16 SETTEMBRE 2010
GEA PRESS
16 SETTEMBRE 2010
 
Alberobello (BA) – Con le zampe nella calce ed infilato nel sacco
Sabatina ce la farà ma Grisù, il cane dato a fuoco vicino Palermo, intanto non c'è più.
 
 

 
GEAPRESS – Maureen è una gentilissima signora australiana che ormai da molti anni vive in Italia. E’ sposata con un italiano ma il suo voler bene si estende anche ai luoghi. Vive a Bari, ma si reca spesso ad Alberobello. Chi non ne ha mai sentito parlare di Alberobello? Il paese dei trulli, le caratteristiche abitazioni famose in tutto il mondo.Maureen è veramente speciale. Per risollevare le sorti di Sabatina, le ha cantato pian piano all’orecchio. Era finita sulla calce viva e si era bruciata i … “piedi”. Qualcuno decise a questo punto di sbarazzarsene. Presa sanguinante ed infilata dentro un sacco di plastica, di quelli per il terriccio (nella foto in basso), l’ha gettata ai bordi della strada dove poco dopo si è ritrovata a passare la signora Maureen.Sabatina è una dolcissima cagnetta color marrone, con pancino e zampe (o quello che le resta delle zampe) color crema. Il lettore avrà capito che è stata trovata di sabato. Proprio sabato scorso. Molto timorosa, tentava di scappare finanche alle attenzioni di Maureen che l’ha subito portata dal veterinario.“Ha sicuramente preso delle botte – dice a GeaPress la Signora Maureen -. Non vi dico per le medicazioni. Dolorosissime ed il veterinario l’ha dovuta sedare. Le ho sussurrato all’orecchio e le ho cantato delle canzoncine finché si è rilassata. Ogni medicazione è così. Vado a trovarla in continuazione. Lo capisco dallo sguardo. Sabatina ora mi riconosce. E’ di una tenerezza infinita”.Per capire a pieno questa intervista GeaPress non può però fornire l’accento della Signora Maureen. Tipicamente inglese, contorna alla perfezione la delicatezza del racconto fin nei minimi particolari. Addolcisce finanche i momenti più brutti. Il sangue nella busta e sul muretto. La difficoltà nel trasportare Sabatina ed ancor prima convincerla a farsi solo avvicinare. Il referto del veterinario. La pena per quanto subito e la tenerezza dello sguardo con la quale Sabatina chiama la sua salvatrice.“Il Veterinario è bravissimo – dice la Signora Maureen – Ho visto personalmente le analisi. Sabatina ha solo i globuli bianchi un po’ alti, sta soffrendo tantissimo ma dovrebbe farcela. La seguirò fino a quando sarà possibile adottarla. Anche qui controllerò di persona che tutto vada per il meglio.”Non è la prima volta che la Signora Maureen salva degli animali. Avvelenamenti ed intrappolamenti sono molto frequenti … intrappolamenti!?
“Si – dice – vengono usate le trappole dei bracconieri. Solo che servono anche a sbarazzarsi dei randagi indesiderati. Proprio l’altro giorno è arrivata dal mio veterinario una gattina con la zampa amputata. Una cosa terribile. Spero che un giorno tutto potrà finire e si potrà vivere in pace”.
Per una storia avviata a lieto fine un’altra si è chiusa, invece, nel peggiore dei modi. Di Grisù (nella foto a fianco) ne avevamo parlato nei giorni scorsi (vedi articolo GeaPress). Prima tirato fuori dall’incendio probabilmente appiccato proprio per lui. Poi la corsa dal veterinario e la scoperta. Grisù aveva le ossa rotte. Le ustioni erano arrivate fin all’osso ed a nulla potevano gli antidolorifici. Era dimagrito vistosamente ed il suo sguardo era finito nel vuoto. Ci chiediamo se il verbo sia appropriato. Di sicuro ci agevola la chiusura di una storia che non avremmo voluto darvi. Il veterinario di Palermo che aveva preso in cura Grisù l’ha liberato verso un mondo sicuramente migliore di quello che l’uomo gli aveva riservato.
LA GAZZETTA DI REGGIO
16 SETTEMBRE 2010
 
Bagnolo, carcassa di un cane abbandonata in un canale
 
BAGNOLO (RE). E’ stato ritrovato nei giorni scorsi, in un canale al confine con Reggio, un involucro di plastica contenente la carcassa di un animale.  Ad accorgersene, due volontari del Comitato interassociativo di pesca di Reggio, che stavano compiendo un’ispezione per verificare lo stato della fauna ittica in seguito allo svasamento dei canali, avvenuto in questi giorni.  A prima vista, i due uomini non sono stati in grado di capire se si trattasse di un vitello o di un cane, e in seguito hanno avvisato sia l’ufficio veterinario competente dell’Ausl e il Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale, che ha provveduto al recupero dell’animale, accertando che si trattatva di un grosso esemplare di pastore tedesco, che non era provvisto di nessuna targhetta o impianto di riconoscimento e provvedendo allo smaltimento de lla carcassa stessa.  Non è la prima volta che avvengono episodi di questo tipo: l’abbandono di cani morti è infatti spesso praticato da chi non vuole accollarsi le spese di smaltimento del canile. In passato avveniva con frequenza anche per vitelli e maiali, con conseguenze poco felici sulla qualità dell’acqua dei canali.

IL PICCOLO TRIESTE
16 SETTEMBRE 2010
 
Abbaiando salvò un anziano Una medaglia per Lulù
 
Ivana Gherbaz
 
Trieste - Ve la ricordate Lulù, l'eroina di San Giacomo che il 23 luglio scorso aveva salvato la vita a un anziano che, caduto a terra in via Vespucci, aveva perso i sensi? È una cagnetta nera di sì e no cinque chili, con una macchia bianca sul petto, due grandi orecchie vigili e una voce così forte che quando abbaia non la si può non sentire. Ed è così che, quel giorno di luglio, dal balcone si è fatta sentire ed è riuscita a svegliare il suo padrone Michele Gallone per avvisarlo che in strada stava succedendo qualcosa di strano, di fuori dal normale. Ormai Lulù è la cagnetta più famosa del rione, la mascotte di San Giacomo, e anche quelli che la consideravano un disturbo per il suo continuo ululare oggi le portano un rispetto quasi ossequioso. Ma Lulù è diventata a nche il simbolo della città. Ieri è stata ricevuta in Municipio, con gli onori del caso, dall'assessore all’ufficio zoofilo Michele Lobianco per la consegna di un riconoscimento tutto speciale. Assieme al figlio di Michele Gallone, Andrea, si è avventurata scodinzolante nel palazzo comunale e, con l'aria furbetta di chi la sa lunga, accarezzata da tutti, si è accoccolata sulle gambe di Andrea ascoltando le motivazioni di questo riconoscimento, il primo nella storia della città: la consegna di una medaglia d'argento “al merito” con l'Alabarda simbolo della città da un lato e dall'altro il suo nome, da mettere sul collare. «Un riconoscimento simbolico per i tanti cani che ogni giorno si occupano di salvare vite umane», ha spiegato Lobianco. Come i cani che cercano nelle macerie dopo un terremoto, individuano le mine, trovano persone intrappolate sotto una valanga di neve, aiutano i disabili e accompagna no i ciechi. Cani che lavorano al fianco dell'uomo. Lulù è una cagnetta da affezione ma il suo intervento è stato straordinario, ha abbaiato più vigorosamente del solito sollecitando l'attenzione del suo padrone. Lulù in quel giorno di luglio è stata fondamentale perché grazie a lei l'intervento dei mezzi di soccorso è stato tempestivo, «quel giorno per strada non c'era nessuno», racconta Andrea Gallone: «Il suo aiuto ha consentito che i soccorsi arrivassero velocemente evitando conseguenze peggiori». Se questo è un premio ideale per ricordare come tutti gli animali, compresi i cani, vadano rispettati, è anche un mattoncino in più, come ha detto l'assessore Lobianco, «per sensibilizzare le persone ad aver cura degli animal». Ora Lulù può fare quello che vuole nel suo terrazzo, commenta Andrea Gallone: «Chi all'inizio la criticava perch&eac ute; abbaiava troppo forte, ora la saluta ogni volta che la incontra a passeggio per San Giacomo. Lulù sarebbe un cane ideale per la pet therapy perché ci dà affetto e capisce quando stiamo male. In questo caso ha saputo stupirci perché ha svegliato il suo padrone che dormiva per dare l'allarme». Lobianco ha colto l’occasione del riconoscimento per ribadire l'invito ad adottare uno dei tanti cani abbandonati che si trovano nei canili, mentre la cagnetta Lulù, più fortunata di altri, se ne andava zampettando per piazza Unità con la medaglietta d'argento al collo.
LA GAZZETTA DI MODENA
16 SETTEMBRE 2010
 
Dopo il coma un micio ritrova il padrone
 
Marzaglia (MO) - Gatto dalle sette vite salvato da una catena soccorritori. Sedici ore in coma per trauma cranico e la zampa sinistra anteriore fratturata. Nonostante questo, il micio si sta riprendendo sotto le amorevoli cure di Adriana Pagliani, medico veterinario e direttore sanitario del gattile comunale di Marzaglia.  Sabato scorso, poco dopo le 23.30, il micio è stato investito da un’auto in via Canaletto. Un cittadino l’ha soccorso e ha avvertito la sala operativa della polizia municipale.  Gli agenti hanno consigliato di chiamare un veterinario reperibile, ma il soccorritore ha confessato candidamente di non aver i soldi per pagare l’assistenza all’animale.  Così è scattato il ricovero al gattile.  Grazie ai biglietti lasciati in via Canaletto dai volontari una persona ha telefonato. Quasi sicuramente si tratta del padrone. E ieri pomeriggio i due si sono ritrovati.

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
16 SETTEMBRE 2010
 
Traffico di animali fermato autocarro con 65 tartarughe
 
 
BARI - Agenti della polizia stradale e del Corpo forestale dello Stato della Polizia di Stato di Bari hanno sequestrato 65 esemplari vivi di testuggini di terra trasportate senza adeguata documentazione all’interno di un autocarro albanese. La scoperta è avvenuta durante un controllo della stradale in agro di Mola di Bari, dove gli agenti, fermato l’autocarro, hanno trovato le tartarughe all’interno di alcune cassette di plastica. 
Il conducente del mezzo, un cittadino albanese di 47 anni, è stato denunciato per detenzione di esemplari tutelati dalla Convenzione di Washington privi di qualsiasi documentazione che ne legittimasse la detenzione e ne indicasse la provenienza. Le tartarughe, del valore di circa 4.000 euro, saranno presto affidate dagli agenti del Corpo Forestale a strutture che ne assicurino il buon mantenimento.

GEA PRESS
16 SETTEMBRE 2010
 
Livorno: sono arrivati con l’edilizia ma il clan dei napoletani ormai contrabbanda in fauna selvatica protetta
Nuovo brillante intervento del Corpo Forestale dello Stato
 
 
GEAPRESS – La Forestale era già sulle loro tracce fin dalla prima intervista rilasciata a GeaPress (vedi intervista) dal dott. Davide Ciccarelli, Comandante Capo e Responsabile NIPAF del Corpo Forestale dello Stato di Livorno. Uccellatori napoletani che catturano fringillidi protetti dalla legge da trasferire, poi, nel mercato campano e napoletano in particolare. Duecento cardellini, per un valore minimo di 4000 euro, e poi giù verso Napoli. Secondo la Forestale questi quantitativi sono ottenibili già in poche ore di bracconaggio con le reti.Tante indagini ed appostamenti ed infine l’impegno è stato premiato. La prima conferma arriva ai primi di settembre da Campiglia Marittima (LI) dove un magazzino era stato trasformato da un uccellatore napoletano in vero e proprio laboratorio (vedi articolo GeaPress).Gli uccellatori napoletani, però, sono ancor di più. La Forestale ne è sicura. Arrivati anni addietro come manodopera per il settore dell’edilizia, hanno di fatto costituito un gruppo dedito alla cattura di fauna protetta. Cardellini, Fringuelli ed altri piccoli uccelli canori protetti dalla legge da rivendere in Campania.Il nuovo intervento è stato messo in atto proprio a Campiglia Marittima, nella frazione di Venturina. Un luogo importante non solo per le rilevanze naturalistiche (siamo nel Parco Val di Cornia) ma anche turistiche. I Forestale avevano eseguito, in più giorni, lunghi appostamenti fin dall’alba. Nascosto dietro un capanno nei pressi di un casello ferroviario, un uccellatore napoletano, residente da anni nella zona, era intento a manovrare due cordicelle. Con una poteva tirare la rete a scatto che avrebbe imprigionato i cardellini (vedi foto). Con l’altra strattonava l’imbracatura che costringeva un cardellino utilizzato come zimbello. Tale strumento di tortura caratterizza a Napoli il cosiddetto “incamiciato”. Lo zimbello strattonato si agita mostrando i vivaci colori dell’ala che fungono da attrazione per i cardellini selvatici. La cordicella lo cinge per il torace, passando da sotto le ali e l’attaccatura delle zampe. Per questo motivo il Corpo Forestale dello Stato, intervenuto con il Nucleo Investigativo (NIPAF) di Livorno unitamente al personale del Comando Stazione di Venturina, ha provveduto a denunciare l’uomo anche per maltrattamento di animali oltre che per i relativi reati venatori. L’uomo attirava gli uccellini nella rete tramite dei semi di girasole.La successiva perquisizione domiciliare ha portato al rinvenimento di trentasei cardellini subito liberati così come disposto dall’Autorità giudiziaria.Le successive indagini del Corpo Forestale hanno inoltre consentito di individuare un altro uccellatore napoletano trovato in possesso di due piccole gabbie, addirittura con dieci cardellini. Questi purtroppo non si sono potuti liberare perché da lungo tempo detenuti in cattività. Sono stati, quindi, consegnati al Centro di recupero della LIPU.L’entità delle somme coinvolte nella tratta dei cardellini è considerevole. Un cardellino viene venduto per non meno di venti euro, ma un incrocio con il canarino vale intorno ai 250 euro. Quelli con particolarità di canto o variazioni del piumaggio, vengono di volta in volta quotati fino ad arrivare, in alcuni casi, ad alcune migliaia di euro.Il Corpo Forestale dello Stato invita tutti i cittadini che ravvisano danni all’ambiente a contattare il numero verde 1515.
L'ARENA
16 SETTEMBRE 2010
 
INCIDENTE ASSURDO. L’episodio a Caserta
Un cavallo sfugge ai ladri e investe bus Muore l’autista
Anche l’animale resta ucciso nel violento impatto sulla statale
 
CASERTA - Un cavallo da trotto, ospite di un centro di allenamento alle corse di Mondragone, irrompe sulla statale, la Domiziana, e si scontra con un pullman del Ctp, nel Casertano: il bilancio dell’atipico incidente accaduto l’altro ieri è di un morto e sei feriti.
Sfuggiva probabilmente a un tentativo di furto l’animale, quando si è immesso sul percorso della linea di trasporto pubblico Napoli-Mondragone-Baia Domizia.
Uno scontro violento, che ha fatto perdere il controllo del pullman al conducente, unica vittima dell’incidente: Catello Marciano Iovino, di 37 anni, originario di Torre Annunziata e residente a Boscoreale (Napoli), è morto infatti sul colpo. Sbandando il mezzo pesante ha travolto alcuni alberi e un muretto, finendo nel canale Agnena, dove ha però trovato un appogg io nella sponda.
Nel punto in cui è caduto, infatti, il torrente era profondo alcuni metri, Nell’incidente l’animale ha sfondato il parabrezza del bus, travolgendo il conducente. Anche il cavallo è morto, mentre i sei passeggeri hanno riportato ferite non gravi.
Il titolare del Centro di preparazione alle corse di cavalli da trotto ha denunciato l’altra notte il furto dell’animale, regolarmente dichiarato alle autorità sanitarie ed ospite della struttura da circa due mesi.
IL CENTRO
16 SETTEMBRE 2010
 
Cavallo muore colpito da un furgone
 
MONTESILVANO (PE). Stavano procedendo tranquillamente sul loro furgone, quando improvvisamente gli si è parato davanti un cavallo. Evitarlo è stato impossibile. L’animale è morto, il Ducato si è danneggiato non poco. L’incidente è successo ieri pomeriggio sulla lungofiume, a Montesilvano.  Due uomini che arrivavano dalla provincia di Teramo a bordo del loro furgone Ducato carico di bibite procedevano sulla lungofiume, quando sulla strada è apparso un cavallo. L’autista non è riuscito a fermarsi in tempo e l’ha preso in pieno. Per le due persone che viaggiavano sul Ducato non ci sono state conseguenze fisiche. Niente da fare invece per il cavallo, che è morto. Seriamente danneggiato, soprattutto sulla parte davanti, il furgone dei due teramani.  Sul posto sono intervenuti i v igili urbani e un veterinario della Asl, che hanno chiamato una ditta specializzata per rimuovere la carcassa dell’animale. Dal microchip che il cavallo aveva inserito i vigili sono riusciti a risalire al proprietario e sono in corso le verifiche per capire da dove sia sbucato fuori il cavallo. L’ipotesi più probabile è che l’animale sia riuscito a scappare da una delle stalle abusive scoperte proprio qualche settimana fa sul greto del fiume Saline, in una zona demaniale.   ARRESTO PER EVASIONE. L’hanno sorpreso fuori dalla casa in cui doveva scontare gli arresti domiciliari. Per questo i carabinieri di Montesilvano hanno arrestato nuovamente Teodoro Maiorella , 46 anni, con l’accusa di evasione.

IL TEMPO
16 SETTEMBRE 2010
 
Cavallo in strada si scontra con un furgone
Difficile non vederlo ma impossibile evitarlo: un cavallo è stato investito e ucciso ieri a Montesilvano, sulla strada che costeggia il fiume Saline.
 
 
L'impatto con un furgone è stato violento: l'animale è stramazzato sull'asfalto ed è morto sotto gli occhi dei veterinari dell'Asl e dei vigili urbani. Questi ultimi si sono occupati dei rilievi del caso. Con molta probabilità il cavallo è scappato dal vicino box-rimessa. La sua fuga gli è stata fatale. Solo poche settimane fa i carabinieri della locale Compagnia avevano sequestrato due cavalli che vagavano sulla stessa strada, malnutriti e assetati.
IL MATTINO
16 SETTEMBRE 2010
 
Le luci delle autovetture della statale Domiziana lo hanno completamente stordito
 
Gabriella Cuoco
 
Mondragone (CE). Le luci delle autovetture della statale Domiziana lo hanno completamente stordito. Ma non solo. Qualcuno, esperto del settore veterinario, ha ipotizzato che l’animale sia stato accecato dai fari troppi alti dell’autobus di linea della Ctp, che partito intorno alle 20,30 dal capolinea della stazione di Napoli centrale, proseguiva verso il centro urbano di Mondragone, in perfetto orario, secondo la tabella di marcia. Il proprietario dell’animale, un anziano che gestisce assieme ai familiari un’azienda poco distante dal luogo dell’incidente, ha dichiarato agli agenti della polizia stradale di Capua che il cavallo non era mai uscito da solo dal recinto. Da quattro anni, l’animale era abituato alla passeggiata mattutina e nelle ore serali, invece, veniva cavalcato dallo stesso proprietario o da qual che figlio che, solo alle prime luci dell’alba di ieri, si è accorto della scomparsa dell’animale, denunciando l’episodio in un primo momento agli agenti del commissariato di Castelvolturno e poi ai loro colleghi della centrale della Stradale di Caserta. Un impatto violento tra il pullman e l’animale, a pochi metri dall’ingresso secondario di Torre di Pescopagano. Una brusca frenata e l’automezzo è finito nel fiume Agnena, dove solo nella tarda mattinata di ieri è stato estratto da una gru dei vigili del fuoco del distaccamento di Caserta e trasportato al centro Aci, dove nei prossimi giorni sarà demolito. L’impatto, che è costato la vita a Catello Marciano Iovane, autista 37enne nato a Torre Annunziata e residente a Boscoreale, sin dal primo momento si è tinto di giallo. Infatti, il veterinario di turno, che ha eseguito i primi rilievi, non ha ritrovato il chip sottocutaneo inserito ne l ginocchio del cavallo, dal quale emergono tutti i dati registrati nella banca dati sull’animale. Inoltre, ieri i poliziotti hanno effettuato un sopralluogo nell’azienda dove sono registrati più di dieci cavalli, per capire se l’animale ha scavalcato volontariamente il recinto o sia stato rubato. Una delle ipotesi al vaglio, infatti, è che l’animale sia finito sulla statale subito dopo il suo sequestro da parte di una delle bande criminali che operano nei circuiti delle corse clandestine. Durante l’incidente sono rimaste ferite altre quattro persone, di cui due extracomunitari di nazionalità nigeriana e due italiani, uno di Mondragone e l’altro di Marano di Napoli, tutti ricoverati presso la clinica «Pineta Grande» di Castelvolturno. L’uomo di Marano, di circa 40 anni, nella notte tra martedì e mercoledì per problemi respiratori è stato trasferito in terapia intensiva al Cardarelli di Napoli. Intanto l’incidente ha riportato all’attenzione le condizioni di estrema pericolosità della Domiziana: iluminazione completamente assente, guardrail fatiscenti e il rischio di incontrare animali di grossa taglia, che scappano dalle vicine aziende agricole dislocate nelle campagne tra Mondragone, Cancello Arnone, Falciano del Massico e Carinola. Solo poche settimane fa tre bufale avevano invaso la statale 7 bis all’altezza del parco acquatico «Ditellandia», causando un tamponamento a catena che ha visto coinvolte più di quindici autovetture. In quel caso, il proprietario degli animali non si era accorto che le bufale si erano allontanate dal recinto. Il traffico, proprio come nella sera di martedì, rimase bloccato per oltre sei ore.
LA PROVINCIA DI VARESE
16 SETTEMBRE 2010
 
Capriolo ucciso per sbaglio
Varese "abbuona" le multe
 
Piero Orlando
 
VARESE Il cacciatore spara per sbaglio ad un capo “non conforme”? La sanzione diventa minima. Abbatte un camoscio o un capriolo che non rientravano nel piano assegnato? L'errore viene “tollerato”. Domenica in provincia di Varese si apre la stagione venatoria 2010-2011 con un regolamento più morbido per chi sbaglia, dopo le modifiche decise da Villa Recalcati per favorire le autodenunce ed evitare le mancate segnalazioni degli anni passati.Per le 3700 doppiette del Varesotto, quindi, via libera dal 19 settembre fino al 31 gennaio 2011. Ma senza libertà assoluta di sparare a qualsiasi animale. Anzi, da anni ai cacciatori spetta un compito di gestione della fauna selvatica e tutela dell'ambiente boschivo, con tanto di piani di abbattimento assegnati sulla base di specifici punteggi. Che sono attribuiti in base alla partecipazione a censimenti, attività di recupero ambientale o di cinta dei terreni agricoli. Ma gli errori (come il bracconaggio) sono una realtà. E allora, l'assessorato all'Agricoltura e gestione faunistica di Villa Recalcati, «a seguito delle problematiche emerse nel corso dell'ultima stagione venatoria e tenuto conto delle osservazioni pervenute sulla caccia di selezione», ha deciso di modificare tre articoli del regolamento regionale di caccia di selezione agli ungulati. Nell'articolo 14 si è rafforzato il ruolo del cacciatore - sentinella dei boschi, a cui è richiesta «specializzazione», «preparazione» e «necessaria maturità». Ma è nell'articolo 19 che arrivano le novità maggiori sulla definizione di «tolleranza» per l'abbattimento di camosci e caprioli: in pratica vengono tollerati e non assoggettati a sanzione amministrativa alcuni errori nell'abbattimento.E poi ci sono le modifiche all'articolo 27, «motivate dall'opportunità di rendere meno penalizzanti le sanzioni collegate all'abbattimento non conforme del capo - comunica la Provincia - con l'obiettivo di non penalizzare eccessivamente l'errore fortuito commesso in buona fede, tenuto conto che l'abbattimento non conforme può sempre verificarsi». In poche parole: «Abbiamo voluto favorire l'autodenuncia degli errori da parte dei cacciatori per evitare che certi abbattimenti per errore rimangano nascosti, come avvenuto negli anni passati – spiega l'assessore provinciale alla gestione faunistica Bruno Specchiarelli - a ciascuno infatti sono assegnati specifici capi in base alla specie, l'età e al sesso. Fino ad oggi, però, in caso di errore era prevista una sanzione pesantissima, anche con la radiazione di un paio di anni e chi abbatteva un animale per sbaglio, non solo non lo denunciava quasi mai, ma continuava a cacciare per la quota assegnata. Oggi invece chi si autodenuncerà avrà il minimo della pena e quel capo sarà decurtato dal piano di abbattimento». Con un regolamento più tollerante, però, non si rischia al contrario di incentivare le irregolarità? «Non è un regolamento più tollerante - ribatte Specchiarelli - le modifiche non sono fatte per favorire i cacciatori, ma per far emergere le auto-denunce, perché la mancata dichiarazione di un abbattimento irregolare è bracconaggio. E a Varese, la caccia è di selezione: senza predatori in natura è basata su piani di abbattimento stabiliti da studi scientifici».

GEA PRESS
16 SETTEMBRE 2010
 
Il Corpo Forestale dello Stato comunica oggi i dati dell’attività antibracconaggio ed il decalogo per una caccia sicura (…pallini per le specie cacciabili a parte)
 
 
GEAPRESS – La fauna selvatica è un patrimonio tutelato nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale. Per questo il Corpo forestale dello Stato, attraverso l’attività delle strutture operative centrali e periferiche, difende la vita delle specie selvatiche, autoctone ed esotiche, garantendo anche la conservazione dei loro habitat naturali. In particolare, con l’ausilio del Nucleo Operativo Antibracconaggio (NOA), struttura specializzata della Forestale negli interventi contro il bracconaggio, controlla il corretto esercizio dell’attività venatoria.Alla vigilia dell’apertura generale della caccia il Corpo forestale dello Stato invita tutti coloro che praticano l’attività venatoria a una caccia responsabile nel rispetto delle normative vigenti. La Forestale intensificherà  l’opera di vigilanza sul territorio per prevenire gli incidenti e reprimere gli episodi di bracconaggio.I dati sui reati contestati nel 2009, diffusi oggi dalla Forestale, mostrano nel complesso una lieve flessione rispetto al 2008, ma rimangono comunque sempre elevati. In tutto 1.516 reati rispetto ai 1.672 dell’anno precedente, la maggior parte dei quali hanno riguardato la tutela della fauna selvatica autoctona (938). Più di 300, invece, quelli rilevati per violazioni delle norme riguardanti il maltrattamento di animali e circa 140 la legge sul controllo del commercio delle specie selvatiche in via di estinzione (CITES). In calo anche le persone denunciate: 926 contro le 1.205 del 2008, così come i sequestri di animali e degli illeciti mezzi di caccia pari a 1.037 contro i 1.308 dell’anno precedente. Gli arresti sono stati 5, rispettivamente 2 in Calabria, 2 in Puglia e 1 in Piemonte. Le perquisizioni effettuate: 140. Accertati, inoltre, quasi 5mila illeciti amministrativi ed eseguiti 134 mila controlli. L’importo totale delle sanzioni notificate ai trasgressori nel 2009, pari a circa 3 milioni di euro, è quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente.
Di seguito il Decalogo del Corpo Forestale dello Stato per una caccia sicura:
1)      non cacciare, per un periodo non inferiore a 10 anni, sulle superfici boschive percorse da incendi;le informazioni relative a tali aree sono reperibili presso i catasti comunali;
2)      controllare meticolosamente lo stato delle armi, del munizionamento e dell’equipaggiamento personale e rispettare sempre le disposizioni sull’uso e/o sul trasporto dei mezzi di caccia;
3)      verificare la regolarità dei documenti necessari per l’esercizio venatorio (porto d’armi, licenza di caccia, assicurazione, tesserino venatorio regionale, etc);
4)      provvedere al pagamento delle tasse governative e regionali nonché a tutti gli adempimenti richiesti dagli ambiti territoriali di caccia (ATC) e dai comprensori alpini (CA), previsti dalle rispettive normative regionali;
5)      accertarsi correttamente di quali siano i confini di eventuali Parchi, o altre aree protette, all’interno dei quali è assolutamente vietata la caccia, e se siano presenti ulteriori zone di protezione “a cuscinetto” sul perimetro;
6)      documentarsi correttamente su quali siano i limiti dei propri ambiti territoriali di caccia e prestare la massima attenzione alle aree denominate Zone a Protezione Speciale (ZPS), all’interno delle quali l’attività venatoria è disciplinata in modo particolare, così come specificato nei vari calendari venatori provinciali, e alle zone umide, dove si ha l’obbligo di utilizzare munizioni con pallini di acciaio;
7)      conoscere bene le disposizioni del calendario venatorio provinciale ed eventualmente dei regolamenti relativi alla raccolta di funghi o di altri prodotti delle zone boscate;
8)     essere sempre certi delle specie selvatiche per le quali è consentito il prelievo venatorio; la selvaggina che non si riconosca, o che non si veda distintamente, non deve essere abbattuta;
9)      rispettare rigorosamente le distanze di sicurezza previste dalla legge per edifici, qualunque via di comunicazione, mezzi agricoli al lavoro nonché appostamenti di caccia fissi o temporanei; anche in caso di un minimo dubbio evitare ogni esplosione potenzialmente pericolosa;
10)   rispettare sempre l’ambiente circostante ed evitare di abbandonare rifiuti di ogni genere, ma soprattutto i bossoli delle cartucce, ormai tutti di materiale plastico;
11)   ricordarsi di detenere, trasportare e gestire i cani, da sempre i migliori “ausiliari” della stagione di caccia, in maniera rispettosa delle norme e delle loro esigenze comportamentali;
12)   si raccomanda, infine, il massimo rispetto delle colture agricole in atto.
IL GIORNALE DI PACHINO
16 SETTEMBRE 2010
 
ANIMALI: IL LEONE SIMBA TROVA FINALMENTE UNA CASA
 
Simba, il cucciolo di leone sequestrato nei giorni scorsi nei pressi di Palmanova (UD) dal personale del Servizio CITES del Corpo forestale dello Stato e dal Corpo Forestale della Regione Friuli Venezia Giulia, ha finalmente trovato una casa.
Il felino dell’età di circa quattro mesi verrà trasferito domani mattina dai Forestali, grazie ad un mezzo speciale, presso il Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica di Monte Adone (BO), una struttura idonea alla custodia di questi animali, dove sarà assistito da personale altamente specializzato e dove potrà godere di ampi spazi.
Il leoncino è stato trovato all’interno di un camper completamente inadatto al trasporto di animali pericolosi, rinchiuso in una gabbia piccola e angusta in condizioni igieniche precarie e senza la necessaria documentazione che ne certifichi la provenienza. Gli animali così trasportati sono sottoposti a inutili sofferenze perché costretti in spazi non adeguati al loro benessere. Il cittadino bulgaro che guidava il veicolo è stato denunciato per maltrattamento di animali, detenzione illegale di specie protette dalla Convenzione di Washington e per detenzione e trasporto di animali pericolosi.
La storia di Simba, anche se a lieto fine, è solo una delle vicende che vede sempre più spesso coinvolto il personale del Servizio CITES, specializzato nel contrasto del traffico illegale di specie protette e nel recupero di animali considerati pericolosi per la salute e la pubblica incolumità.
Il leoncino Simba è il settimo esemplare della specie che nell’arco di un anno viene introdotto in Italia da trafficanti dell’est europeo senza scrupoli per essere utilizzato in servizi fotografici e venduto illecitamente a circhi e mostre viaggianti.

LA GAZZETTA DI MODENA
16 SETTEMBRE 2010
 
In cura quattro procioni
 
Modena - Procioni, due adulti e due cuccioli sono stati affidati dal Corpo Forestale al centro Fauna Selvatica “Il pettirosso”.  Gli animali sono stati catturati nei giorni scorsi a Bergamo in un’isola ecologica vicino al fiume Adda dove si erano riprodotti, forse a seguito a un’immissione abusiva. I procioni curati a Modena stanno trascorrendo un periodo di quarantena dopo vaccinazioni e analisi veterinarie.
IL CENTRO
16 SETTEMBRE 2010
 
La Maraini salva un cucciolo di lupo
 
Yvonne Frisaldi
 
PESCASSEROLI (AQ). L’ha vista tremante e denutrita sul ciglio della strada e il suo primo pensiero è stato quello di salvarla. Protagonista della storia che ha avuto un lieto fine la scrittrice Dacia Maraini e un cucciolo di lupa di due mesi ora al sicuro nello zoo del Parco nazionale d’Abruzzo. «Salvare è una parola grossa» commenta al telefono la scrittrice «ero appena uscita di casa, intorno alle 13, e ho visto a pochi passi dalla mia porta un cucciolo in difficoltà, mi sono avvicinata e ho capito subito che si trattava di un lupo. Tremava ed era malnutrito» prosegue nel racconto «così ho chiamato i guardiaparco e nel frattempo l’ho seguito per non perderlo di vista. Quando sono arrivati sul posto, insieme al veterinario del Parco, il piccolo è stato caricato su un’auto e portato in salvo nella sede dell’area protetta. Quando successivamente ho telefonato al parco per avere notizie del cucciolo mi è stato riferito che si tratta di un esemplare di lupo femmina di 2 mesi e che dai primi accertamenti sembra che non sia in pericolo di vita». Secondo gli operatori del parco l’animale potrebbe essere stato abbandonato dal branco proprio perché cagionevole di salute. Ma non si esclude anche la possibilità che la lupacchiotta si sia allontanata dal gruppo perdendo il senso dell’orientamento. Al Parco nazionale d’Abuzzo già pensano di dare il nome di Dacia all’animale salvato. «Ne sarei davvero onorata, ma adesso» commenta la scrittrice «spero solo che guarisca in fretta e di poterla rivedere libera nei boschi».
IL CENTRO
16 SETTEMBRE 2010
 
Il Gruppo Camoscio festeggia: 2000 esemplari salvati
 
PESCARA. Il Gruppo Camoscio festeggia una ricorrenza speciale: finalmente la Missione 2000 x 2000 x 2000 può dirsi compiuta, e il camoscio d’Abruzzo è ormai fuori pericolo.  Lo dimostrano, spiega l’associazione animalista, le cifre: «Oggi, alla fine del primo decennio dall’anno 2000, a quasi un secolo dal momento in cui questo straordinario animale stava per precipitare nel baratro dell’estinzione (nel 1913 ne sopravvivevano appena 30-40 individui), almeno 2000 esemplari vivono intorno a quota 2000 nell’Appennino Centrale. Non solo: distribuiti tra i parchi nazionali classici (Abruzzo 700, Maiella 600, Gran Sasso 600), ma anche recentemente reintrodotti nel Parco nazionale dei Sibillini e in quello regionale del Sirente-Velino, e allevati nelle aree faunistiche allestite e curate presso i Parchi stessi&raqu o;.  L’espansione dei nuovi nuclei, il crescente ritmo delle nascite e l’accresciuta tutela dei loro territori consentono, secondo il Gruppo Camoscio, di «tirare un sospiro di sollievo, e di affermare che “il camoscio più bello del mondo è finalmente salvo”. E si va rafforzando anche la convinzione che questo endemismo appenninico merita di essere considerato una buona, anzi un’ottima specie, che pur essendo “giovane” appare chiaramente distinta da tutti gli altri camosci d’Europa».
TECNOCINO
16 SETTEMBRE 2010
 
10.000 uccelli persi nei raggi in ricordo delle Torri Gemelle, ecco perché
 
10.000 volatili sono rimasti letteralmente intrappolati all’interno degli imponenti fasci luminosi che commemorano Ground Zero, dove una volta sorgevano le Torri Gemelle del World Trade Center. Nelle immagini in gallery e nel video dopo il salto possiamo assistere alla curiosa testimonianza.
 L’evento è avvenuto proprio in occasione della settimana dell’anniversario del crollo causato dagli attacchi terroristici del 2001. Suggestivi e anche un po’ inquietanti, gli uccelli hanno volato nella luce per diverse ore. Perché? La spiegazione è scientifica e abbastanza semplice.
I raggi luminosi vanno a riprendere la posizione delle due Torri Gemelle, sono impalpabili e altissimi, rendendo la skyline notturna davvero indimenticabile ed emozionante. Ma quel che è successo nei giorni scorsi aveva del mai visto prima: un gran numero di volatili vorticosamente intrappolati all’interno delle luci.Gli animali erano rimasti confusi dalla luce intensa che li ha attirati: gli uccelli erano pronti a migrare verso i posti caldi transitando sopra NYC, utilizzando come riferimenti le stelle, la Luna e il Sole. Infatti non appena le luci sono state spente, il mega stormo si è disperso riprendendo la giusta rotta.
VIDEO E FOTO
http://www.tecnocino.it/articolo/10-000-uccelli-persi-nei-raggi-in-ricordo-delle-torri-gemelle-ecco-perche/22147/

RAI NEWS 24
16 SETTEMBRE 2010
 
Approvata la ratifica della Convenzione europea
Animali da compagnia, dal Senato un passo avanti
 
L'aula del Senato ha dato via libera al ddl governativo che ratifica la Convenzione europea di Strasburgo per la protezione degli animali. Il ddl torna all'esame della Camera, dopo la modifica della parte relativa alla pena per chi sottopone un animale a mutilazioni fisiche. Si tratta di norme che colpiscono in particolare il traffico illecito di cuccioli dai Paesi dell'est.
Il traffico diventerà reato
Il Senato, nel dettaglio, ha approvato il "Disegno di Legge del Governo di ratifica ed esecuzione della Convezione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonche' norme di adeguamento dell'ordinamento interno" che introduce lo specifico reato per arrestare la tratta dei cuccioli importati clandestinamente ogni anno, a migliaia, dai Paesi dell'Est. Il provvedimento, inoltre, inasprisce le pene relative al maltrattamento degli animali e le previsioni d'intervento nel Codice penale. Ora la Camera potra' trasformare il testo in Legge in tre settimane, in tempo per fermare il commercio fuorilegge prenatalizio.
Un passo importante
"E' un passo avanti importante in una battaglia di civilta"'. Con queste parole il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha commentato l'approvazione all'unanimita' in seconda lettura del disegno di legge di ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla protezione degli animali da compagnia.
Atto di civiltà
Per il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, l'approvazione da parte del Senato del Ddl di ratifica della Convenzione europea sulla protezione degli animali da compagnia "e' fondamentale" perche' il testo "rappresenta un passo in avanti di civilta'".
Soddisfatte le associazioni
"Si tratta di uno strumento decisivo per stroncare un mercato illegale che ha per vittime inermi animali da compagnia in tenera eta', con un giro d'affari stimato di 300 milioni di euro l'anno, ancora non adeguatamente punito a causa delle carenze normative" commenta Gianluca Felicetti, presidente della LAV.
ANMVI OGGI
16 SETTEMBRE 2010
 
TAGLIO CODE, SENATO ACCANTONA RISVOLTI PENALI
 
Il Senato della Repubblica ha approvato in seconda lettura il ddl 1908 sulla protezione degli animali da compagnia "Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno". Il testo è arrivato ieri in Assemblea,  modificato rispetto alla versione approvata dalla Camera dei Deputati, dalle Commissioni riunite Giustizia e Esteri, con la vistosa soppressio ne di buona parte dell'articolo 3 (Modifiche al Codice Penale). E' stato il relatore del provvedimento, On Sandro Mazzatorta (LNP), a spiegare all'Assemblea le modifiche, principalmente legate ai risvolti penali del divieto di interventi chirurgici a scopo non terapeutico. Il relatore ha spiegato che in Commissione " si è resa impossibile ogni forma di integrazione tra le norme contenute nel provvedimento, con riguardo agli interventi chirurgici destinati a modificare l'aspetto degli animali o a scopi non terapeutici, e la fonte regolamentare del Ministero della salute". Applaudito dal Gruppo PdL, il relatore ha concluso che "pur acquistando crescente rilievo nella coscienza sociale del Paese, la questione della protezione degli animali non può essere oggetto di contrapposizioni ideologiche troppo schematiche, ma deve essere affrontata in una prospettiva graduale ed essere frutto del bilanciamento tra interessi configgenti".L'Assemblea ha quindi app rovato un articolo 3 che, come proposto dalle Commissioni Giustizia ed Esteri, lascia fuori dal DDl 1908 il divieto di interventi chirurgici destinati a modificare l'aspetto dell'animale. Ma non solo. La nuova versione del discusso articolo è frutto di un dibattito sulla soppressione del requisito "per crudeltà", attualmente presente nel Codice Penale per il reato di uccisione di animale, una soppressione che avrebbe lasciato solo la vigente fattispecie del reato di uccisione "per necessità".L'Assemblea ha concluso per il mantenimento del requisito della crudeltà, sulla scorta di osservazioni di natura giuridica avanzate dal relatore Mazzatorta e giudicate meritevoli di ulteriore approfondimento. Il rischio, ha osservato Mazzatorta era di "escludere dall'area penalmente rilevante le uccisioni di animali seppure necessitate che avvengano con metodi efferati e crudeli".Queste dunque le modifiche al Codice Penale approvate dall'Assemblea del Sen ato con un nuovo articolo 3 nel Ddl 1908.
Art. 3.
(Modifiche al codice penale)
1. Al codice penale sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 544-bis, le parole: "da tre mesi a diciotto mesi", sono sostituite dalle seguenti: "da quattro mesi a due anni";
b) all'articolo 544-ter, primo comma, le parole: "da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro", sono sostituite dalle seguenti: "da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro"».
Sull'approvazione del nuovo articolo 3 - per il quale l'opposizione ha rinunciato a numerosi emendamenti tesi a ristabilire il divieto degli interventi senza finalità terapeutica- hanno pesato, per contro, l'accoglimento di un ordine del giorno da parte del Governo sulla sperimentazione animale e la necessità di una rapida entrata in vigore delle norme contro il traffico e l'introduzione illecita di cuccioli, che costituiscono la parte più rilevante e preponderante del Ddl 1908.
In base alla vigente Ordinanza ministeriale 3 marzo 2009, il taglio della coda è vietato in via generale, fatta eccezione per i cani appartenenti alle razze canine riconosciute alla F.C.I. con caudotomia prevista dallo standard.Ove consentito, l'intervento deve essere eseguito e certificato da un medico veterinario, entro la prima settimana di vita dell'animale. Nessuna eccezione al divieto di recisione delle corde vocali e taglio delle orecchie.
http://www.camera.it/parlam/leggi/04189l.htm
ANMVI OGGI
16 SETTEMBRE 2010
 
CUCCIOLI, PIU’ VICINO IL REATO DI TRAFFICO
 
Nel Ddl di ratifica della Convenzione europea di Strasburgo sono contenute rilevanti disposizioni, penali e civili, per contrastare il traffico di cuccioli di animali da compagnia, che non potevano essere più ritardate. I senatori che ieri hanno approvato, con modifiche, il Ddl 1908 hanno sottolineato l'urgenza di introdurle nell'ordinamento nazionale.Il provvedimento passa ora alla Camera dove il Sottosegretario di Stato Francesca Martini si augura possa essere rapidamente licenziato: "Ritengo vada accelerato l'iter completo di approvazione del provvedimento - ha dichiarato il Sottosegretario- con l'ulteriore passaggio alla Camera dopo le modifiche del Senato. Mi preme evidenziare come la parte riguardante l'introduzione illegale di cuccioli dai paesi dell'Est, battaglia condivisa con il Ministro degli Esteri Franco Frattini, abbia ricevuto pieno consenso da entrambi i rami del Parlamento". I Senatori, con il parere favorevole del Sottosegretario Caliendo hanno approvato il testo proposto dalle Commissioni riunite, accogliendo due emendamenti volti all'articolo 4 (Traffico illecito di animali da compagnia) e all'articolo 5 (Introduzione illecita di animali da compagnia) come emendati dalle Commissioni riunite Giustizia e Esteri. In particolare, viene riportata a 12 settimane l'età di riferimento degli animali al di sotto della quale si applicano le pene più severe, come nel testo governativo originario. Le Commissioni riunite invece avevano proposto di abbassare le settimane a 8. Resta la dizione età "accertata" introdotta dalle Commissioni Giustiza e Esteri.
Articolo 4 (Traffico illecito di animali da compagnia)
(...) La pena e` aumentata se gli animali di cui l comma 1 hanno un'eta` accertata inferiore dodici settimane o se provengono da zone sottoposte a misure restrittive di polizia veterinaria dottate per contrastare la diffusione i malattie trasmissibili proprie della specie. 
Articolo 5 (Introduzione illecita di animali da compagnia)  
(...) Si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.000 a euro 2.000 per ogni animale introdotto se gli animali di cui ai commi 1, 2 e 3 hanno un'eta`accertata inferiore a dodici settimane o se provengono da zone sottoposte a misure restrittive di polizia veterinaria adottate per contrastare la diffusione di malattie trasmissibili proprie della specie. 
FEDERFAUNA
16 SETTEMBRE 2010
 
Lombardia, 15.000 doppioni nell'anagrafe canina...
 
(AnmviOggi)
 
Lombardia Informatica ha diffuso una nota sull'inserimento in Anagrafe Canina Regionale di animali con piu' codici identificativi. (tatuaggio e microchip , doppio microchip ecc.) portando all' attenzione dei medici veterinari le conseguenze di un eventuale doppia registrazione.Nella banca dati dell'anagrafe canina lombarda risultano infatti più di 15.000 doppioni: stessa specie, stessa razza, stessa data di nascita, stesso sesso, stesso nome, iscritti più di una volta. Secondo la nota, diffusa su richiesta della Asl dall'Ordine dei Veterinari di Como, molti sono cani ENCI iscritti prima con il tatuaggio e poi microchippati, altri con due microchip diversi, altri il codice microchip varia per pochi caratteri.Per preven ire l'errore, Lombardia informatica suggerisce un paio di verifiche e alcuni accorgimenti di carattere informatico. Innanzitutto verificare che l'animale non abbia già un microchip e inoltre verificare che l'animale non sia stato precedentemente tatuato e iscritto (anche se il tatuaggio non è leggibile esiste la possibilità che l'animale - soprattutto se iscritto ENCI - sia già registrato in banca dati, eventualmente effettuare ricerche con pedigree).Il suggerimento è di utilizzare le funzioni di "applicazione microchip ulteriori" o correzione dell'anagrafica in caso di cane tatuato. forzando" l'iscrizione, non esiste il controllo crociato con la banca dati a priori, che consente di essere avvisati in caso di errori di digitazione. esiste solo una verifica rispetto al numero di caratteri che compongono il microchip.L'avvertenza  dunque è di controllare sempre il numero di microchip inserito prima di confermare 'iscrizione e di richiamare l'attenzione sul problema per evitarlo.
LA TRIBUNA DI TREVISO
16 SETTEMBRE 2010
 
Lite al canile per il bastardino abbandonato
 
PONZANO (TV). Sono intervenuti i carabinieri ieri mattina per calmare una donna che non voleva lasciare al canile un bastardino trovato sulla strada. La signora si era presentata al rifugio del cane di Ponzano attorno alle 10. Con sé aveva un cane trovato a gironzolare per la strada. Il veterinario ha subito potuto notare che l’animale aveva il microchip e che quindi sarebbe stato facilmente rintracciabile il padrone. La donna però a questo punto ha dato in escandescenze perché non voleva riconsegnare l’animale alla padrona: il suo timore era che fosse stato abbandonato. «Ma noi dobbiamo comportarci secondo delle norme precise - le hanno risposto al canile -. La donna avrebbe voluto tenere il cane e trattare direttamente con i proprietari. Non è consentito, dobbiamo tenerlo noi ed avvisare i proprietari». Per calmare la donna è stato necessario l’intervento dei carabinieri. Ora il cane è stato consegnato al legittimo proprietario.

ADN KRONOS
16 SETTEMBRE 2010
 
Affidato agli uomini della Forestale
Roma, dal traffico della Stazione Termini spunta un serpente: recuperato dai vigili
Roma - L'animale, un esemplare di biacco (Hierophis viridiflavus) lungo circa un metro, si aggirava disorientato tra il frenetico viavai di macchine e passanti in via Giolitti
 
 
Roma - In un primo momento gli agenti della Polizia Municipale presso la Stazione Termini pensavano si trattasse di uno scherzo. Non lo era affatto. Un romeno si e' presentato loro con un sacchetto di plastica e gli ha affidato un serpente. L'animale, un esemplare di biacco (Hierophis viridiflavus) lungo circa un metro, si aggirava disorientato tra il frenetico viavai di macchine e passanti del perimetro della stazione, e per l'esattezza in via Giolitti.
Con tutte le cautele del caso, i vigili urbani lo hanno preso in custodia e collocato in un recipiente in vetro. Hanno poi contattato gli uomini della Forestale ai quali hanno consegnato il rettile. Il serpente sara' reintrodotto in un habitat piu' idoneo e di sicuro meno pericoloso per la sua incolumita'.
GALILEO
16 SETTEMBRE 2010
 
Delfini in trappola
 
Dai primi fotogrammi la cittadina di Taiji, sulle coste del Giappone, appare una tranquilla meta turistica, un parco divertimenti all’aperto: barconi a forma di delfino solcano il mare carichi di gente, fontane zampillanti raffigurano balene e ogni souvenir è un inno a questi abitanti del mare. Ma la Taiji svelata da “The Cove” (L’insenatura), vincitore dell’Oscar 2010 per i documentari, è ben diversa e nasconde un orribile segreto. Qui, nello specchio d’acqua racchiuso da un’insenatura (il covo, appunto), ogni anno da settembre a marzo vengono catturati migliaia di delfini destinati a far divertire il pubblico dei parchi acquatici di tutto il mondo. Gli altri, quelli che non passano la selezione, subiscono una crudele mattanza prima di finire sui banchi dei mercati di pesce del Giappone.
Diretto dal regista statunitense Louie Psihoyos, il ‘thriller’ ambientalista è stato presentato in anteprima a Roma da Legambiente, Feltrinelli Real Cinema e Current, la tv fondata da Al Gore che ne ha acquistato l’esclusiva, ed è disponibile in Dvd nelle librerie Feltrinelli. Tutto è nato da un’idea di Ric O’Barry, l’addestratore di delfini della celebre serie tv Flipper, che grazie a quell’esperienza ha maturato un drastico cambiamento d’opinione sullo sfruttamento degli animali, sulla cattività e sul forte stress a cui sono sottoposti nei parchi. Da allora trascorre la vita a difendere i delfini in ogni parte del mondo, con tutti i rischi che ne conseguono (emblematica la risposta alla domanda “Quante volte sei stato arrestato”: “Quest’anno?”) ed è convinto che svelare quanto accade a Taiji possa essere la chiave di volta per un serio cambiamento.
La città è il centro di un grosso traffico di delfini vivi da mandare negli acquari di tutto il mondo e del business che soddisfa la domanda locale di carne di delfino. Ecco cosa accade: una volta intercettati i delfini al largo della costa, i pescatori li spingono verso la riva grazie a una barriera sonora realizzata con spranghe di ferro battute contro le barche. Qui arrivano gli acquirenti per scegliere gli esemplari da addestrare nei parchi acquatici, in genere tursiopi. Un commercio che frutta ben 150 mila dollari per ogni esemplare venduto. Quelli che non vengono scelti sono destinati a una sorta ancora peggiore. I pescatori li ammassano dentro l’insenatura e li arpionano a morte, ogni delfino morto vale 600 dollari. Ogni anno vengono uccisi in questo modo in Giappone 23 mila delfini e la loro carne finisce nei mercati giapponesi, spesso spacciata come carne di balena, considerata più pregiata.
Per portare allo scoperto la mattanza, il regista ha messo in piedi una vera e propria squadra alla “Ocean Eleven” di esperti in vari settori, con l’obiettivo di penetrare segretamente nella baia e piazzare sulla scogliera e sott’acqua telecamere, sensori e microfoni. Il film coniuga sapientemente il linguaggio tipico del giornalismo d’inchiesta televisivo con quello del cinema d’azione. Allo svolgimento dell’azione, infatti, si alternano le interviste agli esperti e i racconti dei protagonisti impegnati nell’impresa, creando una suspense inattesa per un documentario. Ciò che colpisce guardando il film è che, nonostante la strenua difesa che il governo giapponese fa della caccia ai cetacei, giustificata come una pratica dettata dalla tradizione, la maggior parte della popolazione nipponica sembra non conoscere quello che succede a Taiji e in altre città costiere, e ignora addirittura che nel paese si mangi carne di delfino. Al contrario, i pescatori vedono la caccia a balene e delfini come una sorta di “disinfestazione”, così viene definita nel film, perché convinti che i cetacei stiano impoverendo gli stock marini nutrendosi di pesce.
Oltre a denunciare lo stress degli animali in cattività e la mattanza a cui sono sottoposti, il film mette in guardia dalle alte concentrazioni di mercurio presenti nel pesce, che costituisce la base dell’alimentazione giapponese. Non solo. Chiaro è l’atto d’accusa alla Commissione baleniera Internazionale (Iwc), che ha messo fuori legge la caccia commerciale alle balene nel 1986 senza però ottenere risultati reali. Il Giappone continua ad aggirare il divieto giustificando la caccia per scopi scientifici e ottenendo gli appoggi di altri paesi. Inoltre, i mammiferi marini più piccoli, come i delfini, non sono protetti dall’Iwc né da altri organismi internazionali. Laddove non possono niente i governi e le istituzioni, però, dicono i protagonisti del film, può la passione dei singoli. Per aderire alla campagna: www.takepart.com/thecove.

GEA PRESS
16 SETTEMBRE 2010
 
Dall’Ucraina a Catanzaro e Milano
Diciotto scatolette di caviale sequestrate a Malpensa dall'Ufficio delle Dogane
 
 
 
GEAPRESS – Erano in tutto quattro le spedizioni di caviale intercettate dal Servizio Antifrode dell’Ufficio delle Dogane di Malpensa, intervenuto in collaborazione con il Nucleo Operativo Cites. In totale 18 scatolette che dovevano essere inviate, per i due dei quattro destinatari finora individuati, in provincia di Catanzaro e Milano.
I destinatari sono probabilmente cittadini ucraini ai quali verrà notificata una sanzione di 2064 euro. Nulla invece è possibile sapere sul mittente sempre ucraino.
L’importazione di caviale di storione è libera fino ad un massimo di 125 grammi per passeggero, mentre l’invio postale anche di un solo grammo deve essere giustificato con la documentazione Cites, acronimo della Convenzione di Washington sul commercio di specie o loro parti minacciate di estinzione.
Alle dogane sui pacchi postali, viene fatta l’analisi preventiva dei rischi, ovvero vengono particolarmente attenzionati quei pacchi provenienti da una lista di paesi a rischio. Tra questi alcuni dell’est e proprio per il caviale. Questo, per essere ottenuto, deve essere prelevato manualmente dall’addome delle femmine dei sempre più rari storioni, squarciate appena issate in barca. Il caviale altro non è, infatti, che le uova di storione. Sistemato in scatolette giunge così per i sofisticati palati degli amanti del genere. 
MARKET PRESS
16 SETTEMBRE 2010
 
PESCA: PER DUE GIORNI ALGHERO CAPITALE MEDITERRANEA DEL CORALLO ROSSO
 
Per due giorni Alghero diventa capitale mediterranea del corallo rosso. Domani e venerdì la città ospiterà l´incontro internazionale "Transversal workshop on red coral" organizzato dal General fisheries commission for the Mediterranean (organismo che fa capo alla Fao dell’Onu), con la collaborazione della Regione e quella scientifica del dipartimento di Biologia animale dell´Università di Cagliari. Il meeting prevede la partecipazione di esperti e tecnici di vari Paesi del Mediterraneo (Italia, Marocco, Grecia e Spagna) assieme a una rappresentanza di cinque operatori della Sardegna e sarà incentrato sugli aspetti ambientali, sulla pesca e sulla gestione del corallo rosso nel Mare nostrum. Venerdì, a conclusione dei lavori, si terrà un incontro tecnico sulla pesca del corallo in Sardegna promosso dal Serviz io pesca dell’Assessorato regionale dell’Agricoltura, aperto a tutti gli operatori e ai ricercatori e finalizzato alla stesura di un documento di indirizzo per una gestione sostenibile della risorsa nei Paesi coinvolti. "Il meeting di Alghero - spiega l’assessore regionale dell’Agricoltura Andrea Prato - rappresenta uno stimolo a migliorare continuamente il quadro normativo di riferimento, a rafforzare le conoscenze scientifiche sullo stato della risorsa e a rendere sempre più agevole e sostenibile lo svolgimento di un’attività imprenditoriale particolare come la raccolta del corallo rosso nel nostro mare. Ringrazio i responsabili della Conferenza generale della Pesca nel Mediterraneo e del ministero delle Politiche agricole per il nuovo riconoscimento al lavoro normativo che la Regione sta facendo (peraltro recentemente apprezzato anche dalla Fao), che consente di conciliare le istanze di tutela della risorsa con le esigenze economich e dei corallari. Mi auguro che questo sia solo il primo di una serie di meeting sul tema e che sia l’occasione per la creazione di una rete permanente di collaborazione scientifico-amministrativa".

CORRIERE DELLA SERA
16 SETTEMBRE 2010
 
stravaganze artistiche
Lagy Gaga s'ispira a un artista ischitano? «Vestito di bistecche, idea napoletana»
Nel 2008 lo scultore Di Massa «indossò» pezzi di carne  Oggi la medesima trovata è venuta alla diva del pop
 
Di Massa vestito di bistecche e Lady Gaga
 
Anna Lucia Esposito
 

NAPOLI - Le stranezze di Lady Gaga hanno origini napoletane. Dopo gli impacchi di mozzarella dop per ammordibidire la pelle, la diva del pop ha sfoggiato un abito cucito con carne e filo . la medesima idea, se possiamo chiamarla così, venne due anni fa all'artista ischitano Peppe Di Massa. Lo scultore 38enne aveva, a quanto pare, deciso di vestirsi in macelleria, con tanto di bavero e cravata insanguinati, in occasione di una mostra di Vettor Pisani. La stravaganza fu riconosciuta come espressione artistica, tanto che si parlò di «performance 'Il vestito di carne'».

«IL SIGNIFICATO» - Indossare bistecche ha però per i due artisti un significato differente. «La mia idea - confessa Di Massa su gossipblog.it - è partita dal concetto che non tutto ciò che è decadente è brutto ma anche il brutto può diventare bello. Il mio vestito - continua - non si poteva negare avesse una sua bellezza, era quasi lirico». La cantante di origini italiane ci ha tenuto invece ad evidenziare la valenza sociale della carnevalata: «Volevo porre l'attenzione sui nostri diritti - ha dichiarato la Germanotta, vero nome della Gaga -. Se non ci battiamo presto avremo gli stessi diritti di un pezzo di carne e io non sono un pezzo di carne». In realtà anche Di Massa ha scorto l'importanza educativa della sua «performance»: «La mia opera è un po' come la macchina distrutta da un'esplosione a Bagdad esposta da Jeremy Deller. La gente deve poter guardare in faccia alla realtà e per riuscire a farlo la bellezza è fondamentale».

LA CRITICA DEGLI ANIMALISTI - Lady Gaga ha destato scalpore con il suo abitino insanguinato in occasione degli Mtv Video Music Awards. Prima ancora di presentarsi sul tappeto rosso era già scattata la critica della Peta, organizzazione no profit in difesa dei diritti degli animali. Ma la cantautrice ha fatto comunque di testa sua, incassando anche gli attacchi dell'attrice statunitense Ellen DeGeneres che le ha proposto di vestirsi per la prossima occasione di lattuga.

I PRECEDENTI - La carne ha avuto un ruolo centrale nell'arte già dall'antichità. La macellazione connessa a significati evangelici o corporali, è presente nelle scene di genere o nelle nature morte italiane, fiamminghe, francesi e inglesi del XVII e XVIII secolo. Solo nel Seicento è emerso il disgusto per le bestie macellate, divenute definitivamente simbolo di morte. Nell'arte contemporanea è con Nitsch che il sacrificio animale ritorna in auge in campo culturale. L'antesignana delle sperimentazioni «carnali» è però la canadese Jana Sterback che, esplorando la natura umana attraverso il vestito, copre negli anni '80 la carne umana di carne animale.


LA ZAMPA.IT
15 SETTEMBRE 2010
 
L'orso che fa yoga conquista il Web Ecco le immagini
 
Racconta Meta Penca, il programmatore sloveno che per un giorno è diventato l'eroe del Web, che quando l'ha vista non riusciva a crederci. Una femmina d'orso, gigantesca e buffa, impegnata in una seduta di yoga lunga un quarto d'ora, nel bel mezzo di uno zoo ad Ahtari in Finlandia, spiega «non è cosa da tutti i giorni». Quando poi, tornato a casa, ha caricato le foto scattate sul suo profilo Flickr, quegli scatti amatoriali hanno fatto il giro del mondo e Meta s'è trovato catapultato sulle prime pagine di Guardian, Telegraph e in testa alla classifica dei più cliccati su Twitter.
+ La pagina Flickr di Meta Penca
 
FOTO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=29845&tipo=FOTOGALLERY
ALTO ADIGE
16 SETTEMBRE 2010
 
L'allevatore: «Ero solo un intermediario»
 
VARNA (BZ) - «Siegfried Unterleitner ha avuto solo un ruolo da intermediario tra Germania ed Italia ed era all’oscuro di eventuali comportamenti illeciti da parte dell’importatore italiano di capi di bestiame». E’ la replica che l’imprenditore di Varna, finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della procura di Matera per frode fiscale, ha affidato all’avvocato Günter Ausserhofer. Secondo il legale, la stessa procura non ha elementi in mano per poter ritenere vi sia stato un coinvolgimento nella frode di Unterleitner.  Per quanto riguarda la presunta evasione dell’Iva, l’avvocato ha specificato che in ogni caso non sarebbe stato compito dell’intermediario versare l’Iva al fisco italiano.  La maxi-inchiesta della Guardia di finanza si è conclusa con quattordici arresti (tra Basilicata, Campania, Calabria e Trentino Alto Adige) e diverse persone denunciate. Sono accusate, a vario titolo, di avere importato negli ultimi cinque anni dalla Germania oltre 30 mila suini, macellandoli in Calabria e poi vendendoli su tutto il territorio nazionale come carne italiana. Degli arrestati (allevatori, intermediari e commercialisti) quattro sono detenuti in carcere e dieci - tra questi Unterleitner - sono agli arresti domiciliari.  Denunciati, invece, con l’accusa di avere falsificato documentazione sanitaria due veterinari in servizio a Potenza e a Bolzano. Il professionista altoatesino sarebbe uno dei veterinari che collabora con l’Uvac (Ufficio veterinario per gli adempimenti degli obblighi comunitari) a Vipiteno, da dove devono passare tutti gli animali che provengono dall’estero.

GEA PRESS
16 SETTEMBRE 2010
 
Melfi (PZ) – Era lungo la traiettoria degli uccelli: il ciclista finisce impallinato
Intervento del Ministro del Turismo Michela Brambilla. Raccolte oltre 100.000 firme contro la caccia
 
GEAPRESS – In Italia è ormai possibile essere scambiati per cinghiali come per uccelli e finire impallinati dal cacciatore di turno. Se il primo cacciatore, divenuto bracconiere nella notte, ha ucciso il povero Don Cassol nel Parco dell’Alta Murgia scambiandolo per un cinghiale, sono di turno ora i ciclisti, scambiati per uccelli. Il secondo cacciatore, divenuto bracconiere perché sparava vicino la strada, ha centrato, per fortuna di striscio, un ciclista di Melfi (PZ) il quale non si era accorto di essere finito di mezzo alla traiettoria, ad altezza d’uomo, tra il cacciatore ed il volatile. Il cacciatore è stato poi identificato e denunciato dai Carabinieri.
Sull’ennesimo grave episodio è intervenuta subito il Ministro del Turismo Michela Brambilla che così ha commentato:
Non è possibile che l’incolumità di cittadini e turisti venga di continuo messa a rischio da una minoranza di cittadini che, armata di doppiette, fa strage del patrimonio faunistico di tutti gli italiani. L’ennesimo incidente accaduto a Melfi, per il quale un ciclista è stato impallinato da un cacciatore, conferma quanto l‘attività venatoria non sia solo anacronistica e crudele ma anche molto pericolosa. Secondo l’Associazione vittime della caccia, tra il 2 settembre 2009 e il 31 gennaio 2010, in cinque mesi di stagione venatoria, ci sono stati 23 morti e 53 feriti tra i cacciatori, 1 morto e 18 feriti tra la gente comune.
Secondo il Ministro la stragrande maggioranza degli italiani è contraria alla caccia, ed a prova di ciò riporta il boom di sottoscrizioni raccolte in questi ultimi giorni dal manifesto “La Coscienza degli animali (www.lacoscienzadeglianimali.it). Oltre 100.000 firme contro la caccia e l’invito a partecipare alla manifestazione anti caccia del prossimo sabato a Venezia.
GEA PRESS
16 SETTEMBRE 2010
 
No alla caccia: Lac, Oipa e Movimento Vegetariano No alla Caccia consegnano in Senato 14.000 firme
Alla conferenza stampa sono intervenuti i Senatori Donatella Poretti e Marco Perduca (Radicali) e Loredana Pronio (UDC).
 
GEAPRESS – Oltre 14.000 firme, raccolte in soli sei mesi, sono state consegnate questa mattina al Senato della Repubblica per chiedere l’abolizione in toto della caccia. A guidare l’iniziativa le associazioni Lac, Oipa e Il Movimento Vegetariano No alla caccia, che hanno fatto sapere che proseguiranno la raccolta dei consensi a fianco di molte altre realtà del movimento animalista che nel frattempo si sono fatte avanti.“Intendiamo reagire alla situazione italiana che rappresenta un’anomalia in Europa: solo da noi vengono concessi ai cacciatori dei privilegi che non esistono da nessuna altra parte” ha spiegato Giovanna Di Stefano dell’Oipa a Leonora Pigliucci di GeaPress “basti pensare al diritto, concesso solo a loro e a nessun altro cittadino italiano, di violare la proprietà privata entrando nei terreni altrui con le armi e senza bisogno di alcuna autorizzazione”.E gli effetti di una politica estremamente permissiva nei confronti dei cacciatori (le pre-aperture e i ritardi nella chiusura della stagione sono ogni anno praticamente la norma) oltre all’insufficienza dei controlli, si ripercuotono drammaticamente sulla biodiversità: ogni anno cadono vittime delle doppiette e delle trappole 100 milioni di animali di 49 specie tra mammiferi e uccelli. Di questi molti sono animali protetti che restano feriti o uccisi dai bracconieri e dai cacciatori che li abbattono per errore.“Oltre al dramma di quelli che muoiono immediatamente”, continua Di Stefano, “c’è infatti da tener conto di un terzo dei colpiti che rimangono feriti, che non vengono recuperati dai cacciatori e agonizzano per giorni. Altri vengono letteralmente torturati per essere usati come richiami vivi: li accecano o li chiudono per mesi al buio, per farli poi cantare fuori stagione e ingannare così i compagni che si avvicinano ai fucili”.“Ma ciò che più grave”, prosegue Carlo Consiglio, Presidente della Lac, “sono le motivazioni di tutto questo scempio: solo divertimento e non certo il bisogno del sostentamento che armava la mano degli uomini nel passato”.Ed è anche per l’inutilità reale della caccia che il numero di coloro che la praticano è in declino e che si tratta quasi sempre di persone anziane legate a una mentalità superata. In Italia i cacciatori sono solo 700.000, all’incirca l’1% della popolazione, e si concentrano sopratutto in Toscana, dove ne risiedono oltre 100.000, seguita da Lombardia e Lazio. Una risicata minoranza che, nonostante la manifesta contrarietà alla caccia della maggioranza degli italiani, l’80% dei cittadini secondo un recente sondaggio Ipsos, è in grado però di influenzare pesantemente la politica del nostro Paese.“Un atteggiamento filovenatorio che”, come ha spiegato Floriana Saracino del Movimento Vegetariano No alla caccia, “costa caro anche in termini economici: la Ue ha infatti condannato l’Italia già 4 volte per il non rispetto dei limiti fondamentali alla protezione dell’ambiente”.Delle istanze degli animalisti si sono fatti portavoce i Senatori del partito dei Radicali Donatella Poretti e Marco Perduca, presenti all’incontro di questa mattina: la Senatrice Poretti ha sottolineato l’importanza che le leggi si allineino ad una sensibilità per gli animali che è ormai molto diffusa tra la popolazione italiana, mentre il senatore Perduca ha evidenziato la necessità di portare avanti battaglie non solo politiche, ma culturali, che estendano la riconsiderazione dei diritti degli animali a tutti gli ambiti dello sfruttamento, dalla caccia alle condizioni da “campo di concentramento” degli animali nell’industria della carne.All’incontro in Senato ha partecipato anche Loredana Pronio, dell’Udc, che ha spiegato come non si debbano considerare gli abusi sugli animali come questioni marginali, poiché spesso sono direttamente condizionate dagli interessi delle mafie.

YAHOO NOTIZIE
16 SETTEMBRE 2010
 
Caccia: Forestale, 1.516 Reati Nel 2009. Consigli Per Stagione Sicura
 
Roma - La fauna selvatica e' un patrimonio tutelato nell'interesse della comunita' nazionale ed internazionale e alla vigilia dell'apertura generale della caccia il Corpo forestale dello Stato invita tutti coloro che praticano l'attivita' venatoria a ''una caccia responsabile nel rispetto delle normative vigenti''. Il cacciatore, si legge in una nota della Forestale, deve collaborare sempre piu' con gli enti locali per contribuire alla gestione del patrimonio faunistico e naturale del nostro Paese. In questo contesto si inserisce l'importante opera di vigilanza sul territorio svolta dalla Forestale che in questo periodo verra' intensificata per prevenire gli incidenti e reprimere gli episodi di bracconaggio. Una costante e capillare attivita', quella svolta dal Corpo forestale dello Stato, che ha portato, nel corso del 2009 , ad accertare 1.516 reati rispetto ai 1.672 dell'anno precedente, la maggior parte dei quali hanno riguardato la tutela della fauna selvatica autoctona (938). Piu' di 300 sono stati i reati per violazioni alle norme riguardanti il maltrattamento di animali e circa 140 i reati inerenti la legge sul controllo del commercio delle specie selvatiche in via di estinzione (CITES). In calo anche le persone denunciate pari a 926 contro le 1.205 del 2008, cosi' come i sequestri di animali e degli illeciti mezzi di caccia pari a 1.037 contro i 1.308 dell'anno precedente. Gli arresti sono stati 5, rispettivamente 2 in Calabria, 2 in Puglia e 1 in Piemonte. Le perquisizioni effettuate sono state piu' di 140. Accertati, inoltre, quasi 5mila illeciti amministrativi ed eseguiti 134 mila controlli. L'importo totale delle sanzioni notificate ai trasgressori nel 2009, pari a circa 3 milioni di euro, e' quasi raddoppiato rispetto all'anno precedente. Per questo, in occasione dell'inizio della stagione venatoria il Corpo forestale dello Stato raccomanda la massima prudenza, soprattutto durante le prime giornate. In particolare, per la propria e l'altrui sicurezza, e per non incorrere in sanzioni amministrative che, in alcuni casi, potrebbero avere anche risvolti di carattere penale, si ricorda di: 1) non cacciare, per un periodo non inferiore a 10 anni, sulle superfici boschive percorse da incendi; 2) controllare meticolosamente lo stato delle armi, del munizionamento e dell'equipaggiamento personale e rispettare sempre le disposizioni sull'uso e/o sul trasporto dei mezzi di caccia.
GEA PRESS
16 SETTEMBRE 2010
 
Caccia e sondaggi – Animalisti e cacciatori dicono la stessa cosa: abbiamo vinto noi
La colpa, però, è di Giulio Andreotti
 
GEAPRESS – Il recente sondaggio diffuso dai cacciatori ha dato adito ad interpretazioni opposte tra cacciatori ed animalisti. Lo stesso dato viene letto in maniera diversa, segno questo che il baratro tra le due categorie è veramente insanabile. Meno male, perché in questi anni c’è stato chi ha voluto parlare di caccia accettabile, mentre in Veneto come in Lombardia e Toscana si discute ancora della nefasta caccia in deroga. A ben guardare, però, dell’ennesimo sondaggio non ce ne era bisogno. Basta avere memoria e fare riferimento a tempi addirittura meno sensibili.Ad ogni modo, oggi, i cacciatori includono nella torta del rapporto personale degli italiani con la caccia anche gli ex cacciatori, ivi compresi, evidentemente, chi si è pentito. Oltre il 50% degli intervistati, poi, nulla o poc o sa sulla caccia mentre tre quesiti (conoscenze sulle norme, favore delle norme, fonti di informazione) sono articolati in ben 18 (!) categorie di risposte. Categorie che salgono a 25 per la definizione dell’autoprofilo del cacciatore, che ovviamente lo premia come amante della natura. Curioso poi il fatto che nel rapporto personale di cui sopra, ci possano stare anche le amanti dei cacciatori, visto che sono considerati anche chi semplicemente li frequenta.Insomma, ce n’è abbastanza per stilare una tesi di laurea, ma sulla utilità dei sondaggi. Molto più determinante, invece, un quesito secco, dal quale evidentemente si fugge, e non da ora. L’ultima volta che si pose nella speranza di un effetto immediato, ben oltre il 95%, si schierò contro la caccia. Stiamo parlando del referendum anticaccia del giugno 1990 colato a picco assieme a quello sui velenosi pesticidi, grazie all’inno dell’astensione referendaria c he molte responsabilità ha avuto poi nella disaffezione degli italiani al voto in generale.Il buon esempio, allora, doveva venire dalle istituzioni e ad essere come al solito determinante fu Giulio Andreotti, allora Presidente del Consiglio, il quale dichiarò che sarebbe andato a votare anche se non aveva ben capito il quesito (!).
 

 

            16 SETTEMBRE 2010
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 
ANMVI OGGI
16 SETTEMBRE 2010
 
RACCOMANDAZIONE PER SPERIMENTAZIONE SENZA ANIMALI
 
I senatori dell'opposizione hanno messo da parte gli emendamenti sul divieto di caudotomia e altri interventi senza finalità chirurgica, ma in cambio hanno chiesto al Governo l'accoglimento di un ordine del giorno sulla sperimentazione animale. Nel corso delle votazioni sul Ddl di ratifica della Convenzione di Strasburgo, il Sottosegretario alla Giustizia Caliendo si è espresso a favore, pur accogliendo l'ordine del giorno come raccomandazione e non come impegno.L'ordine del giorno chiede "senza indugio concrete iniziative di carattere normativo - a livello nazionale, comunitario ed internazionale - volte a sostenere e promuovere effettivamente a diffusione di metodologie sperimentali innovativa e sostitutive, che non prevedano l'uso di animali vivi, anche mediante appositi accordi con le università e con gli istituti scientifici oltre che l'investimento di maggiori risorse economiche nel settore biomedico".L'iniziativa deriva dall'approvazione della revisione della Direttiva 86/609 che regolamenta l'utilizzo degli animali per fini scientifici: "Segnatamente, in essa è prevista la possibilità di poter ricorrere, anche se in deroga, ad esperimenti su gatti e cani randagi, la possibilità di utilizzare specie in via d'estinzione e/o catturate in natura (compresi i primati e in particolare le grandi scimmie); il ricorso a soppressione per inalazione di anidride carbonica come metodo di uccisione di riferimento, definito dalla direttiva come «umanitario» ma che in realtà provoca alti e prolungati livelli di sofferenza, riconosciuti scientificamente; la possibilità di effettuare esperimenti senza anestesia, autorizzazione anche per esperimenti altamente dolorosi". Il testo di revisione,approvato dal Parlamento Europeo l'8 settembre scorso,  esclude gli animali vaganti domestici dalle sperimentazioni in quanto non idonei. Le eccezioni a questa regola generale sono subordinate a particolari condizioni di necessità e giustificazione scientifica, verificate dall'Autorità competente.Gli Stati membri, in sede di recepimento, avranno il compito di adottare disposizioni nazionali.
LA NUOVA SARDEGNA
16 SETTEMBRE 2010
 
Geni sani per combattere la talassemia: addio trasfusioni
 
ROMA. Il primo malato di beta-talassemia è stato trattato con successo con la terapia genica: introducendo la versione normale del gene responsabile della malattia (il gene per la molecola beta-globina), il paziente, che prima poteva sopravvivere solo grazie a trasfusioni mensili, non ha avuto più bisogno di trasfusioni per ben 21 mesi di seguito. La notizia, molto importante per la Sardegna, che ha un’altissima percentuale di malati, è stata pubblicata sulla rivista Nature. L’uomo, che è stato seguito da Marina Cavazzana-Calvo, leader del team clinico che lavora presso l’Università di Parigi, con la collaborazione di Philippe Leboulch del Brigham & Women’s Hospital e Harvard Medical School di Boston, grazie alla cura può lavorare a tempo pieno come cuoco in un ristorante parigino. «È un successo molto importante - dice Lucio Luzzatto, direttore scientifico dell’Istituto Toscano Tumori - che corona, con il trasferimento all’uomo, i risultati di sperimentazioni iniziate molti anni fa su animali da Michel Sadelain, con cui ho collaborato io stesso quando ero allo Sloan-Kettering di New York». La beta talassemia è una malattia ereditaria che dipende da un difetto genetico che porta a una insufficiente produzione dell’emoglobina, la molecola che, viaggiando nei globuli rossi del sangue, traghetta l’ossigeno alle varie parti del corpo. Negli individui sani adulti l’emoglobina è fatta dall’assemblaggio di 4 proteine, due alfa-globine e due beta-globine. Nei beta-talassemici una mutazione genetica impedisce la produzione di beta-globine quindi l’emoglobina non si forma e la alfa-globina si accumula provocando gravi danni all’organismo. I pazienti sono trattati con ripetute trasfusioni. I ricercatori hanno prelevato cellule staminali del sangue del paziente e corretto il difetto genetico con la terapia genica, per poi reiniettare le cellule corrette nel malato. Il gene sano, introdotto nel Dna delle staminali con un vettore virale, ha permesso all’uomo di produrre da sè quantità sufficienti di emoglobina sana e quindi di non essere più dipendente dalle trasfusioni.
GIORNALETTISMO
16 SETTEMBRE 2010
 
Zanicchi: ho detto sì alla vivisezione perchi non sapevo quello che votavo
La parlamentare europea ha votato un provvedimento che non gradisce affatto. "Non posso mica seguire i lavori di tutte le commissioni", si giustifica. E dà la colpa ai collaboratori.
 
 
 
Animalista convinta ma favorevole alla direttiva UE sulla vivisezione che inserisce anche cani e gatti randagi sugli animali da sottoporre ad esperimenti. Un'intervista di Patrizia Pertuso alla parlamentare Europea Iva Zanicchi per l'edizione romana del quotidiano free-press Metro svela che la cantante non sapeva nemmeno cosa stava votando.
Iva Zanicchi, parlamentare europeo per il Partito Popolare, ha votato a favore della direttiva UE sulla vivisezione.
D: "Ma lei non era un'amante di cani e gatti??"
R: "Assolutamente sì!!"
D: "Però ha votato a favore della direttiva UE sulla vivisezione..."
R: "Era necessario migliorare la legge esistente dell'89?
D: "Inserendo nella lista degli animali da vivisezionare anche cani e gatti randagi?!
R: "No, questo no..."
D: "Questo prevede la legge che ha votato."
R: "Comunque, adesso passa tutto in mano al Governo..."
D: "un po' comodo, non le sembra?"
R: "Avrei dovuto essere più forte ed astenermi.... Mi sono fidata dei miei assistenti.... Non posso mica seguire i lavori di tutte le commissioni!"
D: "Mi sta dicendo che non sa cosa ha votato?"
R: "Beh, adesso comunque voglio rimediare: spingerò per sperimentare in vitro, tanto i risultati sono gli stessi...."
Patrizia Pertuso - Metro (quotidiano free-press) edizione romana - 15.09.10
 
Insomma,la Zanicchi mica può seguire i lavori delle commissioni. Queste cose fatele fare a un parlamentare europeo. Lei è soltanto una cantante. No?

GIORNALETTISMO
16 SETTEMBRE 2010
 
Vivisezionare i randagi? Ecco cosa dice veramente l’Unione Europea
 
 
Tommaso Caldarelli
 
Ma insomma, questa direttiva 86/609, titolata “Direttiva sulla protezione degli animali utilizzati per fini scientifici” consente o no la sperimentazione medica sugli animali randagi? La notizia, finita sui media di tutta Europa, non cessa di far discutere. Fra animalisti che già si strappano i capelli e analisti che cercano di far notare come le maglie della norma siano in realtà molto strette, si perde il senso ultimo della disposizione, e non si capisce effettivamente quale sia il punto di diritto.
QUALE IL TESTO? – La realtà è che il testo è molto semplice. Recuperando l’articolato della direttiva, ci rechiamo all’articolo 11, rubricato, appunto, “Animali randagi di specie domestiche”, che si apre con una norma che più chiara di così è difficile scriverla: “Gli animali randagi non devono essere usati nelle procedure scientifiche”. Ecco, una dichiarazione di principio: per favore, i randagi lasciateli perdere. Ma all’articolo 2, quello che è uscito dalla porta, rientra dalla finestra: “Le autorità competenti possono concedere eccezioni dal paragrafo 1 solo in osservanza delle seguenti condizioni: a) presenza di una necessità essenziale di studi riguardanti la salute e il benessere degli animali o seri pericoli per l’ambiente e per la salute umana o degli animali, oppure; 2) c’è una giustificazione scientifica che dimostri come l’effetto che la procedura tenta di ottenere si potrà raggiungere solo applicandola sugli animali randagi”.
ABBIAMO UNA RISPOSTA – Quindi, tornando alla nostra domanda di partenza, l’Unione Europea sta o non sta permettendo la vivisezione sui randagi? Logicamente, dato il quadro normativo, la risposta è: si. La dichiarazione di principio, infatti, sconsiglia una tale misura. Ma poi, dietro autorizzazione delle “autorità competenti” e per motivi strettamente indicati, tale misura diventa permessa. Certo, sono paletti stringenti: ma d’altronde, cosa ci aspettavamo, che l’Unione Europea mettesse per iscritto “adesso catturateli tutti e liberamente”? No: i randagi in sperimentazioni scientifiche si potranno usare solo dietro autorizzazione della forza pubblica e per motivi stabiliti. La situazione ricorda un po’, mutatis mutandis – qui qualcuno sorriderà – le garanzie dell’habeas corpus, quel caposaldo della civiltà giuridica, che stabilisce una persona potrà essere trattenuta in stato d’arresto dietro autorizzazione del giudice e solo nei casi permessi dalla legge: e nessuno si sognerebbe di dire che l’arresto, nel nostro ordinamento, è vietato, solo perchè è sottoposto a pesanti garanzie. Si dice che è regolamentato.REGOLE E DIVIETI – E così la direttiva, che permette, ma regolamenta – pesantemente, certo – l’uso scientifico degli animali randagi. E bisogna però sottolineare la scelta di politica normativa, che è chiarissima: l’UE avrebbe potuto scrivere “è vietatissimo usare i randagi per gli esperimenti scientifici”. Non l’ha fatto: nella versione inglese il verbo è “should not”, che letteralmente sta per “non dovrebbero”. Certo, ’should’ è di comune utilizzo nel diritto anglosassone, ma il vocabolario non mente. Perciò, essendo la direttiva una fonte normativa che lascia agli stati membri libertà d’azione all’interno di paletti imposti dall’Unione, e per raggiungere i fini da essa imposti. E comanda agli stati di dargli piena applicazione appena possibile: saranno perciò l’Italia, la Francia, la Germania, la Danimarca e tutti gli altri componenti dell’Unione a decidere quali siano le autorità competenti all’autorizzazione, quali paletti ulteriori precisino la generale necessità di “incolumità umana o animale”, e come riconoscere la procedura che sarebbe inservibile se non utilizzata sui randagi. Come al solito, gli animalisti d’Italia stiano attenti al legislatore italiano: sarà quello il luogo dove si produrrà una legge talmente restrittiva da neutralizzare, di fatto, la scelta dell’Ue, o per rendere quelle condizioni ancora più labili.
 
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