15 OTTOBRE  2009

IL GIORNALE

15 OTTOBRE 2009

 

Basta ai camion della morte che portano i cuccioli dall'Est

 

OSCAR GRAZIOLI

 

Forse è arrivato veramente il momento in cui, cuccioli di poche settimane d'età strappati alle mammelle della madre e al calore di fratelli e sorelle, cesseranno di morire nei ricoveri di cliniche veterinarie dove ai medici risulta impossibile contrastare un micidiale cocktail di parassiti, virus e batteri che si nasconde in quei corpicini nati a mille chilometri di distanza. Finalmente sarà assestato un colpo definitivo al turpe commercio dei cuccioli acquistati nell'Europa dell'Est (Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, ecc.) per una cantata e rivenduti a centinaia d'euro nei mercati del nostro Paese o nei locali di venditori privi di scrupolo.Ieri l'altro infatti, dal ministro degli Affari esteri Franco Frattini e dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini, è arrivato un ulteriore segnale deciso contro i trafficanti e gli importatori clandestini di cuccioli d'animali domestici. Nel corso di una conferenza stampa alla Farnesina i due politici di governo, da sempre notoriamente sensibili al benessere e alla tutela degli animali, hanno annunciato le iniziative prese, nei loro campi di competenza, al fine di porre un freno al dilagare dell'importazione di cani da quelle parti d'Europa dove i contadini hanno da tempo smesso di coltivare la terra o produrre latte, per darsi al più remunerativo sfruttamento di cagne di razza, la cui prole è destinata ai mercati dell'Ovest, quali appunto l'Italia, con tutti i rischi sanitari che questo comporta. Cuccioli staccati dalla madre a trenta giorni di età, da lustri varcano frontiere compiacenti di notte, su camion che li trasportano a centinaia verso i luoghi di raccolta, dove vengono avviati verso Ovest. Riempiti di antibiotici e immunoglobuline contro le principali malattie infettive dei cuccioli, sono poi venduti a ignari acquirenti che si trovano, entro un paio di giorni, il cagnolino in casa gravemente malato. Talvolta i loro certificati di nascita e sanitari vengono falsificati da veterinari correi che attestano date fantasiose e vaccinazioni mai eseguite.Il disegno di legge, approvato il 2 ottobre scorso, introduce un reato specifico di traffico clandestino d'animali che prevede la reclusione per chi se ne macchia, oltre a sanzioni amministrative, e la speranza di tutti è che tale disegno trovi una corsia preferenziale in modo da essere convertito in legge prima di Natale, come lo stesso Frattini ha auspicato. Il ministro degli Esteri si è particolarmente prodigato, ponendo mano a uno strumento legislativo diretto e, per questo, ha raccolto l'applauso convinto delle associazioni animaliste, in particolare della Lav, che gli ha inviato ringraziamenti pubblici calorosi, per bocca del suo presidente Gianluca Felicetti.Nel medesimo disegno di legge si rendono ancor più pesanti le pene per chi maltratta gli animali sottoponendoli a interventi di chirurgia vietati, se non in condizioni certificate dal medico veterinario, quali il taglio delle orecchie, della coda, l'asportazione di
unghie e denti. Il giro d'affari che ruota attorno all'importazione illegale di cuccioli dall'Est è stimato in circa 300 milioni di euro e l'aumento di valore dei cani acquistati in loco da importatori disonesti e privi di alcuno scrupolo è tale che essi mettono già in conto mortalità che sfiorano il 50% durante il viaggio dei «camion della morte». Sono soprattutto ShiTzu, Carlini, Terrier, Pinscher e Chihuahua, le razze più interessate da questa vergognosa tratta che ci auguriamo tutti abbia i giorni contati.


IL GAZZETTINO
15 OTTOBRE 2009
 
Quasi un centinaio di gatti scomparsi nel nulla ogni anno
 
SACILE- (ol.b.) Quasi un centinaio di gatti scomparsi nel nulla ogni anno. Bocconi avvelenati? Crudeltà? Maltrattamenti? Un po’ tutto questo. La stima è approssimativa, fatta sui pochi dati in possesso del nostro comune per il randagismo felino. I gatti “denunciati” nel comune sono un paio di migliaia, un dato che fa ipotizzare quasi 500 gatti randagi.  L’idea nata da un incontro tra l’assessore all’Ambiente Vannia Gava, Guido Iemmi della sede territoriale della Lav e il Presidente dell’Ordine provinciale Veterinari, Eriberta Ros, è quella di arrivare a un numero preciso delle colonie feline. «Ci attiveremo quanto prima – spiega l’assessore Gava - per procedere al censimento e partiremo da lì per arginare il più possibile tristi fenomeni di intolleranza ai felini che avvengono anche nel nostro comune». «Il progetto per la pianificazione delle colonie feline del territorio – spiega Iemmi – oltre al censimento prevede il corso per tutor di colonia, la cosiddetta gattara e la sterilizzazione e microchip per gatti randagi».Nell’incontro è nata anche la proposta di un regolamento per la tutela degli animali. 

IL SECOLO XIX
15 OTTOBRE 2009
 
Asia, gli orsi torturati in cerca di adozione
Animali in pericolo
Migliaia di plantigradi tenuti in gabbia per estrarre la bile Un'associazione apre una sede a Genova per cercare di salvarli
 
Annalisa Rimassa
 
«ADOTTATE UN ORSO: con 420 euro all'anno è possibile recuperare e riabilitare i maestosi giganti nei santuari protetti in Cina, a Chengdu, e in Vietnam, a Tam Dao». Con questo appello diramato anche tramite incontri, mostre e al Festival della Scienza apre a Genova l'unica sede italiana di "Animals Asia Foundation Italia", l'onlus che undici anni fa venne fondata dall'inglese Jill Robinson per salvare gli "orsi della luna" sia dalla caccia che da una crudeltà inveterata: quella di estrarre la bile dagli animali vivi per usarla nella medicina e nella cosmetica cinese.
Non a caso l'onlus ha scelto Genova e il suo centro storico, per avviare i primi passi: «È una città animalista dove il cuore batte anche per le creature indifese», motiva la scelta Antonello Palla, portavoce per la sezione italiana, presentando le sale di via San Marcellino 6/5 (tel. 010 2541998).
Gli orsi asiatici sono vittime di una crudeltà che sta impressionando il mondo: «Circa 20 mila orsi sono imprigionati in gabbie grandi quanto il loro corpo, dove resteranno per l'intero arco della loro esistenza», spiega la presidente dell'onlus Carmen Aiello. «Perché? Il loro unico torto è quello di essere in natura la specie animale che produce più bile, utilizzata come rimedio amaro-rinfrescante in diverse preparazioni della medicina tradizionale cinese».
Il metodo di estrazione della bile può variare, ma resta impressionante. In tutti i casi, una fistola viene aperta chirurgicamente attraverso la zona addominale. L'operazione viene fatta dagli stessi proprietari dell'allevamento, senza alcun supporto veterinario: «Un bastone d'acciaio è forzato attraverso la cistifellea in modo che la bile possa scorrere giù in un secchio». Due volte al gio rno, da ogni orso, vengono prelevati tra i 100 e i 150 ml di bile, compromettendo la capacità dell'animale di digerire adeguatamente. Gli orsi poi muoiono tra atroci sofferenze. Ed è qui che interviene Animals Asia Foundation Italia onlus: i proventi raccolti in tutto il mondo vengono spesi per liberare gli orsi e accoglierli in fattorie dove possono «vivere liberi e sereni»,
Anche dal punto di vista del business, i lager della bile non sono neppure così remunerativi: la sostanza animale può essere sostituita da ben 54 preparati erboristici, sottolinea Palla, o da altri prodotti di sintesi che in Asia vengono consumati in quantità maggiori rispetto a quella degli orsi torturati. Se il mondo protesta, anche nel Paese sotto accusa dilaga il malumore: «La maggior parte dei cinesi non ha mai utilizzato la bile d'orso e l'85% della popolazione - fa sapere l'onlus di Carmen Aiello- è favorevole alla sua sostituzione. Quasi t utti gli orsi detenuti negli allevamenti muoiono o si ammalano di cancro al fegato».
Ma come reagiscono i governi di fronte alla crudeltà sugli animali? Gli orsi della luna, precisa Antonio Palla, sono inclusi nell'Appendice I della Cites (Convenzione internazionale sul commercio delle specie protette): «Di conseguenza l'esportazione al di fuori dei confini della Cina di parti di questi animali e della loro bile costituirebbe una grave violazione. Tuttavia, prodotti a base di questa sostanza sono stati trovati in vendita anche in Giappone, Filippine, Corea, Hong Kong, Taiwan e Singapore, a testimonianza dell'esistenza di un mercato non certo limitato».
A consolidare la barbarie, il Governo cinese e i proprietari degli allevamenti di orsi proclamano ripetutamente che l'uso della cistifellea e dei prodotti derivati dalla bile d'orso appartiene alla cultura e alla medicina tradizionale cinese. «Un'antica consuetudine» quella delle fatto rie della bile che alla Natura costa sempre di più. La produzione di bile essiccata prodotta dagli allevamenti supera le 7 tonnellate, di cui solo 4 consumate. E gli orsi muoiono.
In Vietnam l'allevamento degli orsi è illegale dal 1992, ma si calcola che circa 4 mila esemplari siano illegalmente detenuti e sfruttati. Le fattorie della bile sono state proibite anche dal governo coreano che ha dichiarato illegale il sistema di estrazione della bile da orsi in vita. «Tuttavia, la riproduzione degli orsi in cattività continua nelle fattorie della bile e gli orsi di età superiore ai 10 anni possono essere legalmente macellati e la loro cistifellea venduta», è la voce degli animalisti genovesi che per la salvezza degli orsi sperano proprio nelle adozioni.
Il Traffic East Asia (l'organo che presiede al monitoraggio della fauna selvatica) ha calcolato che più di 1.300 orsi, soprattutto orsi neri del Nord America, rimangono nelle 108 fattorie della bile nella Corea del Sud. Meno di 30 esemplari sono allo stato brado. E l'estinzione è sempre più vicina.

LA VOCE DEL NORD D'EST
15 OTTOBRE 2009
 
Orso Dino, Catturato e liberato in Val Canali (VIDEO E FOTO)
 
Tonadico (Trento) - E' successo mercoledì notte a Primiero. Una task force della provincia di Trento è riuscita nell'intento di munire l'animale di radiocollare nei pressi di Tonadico. L'intervista a Luciano Gadenz, allevatore e testimone delle movimentata operazione
L'operazione nella notte - L'orso Dino è stato finalmente catturato. E' successo nella notte tra mercoledì e giovedì in Val Canali, a Primiero. Gli uomini del Servizio Foreste e Fauna della Provincia autonoma di Trento hanno catturato la notte scorsa in val Canali e munito di radiocollare, l’esemplare di orso maschio che dallo scorso mese di giugno gravitava nell’area.
Gli uomini che seguono da vicino il Progetto Orso della provincia di Trento, sono riusciti dopo qualche mese,  nell'intento di munire l'animale di radiocollare nei pressi di Tonadico. E' successo verso le due di notte. La successiva liberazione verso le otto del mattino. Nel Video le immagini ESCLUSIVE girate dalla nota guida alpina di Primiero,  Luciano Gadenz (anche allevatore) nei pressi del suo maso, dove l'orso è stato catturato e successivamente liberato con il radiocollare.
GUARDA IL VIDEO DELL'ORSO E L'INTERVISTA A LUCIANO GADENZ:
http://www.lavocedelnordest.it/articoli/2009/10/15/2381/orso-dino-catturato-e-liberato-in-val-canali-video-e-foto

ASCA

15 OTTOBRE 2009

 

ANIMALI: MARTINI, PROTOCOLLO PER TUTELA E GESTIONE A 'FIERACAVALLI'

 

Roma - Sara' attivato in occasione di 'Fieracavalli' (dal 5 all'8 novembre a Verona), un ''Protocollo per la tutela e la gestione dei cavalli'' predisposto dal sottosegretario alla Salute, Francesca Martini. Sotto l'egida del Ministero, saranno infatti a disposizione medici veterinari del Ministero stesso e delle ASL competenti, veterinari ippiatri delle principali Facolta' di Medicina Veterinaria nonche' i Tecnici degli enti tecnico sportivi di riferimento per tutte le attivita' connesse alla tutela e alla corretta gestione degli equidi.Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali sara' quest'anno, per la prima volta, partner istituzionale di Fieracavalli. Il Sottosegretario alla Salute On. Francesca Martini, veronese, annovera tra le sue deleghe la medicina veterinaria e il benessere animale ed e' il primo rappresentante di Governo a cogliere l'importanza strategica che la messa in rete delle competenze del Ministero con il comparto equestre ed ippico e' di fondamentale importanza per un corretto rilancio di tutto il settore del cavallo in Italia, divenendo anche un importante tassello di quelle attivita' volte alla salute ed al benessere dei cittadini.L'intento e' quello di testimoniare, in una cornice di livello internazionale che vede protagonisti cavalli, cavalieri e tanti cittadini, l'impegno del Governo per la promozione di tutte le attivita' che coinvolgono il cavallo, all'insegna della sana competizione, dello sport 'pulito', nel principio di tutela del benessere e della salute di entrambi gli atleti: equidi e cavalieri. Con l'attenzione a questi aspetti e la sinergia tra le Istituzioni, rilanceremo tutto il settore del cavallo in Italia con particolare attenzione alle attivita' di riabilitazione''.Il Ministero sara' presente con diverse attivita', prima tra tutte il progetto didattico ''Io amo i Cavalli'' rivolto ai bambini delle classi primarie e secondarie di primo grado per la promozione, attraverso la predisposizione di uno specifico percorso ludico-didattico, della salute del bambino attraverso lo sport e la corretta nutrizione, unitamente alla conoscenza di quello che e' un antico e fondamentale compagno dell'uomo: il cavallo.Una ''vetrina'' straordinaria come Fieracavalli, nata a Verona nel 1898, costituisce l'evento ideale per dare l'avvio ad un vero e proprio ''nuovo corso''. Il Sottosegretario Martini, infatti, intende con l'occasione introdurre con i vertici di Veronafiere ed i rappresentanti della Federazione Equestre Internazionale, l'iniziativa congiunta di un vertice internazionale, il ''G8 sulla tutela del cavallo'' che dalla prossima edizione si terra' ogni anno in occasione della manifestazione e sara' il risultato di un lavoro periodico a livello europeo e mondiale su argomenti specifici.


LIBERO

15 OTTOBRE 2009

 

ANIMALI: MARTINI, CODICE E G8 PER LA TUTELA DEL CAVALLO

 

Milano - Il primo Codice per la tutela e la gestione del cavallo, un G8 per promuovere il benessere di questo animale, e con gli stessi obiettivi un Protocollo e una Carta etica ad hoc. Sono alcune delle iniziative annunciate dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini, presentando oggi a Roma la manifestazione internazionale Fieracavalli 2009. La kermesse e' nata a Verona nel 1898, e quest'anno per la prima volta il ministero del Lavoro, salute e politiche sociali e' partner istituzionale. Per l'occasione e' in programma anche il progetto 'Io amo i cavalli', rivolto agli alunni delle classi primarie e secondarie di primo grado per promuovere - attraverso uno specifico percorso ludico-didattico - la salute dei bambini grazie a sport e corretta nutrizione. Oltre alla conoscenza e all'amore per il cavallo. Martini definisce Fieracavalli "un modello internazionale di sinergia tra le Istituzioni". Gli obiettivi generali da perseguire sono "la promozione delle attivita' equestri, la tutela della salute e corretta gestione del cavallo, la ricerca in campo medico-veterinario, la relazione uomo-animale come motore di benessere". Pertanto "a Fieracavalli presentero' il primo Codice per la tutela e la gestione del cavallo - anticipa il sottosegretario - con l'obiettivo di contribuire al rilancio del comparto e conferire all'Italia un ruolo europeo ed internazionale in materia di cultura equestre".Secondo Martini, "gli eventi equestri di particolare rilievo devono costituire anche occasioni importanti per la diffusione e la crescita di una corretta cultura equestre e di sviluppo di questo settore della medicina veterinaria nel nostro Paese, oltre che di un'etica che va posta alla base di tutte le molteplici attivita' che coinvolgono il cavallo e gli animali in senso lato. E' per tale ragione - sottolinea - che ritengo importante la presenza del ministero nell'ambito di Fieracavalli 2009. L'intento e' testimoniare l'impegno del Governo per la promozione di tutte le attivita' che coinvolgono il cavallo, all'insegna della sana competizione, dello sport 'pulito', nel principio di tutela del benessere e della salute di entrambi gli atleti: equidi e cavalieri. Con l'attenzione a questi aspetti e la sinergia tra le Istituzioni, rilanceremo tutto il settore del cavallo in Italia con particolare attenzione alle attivita' di riabilitazione"


CRONACA QUI

15 OTTOBRE 2009

 

Milano - Fiamme in via Palmanova

INCENDIO IN CASA: CAGNOLINO SALVATO DAI POMPIERI

 

MILANO - Un cane lasciato solo in casa ha rischiato di rimanere coinvolto nell’incendio nato all’improvviso in un appartamento di via Palmanova. L’animale è riuscito a cavarsela con una lieve intossicazione. Una volante della polizia, due giorni fa alle 16, ha notato le fiamme divampare dalle finestre di uno stabile. Dopo l’intervento dei vigili del fuoco, hanno verificato che in casa c’era soltanto il cane, tratto subito in salvo dai pompieri. La coppia brasiliana di padroni di casa e del cagnolino erano infatti fuori per lavoro. Al suo arrivo, la moglie 51enne ha detto di non poter immaginare i motivi dell’incendio e che aveva lasciato acceso soltanto il computer portatile. Le fiamme sono state spente e l’appartamento reso inagibile. Il cane. Il cagnolino è stato soccorso dal veterinario e le sue condizioni di salute sarebbero buone.


IL TIRRENO

15 OTTOBRE 2009

 

È sparito nel nulla Rasco, cane da tartufo il proprietario è convinto si tratti di furto

 

LA SERRA (PI). I ladri, che da alcune settimane hanno preso di mira i piccoli centri del sanminiatese, non si fanno mancare niente. Nelle notti scorse a La Serra hanno rubato un cane di razza Lagotto, amico assai prezioso dei cercatori di tartufi.  Il cane, di circa tre anni mezzo, risponde al nome di Rasco. È regolarmente tatuato.  In questi anni non è mai fuggito dal giardino dove abitava insieme al suo padrone, Gerardo Mastrolia, che ora è convinto che l’animale gli sia stato rubato.  Il cane è di taglia media, colore bianco-marrone scuro e ha il pelo riccio. Se per caso qualcuno lo vedesse può rivolgersi sia alla polizia municipale di San Miniato che all’Asl di Castelfranco di Sotto dove è stata denunciata la scomparsa del cane.  È anche probabile che il cane venga usato da qualcuno appassionato di passeggiate nei boschi e magari che ama andare in cerca di tartufi.  A convincere il proprietario che il cane possa essere stato rubato è anche una circostanza che gli è stata riferita da alcuni vicini. Prima del furto, infatti, è stata vista un’auto sospetta (di colore bianco) con due persone a bordo.  Negli ultimi tempi, inoltre, a La Serra di San Miniato ci sono stati alcuni furti nelle case e questo ha fatto crescere i timori degli abitanti che hanno aumentato le attenzioni facendo caso a persone e auto sospette.


IL MATTINO

15 OTTOBRE 2009

 

Lilli, plastica, vai

 

Afragola (NA) - «Lilli, plastica, vai». La cagnetta Lilli ha il pelo lungo, il naso fino e l’occhio intelligente. Non sbaglia. Dici plastica o alluminio e ripone nel secchio giusto. Dici carta e il risultato è brillante. Una carezza e un comando, un rimprovero e un bocconcino goloso. Certo, ne hanno avuta di pazienza gli addestratori. Ma guardate un po’ che lezioni a quattro zampe ora dà Lilli, ospite d’eccezione per una dimostrazione nel parco commerciale di Afragola: differenzia i rifiuti bene e meglio degli umani pigri, distratti e indifferenti. Lilli incanta i bambini. «Papà, guarda Lilli. A casa io e te facciamo lo stesso gioco. Io dò i comandi e tu dividi l’immondizia»: la sa lunga il piccolo tenuto per mano ai bordi del campo di dimostrazione di due maestri dell’educazione cinofila, Massimo Perla e Angelo Falletta, quest’ultimo autore del progetto «Differenziamoci». Il bambino ha recepito il messaggio, chissà il papà. Lilli ha colpito nel segno nell’Agility dog del parco commerciale. Lei, forse, non sa a che cosa serve differenziare ma lo fa. Un giorno per gestire bene i rifiuti si dovrà pensare ad allevamenti intensivi: amici a quattro zampe per salvare il pianeta. E allora varrà ancor di più il detto: più conosco gli umani, più amo gli animali.


IL TIRRENO

15 OTTOBRE 2009

 

Cerca di uccidere due cani col veleno Trovata salsiccia sospetta in un giardino

 

NAVACCHIO (PI). Dopo gli episodi che hanno interessato Casciana Terme, anche a Navacchio la Dav (associazione che si batte in difesa dell’ambiente e della vita nelle sue varie forme) è venuta a conoscenza di un altro caso di polpette avvelenate. Due cani sono riusciti a salvarsi, grazie alla prontezza del proprietario e all’intervento di un veterinario.  «Segno che anche le nostre campagne di sensibilizzazione e informazione - dice la Dav - riguardo agli avvelenamenti cominciano a sortire i loro effetti, formando una cittadinanza più consapevole e maggiormente in grado di riconoscere il pericolo a prima vista». La salciccia avvelenata è stata inviata all’Istituto zooprofilattico per analizzarla. Il proprietario dei cani ha presentato una denuncia, sperando che possa essere individuato l’autore del gesto. In questo modo potrà anche essere chiarito perchè ha gettato la polpetta nel giardino.  Un avvelenamento che anche in questo caso è stato scongiurato attraverso massicce dosi di vitamina K, antidoto efficace contro il decumarolo, componente di molti topicidi. «Vogliamo ribadire la nostra perplessità verso la libera circolazione e vendita di tali pericolose sostanze, per le quali auspichiamo la promulgazione di una normativa che regoli con maggior rigore la loro reperibilità», continua la Dav.


LA NUOVA SARDEGNA

15 OTTOBRE 2009

 

Mai più cani e gatti abbandonati nei terrazzi, multe per gli aguzzini

 

CAGLIARI. Mai più cani ostaggi di padroni senza cuore, che semmai li costringono per giorni e giorni sotto il sole nel terrazzo di casa o in cuccia di lamiera sul balcone. Gli aguzzini saranno multati fino a 200 euro e su questa violazione la tolleranza dei vigili urbani sarà zero. A stabirlo è il regolamento sulla tutela degli animali, approvato avant’ieri in Consiglio comunale dopo un lungo iter in commissione.  Nei fatti il regolamento è una carta dei diritti per cani, gatti e altri animali domestici. Tra gli altri divieti previsti: non possono essere ceduti animali in pegno o come pagamento di vincite.  Sono molto restrittivi anche i criteri sulla custodia, a cominciare dal no secco alla barbarie degli abbandoni, sanzionata, per proseguire con il divieto di trasformare terrazzi e solarium in canili a cielo aperto.  Il regolamento ha stabilito anche l’apertura in Comune dell’Ufficio degli animali, sportello a cui i cittadini potranno rivolgersi per avere informazioni e consulenze veterinarie.  Resta un punto ancora da chiarire: cani e gatti potranno essere trasportati sugli autobus del Ctm? Per adesso no, vista la discrepanza tra il regolamento comunale che lo permetta e quello del Ctm che invece lo vieta. Il problema dovrebbe essere superato, nei prossimi giorni, con un incontro tra il vicesindaco Maurizio Onorato, anche assessore al Traffico, e il direttore del Ctm, Ezio Castagna.


IL GAZZETTINO

15 OTTOBRE 2009

 

S. Giorgio in Bosco. Il sindaco ordina ai cacciatori: «Sterminate i piccioni»

 

Germana Cabrelle

 

SAN GIORGIO IN BOSCO (Padova) - Il sindaco Bobo Miatello si scaglia contro i piccioni. Ieri ha emesso un’ordinanza che autorizza i cacciatori ad abbatterne 250 al mese entro il periodo venatorio, cioè fino al 31 dicembre. A San Giorgio, il numero degli indesiderati volatili è in aumento, così come lo sono le segnalazioni e le lamentele per i disagi e i danni da guano arrecato agli edifici pubblici e privati.
«I 12 mila euro spesi dalla passata amministrazione per i falchi predatori – spiega Miatello - non hanno sortito alcun effetto e siccome la legge regionale dà facoltà al Comune di adottare piani di controllo e di limitazione numerica dei colombi mediante cattura o abbattimento, ho deciso di procedere in questo senso. Dobbiamo eliminarne almeno ottocento, perché i dissuasori elettrici, gli spuntoni e la sterilizzazione sono inutili, oltre che costosi. I piccioni sono portatori di malattie e vettori di virus: il problema, quindi, è anche igienico-sanitario, non solo di decoro urbano. Per questo è urgente intervenire con un’azione drastica».
I cacciatori, singoli o riuniti in associazioni, dovranno comunicare mensilmente all’ufficio Ambiente del Comune, per mezzo di una autodichiarazione, il numero di piccioni uccisi. Le carcasse degli animali morti dovranno essere interrate a una profondità adeguata, in aree non direttamente interessate alla coltivazione di prodotti agricoli e distanti da corsi d’acqua naturali e risorgive.
«Con lo stesso provvedimento – conclude il sindaco - invito la cittadinanza a chiudere eventuali fori presenti negli edifici o nei sottotetti, per impedire la nidificazione e la proliferazione di questa specie e raccomando di non somministrare alimenti ai colombi per non richiamare ulteriori esemplari».


VITERBO OGGI

15 OTTOBRE 2009

 

Allevava cani abusivamente, denunciato

La struttura posta sotto sequestro conteneva 60 labrador e jack russell

 

I carabinieri del Nas di Viterbo, nel corso dei servizi volti alla tutela del benessere degli animali d'affezione, hanno denunciato al sindaco del posto, il titolare di un allevamento di cani di razza della provincia di Viterbo, per aver: attivato un allevamento di cani senza autorizzazione amministrativa; omesso di impiantare e compilare il registro di carico/scarico dei cani. Inoltre, l'uomo, non aveva registrato i cani detenuti presso l'anagrafe. Nella circostanza è stata sottoposta a sequestro amministrativo-cautelativo-sanitario l'intera struttura comprendente 19 box e 60 cani, prevalentemente di razza jack russell e labrador.


TUSCIA WEB

15 OTTOBRE 2009

 

SEQUESTRATO ALLEVAMENTO ABUSIVO DI CANI

 

Sequestrato allevamento di cani abusivo. I carabinieri del Nas di Viterbo, nel corso di un servizio volto alla tutela degli animalii, hanno denunciato al sindaco di un paese della Provincia, il titolare di un allevamento di cani di razza.L'allevamento in questione, infatti, era sprovvisto delle autorizzazioni amministrative.Il titolare, inoltre, non aveva compilato il registro di carico/scarico dei cani, né identificato e registrato all'anagrafe gli animali dell'allevamento.L'intera struttura, che comprendeva 19 box e 60 cani jack russel e labrador, è stata sottoposta a sequestro amministrativo cautelativo sanitario.


IL MATTINO

15 OTTOBRE 2009

 

Questa volta è toccato a un allevamento bufalino

 

Provincia di Caserta - Questa volta è toccato a un allevamento bufalino, a un panificio non in regola e a una sala mungitura. Continua l’azione dei carabinieri del Nas impegnati in numerose azioni di controllo a scopo preventivo e repressivo in tutta la provincia di Caserta. L’attenzione è rivolta in particolare al settore zootecnico. E così, in un allevamento bufalino di San Cipriano d’Aversa, costituito da 16 capi, i Nas hanno accertato che erano disattese le norme e le prescrizioni imposte dall’autorità sanitaria in materia di profilassi anti-brucellosi: in pratica non erano stati separati gli animali infetti da quelli sani. Inoltre, hanno accertato i carabinieri del Nas, la sala mungitura annessa a un allevamento di Villa Literno, versava in condizioni fatiscenti sia dal punto di vista strutturale che da quello igienico-sanitario. Infine, i Nas hanno controllato un panificio a Maddaloni mantenuto in attività nonostante fosse privo di autorizzazione e in pessime condizioni igienico-sanitarie. Nel corso delle verifiche il Nas, insieme a personale medico dell’Asl, ha disposto il sequestro dell’allevamento e del panificio nonché la chiusura della sala mungitura. Le violazioni riscontrate, di carattere penale e amministrativo, hanno quindi portato alla denuncia in stato di libertà, dei titolari delle strutture.


IL TIRRENO
14 OTTOBRE 2009
 
Il Comune si prende cura di ottanta cani randagi
 
CARRARA. L’Amministrazione comunale è attenta ai problemi legati all’ospitalità dei cani randagi.  A Carrara non esiste un canile e per i circa 80 cani randagi a carico del comune, sono state attivate convenzioni con le strutture presenti a Verona (dove si trovano attualmente 40 cani), Reggio Emilia e Modena. Grazie alla preziosa collaborazione prestata dalle associazioni di volontariato, nel 2008 è stato possibile non far partire nessun cane verso i canili rifugio, ma farne rientrare cinque, che sono stati affidati ad altrettante famiglie di Carrara.  «La scelta di trasferire alcuni cani dal vicino canile di Tavolara di Ortonovo a quello di Verona è dovuta al fatto che si verifica una notevole riduzione dei costi - dichiara l’assessore all’ambiente Roberto Dell’Amico - a Verona l’ospitalità costa, infatti, 2,17 più iva al giorno, mentre a Tavolara la tariffa è di circa 4 euro. Nonostante ciò, l’iter scelto dall’Amministrazione per agevolare l’affido è stato quello di prevedere che il cane, dopo essere stato per due mesi al canile sanitario di Massa, possa restare per almeno sei mesi a Tavolara».  L’assessore Roberto Dell’Amico assicura che gli animali, sebbene lontani da Carrara, vengono seguiti e monitorati dagli uffici, che effettuano personalmente verifiche periodiche sulle loro condizioni e lo stato di benessere. I canili esterni vengono visitati dai veterinari della Asl, che hanno l’obbligo di certificare lo stato di salute degli animali.  Al fine di far rientrare i cani sul territorio, proseguono anche le pratiche per realizzare gli affidi, tramite l’operato dei volontari che mantengono contatti con le famiglie di Carrara che intendono adottare un cane, proponendo foto e descrizione dell’animale, anche se lontano.  Intanto, è in atto, da parte dell’assessorato e degli uffici competenti, la revisione del “Regolamento comunale sul modo di trattare gli animali da affezione”, che da alcuni anni attende di essere modificato, al fine di farlo diventare uno strumento ancora più rispondente alle esigenze e ai bisogni degli animali e dei loro padroni. L’assessore Dell’Amico respinge, dunque, le accuse di una mancanza di progettualità e di scarsa sensibilità su queste tematiche, anche se è evidente che in questo ambito, come in ogni azione portata avanti dall’Amministrazione, è necessario guardare anche all’economicità del risultato.

IL SECOLO XIX

15 OTTOBRE 2009

 

Obama riapre la caccia e il lupo del far west rischia l'estinzione

 

MENTRE LIGURIA E PIEMONTE rinforzano l'attenzione e la protezione sul lupo, negli Usa le leggi che minacciano il lupo grigio stanno scatenando la protesta. «Una civiltà si riconosce per come rispetta gli animali». «L'uomo che non ama l'animale non può vincere premi per la pace», sono alcune delle invettive on line rivolte al presidente Obama, reo di avere autorizzato la riapertura della caccia al lupo nell'Idaho. Nei siti www.thepetitionsite.com/20/help-protect-the-gray-wolves e www.thegoodshipliana.com si raccolgono le firme contro la decisione del neo Nobel per la Pace di togliere la tutela sui lupi grigi, già in pericolo di estinzione.
A gennaio Obama «aveva bloccato la pubblicazione dei regolamenti federali pianificati dalla precedente amministrazione - si legge sul sito ecoblog.it - questa azione permetterà alla nuova amministrazione di rivedere alcune decisioni politiche dell'era Bush, come quella di rimuovere i lupi grigi dalla lista delle specie a rischio di estinzione nel Montana, Idaho, Minnesota, Wisconsin e Michigan, e in porzioni di Oregon, Utah, North Dakota, South Dakota, Iowa, Illinois, Indiana, Ohio e dello stato di Washington». Ma la speranza non è stata ben riposta. In Idaho e Montana la caccia è stata riaperta, come avveniva ai tempi del Far West, autorizzando rispettivamente 220 e 75 uccisioni, per venire incontro alle lamentele degli allevatori.
Per Michael Robinson, del Center for Biological Diversity, «invece di rimuovere le protezioni sui lupi», Obama dovrebbe favorirne la riproduzione, visto che è appena «iniziato un ripopolamento dopo le passate persecuzioni». I lupi grigi sono infatti spariti dal 95% dal loro habitat naturale storico. Per gli animalisti, l'equilibrio ecologico di milioni di acri di foreste e parchi nazionali dipende in gran parte da questi sovrani dei boschi.
La notizia della decisione di Obama è rimbalzata con clamore in Europa dove il lupo invece è tornato e dove, soprattutto nell'entroterra ligure, la preziosa specie da anni viene studiata e protetta. Nel gennaio scorso le regioni Piemonte e Liguria hanno ribadito la convenzione di collaborazione per proseguire insieme le attività di conservazione e gestione sostenibile del lupo nelle Alpi. Da tempo il lupo è protetto dalla Direttiva Habitat dell'Unione Europea, quale specie di «prioritario interesse comunitario», e dalla convenzione di Berna che lo inserisce tra quelle minacciate di estinzione.
Sotto alla firma "Lupo bianco" a fianco della petizione contro Obama si legge ancora: «Raccogliamo le nostre menti per inviare saluti e ringraziamenti a tutte le vite animali nel mondo: hanno molto da insegnarci. Noi gli animali li vediamo vicino alle nostre case e nelle profonde foreste. Li vediamo con piacere. E speriamo che sia sempre così».


IL SECOLO XIX

15 OTTOBRE 2009

 

Pensionato ucciso a caccia

 

Provincia di Alessandria - Un movimento nel campo di mais, la sagoma di un animale scuro che sembra il cinghiale avvistato qualche giorno prima. I due cacciatori si avvicinano, uno spara e colpisce mortalmente un altro cacciatore che si trova all’interno della coltivazione, completamente nascosto dalle piante di granoturco. È la drammatica sequenza dell’incidente accaduto ieri mattina in una zona di campagna tra Valenza e San Salvatore Monferrato. La vittima è il commerciante orafo in pensione Giampiero Da Broi, 74 anni ancora da compiere, abitante a Valenza in via Noce. A sparargli un abitante di San Salvatore, ora indagato per omicidio colposo. I due non si conoscevano, per fatalità le loro strade si sono incrociate in località Gadana, a lato della provinciale che collega i due centri. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, Da Broi è uscito di casa verso le 8 per recarsi a caccia. Da solo, come solitamente faceva. È andato a prendere il suo cane, un bracco, e si è diretto verso la zona collinare. Posteggiata l’auto, il pensionato ha iniziato a scarpinare alla ricerca di selvaggina. Nella zona, che fa parte dell’Ambito territoriale Al1, si trovano fagiani e lepri. In località Gadana sono arrivati anche i due di San Salvatore Monferrato, a loro volta appassionati cacciatori. Lasciata la strada asfaltata c’è uno sterrato che sale verso la collina tra appezzamenti di terreno e tre case, distanti una dall’altra. I campi sono tutti arati, ad eccezione di un’estesa coltivazione di granoturco. Da Broi si infila dentro, forse il cane ha fiutato delle tracce e sta seguendo la pista della lepre. I movimenti delle piante richiamano l’attenzione degli altri due cacciatori, che stanno camminando all’esterno della coltivazione. Si avvicinano e, tra foglie e pannocchie, sembra loro di intravedere un cinghiale, già segnalato domenica scorsa da altri cacciatori. I due si avvicinano e si appostano. Non possono scorgere il pensionato che si trova distante una ventina di metri, all’interno del campo, completamente nascosto dalle alte piante di granoturco. È un attimo. II cacciatore di San Salvatore preme il grilletto del suo fucile calibro 12 in direzione della macchia scura appena intravista. Una parte della rosa di pallini raggiunge da Broi alla schiena e l’uomo si accascia, senza un lamento. Lo trovano i due cacciatori, avvicinatisi dopo lo sparo. Corrono subito sulla strada per dare l’allarme e pochi minuti più tardi arriva sul posto l’elisoccorso. Il medico cerca di rianimare il pensionato ma purtroppo non c’è più nulla da fare.Gli accertamenti per ricostruire l’accaduto sono affidati al comandante della stazione carabinieri di Valenza, Cosimo Cicero, e ai suoi uomini. Gli investigatori hanno subito ascoltato i due cacciatori entrambi sotto choc e i familiari della vittima. I fucili sono stati posti sotto sequestro. La Procura della Repubblica di Alessandria ha aperto un fascicolo a carico dell’uomo che ha sparato per omicidio colposo. Il magistrato in giornata disporrà l’autopsia sul corpo della vittima e una perizia balistica. La notizia dell’incidente si è diffusa rapidamente non solo nell’ambiente dei cacciatori, dove sia la vittima, l’orafo di Valenza, sia colui che ha sparato sono molto conosciuti. «Si sono sommate due imprudenze», commenta un esperto di caccia. E spiega: «In base alla legge regionale numero 70 l’attività venatoria è vietata all’interno delle colture in attività, cioè quando ci sono i frutti pendenti. Prima di premere il grilletto, occorre avere la certezza di sapere a cosa si spara».Non è la prima volta che in provincia avvengono incidenti di caccia, l’ultimo risale ad alcuni anni fa nel Tortonese. «Troppo pericoloso» dice chi è contrario alla caccia mentre i sostenitori replicano che l’attività venatoria viene praticata da sempre. I cacciatori in provincia, pur diminuiti rispetto al passato, sono circa 7 mila ai quali si aggiungono altri 3 mila provenienti da fuori.


GAZZETTA DI PARMA

15 OTTOBRE 2009

 

Ciclista impallinato da un cacciatore

 

Calestano (PR) - Un ciclista 47enne è stato impallinato mentre pedalava lungo la provinciale di Calestano: un pallino lo ha colpito al braccio che ha cominciato a sanguinare e così l'uomo è stato costretto a rivolgersi al pronto soccorso.Per fortuna la ferita era lieve: il pallino è uscito e l'uomo è stato medicato e dimesso con una prognosi di quattro giorni. Ma il pallino poteva colpire un occhio. Il 47enne ha notato e fotografato due cacciatori a una settantina di metri dalla strada, ma questi, nonostante gli inviti ripetuti del ciclista, non si sono fermati e, anzi, lo hanno insultato.Ora li stanno cercando i carabinieri perché il ciclista ha presentato una querela per lesioni.


GREEN REPORT

15 OTTOBRE 2009

 

Cinghiali: record di catture nel parco dell’Arcipelago toscano. Un esempio anche per la Toscana continentale?

 

LIVORNO. E' probabile che dall'isola d'Elba, il territorio che negli anni scorsi era ritenuto più problematico per la presenza di cinghiali (importati sull'isola negli anni '60 a scopo venatorio) possa venire un pezzo di soluzione per un problema diventato toscano e nazionale ed anche qualche "lezione" e sorpresa nelle quali ci si imbatte scorrendo i dati presentati dal parco nazionale dell'Arcipelago toscano.Nel 2009 nel territorio protetto si è registrato un aumento di catture con le trappole del 30% rispetto al 2008, raggiungendo i 1050 cinghiali catturati e questo utilizzando solo 62 trappole nel parco che hanno preso molti più cinghiali dei 300 cacciatori che si dedicano all'Elba a questo tipo di caccia.Il numero di capi catturati è molto più alto di quello ottenuto quando il parco consentiva le battute anche dentro l'area protetta, una pratica poi fatta cessare dal Tar e dal ministero perché violava la legge.«L'incremento delle catture - spiega Giacomo Montauti, un biologo del parco - è stato probabilmente causato da condizioni meteorologiche favorevoli (contraddistinte da scarse precipitazioni), ma soprattutto da un notevole miglioramento della capacità operativa della ditta concessionaria».Inoltre è stata sperimentata con successo per la prima volta la cattura dei mufloni (altro ungulato importato all'Elba ed esploso numericamente), sono stati prelevati 177 capi, mentre i selecontrollori devono contribuire ad ottenere una riduzione totale di 520 mufloni.E qui accade qualcosa di strano, mentre la caccia di selezione al muflone per riportare la popolazione degli ovini selvatici entro un limite sopportabile dall'ecosistema elbano sembra funzionare, i selecontrollori sono molto meno efficienti con i cinghiali.Dopo un corso di formazione ad hoc e due anni di sperimentazione i 46 selecontrollori iscritti all'albo del parco nazionale nel 2009 hanno abbattuto in tutto 174 cinghiali, ma se si va a vedere i numeri forniti dal parco 9 di loro non hanno preso neppure un animale ed i 15 "più bravi" hanno abbattuto 133 cinghiali (circa il 77% del totale).E' evidente che sui selecontrollori pesano molto le pressioni delle squadre di caccia al cinghiale che non vedono di buon occhio gli abbattimenti selettivi e vogliono avere a disposizione cinghiali in abbondanza. Non è un caso se l'aumento delle catture è avvenuto nonostante un'attività continua ed organizzata di sabotaggio vandalico delle trappole del parco. «Le variabili che determinano l'efficacia di un selecontrollore sono essenzialmente: la disponibilità, la volontà, la capacità e la possibilità di operare in un'area con una buona densità di cinghiali - si legge nel rapporto del parco -  Questi fattori non sono di facile interpretazione anche se certamente in alcuni particolari casi è evidente, anche se non dimostrabile, il prevalere della mancanza di volontà di aumentare l'efficacia degli interventi per motivi legati all'attività venatoria».Quello che sta succedendo all'Elba potrebbe servire da lezione per la Toscana continentale, dove il problema cinghiali è esploso in tutta la sua drammatica acutezza. I cacciatori non sono la "medicina" per guarire una malattia causata da una politica venatoria fatta di immissioni indiscriminate di animali provenienti dall'Europa centro-settentrionale, al loro intervento si deve associare un'opera di cattura che coinvolga enti pubblici, agricoltori e cittadini. Tenendo conto che, nonostante la nuova legge toscana sulla caccia che punta ad abbattere molti più cinghialio, il problema sarà sempre quello di chi vuole avere tanta "selvaggina" disponibile e facilmente cacciabile e che invece vuole difendere le attività agricole e la biodiversità dall'esplosione dei cinghiali.Ci vorrebbe una gestione venatoria che diventi davvero gestione ambientale, ma, come dimostra l'esempio elbano, ai buoni propositi ed agli impegni non corrispondono sempre comportamenti conseguenti e virtuosi. E l'ente pubblico deve pagare il prezzo di una cattiva gestione faunistica e dell'introduzione di animali per scopi "sportivi" che si è trasformata presto in un problema ambientale e di salvaguardia dell'agricoltura. E magari poi sentirsi dire dai cacciatori che se ci sono tanti cinghiali è colpa del parco che ne cattura molti più di quanti loro ne abbattano con la libera caccia e come selecontrollori.


ECO DI SICILIA

15 OTTOBRE 2009

 

Caccia: il Tar accoglie ricorso contro il calendario venatorio

 

Da oggi caccia sospesa nella maggior parte delle 29 aree "Zone di Protezione Speciale" (ZPS) interessate dalla migrazione degli uccelli - tra cui tutte le Isole minori - e nei Pantani della Sicilia sudorientale (prov. Di Siracusa). "Danno grave ed irreparabile" per la fauna perché la Regione non ha tutelato le specie migratrici di rilevante importanza ornitologica. Così ieri sera si è espressa la prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo che ha emesso tre ordinanze di sospensione del Calendario Venatorio regionale - nn. 692, 693 e 694 del 2009 - a seguito di ricorso delle Associazioni ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), LAV (Lega Anti Vivisezione), LEGAMBIENTE, MAN (Associazione Mediterranea Natura) e WWF (Fondo Mondiale per la Natura) contro il decreto del 31 agosto 2009 dell'Assessore regionale all'Agricoltura e Foreste, on. Michele Cimino, che disciplinava la caccia nelle ZPS individuate dall'Unione Europea.
Ancora un'altra vittoria del fronte ambientalista ed animalista contro la deregulation della caccia in Sicilia: già una prima volta il TAR, con decreto urgente n. 922 del 30 settembre scorso, aveva accolto la richiesta di sospensione sui ricorsi presentati dalle Associazioni, determinando uno "stop" alla caccia nelle ZPS in via provvisoria; adesso la sospensione della
caccia è stata confermata per tutta la stagione venatoria.
In sostanza da oggi è vietata qualsiasi attività venatoria in tutte le aree di pregio ambientale indicate dalle direttive CEE come ZPS - tra cui le Isole di Ustica, Marettimo, Levanzo, Pantelleria, Alicudi, Filicudi, Stromboli, Salina, Linosa e
Lampedusa - interessate dalla migrazione degli uccelli, nonché nelle aree umide della Sicilia sudorientale: "Pantano
Morghella, Pantani della Sicilia Sud Orientale e Pantano di Marzamemi" (Siracusa). Fino a quando la Regione non disciplinerà adeguatamente la tutela delle rotte migratorie, l'esercizio della caccia in tutte queste ZPS interessate dalla migrazione dell'avifauna da oggi costituisce reato punito con le sanzioni penali previste per l'attività venatoria nelle aree protette
ed in periodo non consentito (art. 30, Legge 157/92).
Grande soddisfazione per questa seconda importante vittoria da parte di ENPA, LAV, LEGAMBIENTE, MAN e WWF che, difese dal team di legali composto dagli avvocati Nicola Giudice, Antonella Bonanno, Pier Francesco Rizza e Giovanni Crosta, hanno visto confermate dai giudici le proprie tesi: i provvedimenti in materia di caccia devono necessariamente essere rispettosi del
quadro normativo statale e comunitario, che antepone la conservazione della fauna agli interessi venatori.
Le Associazioni ambientaliste ed animaliste, infine, auspicano che i competenti Organi di vigilanza e le Forze dell'Ordine si attivino con adeguati servizi di controllo e prevenzione, affinché venga garantita la piena esecuzione delle ordinanze del TAR, non fosse altro perché l'abusivo esercizio della caccia costituirebbe grave danneggiamento del "patrimonio
indisponibile dello Stato" costituito dalla fauna.


IL GAZZETTINO ROVIGO
15 OTTOBRE 2009
 
Volpi scatenate nei pollai: è allarme a Ca’ Garzoni
 
Allarme volpi nell’Adriese. La segnalazione non è nuova: il 15 luglio numerose famiglie di Ca' Garzoni avevano segnalato il problema alla Provincia che non avrebbe mai risposto alla segnalazione corredata di numerose firme. Da qui la decisione di rivolgersi al capogruppo del Pdl adriese Daniele Ceccarello chiamando in causa Provincia e l'Ulss 19. «Da qualche mese si stanno verificando ripetute incursioni nei pollai ed i recinti di avicoli nella zona - scrivono i residenti -. Qui vige il divieto di caccia e di ripolamento consentendo un notevole ritorno della fauna selvatica: lepri, fagiani, germani reali, quaglie ed altri volatili».Per i residenti proprio la presenza di tutta questa selvaggina avrebbe incentivato lo sviluppo di popolazioni delle volpi storicamente presenti in zona. "La presenza di questi predatori in vicinanza delle abitazioni - concludono i firmatari - può inoltre costituire un pericolo di trasmissione di malattie infettive anche ai cani normalmente presenti nelle corti rurali".

IL GAZZETTINO BELLUNO
15 OTTOBRE 2009
 
Cartelli luminosi per evitare gli animali
 
Nei punti più pericolosi in territorio di Vallada, dove in passato si sono verificati incidenti a causa dell’attraversamento di animali selvatici, sono stati posizionati in questi giorni vari segnali di pericolo. Due fari lampeggianti dall’imbrunire fino alle prime ore dell’alba avvertono gli automobilisti del pericolo esistente in quei tratti di strada. Un intervento questo realizzato da “Veneto Strade” ente al quale va un plauso per essere intervenuta a promuovere una azione nel tentativo di attenuare il rischio di incidenti. Fabio Luchetta, sindaco di Vallada, dove si sono verificati solo l’autunno scorso oltre 10 incidenti stradali a causa di attraversamento di animali, è molto soddisfatto che qualcosa finalmente si sta muovendo in questo senso. «Anzitutto ringrazio “Veneto Strade” per aver provveduto a promuovere questa iniziativa dei segnali luminosi, che se non risolverà del tutto il problema almeno lo attenuerà e finalmente anche l’utente della strada può vedere che qualcosa si sta muovendo per affrontare il problema». Inoltre, continua Luchetta, «proprio ieri abbiamo fatto un vertice, con rappresentanti di Provincia, Veneto Strade, Anas, Riserve di caccia e vari Comuni che lamentano questo problema in cui l’assessore provinciale alla Caccia e Pesca, ha illustrato una serie di interventi pilota che la Provincia intende effettuare, nelle aree a rischio. Finalmente Palazzo Piloni si è reso conto che esiste un grosso problema che va almeno contrastato.

TISCALI ANIMALI
15 OTTOBRE 2009
 
Il riscaldamento globale mette a rischio il 38% dei volatili
 
Il cambiamento climatico condiziona ritmi e abitudini degli uccelli mandandoli 'fuori tempo' rispetto ai cicli degli ecosistemi e rischia di diventare la principale minaccia per la sopravvivenza di moltissime specie di volatili.
A lanciare l'allarme è il Wwf secondo il quale 2.455 specie sulle 9.787 conosciute sono già considerate a rischio di estinzione a causa della distruzione degli habitat o del bracconaggio.
Non solo, ma un aumento della temperatura globale di più di 2 gradi, la soglia limite indicata dagli scienziati per evitare effetti devastanti anche sulla biodiversità, potrebbe aumentare le estinzioni fino al 38% entro il 2050 nella sola Europa.
Quindi i ritmi vitali: dalla deposizione in anticipo delle uova alla migrazione prima o dopo i periodi abituali al cambiamento del normale areale per sfuggire al caldo eccessivo o alla siccità. Queste alcune delle minacce imminenti.
Pericoli che saranno dibattuti al Parco Nazionale del Circeo, al 15/o convegno sui Cambiamenti climatici e disturbi di origine umana, patrocinato da Wwf, Lega italiana protezione uccelli (Lipu), Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e dall'Agenzia regionale parchi della Regione Lazio e Parco nazionale del Circeo.

Animalieanimali

15 OTTOBRE 2009

 

DALLA CAMERA, PROPOSTA SCELTA VEG NELLE MENSE
Inziativa LAV a Montecitorio con chef Pietro Leemann e il nustrizionista Luciano Proietti.

 

Garantire il diritto alla scelta vegetariana nelle mense scolastiche e in tutti i luoghi di ristoro pubblici, convenzionati e privati: è questo l’obiettivo dell’iniziativa che si è svolta alla Camera dei Deputati, nell’ambito della campagna d’informazione della LAV sull’alimentazione consapevole www.cambiamenu.it Nel corso di una conferenza stampa è stata illustrata la Proposta di Legge trasversale n.1467 “Norme per la tutela delle scelte alimentari vegetariana e vegana”, primi firmatari gli On.li Sarubbi, Giammanco, Viola e Mancuso, assegnata all’esame della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati. E per la prima volta, oggi, presso il ristorante dei Deputati, a Palazzo Montecitorio, i parlamentari hanno potuto scegliere un esclusivo menu realizzato senza ingredienti di origine animale, elaborato da Pietro Leemann, il più celebre chef di cucina vegetariana. La Proposta di Legge n.1467 è finalizzata a garantire il rispetto del diritto di scegliere di consumare alimenti realizzati senza arrecare sofferenze agli animali, attraverso un’offerta adeguata e non saltuaria di alimenti vegetali nelle mense scolastiche e nei luoghi di ristoro pubblici e privati.
“L’alimentazione vegetariana è una scelta etica e salutare che incontra il favore di un numero sempre più ampio di persone: in Italia si stima che circa il 5-6% della popolazione prediliga lo stile alimentare vegetariano, a giudicare anche dalla crescente offerta di prodotti veg (alimenti a base di seitan, tofu, farro o soia, ecc.) anche nella grande distribuzione – dichiara Paola Segurini, responsabile settore Vegetarismo della LAV – Garantire la scelta vegetariana significa svolgere un’efficace attività di prevenzione di numerose gravi patologie, da quelle cardiovascolari a numerosi tipi di cancro, con significativi benefici per la popolazione, ma anche in termini di spesa sanitaria pubblica; inoltre è indispensabile per andare incontro alle esigenze di una società sempre più variegata e in un Paese a forte attrazione turistica come l’Italia”.
“I tempi sono maturi perché questo diritto sia garantito per legge ad ogni cittadino, senza alcuna discriminazione; basti pensare che proprio il Comune di Roma è stato pioniere in questo campo: da circa dieci anni la scelta vegetariana è garantita nelle mense delle scuole dell’obbligo della Capitale - precisa Gianluca Felicetti, presidente della LAV – Assicurare la scelta vegetariana significa anche valorizzare molta parte della tradizione gastronomica italiana, da sempre ricca di sani e gustosi piatti vegetariani ad esempio a base di legumi, soddisfare una domanda crescente e sostenere un settore economico di straordinaria importanza. Significa bandire dalle nostre tavole molta violenza verso miliardi di animali e avere un’attenzione concreta verso l’ambiente”.Alla conferenza stampa hanno partecipato anche l’on. Andrea Sarubbi (PD), il quale ha illustrato la Proposta di Legge n.1467, e Luciano Proietti che, in qualità di medico pediatra nutrizionista, ha esposto i numerosi pregi dell’alimentazione vegetariana ad ogni età. Lo chef Pietro Leemann (chef “Joia”, Milano) ha poi illustrato il menu preparato per l’occasione insieme ai suoi collaboratori, servito al ristorante della Camera Deputati ad integrazione del menu tradizionale:
(Antipasto)
Carpaccio d'anguria con panissa di ceci e salsa all'aceto balsamico
Gazpacho di verdura con crostini di melanzane
(Primo)
Lasagne con bolognese di formaggio vegetale e pesto di basilico
Riso arrostito con porcini e zucca, salsa allo zafferano
(Secondo)
Valdostana di seitan e zucchine con maionese di mandorle e verdura al forno
(Dessert)
Bavarese di mele con salsa ai lamponi e biscotto di carruba


ANMVI OGGI
15 OTTOBRE 2009
 
IL DIRITTO ALLA SCELTA VEGETARIANA E VEGANA
 
Garantire il diritto alla scelta vegetariana nelle mense scolastiche e in tutti i luoghi di ristoro pubblici, convenzionati e privati: è questo l'obiettivo della proposta di legge n.1467 "Norme per la tutela delle scelte alimentari vegetariana e vegana", presentata ieri alla Camera dei Deputati nel corso di una conferenza stampa.La proposta di legge n.1467 è finalizzata a garantire il rispetto del diritto di scegliere di consumare alimenti realizzati senza arrecare sofferenze agli animali, attraverso un'offerta adeguata e non saltuaria di alimenti vegetali nelle mense scolastiche e nei luoghi di ristoro pubblici e privati. Da circa dieci anni, ricorda la LAV, la scelta vegetariana è garantita nelle mense delle scuole dell'obbligo della Capitale ."Scegliere l'alimentazione vegetariana o vegana - si legge nella relazione a firma degli On Sarubbi e Giammanco - rappresenta un importante passo per bandire dalla nostra vita la violenza verso miliardi di animali e verso l'ecosistema. La maggior parte degli animali destinati alla produzione di carne per l'alimentazione, infatti, sono confinati in allevamenti intensivi, chiusi in gabbie o strutture anguste che non consentono loro neanche la più elementare libertà di movimento,
senza la possibilità di uscire all'aperto e di godere della luce del sole" Alla conferenza stampa hanno partecipato l'on. Andrea Sarubbi (PD) e l'On. Gianni Mancuso (PDL), l'on. Gabriella Giammanco (PDL), l'on. Rodolfo Viola (PD), l'on. Fiorella Ceccacci Rubino (PDL). "L'alimentazione vegetariana è una scelta etica e salutare che incontra il favore di un numero sempre più ampio di persone- osserva l'On Mancuso- in Italia si stima che circa il 5-6% della popolazione prediliga lo stile alimentare vegetariano". Il diritto di scelta, conclude "è indispensabile per andare incontro alle esigenze di una società sempre più variegata".Codificate anche le definizioni: è vegetariana, l'alimentazione che esclude carne, pesce e altri alimenti derivati all'uccisione di animali; è vegana l'alimentazione che esclude carne, pesce e altri alimenti derivati dall'uccisione di animali, latte e suoi derivati, uova, miele e qualsiasi altro alimento di origine animale. 

LA ZAMPA.IT
15 OTTOBRE 2009
 
Montecitorio, arriva il menù vegano
 
ROBERTA MARESCI
 
ROMA - Par condicio alimentare per carnivori e vegani. Lo prevede la legge bipartisan n.1467 per la tutela delle scelte commestibili presentata, con l’avvallo della Lav (Lega antivivisezione), nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio. L'obiettivo della proposta è di «garantire il diritto alla scelta vegetariana in tutti i luoghi pubblici, convenzionati e privati» a partire dalle mense anche scolastiche - spiega Gianluca Felicetti, presidente della Lav - per «non relegare chi non ama la carne a dover scegliere sempre il solito contorno». Ma non ditelo a Pietro Leemann, chef al “Joia” di Milano, che ha preparato e servito ma solo per dimostrazione un menu ad hoc al ristorante della Camera dei Deputati, integrandolo con quello tradizionale. Davanti a un carpaccio d'anguria con panissa di ceci e salsa all’aceto balsamico (foto), e il gazpacho di verdura con crostini di melanzane, lo stile di vita vegetariano o vegano (che esclude dalla dieta tutti gli alimenti di origine animale, come la uova e il formaggio) ha schierato nuovi sostenitori. Primi fra tutti Andrea Sarubbi (Pd) e Gabriella Giammanco (Pdl), firmatari della proposta destinata almeno a far riflettere. In fondo, gli allevamenti di animali destinati all’alimentazione umana, sono responsabili dell’inquinamento di falde acquifere e mari, della deforestazione, dello spreco di risorse territoriali, idriche e alimentari, e contribuiscono in maniera determinante all'effetto serra. Sembra incredibile, ma ogni animale produce un inquinamento di suolo e acqua pari a 30 volte il suo peso. Il 18% delle emissioni globali di gas serra (più del 14% prodotto dai trasporti) deriva dagli animali allevati (rapporto FAO “Livestock’s long shadow” 2007). Se osserviamo Gaia, il 30% delle terre del Pianeta è destinato al pascolo. Solo in Sudamerica il 70% delle regioni deforestate è stato trasformato in pascolo. Ogni hamburger comporta la distruzione di 5 mq di foreste: 35 mq per ogni kg di carne. Che dire dello spreco delle risorse idriche? Per produrre 1 kg di carne bovina sono necessari oltre 15.000 litri d’acqua; per 1 kg di carne di maiale 4.800 litri; 3.500 litri per 1 kg di pollo, contro i 1.300 litri per 1 kg di frumento (Barilla center for food nutrition 2009), i circa 1.900 litri per 1 kg di riso, e 2000 litri per 1 kg di soia. E la salute? Nei vegetariani l’incidenza di cardiopatie è inferiore del 24%, rispetto a chi consuma abitualmente carne, mentre nei vegani (che non assumono alimenti di origine animale) è inferiore al 57% (American Dietetic Association “Rapporto sulle diete vegetariane” 2009 – traduzione SSNV). Per non parlare dei tumori, obesità, cancro e malattie cardiovascolari, nei vegani meno incidenti rispetto gli onnivori. La scelta veg ha i suoi perché. Già sapere che se ogni italiano mangiasse vegetariano 1 giorno alla settimana per un anno, risparmieremmo la vita a 12 milioni di animali (esclusi quelli acquatici), potrebbe bastare, non credete?

IL TIRRENO

15 OTTOBRE 2009

 

I veterinari: una bella rivoluzione

 

CECINA (LI). «Abbiamo inviato come Anmvi, l’associazione nazionale dei veterinari, una lettera di sostegno a Fabio Roggiolani per la legge sui diritti degli animali che è molto positiva»: parola di Marco Melosi, veterinario, vicepresidente dell’associazione e presidente dell’Ordine di Livorno.  «Con questa legge - prosegue il dottor Melosi raggiunto nel suo ambulatorio di Cecina - la Regione Toscana si pone all’avanguardia. Tante altre hanno leggi e leggine che riguardano questo o quell’aspetto della vita animale, ma quella approvata martedì dal consiglio è all’avanguardia, ben articolata e unica nel suo genere. E’ la dimostrazione di come, da sempre, la Toscana sia sensibile alle problematiche degli amici animali, siano essi cani, gatti, pesci rossi, criceti, canarini o pappagalli».  Il presidente dell’Ordine dei veterinari della provincia di Livorno sottolinea come dal 1991, quando venne approvata la legge nazionale (la numero 281) sull’anagrafe canina, sia cambiato l’approccio nei confronti degli animali da affezione: basta pensare, ad esempio, ai maltrattamenti che ora sono considerati un reato penalmente perseguibile.  «La nuova legge toscana - prosegue Melosi - mette paletti ben precisi e lo fa per tutte le specie animali, perchè questa normativa è attenta al benessere del cane, del gatto e del pesce rosso. E’ un concetto fondamentale, direi basilare».  Per il dottor Melosi è poi importante che si sia posta grande attenzione alla sterilizzazione, alla “microchippatura” dei cani e alle regole che riguardano i canili.  «Interessante, infine, è l’aspetto sociale del cane ma anche di altri animali - indica ancora Melosi - Penso alla pet therapy, penso al cagnolino o al canarino che può seguire il pensionato in su con l’età anche nella casa di riposo... Lo trovo un concetto rivoluzionario. Ecco perchè non si può che dare un giudizio positivo su questa legge che fra le altre cose introduce anche il concetto di assistenza veterinaria, seppure con limitazioni di reddito per l’accesso».  Anche a livello nazionale è allo studio una legge: Annamaria Celesti, Fi-Pdl, vicepresidente della commissione sanità della Regione, martedì ha infatti riaffermato la sua contrarietà alla legge toscana «perchè si tratta di un testo datato che non tiene conto del dibattito a livello ministeriale dove si sta lavorando per una legge-quadro nazionale».


AFFARI ITALIANI
15 OTTOBRE 2009
 
Gli animali e la fine della vita
Soffrono per la morte dei propri simili ma non hanno coscienza che capiterà anche a loro. Lo sostiene l'etologo Danilo Mainardi
 
Gli animali soffrono per la morte dei propri simili, ma non hanno coscienza che la stessa sorte capiterà a loro, e tantomeno hanno le facoltà per comprendere cosa sia il suicidio. Ne è convinto l'etologo Danilo Mainardi attraverso le pagine di Focus Extra, la rivista Gruner+Jahr/Mondadori, che dedica il nuovo numero proprio al tema della morte. "In molti animali, specialmente quelli evoluti e che hanno una vita sociale, c'è l'evidente consapevolezza della morte altrui, che spesso dà  luogo a sofferenza. "Ho visto personalmente - dice l'esperto - due giovani gorilla soffrire in modo evidente per la morte del loro padre e capobranco". Tuttavia "ciò che solo l'uomo riesce a fare è il ragionamento che se un essere uguale a me muore, allora prima o poi toccherà anche a me. Manca cioè, negli animali, la coscienza della propria morte".
Neppure una serie di comportamenti messi in atto da alcuni animali poco prima di morire, sembrano convincere Mainardi sulla presunta consapevolezza - sostenuta da altri etologi - che la fine sia vicina: "Pensare che un animale sappia di essere prossimo alla morte è una nostra deduzione. Gli occhi tristi con cui gli animali domestici sembrano salutare il padrone di casa prima di morire possono essere solo il segno di una loro sofferenza fisica, capace di provocare paura e smarrimento. Mentre l'allontanamento che si osserva negli animali sociali dal branco di appartenenza potrebbe essere spiegato con la loro incapacita' di restare nel gruppo, per la vecchiaia o la malattia". Secondo l'etologo dunque è improprio parlare di 'suicidio' in relazione al mondo animale: "Se per suicidio intendiamo la volontà di morire - conclude Mainardi su Focus Extra - allora direi che non esiste nessun caso noto negli animali".
 

 

 

            15 OTTOBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 
ASCA
15 OTTOBRE 2009
 
RICERCA: IDV, ESPERIMENTI SU ANIMALI OSTACOLANO PROGRESSO MEDICINA
 
Roma - ''Solo un radicale rinnovamento della sperimentazione tossicologica ci consentira' di affrontare, nel migliore dei modi, le prossime importanti sfide per la tutela della salute e dell'ambiente''. Cosi', l'On. Domenico Scilipoti (IDV) in riferimento a quanto si e' detto nell'ultimo Congresso Mondiale, tenutosi a Roma, sui metodi alternativi e l'uso degli animali nelle scienze biomediche.Si tratta di una rivoluzione gia' avviata due anni fa da un documento del NRC (National Reserch Council) dove si parla della sostituzione degli inaffidabili esperimenti sugli animali con nuovi test in vitro, preferibilmente eseguiti su cellule umane.
''La sostituzione di questi test con i moderni strumenti scientifici forniti dalla genomica, microbiologia e chimica, - prosegue il deputato IDV - non e' solo indispensabile per ragioni contingenti (tempi e costi della ricerc a), ma anche per ragioni strettamente scientifiche. E' ormai globalmente riconosciuto che i risultati forniti dagli animali non possono essere trasferiti all'uomo: abbiamo un metabolismo diverso, viviamo piu' a lungo, circa il 60% delle sostanze che dai test su animali vengono definite tossiche in realta', su di noi, sono innocue. Il nostro dovere, per salvare vite umane - conclude Scilipoti - e' di agire con la massima urgenza promuovendo una moratoria per alcuni test su modello animale''.

FUTURO PROSSIMO
15 OTTOBRE 2009
 
Replicheremo un cervello umano in laboratorio
 
Henry Markram è un neuroscienziato svizzero: tutt'altro che un novizo, si tratta del Co-direttore dell'Istituto per il cervello del Politecnico federale di Losanna, ecco perchè la sua dichiarazione è da appuntare.Il Dott.Markram è convinto che il cervello umano potrebbe essere replicato in laboratorio nell'arco di dieci anni per un utilizzo come modello di studio e comprensione delle malattie cerebrali. "Credo che sia assolutamente possibile, sia dal punto di vista tecnico sia biologico" afferma Markram. "Sarà difficile solo dal punto di vista finanziario perché è un progetto molto costoso".
(Uhm..se è una velata richiesta di quattrini...dai, non credo).
"Il cervello è estremamente complesso perché contiene trilioni di sinapsi, miliardi di neuroni, milioni di proteine e migliaia di geni" continua Markram, "ma la nostra tecnologia è già molto avanzata e sofisticata e ci può permettere di imitare la complessità del cervello rapidamente".
Secondo lo scienziato una ulteriore limitazione deriva dal fatto che le scoperte scientifiche degli ultimi 100 anni nel campo delle neuroscienze non sono mai state riunite ed esplorate in modo comprensivo.
L'obiettivo quindi ora sarebbe "unire questi dati per comprendere come funzionano alcuni meccanismi cruciali del cervello senza la conoscenza dei quali non si può arrivare allo sviluppo di un modello" dice Markram, e conclude affermando che "prima di tutto questo modello potrebbe essere usato per comprendere le malattie del cervello, per nessuna delle quali sappiamo realmente cosa non funziona nei processi, nei circuiti o nelle sinapsi. E potrebbe essere importante per sostituirlo negli esprimenti con i miliardi di cavie animali usate ogni anno nei laboratori per i test sul cervello".   Sarebbe un altro importantissimo passo verso l'eliminazione delle cavie da laboratorio, oltre che un primo, cruciale avvicinamento al Mind Uploading tanto amato dagli amici transumanisti.
Siamo sicuri che ci vorranno 10 anni?

IL GAZZETTINO
15 OTTOBRE 2009
 
Il Dipartimento di Scienze animali dell’Università di Padova..
 
PADOVA - Il Dipartimento di Scienze animali dell’Università di Padova si è già distinto per la più alta produttività scientifica a livello nazionale, ma negli ultimi due anni la struttura è ulteriormente migliorata, portandosi a un livello comparabile con i migliori dipartimenti stranieri. Una testimonianza dell’alta qualità raggiunta dalla ricerca è data anche dalle recenti nomine del professor Giovanni Bittante, ordinario di Zootecnia generale e miglioramento genetico, il quale è ora responsabile del National Focal Point della FAO, ovvero è stato designato a rappresentare l’Italia nell’ambito del programma FAO “Global strategy for management of animal genetic resources”, con l’incarico di coordinare la ricerca e gli interventi nazionali a favore della biodiversità animale e del mantenimento e valorizzazione delle risorse genetiche animali. Il professor Bittante è inoltre stato nominato componente del Consiglio nazionale dell’agricoltura, alimentazione e pesca, che è organo tecnico-consultivo del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.

 

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