IL SECOLO XIX
15 AGOSTO 2009
Cane abbandonato muore in spiaggia
Cucciolo di boxer soffoca nel camper ![]()
Il vano del camper dove stato sistemato il trasportino del cane
La Spezia - Storie di animali, quella di Chanche di muore di caldo sul camper dove si trovava e di un “fantasia” abbandonato legato - non su una piazzola della strada - a un ombrellone sulla spiaggia di La Spezia tra bagnanti ignari. A sera, quando la spiaggia si è svuotata dalle centinaia dei suoi occupanti il cagnolino è stato notato e ppoi affidato al canile. Storie di animali e di Ferragosto.
Chance, giovane esemplare di boxer è morto nel trasportino in cui i proprietari lo avevano rinchiuso, piazzato in un vano posteriore del camper, dietro ad uno sportello. E la Procura della Spezia ha aperto un fascicolo prospettando una denuncia per maltrattamento. Sarà l’autopsia a chiarire cosa ha stroncato “Chance”, un anno appena: lui, che fino a poche ore prima giocava tranquillo – secondo i suoi stessi proprietari – con la sua “umana” preferita: la loro bambini, disperata di fronte al corpicino del cane, senza più vita. Chance era sul camper di una famiglia di stranieri, proveniente da Pisa e secondo quanto raccontato ai veterinari, il cane aveva giocato prima di partire con la figlia. Poi il malore e la morte in un’area attrezzata per camperisti, a Pagliari.
LA PROVINCIA DI COMO
15 AGOSTO 2009
Bisbino: cavallo rapito Si teme la macellazione
SAN FEDELE INTELVI - Potrebbe essere stato prelevato e macellato clandestinamente il puledro sparito di recente dal branco di cavalli che vivono liberi sulle pendici del Bisbino. L’ultimo di una serie visto che in passato erano scomparsi diversi esemplari ancor prima del prelievo dello stallone Pupy, beniamino dei bambini di Rovenna, da parte dell’Asl. A preoccupare le associazioni ambientaliste ed animaliste, insieme al comitato pro cavalli costituitosi a Rovenna, in questo momento è soprattutto la sorte di quest’ultimo dopo che i vigili di Cernobbio avevano fatto intervenire L’Asl di Como per lo sconfinamento dello stallone nel centro abitato della frazione.
«Nei prossimi giorni - ha confermato nel corso della riunione che si è tenuta ieri nella sede della Comunità montana Lario Intelvese Simone Pavesi, coordinatore regionale della Lav - accederemo agli atti dell’Asl di Como per sapere che fine ha fatto Pupy , lo stallone di due anni. Sappiamo che si trova in un’azienda agricola del Varesotto e nient’altro. Prossimamente tutte le associazioni italiane e svizzere, insieme alle Giacche Verdi a Cavallo e al comitato di Rovenna, costituiremo uniti un apposito comitato per chiedere ufficialmente che i cavalli restino tra i pascoli del Bisbino. Chiederemo - continua - alla proprietaria di affidare gli animali alla tutela di un ente istituzionale quale l’Amministrazione Provinciale o la Regione sotto il controllo di tutte le associazioni e dello stesso comitato sceso in campo per la loro difesa e nel contempo all’Asl di avviare i controlli sanitari e di profilassi previsti per legge, compresa la castrazione di tutti gli stalloni, la loro identificazione, la registrazione con microchip e passaporto. Inoltre faremo in un modo che Pupy ritorni in affidamento al comitato di Rovenna che ne assumerà giuridicamente la custodia e l’assistenza».
IL GAZZETTINO
15 AGOSTO 2009
Conigli arsi vivi, partono le indagini
FELTRE (BL) - Conigli arsi vivi, partono le indagini Nessuna fonte elettrica vicino alla gabbia dei conigli sembrerebbe dare una spiegazione all’incendio che l’altra notte ha ucciso una ventina di animali in via Rive Alte alle porte di Foen di Feltre. I carabinieri hanno aperto un fascicolo in seguito alla denuncia contro ignoti formalizzata dai proprietari del terreno e degli animali uccisi dalle fiamme. Ma pare ormai non esserci dubbio sulla dolosità del rogo, anche se non è ancora stata definita con certezza la modalità di innesco delle fiamme. Un incendio che sarebbe stato appiccato nella notte tra giovedì e venerdì da ignoti che sapevano bene dove si trovava la gabbia di legno che conteneva una ventina circa di animali.
IL GAZZETTINO
15 AGOSTO 2009
BAONE Un gruppo di appassionati della doppietta con i loro segugi stava compiendo una battuta alla lepre vicino a una coltivazione di mais. L’animale è entrato nella coltivazione ed è sparito
Cinghiale sbrana un cane durante una battuta di caccia
Si sono sentiti dei latrati. Un rastrellamento sui campi ha permesso di recuperare solo la testa della vittima che aveva 6 anni
Baone (PD) - Sbranato, dilaniato, mangiato vivo da un branco di cinghiali. Questa è l’orribile fine cui è andato incontro qualche giorno fa uno splendido esemplare di segugio, trasformatosi nel giro di pochi minuti da cacciatore a preda. Il fatto si è verificato all’inizio di questa settimana in un appezzamento di terreno coltivato, nell’area a sud degli Euganei a ridosso di via della Cementeria, dove si sono svolte negli ultimi tempi le prove sul campo per i cani da caccia. Un gruppo di amanti della doppietta si era recato, dopo aver ottenuto le concessioni di rito dalle autorità, al limitare di un enorme campo di mais. All’interno delle colture i cani avrebbero dovuto trovare un certo numero di lepri, invece li aspettava un altro selvatico di dimensioni molto diverse. Che qualcosa di strano fosse nell’aria, i padroni dei segugi lo avevano notato subito, dato che erano stati accolti nel terreno dove si sono svolte le prove da un animale enorme. Sulle prime si pensava che si trattasse di un cane di grossa taglia, forse un mastino, ma poco dopo è apparso chiaro che il “guardiano” del mais era in realtà un cinghiale. Per nulla impensieriti dalla presenza del colosso in zona e credendo che l’abbaiare dei segugi avrebbe fatto scappare gli ungulati, i nuovi arrivati hanno decido comunque di dare il via alle gare, dedicate esclusivamente ai cosiddetti “cani da seguita”. Le bestiole si sono tuffate nel mare di mais e dopo poco gli uomini, appostati nelle vicinanze, hanno udito i primi latrati. La caccia era iniziata, ma alle piccole e rapide lepri i cani preferivano l’odore selvatico dei cinghiali, presenti in gran numero nei dintorni. Dopo qualche minuto qualche esemplare, forse una mamma con i cuccioli, ha fatto capolino fra le piante per poi tornare di corsa nel granturco. Alla fine solo uno dei due segugi è tornato alla base, e a nulla sono valsi i richiami dei presenti per far tornare anche l’altro. I proprietari non si sono preoccupati più di tanto, perché capita spesso che gli animali di questo tipo ignorino i comandi nel bel mezzo della caccia. Nella tarda mattinata i partecipanti sono rientrati a casa, ripromettendosi di tornare in via della Cementeria nel pomeriggio per cercare il disperso. Le prime ricerche si sono rivelate inutili e solo al mattino successivo i vari proprietari hanno organizzato una sorta di rastrellamento nel campo di mais, pensando che l’animale fosse ferito. Del segugio italiano a pelo raso, di 6 anni e molto esperto nell’arte della caccia, è stata ritrovata solamente la testa. Qualche brandello del corpo, alcune ossa e poche manciate di pelo erano sparsi intorno. Si esclude che lo scempio possa essere imputato ad altri animali selvatici, perché i cinghiali sono molto territoriali e non potrebbero condividere la propria area con nessuno. In quella zona se ne segnalano molti da parecchi mesi, calati dalle pendici dei colli alla ricerca di cibo. Finora avevano devastato qualche orto e rovinato pochi vigneti, ma adesso i residenti hanno paura di ritrovarseli, infuriati e affamati, nel cortile di casa.
IL SECOLO XIX
15 AGOSTO 2009
Polpette con sospetto topicida vicino ai giardini di Castelletto
Sequestrate ieri mattina dopo la denuncia di un'insegnante. Erano state abbandonate seguendo
un preciso percorso
Genova - Cinquanta polpette piene di granuli "sospetti", disseminate lungo passo Sant'Ugo, a due passi dal castello D'Albertis e a ridosso di una zona in cui spesso giocano i bambini. Alimenti avvelenati? Con ogni probabilità sì, perlomeno secondo il primissimo (e per forza superficiale) esame condotto dai carabinieri, che le hanno comunque sequestrate per "girarle" alla Asl 3. Perché oltre alla carne macinata contenevano granuli di probabile topicida, e chiunque le avesse ingerite avrebbe rischiato di stare parecchio male. Ma perché sono (o sarebbero) stati abbandonati cibi pericolosi in una zona del genere, e in modo più o meno strategico, essendo disseminate a precisa distanza una dall'altra quasi a costituire un percorso?
Se lo chiede di sicuro l'insegnante P. C., che ieri mattina poco prima delle sette stava percorrendo proprio passo Sant'Ugo dopo aver attraversato i giardini Eugenio Montale. «Stavo portando a spasso il mio cane e ho visto che ne ha mangiata una. Mi sono subito insospettita ed è stato sufficiente alzare lo sguardo per capire che ce n'erano svariate decine disseminate qua e là, in maniera quasi strategica». P. C. ha contattato un'amica e sulle prime hanno pensato di rivolgersi direttamente alla Asl 3, per fare esaminare l'alimento. In realtà non è stato possibile, poiché occorre una formale denuncia alle forze dell'ordine. A quel punto, non essendo riuscite a risolvere il problema negli uffici dei vigili urbani, si sono rivolti all'Arma, in particolare alla stazione di San Teodoro. E la domanda cui rispondere il più in fretta possibile è la solita. Perché, se davvero dentro le polpette c'era topicida (i dubbi potranno essere fugati solo con un esame più dettagliato) erano state abbandonate in quel modo? Chi le ha lasciate si è reso conto del pericolo creato non solo per gli animali, molti, che camminano in quella zona, ma anche per i bimbi che passano talvolta insieme alle mamme? I militari hanno comunque sigillato gli alimenti e dovrebbero consegnarli all'Azienda sanitaria con l'inizio della settimana.
IL SECOLO XIX
15 AGOSTO 2009
Gatto prigioniero in un'auto il pm autorizza il salvataggio
Cogoleto (GE): la vettura sollevata dal carro attrezzi
Edoardo Meoli
Cogoleto (GE) - PER SALVARLO ci sono voluti la polizia municipale, i vigili del fuoco, i carabinieri, i dirigenti di un'associazione ambientalista, decine di abitanti di Cogoleto che hanno fatto il tifo per lui e persino il magistrato di turno del tribunale di Genova. Ma la buona sorte di Fortunello (il nome è quanto mai azzeccato), un gattino di razza certosina, non si limita alla sua rocambolesca salvezza. Da ieri ha trovato anche una famiglia: quella di Damiana, ragazza di Cogoleto che lo ha adottato e già portato in vacanza.
Come tutte le storie a lieto fine, naturalmente, anche per quella andata in scena a due passi dal lungomare di Cogoleto, non poteva mancare il "cattivo" di turno. La parte è stata interpretata da un avvocato milanese, proprietario di una seconda casa a Cogoleto e attualmente in vacanza in Sicilia. Intorno all'automobile del legale, parcheggiata in via Vernazza, traversa della via Aurelia, si snoda la storia di Fortunello. La cronaca è quella, ben nota ai vigili del fuoco, dell'ennesimo gatto che finisce nel vano motore di un'automobile: una Volkswagen Golf nera. Sono circa le 19 di giovedì scorso, quando il miagolio incessante del gattino viene segnalato al comando di polizia municipale di Cogoleto. I vigili raggiungono la zona e tentano di far uscire il gattino con le buone: «Ma non c'è stato nulla da fare; era incastrato» racconta Alessandro Parisi, vigile urbano che con la collega Raffaella Badano, ha trascorso la serata e parte della notte nel tentativo di salvare l'animale. Mentre i due agenti tentano l'impossibile e si raduna una piccola folla di curiosi, il comando chiama anche i vigili del fuoco di Varazze, i quali, abituati a risolvere problemi di questo genere, sanno bene che potrebbe essere necessario forzare il cofano motore. Dunque, come da prassi, attraverso la targa dell'automobile si identifica il proprietario, che risulta residente a Milano, ma con seconda casa a Cogoleto. Grazie alla collaborazione di una vicina di casa, verso le 21 l'uomo viene raggiunto sul cellulare ed è a quel punto che il legale mette i suoi paletti: «Sono in vacanza in Sicilia e la mia auto è parcheggiata regolarmente, dunque non potete spostarla -è la risposta immediata - sono un avvocato e se per salvare un gatto mi danneggiate l'auto non potrò far altro che chiedere i danni». Ma è il commento che chiude la telefonata a farlo entrare nel mirino della piccola folla che tifa per il micio: «Con tutti i gatti che ci sono, cosa volete che sia un randagio di meno». Proprio in quel momento arriva Rosanna Zanardi, presidente dell'Enpa (Ente protezione animali) di Genova, che insieme al comandante dei vigili del fuoco prende in mano la situazione dal punto di vista legale (è consulente della procura della Repubblica per i casi che riguardano gli animali). «Chiamiamo il magistrato e facciamoci dare l'autorizzazione» - propone. Il pm di turno è Francesco Pinto che decide seduta stante di autorizzare l'intervento dei vigili del fuoco. Quando il nulla osta giudiziario si concretizza, sono le 23 e il gattino continua a miagolare. I soccorritori, anche per evitare possibile grane con il proprietario dell'auto, decidono di sollevare l'auto con un carro attrezzi: il gattino, in breve, riesce a sgusciare fuori dal motore e si lancia lungo la strada affollata di curiosi. A mezzanotte viene trovato. L'applauso liberatorio chiude la vicenda. Ieri mattina l'appendice altrettanto felice della storia: "Fortunello" il gatto certosino trova una casa e parte per le vacanze. E l'avvocato? Ieri lo abbiamo cercato in Sicilia, ma il suo telefono risultava irraggiungibile.
IL TIRRENO
15 AGOSTO 2009
SMARRIMENTO
Pntedera (PI) - In via Machiavelli, al Romito, è scomparso un barboncino bianco di circa 9 anni. Telefonare allo 0587 476171
http://persietrovati.blogspot.com/2009/08/pontedera-pi-smarrito-cane-barboncino.html
IL GAZZETTINO
15 AGOSTO 2009
Animali protagonisti Ma c’è chi protesta
Michelangelo Scarabellotto
Sacile (PN) - GLI APPUNTAMENTI - Entra nel vivo la 736. Sagra dei osei. Oggi il via alle 8.30, nel Parco di via Ponte Lacchin dove aprirà la nona Mostra avicola di Alpe Adria e la Mostra animali da cortile; a seguire alle 14, aprirà la 16. Mostra interregionale del registro anagrafico della specie cunicola. Alle 17 nei locali dell’ex Banco Ambrosiano di Piazza del Popolo, si aprirà la Mostra antibracconaggio allestita a cura del Corpo Forestale dello Stato; a seguire l’iniziativa “Un caffè per la sagra sul ponte della Vittoria"; in San Gregorio riaprirà la Mostra dei vini e in via Garibaldi arriveranno le associazioni locali e gli hobbisti, mentre nella corte di Palazzo Ragazzoni esposizione di Arti e mestieri; alle 18 piazza del Popolo si trasformerà in una grande verde voliera e alla stessa ora in sala Brugnacca del Centro giovani aprirà anche il 243 Concorso mieli Città di Sacile. Alle 21,30 in piazza Duomo appuntamento con “La serva padrona” di Pergolesi. Contemporaneamente in Piazzetta Romagnoli ci sarà l’esibizione dei chioccolatori tra i quali gli undici partecipanti al Corso di giugno. Alle 22 inizierà la notte magica dell’attesa con eventi musicali in tutto il centro storico e alle 24 lo spettacolo pirotecnico. Si arriva alle prime luci dell’alba di domani con il momento atteso dagli appassionati: il concerto di tordi, merli, sasselli, luccherini, fringuelli che da Prà Castelvecchio si alzeranno assieme ai cinguetti di migliaia di canarini, esotici e ibridi. Poi sarà tutto un susseguirsi di eventi: alle 7 aprirà il Mercato della Sagra dei osei, in viale Zancanaro; alle 8 nella corte di Palazzo Ragazzoni appuntamento per i filatelici con l’annullo postale; la mostra cunicola, l’esibizione e l’esposizione dei mezzi dei Vigili del fuoco di Pordenone con manovre dimostrative; la 40. Esposizione nazionale canina; alle 11.30 in piazza del Popolo le premiazioni dei vari concorsi e alle 11.50 la collocazione di una corona in omaggio alla Madonna nel timpano del Duomo; infine alle 16 nel parco Balliana best in show, passerella dei migliori esemplari di cani.
LA PROTESTA - Guido Ielmi, responsabile provinciale della Lav, annuncia intanto che esponenti dell’associazione saranno domani dalle 9 in piazza del popolo per esprime il loro dissenso alla manifestazione. E Ielmi chiude la porta alla proposta di dialogo lanciata dal presidente della Pro Sacile, Ruggero Simionato: «La Lav risponde no grazie: non trattiamo mai con gli organizzatori di manifestazioni con animali. Riconosciamo solo le autorità istituzionali, per Sacile il sindaco». Ielmi punta poi il dito sui cani presenti alla mostra canina e alla mostra del bastardino, informando di aver chiesto alle autorità sanitarie e amministrative di «verificare, oltre alla documentazione di provenienza degli animali, lo stato di salute generale. Inoltre che tutti i cani particolarmente i cuccioli, siano provvisti di documento che attesti l’iscrizione all’anagrafe canina del comune di provenienza e che venga anche verificato, con il lettore elettronico il numero del microchip. I nostri volontari, competenti in materia, seguiranno le operazioni di verifica».
LA TRIBUNA DI TREVISO
15 AGOSTO 2009
Mostra degli uccelli sotto sfratto
VITTORIO VENETO (TV). Sfratto ai merli e ai tordi dalla periferia di Serravalle? «In verità il Comune vorrebbe riportare la mostra al centro del Quartiere - ammette l’europarlamentare Giancarlo Scottà - per ridarle una dimensione storica. Ma gli organizzatori si oppongono. Noi però insistiamo». Questa mattina, tra Serravalle e Sant’Andrea, si terrà la tradizionale mostra degli uccelli e degli animali da cortile, organizzata come ogni anno dal gruppo «Gavinel», in occasione dei festeggiamenti della patrona Santa Augusta. Rischia, dunque, di scoppiare una «guerra» sulla testa delle allodole, volatili che per antonomasia sono considerati messaggeri di pace. Pierfrancesco Comis, coordinatore da anni del gruppo che organizza lo storico, anzi «secolare» appuntamento ornitologico, non ci sta a trasferire la mostra-mercato in luogo diverso da quello di oggi. «L’ex sindaco Scottà ha molto insistito, quando era in carica, perché cedessimo alle sue pretese, ovvero perché ritornassimo in centro a Serravalle. Ma noi in centro non ci siamo mai stati. Fino ai primi anni ’50 facevamo la fiera lungo via dei Battuti, senz’altro un tragitto suggestivo, ma che oggi sarebbe improponibile». Se il tempo tiene, non si vedranno meno di 10 mila persone, in 3-4 ore, tra Sant’Andrea e Serravalle. Si tratta, dunque, di una manifestazione molto frequentata. «Sa una parte abbiamo bisogno di spazi, che a Serravalle non ci sono - spiega Comis - dall’altra gli uccelli e gli animali hanno necessità di un ambiente a loro adatto, con alberi che in centro del quartiere non ci sono». Questa mattina sarà in fiera anche Scottà, che probabilmente accompagnerà il sindaco Toni Da Re. «Verificherò una volta di più le condizioni in cui la mostra si svolge - anticipa Scottà - ma penso che dal prossimo anno faremo in modo che questo appuntamento ritorni all’antico». Un fatto che potrebbe suonare offesa agli attuali organizzatori è la circostanza che da Vittorio Veneto sono stati interpellati i gestori della manifestazione di Sacile. E non solo per utili suggerimenti. «Il nostro obiettivo è di fare in modo che questa mostra-mercato si trasformi in una manifestazione ad ampio respiro - chide Scottà - che parta la sera prima, con tutta una serie d’iniziative anche a carattere culturale e che veda la notte di Serravalle molto viva, come appunto avviene a Sacile».
IL SECOLO XIX
15 AGOSTO 2009
Caccia aperta per trovare il cinghiale Piero
È stato fatto fuggire dal recinto di campomorone
Provincia di Genova - Qualcuno lo ha visto scorrazzare nei boschi sopra il santuario di Nostra Signora della Vittoria, altri giurano che si trovi nell'alta Valle Scrivia, altri ancora sperano che possa ricordarsi la strada di casa e tornare al Righi, dove per alcuni abitanti era diventato una mascotte. L'unica certezza è che il cinghiale Piero ancora una volta è al centro di un fatto di cronaca. Stando alla denuncia fatta da Elvio Fichera, presidente dell'associazione "Animali Amici abbandonati", lo scorso 17 luglio un gruppo di sedicenti "Amici di nessuno, amanti della libertà" (così si sono firmati su un manifestino) ha divelto il reticolato, che cingeva la casetta di Pierino, e ha fatto fuggire l'ungulato più famoso d'Italia.
Adesso toccherà ai carabinieri di Mignanego, nel cui territorio si trovava l'ex domicilio di Pierino, fare chiarezza sull'accaduto. Erano stati gli stessi inquirenti, un mese fa, a chiedere di non divulgare la notizia: «Speravamo, a questo modo, di poter scoprire gli autori del gesto», dice Fichera. Gli autori della liberazione sarebbero ragazzi tra i 20 e i 30 anni, visti in più di un'occasione girare dalle parti del recinto con magliette nere riportanti, con una scritta giallo oro, la stessa frase ritrovata sul manifesto lasciato dopo l'incursione (Amici di nessuno, amanti della libertà). Ma l'ipotesi più probabile è che si tratti di una vera e propria squadra di eco-fanatici. Gabriele Lepri, fondatore del gruppo su facebook "Salvate il cinghiale Piero", lancia una corsa contro il tempo. «Bisogna fare in fretta a trovarlo - dice - a ottobre la caccia riaprirà, e Piero verrà ucciso quasi sicuramente».
L'ARENA GIORNALE DI VERONA
15 AGOSTO 2009
ACCATTONAGGIO. Dopo aver assistito a un caso da denuncia in piazza Vittorio Veneto, il sottosegretario Martini annuncia l’avvio di ispezioni da parte dei carabinieri
Nas contro i cuccioli sfruttati
Lo sfruttamento di animali per impietosire i passanti è un atto d’inciviltà da combattere
Verona - Un paio di accattoni, di probabile origine moldava, che chiedono l’elemosina impietosendo i passanti con una cagna che allatta i suoi tre cuccioli e una coppia di porcellini d’India. Parecchi veronesi si sono imbattuti in questa scena, ieri mattina in piazzale Vittorio Veneto. Tra questi, il sottosegretario al Welfare, con delega al benessere animale, Francesca Martini (Lega), che si è immediatamente attivata. «Ho chiesto alla Forestale di fare un’ispezione», chiarisce la parlamentare, «non si può restare in silenzio di fronte a queste scene di degrado, frequenti purtroppo anche nella nostra civilissima città. Alcuni degli accattoni, oltretutto, erano sprovvisti di documenti. Quanto agli animali, i veterinari li stanno visitando, per accertare se abbiano subito maltrattamenti».
L’episodio di ieri mattina ha indotto il sottosegretario a predisporre controlli mirati. «Lo sfruttamento di cani e animali da parte di soggetti che li utilizzano a fini di accattonaggio in condizioni precarie e di maltrattamento», argomenta Martini, «è un fenomeno particolarmente presente durante la stagione estiva nelle città italiane e nei luoghi di villeggiatura. Una situazione di degrado cui dobbiamo rispondere con un atteggiamento civile, che trova oltretutto riscontro nella legge 189/2004, che sanziona nello specifico questo deplorevole reato». «La mia attenzione verso tutti i fenomeni di maltrattamento degli animali», osserva il sottosegretario, «si concentra nella stagione estiva su quelle attività illegali che esplodono proprio in questo contesto». Per questo, «ritengo assolutamente indispensabile una maxi operazione che ci permetta di colpire chi sfrutta gli animali in condizioni di degrado ai fini di accattonaggio e per questo chiedo la collaborazione di tutti i cittadini, affinchè si rivolgano ai carabinieri della loro zona e ci permettano di recuperare questi animali che spesso sono destinati a morte certa per disidratazione, malnutrizione e percosse». «E a chi obietta che i carabinieri del Nas potrebbero essere utilizzati in operazioni per la tutela degli uomini, piuttosto che degli animali», argomenta Martini, «replico che lo sfruttamento degli animali è sanzionato dalla legge, per cui dobbiamo far applicare la legge con controlli mirati». Martini annuncia poi che durante questi giorni «è in programma un monitoraggio dei canili», dove in questo periodo arrivano purtroppo molti cani abbandonati, vittime delle ferie estive, mentre «lunedì coordinerò una riunione per mettere a punto la parte applicativa dell’ordinanza che prevede una serie di limitazione dell’utilizzo dei cavalli nelle manifestazioni non sportive».
IL CITTADINO
15 AGOSTO 2009
Somaglia (LO)
L’unica colonia del Lodigiano a rischio estinzione: la conferma dopo il ritrovamento di alcuni esemplari morti
Un piano per i tassi delle Monticchie
Al via il progetto di salvaguardia ma servono i soldi del Pirellone
Somaglia (LO) - Sottopassi in alluminio o metallo e reti interrate per salvare i tassi della riserva Monticchie. A proporlo è il direttore dell’area protetta Luca Canova, insieme all’assessore comunale all’ambiente Giuseppe Botti. Il progetto di salvaguardia dell’unica colonia lodigiana strutturata di tassi sarà presentato alla Regione, in attesa di essere finanziato. «Abbiamo trovato troppi tassi morti vicino alla riserva di Monticchie - commenta Canova, cultore di zoologia all’università di Pavia -. Cinque in un anno, dei quali almeno due adulti, sono una cifra insostenibile per la popolazione di Monticchie. Un vero problema». Per questo la giunta, insieme al direttore di Monticchie, l’unica riserva lodigiana al di fuori del Parco Adda Sud, hanno deciso di fare qualcosa contro lo sterminio degli animali da parte degli automobilisti sulla strada provinciale 126, nel tratto che va da Somaglia alla Brembiolina. «E magari - aggiunge Canova - i morti sono più di cinque, perché può essere che altri siano stati rimbalzati in posti lontani, oppure siano scappati e poi morti altrove. Il tasso è il più grosso carnivoro selvatico presente in pianura insieme alla volpe. A Monticchie esiste una popolazione di tassi da secoli. Non si riesce a quantificare la popolazione, anche se si può immaginare che gli individui siano attualmente una decina. Vedere un tasso in movimento di notte è difficile, ti accorgi della sua presenza solo perché vedi le montagne di terra prodotte quando scava le tane».L’obiettivo di Canova e del comune è di realizzare degli interventi per impedire che gli animali escano troppo facilmente sulla strada: sensibilizzare ed educare gli automobilisti, proteggere i sentieri utilizzati da tassi durante la notte, ripristinare e creare dei passaggi sottostanti il sedimento stradale. «In genere - spiega il direttore di Monticchie - gli animali passano nei cunicoli e nei fossi. Può darsi che i vecchi passaggi si siano otturati e vadano riaperti. Un altro espediente proposto è di quello di mettere delle reti interrate che indirizzino gli animali nei tunnel. Si possono mettere delle reti lungo la barriera che divide la ciclabile dalla provinciale. L’animale esce dalla tana, cerca di passare per andare sulla strada, si trova di fronte la rete e comincia a seguirla fino a che arriva all’ecodotto. Gli interventiin campo ambientale devono entrare, ormai, a far parte della filosofia dei lavori pubblici.All’estero non esistono strade senza sottopassaggi per la fauna; persino in Polonia che non è un paese ricchissimo, le infrastrutture stradali si fanno così. L’altro giorno, all’interno di un parco croato, ho visto un grande ecodotto che impedisce agli animali di finire sull’autostrada. Funzionano bene». Ora comune e riserva di Monticchie sono in attesa di capire se la Regione, nell’ambito del piano di riparto 2010 delle riserve naturali, riserverà dei fondi anche a loro per i passaggi destinati ai tassi. «Di solito - dice Canova - i progetti di Monticchie, al Pirellone hanno ottenuto credibilità».
IL CENTRO
15 AGOSTO 2009
Trovate morte altre sei oche alla pineta d'Avalos
PESCARA. Ancora una strage di oche al laghetto della pineta d’Avalos. Altri sei esemplari sono stati trovati morti dopo che una settimana fa 28 animali erano deceduti probabilmente a causa di un’infezione. Ma il Comune è incappato in una gaffe: ha ritardato per problemi burocratici la consegna del medicinale che, mischiato al mangime, avrebbe potuto evitare altre morti. Così, ora al Parco d’Avalos sono rimaste solo 16 oche, meno della metà di quelle censite. Ieri, gli addetti comunali hanno dovuto recuperare le carcasse sull’isolotto del laghetto.
IL CENTRO
15 AGOSTO 2009
Nuova strage di oche in pineta
Rosa Anna Buonomo
PESCARA. Nuova strage di oche al Parco d’Avalos. Ieri mattina, nel laghetto della pineta, sono state recuperate e imbustate le carcasse di sei esemplari, che vanno ad aggiungersi a quelle dei 28 volatili trovati morti sabato 8. Carlo Ruggeri, del servizio veterinario della Asl, sospetta che a uccidere le anatre sia stato un particolare tipo di infezione «che colpisce soltanto gli anatidi». Per esserne certi, bisognerà attendere la conferma del laboratorio pescarese dell’Istituto zooprofilattico di Teramo, che sta analizzando i due campioni prelevati la scorsa settimana dagli animali deceduti. Ma una certezza, per il veterinario, c’è: non si tratta di avvelenamento. Se nelle acque del laghetto e nell’area circostante «ci fosse stato del veleno», spiega, «sarebbero morti anche altri volatili del parco, non solo le oche». Sono state escluse anche infezioni più gravi, come l’influenza aviaria. «Ho consigliato un trattamento disinfettante del mangime da somministrare alle oche ancora vive», prosegue Ruggeri, «ma abbiamo dovuto fare i conti con una serie di difficoltà burocratiche. Una lentezza esasperante da parte del Comune. Intanto, sono morti altri sei animali». Il via libera alla somministrazione dell’antibiotico mescolato al mangime è arrivato soltanto ieri mattina. A occuparsene è stata la guardia zoofila Carmelita Bellini , incaricata dalla Asl e in possesso del medicinale già da giorni. «Nonostante i solleciti fatti dal servizio veterinario della Asl, non ho potuto portare il medicinale prima», chiarisce, «Il dottor Ruggeri aveva prescritto di alimentare i volatili ancora vivi con granturco e disinfettante, ma sono trascorsi giorni prima che si sbloccasse la situazione». Delle sei oche recuperate, una galleggiava nelle acque del laghetto da due giorni. Un altro esemplare era ancora agonizzante, «ma è morto durante il recupero: su questo volatile andrà fatta l’autopsia», conclude la Bellini. «Nel parco ci sono ancora 16 volatili vivi», dice Enzo Trabucco , addetto all’apertura, alla chiusura e al controllo della Pineta dannunziana che, insieme agli operai del Comune, ha raggiunto l’isolotto del laghetto per recuperare le carcasse delle anatre morte. Dalla scorsa settimana il parco ha perso 34 animali su 50 censiti: ne restano meno della metà di quelli deceduti. «Abbiamo contattato la Asl appena siamo stati informati del problema», spiega un funzionario del Comune. Nessuna giustificazione, però, sul ritardo burocratico lamentato dai medici. Da questa mattina, si proseguirà con la somministrazione dell’antibiotico per cercare di salvare gli altri esemplari che abitano il laghetto di Parco d’Avalos.
IL CITTADINO
15 AGOSTO 2009
Ogni cacciatore durante la stagione venatoria potrà catturare un massimo di 6 lepri e 24 fagiani
Doppiette in pista dal 20 settembre
Intanto fra una settimana parte l’allenamento dei cani
Matteo Brunello
Provincia di Lodi - Doppiette al via dal prossimo 20 settembre. In quella data si aprirà infatti la stagione venatoria per tutti gli appassionati. Il calendario della caccia, con le relative integrazioni provinciali, è stato reso noto infatti nei giorni scorsi da palazzo San Cristoforo.
Per prendere parte a questa attività è necessario prima munirsi di apposito tesserino, che si può ritirare fino a qualche giorno prima dall’inizio del periodo, anche presso la sede della Provincia di Lodi. L’importante è possedere i requisiti necessari, tra cui la licenza di porto di fucile ad uso di caccia, oltre alle ricevute di versamenti della tassa regionale e governativa in corso di validità. Nello specifico, sono state poi decise norme e date che disciplineranno l’esercizio venatorio tra il 2009 e il 2010. Ad esempio nel territorio degli ambiti territoriali di caccia della provincia l’utilizzo del cane da seguita è consentito sino al 7 dicembre, mentre dal 1 gennaio al 31 gennaio 2010, in tutti gli ambiti, l’utilizzo del cane da ferma, da cerca e da riporto è consentito unicamente nel raggio di cento metri dalla battigia dell’acqua di Po, Adda, Lambro, Muzza e suo colatore, Tosi, Mortizza, Regina, Codogna, Sillaro, Cavo Marocco, colatore Lisone, rio Tormo, roggia Bertonica, Brembiolo, nonché nelle stoppie di riso. Poi la caccia da appostamento fisso alla sola fauna migratoria è consentita dal 20 settembre 2009 al 31 gennaio dell’anno successivo. E dal 9 dicembre 2009 alla fine del 2010, l’utilizzo del cane da seguita è consentito per la sola caccia alla volpe; questo genere di attività verrà svolta tramite squadre autorizzate dalla provincia. Inoltre non c’è nessuna novità per il carniere stagionale di fauna stanziale, che consente a ciascun cacciatore di catturare un massimo di sei lepri e 24 fagiani nell’arco dell’intera stagione venatoria.Vengono riconfermate anche le limitazioni all’interno del territorio delle Zone di protezione speciale. E nel periodo dal 1 ottobre al 30 novembre 2009 sarà consentita l’integrazione di 2 giorni settimanali esclusivamente per la caccia da appostamento fisso con l’uso di richiami vivi. Infine l’addestramento e l’allenamento dei cani sono consentiti dal 22 agosto 2009 al 16 settembre 2009, per cinque giorni settimanali (ad esclusione del martedì e del venerdì), dall’alba al tramonto; ogni cacciatore potrà addestrare solo ed esclusivamente all’interno degli ambiti di appartenenza, con un limite massimo complessivo di 6 cani per cacciatore o gruppo di cacciatori.
LA GAZZETTA DI REGGIO
15 AGOSTO 2009
Da oggi i fucili sono puntati contro i caprioli
CASTELNOVO MONTI (RE). Da oggi, e fino al 30 settembre, i cacciatori abilitati a sparare agli ungulati (un migliaio sugli oltre 5.000 residenti nel Reggiano) sono autorizzati ad abbattere selettivamente circa il 40 per cento dei capi presenti in provincia. Nel primo periodo (al quale ne seguirà un secondo dal primo gennaio al 10 marzo 2010) potranno essere uccisi 3.365 maschi. Il prossimo inverno, invece, doppiette puntate sulle femmine (4.114 esemplari da abbattere) e sui piccoli dell’anno (3.294 tra maschi e femmine). In totale 10.783 caprioli su 24mila.
LA GAZZETTA DI REGGIO
15 AGOSTO 2009
Doppiette puntate sui caprioli
CASTELNOVO MONTI (RE). I caprioli, animali da favola eleganti e apparentemente inoffensivi, si sono moltiplicati a dismisura (si stima siano circa 24mila in provincia) e provocano danni alle colture nonché alla vegetazione spontanea e un numero preoccupante di incidenti stradali. Così anche quest’anno i cacciatori abilitati a sparare agli ungulati (un migliaio sugli oltre 5.000 residenti nel Reggiano) sono autorizzati ad abbattere selettivamente, da oggi fino al 30 settembre, circa il 40 per cento dei capi presenti in provincia. La grande battuta, come da tradizione, s’aprirà oggi, giorno di Ferragosto. Nel primo periodo (al quale ne seguirà un secondo dal primo gennaio al 10 marzo 2010) potranno essere uccisi 3.365 maschi. Il prossimo inverno, invece, doppiette puntate sulle femmine (4.114 esemplari da abbattere) e sui piccoli dell’anno (3.294 tra maschi e femmine). In totale 10.783 caprioli su 24mila. DAINI E MUFLONI. Sono 532, invece (168 maschi, 197 femmine e 167 piccoli), i daini (in tutto sono 1.187 nel Reggiano) da abbattere dal primo al 30 settembre e dal primo novembre al 10 marzo 2010. Più ridotto il numero dei mufloni (202 in tutto): dal primo novembre al 31 gennaio se ne potranno uccidere 35, di cui 12 maschi, 11 femmine e 12 piccoli. LA SELVAGGINA. Per la maggior parte dei cinquemila cacciatori reggiani, autorizzati a sparare soltanto alla selvaggina comune, la caccia s’aprirà domenica 20 settembre. Fino al 31 gennaio in tutti i giorni della settimana, esclusi il martedì e il venerdì, sarà cacciabile la fauna stanziale e migratoria. Fino a domenica 4 ottobre l’attività venatoria potrà essere praticata da appostamento o in forma vagante con l’uso di non più di due cani per cacciatore in due giornate fisse (giovedì e domenica) fino alle ore 13. Dal 5 ottobre al 6 dicembre sarà consentito cacciare in tre giornate a scelta ogni settimana. Dal 5 ottobre al 29 novembre si potranno aggiungere due giornate in più a scelta ogni settimana per la caccia alla sola fauna migratoria da appostamento. I DIVIETI. Dal 7 dicembre al 31 gennaio è vietata la caccia in forma vagante, ad eccezione del cinghiale (in forma collettiva), della beccaccia nei territori Atc Re 3 e 4 e della volpe (da parte delle squadre autorizzate). Inoltre il divieto vale lungo l’Enza, il Po e nelle stoppie delle risaie. I DANNI DA UNGULATI. Negli ultimi cinque anni, secondo quanto accertato dalla Provincia, è stata di 207mila euro l’entità dei danni provocati dagli ungulati alle attività imprenditoriali del mondo agricolo provinciale, di cui 84mila soltanto nel 2008. Nei castagneti, in particolare, il capriolo provoca la rottura degli innesti e il brucamento degli apici con la compromissione spesso definitiva della crescita. INCIDENTI. Gli investimenti stradali di ungulati sono un problema non trascurabile. Il numero degli incidenti è aumentato negli ultimi dieci anni, passando dai 98 del 2001 ai 596 dello scorso anno. Negli ultimi otto anni, complessivamente, gli investimenti di ungulati sono stati 2.208. Negli ultimi quattro anni sono stati risarciti 218 automobilisti sui 406 sinistri denunciati, per un importo di 430mila euro.
LA GAZZETTA DI REGGIO
15 AGOSTO 2009
Bisogna stare lontano dalle case
L’esercizio venatorio è vietato nelle aie e nelle corti, nelle zone comprese nel raggio di 100 metri da immobili, fabbricati, stabili adibiti ad abitazione o a posto di lavoro e di 50 metri da vie di comunicazione ferroviaria, da strade carrozzabili, eccettuate le strade poderali o interpoderali, nei giardini e parchi privati, nei terreni adibiti ad attività sportive e nei fondi chiusi o fondi sottratti alla caccia. La caccia è anche vietata nelle aree comprese nel raggio di 100 metri da macchine operatrici in attività. I cani devono essere condotti dal cacciatore in modo che il bestiame al pascolo o gli animali in cattività non siano disturbati.
IL SECOLO XIX
15 AGOSTO 2009
Un daino e tre civette sono tornati in libertà
Provincia di Savona - Un bellissimo esemplare di daino di circa due anni finito all'interno di una cascina agricola nell'immediato entroterra di Borghetto e tre civette cadute nel giugno scorso da un nido a Noli, sono stati curati e rimessi in libertà ieri mattina nel savonese.
Due storie diverse e con protagonisti diversi l'una dall'altra, che si sono però concluse ieri mattina nel migliore dei modi, con la liberazione di tutti e quattro gli animali. Nei boschi che si trovano sulle alture alle spalle dei centri abitati di Borghetto e Toirano, quasi al confine con la Valbormida, ieri mattina gli uomini della stazione di Loano del Corpo forestale dello Stato hanno liberato uno splendido esemplare di daino, un maschio di circa due anni di età con in testa una magnifica impalcatura di corna. L'animale, saltando da una fascia, era finito sul tetto di una cascina agricola sfondandolo, e vi era quindi rimasto prigioniero. Il contadino proprietario del fondo, accortosi dell'animale intrappolato che si dimenava nel disperato tentativo di fuggire, ha subito avvisato gli uomini della forestale che in collaborazione con la polizia municipale di Borghetto e personale dell'ambito territoriale di caccia hanno provveduto a liberare nei boschi l'animale. Sempre ieri mattina i volontari dell'Enpa savonese hanno liberato in una zona protetta dell'entroterra le tre civette che nel giugno scorso erano cadute da un nido a Noli. I piccoli erano stati cresciuti presso la sede di via Cavour, quindi avviati al centro di recupero di Bernezzo e ieri sono stati infine rimessi in libertà.
IL CENTRO
15 AGOSTO 2009
Cinghiali, replica Lattanzio
POPOLI (PE). Sulla questione del controllo dei cinghiali, interviene l’assessore provinciale alla caccia, Mario Lattanzio . «Nella Riserva», spiega, «la Provincia può intervenire solo se autorizzata dal Comune. Da parte del sindaco dovrà pervenirci una richiesta mirata al monitoraggio e controllo di questi animali, con la contestuale autorizzazione a procedere. A questo punto noi possiamo utilizzare sia il metodo del selecontrollo, cioè l’abbattimento programmato degli animali, sia catturare con le gabbie e liberare poi gli animali in altre zone del territorio. Scegliere l’uno o l’altro sistema, dipenderà dalla necessità di tenere sotto controllo la popolazione dei cinghiali».
IL GAZZETTINO
15 AGOSTO 2009
Si chiude in poco più di ventiquattro ore il "giallo" del pitone Reale..
Cesare Arcolini
Vigodarzere (PD) - Si chiude in poco più di ventiquattro ore il "giallo" del pitone Reale scappato mercoledì notte da via Udine 7 al Terraglione. Ieri pomeriggio i carabinieri di Vigodarzere hanno chiesto l’ausilio del corpo agenti faunistici di Padova. In tarda serata, la gradita sorpresa: il tenente Marcello Griggio, comandante del Nucleo operativo recupero fauna in difficoltà, ha visto il rettile appollaiato su se stesso sotto le tegole del tetto della sua abitazione. Un punto strategico per il pitone, essendo quello il luogo più caldo della casa.Una soddisfazione immensa per la legittima titolare dell’animale, C.P. di 26 anni che dal momento della scomparsa del suo amato animale era caduta in depressione e non voleva parlare con nessuno tanto era sotto choc per la grave perdita. L’animale si ciba esclusivamente di topi, l’altra sera alle 22 la sua padrona non si era accorta che la teca dove vive il suo rettile era leggermente aperta. Un "invito a nozze" per il serpente che, senza che nessuno se ne accorgesse, fece perdere le sue tracce. Iniziò una vera e propria caccia al rettile con carabinieri e Vigili del fuoco impegnati a controllare ogni angolo della strada. Ma il pitone non era scappato, era andato poco lontano, evidentemente, cercando come nuova tana, appunto il tetto.L’allarme era scattato in tutto il vicinato essendo comunque il serpente un animale che può creare scompiglio e paura. In più occasioni però i carabinieri e personale specializzato aveva sottolineato la sua totale impossibilità di far del male all’uomo. Il suo veleno infatti non è letale e la sua lunghezza di centoventi centimetri non può creare presupposti per strangolamenti. Una volta recuperato il suo amatissimo animale, C.P. ha pianto di gioia ed ha ringraziato il tenete protagonista del clamoroso rinvenimento.
MATTINO DI PADOVA
15 AGOSTO 2009
Lupin ritrovato sotto il tetto
Cristina Salvato
Padova - Torna a casa Lessie, ma torna a casa anche Lupin. Anzi, da casa non si è mai mosso. Il pitone fuggito dall’abitazione di via Udine 7 è stato ritrovato. Carabinieri e guardie faunistiche l’hanno individuato ieri sera poco dopo le 20. Era nascosto sotto le tegole del tetto della villetta in cui ha trascorso gli ultimi 8 anni di vita. Anche quella di ieri è stata una giornata di ansia e paura per gli abitanti della frazione del Terraglione, a Vigodarzere. L’allarme era stato dato mercoledì sera dalla sua padrona, Charlene Piccinato. In casa stavano ritinteggiando le pareti e l’animale ha approfittato delle finestre aperte. La concomitanza con il caso di via Tomitano ha aperto il campo a molti timori. Per questo si sono messi sulle sue tracce anche i carabinieri di Padova e Vigodarzere, che hanno battuto a tappeto tutto il circondario. E ieri sera, dopo le 20, l’hanno rintracciato. Le guardie faunistiche hanno pensato bene di controllare sotto il tetto. E la loro intuizione è stata premiata. Lupin se ne stava sotto una tegola, probabilmente aveva deciso di godersi un po’ di tranquillità fuggendo dal caos dei ritinteggiamenti. Quella del pitone in libertà lungo le sponde del Muson è stata comunque la notizia del giorno nei bar del paese. La gente si è divisa secondo due linee di pensiero: da una parte chi temeva di trovarsi di fronte il rettile durante una passeggiata, dall’altra chi invece l’aveva presa con allegra ironia. «I clienti hanno commentato quasi tutti con battute di spirito - ha riferito ieri mattina Stefano Zampieri, titolare del bar “Al Peperino” in via Roma, uno dei pochi aperti alla vigilia di ferragosto - Ma ci sono anche persone che hanno dei cani e che temono per la loro incolumità quando li portano in passeggiata». «Due notti fa il pitbull Mosè, piuttosto sensibile ai rumori e alle presenze strane in giardino, ha effettivamente abbaiato con insistenza, ma è difficile dire se abbia visto o meno il pitone», racconta Silvia Vettorato. Solleva invece un problema di sicurezza e di costi Carlo Vanin, guardapesca: «Se si calcola quanto costa, in termini di tempo e denaro, cercare animali esotici che scappano - sottolinea - sarebbe necessario avere dei sistemi di sicurezza, come allarmi nelle gabbie, in modo da essere avvertiti subito della loro eventuale uscita».
MATTINO DI PADOVA
15 AGOSTO 2009
Mille serpenti tra città e provincia
di Fabiana Pesci
Provincia di Padova - A spanne i rettili nel padovano potrebbero aggirarsi su qualche migliaia di unità. Ma, tolto di mezzo l’esercito delle tartarughe, il numero si sgonfia: la quota non sfonda il migliaio di esemplari. Così si dice. Si tratta infatti di stime, perché censimenti non ne sono mai stati effettuati. Dopo il boom dei primi anni Novanta sembra però che l’allure del serpente abbia perso un po’ di smalto: i tempi del pitone in salotto sono tramontati. Non è stata per nulla appannata dalla fugacità delle mode però la passione degli erpetofili per i serpenti: non sono certo i numeri di Fido e Micio, ma persone che amano pitoni e boa ce ne sono. E di solito non si limitano a possedere un solo esemplare. All’Arcella, all’interno della clinica di via Pizzolo, il medico veterinario Alessandro Guerra è il responsabile dell’ambulatorio riservato agli animali non convenzionali: è uno dei pochi in città che sa da che parte prendere un serpente. Tiene a sfatare un mito, quello della pericolosità: «Si tratta per lo più di animali mansueti - spiega Guerra - è certo però che se si vuole in casa un serpente non ci si può improvvisare, ma non perché l’animale possa far del male a qualcuno. Il serpente non è impegnativo perché può stare giorni senza cibo, ma d’altro canto la sua gestione non è affatto semplice». I due episodi di fuga agostana registrati in questi giorni secondo Guerra non devono creare allarmismi. Pitoni nelle fogne? «Leggende. Più probabile che si sia intrufolato passando da una finestra». Le specie più diffuse nei terrari degli erpetofili sono il pitone reale ed il boa constrinctor che, a dispetto di un nome da brivido, pare essere un animale pacifico. Poi il pitone moluro, il serpente del grano, l’elaphe guttata ed i falsi corallo. Il veterinario sottolinea che ormai per portare a casa uno di questi rettili bastano pochi euro: «Nelle fiere hanno prezzi molto bassi. Tutt’altro discorso se si tratta di esemplari particolari: un pitone albino può costare migliaia di euro, ma si tratta di un mercato di nicchia». Per poter dire di avere un boa in camera da letto basta poco, ma gestirlo è tutt’altro affare: «Il problema numero uno è l’anoressia. A volte non mangiano. La cattiva gestione del terrario fa il resto». Sembra che l’ultima moda imponga di avere in casa un drago barbuto o un geko leopardino, animali più piccoli. Guerra sottolinea che il fenomeno dell’abbandono di animali non convenzionali in materia di serpenti non deve preoccupare: «Non sono i numeri degli Stati Uniti». Ma lancia l’allarme tartarughe: «Vengono acquistate quando hanno le dimensioni di una monetina e quando ci si rende conto che sono troppo grandi vengono liberate lungo i fiumi. Si moltiplicano e distruggono l’ecosistema».
IL GAZZETTINO
15 AGOSTO 2009
MUCCA INGORDA DI FARINA SOCCORSA....
Maria Pia Simonetto
Valdobbiadene (TV) - Una mucca ieri pomeriggio ha animato la vita in montagna. L'animale, che appartiene a una delle malghe di Pianezze, giovedì sera, furtivamente, era riuscito a raggiungere un sacco di farina e ne aveva mangiata a volontà, tanto da fare indigestione. Il proprietario non si è subito accorto di quanto accaduto, anche perchè, come capita per gli uomini, gli effetti di un pasto esagerato si sentono dopo ore. E così è stato. Passata la notte, ieri mattina la mucca era fiacca e stazionava a terra. Il proprietario, preoccupato, ha chiamato quindi il veterinario che, dopo averla visitata, ha constatato i sintomi dell'acidosi, che altera lo stato metabolico e i valori e, in alcuni casi, può anche portare alla morte. È dunque intervenuto, somministrando alla mucca dei flebi. Poichè il decorso può durare anche alcuni giorni, non restava che rimanere in attesa dell'evolversi della situazione, tenendo in osservazione l'animale. La vicenda ha preso poi un'altra piega. Dopo qualche ora, probabilmente perchè la cura ha incominciato a fare effetto, la mucca si è in parte riavuta. Si è alzata da terra, ma, ancora debole e barcollante, è scivolata in un dirupo, dal quale non è stata in grado di uscire da sola. A quel punto, il proprietario ha chiesto l'intervento dei Vigili del Fuoco. Sul posto si è recato un mezzo dei Vigili di Montebelluna, seguito dall'elicottero. Dopo alcune ore, verso le 17, è stato effettuato il salvataggio della mucca. L'animale è stato quindi riportato alla malga.
CORRIERE FIORENTINO
15 AGOSTO 2009
Le storie Gli avvocati raccontano le separazioni «difficili» quando di mezzo ci sono anche gli animali di casa
Quando la coppia scoppia Cani e gatti contesi come i figli
Biagio Marsiglia
La guerra degli ex e la decisione su chi tiene l’amico a quattrozampe
L’affido di Fido. Facile a dirsi, difficile metterlo in pratica. Perché quando finisce un amore, quello fra i bipedi (presunti) pensanti, sugli adorabili quattrozampe di casa si scatena la guerra. Un po’ come per i figli, che si bisticcia su tutto. Chi li tiene e chi non li può o vuole tenere, quanto costa crescerli o mandarli a scuola, quanto costa portarli in vacanza... chi li abbandona una mattina senza pensarci troppo e poi s’impunta che li vuole con sè nel giorno del compleanno, perché magari non farà famiglia ma un pochino sembra. Come capita per i figli, dunque, accade per gli animali di casa, qualche volta coccolati, a volte strumentalizzati e qualche volta presi a calci nel sedere come l’amore che si vuole troncare. È dell’altro giorno il ratto del pechinese messo a segno dalla ex per obbligare il marito scaricato a passarle gli alimenti. Storia fra storie. Per rendersene conto basta passare per le sezioni famiglia dei tribunali civili, o, in tempo di aule deserte, scambiare quattro chiacchiere con alcuni avvocati che di separazioni ne hanno trattate a bizzeffe, avvocati di vip e non solo, come Daniela Missaglia, Annamaria Bernardini de Pace, Loriana Zanuttigh o Laura Hoesch. E allora scopri anche la «guerra di Piero», la storia di un golden retriever di dieci anni. Piero, per l’appunto. Un bell’animale, «figlio» di una coppia di cinquantenni milanesi, entrambi dirigenti d’azienda, che un brutto giorno decidono di separarsi. D’accordo su tutto, ville al mare, ville in montagna, case in città, ma in guerra per Piero. Lo voleva tenere lui, lo voleva tenere lei. Urla su urla. E Piero, nello studio dell’avvocato, che come un bambino volgeva il testone ora a lui ora a lei, in silenzio e occhi tristi, seduto in perfetto stile sulle gambe posteriori. Impossibile accordarsi, fino a quando il legale s’ingegna: affido condiviso, proprio come per un eventuale figlio. Fine settimana alternati, collocazione prevalente dalla madre, pardon, dalla padroncina, perché lei se lo può portare in ufficio mentre il marito non può. E siccome la legge non codifica per i cani quanto dispone e pretende per i figli, ecco che i due sottoscrivono una scrittura privata. Altra storia, invece, quella della scimmia Rita. Era così attaccata al padrone che se la moglie provava ad avvicinarlo arrivava a graffiare, persino a mordere. «O lei, o me!», l’ultimatum della consorte al compagno di vita con la passione per i volatili spesso liberati per casa e i cani da combattimento rinchiusi in una stanza. E lui, in verità, aveva scelto Rita e voleva pure restare in casa con i suoi animaletti. Ma la donna si è rivolta al giudice e, vinta la dura causa, in un sol colpo ha liberato casa da scimmia, volatili, cani feroci e marito non ancora cornuto ma certamente «mazziato». Altro sapore, invece, l’avventura di Otto e Nove, pastore tedesco il primo e gatto birmano il secondo. I padroni, 35 anni, imprenditore lui impiegata all’Usl lei, si separano e decidono, pensando di fare la cosa giusta, di tenersi lui il gatto e lei il cane. Ma Otto e Nove, si sa, sono abituati a stare vicini e la separazione forzata li manda in depressione. Otto sta male, Nove non mangia più. Dopo l’avvocato entra in scena il veterinario: «Per il loro bene dovete almeno portarli in vacanza assieme». Così i due ex affittano una casa in campagna e ci passano l’intero mese d’agosto. Come l’hanno presa otto e Nove? Benissimo, dieci mesi dopo quell’agosto i due ex hanno battezzato un bel maschietto e da allora non si sono più lasciati. Altro cane, altra storia. Quella del cocker Birillo. Grazie a lui la padrona, abbandonata dal marito per una donna molto, ma molto più giovane, s’è presa una sapiente e diabolica rivincita. «Maurizio, Birillo sta male, devi passare a trovarlo... potrebbe morire». E Maurizio, che a Birillo voleva bene davvero, per una sera torna nella sua vecchia casa. Ad aprirgli l’uscio l’ex moglie va con autoreggenti e guepiere. Birillo stava benone, solo una scusa. Ma dopo un po’ Maurizio si ritrova nel suo vecchio letto a fare l’amore con l’ex moglie. Che scatta una foto, seleziona la funzione mms e, prima di mettere alla porta l’imbambolato Maurizio, sedotto e usato, spedisce il tutto alla nuova compagna del marito. «Tienitelo pure, tesoro...». E grazie a Birillo, vendetta fu.
IL MATTINO DI PADOVA
15 AGOSTO 2009
Chirurgia esotica in via Callegari
Padova - La clinica veterinaria Arcella cambia casa. Entro la fine del mese lascerà via Pizzolo per trasferirsi in via Cardinal Callegari. Un trasloco dettato da motivi di spazio: la squadra di veterinari diretta da Roberto Venturini (nella foto) ha scelto una location di oltre 500 metri quadrati per curare il proprio piccolo esercito di pazienti a quattro zampe: area medica, area chirurgica, reparto d’urgenza, esami di laboratorio. A tutti gli effetti un ospedale per animali d’affezione. Ma nella rinnovata clinica veterinaria non troveranno amorevoli cure solo cani e gatti: potranno bussare alla porta anche gli animali non convenzionali. Ma è troppo restrittivo parlare solamente di animali esotici. Il dottor Alessandro Guerra in un ambulatorio dedicato si potrà occupare, tra gli altri, di conigli, furetti, serpenti e tartarughe. Una piccola arca di Noè.
LA GAZZETTA DI MODENA
15 AGOSTO 2009
La crisi a quattro zampe meno soldi per gli animali e aumentano le rinunce
di Saverio Cioce
La crisi economica? Morde anche i cani. O meglio, i loro proprietari che quando si trovano di fronte all’alternativa tra abbandono, sopressione o rinuncia scelgono quest’ultima strada, più burocratica ma eticamente corretta. Peccato che l’effetto boomerang ricada su tutta la comunità. Dall’inizio dell’estate infatti si sono impennate le domande per lasciare nel canile gestito dal Comune animali di grossa taglia: rottweiler, pitbull ma anche il dogo argentino sono gli esemplari che più spesso vengono affidati alla mano pubblica. Il guaio è che in piena estate, con oltre 250 posti occupati, la struttura è al limite della capienza. Restano liberi a fatica i posti indispensabili per i controlli sanitari, anche per i trovatelli che vagano a bordo strada. «D’estate non è un fenomeno nuovo quello dell’abbandono - spiega Daniela Barbieri, dell’ufficio ‘Diritti degli Animali’ in Comune - Di solito si tratta di proprietari che non riescono più a gestire animali di grossa taglia, magari aggressivi, e che scelgono la strada della rinuncia con l’affido al canile per tutta la vita. Pagano 213 euro e non devono più preoccuparsi di nulla, nè dell’alimentazione nè del veterinario. Questo causa una lista d’attesa piuttosto lunga: quest’anno ancora di più e siamo stati costretti a sospendere l’accoglienza per tutta l’estate, salvo che per i casi di assoluta emergenza». La valvola di sfogo delle adozioni funziona a intermittenza, ed è l’unica salvezza per una struttura che altrimenti sarebbe destinata a scoppiare. A un cocker, ad esempio, lo spazio necessario è molto minore di quello per un grosso cane da guardia e quindi gli spazi liberi sono centellinati. Non è tutto. Visto che il microchip con i dati del proprietario e dell’animale è obbligatorio, ora è diventato molto più difficile abbandonare un cane con la certezza dell’impunità. Così è sempre più affollato il canile - orfanotrofio, complice la crisi che spinge tante persone a diminuire anche le spese per gli animali. «Non sono pochi gli anziani - fanno notare gli zoofili - che si trovano in difficoltà quando i loro amici a quattro zampe si ammalano. Faticano a pagare le cure, cenano con un caffelatte ma quando non ce la fanno più arrivano all’adozione se non trovano nessuno che curi gli animali». Il problema dei costi è più sentito per i cani di taglia maggiore, e non solo per i pasti. Non sono pochi quelli che, alla vigilia delle vacanze, scoprono i costi delle pensioni per animali e decidono di disfarsene. Che fare dunque se si avvista un randagio o un qualsiasi altro animale in difficoltà? La via più breve. strano a dirsi, è avvisare il 118 che ha a portata di mano l’elenco degli specialisti di pronto intervento per gli animali da compagnia e per quelli selvatici.
IL TIRRENO
15 AGOSTO 2009
Un provvedimento spropositato
PONTEDERA (PI). Giardini vietati ai cani. Le associazioni ambientaliste non ci stanno. «Ci risiamo - dicono i responsabili di Dav e Lavlasciamo ai cittadini, proprietari dei cani e non, l’interpretazione del vigente regolamento per la tutela degli animali». Quel regolamento, sottolineano Lav e Dav, all’articolo 29, dove si parla di “accesso ai giardini, parchi e aree pubbliche”, dice che «ai cani accompagnati dal proprietario o da altro detentore è consentito l’accesso a tutte le aree pubbliche e di uso pubblico compresi i giardini e i parchi”. E ancora: «E’ fatto obbligo di utilizzare apposito guinzaglio qualora i cani si trovino nelle strade pubbliche o in luoghi aperti al pubblico; in ambienti pubblici quali mercati, manifestazioni sportive e simili i cani dovranno essere dotati anche di museruola. In particolare tale prescrizione si applica ai cani di media/grossa taglia con carattere vivace o di aspetto o indole aggressivo». Al terzo punto, poi, è previsto che «è vietato l’accesso ai cani in aree destinate e attrezzate per particolari scopi, come aree giochi per bambini, quando a tal fine siano chiaramente delimitate e segnalate con appositi cartelli di divieto e dotate di strumenti atti alla custodia dei cani all’esterno delle stesse». Tali norme, ricordano Dav e Lav, furono approvate all’unanimità dal consiglio comunale per non discriminare i cittadini, soprattutto anziani, che non possono raggiungere aree distanti per passeggiare col loro cane. «Non capiamo perché - concludono - si debba vietare l’accesso ai giardini dai cani al guinzaglio creando disagi ai cittadini: come si può pensare che un anziano possa raggiungere la golena dell’Era quando potrebbe usufruire di altri luoghi pubblici più vicini al centro o alla propria abitazione tutelandosi con le garanzie necessarie e indispensabili previste dal regolamento comunale. Siamo consapevoli che qualcuno non rimuove gli escrementi: una sanzione non farebbe male. Ma è anche vero che vietare l’ingresso dei cani al guinzaglio ai giardini della città ci sembra spropositato e contrastante con la normativa. Siamo disponibili a un confronto con l’amministrazione comunale per trovare soluzioni alternative»
LA CITTA' DI SALERNO
15 AGOSTO 2009
Sull'A3 affissi striscioni contro l'abbandono
Striscioni contro l’abbandono degli animali domestici sulla Salerno-Reggio-Calabria. "Non tradirlo, l’abbandono è un crimine". Recitano così gli striscioni affissi durante la scorsa notte nel tratto campano della A3 dall’associazione "Salerno futurista - Casa Pound Italia". Accanto agli striscioni, un piccolo cane di peluche, «che rappresenta gli animali domestici che ogni anno vengono abbandonati per una non meglio specificata maggiore libertá di andare in vacanza da parte di gente senza scrupolo», ha affermato Luca Lezzi, responsabile cultura di Casa Pound Campania. Chi avvistasse un cane abbandonato sulla A3, può aiutarlo a mettersi in salvo contattando il numero telefonico attivato da un’altra associazione, la Anpana: basta inviare un sms al 3290475274.Se invece l’animale è ferito in, ci si può rivolgere al 3290498207, per sapere quale è il pronto soccorso veterinario più vicino. Il nuovo codice della strada - ricorda Antonio Cinque, comandante regionale delle Guardie ecozoofile Anpana - impone di soccorrere gli animali coinvolti in sinistri stradali».
IL MATTINO
15 AGOSTO 2009
La corrente del mare ha portato a riva un delfino sulla spiaggia di Paestum in località Laura
Paestum (SA). La corrente del mare ha portato a riva un delfino sulla spiaggia di Paestum in località Laura. È stata grande, ieri pomeriggio, la sorpresa per i bagnanti che si trovavano in quella zona. Il delfino è stato avvistato dai bagnini della Med Service nei pressi del Lido Kennedy. Subito è stata allertata la guardia costiera giunta sul posto con una motovedetta e una pattuglia da terra, che in attesa di sapere a cosa fosse dovuta la morte ha chiesto ai gestori dei lidi della zona di invitare i bagnanti ad uscire dall’acqua. Dopo l’esame effettuato dal biologo Gianfranco Pollaro del Centro Studi Ecosistemi Marini, è tornata la tranquillità. Il delfino, una femmina adulta del peso di circa 100 chili e della lunghezza di circa 2 metri e 30, sarebbe morta per cause naturali, forse addirittura per vecchiaia. La corrente del mare avrebbe spinto poi la carcassa verso la riva. A quanto pare al momento del ritrovamento era morta da circa due giorni. Gli uomini della guardia costiera hanno quindi segnalato il rinvenimento anche all’Asl, come prevede la prassi. Resta la grande impressione per i bagnanti, che si sono ritrovati di fronte l’animale simbolo della bellezza e della libertà a mare.
SESTO POTERE
15 AGOSTO 2009
Vacanze, campagna Cts in difesa delle tartarughe marine
Roma - Da oggi le tartarughe marine hanno un amico in più: Enel. La più grande azienda dell’energia italiana, e la seconda in Europa per capacità installata, ha deciso di scendere in campo in aiuto di questi straordinari rettili marini dando il proprio sostegno al progetto Tartafriends: un’iniziativa promossa dal Settore Conservazione Natura del CTS, associazione da anni impegnata nella salvaguardia di questi animali a rischio di estinzione e protetti a livello nazionale e internazionale.
Enel darà il suo sostegno alle attività svolte dai Centri Recupero Tartarughe Marine del CTS, istituiti nel 2004 grazie ad un progetto Life Natura finanziato dalla Commissione Europea. Baricentro delle attività sarà Brancaleone (Reggio Calabria), una località della costa ionica dove sorge un importante Centro di Recupero divenuto una struttura di riferimento per il recupero e la cura di questi animali in Calabria. Tartafriends si focalizza non solo sul recupero e la riabilitazione degli animali ma anche sulla protezione durante il periodo riproduttivo. Grazie ad un servizio di Pronto Intervento Tartarughe, assicurato dalla centrale operativa di Europ Assistance, si potranno fare segnalazioni 24 ore su 24 di animali in difficoltà per richiedere l’intervento di personale specializzato. “Siamo lieti di dare il nostro sostegno questa iniziativa – ha commentato Piero Gnudi, Presidente di Enel -. E’ un progetto che rientra nel più ampio impegno di Enel a favore dell’ambiente in Italia come all’estero”.“Nei prossimi anni la pressione sulle tartarughe marine, in tutti gli stadi del loro ciclo vitale è destinata a crescere, indipendentemente dai vari scenari suggeriti per lo sviluppo futuro dei paesi del Mediterraneo – dichiara Stefano Di Marco Vice Presidente Nazionale CTS. Infatti, la crescente urbanizzazione delle coste e il disturbo dovuto al turismo sottraggono aree vitali per la riproduzione. Le imbarcazioni – continua Di Marco - sia commerciali che da diporto, sono spesso responsabili di ferite, gravi amputazioni o anche morte a causa delle collisioni. Buste di plastica e altri rifiuti, scambiati per cibo, possono causare morte per soffocamento, blocchi intestinali o altri gravi problemi. Ma la minaccia principale per la specie, tra quelle indotte dalle attività umane, è imputabile alle catture accidentali di pesca. Gli animali possono morire subito, per asfissia o uccisione intenzionale, o anche dopo esser stati rilasciati in mare a causa di fattori quali lo stress da cattura o i danni causati dagli attrezzi da pesca (ami da pescespada). Reti abbandonate e buste di plastica – conclude - possono anche diventare delle trappole mortali se gli animali vi restano impigliati con conseguente impossibilità di movimento. Per questo è importante assicurare un efficiente sistema di recupero e cura lungo le nostre coste”.
IL MATTINO
15 AGOSTO 2009
Flagello meduse colpa della pesca Francesco Maria Mantero
L'invasione estiva delle meduse sembra aumentare, anno dopo anno e da fenomeno episodico si fa problema fisso. Viene citato il riscaldamento delle acque, ma la causa prima è la pesca smodata ha privato questi strani animali di ogni loro predatore. Il cerchio si chiude , ancora più in negativo per i pesci, dato che molte meduse mangiano uova e larve di pesci. La pesca svuota i mari, i governi non fanno niente, le aree marine protette non funzionano e le nostre abitudini estive non aiutano. In questi giorni migliaia di supeattrezzati sub si danno alla caccia lungocosta, dove i pescherecci non arrivano, di ogni essere che sguizzi mentre i piccoli dotati di retini fanno patè di pesciolini, granchi, delle ultime stelle di mare. Non possiamo proprio fare a meno di «predare» la fauna di questo nostro Paese, riciclandoci in osservatori incruenti, magari con qualche bella guida plastificata, di quella meraviglia che è la vita marina?
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