16 DICEMBRE 2010

TG COM
16 DICEMBRE 2010
 
Il cagnetto Zico torna a casa
Era stato rubato e picchiato
 
 
Provincia di Pisa - È un cucciolo di razza Bolognese ma nonostante la stazza esile ha mostrato il carattere di un vero cane da guardia. Ed è proprio mentre era “a guardia” dell’Accademia del biliardo, un circolo ricreativo di Pontedera, che il piccolo Zico ha fatto vedere la sua grinta.
Nei giorni scorsi alcuni ladri hanno svaligiato il circolo. Hanno forzato quattro slot machine e una macchina cambia monete, hanno derubato la cassa del locale e portato via anche una macchina fotografica digitale e una chiavetta per navigare in Internet. Oltre quindici mila euro di bottino.
Ma chi è entrato nel locale ha trovato davanti a sé Zico, che forse ha tentato di impaurire i ladri abbaiando. Il cucciolo è stato portato via. Rubato, picchiato senza pietà e poi gettato in un cassonetto della spazzatura. Ma Zico ha resistito.
Lunedì mattina è stato ritrovato in fin di vita da un operatore ecologico, che ha prontamente avvisato i vigili urbani. Un veterinario si è offerto subito per operare il cagnolino, che aveva una grave lesione all’occhio. Adesso Zico sta bene, anche se un po’ malconcio. “Per noi è come un bambino” ha raccontato Francesca Falani, la titolare dell’attività e proprietaria di Zico. “Siamo davvero contenti perché è tornato a casa. Non posso far altro che ringraziare chi l’ha trovato e curato”.
 
INTERVISTA
http://www.video.mediaset.it/video/tgcom/servizio_cronaca/198458/il-cagnetto-zico-torna-a-casa.html

ANSA
16 DICEMBRE 2010
 
Animali:sindaco lancia appello per sapere chi ha ucciso cane
Mascotte comune di Valdagno, 'Rocco' ucciso da colpi arma fuoco
 
VENEZIA - Il sindaco di Valdagno Alberto Neri ha lanciato un appello per scoprire chi ha ucciso il cane Rocco, alcuni mesi fa, con molti colpi di arma da fuoco.
L'animale era la mascotte della contrada in cui viveva.Il sindaco riferisce che il Comune sta raccogliendo infromazioni dettagliate sull'uccisione della bestiola, benvoluta da tutti, e ha invitato ''chiunque sappia qualcosa'' a rivolgersi ai carabinieri.

AGRIGENTO NOTIZIE
16 DICEMBRE 2010
 
Combattimenti clandestini tra cani a Monserrato?

 
Agrigento - I vigili urbani di Agrigento stanno indagando su presunti combattimenti clandestini tra cani nel quartiere di Monserrato. Tutto è partito dal ritrovamento di alcuni animali da parte del nucleo antirandagismo, tra cui un pitbull con profondi squarci sul corpo. L'animale è stato preso in consegna per essere curato. Il riserbo sull'indagine al momento è totale.
IL SECOLO XIX
16 DICEMBRE 2010
 
Il killer dei cani colpisce ad Arenzano
L'allarme sui bocconi killer si sposta a ponente. Indagano i vigili urbani
Dobermann ucciso da una spugna avvelenata intrisa nell'olio. Il veterinario: «Morte atroce»
 
CLAUDIA LUPI
 
Arenzano (GE) - BOCCONI-killer disseminati sul lungomare di Arenzano e in alcune strade cittadine frequentate dai cani a quattro zampe. L'ultima "vittima"è stata Athena, giovane dobermann di proprietà della famiglia Orena: nel giardino di casa in via Unità d'Italia, sulle alture a levante della cittadina rivierasca ha mangiato un boccone avvelenato ed è morta nell'arco di poche ore facendo scattare l'allarme perché la notizia si è diffusa subito ad Arenzano.
I proprietari di Athena, sotto choc per la morte così atroce del loro dobermann hanno scelto di rimanere in silenzio. «Appena ho saputo di quello che è successo, ho subito fatto partire il passaparola per alzare il livello di attenzione nei nostri giri - sottolinea Giorgio Tirreni, proprietario di un vivace labrador maschio - Ho saputo che que l povero cane ha ingerito una spugna fritta: una morte terribile».
Così i proprietari di cani hanno messo in atto tutte le possibili azioni di difesa. Alcuni hanno documentato con tanto di foto l'abbandono di alcuni bocconi avvelenati, sia sul lungomare che nelle strade più frequentate.
Pezzetti di spugna intrisi e fritti nell'olio che attirano i cani e sono terribili: portano alla morte nell'arco di poche ore come è successo alla povera Athena. I bocconi, provocano un'ostruzione nell'intestino che causa malesseri generali (difficilmente comprensibili dal proprietario in prima battuta e riconoscibili dal veterinario solo dopo avere effettuato una radiografia) per provocare, alla fine, la morte.
Spiega Claudio Caprioli, veterinario di Arenzano: «Ho sentito di quel dobermann avvelenato e mi spiace molto; è un metodo di avvelenamento estremamente crudele. È una morte atroce perchè assomiglia troppo a d uno stato generale di malessere del cane. E addirittura in alcuni casi i succhi gastrici gonfiano a tal punto la spugna rompe lo stomaco. La morte dell'animale può essere evitata soltanto con un intervento immediato; in questo caso ci sono ottime possibilità di riuscire a salvare la vita al cane».
I bocconi-spugna sono un metodo nuovo, almeno per Genova e provincia. Chi avvelena i cani utilizza di solito altri veleni facilmente reperibili in commercio, come l'antigelo per le auto, che attacca l'apparato renale e provoca la morte in breve tempo del povero animale.
Il "tam tam" tra i frequentatori della passeggiata e della spiaggia di Arenzano continua in modo incessante in questi giorni. L'appello é: «Prestate la massima attenzione e tenete il cane al guinzaglio».
«È inevitabile che il passa parola stia allarmando i proprietari di cani e persino i genitori dei bambini, che potrebbero essere attirati da d ei bocconi che hanno l'aspetto invitante».
La polizia municipale è stata allertata ma non ha ancora raccolto riscontri, mentre a molti è tornato in mente la serie di episodi di avvelenamento che aveva interessato lo scorso anno una colonia felina nella zona di via Trieste, sempre ad Arenzano dove alcune gattare, sostenute dell'Enpa genovese, avevano presentato una denuncia contro ignoti alla locale stazione dei carabinieri di Arenzano per l'uccisione di diversi gatti.
Il clamore sollevato, l'azione delle volontarie dell'Enpa e all'intervento dei carabinieri aveva interrotto la strage dei mici.
Ora ad Arenzano, dopo la morte del dobermann Athena,è di nuovo allarme per i bocconi killer sul lungomare.
GEA PRESS
16 DICEMBRE 2010
 
Perugia: di nuovo la morte (impunibile) durante un trasporto di animali
Intervento della Polstrada di Perugia.
 
 
Non è stato possibile contestargli il reato perché il trasportatore non ha causato, per volontà, la morte degli animali. Questo secondo quanto appurato dalla Polizia Stradale di Perugia che, nel corso di un posto di blocco congiunto alla Polizia Provinciale ed al Corpo Forestale dello Stato di Todi, ha fermato un camion adibito al trasporto di suini. Il mezzo è stato fermato in località Deruta (PG) nel tratto autostradale della E45 Terni-Ravenna. La sorpresa è arrivata durante l’ispezione. Tredici dei 110 maiali erano morti verosimilmente di freddo. L’ impianto di riscaldamento era guasto motivo per cui era anche gelata l’acqua per gli animali.Il reato di uccisione di animali, così come quello di maltrattamento, esclude però le condotte colpose, quali ad esempio quelle dovute a negligenza. Non si applica cioè se non vi era volontà nel causare la morte (544/bis) così come il maltrattamento (544/ter) degli animali.Non si sa bene per quanto tempo i suini avessero viaggiato al freddo di queste ore, ma il camion proveniva dalla Germania ed era quasi arrivato a destinazione.Al trasportatore, non potendosi contestare il reato di uccisione di animali, sono stati addebitati 11.000 euro di sanzioni amministrative, ripartite tra le varie inadempienze che avevano poi causato la morte (impunibile) degli animali.

NEW NOTIZIE
16 DICEMBRE 2010
 
Athos: un quattro zampe nell’Olimpo degli eroi

 
Genova - La vicenda è ormai già nota. Sul web è rimbalzata a ritmi impressionanti. Un solo giorno è bastato per portare all'attenzione di milioni di persone l'incredibile morte del cane Athos, mascotte della nave Jolly Amaranto, affondata a pochi metri dal porto di Alessandria d'Egitto, dopo aver resistito a tre giorni di tempesta in mare aperto. Nessun umano ha perso la vita, solo lui Athos, vittima della sua fedeltà. Il Corriere della Sera, onora il quattro zampe (e se stesso) dedicandogli una pagina intera. Probabile che molte altre testate si siano comportate in egual modo.
La nave sta colando a picco, i marinai vengono tratti tutti in salvo e la stessa cosa avviene per la mascotte pelosa, caricata su un rimorchiatore assieme agli altri. Il cane però, che ha vissuto sulla Jolly Amaranto quasi tutta la sua vita ( 5 anni), con un balzo più da felino che da animale domestico salta dal mezzo di soccorso, si tuffa in mare cerca di raggiungere quella che era sempre stata la sua casa. Il rimorchiatore continua la sua corsa, non fa nemmeno a tempo a fermarsi e le onde  generate dalle sue eliche  travolgono inesorabilmente il povero Athos, che muore annegato.
Di eroe in questa storia ce n'è anche un altro, stavolta umano. Un marinaio, forse come tanti altri, forse solo il più veloce. Pietro De Marco non esita, si getta in mare nel tentativo di salvare il suo amico peloso, ma viene  bloccato dai soccorsi, che non avrebbero potuto comportarsi diversamente. Pietro, Athos  non l'avrebbe probabilmente mai raggiunto ed era lui stesso a rischiare seriamente la vita.
Fin qui la cronaca, ma, viene da chiedersi, se questa storia possa insegnare qualcosa. Forse sì. E' Natale, tempo di regali. Tra questi, si fanno largo come tutti gli anni, i cuccioli. Di cane o di gatto, solitamente, senza disdegnare conigli e altri animali "esotici". Gli animalisti ogni anno invitano a non comprare  questi cuccioli nei negozi. Già, i canili e i gattili sono pieni se non proprio di cuccioli di tanti pelosi di mezza età o anziani. Ognuno con la sua triste storia. Qualcuno è stato abbandonato,  qualcun altro maltrattato. C'è poi chi viene rispedito al mittente dopo qualche mese perchè "sa, è diventato troppo grosso", "sporca in casa", "è arrivato un bambino, non c'è più posto". Secondo quanto riportato su siti specializzati e social network sono questi, solitamente, i motivi addotti dai proprietari, che concludono il loro discorso con un lapidario " mi dispiace, non posso più tenerlo".
A volte tutto ciò è vero, le difficoltà sono le più disparate, reali ed inaffrontabili (soprattutto in tempi di crisi), a volte, forse, no. La conclusione è che il peloso di turno finisce dalla poltrona alla gabbia. Se è fortunato trova delle persone che si prendono cura di lui, per quel che possono fare, se è molto fortunato (caso raro) viene ri-adottato da qualche anima pia. Se invece il destino è contro di lui termina i suoi giorni dietro le sbarre da  solo e dimenticato da tutti. Nessuno lo ricorderà nemmeno dopo morto.
Non che i cuccioli presenti nei negozi meritino meno attenzioni. La fedeltà di ogni cane è uguale a quella che Athos, con il suo gesto estremo, ha portato all'attenzione di tutto il mondo. A chi poi pensa che i gatti siano diversi, più "menefreghisti", si potrebbe facilmente rispondere "provate ad adottare un gatto anziano" oppure "provate voi per primi a dimostrare affetto (un affetto vero)  al vostro micio, il risultato sarà a dir poco sorprendente". Qualsiasi cosa si provi a fare però, richiede prima oculate valutazioni.
Il "vostro Athos", in qualunque modo lo chiamiate e a qualsiasi specie appartenga, non merita certo di essere illuso. Se la barca dovesse malauguratamente affondare, lui ne condividerà il destino, cercando fino all'ultimo di alleviare le sofferenze al suo capitano.

PARKS IT
16 DICEMBRE 2010
 
Ancora un lupo ucciso da un bracconiere

 
Jenne (RM) - Un grave episodio di bracconaggio è stato consumato lo scorso 13 dicembre nei territori del Comune di Jenne, all'interno del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini. Un lupo adulto è rimasto ucciso dopo essere rimasto intrappolato in un laccio d'acciaio posizionato da ignoti bracconieri. A ritrovare l'animale privo di vita, ancora con il laccio legato intorno all'addome, in una stradina poco distante dalla sede del Parco, è stato un escursionista che ha avvertito il Servizio Naturalistico del'Ente. In seguito alla segnalazione è stato effettuato un sopralluogo dal Servizio Naturalistico con la speranza che l'animale fosse ancora vivo; dopo averlo osservato da vicino il personale del Parco si è reso conto della gravità dell'episodio ed ha avvisato il Servizio di Vigilanza dell'Ente Parco. I Guardiaparco hanno provveduto ad effettuare i rilievi sulla carcassa dell'animale, subito dopo essere stata rimossa e sarà affidata all'istituto Zooprofilattico per gli esami richiesti. Sul grave episodio i Guardiaparco hanno aperto un'inchiesta in cui viene ipotizzato il reato di bracconaggio nei confronti di animali protetti.
Il lupo è specie tutelata a livello nazionale e comunitario, il Parco dei Monti Simbruini è impegnato nella conservazione della specie e in monitoraggi che hanno evidenziato la presenza nel territorio di 2/3 nuclei riproduttivi con una stima approssimativa di animali presenti valutabile in 20-22 unità. Con rammarico si deve constatare che la fauna e il lupo in particolare, uno dei più grandi patrimoni dei Simbruini, viene brutalmente cacciata quando potrebbe essere invece fonte di promozione territoriale, contribuendo al fascino e al senso di mistero che caratterizzano la montagna.
GEA PRESS
16 DICEMBRE 2010
 
Galline in batteria: dall’Europa conferma del divieto al 2012
Il Parlamento impegna la Commissione sul divieto. Intervento del Presidente De Castro su GeaPress.
 
 
459 voti favorevoli, 32 contrari e 17 astenuti. Questa la maggioranza schiacciante con la quale gli europarlamentari hanno approvato la risoluzione che chiede alla Commissione europea di rispettare il divieto di allevare galline ovaiole in batteria fissato al 1° gennaio 2012 .Il Parlamento ha inoltre chiesto, sempre alla Commissione, di opporsi decisamente a qualsiasi tentativo avanzato da Stati membri sul rinvio della data. Il rischio, infatti, è che la Commissione europea possa dar credito alle lagnanze dei produttori di uova circa l’impossibilità ad adeguarsi ad un divieto che, in realtà, doveva entrare in vigore già dodici anni fa.Secondo i dati in possesso, almeno il 30% dei produttori hanno infatti già dichiarato di non potersi adeguare alla scadenza. Per tale motivo il Parlamento ha altresì invitato la Commissione a presentare entro il 31 dicembre del prossimo anno un elenco di produttori che non saranno in grado di rispettare il divieto.Secondo quanto riferito a GeaPress dal Presidente della Commissione AGRI, on.le Paolo De Castro, la Commissione esecutiva nel rispondere agli eurodeputati ha riferito che non sarà concessa proroga alcuna oltre il termine del 1° gennaio 2012.Sempre il Presidente De Castro, intervenendo sulle recenti polemiche riportate da GeaPress, sul suo possibile interessamento a favore dei produttori, forse funzionale allo slittamento del divieto, ci ha voluto precisare come fin nel suo intervento odierno in Parlamento non è stata chiesta alcuna proroga, ma solo un intervento dell’esecutivo per tutelare il benessere animale ed evitare distorsioni in termini di concorrenza, ovvero garantire il rispetto della reciprocità delle regole commerciali.Ovviamente siamo lieti, e per questo lo ringraziamo, del fatto che il Presidente De Castro non è a favore del rinvio del divieto delle gabbie in batteria fissato al 1° gennaio 2012.

CORRIERE DEL VENETO
16 DICEMBRE 2010
 
Una renna sotto l'albero, sic.
 
C'è qualcosa che mi sfugge nella vicenda della povera Angiola, la renna avvelenata a Gallio, nel vicentino.E cioè: perché mai mettere in mostra tre renne per "celebrare" il Natale? Perché mai usare animali per richiamare turisti e compaesani? Non sono mica pupazzi di neve. Ma animali che soffrono, si emozionano, provano dolore e forse, qualche volta, anche felicità.Ma non era bastata al Comune di Gallio l'avventura con i serpenti sequestrati lo scorso agosto dal Corpo Forestale dello Stato nella mostra allestita in una scuola elementare?Sulla questione renne natalizie, da segnalare anche la vicenda in corso in Gran Bretagna dove i supermercati Lidl hanno annunciato la vendita di carne di renna per il pranzo di Natale.
Animalisti in rivolta. Carnivori pure: questi utlimi sostengono che in fondo le renne, prima di finire al macello, fanno una bella vita, libere di pascolare.
Non la pensano così alla Food and Drink Europe: in un rapporto si legge che nel 70% dei casi le renne macellate sono cuccioloni che non hanno ancora visto la neve. 
Ultima domanda: renne in tavola anche da noi?

GEA PRESS
16 DICEMBRE 2010
 
Avellino. La LAV denuncia: attività venatoria impazza
Rapaci ed altri uccelli protetti ma anche cani e gatti impallinati.

 
Pure cani e gatti impallinati, poi volpi e cinghiali presi con i “lacci”, ovvero i cappi (vietati dalla legge) in filo d’acciaio che strangolano e spesso, se presi per le zampe, amputano. Tante uccisioni e ferimenti di animali appartenenti sia a specie cacciabili che protette. Il tutto, nella provincia di Avellino ed in meno di due mesi di caccia.A denunciare la disastrosa situazione venatoria è Giuseppe Fanelli, responsabile LAV per Avellino e provincia. Fanelli snocciola un impietoso elenco di recuperi, non sempre, considerata la gravità delle ferite, conclusi positivamente. Dal Barbagianni di Ariano Irpinio, allo Sparviero di S. Angelo a Scala. Per non parlare dei numerosi piccoli uccelli impallinati. Merli, passeri, pettirossi, cincie ed i colombacci. Questi ultimi rinvenuti nel corso dei posti di blocco della Forze dell’Ordine quando a questa specie ancora non si poteva sparare. Tutti bersagliati per il diletto dei cacciatori ai quali Fanelli, pur non risparmiando l’accusa di insensibilità, li invita almeno a rispettare la legge sulla caccia.Una situazione che degenera quotidianamente, aggravata del fatto che, sempre secondo la LAV di Avellino, le segnalazioni che afferiscono al Corpo Forestale dello Stato vengono affrontate dovendo superare non poche difficoltà. Questo nonostante la bravura del personale. Anzi parrebbe che le segnalazioni, a volte, vengano dirottate sui volontari della LAV, quando invece arrivano direttamente al numero delle emergenze della Forestale.L’ultimo recupero prospetta probabilmente un futuro accudimento a vita. Una Poiana, uccello rapace particolarmente protetto dalla legge, proveniente da Grottaminarda e con l’ala destra mandata in frantumi da un colpo di fucile da caccia (nella foto il responsabile LAV di Avellino Giuseppe Fanelli insieme alla Poiana).
IL GAZZETTINO
16 DICEMBRE 2010
 
Gattino con la coda congelata salvato nel Colvera
 
Provincia di Pordenone - Lo straziante miagolìo di un gattino, nero e infreddolito, attira l’attenzione di un passante. Siamo in località Fornasatis, dopo la seconda galleria di Frisanco. Il miagolìo proviene dal Colvera, cinque metri sotto la strada. Il micio è su un masso, tutt’attorno le acque del torrente. Rischia di morire di freddo se non verrà soccorso. L’uomo raggiunge l’abitazione più vicina e chiede alla padrona di casa di chiamare il 115, perchè è impossibile raggiungere l’animale senza avere un paio stivali o attrezzature adeguate. Ai vigili del fuoco di Maniago, come al solito tempestivi, pare un intervento di routine. Invece, per via del gelo, la coda del gattino si è "incollata" al masso. Congelata. Con pazienza i pompieri hanno cominciato ad accarezzare l’animale e a bagnargli la coda finchè il ghiaccio non si è sciolto. Erano le tre del pomeriggio, difficilmente il gattino avrebbe superato la notte. Visto il punto in cui è stato ritrovato, i pompieri sospettano che si tratti di un caso di abbandono. È stato immediatamente adottato, riscaldato e sfamata dalla signora di Frisanco che ieri pomeriggio ha chiamato i soccorsi.
IL TIRRENO
16 DICEMBRE 2010
 
Piccolo cane smarrito alla Sedia
 
PIOMBINO (LI). Da circa 3 giorni è stato segnalato, ai Ghiaccioni, alla base della zona denominata “La sedia”, un cane di piccola taglia tipo schi-tzu di colore grigio piombo con le zampine bianche. Il cane purtroppo - nonostante sia stato subito attivato il servizio accalappiatura cani - non si lascia avvicinare. Viste le temperature si teme per la sua salute. Qualcuno lo avesse perso è pregato di contattare l’Enpa oppure l’Ufficio degli animali per recuperarlo al più presto.

IL TIRRENO
16 DICEMBRE 2010
 
Cane mordace, padrona condannata: 5mila euro
 
PISA. Attenti al cane. Al vostro, soprattutto. A una donna pisana, il morso sferrato dal proprio animale ad una signora che stava portando a passeggio il nipotino è costato quasi 5mila euro. Il fatto è successo nel settembre di tre anni fa e la causa è stata discussa davanti al giudice di pace Carlo Scognamiglio (sentenza 1491/09). La donna morsa, assistita dagli avvocati Daniele e Sergio Coco, chiedeva poco più di 2.500 euro di risarcimento.  Un pomeriggio di settembre, mentre si trovava a transitare sul marciapiede di via dell’Aeroporto, la vittima era stata aggredita da un grosso cane senza museruola, che le sferrava un morso all’altezza della coscia destra senza che lei fosse in grado di tentare anche una minima difesa: stava infatti sospingendo il passeggino del nipote.  Il cane era condotto da un uomo che si presentò come cognato della padrona, che a dire dell’uomo aveva provveduto a sottoscrivere un’assicurazione a copertura del rischio di aggressioni.  La vittima del morso, dopo le cure al pronto soccorso, era stata sottoposta a perizia dall’assicurazone della padrona del cane, ma non le fu mai recapitata alcuna proposta di risarcimento. Di qui la decisione di andare davanti al giudice, che ha riconosciuto il suo diritto al risarcimento. Con un cospicuo aggravio di spese per la padrona del cane, rimasta contumace: 2.100 euro di spese legali più Iva e Cpa, oltre a 2430 euro di risarcimento.

LA GAZZETTA DI REGGIO
16 DICEMBRE 2010
 
Bovino scappa, caos a Cella
 
Marco Martignoni
 
Cella (RE) - E’ riuscito a liberarsi dalla «morsa» delle catene che lo stringevano sul camion che lo stava accompagnando ad un macello. Poi, ha corso in via Vico, fino a rifugiarsi nel cortile di una villetta in via Svezia. Protagonista un bovino, abbattuto da un cecchino della polizia.  E’ quanto accade ieri mattina poco prima delle 9 nel cuore di Villa Cella.  Inspiegabilmente l’animale riesce a fuggire dal camion dove era stato caricato poco prima in compagnia di altri bovini. Una volta libero, è il caos.  Gli automobilisti si trovano davanti a un animale che corre all’impazzata.  Per fortuna, il bovino non provoca incidenti, salta un fosso e si dirige verso via Svezia. Sfonda un piccolo muro di recinzione e si rifugia nel cortile di una villetta. E’ agitato, spaventato, mentre a Cella si precipitano le pattuglie della polizia provinciale, della questura, dei vigili urbani e una gru dei vigili del fuoco.  In via Svezia si precipita anche il dirigente delle volanti Dante Panatta che rimane sempre in contatto con la prefettura perché l’obiettivo è quello di evitare incidenti stradali causati dalla folle corsa del bovino.  In via Svezia arrivano anche i veterinari dell’Ausl e i soccorritori, dopo aver valutato le varie soluzioni, decidono di chiedere aiuto a un tiratore della polizia.  In pochi minuti il cecchino della questura arriva in via Svezia, sale sulla gru dei pompieri e uccide l’animale.  In un primo momento si era ipotizzato di colpire il bovino con una siringa per addormentarlo, ma le successive valutazioni fatte sia dagli esperti dell’Ausl sia dagli agenti della polizia provinciale, hanno spinto la questura a risolvere il problema in un altro modo, abbattendo il bovino.  La carcassa dell’animale è poi stata recuperata poco più tardi.  Nel frattempo, però, sono iniziate le indagini per capire come l’animale sia riuscito a liberarsi durante il suo trasporto sul camion.

AGI
16 DICEMBRE 2010
 
GALLINE OVIAOLE: DE CASTRO, SI' BENESSERE ANIMALE NO DISTORSIONI
 
Roma - "Quella di oggi e' un'occasione importante per discutere di un tema strategico quale e' la protezione del benessere animale in agricoltura". Cosi' il Presidente della commissione agricoltura del parlamento Europeo, Paolo De Castro, durante il suo intervento in Aula sull'interrogazione orale "il benessere delle galline ovaiole". A partire dal 1 gennaio 2012, entreranno in vigore i termini stabiliti dalla Direttiva n1 74 del 1999 che stabilisce le norme minime per la protezione delle galline ovvero l'abolizione delle gabbie di batteria convenzionali quale sistema di allevamento per la produzione di uova. E' vivo in me - ha dichiarato De Castro - il ricordo del Consiglio UE dell'agricoltura del 19 luglio 1999. Una giornata importante nella quale, in rappresentanza del mio Paese, ero infatti Ministro in carica delle politiche agricole, contri buii con voto favorevole all'approvazione di questa importante direttiva. Adesso, a distanza di un anno dall'irrevocabile entrata in vigore della nuova normativa, i dati indicano che i produttori europei stanno procedendo con l'adeguamento del loro sistema produttivo, ma non senza incontrare difficolta'. Cio' che chiediamo alla Commissione e' un impegno concreto per salvaguardare il benessere animale e per garantire il rispetto dei termini stabiliti dalla direttiva, venendo incontro a quelle imprese che dimostrano concretamente la volonta' di adeguarsi. Al tempo stesso, occorre gestire in maniera efficace il passaggio alla nuova normativa evitando distorsioni in termini di concorrenza e garantendo un mercato piu' trasparente, orientato al concetto della cosiddetta reciprocita' delle regole. L'attenzione a questo tema e' fondamentale per evitare che gli sforzi europei, i nostri sforzi, in tema di benessere animale vengano vanificati da un mercato incapace di riconoscer e i valori sociali incorporati nei beni alimentari. E' necessario - ha concluso De Castro - ridurre gli impatti distorsivi derivanti dalla possibilita' che player al di fuori del sistema di regole comunitario, possano tradurre i minori vincoli, cui sono sottoposti, in maggiori vantaggi competitivi.
FEDERFAUNA
16 DICEMBRE 2010
 
Germania. Importazioni illegali di animali. La normativa UE non viene rispettata ...
 
L’importazione di animali dall’estero è un tema molto  scottante e messo in discussione. A parte le discussioni pro e contro che fanno tra loro gli animalisti, da tempo i legislatori sia a livello Nazionale che europeo hanno creato dettagli circostanziati  con  regolamentazioni precise. Ma in Germania queste regolamentazioni in essere in alcuni Land (regioni) non vengono applicate. Tralasciando i controlli delle Autorità e quelle relative alla legislazione sulle zoonosi, viene importato nella Repubblica Federale una quantità non decifrabile di animali, sopratutto cani, da organizzazioni della protezione animale.- Per i Land Sassonia, Saar ed Amburgo, CharityWatch.de ha la conferma scritta dei relativi Ministeri che ammettono di non applicare la normativa vigente.  .
Legislazione . Nel di settembre 2010 il Dr. Patrik Huselstein del Ministero dell’Agricoltura, Alimentazione e tutela dei consumatori (BMELV) ha presentato una relazione dettagliata che spiega la normativa relativa all’importazione di animali da parte di associazioni animaliste. I punti principali sono i seguenti:
1. Tutte le organizzazioni per la protezione animale, prima dell’importazione di animali, devono richiedere presso la ASL veterinaria competente l’iscrizione come da paragrafo 4 della legge sulla protezione da zoonosi  (BMTierSSchV) .
2. Indipendentemente dal tipo di trasporto e del numero di animali, tutti i trasporti devono essere segnalati il giorno stesso, attraverso il sistema TRACES.  
3. Anche le organizzazioni animaliste per legge devono avere la licenza come da paragrafo 11,  comma 1 No. 3 lettera b della legge sulla protezione animale, per il “commercio professionale di animali” Questa licenza non ha nulla a che fare con la licenza prevista dal paragrafo 11 (competenza professionale). 4.Cuccioli di età inferiore ai tre mesi che non possono essere vaccinati contro la rabbia a causa dell’età,  non possono affatto  essere importati in Germania, nemmeno se accompagnati dalla madre. Non sono possibili autorizzazioni particolari/eccezioni .
Richiesta a livello nazionale . A seguito di ricerche singole, CharityWatch ha fatto richiesta a tutti i Ministeri regionali dell’agricoltura  . La richiesta giornalistica verteva sul numero di associazioni ed organizzazioni che hanno la licenza prescritta, il numero dei trasporti segnalati ed il numero di cani importati nel 2009. Poi per ogni Land (Regione) questi dati sono stati richiesti anche per associazione campione. 
Mancata conoscenza. Molte organizzazioni animaliste non conoscono la legislazione vigente. Spesso si sente rispondere che si tratta di protezione animale e non di attività commerciale. Il legislatore però la pensa diversamente. Non si tratta di verificare un eventuale guadagno, bensì se con l’importazione v’è flusso di denaro. E nella protezione è così poiché con l’adozione degli animali viene incassata la “Schutzgebuehr”. Criterio completamente diverso dalla regolamentazione relativa ai movimenti per viaggi, se nel paese di destino avviene la cessione ad un nuovo proprietario. Non è rilevante nemmeno il numero di animali importati. Le regolamentazioni citate sono valide anche se viene portato un solo cane in Germania. Ogni organizzazione animaliste od ogni singolo animalista che porta in Germania animali senza avere il numero di registrazione secondo il paragrafo 4 del BMTerSSchV e senza aver effettuato la comunicazione TRACES, lo fà illegalmente. E vale anche per I padrini di volo
Sassonia. Il Ministero della Sassonia ha comunicato, relativamente ad un caso specifico, che alla ASL veterinaria la situazione legislative è risultata chiara solo ora attraverso le indicazioni di CharityWatch.de ed ha espresso i suoi ringraziamenti.  Per assicurarsi che le nuove regolamentazioni relative all’importazione di animali e commercio con questi  animali, vengano recepite, sono stati nuovamente informati le ASL veterinarie ed i nuclei antisofisticazione.
Amburgo. Ci sono innumerevoli organizzazioni animaliste  che rientrano nella competenza dell’ufficio tutela del consumatore di Amburgo, che importano regolarmente animali dall’estero. Ma né nel 2009 e nemmeno negli anni precedenti è mai stato assegnato un numero di registrazione ad un’organizzazione animalista, come da paragrafo 4 del BMTierSSchV. nel Land (Regione) di Amburgo.In questa Regione le ASL veterinarie preposte non hanno mai preteso da alcuna associazione animalista od organizzazione animalista di presentare la richiesta per la licenza per il commercio con animali. Nel sistena TRACES non c’è nemmeno una segnalazione di un trasporto di animali nella Regione di Amburgo. Il Ministero non ha delle cifre relative al numero di cani importati nel 2009. Ciò significa a tutt’oggi non ci sono mai stati controlli relativi alla legge sulle zoonosi sulle importazioni di animali effettuate da organizzazioni animaliste
Regione Saar . La stesura della normative BMTierSSchV è del 1992. La versione attuale di questa legge è nota da aprile 2005. Nonostante ciò il Ministero della salute e tutela del consumatore non rispettando l’attuale legislazione, si giustifica asserendo che le associazioni animaliste di questa regione fanno riferimento all’attività di volontariato. Con la cessione degli animali viene solo richiesta la Schutzgebuehr (tassa per la protezione animale ), che non rappresenterebbe un guadagno.  Addirittura due mesi dopo esplicito chiarimento da parte del BMELV, per cui anche per le associazioni animaliste è valido lo status “commercio professionale con animali” , la Regione del Saar si rifà alla posizione obsoleta dello stato di Onlus/volontariato. Comunque, anche tralasciando il criterio del commercio professionale, nella stesura attuale la legge BMTierSScH   è valida da cinque anni. Da allora è obbligatorio avere un numero di iscrizione per i trasporti che devono essere segnalati attraverso il sistema TRACES. Ma anche questa parte delle normative vigenti nella Regione Saar non viene applicata : nessuna iscrizione e neanche un trasporto di animali segnalato nella Saar. Quindi una richiesta di dati relativa ad un’organizzazione animalista con sede nella Saar, che importa regolarmente animali dall’estero come da documentazione attestante, resta inevasa. .
Controlli inesistenti.  Da valutazioni effettuate, vengono importati ogni anno dall’estero in Germania dai 250.000 ai 400.000 cani. Sebbene ormai la protezione all’estero e l’importazione di animali da parte di organizzazioni animaliste ha raggiunto un volume non indifferente, nonostante in passato si sono diffuse pericolose zoonosi (attualmente l’anemia infettiva dei cavalli), in diverse Regioni tedesche la legislazione Europea non è mai stata applicata. Le importazioni di animali da parte delle organizzazioni animaliste si muovono in un ambito grigio, fuori da qualsiasi controllo delle Autorità. 
Riconosciuta l’esplosività della situazione: Nel frattempo i Ministeri dei Land/regionali hanno ammesso l’importanza che rivestono  le richieste di Charitywatch.de. Questo argomento è stato inserito nell’agenda dell’ultima seduta dell’Unione regionale della Tutela del consumatore (LAV). Nella LAV operano le Autorità più alte regionali responsabili della tutela del consumatore. Il compito è in particolare coordinare l’applicazione delle legislazioni. E’ già stato confermato che verrà rilasciato un parere da parte della LAV , che verrà pubblicato da Charitywatch.de.    
Opinione di CW-. Negli anni passati si è potuto evincere, dai gravi  pericoli occorsi (vedi influenza aviaria e suina) ,  l’importanza dei controlli sulle zoonosi. Anche il gruppo di malattie infettive che non ha effetti diretti sull’uomo, per via del traffico mondiale e del commercio globalizzato,  può trasformarsi in tempi molto brevi in un pericolo con potenziali danni economici  rilevanti. Per questo motivo non è accettabile il fatto che le leggi vigenti a riguardo non vengano rispettate.Ma l’argomento ha altre sfaccettature: Sebbene la protezione animale rientra negli obiettivi dello Stato, molti ambiti di questo importante compito sociale viene rimandato al volontariato.  Prendiamo per esempio la gestione degli animali abbandonati e gli animali sequestrati dalle Autorità. Come si è potuto accertare ora, anche l’importazione di animali da parte di organizzazioni per la protezione animale si muove in un ambito al di fuori di qualsiasi controllo da parte dello Stato. Nella sua posizione rilevante nell’ambito social-politico la protezione animale stessa deve avere interesse vitale affinché il proprio lavoro sia trasparente, controllato e sicuro. 

MUSIC.FAN PAGE
16 DICEMBRE 2010
 
Lady Gaga: il vestito di carne è un fashion-statement per il Time

 
Nonostante figurasse tra i finalisti per la copertina del Time che determina il personaggio dell’anno, Lady Gaga non è riuscita a spuntarla. Questa volta, infatti, su una delle riviste più prestigiose è finita la faccia di Zuckenberg alias il Signor Facebook, colui che ha modificato completamente il modo di socializzare negli ultimi anni.
Insieme a Lady Gaga si era fatto il nome di Julian Assange, lo svedese fondatore di Wikileaks, altro sito internet che recentemente è stato in cima alle cronache mondiali a causa dello scandalo che ha causato nelle ultime settimane, scandalo nato dalla diffusione di alcuni file segreti. Fu proprio Lady Gaga a rendere possibili le copie dei file finiti su Wikileaks dal momento che si utilizzò un cd riscrivibile contenente la sua musica.
Comunque Lady Gaga non si può lamentare: sempre il Time, infatti, ha decretato il suo vestito di carne come “fashion-statement” del 2010. La “dichiarazione di moda” starebbe nel fatto che nessuno prima di Lady Gaga aveva osato tanto e soprattutto viene apprezzato il fatto che questo particolare abbigliamento, che ha causato anche una protesta degli animalisti a Torino, era in realtà portatore di un significato profondo. Come ha spiegato la stessa star, infatti, il vestito di carne si inseriva all’interno della sua lotta per l’abolizione del Don’t Ask Don’t Tell arrivando a simboleggiare la condizione umana di chi non fa nulla per i propri diritti riducendosi a mera carne appoggiata ad uno scheletro.
LA PROVINCIA DI VARESE
16 DICEMBRE 2010
 
la proposta/da villa recalcati
Cervi e cinghiali investiti? Diventeranno prosciutti
Progetto al vaglio di Specchiarelli: «Così risarciremo i tanti danni che fanno agli agricoltori»
 
Francesca Manfredi
 
Varese - Cervi, ma soprattutto cinghiali, s'incamminano sulle vie della prosciuttificazione per risarcire gli agricoltori varesini dai tanti danni che loro stessi avevano fatto nei giorni felici delle scorribande per i campi. Si direbbe una sorta di legge del contrappasso in salsa varesina quella che sta predisponendo Bruno Specchiarelli, assessore provinciale ad agricoltura, caccia e pesca, insieme ai suoi tecnici.
L'idea di fondo è quella di sfruttare una risorsa che di fatto esiste sul territorio, come i cinghiali che vengono abbattuti o i cervi e i caprioli contro i quali di tanto in tanto va a sbattere qualche macchina, per andare a rimborsare chi per colpa della fauna selvatica ha subito danni ingenti. I primi in lista sono naturalmente gli agricoltori: «Per quest'anno presenteremo circa 90 mila euro di richiesta per rimborso danni, la depositerò la settimana prossima», annuncia Specchiarelli. Soltanto l'anno scorso la richiesta di risarcimento complessiva si era fermata a meno della metà, 35 mila euro. Cosa è cambiato? «Abbiamo visto un aumento esponenziale della popolazione», spiega, «e siccome tutti gli animali investiti o abbattuti, quando sani, vengono destinati agli enti morali, ho dato mandato di valutare come sarebbe possibile vendere la carne per farne da una parte un prodotto del nostro territorio e dall'altra per mettere da parte una bella cifra da destinare all'agricoltura danneggiata». I quantitativi in effetti sembrano promettere bene. Quest'anno si parla di almeno 12 quintali di carne. Tutta produzione 100% varesina che la Provincia ha messo in tavola a costo zero.
Il problema se mai è che tra certificazioni e autorizzazioni varie, che necessariamente si devono fare per la sicurezza sanitaria, diventa difficile pensare di venderla fresca, e oltretutto «non possiamo vendere la carne al pubblico, non siamo una macelleria e non siamo preposti a farlo». Quindi? «Pensiamo di fare un bando. Qualche trasformatore potrebbe ritirare la carne e farci degli insaccati. Sarebbero prodotti tipici del territorio e dall'altra parte, con il ricavato, potremmo risarcire totalmente gli agricoltori danneggiati che oggi ricevono solo la metà».
Gli ambientalisti della Lipu intanto recepiscono e, a sorpresa, rilanciano: «Dovrebbero farli fuori tutti, non solo una parte». Massimo Soldarini, uno dei responsabili di Varese, almeno per il caso specifico del cinghiale garantisce: «Se l'obiettivo è davvero quello di fare una gestione seria della popolazione, bisogna eliminarlo completamente. Il cinghiale è una specie alloctona che è stata introdotta per scopi esclusivamente venatori e che da noi non ha predatori naturali che possano contenerla. Eliminandola avremmo risolto il problema in via definitiva».

IL TEMPO ABRUZZO
16 DICEMBRE 2010
 
Progetto tra Riserva di Penne, Parco e Forestale per salvare l'animale dall'estinzione
La lontra trova un amico nell'uomo
Tutela Habitat da migliorare e documentari educativi. In arrivo le cucciolate
 
Regione Abruzzo - Tre centri coalizzati per salvare la lontra, uno degli animali più minacciati di estinzione in Italia. Il Corpo forestale dello Stato, il Parco nazionale d'Abruzzo e la riserva naturale del lago di Penne, hanno firmato un protocollo d'intesa per dare maggiore tutela a questo animale. Le lontre attualmente ospitate in cattività a Caramanico Terme, Penne e Pescasseroli saranno considerate come una popolazione unica per migliorare gli ambienti in cui vivono. Grazie a questo accordo per il 2011 sono attesi dei piccoli e sono stati avviati dei progetti di ricerca sulla specie, con la produzione di documentari e di immagini che possano aiutare a diffondere l'importanza della tutela delle lontre e del loro habitat e la realizzazione di azioni sul territorio per favorirne la naturale ricolonizzazione. A Caramanico Terme è stato avv iato un centro di allevamento che ospita alcuni esemplari dove finora sono nati ben 26 cuccioli. In queste strutture la Forestale conduce da anni ricerche scientifiche su vari aspetti della biologia della lontra. Attività sul territorio finalizzate allo conoscenza dello status della specie e un rilascio sperimentale sono solo alcune delle iniziative intraprese. Tra l'altro è stata avviata la costruzione del primo centro di recupero esclusivamente dedicato alla specie. Per vedere da vicino le lontre, è possibile visitare il recinto didattico opportunamente allestito, con un originale allestimento dedicato ai più piccoli. I bambini possono immedesimarsi in una lontra per provare, attraverso il gioco, a vivere come lei e provare la sicurezza e il calore di una tana, ma anche i rischi e i problemi a cui sono esposti soprattutto a causa degli errati comportamenti umani. I piccoli visitatori sono stati i protagonisti della realizzazione di un calend ario, che racconta con disegni e filastrocche le emozioni vissute nel visitare il nuovo allestimento della tana della lontra realizzato dalla Forestale a Caramanico Terme.
COMUNICATI STAMPA PIEMONTE
16 DICEMBRE 2010
 
Operazione “animal house”: sotto sequestro a Prato il centro di scienze naturali di Galceti
 
Novello Franco
 
Da fiore all’occhiello della provincia e dell’intera regione, a protagonista di una bufera giudiziaria. È questa la sorte del Centro di Scienze Naturali di Galceti, posto sotto sequestro penale preventivo, mentre lo storico direttore del Centro e tre persone dello staff sono stati indagati per un lungo elenco di reati, che vanno dal presunto esercizio abusivo della professione veterinaria al maltrattamento di animali e ad illeciti legati alla caccia.
Il sequestro dell’intera struttura, che ricade all’interno dell’Area Naturale Protetta di Interesse Locale del Monte Ferrato e del Sito di Interesse Comunitario (SIC) del Monte Ferrato-Monte Javello, è stato eseguito dagli agenti del Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Prato coadiuvati dalla Polizia Provinciale di Prato. I sig illi sono scattati al termine di una lunga attività investigativa, iniziata nei primi mesi del 2009 sulla base di segnalazioni e testimonianze da parte dei volontari che prestano servizio nella struttura.
Già nel giugno scorso, per chiarire l’ipotesi del reato di esercizio abusivo della professione veterinaria da parte del direttore del Centro, c’era stata una prima perquisizione dell’intera struttura, compresa l’abitazione del direttore stesso all’interno del parco. Ad avallare l’ipotesi, oltre alle testimonianze, le numerose confezioni di medicinali scaduti e per uso umano rinvenute all’interno dell’infermeria destinata alla cura degli animali. In quella stessa occasione gli agenti avevano avuto modo di accertare anche la situazione di forte degrado e irregolarità diffusa in cui erano tenuti gli animali vivi, fra i quali daini, cervi e cinghiali, uccelli e rettili. Parte di questi venivano alim entati con mangimi scaduti o totalmente inadeguati alla loro natura, come liquirizie, bibite gassate e alcoliche e merendine recuperate da centri di grande distribuzione alimentare.
Probabile anche l’ipotesi che nel Centro si praticassero attività di caccia abusiva e detenzione illegale di armi. Sono state infatti sequestrate 5 trappole utilizzate per la cattura di animali selvatici, due delle quali dotate di un meccanismo di attivazione azionabile in un caso direttamente dall’ufficio e nell’altro dall’abitazione del direttore. Nei congelatori presenti nella struttura del Centro sono stati trovati 240 esemplari morti di storno (la cui cattura e detenzione è assolutamente vietata), catturati, abbattuti e detenuti illegalmente, e alcuni esemplari di piccione domestico uccisi illegalmente con armi da fuoco. Gli storni presentavano evidenti segni di schiacciamento manuale del cranio, tali da permettere di ipotizzare anche il reato di maltrattamento. Ad aggravare il quadro indiziario, sono state trovate nell’abitazione del direttore anche un’arma e un centinaio di munizioni non denunciate, oltre a una carabina calibro 22, arma vietata per la caccia, carica e pronta all’uso. Tutte le scoperte rientrano in una cornice di generale degrado, che ha portato ad accertare anche il reato di deposito incontrollato di rifiuti speciali, riscontrato in seguito al ritrovamento di vari cumuli di scarti distribuiti in diversi punti del parco.
A cura dell’ufficio stampa dell’Ispettorato generale del Corpo forestale dello Stato.
IL MATTINO
16 DICEMBRE 2010
 
Una pecora ieri mattina ha provocato il blocco della linea ferroviaria ...
 
Avellino-Benevento - Una pecora ieri mattina ha provocato il blocco della linea ferroviaria Avellino-Benevento nei pressi dello stretto di Barba in territorio di Ceppaloni. Verso le 7.30 il treno, partito da Avellino e che procedeva in direzione del capoluogo del Sannio, ha arrestato la sua marcia: sul binario c’era una pecora ferita. È stato dato l’allarme ed è scattato l’intervento del servizio veterinario dell’Asl Bn uno, che ha provveduto ad inviare sul posto un sanitario. La pecora è stata rimossa. L’animale era rimasto ferito perché, probabilmente, era stato travolto dal treno transitato poco prima. Il conducente del convoglio forse non si era accorto della sua presenza lungo il binario, ed aveva proseguito il suo itinerario. Invece il treno diretto in città ha bloccato la sua corsa. Una volta rimosso l’animale il treno ha potuto riprendere la sua marcia giungendo con alcuni minuti di ritardo presso la stazione ferroviaria centrale. La pecora è ora curata e si cerca di appurare anche da quale azienda agricola della zona si era allontanata.
AGI
16 DICEMBRE 2010
 
BRACCONIERI NEL MIRINO, ESULTANO GLI AMBIENTALISTI
 
Bangui - Gli ambientalisti di Repubblica Centrafricana, Camerun, Gabon e Congo Brazzaville hanno espresso la loro soddisfazione per alcune recenti operazioni di polizia che hanno sbaragliato gang di bracconieri e contrabbandieri di avorio attive nelle foreste e nelle savane.Le Forze speciali centrafricane hanno arrestato il capo banda e un gruppo di accoliti dediti al contrabbando di zanne di elefante, pelli di pantera e di leone. Analoghe operazioni in Camerun, dove un'unita' specializzata del ministero delle Foreste ha bloccato contrabbandieri in possesso di gusci di tartaruga. Nel Congo Brazzaville, a un contrabbandiere sono stati sequestrati 30 chili di avorio pronto per essere esportato. In Gabon invece sono stati bloccati dalle forze dell'ordine 16 contrabbandieri in possesso di oltre un quintale di avorio. Il dirigente della sezione centrafricana del WWF, Jean-Bernard Yarissem, ha affermato che tali operazioni dimostrano che "un'azione efficace contro coloro che distruggono le ricchezze naturali possa dare risultati quando e' sostenuta ai piu' alti livelli".

LA ZAMPA.IT
16 DICEMBRE 2010
 
Non è troppo tardi per salvare gli orsi polari
Secondo uno studio Usa potrebbero sopravvivere tra Canada e Groenlandia

 
Nonostante il riscaldamento globale, non tutto è perduto per gli orsi polari: questo è il risultato di due studi statunitensi sul futuro dei plantigradi, minacciato dal progressivo scioglimento dei ghiacci. Il primo dei due studi, pubblicato dalla rivista scientifica statunitense Nature, suggerisce che se le emissioni di gas serra fossero drasticamente diminuite, si riuscirebbe ad evitare una perdita di volume dei ghiacci estivi tale da mettere a rischio l’habitat degli orsi.Se invece - secondo uno scenario ritenuto ben più realistico - il riscaldamento globale non dovesse rallentare nel prossimo futuro, il secondo studio presentato in occasione della conferenza annuale dell’Unione Geofisica Americana afferma che tra la Groenlandia e il Canada rimarrebbe comunque una sottile zona dove prevarrebbero le condizioni polari attuali, e dove un certo numero di orsi riuscirebbe quindi a sopravvivere. L'analisi si basa sulle proiezioni fatte nel 2007, secondo le quali con l'attuale tasso di diminuzione del ghiaccio artico, un terzo dei 22mila orsi polari attualmente esistenti, potrebbe arrivare alla metà del secolo. Per verificare se si è giunti già a un punto di non ritorno per gli orsi polari, i ricercatori guidati da Steven Amstrup dell'U.S. Geological Survey hanno applicato a un modello climatico «specializzato» nell'Artico le possibili conseguenze di una diminuzione della produzione di gas serra nel mondo.«Quello che abbiamo trovato - spiega Amstrup - è che il punto di non ritorno non è ancora stato raggiunto, e che in presenza di una diminuzione dei gas la quantità di ghiaccio artico potrebbe invertire la tendenza attuale di una diminuzione drastica, e stabilizzarsi nei prossimi decenni, salvando così gli orsi». Secondo lo studio, però, oltre alle misure sulle emissioni servono delle iniziative mirate: «Bisognerebbe vietare del tutto la caccia - spiegano - e limitare al minimo indispensabile tutte le interazioni tra l'uomo e gli orsi».
IL GIORNALE
16 DICEMBRE 2010
 
Il cavallo non vive nel dolore
I cavalli non temono le conseguenze remote degli eventi e sono tutti divi di Hollywood senza la finzione cinematografica e gli effetti speciali
 
REDAZIONE

Simone Ferrian

 
Il professor Diego Fonda sosteneva e sostiene che se sei in mezzo al mare, al buio, ti lasci prendere dal panico e anneghi. Se in lontananza un faro ti aiuta a nuotare, salvi le penne. Nelle cose umane, la sfera emozionale, affettiva è importante per farcela ad andare avanti e la motivazione è necessaria a vincere il panico e la paura.
Il cinema spesso mostra eroi invincibili che riescono a combattere nonostante multiple, profonde ferite, ma l’uomo normale si mette a letto già con un taglietto insignificante e si fa’ coccolare dai familiari.
I cavalli invece sono tutti divi di Hollywood ma senza la finzione cinematografica né gli effetti speciali. Mi è capitato di vederne alcuni che, nonostante squarci sanguinanti e carni a penzoloni, brucassero tranquillamente la fresca erbetta, magari condita delle goc ce del loro stesso sangue. Un uomo nella stessa situazione avrebbe paura di morire e cercherebbe solidarietà fra chi fosse in grado di aiutarlo. I cavalli non temono le conseguenze remote degli eventi, perché non associano il male presente con le sequele che ne possono derivare. Semmai il cavallo può avere paura di ciò che gli sta accadendo nel presente, e nel presente anch’esso dimostra di possedere una sfera emotivo-emozionale che lo induce a fuggire e a cercare l’aiuto del branco. Al contrario, a pericolo scampato, riprende le sue normali attività, come se il sangue non gli rigasse il manto, come se le mosche non gli infettassero le ferite, come se la febbre e l’ipotensione arteriosa non fossero che una dolce droga.
E così, proprio così, continua imperterrito a brucare l’erba, a rincorrere le femmine in estro, a giocare con gli altri, finché il sangue non si avvelena e la sua mente div enta offuscata e ottusa per le tossine e piano piano, senza percepire il dolore acuirsi, dolcemente smette di vivere.
Qualcuno potrebbe giustamente essere felice del fatto che, come animale senziente, l’uomo abbia la possibilità di esprimere appieno la sua sfera affettiva ed emozionale, anche attraverso il coinvolgimento più o meno empatico di famigliari, dottori e infermieri.
E se non fosse che esistono uomini come i cavalli, tutto il discorso non farebbe una grinza. Se non fosse, intendo, che esistono uomini simili agli eroi di Hollywood, uomini che forti di una dignità spropositata, di un coraggio esagerato, rigettano, sembrano dimenticare, paura e dolore e continuano imperterriti il loro cammino, senza dimenticarsi di apportare addirittura il loro contributo agli altri. Noi tali uomini li chiamiamo martiri, santi o eroi della patria… ma allora questi uomini sono più speciali degli altri oppure visto il clich&egrav e; animale e cavallo, sono solo normali?
E se la normalità fosse l’eroismo e noi altri uomini più emotivi fossimo in realtà una massa di scorreggioni?
Ma qui ci nascondiamo sotto la gaussiana. In statistica che poi è una scienza matematica, la gaussiana è un modello per interpretare la realtà. La realtà può essere in tal modo descritta attraverso una curva fatta a campana che contiene i normali cioè noi scorreggioni. In parole povere, se al mondo la maggioranza è fatta di scorreggioni, vuol dire che i normali sono gli scorreggioni appunto. Gli strani sono invece gli eroi e i santi. Ricorrendo al sillogismo, dovremmo desumere quindi che anche i cavalli e in generale gli animali, siano “strani”, eroi e santi. Forse il vero significato del viaggio dell’uomo sta nel recupero di quelle qualità ancestrali che la coscienza ci ha precluso. Già Platone infatti asseriva, nel suo mito della caverna, che gli illuminati fossero pochi rispetto alla massa di persone, proprio come gli eroi e i santi.
La coscienza è un’arma pericolosa: può essere usata per restare eroi come gli animali e contemporaneamente permetterci di fare quel passo in più che ci differenzia da essi, oppure per perdere quelle qualità ancestrali animali e diventare solo degli emeriti scorreggioni.

GAZZETTA DI REGGIO
16 DICEMBRE 2010
 
Un cucciolo a Natale? Meglio dopo le feste
 
Natale, tempo di regali: ma quale regalo è più bello e gradito di un cucciolo tenero e affettuoso? E’ un dono, però, che deve essere ben ponderato, poiché gli animali amano e soffrono come noi, non sono oggetti che dopo l’entusiasmo del primo momento possono essere gettati o riciclati.  Il destinatario del regalo deve essere almeno in età scolare per avere la maturità giusta per apprezzarlo ed essere in grado di affrontare la bellissima e formativa esperienza del prendersi cura di un altro. Solo i genitori possono assumersi la responsabilità di regalare un animale al proprio figlio, consapevoli del fatto che dovranno farsene carico dal punto di vista legale, materiale e - molto facilmente - anche gestionale. E che questo regalo durerà molti Natali, Pasque, ferie estive e rimarrà in famiglia anche dopo che l’ex bambino sarà uscito di casa. Nel caso si decida - responsabilmente! - di prendere un cucciolo, questi deve avere assolutamente più di due mesi di età (anche se non prendono più il latte hanno bisogno della madre e dei fratelli per crescere in modo equilibrato) e dovrebbe essere portato a casa possibilmente dopo Capodanno. Durante il periodo natalizio le nostre case sono troppo rumorose e stressanti per un piccolo appena tolto dalla sua famiglia e un cucciolo, non ancora vaccinato e adeguatamente trattato contro i parassiti intestinali, rischia di ammalarsi a causa dello stress o di qualche errore alimentare. Siamo così sicuri di voler passare le feste pulendo pipì e popò? Aspettiamo la Befana! - Olga Pattacini Veterinario Ausl
 
torna alla pagina iniziale [email protected] l'archivio della rassegna stampa