14 SETTEMBRE  2009

IL GAZZETTINO
14 SETTEMBRE 2009
 
Taglia di mille euro a chi scopre il "torturatore" del gatto Romeo
 
Erica Bet
 
CODOGNÈ  (TV) - Una taglia da mille euro sul torturatore del gatto Romeo. L’episodio risale al primo settembre, scorso quando il gatto tigrato e strizzato di un’anziana residente in via Dalmazia a Cimetta, dopo essere sparito per tutta la giornata è rientrato con vistose ferite e il pelo intriso di escrementi i maiale e pieno i vermi. Inutili le cure del medico veterinario; Romeo è morto il 5 settembre dopo giorni di agonia. Mirella Forest, figlia dell’anziana, ha denunciato l’accaduto a Polizia Locale e Carabinieri. Il 12 settembre si è verificato un fatto simile; a morire la gatta della signora Angelina, anche lei residente in via Dalmazia. “È ormai da troppo tempo che tra Codognè e Fontanelle vengono denunciate uccisioni e sparizioni di gatti - interviene la Lega Abolizione Caccia -. In Italia abbiamo delle leggi che tutelano gli animali di affezione severamente - dichiara Andrea Zanoni presidente della Lac Veneto - dobbiamo farle rispettare e assicurare alla giustizia il responsabile delle torture affinché vengano elevate le pesanti sanzioni penali. Con la dottoressa Forest abbiamo deciso di mettere una taglia di 1.000 euro a disposizione di chi ci darà gli elementi utili per individuare il responsabile. Chi volesse effettuare queste segnalazioni mi può chiamare in ore pasti al 347/9385856”.

Animalieanimali

14 SETTEMBRE 2009

 

GATTI TORTURATI, MESSA TAGLIA SU RESPONSABILI
Iniziativa di proprietaria degli animal ie Lac in provincia di Treviso.

 

Lo scorso primo settembre Romeo, un gatto tigrato e sterilizzato di una anziana signora residente in via Dalmazia a Cimetta di Codognè, abituato a stare nelle poltrone di casa, verso le 20 è rientrato in casa con delle vistose ferite e con il pelo intriso di escrementi di maiale e pieno di vermi.
La dottoressa Mirella Forest, medico di base e figlia dell’anziana signora, ha portato subito Romeo in un ambulatorio veterinario dove è morto sabato 5 settembre dopo cinque giorni di agonia; nel corpo del povero micio sono stati trovati segni di tortura, ovvero numerose ferite fatte probabilmente con un punteruolo.
La dottoressa Forest che ha denunciato l’accaduto ai Carabinieri ha dichiarato: “Abbiamo consultato anche un medico psichiatra; chi ha compiuto un atto simile è una persona abituata fin da bambina alla violenza e potrebbe colpire anche le persone più deboli. Non è la prima volta che accadono fatti simili; tre gatti dei vicini erano spariti e un altro micio per tre volte è tornato a casa ferito. Per questo eravamo in allerta”.
Sabato 12 settembre si è verificato nuovamente un caso simile, questa volta a morire è stata una gatta della signora Angelina residente anch’essa in via Dalmazia; è ormai da troppo tempo che tra Codognè eFontanelle vengono denunciate uccisioni e sparizioni di gatti.
“In Italia abbiamo delle leggi che tutelano gli animali di affezione severamente- ha dichiarato Andrea Zanoni presidente della Lega Abolizione Caccia del Veneto – dobbiamo quindi far rispettare queste leggi e assicurare alla giustizia il responsabile delle torture affinché vengano elevate le pesanti sanzioni penali.
Con la dottoressa Forest abbiamo pertanto deciso di mettere una taglia di mille euro a disposizione di chi ci darà gli elementi utili per individuare il responsabile. Chi vuole effettuare queste segnalazioni mi può chiamare in ore pasti al 347/9385856”.


IL TIRRENO

14 SETTEMBRE 2009

 

INCENDIO

Bruciano rimessa agricola e una ventina di conigli

 

SANTO STEFANO MAGRA.

 

Sarzana (SP) - Brucia, nei pressi della zona industriale, una rimessa agricola dove era custodita una ventina di conigli. I vigili del fuoco della stazione di Sarzana, pur prontamente intervenuti sul posto, non hanno potuto evitare il peggio e quindi sia la rimessa che i poveri animali sono stati arsi dalle fiamme. Il lavoro dei pompieri è durato circa un’ora per mettere in sicurezza la zona.


IL CITTADINO

14 SETTEMBRE 2009

 

Aiutateci a trovare Charlie, senza di lui siamo disperati

 

Gossolengo (PC) - Da una settimana sta soffrendo. Faceva pet therapy, ma il cane se n’è andato. La moglie del paziente, Valentina Dardari lancia l’appello: «Charlie, il cane di mio marito Ivan potrebbe essere finito a casa di una persona che abita nella Bassa - dice -; per favore contattateci, mio marito senza il suo cane, sta male. Ha bisogno di lui per guarire». Charlie è un simpatico cucciolo shitsu, bianco e nero, di 6 mesi. Ivan lo accudiva tutti i giorni, con amore, gli dava da mangiare, lo coccolava e lui lo ricambiava cercando persino di andare a dormire sul suo cuscino, nel lettone. In quattro mesi di vicinanza, i due avevano coltivato un rapporto speciale. Charlie non perdeva mai un’occasione per coccolare il suo padrone e ogni volta che Ivan si sedeva in poltrona il cucciolo si accoccolava sulle sue gambe. Come fosse un bambino. Fino a quando, la scorsa settimana, Charlie ha trovato il cancello di casa, a Gossolengo, spalancato e ha pensato di andare a fare una passeggiata. Ma da quel giorno non è più tornato. «Ora mio marito sta male - racconta la donna -. Dopo essere scappato Charlie è stato visto a pochi metri da casa da alcuni vicini. Hanno pensato che il cane fosse stato abbandonato e l’anno portato al canile di Piacenza. Lì non hanno potuto accoglierlo, allora si sono rivolti alla clinica veterinaria. Mentre stavano discutendo all’esterno della struttura si è avvicinato un signore per chiedere informazioni e si è inserito nel discorso. «Io ho già due animali - ha detto quest’ultimo -, se volete lo prendo io. E così i miei vicini gli hanno fatto la foto con il cane e gliel’hanno consegnato». Tutti hanno pensato che Charlie fosse un cane da salvare. Non immaginavano che la famiglia di Gossolengo avesse bisogno di lui. «Quando il cane si è perso - prosegue la donna - io non c’ero. Mi hanno avvisata e sono tornata subito a casa a cercare Charlie. Ho incominciato a gridare il suo nome per le vie del paese. Un residente mi ha raccontato che era stato preso dai nostri vicini. Ho suonato il campanello di queste persone e loro mi hanno raccontato tutto. Purtroppo non hanno pensato di farsi dare il numero di telefono dell’uomo cui è stato affidato l’animale. Così ora posso solo contare su quelli che leggono il giornale. Vi prego aiutateci. L’animale non ha nemmeno il microchip. Quando dovevamo metterglielo era ammalato, così abbiamo rinviato». La foto con l’appello è stata affissa anche all’Auchan di San Rocco. Qualcuno ha già detto che l’uomo della foto potrebbe essere proprio un cliente dell’ipermercato. E abitare nella Bassa. L’attuale proprietario è invitato dalla famiglia di Gossolengo a mettersi in contatto con Ivan e la moglie, chiamando il numero di telefono 339/4278870. Restituire il cane significa restituire la tranquillità a chi da una settimana non sorride più.


MARSALA.IT

14 SETTEMBRE 2009

 

AL CANILE DI MARSALA ABBANDONO “LEGALIZZATO” DI CANI

 

Marsala (TP) - L'Oipa di Marsala, in una lettera inviata all'Amministrazione Comunale e all'Asl, denuncia un altro fatto increscioso (dopo quello, denunciato dalla Lav di trasferimenti non autorizzati di animali): approfittando delle ferie del dirigente sanitario del canile, Mariano Baiata, alcuni dipendenti comunali hanno permesso che alcuni cittadini  - evidentemente loro amici - abbandonassero al canile i loro cani. Si tratta - denunciano i volontari dell'Oipa: Martinez, Scardino, Urso - di un fatto inammissibile e illegale, perchè il canile nasce per accogliere i randagi, non per chi invece vuole disfarsi del proprio cane.
Tra l'altro, si tratta di cani non dichiarati come la legge prevede (cioè non dotati di microchip). Chi sono gli impiegati che hanno permesso ciò?  L'Oipa sostiene di avere "tantissimi esempi" di proprietari che hanno chiesto ed ottenuto per vie traverse l'ingresso dei propri cani al canile. Speriamo che dal Comune venga una pronta risposta.


PONENTE NOTIZIE

14 SETTEMBRE 2009

 

In P.zza del Popolo arriva Buck a presidiare

SAVONA
Dice il Sindaco: "la presenza di Buck è un simbolo, è il testimone di un atteggiamento amichevole e sereno. Diventerà la mascotte dei giardini

 

Savona - Da domani, martedì 15 settembre partirà un servizio di presidio stabile in Piazza del Popolo, costituito da 2 funzionari di Polizia Municipale insieme a Buck, l'Unità Cinofila del Corpo di Polizia Municipale, che sarà attivo tutti i giorni dalle ore 16 alle ore 19. Afferma il Sindaco di Savona Federico Berruti "Sappiamo che c'è un senso di insicurezza percepito dai cittadini. Il contributo che noi diamo è quello di una iniziativa sperimentale, con un grande sforzo operativo da parte della Polizia Municipale: ringrazio per questo il Comandante Igor Aloi e tutto il Corpo per l'impegno profuso anche in questa circostanza. Da domani due funzionari staranno sia sul lato destro che sinistro dei giardini di Piazza del Popolo avvalendosi in questo presidio del nostro Buck. La presenza di Buck è un simbolo, è il testimone di un atteggiamento amichevole e sereno, e sicuramente diventerà la mascotte dei giardini per la sua socievolezza e bellezza". Prosegue il Sindaco Berruti "Lo scopo è quello di perseguire una maggior sicurezza dei cittadini e avvicinare l'Istituzione al territorio. E' uno sforzo operativo importante e rafforza la nostra determinazione a dare più risorse alla Polizia Municipale che è, ogni giorno, la frontiera più vicina ai cittadini". Buck sarà guidato come sempre dal Sovrintendente Capo Salvo Orfeo, affiancato nell'opera di presidio alternativamente dai Sovrintendenti Stefania Torterolo e Leonardo Siri. Buck è una Unità Cinofila di grande profilo, perfettamente addestrato, con brevetto di ricerca stupefacenti e di ricerca persone. Negli esami sostenuti per tutto il Nord Italia è risultato al primo posto. La sua socievolezza ha sempre conquistato la simpatia di tutti, specialmente quella dei bambini.


Animalieanimali

14 SETTEMBRE 2009

 

GIAPPONE; PARTITA CACCIA, TAIJI LA BAIA DEL MASSACRO DI DELFINI E BALENE

Proteste e scontri.

 

Cento delfini dal naso a bottiglia e 50 balene pilota sono il ricco bottino della prima battuta di pesca della stagione, iniziata ufficialmente in Giappone il primo settembre e inaugurata nella baia 'del massacro' di Taiji, città costiera a sud di Osaka.
La prefettura di Wakayama, in cui si trova la città, ha dichiarato che dei cento delfini catturati, i 40 o 50 esemplari più belli saranno venduti agli acquari, mentre gli altri saranno nuovamente rilasciati in mare.
La carne di balena, invece, sarà venduta ai mercati del pesce per essere consumata. Ad accompagnare la pesca non sono mancate le proteste e gli scontri tra i difensori degli animali e i pescatori della città, inaspriti quest'anno dal successo del film documentario dei due registi Louie Psihoyos e Richard O'Barry (The Cove, 'la baia'), presentato e premiato all'edizione 2009 del Sundance Film Festival negli Usa.
Dopo aver tentato invano di ottenere l'autorizzazione della città di Taiji, i due registi hanno girato il film grazie a telecamere nascoste sul fondo della baia. In questo modo sono riusciti a riprendere e trasmettere con grande realismo l'orrore del mare tinto di rosso dopo il massacro.
Le immagini, trasmesse anche sul portale Youtube, hanno fatto il giro del mondo scioccando l'opinione pubblica e costando ai due registi un'accoglienza molto fredda nelle successive visite in Giappone. Dopo la proiezione del film la città australiana di Broome ha rotto il gemellaggio con quella di Taiji per protestare contro la pesca. I giapponesi continuano tuttavia a ribadire la loro estraneità alle argomentazioni dei detrattori stranieri.
"In Occidente si mangia la carne di manzo, di maiale e di pollo. Noi invece mangiamo quella di delfino e di balena, è la stessa cosa", è il commento più facile da ascoltare, mentre la città di Taiji ricorda che ogni anno sono organizzate cerimonie rituali per rendere omaggio agli spiriti dei delfini e delle balene morte.
La stagione della pesca è appena iniziata, ma si preannuncia molto calda. Nonostante alcune concessioni dei pescatori di Taiji, la quota assegnata loro dalla International Whaling Commission per quest'anno è di 240 pezzi, tra delfini e balene. Ora dunque a infuocare la baia di Taiji potrebbero essere i nuovi scontri tra pescatori e animalisti.


IL GIORNALE

14 SETTEMBRE 2009

 

Battaglia vinta dal «Giornale»: gli animali non soffriranno più

 

OSCAR GRAZIOLI

 

Qualcuno, ne sono certo, dirà che è stata una coincidenza, che era tutto pronto, che il traguardo era a pochi passi, ma più passa il tempo più le congiunzioni astrali, e il loro influsso sulle umane vicissitudini, mi appare improbabile. Stando ai puri e semplici fatti, tre giorni fa abbiamo dedicato un'intera pagina ai problemi relativi all'eutanasia degli animali d'affezione e a quell'orrore che sta scritto sul «bugiardino» del Tanax, l'unico prodotto registrato in Italia per somministrare la «dolce morte» a cani, gatti con malattie gravissime che implicano sofferenza per loro (e per noi) inaccettabili.
Abbiamo dunque «inviato» una lettera aperta al ministro Maurizio Sacconi, chiedendogli di fare tutto quanto in suo potere, per sanare una situazione che andava avanti da lustri. Dopo la nostra iniziativa è stato firmato un decreto secondo cui il Tanax, come molti altri farmaci importanti, può essere usato solo dal veterinario, ma soprattutto che è in corso la revisione del foglietto illustrativo che contiene le indicazioni della casa madre e del ministero per il suo utilizzo.
Conviene riassumere brevemente. Come è noto ai veterinari è concesso effettuare, in accordo ovviamente con il proprietario, l'eutanasia di un animale d'affezione qualora si sia maturata la decisione che la malattia di cui soffre è inguaribile e comporta sofferenze inaccettabili e soprattutto inutili. Nel nostro paese c'è una sola specialità registrata: il Tanax. Questo cocktail di sostanze letali non molto dissimili a quelle usate per l'iniezione letale dei condannati a morte in molti stati americani, è stato messo in discussione oltre vent'anni fa nei paesi anglosassoni, in molti dei quali è stato ritirato dal commercio, perché, se somministrato in modo non accorto, conduce a una morte molto dolorosa. Una di questa modalità inadeguate è la via intrapolmonare (in sostanza un'iniezione nella cavità toracica), estremamente dolorosa e con una morte che giunge dopo troppi minuti e troppa sofferenza. Ne è testimone un'infermiera, intervistata ieri dal Tg1 che si è occupato del caso dopo la nostra segnalazione, la quale ha incontrato un pessimo veterinario che ha praticato l'eutanasia sul suo cane appunto con il Tanax per via intrapolmonare. Ora, nel foglietto illustrativo del Tanax è concessa la via intrapolmonare, non solo, è l'unica via ammessa per il gatto e per altri animali (uccelli, conigli, cavie ecc.).
Un vero scandalo che da anni i veterinari segnalavano alle autorità competenti, assieme al fatto che, se l'iniezione di Tanax non è preceduta dalla sedazione profonda o dall'anestesia generale, il suo uso è inaccettabile perché troppo doloroso (e per questo è stato ritirato in Usa e Uk).
Oltre tutto nel foglietto illustrativo si concedeva l'uso del Tanax sotto il diretto controllo del veterinario: in altri termini lo poteva usare chiunque, purché ci fosse un veterinario nelle vicinanze.
Dopo averne parlato all'interno dell'Associazione titolari di struttura (Assovet), che si pone come antesignana di una veterinaria dal volto professionalmente adeguato e da forte senso morale nei confronti dei pazienti e dei loro proprietari, ho dunque indirizzato al ministro un accorato appello perché questa situazione divenuta insostenibile cambiasse al più presto, dopo decine di anni in cui chi poteva farlo ci ha dormito sopra. Pare che il ministro stavolta abbia ascoltato. Chapeau


IL TIRRENO

14 settembre 2009

 

Gara di canto alla fiera nazionale degli uccelli

 

Emanuele Turini

 

CAPANNOLI (PI). Quest’anno accanto ai cartelli pubblicitari della fiera degli uccelli di Capannoli un numero, il 49, sta a significare che siamo di fronte ad una vera istituzione che perdura nel tempo. Quarantanove candeline, quasi le nozze d’oro, per una iniziativa istituita nel 1960 e che ogni anno vanta migliaia di visitatori, quest’anno 16mila. Proprio per accogliere il gran numero di persone sono stati realizzati parcheggi scambiatori con bus navetta gratuita. E’ villa Baciocchi a fare da cornice all’evento e ad essere un punto di richiamo per i visitatori essendo un edificio di alto profilo storico: ubicato nell’antico nucleo di Capannoli dove si trovava il castello medioevale, la villa in stile barocco e neoclassico è appartenuta al conte Baciocchi di Lucca, marito di Elisa, sorella di Napoleone Bonaparte.  Oggi di proprietà comunale, ospita il museo naturalistico, costruito con finalità prevalentemente didattica, molte, infatti sono le scolaresche del territorio che si recano in visita ad un museo, che vanta più di 1400 animali tassidermizzati e un’esposizione archeologica con reperti rinvenuti nelle necropoli dell’alta Valdera.  Già dalle prime ore del mattino, dal parco della villa, si potevano udire i cinguettii di: tordi, merli, fringuelli, allodole, passeri e cesene che facevano riecheggiare i loro richiami nella fresca aria mattutina di fine estate. Alle 11.30 è stato proclamato l’uccello campione nazionale per ciascuna categoria in gara ed è stata ufficialmente aperta la fiera paesana con gli stand enogastronomici e di artigianato locale, l’esposizione e vendita di animali esotici e da cortile, l’esposizione di macchine ed attrezzature agricole e il mercatino di arti e mestieri. Molto apprezzate le mostre allestite in diversi punti del paese: “Uccelli in natura”, mostra fotografica a cura del gruppo fotografi naturalisti toscani, al teatro comunale e quella di modellismo, a Villa Baciocchi  Nel pomeriggio, a divertire i presenti, ci hanno pensato l’orchestra di Manuela Ross con canti e balli e il comico Dado, mentre la gente non si è fatta scoraggiare dall’arrivo improvviso di qualche scroscio d’acqua.


MESSAGGERO VENETO NAZIONALE

14 SETTEMBRE 2009

 

Onore anche per i vecchi muli compagni inseparabili in battaglia

 

Renato Schinko

 

Quando sfilano nelle adunate tengono il passo sulle note della fanfara. Quando devono essere presenti a una cerimonia in onore dei caduti hanno le orecchie dritte: sono i muli, compagni fedeli di tante battaglie. Non per niente è strettissimo il rapporto che lega l’alpino al suo mulo. Anche perchè, in passato, nei momenti più difficili, le penne nere sono riuscite a salvarsi la vita proprio grazie al loro animale. Quando veniva utilizzato durante le campagne militari era anche un preziosissimo “radar”: percorrendo i sentieri, per esempio, riusciva ad avvertire i pericoli prima dell’uomo e la sua reazione metteva in guardia le penne nere. E’ anche noto che durante la ritirata di Russia molti alpini riuscirono a sopravvivere soltanto cibandosi della carne dei muli. Un rapporto che tuttora resta di profondo rispetto reciproco. E ieri, alla sfilata, non potevano mancare quattro muli in rappresentanza di questo importante simbolo alpino. Un simbolo ricco di significati quanto il cappello con la penna nera. I quattro animali, tutti con il numero di matricola sullo zoccolo, appartengono alla sezione di Vittorio Veneto, reparto “Salmerie”. Il loro proprietario è l’alpino Antonio De Luca, che ne ha acquistati ben 13 nel 1993, salvandoli dal macello. Ora ne restano soltanto sei. Tutti molto vecchi, tanto che due sono dovuti rimanere nelle stalle. Quelli che hanno sfilato ieri mattina si chiamano Fina, Iroso, Iso e Laio. Hanno superato i 30 anni di età, che corrispondono ai 90 anni di un essere umano. Ma continuano a partecipare a tutti gli appuntamenti maggiori. Gli alpini quando vedono passare un mulo si commuovono profondamente, perché ricordano il loro fedele compagno di naja. La penna nera Sergio Bulfone racconta che il rapporto con il mulo era di grande amore, ma che necessitava anche di tanta pazienza. «Il mulo è tutto per l’alpino – racconta – , perché è un fedele aiutante. Trasporta i viveri, le munizioni e i medicinali, ma deve essere anche accudito con molta cura». E aggiunge: «Ricordo la loro proverbiale cocciutaggine che spesso ti fa esasperare. E poi devono essere strigliati ogni giorno e richiedono un grosso impegno». Un altro alpino di Udine, Paolo Riccato, dice senza mezzi termini: «Il mulo viene prima di tutto e quando moriva un esemplare tutta la caserma entrava in un profondo lutto». Il presidente della sezione di Vittorio Veneto, Angelo Biz, è al fianco dei muli in viale Trieste. «E’ incredibile quanto siano adorati dagli alpini questi animali – racconta – . Ogni volta che li portiamo alla sfilata si avvicinano vecchi alpini profondamente commossi. Parlano loro all’orecchio e li baciano teneramente». Intanto, i quattro muli mangiano l’erba di un’aiuola. Aspettano pacifici che cominci la sfilata. Alle 10.30 in punto sono “sull’attenti”. Si posizionano all’inizio del lungo serpentone, subito dopo la fanfara della Julia e le divise storiche. Sono pronti a ricevere ancora una volta l’abbraccio della gente.


MESSAGGERO VENETO

14 SETTEMBRE 2009

 

L'assalto dei bimbi: salgono in sella e chiedono al papà la foto ricordo

 

Udine - Un alpino si inginocchia davanti al mulo e dolcemente lo accarezza sul muso. Questo è solo il primo dei ringraziamenti che questi animali hanno ricevuto. Sono protagonisti assoluti della sfilata. Quando marciano un grido si alza dalla folla assiepata ai lati della strada: «Arrivano i muli! I muli!». E dal quel momento tutta la gente è pronta con le macchine fotografiche in mano per scattare decine di fotografie. I muli imperterriti proseguono per la loro strada al fianco del conducente. I bambini impazziscono quando vedono questi quattro splendidi esemplari. Martina, di 5 anni, improvvisamente scappa dalla mano del papà. Vuole correre verso i muli per accarezzarli. Ma il padre è più svelto di lei e riesce a riacciuffarla prima che raggiunga gli animali al centro della strada. «Viva i muli degli alpini!», grida una signora con una bandierina italiana in mano. Gli applausi al loro passaggio sono scroscianti. I conducenti, sempre più fieri, alzano lo sguardo e sorridono alla folla. La gente ha subito capito l’importanza di questo animale per il corpo degli alpini. Arrivati in piazza Primo maggio, al termine della sfilata, i muli sono presi d’assalto dai bambini. I piccoli vogliono salire per scattare una foto ricordo. I conducenti li lasciano fare. I muli sono abituati a essere al centro dell’attenzione. Sono tutti veterani di tante adunate e missioni in montagna. Sopportano senza scalciare. Aspettano solo di essere strigliati e di trovare un po’ d’erba per rifocillarsi. Un anziano alpino, intanto, si commuove davanti al mulo. Lo guarda fisso negli occhi. Il mulo abbassa la testa velocemente e subito dopo la rialza. Tra loro basta uno sguardo per capirsi.


IL PICCOLO

14 SETTEMBRE 2009

 

Animali spazzini

 

In riferimento all’articolo «Animali spazzini» (articolo del 31 agosto) francamente mi sembra ben poco ecologico che degli animali bruchino l’erba che cresce in siti industriali e/o degradati e ben poco igienico che lascino i loro escrementi dove delle persone devono lavorare. Se poi questi poveri animali sono anche costretti a rimanere sotto il sole cocente o alle intemperie... Inoltre non vorrei che i loro prodotti lattiero-caseari e, ahimé, le loro carni, finissero sulle nostre tavole! Giorgio Tamaro


REUTERS

14 SETTEMBRE 2009

 

Inghilterra, bimbi allevano agnellino, poi lo mandano al macello

 

LONDRA (Reuters) - Alcuni studenti di una scuola elementare inglese hanno allevato un agnello -- chiamato Marcus -- fin dalla sua nascita, e hanno poi votato di mandarlo al macello, superando le obiezioni di genitori e attivisti per i diritti degli animali.

Il direttore della scuola elementare del Kent, nell'Inghilterra sudorientale, ha confermato che Marcus è stato ucciso, dopo che il consiglio scolastico -- composto da 14 studenti tra i sei e gli 11 anni -- ha deciso con 13 voti a favore e uno contro per la macellazione dell'agnello di sei mesi.La decisione ha provocato il risentimento di celebrità amanti degli animali, attivisti per i diritti umani e genitori di alcuni dei bambini, portando a minacce nei confronti della scuola elementare Lydd e dei suoi insegnanti, ha detto un membro dello staff.Circa 250 bambini della scuola partecipano ad un programma che punta ad insegnare a prendersi cura e ad allevare gli animali come nelle fattorie. Il laboratorio è stato avviato quest'anno, e comprende anche anatre, polli, conigli e porcellini d'india.L'idea era di comprare alcuni maiali con i soldi ricavati dalla macellazione di Marcus, ma il progetto è stato sospeso a seguito della reazione pubblica provocata dall'uccisione dell'agnello.La scuola ha fatto sapere che il programma potrebbe essere interrotto.La grande maggioranza di ragazzi, insegnanti e genitori -- ha dichiarato l'istituto -- era d'accordo nel mandare al macello Marcus, un maschio castrato che non poteva essere utilizzato per la riproduzione, ma gli oppositori hanno definito l'atto crudele e spietato.Un popolare talk show si era offerto di acquistare l'agnello per salvarlo, e su Facebook sono nati molti gruppi a supporto di Marcus, ma l'ultima parola è spettata ai bambini.La scuola ha difeso la decisione degli alunni, sostenendo che sia stata educativa."Quando abbiamo avviato il laboratorio nella primavera del 2009, l'obiettivo era quello di educare i bambini circa tutti gli aspetti della vita della fattoria e tutto ciò che essa implica", ha dichiarato l'istituto in una nota."I bambini hanno avuto diverse possibilità da valutare su questo argomento, sia in termini di ciclo alimentare sia in termini di etica ... è importante andare avanti e superare questo episodio, in modo che i bambini possano concentrarsi sulla loro istruzione".


ECO BLOG
14 SETTEMBRE 2009
 
Perchè non mangiamo animali, il mondo vegetariano spiegato ai bambini
 
Come spiegare ai bambini l’impatto negativo del nostro regime alimentare sull’ambiente? Ci ha pensato Ruby Roth con il libro illustrato That’s why we don’t eat animals, un volumetto dedicato ai bambini che spiega loro da dove viene il cibo che consumiamo in un’ottica positiva che avvicina i bambini al mondo dei vegetariani e dei vegani.
L’autrice, dopo una lunga esperienza a contatto con i bambini, ha deciso di realizzare il libro illustrato per spiegare loro l’impatto negativo del consumo di carne sull’ambiente e lo stretto legame tra dieta vegetariana e salute, perchè i bambini sono più ricettivi degli adulti e meno abitudinari. Se volete leggere il parere dell’autrice, Ecorazzi l’ha intervistata chiedendole come è nata e come si è sviluppata l’idea del libro, perfetto anche per gli adulti.

VARESE NEWS

14 SETTEMBRE 2009

 

Sgomberate una decina di gallinelle d'acqua dall'Arnetta

L'intervento congiunto di guardie zoofile e vigili del fuoco, che, nello sconcerto generale, hanno portato via gli animali, da anni "residenti" sul greto del torrente

 

Gallarate (VA) - Guardie zoofile e vigili del fuoco del Sempione uniti per combattere il proliferare delle gallinelle d’acqua. L’intervento, particolare e che ha suscitato alcune perplessità tra gli abitanti della zona, per recuperare dal Rile Arno alcuni esemplari di gallinelle americane, che vivevano libere nel greto del torrente da diverso tempo.

Il fatto è accaduto questa mattina (lunedì 14 settembre) attorno alle 10, vicino al ponte all'incrocio tra le vie Sempione e Roma a Gallarate. Un addetto al servizio zoofilo provinciale, dopo aver notato una cospicua colonia di volatili che vivevano sull'argine sinistro del Rile e preoccupato per l'innalzamento del livello dell'acqua a seguito del temporale della notte precedente, ha pensato bene di chiamare i pompieri per recuperare una decina di animali, che si aggirava nei pressi del ponte. I pompieri del Sempione, sono intervenuti subito entrando nel fiume con le attrezzature a loro disposizione, e catturando in un ora e mezza circa, una buona metà delle gallinelle. Dopo averle messe in un apposita gabbia, le hanno consegnate ad un rappresentante del servizio zoofilo, che le ha portate in un "gattile" gestito dal servizio stesso.

Diverse le persone che hanno assistito al recupero e che hanno mostrato rincrescimento per lo "sfratto esecutivo" alle bestiole che, a quanto testimoniato da molti, vivevano da anni nel fiume e che anche durante i periodi di forti piogge, se l'erano sempre cavata senza problemi. Particolarmente dispiaciuto, il cuoco di un vicino ristorante che puntualmente portava del mangime agli animali e che si era molto affezionato ad essi.Dal parapetto a ridosso del ristorante, si possono ancora adesso notare numerose uova che le gallinelle americane, depositavano ogni giorno.

Chissà se il gallo, sfuggito alla cattura, riuscirà in breve a ricostituire il suo inconsueto harem...


 

Codogno, caccia a una capra in centro “Rodeo” dei vigili urbani per catturarla 

 

Codogno (LO) -  Capra in fuga, la inseguono gli agenti della polizia locale. Questa insolita e divertente vicenda ha avuto luogo sabato pomeriggio a Codogno. Non si sa bene da dove sia arrivata ma intorno alle 13 una capra è improvvisamente spuntata nella zona industriale della Mirandolina e ha iniziato a correre indisturbata per la città. L’ipotesi più accreditata, anche se le responsabilità devono ancora essere accertate, è che sia stato lasciato aperto qualche cancello durante lavori di manutenzione eseguiti in zona.Resta il fatto che l’animale, spaventato ma anche arzillo per la guadagnata libertà, si è diretto prima sulla circonvallazione cittadina e infine nelle vie del centro storico. Sono stati alcuni automobilisti di passaggio a dare l’allarme alle forze dell’ordine per paura che qualcuno facesse del male alla bestiola investendola. C’era inoltre il rischio che la stessa provocasse a sua volta incidenti stradali pericolosi. Così, in una ventina di minuti, la capra è arrivata fino a via Zoncada che è la strada parallela della centralissima via Roma.In quella strada non ci sono negozi e per fortuna alle 13 non circolava quasi nessuno. Quindi si è potuto procedere al recupero della capra senza troppi impedimenti. Al loro arrivo i vigili urbani si sono dati veramente da fare. Ma tutto si è risolto soltanto quando la fuggitiva si è infilata nel cortile di case private e la polizia locale, in accordo con i residenti, ha chiuso il portone di accesso intrappolandola. Poi, per far sì che l’animale fosse affidato a qualcuno di esperto, è stato rintracciato un agricoltore della zona.È stato lui stesso, con metodi e un mezzo da lavoro appropriato, a raggiungere la capra e a trasportarla al sicuro. Da quel momento in poi sono partite le ricerche del proprietario che al momento resta sconosciuto.


TISCALI ANIMALI
14 SETTEMBRE 2009
 
DAL VETERINARIO
Cani da caccia: in città sono quasi tutti in pensione
 
Facendo il veterinario da oltre trent’anni ormai ho visto numerosi cani da caccia, specie all’inizio della professione, quando i cacciatori, in Italia, erano quasi tre milioni. Negli ultimi anni questo numero è sceso vertiginosamente (e continua a scendere) per vari motivi, primo fra tutti che le generazioni giovani o non vedono di buon occhio l’uccisione gratuita di animali, quale hobby o sport, o se ne fregano tout court, attratti da ben altri passatempi.
L’eccesso di cacciatori, soprattutto nelle prime giornate di apertura, i litigi per una lepre colpita, il pericolo di essere scambiati per un cinghiale e, più in generale, un’ottica completamente diversa, rispetto a tanti anni fa, nella considerazione del benessere animale, sono altri motivi della rarefazione dei seguaci di Diana.
Negli ambulatori veterinari di città dunque, ormai vedere un cane da caccia è diventata una rarità, mentre nelle strutture collinari o montane, dove la caccia al cinghiale e al capriolo sono ancora molto gettonate, se ne vede un numero molto più consistente. Mi è capitato una domenica mattina di andare a trovare, in Lunigiana (zona collinare e montuosa della Toscana ai confini con l’Emilia) un paio di amici e colleghi che hanno una clinica veterinaria.
Sono rimasto attonito dalla diversità di trattamento da parte dei cacciatori circa i loro cani. Se quei pochi (generalmente da lepre e fagiano) che vedo in città sono tenuti e curati benissimo, là ho visto scene orripilanti. Un andirivieni continuo di cacciatori che scaricavano dal baule cani insanguinati, con il torace bucato o addirittura gli intestini fuori a causa del colpo di zanna del cinghiale. Breve consulto con i veterinari sui costi e sulle possibilità di guarigione e rapida decisione: si opera o si sopprime, senza tante balle di affetto, amore ecc.
Mi ha fatto venire in mente questo scenario un recente comunicato dell’AIDAA che prende in considerazione dati che pochi conoscono e sui quali nessuno riflette. Ogni anno migliaia di cani da caccia vengono vengono ammazzati dal fuoco amico sparato dalle doppiette dei loro "amici"cacciatori.
Secondo una stima prudenziale elaborata dall’associazione di Lorenzo Croce. sulle indicazioni relative agli incidenti di caccia avvenuti negli anni passati, sarebbero almeno 5.000 i cani che ogni anno vengono uccisi durante le battute di caccia e almeno tremila coloro i quali vengono feriti e di questi una buona parte viene poi soppressa.
I dati sono difficilmente confutabili, perché espressi dalla stesa Fidc, la Federazione della Caccia, secondo cui nel 2006 sono morti in Italia 2050 cani da caccia, uccisi sia dal fuoco amico dei cacciatori, sia in altri incidenti di caccia compresi quelli ammazzati per aver mangiato i bocconi avvelenati la cui diffusione in Italia è ora proibita.
Sempre dalla stessa fonte si apprende che sono stati 1558 i cani feriti e 842 i casi di danni provocati alle persone o alle cose. Il dato è parziale ovviamente, in quanto vi sono altre associazioni famose, quali l’Arcicaccia e la Libera Caccia che non si sono ancora espresse.
A tutti questi bisogna aggiungere i cani feriti, azzoppati, anziani, mezzi sordi ecc. che vengono soppressi spesso con una fucilata, per risparmiare il costo di un’eutanasia. Quello che viene da chiedermi e chiedervi è: ma i cacciatori amano veramente i loro cani?

IL GIORNO

14 SETTEMBRE 2009

 

Gli 11 Fido si sono guadagnati il brevetto per il soccorso in acqua

Cani da salvataggio, che bella gara

 

STEFANO CASSINELLI

 

MANDELLO (LC) - Uno spettacolo che ha entusiasmato il numeroso pubblico presente alla manifestazione promossa da LarioRescue per la qualifica di primo grado di abilitazione al soccorso in acqua di undici cani. Gli animali: Boxer, Labrador, Terranova e Golden, sono stati preparati per l’esame di qualifica dalla sezione cinofila dell’associazione LarioRescue. Complice la bella giornata tantissime persone hanno assistito alle prove per il conseguimento del brevetto di primo grado.
Soddisfazione da parte di Claudio Cazzaniga, responsabile della sezione cinofila, che spiega: «E’ la prima volta che un’attività del genere per l’Associazione nazionale unità cinofile per il soccorso in acqua viene organizzata sul lago di Como.
E speriamo ce ne siano altre, visto il buon esito della prima. Tutto è andato molto bene e tutti gli undici cani si sono comportati egregiamente ottenendo il brevetto».
Vediamo come si è svolta la gara. Sono state effettuate alcune attività al guinzaglio a terra, prove di richiamo e prove di riporto a 30 metri da riva con lancio dalla spiaggia e dal gommone in movimento. Tutte queste prove erano necessarie per accedere al primo brevetto riconosciuto dalla Protezione civile. Poi si potrà continuare con alcuni corsi di perfezionamento.

«I CANI SONO STATI PERFETTI — spiega Cazzaniga — e con il conseguimento di questo brevetto si passa ora alla fase successiva di addestramento che li porterà al brevetto avanzato e poi a quello operativo. In un paio d’anni dovremmo avere i primi cani con l’operativo che poi potranno stare in spiaggia con il conduttore bagnino e partecipare a operazioni di soccorso in caso di calamità o incidenti». Il cane addestrato potrà lavorare accanto a un bagnino che in caso di necessità potrà affidarsi all’aiuto dell’animale preparato per il salvataggio in acqua, un sistema che è molto funzionale e che offre ottime garanzie di sicurezza.

UN PROGRAMMA AMBIZIOSO per l’associazione nata pochi mesi fa, guidata da Giulio Galli che si prefigge, fra i principali obiettivi, lo svolgimento di attività nel settore di prevenzione e sicurezza lacuale, il soccorso a persone e natanti, la pulizia delle sponde e dei fondali lacustri, la valorizzazione turistica ed ecologica del Lario. «Un grandissimo ringraziamento - conclude Cazzaniga - va a tutti i volontari di LarioRescue che per preparare questa manifestazione, come in tante altre iniziative, hanno lavorato tantissimo garantendo un’organizzazione perfetta»


ANSA AMBIENTE
14 SETTEMBRE 2009
 
RANDAGISMO; NUOVA ORDINANZA PER GARANTIRE BENESSERE
 
ROMA - Continua la lotta al randagismo con un'ordinanza del ministero del Welfare, che allinea il nostro Paese alle misure internazionali previste dalla Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, approvata a Strasburgo il 13 novembre 1987, firmata anche dall'Italia, che sancisce che l'Unione europea e gli Stati membri debbano tenere conto delle esigenze in materia di benessere degli animali. Il provvedimento che da' attuazione ad alune disposizioni previste dal decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, scaturisce dalla necessita', in attesa di intervenire in via legislativa, di individuare specifiche ed appropriate misure sanitarie a garanzia della salute, della tutela e del benessere degli animali. Si tratta soprattutto di azioni appropriate da applicare in caso di trasferimento anche per lunghe distanze, in assenza di misure e prescrizioni sanitarie idonee a garantirne la tutela e il benessere. L'ordinanza dunque prescrive che l'affidamento del servizio di mantenimento e gestione, da parte dei Comuni, dei cani randagi posti sotto la loro responsabilita' secondo le norme vigenti, deve tener conto della natura di esseri senzienti degli animali, applicando i requisiti di cui al comma 2 anche alle procedure di cui agli articoli 55 e 56 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. A questo fine spetta ai soggetti competenti, in questo caso i Comuni, assicurare la microchippatura dei cani e la contestuale iscrizione nell'anagrafe canina a nome del Comune di ritrovamento e la sterilizzazione entro il termine di sessanta giorni e, comunque, sempre prima dell'eventuale trasferimento in altro Comune avvalendosi del servizio veterinario dell'azienda sanitaria locale competente per territorio o di medici veterinari liberi professionisti convenzionati. I Comuni debbono ottemperare agli obblighi relativi ad evitare lo stress degli animali di affezione dovuto a trasporti su lunga distanza che comunque devono essere effettuati nel rispetto del regolamento (CE) 1/2005 e del decreto legislativo di attuazione, del 25 luglio 2007, n. 151. Devono inoltre assicurarsi che la struttura individuata per la custodia sia dotata di requisiti strutturali e condizioni di mantenimento almeno non inferiori a quelli previsti dalle leggi regionali e dei regolamenti attuativi del territorio di provenienza dei cani, oltre che dell'autorizzazione sanitaria e la presenza di un medico veterinario libero professionista come responsabile sanitario. La struttura individuata per il mantenimento dei cani, inclusi eventuali moduli contigui alla struttura, non deve avere una capacita' superiore o superare le duecento unita' di animali, deve poter essere aperta al pubblico almeno tre giorni a settimana e disponibile alle visite di controllo di organizzazioni che si occupano della tutela e del benessere degli animali. Per quanto riguarda la capacita' di restituzione dell'animale al proprietario che ne faccia richiesta, dovranno essere garantite le procedure e le modalita' che ne permettano l'esercizio. L'ordinanza inoltre impone siano attivate tutte le misure e le iniziative utili a incentivare l'adozione dei cani anche attraverso l'affissione presso l'albo pretorio e altri spazi pubblici o apposite pagine sul proprio sito internet. I Comuni in sede di bando di gara o di convenzione e di valutazione delle offerte economiche devono prevedere criteri che premino i requisiti adatti a comportare minimi spostamenti degli animali preferendo ove possibile strutture sul proprio territorio provinciale o regionale. Dovranno preferire servizi prestati da associazioni riconosciute in conformita' alla vigente normativa regionale, onlus o enti morali aventi come finalita' la protezione degli animali.

GREEN EPORT
14 SETTEMBRE 2009
 
Ancora a caccia?
 
 
Mario Tozzi
 
In un messaggio pubblicitario di cattivo gusto si sfrutta l'immagine serena di un bambino nel tentativo di intervenire sulla legge nazionale della caccia e, forse, svecchiare l'attività venatoria stessa, in Italia praticata in maggioranza da anziani signori probabilmente insoddisfatti del resto della loro esistenza.  Fra le tante assurdità degli emendamenti tesi a intervenire sulla normativa nazionale c'è infatti anche quello di concedere le licenze a 16 anni di età, senza considerare quanto possa essere  incredibile e pericoloso prevedere l'abbassamento dell'età quando la caccia è considerata uno "sport" pericoloso, motivo per cui è obbligatoria l'assicurazione civile. Non si dovrebbe dimenticare che ogni anno sono decine i morti per incidente di caccia, e all'inizio di luglio un bambino con il fucile da caccia del padre ha ucciso accidentalmente un amichetto.
Purtroppo la proposta riforma del disegno di legge Orsi in discussione in Senato sta spingendo a un rigurgito di violenza del mondo venatorio più retrivo ed estremista. Ma le regioni fanno anche peggio. Nell'analisi effettuata dal WWF si vede come per prima cosa autorizzano i fucili ad entrare in azione dappertutto e in qualsiasi periodo dell'anno fregandosene della biodiversità e della sicurezza dei cittadini attraverso la mistificazione di un salvataggio dell'agricoltura non meglio precisato. Vengono semplificate le procedure per attivare abbattimenti e battute di caccia fuori stagione e anche in aree di divieto e nello stesso tempo ridotti i controlli sul campo. In qualche caso sarà infatti possibile effettuare battute di caccia al cinghiale in periodo di caccia chiusa senza più necessità della presenza di una Guardia Provinciale ma semplicemente alla presenza di una Guardia volontaria delle Associazioni venatorie. Non ci sarà inoltre bisogno in buona parte dei casi del parere dell'ISPRA, Istituto scientifico che la legge nazionale indica come deputato a regolamentare questo tipo di attività. Sarà possibile anche per cacciatori qualsiasi utilizzare trappole ‘selettive' per catturare la fauna (con quali controlli?).
Tutto questo determinerà una situazione incontrollabile di attività venatoria diffusa tutto l'anno e su tutto il territorio con grave danno per la fauna selvatica e con evidente maggiore rischio di incidenti a carico dei cacciatori stessi e di tutti i cittadini, che in ogni momento in campagna potranno a loro insaputa trovarsi in mezzo ad una battuta di caccia con armi pericolosissime come quelle utilizzate per gli ungulati. La giustificazione addotta è l'emergenza dei danni alle colture agricole, ma è dimostrato ormai da decenni di esperienza come i cacciatori non  hanno mai risolto questo problema, anzi lo hanno causato (immettendo in ogni dove i cinghiali dell'Est-Europa) e lo hanno mantenuto e lo stanno mantenendo (foraggiando questi animali e gestendoli in modo tale da mantenere e incrementare il serbatoio del loro passatempo sparatorio). Secondo il WWF e le altre associazioni ambientaliste la strada da seguire era un'altra, cioè coinvolgere in modo diretto il mondo agricolo (nell'ottica dell'azienda agricola multifunzionale) con attività di cattura, togliendo ai cacciatori il monopolio della gestione degli ungulati.
In ben 13 regioni, la caccia si è aperta con 3 settimane in anticipo rispetto al termine stabilito dalla legge quadro157/1992, autorizzando così l'uccisione di centinaia di migliaia  di animali selvatici in una delle fasi più delicate del loro ciclo vitale. Alla fine di agosto ed ai primi di settembre gli animali selvatici si trovano in condizioni di particolare criticità e vulnerabilità poiché al termine della stagione riproduttiva e in alcuni casi in procinto di completare l'accrescimento dei giovani. Molti animali hanno bisogno di aumentare le disponibilità energetiche per affrontare la migrazione di ritorno, spesso stremati da stagioni torride come questo agosto, e dagli innumerevoli incendi, tutti motivi per i quali la legge nazionale stabilisce la normale apertura della caccia dalla terza domenica di  settembre quindi il 20 settembre.  I termini della stagione venatoria  sono stabiliti dalla legge nazionale  in ottemperanza  alle direttive europee e convenzioni internazionali sulla tutela della fauna  selvatica,  ed agli studi scientifici, che impongono la tutela della fauna, e quindi anche la chiusura della caccia,  in determinati periodi dell'anno. Anche quest'anno di pre-aperture sono mancati attenti studi e analisi in grado di giustificare le anticipazioni.
La legge consente che le Regioni possano anticipare l'apertura della caccia dal primo settembre, ma  a rigorose condizioni a cui si dovrebbe ricorrere solo in situazioni di particolare eccezionalità (parere positivo dell'ISPRA ex INFS, predisposizione di "adeguati piani faunistico venatori, divieto di caccia  nelle  Zone di Protezione speciale).  Secondo il WWF la gran parte delle regioni italiane,  invece, usa da sempre questa facoltà come ordinario strumento per prolungare illegittimamente di tre settimane la stagione, quasi sempre senza rispettare  i limiti stabiliti dalla legge, e mancando di attente valutazioni su ciò che questo ulteriore stress potrebbe comportare alla nostra fauna in questo delicato periodo.
Per fortuna qualche volta gli va male. Il TAR ha accolto pienamente il ricorso del WWF contro la Regione Abruzzo sul calendario venatorio 2009-2010 annullando le scelte della Giunta Regionale sulla preapertura alla Quaglia al 6 settembre e sul posticipo al 31 gennaio della caccia alla Beccaccia. Il TAR ha rilevato come le scelte della Giunta Regionale su questi due punti non fossero adeguatamente motivate nonostante dovessero superare le obiezioni scientifiche del parere dell'Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca sull'Ambiente, ISPRA, massimo organo statale in materia di fauna.  La Regione Abruzzo ha prima varato un calendario con numerose scelte che avrebbero causato gravi danni al patrimonio faunistico della regione. Nonostante i reiterati suggerimenti dagli ambientalisti ha prima incassato una bocciatura storica da parte dell'ISPRA che ha rilasciato un parere fortemente negativo sulla prima versione del calendario venatorio e ora la cassazione del TAR. Ma forse per cambiare musica ci vorrebbe un referendum voluto e partecipato che permetta alla maggioranza dei cittadini italiani di rendere operativa la loro opposizione di principio e di fatto a un'attività tanto odiosa quanto inutile e dannosa. 

BIG HUNTER
14 SETTEMBRE 2009
 
Tozzi: "ancora a caccia?"
 
Ci riprova il geologo più famoso d'Italia nonché presidente del Parco dell'Arcipelago Toscano, documentarista e presentatore televisivo Mario Tozzi, che, probabilmente invitato ad usare la sua forza mediatica (visto che ormai appare in ogni rete televisiva nazionale e viene pubblicato da ogni testata giornalistica) contro la riforma della caccia - in discussione nei prossimi giorni -, interviene sparando a zero su tutta la caccia.Forse a corto di argomenti ben più convincenti nel suo articolo “ancora a caccia?”  pubblicato dal sito Grenenreport ,Tozzi di nuovo tira in ballo l'immagine utilizzata da Federcaccia per la propria campagna di tesseramento, definita  un tentativo di “svecchiamento” visto che la caccia in Italia, secondo Tozzi, è praticata in maggioranza da “anziani signori probabilmente insoddisfatti del resto della loro esistenza”. Il noto ambientalista nostrano ritiene che la proposta Orsi stia spingendo ad un “rigurgito di violenza del mondo venatorio più retrivo ed estremista” ma ad avere un comportamento oltranzista sarebbero soprattutto le Regioni. “Si autorizzano i fucili ad entrare in azione dappertutto e in qualsiasi periodo dell'anno fregandosene della biodiversità e della sicurezza dei cittadini  attraverso la mistificazione di un salvataggio dell'agricoltura non meglio precisato”, sbotta Tozzi che, d'accordo con Wwf e altre associazioni ambientaliste italiane leverebbe volentieri ai cacciatori “il monopolio della gestione degli ungulati” coinvolgendo direttamente il mondo agricolo nelle attività di cattura. Stesso discorso vale per le aperture anticipate della caccia approvate dalle amministrazioni provinciali e regionali che autorizzerebbero "l'uccisione di migliaia di migliaia di animali selvatici in una delle fasi più delicate del loro ciclo vitale”. Tozzi riporta la conclusione di Wwf su questo punto:  “la gran parte delle regioni italiane usa da sempre questa facoltà come ordinario strumento per prolungare illegittimamente di tre settimane la stagione, quasi sempre senza rispettare  i limiti stabiliti dalla legge, e mancando di attente valutazioni”.Insomma, secondo Tozzi la gestione della fauna selvatica avviene in una situazione di generale insensatezza, generata dalle amministrazioni comunali, provinciali e regionali per accontentare una sparuta minoranza composta da persone anziane, estremiste e insoddisfatte della propria vita. Qualcosa non torna ma forse ci si può fare un'idea più chiara lasciando la parola allo stesso Tozzi, che nella sua conclusione all'articolo, dimostra un approccio ben poco scientifico e dominato dalla convinzione personale che la caccia sia un male assoluto “forse per cambiare musica – scrive infatti - ci vorrebbe un referendum voluto e partecipato che permetta alla maggioranza dei cittadini italiani di rendere operativa la loro opposizione di principio e di fatto a un'attività tanto odiosa quanto inutile e dannosa”.

BIG HUNTER
14 SETTEMBRE 2009
 
Il Senatore Orsi a Todi: “applicare le direttive europee anche quando concedono alla caccia”
 
“Non possiamo immaginare di applicare le direttive europee solo quando tolgono alla caccia, e mai quando concedono”. Così il Senatore Orsi è intervenuto a Todi all'iniziativa promossa dal Club della Palomba e dalle associazioni venatorie, Federcaccia in primis per dialogare con i cacciatori sulla riforma alla 157.
Occorre spiegare all'opinione pubblica, ha argomentato Orsi, che l'Unione Europea non chiede agli stati membri di limitare la caccia, anzi, “l’Italia è oggetto di procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea per il mancato rispetto delle regole di contenimento delle specie alloctone, come lo scoiattolo grigio americano, che ora prolifera a scapito del nostro scoiattolo rosso. Tra poco subiremo la stessa sorte per le nutrie e per altre specie ancora”.Le condizioni raggiunte fanno ben sperare per una riforma seria e condivisa. Orsi ha sottolineato l'importanza dell'accordo di tutte le associazioni venatorie, esclusa Arcicaccia, che hanno messo da parte le proprie rivalità sottoscrivendo un'unica proposta. Il senatore ha poi toccato il tasto degli attacchi ricevuti dai mass media, evidenziando le innumerevoli falsità che sistematicamente vengono dette sulla riforma: “non abbiamo proposto di cacciare nei parchi - ha detto Orsi -, né tantomeno di cacciare senza un preciso calendario venatorio, oppure a tutte le specie senza limiti, o altre castronerie del genere,   non abbiamo mai proposto cose simili”. “La caccia è un argomento sul quale prevale l’emotività  - ha continuato il Senatore - e, quando alle emozioni si aggiunge l’ignoranza, è facile incappare nella strumentalizzazione politica”.Il Consigliere di Presidenza di Federcaccia Massimo Buconi in quest'occasione ha ripreso le parole del presidente Gianluca Dall'Olio, il quale pochi giorni fa ha lanciato l'invito al Pd di abbandonare gli atteggiamenti ostruzionistici in Parlamento. Buconi ha poi auspicato la nascita di un istituto con competenze scientifiche in grado di dare risposte in tempi ragionevoli sulla fauna selvatica. Anche l’assessore regionale all’Ambiente Lamberto Bottini ha confermato l’impegno, da parte della Regione, di continuare ad essere “in prima linea per seguire l’evoluzione della caccia dal punto di vista legislativo. “L’intervento del senatore Orsi ci è sembrato onesto e interessante – ha poi chiuso il Presidente di Federcaccia Umbra Franco Di Marco –, di particolare importanza è stato l’invito rivolto alla Regione Umbria, affinché faccia la sua parte in sede di Conferenza Stato-Regioni. Orsi ha riconosciuto al nostro territorio quell’importanza che Federcaccia ha sempre comunque sostenuto. Riteniamo che la politica della nostra Regione possa superare le posizioni preconcettualmente ostili, ed essere un punto di riferimento e parte trainante per raggiungere l’obiettivo comune della riforma, superando tutte le divisioni politiche”.

BASILICATA NET
14 SETTEMBRE 2009
 
PIGNOLA, UN NIBBIO BRUNO REINTRODOTTO DAL CRASPP
 
Il C.R.A.S. della Provincia di Potenza ha curato e reintrodotto in natura, in questo fine settimana, un magnifico esemplare di nibbio bruno (milvus migrans) inanellato dal Dott. Egidio Fulco. Il nibbio è un giovane che il Corpo Forestale dello Stato ha recapitato presso le strutture del Centro situate nella Riserva Regionale Lago Pantano di Pignola il 15 luglio del corrente anno. E’ stato curato in tempo per la migrazione autunnale: infatti si tratta di una specie migratrice che proviene dall’Africa all’inizio della primavera, nidifica in Basilicata e riparte entro l’inizio dell’autunno.
Prosegue dunque l’annata straordinaria del C.R.A.S., che con questa liberazione conferma il superamento della media di recuperi di animali selvatici, (prevalentemente uccelli rapaci), da anni stabile attorno al 67%.
“L’operato del Centro è migliorato, la crescente sensibilità dei cittadini, il lavoro del Corpo Forestale, le nuove strutture realizzate dalla Provincia di Potenza, sono stati di grande aiuto quest’anno ed i risultati sono evidenti” dichiara Andrea Cerverizzo, il Coordinatore delle attività del C.R.A.S. “Speriamo vivamente che quest’anno la caccia sia corretta - prosegue Cerverizzo - e che i cacciatori onesti siano la maggioranza; anche tramite loro deve diffondersi il rispetto degli uccelli rapaci, splendidi animali protetti che attirano turisti da tutta Italia e che rendono la nostra regione tra le più visitate dai Birdwatchers”.

ASCA
14 SETTEMBRE 2009
 
CACCIA: RADICALI PD, IN PRIMI GIORNI PRE-APERTURA GIA' 3 MORTI
 
Roma - ''Ancora non e' iniziata ufficialmente la stagione caccia ma gia' con poche giornate di pre-apertura la scia di sangue non solo degli animali, ma anche degli umani, cacciatori e non, sta scorrendo nel Paese in silenzio''. Lo evidenziano in una nota i senatori Donatella Poretti e Marco Perduca, Radicali-Pd.A monitorare come ogni anno gli episodi di cronaca e' l'Associazione Vittime della Caccia, che segnala come siamo gia' a 3 morti e tre feriti gravi, oltre ad episodi legati a detenzione di armi e fucili da caccia. La scorsa stagione si erano registrati 126 episodi di cronaca: 85 feriti, di cui 62 cacciatori e 23 persone non volontariamente coinvolte nell'attivita' venatoria; 41 morti, di cui solo 24 cacciatori e 17 gente comune.''Domani, 15 settembre, la XIII commissione Ambiente del Senato ha messo in calendario nella sua prima seduta dopo la pausa estiva, la ripresa del dibattito sul ddl Orsi. Non si capisce - scrivono i senatori - l'urgenza di riaprire i lavori parlamentari con un testo che modifica la legge sulla caccia deregolandola: permettera' l'utilizzo indiscriminato dei richiami vivi, la caccia in deroga, la possibilita' di sparare anche a cani e gatti randagi, togliera' competenze a guardie ecologiche e zoofile, fino a rendere possibile la caccia ai sedicenni. Per nostro conto invieremo al presidente e ai componenti della commissione l'elenco dei primi fatti di cronaca registrati dall'Associazione Vittime della Caccia.L'auspicio e' che se fino ad ora non sono stati interessati al sangue degli animali sparso per divertimento, o per sport come amano dire i cacciatori, ora siano almeno costretti a riflettere sugli effetti collaterali della caccia e delle armi da fuoco''.

BIG HUNTER
14 SETTEMBRE 2009
 
Ex parco dei Monti Lattari: diffidato Bassolino per le continue multe ai cacciatori
 
Dopo la riapertura della caccia nell'ex area protetta dei Monti Lattari grazie alla sentenza del Consiglio di Stato che nel luglio del 2008 ha di fatto annullato la delibera regionale del 2003 che istituiva il Parco, la situazione oggi non è ancora del tutto chiara e i cacciatori non sono completamente liberi di esercitare la propria attività venatoria su queste terreni. Molti di loro infatti vengono ancora sistematicamente multati dall'amministrazione regionale che si ostina a considerare l'area come protetta.  "La sentenza del Consiglio di Stato – afferma Angelo Dente, segretario nazionale di Caccia Ambiente che ha diffidato ufficialmente il presidente della regione Antonio Bassolino - ha definitivamente annullato il parco dei monti Lattari. Ciononostante, non solo l'intera tabellazione del(l'ex) parco non risulta rimossa, ma soprattutto si continua a verbalizzare i cacciatori che in tale area si recano per l'esercizio dell'attività venatoria. Se entro 30 giorni non cambia la situazione - conclude il segretario di Caccia Ambiente - denunceremo Bassolino per abuso di potere e per inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria".  Altro fatto singolare e già denunciato da Caccia Ambiente è che gli stessi vertici del Parco continuano ad esistere, gravando di fatto sulla spesa pubblica.

SANREMO NEWS
14 SETTEMBRE 2009
 
Cinghiali distruggono una campagna in Valle Armea a Sanremo
 
CARLO ALESSI
 
SANREMO (IM) - Gli agricoltori e floricoltori della Valle Armea a Sanremo insorgono per la massiccia presenza di cinghiali nella zona, che devastano i raccolti ed anche quei terreni pronti per essere lavorati. I cinghiali stanno diventando un enorme problema per tutte le aziende e soprattutto quelle vicino ai paesi, come in Valle Armea. Anche durante la caccia è molto difficile trovare una soluzione ed un caso si è verificato proprio negli ultimi giorni nell’immediato entroterra di Bussana.
Per tre notti consecutive i cinghiali sono arrivati in branco, devastando completamente un campo destinato a ranuncoli. E’ stato distrutto l’intero lavoro di un’estate e compromesso il raccolto per tutto l’inverno. Non è certo l’unico caso, ma questo è forse il più eclatante degli ultimi tempi, nella zona. Stanotte i proprietari del campo hanno fatto la guardia, per evitare che i cinghiali potessero distruggere anche l’ultima parte del campo.“Il problema è complicato da gestire – evidenziano i titolari dell’appezzamento di terreno distrutto - se non c’è un intervento pubblico. Ci vuole un coordinamento regionale e provinciale con associazioni di coltivatori e cacciatori. Bisognerebbe concedere battute di caccia controllate, ma mettere in piedi anche altre azioni per allontanare questo pericolo. Ci sono molti gerbidi con roveti alti, dove i cinghiali trovano i loro rifugi. Molti di questi sono in Valle Armea anche vicino alle case. Il territorio lasciato andare a se stesso diventa fonte di pericolo”. I danni arrecati all’appezzamento di terreno arrivano a migliaia di euro.

IL GAZZETTINO
14 SETTEMBRE 2009
 
Cansiglio "infestato" dai cervi, Zaia a fianco degli allevatori
 
VITTORIO VENETO (TV) - Il ministro Luca Zaia precisa le sue strategie per il Cansiglio mentre prosegue la protesta degli allevatori del Cansiglio, alle corde per la crescita incontrollata della popolazione dei cervi sull’Altipiano che, si legge nei volantini affissi in tutta la zona, "sta compromettendo fortemente la reddittività delle aziende". Gli allevatori chiedono urgentemente un piano di riduzione del numero dei capi riportandolo alle entità di animali presenti e censiti prima del 2000 e di garantire un futuro di autosufficenza foraggera alle aziende zootecniche del Cansiglio tale da permettere la sopravvivenza e al fine di poter continuare a produrre prodotti tipici salvaguardando il territorio. "Solo in questo modo - spiegano - si potrà far coesistere in maniera compatibile e gestibile l’agricoltura, la foresta e la fauna selvatica di cervi, per un rispetto equilibrato dell’ambiente, del territorio e delle attività e della gente del Cansiglio". Un grido d’allarme subito raccolto dal ministro delle Politiche agricole, intervenuto sabato in Cansiglio. «Il problema dei cervi è reale - afferma Luca Zaia - è il segno di un ecosistema che cambia repentinamente, con una crescita esponenziale della popolazione dei cervi a causa della mancanza dei predatori naturali. Non intendo procedere all’abbattimento indiscriminato degli animali. Nel rispetto delle attività umane e agricole e della flora e fauna selvatica, è bene invece che si provveda ad avviare un processo di contenimento della popolazione, valutando anche la possibilità, qualora fosse possibile, del trasferimento di alcuni di questi cervi».

IL GIORNALE DEL FRIULI
14 SETTEMBRE 2009
 
Orso attacca un gregge di pecore sul Varmost
 
FORNI DI SOPRA (UD). Incontro ravvicinato sui monti di Forni di Sopra fra un pastore e l’orso. Il fatto è accaduto nei giorni scorsi sul Monte Simon, dove Ivan Morocutti, di Treppo Carnico ha lasciato al pascolo un piccolo gregge di pecore. Morocutti quest’anno ha portato i suoi animali: mucche, maiali, pecore e qualche anatra, in Malga Varmòst, nei pressi degli impianti sciistici di Forni di Sopra. «Come ho sempre fatto durante l’estate – inizia Ivan – sono salito sui monti Crusicalas e Simon per governare le pecore che vengono lasciate libere sui pascoli più alti». «Erano appena passate le 17 – ricorda il malgaro – appena giunto dove pascolava il gregge, ho scorto un orso che, appena mi ha avvistato, è fuggito fra gli alberi. Avevo appena saputo che un cacciatore aveva avvistato il plantigrado non distante da qui nei giorni scorsi». Il pastore ha controllato il gregge verificando la mancanza di alcuni capi.«L’avevo notato da giorni – commenta ancora – ma è facile non riuscire a scorgere tutte le bestie quando queste vengono lasciate libere al pascolo». Non vi aveva fatto troppo caso perciò in un primo momento, quanto è stato attratto da una pecora che giaceva a terra, ferita. «Aveva uno squarcio al petto, ma era ancora viva». Avvertito il corpo forestale di Forni di Sopra, è iniziata una ricerca del plantigrado, che però non ha dato frutti. «Si sono ritrovati i segni del passaggio – riferisce Ivan – e le ferite riportate dalla pecora, che nel frattempo è morta, sono state giudicate compatibili con un attacco dell’orso». Morocutti non teme di rimanere in malga, a quota 1800 da solo, con i suoi cani, a compiere il suo lavoro.«L’orso ha svolto il suo ruolo, non bisogna avere paura, c’è spazio per tutti, anche per lui in montagna». Certo è che oramai l’orso, che vive nella zona del Varmost, deve aver scoperto che esistono modi di cibarsi alternativi: non solo cioè tuberi e bacche selvatiche, ma anche piccoli animali. La concomitanza di avvistamenti, in zone diverse della Carnia, come accaduto anche ad Enemonzo, fa inoltre ritenere comunque che in Carnia possa essere presente più di un esemplare: uno stabilitosi nell’alta Val Tagliamento e uno più a valle. Un altro orso infatti è stato segnalato, sempre di giorno, la scorsa settimana ad Ampezzo, dove un residente, mentre effettuava una corsa nei boschi, si è trovato di fronte il plantigrado, che però, scorto l’uomo, è immediatamente fuggito.

IL MATTINO
14 SETTEMBRE 2009
 
Tornano i delfini nelle acque del golfo
 
ANNA MARIA BONIELLO
 
Capri. Tornano i delfini nelle acque del golfo. È affiorato ieri all’orizzonte, quasi a voler allontanare le pessimistiche voci di inquinamento, un branco di delfini, l’inquilino più gioioso ed allegro dei mari, che ieri a qualche miglio da Capri, sulla rotta per Napoli, è riapparso nel mare profondo e azzurro. Una cinquantina di delfini di grande, media e piccola taglia intorno a mezzogiorno ha accerchiato un motoscafo veloce che faceva rotta verso Napoli. A bordo dell’imbarcazione «Mistral V» c’erano Gianfranco D’Amato, il noto industriale napoletano, con la sua famiglia, la moglie Monica e i gemelli Riccardo e Giosella, e un gruppo di amici che rientravano con lui in città. Alla vista del branco D’Amato ha spento i motori per evitare l’impatto e non ferire i cetacei. Subito i delfini hanno attorniato la barca e hanno dato inizio a una vera e propria danza sul mare con evoluzioni, spruzzi d’acqua, rincorse e salti, regalando agli sbalorditi occupanti dell’imbarcazione un vero e proprio show come quelli che si possono ammirare negli acquapark più prestigiosi. Alcuni delfini sono arrivati proprio a lambire il fianco dell’imbarcazione, quasi invitando gli occupanti a tuffarsi in acqua per giocare con loro. Un invito che è stato raccolto fiduciosamente da Monica D’Amato e suo figlio, che indossate la maschera e le pinne si sono tuffati in acqua, dove hanno potuto assistere da vicino alle evoluzioni acquatiche e nuotare accanto ai piccoli del branco. Una vera e propria performance in mezzo al golfo della durata di circa un’ora e mezza, che è stata filmata da Giosella sino a quando i delfini più grandi del banco hanno richiamato il gruppo per continuare la loro navigazione verso il largo. La sosta fuori programma, che ha portato Gianfranco D’Amato con la sua famiglia a vivere un’incredibile inaspettata esperienza è stata subito comunicata a terra, anche perché l’arrivo del branco dei delfini fa ben sperare sulla «buona salute» del mare, al termine di un’estate nera. Questi mammiferi marini, che fino a venti anni fa potevano essere avvistati facilmente nelle acque del golfo e accompagnavano gli scafi quasi all’imbocco del porto di Capri, sono diventati sempre più rari. Colpa dell’inquinamento, dei rumori e del traffico delle imbarcazioni, ma soprattutto dell’indiscriminata e vietata pesca a strascico che provoca la morte dei delfini rimasti imprigionati nelle reti. «Sono felicissimo di questa esperienza - ha detto l’imprenditore D'Amato appena messo piede a terra - quanto è accaduto stamane ci ha permesso di vivere una rara sperienza, un incontro ravvicinato con un animale come il delfino, considerato tra i mammiferi più intelligenti al mondo». «È un ottimo segnale - ha commentato la presidente di Marevivo, Rosalba Giugni - significa che mare del Golfo è vivo. I delfini sono in cima alla catena alimentare, ed essendo predatori navigano nei mari dove possono facilmente alimentarsi».

CORRIERE DELL'UMBRIA
14 SETTEMBRE 2009
 
Travolto e ucciso per salvare il cane.
Anziano podista investito da un’auto mentre insegue l’animale che gli è sfuggito. Natale Lisetti aveva corso alcune edizioni della maratona di New York
 
UMBERTIDE - Aveva partecipato ad alcune edizione della maratona di New York, podista per passione, sulle sue amate strade percorse migliaia di volte ha trovato la morte sabato sera Natale Lisetti. Aveva 88 anni e era uno di quei personaggi conosciuti a Umbertide da tutti, profondamente legato alla storia cittadina. Prima di tutto perché era stato lo storico barbiere di molti decenni fa. Lasciata la professione artigiana, era diventato usciere alla Banca d'Italia, lavoro con il quale era andato in pensione. Poi la grande passione per il podismo e la emozionante avventura alla maratona di New York. Nonostante l'età avanzata, non rinunciava alla sua amata corsetta. Sabato sera il destino ha però voluto che sulla strada trovasse la morte. Stava passeggiando nella parte alta di via Roma, col suo cane, più o meno nella zona all'incrocio con via Tusicum. Alcuni testimoni sembra abbiano raccontato che il cane gli sia sfuggito e lui gli sia corso dietro, finendo però sotto una macchina, una Fiat Punto per la precisione, condotta da una barista di 24 anni sposata di Umbertide. Le cause dell'incidente sono comunque al vaglio dei carabinieri di Umbertide, intervenuti sul posto per i rilievi di legge, che stanno accertando testimonianze e dinamica del sinistro. Solo al termine dell'indagine potranno essere stabilite con esattezza le cause dell'incidente. Le condizioni dell'88enne di Umbertide sono apparse subito gravissime. L'anziano era terra esanime, in una pozza di sangue. I primi soccorritori hanno pensato fosse morto sul colpo. Invece il cuore di Natalino batteva ancora. L'ambulanza del 118 dell'ospedale di Umbertide l'ha subito soccorso e trasportato all'ospedale di Città di Castello, dove però è deceduto due ore dopo il sinistro. Troppo gravi le ferite riportate per sopravvivere all'impatto. Il suo cuore che l'ha portato a correre nella sua terra natia e in terre lontane si è definitivamente. Ora potrà correre negli spazi immensi dei cieli. Lascia la moglie, gravemente malata e anziana anche lei, e due figli.

NSM NOTIZIE
14 SETTEMBRE 2009
 
Cina: trova nel letto serpente con una zampa
Contadina lo ha ucciso a scarpate,animale sconosciuto a studiosi
 
ROMA, 14 SET - Un serpente con una zampa e' stato scoperto da una contadina nella citta' di Suining, provincia sud occidentale cinese del Sichuan. Duan Qiongxiu - riporta un quotidiano cinese - ha raccontato: 'Ho sentito un fruscio, ho acceso la luce e ho sorpreso il serpente che si arrampicava sul letto con l'aiuto del suo artiglio'. Terrorizzata, la donna ha ucciso l'animale a colpi di scarpa. Il serpente si trova nell'universita' di Nanchong e gli esperti diranno di che animale si tratta.

 

 

 

            14 SETTEMBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE
 

LA STAMPA
14 SETTEMBRE 2009
 
Cancellare i ricordi traumatici
 
 
ROSALBA MICELI
 
Un nuovo tassello si aggiunge alla comprensione di fenomeni legati alla memoria. E’ noto che le esperienze traumatiche lasciano un segno, spesso indelebile, proprio a causa della grande emozione provocata dall’evento. I ricordi piacevoli non presentano l’intrusività e l’ossessività che caratterizzano quelli connessi a situazioni emotivamente stressanti. L’ipermemoria e l’ipervigilanza costituiscono un tratto distintivo della personalità dei soggetti traumatizzati, cosicché i ricordi dolorosi possono riattivarsi al minimo segnale associato al trauma, o ripresentarsi spontaneamente, in forma ricorrente, come flashback durante la veglia o incubi nel sonno.
Un deficit nell’estinzione di memorie spiacevoli è particolarmente importante riguardo alla paura e limita gli effetti dei trattamenti dei disturbi d’ansia. L’estinzione della paura implica le influenze inibitorie della corteccia prefrontale sull’amigdala (struttura del sistema limbico che rappresenta la sentinella delle emozioni, capace di rispondere prima della neocorteccia, ed eventualmente, di effettuare una sorta di “sequestro emozionale”). Proprio sulla struttura dell’amigdala si è concentrata l’attenzione di un gruppo di studio guidato da Nadine Gogolla, ricercatrice presso il Dipartimento di biologia cellulare e molecolare della Harvard University, individuando un processo che concorre alla permanenza dei ricordi paurosi. I risultati preliminari dello studio, condotto sui topi, sono stati pubblicati sulla rivista “Science”, con un approfondimento curato da Tommaso Pizzorusso, ricercatore all’Istituto di Neuroscienze del CNR di Pisa.
La paura può essere indotta sperimentalmente in animali da laboratorio. L’ansia che viene appresa associando uno stimolo neutro che produce una sensazione inoffensiva (stimolo condizionato, ad esempio, il suono di un campanello o una gabbia bianca) con un rinforzo negativo (stimolo incondizionato, come una breve e leggera scossa elettrica a cui l’animale non può sottrarsi in alcun modo), è detta “paura condizionata”. Il processo opposto, l’estinzione della paura, è una tecnica che si basa sul decremento delle risposte alla paura quando si interrompe l’associazione tra lo stimolo condizionato e quello incondizionato, presentando ripetutamente lo stimolo condizionato senza farlo seguire dallo shock. E’ adesso comunemente accettata l’idea che l’estinzione rappresenti un nuovo apprendimento e non eradichi la preesistente memoria. Al contrario, la memoria originaria può ritornare spontaneamente, o può essere ripresa, se lo stimolo condiziononato viene presentato in contesti differenti da quello in cui il protocollo di estinzione è stato effettuato.
Le ricerche sugli animali hanno mostrato chiaramente che l’efficacia dell’apprendimento legato al processo di estinzione dipende dall’età. Nei soggetti giovani le memorie di eventi paurosi possono essere cancellate in maniera definitiva, mentre negli adulti il condizionamento alla paura induce la formazione di memorie resistenti al trattamento di estinzione. Queste osservazioni hanno suggerito l’ipotesi che le memorie di emozioni spaventose siano attivamente protette negli adulti. Il gruppo di ricerca ha dimostrato che la protezione è conferita dai proteoglicani di condroitin solfato (CSPGs) presenti nella rete perineuronale (una forma altamente strutturata di matrice extracellulare attorno ai neuroni inibitori) che costituisce l’impalcatura dell’amigdala.
Gli esperimenti sono stati condotti nei topi, durante il periodo postnatale (a 16 giorni e a 23 giorni dopo la nascita), e su topi adulti di tre mesi di vita. L’organizzazione dei CSPGs all’interno della rete perineuronale coincide con il periodo cruciale che segna il passaggio alla fase dello sviluppo (dall’età giovanile a quella adulta, intorno alla terza settimana di vita) in cui la memoria della paura diventa persistente. Se la matrice extracellulare è rimossa nell’amigdala di topi adulti tramite un enzima specifico, viene facilitata l’estinzione delle risposte alla paura condizionata, indicando che una rete perineuronale intatta media la formazione di memorie commesse alla paura resistenti all’eradicazione. Nadine Gogolla ha notato altresì che la degradazione chimica della matrice funziona nel cancellare i ricordi spiacevoli solo se viene effettuata prima del condizionamento alla paura e non agisce su quelli già esistenti. Ciò indica la possibilità che la presenza della rete protettiva modifichi il processo attraverso il quale i ricordi dolorosi vengono immagazzinati nel cervello. E’ un piccolo passo in avanti nella conoscenza della neurobiologia della paura, e potrà condurre alla messa a punto di farmaci utili a prevenire, se non a curare, i disturbi d’ansia, nei soggetti più vulnerabili.

ADUC SALUTE
14 SETTEMBRE 2009
 
SPAGNA - Scoperti i geni che danno forma alla pelle
 
Scoperti i due geni 'architetti' della pelle, quelli cioe' che guidano la formazione del tessuto che ci protegge e ci fa comunicare col mondo, programmando in tal senso il destino delle cellule staminali.
Si tratta delle proteine C/EBPalfa e C/EBPbeta, e la loro scoperta si deve a un team internazionale di ricercatori diretti da Claus Nerlov presso il Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (EMBL) di Monterotondo (Roma), in collaborazione con ricercatori spagnoli del Centro de Investigaciones Energe'ticas, Medioambientales y Tecnologicas (CIEMAT) di Madrid.
Secondo quanto riferito sulla rivista Nature Cell Biology, senza C/EBPalfa e C/EBPbeta la pelle non si forma in modo normale e risulta lisa e fragile, nonche' permeabile. Infatti topolini senza i due geni muoiono per disidratazione poco dopo la nascita.
Sotto la pelle si nasconde una riserva di cellule staminali deputate al continuo ricambio cutaneo, alla guarigione delle ferite o delle scottature solari. Queste staminali nel corso della propria vita possono seguire due strade diverse: o continuano a moltiplicarsi producendo altre staminali identiche a loro, o decidono di 'crescere', cioe' di maturare trasformandosi in cellule cutanee che pero' poi, fatto il loro corso, muoiono e vengono eliminate dal corpo. A decidere tra questi due opposti destini sono le proteine C/EBPalfa e C/EBPbeta: senza di loro, hanno scoperto i ricercatori, la pelle non si forma e, infatti, mettendo KO i due geni in embrioni di topolini, questi muoiono poco dopo la nascita per disidratazione conseguente a una pelle debole e permeabile.
C/EBPalfa e C/EBPbeta sono dunque i direttori d'orchestra del processo di formazione della pelle, ed il loro compito e' quello di attivare e disattivare una cascata di altri geni che poi a loro volta, direttamente, decidono il destino delle staminali. Benche' si tratti di una scoperta nel settore della biologia di base, concludono i ricercatori, queste nuove conoscenze potranno avere numerose ripercussioni in campo clinico, sia nella lotta ai tumori cutanei sia per agevolare la guarigione di ferite e grosse ustioni.

ITALIA SALUTE
14 SETTEMBRE 2009
 
INDIVIDUATO IL GENE CHE AIUTA A COMBATTERE LE MALATTIE
 
Riuscire a sconfiggere molte malattie è anche questione di genetica. Alcuni scienziati inglesi dell'Imperial College di Londra, dello University College of London e del Medical Research Council's National Institute for Medical Research hanno scoperto che il gene E4bp4 ha un ruolo fondamentale nello stimolare le cellule staminali del sangue nel midollo osseo a mutare in cellule immunitarie preziosissime, le Natural Killers (NK). La ricerca è stata pubblicata sul periodico specializzato “Nature Immunology”. Le NK sono leucociti (globuli bianchi) particolari, che riescono a distruggere rapidamente, nel nostro corpo, cellule tumorali, virus, batteri e altri organismi patogeni.
I ricercatori inglesi, per testare la loro scoperta, hanno selezionato alcune cavie di laboratorio, geneticamente prive del gene-chiave E4bp4 e quindi sprovviste delle cellule NK. Per il resto i topolini sono del tutto normali e in salute: verranno osservati per un periodo di tempo, al fine di studiare il funzionamento e le interazioni delle cellule NK in alcune patologie, come quelle autoimmuni, e nell'infertilità femminile. L'obiettivo ultimo dello studio in corso è giungere alla messa a punto di farmaci in grado di stimolare la produzione di cellule NK nell'organismo, in modo da renderlo più forte e protetto contro gli attacchi degli organismi patogeni.
Per ora è solo una speranza remota, ma se gli sviluppi della ricerca inglese saranno validi si potrebbe in futuro curare anche il diabete di tipo 1 (genetico e non alimentare) o la sclerosi multipla (malattia genetica autoimmune) con medicinali che incrementino la produzione delle cellule Natural Killers (NK). Queste patologie autoimmuni, infatti, sono caratterizzate da un “errore” del nostro sistema immunitario, il quale attacca cellule del nostro stesso corpo reputandole come estranee. In questo meccanismo, alcuni studiosi pensano che le cellule NK malfunzionanti abbiano una certa influenza.
Monitoreremo gli sviluppi della ricerca inglese e vi terremo aggiornati sui suoi risultati.

E-GAZETTE

14 SETTEMBRE 2009

 

Così si fa! 50 milioni per non sperimentare più sugli animali

 

Roma  – Cinquanta milioni di euro per non sperimentare più sugli animali. A tanto ammonta lo stanziamento fifty-fifty che la Commissione europea e l'industria europea dei cosmetici, rappresentata dall'Associazione europea dei cosmetici (Colipa), daranno ai progetti che "costruiranno le basi scientifiche delle prove di innocuità future, più rapide e meno costose dei test sugli animali". Bruxelles, infatti, ha pubblicato lo scorso luglio un invito a presentare proposte, dotato di uno stanziamento di 25 milioni di euro, e l'industria europea dei cosmetici si è impegnata a mettere a disposizione un importo equivalente. Al Congresso mondiale sulle alternative all'impiego degli animali nelle scienze della vita, che si è da poco concluso a Roma, la Commissione europea e la Colipa hanno presentato il loro impegno finanziario comune, presentato con parole d'orgoglio dal commissario per la Scienza e la ricerca, Janez Potocnik, "Siamo felici di questo nuovo tipo di cooperazione tra l'industria e la Commissione europea che dimostra la nostra determinazione a evitare l'impiego degli animali nella ricerca rafforzando nel contempo la sicurezza dei prodotti di consumo. Metodi alternativi più rapidi, meno costosi e più affidabili contribuiranno al rafforzamento della sicurezza e della competitività dell'industria europea. La messa in comune di risorse con dei partner privati, in questo caso con l'industria dei cosmetici, è indispensabile per finanziare la ricerca di punta a lungo termine che consente di affrontare queste sfide".
"La nostra industria accoglie con favore l'opportunità di contribuire al finanziamento di questa iniziativa - ha aggiunto il direttore generale della Colipa, Bertil Heerink - che riveste un ruolo importante nel processo di sostituzione delle prove di innocuità sugli animali nel complesso settore scientifico della tossicità sistemica".
Ma quali sono i temi di ricerca che saranno finanziati? Gli inviti sono aperti allo sviluppo di dispositivi di simulazione di organi, all'uso di cellule bersaglio basate su cellule umane, alla definizione di nuove soglie di effetti tossicologici e marker intermedi, alle tecniche di modellizzazione computazionale, all'utilizzo di approcci elaborati nella biologia sistemica e all'analisi integrata dei dati e servizi scientifici.
 

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