16 NOVEMBRE  2009

LIBERO
16 NOVEMBRE 2009

 

MILANO: CUCCIOLI E PORCELLINI D'INDIA PER ACCATTONAGGIO, DUE DENUNCIATI

 

Milano - Cosi' piccoli da non aver neanche un nome, ma usati per 'attirare' i passanti e far allungare qualche moneta. Sono sette cuccioli e due porcellini d'India i piccoli liberati ieri dai poliziotti di Milano. Per i due proprietari, un bulgaro di 47 anni e la compagna 49enne di origine serba, e' scattata la denuncia per maltrattamenti di animali e molestie. I cani erano in piccole gabbie, oppure avevano guinzagli stretti. Prima in piazza San Carlo, a pochi passi dal Duomo, poi in San Babila la piccola 'fattoria' e' stata fermata e liberata. Tutti gli animali sono stati affidati all'Asl.


CITY
16 NOVEMBRE 2009

 

Al forno i conigli di Mandela

 

Gli animali, circa 25mila, infestano Robben Island, isola al largo di Città del Capo nel cui penitenziario Nelson Mandela ha scontato oltre 27 anni. Saranno donati ai servizi di carità sudafricani che ne faranno cibo per la povera gente che vive nei ghetti.


ASYLUM
16 NOVEMBRE 2009
 
IMPICCANO CAVALLO DOPO AVERLO LASCIATO MORIRE DI FAME
 
 
 
Due uomini dovranno comparire di fronte ad un giudice, il prossimo 30 novembre, per aver barbaramente ucciso un cavallo di 27 anni. I due, di Vancouver Island, avrebbero cessato di nutrire l'animale e, infine, lo avrebbero impiccato.David Whiffin e Clayton Cunningham sono accusati di aver legato una corda al collo dell'animale, di nome Jalupae, e di averlo quindi appeso ad un escavatore, sollevandolo, fino a farlo morire soffocato. Il caso, dicono quelli della protezione animali, è uno di quelli più atroci. "Non riesco a capire come una persona possa arrivare a concepire qualcosa del genere", commenta un ufficiale della protezione animali (in foto vedete Jalupae ancora in vita, ma già deperito)."Quello che non comprendiamo - aggiunge - è perché una persona possa lasciar morire un cavallo in questo modo. Ogni giorno, ci troviamo di fronte a vari casi di violenza su animali, ma questo è davvero di una crudeltà unica". I due signori dovranno spiegare al giudice perché hanno deciso di agire in questo modo. Rischiano fino a 10mila dollari di multa, e, soprattutto, fino a cinque anni di carcere. Il giudice potrà anche vietare loro di possedere altri animali.

IL GIORNALE

16 NOVEMBRE 2009

 

L’ultima atrocità degli uomini: i combattimenti tra cavalli

 

Signori e signore abbiamo il piacere di presentarvi l’ultima atrocità umana: i combattimenti tra cavalli. Dove? Ovviamente in Cina e poi in Corea e nelle Filippine. Almeno questo è quello di cui oggi siamo venuti a conoscenza! Sappiamo bene che in questi Paesi non esiste il diritto alla tutela degli animali! Ma figuriamoci... non esiste per gli uomini! Ecco quanto accade, lo facciamo con le lacrime agli occhi, ma è giusto informare le persone sull’esistenza di questa barbarie, fatto completamente sconosciuto in Italia, per sensibilizzare quante più persone sia possibile sull'esistenza di questa atroce usanza, fino ad oggi sconosciuta! Il cavallo è sempre stato il fedele amico dell'uomo, aiuto indispensabile fino a ieri nel lavoro, è un animale dotato di straordinaria sensibilità e dolcezza. Oggi per qualcuno è diventato fonte di divertimento sadico e di guadagno: prima dei combattimenti i cavalli, soprattutto gli stalloni, vengono torturati e picchiati; poi durante la lotta vera e propria vengono spinti al limite delle loro reazioni, costretti a uccidersi uno con l’altro. Questo è ciò che accade: intere famigliole cinesi, donne, uomini e bambini corrono all’imperdibile spettacolo in piazza: combattimento tra cavalli! Due poveri stalloni vengono frustati, spaventati da spari di pistola e dalla folla (gente marcia nell’animo) che li incita. Poco lontano tengono immobile una cavalla in calore, imbottita di ormoni per indurla all'estro. I pacifici erbivori si trasformano in violenti animali da combattimento. I due cavalli si affrontano con morsi, calci e spintoni. Lunghe corde impediscono che uno dei due si possa ritirare, suo malgrado. Le «bestie umane» sperano in qualche scivolata da parte dell’animale, poiché il terreno è fangoso e cedevole. Chi perde diventa bistecca. Viene macellato direttamente sul campo ed offerto agli spettatori. Il cavallo che vince, a volte è conciato talmente male, che fa la stessa fine dello sconfitto. Questo «spettacolo» è completamente legale in Cina, Corea e nelle Filippine. Ovviamente non possono mancare le scommesse, che fruttano parecchi soldi alle autorità ed ai mafiosi locali.
Non è vero che tutti gli uomini sono uguali, noi non siamo così! Io non sono cosi! Speriamo che dalla sensibilità di molti possano nascere iniziative concrete per porre fine a queste disumane manifestazioni.


IL GIORNALE

16 NOVEMBRE 2009

 

Stessa sorte per cani, galli, orsi e maiali

 

Il combattimento tra cani era uno degli «sport» preferiti dagli inglesi già nel 1500. Arriva invece dal Centroamerica il combattimento tra galli a cui dopo aver affilato becco e artigli applicano punte d’acciaio di circa 8 centimetri agli speroni. Sempre in Oriente, in arene improvvisate, orsi a cui sono stati strappati unghie e denti affrontano cani in riprese di sei rounds. In America nel 2006 sono invece stati trovati dieci cani che combattevano in un’arena contro un solo maiale.


IL GIORNALE

16 NOVEMBRE 2009

 

Buttano il cane giù da un ponte. È salvo

 

Senise (PZ) - Si dice che i gatti hanno sette vite ma questa volta il detto vale davvero anche per i cani o almeno per quello che picchiato e poi buttato giù da un ponte è ancora vivo. Ma cosa è successo? Un uomo e una donna hanno picchiato un cane, lo hanno rinchiuso in un sacco e hanno cercato di ucciderlo buttandolo da un ponte. Un gesto di incomprensibile violenza che è stato scoperto a Senise (Potenza) dai carabinieri. Grazie alla segnalazione di testimoni sono riusciti a salvare il cane ed hanno denunciato i due per maltrattamento di animali. Le persone denunciate sono il titolare di una ditta del posto e la sua ragioniera. Due cittadini argentini hanno raccontato di aver visto l’imprenditore percuotere ripetutamente un cane, quindi mettersi alla guida della propria autovettura e, aiutato dalla ragioniera, mettere un sacco con il cane al’interno nel bagagliaio. I testimoni, dopo aver seguito l’autovettura, hanno potuto constatare che lo stesso gettava il sacco da un ponte in località Misossero. Dopo aver assistito alla scena, i testimoni si sono immediatamente recati presso il comando senisese dei carabinieri. I militari, giunti sul posto, hanno trovato il sacco dal quale provenivano forti latrati. L’animale è stato liberato e curato da un veterinario. È stato poi trasportato presso il canile municipale di Latronico. I carabinieri hanno denunciato i due responsabili e stanno cercando di capire i motivi di questa inutile violenza.


AREA LOCALE

16 NOVEMBRE 2009

 

ENPA, Cani e Gatti abbandonati (se vi sembra poco)

 

Crotone - L’ENPA denuncia il continuo ritrovamento di cani e gatti abbandonati.Negli ultimi cinque giorni i volontari dell’associazione hanno avuto notizia di numerosi recuperi di cuccioli a quattro zampe, nel crotonese.In un bidone dell’immondizia sito in via XXV Aprile c'era un gatto investito e ancora vivo. A segnalare la presenza dell’animale ferito sono stati alcuni dipendenti di un supermercato posto nelle vicinanze che sentendo il miagolio del gatto hanno chiamato i volontari della protezione animali.Nella giornata di ieri, alcune signore certamente amanti degli animali hanno recuperato due cuccioli al margine di un bidone dell’immondizia situato in località S. Anna di Isola Capo Rizzuto.I cuccioli sono stati affidati ai volontari dell’associazione animalista che li hanno presi temporaneamente in consegna in attesa che il comune di Isola Capo Rizzuto ne disponga l’accalappiamento e la custodia nel canile convenzionato.Nonostante la campagna di sterilizzazione dei cani randagi avviata dal Comune di Crotone in collaborazione con l’E.N.P.A e i veterinari dell’A.S.P., il problema dell’abbandono degli animali d’affezione non vedrà mai la fine se tutti i Sindaci dei comuni della provincia non avvieranno serie campagne di prevenzione del fenomeno.Infatti, nel territorio del comune di Crotone vengono abbandonati, sistematicamente ed impunemente, cani provenienti da altre realtà territoriali. La riproduzione di questi animali e la nascita di nuovi cuccioli vanificano gli sforzi sino ad oggi compiuti per cercare di contenere il numero delle nascite.L’E.N.P.A. auspica un interessamento da parte di tutti i rappresentanti Istituzionali affinché il fenomeno del randagismo, oggi anche sinonimo di business, termini per sempre.


LA GAZZETTA DI PARMA
16 NOVEMBRE 2009
 
Sospesa l'asta per i beagle di Morini
 
 
L'Istituto vendite giudiziarie di Reggio Emilia comunica, attraverso il suo sito, che è stata sospesa l'asta dei 278 esemplari di beagle provenienti dall'allevamento Morini di San Polo d'Enza. Mercoledì 18 novembre insomma non si terrà l'asta da quasi 116mila euro per comprare, in blocco, 278 cani che erano stati messi in vendita per recuperare le risorse necessarie per pagare i creditori. L'allevamento sampolese, per lungo tempo al centro delle cronache a causa di un movimento di protesta nei suoi confronti, sta vivendo un momento di difficoltà.
Le associazioni animaliste, Enpa in testa, hanno denunciato il pericolo che - essendo da comprare tutti insieme - i cani potessero finire nei laboratori per la vivisezione. Tante persone si erano dette disposte a comprare singoli beagle e l'Istituto vendite giudiziarie aveva confermato l'ipotesi di frazionare il lotto in tante piccole asteLA CRONACA DEI GIORNI SCORSI. I 278 cani di razza Beagle dell’allevamento Morini di San Polo D’Enza, che sta vivendo un momento di difficoltà, potrebbero finire in un laboratorio per la sperimentazione animale. A lanciare l’allarme è l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) di Reggio. Il timore nasce dal fatto che gli animali fanno parte di un lotto unico che sarà battuto all'asta mercoledì 18 novembre per poco meno di 116mila euro. Chi può comprare in blocco 278 cani per quella cifra? Secondo l'associazione animalista, soltanto chi li userebbe per la vivisezione.
A favore dei cuccioli però sta nascendo una sorta di movimento spontaneo. Tante persone, anche nel "Dite la vostra" di questo articolo, si sono dette interessate ad acquistare uno dei beagle dell'allevamento Morini e sperano che i 278 cani siano messi all'asta come tanti piccoli lotti. Per il momento il lotto resta unico: per il 18 novembre è fissata l'asta alle 9 in via Saragat 19 a Reggio. Il prezzo base è 115.898,20 euro. L'Istituto vendite giudiziarie di Reggio Emilia sta valutando l'ipotesi di vendere singolarmente i cani e al telefono l'operatore spiega che, se ci saranno novità in merito, saranno comunicate attraverso il sito
www.re.astagiudiziaria.com.
"Ho ricevuto telefonate da tutto il Centro-Nord da persone che vogliono sapere se i cani potranno essere comprati oppure no - dice Stella Borghi, responsabile dell'Enpa di Reggio Emilia -. Speriamo che il lotto sia frazionato: in tal caso, tra l'altro, sarebbe più remunerativo, visto che i beagle vengono messi all'asta per pagare i creditori".L'ENPA: "RISCHIANO LA VIVISEZIONE". L'Enpa ieri ha denunciato «la situazione paradossale creatasi a seguito delle difficoltà della ditta emiliana» e attr averso il presidente nazionale, Carla Rocchi, ha chiesto al ministero della Salute di revocare all’allevamento l’autorizzazione alla vendita di animali destinati alla sperimentazione.
«A causa della procedura esattoriale a carico di Morini - spiega Stella Borghi - i 278 beagle dell’allevamento sono stati messi all’asta come blocco unico al prezzo di circa 116mila euro, una cifra faraonica per un privato, ma non per un’impresa del settore sperimentazione».
«Ci siamo attivati non appena abbiamo saputo dell’asta - prosegue Borghi - riuscendo a ottenere il frazionamento del “lotto”. Oggi pomeriggio Carla Rocchi è intervenuta al ministero della Salute chiedendo la revoca, all’allevamento Morini, dell’autorizzazione alla vendita per la sperimentazione».
«Il provvedimento di revoca - aggiunge la Rocchi - consegue dalla difficile situazione che la ditta Morini sta vivendo, specie nel caso in cui l’impresa non dovesse essere più in grado di esercitare la propria attività».
 
COMMENTI
http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/2/30979/Sospesa_lasta_per_i_beagle_di_Morini.html

IL TIRRENO

16 NOVEMBRE 2009

 

Porta in città il traffico illecito di cani

 

PONTEDERA (PI). Portano in città le indagini partite da Brescia su un presunto traffico di cani senza passaporto provenienti da paesi dell’Est. Nei giorni scorsi il Corpo Forestale ha effettuato un controllo nel negozio di animali finito al centro dell’inchiesta. La storia è sempre la stessa e già in passato ci sono stati altri casi di cani morti pochi giorni dopo che erano stati venduti.  Spesso i clienti però non presentano denunce formali, in quanto l’animale deceduto viene sostituito con un altro cane.  La Procura di Brescia è giunta al negozio della Valdera indagando su due allevatori che trasportano cani provenienti dall’Est e diretti in provincia di Pisa.  I cani che arrivano senza passaporto vengono venduti con un’età sovrastimata (per esempio viene detto che l’animale ha tre mesi invece ne ha soltanto uno) e vaccinati prematuramente esponendoli al rischio di malattie con conseguenze anche mortali. Diversi sarebbero i reati contestati al venditore, anche se sulla vicenda, proprio perché le indagini sono ancora in corso, viene mantenuta una certa riservatezza per non comprometterne l’esito. Chi avesse avuto problemi con cani che sono morti o che si sono ammalati nei giorni successivi all’acquisto può rivolgersi alla Forestale.  Sulla stessa attività dall’inizio dell’anno hanno concentrato le attenzioni, in seguito a denunce o segnalazioni, i carabinieri del Nas, la Forestale (con tre controlli) e anche la Guardia di Finanza, oltre alla polizia municipale, riscontrando irregolarità amministrative poi “chiuse” con il pagamento di una sanzione da parte del commerciante di animali.  Dopo la nuova inchiesta la vicenda è stata posta anche all’attenzione del sindaco oltre che della polizia municipale. S.C.


METROPOLIS WEB
16 NOVEMBRE 2009
 
Pompei, i cani degli Scavi diventano cani di quartiere
 
POMPEI (NAPOLI) - I cani degli Scavi diventano cani di quartiere. Il piano risolve un problema annoso all´interno della città antica, un problema che spesso ha costretto anche gli artisti che si esibivano tra le rovine ad improvvisare, per evitare di sospendere gli spettacoli quando i cani randagi salivano sul palco.
Era successo persino a Roberto Benigni, che colse al volo l´occasione per trasformare l´invasione di due cagnolini in una battuta contro Mastella e Berlusconi.
Oggi l´annuncio: gli scavi di Pompei risolvono uno dei più antichi problemi, simbolo di degrado e abbandono dell´area archeologica: il randagismo. Da oggi infatti gli animali che da sempre vivono tra le rovine saranno a tutti gli effetti ´cani di quartiere´, assistiti e curati in collaborazione con le maggiori organizzazioni animaliste. Il progetto si chiama "(C)Ave canem- Adotta Meleagro" (un nome ispirato al famoso mosaico della casa del Poeta Tragico con il cane alla catena), partito per iniziativa del commissario straordinario Marcello Fiori. Il gioco di parole latino trasforma il "cave canem", attenti al cane, nel ben più rassicurante e amichevole saluto romano "ave": il segno che quegli animali non saranno più un pericolo per i turisti. Patrocinato anche dal Ministero del lavoro, salute, politiche sociali e welfare il piano - che prevede anche l´adozione degli animali - è stato presentato stamane a Pompei dal sottosegretario per i beni e le attività culturali Francesco Giro.

LA ZAMPA.IT

16 NOVEMBRE 2009

 

Adotta Meleagro: al via il progetto (C)Ave Canem a Pompei

Lotta al randagismo nell'area storica degli scavi

 

 

 

ROBERTA MARESCI

 

ROMA
«I cani, che da sempre fanno parte di Pompei Scavi, avranno finalmente un’identità, una dignità e una realtà loro e non saranno più considerati un problema, bensì un valore aggiunto», ha dichiarato questa mattina Laura Porcasi Rossi, presidente Lega Nazionale per la difesa del cane. L’occasione è stata la presentazione di “(C)ave Canem nella casa del Poeta Tragico, al cui ingresso è visibile il famoso mosaico “attenti al cane”, avvertimento tipico anche di altre abitazioni pompeiane, tanto da essere ricordato perfino nelle fonti letterarie, come nel ‘Satyricôn’ di Petronio, in cui il protagonista viene spaventato a morte dal grande cane dipinto.
Vogliamo aiutare Meleagro, Odone, Plautus, Vesonius, Polibia, Menade, Licinio, Eumachia e Caio a trovare casa? Potrebbe essere la tua, quella che si aprirà alla storia e all’amore per un randagio che i volontari hanno ironicamente battezzato prendendo spunto dai luoghi prediletti dai cani abbandonati. Sono loro che girovagano intorno alle domus di questo o l’altro personaggio, ricordandone le gesta mediante la medaglietta di riconoscimento. È partita la prima fase del progetto (C)Ave Canem che trasforma i cani dell’area archeologica in cani di “quartiere”. Per questo gli animali sono stati già dotati di microchip, collare e targhetta di riconoscimento. Molti quelli in cura e già sterilizzati. Diverse le aree allestite con cucce e cibo a cura dei volontari. In pratica sono già tutti pronti per l’adozione a portata di mouse, da ogni parte del mondo, grazie a un click sul sito www.canidipompei.com. L’obiettivo porta il nome di “Adotta Meleagro”, in ricordo del figlio del re degli Etoli di Calidone e di Altea, che fu tra i più bravi e valorosi lanciatori di giavellotto e sposò Cleopatra Alcione, figlia di Ida.
«Finalmente, grazie al Commissario delegato all’Area archeologica di Pompei, Marcello Fiori, si opera un intervento sul randagismo negli Scavi e questo con la richiesta partecipazione delle associazioni animaliste, unendo obblighi di legge, finora non rispettati, alla competenza e alla passione del volontariato», ha detto Gianluca Felicetti, presidente LAV. Anticipando il pensiero condiviso anche da Carla Rocchi, presidente Enpa che ha aggiunto: «Dopo la positiva esperienza di lavoro comune in Abruzzo, le associazioni animaliste e le istituzioni si pongono la sfida di censire, sterilizzare e tutelare i cani degli scavi, ottimizzando le rispettive competenze per offrire ai visitatori il più ampio godimento dei capolavori archeologici e di un felice e positivamente gestito rapporto uomo/animale. Pompei ospita le tracce archeologiche della passata convivenza tra le persone e i cani e, in continuità, dimostra come anche oggi l’estetica e l’etica possano andare di pari passo».


VIA EMILIA NET
16 NOVEMBRE 2009
 
Salvato un capriolo
Vagava smarrito in un parco pubblico di Castelnuovo, lo hanno visto i cittadini che portavano a spasso il cane. Salvato dai volontari.
 
Provincia di Modena - Un capriolo, che vagava smarrito all'interno del parco di Castelnuovo, è stato catturato dai volontari del Pettirosso di Modena. Era stato notato da alcuni cittadini che stavano portando a spasso il cane, e che in quanto amici degli animali temevano che la bestiola, visibilmente impaurita, potesse attraversare la strada, in quel momento molto trafficata, e ferirsi. Si trattava di una femmina di pochi mesi che, nei prossimi giorni, sarà trasferita in un parco del Trentino. I volontari del centro di fauna selvatica hanno rincorso per un'ora, e poi circondato l'animale con delle reti. Alla fine il capriolo è stato portato in salvo. I responsabili del Pettirosso hanno spiegato che in situazioni di stress questo tipo di animale rischi la crisi cardiaca se non viene rassicurato nei modi adeguati.

ASYLUM
16 NOVEMBRE 2009
 
LA CAPRA CON 6 ZAMPE, 4 TESTICOLI E 3 PENI NON SARA' UCCISA
 
C'è chi la considera quasi un dono di Dio, e chi, invece, un tremendo errore della natura: è una capra indiana, nata con sei zampe, tre peni e quattro testicoli. Il suo padrone è fierissimo di lei, e si è rifiutato di offrirla in dono per i sacrifici rituali, in occasione di una festività tradizionale. "Questa capra è un dono di Dio - ha argomentato Sher Mohammed - e nell'Islam non è ammesso il sacrificio di un animale del genere". La capra, che ha circa un anno ed è di colore nero, sarà invece l'attrazione di un sorta di esposizione, che precede la festività Bakrid. "Sarà mostrata al pubblico, ma non la uccideremo", ha promesso il padrone. L'animale ha circa un anno, e in questo periodo ha potuto vivere in tutta tranquillità, pur tra gli sguardi perplessi della gente. "Ha qualche problema a defecare e urinare - racconta ancora Mhammed - perché, ad esempio, per fare la pipì usa tutti i suoi tre peni. E, comunque, è un animale speciale, che attira l'attenzione della gente". Una nascita del genere non si verificava da molto tempo: "Ho visto capre con stampato il nome di Allah o il numero sacro 786: ma una con sei zampe è decisamente singolare", dice un vicino di casa. Secondo i veterinari, alla base di questo genere di nascite ci sarebbero delle mutazioni genetiche.

VIRGILIO NOTIZIE
16 NOVEMBRE 2009
 
Animali/ Domani 1 milione candele accese per il 'gatto nero day'
Ogni anno 30mila vengono uccisi in riti satanici
 
Roma - Si celebra domani in diverse città italiane la terza edizione della giornata del "gatto nero day" voluta dall'Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) per valorizzare i mici "neromantati" e denunciare l'eccidio di questi gatti che ogni anno vengono ammazzati in decine di migliaia di esemplari perchè considerati portatori di sfortuna. Non è solo la superstizione il motivo che induce all'uccisione di circa 30.000 gatti neri ogni anno, ma molti di loro vengono utilizzati in riti sacrificali pseudo-satanici e molti altri uccisi a causa del loro bellissimo pelo nero che viene poi utilizzato per essere trasformato in pelliccia. Quest'anno, a differenza degli altri anni, non si svolgeranno manifestazioni o iniziative particolari, "ma chiediamo a tutti i possessori di gatti neri - spiega l'Aidaa - che in Italia sono oltre un milione, di accendere domani sera una luce a una delle finestre di casa o sul davanzale di una di esse proprio a testimoniare il loro amore per questi meravigliosi animali".

BERGAMO NEWS

16 NOVEMBRE 2009

 

Val Brembana - E' il bilancio dei controlli dei giorni scorsi: sequestrate anche sei reti per l'uccellagione, un fucile e sette trappole per catturare esemplari protetti.

La Forestale denuncia quattro bracconieri

 

Provincia di Bergamo - In una serie di controlli antibracconaggio effettuati nei  giorni scorsi sul territorio provinciale di Bergamo, gli agenti del Corpo Forestale dello Stato hanno denunciato 4 persone a piede libero  per violazione delle norme che regolano l’attività venatoria sequestrando 6 reti utilizzate per l’uccellagione, 1 fucile e 7 trappole per la cattura di avifauna protetta.
In particolare, il Comando Stazione di Zogno in 3 circostanze diverse ha individuato e denunciato  altrettanti bracconieri . Il primo, un 76enne di Zogno (BG), è stato sorpreso nei pressi di un roccolo abbandonato in località Scullaro mentre stava recuperando alcuni esemplari di avifauna protetta intrappolati un una rete, 2 pettirossi e 2 fringuelli morti e 3 fringuelli vivi subito liberati sul posto. Dai controlli eseguiti nei dintorni della località oltre alla rete da uccellagione la Forestale ha sequestrato 7 trappole a saltarello in metallo a forma ovoidale cariche  e pronte per la cattura di altra avifauna.
Il secondo, un 54enne di Ubiale Clanezzo (BG) è stato sorpreso in località Costa Cà  Bonore mentre liberava un esemplare di pettirosso da una rete da uccellagione della lunghezza di 6 metri per 2 di altezza, allo stesso è stata sequestrata un’altra rete della lunghezza di 20 metri per due di altezza occultata in un’area boscata.  Al terzo bracconiere, un 52enne di Algua (BG) è stato  sequestrato un fucile e 23 munizione a pallini calibro 12, oltre ad un esemplare di tordo bottaccio in quanto in esercizio di caccia  con licenza di porto di fucile ad uso caccia sospesa dal Questore; allo stesso è stato contestato anche il furto venatorio aggravato.
Il Comando Stazione di Sotto il Monte in seguito ad una segnalazione di cittadini ha raccolto in località Grumello sopra il paese un esemplare di poiana ferita da pallini da caccia come è stato confermato dalla visita veterinaria presso il C.R.A.S. di Cenate Sopra  ove è stata trasferita per le cure del caso.
Anche in località S. Rocco a Riva di Solto (BG), la Forestale di Lovere ha sorpreso un 47enne del posto mentre era intento a recuperare un esemplare di pettirosso  ancora vivo intrappolato in una rete da uccellagione. L’animale è stato subito liberato, mentre al bracconiere, denunciato a piede libero, sono state sequestrate 3 reti da uccellagione.


AOSTA SERA
16 NOVEMBRE 2009
 
Coppia di mufloni in Valle d’Aosta. Saranno abbattuti
Courmayeur - Avvistata in Val Veny, la coppia di animali, probabilmente introdotta illegalmente sarà abbattuta. Il tipo di brucamento di questi animali crea notevoli danni agli allevamenti bovini e ovi-caprini
 
 
Aosta - Mufloni in Valle d’Aosta? E’ vero, non è una “bufala” e il motivo della loro presenza non è nemmeno il bisogno di una piccola vacanza oltre confine.
Il muflone, animale tipico delle isole mediterranee, si trova anche nella vicina Alta Savoia, ma gli esperti della Direzione regionale flora, fauna, caccia e pesca tendono a escludere l'ipotesi di una migrazione spontanea. La coppia di esemplari, probabilmente introdotta illegalmente, è stata infatti notata da poco più di un mese in Val Veny, ai piedi del Monte Bianco. La Regione teme però che il suo insediamento possa creare problemi all'equilibrio della fauna locale e ha deciso l'abbattimento dei capi avvistati, per i quali è stata tentata più volte la cattura, ma con esiti negativi.
I rischi della presenza sul territorio di questo animali riguardano in modo particolare il tipo di brucamento “che tende a distruggere i pascoli di cui si nutre, creando notevoli danni agli allevamenti bovini e ovi-caprini, che si troverebbero privi del necessario sostentamento durante i mesi estivi”, spiegano dalla Regione. Il "piano di controllo" è stato deciso dalla Giunta regionale della Valle d'Aosta, dopo il parere favorevole dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale di Ozzano nell'Emilia.

Animalieanimali

16 NOVEMBRE 2009

 

MUFLONI COMPARSI IN VAL D'AOSTA, SARANNO ABBATTUTI
Prima coppia introdotta ilelgalmente e ora è colpa degli animali...

 

Animale tipico delle isole mediterranee, il muflone ha fatto nelle ultime settimane la sua misteriosa comparsa anche sulle pendici valdostane del Monte Bianco. La Regione teme che il suo insediamento possa creare problemi all'equilibrio della fauna locale e ha deciso l'abbattimento dei capi avvistati. Una coppia di esemplari, probabilmente introdotta illegalmente, e' stata infatti notata da poco piu' di un mese in Val Veny, a Courmayeur (Aosta). Gli esperti della Direzione regionale flora, fauna, caccia e pesca tendono a escludere l'ipotesi di una migrazione spontanea dalla vicina Alta Savoia (Francia). Piu' volte, ma senza successo, e' stata tentata la loro cattura. Ora non resta che abbatterli. E quanto prevede il ''piano di controllo'' deciso dalla Giunta regionale della Valle d'Aosta, dopo il parere favorevole dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale di Ozzano nell'Emilia (Bologna). Il timore per un eventuale insediamento di questi animali nell'alta Valle d'Aosta e' dovuto in particolare alla ''peculiarita' del loro brucamento, che tende a distruggere i pascoli di cui si nutre, creando notevoli danni agli allevamenti bovini e ovi-caprini, che si troverebbero privi del necessario sostentamento durante i mesi estivi'', spiegano dalla Regione.


IL SANNIO

16 NOVEMBRE 2009

 

Avellino - Cacciatori denunciati per maltrattamento di animali

 

Montella (AV) - Quattro cani sono stati ritrovati stipati nel cofano di un’autovettura in condizioni precarie. I carabinieri hanno sequestrato anche diversi fucili modificati e richiami vietati...
I Carabinieri della Compagnia di Montella nel corso dei servizi, pianificati dal Comando Provinciale di Avellino per il contrasto del bracconaggio, grazie alla proficua attività info-operativa e confortati anche da alcuni spunti informativi derivanti dall’approfondita conoscenza del territorio e dalle realtà locali, hanno sottoposto a controllo numerosi cacciatori.
I militari, nel corso dei servizi lungo la Fondo Valle Sele, hanno intercettato e fermato una autovettura all’interno della quale, nel cofano, era custodita una gabbia di manifattura artigianale, senza alla base del necessario separatore/raccoglitore di feci ed urine, nella quale erano stipati quattro cani di grossa taglia, un setter e tre bracchi tedeschi.
Proprio a causa delle ristrette dimensioni della gabbia, i cani sono stati trovati in condizioni di grave sofferenza. Per trasportare gli animali, infatti, sarebbero stati necessari i “trasportini”, uno per ogni cane.
I quattro cani di razza, utilizzati sia per la caccia che per ricerca dei tartufi, tutti provvisti del microchip identificativo, sono stati immediatamente liberati dal vano posteriore dell’autovettura, all’interno della quale non potevano nè muoversi né addirittura stare sulle proprie zampe.
Accertate le inadeguate modalità con cui trasportavano i propri animali, il conducente è stato denunciato in stato di libertà per maltrattamento di animali.
Le verifiche sono state effettuate mediante l’attuazione di un articolato dispositivo, già in analoghe occasioni dimostratosi efficace, effettuato dai Carabinieri di tutte le stazioni nonché con il supporto di alcuni equipaggi dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Montella collaborati dalle Guardie Volontarie del WWF delle Sezioni di Avellino e Salerno ed hanno consentito di accertare che molti dei cacciatori, appena giunti in Alta Irpinia, non sempre sono in possesso dei prescritti requisiti previsti dalla normativa vigente.
Tre dei numerosi cacciatori intercettati e controllati dai Carabinieri, sono stati trovati in possesso, non solo di richiami acustici elettromagnetici proibiti dalla legge ma anche di fucili modificati in maniera artigianale. Gli sconsiderati cacciatori, infatti, avevano escogitato l’espediente di tagliare ad arte le canne dei propri fucili.
Tale rettifica avrebbe permesso di aumentare la potenza offensiva dell’arma poiché, tagliandone la canna, si “allarga” la rosa di tiro ed è più facile colpire il bersaglio, aumentando la micidialità dell’arma.
In altri casi, invece, i Carabinieri hanno accertato che alcuni imprudenti cacciatori custodivano le armi in auto ancora cariche, con pericolo per sé e per gli altri, mentre alcuni di questi avevano omesso di registrare sul libretto regionale, la giornata di caccia, motivo per cui è stata contestata la relativa sanzione amministrativa.
Accertate le gravi violazioni i Carabinieri hanno identificato, i cacciatori, liberi professionisti ed operai tutti provenienti dal napoletano e salernitano che sono stati denunciati in stato di libertà per aver modificato i propri fucili, immediatamente sottoposti a sequestro per la successiva confisca e distruzione.
Nei confronti dei cacciatori, i Carabinieri hanno attivato, inoltre, quale ulteriore sanzione, la procedura per la revoca della licenza di caccia ed il diniego alle armi in modo da impedirne ogni eventuale, futura attività venatoria.
Tutte le attività sono state condotte in stretta collaborazione con i magistrati delle Procure della Repubblica, competenti per territorio, di Avellino, Ariano e Sant’Angelo dei Lombardi.


IL MATTINO
16 NOVEMBRE 2009
 
Operazione anti-bracconaggio dei carabinieri di Montella
 
Montella (AV) - Operazione anti-bracconaggio dei carabinieri di Montella. Nel corso di specifici controlli, è stato accertato che alcuni cacciatori, provenienti dal Napoletano, erano giunti in Alta Irpinia e nella Valle del Sele, trasportando nel cofano quattro cani da caccia di grossa taglia, in condizioni non solo contrarie alla vigente normativa ma anche assai restrittive per i poveri animali, tenuti in uno spazio sufficiente appena per uno. Il conducente è stato denunciato per maltrattamento di animali. I militari, inoltre, hanno riscontrato che molti dei cacciatori appena giunti in Alta Irpinia non erano in possesso dei requisiti previsti. Tre cacciatori sono stati trovati in possesso non solo di richiami acustici elettromagnetici proibiti, ma anche di fucili modificati in maniera artigianale (canne tagliate allo scopo di aumentare la potenza offensiva dell'arma). Altri, invece, custodivano in auto le armi ancora cariche, con pericolo per sé e per gli altri e qualcuno aveva omesso di registrare, sul libretto regionale, la giornata di caccia. Accertate le gravi violazioni i Carabinieri hanno denunciato i cacciatori, liberi professionisti ed operai, per aver modificato i propri fucili, immediatamente sottoposti a sequestro. I carabinieri hanno applicato l’ulteriore sanzione della revoca della licenza di caccia.

PRIMO NUMERO
16 NOVEMBRE 2009
 
VISONI A SPASSO NEI CENTRI DEL SANGRO E DELL’ALTO MOLISE
 
Castel di Sangro (AQ) - Vanno in giro per le strade dell’alto Sangro e dell’Alto Molise, creando confusione tra automobilisti e passanti. I visoni, superstiti del folto gruppo di circa 130 esemplari liberati dagli ambientalisti durante un blitz notturno alla fine di settembre, stanno affrontando l’inverno tra i mille rischi cui sono esposti: se fino a qualche mese fa erano in gabbia, sotto il controllo di un allevatore di Castel Di Sangro, pronti per essere uccisi e finire in pelliccia, ora sono minacciati dalla fame e dai cacciatori, che ne hanno già fatti fuori parecchi. Scene di straordinaria preoccupazione quelle che si registrano nei centri abruzzesi e molisani, che le telecamere di http://www.facebook.com/l/01843;ecodelsangro.it hanno ripreso e mandato in onda online.

IL CENTRO

16 NOVEMBRE 2009

 

Castel di Sangro, la rocambolesca fuga del visone

 

Loretta Monenero

 

CASTEL DI SANGRO (AQ). Sembra, ma non è, una scena del cartone animato Tom e Jerry: è l’inseguimento da parte di un uomo di uno dei visoni in fuga da un allevamento della zona lungo le strade di Castel di Sangro. La scena, ripresa dalla videocamera di Dario Riccio , finisce sul sito www.ecodelsangro.it di Fabrizio Fusco . Nel video si vede il visone in cerca di un nascondiglio per sfuggire a un cittadino castellano che lo insegue con un secchio. L’animale sfreccia sul marciapiede e dribbla i passanti. Attraversa la strada e come il dispettoso topo di Hanna e Barbera trova riparo sotto una provvidenziale macchina parcheggiata lungo la via di fuga. La scena continua con l’uomo armato di secchio ed evidenti piedi buoni che insegue e tenta di stanare l’animale che si è nascosto sotto una vettura bianca. Ma lui, il visone Jerry più temerario che mai, resta indifferente ai tentativi dell’uomo di stanarlo, forse confidando nell’altezza ridotta del riparo di fortuna, troppo basso per infilarci un secchio. Riguadagnata la tranquillità, l’animale addenta qualche resto commestibile trovato a terra. Da quanto si apprende da Fusco, pare che il visone, a maggior garanzia di tranquillità, dopo qualche minuto si sia infilato nel motore della vettura. Non si conosce l’esito della gara di velocità ingaggiata con l’uomo sangrino. Anche se, a giudicare dalla rapidità del visone e riguardando le scene alla moviola, c’è da scommettere sulla vittoria del velocissimo mustelide Jerry. A Castel di Sangro gli animali sono stati avvistati circa dieci volte a zonzo sulle strade principali.


LA NUOVA FERRARA

16 NOVEMBRE 2009

 

Lepri contro auto Chiesti i danni alla Provincia

 

COMACCHIO (FE) . E’ “ribellione” legale contro la proliferazione di lepri nella zona del Comacchiese e del Codigorese. E a farne le spese rischia di essere la Provincia, chiamata in causa di fronte al tribunale civile per i danni causati a veicoli dall’impatto con questi animali, che dovrebbero essere tenuti sotto controllo quanto a numerosità e diffusione. Di fronte ai giudici di pace di Codigoro e Comacchio si sono costituiti diversi automobilisti che lamentano incidenti accaduti a causa della presenza sulle strade provinciali del Mezzano delle lepri (le quali, ovviamente, hanno avuto la peggio in questi impatti). Fino a qualche anno fa i contenziosi erano aperti soprattutto da agricoltori, e riguardavano i danni provocati alle colture; seguivano campagne di abbattimento controllato.


TIO.CH

16 NOVEMBRE 2009

 

Il cacciatore ferito non ce l'ha fatta
E' morto nel pomeriggio l'uomo rimasto accidentalmente ferito durante una battuta di caccia

 

BLESSAGNO - E' morto nel pomeriggio, dopo un delicato ma disperato intervento chirurgico, il cacciatore di 57 anni, ferito nella mattinata di ieri durante una battuta di caccia sull'Alpe di Blessagno, in val d'Intelvi.L'uomo, residente ad Argegno, sul Lago di Como, si era recato a caccia sulle pendici del monte Loria con due amici. Mentre i tre uomini percorrevano uno stretto sentiero in discesa in fila indiana, uno dei cacciatori è scivolato a causa del suolo reso viscido dalla pioggia e dalle foglie. E' partito un colpo dalla doppietta, ed ha colpito il 57enne all'addome. I soccorsi sono giunti sul luogo con l'eliambulanza del 118, che ha immediatamente trasportato il ferito all'Ospedale di Gravedona. I Carabinieri di Castiglione Intelvi sono giunti sul luogo per ricostruire i fatti, e sentire i due amici della vittima, entrambi sotto shock.


BIG HUNTER
16 NOVEMBRE 2009
 
Enpa: ente pubblico o associazione anticaccia?
 
Come abbiamo visto, in occasione della messa di San Uberto a Savona, la polemica contro la categoria dei cacciatori è stata innescata in primo luogo dall'Enpa di Savona, che in quei giorni è uscito con una serie di comunicati intolleranti verso la categoria. 
Lo stesso ente all'inizio della stagione si è fatto promotore di una campagna contro la caccia  che recitava "la caccia non è sport: è un barbaro divertimento consistente nel massacrare gli esseri viventi dotati di vita relazionale, che sanno gioire e soffrire come noi" e che a sostegno di ciò portava i numeri (al solito ingigantiti) relativi agli incidenti di caccia. Può l'Enpa (Ente Nazionle Protezione Animali) scagliarsi contro una categoria di cittadini, riconosciuta e tutelata dalla legge?
Sull'argomento abbiamo chiesto l'autorevole parere dell'avvocato Innocenzo Gorlani che vi proponiamo di seguito.
Da quando l’Enpa è scesa in guerra contro la caccia, non perde occasione per aggredire i cacciatori. Il pretesto, stavolta, è la messa che il vicario della Diocesi  celebrerà sulla piazza di Nostra Signora della Misericordia di Savona, secondo una inveterata tradizione locale. Ma questo non è l’Enpa delle origini o, meglio, delle intenzioni dei suoi fondatori pubblici che lo vollero per proteggere gli animali dai maltrattamenti, dagli abusi, dagli sfruttamenti illeciti di cui gli animali sono vittime.La caccia, per contro, è una attività lecita siccome prevista dalla legge e da questa regolata nel suo esercizio. Non ho alcuna remora a riconoscere che le trasgressioni dei cacciatori devono essere perseguite proprio perché il prelievo venatorio è una concessione dello Stato da esercitare nei limiti in cui è ammesso.
Gli è che, nel tempo, l’Enpa, ormai privatizzato, si è trasformato in un organismo di stampo ambientalista che insegue l’obiettivo di una forte limitazione, se non di abolizione, della caccia. E così fa la conta degli uccelli uccisi nella decorsa stagione venatoria in Liguria. Si sostituisce in tal modo alle associazioni ambientaliste che possono svolgere una azione tendente a limitare il (legittimo) prelievo venatorio, se ed in quanto dotate del riconoscimento previsto dall’art. 13 della legge istitutiva del Ministero dell’ambiente. E’così che il legislatore ha realizzato un sistema che prevede, da una parte, i cacciatori, dall’altra, gli ambientalisti: li troviamo negli organismi di gestione degli ambiti territoriali della caccia introdotti dalla legge 157/92, a bilanciare istanze diverse in un confronto difficile, ma utile; li troviamo nel comitato tecnico-venatorio nazionale. Per questo non mi stanco di ripetere che la cura della fauna selvatica deve rientrare tra gli obiettivi di entrambe le parti del confronto.In questo contesto l’Enpa non ha alcun ruolo, pur se diventa ogni giorno più evidente il suo tentativo di incunearsi nel sistema di cui ho parlato per esercitare, dall’alto della sua antica ma ormai dimessa investitura pubblica, una pressione di carattere ideologico (ben evidente nel manifesto di Savona). Non posso non ricordare, a questo riguardo, il suo tentativo di opporsi alla divulgazione del Vademecum del cacciatore, una sorta di manualetto compilato dalla federazione italiana della caccia, sezione provinciale di Brescia, in cui si ricordavano ai cacciatori le regole elementari dell’esercizio venatorio e i poteri degli agenti di polizia giudiziaria e delle guardie volontarie delle associazioni ambientaliste e venatorie.
Ebbene: in quel Vademecum l’Enpa ravvisò una offesa alle sue prerogative o, meglio, alle prerogative che attribuiva ai propri agenti quali soggetti dotati di poteri di polizia giudiziaria: poteri che, invece, correttamente, la Federcaccia bresciana gli negava. Benché fosse chiaro che non poteva in alcun modo vantarli, l’Enpa si rivolse al Tribunale di Roma perché inibisse alla Federcaccia la divulgazione di quel blasfemo libretto e di distruggerne le copie ancora disponibili. Il Tribunale rigettò il ricorso e condannò l’Enpa a rifondere le spese di giudizio alla Federcaccia. L’episodio, risalente al 1996, rivelava, da una parte, una intolleranza di fondo verso un legittimo modo di manifestare una opinione (peraltro convalidata da chiare istruzioni ministeriali e da pronunce della magistratura), dall’altra, confermava la  deriva intrapresa dell’Ente. Con ciò dimostrando che, se deraglia dai propri binari, diventa inutile rispetto allo scopo di protezione degli animali, mentre nell’affollato parterre delle associazioni ambientaliste non si sente – ne siamo certi – il bisogno della sua presenza.
BIG HUNTER
16 NOVEMBRE 2009
 
Toscana: Federcaccia e Arci Caccia difendono la legge sui richiami vivi
 
Due giorni fa una nota del presidente di Arcicaccia Osvaldo Veneziano si scagliava contro la decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale sull'uso dei richiami vivi Toscana, criticando d'altra parte il Governo per non aver fatto lo stesso con quella lombarda "promulgata in contrasto con una sentenza della Corte Costituzionale - dichiara Veneziano nella nota - portata al Consiglio dei Ministri e non discussa al fine di creare le condizioni per la prescrizione dei termini per il ricorso e ciò malgrado le procedure d’infrazione europee contro la stessa Regione".Anche Federcaccia Toscana è intervenuta in difesa della legge regionale, definendo un sopruso inaccettabile la decisione del Governo. "E' una legge assolutamente rispettosa delle previsioni della Legge 157/1992 e coerente con le pronunce della Corte di Giustizia Europea" si legge in un comunicato dell'associazione venatoria."La legge - specifica Federcaccia -  prevede l’attivazione di 15 impianti di cattura gestiti direttamente dalle Province Toscane di Arezzo; Firenze; Lucca; Pisa; Pistoia; Siena per la cattura di un numero massimo di 1000 uccelli appartenenti alle specie cacciabili e precisamente cesene; merli; tordo bottaccio e tordo sassello. Sono anni che l’INFS senza nessun motivo né scientifico, tantomeno giuridico, esprime parere contrario all’attivazione degli impianti di cattura sostenendo che le Regioni si devono attrezzare per potenziare gli allevamenti di uccelli da richiamo".“La decisione del Governo è un atto grave, contro la Toscana e i cacciatori toscani,” afferma Federcaccia Toscana, “il Governo e la sua maggioranza predicano bene in materia di federalismo e autonomia regionale, ma razzolano male impugnando leggi regionali rispettose delle normative nazionali ed Europee, solo in virtù dell’opinione dell’INFS che, prevedendo il blocco della cattura di richiami e predicando l’allevamento pretenderebbe, di fatto, di modificare la legge e gli orientamenti europei”.
BIG HUNTER
16 NOVEMBRE 2009
 
Brindisi: Tar annulla l'Oasi. Coldiretti: si cacci lo storno
 
E' di pochi giorni fa la sentenza del Tar di Lecce che ha di fatto dichiarato illegittima l'Oasi di protezione faunistica denominata Egnatia Torre Canne, grazie al ricorso del proprietario di uno dei terreni dell'area, contrario all'istituzione dell'oasi. Con lui si è schierata la Coldiretti di Fasano in rappresentanza di quasi tutti i proprietari terreni all'interno dell'oasi che lamentano un'eccessiva presenza di fauna selvatica, soprattutto storni, responsabili di gravi danni alle colture di pregio di questa zona. “Il comparto orticolo – dichiarano i rappresentanti di Coldiretti – avrebbe un calo repentino di qualità con conseguente deprezzamento del prodotto sul mercato, in quanto gli escrementi di miliardi di questi volatili, ormai stanziali, metterebbero a serio rischio sia il prodotto che la sicurezza alimentare dei consumatori. E’ evidente che il provvedimento, individuando le aree da sempre vocate alle produzioni citate, intensificherebbe di più la presenza di tali volatili. Inoltre si ricorda che la stessa Amministrazione Provinciale, in tempi non remoti, aveva sostenuto, con le associazioni di categoria, la richiesta alla Regione Puglia per la deroga all’apertura della caccia agli storni”. A chiedere nuove misure a sostegno degli agricoltori contro lo storno oltre a Coldiretti si è schierata anche Cia (Confederazione italiana agricoltori) che si è diretta all'assessorato regionale competente per chiedere che venga concessa la caccia allo storno così come successo nella scorsa stagione venatoria attraverso lo strumento delle deroghe (anche allora concesse dopo specifica richiesta degli agricoltori), che per lo meno aveva arginato la proliferazione di questa specie.
BIG HUNTER
16 NOVEMBRE 2009
 
Invasione di cormorani sul lago di Como. Sollecitato il settore caccia della Provincia “si torni ad abbatterli”
 
L'emergenza cormorani investe gran parte delle zone umide europee. Anche se la specie è considerata a rischio estinzione dalla lista rossa di IUCN, in realtà la sua presenza si rivela problematica per molti paesi europei. La concentrazione di cormorani è drammatica anche in alcune zone umide italiane. Per esempio si stima che solo sul lago di Como nidifichino oltre 10 mila esemplari, mettendo a rischio ecosistemi di vaste aree lacustri. E' il caso del Ceresio comasco, luogo assediato da oltre 20 anni dalla maggiore concentrazione di cormorani del lago: all'incirca sono 6 mila i cormorani che vengono a nidificare in questo luogo, che appare come un paesaggio innevato, tanto è il guano che ricopre alberi e case. Il sindaco di Valsolda, un paesino di poche case sul lago non ne può più ed ha sollecitato un intervento da parte del settore Caccia e Pesca della Provincia di Como.
“Di recente la Provincia ha compiuto un sopralluogo con l’Asl - dice il primo cittadino Alberto De Maria - E alcuni cittadini stanno raccogliendo firme per una petizione. Buon segno, sostiene il nostro impegno. Ma abbiamo le mani legate: non posso firmare un’ordinanza comunale con il rischio che poi mi venga impugnata o stoppata, conosco la burocrazia. Meglio che intervenga Villa Saporiti. E al più presto. La situazione si sta facendo ogni giorno più insostenibile".La colonia di Santa Margherita è indisturbata. "E aumentano a vista d’occhio anche sulla sponda di Valsolda - dice De Maria - E questo perché l’ecosistema è cambiato. Un tempo, mossi da fame, gli uomini si nutrivano di uova di cormorano. Ora non più. È cambiato lo stile di vita. E quelli proliferano". Oltre a consumare una gran quantità di risorse ittiche del lago, questi uccelli sono un rischio sanitario per via del guano che può essere veicolo di malattie infettive come la salmonellosi.  Nel 2005 l’amministrazione provinciale aveva deciso l’abbattimento di 47 esemplari, diventati 74 nel 2006. Ora si chiede di riaprire gli abbattimenti.  Ma la trattativa sarà lunga.

CORRIERE DELLA SERA
16 NOVEMBRE 2009
 
L'associazione: l'aumento del consumo di carne toglie spazi e risorse alle coltivazioni
Menu «veg» un giorno alla settimana per combattere la fame nel mondo
Proposta Lav in concomitanza con il vertice Fao sulla sicurezza alimentare: tutti i lunedì mangiare solo vegetali
 
ROMA - Consumare solo prodotti vegetali almeno una volta alla settimana, a partire da quest'oggi, giorno di apertura del vertice mondiale Fao sulla sicurezza alimentare: è l'invito rivolto dalla Lav a tutti, ed in particolare ai rappresentanti Fao e dei protagonisti del summit, «al fine di diminuire l'inquinamento e garantire a tutti la possibilità di nutrirsi in modo adeguato».
«PRIMO PASSO» - «La scelta alimentare vegetariana priva di ingredienti animali - osserva la Lega antivivisezione - è un primo passo concreto e necessario, se si vuole davvero agire con efficacia contro la fame globale». Negli ultimi quindici anni, ricorda l'associazione, il numero di persone sottonutrite nel mondo è aumentato (da 825 a 873 milioni dal 1995 al 2006) fino a superare il miliardo quest'anno. Nel 1996 l'obiettivo stabilito dalla Fao era proprio quello di dimezzare questa cifra entro il 2015. LE STIME - Si stima che la produzione e il consumo di carne, aggiunge l'associazione, passeranno dai 233 milioni di tonnellate del 2000 ai 300 milioni di tonnellate nel 2020, il latte da 568 a 700 milioni e le uova cresceranno del 30%. «L'aumento dei consumi di prodotti animali - aggiunge la Lav - richiederà anche nuove terre per produrre foraggio e far pascolare gli animali. Ciò significa meno terre coltivabili e l'aumento dei prezzi, con conseguente mancato accesso al cibo per diversi settori di popolazione».
MODELLO SOSTENIBILE - «Dalla Fao ci aspettiamo uno stimolo per i governi e di conseguenza per i produttori e i consumatori, a diminuire il consumo di prodotti animali e ad adottare un modello alimentare sostenibile, che rappresenti un esempio per le nazioni emergenti - dichiara Roberta Bartocci del settore Vegetarismo della Lav - L'organismo delle Nazioni Unite sembra invece limitarsi ad aggirare il problema senza alcuna proposta concreta, mentre aumentano il numero di persone sottonutrite, i danni all'ambiente e lo sfruttamento degli animali».

LA ZAMPA.IT
16 NOVEMBRE 2009
 
E' già Natale nell'acquario di Tokyo
 
Un albero di Natale...di sardine. Siamo in un acquario nei pressi di Tokyo, lo Yokhama Kakkeijima Sea Paradise, qui il Natale è già arrivato. 50mila sardine sono state protagoniste di uno spettacolo che ha lasciato i molti presenti a bocca aperta, un gioco di luci e musica.
 
VIDEO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=22217&tipo=VIDEO

VILLAGGIO GLOBALE
14 NOVEMBRE 2009
 
Se ne discute lunedì
Pronto il Piano per l'orso marsicano
Completata l'elaborazione del Documento per le direttive alle Istituzioni competenti, nel Parco d'Abruzzo, per l'effettiva conservazione dell'animale
 
Dopo decine di riunioni e incontri del Tavolo Tecnico, appositamente costituito nel 2007 all'atto della sottoscrizione del Protocollo di Intesa, e di riunioni, anche plenarie tra i partner firmatari, è stata completata la elaborazione dell'importante Documento che prevede le direttive per le Istituzioni competenti, affinché si possano perseguire effettive azioni di conservazione della preziosa specie animale, adottando, nei prossimi mesi e anni, adeguati e concreti provvedimenti. Il Piano, tra le tante indicazioni di carattere scientifico, tecnico e amministrativo prevede anche la costituzione di una «Autorità di gestione» che, assistita dal Tavolo tecnico, possa poi occuparsi operativamente dell'attuazione delle misure previste e da individuare. Tale autorità, formata da rappresentanti del ministero dell'Ambiente, delle regioni Abruzzo, Lazio e Molise e dell'Ente Parco, dovrebbe essere costituita presso il Parco medesimo e da questi organizzata e coordinata: in sostanza, gli obiettivi fissati dal piano saranno il suo mandato.Nel caso di condivisione di questo indirizzo, dichiara il Presidente del Parco Giuseppe Rossi, la organizzazione e il coordinamento dell'Autorità costituirebbe un impegno molto importante e oneroso, che l'Ente assumerebbe ben volentieri, nella certezza però che il ministero dell'Ambiente e le regioni che vi partecipano vogliano garantire poi, nel concreto e ad ogni effetto, tutta l'assistenza e il sostegno necessari.Nella riunione plenaria, cui parteciperanno rappresentanti di tutti i firmatari del Protocollo (Ministero, regioni, enti parco, Cfs, province, associazioni, Università di Roma), e che si svolgerà nella sala convegni del Centro di Visita del Parco in Pescasseroli, dalle ore 10,30 del 16 novembre 2009, verranno anche presentati i documenti predisposti dalla Segreteria tecnica e dai vari gruppi di lavoro: documenti che formeranno gli allegati al Piano e che riguardano specifiche tematiche quali, ad esempio, veleni, bracconaggio, orsi confidenti, comunicazione, etc.

TISCALI ANIMALI
16 NOVEMBRE 2009
 
A Roma MagnifiCat 2009, mascotte la "supermamma gatta"
 
Roma - MagnifiCat Show 2009 è ai nastri di partenza. L'evento nazionale interamente dedicato ai gatti si svolgerà sabato 21 e domenica 22 novembre alla Nuova Fiera di Roma. Mascotte della manifestazione è Vilma, una micia di otto mesi, abbandonata incinta a fine settembre.
Non a caso lo slogan di quest`anno è "Yes We Cat" : la trovatella ha fatto onore alla sua missione materna, quattro gattini, tre femmine e un maschio, che ora vivono alla Piramide, prendono il latte dalla supermamma. Ma ora tutti e cinque hanno bisogno di un`adozione del cuore.
Alla kermesse più di 400 felini col pedigree, per oltre 200 razze, provenienti dai migliori allevamenti mondiali, esibiranno il loro charme, e faranno anche da cornice ai gatti meno fortunati, i trovatelli in cerca di adozione. L`evento culturale e sociale, alla X edizione, conta oltre 9.000 mq tra stand, palchi, scenografie, mercatino gattofilo, miaomostre e area adozioni del cuore.
La manifestazione è patrocinata dal Comune di Roma, dalla Regione Lazio e, per la sezione sui gatti liberi in cerca di adozione, è in collaborazione con l`associazione romana cura animali e ambiente. La due-giorni felina tra le più importanti d`Europa (18mila presenze solo la scorsa edizione), porta anche quest`anno la firma dell`associazione nazionale felina italiana (Anfi), che da oltre 50 anni opera sul territorio italiano ed è socio fondatore della Federazione Felina Internazionale.

EQUITANDO

16 NOVEMBRE 2009

 

Patrick Swayze e il suo grande amore - Il Cavallo Arabo

Patrick Swayze “Se respiri nelle narici dei tuoi cavalli spesso, si crea un legame. Loro ti conoscono”

 

   

 

Abbiamo amato Patrick Swayze per film come Dirty Dancing, Ghost, Point Break, lui ha fatto palpitare i cuori di quasi tutte le ragazze nate a metà degli anni settanta e anche di molte nate prima e dopo. Nel 1991, People lo incoronò l’uomo più sexy del pianeta e il giorno del suo 45° compleanno lo onorarono con una stella sulla Walk of Fame di Hollywood.
Ha scritto la sua biografia a quattro mani con la donna, Lisa Niemi, che ha voluto al suo fianco per tutta la vita e l’ha intitolata come la canzone simbolo nella colonna sonora del film che l’ha proiettato nell’olimpo di Hollywood, “The time of my life”.
Si è arreso al cancro, sebbene abbia lottato per anni contro la sua malattia, e mentre il mondo lo ricorda per i suoi film, vogliamo darvi un motivo in più per ricordarlo: il suo immenso amore per i Cavalli Arabi Egiziani.
Questo pezzo riporta le frasi dette da Swayze in un articolo apparso su Horsetalk il giorno dopo la sua morte, avvenuta il 14 settembre 2009 per cancro al pancreas, e da un articolo apparso su Desert Heritage scritto da Judith Wich. Ho aggiunto poco, volevo che Patrick Swayze vi parlasse direttamente, ho cercato di tradurre le sue parole il più fedelmente possibile.
Patrick Swayze aveva nel DNA l’amore per la danza e per i cavalli, trasmesso dal padre, ingegnere chimico, che partecipava ai rodeo. Nasce il 18 agosto 1952 a Houston in Texas.
Disse Swayze in un’intervista “Sono cresciuto con i cavalli. Mio padre era un cowboy in Texas. Abbiamo vissuto a Houston. All’età di 8 anni, ho visitato la Gleannloch Farm e da allora in avanti sono stato perso! Non sognavo altro che i cavalli Arabi, e quando immaginavo i cavalli Arabi, erano solo Egyptians!”
Swayze si innamorò degli Arabi Egiziani quando visitò la Gleannloch Farms gestita da Tom McNair, rimasto da allora il suo Guru e mentore, come lui stesso lo definì; rimaneva affascinato ad osservare come Tom chiedeva qualcosa ai suoi cavalli e i cavalli erano felici di farlo. Per lui i cogniugi McNair erano una seconda famiglia. Acquistò Tammen (Abenhetep x Talgana) nel 1991, con cui in seguito vinse premi in Halter, English Pleasure e Mounted Native Costume. Tammen era il suo cavallo, e la grande intesa, l’armonia e l’eleganza dei due soggetti è palesata in una foto di Swayze con lo stallone, trasformata in poster e venduta per una raccolta fondi per aiutare l’ Arabian Horse Association Youth Programme all’inizio degli anni 90.
Con Lisa, possedevano un ranch in Califonia e uno in New Mexico chiamati Rancho Bizzarro, dove allevavano le loro linee di sangue, mentre i cavalli da performance erano presso Tom.
Nel 1994, a proposito della sua tardiva realizzazione personale nel mondo dei cavalli, disse “quando senti che si instaura un rapporto con un cavallo è interessante. Sono cresciuto come cowboy e ho fatto qualche rodeo e altre cose del genere  e mi ritenevo  un horseman. Capì di non sapere nulla. Appena sono entrato in contatto con  questi cavalli, ho capito quanto potessi andare lontato con loro”
All’inizio probabilmente la gente riteneva che la sua fosse una passione passeggera, un diversivo dal dorato mondo di Hollywood, tant’è che dichiarò “negli anni è successo,  le persone gradualmente hanno iniziato a vedere che prendo questa cosa seriamente e che tengo  più ai cavalli che alla mia piccola immagine. Sono accettato ora, così diventare Grand Champion fu un grande evento per me”.Alla domanda di quale fosse il suo cavallo preferito, soleva rispondere “è difficile dirlo, ma per me è Tammen. È  la nostra stella e lui lo sa. Ma ha anche un cuore tenero e una natura gentile che trasmette ai suoi figli. In tutti questi anni ho sognato di avere un legame con un cavallo speciale e Tammen è davvero quel cavallo. Inoltre, ciò che è fantastico nello showeggiare i cavalli è che lo fai per i cavalli, non per te o il tuo piccolo ego. Riguarda l’efficacia  del lavoro effettuato per dare la possibilità a questo cavallo di fare il meglio che il cavallo possa fare”.
E ancora “devi provare per capire davvero il pensiero dei cavalli  e imparare come comunicare con loro. Ogni cavallo è differente. Devi costantemente inventare con gli Arabi perchè loro riescono a capire il sistema e si annoiano”.
Il suo amore per questa razza è contenuto anche in queste parole “La loro bellezza. Adoro la forma della testa, l’orgoglioso trotto, il fisico armonico. Ogni cosa si incastra in perfetta armonia. C’è un equilibrio naturale in ogni cosa. Sono un ballerino, e posso dire quando un corpo è fatto in funzione di qualcosa. Un Arabo in salute è costruito per quello scopo! E questo mi affascina” - “quando ero un bambino ho sempre avuto l’idea che il cavallo perfetto dovesse  essere come il destriero degli dei. Sono cresciuto con i Quarter Horse e i Purosangue. Alla Glennloch Farms ho avuto la prima occasione di incontrare i più bei cavalli che avessi mai visto nella mia vita. La loro eleganza ed intelligenza mi hanno davvero impressionato”.
Era una persona umile, capiva i suoi limiti e cercava di imparare il più possibile dalla sua guida, Tom McNair “penso che i momenti che più amiamo sono quando impariamo da Tom McNair, che noi chiamiamo ‘Papà Tom’. Quest’uomo ha probabilmente dimenticato più di quanto la maggior parte delle persone potranno mai sapere sui Cavalli Arabi. Sono sicuro che tutti gli amanti dei Cavalli Arabi sanno esattamente di cosa io stia parlando – più impari sui cavalli più capisci di non sapere”.
Nel 1995, dopo la sua partecipazione alla maratona in Qatar, il Britain Indipendent scrisse “Swayze non è uno stupido, lui sa che la capacità dei media di sbeffeggiare è sconfinata. Lui non ha tempo per quei criticoni che, quando partecipò con uno stallone arabo la scorsa primavera al Qatar’s International Desert Marathon, scrissero soltanto che finì ultimo”. Lui rispose “abbastanza vero, la stampa ha preso l’occasione al volo. Loro però non hanno riportato il fatto che 54 cavalli hanno iniziato la gara e solo 19 l’  hanno finita. Alla fine, io e il mio cavallo abbiamo instaurato un vero rapporto. Siamo diventati amici. E ho coronato il mio sogno, ho cavalcato il mio arabo nel deserto, da dove loro arrivano. Sono uno stupido romantico da biasimare”.
E questo amore distante dal business, lo dimostrava anche nel suo allevamento e nella filosofia con cui selezionava con Lisa i loro cavalli “amiamo i cavalli, ma non il business. Alleviamo Cavalli Arabi perchè vogliamo portare avanti un’eredità di  centinaia di anni. Questa eredità merita di essere trasmessa. La nostra paura è che i cavalli possano scomparire dalla nostra società perchè non sono più necessari. Quando una cosa finisce di essere utile, scompare. Spero che sempre più horse people rimangano ancorati a questo sentimento e non abbandonino queste meravigliose creature, lasciandole scomparire dalla faccia della terra” – “noi non siamo interessati ai Cavalli Arabi per vincere, noi vogliamo allevare un cavallo  migliore e sempre più bello, basato sulle linee di sangue di Morafic e Nazeer”.
Vi lasciamo con le parole di Lance Walters, presidente dell’Arabian Horse Association:
“Noi dell’Arabian Horse Association e i nostri 35.000 membri circa piangiamo la perdita di un’icona americana, Patrick Swayze. Lui amava i Cavalli Arabi e la sua si trasmetteva sempre al pubblico quando lui showeggiava i suoi bellissimi cavalli, specialmente sui giovani. I suoi amici più cari lo chiamavano “Buddy” e il loro sentimento sembrava definire il suo carattere, perchè ho sempre trovato che fosse un uomo umile e cortese. L’Arabian Horse ha perso un caro amico e le nostre preghiere vanno a sua moglie Lisa e alla sua famiglia, e ad ognuno che l’abbia amato. Il suo immenso contributo all’Arabian Horse non sarà dimenticato”.


IL PICCOLO TRIESTE

16 NOVEMBRE 2009

 

Emergenza rabbia silvestre Vaccino gratuito all’Enpa

 

Provincia di Trieste - «Vista la dichiarata emergenza che coglie le amministrazioni pubbliche non adeguatamente attrezzate l’Enpa continuerà le vaccinazioni antirabbiche a titolo completamente gratuito per tutti i soci che non avessero ancora provveduto a vaccinare i loro animali». È il messaggio lanciato dal presidente dell’Enpa, Gianfranco Urso, davanti all’emergenza per il diffondersi della rabbia silvestre. Già il 10 ottobre 2008 con il verificarsi di un caso a Resia nel Tarvisiano, dove un uomo era stato aggredito e morso alla caviglia da una volpe successivamente risultata rabida, l’Enpa «aveva invitato tutti i possessori di cani a vaccinare i propri animali». Ad un anno di distanza risultano in regione ben 38 i casi di rabbia silvestre (oltre 3 al mese) che per la maggior parte riguardano volpi trovate morte e, al momento, un solo cane. Un caso anche a Trieste, il 23 ottobre di quest’anno, di volpe rabida in località Gropada (dati tratti da Oie, Rabies Italy). «Appare opportuno che non solo tutti i cani vengano vaccinati contro la rabbia - dice il presidente dell’Enpa, che fino a questo momento ha vaccinato 1180 cani di iscritti - ma anche i gatti di proprietà che sono liberi nei giardini. Sarà buona regola anche, come prevede la normativa vigente, non lasciare liberi i cani sul territorio carsico, ma tenerli sempre al guinzaglio».

 

 

 

            16 NOVEMBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

ASCA
16 NOVEMBRE 2009
 
SALUTE: BIOTECISTI INGLESI, LIMITI A DNA MISTO UOMO-ANIMALE
 
(ASCA) - Roma, 16 nov - L'incubo della chimera medioveale, meta' animale e meta' uomo, agita i sonni della comunita' scientifica, tanto che l'Accademia Britannica delle Scienze Mediche ha deciso di correre ai ripari istituendo una commissione per stabilire linee guida nelle sperimentazioni che ''mischiano'' geni umani a quelli di altre specie animali.''E' importante che affrontiamo questi interrogativi adesso in modo che i confini siano riconosciuti e la ricerca possa realizzare tutto il suo potenziale'', ha spiegato Martin Bobrow, genetista che insieme ad altri 14 scienziati partecipa ad un gruppo di studio sul tema dell'Universita' di Cambridge. I modelli di malattie umane osservati negli animali sono la prassi nei Centri di ricerca in tutto il mondo, ma stando ai dati in possesso dei ricercatori il fenomeno, grazie alle nuove tecniche di biologia molecolare, sta scappando di mano. Il ''patto silenzioso'' tra gli scienziati, ha commentato Bobrow, e' che il mix 50/50 di Dna uomo-animale e' il limite massimo, e il confine e' molto vicino.

VARESE NEWS

16 NOVEMBRE 2009

 

L'Insubrias Biopark invaso dai pesci zebra

Il centro di ricerca di Gerenzano testerà l'efficacia delle cellule staminali estratte da liquido amniotico con un metodo di ricerca innovativo, siglando un accordo con il gruppo San Donato Foundation

 

 

   

 

Lungo dai tre ai cinque centimetri, affusolato e striato: assomiglia quasi ad una sardina ma il suo valore, dal punto di vista scientifico, è decisamente più alto. Stiamo parlando dello zebra fish (o pesce zebra), un pesciolino che rappresenta una nuova frontiera nella ricerca sulle cellule staminali. I centri ricerca più avanzati, infatti, stanno usando proprio questi animali per capire meglio le potenzialità delle terapie staminali, prima della sperimentazione sull'uomo.
Uno sviluppo importante, tanto che i laboratori dell'Insubrias Biopark di Gerenzano hanno appena acquistato 36 vaschette di pesci zebra, che saranno utilizzati per portare avanti alcune ricerche chiave in collaborazione con il Gruppo San Donato Foundation. «Questo è un filone di ricerca decisamente nuovo», ci spiega il Direttore della Fondazione Istituto Insubrico di Ricerca per la Vita Andrea Gambini, «In Italia sono pochi i centri che sperimentano sui pesci. Le ultime scoperte, tuttavia, ci dimostrano che in molti casi gli zebra fish sono un ambiente più sicuro rispetto a topi o altri animali, perché rispondono in modo più simile all'uomo».
Negli zebra fish di Gerenzano saranno testate cellule staminali di diversa origine, come quelle estratte dal cordone o dal liquido amniotico, uno dei filoni di ricerca più promettenti. Una delle ricerche svolte a Gerenzano testerà, ad esempio, la possibilità di utilizzare terapie genetiche per ricostruire i tessuti del cuore.
Lo zebra fish è un organismo modello nella ricerca biologica perché l’animale, poco esigente e di facile mantenimento in vasca, si riproduce con notevole frequenza con più di 200 uova per ciascuna deposizione, e ciò permette di disporre rapidamente di un gran numero di esemplari. Inoltre, la trasparenza delle uova fecondate e degli embrioni, che si formano in sole 72 ore dalla fecondazione, è tale da rendere evidenti tutte le fasi dello sviluppo embrionale, per cui il pesce zebra è usato come modello in studi sulla biologia dello sviluppo.
Questo accordo tra due big della ricerca lombarda, l'Insubrias Biopark e il Gruppo San Donato Foundation, durerà almeno due anni, e proverà a dare un ulteriore impulso alla ricerca sul nostro territorio. Al centro degli studi – oltre allo zebrafish e allo cellule staminali - vi sono patologie tumorali e autoimmuni, malattie cardiologiche, ortopediche e connesse all’apparato locomotore. «In questo momento di crisi – chiarisce Gambini – risulta ancora più importante unire le forze nel campo della ricerca. È un accordo particolarmente significativo - quello siglato tra la nostra Fondazione e il Gruppo San Donato Foundation - che può sfociare in risultati determinanti». Le promesse delle cure basate su cellule staminali, infatti, sono sempre più vicine a delle certezze: «Alcune terapie da cellule staminali sono già in atto», spiega Gambini, «Nel caso di questa ricerca speriamo di poter passare alla sperimentazione sull'uomo tra un anno, un anno e mezzo».

 

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