15 NOVEMBRE  2009

LA PROVINCIA PAVESE

15 NOVEMBRE 2009

 

Cane maltrattato titolare denunciato

 

PAVIA. I vigili erano andati per verificare dei presunti abusi edilizi, ma nel terreno, chiuso in un serraglio e in condizioni igieniche precarie, hanno trovato un cane. L’animale, un meticcio, faceva fatica a restare sulle zampe. Il padrone, un uomo di 65 anni che abita in via Riviera, è stato denunciato dagli agenti di polizia locale per maltrattamenti nei confronti di animali.  I vigili, dopo avere interpellato il medico veterinario dell’Asl, hanno provveduto a trasferire l’animale al canile. L’intervento è stato eseguito ieri pomeriggio. I vigili stavano effettuando un sopralluogo per verificare alcune segnalazioni su costruzioni abusive in un terreno in fregio al Navigliaccio. Nel campo hanno trovato una costruzione di un metro e mezzo per due metri, realizzata con quattro pali e una rete di recinzione. All’interno c’era il cane, che dalle visite è risultato malato. Il proprietario lo ha consegnato ai vigili, ma non ha potuto evitare la denuncia.


ALTO ADIGE

15 NOVEMBRE 2009

 

Testa mozzata di un ovino abbandonata nel parcheggio

 

MALLES (BZ). Macabro rinvenimento ieri mattina alla periferia di Malles, dove, nei pressi del parcheggio situato in località Spinai, è stata trovata una testa di ovino mozzata e di netto con a fianco le quattro zampe. Questo il poco invitante spettacolo che ieri si è parato di fronte agli occhi di sportivi, bambini accompagnati da genitori e dagli escursionisti che sovente parcheggiano la loro autovettura in quella zona prima di affrontare una camminata lungo il sentiero “Oberwaal”.  Di certo la povera bestia non è stata sbranata da qualche animale carnivoro, altrimenti intorno si sarebbero trovate tracce di sangue e altri resti della carcassa. Più probabile invece che qualcuno abbia deliberatamente abbandonato testa e zampe sul posto. Ma a questo punto resta il capire il perché di questo crudele gesto e soprattutto chi possa averlo commesso.  Le ipotesi, alcune anche molto fantasiose, ieri mattina in paese si sprecavano. Qualcuno ha avanzato l’idea che a compiere il gesto possa essere stato un ladro che avrebbe mozzato di netto la testa dell’animale perché disturbato dal continuo belare che avrebbe potuto rovinargli i piani. Ma in zona non è stato denunciato alcun furto.  Gettonata anche l’ipotesi dell’avvertimento in puro stile mafioso, ma destinato a chi? Qualcuno è arrivato a parlare anche di riti pagani.


LA REPUBBLICA

15 NOVEMBRE 2009

 

SETTEBAGNI (RM), AUTO SI RIBALTA E MUORE CANE: UN KM DI CODA SU A1

 

Settebagni (RM) - Un'auto si è ribaltata intorno alle 15.30 sull'A1 in seguito ad un tamponamento con un'altra vettura. E' accaduto all'altezza dell'uscita Settebagni in direzione Roma. Nessuno è rimasto ferito, ma nello scontro è morto il cane della conducente dell'auto che si è ribaltata. Sul posto la polizia stradale. Per circa un'ora si è registrato un chilometro di coda nel tratto autostradale interessato.


CORRIERE FIORENTINO
15 NOVEMBRE 2009
 
New York Mobilitazione di cittadini  Oreo, la pitbull curata e giustiziata
 
Alessandra Farkas
 
NEW YORK — Dopo una lauto ultimo pasto, le sono stati somministrati dei calmanti prima dell’iniezione letale che l’ha uccisa, anche se all’anagrafe risultava come «minorenne». A nulla è servita la mobilitazione di migliaia di cittadini che per strapparla al patibolo hanno organizzato raduni di protesta e raccolte di firme online.
Il copione può sembrare obsoleto, ma nuovissimi sono i protagonisti di questa storia che ha commosso l’America. Oreo, pitbull femmina di due anni, è stata condannata a morte a causa della sua «indole violenta» che non le consentirebbe di vivere normalmente «né fra gli animali né fra gli uomini». A dirlo — e a dirigere la mano del boia — è stata l’associazione americana per la prevenzione dei maltrattamenti degli animali (Aspca), che ha deciso di praticarle l’eutanasia.
Una storia dal fine triste che sembra accomunare la sorte di Oreo a quella di tanti americani, uomini e donne, detenuti nel braccio della morte perché considerati «reietti irrecuperabili». Proprio come questa canina il cui unico crimine è l’essere nata nel posto sbagliato. Il suo padrone, Fabian Henderson, l’ha lanciata dal tetto di un palazzo di sei piani a Brooklyn, spedendola all’ospedale con due zampe anteriori rotte e ecchimosi su tutto il corpo. Arrestato, l’uomo si è dichiarato colpevole e la sentenza a suo carico sarà emessa il prossimo primo dicembre. Nel frattempo sono emersi particolari agghiaccianti sui maltrattamenti che infliggeva alla povera Oreo, picchiata brutalmente anche per mezz’ora di seguito. Ma l’aspetto forse più sconcertante riguarda l’inoppugnabile verdetto emesso dai cosiddetti «animalisti» dell’Aspca, secondo i quali Oreo «non poteva essere riabilitata».
«Abbiamo fatto tutto quello che potevano per lei. Siamo stati in grado di guarire le sue ferite fisiche, ma per quelle psicologiche non c’è nulla da fare», ha spiegato il portavoce Andy Izquierdo. Contro la condanna dell’Aspca — che dall’inizio dell’anno ha praticato l’eutanasia a 107 cani — si sono mobilitati gli animalisti di Win Animal Rights e Pet Alive, che adesso promettono battaglia. «Non succederà mai più — mettono in guardia —. Non possiamo permettere che un’associazione per la protezione degli animali possa abusare di un cane».

IL SECOLO XIX
15 NOVEMBRE 2009
 
Capriolo spaventato finisce in mare. Salvato
Movimentato episodio ieri sulla passeggiata di Varazze
I passanti danno l'allarme, gli agenti della Forestale  si tuffano ed evitano  che la bestiola affoghi. Liberato sulle alture
 
Varazze (SV). Decine di passanti hanno assistito increduli, nel tardo pomeriggio di ieri, al salvataggio di un capriolo che era finito sul lungomare Europa, la passeggiata a levante di Varazze, e si era tuffato in mare, spaventato dalla gente. Alcuni abitanti della zona e gli stessi passanti che avevano visto la bestiola correre lungo la passeggiata, cercare rifugio sulla spiaggia e infine tuffarsi in mare hanno chiamato i soccorsi e per salvare l'animale è intervenuta la squadra vadese del Corpo forestale dello Stato. I soccorritori non hanno esitato a entrare in acqua per evitare che il capriolo affogasse e sono riusciti a recuperarlo e gli hanno coperto gli occhi per tranquillizzarlo. Poi, in stretto contatto con il veterinario Gasco, i forestali lo hanno portato sulle alture di Varazze per liberarlo.
Non è la prima volta che un capriolo raggiunge la spiaggia. Proprio gli uomini della forestale di Vado sono intervenuti in diverse occasioni per recuperare animali che, scesi dalle colline in cerca di cibo, spaventati dal traffico si tuffano in mare. Pochi anni fa un daino era scivolato in una tramoggia all'interno dello stabilimento dell'ex Fornicoke. Sempre a Vado un altro capriolo era stato liberato dopo essere rimasto imprigionato con le corna in un cancello del Terminal Rinfuse, dove era entrato sfidando tir e auto.

LA PROVINCIA DI SONDRIO
15 NOVEMBRE 2009
 
Cervo in strada,  tre grosini rischiano grosso lungo la statale 38
 
Grosio (SO) -  Incontro troppo ravvicinato fra tre amici grosini al rientro da una serata di relax alle Terme Bormiesi e un bell'esemplare di cervo. Venerdì intorno alle 22 l'auto di grossa cilindrata condotta da un libero professionista nel tratto delle vecchia statale fra Sondalo e Sontiolo denominato Boscaccia si è trovata all'improvviso davanti al parabrezza l'ungulato. Solo la ridotta velocità dell'auto ha permesso al conducente di evitare l'impatto.
«Mi sono sentito il pelo dell'animale sul naso - afferma l'amico che era al fianco del sedile di guida - perché accecato dai fari dell'auto il cervo si è fermato in mezzo alla carreggiata e l'auto si è fermata ad una decina di centimetri dalla bestia. Me lo sono visto proprio in braccio. Con altri amici quel tratto solitamente lo percorriamo a velocità molto più sostenute e non oso pensare alle conseguenze di impatto».
L'animale era uscito dal bosco e stava attraverso la strada per recarsi nel sottostante fiume Adda ad abbeverarsi. L'episodio riporta di grande attualità la convivenza fra automobili e selvatici in questo periodo dell'anno. In molte zone la strada è protetta ai lati da alte reti che non permettono agli animali di raggiungere la sede stradale. Ricordiamo che in questi casi per gli automobilisti oltre il danno c'è pure la beffa. Al conto del carrozziere non è previsto nessun rimborso.

TRENTINO

15 NOVEMEBRE 2009

 

Chihuahua difettato, lite fra padroncina e venditore

 

TRENTO. Quel chihuahua l’aveva cercato a lungo. Alla fine, grazie ad internet, lo aveva trovato da un allevatore di Treviso e lo aveva pagato ben 950 euro. Monica Roncher, 30 anni di Trento, era felicissima, ma la gioia è durata poco. Qualche giorno dopo l’acquisto, il cagnolino s’è sentito male e la ragazza l’ha portato da un veterinario. Il responso dopo molti esami: il cane è idorcefalo e la sua aspettativa di vita molto bassa. Monica ha contattato l’allevatore veneto che, andato su tutte le furie, ha minacciato di denunciarla per maltrattamento d’animali.


IL TIRRENO

15 NOVEMBRE 2009

 

Chihuahua malato, padrona in guerra

 

TRENTO. Quel chihuahua l’aveva cercato a lungo. Alla fine, grazie ad internet, lo aveva trovato presso un allevatore privato di Treviso e lo aveva pagato ben 950 euro. Monica Roncher, 30 anni di Trento, era felicissima, ma la gioia è durata poco. Qualche giorno dopo l’acquisto, infatti, il cagnolino s’è sentito male e la ragazza l’ha portato da un veterinario. Responso: il cane è idrocefalo e la sua aspettativa di vita è molto bassa. La donna ha contattato l’allevatore veneto che è andato su tutte le furie, minacciandola di denunciarla per maltrattamento d’animali. Addolorata per l’infelice sorte del suo Whisky e incredula per la reazione dell’uomo che glielo aveva venduto, la bella Monica s’è recata dall’avvocato Claudio Tasin, chiedendo d’avere giustizia. «Quando ho spiegato che il cane era affetto da una grave patologia congenita e che quindi rivolevo il mio denaro - racconta la giovane - l’allevatore s’è arrabbiato, mi ha detto che tutti i chihuahua sono idrocefali, che tutti conducono una vita normale e che le violente crisi che avevano colpito l’animale erano da imputare solo alla mia decisione di applicargli il microchip sotto pelle. Per questo, ha minacciato di presentare un esposto contro di me per aver maltrattato il cagnolino. Inutile dire, che di restituirmi il denaro non ne voleva nemmeno sentir parlare». Una reazione incomprensibile che, però, non scoraggia Monica. «Sono sicura delle mie ragioni perché Whisky è stato visitato dal mio veterinario di fiducia, il dottor Massimo Danielli, che mi ha dato il responso dopo aver compiuto anche delle ecografie ed essersi consultato anche con un professore universitario. Lo stesso veterinario mi ha anche detto che non è affatto vero che tutti gli esemplari di razza chihuahua sono idrocefali». E così, torna alla carica. Ma ottiene solo la disponibilità dell’allevatore di sostituire Whisky con un altro esemplare. «Tanto è anch’esso idrocefalo. Sono tutti idrocefali!» tuona il veneto. Ma Monica, a quel cucciolo dagli occhi grandi s’è affezionata, anche se gli gira per casa solo da un paio di settimane. «Sono cresciuta con cani di grossa taglia - spiega - e ora che sono andata a vivere da sola ne cercavo uno piccolo. A Whisky ormai voglio bene e non me la sento di separarmi da lui, anche se so che potrebbe morire da un momento all’altro». Ora l’avvocato Tasi si prepara alla battaglia forte dell’articolo 1496 del codice civile che stabilisce che il venditore ha l’obbligo di garantire che la cosa venduta sia immune da vizi. Nello specifico, qualora subito dopo l’acquisto, un animale risulti affetto da malattia, spetta sempre al venditore dimostrare che le cause siano da imputare a cause sopravvenute alla consegna.


TARGATO CN
15 NOVEMBRE 2009
 
Ceva (CN): incontro con Ugo Sapetti, l'ultimo imbalsamatore
 
          
 
Antonella Balocco
 
CEVA (CN) - E’ un mestiere antico quello che porta avanti Ugo Sapetti, forse l’ultimo imbalsamatore ad usare le tecniche antiche, a conoscere tutti i segreti della concia delle pelli, e l’arte della pazienza e della dovizia dei particolari. Nel mondo tecnologico c’è ancora spazio per questa antica arte? Ci sono ancora richieste da parte dei cacciatori? Si espongono ancora i trofei nel salotto di casa? In questa intervista Ugo Sapetti rivela un mondo antico e riserva alcune sorprese….
Lei fa parte di una famiglia di imbalsamatori, una bella tradizione…La mia famiglia, da 6 generazioni si occupa di tassidermia, cioè di imbalsamare gli animali. Il capostipite era imbalsamatore ufficiale e costruttore di parrucche in casa Savoia. I miei avi svolgevano questi mestieri nei più prestigiosi casati nobiliari, come i Marchesi Pallavicino di Genova che avevano anche delle tenute a Ceva. Nel 1910 mio nonno Michele fu contattato dai Musei di Scienze Naturali di Genova e di Savona che avevano bisogno di un preparatore esperto in tassidermia. Mio nonno optò per Savona perché era molto più importante come Museo che quello di Genova, e ci lavorò fino al 1937. Gli subentrò mio padre Vittorio; purtroppo nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, il Museo fu bombardato e mai più ricostruito. Dato che col museo c’era anche la pinacoteca, mio padre continuò a lavorare a Savona nella pinacoteca fino alla pensione. Nel 1969 ho partecipato al concorso al Museo di Genova, l’ho vinto e sono entrato a lavorare lì. Mi sono poi licenziato per mancanza di lavoro, mi sono trasferito da Savona a Ceva, e qui ho aperto il mio laboratorio. Tanti non sanno come contattare un imbalsamatore: il termine giusto è tassidermia, ma ormai su internet se si cerca imbalsamatore si trovano le persone che fanno il mio mestiere.
Che percorso scolastico, se c’è, bisogna fare per essere un imbalsamatore?
All’epoca non c’erano scuole, io sono entrato al Museo di Genova vincendo il concorso avendo la licenza media. Oggi ci vuole una laurea in Scienze Naturali, mi chiedo che nozioni in anatomia e procedimenti di tassidermia può avere, nel pratico, un laureato in questo indirizzo. Io ho vinto il concorso perché nel pratico ero un esperto del settore.
Quindi è un’attività che si impara solo sul campo? Lei ha iniziato per dovere o per passione? 
Assolutamente per passione. Ero poco più che un bambino e catturavo gli insetti per collezionarli. Sono cresciuto in mezzo alle pelli da conciare. Posso trattare indifferentemente animali col pelo, con le piume e con le squame, come rettili e pesci. Tutto quello che ho imparato me lo hanno insegnato mio nonno e mio padre: le nozioni di anatomia, l’amore per gli animali, l’osservazione attenta delle loro abitudini, della loro postura quando sono vivi, il fatto che quando si comincia a scuoiare un animale si continua ad oltranza, anche per diverse ore perché la pelle altrimenti si secca….
In cosa consiste il suo lavoro? Ci sono delle tecniche o dei supporti moderni che agevolano il lavoro?
Il procedimento è diverso a seconda che abbiano il pelo, le piume o le squame. Direi che ci sono 3 modi di praticare la tassidermia: a imbottimento, semi imbottimento e a manichino. In pratica bisogna togliere tutta la pelle all’animale, asportare tutta la carne dalle ossa e lavorarle, mantenere lo scheletro e poi ricostruire la sagoma del corpo. Adesso ci sono alcuni manichini preconfezionati in poliuretano, ma per gli animali domestici non vanno bene. Io li uso raramente, i nuovi imbalsamatori li usano frequentemente, io preferisco costruire artigianalmente la sagoma dell’animale perché riesco a dare la postura vera e corretta. Se lei deve imbalsamare un tordo deve avere prima di tutto presente come si posa sul ramo, come gira la testa, come sbatte le ali, solo così farà un bel lavoro.
Animali domestici? Ha richieste per imbalsamare cani e gatti?
Certo, e sono i lavori che affronto con più tenerezza e impegno. Chiedo sempre ai proprietari di farmi avere delle foto dell’animale quando era vivo. Devo rendere bene la sua posizione preferita, il suo modo di inclinare la testa, ecc. Sono i lavori che umanamente mi danno più soddisfazione, perché dietro la richiesta di imbalsamare il cane o il gatto di famiglia, o il coniglietto nano o il pappagallo, c’è l’affetto di persone che hanno perso un componente della famiglia, anche se è solo un animale, e che soffrono per questa perdita. Ovviamente imbalsamo anche gli altri animali: cinghiali, camosci, caprioli, ecc. In percentuale direi che gli animali domestici sono davvero una minima parte, circa il 5 per cento. L’unico animale che non si può imbalsamare è il polpo perché non ha la pelle.
Ci sono delle leggi che regolano la sua professione, ad esempio lei può accettare di imbalsamare qualsiasi animale?
Negli ultimi 33 anni, le leggi sono cambiate e a differenza di ciò che c’è scritto nella Costituzione, e cioè che “.. l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro..” pare vogliano fare di tutto per impedire ai tassidermisti di lavorare, perché proibisce di trattare tutti gli animali non cacciabili. Posso imbalsamare la lepre ma il tasso no, anche se il tasso è stato trovato morto sul ciglio della strada perché investito. La norma prevede che in questi casi ci si rechi nel Comune di competenza del luogo in cui si è ritrovato l’animale e si chieda il nulla-osta per poterlo imbalsamare. Senza il nulla-osta io rischio delle multe salatissime o, peggio, di essere incarcerato come un mafioso. La maggior parte dei Comuni requisiscono l’animale o invitano a seppellirlo o a bruciarlo. Bisognerebbe che le leggi fossero diverse, che potessimo noi imbalsamatori, tramite un registro apposito, dare l’elenco dei lavori da fare alle Regioni, emettere regolari ricevute, ecc. Io dal 1982 al 1984 ho chiuso il laboratorio e sono andato a lavorare in fabbrica perché non c’era lavoro e avevo una famiglia da mantenere.
Qual è l’animale più particolare che ha imbalsamato? C’è stata una richiesta che non è riuscito a soddisfare?
L’animale più difficile che ho imbalsamato è stata una giraffa di un mio cliente svizzero. Mi ero fatto aiutare da Angelo Giuliano, anche lui imbalsamatore, di Borgo San Dalmazzo, scomparso da qualche anno. Tra l’altro mi hanno detto che la figlia ha scritto un libro su di lui: era un vero professionista oltre che un amico mio e di mio padre. La richiesta che mio malgrado non sono riuscito a soddisfare riguardava un cane, uno Snauzer gigante, morto di tumore, non è stato possibile trattarlo e fare un bel lavoro a causa della malattia. Il mio lavoro è una catena, se il cliente è soddisfatto sparge la voce. C’è anche lavoro tramite le organizzazioni internazionali per i safari: in questo caso l’animale arriva già semi lavorato dal Sudafrica, dall’Africa o dall’Australia. L’ultimo lavoro che ho finito proprio oggi è un'antilope che arriva dal Sudafrica.
Se un ragazzino venisse da lei lo incoraggerebbe o lo dissuaderebbe dall’intraprendere la sua professione?
Attualmente, con le leggi che ci sono è impossibile pensare di prendere un apprendista. Una volta l’artigiano era il 'Maestro' e il giovane l’'apprendista': con metodo, umiltà e pazienza imparava i segreti del mestiere, passo dopo passo. Adesso non si può prendere un ragazzino che non sa fare nulla e dargli un bisturi o un coltello affilato in mano. Nel mio lavoro si prende un materiale che puzza e lo si trasforma in un’animale che profuma. Che dire, io gli consiglierei comunque di seguire la sua passione.
Signor Sapetti, lei, dunque è l’ultimo imbalsamatore della sua famiglia?
Direi che sono il penultimo. Mio figlio Davide sta imparando quest’arte antica. Lo fa a tempo perso perché lavora.
www.imbalsamatoresapetti.com

CORRIERE ADRIATICO
14 NOVEMBRE 2009
 
Si mobilitano gli allevatori dei Monti Sibillini. Sigilli nelle macellerie convenzionate
Un marchio Igp anche per la carne d’agnello
 
Amandola (FM) - Coldiretti Macerata e Coldiretti Ascoli e Fermo hanno promosso a Sarnano un incontro con gli allevatori dei Sibillini per illustrare la situazione con l'intervento del responsabile del settore ovicapirino della Coldiretti nazionale, Giampaolo Tardella. L'obiettivo è il riconoscimento della denominazione Igp, indicazione geografica protetta. Nelle Marche si consumano 25 mila quintali di carne di agnello e si producono ogni anno duecentomila agnelli. Altrettanti, secondo stime delle associazioni provinciali allevatori, vengono importati dai paesi dell'Est per essere venduti come italiani.
Tutto questo, sottolinea la Coldiretti, rappresenta un danno per gli allevatori ma anche un inganno verso il cittadino consumatore che, credendo di comprare carne italiana si porta a casa un prodotto non altrettanto buono. Da qui la necessità di estendere anche alla carne di agnello l'obbligo di indicare la provenienza in etichetta al pari di quanto avviene per quella bovina e di pollo, che è poi l'obiettivo dell'azione avviata dalla Coldiretti. La carne dell'agnello Igp ha tra l'altro valori molto bassi di grasso e vanta ottime caratteristiche ai fini dietetici. Proprio le Marche, tra l'altro, hanno lanciato per prime un sistema di certificazione innovativo, il marchio Agnello della Marca, promosso da Bovinmarche, che certifica la provenienza della carne dall'allevamento alla macellazione. Tutti animali nati e allevati nei pascoli d'alta quota dell'Appennino centrale.
La carne viene identificata con un innovativo sigillo alimentare (non può essere strappato e va cotto assieme al prodotto, essendo composto di amido di mais). Gli agnelli della Marca si trovano nelle macellerie convenzionate Bovinmarche e in alcuni ipermercati.

ADN KRONOS
15 NOVEMBRE 2009
 
Pecore intrappolate dal ghiaccio, Soccorso Alpino in azione a 2.000 metri
Belluno - Sulla cresta del monte Col Mat, il gregge terrorizzato era bloccato tra la neve e il vuoto: il pastore era rimasto con loro nel tentativo di condurle a valle
 
 
Belluno - Insolita operazione per il Soccorso Alpino dell'Alpago, in provincia di Belluno, che e' intervenuto per salvare un gregge di pecore rimasto bloccato sulla cresta del monte Col Mat sul Dolada. Bloccate tra la neve e il vuoto ai lati del sentiero, gli animali terrorizzati non erano in grado di procedere costringendo anche il pastore a restare con loro nel tentativo di condurle a valle. Fallita una prima operazione di salvataggio in elicottero, per l'agitazione del gregge, pastore e Soccorso Alpino sono ritornati in quota a piedi. Gli animali, evidentemente piu tranquilli, si sono cosi' fatto condurre a valle.

IL GAZZETTINO
15 NOVEMBRE 2009
 
Salvate le pecore "cocciute"
 
Belluno - La neve ha bloccato sulla cresta del Col Mat, sul monte Dolada, un gregge e il suo pastore. Ci sono voluti oltre due giorni di lavoro, da parte del Soccorso alpino, supportato da un elicottero del Corpo forestale dello Stato, per "convincere" gli animali a farsi ricondurre a valle. Solo ieri mattina, le pecore, ormai stremate, si sono decise a lasciare il luogo dove, per due giorni interi, sono rimasti immobili, ostaggi di quel luogo impervio, vuoi per le forti pendenze vuoi per la presenza di una spessa coltre di neve che rendeva rischioso ogni movimento.Nel primo tentativo di farle scendere, compiuto ancora giovedì, gli animali, per la paura, avevano cominciato a disperdersi, visibilmente impaurite della situazione. Ai soccorritori non era rimasto che lasciarle calmare. Ieri mattina, al secondo tentativo, il gregge si è dimostrato decisamente più collaborativo, riprendendo ordinatamente la via verso valle.

IL TIRRENO

15 NOVEMBRE 2009

 

In scena clown e acrobati con il Festival Circus

 

Pisa - Dopo 25 anni ritorna in città il “Festival Circus”, a due passi dalla Torre con i suoi clowns, acrobati, funamboli, equilibristi. Uno spettacolo adatto a tutti, grandi e piccini, senza l’utilizzo di animali, dove i veri protagonisti sono gli uomini che daranno vita a un’ora e quarantacinque minuti di puro e sano divertimento.  Il “Festival Circus” ha piazzato le proprie tende in via Rindi (nella zona dello stadio), proprio davanti alla scuola media Mazzini.  Gli spettacoli, pomeridiani e serali, si svolgeranno fino al prossimo lunedì 23 novembre.


LA NUOVA FERRARA

15 NOVEMBRE 2009

 

La rivincita del maiale

 

BERRA (FE). Di animali ce ne sono tanti, ma insultato e denigrato come il maiale nessuno. Eppure è l’animale che restituisce centuplicato ciò che ha ricevuto. Come dice il proverbio “del maiale non si butta via niente, solo la voce va persa”. Ed è vero. E così a Berra hanno deciso di dedicargli una festa: la Sagra de “I oss dal maial” organizzata dall’Associazione Cultura e Spettacolo Berrese, che si terrà il 7 e 8 dicembre. «Tutto questo senza scopo di lucro - spiega Roberto Ariutti (foto), uno degli organizzatori - ma avendo come unico obiettivo la riscoperta e la valorizzazione delle nostre tradizioni». La sagra, commenta Raffaella Nalli, presidente dell’associazione Cultura e Spettacolo, «è una festa di nicchia, riservata agli estimatori di tradizioni e di sapori di un tempo che con nostra sorpresa abbiamo scoperto essere numerosi. In edizioni passate sono venuti a trovarci, sfidando le nebbie e il freddo, visitatori dalle province di Ravenna, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Rovigo, Venezia e Padova: confidiamo in una ripetizione. Le nostre proposte sono semplici: si possono degustare i maltagliati e fagioli alla vecchia maniera, il bollito di maiale (oss, zzampet e cudghin), costine al forno con purè, il fegato con la polenta, cotechino ferrarese e la torta di mele». È gradita la prenotazione al 348 0517784.


LA ZAMPA.IT

15 NOVEMBRE 2009

 

In groppa, ma con rispetto

 

 

ROBERTA MARESCI

 


«Esistono i livelli essenziali di assistenza per l’uomo, cioè l’elenco delle cure di ba­se che devono essere assicu­rate ai cittadini. Ebbene vo­gliamo che anche i cavalli ab­biano i loro Lea», ha dichiarato il sottosegretario al Welfare, Francesca Martini, spiegando le finalità di un decalogo del benessere dedicato al cavallo.
Dunque finalmente il ‘noble animal’ è diventato un soggetto con i suoi diritti, sulla scia del codice per tutelarlo già in vigore in Gran Bretagna. E così, dopo Micio e Fido, anche per la razza equina vale il detto che è meglio “prevenire” piuttosto che metterci una toppa quando capitano casi di maltrattamenti e sfruttamenti. Lo scopo è quello di tutelare la salute e il benessere degli amici dalla lunga criniera. Ci sarà dunque l’obbligo, per i padroni, di non far mai mancare al destriero una ciotola sempre pulita piena di acqua e cibo di buona qualità e non ammuffito.E, ovvio, box con pavimento antisdrucciolo e scolo dell’acqua, oltre a un’ampia area dove praticare attività fisica. Tra i provvedimenti già in attivo, invece, compare l’ordinanza sui palii e sui tornei storici, che impone la precisa determinazione della superficie del percorso che il cavallo deve effettuare e la presenza di veterinari sul posto. Infine, il decreto istituisce il primo centro per la terapia assistita con animali a livello nazionale, con sede a Montec­chio Precalcino in provincia di Vicenza.Di certo si sa solo che la “carta” sarà man mano proposta alla sottoscrizione dei principali rappresentanti del comparto equestre ed ippico. Nel frattempo l’Osservatorio Nazionale Zoomafia, che la LAV ha attivato da più di 10 anni, ne approfitta per aggiornare e rendere pubblici i dati relativi alle corse clandestine di cavalli e le infiltrazioni criminali nel settore dell’ippica, che si confermano i filoni zoomafiosi in cui la criminalità organizzata sembra concentrare sempre più prepotentemente il suo interesse: un “settore”, quello delle corse, che da solo produce un business stimato in circa 1 miliardo di euro.«I dati relativi alle illegalità nelle corse di cavalli non lasciano dubbi sulla pericolosità del fenomeno e sulla necessità di non abbassare la guardia in questo settore: solo nel 2008 sono state denunciate 296 persone e 6 sono state arrestate; 29 gli interventi delle forze dell’ordine, 147 i cavalli sequestrati, 16 le corse interrotte, 1 maneggio e 23 stalle sequestrate: una realtà che finora ha visto coinvolte in particolare regioni come la Puglia, la Sicilia, la Campania, la Calabria ma anche la Lombardia o l’Abruzzo», ha dichiarato Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV.


CORRIERE DI COMO
15 NOVEMBRE 2009
 
Emergenza cormorani, Ceresio assediato da 10mila esemplari
 
Provincia di Como - Da quasi vent’anni una colonia di volatili mette sotto assedio il Ceresio comasco, come in un film di Alfred Hitchcock. I cormorani hanno nidificato in forma massiccia, specie di recente, e in modo imbarazzante. In particolare Santa Margherita di Valsolda, poche case a picco sul lago dove si arriva solo in barca, è letteralmente invasa da questi uccelli che mettono a serio rischio l’ecosistema. Solo qui si contano circa 5mila esemplari, forse 6mila. In tutto il lago sono oltre 10mila i cormorani insediati. Gli alberi che si affacciano sul lago a Santa Margherita sono completamente bianchi.
Sembrano brinati o innevati a uno sguardo superficiale, ma in realtà sono ricoperti da guano e da escrementi vari.
Il sindaco di Valsolda, Alberto De Maria, il 13 ottobre scorso ha sollecitato un intervento da parte del settore “Caccia e pesca” di Villa Saporiti. L’amministrazione provinciale è infatti l’ente competente che deve trovare una soluzione al problema.
«Di recente la Provincia ha compiuto un sopralluogo con l’Asl - dice il primo cittadino - E alcuni cittadini stanno raccogliendo firme per una petizione. Buon segno, sostiene il nostro impegno. Ma abbiamo le mani legate: non posso firmare un’ordinanza comunale con il rischio che poi mi venga impugnata o stoppata, conosco la burocrazia. Meglio che intervenga Villa Saporiti. E al più presto. La situazione si sta facendo ogni giorno più insostenibile».
La colonia di Santa Margherita è indisturbata. «E aumentano a vista d’occhio anche sulla sponda di Valsolda - dice De Maria - E questo perché l’ecosistema è cambiato. Un tempo, mossi da fame, gli uomini si nutrivano di uova di cormorano. Ora non più. È cambiato lo stile di vita. E quelli proliferano». Con quali danni' oltre alle piante «bianche e morte» e alle abitazioni estive «infrequentabili» (parole del sindaco), anche il lago si impoverisce di fauna ittica. I cormorani non sono animali autoctoni, ma evidentemente sul Ceresio hanno trovato un habitat ideale. Sono tra i volatili più voraci e il lago offre loro grandi quantità di cibo. Per ciò che riguarda l’igiene, come ogni escremento anche il guano degli uccelli può essere portatore di malattie infettive, come la salmonellosi. Nel 2005 l’amministrazione provinciale aveva deciso l’abbattimento di 47 esemplari, diventati 74 nel 2006. Ora sul Ceresio si alza una voce unanime: si torni ad abbatterli. E presto.

IL TEMPO FORSINONE
15 NOVEMBRE 2009
 
Un uomo di 70 anni residente a Ceccano è stato colpito al volto durante l'attività venatoria
Patrica Indagini dei carabinieri per identificare il feritore fuggito
 
Lorenza Di Brango
 
PATRICA (FR) -  Un incidente di caccia. Un colpo esploso accidentalmente e che ha centrato al volto un uomo di Ceccano. Ma dell'uomo che ha sparato nessuna traccia. Almeno non per il momento. L'episodio si è verificato ieri mattina in una zona boschiva nel territorio di Patrica. Il ferito è un 70enne di Ceccano che aveva deciso di passare la mattinata dedicandosi all'attività venatoria. E mentre stava puntando una preda, è stato raggiunto dai pallini esplosi dal fucile. È stato colpito al volto. Dopo qualche istante, il cacciatore che ha esploso quel colpo, è fuggito, forse per paura. Il ceccanese rimasto ferito è stato immediatamente trasportato in ospedale all'Umberto I di Frosinone per le cure dl caso. Le ferite riportate per fortuna non sono gravi: se la caverà con una di 20 giorni. Il 70enne ha sporto subito denuncia ai carabinieri della compagnia di Frosinone che hanno avviato le indagini. I militari, coordinati dal capitano Dimiccoli, nella giornata di ieri hanno ascoltato i racconti di alcuni testimoni presenti in quel momento. Novità ci potrebbero essere nelle prossime ore. Da quando si è aperta l'attività venatoria ben dodici persone hanno perso la vita. L'ultima in ordine di tempo è avvenuta un paio di settimane fa in un bosco del sorano. Vittima dell 'incidente di caccia un trentunenne di Veroli. La tragedia si è consuamta durante una battuta di caccia al cinghiale . Ivan D'Onorio operaio di 31 anni di Veroli, è stato raggiunto al petto da un colpo partito accidentalmente dal fucile di un amico. L'incidente si è verificato in località Fico, nei pressi della contrada della Madonna della Figura. Dalle testimonianze raccolte è emerso che l'operaio che si trovava nell'azienda faunistico-venatoria «Monti Ernici» in zona Grotte del Brigante Chiavone, era stato invitato a trascorrere una giornata all'insegna della sua passione, da alcuni amici amici cacciatori. Non ci è dato sapere cosa sia veramente successo in quel tragico momento. Di certo si sa che è partito un colpo dal fucile di un compagno di battuta. Il colpo lo ha raggiunto dritto nel petto senza dargli alcuna possibilità di scampo. Quando sono arrivati i soccorsi, per Ivan D'Onorio non c'era più nulla da fare. Sembra che il trentunne sia morto dissanguato perchè colpito alla vena aorta.

IL TIRRENO

15 NOVEMBRE 2009

 

Ferito dallo sparo di un cacciatore

 

EMPOLI (FI). Aperta la caccia da poche settimane in Maremma e ieri mattina in una frazione di Massa Marittima, il primo incidente, durante l’agguato ad un cinghiale. Vittima un cacciatore empolese, Roberto Soldati, 55 anni. Una palla del colpo sparato da uno dei cacciatori del gruppo lo ha ferito a una coscia con esiti per fortuna non tragici. E’ successo in una zona detta “Croce della Selva” tra Prata e Niccioleta, ieri verso le dieci: Soldati si era recato a Prata insieme al fratello per partecipare ad una delle prime battute di caccia con i compagni. Un gruppo di circa 15-20 persone, come è consueto nella caccia al cinghiale; qualcuno ha sparato all’animale, ma una palla del colpo si è staccata, urtando probabilmente in un sasso o nel tronco di un albero, che l’ha deviata verso l’arto inferiore di Soldati.  L’uomo è stato trasportato all’ospedale di Grosseto, dove non sono state rilevate ferite gravi. «Il colpo gli ha trapassato la coscia - racconta un conoscente che la mattina dell’incidente non aveva però partecipato alla battuta - sono andato a vedere cosa era successo appena ho saputo ed è arrivata l’ambulanza; mi hanno riferito ad ogni modo che Roberto sta abbastanza bene e che il colpo non ha colpito né ossa né arterie».


IL GAZZETTINO DI PORDENONE
15 NOVEMBRE 2009
 
I controlli e la prevenzione nei Comuni pedemontani che erano stati colpiti dalle volpi infette
 
Provincia di Pordenone - I controlli e la prevenzione nei Comuni pedemontani che erano stati colpiti dalle volpi infette dalla rabbia silvestre non sono stati sufficienti. Piano piano, infatti, l’infezione si è estesa, complice anche il fatto che le volpi sono troppe, ed ora a rischio è finito l’intero territorio della Destra Tagliamento. Non a caso il direttore generale dell’Ass 6, Nicola Delli Quadri, ha firmato una nuova ordinanza che allarga i confini della prevenzione. E una fetta dei circa 30 mila cani (sono quelli cippati) dovranno essere sottoposti alla vaccinazione proprio per evitare ulteriori rischi.
I nuovi casi. I Comuni "contagiati" sono oramai nove. A quelli che già erano stati segnalati (Travesio, Meduno, Tramonti di Sotto, Castelnovo, Pinzano e Sequals) si sono aggiunti a causa di nuovi casi anche Clauzetto e Vito D’Asio. In tutti questi territori è diventata obbligatoria la vaccinazione dei cani e degli erbivori domestici esposti al rischio di contagio. Negli stessi comuni è obbligatoria anche la vaccinazione di tutti i cani dai 3 mesi in su. La prevenzione è gratuita e viene effettuata dal Servizio Veterinario dell'Ass 6 secondo la programmazione concordata con i Comuni. Obbligo di vaccinare anche pecore e bovini al pascolo. Anche in questo caso il vaccino è gratuito.
Vaccinare i cani. L’ordinanza firmata dal direttore generale, però, estende l’obbligo di vaccinazione per i cani. Oltre a quelli da caccia che ora dovranno essere vaccinanti tutti, il documento specifica che la prevenzione dovrà essere eseguita anche ai cani utilizzati per attività di tipo ludico e amatoriale che si svolgono al di fuori dei centri abitati. In pratica chi è solito andare a passeggiare in campagna con il proprio cane lasciandolo libero, oppure chi lo porta nei boschi senza il guinzaglio, deve per forza sottoporre l’animale alla vaccinazione. Tutti quelli, insomma, che non tengono sotto controllo l’animale perchè libero di correre anche in luoghi isolati. Il vaccino sarà attivo dopo almeno 21 giorni dall’inoculazione. Per ora, invece, non dovranno vaccinare il cane le persone che lo portano a sgambare nelle aree verdi attrezzate dei Comuni e che lo hanno sempre tenuto sotto controllo visivo. Non c’è bisogno di vaccinare, inoltre, gli animali che tenuti al guinzaglio. In ogni caso il costo della vaccinazione è a carico del proprietario del cane.
I consigli. Per evitare problemi ci sono consigli che arrivano direttamente dal responsabile del Servizio veterinario dell’Ass 6. Per prima cosa, in attesa di vaccinare il cane, è necessario accertarsi che gli animali non vadano in giro e sfuggano al controllo. Bisogna poi evitare di toccare animali selvatici e se si avvistano è bene avvisare le autorità competenti, in particolare se manifestano un comportamento anomalo. Vale la pena sottolineare che le volpi infette perdono infatti il loro normale comportamento, si avvicinano alle case, agli animali domestici e alle persone. Sembrano mansuete, in realtà tendono a mordere. Se si viene morsicati da volpi o da cani ci si deve recare subito al pronto soccorso. Il contagio si trasmette attraverso il morso, il graffio o la leccata su eventuali ferite.

MESSAGGERO VENETO

15 NOVEMBRE 2009

 

Rabbia silvestre, estese le vaccinazioni

 

Provincia di Pordenone - A seguito dei nuovi casi accertati di rabbia silvestre verificatisi nei giorni scorsi nel Comune di Travesio e anche a Castelnovo del Friuli, il direttore dell’Ass 6 del Friuli Occidentale Nicola Delli Quadri ha emanato una nuova ordinanza che elenca le misure di prevenzione da adottare al fine di contenere l’infezione. E’ diventata obbligatoria la vaccinazione dei cani e degli erbivori domestici esposti al rischio di contagio anche nei comuni di Clauzetto e Vito d’Asio, che prima non erano coinvolti. I comuni di Clauzetto e Vito d’Asio si aggiungono a quelli di Travesio, Meduno, Tramonti di Sotto, Castelnovo, Pinzano e Sequals, già coinvolti da questo regime. L’Azienda per i servizi sanitari numero 6 del Friuli occidentale ha ricordato che la vaccinazione si effettua nel comune in cui viene trovato l’animale infetto e nei comuni contermini. Nei comuni citati è obbligatoria la vaccinazione di tutti i cani dai 3 mesi in su. La vaccinazione è gratuita e viene effettuata dal personale del servizio veterinario dell’Azienda sanitaria 6 secondo la programmazione concordata con i Comuni stessi. Anche per quanto riguarda gli altri animali esposti al rischio di contagio - pecore, bovini al pascolo - la vaccinazione è gratuita, ma viene eseguita dopo una valutazione del rischio effettivo, sempre a cura del personale del servizio veterinario La novità principale della nuova ordinanza emessa dall’Azienda sanitaria 6 del Friuli occidentale, però, si riferisce al fatto che in tutta la provincia di Pordenone, adesso, oltre ai cani da caccia, dovranno essere vaccinati anche i cani utilizzati per attività di tipo ludico e amatoriale che si svolgono al di fuori dei centri abitati (attività che potranno essere effettuate liberamente una volta trascorsi almeno 21 giorni dalla vaccinazione). Quindi, di fatto, l’obbligo della vaccinazione si estende anche ai cani che vengono condotti in passeggiata libera in prati, campagne, boschi. L’ordinanza si riferisce, dunque, a cani che non vengono tenuti al guinzaglio. In questo caso la vaccinazione è a carico del proprietario, che dovrà rivolgersi ai veterinari liberi professionisti. L’ordinanza dell’Azienda sanitaria rinnova anche l’obbligo di tenere sotto controllo cani e altri animali domestici e di rispettare le norme sull’anagrafe canina. Per quanto riguarda, invece, le norme comportamentali di base alle quali è bene che la popolazione si attenga, rimangono validi i consigli forniti dal dottor Enzo Re, responsabile del servizio veterinario dell’Azienda sanitaria 6. Lo stesso ha dichiarato in materia: «Innanzitutto, in attesa della vaccinazione, è necessario accertarsi che i propri cani non vadano in giro e sfuggano al controllo. Bisogna poi evitare di toccare animali selvatici e se si avvistano è bene avvisare le autorità competenti, in particolare se manifestano un comportamento anomalo. Vale la pena sottolineare il fatto – ha continuato Da Re – che le volpi infette perdono infatti il loro normale comportamento, si avvicinano alle case, agli animali domestici, alle persone; sembrano mansuete ma invece tendono a mordere. Ovviamente se si è morsicati da queste volpi o da cani ci si deve recare subito al pronto soccorso. E’ anche bene sapere – ha concluso il responsabile del servizio veterinario dell’Azienda sanitaria 6 – che il contagio si trasmette soltanto attraverso il morso, il graffio o la lambitura (la leccatura su eventuali ferite)».


IL PICCOLO

15 NOVEMBRE 2009

 

Vaccinazione antirabbica ma non ai cani dei goriziani

 

di STEFANO BIZZI

 

Provincia di Gorizia - Estesa anche alla provincia di Gorizia la vaccinazione antirabbica obbligatoria. A deciderlo è stata la direzione generale del Dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli animali. In un documento inviato alla Regione, alla Provincia e ai servizi veterinari, il Ministero del Lavoro Salute e Politiche sociali estende a tutto il Friuli Venezia Giulia e alla provincia di Belluno le misure urgenti per prevenire la diffusione del contagio da rabbia silvestre nella provincia di Udine. La prima ordinanza, quella datata 12 ottobre, solleva però dei dubbi. A farsene portavoce è il presidente dell’Ordine dei veterinari della provincia di Gorizia Giovanni Tel. Documenti alla mano, illustra le incongruenze. Al primo comma dell’ordinanza si legge: «I cani, i gatti, i furetti al seguito di persone dirette nel territorio della provincia di Udine (e ora anche dell’Isontino, ndr) devono essere sottoposti a vaccinazione antirabbica precontagio almeno 21 giorni prima dell’arrivo nella provincia medesima e da non oltre undici mesi». In sostanza, significa che, ad eccezione dei cani utilizzati per la caccia (di cui si parla nelsuccessivo articolo 5), la vaccinazione antirabbica è obbligatoria solo per quegli animali che entrano in Friuli Venezia Giulia e non per quelli che già ci sono. «Stando al testo – spiega il dottor Tel –, paradossalmente, una persona che con un cane dovesse venire a trovare un goriziano da Milano, dovrebbe vaccinare per tempo il proprio animale, mentre il goriziano che ha in casa un gatto non ha nessun obbligo. A parte il caso di impiego di cani nelle attività venatorie, l’ordinanza non è chiara: dice e non dice e questo genera confusione. In ogni caso, bisogna dire che nel nostro territorio non sono stati registrati casi conclamati di rabbia». Sul fatto che la norma non sia di facile interpretazione concorda anche l’assessore provinciale all’Ambiente Mara Cernic. «Effettivamente se messa in questi termini non ha molto senso – riconosce l’esponente della giunta guidata da Enrico Gherghetta -. La notizia positiva è in ogni caso che in provincia di Gorizia non c’è la rabbia. La campagna di vaccinazione che abbiamo messo in campo ha dato risultati positivi e gli animali selvatici sono stati tutti vaccinati. Il problema è un altro: è che gli animali si spostano alla ricerca di cibo e di acqua da un’area a un’altra. Tornando però alla questione, credo che si tratti di una norma cautelativa. Se i nostri animali domestici non hanno la rabbia silvestre, a portarla deve essere per forza un individuo che arriva da fuori regione. Io la interpreto in questo senso perché i nostri esemplari sono tutti sani e il sistema sta reggendo». Diverso è il caso della provincia di Trieste dove è stato registrato il primo caso di rabbia silvestre e dove è scattato l’obbligo di vaccinazione per tutti i cani, i gatti e i furetti . I n regione il primo episodio si era registrato a Resia il 10 ottobre dello scorso anno e quello della provincia giuliana è il 37esimo caso. Tra i provvedimenti restrittivi conseguenti al ritrovamento di volpi infette sul territorio c’è l’obbligo di tenere i cani sempre al guinzaglio e gli altri animali sotto stretta sorveglianza. La normativa prevede inoltre che nei 60 giorni successivi all’ultimo caso accertato di rabbia non è possibile lasciare gli animali al pascolo. All’esecuzione dell’ordinanza sono chiamati i veterinari ufficiali, la polizia municipale, le forze di polizia, gli agenti di vigilanza ittico-venatoria, gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria: per i trasgressori sono previste sanzioni amministrative da 258,23 a 1.291,14 euro.

 

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