossa taglia, muniti di museruola e guinzaglio, possono salire, a pagamento, sugli Intercity Plus, Intercity ed Espressi, solo nell'ultimo scompartimento dell'ultima carrozza di seconda classe. Sui treni regionali possono stare sulla piattaforma dell'ultima carrozza, con la sola esclusione delle ore di punta del mattino, a meno che la regione competente non decida diversamente. Nelle carrozze letto, infine, possono salire solo in caso di disponibilità dell'intero compartimento. Va ricordato, che è obbligatorio il certificato di iscrizione all'anagrafe canina, per i quattro zampe ammessi al trasporto e che i cani guida viaggiano gratuitamente su tutti i treni. Per quanto riguarda l'aereo o il traghetto, i regolamenti, in fatto di animali, variano a seconda della compagnia.
MESSAGGERO VENETO GORIZIA
17 LUGLIO 2009
Arriva la pet theraphy nelle case di riposo
Gorizia - La pet teraphy entra nella casa di riposo “La Quiete” di Udine, grazie a due cicli di incontri settimanali, organizzati in collaborazione con la cooperativa Chichibio onlus, che verranno proposti agli anziani ospiti della struttura il prossimo mese di settembre. Cinque quattro zampe di varie razze, appositamente addestrati, con l'aiuto di personale qualificato, entreranno in contatto con gli over sessanta, che potranno trascorrere qualche piacevole ora in loro compagnia. «Il rapporto con gli animali - spiega la psicologa Orietta Pagnutti, responsabile dei servizi di animazione e formazione della Quiete di Udine - è ricco di significati emozionali ed affettivi. Tramite questa iniziativa, cercheremo di riprodurre questi stimoli, che caratterizzano la vita quotidiana di ciascuno di noi. Il rapporto con l’animale fa parte del vissuto dei nostri ospiti, i quali, una volta entrati nella struttura, purtroppo, non hanno avuto modo di conservare questo contatto con i pets. Grazie a questi incontri, i nostri pazienti potranno riprendere questo rapporto terapeutico». Spiega ancora la psicologa. «Lo scorso mese di giugno ha preso il via un ciclo di incontri, che prevede la presenza degli animali nella struttura e devo dire che il riscontro è assolutamente positivo. I cani sono riusciti a stimolare anche situazioni, che pensavamo non potessero trarre alcun vantaggio da questa esperienza». Intanto, nei giorni scorsi, il personale della casa di riposo “La Quiete” ha consegnato, alla presenza del sindaco di Udine, Furio Honsell, un riconoscimento a Mara Bolgan, in rappresentanza dell’associazione animalista cittadina, Amico Gatto, per l’interesse manifestato nei confronti della colonia felina, regolarmente censita dal comune, che viene ospitata, da oltre quindici anni, all’interno della casa di cura. «Una grande soddisfazione - ha detto Mara Bolgan - Ci siamo occupati personalmente di sterilizzare i mici, che fanno parte della colonia, di cui ci prendiamo cura da tempo. Siamo soddisfatti del lavoro svolto fino ad oggi, particolarmente apprezzato anche dagli anziani, i quali gradiscono molto la compagnia dei mici. Motivo di soddisfazione è stata anche la presenza, durante la cerimonia, del sindaco di Udine, che si è detto disposto a collaborare con noi per quanto concerne la gestione delle colonie feline cittadine».
IL TIRRENO
17 LUGLIO 2009
A lavoro gli asini-spazzini al via lunedì nel borgo la raccolta porta a porta
Nilo Di Modica
SANTA MARIA A MONTE (PI). Sale l’attesa per l’inizio del progetto asini-spazzini che prenderà il via il prossimo lunedì mattina. Proprio in questi giorni molti santamariammontesi hanno già potuto sentire il rumore degli zoccoli lungo le strette vie del borgo, teatro dei primi giri di addestramento. Una faticata che, c’è da scommetterci, è costata una buona dose di pazienza e zuccherini ai responsabili del Club ippico. Proprio mercoledì sera, presso il teatro comunale, è avvenuta la definitiva presentazione del progetto, con tanto di dettagli su orari e giorni di raccolta. «Ricordo bene quando alcuni anni fa introducemmo la raccolta porta a porta - ha dichiarato il sindaco Turini - all’epoca eravamo fra i primi comuni a farlo». «Quello che proponiamo - continua - è fare un passo in avanti: usare un servizio consolidato per una riqualificazione dei nostri centri, andare verso il futuro con uno sguardo alla tradizione che ci ha preceduto, recuperare quella dimensione umana, fatta di relazioni, che troppo spesso la modernità ci ha strappato». Un servizio che necessiterà di dovuti ritocchi lungo il cammino, ma sul quale l’amministrazione scommette con forza, anche in un ottica di risparmio e rispetto per l’ambiente. «Ognuno di questi asini, con i quali ho avuto a che fare in queste settimane, inquina meno di tutti i motori che vengono utilizzati ad oggi per la raccolta - spiega Franco Napolitano, responsabile dell’addestramento - senza contare che sono animali davvero docili, adatti al lavoro con l’uomo». Ma non è stata tutta rose e fiori la serata dedicata agli asini. Numerose critiche al progetto sono venute da alcuni esponenti dell’opposizione, in primis da Manuela Del Grande, di Programma di Libertà. «È sufficiente vedere la scarsa partecipazione di stasera per capire cosa non funziona in questo comune - ha affermato Del Grande - Continuate a fare le cose ignorando cittadini e l’opposizione. Il risultato, come al solito, non può che essere l’ennesimo fallimento. Un flop che nel frattempo costerà un’enorme pazienza da parte dei cittadini, costretti a convivere con la sporcizia provocata dagli animali». Dal canto suo il sindaco assicura che «gli operatori ripuliranno tutto - e che - gli asini, una volta addomesticati, non hanno l’abitudine di sporcare».
LA NUOVA SARDEGNA
17 LUGLIO 2009
Pesce marcio in mezza Sardegna
di Alessandra Sallemi
CAGLIARI. Sono 648 i clienti dell’ingrosso di prodotti ittici congelati Ocean Med Fish, finito sott’inchiesta perché si è scoperto che rivendeva sul mercato locale crostacei e molluschi scaduti, scongelati, ricongelati con aggiunta di acqua e rietichettati con provenienze e date fasulle. I 648 nomi (di persone fisiche o di ditte, oggi pubblichiamo i 166 operatori di Cagliari) non rappresentano l’intero parco clienti di Ocean Med Fish: ristoratori e venditori di pesce comprano anche come privati cittadini cui basta lo scontrino fiscale. Ocean Med Fish aveva inoltre una rivendita al dettaglio e lavorava quasi senza concorrenza: questo per dire che, le 123 tonnellate di prodotto sequestrate dalla Guardia di finanza il 4 dicembre 2008, giorno del blitz e della denuncia dei titolari dell’ingrosso Carlo, Massimo e Noemi Sitzia, avrebbero potuto prendere la via di tante tavole di Cagliari, della provincia e oltre, fino, come si vedrà negli elenchi dei prossimi giorni, a Santa Giusta e Tortolì. I clienti dell’ingrosso non sapevano di quel che succedeva dentro lo stabilimento dove il prodotto scongelato veniva lavorato all’aperto, sopra tavoli che poggiavano su pavimenti pieni di escrementi di animali, poi ricongelato con 400 grammi d’acqua ogni 600 di prodotto. Le analisi hanno dimostrato che i prodotti erano carichi di tossine e molti contenevano cadmio, risulta di lavorazioni industriali. I clienti, lo ripetiamo, non sapevano assolutamente nulla, ma una domanda sale urgente: com’è che operatori del settore non han dubitato davanti ai prezzi stracciati di Ocean Med Fish? Con gli inquirenti, qualcuno si è giustificato così: «Pensavo dipendesse dalla possibilità di comprare grandi quantità tutte assieme». Ma nessuno dei 648 e più risulta abbia denunciato i Sitzia. Forse si è sottovalutato il rischio di essere scoperti con quella merce in frigo.
MATTINO DI PADOVA
17 LUGLIO 2009
La liberazione degli uccelli salvati
VILLAFRANCA (PD) - viene rimesso in libertà grazie all’impegno congiunto delle istituzioni e dei volontari». Le operazioni di liberazione cominceranno alle 18, nella sede del centro a Villafranca, in via Matteotti 53. Lì gli animali verranno messi nelle gabbie per poi essere liberati in due punti: all’interno del Parco Colli e nell’Oasi di Onara. «La scelta dell’ora del rilascio - spiega l’assessore Riolfatto - non è casuale: siamo vicini all’imbrunire, un momento in cui sia gli animali diurni che quelli notturni possono trovare più facilmente rifugio». I volatili e i rapaci curati a Villafranca, infatti, sono particolarmente importanti per il territorio in quanto indicatori del livello di salute dell’ecosistema: non a caso saranno liberati in due aree faunistiche protette. Alle fasi delle liberazioni sono invitati tutti i cittadini che hanno salvato gli animali in difficoltà, portandoli al centro di Villafranca.
LA NUOVA VENEZIA
17 LUGLIO 2009
Allarme, serpente in spiaggia. E' una biscia
JESOLO (VE). Serpente in spiaggia, panico tra i bagnanti. Davanti alla torretta 11 di largo Augustus, qualcuno ha iniziato a gridare improvvisamente aiuto. Il bagnino Sergio credeva che si trattasse di qualcuno che stava annegando, ma ben presto si è accorto che si trattava di un rettile che strisciava sulla sabbia. Con molta freddezza, dopo aver valutato come catturare l’animale, si è attivato subito con un retino e il classico secchiello da spiaggia, catturandolo senza creargli alcun danno. Il bagnino si è recato al Rettilario di piazza Brescia dagli esperti, per una valutazione più precisa, temendo che fosse una vipera. Il responsabile Mauro Rigoni, dopo una prima analisi, ha dichiarato che si trattava di una biscia viperina «Nixtra nixtra», serpente autoctono e innocuo, che vive nel nostro habitat, vicino ai fiumi o zone umide, si ciba di piccoli roditori, pesci e lucertole. Del tutto innocua.
IL TIRRENO
17 LUGLIO 2009
Eccola lì, la foca monaca non è un bluff
ISOLA DEL GIGLIO (GR). Eccola lì, la foca monaca, a due passi dagli scogli del Giglio. Il recente avvistamento di un esemplare proprio nelle acque del Giglio è stato salutato dal Wwf Toscana come «un evento eccezionale, che chi ama i nostri mari aspettava da tanto, ed è un segnale di vitalità e di speranza che deve farci pensare». La presenza della foca monaca, infatti, significa che la salute del mare è perfetta. Da ieri le foto dell’avvistamento, scattate da Mario Prete, sono pubblicate sul sito regionale del Wwf e sul sito del nostro giornale (www.iltirreno.it). L’immagine (che vediamo qui a fianco) ritrae la foca vicino ad uno scoglio di forma inconfondibile. Il Wwf, insomma, certifica l’esatta localizzazione. «In queste settimane - sottolinea l’associazione ambientalista - abbiamo purtroppo assistito a polemiche strumentali, con cui qualcuno è arrivato a cercare di confutare la veridicità dell’avvistamento nell’intento forse di togliere elementi di supporto all’azione di chi continua a credere che i mari dell’Arcipelago Toscano siano un patrimonio ambientale di valore eccezionale ed universale e continua ad operare perché si arrivi ad una adeguata tutela di questo patrimonio, per noi e per le generazioni future». «Speriamo - continua il Wwf - che si possa passare presto a ragionamenti e azioni concrete finalizzate alla conservazione di questo inestimabile patrimonio naturale (finché siamo in tempo) e a far sì che la splendida emozione vissuta da chi ha documentato questo evento, soprattutto senza recare alcun disturbo all’animale, possa essere rivissuta in futuro da tanti altri che frequentano e frequenteranno i mari delle nostre isole». Conclusione: «La biodiversità per la Toscana è un valore da tutelare e l’associazione è particolarmente attiva su questo fronte: recentemente, infatti, il Wwf ha sottoscritto con la Regione un protocollo d’intesa per la redazione del primo “piano di azione per la conservazione della biodiversità” che ha come obiettivo principale la definizione di un programma utile per contribuire ad arrestare la perdita di biodiversità nel Mediterraneo centrale».
LA PROVINCIA DI VARESE
17 LUGLIO 2009
Mangia sushi e si dà molta arie È il micio più bello del mondo
Nove chili di eleganza d'avanguardia per il Maine Coon di Sumiyo Ueda
Varese - (a.morl) Di solito le avanguardie sono nell'arte, ma questa volta passano per i gatti. Sumiyo Ueda, residente in via Campigli, vanta il Maine Coon più bello del mondo. Si tratta di una «lince» domestica, dai lunghi baffi a virgola, con due ciuffini sulle orecchie che gli fanno assumere un aspetto selvatico.
Una grossa coda pelosa, il portamento fiero e lo sguardo regale completano il quadro. Il gatto, che si chiama Williamina Genji come il famoso principe giapponese dell'11° secolo, pesa nove chili, un vero e proprio colosso. Caratteristica che ha reso la vita difficile alla sua padrona che si è dovuta dotare di una gabbia ultra leggera per portarlo con sé in aereo come bagaglio a mano ? sfidando i controlli severi dei check in - Il re ha già girato parecchio per sfilare davanti alle giurie di tutto il mondo. Dopo aver ottenuto il titolo di «supremo gran campione» nella categoria micini, è stato più volte in Giappone e negli Usa, fino a collezionare 30 mila punti e ottenere il premio di «International Winner», ovvero «Campione del mondo». Nemo profeta in patria. La bellezza del gatto, infatti, nella competizioni nazionali italiane, non èstata riconosciuta perché troppo distante dai canoni tradizionali. «I giudici mi dicevano che le orecchie erano troppo vicine e grosse» racconta la padrona. Eppure è stata proprio la forma delle orecchie, dritte sulla testa, ad affascinare Sumiyo Ueda e a spingerla a scegliere tra tanti Main Coons proprio quel micino nato in Giappone, figlio di una gatta dalle caratteristiche simili. Un'altra caratteristica di Genji è il muso, lungo e squadrato. «Le giurie italiane non hanno mai creduto a questi canoni di bellezza» ribadisce Sumiyo Ueda «motivo per cui ho dovuto gareggiare solo all'estero, dove il micio è stato ribattezzato ?gatto d'avanguardia?». Anche la dieta è importante per essere belli: Genji si nutre quasi esclusivamente di sushi, gamberetti e carne trita di prima scelta. La passione di Sumiyo Ueda per i Maine Coons è nata nel 1994, grazie alla figlia Mio che rimase affascinata da questi gatti e ne ricevette uno in regalo per il suo quattordicesimo compleanno. «Time», questo il nome del micino, tappezzò di coccarde e riconoscimenti la camera della ragazza. Fu Time, infatti, il primissimo gatto di avanguardia del mondo, che stravinse all'epoca e rivoluzionò i canoni della razza.
LA PROVINCIA DI VARESE
17 LUGLIO 2009
«Troppi rischi»: i cani fanno le valigie
Varese - Ieri 30 cani del canile di Varese hanno traslocato verso due pensioni per cani, una a Somma Lombardo e l'altra a Besozzo. «Purtroppo, in questa stagione, le pensioni sono affollate. Tanto che cinque cani non hanno trovato posto e sono dovuti rimanere in via Friuli» dicono i volontari che non vogliono lasciare soli gli amici a quattro zampe. «Oggi staremo tutto il tempo con loro per intervenire in caso di emergenza». Il canile, sebbene appena restaurato, non ha retto la portata d'acqua che si è abbattuta sulle gabbie mercoledì scorso. La paura, quindi, è per la prossima alluvione. «In previsione dello stato di emergenza proclamato dalla protezione civile abbiamo voluto mettere i cani in salvo» continuano i volontari. «Adesso, infatti, le gabbie sono asciutte, ma temiamo un nuovo straripamento del fiume Olona». Se tutto va bene, i cani faranno ritorno a casa già domenica prossima.
LA PROVINCIA DI COMO
17 LUGLIO 2009
Da Roma agli animali selvatici L'onorevole alleva cervi e daini
Il leghista duro e puro che osò contestare il "ribaltone" ideato dal leader Umberto Bossi
ha uno studio legale a Erba e una fattoria in Emilia, dove intorno girano ancora i lupi
Giuseppe Guin
Dalla stanza dei bottoni di Montecitorio, sotto le insegne della prima Lega Lombarda, al podere di Berceto, in Emilia Romagna, tra boschi inesplorati e colline deserte.
Marco Romanello, erbese, avvocato, deputato del primo governo Berlusconi, oggi alleva cervi e daini nella sua tenuta sulle colline parmensi. Avvocato, cosa ricorda di Bossi? I primi tempi della Lega quando sognavamo di cambiare l'Italia. Bossi veniva a casa mia e c'era Rivolta e i primi leghisti della Brianza. Mi telefonava alle 10 e mi diceva: «Marco, vengo lì a mangiare qualcosa» e si presentava alle 2 di notte. Quella era una Lega fatta da uomini che credevano in quello che dicevano, era la Lega del professor Miglio. Oggi la Lega cosa ha che non va? È intrappolata nel sistema, deve dipendere da Berlusconi o Berlusconi deve dipendere dalla Lega. Io ero abituato al leghismo d'assalto, quello puro, autentico, senza compromessi. Se lo ricorda il suo arrivo a Roma? Quando arrivai la prima volta a Montecitorio i giornalisti mi chiesero: «Ma voi cosa volete fare?» e io, candidamente, ho risposto. «Io arrivo dalla Brianza e voglio cambiare l'Italia». E non siete riusciti. Forse ero un illuso, ma ci credevo. Che cosa l'ha deluso di Roma? Eravamo nella stanza dei bottoni, ma non si poteva cambiare niente se non scendendo a compromessi, nella logica del "do ut des". Una delusione. Lei mollò la Lega dopo il ribaltone del '95. Si è fatto cadere il governo con l'illusione di portare via parlamentari a Forza Italia. Bossi mi aveva anticipato il progetto e io non l'ho condiviso perché ero a Roma anche grazie ai voti di Forza Italia e non potevo rinnegare i miei elettori. «Romanello vergognati» hanno scritto sul muro di casa sua. Ho subito attacchi di ogni genere, ma sono sempre andato a testa alta e proprio quelli che mi hanno maggiormente criticato, alla fine sono usciti anche loro dalla Lega e chi ha fatto quella scritta, dopo anni mi ha chiesto scusa. La Lega di oggi? Una delusione. Ha dato uno strattone forte al sistema, ma quando è stato il momento di cambiare davvero le cose, non ce l'ha fatta. E non ce la farà nemmeno in futuro, perché oggi la Lega delle origini non c'è più. E così, lei si è rifugiato sulle colline parmensi a fare l'allevatore. È un sogno che si è realizzato. Finita la stagione politica, ho sempre desiderato di avere un grande podere, per allevare fauna selvatica. E il sogno si è avverato a Berceto, in Emilia Romagna! Sono circa venti ettari, in parte recintati e lì allevo cervi, daini, mufloni, capre nane africane, caprioli. Ma è sparito anche il Romanello avvocato? Quello no. Dal lunedì al giovedì faccio ancora l'avvocato, anche se ho delegato molto alle mie due figlie, Ullica e Iuna, che sono molto brave. Ma il week end al podere. Dal venerdì alla domenica faccio l'allevatore. Ho recuperato una vecchia cascina del 1910, che era in parte crollata, e lì passo le mie giornate più belle. Allevatori con quanti animali? Ormai ci saranno un centinaio di esemplari: una quindicina di mufloni, una decina di cervi, qualche daino. Ma rende fare l'allevatore? Per adesso è solo una spesa. Il podere è stato un investimento notevole, ma era il mio sogno allevare fauna selvatica e sono contento di essere lì in questa piccola riserva. Solo un buen retiro, dunque! Un luogo di pace e tranquillità, con tanto verde, un laghetto dove bevono i caprioli, le colline del Taro intorno e la prima casa abitata a più di 500 metri. E come è la vita al podere? Mi sveglio alle 7, dò da mangiare alle bestie, taglio l'erba, poto gli alberi, sistemo le stalle... insomma faccio la vita dell'allevatore. Una giornata indimenticabile? Quando nel bosco ho assistito alla nascita di un capriolo. Una visione emozionante e indescrivibile. E momenti meno belli? Quando vanno in calore i due cervi. Sono animali da 300 chili e, quando è la stagione degli amori, si scatenano in lotte furibonde per contendersi le tre femmine. Sono momenti un po' pericolosi e bisogna stare attenti. È vero che girano anche i lupi! Ci sono sulle colline. Pochi mesi fa, appena fuori dal recinto del podere, ho trovato una carcassa di capriolo completamente divorata. Ma l'allevamento quando produrrà reddito? Non è l'obiettivo primario, l'allevamento è una passione. Può darsi che in futuro, quando gli animali saranno tanti, potrò anche pensare di venderne qualcuno, ma temo che gli acquirenti siano persone interessate a rifornire le riserve di caccia e questo non mi entusiasma. E cosa la entusiasma invece. Mi piacerebbe che questa oasi diventasse un luogo dove i ragazzi delle scuole possano venire a contatto con gli animali e la natura, per far capire loro quanto sia importante la tutela della fauna e della flora. Da dove le arriva questa passione? Dai miei tanti viaggi in Africa, che mi hanno lasciato la passione per gli animali selvatici. Qui non posso avere elefanti, leoni e giraffe e mi accontento di caprioli, cervi e daini. E il preferito è Gino. Gino è il primo daino del podere. È bellissimo svegliarsi alla mattina presto, andare nel bosco, chiamarlo e vedere che arriva e si lascia fare le coccole. Verranno a trovarla molti amici! Qualcuno non vorrebbe mai andar via. Anche i miei figli amano il podere ed è bello vedere le mie nipotine dar da mangiare ai caprioli. Qualche politico? No. Ho interrotto tutti i rapporti. Ma è vero che le hanno offerto la candidatura a sindaco di Berceto? Certo, ma io ho risposto: «Vi ringrazio, sono onorato, ma io qui sono venuto a fare l'allevatore e non il politico». Tenga duro, Romanello. Meglio fare l'allevatore!
CORRIERE DELLA SERA
17 LUGLIO 2009
Se il proprietario non si farà avanti, l'animale sara' adottato
Trovato pitone reale in un parcheggio
Il rettile avrebbe percorso 25 km attaccato alla parte anteriore di un furgone. E' in buone condizioni
MILANO - Un pitone reale è stato recuperato in un parcheggio di Milano. L'animale, nativo dell'Africa centro occidentale, secondo l'Ente nazionale protezione animali di Milano - che ha collaborato con i vigili del fuoco al recupero - avrebbe percorso 25 km attaccato alla parte anteriore di un furgone, proprio dove è poi stato notato e quindi catturato. Sono stati i pompieri a contattare l'Enpa per segnalare la presenza del rettile nel parcheggio dei dipendenti della ditta di trasporti Bartolini di via Dione Cassio, nel capoluogo lombardo.
POSSIBILE ADOZIONE - Grazie alle foto scattate dai dipendenti dell'azienda e inviate all'Enpa, è stato possibile identificare la specie dell'animale prima dell'intervento. Trasferito alla sede dell'ente, il pitone «sembra in ottime condizioni di salute - spiegano dall'Enpa - ed è in attesa di essere recuperato dal proprio proprietario o affidato a terzi, tra qualche tempo, per una possibile adozione». Il serpente, di dimensioni ridotte che non superano i 150 cm, non è comunque pericoloso, spiegano sempre dall'Enpa, poiché «è di indole docile, tanto da essere soprannominato "pitone palla" perché quando si sente minacciato si acciambella, proteggendo la testa».
ASCA
17 LUGLIO 2009
ANIMALI: GRUPPO GOVERNO-PARLAMENTO E GUIDA ON LINE PER NON ABBANDONARLI
Roma - Un gruppo di coordinamento Governo-Parlamento ''Dalla parte degli animali' , anche sotto il profilo normativo, una guida ''Turista a 4 zampe'' con tutti gli indirizzi utili per andare in vacanza con gli amici a 4 zampe e soprattutto l'ennesimo appello a non abbandonarli. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, il Sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, il Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, e l'on.le Manuela Repetti hanno presentato stamane una serie di iniziative per la tutela del benessere e dei diritti degli animali attraverso l'azione coordinata di Governo e Parlamento.''Il grado di modernita' e di civilta' di un Paese - ha sottolineato Manuela Repetti, deputata del Pdl, in rappresentanza del nuovo Gruppo - si misura anche dal modo in cui si occupa degli animali. Anche da questo punto di vista, il nostro ritardo rispetto ad altri Paesi europei va colmato il piu' rapidamente possibile. Certo, non partiamo da zero: alcune leggi gia' esistono e sono delle buone leggi. E il nostro primo impegno sara' rivolto a monitorarne il rispetto.In altri casi, si porra' il problema di renderle piu' severe''.E con l'occasione e' stata presentata da Brambilla e Martini una guida on line che raccoglie migliaia di esercizi pubblici, alberghi, spiagge, campeggi, dove gli amici a quattro zampe sono i benvenuti. Il portale www.turistia4zampe.it e' e' gia' attivo e, come ha sottolineato Brambilla, ''vuole, da una parte, valorizzare le strutture turistiche italiane che accolgono con piacere gli animali domestici e dall'altro combattere il deplorevole fenomeno dell'abbandono, che purtroppo conta, nel nostro paese, oltre 750 mila vittime l'anno. Una vetrofania con il logo preparato ad hoc - ha spiegato il ministro del turismo - contraddistinguera' le strutture ricettive amiche degli animali sulla porta d'ingresso''.
IL GAZZETTINO
17 LUGLIO 2009
Un grosso pitone, lungo circa tre metri, è stato agganciato..
Stefania Mastellaro
Arre (PD) - Un grosso pitone, lungo circa tre metri, è stato agganciato l’altro giorno dalla rotante di una mietitrebbia in un campo di grano ad Arre. Il serpente, che è stato praticamente tagliato a pezzi, è rimasto incagliato tra le barre del grosso mezzo meccanico che stava mietendo il grano in un terreno che si trova nelle vicinanze della superstrada Monselice-Mare. È stato il conducente della mietitrebbia a capire che qualcosa non andava. Mentre stava tagliando il grano ha avvertito uno strano colpo e ha sentito una certa resistenza nella normale roteazione delle lame. Ha bloccato il mezzo ed è sceso pensando di trovarsi davanti qualche grosso pezzo di legno. Quando si è avvicinato alla lama ha fatto la macabra scoperta. Il rettile era tagliato in più parti ma ancora tutto appiccicato e attorcigliato alle barre di ferro. A quel punto ha dovuto spegnere il mezzo meccanico e chiamare un veterinario per capire che cosa doveva fare. Con dei grossi guanti ha raccolto i pezzi di rettile e li ha portati ad analizzare. Il pitone quasi sicuramente è stato abbandonato da un’auto di passaggio sulla Monselice-Mare. Oltre che ai cani, adesso abbandonano anche i serpenti...
IL TEMPO
17 LUGLIO 2009
Canile interprovinciale, ci siamo
Costerà circa 430.000 euro il «Villaggio del cane» che il comune intende realizzare in località Selvapiana, sui terreni della ex industria Ramazzotti, che l'amministrazione ha recentemente riottenuto dopo una transazione con i Testimoni di Geova.
CEPRANO (FR) - Il sindaco Renato Russo aveva annunciato da tempo l'intenzione di realizzare una sorta di canile interprovinciale nell'area in questione, riconvertendo gli stabilimenti che i Testimoni di Geova utilizzavano come centro convegni e anche le strutture annesse. Ora l'amministrazione ha formalizzato la richiesta di un contributo alla Regione Lazio per questo importante progetto che coinvolgerà una quarantina di comuni divisi in ben tre province, Frosinone, Latina e Roma. Inoltre, sempre a proposito di centri d'eccellenza per la cura degli animali, era in progetto l'idea di aprire a Ceprano un centro di accoglienza e di cura per animali di diverse specie, anche non domestici. Vedremo quali possibilità si apriranno nei prossimi mesi, e intanto ci auguriamo che il progetto del canile interprovinciale, che l'amministrazione insegue da tempo, sia presto concretizzato visto che la popolazione cepranese si è dimostrata da tempo sensibile al tema della cura degli animali anche attraverso varie associazioni di volontari.
IL MATTINO BENEVENTO
17 LUGLIO 2009
Arriva il cane di quartiere
Benevento - Arriva il cane di quartiere. La giunta comunale ha approvato la delibera, proposta dall’ assessore Castiello, che va nella direzione giusta anche per combattere il fenomeno del randagismo. «Non tutti i cani randagi rappresentano un pericolo per la pubblica incolumità o per la salute della collettività - spiega l’assessore - Molti sono docili e si lasciano avvicinare dall'uomo e sono i cittadini che gli forniscono abitualmente cibo e acqua. Spesso rappresentano anche la mascotte di alcune strade cittadine e vengono accuditi da più famiglie. I cani individuati saranno in numero limitato e saranno sottoposti a specifica ed attenta valutazione dell'Asl che dovrà attestare la loro non pericolosità. I cani saranno identificati mediante microchip e sottoposti a sterilizzazione. Successivamente verranno affidati a persone che si dichiarino disponibili a fornire loro nutrimento ed acqua». Saranno dotati di collare con medaglietta con il nominativo del tutore. Tutti i cani di quartiere avranno copertura assicurativa e verranno periodicamente controllati sotto il profilo sanitario dal servizio veterinario della Asl. «Gli atti del provvedimento - ha concluso Castiello - saranno notificati alla Provincia, per poter condividere l'iniziativa con gli altri comuni della provincia e realizzare una rete sul territorio per una efficace politica contro il randagismo».
DIRE
17 LUGLIO 2009
Anche le mucche piangono... il caldo. E fanno meno latte
L'allarme di Coldiretti: "La situazione è preoccupante. Stressate dalle alte temperature, producono fino al 15 per cento di latte in meno rispetto ai circa 30 litri al giorno che vengono munti in periodi normali"
ROMA - Con il caldo eccezionale di questi ultimi giorni soffrono anche gli animali, con le mucche nelle stalle che, stressate dalle alte temperature, producono fino al 15 per cento di latte in meno, rispetto ai circa 30 litri al giorno che vengono munti in periodi normali. E' quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che la situazione è preoccupante soprattutto nelle aree di pianura dove il clima torrido colpisce senza pietà. "Una emergenza - sottolinea la Coldiretti - aggravata notevolmente dall'umidità che, come per gli esseri umani, aumenta la sensazione di caldo anche per le mucche. Per loro la temperatura ideale è fra i 22 e i 24 gradi, quando invece arriva l'afa e il termometro schizza verso l'alto, gli animali soffrono, mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. In soccorso nelle stalle sono state allestite doccette, ventole e condizionatori ed utilizzati integratori specifici a base di sali di potassio nell'alimentazione preparata dagli allevatori". "Al brusco calo delle produzioni di latte si aggiunge dunque anche - precisa la Coldiretti - un notevole aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per sopperire alle necessità di benessere delle mucche colpite dall'afa. Una avversità climatica che si verifica nel momento peggiore per gli allevatori italiani che stanno affrontando la più grave crisi del prezzo del latte alla stalla di questi ultimi venti anni".
ANSA AMBIENTE
17 LUGLIO 2009
STUDIO, ANCHE CANI E GATTI A RISCHIO OBESITA'
ROMA - Non solo adolescenti o golosi avventori di fast food: l'obesita' colpisce anche gli amici a quattro zampe. Lo rivela ''Hill's Pet Nutrition'', leader mondiale nella nutrizione e dietetica clinica di cani e gatti, che presenta i risultati del primo studio condotto in Italia. Una precedente ricerca, condotta a livello mondiale, aveva gia' lanciato l'allarme obesita' tanto da rendere necessaria l'istituzione di una task force internazionale composta da esperti del settore. Se in Europa, rileva lo studio, nell'ultimo decennio, il tasso di soprappeso e obesita' tra gli animali domestici varia tra il 25 e il 45%, in totale si stima che i cani in soprappeso siano circa 4 milioni, mentre i gatti raggiungerebbero quota 3,36 milioni. La ricerca relativa all'Italia, condotta con la collaborazione di 144 veterinari e un campione di 5.521 animali visitati (di cui il 70% cani e il 30% gatti circa) ha evidenziato che i gatti propendono di piu' all'eccesso di peso, facendo rilevare che il 46% dei visitati e' soprappeso/obeso, contro il 36% dei cani. Tra le cause, lo studio sottolinea senza dubbio le conseguenze dovute alla castrazione e sterilizzazione, ma anche lo stile di vita domestico. E' l'alimentazione comunque l'aspetto determinante per prevenire l'obesita'. L'alimentazione industriale, infatti, se somministrata in modo equilibrato, previene il problema rispetto alle alimentazioni di tipo casalingo o misto.
ANSA
17 LUGLIO 2009
MARTINI: STOP ABBANDONI, GLI ALBERGHI ACCOLGANO GLI ANIMALI
ROMA - "Vorrei che tutte le strutture ricettive accogliessero i cani: in momento di crisi, oltre a essere un servizio per gli 8 milioni di prorpietari di cani che lo desiderano, è anche un'ottima opportunità". Questo 'l'appello' del sottosegretario al Welfare Francesca Martini nel corso della conferenza di presentazione del progetto anti-abbandono degli animali (in particolare dei cani) interministeriale Turismo-Welfare 'Turisti a 4 zampe'.Da sempre, aggiunge Martini, "vado in vacanza con i miei cani". L'obiettivo, aggiunge, è di "far sentire i proprietari e i cani perfettamente integrati nell'ambiente" di vacanza. Un aspetto, avverte Martini, che "deve però passare anche dalla responsabilità del proprietario". Molto potrà fare in termini di "impulso, il premio che il progetto assegna alla migliore struttura ricettiva" per i nostri amci a quattro zampe. Nel corso della conferenza stampa è stata presentata una guida che si spera diventi "un progetto dinamico" con "soluzioni concrete anche sulla gestione quotidiana", come, per esempio, "valutazioni medico-sanitarie" per promuovere "una cultura della responsabilità in questo Paese. L'obiettivo - ha detto Martini - è non soltanto sanzioni ma anche educazione". Il sottosegretario ha inoltre sottolineato come contro il randagismo, l'azione portata avanti "sta dando segnali di inversione di tendenza". In particolare, "raccolgo il plauso - ha concluso - anche di Paesi stranieri come Svizzera e Inghilterra, con la speranza che in futuro il nostro possa diventare un modello".
IL GIORNALE
17 LUGLIO 2009
Calamari giganti invadono le coste della California
Washington - Dopo la bancarotta e le proteste degli agguerriti dipendenti pubblici chiamati a sacrificare parte del loro stipendio per salvare lo Stato, per il Terminator governatore della California arriva un altro pericolo all'orizzonte. Che questa volta si chiama calamaro gigante. Non uno solo, per la verità, ma migliaia, e tutti riversati nelle acque di San Diego tra le urla e il panico dei bagnanti.
I giganti calamari di Humboldt I molluschi che preoccupano Schwarzenegger hanno un nome preciso: sono i calamari di Humboldt, una specie particolarmente aggressiva anche contro gli esseri umani, nota per le dimensioni enormi, lunghi fino a due metri e con un peso che può superare i cinquanta chili. Il loro aspetto è particolarmente minaccioso: becchi durissimi, affilat, tentacoli dentati lunghi e robusti. Originari delle profondità del Messico, negli ultimi anni questi animali si stanno spostando più a nord e già altre volte hanno riempito le spiagge californiane. Ormai sembra che nelle acque della California viva una popolazione stabile di calamari di Humboldt.
Un bel bottino per i pescatori I picchi di invasione, come quello di questi giorni, sarebbero dovuti alle migrazioni di gruppi di pesci, sempre più spesso in viaggio verso nord. Per i pescatori, questi animali rappresentano un’arma a doppio taglio: da un lato pescare un calamaro di Humboldt vuol dire portare a casa un gran bel bottino; dall’altra la sua presenza potrebbe influenzare notevolmente l’ecosistema marino della California, con gravi conseguenze per la pesca.
LA ZAMPA.IT
17 LUGLIO 2009
Notti bestiali quelle capitoline
Intervista a Antonio Menconi, copywriter e fondatore di Animal Spot
ROBERTA MARESCI
ROMA - Serate faunesche nella Capitale, con proiezione di 150 spot pubblicitari alternati ad alcuni cartoni animati storici a tema, nel Museo Civico di Zoologia, aperto gratuitamente (a patto siate disposti a prenotare prima, tel. 06-67109270). Accade in via Ulisse Aldrovandi 18 fino al 24 luglio, fatta salva la pausa del 18 e 19. Se volete trascorrere in un modo insolito un’ora al chiaro di luna, “Notti bestiali” è la rassegna che ruota attorno al mondo animale protagonista nella reclame: parola di Antonio Menconi, copywriter e fondatore di Animal Spot (www.animalspot.it), il festival internazionale della pubblicità con e su animali che si svolge a Roma (città fondata grazie alla Lupa).
Il cavallino rampante della Ferrari, il leone ruggente della Metro Goldwyn Mayer o il coniglio iperattivo della Energizer: quante volte uno spot deve il suo successo ad una bestiola? «Una cosa sono i marchi con animali (ed altra ancora, i cosiddetti "property character", vale a dire dei personaggi che vanno ad identificare un prodotto/marca, come ad esempio Calimero, Coccolino, il bunny di Energizer), altra cosa la comunicazione pubblicitaria con e su animali. Nel caso dei marchi, i motivi di utilizzo sono i più vari, anche se ruotano direttamente o indirettamente su valori simbolici legati alla rappresentazione umana dei valori animali (forza, sicurezza, rapidità, leggerezza, ecc.). Limitatamente alla pubblicità e in generale, gli animali favoriscono il ricordo/associazione prodotto/marca, anche se, ovviamente, il successo di una campagna dipende anche da altri fattori: la creatività della comunicazione, la ripetitività/pressione media (l'investimento in termini economici)». Quali gli animali più usati nella pubblicità? E perché? «In pubblicità, gli animali più vicini e antropomorfizzati: cani e gatti. I cosiddetti "pets", che solo in Italia superano il 13 milioni di individui (cani e gatti), sono più vicini ai positivi sentimenti umani, quindi "arrivano" prima all'obiettivo della comunicazione commerciale: aprire il cuore, poi il cervello, poi il portafoglio». Quali gli spot più presenti nell'immaginario collettivo? «Dipende dai singoli Paesi e dai periodi storici (oltre che dalla pressione media). Se ci riferiamo all'Italia, per gli ultra trentenni gli storici personaggi di Carosello (Calimero, Topo Gigio, Joe Condor) ma anche il cane di Infostrada che faceva pipì sull'impianto telefonico dell'allora SIP, o il mitico Labrador della carta igienica Scottex. Per i più giovani, il cane di TIM e il Gorilla di Crodino o il gatto Virgola». Quale la nazione che usa animali con più frequenza? «Stati Uniti d'America e Gran Bretagna ma poi tutti i Paesi Nord europei, la Spagna (moltissimo) ed i Paesi dell'Est. L'Australia (moltissimo) ed i Paesi del Centro e Sud America». Quale nazione li snobba? «In Italia sono utilizzati poco negli spot ma più spesso nella pubblicità stampa (nella stampa sono utilizzati come elementare scorciatoia creativa). Nel nostro Paese i "percorsi" creativi sono basati sui canoni della "commedia" (dove è più facile dare ruoli ad umani, soprattutto caratterizzati), mentre negli altri ad orientamento "anglosassone" sui canoni dell'ironia e del contrasto». Eticamente, quali sono le migliori pubblicità? «Bella domanda. Se ci riferiamo all'Italia, il cane Scottex, grazie anche all'ingente e prolungato investimento pubblicitario, ha "affettivizzato" la carta igienica ma ha anche modificato (nel bene e nel male) la relazione tra cittadini umani ed animali». Come è cambiata la pubblicità negli anni? «Si usano sempre più spesso animali virtuali. Dal punto di vista creativo, gli standard qualitativi delle campagne estere rimangono altissimi. Inoltre, sempre all'estero, gli animali vengono utilizzati con maggior frequenza proprio in questi ultimi anni».
ANMVI OGGI
17 LUGLIO 2009
ORDINANZA SUL TRASFERIMENTO DEI CANI
L'Ordinanza firmata il 16 luglio dal Sottosegretario alla Salute Francesca Martini blocca la possibilità di trasferimento e gestione dei cani attribuiti tramite regolare gara d'appalto a strutture incompatibili con il benessere degli animali. In particolare il provvedimento dispone che i Comuni prevedano principi di prelazione a favore delle strutture che garantiscono maggiore tutela della salute e del benessere degli animali e che siano più vicine al luogo di rinvenimento dei cani.Le strutture non dovranno ospitare più di 200 animali e dovranno garantire l'apertura al pubblico almeno 2 giorni a settimana, di cui uno festivo o prefestivo, per almeno 4 ore al giorno e attività che aumentino l'adottabilità dei cani. E' prevista anche l'affissione presso l'albo pretorio o altri spazi pubblici di informazioni e foto dei cani adottabili e la pubblicazione sui siti web. I Sindaci dei Comuni di provenienza dei cani oltre ad effettuare verifiche periodiche (almeno una volta l'anno) sullo stato di salute e benessere dei propri animali dovranno darne comunicazione al Consiglio comunale anche nel Rendiconto della gestione.
LIBERO
17 LUGLIO 2009
Dalla clinica oncologica per animali agli aerei per cani e gatti: Stati Uniti da imitare
OSCAR GRAZIOLI
Oltre vent'anni fa, durante uno dei primi congressi di oncologia (lo studio dei tumori) veterinaria, la relatrice, una collega statunitense che insegnava in una prestigiosa università americana, fece dapprima sorridere una platea che sogghignava di fronte alla fantascienza, poi, con assoluta naturalezza, convinse i partecipanti che non stava piacevolmente conversando delle teorie sulla robotica di Asimov, ma della routine che ormai si era instaurata presso l'istituto di oncologia in cui lavorava. Da alcuni anni infatti presso quel centro specializzato si effettuavano la radioterapia e la chemioterapia combinate per guarire completamente i tumori della tiroide che colpivano cani e gatti, altrimenti condannati a morte. «Vengono da tutti gli Stati Uniti e molti anche dall'Europa» disse alla platea, ora più riflessiva e silenziosa. «Dall'Europa arrivano in aereo, vengono ricoverati per il tempo necessario e poi, una volta guariti, riprendono l'aereo e vengono recapitati presso la casa del proprietario».Per rendere più convincente la relazione l' oncologa fece vedere la diapositiva di una hostess che saliva la scaletta di un aereo tenendo in braccio un trasportino con un Chihuahua dentro.Come forse avrete letto, una compagnia aerea americana (Pet Airways) ha attivato un sevizio di trasporto per cani e gatti, i quali potranno viaggiare finalmente in cabina, esattamente come gli esseri umani. Le compagnie aeree tradizionali, chi più chi meno, sono estremamente rigorose circa il trasporto di animali solo ai gatti e ai minicani (con mille regole da osservare) è consentito viaggiare in cabina assieme al proprietario, altrimenti finiscono in stiva, più o meno dove stanno i bagagli, con gli enormi problemi dovuti soprattutto alla pressurizzazione, alla mancanza d'ossigeno e alla temperatura. Ogni anno in USA si calcola che muoiano, durante il trasporto aereo, una cinquantina di cani, mentre, in Europa mancano dati precisi, anche se ogni tanto si ha notizia di numerosi cani morti all'arrivo, soprattutto nei luoghi di caccia di ex Iugoslavia, Ungheria, Romania eccetera.Ora è scoppiata la solita polemica (in Italia) tra chi, come il comico Panariello, sostiene che si tratta di una cosa strana (sic), che se capita un vuoto d'aria nessuno li aiuta e che tanto varrebbe fare i cinema solo per cani. Panariello vorrebbe che l'aereo fosse pieno di cani e padroni, così si darebbe un colpo alla crisi. Essendo un comico verrebbe da dire, e sperare, che scherzi. Lino Banfi, che ha numerosi cani e non è nuovo a campagne a loro favore, vede invece l'iniziativa della Pet Airways come del tutto positiva e spera che gli aerei per cani e gatti, magari low cost, siano introdotti anche in Italia. Personalmente sono con Banfi, anche perché a bordo ovviamente viaggiano un veterinario e personale ben istruito ad affrontare guai maggiori di un vuoto d'aria o della nausea da "mal d'aereo" facilmente dominabile nei cani e gatti con farmaci di grande efficacia. Meglio in cabina senza padroni che in stiva senza ossigeno. Garantito.
Animalieanimali
17 LUGLIO 2009
SOPRAVVISUTI A SQUALI, "SALVATE GLI SQUALI"!
Raduno delle vittime degli attacchi per scongiurare l’estinzione della specie. «Ho perso un braccio, se li difendo io allora c’è da credermi».
L’incontro ravvicinato tra Chuck Anderson e lo squalo toro è avvenuto nel giugno del 2000. Mentre il 54enne allenatore sportivo stava nuotando nelle acque calde del Golfo del Messico, al largo delle coste dell’Alabama, un terrificante pescecane di oltre due metri gli è spuntato da sotto, divorandogli quattro dita della mano sinistra e strappandogli il braccio destro fino al gomito. Nove anni esatti dopo l’attacco che ha rischiato di ucciderlo, Anderson ieri ha testimoniato di fronte al Congresso americano, invocando nuove misure restrittive contro la pesca allo squalo, un pesce oggi a rischio di estinzione. Non è il solo. Insieme ad Anderson a Capitol Hill c’era un gruppo di ben nove sopravvissuti all’attacco dei predatori dei mari, accorsi da ogni angolo del Paese per perorare la stessa causa.
«Il più grande raduno di sopravvissuti agli squali della storia», lo ribattezza il Washington Post, ironizzando sulla natura «bizzarra» di questa nuovissima lobby. Qualche Sigmund Freud della domenica potrebbe essere tentato di attribuire l’insolita crociata alla Sindrome di Stoccolma, la condizione psicologica nella quale una persona vittima di una violenza s’innamora del proprio carnefice. Ma il 52enne Al Brenneka, cui uno squalo limone ha portato via il braccio destro nel 1976, la pensa diversamente. «Se persino noi chiediamo di salvare i pescecani dall’estinzione — teorizza —, allora proprio tutti possono e debbono farlo ». E aggiunge: «Finalmente qualcuno ci ascolta». La loro crociata, spiega Brenneka, è di natura ambientalista, «perché gli squali hanno molto più da temere dall’uomo di quanto l’uomo non abbia da temere dagli squali». Secondo l’Unione mondiale per la conservazione della natura, il 32% degli squali che vivono in mare aperto oggi è a rischio. La sparizione di questi predatori, mettono in guardia gli addetti ai lavori, provocherebbe conseguenze disastrose nell’ecosistema oceanico. Eppure secondo l’International Shark Attack File gli attacchi degli squali sono rarissimi in Usa, con una media di 43 all’anno dal 2000. La probabilità di essere aggrediti è una su 11,5 milioni. Al contrario, molte specie sono state decimate per finire sui nostri piatti. La zuppa ricavata dalle pinne di squalo è considerata una prelibatezza in diversi paesi dell’Asia. Per non parlare poi di milioni di esemplari che finiscono accidentalmente nelle reti sistemate da pescatori per catturare tonni e marlin. A incoraggiare la riunione delle vittime è stata Debbie Salamone, un’ambientalista che lavora per il gruppo non profit Pew Environment Group, anche lei vittima di uno squalo che le ha strappato il tendine di Achille di un piede. «Ho fatto un giro di telefonate tra persone assalite in passato — spiega la donna al Post —. Solo due di loro hanno respinto la mia offerta ». In comune, i nove superstiti di Washington dicono di nutrire un senso di protezione e persino ammirazione nei confronti di questi animali predatori. «Gli squali sono feroci e implacabili — dice Anderson —. Ma non è colpa loro: è la loro natura». «Siamo contrari al depinnamento degli squali perché anche noi siamo stati depinnati», lo incalza il biologo marino Mike deGruy, un altro sopravvissuto. Nel 1978, mentre nuotava nell’Oceano Pacifico, è stato attaccato da uno squalo grigio. «Ho annaspato per 25 minuti in acque infestate di squali mentre continuavo a spargere sangue — ricorda lo scienziato — e non riesco ancora oggi a capire perché gli altri squali non mi abbiano divorato: ero un’esca vivente».
Animalieanimali
17 LUGLIO 2009
POLIZIA PROVINCIALE VERONA, CHIUSA LA MEGA INCHIESTA, CACCIA NEL MIRINO
Corruzione, peculato e truffa tra i principali reati contestati. Parecchie però anche le richieste d’archiviazione.
Tra le «stranezze » sottoposte all’attenzione della magistratura, che aprì immediatamente un’inchiesta, sarebbero persino emerse «sparizioni di cinghiali e di lepri abbattute ». Dalle licenze alla tipologia di caccia, fino allo stato in cui erano tenuti gli animali: fu tra questi ambiti - un tempo di competenza delle guardie venatorie, attualmente della polizia provinciale, che infatti si occupa di caccia, pesca ed ecologia - che sarebbe stata rilevata dai cacciatori una serie di irregolarità tali da finire direttamente in svariati esposti-denuncia alla magistratura.
Un’autentica mega inchiesta, quella coordinata dalla procura che, adesso, è giunta a chiudere i principali filoni d’indagine notificando agli indagati otto avvisi di fine-inchiesta (il cosiddetto «415 bis», atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio su cui si esprimerà il giudice per l’udienza preliminare) ma stilando anche, nel contempo, parecchie richieste d’archiviazione. Tra i nominativi nei cui confronti l’accusa ha confermato le proprie contestazioni, spicca in primo luogo quello del comandante della polizia provinciale. Il primo filone Al comandante Davide Zeli la procura contesta le ipotesi di reato di abuso d’ufficio e di omessa segnalazione all’autorità giudiziaria in quanto avrebbe omesso di segnalare l’indebito utilizzo (il che avrebbe configurato il reato di peculato) dell’auto di servizio da parte dell’agente Daniele Ferrais in danno all’ente Provincia. Secondo l’accusa, la vettura di Ferrais avrebbe effettuato 27mila km in più rispetto alla media di quelli fatti registrare dalle auto dei colleghi. Non solo, perché stando alle accuse Zeli avrebbe inoltre sostituito la vettura a Ferrais per «coprire » l’eccessivo chilometraggio. Un doppio reato, quello di abuso d’ufficio e di omessa segnalazione, che il comandante avrebbe commesso non solo in favore dell’auto di Ferrais ma anche di quelle di altri tre agenti. Nell’ambito dello stesso filone d’inchiesta, accuse confermate anche per Daniele Ferrais, l’ufficiale di polizia provinciale che, unico tra gli indagati, era stato raggiunto lo scorso aprile da una clamorosa ordinanza agli arresti domiciliari, per i reati di corruzione, peculato, falso ideologico e in atto pubblico, falsa perquisizione e falsa annotazione alla polizia giudiziaria, calunnia e truffa aggravata. Per il cacciatore Luigi Rizzotti la contestazione è quella di corruzione, mentre per gli agenti Alessandra Recchia e Maurizio Ferrari i reati ipotizzati risultano falso ideologico e in atto pubblico, falsa perquisizione e falsa annotazione alla polizia giudiziaria e calunnia. Il secondo filone Tre gli agenti provinciali nei cui riguardi la procura è intenzionata a sollecitare il rinvio a giudizio: si tratta di Armando Santolin (per falso e peculato sull’auto di servizio), Sergio Colognato e Bruno Carletti (falso, peculato sull’auto di servizio e truffa aggravata in relazione alla timbratura del cartellino). Archiviazioni Nessun reato, secondo la procura, a carico degli agenti Alberto Piazzi, Fausto Chiaramonte, Leonardo Pavan e Alberto Brunelli (finiti sul registro degli indagati per corruzione); richiesta d’archiviazione anche per Ferrais, Recchia, Ferrari e Anselmo Furlani dai reati di perquisizione arbitraria e violazione di domicilio. Cadute inoltre le accuse di falso e calunnia precedentemente addebitate ad Alberto Brunello, Paolo Parricelli, Rolando Locatelli e Maurizio Ferrari; archiviazione anche per Francesco Di Grazia della Lipu dalle contestazioni di falso, diffamazione, simulazione di reato e rivelazione di segreto d’ufficio. Verso l’archiviazione pure l'accusa di abuso d’ufficio per un altro episodio a Ferrais, Marco Perina, Camilla Sorsoli e Bruno Carletti e stessa sorte per Anselmo Furlani, Marco Morbioli, Massimo Cavallini, Greta Serafini, Mirco Prevedelli, Massimo Salvarani, Marilena Perbellini e Paolo Zanini, precedentemente sotto inchiesta per abuso d’ufficio, calunnia, falso, violazione di sigilli, maltrattamento di animali, perquisizione illegittima. La parola, a questo punto, passa alle difese. La. Ted. - Corriere del Veneto
BIG HUNTER
17 LUGLIO 2009
Amiche di Big Hunter, Erica: "vorrei i cacciatori più combattivi"
Si chiama Erica Recchia, è milanese e cacciatrice da quando aveva 17 anni. Ora ne ha venti di più e alla passione per l'Ars Venandi che non l'ha mai abbandonata, si sono aggiunti i bellissimi successi della vita che la rendono una donna realizzata: la laurea, la professione giornalistica, il matrimonio e una stupenda bimba di quasi un anno, “è già venuta a caccia con me” ci confessa Erica orgogliosa.
Ma partiamo dalle origini, in Erica caccia e cinofilia sono strettamente legate “Vado a caccia da quando ho 17 anni – racconta -, da quando cioè ho preso in Inghilterra il mio primo golden retriever. Nella mia famiglia nessuno è mai andato a caccia ed io ho sempre avuto la passione dei cani, trasmessami da mio padre”. “A Firenze, anzi a Galliano di Mugello, presso la tenuta di Bisagno organizzammo le prime prove di lavoro, ne è passata di acqua sotto i ponti da quei giorni e ne son passati anche di cani... ma non ho mai cambiato razza”, anche se c'è un'eccezione: “Due anni fa ho aggiunto alla mia famiglia di quadrupedi anche un bassotto, che è un vero portento a caccia e vorrei brevettare per i recuperi.” Per Erica la caccia è il modo migliore di vivere la natura. “A caccia sei a contatto con la natura e riscopri l'importanza degli impulsi e degli istinti. Vivi emozioni che riempiono e scopri dei paesaggi incantevoli. Immediatezza, bellezza e semplicità. Due elementi che la società ha scacciato e che ritrovando riequilibrano”. "Vorrei i cacciatori più ottimisti – dice -. Non si può lasciare che il ritratto della caccia lo facciano gli anticaccia. Deve essere l'immagine che diamo noi della nostra passione quella recepita da tutti i cittadini”. E poi ancora “vorrei vedere più impegno, più coinvolgomento nella salvaguardia dell'ambiente, nella protezione della fauna”.
APCOM
17 LUGLIO 2009
Piemonte;Caccia grossa vicino Novara, in due hanno visto un leone
Cc, forestale e pompieri in pattuglia: forse solo grosso felino
Roma - 'Caccia grossa' nelle campagne di Novara: da alcune ore uomini della forestale, dei carabinieri e dei vigili del fuoco stanno perlustrando la zona del comune di Romentino alla ricerca di "un leone" segnalato da due persone del posto. Anche un elicottero aiuta la ricerca. L'animale è stato visto girovagare libero nei campi, ma per forestale e carabinieri è poco probabile che si tratti di un esemplare del carnivoro africano più famoso: forse è solo "un grosso felino", ma in ogni caso il fatto che siano giunte due segnalazioni distinte ha convinto a perlustrare l'area approfonditamente. Nella zona, d'altra parte, ci sono alcuni parchi che ospitano animali del genere, ma non risulta che qualche esemplare sia fuggito. C'è anche un ristorante il cui padrone avrebbe una tigre: contattato telefonicamente, la linea risulta staccata.
OK NOVARA
17 LUGLIO 2009
C'è UN LEONE CHE VAGA PER IL NORD TICINO? RICERCHE IN CORSO DOPO DUE SEGNALAZIONI
ROMENTINO – C’è un leone che vaga libero nell’Ovest Ticino? Le ricerche, che hanno mobilitato tutte le forze dell’ordine della zona, sono scattate questa mattina dopo due segnalazioni distinte, ma al momento non c’è alcuna conferma ufficiale del fatto che si tratti davvero del nobile felino della savana. In mattinata una donna ha contattato i carabinieri, affermando di avere appena visto un leone, che vagava libero nei pressi di via Guzzafame a Romentino. Più tardi è arrivata un’altra chiamata: il leone era stato avvistato nel parcheggio della Pro Logis, il centro logistico di Romentino. Entrambe le descrizioni parlavano di un animale di grossa taglia, ma senza criniera, dunque potrebbe trattarsi di una leonessa, che avrebbe spiccato dei salti molto alti per superare le recinzioni e disperdersi nella boscaglia. Le ricerche sono affidate ai carabinieri e ai forestali. Le forze dell’ordine hanno appurato che non ci sono circhi nelle zone confinanti e hanno verificato che i proprietari di bestie esotiche non avevano rilevato alcuna scomparsa. Nel pomeriggio è inoltre emerso che, proprio nella zona di via Guzzafame, era stato smarrito un cane di grossa taglia e dal manto color champagne, che nel frattempo è rientrato a casa. Un qui pro quo visivo? Al momento, per cautela, le ricerche continuano.
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Animalieanimali
17 LUGLIO 2009
SCOPERTO GENE CANI BASSOTTO CHE FA LE ZAMPE CORTE
Ricerca del National Human Genome Research Institute.
Dai cani salsiccia (bassotto tedesco), al Corgi, fino al comune bassotto, passando per i Beagle resi famosi dalla Banda Bassotti della Disney: questi e molti altri cani dalle zampe corte e curve hanno origine da un 'gene doppione' che impedisce alle gambe del cane di allungarsi normalmente.
Il 'gene del bassotto' è stato scoperto dall'equipe di Elaine Ostrander del National Human Genome Research Institute, parte dei National Institutes of Health statunitensi, in uno studio su 835 cani di cui 95 con le zampe corte. Annunciata sulla rivista Science, la scoperta potrebbe anche fornire una spiegazione per un terzo dei casi di nanismo nell'uomo la cui causa tuttora rimane un mistero. Il colpevole delle gambe corte è un gene doppione, nel senso che non è il gene in sé a dare il 'nanismo canino', ma una copia in più del gene rispetto al numero di copie standard (due). Questa copia doppione si sarebbe inserita per errore nel Dna dei cani ad un certo punto nel corso dell'evoluzione di questi animali dopo la separazione dal cugino lupo. Gli esperti hanno confrontato il Dna dei cani e trovato che tutti quelli dalle zampe corte presentano una copia di troppo del gene FGF4. Questa copia doppione funziona e quindi il risultato è che si produce un eccesso di proteina FGF4 che probabilmente nel corso dello sviluppo dell'animale impedisce alle sue zampe di allungarsi.(ANSA)
Animalieanimali
17 LUGLIO 2009
TRAPIANTO DI RENE DA MAIALE A SCIMMIA, "PERICOLOSO PER UOMO, INACCETTABILE"
Protesta della LAV dopo l'annuncio del prof.Cesare Galli
La LAV commenta in modo molto critico gli esperimenti di xenotrapianto annunciati dal prof. Cesare Galli, coordinatore del Laboratorio di Tecnologie della Riproduzione di Cremona, già noto per gli esperimenti di clonazione e di trapianto di organi inter-specie, che intende impiantare nel corpo di una scimmia il rene di un maiale ingegnerizzato.
I trapianti inter-specie, infatti, sono procedure che comportano alti e prolungati livelli di sofferenza negli animali e dalle utopiche e inapplicabili finalità scientifiche. “Al di là delle ovvie implicazioni di tipo etico, la procedura indicata rappresenta un crescendo esponenziale di errori metodologici gravi e altamente pericolosi per la salute umana - commenta Michela Kuan, biologa, responsabile LAV del settore vivisezione - Infatti, l’inserimento di un organo di una specie differente in un organismo estraneo è in grado di scatenare l’attività di virus silenti e innocui nell’ospite originario, ma che potrebbero scatenare epidemie nell’uomo, come è accaduto, ad esempio, negli anni ‘60 a causa dell’impiego di vaccini antipoliomelite contaminati da virus in grado di provocare il cancro perché ottenuti coltivando il vaccino su reni di scimmia in cui il virus era silente”.Nonostante queste evidenze scientifiche, il prof. Cesare Galli promette, per l’ennesima volta, di poter curare, in un futuro non specificato, malattie umane, sebbene dopo anni di annunci eclatanti non siano stati fatti passi avanti concreti nella cura e/o diagnosi di malattie con le tecniche di xenotrapianto. A dispetto degli evidenti insuccessi, inoltre, si continuano a finanziare progetti che prevedono animali, in particolare maiali, utilizzati come bacini di organi da trapiantare sulla specie umana, senza considerare che la tecnica sperimentale utilizzata dal laboratorio di Galli, prevede anche il passaggio su scimmia.La ricerca sugli xenotrapianti, infine, ottiene fondi e consenso facendo leva sulle speranze dei malati e le paure della società, visto che non esiste alcuna evidenza in grado di dimostrare che possa dare buoni risultati. A tale proposito, infatti, è significativa la posizione presa dal Direttore del Centro nazionale Trapianti che sottolinea gli alti rischi legati a questa area di ricerca e incoraggia studi che non prevedano l’uso di animali. |