16 OTTOBRE  2009

CRONACA QUI
16 OTTOBRE 2009
 
All'arrivo dei veterinari i due animali non c'erano più
Cani impiccati e gettati in mare: dalle acque affiorano le carcasse
 
 
 
 
 
CHIOGGIA (VE) - STORIA SHOCK - Maltrattati, legati e strangolati. Poi gettati in mare, senza pietà. Le vittime sono due cani, che dopo essere rimasti in acqua per diversi giorni, sono stati sospinti dalle correnti a riva, dove sono stati avvistati da una coppia che ha subito lanciato l'allarme. E' accaduto a Chioggia: i due poveri animali, probabilmente due molossi, sono stati uccisi, forse impiccati o legati a dei massi per farli affogare più velocemente. Il caso, denunciato dal Gazzettino, è finito sui tavoli della Lega antivivisezione, che si è subito attivata per contattare l’Asl e chiedere il recupero delle due carcasse. Ma il giorno dopo, all'arrivo dei veterinari, le due carcasse non c'erano più. L’associazione chiede ora aiuto alla cittadinanza per vigilare sul territorio e per segnalare casi di maltrattamento o eventuali ritrovamenti di corpi. "È fondamentale- affermano i responsabili della Lav- che la cittadinanza sia collaborativa e aiuti le istituzioni. Inoltre chiediamo alle forze dell’ordine di vigilare nel territorio per evitare accanimenti ingiustificabili contro gli animali". Chi maltratta gli animali rischia una pena che va da tre mesi a un anno di reclusione e una multa che va dai 3 ai 15 mila euro. Chi ne provoca anche la morte rischia invece fino a 18 mesi di carcere.

IL GAZZETTINO
16 OTTOBRE 2009
 
Allarme della Lega antivivisezione: «I cittadini segnalino alle autorità chi maltratta gli animali»
Il mare restituisce due cani uccisi
Le carcasse, con una corda legata al collo, sono stata trovate da una coppia a passeggio
 
Marco Biolcati
 
CHIOGGIA (VE) - Due carcasse di cani morti sono state trovate domenica sulla battigia di Sottomarina. Entrambi gli animali, di grossa taglia, tipo molossi, sono rimasti in acqua per parecchi giorni fino a quando, sospinte dalle correnti, le carcasse sono arrivate a riva. I cani sono stati sicuramente maltrattati prima di essere gettati in acqua: sul corpo di uno infatti era ben visibile un cappio di nylon stretto intorno al collo. Forse i due animali erano stati impiccati o i loro corpi appesantiti con pietre o altro per farli affogare con maggiore facilità.La presenza delle carcasse è stata segnalata da una coppia di Sottomarina che stava passeggiando lungo la battigia. Il caso, con tanto di foto, è finito il giorno dopo sui tavoli della Lega antivivisezione, che si è subito attivata per contattare l’Asl e chiedere il recupero delle due carcasse. Purtroppo però, all’arrivo dei veterinari, i due cani non c’erano più. L’associazione chiede ora aiuto alla cittadinanza per vigilare sul territorio e per segnalare casi di maltrattamento o eventuali ritrovamenti di corpi. «È fondamentale – affermano i responsabili della Lav – che la cittadinanza sia collaborativa e aiuti le istituzioni. Inoltre chiediamo alle forze dell’ordine di vigilare nel territorio per evitare accanimenti ingiustificabili contro gli animali». In caso di ritrovamento di un animale morto è fondamentale avvertire subito l’Asl. Chi maltratta gli animali rischia una pena che va da tre mesi a un anno di reclusione e una multa che va dai 3 ai 15 mila euro. Chi ne provoca anche la morte rischia invece fino a 18 mesi di carcere. 

L'ECO DI BERGAMO

16 OTTOBRE 2009

 

Scimmia nascosta in cantina Denunciata famiglia di tunisini

 

 

Curno (BG) -Una scimmia di 11 mesi, probabilmente nata in cattività, è stata trovata dagli uomini della Forestale di Curno e Sotto il Monte nella cantina di uno stabile, alla Marigolda di Curno, dove risiede una famiglia di tunisini. La scimmia appartenente alla famiglia dei Cercopitechidi (nome comune “bertuccia”, nome scientifico Macaca sylvanus) era detenuta senza le prescritte autorizzazioni.Al momento sono in corso accertamenti da parte della Forestale per verificare la provenienza dell’animale in quanto i detentori non hanno prodotto la regolare documentazione secondo quanto previsto dalle normative vigenti e al Regolamento dell’Unione Europea che ha inserito i Cercopitecidi nell’elenco degli animali oggetto di protezione.
La scimmia è stata sequestrata e trasferita in Piemonte in una struttura autorizzata dal Ministero dell’Ambiente, in quanto compreso nell’elenco delle specie animali, stabilito con Decreto dal Ministero dell’Ambiente, considerati pericolosi per la salute e l’incolumità pubblica. La famiglia tunisina è accusata di detenzione illegale di animale in elenco Cites e di animale considerato pericoloso per la salute e l’incolumità pubblica per la possibile trasmissione di malattie contagiose all’uomo.
Tra gli animali considerati pericolosi per la salute e l’incolumità pubblica vi sono oltre ai Primati (scimmie del vecchio mondo e del nuovo mondo come oranghi, scimpanzé, gibboni e gorilla, macachi) anche tutte le specie di felini, gli orsetti lavatori, le tartarughe azzannatici, gli alligatori, i varani e diverse specie di serpenti.


BERGAMO NEWS
16 OTTOBRE 2009
 
L'animaletto era tenuto in un appartamento da una famiglia tunisina, senza i permessi di legge. E' stata trasferita in un centro in Piemonte.
La Forestale sequestra una scimmia
 
Curno (BG) -Di tutti i sequestri, quello effettuato dalla Forestale di  Curno e Sotto il Monte è certamente uno dei più strani degli ultimi tempi. Gli agenti hanno infatti trovato alla Marigolda nientemeno che una scimmia, denunciando a piede libero i suoi carcerieri: padre, madre e figlio di una famiglia tunisina residente a Curno. L'animaletto, un esemplare appartenente alla famiglia dei Cercopitecidi (nome comune “bertuccia”, nome scientifico Macaca sylvanus) era infatti detenuto illegalmente in uno stabile dove gli uomini della Forestale, in seguito a segnalazioni  di odori e rumori sospetti,  hanno effettuato un controllo. Grande è stato lo stupore quando hanno trovato la scimmietta di sesso maschile e dell’età di circa 11 mesi, in buone condizioni di salute, ma sprovvista di specifica documentazione prevista dalle normative CITES (Allegato B del Regolamento CEE n. 338 del 1997) riguardante la provenienza e  l’eventuale nascita in cattività. 
L’animale, i cui esemplari allo stato selvatico sono diffusi  nell’Africa settentrionale  e vivono tra le foreste di cedro e querce dell’Atlante in Marocco ed Algeria, è compreso anche nell’elenco del Decreto del Ministero dell’Ambiente del 19-4-1996 ed è considerato una specie pericolosa per la salute e l’incolumità pubblica, pertanto  la detenzione doveva essere autorizzata dalla Prefettura, previo parere della ASL, per la verifica dell’idoneità della struttura adibita a custodia dell’animale.
In assenza delle prescritte ed obbligatorie autorizzazioni alla detenzione prevista dalla legge n. 150 del 1992, la scimmia è stata sequestrata e trasferita in Piemonte presso una struttura autorizzata dal Ministero dell’Ambiente in attesa delle determinazioni dell’Autorità giudiziaria e delle indagini della Forestale che dovrà  stabilire se proviene dalla nascita in cattività oppure è stata prelevata in natura e  soprattutto se  risulta indenne da malattie trasmissibili all’uomo. I componenti della famiglia tunisina , regolari con il permesso di soggiorno, dovranno rispondere di detenzione illegale di animali esotici e rischiano fino a 30.000 euro di ammenda.

LA REPUBBLICA
16 OTTOBRE 2009
 
In cantina una bertuccia di undici mesi ora rischiano una multa di 30mila euro
Denunciata a Curno (Bergamo) una intera famiglia tunisina: papà, madre e figlio
 
Giuliana Ubbiali
 
Curno (BG) - Dovrebbe vivere nelle foreste di cedro e querce di Marocco e Algeria, ma la bertuccia, un maschio di 11 mesi, era in un appartamento a Curno, nel Bergamasco, nella cantina di una famiglia tunisina: papà, madre e figlio che sono stati denunciati e ora rischiano una multa fino a 30mila euro. L'esemplare, che scientificamente si chiama Macaca sylvanus, è nell’elenco delle specie pericolose per la salute e l’incolumità pubblica. Per averlo, servono l’autorizzazione della prefettura e il parere dell’Asl: la famiglia tunisina, regolare in Italia, non li ha. Gli agenti della Forestale di Curno e Sotto il Monte sono intervenuti su segnalazione: strani odori e rumori arrivavano da quello stabile. Ora la bertuccia è stata sequestrata e portata in Piemonte, in una struttura autorizzata.

MESSAGGERO VENETO
16 OTTOBRE 2009
 
Colonie feline sterminate dai veleni
 
Udine - La sezione udinese della Lega anti vivisezione scende in campo contro l’avvelenamento di animali, all’indomani del ritrovamento a Udine e in provincia di numerosi gatti deceduti proprio per l’ingestione di sostanze velenose. «È un problema che dura da tempo – spiegano i volontari della Lav – : questa estate una colonia felina in via Joppi, a Udine, è stata letteralmente sterminata. L’ultimo micio è stato avvelenato qualche settimana fa, per un totale di ben 18 animali deceduti. Una vera strage, tanto che la signora che accudiva i mici ha chiesto aiuto alle associazioni e agli uffici competenti. Un’autopsia ha confermato l’avvelenamento come causa del decesso». Barbara Novelli ed Elisa Vesnaver, volontarie Lav, sottolineano come «l’ingestione di veleni provochi gravi sofferenze agli animali, che muoiono dopo una lunga agonia». «Riteniamo spaventosa – dicono – la facilità con cui vengono venduti e messi a disposizione i veleni». E ricordano: «Causare la morte di un animale per crudeltà o senza motivo è un reato punito dalla legge, così come i responsabili di questi atti vergognosi. Invitiamo chiunque possa aver visto qualcosa a contattare la nostra associazione oppure direttamente le forze dell’ordine».

CRONACA QUI
16 OTTOBRE 2009
 
Raccontaci gli episodi di cui sei stato testimone, inviaci fotografie e video
25mila cani uccisi ogni anno: denuncia i bastardi a CronacaQui
 
IL PEGGIORE AMICO DEGLI ANIMALI

Ogni anno in Italia vengono uccisi 25 mila cani. E altri 750 mila vengono maltrattati o tenuti in condizioni di vita inadeguata. Se Camilla, la barboncina trovatella che divide la vita con me dall’agosto di sei anni fa sapesse leggere, certo rabbrividirebbe di paura e correrebbe a rifugiarsi sul divano, con la codina a ciuffo tra le gambe. Non potrebbe capire, come non capisco neppure io, come si faccia ad arrivare a tali esplosioni di ferocia. O in subordine di cattiveria o di indifferenza. Dico, ma chi ci obbliga a prendere con noi un cane, a illuderlo di aver trovato una cuccia, un pasto caldo, una mano amica, per poi imprigionarlo con una catena lunga un metro, fargli stentare il cibo, massacrarlo di botte?
O peggio ad ammazzarlo a colpi di badile, di martello. O a sparargli come denuncia l’Aidaa, l’associazione che si batte per la difesa degli animali, e che ha prove documentate addirittura di battute di caccia per scovare e abbattere i randagi. Certo, dirà qualcuno, l’uomo sa essere crudele e violento con i bambini, con gli anziani, con i disabili. E dunque perché stupirsi, perché cercare spiegazioni a certe vergogne? Credo che una risposta ci sia e che vada cercata nella vastità del fenomeno della violenza sugli animali. Perché se nei confronti degli esseri umani si accanisce solo una fascia, ristretta ma pericolosa della società, i cosiddetti criminali, verso gli animali c’è una crudeltà diffusa. Anche, ed è triste dirlo, tra le persone cosiddette perbene. Perché un cane, o un gatto, o peggio ancora un uccellino in gabbia, un coniglio, un criceto, finiscono per essere classificati come oggetti. E non come esseri viventi. Dunque li si può gettare via, magari in un cassonetto, o sopprimere come si farebbe con un insetto molesto.
Tornando ai cani, nei confronti dei quali proprio certi numeri che testimoniano persecuzioni diffuse hanno fatto nascere nuove forme di tutela, non si può tacere un diffuso metodo di eliminazione silenziosa. E vile. Parlo delle polpette avvelenate lanciate nei parchi, nei giardini, o abbandonate sui marciapiedi. Il record, dice ancora l’Aidaa, si verifica tra Brescia, Bergamo e Sondrio, ma numerosi sono i casi denunciati in Piemonte, a Torino soprattutto, e nel Veneto. Cani uccisi, diciamolo una buona volta, da mani assassine. Come assassini sono i combattimenti tra cani che parrebbero tutti, o quasi, gestiti dalla malavita che guadagna con le scommesse. Anche qui, secondo i ricercatori, i numeri sarebbero da capogiro e coinvolgerebbero almeno 4 o 5 mila esemplari l’anno. Sottratti o ceduti da canili e da privati. Sempre Camilla, se finalmente trovasse la parola, mi chiederebbe perché non si fa qualcosa contro questa strage silenziosa. La risposta potremmo darla insieme, denunciando quello che accade sotto i nostri occhi. Con una semplice telefonata. Con un sms, magari con una fotografia rubata col telefonino. I vigliacchi non amano la pubblicità, facciamogli bruciare la pelle.
[email protected]
Per inviare testimonianze, fotografie,denunciare violenze e maltrattamentisugli animali potete scriverci a [email protected], telefonare al numero 011.6669, o mandare un fax al numero 011.6669232
Il video e le fotografie nella gallery sono adatti solo ad un pubblico adulto
http://www.cronacaqui.it/news-25mila-cani-uccisi-ogni-anno-denuncia-i-bastardi-a-cronacaqui_27596.html

IL SECOLO XIX

16 OTTOBRE 2009

 

Addio a Barbara, il rottweiler che salvò decine di persone

E' morto il cane-eroe dei vigili del fuoco

 

Edoardo Meoli

 

Genova - L'ULTIMA MISSIONE era stata in Abruzzo dove, ancora una volta, si era distinta per un fiuto eccezionale e ben allenato. È lei che ha ritrovato il punto in cui due suore erano sepolte sotto le macerie del convento di Santa Chiara nella frazione Paganica dell'Aquila (una purtroppo era morta) e una coppia di coniugi rimasti sotto un palazzo del centro storico. Barbara aveva dodici anni ed era uno dei cani più famosi d'Italia, punto di riferimento del gruppo cinofilo dei vigili del fuoco di Genova. È morta l'altro ieri, lasciandosi alle spalle un grande dolore. Era un rottweiler e fin da cucciola era stata addestrata alla ricerca delle persone.
In questi dodici anni è stata protagonista praticamente in tutte le grandi calamità che hanno colpito l'Italia: terremoti, alluvioni, crolli di edifici. Quando c'era da cercare persone in difficoltà, Barbara veniva richiesta dalla Protezione civile. Partiva per qualsiasi parte d'Italia insieme a Marco Risso, il vigile del fuoco che era il suo addestratore, con il quale abitava in una casa di Quinto. Ieri era troppo triste per raccontare del cane capostipite del gruppo cinofilo: «È un dolore troppo grande per me; oggi sono senza parole. Ho capito quanto era importante il mio cane, anche se era solo un cane».
Barbara, "unità cinofila K36", da ieri riposa nello stesso campo di addestramento dove aveva lavorato per tutta la sua vita di cane-eroe: «L'abbiamo sepolta nel campo e molti di noi hanno pianto - racconta Adriano Zanni, caposquadra del gruppo specialistico - Barbara era il cane guida per tutti gli altri animali, ma anche l'espressione genuina di quello che può diventare il rapporto tra uomo e cane».
Nel 2004 il rottweiler era stato insignito della massima onorificenza nel corso del premio internazionale Fedeltà, che si svolge ogni anno a San Rocco di Camogli: in quell'occasione il riconoscimento era arrivato per aver trovato e salvato un escursionista che era precipitato in un dirupo al Faiallo. Senza il fiuto di Barbara, quell'uomo non ce l'avrebbe mai fatta.
Oltre a molti interventi coordinati dalla Protezione civile, il cane aveva dato una mano anche nel corso di parecchie inchieste giudiziarie. Era stata Barbara, ad esempio, a ritrovare sepolto sotto lamiere e calcinacci il corpo senza vita di Albert Kolgjegja, l'operaio albanese morto nel tragico crollo del Museo del Mare, l'8 novembre 2003. Ed era sempre stata Barbara a fiutare le tracce della contessa Francesca Vacca Agusta, nel gennaio del 2001: «Si era accorta del punto esatto in cui si erano dissolte le tacce della contessa, fermandosi nel punto in cui si era verificata la tragica caduta». Il corpo venne poi ritrovato in Costa Azzurra, ma Barbara, con il suo fiuto, aveva già capito tutto», ricorda ancora Zanni.


IL GAZZETTINO
16 OTTOBRE 2009
 
Meticcio investito in via Vittorio Veneto (TV)
 
Erica Bet
 
CODOGNÈ (TV) - Meticcio investito in via Vittorio Veneto. Scattano i controlli della polizia locale. La segnalazione dei residenti, rivelatasi poi provvidenziale, è riuscita a salvare la vita al povero animale, un cane di media taglia altrimenti destinato a morire a seguito dell’incidente.Domenica mattina, nel pieno svolgimento dei festeggiamenti, gli agenti di polizia hanno ricevuto la segnalazione. Sul posto è intervenuta l’ambulanza della clinica veterinaria di riferimento che è riuscita a salvare il cagnolino. Gli accertamenti successivi hanno accertato che il meticcio è sprovvisto di tatuaggio e microchip. La polizia municipale lancia un appello ai proprietari ed annuncia controlli nel centro del comune.

BLOGOSFERE
16 OTTOBRE 2009
 
Hachiko: la storia d'amore tra un cane e il suo padrone. Richard Gere in un film strappalacrime
 
In attesa dell'incontro con il pubblico di domani, Richard Gere ha commosso la platea di giornalisti al Festival di Roma col suo ultimo film, "Hachiko: a dog's story" di Lasse Hallstrom. Era in effetti prevedibile: la storia - vera - di un cane talmente fedele al suo padrone da continuare ad aspettarlo ogni giorno anche dopo la sua morte (del padrone ovviamente) per dieci anni fuori dalla stazione da cui era solito arrivare di ritorno dal lavoro.  Era anche prevedibile che l'interpretazione di Gere (per quanto buona, in effetti) scomparisse di fianco a quella del cane, o meglio dei cani: una razza poco nota in occidente, l'akita, tipicamente giapponese. Un cane, dicono, solitamente molto indipendente ma in questo caso protagonista di una storia unica per affetto e dedizione: scommettiamo in un boom di richieste di cuccioli di akita quest'inverno? Il film, bisogna dirlo, è perfetto nel suo meccanismo di commozione (ma era difficile non riuscire in questo intento visto il tipo di storia!) ma decisamente imperfetto nella sua realizzazione. Un po' povero, forse. La scelta di usare molto spesso una sorta di 'Hachi cam', con la visuale in soggettiva del cane, si poteva ad esempio evitare... Ma non mancano le scene da ricordare, come la cena a base di popcorn di padrone e animale, la sfida alla puzzola e molte ancora. Il film uscirà a Natale in Italia, previsto (da noi di Cinefestival) un buon incasso al botteghino. Così come previsto un premio per Hachiko alla prossima edizione della Palm Dog!
 
Alcune scene della preparazione del film
http://teaser-trailer.com/2009/04/hachiko-a-dog-story-behind-the-scenes.html
 
VIDEO
http://www.youtube.com/watch?v=jNyyfcF6qjA

REUTERS
16 OTTOBRE 2009
 
Al Festival del Cinema di Roma è il giorno di Richard Gere
 
ROMA (Reuters) - Dopo l'apertura di ieri dedicata alla guerra di Danis Tanovic, oggi al Festival Internazionale del Film di Roma è il gran giorno di Richard Gere, nella capitale per presentare il film fuori concorso "Hachiko: A Dog's Story", in uscita a Natale nei cinema italiani.La pellicola, commovente riadattamento americano di un famoso racconto giapponese, parla della storia di Hachi, un cane di razza Akita, e dell'amicizia speciale con il suo padrone, un professore (Richard Gere) che il cane accompagna tutti i giorni alla stazione per poi aspettarne il ritorno."E' una storia molto semplice, ma con una potenza interiore davvero straordinaria. Ho letto due volte il racconto, e mi sono commosso in entrambe le occasioni. Credo che in questo film vi sia qualcosa di fortemente simbolico", ha detto Richard Gere in conferenza stampa, dove ha anche rivelato di aver sempre avuto e amato i cani, "forse uno dei motivi per cui ho voluto partecipare a questo film"."Recitare con un cane è più o meno come recitare con i bambini - ha spiegato l'attore 60enne - . Se vuoi realizzare qualcosa di veramente spontaneo, allora è necessario non addestrare il cane in tutto e per tutto, ma riuscire a cogliere i momenti giusti mentre accadono naturalmente. Questo ha richiesto grande pazienza".[...]

ADN KRONOS
16 OTTOBRE 2009
 
CINEMA: CANI AKITA, UNA RAZZA 'REALE' AL FIANCO DI RICHARD GERE
 
Roma - In principio era Lassie, il collie protagonista dal 1943 al 2005 di ben undici film. In seguito vennero i dalmata, immortalati nei cartoni di Walt Disney. Da oggi la folta schiera dei cani che popolano il grande schermo si arricchisce degli Akita, razza giapponese nota per la bellezza e il coraggio. Ed e' probabile che anche nel nostro paese scoppi la Akita-mania. Uno di loro, Hachiko, e' infatti protagonista dell'omonimo film di Lasse Hallstrom, presentato oggi con successo - e un po' di commozione - al Festival del Cinema di Roma. La pellicola - che racconta l'intenso rapporto fra un Akita e il suo padrone, il professor Parker Wilson (interpretato da Richard Gere) - esalta proprio la fedelta', uno dei caratteri principali di questa razza, che appartiene ad un ceppo di cani nordici-orientali come altre razze da slitta. Di taglia media (pesano da 30 a 55 kg e non superano i 70 cm) gli Akita sono cani di forte costruzione, con ossatura robusta e corpo molto ben proporzionato. Le origini dell'Akita sono da rintracciare nell'isola settentrionale di Honsu: in passato era impiegato per la caccia alla grossa selvaggina ed anche per il combattimento. Un tempo il possesso di questi cani era limitato ai membri della famiglia reale e all'aristocrazia ed esistevano disposizioni speciali in merito alla cura e al nutrimento da riservare loro; inoltre, per riferirsi ai cani o rivolgersi a essi si doveva ricorrere a un particolare vocabolario.

ADN KRONOS
16 OTTOBRE 2009
 
CINEMA: FESTIVAL DI ROMA, RICHARD GERE E IL SUO AMORE DA CANI
 
Roma - La storia? Di una semplicita' disarmante: l'amore devastato e impagabile di un cane verso il suo padrone. E' Hachico: A Dog's Story, un piccolo film dal piu' sentimentale dei registi, Lasse Hallstrom (ricordate Chocolat?Era suo) che ha regalato a Roma, oltre ai tremori canini, anche una star di primo livello: Richard Gere. "E' una di quelle storie che si raccontano attorno a un falo' - dice l'attore -, e a cui ci si abbandona per il solo gusto della narrazione. La prima volta che ho letto lo script mi sono messo a piangere. Ha una forza misteriosa. Non c'e' trucco ne' stratagemma, solo la magia della narrazione". La storia del cane Hachico - che e' di razza Akita, "il primo a creare il sodalizio con l'uomo", ci informa il film - e' di quelle "realmente accadute": "E' capitata a un anziano giapponese - spiega Gere - al quale era stato regalato un cane che avrebbe continuato a cercarlo anche dopo la sua morte. Il cane e' ormai una leggenda in Giappone". Non si tratta pero' di una favoletta per bambini: "All'inizio - rivela l'attore - ho scelto di recitare in questo film perche' pensavo fosse uno di quelli che potessero vedere mio figlio e anche il mio cane. Poi pero', rivedendo il montato, ho capito che se era una fiaba, era per adulti". Il film che ha utilizzato tre cani diversi "senza addestrarne nessuno", e uscira' in Italia nel periodo natalizio, distribuito dalla Lucky Red. Col natale condivide non le atmosfere di festa, ma un vago sottofondo mistico: " Percio' abbiamo preferito cambiare la storia e incentrarla su un uomo di mezza eta', ancora nel fulcro della vita. Volevamo aprire una finestra sulle possibilita' dell'esistenza e rivelare fino in fondo il suo significato spirituale". Non a caso Hachico: A Dog's Story inizia in un monastero buddista: "E' una scelta mia - rivela l'ex American Gigolo' -. Ho voluto una connessione con il mio retroterra zen. Approfittare del legame che questa storia aveva col Giappone, terra a cui sono molto legato, e darle un bozzolo spirituale. E in fondo questo film e' un'esperienza mistica, che ha a che fare con l'accettazione, la fedelta', la compassione, l'amore, ovvero con tutte le aree che ci rappresentano veramente in quanto uomini". E parlando di uomini, la star non puo' fare a meno di spendere una parola anche sull'amato Dalai Lama: "Un modello immenso col quale voglio confrontarmi per tutto il resto della mia vita".

IL MESSAGGERO
16 OTTOBRE 2009
 
Un allevamento di cani senza autorizzazioni..
 
VITERBO - Un allevamento di cani senza autorizzazioni, in un comune limitrofo al capoluogo, è stato sequestrato ieri dai carabinieri del Nas di Viterbo.
Dopo un’analoga operazione compiuta nello scorso mese di agosto, i militari del comando viterbese hanno compiuto una seconda verifica in un allevamento di cani, nell’ambito dei servizi promossi dal ministero della Salute e rivolti alla tutela degli animali. Nel controllo specifico, hanno denunciato al sindaco di un paese della provincia il titolare di un allevamento di cani di razza (in maggioranza labrador e jack russel).
L’allevamento in questione, infatti, non aveva le prescritte autorizzazioni sanitarie (il nulla osta della Asl) e amministrative per questo tipo di attività; mentre alcuni dei circa 60 cani ospiti della struttura non avevano i microchip, obbligatori per legge dopo i due mesi di vita.
Nello specifico poi il titolare dell’allevamento non aveva compilato il registro di carico-scarico dei cani, né identificato e registrato all’anagrafe canina gli animali dell’allevamento. L’intera struttura, che è composta da 19 box, è stata sottoposta a sequestro amministrativo cautelativo sanitario. Ora sarà il personale veterinario della Asl a stabilire se gli animali sono tutti in buona salute, o se dovranno essere dirottati in un canile.

Animalieanimali

16 OTTOBRE 2009

 

"SPARAVO AGLI UCCELLI, ORA LI DIFENDO E LI STUDIO"
Maffeo Schiavi ha abbandonato la doppietta e si è trasformato in esperto di volatili e natura.

 

Raccontano, quassù, che il 2 luglio dell’anno del Signore 1413 a Ruggiero di Giovan Forte de’ Grigis, contadino, la Vergine Maria apparisse ben quattro volte, mentre egli s’industriava a procurar del fieno. E che lo esortasse a convincere le genti di Rigosa e Sambusita a costruire una chiesa dedicata alla Visitazione. Ma aggiungono che, per farsi dar retta da quei montanari, le ci volle un miracolo: un ramoscello d’ulivo germogliato da un tronco di faggio secco. Al paragone, quello capitato sei secoli dopo e qualche decina di metri più in alto, ai 960 metri sul mare della Passata di Zogno, giusto dove si imbocca la strada che oggi scende al Santuario della Madonna del Perello, è un prodigio di assai minore proporzione.
Pure, forse mette conto raccontarlo. Perché non capita tutti i giorni che un cacciatore si spogli di giberna e doppietta per vestire i panni di studioso dei volatili. E investa di tasca propria una fortuna per costruire la stazione ornitologica forse più avanzata d’Europa. Che ancora non è finita, ma lo sarà presto.
«Spero prima dell’estate prossima », dice Maffeo Schiavi da Clusone, 58 anni, ex professore, assicuratore e mediatore immobiliare, che è poi il «convertito» della nostra storia. Oddio, lui fa professione d’indulgenza. «Io non sparo più, ma non sono contro la caccia in termini assoluti. La ammetterei, ma solo come prelievo fondato su un censimento scientifico». Il guaio è, sottolinea, che un censimento scientifico delle specie a rischio richiederebbe anni e non nessuno lo fa. E, soprattutto, che troppi cacciatori sono pronti a riempire il freezer fino a scoppiare pur di sparare a tutto quel che si muove. «La verità è che nessuno sta dalla parte degli uccelli. Così ho deciso di investire del mio».
Dice che la «conversione» è maturata piano piano. Del resto, per uno abituato da quando aveva tre anni a dare una mano a papà Dorino nei tre roccoli di famiglia a Bòssico (dove gli uccelli li si catturava con le reti per farne dei richiami e, se non erano buoni per le gabbiette da richiamo, venivano comunque buoni per la padella), la passione per la caccia era quasi una questione di dna.
«Col tempo, però, mi sono accorto che usavo sempre più il binocolo e sempre meno il fucile» spiega Maffeo. E, come per il buon Ruggiero, anche per lui venne, per dir così, il giorno della «rivelazione »: «Sarà stato il 1981 o l’82. Ero all’isola del Giglio, sono scivolato e, siccome tenevo il fucile in mano, cadendo mi sono quasi rotto un dito. Allora ho detto a mia moglie: basta, il fucile non lo toccherò mai più. 'Era ora, tanto non lo usi mai' mi ha risposto».
Fu così che Schiavi passò dai roccoli alle stazioni ornitologiche e dalle cartucce a calibri, bilance e altri attrezzi per misurare i volatili caduti nelle sue reti e metter loro un anello prima di liberarli. Ma se a Ruggiero toccò sopportare, fino all’avvenuto miracolo, «la sassaiola della derisione», a Schiavi andò anche peggio. Qui alla Passata, dove arrivò nel 1995, i bracconieri gli incendiarono, nel 2001, due roulotte. E solo al quinto tentativo il progetto della nuova stazione ornitologica, iniziata a settembre 2008, passò.
Tra qualche mese, potrà ospitare, anche la notte, fino a una dozzina di ricercatori o visitatori. Ci sarà una sala per le proiezioni e le lezioni alle scolaresche e uno spazio per i 1500 volumi di ornitologia, dal ’700 ad oggi, che Schiavi ha collezionato.
Se poi credete che fare l’ornitologo sia una specie di passatempo, vi sbagliate. Le 72.000 catture fatte alla Passata dal ’95 ad oggi hanno fruttato sei studi scientifici e una quindicina di tesi di laurea.
E, oltretutto, svelano le colpe anche di chi non imbraccia un fucile. Specie che migrano in anticipo per i cambiamenti climatici; altre che non passano più perché sono spariti i canneti; gabbiani che prosperano tra la spazzatura di Milano. Insomma, quassù noi bipedi terrestri potremmo capire che è davvero ora di cambiare rotta. E questo sì, che sarebbe un miracolo.


ASCA
16 OTTOBRE 2009
 
ANIMALI: MIN.SALUTE, SOPRALLUOGO NAS A SIGNA (FI) CONTRO MALTRATTAMENTO
 
Roma - Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali- in relazione ad un servizio televisivo andato in onda nella trasmissione ''Stricia la Notizia'' nei giorni scorsi, in cui si evidenziavano, presso un'azienda agricola, situazioni di maltrattamento a carico di animali- ha disposto un ''intervento immediato'' ad opera dei Carabinieri per la Tutela della Salute (NAS) al fine di accertare lo stato dei fatti, intervento che si e' svolto ieri con la collaborazione dei Carabinieri della stazione di Signa (FI).I proprietari degli animali sono stati segnalati all'Autorita' Giudiziaria ''per violazioni riconducibili al maltrattamento degli animali, per irregolarita' inerenti la registrazione della movimentazione degli animali presenti in azienda ed ipotesi di reato per abbandono di rifiuti''.
L'area interessata e' stata oggetto di sequestro da parte delle Autorita'.

VIRGILIO NOTIZIE
16 OTTOBRE 2009
 
Animali/ Dopo video in tv, ispezione dei Nas a Signa: 2 denunce
Maltrattamenti agli animali allevati in un'azienda agricola
 
Dopo il servizio andato in onda su Strisci la Notizia, sono arrivati i Nas in un'azienda agricola di Signa, in provincia di Firenze ed è scattata una denuncia per i proprietari degli animali maltrattamenti. Lo riferisce il ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali, che spiega: dopo il servizio televisivo andato in onda nella trasmissione 'Striscia la Notizia' il 13 ottobre scorso in cui si evidenziavano situazioni di maltrattamento a carico degli animali allevati in un'azienda agricola, il ministero ha disposto un intervento immediato dei Nas. L'intervento si è svolto ieri con la collaborazione dei carabinieri della stazione di Signa. I proprietari degli animali sono stati segnalati all'autorità giudiziaria per violazioni riconducibili al maltrattamento degli animali, per irregolarità nella registrazione della movimentazione degli animali presenti in azienda ed ipotesi di reato per abbandono di rifiuti. L'area è stata sequestrata.

LA CITTA' DI SALERNO
16 OTTOBRE 2009
 
Troppi ritardi per costruire il canile
 
Provincia di Salerno - Continua a tenere banco il problema del randagismo dopo le numerose aggressioni da parte di cani. Anche il Codacons è intervenuto sulla questione, dopo il botta e risposta tra maggioranza ed opposizione sulla questione della sterilizzazione dei randagi. L’assessore comunale alla Sanitá Vincenzo Garofalo ha dichiarato che verrá effettuata a breve per evitare la riproduzione dei cani. Tra qualche giorno dovrebbe passare in giunta comunale la delibera che prevede l’affidamento dell’incarico per le sterilizzazioni, e l’individuazione di un canile. «Si scontano, purtroppo, i ritardi della costruzione di un canile pubblico comprensoriale - scrive l’associazione dei consumatori - Questi ritardi sono in massima parte dovuti alla "calma" con la quale l’amministrazione comunale ha individuato il suolo su cui costruire il canile». La realizzazione del canile ricade sì sul suolo del comune di Sala Consilina ma ad occuparsene è la comunitá montana del Vallo di Diano. Per l’associazione dei consumatori, vista l’emergenza che si è venuta a creare con la chiusura del canile di Cicerale e che interessa in linea di massima tutti i comuni del comprensorio, «logica e buon senso vorrebbero che l’amministrazione pubblica, appaltante i lavori, avesse stabilito un premio da dare all’impresa esecutrice, per terminare i lavori prima del termine. Con la stessa logica si dovrebbe adesso approvare una variante, in corso d’opera, per eliminare la costruzione della casa del custode. Con i soldi risparmiati, si potrebbe così portare la capienza da 120 a 200 cani». In una nota i capigruppo di opposizione Paladino e Galiano sottolineano come «la sterilizzazione produrrá effetti positivi solo fra alcuni anni» e che il canile comprensoriale appena iniziato «non sará pronto in breve termine».

SESTO POTERE
16 OTTOBRE 2009
 
Maxioperazione antibracconaggio della Forestale nel territorio provinciale di Bergamo
 
Bergamo - Nel corso dei servizi di controllo di antibracconaggio nel territorio provinciale di Bergamo, gli agenti del Corpo forestale dello Stato dei Comandi Stazione di Gromo e Clusone hanno denunciato a piede libero una persona e sequestrato una notevole quantità di mezzi vietati per la cattura di avifauna ed esemplari di avifauna protetta. Il fatto è stato accertato in località Vaghetto alto di Valcanale nel territorio comunale di Ardesio (BG) dove gli uomini della Forestale, dopo alcuni giorni di appostamento, hanno sorpreso in flagranza un bracconiere intento a prelevare le prede (6 pettirossi ed 1 tordo bottaccio morti) intrappolate e con le zampe spezzate da una serie di archetti collocati nella vegetazione boschiva della zona. Da un immediato controllo sul posto sono stati rinvenuti e sequestrati 240 mezzi vietati alla caccia (archetti), altro materiale (legno e spago) utilizzato per realizzarne degli altri e circa mezzo chilo di bacche di Sorbo degli uccellatori, utilizzate come esche per attirare l’avifauna. Da un successivo controllo presso l’abitazione sono stati sequestrati altri 76 esemplari (75 pettirossi ed 1 tordo bottaccio) rinvenuti nel congelatore di casa e provenienti dall’attività venatoria illecita. Il bracconiere, un cinquantunenne di Ardesio, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per uccellagione con l’aggravante dell’uso dei mezzi vietati e per uccisione di animali con crudeltà per gli effetti mortali provocati dagli archetti, un delitto previsto dall’art. 544-bis del Codice penale inserito nelle norme penali nel 2004 con la legge n.189. Ora l’autore, oltre alla multa, rischia da 3 a 18 mesi di reclusione in quanto recidivo essendo stato già denunciato dalla Forestale due anni fa quando fu sorpreso con oltre 500 archetti e con avifauna protetta intrappolata negli stessi.

TRENTINO
16 OTTOBRE 2009
 
Pony e asino rubati ma il pastore è assolto
 
ROVERETO (TN). Sergio Devigili, nell’agosto di due anni fa, scoprì che dal suo recinto sui Lessini mancavano un pony e un asino. Fece denuncia, ma non avrebbe mai recuperato gli animali se per puro caso non li avesse reincontrati, una settimana più tardi, durante un’escursione sull’altopiano di Brentonico. Appena viste le sue bestie nel recinto di malga Susine, Devigili chiamò i carabinieri di Brentonico a cui spiegò i fatti. Nei guai finì Mirco Fracchetti, che da poco aveva rilevato l’attività del padre Germano, pastore di lunga esperienza. Fracchetti spiegò di aver acquistato qualche giorno prima i due animali al mercato di Montichiari, nel bresciano, e venne accusato di ricettazione. Ieri però il giudice Riccardo Dies lo ha assolto «perchè il fatto non sussiste»: non poteva sapere di aver comperato bestie rubate, nè aveva modo di verificarne la provenienza.

VIRGILIO NOTIZIE
16 OTTOBRE 2009
 
Francia/ Visoni in fuga: oltre 2.500 scappano da allevamento
Succede in Dordogna
 
Le autorità francesi in Dordogna lanciano un messaggio di allerta alla popolazione: attenti ai visoni. Nella notte fra giovedì e venerdì, migliaia di esemplari dell'animale dalla ricca pelliccia sono riusciti a fuggire dall'allevamento del paese di Saint,Cybrannet, l'unico della Dordogna. Il numero dei fuggiaschi si aggira fra i 2.500 e i 3.000. "Sono animali carnivori, aggressivi, che possono mordere" fa sapere la gendarmeria locale. La fuga è dovuta, aggiungono, "senz'altro a una disattenzione" nell'allevamento. L'Ufficio nazionale della caccia e della fauna selvatica è stato allertato per recuperare i visoni. La Dordogna-Perigord è un dipartimento del sudovest della Francia ricco di storia e di tradizioni gastronomiche (fra cui i tartufi, il foie-gras e tutti i prodotti a base di oca e di anitra). I visoni sono gli animali più allevati per le pellicce. Vivono in gabbia dalla nascita e non sono comunque in grado di sopravvivere allo stato naturale.

GAZZETTA DI MANTOVA
16 OTTOBRE 2009
 
Roncoferraro (MN), beneficenza col ricavato della gara organizzata dai cacciatori
 
RONCOFERRARO (MN). Dopo il successo della manifestazione estiva, le varie associazioni di cacciatori di Roncoferraro hanno organizzato a Barbassolo una cena per ringraziare chi ha collaborato alla riuscita dell’evento. Per il 3º anno consecutivo si è tenuta infatti a Frassinara di Roncoferraro una manifestazione cinofila con cani da ferma su starne liberate, che ha visto la presenza di 88 cani in gara e oltre 500 persone, tra cui molti giovani che si sono avvicinati per la prima volta a questa pratica venatoria. Durante la cena gli organizzatori hanno annunciato che, visto il bilancio postivo della manifestazione, una parte dell’incasso sarà devoluta all’associazione che gestisce il trasporto protetto, contribuendo così all’acquisto del nuovo mezzo. Siamo veramente grati a tutti coloro che hanno permesso questa manifestazione - ha detto il cacciatore e organizzatore Fabio Succi - perché il suo successo è dipeso dalla collaborazione di tutti: Comune, Pro loco, associazioni venatorie locali, sponsor, giudici e i proprietari del fondo su cui si è tenuta la prova. La gara era intitolata alla memoria dei colleghi cacciatori Aniceto Bellini e Azzurra Gavioli, a cui sono stati dedicati i premi del barrage. Soddisfatti soprattutto Manuel Vincenzi, Daniele Bellini e Luca Filippi, rispettivamente 1º, 2º e 3º classificato nella categoria giovani, che hanno partecipato per la prima volta alla manifestazione cinofila.

Animalieanimali

16 OTTOBRE 2009

 

MEDICO IN FAMIGLIA E... CONTRO I GATTI
Riceviamo e volentieri pubblichiamo l'appello di Antonella Baroni.

 

Scrivo per segnalare le informazioni errate che possono influenzare il pubblico RAI che segue la fiction UN MEDICO IN FAMIGLIA.
nella puntata del 13 ottobre una donna incinta temeva di contrarre la toxoplasmosi dal gatto di casa, e altri personaggi della fiction, medici , non smentivano affatto la sua convinzione. credo che sappiamo tutti bene che una fiction è una fiction...ma una fiction 'di medici' può, temo, influenzare le convinzioni di molti, soprattutto male informati dai medici di base. i nostri amici pelosi non hanno davvero bisogno di essere gravati anche da simili dubbi e sospetti.
la toxoplasmosi si contrae cibandosi di carne cruda o poco cotta.
i gatti ne sono portatori...ma solo se randagi il cui cibo non è controllato. e anche quando la contraggomo, sono contagiosi solo per due settimane, e solo se si viene in contatto con le feci ingerendole...circostanza non frequente e facilmente evitabile.Vi chiedo dunque se è possibile di sensibilizzare l'opinione pubblica su questi argomenti, per evitare abbandoni inutili e dolorosi per i nostri piccoli amici baffuti.
grazie
Antonella Baroni, Modena


IL CITTADINO

16 OTTOBRE 2009

 

Caselle (LO) Alcuni cacciatori avevano già avvistato l’animale vicino a Senna

Due avvistamenti in pochi giorni: «Il cervo è un patrimonio di tutti» 

 

Caselle Landi (LO) -  Non uno, ma due avvistamenti per il cervo della Bassa. L’animale, osservato domenica mattina nei boschi di Caselle Landi, era stato già notato qualche giorno fa nei boschi di Senna. Ad imbattersi nell’animale, a Caselle Landi, lo scorso fine settimana, è stato il vice sindaco di San Fiorano Mario Ghidelli, a caccia con un amico e i cani. L’esemplare, alto, bello e imponente, stava riposando in mezzo agli alberi, ma nessuno se n’era accorto. Disturbato dai rumori dei cani, l’animale si è alzato e si è presentato ai cacciatori in tutta la sua imponenza. «Siamo rimasti senza parole - commenta il vice sindaco -, era bellissimo. Quello che voglio dire ora è che quel cervo è patrimonio di tutti. I cacciatori della Bassa lo difenderanno. Sapevamo che l’animale era presente nella Bassa da alcuni giorni, era stato già avvistato da un amico, infatti, nei pressi di una cascina, a Senna. Noi ci stiamo dando da fare perché nessuno lo disturbi. Come amministratore e cacciatore penso che sia la miglior dimostrazione che la nostra Bassa è ancora integra e va tutelata con l’aiuto di tutti. I cacciatori della Bassa proteggeranno questo animale che simboleggia il valore ambientale della valle lodigiana del Po».Qualcuno ha ipotizzato che l’animale possa provenire da qualche allevamento, ma secondo Luca Canova, che insegna all’università di Pavia, «da come lo descrivono, veloce e snello, è un esemplare selvatico che ha attraversato il Po dall’appennino Piacentino ed è arrivato da noi. D’altra parte - aggiunge Canova - mi risultano tre segnalazioni di cinghiali fra Somaglia e Borghetto e 6 di caprioli (tutti insieme) a Borgo San Giovanni, più uno a Graffignana. Difficile immaginare che non arrivino dal Piacentino o dal Po pavese.Cri. Ver.


SESTO POTERE
16 OTTOBRE 2009
 
La guerra degli hamburger: il colosso Mc Donald's cita in giudizio un allevatore piemontese
 
Torino -  Ha chiamato la sua attività, dove serve agri-hamburger fatti con carne di vitello di razza Piemontese, “Mac Bün” – in dialetto “solo buono” –, ma ora si è visto diffidare dal Mc Donald's con la scusa che il nome ricorderebbe il marchio della multinazionale americana. E' la storia di un allevatore della Coldiretti al quale il colosso statunitense ha deciso di muovere guerra. Graziano Scaglia, 39 anni, allevatore di Rivoli che già aveva avviato uno spaccio aziendale per la vendita diretta dei suoi prodotti, ha deciso di aprire una “agri-hamburgeria” nel centro del paese, dove proporre panini fatti utilizzando solo carne degli animali proveniente dalla propria azienda, oltre a verdure e formaggi rigorosamente prodotti dalle imprese agricole del territorio, pane artigianale e vino del Monferrato. L'idea ha subito riscosso un buon successo - evidenzia la Coldiretti -, con una vendita di 300 hamburger al giorno, serviti con formaggio piemontese fuso.
Un ottimo esempio di filiera corta e una alternativa intelligente ai fast food tradizionali nei quali si serve cibo anonimo e indifferenziato - sottolinea Coldiretti -, garantendo trasparenza ai consumatori, reddito agli agricoltori e occasione di sviluppo economico per l'intero territorio. Al momento però di depositare il nome della sua attività – Mac Bün Slow Fast Food –, l'allevatore piemontese ha ricevuto - spiega la Coldiretti - una lettera dei legali della multinazionale con la quale si intimava di ritirare la richiesta in quanto il nome “Mac Bün” ricorderebbe troppo il marchio McDonald's. L'allevatore si è difeso spiegando che il termine da lui scelto appartiene al dialetto piemontese e viene utilizzato solitamente proprio per riferirsi al cibo genuino, “solo buono” appunto. In attesa di dirimere la questione e inaugurare ufficialmente la sua agri-hamburgeria - rileva la Coldiretti - Scaglia ha per ora deciso di “censurare” il logo che identifica il locale, sostituendo le lettere “ac” di “Mac” con due asterischi.
L'idea dell'allevatore piemontese - aggiunge Coldiretti - è un ottimo esempio delle possibilità dell'impresa agricola di accorciare i passaggi all'interno della filiera e di offrire ai consumatori un prodotto sano, di qualità, agricolo e al cento per cento italiano. Obiettivo che è al centro del progetto per una filiera agricola tutta italiana lanciato da Coldiretti per tagliare le intermediazioni e arrivare a offrire attraverso la rete di Consorzi Agrari, cooperative, farmer market, agriturismi e imprese agricole cibi totalmente italiani, firmati dagli agricoltori, al giusto prezzo il cui argomento è al centro del Forum Internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione di Cernobbio, che si conclude il 17 ottobre prossimo.La speranza dell'allevatore piemontese è ora quella di poter vincere la battaglia contro la multinazionale. Magari come accaduto in Puglia, dove una “focacceria” tipica ha costretto un grande fast food straniero alla chiusura, tanto da diventare soggetto di un film.

IL SECOLO XIX

16 OTTOBRE 2009

 

Sequestrati gamberetti precotti nei guai titolare di pescheria

 

ROSSELLA GALEOTTI

 

Provincia di Genova - Una partita di gamberi "spacciata" come prodotto fresco è risultata, in effetti, precotta. Ed è scattata la denuncia penale, con il sequestro del pesce. E' accaduto l'altro ieri in un grande supermercato dell'entroterra chiavarese. L'operazione è stata condotta dal personale della Guardia costiera di Lavagna nell'ambito dei controlli mirati alla tutela del consumatore predisposti e avviati già da tempo nelle pescherie, nei supermercati e nei ristoranti. Sul banco di vendita del centro commerciale, pronta per essere immessa sul mercato, c'era una partita di crostacei indicata irregolarmente come pescato fresco. Il responsabile del punto vendita è stato denunciato per frode nell'esercizio del commercio, secondo quanto previsto dall'articolo 515 del codice penale. Mercoledì, inoltre, gli uomini della Capitaneria di Santa Margherita insieme a quelli di Rapallo hanno controllato i partecipanti a una gara di pesca regolarmente autorizzata e hanno scoperto che, tra gli iscritti, si erano intrufolati due pescasportivi "abusivi", di Milano; i due, a bordo di una piccola barca del tipo "cabin fisher", avevano appena catturato oltre 12 chili di pesce fra tonnetti e palamite mentre la quantità massima consentita per il "bottino" dei pescatori dilettanti è di 5 chili. Il proprietario della barca a bordo della quale si trovava il pesce dovrà pagare una multa di 1.032 euro. Il pescato è stato posto sotto sequestro ed esaminato dagli esperti del servizio di Igiene alimentare di origine animale dell'Asl 4 Chiavarese. Tonnetti e palamite sono stati donati alle suore Gianelline di Rapallo.


LA ZAMPA.IT
16 OTTOBRE 2009
 
Non è reato tenere gli astici vivi sul ghiaccio
 
MILANO - Conservare astici vivi adagiati sul ghiaccio per poi cucinarli non è reato. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano che oggi ha assolto con formula piena un ristoratore milanese e la moglie finiti sotto processo per maltrattamento di animali in quanto avevano esposto, in una delle sale da pranzo, alcuni dei prelibati crostacei su un letto ghiacciato prima di farli finire, ancora in vita, in pentola. Il giudice monocratico della quarta sezione penale ieri mattina, scagionando i due perchè il fatto non costituisce reato, ha accolto le tesi del difensore, l’avvocato Luca Giuliante, secondo il quale «la consuetudine gastronomica prevede che la cottura avvenga quando l’astice è ancora vivo». A chiedere il rinvio a giudizio, con citazione diretta dei due titolari di un noto ristorante che si trova nelle vicinanze del Duomo, è stato il pm Giulio Benedetti, magistrato specializzato, tra l’altro, nei reati che riguardano il settore degli alimenti. Nel decreto di citazione a giudizio il magistrato ha contestato il maltrattamento di animali, dove gli animali chiamati in causa sono i cugini più pregiati, secondo i buongustai, delle aragoste: sono stati tenuti «vivi a diretto contatto con il ghiaccio - questo il capo di imputazione - e con tale condotta, senza necessita», sono stati sottoposti a «sevizie» e «a comportamenti e a fatiche insopportabili per le loro caratteristiche etologiche». Fatti, per il pm, aggravati in quanto da tale comportamento «derivava la morte degli astici». I crostacei vivi e sistemati sul ghiaccio, all’ interno di un apposito banco espositore di prodotti ittici, erano stati scoperti dai Nas il 20 novembre 2007 durante un controllo di routine. Il caso milanese, è uno dei primi se non il primo, per il quale si è tenuto un dibattimento. Dibattimento che oggi si è concluso con l’assoluzione dei due ristoratori e di questo metodo di conservazione degli astici.

IL TIRRENO
16 OTTOBRE 2009
 
Fosso dell Abate, multe fino a 620 euro per chi dà da mangiare agli animali
 
CAMAIORE (LU). Vietato dare da mangiare alle papere e alle anatre che vivono nella fossa dell’Abate. Lo stabilisce il sindaco Giampaolo Bertola con un’ordinanza che prevede per i trasgressori ammende da 105 a 620 euro.  Gli anziani che la mattina si divertono a lanciare pezzi di pane agli uccelli acquatici, quindi, dovranno trovare un altro hobby per passare le mattinate. Perché quel cibo, dato agli uccelli, spesso diventa un bel pasto per topi e ratti.  L’ordinanza vieta a chiunque di alimentare la fauna presente sugli argini del fosso dell’Abate a Lido, in particolare nel tratto compreso fra l’Aurelia e il mare.  L’abitudine di «lasciare resti di cibarie e mangimi vari lungo l’argine da parte di ignoti - si legge nell’ordinanza del sindaco Bertola - contribuisce in modo sostanziale allo sviluppo delle popolazioni murine, ossia topi e ratti». Dato il potenziale pericolo per l’igiene e la sanità pubblica l’ordinanza vuole porre un freno a questa abitudine ormai radicata.  È una delle iniziative, oltre a quelle di derattizzazione che sono in corso in questi giorni, volte a debellare o quanto meno limitare al massimo tali insediamenti. In queste zone, come del resto in tutto il territorio, è vietato lasciare o abbandonare cibo e rifiuti vari. M.P.

IL TEMPO

16 OTTOBRE 2009

 

L'uomo, da quattro mesi in paese, lavorava come badante. Il decesso al Cardarell

Indiano travolto e ucciso da un vitello

Cercemaggiore La tragedia si è consumata ieri mattina in contrada Galardi

 

CAMPOBASSO - Il suo cuore non ha retto alle ferite riportate. E così, un giovane indiano, è deceduto mentre i medici dell'ospedale Cardarelli tentavano di strapparlo alla morte. Il ragazzo, Palsing Satpwinter, ieri mattina è stato preso a calci da un vitello. La tragedia si è consumata in una stalla di Cercemaggiore. Il ragazzo lavorava presso una famiglia, del posto come badante di due persone anziane. Di buon mattino si era recato nella stalla per prendere il latte. Ad un certo punto un vitello ha cominciato ad agitarsi. Pare che l'animale abbia rotto la catena che lo teneva legato ed abbia cominciato a scagliarsi contro l'indiano. Quest'ultimo è stato colpito più volte sulla testa ed al corpo dalle zampe dell'animale che con violenza lo ha scaraventato a terra travolgendolo. I proprietari della stalla, non appena si sono accorti di ciò che stava accadendo (probabilmente hanno sentito le urla del giovane), hanno allertato immediatamente i soccorsi. E così sul posto sono arrivati i volontari del 118. Una volta qui il personale medico dopo avergli prestato le prime necessarie cure del caso ha provveduto a trasportarlo presso il nosocomio del capoluogo. L'indiano è arrivato all'ospedale in condizioni critiche. I medici, come detto, lo hanno portato subito in sala operatoria ma il ragazzo è morto durante l'operazione. L'indiano, da quattro mesi in Molise, aveva da poco fatto richiesta per il permesso di soggiorno. Sulla tragedia adesso indagano i carabinieri.


TERRE MARSICANE
16 OTTOBRE 2009
 
Sempre più animali selvatici nei paesini
 
Leucio Lippa
 
Nei giorno scorsi mi sono arrivate numerose segnalazioni da incidenti provocati dagli animali selvatici come cinghiali, cervi e lupi i quali stanno proliferando nelle campagne seminando panico nelle strade e nei centri abitati con danni alle persone, alle strutture, alle colture agricole .Nei mesi scorsi ha fatto notizia l'arrivo nel centro di Bolzano di un cervo e ad Ancona l'arrivo di un cinghiale . Ma è da tempo che in molte regioni del sud, centro e nord Italia si registra la presenza di branchi di lupi, cervi, cani selvatici e gruppi di cinghiali invadendo campi coltivati, centri abitati e strade dove rappresentano un grave pericolo per gli incidenti che possono provocare a chi è in viaggio . Oltre ai pericoli per le popolazioni il fenomeno della moltiplicazione degli animali selvatici sta provocando gravi perdite economiche con i danni causati dalla fauna selvatica che quest'anno supereranno in Italia i 7O--8O milioni di euro stimati da un rapporto Eurospes . Secondo l'Istituto in Italia negli ultimi 1O anni, gli animali selvatici si sono quasi decuplicati, passando dai 123.OOO esemplari degli anni a cavallo tra il 199O e il 1995, all'attuale 1.OOO.OOO . Non solo . In aumento anche il numero delle specie selvatiche,, passato dalle 7O del 1991 alle 115 del 2OO7 . Tutti noi, gli agricoltori ci rivolgiamo alle autorità competenti affinché prendano provvedimenti più appropriati sul caso . 

Animalieanimali

16 OTTOBRE 2009

 

FARMACO VETERINARIO, IL PREZZO ALTISSIMO E QUALCHE ALTRO PROBLEMA
Attendiamo anche noi una risposta da parte delle Istituzioni preposte.

 

Cari amici di Animali & animali
vorrei avere informazioni sull'applicazione del Decreto Legislativo n. 193 del 6 aprile 2006, in particolare sulla prescrizione a animali da compagnia di farmaci a uso umano. Da agosto mi sono vista ritirare le ricette veterinarie dei farmaci per le malattie croniche della mia cagnona di 11 anni, che soffre di ipotiroidismo e di malassezia, appunto per l'applicazione del D.Lgs 193.
Il farmacista di Viserba mi ha anche scaricato e stampato il capitolo "Prescrizione medico veterinaria non ripetibile in copia singola", all'apparenza chiarissimo: se esistono farmaci a uso veterinario, non si possono prescrivere farmaci a uso umano con lo stesso principio attivo.
Peccato che i farmaci a uso veterinario abbiano prezzi altissimi, di molto superiori agli equivalenti farmaci a uso umano!
Capisco che il decreto intende tutelare la salute dei nostri amati amici, ma davvero qualche volta diventa difficile economicamente provvedere a loro, quando il reddito è quello che è.
Forse arrivo in ritardo e qualcuno si è già attivato, e mi piacerebbe averne notizia. Se no, forse si dovrebbe fare qualcosa, e io insieme a altre amiche siamo disponibili, per quello che possiamo.
Grazie per l'attenzione che vorrete dedicarmi, per favore rispondetemi!
Cari saluti
Donata Colombo, Milano


BIG HUNTER

15 OTTOBRE 2009

 

Obiezione di coscienza per vegetariani in scuole e locali pubblici. Ddl bipartisan alla Camera

 

Non è uno scherzo, anche se la cosa fa davvero sorridere. Il diritto di non mangiare o cucinare carne è oggetto di un disegno di legge bipartisan alla Camera ideato da un'associazione animalista ben nota, la Lav e firmata da otto deputati, divisi a parimerito tra centro- destra e centro – sinistra (4 del Pdl e 4 del Pd).

Il ddl mira a tutelare, in via preferenziale, le scelte alimentari vegetariana e vegana cercando di imporle per legge all'interno del campo della ristorazione. Ciò avverrebbe a partire dalla formazione degli aspiranti cuochi che per motivi etici o religiosi potranno opporsi “alla violenza su tutti gli esseri viventi” e rifiutare le lezioni didattiche che hanno per oggetto alimenti animali, seguendo in alternativa appositi corsi di gastronomia vegetariana e vegana, che dovranno essere previsti obbligatoriamente nei programmi didattici delle scuole alberghiere.Tra i contenuti del testo c'è inoltre quello di prevedere menù vegetariani e vegani in tutti gli esercizi pubblici, così come in tutte le mense, scolastiche e non in alternativa ai piatti a base di carne e pesce.  Per la mancata applicazione di queste disposizioni sono previste  sanzioni da 3 a 18 mila euro e la sospensione della licenza di esercizio per trenta giorni lavorativi, con possibilità di inasprimento in caso di recidiva.

Non ci vuole un genio per capire che se una legge del genere dovesse essere approvata manderebbe nel caos l'intero settore della ristorazione. Basti pensare che per i piatti vegani tutti gli ingredienti dovranno essere esclusivamente di origine vegetale e che, sempre secondo i contenuti del ddl per quanto riguarda la scelta vegetariana le stesse uova dovranno provenire da galline allevate con metodi biologici o all'aperto. Per non parlare poi delle conseguenze sociali e culturali di una tale imposizione verso i ristoratori, esagerata nei contenuti e sintomo di un animalismo impazzito che tenta di estendere la sua sfera d'influenza a colpi di legge. Siamo al paradosso.


BIG HUNTER

16 OTTOBRE 2009

 

Parco dell'Arcipelago toscano: le catture funzionano meglio della caccia di selezione?

 

Secondo i dati presentati dal Parco dell'Arcipelago toscano, nel 2009 le catture di cinghiali tramite le apposite trappole sono aumentante del 30 per cento rispetto allo scorso anno. In particolare, viene affermato da un articolo di Greenreport, sull'Isola D'Elba sono stati catturati 1.050 esemplari attraverso 62 trappole, molti più, si dice nel pezzo, di quelli presi “dai 300 cacciatori che si dedicano all'Elba a questo tipo di caccia”.

“L'incremento delle catture - spiega Giacomo Montauti, un biologo del parco - è stato probabilmente causato da condizioni meteorologiche favorevoli (contraddistinte da scarse precipitazioni), ma soprattutto da un notevole miglioramento della capacità operativa della ditta concessionaria”.

Nella nota ci si chiede maliziosamente come mai i selecontrollori risultino molto più efficienti con la caccia ai mufloni “dopo un corso di formazione ad hoc e due anni di sperimentazione i 46 selecontrollori iscritti all'albo del parco nazionale nel 2009 hanno abbattuto in tutto 174 cinghiali, ma se si va a vedere i numeri forniti dal parco 9 di loro non hanno preso neppure un animale ed i 15 "più bravi" hanno abbattuto 133 cinghiali (circa il 77% del totale)”.

Secondo Greenreport sui selecontrollori peserebbero le pressioni delle squadre di caccia al cinghiale che non vedrebbero di buon occhio gli abbattimenti selettivi, per avere cinghiali in abbondanza. Gli stessi cacciatori vengono quindi accusati di essere gli autori di una continua ed organizzata attività di “sabotaggio vandalico delle trappole”.

Da qui la deduzione che “i cacciatori non sono la 'medicina' per guarire una malattia causata da una politica venatoria fatta da immissioni indiscriminate” e che  al loro intervento “si deve associare un'opera di cattura che coinvolga enti pubblici, agricoltori e cittadini”.

“L'ente pubblico – conclude Greenreport - deve pagare il prezzo di una cattiva gestione faunistica e dell'introduzione di animali per scopi "sportivi" che si è trasformata presto in un problema ambientale e di salvaguardia dell'agricoltura. E magari poi sentirsi dire dai cacciatori che se ci sono tanti cinghiali è colpa del parco che ne cattura molti più di quanti loro ne abbattano con la libera caccia e come selecontrollori”.
A nostro avviso, comunque,  gli squilibri gestionali a cui si fa riferimento, dipendono dal fatto che i parchi sono gestiti sulla base di una errata filosofia “animalista”, che non contempla armonicamente tutte le competenze espresse dal territorio, caccia compresa. E per di più, gli sbandierati successi hanno un costo, mentre se si operasse in stretto collegamento con agricoltori e cacciatori, tutto si potrebbe ottenere più o meno a costo zero. Basterebbe ad esempio prevedere una gestione complessiva del territorio (a parco e non a parco) per varare politiche faunistiche molto più efficaci e rispondenti alle di verse esigenze. Negli ATC, è bene ricordarlo, le decisioni vengono prese quasi sempre all'unanimità, con l'adesione anche dei rappresentanti degli ambientalisti.


MESSAGGERO VENETO
16 OTTOBRE 2009
 
Volpe morta a Cussignacco Antirabbica in 62 comuni
 
Udine - I SERVIZI IN CRONACA UDINE. Una volpe muore nella cantina di un’abitazione di Cussignacco e l’Ass 4 si prepara a vaccinare tutti i cani dei 62 comuni del Medio Friuli. Dopo i casi di Mereto di Tomba e Mortegliano, anche a Udine l’allarme rabbia potrebbe raggiungere il massimo livello di allerta. Per capire se la volpe morta era effettivamente infetta bisognerà attendere alcuni giorni, ma in ogni caso l’Azienda sanitaria ha deciso di rendere obbligatoria la vaccinazione antirabbica per tutti i cani. Quello che potrebbe cambiare è l’ordine con cui si procederà con la profilassi. «Prima i comuni dove sono stati ritrovati animali infetti e quelli confinanti», dice il direttore del distretto Sanità animale dell’Ass 4, Oreste Battilana. Oggi saranno inviate le comunicazioni a tutti i Comuni, ai distretti venatori e ai soggetti interessati.

LA ZAMPA.IT
16 OTTOBRE 2009
 
L'etologo: "Gli animali non hanno coscienza della loro morte"
«Solo l'uomo riesce a fare è il ragionamento che se un essere uguale a me muore, allora prima o poi toccherà anche a me»
 

Gli animali soffrono per la morte dei propri simili, ma non hanno coscienza che la stessa sorte capiterà a loro, e tantomeno hanno le facoltà per comprendere cosa sia il suicidio. Ne è convinto l’etologo Danilo Mainardi attraverso le pagine di Focus Extra, che dedica il nuovo numero proprio al tema della morte. «In molti animali, specialmente quelli evoluti e che hanno una vita sociale, c’è l’evidente consapevolezza della morte altrui, che spesso dà luogo a sofferenza. Ho visto personalmente - dice l’esperto - due giovani gorilla soffrire in modo evidente per la morte del loro padre e capobranco». Tuttavia «ciò che solo l’uomo riesce a fare è il ragionamento che se un essere uguale a me muore, allora prima o poi toccherà anche a me. Manca cioè, negli animali, la coscienza della propria morte».
Neppure una serie di comportamenti messi in atto da alcuni animali poco prima di morire, sembrano convincere Mainardi sulla presunta consapevolezza - sostenuta da altri etologi - che la fine sia vicina: «Pensare che un animale sappia di essere prossimo alla morte è una nostra deduzione. Gli occhi tristi con cui gli animali domestici sembrano salutare il padrone di casa prima di morire possono essere solo il segno di una loro sofferenza fisica, capace di provocare paura e smarrimento. Mentre l’allontanamento che si osserva negli animali sociali dal branco di appartenenza potrebbe essere spiegato con la loro incapacità di restare nel gruppo, per la vecchiaia o la malattia». Secondo l’etologo dunque è improprio parlare di "suicidio" in relazione al mondo animale: «Se per suicidio intendiamo la volontà di morire - conclude Mainardi - allora direi che non esiste nessun caso noto negli animali».
 

 

 

            16 OTTOBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 
 

 

PUNTO INFORMATICO
16 OTTOBRE 2009
 
Se il topo gioca a Quake
Inusuale esperimento scientifico alla Princeton University: un ratto corre su una palla per districarsi in un labirinto del popolare sparatutto. E per fornire nuovi spunti alla neuroscienza.
 
Roma - C'è un topolino che sta correndo come un forsennato su una grande sfera bianca. Davanti a lui, uno schermo sta proiettando uno scenario che dovrebbe risultargli familiare, dato che si tratta di un topolino da laboratorio, destinato a fare da cavia per importanti esperimenti scientifici. La classica situazione in cui un roditore deve orientarsi all'interno di un labirinto. Solo che questo labirinto ha qualcosa di molto particolare: viene direttamente da uno dei livelli di Quake 2.L'inusuale esperimento è stato condotto da un gruppo di neuroscienziati alla Princeton University, nel tentativo di trovare un metodo alternativo per studiare l'attività neurologica di animali in movimento come appunto un topo in un labirinto. I ricercatori statunitensi hanno collegato alcuni sensori al cervello dell'animale, osservando i suoi movimenti attraverso gli intricati percorsi della realtà virtuale rappresentata dal videogame. Obiettivo, analizzare il modo in cui funzionano le singole cellule del cervello, particolarmente legate ai movimenti del corpo e alla percezione dell'ambiente esterno.
 
VIDEO
http://punto-informatico.it/2727600/PI/News/se-topo-gioca-quake.aspx

LA STAMPA
16 OTTOBRE 2009
 
Il vino rosso in aiuto dei diabetici?
Il resveratrolo abbassa i livelli d'insulina. L'ennesimo studio
 
Resveratrolo superstar. Se ne sente parlare in tutte le salse e per tutti (o quasi) disturbi, come una sorta di panacea.
Adesso pare che abbia anche un'influenza - non sui suini, ma sui topi - nell'abbassare i livelli di insulina nel sangue, anche se si mangia come… dei suini.
I topi in questione sono stati oggetto di uno studio condotto dai ricercatori del Southwestern Medical Center presso l'Università del Texas. A questi è stata fatta seguire una dieta molto ricca di grassi e, nel frattempo, gli è stato iniettato direttamente nel cervello del resveratrolo, dimostrando che quando si agisce direttamente su certe proteine nel cervello, questa "magica" sostanza potrebbe offrire una certa protezione contro il diabete.
Già precedenti studi hanno mostrato che l'assunzione di resveratrolo per via orale, sempre negli animali, aveva un'azione positiva nei confronti del diabete di tipo 2 (diabete mellito non insulino-dipendente), che era però ostacolata dai tessuti corporei. Mentre l'accesso diretto al cervello bypasserebbe questo problema.
«Il nostro studio dimostra che il cervello ha un ruolo importante nella mediazione dell'azione anti-diabetica del resveratrolo, e lo fa indipendentemente dai cambiamenti nell'assunzione di cibo e del peso corporeo. Questi animali, sono stati sommersi di grassi e molti dei loro organi si sono infiammati. Ma quando abbiamo iniettato il resveratrolo nel cervello, si è alleviata l'infiammazione del cervello» ha dichiarato il dr. Roberto Coppari, coordinatore del team di ricerca. Il maggior problema nell'assumere il resveratrolo, fa notare Coppari, è che questa sostanza non riesce ad attraversare efficacemente la barriera emato-encefalica. Quindi, i ricercatori non si sentono di suggerire che bere vino o consumare prodotti ottenuti con le uve rosse possa alleviare il diabete.
Insomma, un po' come dire che il vino rosso fa bene solo ai topi diabetici che così si ritrovano livelli d'insulina più bassi, ma per contro non ritrovano più la strada di casa tanto sono ubriachi. A meno che, non se lo iniettino direttamente nel cervello.
Difatti, aggiungono i ricercatori, per ottenere gli stessi effetti assumendo del vino rosso bisognerebbe bere dosi molto alte per cui, se da un lato ci si guadagna contro il diabete, dall'altro si perde in salute del fegato.
In conclusione, ribadisce Coppari, il nostro studio suggerisce che il resveratrolo che agisce selettivamente nel cervello può aiutare nella lotta contro diabete indotto dalla dieta.

IL SECOLO XIX
16 OTTOBRE 2009
 
Xenotrapianti, oggi a NòvaLab24 batte un cuore animale
 
Oggi a NòvaLab24, la trasmissione di ricerca, innovazione e creatività in onda dal lunedì al venerdì alle 16.00 parlo di xenotrapianti con una delle pioniere di questo campo, Marialuisa Lavitrano e Mariachiara Tallacchini, giurista dell'Università di Milano, che ha fatto moltissimo lavoro su questo fronte.Entrambe lavorano al progetto Xenome, una collaborazione europea per sviluppare questa nuova tecnologia che promette di tagliare i tempi di attesa per i trapianti (oggi sono 45mila solo in Europa i pazienti in attesa di un organo), ma sarebbe una delle più grandi rivoluzioni della medicina moderna. Qualche tentativo è stato già fatto come nel caso di Baby Fay, la bambina californiana al quale era stato trapiantato un cuore di babbuino ma che purtroppo è vissuta solo poche settimane. Qualche settimana fa la neozelandese Living Cell Technologies ha prodotto cellule di maiale impiantate nel pancreas di un paziente grazie a un interessante sistema di incapsulazione che dovrebbe garantirgli protezione da eventuali infezioni.I problemi legati agli xenotrapianti non sono certamente pochi. Dai timori per la diffusione di nuovi virus patogeni negi animali all'uomo (es.io Ebola e Aids), ma anche etici e giuridici. Per adesso, in realtà, si sono riscontrati pochi problemi con queste tecniche, ma come sottolineano gli esperti una bassa evidenza del rischio non significa necessariamente un basso rischio...La sfida degli xenotrapianti però non è solo tecnologica e scientifica come sottolinea Tallacchini. La legislazione per regolare gli xenotrapianti oggi non manca, ma davanti a un balzo tecnico così grande anche la società deve sviluppare nuovi strumenti di comprensione e approvazione delle innovazioni. Non a caso Tallacchini parla di "democrazia sperimentale" per quei Paesi che hanno lanciato consultazioni allargate a tutti i cittadini sulle grandi questioni della tecnica e della scienza. Scoprendo spesso, che in realtà i cittadini, quando ben informati e coinvolti sono molto meno irrazionali di quanto spesso raccontano politici e giornalisti.Di certo il panorama mondiale è ancora molto diversificato come spiegherà Tallacchini. L'Australia ha ancora in vigore una moratoria totale. In Canada è impossibile brevettare animali adatti agli xenotrapianti e queso sembra un disincentivo alla ricerca, mentre altri Paesi sembrano molto più permissivi come, ad esempio, il Messico, dove l'anno scorso stava per cominciare una sperimentazione, molto controversa e perfortuna interrotta, di xenotrapianti di cellule pancreatiche di maiale in bambini diabetici.In questa pagina trovate anche due brevi video dei due ospiti e qui sotto la scheda biografica che utilizzeremo in radio.'Will talk to you "On Air"...
Chi è Marialuisa Lavitrano
Molti scienziati sognano di stravolgere i dogmi  e segnare una pietra miliare della scienza, ma solo ad alcuni riesce davvero. È il caso di Marialuisa Lavitrano, in cui la tenacia sembra seconda solo alla passione per scoperte controcorrente. Nella prima scoperta, vent’anni, fa confessa di esserci letteralmente “inciampata”. Insieme ad alcuni giovani colleghi, Lavitrano mostrò che, al momento della fecondazione, gli spermatozoi possono introdurre nella cellula uovo materiale che non appartiene al loro patrimonio genetico. Molti dei ricercatori più anziani liquidarono quella che allora sembrava un’eresia come una contaminazione da laboratorio, e colleghi americani hanno letteralmente boicottato per anni la metodologia. Ma questa napoletana dagli occhi verdi ha continuato a puntare a scommettere sui propri risultati.
L’ostinazione ha pagato e oggi l’équipe di Lavitrano, basandosi su quella scoperta, ha messo a punto un sistema per produrre animali transgenici molto più efficiente di quelli tradizionali. Una tecnica “low-cost” e “low-tech” che oggi permette di produrre maiali portatori di geni umani, che un giorno potrebbero fornire organi da impiantare in pazienti affetti da malattie gravissime. Quella degli xenotrapianti è una delle frontiere più fantascientifiche della medicina, ma con un grandissimo impatto sociale.
Ogni 18 minuti in Europa muore una persona per mancanza di un organo da trapiantare.  Animali con tessuti più simili all’uomo rivoluzionerebbero inoltre i costi dello sviluppo di farmaci e delle terapie per malattie oggi incurabili.
I passi per rendere rendere applicabili questi trapianti sono però ancora molti. I ricercatori dovranno identificare almeno una decina di geni in grado di controllare il rigetto di organi e tessuti. Intanto, la produzione di questi animali trasgenici “umanizzati” è già avviata con il progetto PowerPig, il quale, grazie al coinvolgimento di Italian Applications, potrebbe generare anche un progetto imprenditoriale. 
Chi è Mariachiara Tallacchini
Mariachiara Tallacchini è professore ordinario presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Cattolica di Piacenza, dove insegna "Filosofia del diritto" e "Scienza, Tecnologia & Diritto"; ed è professore a contratto in "Bioetica" presso il Corso di laurea in Biotecnologie dell'Università degli Studi di Milano.
Nel 2000 ha ricevuto una post-doctoral fellowship presso il Dipartimento di Science, Technology and Public Policy della Kennedy School of Government (Harvard University) e ha collaborato in svariate occasioni con il WHO Regional Office of Rome on Environment and Health. Ha insegnato "Scienza, Tecnologia & Diritto" presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita e Salute San Raffaele nel 2004-2005 e nel Master in Ecopatologia della Fauna Selvatica presso la Facoltà di Veterinaria dell'Università di Milano nel 2004 e nel 2005.
E'membro di comitati etici e scientifici in relazione ai settori della genetica, delle biotecnologie e dell'ambiente. E' membro del Comitato di esperti della Commissione Europea, DG Research, su "Science and Governance".
I suoi principali interessi riguardano la regolazione della scienza e il diritto, in particolare per quanto riguarda le scienze della vita e i diritti legati alla salute e all'innovazione tecnologica.
 
VIDEO CONFERENZA
http://guidoromeo.nova100.ilsole24ore.com/2009/10/xenotrapianti-oggi-a-n%C3%B2valab24-batte-un-cuore-animale.html

 
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