14 OTTOBRE  2009

CORRIERE FIORENTINO

14 OTTOBRE 2009

 

Animali maltrattati in fattoria Denunciata la proprietaria

La titolare di un’azienda agricola di San Mauro a Signa è stata denunciata per gestione illecita di rifiuti e maltrattamento di animali. I carabinieri dopo un servizio di Striscia la notizia

 

SAN MAURO A SIGNA (FI) - La titolare di un’azienda agricola di San Mauro a Signa (Firenze), una donna di 74 anni, è stata denunciata per gestione illecita di rifiuti e maltrattamento di animali a seguito ad un controllo dei carabinieri scattato nella proprietà dopo un servizio mandato in onda dalla trasmissione televisiva «Striscia la notizia» (Canale 5) ieri sera. Il servizio tv ipotizzava che nell’azienda si svolga abitualmente macellazione non autorizzata di bestiame, ma al momento i controlli di Nas, Noe e compagnia dei carabinieri di Signa sotto questo aspetto non hanno evidenziato riscontri.

UN CANE MORTO NELL'AIA - Tuttavia irregolarità sono invece emerse sia riguardo alla presenza di un autocarro adibito a discarica abusiva di materiali ferrosi (trovati circa 30 metri cubi), sia per le condizioni igienico-sanitarie in cui sono custoditi 11 cani. Uno di questi è stato trovato morente nell’aia. Trovati anche scarichi di liquami, sciami di mosche carnarie e ratti. Nell’azienda si allevano maiali, bovini e pecore. Insieme ai carabinieri hanno partecipato ai controlli anche le guardie zoofile dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa).


IL GIORNALE

14 OTTOBRE 2009

 

ANIMALI IN CASA CON 8 GATTI, 7 FURETTI, 4 CINCILLA' E SETTE CONIGLI E IN GABBIE BUIE: DENUNCIATO ALLA SPEZIA

 

La Spezia - Viveva in un appartamento con otto gatti, sette furetti, quattro cincillà e sette conigli, tenuti in condizioni penose. Uno spezzino residente nella zona periferica di Mazzetta, è stato denunciato all’autorità giudiziaria per maltrattamento di animali. In seguito ad una segnalazione, il personale del nucleo operativo della Forestale della Spezia, che controlla il commercio delle specie animali e vegetali in pericolo di estinzione, con il supporto del personale del comando di Brugnato, ha ispezionato l’appartamento. C’erano deiezioni in ogni parte della casa. L’aria risultava irrespirabile. I soli animali non in gabbia erano i gatti. Gli altri erano custoditi in piccole gabbie, per lo più senza acqua, accatastate in una stanza buia con le finestre e le persiane chiuse. Tutti gli animali sono stati sequestrati e saranno avviati presso strutture idonee. L’uomo è stato anche segnalato ai servizi sociali. All’operazione ha partecipato Antonietta Zarrelli, responsabile del servizio tutela animali del Comune della Spezia.


LA REPUBBLICA

14 OTTOBRE 2009

 

Astici vivi nel ghiaccio? "Non è reato"il giudice assolve due ristoratori a Milano

Accolte le tesi del difensore, l'avvocato Luca Giuliante, secondo il quale "la consuetudine prevede che la cottura avvenga quando l'astice è ancora vivo"

 

Milano - Conservare astici vivi adagiati sul ghiaccio per poi cucinarli non è reato. Lo ha stabilito il tribunale di Milano, che ha assolto con formula piena un ristoratore milanese e la moglie finiti sotto processo per maltrattamento di animali in quanto avevano esposto, in una delle sale da pranzo, alcuni dei prelibati crostacei su un letto ghiacciato prima di farli finire, ancora in vita, in pentola.Il giudice monocratico della quarta sezione penale, scagionando i due perché il fatto non costituisce reato, ha accolto le tesi del difensore, l'avvocato Luca Giuliante, secondo il quale "la consuetudine gastronomica prevede che la cottura avvenga quando l'astice è ancora vivo". A chiedere il rinvio a giudizio, con citazione diretta dei due titolari di un noto ristorante che si trova nelle vicinanze del Duomo, era stato il pm Giulio Benedetti, magistrato specializzato, fra l'altro, nei reati che riguardano il settore degli alimenti. Nel decreto di citazione a giudizio il magistrato ha contestato il maltrattamento di animali, dove gli animali chiamati in causa sono i cugini più pregiati, secondo i buongustai, delle aragoste: sono stati tenuti "vivi a diretto contatto con il ghiaccio - questo il capo di imputazione - e con tale condotta, senza necessita", sono stati sottoposti a "sevizie" e "a comportamenti e a fatiche insopportabili per le loro caratteristiche etologiche". Fatti, per il pm, aggravati in quanto da tale comportamento "derivava la morte degli astici".I crostacei vivi e sistemati sul ghiaccio, all' interno di un apposito banco espositore di prodotti ittici, erano stati scoperti dai Nas il 20 novembre 2007 durante un controllo di routine. Il caso milanes, è uno dei primi se non il primo, per il quale si è tenuto un dibattimento. Dibattimento che si è concluso con l'assoluzione dei due ristoratori e di questo metodo di conservazione degli astici.


ASYLUM
14 OTTOBRE 2009
 
MIGLIAIA DI CONIGLI IN SVEZIA UCCISI E BRUCIATI PER RISCALDARE LE CASE
 
Migliaia di conigli catturati, uccisi e usati per riscaldare le case degli svedesi. Le associazioni animaliste sono sul piede di guerra, per questa pratica in uso a Stoccolma. I conigli randagi, che vivono indisturbati in varie zone della città, vengono catturati, per poi essere bruciati in una centrale ed essere convertiti in calore. Alcuni di questi animali sono stati abbandonati dai loro padroni, altri sono cresciuti in libertà. Il caso è stato rivelato da un cacciatore, che si occupa di sparare ai conigli per conto dell'amministrazione cittadina. Attualmente, nel centro della città, si stima la presenza di migliaia di questi animali. Quest'anno ne sono stati catturati 3000 (mentre nel 2008 sono stati 6000). "Sono un grande pro blema", spiega il cacciatore, sottolineando come siano arrivati ad "occupare" anche i parchi delle zone più centrali. Una volta uccisi, vengono congelati e ritirati da una ditta. "E' normale che queste carcasse siano usate per generare calore - continua il cacciatore - E, comunque, la ditta della quale ci serviamo si occupa anche di smaltire le carcasse di gatti, cervi, cavalli e mucche". La centrale nella quale vengono bruciati gli animali si trova a Karlskoga, nella Svezia centrale. I responsabili della struttura si sono rifiutati di rilasciare dichiarazioni sul caso.

LA PROVINCIA DI VARESE
14 OTTOBRE 2009
 
Salvata Ricola prigioniera sull'A9
 
 
SARONNO (VA) -  Si è conclusa con un lieto fine la favola di Ricola, la cagnetta salvata martedì pomeriggio dai volontari Enpa della sezione saronnese dopo essere rimasta prigioniera dell’autostrada Como Laghi per oltre un mese. Rischiando di morire investita, e mettendo a repentaglio a sicurezza di auto e camion che sfrecciano a tutta velocità. Il cane è sopravvissuto nello spartitraffico all’intersezione dell’autostrada Como Laghi e Varese Laghi nutrendosi di piccola selvaggina cacciata sul posto e di cibo gettato occasionalmente da automobilisti e autotrasportatori: proprio le loro insistenti segnalazioni hanno portato il caso all’attenzione dell’associazione che, dopo avere contattato la Polstrada per il supporto tecnico-logistico, è passata ai fatti. Sabato mattina sono giunte sul posto due camionette della viabilità autostradale, due gazzelle della Polstrada e i volontari accompagnati dall’accalappiatore, ma la vastità dell’area e l’intenso traffico hanno reso vano il tentativo durato oltre tre ore. Nel corso del pomeriggio i volontari hanno sistemato la gabbia-trappola caricata con una bistecca come esca: diverse ronde di controllo hanno atteso l’eventuale arrivo di Ricola. Per due volte il cane è riuscito a rubare l’esca senza fare scattare il congegno che l’avrebbe trattenuto dietro le sbarre. L’ultima esca, quella decisiva, è stata piazzata martedì alle 14: alle 17 il monitoraggio dei volontari ha finalmente rilevato la bestiola in trappola.Attualmente Ricola si trova nella sede saronnese dell’associazione, dove è stata tranquillizzata, rifocillata e visitata.

SANREMO NEWS

14 OTTOBRE 2009

 

Sanremo (IM): smarriti oggi due cani, scomparsi da corso Inglesi

 

Sono scappati da corso inglesi 396 a Sanremo due cani, uno di razza Maltese Toy, di color bianco di nome Jane; l'altro color nocciola media statura meticcio di nome Nina.Sono stati visti alle 10,45 presso via Saccheri e via Costiglioli, mentre alle 12 ai giardini della vecchia stazione, in zona porto. Chiunque avesse notizie è pregato di contattare i seguenti numeri: 347/2575252 oppure 346/0141391. Offresi ricompensa.

 

http://persietrovati.blogspot.com/2009/10/sanremo-im-smarriti-cane-maltese-toy-e.html


LA NUOVA SARDEGNA

14 OTTOBRE 2009

 

Investito un maiale sulla «554»

 

QUARTU (CA). Incidente stradale sulla 554 davanti alla motorizzazione civile ieri poco prima delle 6: la vittima è un maiale di 80 chili che nell’impatto con la vettura è rimasto ferito e il veterinario di turno alla Asl, chiamato dai vigili urbani intervenuti per rilevare i dati sull’incidente, ha ritenuto di sopprimerlo con una iniezione. Non grave ma sicuramente in lieve stato di choc il conducente della vettura, una Ford Fiesta, che si stava recando al lavoro in direzione Quartu e si è trovato improvvisamente il maiale davanti (era al centro della corsia) e ha potuto fare molto poco per evitare l’impatto. La sterzata e la brusca frenata non sono serviti a scansare del tutto il maiale. La macchina ha riportato vari danni e il traffico è rimasto bloccato per un po’: i vigili urbani si sono affrettati a rilevare i dati di frenata ecc. e a far spostare l’animale a terra.


MESSAGGERO VENETO

14 OTTOBRE 2009

 

Cane morto, una denuncia

 

CHIONS (PN). Stamattina presenterà denuncia contro ignoti per uccisione di animali, Benedetta Cabas, il cui fido Wisky è stato trovato morto, lunedì mattina, in un fossato di Villalta di Chions. Vi sono elementi nuovi, rispetto al giorno del ritrovamento della carcassa del povero animale. Secondo l’esame del veterinario, su un fianco di Wisky sarebbe stato trovato un foro compatibile con un colpo di pistola o di fucile. Inquietano altri due particolari. La notte che ha preceduto il ritrovamento, nel centro di Chions sono stati strappati i manifesti con la foto del cane affissi dalla padrona. Infine, proprio ieri mattina Benedetta Cabas ha rinvenuto privo di vita un gatto della sua numerosa covata (ne possiede una trentina) nel giardino di casa. Il felino sarebbe stato avvelenato da mangime adulterato. «Andrò dai carabinieri di Azzano Decimo perché voglio giustizia per i miei animali – sostiene Benedetta Cabas –. Ribadisco che quel fossato l’avevo perlustrato decine di volte assieme a mio figlio, ai suoi amici e a nostri conoscenti. Il cane non c’era. Non è stato un incidente». L’ipotesi più raccapricciante è che qualcuno, per fare un dispetto alla signora, abbia rapito Wisky, lo abbia ucciso con un colpo di fucile e poi lo abbia fatto ritrovare nel fossato di fronte all’abitazione della donna.


IL PICCOLO

14 OTTOBRE 2009

 

Sequestrati 48 cuccioli senza vaccinazioni

 

Quarantotto cuccioli di cani di varie razze sono stati sequestrati dagli agenti della polizia di frontiera in prossimità del valico di Fernetti. Gli animali viaggiavano all’interno di un furgone ungherese condotto da un uomo di 21 anni. Proveniva dall’Ungheria ed era diretto in Spagna. I cuccioli, che viaggiavano privi di cibo solido, e che apparivano avere un’età inferiore ai tre mesi, sono stati visitati dal veterinario dell’Azienda sanitaria Corrado Abatangelo. Erano privi di documentazione. Nessuno poi era stato vaccinato contro la rabbia e nessuno era stato munito del microchip. Ad attirare l’attenzione degli agenti della polizia di frontiera in servizio nella zona di retrovalico è stato il fatto che il furgone privo di scritte aveva delle prese d’aria sulle fiancate. Al conducente del mezzo è stata inflitta anche una multa di 13mila euro perché gli animali viaggiavano senza alcun documento. Dal momento che non era in possesso del denaro il furgone è stato temporaneamente fermato. I cani (si tratta di carlini, doberman, bulldog, labrador, bassotti, terrier e maltesi) sono stati temporaneamente ospitati alcuni nel canile di via Orsera, altri in diverse strutture. Potranno essere dissequestrati (si tratta di un provvedimento sanitario) solo dopo aver effettuato le vaccinazioni, dopo i controlli successivi e il pagamento della relativa degenza nelle strutture. La retta per ogni cane è di 9 euro al giorno oltre al costo delle eventuali medicine. Il sequestro compiuto dalla polizia di frontiera ha evidenziato un nuovo tipo di traffico illegale degli animali domestici. È emerso che gli acquirenti si erano messi in contatto con gli allevatori ungheresi ordinando i cani con una e-mail. Una volta giunta in Spagna l’autista avrebbe telefonato a un numero di cellulare e qualcuno sarebbe passato a ritirare gli animali consegnando in contanti il denaro. Il sequestro fa seguito a quello messo a segno nello scorso mese di aprile. Anche in quel caso era stato bloccato un furgone che trasportava 47 cuccioli proveniente dall’Ungheria e diretto a Padova. Nei giorni scorsi è stata approvato dal Consiglio dei ministri un disegno di legge che introduce lo specifico reato penale di traffico clandestino organizzato di animali da compagnia prevedendo la contestuale pena della reclusione e la multa di mille euro per ogni esemplare.


CORRIERE DELLA SERA

14 OTTOBRE 2009

 

Cuccioli al mercato nero La tratta che viene da est

Dall’Est Europa a Firenze, passando da Prato. Trafficanti e veterinari senza scrupoli. Otto mesi fa l’ultima operazione: furono salvati 18 cani malati. Ma il business continua

 

Antonella Mollica

 

Arrivano in Italia senza nome, senza passaporto, senza vaccinazioni. Un mese di vita, o poco più, spesso senza la speranza di sopravvivere. Sono i cani clandestini che arrivano dall’Est Europa. Nascosti nei portabagagli delle auto o stipati dentro furgoni come carne da macello, approdano in allevamenti o negozi dopo un viaggio lungo 10-12 ore che per molti di loro significa la morte prima di arrivare a destinazione. Un business in grado di far girare qualcosa come 300 milioni di euro l’anno, secondo la Lega Antivivisezione. Un cucciolo di razza acquistato in Ungheria, Polonia o Romania a 5-10 euro, in Italia viene rivenduto dai 700 ai 1300 euro, spacciato per cane di provenienza italiana, con tutta la certificazione sanitaria in regola.

COINVOLTI ANCHE VETERINARI - Un mercato nero, quello dei cuccioli di cani, che vive grazie alla complicità di qualche allevatore, qualche commerciante e qualche veterinario come sta accertando la Guardia di Finanza di Prato che da un anno ha messo le mani su un’organizzazione che importa illegalmente cani malati con tanto di documenti falsi che attestano vaccinazioni mai eseguite. Una decina le persone coinvolte fino ad oggi ma l’inchiesta, coordinata dal pm Eligio Paolini, è destinata ad allargarsi. Tutto comincia un anno fa, dopo la denuncia per la morte di alcuni cuccioli appena acquistati. I finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Prato, guidato dal maggiore Davide Masucci, danno il via all’indagine. Dai siti internet arriva la maggior parte dei clienti. I militari scoprono che il traffico di cuccioli passa dall’A1. Che i contrabbandieri si danno appuntamento al casello di Calenzano o Prato per smistare gli animali. Partono i pedinamenti. Da un furgone al casello di Prato Ovest sbarcano quattro cuccioli di Cavalier King che hanno meno di due mesi di vita che non possono essere commercializzati. Per le norme comunitarie i cuccioli non possono essere spostati prima di tre mesi, data di somministrazione del vaccino, e 21 giorni, periodo necessario per sviluppare gli anticorpi. È questo il motivo per cui ricompaiono malattie sconfitte come la rabbia. I militari scoprono che quel furgone arriva da un allevamento di Bologna dove c’è il «regista» dell’organizzazione, in grado di offrire cuccioli di tutte le razze.

IL COMANDANTE DI PRATO - E già questo, spiega il colonnello Marco Defila, comandante provinciale di Prato, è un indizio da non sottovalutare: «Un allevatore serio si specializza su una o al massimo due razze, non di più. Per avere la certezza di trattare con professionisti basta verificare che l’allevatore abbia l’affisso Enci cioè la certificazione dell’ente nazionale cinofilia». Scatta il blitz a febbraio. Vengono perquisiti dieci tra allevamenti, negozi e veterinari a Prato, Pisa, Firenze e Bologna. Nel mirino finiscono due negozio a Pontedera e Prato, un allevamento di Buti (Pi), a Firenze s’indaga sul titolare di una clinica veterinaria. L’organizzazione fornisce libretti delle vaccinazioni e microchip. Un giro di affari sul milione di euro. Sotto sequestro finiscono venti cuccioli malati. Alcuni di loro dovevano essere spediti anche in Sicilia o Sardegna. Due non ce la faranno a sopravvivere, per tutti gli altri scatta una gara di solidarietà in tutta Italia. E chiamano in centinaia alla Guardia di Finanza di Prato per adottare i cuccioli malati.


CORRIERE ADRIATICO

14 OTTOBRE 2009

 

Basta col traffico degli animali

 

Roma Corsia preferenziale in Parlamento per avere entro Natale la legge che introduce per la prima volta in Italia il reato di traffico di cani e gatti, soprattutto cuccioli, che secondo gli animalisti, arriva a generare un business di 300 milioni di euro l'anno. Quello lanciato dal ministro degli Esteri Frattini è più di un appello: è un impegno che è stato iscritto come priorità per Camera e Senato. Si tratta in sostanza di dare il via libero definitivo al disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 2 ottobre scorso per la ratifica della Convenzione europea sulla protezione degli animali da compagnia siglata a Strasburgo il 13 novembre del 1987, mai ratificata nel nostro Paese. Ora, dopo 22 anni, questi viaggi infernali, in cui gli animali vengono stipati in furgoni o in portabagagli, e in cui il 50% muore dopo i primi mesi in Italia, verranno perseguiti come reato penale, con il carcere da tre mesi a un anno o multa da 3.000 a 15.000 euro con pena aumentata quando gli animali hanno meno di due mesi di vita.


Animalieanimali

14 OTTOBRE 2009

 

TRAFFICO CUCCIOLI "ENTRO NATALE LA LEGGE"
Annunci odel Ministro Frattini alla Farnesina, Disegno di Legge per l'esecuzione in Parlamento

 

Un nuovo e deciso segnale contro trafficanti di vite e maltrattatori di animali è arrivato dal Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini e dal Sottosegretario alla Salute Francesca Martini, i quali, nell’ambito delle loro rispettive competenze, nel corso di una conferenza stampa alla Farnesina hanno illustrato le iniziative in campo per contrastare il fenomeno dell’importazione clandestina di cuccioli di animali domestici e per tutelare la loro salute.L’iniziativa segue di pochi giorni la storica approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del Disegno di Legge sul tema, che la LAV si augura possa trovare una corsia preferenziale in Parlamento ed essere approvato prima di Natale, a tutela degli animali e delle famiglie che vivono con cani e gatti e per stroncare il vergognoso traffico dei cuccioli dall’Est, grande fonte di rischi sanitari come la reintroduzione della rabbia, maltrattamento di animali, evasione fiscale. “Il Disegno di Legge approvato il 2 ottobre scorso introduce così uno specifico reato penale di traffico clandestino organizzato di animali da compagnia prevedendo la contestuale pena della reclusione e la multa, così come vengono codificate le fattispecie di introduzione e rivendita illecita di animali da compagnia oggi ampiamente diffuse e non perseguite compiutamente per assenza di specifiche violazioni con nuove sanzioni amministrative per ogni animale introdotto – dichiara Gianluca Felicetti, presidente della LAV - è la prima volta che un Governo, e per questo ringraziamo in particolare il Ministro degli Esteri Franco Frattini, ha posto mano ad uno strumento legislativo diretto, ratificando una Convenzione del Consiglio d’Europa per la quale eravamo rimasti ultimi nel Continente e fornendo con il sostegno dei Ministeri della Giustizia e del Lavoro, Salute e politiche sociali, strumenti concreti d’intervento efficaci a Magistratura e Forze di polizia come in particolare Corpo Forestale dello Stato e Corpo Forestale del Friuli Venezia Giulia (Regione-cardine del traffico per motivi geografici), Guardia di Finanza e Carabinieri NAS”.Il Disegno di Legge del Governo irrigidisce anche le pene previste dal titolo IX-bis del Codice penale contro uccisioni e maltrattamenti di animali prevedendo, come nel resto d’Europa il sanzionamento di chi sottopone e di chi effettua tagli di code, orecchie, asportazione di unghie o denti per cani e gatti effettuati a scopi non terapeutici, pratiche ampiamente utilizzate per presunti fini estetici o di standard inventati che mettono a repentaglio la vita degli animali domestici.“La tratta dei cuccioli coinvolge ogni anno migliaia di cani e gatti, provenienti dai Paesi dell’Est, in particolare da Ungheria, Slovacchia, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, importati in modo truffaldino falsificando i documenti, senza il regolare microchip, precocemente strappati alle cure delle loro madri costrette a continue gravidanze, sottoposti a infernali viaggi e imbottiti di farmaci per farli sembrare sani all’acquirente – ha detto Gianluca Felicetti - la mortalità dei cuccioli nella fase che va dal trasporto ai primi mesi dopo l’arrivo in Italia raggiunge il 50%. Il valore di mercato di un cucciolo importato dall’Est (soprattutto Schitzu, Carlini, Pincher, Jack Russell, West Highland) e spacciato per italiano falsificando i documenti può aumentare fino a 20 volte, con un giro d’affari annuo stimato in 300 milioni di euro”.


IL TIRRENO

14 OTTOBRE 2009

 

Bocconi avvelenati a Casciana Terme

 

CASCIANA TERME (PI). C’è un nuovo caso di avvelenamento di animali. Un cane. L’episodio è avvenuto nel territorio comunale di Casciana Terme, nellazona di Vivaia. Qualche boccone avvelenato abbandonato in quella zona, ha fatto rischiare la vita a quattro splendidi esemplari di proprieta di Cristina Maggioli.  La Dav, associazione ambientalista e animalista, venuta a conoscenza di questa ennesima barbarie ribadisce «ancora una volta l’assoluta condanna verso azioni tanto vili nei confronti di animali indifesi».  Stando alle testimonianze, i sintomi descritti fanno pensare a un avvelenamento da decumarolo, una sostanza presente nei più comuni veleni per topi. «Un fatto che dovrebbe far riflettere - sottolinea Dav - sulla troppa disponibilità di certe sostanze pericolose, oggi alla portata di chiunque. Vogliamo ricordare, a chi ignora o sminuisce fatti del genere, che la presenza nel nostro territorio di polpette avvelenate rappresenta un rischio altissimo tanto per gli animali quanto per l’uomo. Molte delle sostanze che vengono usate nella preparazione dei bocconi sono altamente tossiche e pericolose anche solo al contatto, un fenomeno quindi altamente a rischio per tutti, a cominciare dai bambini». Per questo Dav lancia un appello ai cittadini: «Denunciate questi episodi. Chi mette a repentaglio la vita di animali indifesi e dell’uomo non può e non deve farla franca. Ognuno è chiamato a fare la propria parte nel combattere questo fenomeno. Da parte nostra, come sempre, ci mettiamo a disposizione delle autorità competenti in qualunque azione che miri a reprimere questi atti gravissimi. E siamo certi anche dell’impegno di cittadini e forze dell’ordine».


Animalieanimali

14 OTTOBRE 2009

 

NAS, IN 3 MESI 13MILA CANI SEQUESTRATI
1526 le ispezioni, quasi milel le infrazioni rilevate, chiuse 97 strutture.

 

In tre mesi 97 strutture chiuse e 13.157 cani sequestrati: questo il bilancio dei controlli effettuati dai Carabinieri del Nas nel periodo luglio-settembre 2009 nell'ambito delle operazioni in campo nazionale sul benessere degli animali d'affezione e lotta al randagismo.
In tutto - è stato reso nel corso di una conferenza stampa al ministero degli Esteri sulla legge di ratifica della Convenzione europea contro il traffico di cuccioli - da luglio a settembre sono state effettuate 1.526 ispezioni dalle quali sono state accertate 972 infrazioni: 255 di natura penale e 717 di natura amministrativa.
Per quanto riguarda il penale, si tratta, tra l'altro, di cani detenuti in condizioni tali da non garantire loro incolumità e benessere psico-fisico, falsificazione di modelli relativi all'anagrafe canina, medicinali scaduti, esercizio abusivo della professione veterinaria, vendita di cani privi della documentazione di identificazione. Per le infrazioni di tipo amministrativo si parla di inosservanza delle leggi regionali sui requisiti minimi strutturali e di igiene, dell' iscrizione all'anagrafe canina o alle autorizzazioni amministrative e sanitarie.
A seguito dei controlli, sono state 457 le persone segnalate: 134 all'Autorità giudiziaria e 323 a quella amministrativa.


GAZZETTA DI MODENA

14 OTTOBRE 2009

 

Altri 200mila euro spesi per il canile inaugurato 2 anni fa

 

Modena - Altri duecentomila euro spesi per il canile di Modena. La denuncia arriva da Andrea Leoni del Pdl che torna su un tema piuttosto discusso negli ultimi anni, quando il canile cambiò la gestione e si calcolò che in un solo anno, il 2006, vennero spesi più di 100mila euro per la gestione oltre a quanto previsto dagli accordi di concessione. Ma ora la questione è diversa. A proposito di «sprechi», come dice Leoni, si torna a parlare della struttura del canile intercomunale di Modena, inaugurato appena due anni fa, dove le magagne, a partire da cancelli e reti fognarie solo per fare un paio di esempi, erano già evidenti.  Leoni attacca l’amministrazione per capire «che cosa c’è dietro ai 200mila euro stanziati dal Comune di Modena per rifare la copertura del canile, che cosa è successo in due anni per deteriorare una struttura a tal punto da doverla sostituire completamente? E il nuovo tetto avrà le tegole d’oro?».  «Nella delibera - spiega Leoni - si legge che l’intera struttura di via Nonantolana si trova in una condizione di estremo deterioramento e che sono già stati richiesti per questa struttura numerosi interventi manutentivi. Qualcuno deve spiegare come sia possibile che un struttura inaugurata due anni fa sia già ridotta così: sul modo in cui vengono spesi i soldi dei contribuenti deve essere garantita la massima trasparenza».  La grana passa nelle mani di Simona Arletti, assessore all’ambiente: «Per prima cosa bisogna precisare che l’intervento è stato richiesto non solo dai gestori ma anche da diverse associazioni che hanno a cuore il benessere degli animali. Nella delibera si fa riferimento al tetto, e in effetti poteva essere più chiara: l’intervento riguarderà per la maggior parte la sostituzione delle pareti divisorie nella zona occupata dagli animali, che sono usurate e rappresentano un pericolo per i cani e per le persone che lì lavorano. Va anche detto che i numeri legati al canile in questi anni sono piuttosto eloquenti: ora ospita circa 250 cani, ma in un anno si contano in media più di 600 accessi diversi, ecco perchè la struttura è soggetta ad usura in modo notevole e continuativo».  Non di poco conto il passaggio legato ai soldi che si spenderanno: «I 200mila euro che sono stati stanziati sono parte dell’eredità Amato, il lascito di una signora che decise che tutti i suoi averi dovevano essere spesi per il canile. E solo lì si possono spendere, senza nessuna deroga. Ecco perchè anche il consigliere Leoni dovrebbe essere d’accordo».


LA GAZZETTA DI MODENA

14 OTTOBRE 2009

 

Con la Gazzetta al circo di Mosca

 

MODENA. Tutto è pronto per il debutto del famoso Circo di Mosca che esordirà in via Divisione Acqui (vicino al PalaPanini) alle 21.15 di domani. I nostri lettori avranno l’opportunità assistere gratis alla “prima” presentando alla cassa del circo il coupon pubblicato sotto. Il Circo di Mosca, che resterà in città fino al 25 ottobre, presenterà due spettacoli al giorno, uno pomeridiano e uno serale.  Questa è la quinta tournée ufficiale del Circo di Mosca nel nostro Paese che si è potuta organizzare grazie all’accordo tra David Roscoe e la Cdo Srl. «Quello che sta per debuttare a Modena - spiega David Roscoe - è un grande spettacolo che approda in Italia per un tour di tre mesi in una straordinaria struttura gialloblù che ricostruisce la piazza Rossa di Mosca dove abitualmente ogni anno si svolge il Festival Mondiale del Circo dove partecipano i più grandi artisti del mondo e dove abitualmente vengono ospitati anche fenomeni italiani». «In questo straordinario show ho voluto mettere nella stessa pista più scuole a confronto per vedere i diversi stili di fare circo che esistono al mondo - prosegue Roscoe - coì in pista non vedrete soltanto artisti russi ma anche di altre nazioni ed europei che hanno conquistato l’applauso dei grandi circhi stabili di tutta la Russia, compreso quelli di Mosca». Larry Rossante, organizzatore italiano della Cdo Srl - si rammarica del fatto che «a Modena non possiamo far esibire i numeri con gli animali e, quindi, abbiamo dovuto rivedere lo show e scritturare altri numeri».  Lo spettacolo, dalla musica live di una grande orchestra di sette elementi diretta dal maestro Mikeshenko, prevede per la prima volta nel nostro Paese lo straordinario trasformista Anatolji che darà ampia prova della sua velocità nei cambi d’abito e nelle grandi illusioni. Proveniente dall’Accademia del circo di Verona, Patrick, farà vivere il pubblico per dieci minuti con il naso all’insù pieni di souspance. Direttamente da Mosca arriva la troupe di saltatori Nicolae alla basculle, abili nei salti mortali con atterraggio in quinta colonna fino a raggiungere la cima di una piramide formata da quattro persone. Stupirà anche la velocità e il dinamismo del duo moscovita Derek & Perla. Sempre dalla Russia arriva il giocoliere Steev Andryuw che ci darà una grande lezione di abilità. Gli Ikarov hanno invece creato un vero e proprio balletto aereo con grande armonia sorreggendosi soltanto su alcune fasce rosse. Sotto il tendone stellato del Circo di Mosca non potevano mancare gli eterni idoli di grandi e piccoli, ovvero i trapezisti. A rappresentarli i Flyng D’Amico. Da seguire anche il numero del verticalista Carlos. A tenere allegria con le loro mille trovate in pista saranno i clown Filippo e Igor e anche la macchina comica di Mariolino che farà fare tante risate. E le sorprese continuano.


L'ARENA GIORNALE DI VERONA
14 OTTOBRE 2009
 
Un iguana gigantesco catturato in riseria
ISOLA DELLA SCALA. L'animale tropicale, forse abbandonato nei campi tempo fa, aveva cercato rifugio al caldo
È lungo un metro e venti centimetri, per prenderlo sono dovuti intervenire i vigili del fuoco da Verona
 
L'iguana poco prima della cattura all'interno dei magazzini per il riso dell'azienda agricola Melotti
 
Morello Pecchioli
 
Isola della Scala (VR) - Tutto avrebbe immaginato Gianmaria Melotti, titolare insieme con il padre Giuseppe e il fratello Luca dell'omonima, famosa, riseria di Isola della Scala, tranne che trovare un'iguana nel magazzino della sua azienda in via Tondello: un lucertolone extralarge lungo un metro e 20 centimetri dalla punta del muso a quella della coda.
LA SCOPERTA. L'incredibile ritrovamento è avvenuto ieri pomeriggio nel corso delle operazioni per approntare il magazzino dell'azienda per accogliere il nuovo raccolto del vialone nano. Gianmaria Melotti, 37 anni, stava pulendo il capannone insieme con un collaboratore quando su alcuni cartoni posti proprio sotto il silos ha visto, placido nella sua immobilità, il grosso rettile.
LA PRIMA REAZIONE. Il primo sussulto è stato d'incontrollato terrore, il secondo di incredulità. Il terzo quello di correre fuori dal magazzino a chiedere aiuto. Il giovane imprenditore, bianco cadaverico, è corso in corte urlando «All'iguana, all'iguana».
Nessuno, ovviamente, gli ha creduto. Gli iguana di solito vivono nell'America Centrale nella fascia che va dal Messico ai Caraibi al Brasile, o nei rettilari degli zoo. Ma quando i «soccorritori» si sono affacciati al magazzino e hanno visto il lucertolone con la sua splendida corona di spine, immobile a godersi il caldo del magazzino, si sono ricreduti.
ARRIVANO I NOSTRI. Immediatamente sono stati chiamati i vigili del fuoco di Verona. I pompieri hanno circondato l'animale che in tutto quel bailamme si era spostato solo di qualche centimetro, lo hanno afferrato e messo dentro a un cartone.
L'iguana, che stando alle prime indicazioni è stato portato al Flover di San Giovanni Lupatoto, secondo i vigili del fuoco è un maschio: sia i colori vivaci che la cresta appariscente lo fanno pensare. Il rettile, a quanto pare, è ancora giovane. I maschi adulti, infatti, arrivano fino al metro e mezzo e anche un metro e 80 centimetri.
IL RACCONTO. «Quando me lo sono visto di fronte», racconta sollevato al termine della cattura, Gianmaria Melotti, conosciuto nel mondo dei gourmet per le sue apparizioni televisive come ambasciatore del riso vialone nano veronese, «mi sono sentito morire. Se c'è una cosa che non sopporto sono i serpenti e gli iguana».
Ma così tanti ne ha visti, gli chiediamo, per riconoscerlo subito e averne costante terrore?
«Sì, ne ho visti tanti sull'isola degli iguana quando ero a Cuba in viaggio di nozze», risponde. «La repulsione è stata immediata. Pensi che me li sognavo di notte. Adesso che ne ho trovato uno praticamente in casa... Non credo che questo grosso rettile sia stato messo da qualcuno in magazzino. Secondo me», prosegue, «qualcuno lo ha abbandonato nei campi dalla tangenziale che passa proprio dietro la mia azienda. La povera bestia deve aver cercato il caldo. E siccome in questi giorni di mietitura del riso lasciamo la porta del magazzino sempre aperta, sia per l'andirivieni delle pulizie, sia per farlo arieggiare, lui ne ha approfittato per introdursi e riscaldarsi. Che stava bene non c'è dubbio: da quando l'ho trovato alla sua cattura si è mosso solo di pochi centimetri. E pensare», dice tutto d'un fiato, «che nessuno, subito, mi ha creduto. Un collaboratore quando sono uscito in corte ad urlare che c'era un iguana in magazzino mi ha replicato che confondevo i piccioni con i rettili. E quando ho chiamato mio fratello Luca, che era sulla mietitrice nei campi», conclude l'imprenditore del riso di Isola della Scala, «mi è addirittura saltato su irritato: "non prendermi in giro", è sbottato, "che qui ho tanto da fare"».

 LA ZAMPA.IT
14 OTTOBRE 2009
 
Toscana, divieto di utilizzo di animali per l'accattonaggio
 
 
FIRENZE - Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato a maggioranza la legge di tutela del benessere degli animali. I voti a favore sono stati 33. Al voto elettronico non hanno partecipato i gruppi consiliari del centrodestra. Si è così formalmente concluso l’iter di approvazione consiliare che lo scorso 30 settembre si era interrotto, dopo l’approvazione per alzata di mano dei singoli articoli e del preambolo alla legge, al momento della votazione elettronica, quando per ben due volte era mancato il numero legale. La legge, come aveva ricordato il presidente della commissione Sanità, Fabio Roggiolani (Verdi), «ha lo scopo di tutelare il benessere degli animali, combattendo le forme di maltrattamento e di abbandono». Nella nuova legge, «concertata con la Giunta regionale, con l’ordine dei veterinari e con gli altri soggetti interessati», ha sottolineato Roggiolani, si mantengono l’anagrafe canina e le regole sul randagismo, già presenti nella legge regionale 43 del 1995 ma si definiscono procedure e competenze in modo più adeguato e preciso. La legge interviene su alcuni aspetti regolamentati da norme comunali come l’accesso dei cani nei locali pubblici, in ambienti aperti al pubblico, parchi e spiaggia con uso obbligatorio di guinzaglio e della museruola qualora previsto dalle norme nazionali. Novità anche nel recepimento delle norme nazionali riguardo al benessere degli animali utilizzati nel commercio e in manifestazioni storico culturali: è istituito l’elenco regionale delle manifestazioni nelle quali è previsto l’impiego di animali. Ancora, è prevista l’introduzione di assistenza veterinaria per i proprietari di cani appartenenti alle fasce deboli e il divieto di utilizzo di animali «con ruoli attivi nella pratica dell’accattonaggio».

CITY

14 OTTOBRE 2009

 

Gli animali? Protetti per legge

 

Dal divieto di accattonaggio con gli animali a quello del taglio di code o orecchie a fini estetici. E dalle regole ferree per i circhi e per i canili, per quanto riguarda lo spazio a disposizione nelle gabbie, al patentino per il padrone che vuole un cane potenzialmente “morsicatore”. Sono alcune delle disposizioni contenute nella legge dedicata ai diritti degli animali approvata ieri dal Consiglio regionale della Toscana. Hanno votato a favore la maggioranza di centrosinistra e l’Udc mentre il Pdl non ha partecipato al voto. Tra le altre disposizioni il divieto di offrire animali in vincita e l’accesso “libero” (purché al guinzaglio) per gli amici a quattro zampe in parchi, giardini e spiagge. Il provvedimento prevede inoltre che gli animali in vendita non potranno stare in vetrina per più di cinque ore. La legge ha una dotazione di 240 mila euro ogni anno, più i proventi delle sanzioni con pene dagli 80 ai 460 euro per chi non raccoglie gli escrementi del proprio animale.


CORRIERE FIORENTNO

14 OTTOBRE 2009

 

Regione Approvato in Consiglio il testo sui diritti degli animali: pesanti sanzioni a chi li tratta male
Niente più pesci rossi al luna park. Per legge

 

Mauro Bonciani

 

Regione Toscana - Dopo una gestazione durata quattro anni è diventata legge la proposta sulla tutela degli animali voluta dai Verdi. Un voto polemico, che ha visto il Pdl abbandonare l’aula, su un testo più volte ritoccato che non dà la possibilità a cani e gatti di seguire i proprietari in teatro e al cinema come annunciato in un primo tempo, ma che amplia i loro diritti e introduce limiti severi al loro utilizzo in manifestazioni e come «oggetti pubblicitari» (i pesci rossi, ad esempio, non possono più essere dati in premio al luna park).
La legge è stata approvata ieri dal Consiglio regionale con 33 voti, chiudendo l’iter di approvazione consiliare che a settembre si era interrotto, dopo l’approvazione per alzata di mano dei singoli articoli e del preambolo alla legge, al momento della votazione elettronica, quando per ben due volte era mancato il numero legale. Tra le novità l’accesso a giardini, spiagge ed aree pubbliche in tutti casi, tranne nelle aree delimitate (il contrario di quanto accade oggi) e in tutti i negozi e pubblici esercizi secondo lo stesso principio, fermo restando che in entrambi i casi gli animali vengano tenuti al guinzaglio e debbano avere la museruola. La legge prevede anche l’introduzione di una «mutua» di assistenza veterinaria con l’aiuto di associazioni e di soggetti pubblici, un elenco di manifestazioni storiche e tradizionali nelle quali la presenza degli animali sarà permessa, multe ai proprietari che maltratteranno cani e gatti, il divieto di accatonaggio usando animali e quello del taglio di code o orecchie a fini estetici. Sarà poi istituita un’anagrafe canina in ogni comune, ma non quella dei gatti come alcune associazioni chiedevano. Salate le multe, da 100 a 600 euro per i cittadini (che hanno sempre l’obbligo di raccogliere le deiezioni degli animali), da 150 a 900 euro per i veterinari, fino a 450 euro per esercenti o addestratori.
«La legge tutela il benessere degli animali, combattendo le forme di maltrattamento e di abbandono — spiega Fabio Roggiolani, Verdi, presidente della commissione sanità e firmatario con Lupi della proposta del 2005 — e valorizza i diritti degli animali nel senso più completo e la loro convivenza con l’uomo. Nella nuova legge, concertata con giunta regionale, ordine dei veterinari e con altri soggetti interessati si mantengono l’anagrafe canina e le regole sul randagismo, già presenti nella legge regionale del 1995, ma si definiscono procedure e competenze in modo più adeguato e preciso». Tra le novità — sottolinea Roggiolani — l’introduzione di assistenza veterinaria per i proprietari di cani appartenenti alle fasce deboli e il divieto di utilizzo di animali “con ruoli attivi nella pratica dell’accattonaggio”, ma anche il tetto massimo di quattro ore per esporre animali in vetrina ed in spazi adeguati».
Annamaria Celesti (FI-Pdl), vicepresidente della commissione sanità, ha spiegato il no del Pdl: «Si tratta di un testo datato, che non coinvolge l’associazionismo, e che non tiene conto del dibattito a livello ministeriale dove si è già aperto il percorso per definire una legge nazionale. La norma regionale non indica con precisione le competenze attribuite agli enti locali e alle Aziende sanitarie: non avremo nessun beneficio né agli animali, né a chi che alla loro tutela dedica tanto tempo». Marco Cellai (An-Pdl) ha poi annunciato che i gruppi del Pdl non avrebbero partecipato al voto, mentre il Ps si è astenuto.


IL CITTADINO

14 OTTOBRE 2009

 

San Zenone, arriva la carta dei diritti: ci saranno più tutele per gli animali 

 

Emanuele Dolcini

 

San Zenone (MI) Un regolamento dei diritti animali tutto da leggere a San Zenone al Lambro: in 28 pagine e 59 articoli la nuova “carta” dei cittadini a quattro zampe o due ali è pronta, ed ha avuto la strada spianata dall’ok in consiglio comunale, arrivato all’unanimità lo scorso 30 settembre. Il testo prende in considerazione una vastissima materia nel settore spaziando da alcuni aspetti relativamente basilari come la severa punizione degli abbandoni e degli avvelenamenti entro il territorio, ad altri dettagli che incidono su situazioni decisamente più sporadiche - ma sempre possibili - come il tempo massimo di sellatura dei cavalli, la custodia di animali esotici, il divieto di mettere animali vivi in premio alle sagre, persino l’abitudine di colorare gli animali che alcuni hanno, e infine lil libero accesso di Fido anche al cimitero. «Sarà un regolamento distribuito casa per casa, a tutte le famiglie - spiega l’assessore responsabile delle politiche ecologiche Pierangelo Augusto Palladino - oltre che ai bambini della nostra scuola. È importante aver fatto un lavoro in stile volume, aver pensato a un opuscolo, perché limitarsi a una collezione di ordinanze da atto burocratico comunale finisce per avere poca efficacia». Nel nuovo “Testo unico dei diritti animali” (scaricabile in pdf anche al sito provincia.mi.it) ci sono alcuni capisaldi fra i quali rientrano certamente le sanzioni per l’abbandono di esemplari domestici, la prevenzione del randagismo, la completa proibizione dell’addestramento di cani o altre specie per “esaltarne la pericolosità”. Il testo appena approvato vieta anche l’allevamento di specie selvatiche salvo le disposizioni nazionali; obbliga a denunciare gli esemplari esotici tenuti in casa; impedisce in generale gli spettacoli con l’uso di bestie vive (salvo specifica autorizzazione municipale); vieta comunque di dare animali in premio a concorsi e giochi. Ma si trovano anche elementi meno intuitivi come la proibizione di custodire animali da compagnia per più di otto ore al giorno su terrazzi e balconi; il divieto di separare i cuccioli dalla madre prima dei sei mesi salvo parere veterinario; la sanzione per chi fa correre il cane dietro la bici o la moto. E infine, anche i cani sono considerati liberi visitatori (al guinzaglio) del cimitero. Nei negozi dove non possono entrare, è consigliato munirsi di una stanga per “parcheggiarli” fuori.


IL CENTRO

14 OTTOBRE 2009

 

In Comune animali per i disabili

 

Ylenia Gifuni

 

MONTESILVANO (PE). Dare da mangiare a un cane, un gatto o un coniglio, lavarlo, addestrarlo e portarlo a spasso favorisce l’autostima e le relazioni interpersonali e migliora l’autocontrollo e l’espressione verbale. Il Comune scopre la «Pet therapy» e la mette al servizio dei disabili.  Dopo l’estate all’insegna dell’abbattimento delle barriere architettoniche lungo la riviera, le strade e le spiagge di Montesilvano, l’amministrazione promuove un nuovo servizio per i disabili del territorio. La terapia assistita uomo-animale è «un esempio pionieristico di politica al servizio del territorio», sottolinea il sindaco Pasquale Cordoma durante la presentazione dell’iniziativa.  Montesilvano è una delle prime realtà in Italia a sperimentare il progetto di ricerca e il primo ente in Abruzzo. Tra non molto anche Città Sant’Angelo seguirà il suo esempio.  Conigli nani, cani di piccola, media e grande taglia arriveranno in municipio accompagnati dagli operatori della cooperativa sociale Diapason. Una tartaruga e una capretta saranno utilizzate per le attività osservative. Tutti saranno sottoposti a rigidi controlli sanitari. «Si tratta di una co-terapia che accompagna un trattamento specifico», spiega Caterina Di Michele , psicologa e presidente della onlus, «le ricerche dimostrano che prendersi cura di un animale spesso porta a un aumento degli effetti dei medicinali. Oltre al miglioramento delle attività didattiche, sono stimolati il linguaggio e la memoria».  I corsi sono rivolti a 15 minori e 15 adulti diversamente abili. Si svolgeranno il martedì pomeriggio nella sala Tricolore del Comune, dal 20 ottobre al 15 dicembre. Il progetto è stato fortemente voluto da Valter Cozzi , assessore alle Politiche sociali della Provincia di Pescara e finanziato dalla presidenza del consiglio comunale di Montesilvano con l’ausilio dell’ufficio Disabili e dell’Azienda dei servizi sociali del Comune. Gli incontri avranno contenuti e finalità differenti a seconda dell’età dei partecipanti. Per entrare in contatto con gli animali saranno proposte attività di interazione guidata: i volontari insegneranno agli utenti come si dà un bocconcino o come si fa una carezza. Piccoli gesti che per un adulto o un bambino affetto da autismo, disordini motori o emotivi possono essere complicati. Il monitoraggio sugli eventuali benefici provenienti dalla pet-therapy sarà effettuato attraverso la somministrazione di questionari anonimi ai partecipanti e ai familiari.  All’incontro di ieri mattina è intervenuto anche Eros Donatelli , direttore dell’azienda dei servizi sociali e Claudio Ferrante , responsabile dell’ufficio Disabili.


IL TIRRENO

14 OTTOBRE 2009

 

Volontari a guardia delle trappole antiratto

 

Elena Canestri

 

MASSA MARITTIMA (GR). Un reciproco controllo da parte dei cittadini per combattere le invasioni di roditori in città. La particolare proposta è quella avanzata dall’assessore all’ambiente Giacomo Michelini ed approvata recentemente dalla giunta comunale di Massa Marittima. «L’idea - spiega - è quella di individuare all’interno di ogni zona in cui viene effettuata la derattizzazione, uno o più cittadini volontari che possano dare un’occhiata alle trappole, in modo che queste non vengano rimosse o spostate, dando contemporaneamente qualche informazione utile sul progetto».  Nonostante il problema delle intrusioni da popolazione murina sia infatti molto sofferto nella città metallifera, alcuni, non sapendo bene come funzionano le cassette anti- ratto, tendono ad aprirle per spargerne il veleno o a spostarle da zona a zona. Il risultato è che le trappole divengono inefficaci e possono risultare addirittura pericolose per animali domestici o per le persone stesse, dato l’alto grado di tossicità delle sostanze usate. «Per ovviare all’inconveniente - spiega l’assessore - abbiamo richiesto al Consorzio di Bonifica Grossetano (a cui da aprile è stato assegnata la derattizzazione, ndc), di fornirci una mappa della città in cui siano segnalate le trappole e gli erogatori sistemati nelle varie zone. Sulla base di questa mappa che presto sarà disponibile in formato elettronico sul sito web del Comune, sarà più facile per i cittadini stessi controllare lo stato delle cassette e avviare una sorta di catena informativa reciproca che eviti la rimozione delle stesse». Le zone trattate varieranno periodicamente in funzione delle segnalazioni effettuate dai cittadini e dei risultati degli erogatori, particolari cassette che “registrano” il passaggio dei roditori. Le zone trattate sono al momento: una parte di Cittannova e tutto il centro storico basso.


LA PROVINCIA DI LECCO

14 OTTOBRE 2009

 

Buonanotte si va in letargo colpa del freddo e del caldo

 

Il sole finora un po' ci ha ingannato, ma l'autunno è iniziato e le temperature presto cominceranno a scendere con l'arrivo dell'inverno. Una scocciatura per noi, ma soprattutto per gli animali.
Non appena la temperatura scende, gli animali, non tutti, prevalentemente i mammiferi, a poco a poco si... addormentano. In pratica si mettono in un angolino, non mangiano, se non pochissimo, non si muovono, la temperatura del loro corpo cambia abbassandosi di molti gradi ed essi tornano pimpanti con il caldo. Per la verità ricominciano a mangiare solo una settimana dopo il risveglio. È il letargo! Ma, attenzione, vale solo per gli animali, benchè l'inverno anche a noi umani faccia un po' di effetto "sonno"...

tanto riposo e poco cibo
Il letargo è di alcuni mammiferi e rettili. Questi animali, quando fa freddo, è come se si... calmassero, fino addirittura a sembrare, in alcuni casi, morti.
Ma non lo sono, stanno solo riposando. Sapete cosa mangiano questi animali mentre risposano? Mangiano, nel senso che consumano, le riserve di grasso che si sono messi addosso rimpinzandosi parecchio prima di addormentarsi.
Gli animali che vanno in letargo sono: le tartarughe di terra (la temperatura del loro corpo dipende da quella che c'è nell'ambiente), lo scoiattolo (che però non va proprio in letargo, ma se ne sta rintanato svegliandosi di tanto in tanto a mangiucchiare qualcosa), il pipistrello, il procione, ma anche le volpi, le marmotte, i pipistrelli e i serpenti, oltre naturalmente ai ghiri.
sbadigli anche d'estate
Ma non è solo il freddo che spinge alcuni animali ad addormentarsi per mesi. Anche il troppo caldo; in quel caso si ha, anzichè il letargo, l'"estivazione". Succede agli animali che vivono nelle zone del deserto tropicale durante la stagione più calda.
In questo modo, dormendo, evitano di soffrire per le temperature troppo alte. Ne sono protagonisti alcuni mammiferi, mentre gli uccelli, volano nei paesi caldi d'inverno e freschi d'estate.
Il letargo e l'estivazione interessano anche le piante che perdono le foglie e se stanno lì, come morte (sono invece vivissime) aspettando che arrivi primavera.
i finti e i non letarghi
Ci sono poi degli esseri che "si divertono" a ingannarci, pare siano in letargo, invece fanno un sonnellino lungo anche anni!
Questo succede ai semi di alcune piante che dormono nella terra del deserto per anni, appunto, e poi quando piove (non molto spesso) germogliano. Ma anche un tipo di gamberetto dorme anni, e fuori dall'acqua. Si chiama "scimmia di mare", qualche anno fa andava molto di moda possederle; è un minuscolo gamberetto che dorme all'asciutto e si risveglia quando viene immerso nell'acqua. Il non letargo, purtroppo per loro, è invece quello di alcuni insetti che vivono meno di un anno intero.
Prima di morire però depositano le uova che si schiudono a primavera. E poi ci sono quelli che si costruiscono addosso una specie di guscio e aspettano il caldo o si chiudono in casa, come le chiocciole: creano una porta all'ingresso del guscio fatta da una sottile pellicina, che tiene fuori il freddo.


LA ZAMPA.IT

14 OTTOBRE 2009

 

Con il riscaldamento globale a rischio molte specie di uccelli

Se ne discuterà al convegno di ornitologia dal 14 al 18 ottobre

 

Mariolina Iossa

 
Il cambiamento climatico mette a rischio estinzione centinaia di specie di uccelli. Un aumento della temperatura globale di più di 2 gradi centigradi, infatti, potrebbe aumentare il numero delle specie a rischio fino al 38% entro il 2050 nella sola Europa.
A lanciare l’allarme è il Wwf, alla vigilia della quindicesima edizione del convegno italiano di ornitologia, intitolato “Cambiamenti climatici e disturbi di origine umana”, organizzato dal 14 al 18 ottobre nel parco nazionale del Circeo dalla stazione romana di osservazione e protezione uccelli (associazione ornitologica fondata nel 1965 da Fulco Pratesi) e patrocinato da Wwf Italia, Lipu-BirdLife, Ispra, Agenzia regionale parchi della Regione Lazio e parco nazionale del Circeo. Deporre in anticipo le uova, migrare prima o dopo i periodi abituali, cambiare area spostandosi verso nord o verso l`alto per sfuggire al caldo eccessivo o alla siccità, spiega il Wwf, può costare caro a moltissime specie di volatili, che vedono sconvolti i loro rapporti con gli ecosistemi e le altre specie cui la loro vita è legata. Le balie nere olandesi per esempio, un piccolo uccellino che si trova anche in Italia, sono diminuite del 90% dal 1987 al 2003, perché arrivano troppo tardi rispetto alla disponibilità di larve di cui si nutrono. Cambiando area gli uccelli trovano nuove condizioni ecologiche, nuovi predatori e a volte, come le aquile imperiali spagnole, escono dai confini delle aree protette diventando facile preda dei bracconieri. Il cambiamento climatico favorisce il diffondersi di malattie letali come la malaria, riduce la disponibilità di cibo, mentre eventi climatici estremi come alluvioni e siccità possono causare un`irrimediabile perdita di habitat e decimare intere popolazioni di volatili. Per le specie per cui migrare è difficile se non addirittura impossibile non ci sono alternative: i galli cedroni inglesi potrebbero estinguersi nel 2050 per la scomparsa di habitat dovuta al cambiamento climatico.


LA ZAMPA.IT

14 OTTOBRE 2009

 

Pellegrina torna a volare

 


Pellegrina, la femmina di falco pellegrino trovata lo scorso maggio a Roma, nel quartiere Prati, con una profonda ferita sul petto tornerà a volare su Roma. La falchetta è stata liberata oggi dalla terrazza della facoltà di economia dell’università La Sapienza. Grazie all’anellatura posta sulla zampa è stato possibile recuperare tutte le informazioni legate al rapace. Pellegrina è nata il 13 aprile 2006 da Aria e Vento, la coppia di falchi che nidifica ogni anno sul cornicione della facoltà di economia in via del Castro Laurenziano e che con il suo insediamento all’università ha segnato il ritorno di questa specie nei cieli di Roma, dopo 30 anni di assenza. Grazie alla webcam che Terna (la società proprietaria della rete elettrica nazionale) aveva allestito sul nido, migliaia di persone in Italia e nel mondo avevano potuto seguire «in diretta» ( www.birdcam.it) la crescita della giovane falchetta e i comportamenti dei genitori che l’avevano accompagnata con cure amorevoli fino all’involo. La falchetta è stata per tre mesi in cura nel centro di recupero della Lipu per poi approdare nella riserva naturale del lago di Vico per un periodo di rieducazione al volo. Ora, dopo essersi perfettamente rimessa, potrà tornare libera a volare nei cieli di Roma.


LA ZAMPA.IT

14 OTTOBRE 2009

 

Tar Sicilia: stop alla caccia nelle zone migratorie degli uccelli

 

PALERMO - Da oggi caccia vietata nella maggior parte delle 29 aree Zone di protezione speciale (Zps) interessate dalla migrazione degli uccelli in Sicilia, tra cui tutte le isole minori e i pantani della provincia di Siracusa. Lo ha deciso la prima sezione del Tar di Palermo che ha ravvisato un «sanno grave ed irreparabile» per la fauna perchè la Regione non ha tutelato le specie migratrici di rilevante importanza ornitologica.I giudici hanno accolto un ricorso di Enpa (Ente nazionale protezione animali), Lav (Lega anti vivisezione), Legambiente, Man (Associazione mediterranea natura) e Wwf contro il decreto emanato il 31 agosto scorso dell’assessore regionale all’Agricoltura, Michele Cimino che disciplinava l’attività venatorie nelle Zps individuate dall’Unione Europea.Già il 30 settembre scorso il Tar aveva sospeso la caccia in queste zona, in attesa della pronuncia definitiva che è stata ora emessa. Stop alla caccia nelle Zps, dunque, fino a quando la Regione non disciplinerà adeguatamente la tutela delle rotte migratorie.


LA PROVINCIA DI LECCO

14 OTTOBRE 2009

 

«Fermate i cinghiali, è una vera invasione»

 

COLICO (LC) -  I cinghiali continuano a far danni e il consigliere di minoranza di «Noi e voi» Alfredo Cariboni si è fatto portavoce del disagio dei colichesi nell'ultimo consiglio comunale: «È una vera invasione - ha detto -, bisogna arginarla prima che accada come in val d'Intelvi, dov'è diventato un problema irrisolvibile».
Il sindaco Alfonso Curtoni ha rassicurato che la Provincia è informata, come hanno fatto altri comuni del territorio. Proprio da Villa Locatelli arriva la conferma dell'assessore Carlo Signorelli, ma con un preciso invito: «Diteci quando e dove avete avvistato i cinghiali attraverso l'indirizzo internet: [email protected]. Sulle varie ma generiche segnalazioni dei danni provocati a coltivazioni e aree verdi private, continuano i sopralluoghi e la vigilanza per catturare i cinghiali nelle zone dove maggiormente vengono segnalati e avvistati, nei comuni di Bellano, Dervio, Dorio, della Valvarrone, soprattutto Colico. L'attività è svolta quasi quotidianamente da almeno una guardia, che frequenta le località maggiormente interessate al fenomeno sia con interventi diurni sia con sopralluoghi notturni». Sono stati riscontrati fenomeni di passaggio degli animali con evidenti tracce, ma va considerato che sono maturati nel bosco rilevanti quantità di castagne e ghiande che, essendo gradite ai cinghiali, riducono le loro incursioni in orti e frutteti per procurarsi cibo. «Ciò rende quindi estremamente difficili gli interventi di cattura - sottolinea Signorelli - vista soprattutto la vastità del territorio vocato a castagno».


IL CENTRO

14 OTTOBRE 2009

 

Accordo tra Provincia e Parco Maiella Piano di protezione di cinghiali e cervi

 

CARAMANICO TERME (PE). È in via di definizione il Piano di protezione degli animali ungulati del Parco della Maiella, attraverso la firma di una convenzione tra Provincia ed ente Parco.  Sono stati il presidente della commisione provinciale, Lucio Petrocco , e il suo vice, Ettore Pirro , a voler sentire il presidente della Comunità del Parco, Mario Mazzocca , per avere un quadro chiaro della situazione del territorio, sia in relazione allo sviluppo delle popolazioni di animali, cinghiali e cervi, sia sullo stato di danneggiamento delle colture che gli animali provocano ogni anno, nonché dei pericoli legati agli attraversamenti stradali.  L’iniziativa del Piano di protezione degli ungulati, è stata presa dal consigliere provinciale, Antonio Di Marco , nella precedente amministrazione.


BIG HUNTER

14 OTTOBRE 2009

 

Riformare la caccia è una necessità. Dall'Olio e Veneziano sul Corriere della Sera

 

Il Corriere della Sera oggi pubblica un'interessante analisi sull'attività venatoria tracciando un sommario identikit della categoria, dal quale emerge un costante calo numerico dei cacciatori dovuto ad uno scarso ricambio generazionale. Un fatto di cultura, viene spiegato, il progressivo abbandono delle nuove generazioni di uno stile di vita in contrasto con il modo di vivere di oggi che relega la natura in un angolo e non le dà l'importanza che merita, le molte distrazioni (poco formative ma anche pericolose) alla quale la gioventù di oggi è sottoposta, aggiungiamo noi.

Nonostante ciò la caccia mantiene la sua forza, “tanto che al Senato si sta discutendo il ddl Orsi” - si legge nell'articolo di Mariolina Iossa – “ con una serie di nuove norme che, tra le al­tre cose, prevedono di abbassare il limi­te di età a 16 ann e di concedere alle Re­gioni di decidere in proprio i tempi in cui cacciare e le specie autorizzate”.Su questo punto il Corriere interpella il presidente di Federcaccia Gianluca Dall'Olio  "Dal 1992 ad oggi non ci sono più stati interventi normativi”. Cosa che, per esempio non è avvenuta nella vicina Francia dove, “negli ultimi 9 anni ci sono già stati quattro ritocchi alla normativa  e non perché cambiano i cacciatori ma perché cambia l’ambiente e occorre adeguarsi”.

Per esempio "L’abbandono della campagna - continua Dall’Olio - ha fortemente modificato il territorio, gli ungulati sono in forte crescita, anche i cervidi sono a volte un vero problema. Prima agricoltura, caccia, 'pulizia' del territorio per abbassare il surplus fauni­stico, erano tutt’uno. Ora non è più così e manca completamente un osservato­rio nazionale, un ufficio che sappia coor­dinare e monitorare le attività e la popo­lazione faunistica, che sappia, insomma, fare gestione”.A ciò si aggiunge una scarsa attenzione anche economica sulle esigenze della gestione faunistica. Dall'Olio ha ricordato che i soldi provenienti dalle tasse dei cacciatori non sono mai stati reinvestiti nell'ambiente, “sia che il governo fosse di destra che di sinistra”. Anche per il presidente di Arcicaccia Osvaldo Veneziano la riforma della 157 è necessaria “sempre però dentro i paletti della direttiva europea che vieta la cac­cia alle specie protette e oltre i tempi sta­biliti dal calendario venatorio nazionale. La 157 è stata frutto di una mediazione ma anche se ha chiuso, giustamente se­condo noi, l’epoca della libera caccia in libero territorio, prevede ambiti di di­mensioni più grandi di quello che acca­de nel resto d’Europa. Con i giusti limiti, con paletti e regole condivise, il rappor­to del cacciatore con il territorio deve es­sere non demonizzato ma, al contrario, valorizzato” dichiara Veneziano. Dall'Olio dal canto suo anche in questa occasione ribadisce l'appoggio al ddl Orsi ma al contempo si dichiara disposto a cedere su alcuni punti a patto “che almeno facciano la governance nazionale” ribadisce.

Dall'Olio non manca di accennare a politiche venatorie sbagliate degli anni pas­sati "è stato fatto un prelievo venatorio consumistico ed eccessivo che, senza ri­popolamento, ha cancellato alcune spe­cie", inoltre in alcune aree ancora “si immette la selvaggina ap­posta per la stagione venatoria e quando finisce si ricompra. Non è questa la cac­cia che ci piace”.


CORRIERE DELLA SERA

14 OTTOBRE 2009

 

Focus - Il mondo delle doppiette

Cacciatori, un esercito sempre più piccolo

Erano un milione e mezzo, ora sono diventati 750 mila Età media: 70 anni. Polemiche per la legge in discussione

 

Ha tra i 65 e i 75 anni di età, con punte fino agli 80, vive soprat­tutto in Toscana (sono 110 mi­­la), in Lombardia (100 mila) e in Emilia Romagna (70 mila), ma anche in Pie­monte (40 mila), Veneto (46 mila), Lazio (55 mila), Campania (45 mila), Sarde­gna (46 mila) e Umbria (40 mila). Nel 1985, quasi 25 anni fa, erano oltre un mi­lione e mezzo in tutta Italia. Oggi sono meno della metà, non superano i 750 mi­la, un calo che si spiega soprattutto con l’assenza di ricambio generazionale.
Sono i cacciatori italiani, una «spe­cie » quasi in via di estinzione. Ora sono in piena stagione di caccia e, con o senza cane, con o senza fischietto, al passo o da appostamento, hanno cominciato a sparare dalla terza settimana di settem­bre, con molte deroghe temporali all’in­dietro fino ai primi di settembre, e ap­penderanno il fucile alla fine di gennaio. Crolla il numero dei cacciatori in Ita­lia, nonostante la legislazione non sia particolarmente sfavorevole. Un fatto di cultura, probabilmente, un progressivo abbandono di quello che non è più rico­nosciuto come sport dal Coni e che tutta­via riesce, soprattutto in ambito locale, con le elezioni amministrative, e anche con qualche incursione in Parlamento, a fare pressioni fortissime per ottenere di più. Tanto che al Senato si sta discuten­do il ddl Orsi, che vuole riformare l’or­mai vecchia legge del 1992 (la 157) con una serie di nuove norme che, tra le al­tre cose, prevedono di abbassare il limi­te di età a 16 anni e di concedere alle Re­gioni di decidere in proprio i tempi in cui cacciare e le specie autorizzate. Un di­segno di legge, quello proposto dal sena­tore del Pdl Franco Orsi, che ha già fatto protestare vivacemente le associazioni ambientaliste.
Sono sei le associazioni di cacciatori in Italia, la numero uno è la Federcaccia che raccoglie metà dei cacciatori, l’altra, vicina alla sinistra, è l’Arcicaccia, che ne raccoglie una fetta più piccola ma signifi­cativa. «Dal 1992 ad oggi non ci sono più stati interventi normativi — accusa il presidente di Federcaccia Gianluca Dal­l’Olio —. In Francia, per fare un esempio negli ultimi 9 anni ci sono stati già quat­tro ritocchi alla normativa e non perché cambiano i cacciatori ma perché cambia l’ambiente e occorre adeguarsi. Sempre in Francia al ministero dell’Agricoltura esiste un ufficio venatorio che coordina, noi non l’abbiamo, nessuno si occupa della materia. La 157 ha fortemente re­sponsabilizzato i cacciatori eppure in molte zone non è stata ancora del tutto applicata. Ci sono Regioni — continua Dall’Olio — come la Toscana e l’Emilia Romagna dove sono stati costituiti gli Atc, che devono essere sub-provinciali e fare gestione faunistica del territorio, e ci sono Regioni, come la Calabria, che li ha istituiti appena un anno fa, o Provin­ce, come Roma e Latina, che non ce l’hanno». L’Atc, Ambito territoriale di caccia, è l’area riservata all’attività venatoria. Me­diamente ricopre il 70 per cento del terri­torio, per il resto riservato ad aree protet­te e parchi dove cacciare è vietato. Ac­canto alle Atc ci sono poi, nelle regioni montuose, i comprensori di caccia e le riserve alpine di caccia. «L’abbandono della campagna — continua Dall’Olio— ha fortemente modificato il territorio, gli ungulati sono in forte crescita, anche i cervidi sono a volte un vero problema. Prima agricoltura, caccia, 'pulizia' del territorio per abbassare il surplus fauni­stico, erano tutt’uno. Ora non è più così e manca completamente un osservato­rio nazionale, un ufficio che sappia coor­dinare e monitorare le attività e la popo­lazione faunistica, che sappia, insomma, fare gestione».
Il presidente di Federcaccia ammette che con «ambientalisti e agricoltori il rapporto non sempre è facile ma spesso sono proprio gi agricoltori a chiedere aiuto perché vengano decisi abbattimen­ti di massa, soprattutto per i danni che cinghiali e altre specie fanno all’agricol­tura di eccellenza». I cacciatori ogni anno sborsano 147 euro allo Stato per la tassa governativa, «soldi che non sono mai stati reinvestiti nell’ambiente, sia che il governo fosse di destra che di sinistra», dice Dall’Olio.
C’è poi il pagamento di una seconda tassa, agli Atc, dove cacciatori e enti loca­li sono rappresentati ciascuno al 30 per cento e al 20 per cento agricoltori e am­bientalisti. «Qui i soldi vanno al ripopo­lamento e per ripagare i coltivatori dan­neggiati. Ecco perché in alcune Regioni, come l’Emilia Romagna, si versano an­che 250 euro all’anno, mentre in Cala­bria solo 8».
Ma com’è cambiata la caccia negli ulti­mi 25 anni? «È cominciata a cambiare prima — spiega il presidente di Arcicac­cia Osvaldo Veneziano —. Negli anni Sessanta è cominciato il progressivo ab­bandono delle campagne, un’urbanizza­zione sempre più di massa, la fine della mezzadria. Oggi la caccia non incontra più l’interesse dei giovani. La domenica mattina, quando all’alba vado a cacciare, incontro i ragazzi che tornano dalle di­scoteche » . Arcicaccia non condivide il ddl Orsi, anche se è disponibile ad una riforma della 157, «sempre però dentro i paletti della direttiva europea che vieta la cac­cia alle specie protette e oltre i tempi sta­biliti dal calendario venatorio nazionale. La 157 è stata frutto di una mediazione ma anche se ha chiuso, giustamente se­condo noi, l’epoca della libera caccia in libero territorio, prevede ambiti di di­mensioni più grandi di quello che acca­de nel resto d’Europa. Con i giusti limiti, con paletti e regole condivise, il rappor­to del cacciatore con il territorio deve es­sere non demonizzato ma, al contrario, valorizzato » .
Che cosa deve fare un buon cacciato­re? «Essere responsabile, rispettare le leggi, stare attento alla sicurezza sua e degli altri, non fare bracconaggio», ri­sponde Veneziano. E che cosa dovrebbe essere un buon Atc? «Avere come obietti­vo la gestione della fauna di quel territo­rio, prevedere piani di prelievo adegua­ti, perché le specie protette troppo pro­tette provocano danni e incidenti sulle strade», ribatte Dall’Olio di Federcaccia, che pur appoggiando le proposte del ddl Orsi, assicura che è disposto a cedere su alcuni punti, «ma che almeno facciano la governance nazionale».
Dove cacciano le nostre doppiette? «Al Centro-Sud esiste quasi esclusiva­mente caccia agli uccelli migratori — spiega il presidente di Arcicaccia Vene­ziano — perché qui la gestione del terri­torio è quasi inesistente» e, ammette Dall’Olio di Federcaccia, «negli anni pas­sati è stato fatto un prelievo venatorio consumistico ed eccessivo che, senza ri­popolamento, ha cancellato alcune spe­cie » .
«Dall’Umbria a salire verso il Nord — continua Dall’Olio — oltre alla migrato­ria, sul litorale costiero c’è la caccia alla fauna stanziale, gli ungulati principal­mente, cinghiali e caprioli ma anche le­pri e fagiani. E nelle zone umide del del­ta del Po e della laguna veneta si pratica la caccia agli anatidi, germano reale, marzaiola, fischione. Qui gli Atc fanno gestione del territorio», anche se non mancano aree dove, spiega Veneziano «sbagliando, si immette la selvaggina ap­posta per la stagione venatoria e quando finisce si ricompra. Non è questa la cac­cia che ci piace praticare».


APCOM

14 OTTOBRE 2009

 

Animali/ In arrivo obiezione di coscienza per chef vegetariani

Presentato ddl: studenti alberghiere potranno rifiutare bistecca

Roma - Introdurre l'obiezione di coscienza per quegli studenti delle scuole alberghiere che vogliono diventare chef, ma di cucina vegetariana, e non hanno intenzione di cucinare la carne. È uno dei punti contenuti nella proposta di legge, presentata oggi alla Camera dei deputati dalla Lega antivivisezione (Lav), e già firmata da otto deputati, quattro del Pd e quattro del Pdl. "Gli studenti - si legge nel testo della proposta di legge - che, per obbedienza alla coscienza, nell'esercizio del diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione si oppongono alla violenza su tutti gli esseri viventi, possono dichiarare la propria obiezione di coscienza a seguire le lezioni didattiche e pratiche riguardanti alimenti animali". La proposta è stata presentata sulla falsa riga di quanto già previsto per gli studenti delle facoltà di Biologia, che possono rifiutare la vivisezione. Non solo, ma il testo prevede anche l'introduzione di insegnamenti specifici "di nutrizione, gastronomia e ristorazione vegetariana e vegana nei programmi didattici destinati agli istituti professionali alberghieri e agli istituti professionali per i servizi alberghieri e ristorativi". Per presentare la proposta di legge la Lav ha organizzato questa mattina nel ristorante della Camera dei deputati un pranzo vegetariano, offerto ai parlamentari dopo i lavori della mattinata. A preparare le pietanze è stato Pietro Leemann, uno chef di origine svizzera che ha dedicato la sua carriera alla cucina vegetariana, che ha aperto un ristorante a Milano che serve esclusivamente pietanze vegetariane e che fa attività di consulenza e formazione in diverse scuole alberghiere proprio su questo tema: "C'è ancora una cultura poco diffusa sulla scelta vegetariana - ha spiegato Leemann - ma, un po' per volta, con le attività di formazione e le proposte come questa si sta diffondendo la consapevolezza che la scelta vegetariana è possibile. È fondamentale, però, portare tutto questo nelle scuole perchè - ha concluso - è solo con la conoscenza reale degli elementi di nutrizione e di cucina che uno può compiere questa scelta".

 

 

            14 OTTOBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 

CORRIERE DELLA SERA

14 OTTOBRE 2009

 

Xenotrapianto - E a Padova neuroni di maiale sulla scimmie

Malati di Parkinson e diabete  Dagli animali nuove speranze

Riello: «Da vent’anni con il Corit sostengo la ricerca e non mi fermo, guardo avanti»

 

VENEZIA — Arriva dai maia­li ingegnerizzati, il cui patrimo­nio genetico è stato cioè modi­ficato per evitare problemi di ri­getto, una nuova speranza per i malati di diabete e Parkinson. E’ l’ultima frontiera dello xeno­trapianto, ovvero l’innesto di organi tra specie diverse, emer­sa dal Congresso internaziona­le a tema di scena a Venezia, do­ve 640 ricercatori di 28 Paesi stanno studiando gli ultimi ri­sultati ottenuti. In prima fila il Veneto, con i due protocolli cu­rati a Padova dal professor Er­manno Ancona e dal dottor Emanuele Cozzi. Il primo è il re­sponsabile dell’unico progetto autorizzato in Italia per il tra­pianto di rene di maiale inge­gnerizzato sulla scimmia (rag­giunta una sopravvivenza di tre mesi). Al secondo la Ue ha assegnato il coordinamento di una cordata di 22 centri di un­dici Stati e un finanziamento di 9,8 milioni di euro in cinque anni per la sperimentazione di cellule neuronali sempre di ma­iale ingegnerizzato su primati nei quali è stato farmacologica­mente indotto il Parkinson.

E i primi risultati sono inco­raggianti. «Si nota nelle scim­mie così trattate un recupero della capacità motoria compre­so fra il 30% e il 60% — spiega Cozzi —. La Pet mostra che do­po sei mesi le cellule di maiale sono ancora vive e producono le risposte neuronali delle qua­li il malato di Parkinson neces­sita. Ci stiamo inoltre avvici­nando all’anno di sopravviven­za ». L’applicazione clinica po­trebbe non essere così lontana, visto anche che tale traguardo è già stato tagliato con altre cel­lule del maiale ingegnerizzato: le insulae pancreatiche. «Il me­se scorso in Nuova Zelanda so­no state inserite nel fegato di un paziente diabetico — rivela il professor Jeremy Chap­mann, presidente della Società mondiale trapianti — è il pri­mo intervento del genere al mondo, anche se trial preclini­ci sono in corso in Europa, Sta­ti Uniti, Canada e Australia. Per vedere l’esito dobbiamo aspet­tare almeno sei mesi, ma intan­to siamo stati autorizzati ad ap­plicare lo stesso procedimento su altri cinque pazienti».

Il diabete è una patologia sempre più diffusa (in Italia colpisce il 3% della popolazio­ne) e il trapianto rientra tra le indicazioni terapeutiche più in­dicate per i pazienti soggetti a gravi complicanze, acute e cro­niche. Ma gli organi scarseggia­no e poi in molti casi non è ne­cessario ricorrervi, basta inseri­re nel fegato le cellule secernen­ti insulina, appunto le insulae pancreatiche. Lo xenotrapian­to delle stesse sull’uomo po­trebbe venire sperimentato in futuro anche a Padova.

Cozzi, tra l’altro, è un immu­nologo del Corit, il Consorzio per la ricerca sui trapianti di or­gani nato nel 1997 e presiedu­to da Pilade Riello, che insieme all’Azienda ospedaliera di Pado­va coordina proprio il proget­to sulle cellule neuronali. Al Co­rit, braccio operativo della Fi­tot (Fondazione per l’incre­mento del trapianti d’organo e tessuti sempre guidata da Riel­lo), la Regione ha anche affida­to la direzione del network sul­le cellule staminali. «Da vent’anni sosteniamo la ricer­ca — ricorda Riello — credia­mo nell’investimento di risor­se finanziare e umane, e da su­bito abbiamo abbracciato an­che il filone dello xenotrapian­to. Abbiamo raggiunto molti traguardi, nell’immunologia dei trapianti finalizzata allo stu­dio di nuovi farmaci immuno­­soppressori, nella ricerca di or­gani bioartificiali, nelle collabo­razioni internazionali per pro­getti importanti, fino alla medi­cina rigenerativa e alle stamina­li. Ma io non mi fermo, guardo avanti».


TISCALI

14 OTTOBE 2009

 

Parkinson, nuova speranza da xenotrapianto neurologico

 

I trapianti neurologici di cellule di maiale in scimmie 'parkinsoniane', nelle quali cioè è stato indotto farmacologicamente il morbo di Parkinson, hanno portato ad un miglioramento clinico tale da farne ritenere prossima l'applicazione clinica sull'uomo: è uno dei risultati presentati al convegno Ipita-Ixa sugli xenotrapianti, o trapianti tra specie diverse, aperto oggi a Venezia. Per Emanuele Cozzi, immunologo Ixa (International xenotransplantion association) e responsabile del progetto europeo Xenome per il trattamento del Parkinson, oltre che chairman del Comitato etico mondiale dello xenotrapianto, a tutt'oggi "il trapianto neurologico in primati parkinsoniani non umani ha avuto un miglioramento clinico del 30-40%, inoltre le radiografie dimostrano che il trapianto funziona e i prelievi istologici mostrano che il tessuto di maiale è ancora vivo".
La scoperta accende la speranza - Per quanto riguarda il trapianto di "insule" pancreatiche finalizzato alla cura del diabete che in Italia colpisce il 3% della popolazione, "il miglioramento clinico consiste nell'accertamento della normalità glicemica nei primati trapiantati - ha proseguito - mentre, come nei pazienti umani, l'indagine radiologica, la vitalità del trapianto e la biopsia dimostrano che il tessuto funziona".
Via alla sperimentazione sull'uomo - In linea di massima, "la sopravvivenza di organo ed animale, che non necessariamente coincidono, è di parecchi mesi: dal convegno è emerso che in animali trapiantati con insule di pancreas la sopravvivenza ha superato i sei mesi, ci stiamo avvicinando all'anno". L'applicazione di cellule di maiale su umani affetti da diabete, è stato ricordato, in Nuova Zelanda è iniziata nel mese scorso, ma i risultati ancora non sono stati resi noti. I progetti di xenotrapianto sono sostenuti dal Corit (Consorzio per la ricerca sul trapianto di organi, tessuti, cellule e medicina rigenerativa).

LA SICILIA
14 OTTOBRE 2009
 
Xenotrapianti, sperimentazione in corso   
Per diabete e Parkinson il futuro è nel maiale 
 
Venezia.  Per l'uomo la speranza di futuri trapianti per il trattamento di malattie che vanno dal diabete al parkinson risiede nella preparazione di maiali "ingegnerizzati", non di scimmie: oranghi e scimpanzè, compatibili con la dimensione umana, sono infatti troppo pochi.
«La ricerca sullo xenotrapianto vede oggi il maiale come la specie elettiva scelta per questo tipo di ricerche», ha detto ieri Reinhard Bretzel, presidente dell'Ipita (InteRnational pancreas and Islet transplant association), presentando il convegno Ipita-Ixa in corso a Venezia sugli xenotrapianti fino al 16 ottobre prossimo.
«È convinzione di tutti noi - ha proseguito - che la specie donatrice non sarà il primate, da primate a uomo, ma sarà il maiale: la prima cosa è che oggi i primati non umani che potrebbero dare un organo ad un uomo di una taglia come la mia, di uomo adulto, possono essere solamente delle specie di primati non umani che sono protette, come gli orangotango o lo scimpanzè». «Una ragione non scientifica, quindi una ragione sociale e politica?», ha chiesto il sindaco di Venezia Massimo Cacciari, intervenuto alla presentazione a Palazzo Balbi.
«Sociale e politica, di costi, ma anche di biosicurezza, perchè sono animali cresciuti in condizioni di controllo microbiologico molto elevata», ha risposto l'immunologo Emanuele Cozzi dell'Ixa (International xenotransplantion association). Neanche le scimmie però possono esultare: nelle sperimentazioni sono loro infatti a ricevere le cellule di maiale in rapporto «uno a uno».
«Prima di fare certe cose a livello umano il primate di riferimento per l'ultima fase di studio è la scimmia, l'unico animale simile all'uomo - ha spiegato il prof. Ermanno Ancona, responsabile dell'unico progetto autorizzato in Italia a studiare il trapianto di rene da maiale transgenico a scimmia in corso a Padova - il nostro progetto è cominciato nel 1990, approvato dal ministero della salute, da allora fino al 1999 gli animali utilizzati sono stati un centinaio».
 

 

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