15 NOVEMBRE 2010
SAVONA NEWS
15 NOVEMBRE 2010
Savona: "Eid-Al-Adha", Enpa "Festa del sacrificio"
Preoccupazione della Protezione Animali savonese per la tradizionale festa islamica durante la quale verranno sacrificati ovini, caprini o bovini
Preoccupazione della Protezione Animali savonese per la "Eid-Al-Adha" la Festa del sacrificio di tradizione islamica, che verrà celebrata domani, durante la
quale verranno sacrificati ovini, caprini o bovini, a ricordo dell’episodio biblico di Abramo ed Isacco. Negli anni scorsi si sono infatti verificate uccisioni improvvisate di animali nelle case o nei cortili di abitazioni a Borghetto Santo Spirito ed a Vado Ligure. L’ENPA invita quindi le Autorità competenti a vigilare ed i cittadini a segnalare loro situazioni di maltrattamento alle quali dovessero assistere. L’ENPA rispetta per tutte le religioni, tutte le etnie e le relative tradizioni culturali; ma stigmatizza come, nel nostro paese, sia purtroppo ammessa da un decreto del 1998 la deroga, per motivi religiosi, alla macellazione con preventivo stordimento degli animali in strutture autorizzate, dove le bestie vengono sgozzate perfettamente coscienti. Una concessione immotivata anche dal punto di vista dei precetti coranici, per cui alcune Autorità religiose accettano le procedure, un po’ meno dolorose (perché l’animale viene preventivamente stordito con un colpo di proiettile captivo in testa) delle macellazioni occidentali, sia in Europa (Germania, Danimarca, Norvegia, Austria) che nei più popolosi paesi islamici al mondo, come l’Indonesia e la Malaysia. E’ così nata in Italia una fiorente catena di macellerie islamiche (presenti anche ad Albenga, Cairo e Savona) rifornite con migliaia di animali provenienti soprattutto dall’Australia e dalla Nuova Zelanda. Giova ricordare che tutte le volte che si consuma Kebab si favorisce, sia pure inconsapevolmente, la pratica crudele della macellazione rituale. L’ENPA
esprime l’ auspicio che si raggiungano intese reciproche che permettano di conciliare credo religioso e diritti degli animali, multiculturalismo e rispetto della legalità.
ASCA
15 NOVEMBRE 2010
ISLAM: DOMANI FESTA DEL SACRIFICIO. LAV, RISCHIO VIOLAZIONI SU ANIMALI
Roma - Da domani il mondo mussulmano celebra la ''Festa del sacrificio'' e purtroppo lo fa con l'uccisione di pecore e capre, come succede nella Pasqua cristiana.E' quanto dichiara la Lav che sottolinea: ''il precetto secondo il quale il fedele maggiorenne debba sgozzare personalmente l'animale fa si' che, nonostante la legge permetta la macellazione rituale e quindi senza stordimento preventivo, piu' dolorosa delle altre tecniche, solo ed esclusivamente nei macelli specificatamente riconosciuti, possano ancora esserci, come negli anni passati, casi di uccisioni in case, garage o giardini. E non possono esserci deroghe di chicchessia per utilizzare palestre o altre aree improvvisate''.
''Per questo rivolgiamo un appello alle Forze di polizia locali e nazionali, ai Prefetti, ai Sindaci e ai Veterinari delle Asl affinche' nei prossimi giorni siano rafforzati vigilanza e controllo, in applicazione dei Decreti Legislativi 333 del 1998 e 193 del 2007 oltre che dell'articolo 544 bis del Codice penale, si rischia infatti l'arresto da sei mesi ad un anno o l'ammenda fino a 150mila euro - ha detto Gianluca Felicetti, presidente LAV - sono da rispettare, inoltre, le normative sulla corretta identificazione degli animali (codice individuale o di allevamento a seconda dell'eta' dell'animale), sul trasporto anche del singolo animale (solo mezzi autorizzati dalla Asl e con certificazione veterinaria di partenza e uso farmaci), visita veterinaria pre e post macellazione. Inoltre, vista la presenza nei normali circuiti distributivi, di carni 'halal' o 'kosher' da animali scartati dopo la macellazione, chiediamo il chiaro riconoscimento delle vendite in supermercati e macellerie''.
COMUNICATO ENPA
15 NOVEMBRE 2010
AL VIA LA FESTA DEL SACRIFICIO. L’ENPA: “FERMARE QUESTA MATTANZA GENERALIZZATA”
In occasione della festa musulmana del Sacrificio, che inizia domani 16 novembre e che prevede la macellazione rituale degli animali (ovini, caprini e bovini), l’Ente Nazionale Protezione Animali esprime profonda contrarietà a questa mattanza generalizzata e, nell’attesa che un diverso livello di sensibilità porti a un cambiamento della normativa, chiede che almeno il tutto si svolga nel pieno rispetto della legge. “Come vegetariana convinta, sono ovviamente contraria alla uccisione di animali, anche per scopi alimentari – dichiara Carla Rocchi, presidente dell’Enpa -. Ma ciò che rende la macellazione rituale una pratica ancora più crudele sono le modalità con cui l’animale viene soppresso. La morte infatti sopraggiunge per dissanguamento, causato dal taglio delle giugulare; un’operazione durante la quale l’animale rimane vigile e cosciente”.
GENOVA OGGI
15 NOVEMBRE 2010
Savona - Festa islamica, animalisti preoccupati
Savona - Preoccupazione della Protezione animali savonese per la Festa del sacrificio ( Eid-Al-Adha), tradizionale ricorrenza islamica celebrata domani, durante la quale vengono sacrificati animali (ovini, caprini o bovini), a ricordo dell´episodio biblico di Abramo e Isacco.
" Negli anni scorsi - raccontano gli animalisti - si sono verificate uccisioni improvvisate di animali nelle case o nei cortili di abitazioni a Borghetto Santo Spirito e a Vado Ligure. L’Enpa invita quindi le autorità a vigilare e i cittadini a segnalare loro situazioni di maltrattamento alle quali dovessero assistere. L’Enpa rispetta per tutte le religioni, tutte le etnie e le relative tradizioni culturali; ma stigmatizza come, nel nostro Paese, sia ammessa da un decreto del 1998 la deroga, per motivi religiosi, alla macellazione con preventivo stordimento degli animali in strutture autorizzate, dove le bestie vengono sgozzate perfettamente coscienti. Una concessione immotivata anche dal punto di vista dei precetti coranici, per cui alcune Autorità religiose accettano le procedure, un po’ meno dolorose (perché l´animale viene preventivamente stordito con un colpo di proiettile captivo in testa) delle macellazioni occidentali, sia in Europa (Germania, Danimarca, Norvegia, Austria) che nei più popolosi Paesi islamici al mondo, come l´Indonesia e la Malaysia.
E’ così nata in Italia una fiorente catena di macellerie islamiche (presenti anche ad Albenga, Cairo e Savona) rifornite con migliaia di animali provenienti soprattutto dall’Australia e dalla Nuova Zelanda. Giova ricordare che tutte le volte che si consuma Kebab si favorisce, sia pure inconsapevolmente, la pratica crudele della macellazione rituale. L’Enpa esprime l´auspicio che si raggiungano intese reciproche che permettano di conciliare credo religioso e diritti degli animali, multiculturalismo e rispetto della legalità".
LA TRIBUNA DI TREVISO
15 NOVEMBRE 2010
Rito del sacrificio, animalisti contro Zanchetta
PONTE DI PIAVE (TV). Si avvicina la festa islamica del sacrificio, prevista il 16 novembre, e le associazioni animaliste continuano la loro battaglia a colpi di e-mail contro il sindaco Zanchetta. L’ennesimo comunicato ha iniziato a girare la scorsa settimana corredato da diverse firme tra le quali spicca quella di Paolo Cacciari, fratello del sindaco di Venezia, e di una serie di rappresentanti di varie associazioni ecologiste, animaliste ed ecofilosofiche. «E’ una situazione assurda - ribadisce per l’ennesima volta Zanchetta - ho sollevato il problema solo per le conseguenze igienico-sanitarie che potrebbero esserci nel nostro territorio. Non sono mai entrato nel merito della pratica religiosa che non è di competenza di un sindaco». Di fatto la lettera parte da una premessa che non contiene le dichiarazioni del sindaco, il quale non ha mai affermato di chiedere l’apertura del macello di Oderzo per permettere la macellazione di rito islamico. «Abbiamo appreso nel corso dell’incontro promosso dall’associazione Nuovi Cittadini che in altre province si è trovata una soluzione - sottolinea Roberto Zanchetta - Mi chiedo perché a Treviso non sia possibile. Non ho mai detto di volere aprire il macello pubblico di Oderzo a macellazioni diverse da quelle previste per legge. Il mio unico obiettivo come sindaco è tutelare il territorio contro l’abbandono di carcasse lungo fossi e strade». Domani massima allerta nel territorio pontepiavense, come in quelli limitrofi, dove molte famiglie di fede islamica saranno impegnate nella celebrazione della festa del sacrificio. Il gruppo Nuovi Cittadini ha cercato di trovare una soluzione per lo smaltimento delle carcasse, ma la legge non lo prevede e così permane il rischio dell’abbandono di teste, interiora e zampe di agnelli e capretti, sacrificati nelle dimore degli islamici. «Non mi resta che appostarmi per verificare che non vengano abbandonati sacchetti con resti di animali nelle Grave del Piave - chiude Zanchetta - questo per evitare che i cittadini si lamentino per sacchetti abbandonati che puzzano».
IL TIRRENO
15 NOVEMBRE 2010
Polpetta killer ucciso cagnolino
GROSSETO. Dopo la strage di gatti nelle colonie feline di Caldana e Giuncarico, c’è una nuova vittima a quattro zampe del veleno e della barbarie umana. Stavolta l’episodio è accaduto in città e protagonista suo malgrado è un cane di piccola taglia trovato morto mercoledì mattina in un giardino condominiale al civico 17 di via Jugoslavia, davanti alle elementari. Sulle cause della morte non c’erano dubbi perché l’animale è stato trovato con la bava alla bocca e mezza polpetta ancora intatta. «Ero sceso a portare a spasso la mia canina - racconta chi l’ha trovato - e ho trovato questa scena bruttissima. Presumo che ci sia gente che mette polpette avvelenate nel giardino condominiale di un palazzo dove ci sono molti cani». Chissà se quel cane era sparito da qualche abitazione vicina e se soprattutto qualcuno lo sta ancora cercando: ma la fuga gli è costata cara perché si è imbattuto nella polpetta killer.
GIORNALETTISMO
15 NOVEMBRE 2010
Svizzera: caccia all’avvelenatore di cani
La polizia cantonale è alla ricerca di testimoni che sappiano fornire indizi per trovare la persona che ha messo a repentaglio la vita dei migliori amici dell’uomo
Svizzera - Ad Heimendschwand, frazione di una località del rinomato Oberland bernese, l’altopiano dove si trovano alcune tra le più rinomate località sciistiche al mondo, è stato ritrovato mangime per i nostri amici a quattro zampe con l’aggiunta di una sostanza tossica ancora sconosciuta, un‘esca potenzialmente letale finora inghiottita per fortuna da un solo cane.
POLIZIA ALL’OPERA - Ieri mattina la polizia si è messa in azione perché una cane si era sentito male dopo aver mangiato del cibo probabilmente avvelenato. In un parcheggio che si trova tra le località di Wolfrichti und Feistergraben è stato ritrovato del mangime per cani che era contaminato da una sostanza molto simile all’etanolo, o un’altra di un odore vicino, che era stata mischiata alla farina d’avena. Non è ancora chiaro chi abbia deposto nel parcheggio il mangime avvelenato, un tentativo evidente di colpire gli animali domestici che percorrono normalmente quei luoghi, accompagnati o meno dai loro padroni.
SALVATAGGIO RIUSCITO – Il cane che aveva inghiottito la farina d’avena avvelenata è stato immediatamente portato dal veterinario. Secondo fonti giudiziarie il suo spuntino tossico non dovrebbe risultare letale, anche se in questo momento la sua situazione di salute non è buona. La polizia cantonale, che si è messa sulle tracce del criminale che tenta di avvelenare i cani, ha raccomandato particolare attenzione ai padroni, perché controllino i loro amici a quattro zampe quando arriva il desiderio di un rustico spuntino, in questo momento rischioso in quel di Berna.
LA NUOVA FERRARA
15 NOVEMBRE 2010
Troppi animali uccisi col veleno
Ferrara - «Stop ai bocconi avvelenati» anche a Ferrara. Perchè la situazione nella nostra provincia nel biennio 2008-2010 sul problema avvelenamento animali ha evidenziato la segnalazione di 61 casi: 35 da parte dei privati, 15 dai veterinari e 11 da altre fonti. Di questi 29 sono stati accertati con una percentuale di esche o carcasse individuate del 50%, compresi i casi clinici per fortuna risolti positivamente con la guarigione degli animali. Fra gli animali più coinvolti vi sono stati i gatti con 18 casi, 13 cani, una gazza e un riccio; in 16 casi si trattava di esche. La rilevazione dei 29 casi è stata fatta per 16 di essi in un suolo pubblico, per 8 in area privata e 5 senza possibilità di individuarne il luogo. Del problema dell’avvelenamento degli animali si è parlato nel seminario tenuto ieri alla Camera di Commercio. Dopo aver costituito un tavolo provinciale di coordinamento, la prefettura di Ferrara in collaborazione con l’area veterinaria dell’Usl ha organizzato questo incontro a più voci, come atto conclusivo dei vari momenti che hanno precedentemente interessato la Conferenza Provinciale Permanente. Presenti tra i tanti la polizia provinciale rappresentata da Claudio Castagnoli, il tenente Ris carabinieri di Parma Fabiano Gentile mentre per la sanità c’erano Chiara Berardelli, direttore Area Sanità Pubblica Veterinaria Usl di Ferrara e la veterinaria Paola Faggioli.
GEA PRESS
15 NOVEMBRE 2010
Cappi di fil di ferro per i randagi, questa volta a Solofra (AV)
GEAPRESS – Ancora un randagio seviziato. Questa volta siamo a Solofra, in provincia di Avellino, a soli quattro chilometri di distanza da Serino (AV), teatro di un’altra storia violenta che ha avuto per protagonista un cane senza padrone (vedi articolo GeaPress).Un randagio, uno dei tanti della zona. Un cappio di fil di ferro gli strozzava una zampa; più si muoveva più il cappio gli stringeva la carne, penetrando in profondità.E’ stato recuperato alla presenza degli agenti della Polizia municipale, oramai camminava su tre zampe, perché la quarta era completamente lacerata dal fil di ferro.Le prime segnalazioni relative allo sfortunato randagio erano arrivate già dieci giorni fa, ma il cane è stato rintracciato solo ieri, si era rifugiato in un canale per il deflusso dell’acqua piovana della corsia di accesso al raccordo autostradale.La disavventura del povero randagio non finisce qui, il recupero è avvenuto a mezzo del personale del canile di Villa Literno ed una volta medicato il cane è rimasto nella struttura casertana. Speriamo vivamente che qualcuno lo adotti evitandogli così la reclusione a vita.
IL GIORNALE
15 NOVEMBRE 2010
Spot aspetta il padrone che non tornerà più
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/america-commuove-spot-cane-padrone-morto-incidente-638218/
Prima ha commosso il Texas, poi l'America, ora sta commuovendo il mondo intero. E' la storia di Spot, l'ennesimo cane che fa riflettere su un fenomeno che si presta molto bene all'antropomorfizzazione, ovvero a introdurre negli animali sentimenti che parrebbero essere di esclusiva competenza umana. Ma qui i condizionali sono d'obbligo ed è giusto farne largo uso, perché ormai sappiamo che anche gli animali provano sentimenti. D'altronde basta vedere i pochi minuti di questo video, per rendersi conto, attraverso lo sguardo di questo cane, che nella sua mente c'è qualcosa di più che il semplice istinto, la semplice risposta di relais neuronali, come vorrebbero i moderni seguaci di un positivismo cartesiano che ha perso la sua battaglia con la storia.
Andate a vedere il video (basta battere "Spot il cane" su qualunque motore di ricerca) e capirete cosa intendo dire. L'espressione triste e malinconica (i Pointer ce l'hanno già di per sé) di questa femmina di cane da caccia che attende sulla statale di Loan Oak (Texas) il suo padrone, deve convincere chiunque che il ricordo dei defunti e la mancata rassegnazione per la loro dipartita non sono prerogative umane. Da cinque mesi, da quel maledetto giugno in cui un autista sbronzo ha investito Wayne Giroux, Spot si reca ogni giorno su quella strada e si mette seduta, le orecchie ritte e attende. Quando sente in lontananza il rumore di una macchina simile a quella di Wayne, le orecchie si alzano, gli occhi scrutano avanti, il corpo si tende e trema, nell'attesa che da quell'auto si apra una portiera e che Wayne superi il frastuono del motore con il suo "Come on up, Spot!" (Sali su, Spot!). Ma l'auto non si ferma e, mentre corre veloce, verso l'orizzonte, le orecchie reclinano, gli occhi si velano di malinconia e Spot torna a sedersi, nell'attesa della prossima. E' così da cinque mesi, tutti i santi giorni. "Non ho alcun dubbio su chi stia aspettando" dice davanti ai microfoni Paul, il figlio di Wayne" e credetemi, mi si spezza il cuore quando percorro quella strada e la vedo là seduta, al solito posto". Ho visto il video diverse volte e in diversi siti e devo dire che, nel sottotitolo di uno di questi, c'era scritto: "tenete a portata di mano un fazzoletto di carta". Non era una trovata pubblicitaria.
La storia di questo cane ovviamente non può che ricordare quella di un suo famoso simile, l'Akita Inu di nome Hachi, reso celebre dal recente film con Richard Gere, che attese alla stazione di Shibuya per 10 lunghi anni il suo padrone Ueno, docente di agraria morto per infarto durante il viaggio verso l'università dove insegnava.
D'altronde nessuna visita alla città di Edimburgo può dirsi completa se manca l'omaggio, in Candlemaker Row, alla statua del piccolo Skye Terrier di nome Bobby, che attese per 14 anni il suo padrone, John Gray morto nel 1858.
E' del giugno di quest'anno la storia di Ambra, la femmina di Husky, rimasta per giorni a 3000 metri in mezzo a gelo e valanghe ad attendere Francesco Zavattiero, l'alpinista con il quale viveva in simbiosi, purtroppo morto tra i ghiacci eterni.
Trovo solo due termini per spiegare questi atteggiamenti: fedeltà e lealtà e li pronuncio con grande cautela, quasi chiedendo scusa. Ai cani.
LA PROVINCIA DI LECCO
15 NOVEMBRE 2010
Cane maltrattato, proprietario nei guai
Il giudice ha ordinato l'imputazione coatta nei confronti di Vincenzo Balsamo
Canzo (CO) - Teneva il suo cane in condizioni «insostenibili», per dirla con il linguaggio formale del giudice. Al punto che i veterinari dell'Asl sono dovuti intervenire in almeno un paio di occasioni, l'ultima delle quali è costata una denuncia al proprietario dell'animale.
Rischia di finire a processo con l'accusa di maltrattamento di animali Vincenzo Balsamo, 59enne di Canzo finito sotto inchiesta dopo un blitz compiuto dall'azienda sanitaria locale nel giugno dello scorso anno. E questo a dispetto della decisione della procura (il pm titolare dell'inchiesta è Daniela Meliota) di chiedere l'archiviazione delle accuse.
Il giudice delle indagini preliminari Maria Luisa Lo Gatto ha ordinato l'imputazione coatta nei confronti di Vincenzo Balsamo. La decisione è stata presa dopo l'udienza per l'archiviazione delle accuse di maltrattamenti ipotizzate dai funzionari dell'Asl intervenuti il primo giugno 2009 nell'abitazione dell'imputato. Nel corso di quel blitz i veterinari avevano anche fotografato le «condizioni di vita assolutamente insostenibili» a cui il cane sarebbe stato costretto. Un blitz, quello dell'Asl, che aveva portato anche all'allontanamento del cane, dato in affidamento in una struttura più idonea. Il pm Meliota, dopo un anno di indagini, aveva però optato per l'archiviazione delle accuse sottolineando che, di fatto, le condizioni di vita dell'animale non dovevano essere così proibitive, considerato che non aveva contratto alcuna malattia. Di parere decisamente diverso il giudice. Anche perché a carico di Vincenzo Balsamo c'era una seconda relazione da parte del servizio veterinario che già quatto anni prima, ovvero nel 2005, era intervenuto per le condizioni del povero cagnolino. Da qui l'imputazione coatta, con il conseguente rischio di processo.
IL GIORNALE
15 NOVEMBRE 2010
Mangiamo i cani randagi
Denunciati per Facebook
L'Aidaa ha denunciato una pagina di Facebook chiamata "No all'abbandono degli animali. Mangiamoli". Foto di cani impiccati, maltrattati e consigli su quali parti mangiare
Roma - L'Aidaa, associazione italiana a difesa degli animali e dell'ambiente ha presentato una denuncia penale alla procura delle Repubblica di Milano e alla polizia postale del capoluogo lombardo per chiedere l'oscuramento di una pagina di Facebook chiamata "No all'abbandono degli animali. Mangiamoli". Nella pagina in questione erano presenti fotografie macabre, con cani impiccati e sottoposti a maltrattamenti, che venivano anche espressamente dichiarati attraverso messaggi scritti. C’era anche una immagine che spiegava come sezionare il cane ucciso e quali erano le parti del corpo maggiormente commestibili. L’associazione ha anche chiesto di individuare e punire non solamente i responsabili, i creatori e i curatori di questa pagina, ma anche tutti coloro che hanno postato fotografie e commenti che istigano il reato di maltrattamento ed uccisione di cani.
Protesta Sul social network sono nati altri gruppi volti a far chiudere la pagina in questione: obiettivo che sembra raggiunto, visto che al momento la pagina non risulta più attiva su Facebook.
VIRGILIO NOTIZIE
15 NOVEMBRE 2010
Animali/ Aidaa denuncia: su Facebook pagina esorta a mangiare cani
Presentato esposto alla procura di Milano e alla polizia postale
Con una denuncia penale alla procura della repubblica di Milano e alla polizia postale del capoluogo lombardo, l'Aidaa, associazione italiana a difesa degli animali e dell'ambiente, stamattina ha chiesto l'oscuramento di una pagina di Facebook intitolata "No all'abbandono dei cani. Mangiamoli". L'associazione ha anche chiesto di individuare e punire non solamente i responsabili, i creatori ed i curatori di questa pagina, ma anche tutti coloro che hanno postato fotografie e commenti che istigano il reato di maltrattamento ed uccisione di cani. La pagina in questione presenta una serie di fotografie macabre, con cani impiccati e con cani sottoposti a maltrattamenti, che vengono anche espressamente dichiarati attraverso messaggi scritti. C'è addirittura una immagine che spiega come sezionare il cane ucciso e quali sono le parti del corpo maggiormente commestibili.
ANIMALI BLOG LIVE
15 NOVEMBRE 2010
Cani paracadusti usati contro i Talebani dalle forze speciali inglesi
La settimana scorsa ha destato parecchio scandalo in Inghilterra e nel mondo la notizia secondo la quale alcuni pastori tedeschi sarebbero stati usati come paracadutisti dalle Forze Speziali inglesi in Afghanistan. I cani sarebbero stati impiegati infatti come “soldati in ricognizione”, catapultati nelle zone in mano ai ribelli muniti di telecamera per scovare i covi dei Talebani.Pare che ad impiegare questa tecnica, poi importata dagli inglesi, siano state per prime le forze speciali americane. Secondo quanto riportato dai giornali britannici – Guardian e Times in primis – i cani sarebbero addestrati ad attaccare uomini armati. Ammonterebbe ad 8 il numero dei caduti pelosi, rimasti sul campo durante le operazioni, “ma avrebbero potuto essere 8 uomini”.
CORRIERE DEL VENETO
15 NOVEMBRE 2010
Animali in guerra, ieri e oggi
Stavo passeggiando in Hyde Park l'altro giorno quando i giornali inglesi ( in particolare il Guardian) scrivevano dei pastori tedeschi paracadutati in Afghanistan. Armi viventi e innocenti contro i talebani.
Per caso, non ero lontana dall'enorme monumento-memoriale di Park Lane che ricorda tutte le vittime pelose dei conflitti di ieri e di oggi.
Milioni di animali sono stati utilizzati in guerra. Oggi e ieri. Nella sola prima Guerra mondiale, morirono sui campi di battaglia oltre otto milioni fra cavalli, asini e muli.
In Gran Bretagna fra la prima e la seconda guerra mondiale vennero utilizzati qualcosa come 300 mila piccioni viaggiatori, migliaia di cani, ma anche elefanti, cammelli, gatti.
Gli inglesi hanno voluto celebrarli (mentre continuano a paracadutarli....) non solo a Londra, ma anche a Edinburgo dove al castello, tante piccole lapidi, in un cimitero, ricordano i cani che seguivano i reggimenti. Anno dopo anno.Un libro, Animals in War di Jilly Cooper, racconta la gesta e la gestione di tutti questi animali.
Mentre uno spettacolo teatrale che a Londra sta tenendo banco da molti mesi, War Horse, ripercorre la storia di un ragazzo e del suo perduto (e poi ritrovato) cavallo.
Una storia così intensa (trovare i biglietti non è facile...) che l'anno prossimo sarà al cinema con la regia di Steven Spielberg.
IL SECOLO XIX
15 NOVEMBRE 2010
Venga fuori l'automobilista che ha ucciso il mio micio
Imperia. Questo il testo di una mail arrivata l'altra sera in redazione.
«Oggi, 13 novembre tra le 11.30 e le 12 una macchina che scendeva in una strada dell'interno di Porto Maurizio ha investito e ucciso il mio gattino Rudy, proseguendo la sua corsa. Io ero lì e ho raccolto quel piccolo animaletto che era la mia gioia. Vorrei tanto che quella persona si riconoscesse tra queste righe per dirle che quello che ha fatto ha procurato tanto dolore e che forse una sua parola di scusa avrebbe aiutato. So che era solo un gattino ma per me era molto importante e spero che leggendo queste righe qualcuno possa riflettere». Firmato Gabriella.
Non è la prima volta che accadono episodi come questo lungo le vie cittadine. E si diventa pirati della strada anche se le vittime sono piccoli animali, animali domestici, cuccioli di casa.
Animali che spesso per tante persone rappresentano l'unica compagnia, diventano umani. Sentimenti schiacciati da quattro ruote.
ESTENSE.COM
15 NOVEMBRE 2010
Vietare i circhi con animali
FERRARA - Forse può far sorridere la foto che l’Enpa scattò ad un animale del circo attendato a Ferrara nel marzo scorso. Ma è un sorriso molto amaro perché testimonia più che mai quale sia la vita innaturale e costrittiva a cui sono sottoposti gli animali nei circhi.Tramite i quotidiani locali, l’ Enpa sollevò il problema di quello che devono subire gli animali durante il periodo invernale, e anche estivo, relativamente ai lunghi e continui trasferimenti su camion all’interno di gabbie, alle operazioni di carico e scarico, e obbligati a vivere a temperature che, alla maggior parte degli animali esotici e selvatici, causano una ulteriore sofferenza. Ma lo sapete che molti di quegli animali nascono e muoiono in una gabbia ?Per questi motivi abbiamo rivolto un appello all’Amministrazione Comunale di Ferrara affinché adotti, così come hanno fatto anche altri Comuni della nostra regione, una Ordinanza che vieti l’attendamento di circhi che detengono animali di determinate specie per i quali sia impossibile garantire, al di là di qualsiasi requisito minimo, una corretta detenzione, costringendo in tal modo gli animali stessi a vivere in condizioni di vita al limite del maltrattamento.La Commissione Scientifica del Cites presso il Ministero dell’Ambiente (Servizio Conservazione della Natura – Autorità Scientifica Cites) ha pertanto dato direttive ai Circhi, siano essi attendati su terreno pubblico che privato e che abbiano al seguito animali appartenenti a specifiche specie esotiche e selvatiche, ad evitarne la detenzione in quanto giudicata palesemente incompatibile con le strutture circensi L’Area Veterinaria dell’Azienda Usl di Ferrara ha già dato il proprio parere favorevole alla nostra proposta, sollecitando tutti i Sindaci della Provincia ad emettere tale ordinanza, e l’Assessore Comunale Sapigni ci ha anticipato il proprio assenso, che speriamo si traduca molto presto nell’atto necessario a rendere efficace il divieto.Gli animali nei circhi sono prigionieri, condannati all’ergastolo, costretti a vivere in ambienti innaturali ed obbligati a comportamenti (le chiamano “esibizioni”) che nulla hanno a che vedere con la loro diversità, la soggettività di specie, il rispetto etologico. Sono sottoposti ad addestramenti ed obbligati a svolgere esercizi contro la loro natura, con metodi spesso al limite del maltrattamento: gli addestramenti vengono fatti solitamente lontano da occhi indiscreti, e le esibizioni cui sono costretti sono spesso dominate dalla paura.Lo sapete che un elefante libero in natura compie anche 50 km. al giorno? Mangia quando ha fame, beve quando ha sete, e dorme quando è stanco. Tutte esigenze che un circo non può certo soddisfare.Il circo deve prendere atto della mutata sensibilità di moltissime persone. Gli artisti umani dimostrino pure la loro bravura: i giocolieri, i trapezisti, i contorsionisti, i clown, i mimi, ecc. saranno certamente apprezzati, ma lasciamo gli animali liberi nei loro luoghi di origine, a vivere ed agire secondo il proprio normale comportamento, non condannandoli all’ergastolo per puro divertimento dell’uomo.Sosteniamo i circhi senza animali. Come ? Non andando agli spettacoli di quei circhi che continuano a sfruttare gli animali, suggerendo agli amici di fare altrettanto.Sappiamo che i bimbi amano vedere gli animali, ma il circo però non è il luogo dove gli animali amano vivere, in quanto per questi ultimi lo spettacolo non è divertente: lo fanno perché sono obbligati. I bambini devono essere consapevoli di questa triste realtà e devono pertanto essere preparati ed educati – molti genitori e molte scuole già lo fanno – al rispetto verso qualsiasi specie animale, che deve poter vivere libera, senza costrizioni, privazioni e sofferenze.
http://www.estense.com/vietare-i-circhi-con-animali-0102584.html
IL PICCOLO
15 NOVEMBRE 2010
Fiume, cacciatore attaccato da un orsa con il suo cucciolo
di ANDREA MARSANICH
FIUME - Era appostato in un’ area boschiva, i sensi tesi nel percepire il minimo segnale che indicasse la presenza della preda. Improvvisamente ha notato quel cucciolo d’ orso a pochi metri di distanza e subito dopo è stato come investito da un tir. Anzi peggio. L’ orsa gli è piombata addosso, è stato morso e graffiato più volte, riuscendo a liberarsi a stento da quell’ abbraccio mortale. Dolorante e sanguinante, ha avuto le residue forze per camminare una trentina di metri, giungere su una strada sterrata e quindi chiamare i colleghi. Sime Kardum, cacciatore di 82 anni, è attualmente ricoverato all’ ospedale fiumano di Susak, precisamente nel reparto di terapia intensiva del dipartimento di traumatologia. È stato operato poche ore dopo l’ attacco e i medici l’ hanno dichiarato fuori pericolo di vita. Le sue condizioni sono stabili, viene costantemente tenuto sotto controllo per evitare che possa insorgere un’infezione. Poi avrà anche bisogno di un trapianto cutaneo, essendo la pelle staccata da più parti, in primis coscia sinistra, torace e testa. L’ attacco è avvenuto sabato mattina nel bosco di Breza, tra le località di Castua e Klana e dunque a non più di una ventina di chilometri da Fiume. La notizia dell’ aggressione ha suscitato parecchio clamore nella regione quarnerina e nel resto della Croazia, anche perché è avvenuta a pocha distanza da Fiume, in una zona solitamente frequentata dai raccoglitori di funghi. L’ altro ieri una dozzina di doppiette della società venatoria Lisjak di Castua ha voluto partecipare ad una battuta di caccia a selvaggina ungulata. Nonostante l’ età, Kardum si è unito al gruppo, addentrandosi con cautela nel bosco, con il più vicino collega che si trovava ad un centinaio di metri dall’ anziano cacciatore. Il dramma si è consumato in pochi secondi e, secondo gli esperti, l’ ottantenne è stato anche fortunato poiché l’orso avrebbe potuto ucciderlo. Le orse sono infatti molto pericolose quando hanno accanto i cuccioli e non esitano ad attaccare i malcapitati, nel timore che gli esseri umani possano fare del male alla loro prole. È stato così anche nel bosco a 3 chilometri da Castua, con Kardum che ha perso parecchio sangue per le ferite riportate. Il guardiacaccia della società Lisjak, Franjo Trtolja, ha ispezionato assieme alla polizia l’ area dell’ aggressione, confermando ai giornalisti che l’ attacco è stato scatenato dalla presenza di un orsetto e della sua genitrice nella zona scelta dall’ ottantenne. I due irsuti animali si sono dileguati, ma non si esclude che possano essere ancora in zona. «Sappiamo che Kardum è riuscito a sparare un colpo di fucile in aria, nel tentativo di spaventare il bestione ma senza successo – ha detto Trtolja – i primi soccorsi gli sono stati prestati dagli altri cacciatori e quindi si è avuto l’immediato trasporto all’ospedale. Posso confermare che in Croazia gli attacchi di orso all’ uomo sono eventi molto rari». Una dozzina d’ anni fa un episodio simile si è verificato in Gorski kotar, l’ area montana alle spalle di Fiume: un uomo che raccoglieva funghi venne ridotto a mal partito da un orso (probabilmente una femmina), che gli procurò ferite poi curate con qualche decina di punti di sutura in varie parti del corpo.
TG COM
15 NOVEMBRE 2010
Carne di renna al Lidl: è bufera
Gb, animalisti:uccide spirito natalizio

Dopo che Lidl ha deciso di vendere carne di renna in 530 supermercati, in Inghilterra, è scoppiata una vera e propria bufera pre-natalizia. Gli animalisti, infatti, inveiscono contro la società tedesca di discount perché così facendo "distrugge lo spirito natalizio". "Ciò che definiscono come cibo di lusso nasconde la verità di un'industria che sfrutta gli animali allo stato brado'', ha dichiarato Justin Kerswell di Vegetarian International Voice for Animals."L'idea che 'Rudolph' (la renna dal naso rosso che guida la slitta di babbo Natale, ndr) venga macellato e trasformato in bistecche per una cena di Natale diversa dal solito è disgustosa. Il Natale - ha ammonito Kerswell - dovrebbe farci pensare alla pace e alle buone intenzioni e il resto del regno animale potrebbe averne un assaggio, anziché essere assaggiato''. Sottolineando il lato più "etico" della carne di renna, una portavoce di Lidl (che per Natale venderà anche la carne di fagiano, cervo e antilope) ha dichiarato che le renne ''vivono nel loro habitat naturale con tanto di spazio per muoversi''.
GEA PRESS
15 NOVEMBRE 2010
Sequestro ROS – Irak, cavallo di mafia Dai Madonia ai Lo Piccolo, passando per Nunzio Serio.
GEAPRESS – Che la famiglia mafiosa di San Lorenzo avesse nel cuore (economico) i cavalli, già lo si sapeva. A confermare ciò arriva ora l’ulteriore scoperta dei ROS dei Carabinieri le cui indagini hanno portato al sequestro di numerosi beni disposti dal Tribunale di Palermo su Richiesta della Procura Distrettuale – Dipartimento di Criminalità Economica.Tra aziende, autovetture, terreni, abitazioni della famiglia Madonia – Di Trapani salta fuori Irak, cavallo da corsa. I Madonia, alleati dei Lo Piccolo, avevano già da tempo messo mano in uno dei luoghi più famosi dell’antologia mafiosa. L’ippodromo di Palermo. Gare truccate con la complicità dei fantini e finanche il pizzo da esigere al gestore. Inoltre, dopo l’arresto di Salvatore e Sandro lo Piccolo, si trovò un “pizzino” relativo ad una lagnanza circa un cavallo acquistato ed evidentemente non all’altezza del prezzo pagato, ben diecimila euro. Anni addietro, inoltre, nello stesso comprensorio dove poi vennero arrestati i Lo Piccolo, durante un intervento di repressione di una corsa clandestina, venne notato Nunzio Serio, principale tutore della latitanza dei Lo Piccolo. Ora Irak, del mandamento di Resuttana, ieri (vedi articolo GeaPress) la corsa clandestina di cavalli nel bel mezzo del mandamento mafioso di Santa Maria di Gesù, e l’altro ieri (vedi articolo GeaPress) il sequestro di alcune stalle operato sempre dai Carabinieri.Per capire il tenore del livello mafioso, oltre ai notissimi Lo Piccolo, basta scorrere un veloce curriculum dei Madonia – Di Trapani. Secondo i Carabinieri sono i protagonisti dell’ascesa dei corleonesi ai vertici dell’organizzazione mafiosa “cosa nostra” tanto che i suoi principali esponenti sono stati giudicati colpevoli – unitamente ad altri – degli omicidi di Pio La Torre, del Gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa, dell’imprenditore Libero Grassi e del Commissario Antonio Cassara’ nonché del piccolo Giuseppe Di Matteo.Lo stesso Lo Piccolo, capomafia di riferimento dei Madonia e secondo solo a Bernardo Provenzano, era, all’inizio della sua carriera criminale, un uomo di fiducia del capomafia Saro Riccobono, sempre di San Lorenzo – Resuttana, finito poi durante l’ascesa dei corleonesi. Di Riccobono, re del boom edilizio nella zona nord di Palermo che fagocitò gli agrumenti della conca d’oro, si narrò pure di un fantastico tesoro, mai ritrovato.Il sequestro ora comunicato dai Carabinieri riguarda, oltre alla parte nord di Palermo, anche i paesi di Cinisi, Carini ed Isola delle Femmine. Per i Madonia si tratta della terza generazione di “mafia moderna” che continua la tradizione di famiglia. Al capomendamento Antonino (deceduto in carcere nel 2007) succedettero i figli, tra cui Antonino. Con uno dei due figli di quest’ultimo sono imparentanti i Di Trapani. Tutti detenuti in regime di 41 bis, ma che riuscivano a comunicare con accoliti e prestanomi grazie agli incontri con i familiari. Il cavallo da corsa Irak era intestato all’imprenditore prestanome Vincenzo Sgadari.
GEA PRESS
15 NOVEMBRE 2010
No alla macellazione degli equini
Raccolta firme e Progetto di Legge anche per il loro riconoscimento come animali d’affezione.
GEAPRESS – Una cinquantina di volontari ha manifestato ieri mattina a Roma, presso l’ex galoppatoio di Villa Borghese, per raccogliere firme e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della macellazione degli equidi. Le sottoscrizioni raccolte durante la manifestazione sono state allegate a circa 4000 firme raccolte nell’ultimo anno che verranno recapitate ai Presidenti di Camera e Senato in favore del Progetto di Legge presentato dall’On. Frassinetti (Pdl) per il divieto alla macellazione di cavalli e asini e il riconoscimento dello status di animali d’affezione.Centrale nel corso del dibattito, organizzato dall’associazione Horse Angels, la discussione intorno alla condizione dei cavalli usati per lo sport: in Italia ogni anno, dei circa 100.000 animali che finiscono in uno dei circuiti che portano al mattatoio, molti provengono dal settore agonistico. Bastano incompatibilità caratteriali, patologie che inficiano l’attività sportiva, infortuni o età avanzata per segnare il destino di animali formalmente esclusi dal mercato della carne (per il 100% degli animali usati nel galoppo e l’80% di quelli sfruttati per il trotto il divieto di macellazione è indicato sul libretto sanitario). Le cause di queste indicazioni sono quasi sempre legate a ragioni di comodo degli allevatori: per cavalli “da carne” è infatti obbligatorio che presso il maneggio sia tenuto un registro in cui siano annotati tutti i trattamenti farmacologici effettuati, cui frequentemente si ricorre per gli animali sportivi. E’ per questo che la carne dei cavalli cui sia stata cambiata in corso d’opera la “destinazione d’ uso”, hanno sottolineato i volontari, rappresenta anche un rischio dal punto di vista sanitario dei consumatori.Il fenomeno è anche in preoccupante crescita: a fronte della diffusione di campagne pubblicitarie che stanno contribuendo ad aumentare il numero di coloro che si appassionano all’equitazione, sale anche il numero dei cavalli acquistati da privati superficialmente, e dopo pochi anni indirizzati al mattatoio. Le associazioni hanno ribadito la necessità di una nuova educazione, che cambi l’approccio corrente con cui i giovani vengono oggi avvicinati allo sport con i cavalli, “ spesso paragonati a delle macchine, da cui ottenere le migliori prestazioni possibili. E’ all’origine, da questo tipo di impostazione, che nasce la leggerezza con cui i cavalli si sfruttano, si spingono al limite delle loro possibilità fisiche e poi li si getta via come inutili“.
IL GIORNO
15 NOVEMBRE 2010
Malore dei gatti salva padroni pavesi dal monossido di carbonio
I padroni dei due felini avevano chiesto con urgenza la visita domiciliare del veterinario, per gli improvvisi malori degli animali. Il medico ha capito la situazione e ha chiamato il 118
Ceretto Lomellina (PV) - L’allarme è stato lanciato al 118 dal veterinario: il malore dei due gatti ha salvato i padroni da una più grave intossicazione da monossido di carbonio. È avvenuto sabato sera a Ceretto Lomellina, in un’abitazione in via Agogna. Senza sospettare che le cause avrebbero potuto avere conseguenze anche su loro stessi, i padroni di 2 gatti avevano chiesto con urgenza la visita domiciliare del veterinario, per gli improvvisi malori dei loro due gatti.
Il veterinario s’è invece subito reso conto del pericolo per i due padroni e ha chiamato il 118. Così la 39enne B.G. e il 48enne M.G. sono stati trasportati prima al pronto soccorso dell’ospedale di Mortara, poi trasferiti in un’altra struttura, fuori provincia, per il trattamento in camera iperbarica. Le loro condizioni non destano preoccupazione.
IL SECOLO XIX
15 NOVEMBRE 2010
Folle rodeo, il toro balza tra il pubblico
Panico e quattro feriti lievi durante uno spettacolo a Edmonton, nello Stato canadese dell'Alberta. Provvidenziale l'intervento di due cow-boy, che hanno catturato l'animale al lazo.
VIDEO
http://www.ilsecoloxix.it/p/multimedia/2010/11/15/AMyYquFE-pubblico_rodeo_balza.shtml
IL CAMBIAMENTO
15 NOVEMBRE 2010
Una petizione contro la 'caccia in scatola', una pratica crudele
Gli animali vengono allevati intenzionalmente per essere cacciati oppure vengono confinati in uno spazio piccolo che non consente loro di vivere secondo natura e secondo le loro abitudini più consuete
In Sud Africa viene praticato un tipo di caccia meglio conosciuto come 'caccia in scatola'. Nonostante le atrocità che prevede, questa pratica è legalmente accettata dal governo per gli ingenti introiti provenienti dall'estero. L'allarme viene lanciato da un portale anglosassone dedicato agli amanti degli animali, Care2. In questo tipo di caccia gli animali vengono allevati intenzionalmente per essere cacciati oppure vengono confinati in uno spazio piccolo che non consente loro di vivere secondo natura e secondo le loro abitudini più consuete. Come già accennato, nonostante l'immoralità e l'illegalità di questa pratica, nonché la crudeltà, convincere i responsabili governativi ad abolirla non è semplice. Gli interessi economici sono molteplici. A tal proposito, è stata indetta una petizione internazionale per chiederne l'abolizione. Ula, una degli autori della petizione, ha dichiarato a Care2 "Dovevo fare una scelta: potevo continuare a piangere per questa atrocità, che in Sud Africa viene mistificata con il nome di sport, oppure dovevo fare qualcosa"."Credo sia indicibilmente crudele dare la caccia ad un animale che, in molti casi, è stato allevato insegnadogli a fidarsi degli umani, e praticare la caccia in uno spazio confinato da cui gli animali non hanno alcuna possibilità di scappare, è ancora più crudele della normale 'caccia' già crudele di per sé".Fiduciosa del risultato ottenuto da un'altra petizione contro la caccia ai rinoceronti sempre in Sud Africa, Ula crede, spera, che anche questa volta si possa raggiungere qualche traguardo: "A luglio avevo avviato una petizione per fermare la caccia di frodo ai rinoceronti in Sud Africa; forse è stata solo una coincidenza, ma qualche mese dopo la consegna della petizione con 3.506 firme da tutto il mondo, in Sud Africa è stato scoperto un grosso giro di caccia di frodo" dice.Non si tratta di un'impresa facile e le difficoltà sono sempre in agguato, "ma le firme da tutto il mondo – sostiene Ula – possono dimostrare al ministro dell'Ambiente, Buyelwa Sonjica, che siamo fermamente intenzionati a porre fine a questa pratica". Anche in Italia, proprio in questi giorni, il tema caccia è tornato a scaldare il dibattito. In prima fila il Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, che definisce l'ars vanatoria "un'enorme ferita per l'ambiente, una minaccia per interi ecosistemi, una pratica sistematica di distruzione che mette in pericolo gli equilibri di un mondo che si è formato in milioni di anni". Non è semplice dissolvere completamente una pratica tanto antica quanto amata (anche se non da tutti) come la caccia, ma è possibile fare qualcosa battendosi in prima persona quanto meno per ridurre alcune atrocità inverosimili.
Petizione contro la caccia in scatola dei leoni S.E.C.
MONDO ECO
15 NOVEMBRE 2010
La caccia, un’enorme ferita per l’ambiente. Così la Brambilla sulla giornata della Coscienza degli animali al Maxxi di Roma
”Un’enorme ferita per l’ambiente, una minaccia per interi ecosistemi, una pratica sistematica di distruzione che mette in pericolo gli equilibri di un mondo che si è formato in milioni di anni”. Così il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, definisce la caccia parlando alla seconda giornata nazionale della ”Coscienza degli animali”, in programma oggi al ”Maxxi” di Roma. Il ministro cita il recente sondaggio condotto dalla Ipsos per conto del ministero del Turismo, una ricerca realizzata per valutare i benefici che un Italia maggiormente ”Animal Friendly” potrebbe portare all’immagine nazionale ed al conseguente appeal turistico del nostro Paese.
La caccia, una pratica inutile
”L’80% degli italiani – afferma Michela Vittoria Brambilla - considera la caccia una inutile crudeltà che andrebbe vietata o molto più rigidamente regolamentata; ma una piccola minoranza di irriducibili e apparentemente intoccabili cacciatori ritiene di poter andare contro la volontà e il sentire che accomuna milioni di cittadini di questo Paese. Non si può togliere la vita ad una creatura vivente, per gioco. E non si può provare piacere nell’uccidere. La violenza va combattuta sotto ogni forma con la quale si presenta”.
Il rispetto per la vita
”La strage che, in questi giorni, si consuma nelle valli, nei boschi, nei campi, ovunque si muova qualcosa che abbia una parvenza di vita – continua il ministro – contraddice il più elementare senso di rispetto per la vita che non appartiene solo all’uomo ma altresì a tutti gli altri esseri viventi che abitano, liberi, il nostro territorio. Se i cacciatori, come dicono, amano veramente la natura, comincino a dimostrare di amarla sul serio, smettendola in primo luogo di sparare a fringuelli e ad altri indifesi testimoni di un mondo a cui dobbiamo garantire il futuro!”
I cacciatori, le prime vittime della caccia
Del resto, sembra che le prime vittime della caccia siano i cacciatori stessi: ”Basta scorrere il bollettino di guerra degli ultimi due mesi – ricorda Michela Vittoria Brambilla – per rendersi conto dell’accanimento con cui costoro ”amano” la natura. Quasi ogni fine settimana, feriti, non solo tra i cacciatori ma anche tra i passanti, i ciclisti. Nella scorsa stagione venatoria abbiamo contato 24 morti e 71 feriti. Oggi, a soli 2 mesi dall’apertura della caccia 12 persone hanno già perso la vita, altre 15 sono state ferite. E non tutti cacciatori’‘.
LA ZAMPA.IT
15 NOVEMBRE 2010
Caccia, è strage: 14 morti in due mesi
Un cercatore di funghi ucciso per errore e un uomo colpito dai pallini sparati dal compagno: sono le vittime della domenica, le ultime di una stagione venatoria segnata da troppe tragedie
FRANCESCA SCHIANCHI
Due fucilate fatali in una sola domenica. In un caso la vittima è un cercatore di funghi, un uomo di 47 anni, sposato con due figli, che si trovava nei boschi tra San Fabiano e San Polo nel comune di Arezzo: lo ha colpito per sbaglio con un fucile a pallini, ieri mattina poco dopo le otto, un cacciatore aretino di 41, che si trovava insieme ad alcuni amici.
L’uomo ha subito chiamato i soccorsi. Ssanitari del 118, carabinieri, vigili del fuoco, volontari del soccorso alpino e speleologi si sono arrampicati in una zona impervia per raggiungerlo. Ma non cè stato niente da fare: l'uomo è deceduto e il cacciatore è stato denunciato per omicidio colposo.
Nel secondo incidente di una domenica da dimenticare, a Monterubbiano vicino a Fermo, a rimanere colpito a una coscia è stato un cacciatore di 45 anni, raggiunto da un colpo sparato da un compagno di battuta, un altro cacciatore settantenne che ha subito chiamato i soccorsi. Ma, anche qui, è stato tutto inutile: l’uomo è morto dissanguato.
E non è tutto: sempre ieri, nel Savonese, un cacciatore si è ferito, sparandosi accidentalmente ad un piede, nel primo pomeriggio sulle alture di Mioglia. Il colpo ha preso in pieno la caviglia dell’uomo, G.G di 48 anni, provocando gravi lesioni al piede, oltre ad una notevole perdita di sangue. L’uomo è stato trasportato in codice rosso all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure: le condizioni sono molto gravi, solo oggi i medici diranno se potrà essere sottoposto a un intervento.
Gli ultimi incidenti di caccia vanno così ad alzare numeri di statistiche pericolosamente alti: quattordici persone hanno perso la vita dal 1° settembre, dall'inizio della stagione venatoria a oggi. Dalla Sardegna al Trentino, dal Veneto all'Emilia alla Sicilia, in poco più di due mesi si sono contati anche sedici feriti, alcuni gravi, in un caso un cacciatore senza nemmeno il porto d'armi. E alcuni episodi che non si sono trasformati in tragedie solo per pura fortuna, come è successo in provincia di Vicenza a metà ottobre: un cacciatore sbaglia mira, spara verso una casa e sfiora una ragazzina di 13 anni. Nella scorsa stagione, i morti sono stati 24 e i feriti addirittura 71.
«Non è possibile perdere la vita così», interviene subito il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. Paladina della lotta alla caccia, «un'inutile crudeltà», la definisce, che fosse per lei si potrebbe pure abolire. Sul tema si è accesa nei giorni scorsi una polemica, coronata dal brutto avvertimento recapitato alla Brambilla: una zampa di capra mozzata. Alla Camera è stato presentato un ddl di iniziativa parlamentare proprio per regolamentare maggiormente la caccia: la richiesta è quella di abolire l'articolo 842 del Codice civile, impedendo quindi ai cacciatori di entrare nelle proprietà private, e raddoppiare le distanze da cui è possibile sparare in vicinanza di case e strade. Un ddl trasversale, a cui subito però 92 senatori Pdl hanno reagito dicendo che non lo voteranno. In occasione del referendum abrogativo del 1997 si votò anche su uno di questi aspetti: l'80,9% dei voti validi si espresse per proibire l'accesso ai cacciatori nelle proprietà private. Ma il quorum non fu raggiunto e il referendum fallì.
CORRIERE ADRIATICO
15 NOVEMBRE 2010
Spara per sbaglio, uccide un cacciatore
Tragedia durante una battuta al cinghiale. La vittima, 45 anni, colpita da un altro componente della comitiva
Monterubbiano - Un colpo di fucile, mentre era a caccia di cinghiali, lo ha raggiunto a una gamba, lacerando l’arteria femorale. E per Gabriele Scartozzi, 45 anni, originario di Monterubbiano e residente a Marina di Altidona, non c’è stato niente da fare. La sua vita è stata spezzata in un attimo. La tragedia ieri pomeriggio sulla vallata tra Fermo e Monterubbiano. Il colpo di fucile è partito dall’arma di Luigi Bracalente, 70 anni, di Lapedona.
Il ritrovo
Gabriele e Luigi, insieme ad altri cacciatori, si erano ritrovati, come erano soliti fare di domenica, a Collina Bassa per andare alla ricerca dei cinghiali, animali non nuovi al transito tra i boschi sotto Monterubbiano. Poi il via alle operazioni con appostamenti nel silenzio più assoluto, per individuare le prede. Però, all’improvviso, quando erano circa le ore 14,30, un boato ha risvegliato la vallata dalla quiete domenicale. Ma quel colpo di fucile, invece di centrare un animale selvaggio, aveva preso in pieno Gabriele. L’uomo è stato colpito all’interno della coscia sinistra, a pochi centimetri dall’inguine. Il pallettone esploso dalla canna di Bracalente gli ha trapassato la gamba, lacerandogli l’arteria femorale. Il sangue ha iniziato a zampillare. Impossibile arrestare il dissanguamento. In pochi minuti i cacciatori sono spuntati dai loro anfratti e ritrovati sulla strada che sovrasta la zona di caccia. E lì l’amara sorpresa: il colpo era partito dal fucile di Luigi, caduto in uno stato di assoluta disperazione. L’anziano cacciatore, conosciuto in zona con il nomignolo di “Straccia”, è il presidente del circolo della Federcaccia di Lapedona. Un cacciatore esperto. Ma non da meno era Scartozzi. La vittima era il responsabile della omonima azienda di bestiame, soprattutto ovini. E da sempre un appassionato della caccia ai cinghiali. Al momento dell’arrivo dei soccorsi, il corpo era sotto una scarpata. Inutili i soccorsi del 118. Per recuperare la salma sono dovuti intervenire anche i vigili del fuoco. Le indagini sono in mano ai carabinieri di Fermo che faranno chiarezza, anche grazie all’esito dell’ispezione cadaverica, sulla dinamica di quello che sembra essere stato un terribile ma fortuito incidente.
Il permesso
Si accerterà anche la regolarità della battuta di caccia. In quella zona, la caccia ai cinghiali sembra sia permessa a un solo cacciatore alla volta, anche per evitare simili incidenti. Ma ieri in quel bosco la vittima non era sola. Forse Luigi è inciampato, facendo involontariamente partire un colpo dal suo fucile. O forse ha visto muoversi un cespuglio e ha esploso un proiettile. Sembra che Scartozzi fosse l’addetto alla radio e avesse da poco lanciato un segnale relativo alla presenza di un cinghiale. Sul posto anche i militari della Finanza, a partire dal comandante Massimo Catanzaro, per portare il loro sostegno al figlio di Luigi, finanziere anche lui.
Il ricordo
“Gabriele aveva una passione smodata per la caccia – ricordano alcuni compaesani –: era espertissimo. Dove non arrivavano i cani, arrivava lui. Aveva la licenza da 23 anni e chiedeva a tutti, sempre, se si fossero viste in giro impronte di cinghiale”. La morte dell’uomo, che lascia a casa la moglie, bidella, e due figli, getta nuovamente nello sconforto la famiglia: solo un paio di mesi fa, infatti, il lutto li aveva colpiti per la scomparsa del cognato di Gabriele.
LA ZAMPA.IT
15 NOVEMBRE 2010
Brambilla "Assurdo perdere la vita così: bisogna fermarli"
FRANCESCA SCHIANCHI
«Le pare giusto perdere la vita in questo modo?», sospira il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla.
Ministro, un'altra domenica terribile: due incidenti mortali, uno in Toscana e uno nelle Marche…
«Voglio esprimere la più sincera vicinanza a queste famiglie. Sono tragedie che non devono più succedere. L'anno scorso ci sono stati 24 morti e 71 feriti in incidenti di caccia, quest'anno in soli due mesi già 14 persone hanno perso la vita e 16 sono rimaste ferite. Non è tollerabile, e, mi creda, gli italiani non ne possono più».
Secondo un sondaggio Ipsos l'80% degli italiani è per l'abolizione o la forte restrizione della caccia.
«Sono sommersa di mail di cittadini che mi chiedono di andare avanti. Gliene leggo una a caso: Alessandro mi scrive che ha una casa in provincia di Rieti, non può passeggiare coi suoi due bambini per non correre il rischio di essere impallinato… Vede io non devo rispondere solo alla mia coscienza, ma anche al mio ruolo istituzionale: secondo lei, il turismo nella natura quanto sarà incentivato da episodi come quelli di oggi?».
Infatti avete presentato un ddl trasversale…
«Un ddl che risponde prima di tutto alla necessità di restituire l'incolumità ai cittadini: è una battaglia di civiltà, non può che essere trasversale. Il ddl prevede l'abolizione dell'articolo 842 del codice civile, che è un unicum in Europa, per cui da noi grazie a una legge anacronistica la proprietà privata abdica a favore dei soli cacciatori. E poi chiediamo il raddoppio delle distanze da cui i cacciatori possono sparare, che oggi è a soli 100 metri dalle case e 50 dalle strade».
Già, però non ha fatto in tempo a parlarne che un suo collega, il ministro Galan, ha detto che 92 senatori non voteranno le sue proposte…
«Hanno fatto un documento per dire che non sono d'accordo, ma il ddl non lo hanno nemmeno letto. Il soggetto del ddl è l'incolumità dei cittadini, su cui tutti, destra e sinistra, non possono che essere d'accordo. Poi, sa, il Pdl è il più grande partito italiano, che ci siano più voci è normale. Io do voce alla maggioranza degli italiani che, come me, amano gli animali e vogliono vederli tutelati e rispettati. La lobby dei cacciatori è molto forte, ma ora quel muro granitico che hanno eretto ha iniziato a sgretolarsi: e lo si evince da come mi attaccano».
Ma perché è così difficile opporsi alla caccia? Nei giorni scorsi le è arrivata anche una macabra intimidazione…
«Un gesto che qualifica chi l'ha compiuto. Ringrazio per la solidarietà il presidente della Repubblica, di Camera e Senato, il governo intero. Non saranno atti di questo genere a farmi cambiare rotta».
IL PICCOLO GORIZIA
15 NOVEMBRE 2010
Distretto venatorio: «Troppo poca vigilanza sul Carso i bracconieri riescono a farla franca»
Nicola Comelli
SAGRADO (GO) - «L’episodio è tale: non rappresenta cioè la punta di un iceberg, come qualcuno teme. Certo è che di vigilanza venatoria sul Carso se ne fa ancora troppo poca, per non dire nulla. E situazioni di questo genere dovrebbero far capire a tutti che occorre fare di più». Renzo Ambrosi, presidente del distretto venatorio del Carso, interviene all’indomani della notizia che le forze dell’ordine hanno acciuffato dalle parti di Sagrado degli uccellatori, ovvero dei bracconieri che, tendendo vergognosamente delle reti costruite ad hoc, catturavano piccoli e indifesi volatili. «Di solito queste persone sono le stesse che conducevano questa pratica prima che fosse vietata dalla legge - ricorda Ambrosi, che ci tiene a rimarcare la differenza tra cacciatori e uccellatori (per gli animali, invece, la distinzione resta ancora piuttosto enigmatica) -. Non mi stupisce che ci sia ancora chi effettua questa attività. Purtroppo le aree del Carso sono sottoposte a controlli molto rari e i bracconieri possono muoversi quasi indisturbati, fatto salvo il caso in cui si cerca di contrastare seriamente questa attività, come è avvenuto in questo caso». Oggi l’uccellagione è vietata. Solo l’amministrazione provinciale, in determinati casi, può procedere a catture di questo genere, in base a specifiche esigenze di tutela del territorio o della fauna. E comunque non è mai possibile praticarla ai danni di piccoli volatili, che invece erano i bersagli delle squallide trappole piazzate dai due fermati. Secondo Ambrosi sarebbe dunque necessario un maggiore e più efficace presidio delle aree venatorie, con controlli frequenti e servizi di vigilanza che permettano di coprire periodicamente l’intera area collinare. «Da parte nostra - dice il cacciatore, riferendosi agli altri iscritti al distretto - provvediamo sempre a segnalare situazioni sospette, svolgendo di fatto un ruolo di controllori delle aree che battiamo. Sarebbe tuttavia necessario uno sforzo maggiore da parte degli enti locali, sotto questo profilo, a cominciare da una maggiore collaborazione con la realtà rappresentata dagli stessi cacciatori». Anche perché finora, sempre secondo Ambrosi, questi episodi non rappresenterebbero un fenomeno diffuso. «Perciò è fondamentale fare vigilanza, al fine di scoraggiare definitivamente questa pratica e consegnarla agli archivi - aggiunge -. Solo così le trappole e le reti piazzate in giro per il Carso potranno defintivamente sparire dalla circolazione».
AGEN PARL
15 NOVEMBRE 2010
ROMA: DE LILLO, PROSEGUE OGGI CAMPAGNA ALLONTANAMENTO STORNI SU LUNGOTEVERE TOR DI NONA
Roma - Prosegue la campagna allontanamento storni promossa e finanziata da Roma Capitale e dall’Ufficio Tutela e Benessere degli Animali.«Dal 27 ottobre stiamo intervenendo praticamente tutti i giorni utilizzando la tecnica del distress call (grido di allarme) che permette di rimuovere i dormitori degli uccelli. Gli operatori hanno lavorato anche sabato e domenica su Lungotevere di Tor di Nona dove gli interventi proseguiranno oggi pomeriggio. Attualmente, la zona del Lungotevere che va da Castel Sant’Angelo all’isola Tiberina risulta quella a più alta concentrazione, mentre nei quartiere Prati ed Eur abbiamo una situazione decisamente migliore rispetto al passato. Il distress call è il metodo che ha dato i migliori risultati in assoluto. Da tutto il mondo sono venuti per studiare e copiare questa tecnica che, nel pieno rispetto degli animali e dell’ambiente, consiste nel diffondere attraverso megafoni amplificati, all’interno del dormitorio, il verso emesso dagli storni che si trovano in situazioni di pericolo. In questo modo gli uccelli abbandonano il posatoio e si allontanano dal luogo che hanno interpretato come pericoloso. Il nostro obiettivo è quello di spostare i 2 milioni di storni che in questo periodo volano sopra i cieli della capitale verso dormitori compatibili». I cittadini che desiderano fare segnalazioni per la presenza degli storni possono telefonare al numero verde (800088211).
L'ARRESTO DEL CARLINO
15 NOVEMBRE 2010
Un maialino abbandonato è stato adottato da una cagna
La rivincita del nanetto
Paulinchen è nato piccolo, molto più piccolo degli altri maialini, i suoi fratelli e le sue sorelle. La Natura ha fatto il suo corso e la mamma lo ha rifiutato, destinandolo alla morte.
Ma il piccolo la pensava diversamente e, in più, aveva tanta fame. Così ha cominciato a urlare e a piangere con tutto il fiato che aveva il gola.
Il padrone dei maiali, Roland Adam, lo ha sentito, è andato a vedere cosa stesse succedendo e ha trovato Paulinchen che protestava in un angolo, mentre gli altri cuccioli succhiavano il latte della madre.L'uomo non ha avuto dubbi, ha preso il piccolo e lo ha portato a casa con un'idea precisa, affidarlo a Katinga, la sua amorevole Rhodesian Ridgeback.
"Se non lo avessi sentito io, probabilmente lo avrebbero fatto le volpi", ha dichiarato Adam."Katinga lo ha adorato non appena lo ha visto e lo ha letteralmente adottato. Lo tratta nello stesso modo in cui ha fatto con i suoi cuccioli e mentre lo allatto col biberon lo lecca dappertutto".Non appena sarà svezzato, il piccolo sarà restituito ai suoi parenti, nel frattempo si gode le coccole e l'amore di Katinga.
JULIE NEWS
15 NOVEMBRE 2010
Louisiana: un gatto scaccia due alligatori
Antonio Rispoli
LOUISIANA - Si sa che i gatti sono animali territoriali, che non gradiscono vedere il loro territorio "invaso" da altri. Ma di solito, davanti ad animali più forti scappano. Non questa volta: nel video allegato si può vedere un gatto che non teme neanche un alligatore. Infatti il gatto, soffiando e minacciando attacchi costringe il rettile a ripiegare in acqua. Discorso chiuso? Niente affatto, perchè tempo pochi secondi e l'alligatore ricompare, questa volta col rinforzo di un suo simile. Ma neanche questo basta a spaventare il gatto, che impiega pochi secondi a far capire che quella è casa sua e non vuole intrusi.
Il video è su Youtube da pochi giorni, ma nelle sue varie copie è stato cliccatissimo. Le riprese sono state fatte in un parco naturale della Louisiana, dove vivono molti animali allo stato libero. E quindi potrebbe anche accadere lontano dalle telecamere.
VIDEO
http://www.julienews.it/notizia/dal-mondo/louisiana-un-gatto-scaccia-due-alligatori/59396_dal-mondo_1_1.html
ITALIA INFORMAZIONE
15 NOVEMBRE 2010
Vuole uccidere il pollo che non lo fa dormire ma per errore si taglia il pene che finisce in pasto al cane
Marco Sciortino
Voleva tagliare la testa al pollo, s'è rovinato irrimediabilmente la vita. La vicenda, che ha i contorni in bilico tra l'incredibile e il tragicomico, arriva direttamente dalla Romania. Costantin Mucanu, 67 anni, l'ha fatta grossa. Ecco come sono andate le cose. E' notte fonda: l'uomo è a letto, quando infastidito dai versi di un pollo, che ne ritardano il sonno, decide di scendere giù in cortile per dare una severa lezione alla bestia. Così ha "imbracciato" un coltello e ha tentato di sgozzare l'animale.Un disegno criminale che si è trasformato in autogol. Sì, perché forse intontito dal sonno, e poco agevolato dalle fitte tenebre, l'attempato rumeno, sceso totalmente ignudo, ha indirizzato male il suo coltello e ha tagliato di netto il suo pene.Ma come se non bastasse, pochi attimi dopo per mister "mani di forbice" è arrivata la beffa, che ha trasformato la vicenda in tragedia. Infatti, il membro amputato dopo essere rotolato per le terre, è stato letteralmente fagocitato dal cane dell'uomo. Incassato il dramma, il Lorena Bobbit dei Carpazi, si è recato in ospedale per tamponare l'emorragia, e ha confessato l’accaduto agli increduli medici.
GEA PRESS
15 NOVEMBRE 2010
Tra le acciughe secche le zanne di 384 elefanti
Sequestrate ad Hong Kong, provenivano dalla Tanzania ed erano dirette in Malesia
GEAPRESS – Sequestrata al porto di Hong Kong una tonnellata e mezzo di avorio, imballato all’interno di scatoloni contenti acciughe essiccate. L’avorio, equivalente alle zanne di 384 elefanti, proveniva dalla Tanzania e sarebbe stato solo momentaneamente conservato nel porto di Hong Kong. La destinazione finale, infatti, era ancora una volta la Malesia. Il sud est asiatico, pertanto, si conferma ancora una volta come una tappa irrinunciabile per i trafficanti. La richiesta di avorio è infatti particolarmente elevata in Cina, sebbene i clienti finali di statuine ed altri manufatti sono molto spesso i paesi occidentali, Italia compresa.Purtroppo la Cina è stata incredibilmente autorizzata all’importazione di avorio legale, fatto questo che agevola, tramite il facile meccanismo delle false certificazioni, anche i commerci illegali. Non solo. Proprio il paese esportatore di quest’ultimo avorio, ossia la Tanzania, è stata oggetto nel recente passato di forti discussioni sull’autorizzazione al commercio di grosse partite di avorio accumulate nei magazzini quale frutto di sequestri o delle cosiddette cacce di selezione. All’interno dei canali legali dove viene commerciato, è facilissimo mimetizzare zanne provenienti da atti di bracconaggio. Si calcola che solo il 10% viene intercettato dalle polizie dei vari paesi di transito. La sola Tanzania deve ora registrare il sequestro di una tonnellata e mezza di avorio ad Hong Kong.La Tanzania è un paese dove è ancora consentito sparare legalmente agli elefanti. Alla base delle mattanze vi sono criticatissimi censimenti delle popolazioni di pachidermi che li darebbero in esponenziale aumento. Cacciatori occidentali, italiani compresi, si divertono così ad abbattere gli elefanti, mentre i cuccioli superstiti vengono destinati ai circhi e zoo di tutto il mondo. Anche i circhi italiani costringono nei loro serragli numerosi elefantini di origine africana. La realtà, però, è che l’elefante africano è avviato verso l’estinzione. Dei circa due milioni di animali di venti anni addietro, ne sarebbero rimasti, secondo gli ultimi censimenti, meno di cinquecentomila.
IL NUOVO
15 NOVEMBRE 2010
Premier bulgaro regala cucciolo a Putin
Boiko Borisov a Mosca per la firma di un accordo su gasdotto
MOSCA - La foto di Putin con in braccio un cucciolo di razza Karakacha (antica razza di cani pastore) campeggia oggi sui principali quotidiani di Mosca. Si chiama Iorgo, riferiscono i media, ed e' stato regalato al premier russo dal collega bulgaro Boiko Borisov al termine della visita di Putin in Bulgaria durante la quale Gazprom e la Bulgarian Energy holding hanno firmato un accordo per una joint-venture che si occupera' della costruzione del tratto del gasdotto South Stream attraverso la Bulgaria.
IL TIRRENO
15 NOVEMBRE 2010
I lupi attaccano anche di giorno
Fiora Bonelli
CASTELL’AZZARA (GR). I lupi attaccano in pieno giorno due poderi nel territorio di Castell’Azzara e decimano due greggi. Questa volta i lupi (o cani che siano) hanno azzardato forte e hanno fatto man bassa. Due episodi successi due giorni fa, uno al podere di Querciolaia nel comune di Castell’Azzara e l’altro in un podere alla Selva proprio al confine con Santa Fiora. In tutte e due i casi gli animali sono arrivati fin sotto casa dei pastori e in una circostanza hanno scavalcato un muro di cinta di 2 metri di altezza. A Querciolaia hanno sgozzato 5 pecore e a Selva ne hanno uccise 2 e ferite duramente altre 10. Un vero e proprio massacro, che si aggiunge a quelli che quotidianamente accadono sull’Amiata e di cui i pastori del territorio castellazzarese vanno a dare notizia, ogni giorno, nell’ufficio del sindaco Mambrini: «Ormai - afferma il sindaco - è un saliscendi di pastori che subiscono, impotenti, gli attacchi dei lupi o cani inselvatichiti che dir si voglia. E pare che molti episodi sempre più spesso non vengano denunciati perché, poi, la spesa per lo smaltimento delle carcasse sarebbe quasi insostenibile. Così si preferisce fare silenzio». Mambrini afferma che questo problema ha imposto la chiusura dell’attività a decine di aziende: «Moltissime hanno chiuso bottega - afferma Mambrini - quasi tutti quelli che allevavano greggi in modo hobbistico, magari pensionati. Ma questa per noi è una grandissima perdita. Non solo perdiamo aziende, ma perdiamo coloro che contribuiscono a mantenere integro l’ambiente e a modellarlo in modo naturale. Per noi una risorsa preziosa, perché il mantenimento del paesaggio è basilare in questo angolo della Toscana. Ambiente e paesaggio sono per noi un valore aggiunto che la scomparsa dei pastori rischia di compromettere, con l’avanzata del bosco e delle sterpaglie». Praticamente il sindaco di Castell’Azzara ribadisce e illustra alle autorità competenti, quel che è ormai tradizione e cultura millenaria: «Il mantenimento del paesaggio è stato, da secoli, delegato a pastori e contadini. Un po’ come i castagneti dell’Amiata tenuti in ordine dai piccoli proprietari che custodiscono e curano il bene del castagneto. Qui a Castell’Azzara sono da secoli, i pastori, a mantenere integro e ordinato un territorio che altrimenti sarebbe risucchiato dal bosco. Bisognerebbe dar loro la medaglia. E invece, i lupi li faranno chiudere tutti. Chiedo con forza alle istituzioni di intervenire quanto prima per sanare o alleggerire una situazione che rischia di far collassare economia e ambiente. E bisogna far presto».
AGI
15 NOVEMBRE 2010
PESARO: BRANCO LUPI ATTACCA PECORE A POCHI CHILOMETRI DA COSTA
Pesaro - Un branco di lupi e' entrato la notte scorsa in un allevamento di Mombaroccio, sulle colline pesaresi, con un bilancio provvisorio di tre pecore sbranate, altre sette fuggite e diverse altre ferite. La denuncia e' stata fatta dell'allevatore stesso, Mariano Dela', che questa mattina ha trovato il recinto danneggiato e gli animali uccisi.
"Stiamo ancora perlustrando la zona assieme al veterinario - ha spiegato -, ma e' chiaro che questo non e' un attacco di uno o due lupi, ma di un intero branco, e la cosa che piu' ci spaventa e' che tutto sia avvenuto a venti metri dalla casa dove abitiamo". Gia' nel settembre scorso, nello stesso allevamento, era stata segnalata una vera e propria mattanza, con 25 animali uccisi, tra i quali un montone. "Cio' dimostra - ha spiegato l'allevatore pesarese - che ormai i lupi non aggrediscono piu' solo gli animali deboli, e temo che da qui a poco ad essere attaccato potrebbe essere anche l'uomo". Secondo il presidente di Coldiretti Pesaro-Urbino, si tratta dell'"ennesimo episodio che va ad alimentare una tensione ormai altissima nelle nostre campagne, con gli allevatori che attendono risposte concrete dalla politica e della pubblica amministrazione". "Visto che il lupo e' un animale protetto - ha aggiunto Tommaso Di Sante -, una soluzione potrebbe essere sostenere forme di assicurazione per le aziende attaccate che coprano l'intero danno, oltre alla costituzione di un fondo regionale aperto per risarcimenti che siano totali e non parziali". Attualmente gli allevatori si vedono rimborsare solo lo smaltimento della carcassa, mentre non vengono riconosciuti gli animali che i lupi trascinano via, ne' i danni indiretti sugli allevamenti, dalla perdita di fertilita' agli aborti, alla minor produzione di latte. Un'altra possibile soluzione, secondo la Coldiretti Pesaro Urbino, potrebbe essere quella di recintare i parchi, tutelando in questo modo, assieme alla fauna, anche la sicurezza e l'attivita' economica di quanti operano sul territorio.
IL QUADERNO
15 NOVEMBRE 2010
Al lupo, al lupo! Panico per una famiglia di coltivatori, bloccata in casa. Animale sbrana 20 tra polli e galline

Momenti di panico per una famiglia di coltivatori diretti della zona di San Lorenzo ad Apice. Intorno alle 18,30 un grosso animale (nella foto), ha sbranato i loro animali domestici, circa 20 tra polli e galline e poi ha cominciato ad aggirarsi per l'aia di fronte all'abitazione, avventandosi contro chiunque tentasse di aprire la porta di casa per uscire. L'unica soluzione è stata quella di richiedere l'intrevento dei Militari della Stazione Carabinieri di Apice sostenendo che un lupo gli impediva di abbandonare l'abitazione
Il Comandante della Stazione di Apice, appresa la notizia, ha immediatamente provveduto ad allertare il personale veterinario dell'Asl e il personale specializzato dell' Enpa. Una volta in località San Lorenzo, gli operatori hanno effettivamente accertato la presenza di un cane di grosse dimensioni e piuttosto agitato. Immediatamente sono state avviate le operazioni per avvicinare e catturare l'animale, un esemplare maschio di Siberian Husky di circa 4 anni, fuggito o abbandonato dal padrone, senza ferirlo ma impedendo che guadagnasse il vicino bosco per poi scomparire. Dopo poco meno di un'ora di tentativi, intorno alle 19,30, il cane è stato preso e dato in custodia al canile comunale di Apice.
LA PROVINCIA DI COMO
15 NOVEMBRE 2010
I nuovi capi griffati per cani l'ultima frontiera degli stilisti
ROMA Ormai sdoganata una nuova tendenza del fashion: i "vip" spendono fortune per i loro amici a quattro zampe. Terrier, barboncini e yorkshire vanno a spasso con capi sempre più griffati. C'è infatti chi è disposto a spendere una piccola fortuna per un collare gioiello e chi invece pensa a coprire il suo cucciolo dal freddo invernale con un caldo cappottino di cachemire. Così, il business attorno al mondo canino, dall'abbigliamento agli accessori, fino alla cuccia, comincia ad interessare anche le grandi griffe della moda. Come non pensarci se per esempio, sotto Natale, se ai primi posti tra i destinatari dei regali, da qualche anno, risultano essere proprio gli amici animali. Gli ultimi ad aver dedicato una linea al mondo di Fido sono i gemelli Dean e Dan Caten, stilisti del marchio Dsquared2, che con Yoo.com, la boutique virtuale di moda e design, hanno presentato, in una villa privata a Beverly Hills, una nuova collezione in edizione limitata, composta da collari e guinzagli per cani di diversi stili e taglie, che andrà in beneficenza proprio ai fedeli amici dell'uomo. Al lancio della collezione sono intervenuti molti vip e fashion blogger, accompagnati dai loro amici a quattro zampe che hanno potuto testare i nuovi set a loro dedicati. Collari e guinzagli sono in vendita in esclusiva su yoox.com da metà novembre. Tra i partecipanti all'evento: Angie Featherstone, Anjelica Huston, Danny Huston, Dita Von Teese, Marta Cunningham, Jillian Barberie Reynolds, Paris Hilton e il presentatore del noto programma tv Animal Planet's show night. L'intero ricavato della vendita della collezione sarà devoluto a Much Love Animal Rescue, organizzazione no profit che si occupa di trovare case sicure per animali trascurati e abbandonati.
La moda per cani parte dalla Francia a fine anni Ottanta. A Parigi, Marie Poirier ha cominciato a disegnare interi corredi per Fido, dagli impermeabili ai maglioni. In vetrina nella sua boutique apparivano anche stivali e impermeabili. La signora Poirier cominciò la sua carriera a fine anni Sessanta. La sua prima collezione, che comprendeva anche una valigetta e un abito abbinato al guinzaglio, ebbe tanto successo che arrivarono ordinazioni perfino dagli Usa e dal Giappone. E via da allora con maglioni fatti a mano, tute da jogging e impermeabili, perfino prodotti beauty, come la pasta dentifricia e l'acqua di colonia. In Francia, alle soglie del Duemila, ciotola e guinzaglio griffati. A Faubourg Saint-Honorè, il tempio della moda parigina, da Hermes entra una ragazza con un gigantesco labrador e si dirige verso il banco: «Vorrei un collare e un guinzaglio». In quel momento in Francia, paese che aveva il record europeo di cani (otto milioni), oltre 350.000 le donne sceglievano di viziare Fido in ogni modo modo.
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