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LA SICILIA
17 MAGGIO 2011
Avvelenati altri tre cani
I volontari della Lav e di «Una Armerina» trovano altre polpette vicino ai randagi morti
Agostino Sella
Piazza Armerina (EN). Continua la strage dei cani avvelenati. Anche ieri mattina tre quadrupedi sono stati avvelenati da confezioni di polpette preparate ad hoc per la carneficina degli animali. Nelle ultime due settimane ormai, sono quasi trenta gli avvelenamenti. Ieri sono avvenuti nella parte sud della città, vicino l'area dell'ex mercato ortofrutticolo. Tre cani nelle mattinate sono stati trovati già morti dagli animalisti. Nel luogo sono accorsi anche i vigili urbani nella speranza di trovare indizi. Vicini le carcasse degli animali diverse polpette avvelenate. Borse piene di carne cruda con dentro il veleno.
Gli assassini dei quadrupedi, probabilmente lasciano queste borse vicino i cassonetti della spazzatura, dove i randagi si recano in cerca di cibo. Ma insieme alla carne trovano il veleno che li ammazza senza pietà. Dice Lorena Sauli, responsabile della Lav piazzese: «Ormai non riusciamo più a stimare il numero esatto dei cani morti, in quanto spesso le forze dell'ordine stesse invece di seguire la procedura prevista dall'ordinanza suggeriscono ai cittadini di seppellire direttamente i cani ritrovati. Ricordo che i cani non possono essere toccati prima dell'accertamento da parte dei veterinari dell'Asp che dichiarino l'avvelenamento per poter procedere all'immediata bonifica. E' importante prelevate ed eliminate tutte le possibili esche che ci sono nei dintorni». Intanto la Sauli si è anche rivolta al prefetto di Enna Giuliana Perrotta al quale ha scritto una lettera che dice: «Nei giorni 13, 14 e 15 maggio hanno continuato a morire a causa di avvelenamento decine di cani in diverse zone del Comune di Piazza Armerina. Questo fenomeno sta divenendo incontrollabile e sta generando un grave pericolo per la salute degli animali e delle persone. Non risultano nella maggior parte dei casi, rispettate le procedure di cui alla Ordinanza contingibile ed urgente emessa dal Ministero della salute in data 18 dicembre 2008 e successive modifiche (concernenti norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o bocconi avvelenati) da parte delle autorità competenti in tema di apertura di indagini, operazioni di bonifica, trasferimento delle spoglie di tutti i cani deceduti ai competenti Istituti zoo profilattici». Insomma secondo la Sauli non sono rispettate le norme da parte di chi dovrebbe farlo. Intanto gli animalisti sono allertati e fanno anche le notti per evitare che i cani continuino ad essere avvelenati. Simona Lo Re è un'attivista di Una Armerina, un'altra associazione animalista della città dei mosaici: «La notte del 14 maggio mi hanno telefonato per dirmi che due cani erano moribondi vicino Sant'Andrea. Con il veterinario li abbiamo caricati nella macchina gli abbiamo salvato la vita. Vorrei dire ai miei concittadini che chi compie gesti del genere non è una persona degna di essere chiamata tale. Avvelenare ed uccidere cani in questo modo è reato».
GEA PRESS
17 MAGGIO 2011
Tarvisio (UD): tra cuccioli di cane sedati e ragni climatizzati (fotogallery)
Intervento della Polizia di Frontiera.
Che la frontiera di Tarvisio sia notevolmente trafficata, questo è noto a tutti. Ma la particolarità del sequestro operato giovedì notte dalla Polizia di Frontiera – Settore Polterra di Tarvisio, difficilmente trova dei precedenti. Gli Agenti, diretti dal Commissario Capo Simona Romano, hanno infatti fermato una automobile con targa slovacca con a bordo due fratelli di circa 30 anni. I due, incensurati, avevano sistemato sopra una copertina disposta nel sedile posteriore, 4 cuccioli di cane di razza Akita (vedi in fotogallery). I Poliziotti avevano però notato come gli animali rispondevano poco alle sollecitazioni. Sembravano letteralmente addormentati. Dalla perquisizione del mezzo veniva così riscontrata la presenza di medicinali, alcuni dei quali con azione sedante. Lo stato di narcosi era poi confermato da un Veterinario chiamato dalla Polizia. Non solo. Nell’automobile veniva, inoltre, trovata una pistola a tamburo calibro 22 con matricola abrasa.Entrambi gli uomini sono stati denunciati per il reato di maltrattamento di animali, introduzione illecita di animali da compagnia mentre, per uno dei due fratelli, dichiaratosi possessore dell’arma, è scattata la denuncia per porto e possesso di arma clandestina. I cuccioli sono stati sequestrati e trasferiti in un canile della zona. Bisognerà vedere, tra l’altro, se erano affetti da malattie, sebbene ad un primo esame non presentavano patologie evidenti. Ai due ungheresi pure 3000 euro di sanzione amministrativa. Per il sequestro del mezzo, invece, sarebbero occorsi più di cinque animali.I cani, tutti microchippati, viaggiavano con passaporti riportanti vaccinazioni in uso per una età maggiore rispetto ai meno di tre mesi che in effetti dimostravano avere. Il sospetto, come spesso capita in questi casi, è che la documentazione fosse falsa. La presenza di trasportatori stranieri è un altro elemento utile per evitare che i veri manager del traffico (ovvero, in genere, cittadini italiani) rimangono invischiati in conseguenze penali. Il reato, infatti, non solo è troppo debole per causare la seppur minima interferenza nella vita di un cittadino straniero (non vi sono accordi di Polizia) ma non mette a disposizione quegli strumenti investigativi, quali ad esempio le intercettazioni ambientali, utili a dimostrare condotte di più grave punibilità. Tra queste quelle relative all’associazione a delinquere, reato che prevede l’arresto in flagranza . I continuati sequestri di queste settimane stanno dimostrando sempre più, non solo la poca efficacia della cosiddetta legge cuccioli, ma anche come le precauzioni messe in atto dai trafficanti (in realtà italiani) siano più o meno le stesse antecedenti all’approvazione della norma. Secondo il Commissario Capo Simona Romano, è molto probabile che i cani finora sequestrati a Tarvisio, fossero diretti non tanto a privati ma bensì a commercianti di animali. In questo caso, i cuccioli erano poche unità, ma un anno addietro venne bloccato un furgone con 90 cani in tenera età. Il mezzo, peraltro, non era abilitato al trasporto degli animali. Le gabbiette erano disposte l’una sull’altra (vedi foto in copertina) e le condizioni igienico sanitarie si presentavano pessime. Niente acqua e niente cibo.Una frontiera importante, quella di Tarvisio. Cani e non solo, come il clamoroso sequestro operato alcuni anni addietro di ben 570 aracnidi (vedi in fotogallery). Tutti ragni appartenenti a 27 specie. Dodici animali, inoltre, erano protetti dalla Convenzione di Washington sul commercio di flora e fauna in via di estinzione. In questo caso, si trattava di ungheresi, sebbene residenti nella provincia di Varese. Una particolarità. I ragni, rinchiuse in scatolette, erano a loro volta inseriti in contenitori climatizzati.
VEDI FOTOGALLERY:
http://www.geapress.org/il-maltrattamento-e-la-sua-legge/tarvisio-ud-tra-cuccioli-di-cane-sedati-e-ragni-climatizzati-fotogallery/15394
GEA PRESS
17 MAGGIO 2011
Trieste: stanno morendo i cuccioli importati dall’Ungheria. Erano gravemente malati
Intervento dei Baschi Verdi della Guardia di Finanza di Trieste.
Erano affetti da diarrea emorragica, almeno otto dei 27 cuccioli sequestrati ieri ad una cittadina ungherese nei pressi del passaggio autostradale di Fernetti. Ad intervenire i Baschi Verdi della Prima Compagnia della Guardia di Finanza di Trieste, comandanti dal Capitano Daniele La Gioia. I militari avevano notato delle coperte che sicuramente servivano a coprire alcuni “oggetti” sistemati nel sedile posteriore dell’autovettura di targa straniera. L’atteggiamento della donna, subito innervositasi, ha poi ulteriormente peggiorato la situazione.Si è così scoperto che la donna aveva in macchina ben sette trasportini con 27 cuccioli di cane. Bulldog inglese e francese, Bull terrier, King charles e Carlino. Tutti i piccoli animali apparivano subito in evidente stato di sofferenza e purtroppo la successiva visita veterinaria ha evidenziato le gravi condizioni di salute di almeno otto di essi affetti da una grave forma di diarrea emorragica. Alcuni di loro, stante le notizie riferite a GeaPress dagli inquirenti, potrebbero morire già nelle prossime ore.I documenti a disposizione della donna erano in tutto cinque passaporti sanitari i quali, però, certificavano un’ età degli animali vietata per il trasporto. Appena sei settimane di vita. Un tentativo di raggiro finanche grossolano sottolineano i Finanzieri. Tutti erano destinati ad un acquirente italiano, residente in Emilia Romagna. Il Capitano La Gioia tiene a precisare che le indagini sono tutt’ora in corso.Indagini comunque difficili, considerata la poca rilevanza del reato. Addirittura blando, secondo gli inquirenti. Manca, ad esempio, la possibilità di effettuare intercettazioni, per non parlare dell’assenza dell’arresto in flagranza di reato. I trafficanti (in genere italiani), utilizzano sempre cittadini di nazionalità straniera. Questi ultimi rimangono sempre impuniti. La donna ungherese ora denunciata, ad esempio, è probabilmente già rientrata nel suo paese. Non si può, infatti, che denunciarla a piede libero. Se si arriverà al processo, dicono gli inquirenti, sarà probabilmente assente e tra i due paesi gli accordi di Polizia non sono di aiuto, almeno per questo tipo di reato. Anzi. Come evidenziato in una recente articolo di GeaPress sembra che l’Europa degli scambi, si sia scordata la …. polizia. Si è, inoltre, instaurato un meccanismo che consente una facile elusione del blando reato previsto dalla legge cuccioli. Per interventi di ben altro peso come l’arresto, dovrebbe scattare l’associazione a delinquere, fatto questo, praticamente impossibile da dimostrare con gli strumenti investigativi che legge consente.
ANSA
17 MAGGIO 2011
Animali: cani importati illegalmente dall'Ungheria,2 denunce
Ritrovati otto cuccioli privi vaccinazione e documenti viaggio
VERONA - Due persone - un camionista alla guida di un autoarticolato ungherese e un uomo originario di Reggio Calabria ma residente nel modenese - sono stati denunciati dalla Polstrada di Verona sud.Si sono resi responsabili di maltrattamenti di animali e traffico illecito di animali da compagnia. Il camionista è stato bloccato nell'area di servizio autostradale Monte Baldo ovest mentre stava cedendo all'uomo otto cuccioli di cane tra i 40 e i 55 giorni di vita, privi di vaccinazione e documenti di viaggio.
L'ARENA
17 MAGGIO 2011
Traffico illegale di cuccioli Denunciate due persone
Verona. Due persone - un camionista alla guida di un autoarticolato ungherese e un uomo originario di Reggio Calabria ma residente nel modenese - sono stati denunciati dalla Polstrada di Verona sud per maltrattamenti di animali e traffico illecito di animali da compagnia. Il camionista è stato bloccato nell’area di servizio autostradale Monte Baldo ovest, nei pressi di Sommacampagna, mentre stava cedendo all’uomo otto cuccioli di cane tra i 40 e i 55 giorni di vita, privi di vaccinazione e documenti di viaggio.
Dopo l’intervento della Polizia, i cuccioli (quattro bulldog francesi, due chow chow, un carlino e un siberian husky) sono stati controllati da due veterinari che ne hanno accertato le buone condizioni generali. Sono stati posti sotto sequestro e affidati al canile di Oppeano.
TIO.CH
17 MAGGIO 2011
Zurigo: gatto ucciso nella lavatrice da tre ragazzini
ZURIGO - Tragica fine per un gatto il cui corpo in avanzato stato di decomposizione è stato scoperto lunedì nella lavatrice di una palazzina a Zurigo. La polizia, allarmata da un'inquilina, ha interrogato diversi bambini ed ha potuto identificare i presunti responsabili dell'incomprensibile gesto: si tratta di tre ragazzini di sei, sette e otto anni d'età.Tutto fa pensare che i tre bambini abbiano rinchiuso il gatto nella lavatrice e l'abbiano messa in funzione, scrive oggi la polizia zurighese in una nota.Pur trattandosi di un caso evidente di maltrattamento di animali, i tre bambini non possono essere perseguiti penalmente, perché hanno tutti meno di 10 anni. La polizia intende perciò valutare se sia in qualche modo possibile citare in giudizio i genitori, precisa ancora la nota.
TICINO LIBERO
17 MAGGIO 2011
ZURIGO:TRE BAMBINI CHIUDONO UN GATTO NELLA LAVATRICE
Il povero gatto è stato ritrovato morto da un’inquilina.
Il cadavere di un gatto di avanzato stato di decomposizione è stato scoperto ieri in una lavatrice in un palazzo di Zurigo. La polizia, allertata da un’inquilina dello stabile, ha interpellato diversi bambini. Identificati i responsabili: tre bambini, di 6, 7 e 8 anni. Sembra che il gatto sia stato rinchiuso nella lavatrice, che poi è stata avviata. I bambini avendo meno di 10 anni non saranno perseguiti, ma si valuterà se procedere contro i genitori.
LA ZAMPA.IT
17 MAGGIO 2011
Il ministero della Salute vieta il taglio di coda e orecchie per i cani
La nuova ordinanza cancella la nota del 16 marzo, che voleva riprendere la pratica del taglio della coda per i cani da caccia
Il Taglio della coda e delle orecchie ai cani saranno consentiti solo «se un veterinario lo considera un intervento non curativo necessario, sia per ragioni di medicina veterinaria, sia nell’interesse dell'animale». Lo stabilisce la nuova ordinanza del ministero della Salute sulla tutela dell’incolumità pubblica dei cani, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, venerdì scorso. Un testo salutato con soddisfazione dalla Lega antivivisezione (Lav).Si vietano «gli interventi chirurgici destinati a modificare la morfologia del cane o non finalizzati a scopi curativi in conformità all’articolo 10 della Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia ratificata dall’Italia con la Legge 201 del novembre scorso». La volontà del ministero a questo punto «è chiara, visto tanto più l’allargamento del divieto operato dalla nuova Ordinanza all’esposizione di cani con le orecchie o la coda tagliate e alla già perseguita vendita e commercializzazione degli stessi».L’ordinanza varata dal Ministero della Salute «cancella la Nota del 16 marzo scorso» con la quale «si era cercato di ripristinare la pratica del taglio della coda su alcune categorie di cani, in particolare quelli usati per la caccia». Un testo molto contestato dagli animalisti.
GEA PRESS
17 MAGGIO 2011
Sottosegretario Martini: cani amputati fuori dalle mostre
Continuano le lievi (per modo di dire) divergenze tra il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini e lo stesso Ministro Fazio. Oggetto del contendere è il taglio della coda e delle orecchie dei cani, pratica in uso secondo alcuni standard di razza. Nel momento in cui l’Italia, nel recepire la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, non ha espressamente specificato su tali procedure, dovrebbero di fatto essere vietate ma, tra il dire ed il fare, come si sa, a volte non c’è di mezzo solo il mare.Un paio di mesi addietro, infatti, fece capolino una nota dello stesso Ministro (alcuni maligni chiamarono in ballo il suo essere cacciatore) che di fatto rimise tutto in discussione. Una delle categorie favorevole agli interventi, era proprio quella del mondo venatorio.A dimostrazione che il “teorema Fazio” era molto pericoloso, arriva ora il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini. L’occasione le è fornita dal rinnovo della sua Ordinanza, datata marzo 2009 (scarica vecchia Ordinanza), in tema di aggressività dei cani ed incolumità pubblica. Con il nuovo provvedimento (scarica nuova Ordinanza) si potrà procedere agli interventi solo ed esclusivamente se per scopi curativi. Niente prevenzioni, in realtà passepartout amputa-tutto per fantomatiche classi di cani da lavoro. Non solo. I cani operati non si potranno neanche esporre (leggasi mostre canine). Speriamo, allora, che l’intervento della Martini diventi al più presto legge. C’è già, infatti, chi annuncia ricorso al TAR.
NEW TUSCIA
17 MAGGIO 2011
ABBANDONI IL CANE? TI PRENDI LA SANZIONE AMMINISTRATIVA
VITERBO - Mille euro di ammenda perché aveva abbandonato il proprio cane: lo ha stabilito la Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione in una recente sentenza, la 18892/2011, depositata il 13 maggio 2011.La Suprema Corte ha rigettato il ricorso avanzato dal proprietario dell'animale, ritenendo che non fosse plausibile la tesi dello smarrimento che era stata avanzata dal ricorrente: non basta sostenere di aver perduto il proprio amico a quattro zampe se non si dimostra un serio tentativo di ritrovamento dell'animale.La vicenda ebbe inizio quando un uomo si rivolse ad un veterinario dopo aver ritrovato un cane in stato di denutrizione e malattia nei pressi della propria abitazione, nel leccese: l'intervento del medico fu provvidenziale per il riconoscimento dell'animale, identificato grazie al microchip. Il proprietario, rintracciato, è stato imputato di abbandono di animali, in base all'articolo 727 del Codice Penale, e condannato dal Tribunale di Lecce alla pena di 1000 euro di ammenda. L'uomo, che in dibattimento si era difeso sostenendo di aver smarrito l'animale durante una battuta di caccia, ha impugnato la sentenza, quindi ha deciso di ricorrere in Cassazione anche contro la sentenza della Corte d'Appello.La Corte di Cassazione è stata inflessibile e ha ritenuto che fosse pienamente condivisibile, sul piano logico, “la conseguenza tratta dal giudice circa la poca verosimiglianza della tesi difensiva dello smarrimento, posto che, se ciò fosse davvero avvenuto, proprio perché il cane era dotato di microchip, sarebbe stato logico attendersi che fosse stato il proprietario ad adoperarsi per il cane denunciandone la scomparsa”. Non solo, la Cassazione ha precisato che “sia pure con connotati diversi il concetto penalistico di abbandono è ripreso anche dall'art. 591 c.p. in tema di abbandono di persone incapaci”, aggiungendo che “per abbandono va inteso non solo il mero distacco ma anche l'omesso adempimento da parte dell'agente dei propri doveri di custodia e cura e la consapevolezza di lasciare il soggetto passivo in una situazione di incapacità di provvedere a sé stesso”.
Secondo la Suprema Corte “il concetto di abbandono come delineato dall'art. 727 c.p. non implica affatto l'incrudelimento verso l'animale o l'inflizione di sofferenze gratuite, ma molto più semplicemente quella trascuratezza o disinteresse che rappresentano una delle variabili possibili in aggiunta al distacco volontario vero e proprio”. “Esprimiamo il nostro plauso per la sentenza della Corte di Cassazione che, ampliando correttamente il concetto di abbandono, ne supera il senso letterale di distacco totale e definitivo dall’animale qualificandolo invece giustamente come trascuratezza o disinteresse verso lo stesso – dichiara Ilaria Innocenti, responsabile settore Cani e Gatti della LAV - La sentenza è perfettamente in linea con l’accresciuto senso di rispetto verso gli animali dimostrato dalla più recente giurisprudenza”.“Ancora una volta - aggiunge l'avvocato Carla Campanaro dell'Ufficio legale della LAV - è confermata la severa diligenza che serve nella custodia di un animale, per cui l’abbandono è integrabile anche per condotte di superficialità e colpa e non solo quando è intenzionale”.La decisione della Suprema Corte infatti conferma l'accresciuta sensibilità ai diritti degli animali e l'estensione del concetto di abbandono che erano già stati sottolineati dalla giurisprudenza più attuale: all'inizio dell'anno il Tribunale di Roma ha riconosciuto colpevole del reato di abbandono di animali, ai sensi dell’art. 727 del Codice Penale, un uomo che alla morte della sorella aveva allontanato da casa e dal giardino adiacente i gatti di proprietà della donna.
CASERTA ON IT
17 MAGGIO 2011
Farina: ‘Il comune deve combattere il fenomeno del randagismo’
Caserta - “La lotta al randagismo sarà una priorità per la prossima amministrazione comunale”. Paolo Farina, candidato per l’Udc al consiglio comunale di Caserta riporta al centro dell’attenzione una problematica che affigge la città da anni: “Il Comune ha un triplice compito. Innanzitutto – sottolinea il centrista - deve effettuare una campagna di sensibilizzazione per evitare l’abbandono di incolpevoli animali domestici. Avviare in tempi brevi la sterilizzazione dei randagi che vagano in tantissime zone della città e che, talvolta, possono diventare pericolosi per i nostri figli. Infine organizzare su basi nuove l'affidamento della gestione del canile municipale, abbandonato completamente dalla giunta Petteruti e tenuto in vita da un gruppo di valorosi volontari e da moltissimi cittadini generosi che si occupano dei bisogni dei nostri amici a quattro zampe. Infine, una piccola grande necesità: i nostri amici a quattro zampe abbisognano di un'area a loro dedicata dove correre e giocare, quella attualmente loro dedicata in Via Gemito è indecorosamente priva persino di un punto d'acqua; vogliamo continuare così?".
LA ZAMPA.IT
17 MAGGIO 2011
Ecco l'identikit del padrone perfetto
Il sondaggio dell'Anmvi evidenzia che l'animale entra in famiglia come un regalo. Per l'adozione si va ancora poco al canile
ROMA - Chi varca più spesso la soglia degli ambulatori veterinari? Un proprietario donna, fra i 45 e i 55 anni, con un cane, un nucleo familiare di due persone, un’occupazione professionale da lavoro dipendente e un grado di istruzione al di sotto della laurea. L’identikit emerge dall’indagine "I veterinari e gli animali da compagnia in Italia - Edizione 2011" presentata dall’Associazione nazionale "medici veterinari italiani" (Anmvi) a Zoomark Bologna Fiere.Il sondaggio evidenzia che l’animale entra in famiglia prevalentemente come un regalo, a seguire l’adozione e infine l’acquisto diretto, presso privati, negozi o allevamenti. Il gesto del dono è ancora molto diffuso specie al Sud e nei confronti di persone anziane, in pensione e che vivono da sole. Il secondo canale d’ingresso è appunto l’adozione (40,7% del campione), soprattutto accidentale, a seguito cioè di ritrovamento casuale dell’animale vagante (74%).Si va ancora poco al canile per un’adozione consapevole e i pochi che lo fanno sono aspiranti proprietari giovani e con un livello di istruzione di secondo grado. Evidenti anche i "punti deboli" della relazione uomo-animale: paradossalmente chi ha più animali mostra maggiore disimpegno nell’accudirli, mentre all’origine dell’ingresso dell’animale in famiglia non c’è sempre una valutazione ponderata.
ALTO ADIGE
17 MAGGIO 2011
Uccellatori lungo l’Adige altri tre denunciati
MERANO (BZ). La valle dell’Adige tra Merano e Bolzano si conferma terra di saccheggio per gli uccellatori provenienti dalla pianura padana. Dopo la denuncia della famiglia vicentina, di cui abbiamo riferito nell’edizione di ieri del nostro giornale, altre tre persone sono finite nei guai grazie all’intervento dei carabinieri che in questo periodo controllano con maggior frequenza le campagne per arginare il fenomeno. I militari dell’Arma della stazione di Gargazzone, durante un controllo stradale hanno fermato un 64enne bergamasco, R.B. di Rota d’Imaga, e nel baule della sua autovettura hanno trovato ben cento piccoli di “tordo bottaccio”, diciassette nidi e quattro coltelli proibiti. È stato denunciato per maltrattamento animali, uccellagione e porto abusivo di armi.
Due bresciani, G.U. 64 anni residente a Gussago e A.S. 69 anni di Villa Carcina, sono stati denunciati invece dai carabinieri della stazione di Scena che li hanno trovati in possesso di tre piccoli merli.Tutti i volatili sono stati sequestrati e consegnati al centro avifauna di Tirolo.
IL TIRRENO
17 MAGGIO 2011
I vigili urbani salvano un cavallo... smarrito
CAMAIORE (LU). Tutto avrebbero pensato di fare ieri gli agenti della Polizia municipale di Camaiore, ma non di dover recuperare Snoopy. Così si chiama il giovane cavallo, che ieri mattina, la pattuglia della Municipale di Camaiore, composta dagli Agenti Dalle Lucche Fiorenza e Dino Da Prato, ha trovato libero e un po’ spaventato sulla via Sarzanese.
Dopo che l’animale aveva inboccato una stradina laterale, gli agenti hanno chiuso la strada con la propria auto, hanno tranquillizzato l’animale, l’hanno legato e verificato che non avesse lesioni. Dopo vari accertamenti sono riusciti a rintracciarne il proprietario che, giunto sul posto, incredulo di quanto accadduto, visto che il recinto di Snoopy è dotato di tre chiusure, dopo un caloroso abbraccio con l’animale, lo ha ricondotto nel suo recinto, dove il bel cavallo Snoopy, sicuramente per un po’ di tempo non dimenticherà la brutta esperienza di aver fatto una insolita passeggiata sulla via Sarzanese.
LA PROVINCIA DI COMO
17 MAGGIO 2011
Il pappagallo che fa la guardia
chiede al cliente se ha pagato Marly controlla chi esce dal bar Mirasole e buca gli scontrini
Massimo Del Viscio
APPIANO GENTILE (CO) - Tempi duri per i furbetti del cafferino o del cappuccio con brioche consumati a sbafo da quando a controllare che tutti i clienti abbiano saldato il conto c'è Marlyn. Un insolito buttafuori, quello arruolato dai titolari del bar Mirasole di via Salvo d'Acquisto, che ad ogni avventore in uscita dal pubblico esercizio chiede: «Hai pagato?». Soprattutto a quelli che non suscitano immediatamente la sua simpatia. E se il caso «buca» lo scontrino esibito dai clienti più rigorosi con un colpo di becco.
Si perché non si tratta di un corpulento omone vestito in improbabili abiti d'ordinanza, ma di Marly, un colorato pappagallo parlante, che ormai diventato la vera attrazione del locale. Solitamente esce allo scoperto la mattina di buon ora, per congedarsi da proprietari e clienti solo la sera, alla chiusura del bar. Simula alla perfezione la macchinetta macina caffè, saluta chi si avvicina alla sua gabbia per dedicargli qualche attenzione e, appunto, chiede agli avventori in uscita dal locale che abbiano saldato il conto prima di infilare la porta di uscita. Il pennuto Marlyn la fa da padrone e, col passare del tempo, ha attirato la curiosità e l'affetto di molti clienti. Renato Cimetti, contitolare col fratello Adriano del bar Mirasole e padre putativo dell'esotico volatile, ha dovuto affiggere un cartello sulla gabbietta, riportante il nome dell'animale e la preghiera di non dare da mangiare e bere a Marlyn. Altro che la sana alimentazione dei paesi tropicali fatta di arachidi, semi di girasole, verdura e frutta: in molti clienti, forse in troppi, talvolta infastiditi dalla troppa loquacità del pappagallo, lo rimpinzavano con pezzi di brioches, pane e tutto ciò che consumavano all'interno del locale. «È ormai diventato una vera star - conferma Renato Cimetti - e si atteggia come tale. Oltre a chiedere ai clienti se hanno pagato il conto vidima pure lo scontrino. È abbastanza avvicinare la ricevuta fiscale alla sua gabbia che con il suo becco ad uncino dà una punzonata al biglietto di carta. Sono molti i clienti che si sono affezionati a Marlyn e che, come noi, gli dedicano attenzioni; quei piccoli gesti che occorrerebbe dedicare a tutti gli animali domestici. Questo pappagallo, della famiglia degli Ara, mi è stato regalato circa sette mesi fa da un mio cliente, un dentista, trasferitosi in Inghilterra. Non poteva portarselo oltre Manica e quindi me lo ha regalato». I "portoghesi" del bar sono quindi avvisati: occorre stare accorti che al bar Mirasole c'è chi controlla che tutti abbiano saldato il conto prima di uscire. Anche se da vera star ha fatto le bizze di fronte all'obiettivo del fotografo non agevolandolo nel compito di immortalare la sua immagine.
DAILY WIRED
17 MAGGIO 2011
Il calamaro a bordo dello Shuttle
E non è il solo animale o microrganismo a bordo dell'Endeavour che domani raggiungerà la Stazione Spaziale Internazionale. Lo scopo? Capire come la vita si sia diffusa nel Cosmo
Non sono solo 6 i passeggeri dello shuttle Endeavour, finalmente partito ieri dal Kennedy Space Center alla volta della Stazione spaziale internazionale. A bordo infatti, oltre agli astronauti della Nasa e al nostro Roberto Vittori,ci sono anche sei diversi tipi di microrganismi (tra cui uno soprannominato " Conan il batterio"), parte del Living Interplanetary Flight Experiment (Life) della Planetary Society, e un piccolo calamaretto, un esemplare di Sepiola atlantica per la precisione.
Obiettivo: dimostrare quali tipi di organismi, privi delle attrezzature degli astronauti, possono viaggiare nello Spazio e sopravvivere all'assenza di gravità e alle radiazioni, e verificare la validità dell'ipotesi della transpermia, secondo la quale la vita sulla Terra potrebbe essere arrivata attraverso meteoriti provenienti dalla superficie di altri pianeti come Marte e Venere. Quella a bordo della navicella, più che una manciata di microrganismi, sembra una squadra di supereroi della Marvel. Il team è composto da estremofili come i terdigradi (soprannominati " orsi d'acqua"), piccolissimi invertebrati in grado di sopportare temperature vicine allo zero assoluto o, al contrario, ai 150°C; poi ci sono i batteri Deinococcus radiodurans (il nostro “ Conan”) che possono sopravvivere anche se esposti a una radiazione di15mila Gy, gli archeobatteri Haloarcula marismortui che vivono a livelli di salinità insostenibili per qualunque altro organismo, e i cosiddetti mangiatori di fuoco, Pyrococcus furiosus, resistenti al calore. A chiudere questa sfilata di super poteri ci pensano alcuni esemplari di Cupriavidus metallidurans, bacillo responsabile della formazione di pepite d'oro, e di Bacillus subtilis: organismo modello in molti laboratori e già stato portato nello Spazio diverse volte e fungerà da controllo. Questa squadra ha fondamentalmente la funzione di apripista per progetti ben più ambiziosi del Life. La prossima missione, infatti, prevede di spedire un nutrito gruppetto di microrganismi su Phobos, la polverosa luna di Marte. A novembre, invece, un altro team di questo tipo partirà con destinazione Pianeta Rosso a bordo del Fobos-Grunt lander, per poi tornare a Terra nell'estate del 2014. Certo e amaro è il destino che aspetta il povero calamaro: non è lui il vero oggetto dello studio ma alcuni benefici batteri ospiti del suo organismo come i Vibrio fischeri, usati dal mollusco per generare luce. Gli scienziati della Nasa, infatti, vogliono verificare se a questi batteri buoni capiti quanto osservato in quelli cattivi: nelle condizioni estreme di temperatura e radiazioni, questi ultimi diventano ancora più nocivi. Quindi, una volta raggiunta la Stazione spaziale, il piccolo calamaro sarà colonizzato con i batteri esposti allo Spazio, ucciso e conservato per poter poi essere analizzato una volta di ritorno sulla Terra. Così anche lui andrà ad aggiungersi alla lunga lista di animali morti in missione da Laika a oggi.
FOTO
http://daily.wired.it/news/scienza/2011/05/17/endeavour-animali-spazio.html
ECOLOGIAE
17 MAGGIO 2011
Animali in via d’estinzione: per salvare i salmoni gli Usa aprono la caccia ai leoni marini
Come se la causa dell’estinzione dei salmoni fossero i predatori marini, i responsabili del NOAA hanno deciso che, per salvare una specie in pericolo, bisogna abbatterne un’altra. Capita così che un gruppo di leoni marini della California che ha trovato un “ristorante” sempre aperto di salmoni in via di estinzione alla base della diga di Bonneville, tra Oregon e Washington, è stato condannato a morte.A parziale discolpa dei funzionari del Fisheries Service del NOAA c’è da dire che questa non è stata la prima soluzione a cui hanno pensato. Per liberare il fiume Columbia dei leoni marini le hanno provate tutte, dai petardi ai proiettili di gomma, ma senza riuscire a dissuaderli. E così ecco trovata la soluzione più drastica. Negli ultimi dieci anni, i responsabili della sezione fauna selvatica incaricati di salvaguardare il viaggio dei salmoni in via di estinzione del bacino del fiume Columbia hanno registrato un numero crescente di leoni marini che frequentano la zona della California, e che hanno assunto come principale fonte di alimentazione i banchi di pesci protetti. Dal 2008, le autorità della diga di Bonneville hanno tentato di trasferire i leoni marini in un’altra zona, ma nemmeno questo è stato sufficiente.Secondo un rapporto pubblicato sul sito web del NOAA che racconta l’azione, la decisione di uccidere i leoni marini predatori non è arrivata a cuor leggero.Questa non è una decisione facile da prendere per la nostra agenzia, ma un’attenta analisi mostra che un piccolo numero di leoni marini della California sta predando i salmoni e sta avendo un effetto significativo sulla capacità di recupero degli stock ittici afferma William W. Stelle Jr., amministratore regionale del Northwest Fisheries Service del NOAA. Secondo il nuovo piano, i funzionari di Washington e dell’Oregon avranno ora il permesso di uccidere 85 leoni marini ogni anno – solo una piccola parte dei quasi 5.000 animali presenti nell’area, nel tentativo di ridurre lo stress sui salmoni. Ma probabilmente se le attività umane non avessero già ridotto enormemente il numero di questi pesci, qualche decina di leoni marini in più non avrebbero rappresentato un problema.
LA PROVINCIA DI VARESE
17 MAGGIO 2011
Beatrice, pitone da record
E mamma di 23 pitoncini ![]()
Varese pitone di 5 metri allo zoo di bobbiate (Foto by varesepress/genuardi)
Adriana Morlacchi
Varese - Lungo ben 5 metri. «Si tratta di una lunghezza davvero rara per un serpente di questo tipo – spiega Gianbattista Lamperti, titolare dello Zoo di Varese – Le femmine sono sempre più lunghe dei maschi, ma per arrivare a una tale dimensione l'animale deve godere davvero di ottima salute». Diffuso tra gli appassionati, il pitone albino è originario della Birmania e sconosciuto fino a pochi anni fa. Lo contraddistingue una colorazione piuttosto uniforme bianca e gialla. Beatrice ha gli occhi rossi, da poco ha compiuto 12 anni ed è appena diventata mamma di 33 baby pitoni. Il papà dei cuccioli è un pitone maschio che vive vicino a lei, ma che è lungo più o meno la metà. Le uova si sono schiuse 45 giorni fa e oggi i «pitoncini» misurano appena trenta centimetri e sono spessi poco più di un dito. Niente a che vedere con mamma Beatrice, che pesa ben 60 chili e che ha un corpo dal diametro di circa 30 centimetri. Può stupire sapere che a una tale dimensione corrisponda uno scarso appetito. Beatrice, infatti, consuma un pasto una volta al mese, rigorosamente a base di carne. Tutti gli altri giorni pratica il digiuno. Per maneggiare un animale così ci vogliono almeno due persone ben nerborute. La difficoltà non è tanto sollevare l'animale, quanto contrastare con le braccia la stretta del serpente che, quando è spaventato, tende ad arrotolarsi e raggomitolarsi su se stesso. Solitamente Beatrice è mite e tranquilla, ma quando è infastidita può soffiare o mordere. È necessaria quindi una bella forza anche per tenerle serrato il muso con una mano, evitando così attacchi o scatti improvvisi.
«Un morso di pitone non è velenoso, ma può essere pericoloso per via dei denti affilati. Un altro pericolo è quello delle infezioni procurate dai morsi. Un serpente così non è quindi un animale adatto a tutti – precisa Lamperti – Un esemplare di queste dimensione deve essere allevato in zoo o parchi naturalistici che dispongono di terrari o spazi idonei. Io lo sconsiglio ad un privato. Chi cerca un animale da compagnia farebbe meglio a scegliere un cane o un gatto. Questo perché i serpenti sono animali che interagiscono poco con il padrone. Riconoscono chi porta loro il cibo e gli vanno incontro, ma non fanno molto di più». I pitoni albini in commercio sono nati in cattività e devono essere in possesso di certificazioni Cites. Sono animali longevi, che hanno un'aspettativa di vita di circa 25 anni. Per acquistarne uno come Beatrice bisogna preventivare una spesa di circa 2 mila euro. In primavera il pitone cambia la pelle e i suoi colori diventano più chiari del solito. Accarezzare Beatrice è un'esperienza unica. Facendo scorrere la mano sul suo corpo si avverte l'energia dell'animale. Una di quelle emozioni riservate solo a chi ha abbastanza «sangue freddo».
LA PROVINCIA DI VARESE
17 MAGGIO 2011
TOH, IL PITONE FA LA MAMMA
Beatrice vive allo Zoo di Varese da dodici anni, mangia una volta al mese e ha sfornato una cucciolata da record: 33 baby pitoni
VIDEO
http://www.laprovinciadivarese.it/videos/Video/10876/
GAZZETTA DI MODENA
17 MAGGIO 2011
Serpente entra in un camion autista si blocca e lancia un sos
Modena - Mentre è alla guida del camion vede sbucare dall’alto del parabrezza un serpente nerastro lungo oltre un metro che probabilmente si era posato sul mezzo durante una precedente sosta. È accaduto nei giorni scorsi al tramonto lungo l’A1 tra i caselli di Modena nord e Modena sud. Mentre il guidatore cerca di riprendersi dalla sorpresa, il rettile scivola lungo il vetro davanti allo sguardo esterrefatto dello stesso camionista entrando nella griglia della mascherina del motore. A quel punto l’autista impaurito accosta e chiama la polizia stradale che avvertono immediatamente il Centro fauna selvatica il Pettirosso. In pochi minuti i volontari arrivano sul posto e cominciano la caccia all’animale all’interno del mezzo, impresa tutt’altro che semplice. Dopo diversi minuti di ricerche i volontari sono riusciti a recuperare il serpente in perfette condizioni; si trattava di bell’esemplare di colubro, del tutto inoffensivo, già liberato dai volontari in un’area verde della collina modenese.
GREEN ME
17 MAGGIO 2011
Moria delle api: è colpa dei cellulari?
Francesca Mancuso
Cosa c'entrano le api con i telefonini? Forse il ronzio del nostro amato cellulare, quando vibra, potrebbe ricordare quello dei piccoli e operosi insetti. Ma non è di questo che si è occupato il dottor Daniel Favre, che ha scoperto una possibile connessione tra la scomparsa di enormi alveari e la vicinanza dei cellulari e antenne.Ex biologo presso l'Istituto Federale di Tecnologia di Losanna, il dott. Favre, ha tentato di dimostrare la propria teoria secondo cui i telefonini avrebbero un loro ruolo nella moria delle api o comunque non sarebbero ben visti da questi laboriosi insetti, in quanto costituiscono una fonte di disturbo. Per dimostrarlo, lo studioso ha inserito due cellulari all'interno di un alveare, registrando le reazioni delle api non appena i telefoni squillavano. Spiega Favre: "Circa 20-40 minuti dopo che i telefoni sono stati attivati, le api hanno cominciato a emettere dei suoni, simili agli squittii che annunciano l'inizio della sciamatura. Dopo due minuti dal termine della telefonata, le api operaie si calmavano".
Ciò spiegherebbe il gran numero di api scomparse in Gran Bretagna, letteralmente dimezzate negli ultimi 25 anni, e in America dove secondo alcuni, gli insetti sono stati colpiti dal cosiddetto 'colony collapse disorder' che ha provocato l'improvvisa scomparsa di intere colonie durante l'inverno.Tuttavia, alcuni esperti sostengono che la causa della moria delle api potrebbe essere la varroa, un parassita che rende le colonie di insetti vulnerabili alle malattie, ma per Favre la colpa è dei cellulari: "Questo studio dimostra che la presenza di un telefono cellulare attivo disturba le api e ha un effetto drammatico" conclude lo studioso."Ma una ipotesi è che i campi elettromagnetici possano contrinuire alla scomparsa di colonie di api in tutto il mondo".
LA ZAMPA.IT
17 MAGGIO 2011
Wwf, il 45% delle farfalle europee è a rischio di estinzione
Siglata una convenzione tra Inea e Wwf a tutela della biodiversità
![]() Quasi la metà delle specie di farfalle in Europa è a rischio di estinzione. L’allarme è lanciato dal Wwf: secondo i dati dell’associazione ambientalista, il 45% delle farfalle del nostro continente corre il pericolo di scomparire per sempre. E questo in conseguenza di un aumento del degrado ambientale e della minaccia rappresentata dal fenomeno della “caccia alle farfalle”, ad opera di collezionisti e commercianti. A tutela della biodiversità è stata siglata una convenzione tra Inea (Istituto Nazionale Economia Agraria) e Wwf che definirà un protocollo per il monitoraggio delle farfalle associato ai sistemi agricoli. «L’associazione - dichiara Tiziano Zigiotto, Presidente Inea - intende fornire un contributo di conoscenza sulle relazioni tra agricoltura e biodiversità e consentire una politica agricola comune a tutela dell’ambiente». L’accordo «vuole concentrarsi sulle aree agricole ad Alto Valore Naturale (Avn), quelle zone in cui l’agricoltura si lega alla presenza di un’elevata numerosità di specie, ad una diversità di habitat o alla presenza di specie di interesse per la conservazione». A sostegno del “Progetto Farfalle”, rileva l’associazione ambientalista, «qualsiasi contributo consentirà di promuovere forme di agricoltura sostenibile per salvaguardare il loro habitat e proteggere i Giardini delle Farfalle nelle Oasi del Wwf». «Con questa collaborazione con Inea - dichiara il Presidente del Wwf, Stefano Leoni - cerchiamo di dare una prima risposta all’esigenza di verificare con efficacia l’impatto che i diversi sistemi agricoli hanno sugli ecosistemi naturali per orientare le nostre pratiche agricole verso modelli sempre più sostenibili per l’ambiente. Le farfalle - conclude Leoni - sensibili all’impatto sull’ambiente naturale, ci indicano la via per un’agricoltura amica della biodiversità». Esistono 165 mila specie di farfalle e quasi la metà di quelle europee è a rischio di estinzione. Il Wwf ha già avviato nel suo sistema di Oasi alcune prime esperienze di monitoraggio ambientale utilizzando sia le farfalle diurne e notturne sia le api domestiche. L’associazione ambientalista promuove da tempo un nuovo approccio alla conservazione della natura deonominato “Conservazione Ecoregionale”, che cerca di unire la migliore conoscenza scientifica disponibile con il coinvolgimento del maggior numero possibile di attori sociali ed economici.
LA PROVINCIA DI LECCO
17 MAGGIO 2011
L'indagine promossa dalla "Fiocchi munizioni" «Ora basta con i pregiudizi: il cacciatore non è un orco» Favorevole il 43% dei lombardi. L'attività non è dannosa all'ambiente
Marcello Villani
Il cacciatore? Per i lombardi è tutt'altro che un orco nemico dell'ambiente e degli animali. Anzi. Nella ricerca (più di 2.100 interviste telefoniche), svolta per conto di Cncn (Comitato nazionale caccia e natura), dal professor Enrico Finzi della Bocconi, il rapporto tra gli italiani e la caccia è straordinariamente positivo.
L'indagine statistica relativizzata alla regione Lombardia, è ancor più a favore della caccia: l'indice pro caccia, è, infatti, positivo per il 43,2% mentre è negativo per il 35,9%. Ambivalente è il 21% dei pareri. Di questo 21% molti sono cacciatori che pensano sia inopportuno mettere a rischio le specie protette. Il cacciatore, infatti, ha tutto l'interesse che la fauna si riproduca. E alcuni cacciatori ammettono possa essere uno sport pericoloso. Per cui in quel 21% c'è una buona dose di autocritica. Finzi ha commentato: «Se si dà un'occhiata, il quadro è molto diverso da quanto descritto dagli anticaccia. È un paese che non esiste, quello che viene descritto dagli anticaccia. Non è stata tirata la volata a nessuno, come sostiene qualcuno visto chi ha finanziato la ricerca. Io sono estraneo a entrambi i mondi, sono super partes e, anzi, ho lavorato per il Wwf, non sono di area dei cacciatori. Nessun interesse da parte mia a manipolare i dati. Dirò di più: una ricerca recentemente proposta da illustri membri del governo è zoppa, tendenziosa, manipolatoria, con campioni ristretti, da codice di autodisciplina». Tutti dati emersi nel convegno proposto da Fiocchi Munizioni insieme a Cncn e Face Italia in occasione del 135° anno di fondazione della ditta lecchese. Presenti il presidente Stefano Fiocchi, il direttore tecnico Costantino Fiocchi e quello marketing Franco Maccaccaro. Al tavolo dei lavori il presidente della provincia Daniele Nava, Gianluca Dall'Olio (presidente di Federcaccia), Giovanni Ghini (presidente nazionale di Cncn, Comitato Nazionale Caccia e Natura), Marzio Maccaccaro, e il professor Finzi. Presenti anche i senatori Lamberto Bodega, Antonio Rusconi e molte altre autorità. Torniamo alla ricerca. L'immagine sociale sui cacciatori è più favorevole che sulla caccia: «Solo il 28,5% è negativo ha spiegato Finzi - e il 19,6% dei lombardi è entusiasta, il 14,5% positivo, il 21,8% debolmente positivo. Ambivalente il 15,6%». Ma tra le negatività si dice che i cacciatori siano un po' sbruffoni, che spesso vantino carnieri incredibili. Altra curiosità insospettabile: «Il 30% dei cacciatori è donna. Specialmente nella fascia tra i 25 e i 34 anni, la quota delle donne che cacciano è in forte crescita». Dei lombardi, inoltre, il 12% non sa nulla della caccia, il 40% è molto lontano dalla caccia e non la conosce quasi per niente. |
CREMONA ONLINE
17 MAGGIO 2011
Galli, via libera alla ricerca
Non si tratterà di «allevamenti indiscriminati», bensì di allevamenti di suini o animali transgenici «esclusivamente a fini di ricerca» e nei quali il numero degli animali presenti sarà «contingentato sulla base delle esigenze legate alle ricerche stesse». A spiegare i 'paletti' previsti dal parere con il quale il Consiglio superiore di Sanità (Css) ha dato il via libera alla richiesta di avvio di un allevamento di suini transgenici a Cremona, avanzata dal ricercatore Cesare Galli, è il presidente del Css Enrico Garaci. «Il Css ha espresso parere favorevole a questo tipo di allevamenti di animali transgenici - ha sottolineato Garaci - prevedendo però che il numero di tali capi sia contingentato alle esigenze degli studi. Inoltre, l'autorizzazione deve essere sempre relativa e riguardare un preciso progetto di ricerca». Non si tratta dunque, ribadisce il presidente del Css, «di allevamenti indiscriminati, ma tutto sarà correlato ad una specifica richiesta da sottoporre al ministero della Salute». Il parere prevede anche precise norme di garanzia a tutela degli animali e della collettività: «Ad esempio il fatto - spiega Garaci - che tali allevamenti siano comunque separati da altre tipologie di allevamenti. Inoltre - ha aggiunto - è anche previsto che al termine degli esperimenti di ricerca autorizzati, per gli animali transgenici utilizzati si proceda all'eutanasia, proprio al fine di evitare sofferenze agli animali».
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