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LA PROVINCIA PAVESE
14 AGOSTO 2010
Addestratore con l'elettrochoc
Paolo Fizzarotti
CASTEGGIO (PV). Un modo crudele per addestrare i cani, basato su scariche elettriche e collari a batteria. Poi la Forestale di Zavattarello è intervenuta e per il cacciatore è scattata la denuncia. A finire nei guai è stato C.A., un uomo di 60 anni abitante a Casteggio, che fino a oggi non aveva mai avuto a che fare con la giustizia. Gli uomini del comandante Arturo Gigliotti lo hanno denunciato a piede libero per maltrattamento aggravato ad animali. C.A. si è difeso sostenendo di non sapere che fosse una pratica vietata, anche perchè collari di quel tipo sono in libera vendita, e che i collari gli servivano solo per addestrare i suoi cani da caccia. La Forestale, però, sospetta che C.A. facesse questo lavoro di «addestramento» basato sull’elettroshock anche per i cani di altri cacciatori. Nei giorni scorsi una donna che abita in località Casa Ciampino di Borgo Priolo vede nel suo cortile un cane che indossa un collare molto strano. Il cane è molto spaventato e agitato: quando riesce a fermarlo, la donna vede che quel collare in realtà è uno strumento di tortura, con una batteria e un elettrodo. A quel punto decide di informare la Forestale, che inizia le indagini in collaborazione con il guardiacaccia dell’Atc5 di Varzi, e in breve riesce a identificare il padrone: è un cacciatore di Casteggio che sale spesso con i suoi cani a Borgo Priolo. «Il collare - spiega la Forestale - è manovrato da lontano con un telecomando. Quando il cane fa qualcosa che il padrone non vuole, o si allontana troppo, l’addestratore preme un pulsante e l’animale riceve una violenta scarica elettrica al collo. Dato che è molto sensibile, l’animale si paralizza, tremante per il dolore, la paura e la sorpresa; non sa più che fare e il padrone lo recupera». C.A. aveva una trasmittente con quattro pulsanti di diversi colori, uno per ogni cane. In questo modo riusciva a «telecomandare» quattro diversi cani. Dopo avere ottenuto un mandato dalla Procura di Voghera, la Forestale di Zavattarello ha perquisito la casa di C.A., dove ha trovato il telecomando e sette collari. C.A. li usava per addestrare i setter, cani da 3000 euro l’uno.
GEA PRESS
14 AGOSTO 2010
La strage silenziosa. Centinaia di cani da tartufo vittime ogni anno del veleno.
I colpevoli, spesso, sono gli stessi tartufai.
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GEAPRESS – Ennesimo avvelenamento di cani utilizzati nella ricerca dei tartufi. La strage è continua e spesso silenziosa. Chi distribuisce il veleno, infatti, è a volte un cacciatore di tartufi. A complicare le cose anche la riottosità del cercatore che ha subito la morte del cane a svelare un luogo evidentemente utile al ritrovamento dei preziosissimi tartufi.I veleni utilizzati sono quelli classici. Prodotti di sintesi per l’agricoltura o topicidi. Nel primo caso i sintomi dell’avvelenamento possono manifestarsi dopo poco tempo dall’ingestione. Il cane muore con violente convulsioni. Nel topicida, invece, prevale l’emorragia interna che può manifestarsi, però, anche a distanza di parecchie ore. Il veleno, infatti, congegnato in appetibili esche per gli intelligenti ratti, evita che questi ultimi colleghino al cibo ingerito l’origine della morte di un loro simile. Non mangerebbero più le esche. L’effetto, pertanto, è ritardato.Il danno economico per i tartufai è notevole. Un cane adulto con una discreta attitudine alla ricerca dei tartufi viene venduto a non meno di 1500 euro, mentre un cucciolo di buona genealogia oscilla tra i 300 ed i 700 euro. Vi sono ovviamente i campioni e per loro il prezzo è da veri fuoriserie.L’ultimo avvelenamento del quale si è avuto notizia è avvenuto questa settimana nel Comune di Ortucchio (AQ). Almeno dieci cani da tartufo hanno rimesso la vita. Il veleno utilizzato è stato la stricnina mischiata con polpette di carne. In questo caso, forse, l’imputato potrebbe non ricercarsi solo nella guerra tra tartufai ma anche tra cacciatori da posta e quelli con cane vagante. Questo nonostante la caccia sia ancora chiusa.GeaPress ricorda che molti dei veleni utilizzati sono potenzialmente pericolosi sia per la fauna selvatica che per l’uomo. In alcuni casi il semplice contatto tra le mucose e le mani contaminate (basta già portarsi le mani in bocca) può rappresentare un serio pericolo. I principi attivi utilizzati per avvelenare, rimangono inoltre ad alto grado di pericolosità anche per parecchi giorni o settimane. La denuncia, oltre che un dovere morale, è altresì disposta dall’Ordinanza anti avvelenamenti del Ministero della Salute, fatto però scarsamente recepito dagli stessi cercatori di tartufi gelosi restii nello svelare buoni posti di raccolta.
ADN KRONOS
14 AGOSTO 2010
Vicenza, 63 mucche carbonizzate in incendio stalla: intervento della Forestale
Vicenza - Rogo dopo caduta di un fulmine
Vicenza - Il Corpo forestale dello Stato e' ancora impegnato a Conco, sull'altopiano di Asiago, dove sono state trovate carbonizzate 63 mucche, morte in seguito ad un incendio che non ha lasciato loro scampo, provocato dalla caduta di un fulmine che ha distrutto, nella notte tra giovedi' e venerdi' scorsi, la stalla nella quale erano chiuse.La stalla, che occupava un'area di 1.400 metri quadri, e' stata irrimediabilmente danneggiata insieme ai macchinari che si trovavano all'interno. I danni, secondo una prima stima, sarebbero ingenti e ammonterebbero a circa 1 milione di euro. Il personale del Coordinamento Distrettuale di Asiago del Corpo forestale dello Stato e del Comando Stazione Forestale di Conco, e' accorso subito sul luogo dell'incidente e ha proceduto all'identificazione, in collaborazione con il servizio veterinario locale e con i vigili del fuoco, delle vacche da latte morte.Le mucche morte, ora dovranno essere trasportate, scortate dalla Forestale, presso una discarica specializzata nello smaltimento di carcasse di animali, in provincia di Vicenza. Le operazioni d'intervento da parte della Forestale, ancora presente sul posto, saranno ultimate solo nel primo pomeriggio di oggi.
LA NUOVA VENEZIA
14 AGOSTO 2010
Fulmine incendia e distrugge stalla Un ottantina di mucche bruciate vive
ASIAGO (VICENZA). Un incendio, provocato da un fulmine nel corso del violento temporale che ieri ha spazzato il Veneto centrale, ha distrutto un allevamento di bestiame a Conco (Vicenza) sull’Altopiano di Asiago. Nelle fiamme, secondo i vigili del fuoco, sarebbero morte un’ottantina di vacche. Secondo una prima stima ammontano ad almeno un milione di euro i danni provocati dall’incendio in contrada Bielli, nella zona sud del comune altopianese di Conco. Oltre ad uccidere un’ottantina di vacche da latte, le fiamme e il calore hanno devastato l’intera stalla, estesa su un’area di 1400 mq e ristrutturata da poco, oltre a tutti i macchinari che si trovavano all’interno. L’intera struttura, di proprietà dell’allevatore Antonio Crestani, 41 anni, residente nella stessa contrada, è stata dichiarata inagibile. Sul posto hanno lavorato, per lo smassamento dei detriti e il recupero delle carcasse degli animali, sei squadre dei vigili del fuoco di Bassano del Grappa, Asiago e Vicenza. Sul posto i carabinieri della compagnia di Bassano che al momento ritengono che la causa sia riconducibile a un fulmine. Nei minuti precedenti l’incendio, sulla zona si era abbattuto un violento temporale. L’incendio si è sviluppato all’interno della stalla, rivestita in legno, e quando è scattato l’allarme, dato da un residente, il fuoco aveva già avvolto completamente la struttura. Gli uffici regionali stanno valutando le possibili modalità di un intervento finanziario a indennizzo dei capi perduti a causa del fulmine che ha incendiato la stalla. «Per le eccezionali calamità e avversità atmosferiche - spiega l’assessore all’agricoltura Franco Manzato - oggi vige il regime assicurativo, e stiamo verificando se è possibile l’intervento del Fondo di solidarietà nazionale nell’ambito di eventi e attività non assicurabili. Ma stiamo valutando anche altre possibilità d’intervento per una perdita di queste dimensioni in un’area sensibile e importante per la produzione lattiera». Ma quello di Conco non è stato l’unico disagio del maltempo che ha colpito le tre province di Vicenza, Padova e Treviso. Danni pesanti si sono verificati soprattutto nell’area di Castelfranco Veneto, nello Scledense e nella fascia di comuni del Brenta a cavallo con la provincia di Padova, dove una tromba d’aria ha divelto piante e scoperchiato tetti di case e di capannoni. Strade interrotte anche ad Arcugnano, Altavilla e Torri di Quartesolo per gli alberi caduti e numerosissimi i seminterrati allagati e i danni causati dai filmini.
TRENTINO
14 AGOSTO 2010
Cani pastore denutriti azzannano pecore esposto-denuncia di Aidaa in Procura
FAI DELLA PAGANELLA (TN). Un esposto-denuncia per maltrattamento di animali è stato presentato alla Procura di Trento dall’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) per le condizioni di salute di sette cani da pastore presenti sulla Paganella il cui stato di malnutrizione li avrebbe portati ad aggredire per fame le pecore da custodire. In una nota l’associazione animalista parla di «un gregge di 100-130 pecore maltenute fino all’inverosimile tanto da indurre diverse persone del posto ad inoltrare le segnalazioni di questa situazione al telefono amico di Aidaa». L’esposto denuncia è stato inviato anche al corpo di polizia locale del comune di Fai della Paganella. Pecore e cani sarebbero di proprietà di un pastore del posto e che al momento si troverebbero in alpeggio sulla Paganella in località Canfedin.
LIBERO
14 AGOSTO 2010
ANIMALI: TRENTO CANI DA PASTORE MALNUTRITI SBRANANO PECORE
Trento - Cani denutriti e 'costretti', dalla fame, ad assalire le pecore che avrebbero dovuto custodire. Secondo un esposto per maltrattamento di animali presentato alla Procura di Trento dall'Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente sarebbe successo a Fai della Paganella, nel Trentino. L'obiettivo della denuncia e' di far luce sulle condizioni di salute di sette cani da pastore involontari protagonisti della vicenda. Tutti gli animali sarebbero di proprieta' di un pastore del posto e al momento si troverebbero in alpeggio in localita' Canfedin sulla Paganella. Ora sara' la magistratura ad occuparsi del presunto caso di maltrattamento.
GEA PRESS
15 AGOSTO 2010
Fai della Paganella (Trento), cani costretti alla fame sbranano pecore.
FAI DELLA PAGANELLA (TN) - Sette cani pastori, custodi di un gregge, sono stati ridotti alla fame tanto che hanno aggredito e mangiato le pecore che dovevano custodire.
Il pastore, che li aveva lasciati senza cibo, forse per molti giorni, è stato denunciato alla Magistratura di Trento per maltrattamento di animali. LA STAMPA 14 AGOSTO 2010
SEQUESTRO. UNA VENTINA DI CAPI PORTATI VIA DA UNA CASCINA DAI VETERINARI ASL E DALLA FORESTALE
BUBBIO (AT) - La prima denuncia dei veterinari Asl alla Procura di Acqui risale a molti mesi fa, ma a sbloccare la situazione e porre fine ad una vicenda straziante è stato l’intervento congiunto della stessa Asl, del Corpo forestale e dell’Unità operativa del ministero della Salute per il benessere animale: un sequestro amministrativo ha consentito di portar via e soccorrere cavalli, asini, un mulo, cani, gatti, un maiale, capre e pecore. Ma due cavalli hanno dovuto essere abbattuti.
GEA PRESS
14 AGOSTO 2010
Si farà regolarmente il gioco dell’oca sgozzata di Butera (CL).
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GEAPRESS – Secondo indiscrezioni pervenute a GeaPress, a Butera il gioco dell’oca sgozzata, ovvero la “festa del sirpintazzu”, si svolgerà regolarmente domani 15 agosto. Nonostante la convocazione del Sindaco di Butera Casisi da parte delle massime autorità di sicurezza della provincia di Caltanissetta, così come reso noto ieri dalla LAV (vedi articolo Geapress), in paese sarebbero state date ampie rassicurazione circa il normale svolgimento della manifestazione. Un’oca sgozzata verrà pertanto appesa ad una corda fatta oscillare sopra una sorta di soppalco dove si dovrà cercare di afferrarla per il collo tagliato e sanguinante.Le novità apportate quest’anno riguarderebbero l’accuratezza con la quale non si farà vedere il sangue (sic!) ed il minor tempo durante il quale il cadavere dell’oca verrà strattonato nella speranza di essere afferrato e tirato verso il basso.Della cosa parrebbe essere stato informato il Parroco il quale nei giorni scorsi, secondo la LAV, avrebbe tentato di annullare ogni critica sulla crudeltà della manifestazione riferendosi a scene cruente con animali (verosimilmente i documentari naturalistici) che normalmente si vedono in tv.
IL TIRRENO
14 AGOSTO 2010
Domani si corre il palio dei ciuchi
LE PIASTRE (PT). La novità di quest’anno sarà la prima edizione dell’“Horse-ball” cioè la pallacanestro a cavallo. Alle Piastre è davvero tutto è pronto per l’ottava edizione del Palio dei Casati, domani pomeriggio a partire dalle 16 presso i giardini pubblici del paese. Ma la manifestazione è meglio conosciuta come il Palio dei Ciuchi, visto che per aggiudicarsi lo stendardo i fantini dei Casati correranno su questi animali. Non quindi i cavalli, ma saranno montanti a pelo i ciuchi. La gara si disputerà in due batterie come vengono tecnicamente definite (cioè due manche) per poi disputarsi la finale. Ma la gara vera e propria sarà anticipata per la prima volta da una corsa, sempre su questi animali, tutta al femminile. L’iniziativa, che ogni anno acquista un successo sempre maggiore, è organizzata dalla pro loco Alta Valle del Reno. «Abbiamo voluto inserire - spiega Giovanni Sforzi, leader della manifestazione - anche la novità della pallacanestro a cavallo per rendere più ricco l’appuntamento di Ferragosto. Si tratta di fare canestro con una palla in sella ad un cavallo invece che correndo normalmente ma di più non volgio svelare. Questo primo trofeo sarà dedicato a Massimo Bacchelli giovane paesano scomparso di recente. Mentre il palio vero e proprio sarà dedicato ad un altro grande amico scomparso che è Fulvio Innocenti legato alla Giostra dell’Orso». La manifestazione sarà aperta, come sempre, dal corteggio storico.
MESSAGGERO VENETO PORDENONE
14 AGOSTO 2010
Pronto il mussodromo Gli animalisti vigileranno
PORCIA (PN). É tutto pronto nel “mussodromo” di Porcia per l’edizione numero 107 della Corsa degli asini, la tradizionale gara disputata in sella ai “mussi” che si conclude in cima alla torre campanaria. Sono 16 gli iscritti, tanto che gli organizzatori della manifestazione, che si disputa nell’ambito della Sagra dell’Assunta, intendono organizzare due manche a eliminazione, considerato che gli animali a disposizione sono una decina. L’inizio della gara è alle 19.30, sempre con uno sguardo al cielo. «La scelta di disputare la corsa all’imbrunire – ha spiegato Giacomo Perin, che cura la manifestazione – è dettata dal fatto di evitare le ore più calde della giornata, per far correre gli animali quand’è troppo caldo». Il riferimento è anche agli animalisti che anche questanno hanno protestato numerosi (via posta elettronica) contro la manifestazione e hanno preannunciato di presentarsi come osservatori per verificare che tutto si effettui tutelando gli asini. Intanto, continua l’“assalto” ai chioschi enogastronomici che quest’anno, per la prima volta, dispongono di stoviglie riutilizzabili: la sera vengono raccolti piatti e posate e inviati a una ditta del settore che il giorno seguente li restituisce puliti. Risultato: rifiuti zero.
IL PICCOLO GORIZIA
14 AGOSTO 2010
Prende il via la fiera ornitologica A Gradisca attesi 20mila visitatori
di LUIGI MURCIANO
GRADISCA (GO) - La carica dei 20mila per spegnere le polemiche. Prende il via oggi la 44a edizione della fiera Ornitologica di Ferragosto. Si tratta di una due-giorni dedicata agli amanti degli animali e della natura ma sulla quale, più che l’incognita-meteo, pende il timore di nuovi blitz delle associazioni animaliste che nei giorni scorsi avevano invitato a boicottare la manifestazione paventando il rischio di presunti maltrattamenti e sfruttamento degli animali tenuti in cattività. Di certo per Gradisca sarà un weekend molto intenso. Esame viabilità in vista per la cittadina isontina: sono attesi, si diceva, almeno 20mila visitatori provenienti da tutto il Nord Italia ma anche dalla vicina Slovenia e dall’Austria. Nella giornata odierna l’unica misura predisposta dall’ordinanza della Polizia municipale è la chiusura alla circolazione di viale Regina Elena, mentre il vicino parco della Spianata ospiterà la gara di bellezza canina, che dal pomeriggio si protrarrà sino alle 23.30, e la manifestazione dedicata all’agility dog. Il traffico sarà invece rivoluzionato a tutti gli effetti nella giornata clou di Ferragosto, che al parco della Rotonda vedrà susseguirsi sin dall’alba la proclamazione del titolo di fringuello nazionale trofeo memorial “Sergio Franzot” e il canto gioioso di una ventina d’altre categorie di pennuti: protagonisti gli uccelli da richiamo quali tordi, merli, sasselli, allodole, prispoloni, cardellini, peppole, luccherini, quaglie, silvani indigeni, canarini, ed esemplari esotici, ibridi, pappagallini, psitaccidi, ed imbalsamati. Eventi sicuri di riscuotere interesse e simpatia nel Ferragosto a contatto con la natura saranno anche la gara di richiamo dei volatili con o senza chioccolo, la 13esima edizione della gara di tiro con la fionda, i tanti mercatini (quello floreale, quello avicunicolo, le bancarelle dell’usato, voliere e gabbie, uccelli silvani, ibridi ed esotici), la mostra dei fossili organizzata dal museo Carsico geologico e paleontologico di Monfalcone, l’ex tempore di pittura per ragazzi, la seconda mostra del museo di storia naturale di Jesolo, l’esposizione dei falchi. Nella sola giornata di Ferragosto sarà dunque in vigore un divieto temporaneo di circolazione e sosta lungo viale Regina Elena e piazza Unità d'Italia compreso tra l'intersezione di quest'ultima con il viale Trieste e l'intersezione con la ”252” di via Roma. La circolazione sarà deviata lungo la ”305” (via Udine) e la stessa via Roma, con spostamento temporaneo anche per le fermate delle linee dell’Apt, che saranno trasferite all’altezza dell’istituto tecnico Agrario dalle 6 alle 14. Altro provvedimento è l'istituzione del divieto temporaneo di circolazione e sosta con rimozione forzata sul viale dei Donatori di Sangue - zona Mulin Vecio - nel tratto compreso tra le intersezioni con la via Gorizia e la Porta Nuova, sul viale centrale della Spianata in piazza Unità d'Italia e sul tratto della stessa compreso tra le vie Garibaldi, Carducci e viale Regina Elena dalle 6 alle 20. Autorizzati solamente i mezzi per i disabili, degli organizzatori e dei residenti. Le vie Garibaldi, Papalina e Trieste costituiranno le principali “vie di fuga” per la circolazione in uscita città. Nelle vie del centro storico saranno allestite invece le bancarelle del mercatino dell’usato.
GEA PRESS
14 AGOSTO 2010
Bloccati i napoletani, a caccia di fauna protetta in tutta italia
Secondo un bollettino ormai quasi quotidiano, ennesimo sequestro di fauna protetta questa volta bloccato dal NIPAF del Corpo Forestale dello Stato in provincia di Latina. Decine di cardellini catturati utilizzando reti e richiami acustici. I bracconieri, sono ancora una volta di Napoli. Il mercato dei cardellini di Napoli è quello solito di Sant’Erasmo, ma è ormai accertato come i piccoli uccelli canori, il cui prezzo può arrivare fino ad alcune centinaia di euro, vengano catturati in parecchie altre regioni italiane, tra cui Molise (vedi articolo GeaPress ) Lazio (vedi articolo GeaPress) fino a rifornirsi, come nel caso degli uccellatori di Caserta in Toscana (vedi articolo GeaPress).
IL TEMPO
14 AGOSTO 2010
Bracconaggio, denunciati due pregiudicati
DOGANELLA (LT) Due pregiudicati campani denunciati dai forestali per bracconaggio e maltrattamento di animali.
Doganella (LT) - Antonio V., 56enne di Mugnano di Napoli, e Crescenzo P., 38enne di Casoria, ieri mattina sono stati sorpresi dagli investigatori del Nipaf di Latina mentre, vicino ad alcuni campi di girasoli, in via Castellone e in via Alessandro I, utilizzando reti e richiami sia elettronici che vivi, erano intenti a catturare cardellini, una specie protetta molto richiesta sul mercato nero della Campania. Il 56enne aveva già catturato 48 cardellini e l'altro 25. I due sono stati denunciati, l'attrezzatura da loro utilizzata sequestrata e gli animali liberati. Una coppia di cardellini viene venduta in nero a circa 300-400 euro.
GEA PRESS
14 AGOSTO 2010
Il fenomeno degli animali esotici esposti e venduti in improvvisate mostre-mercato
A Bordighera (IM) la mostra dei rettili va in gelateria. A Genova abbandonati due Pitoni: sono le conseguenze delle vendite fuori controllo?
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GEAPRESS – Nuovi approfondimenti sull’emergenza abbandono e sequestro di animali esotici che in questa estate sembra particolarmente allarmante. La fonte del commercio di animali esotici passa forse anche dalle mostre itineranti, comunque incentivanti la detenzione di rettili ed altri animali esotici che, anche in questa stagione, vengono esposti in molte città.
Di combattere questo fenomeno, o almeno di contrastarlo, non sembrano interessati i Comuni italiani che, pur avendo gli strumenti amministrativi, non prevengono le situazioni che alimentano la diffusione della moda degli esotici da cui, come la cronaca testimonia, conseguono abbandoni o fughe di animali le cui specie di appartenenza sono di altri climi ed habitat.Spesso i Comuni autorizzano superficialmente mostre-mercato itineranti durante le quali può capitare la vendita di animali esotici, e non solo, in cui la mercificazione dell’animale è palese. Nei giorni scorsi a Bordighera, in provincia di Imperia, è stata addirittura autorizzata una mostra di rettili e mammiferi esotici all’interno di una gelateria.Significativo, e non unico, il caso del Comune di Genova che nel giugno scorso ha autorizzato, all’interno dell’area del Porto Antico, la mostra-scambio di animali esotici Exotic Animal World, una vera e propria fiera con centinaia di animali, dagli anfibi ai rettili, dai piccoli mammiferi agli insetti.Proprio per questa mostra, secondo notizie pervenute a GeaPress, l’autorizzazione consegnata agli organizzatori e rilasciata dagli uffici dell’Assessorato all’Ambiente e Benessere Animale del Comune di Genova, sarebbe stata inspiegabilmente privata delle prescrizioni fissate della Legge regionale n. 25/90 della Liguria, una delle poche regioni ad avere una legge in materia, che avrebbe comportato un controllo rigoroso sull’ autorizzazione al commercio, sulle specie esposte, sulle operazioni di vendita. Se tale distrazione verrà confermata, l’eventuale commercio sarebbe stato inevitabilmente incontrollato. Centinaia e centinaia di animali esotici in soli due giorni, addirittura con il rischio di essere stati ceduti senza sapere in mano di chi. Sempre secondo le indiscrezioni raccolte da GeaPress, per rimediare all’errore sarebbe stata inviata una lettera, comunque tardiva, a tutti gli espositori della mostra-mercato, chiedendo loro i dati delle vendite e degli acquirenti.Intanto a Genova, proprio ieri, sono stati abbandonati, presso una associazione di volontariato, due pitoni reali. Chissà se la loro provenienza è in qualche maniera collegabile alle sbadataggini egli Uffici comunali. Ci si domanda quindi chi risponde delle sorti di questi animali, visto anche che i Comuni non predispongono luoghi di ricovero, ormai necessari, e dell’allarme sociale che comporta ogni fuga o abbandono, oltre al costo di ricerche e gestione successive. Intanto, per iniziare, potrebbero prendere esempio dal Comune di Sassuolo (MO) che in una recente ordinanza ha vietato all’interno del territorio comunale l’utilizzo e l’esposizione di rettili.
IL TIRRENO
14 AGOSTO 2010
Boa, caccia al proprietario la parola passa alla procura
LUCCA. Guardia forestale al lavoro, in collaborazione con il servizio certificazioni della commissione scientifica Cites di Firenze, per risalire al proprietario del pericoloso boa catturato nei boschi di Ruota, frazione di Capannori, sulle pendici lucchesi del Monte Serra. «Aspetteremo qualche giorno per verificare se l’animale sarà reclamato da qualcuno che l’avesse perso - spiega un funzionario -. Se non ci sarà nessuna richiesta formale procederemo con la denuncia contro ignoti per abbandono di animale pericoloso per l’incolumità pubblica. Inoltre faremo una verifica presso un allevatore fiorentino che vende abitualmente questi animali per controllare se circa 15 anni fa, più o meno l’età del serpente ritrovato, è stata fatta una vendita di un boa costrittore con queste caratteristiche sul territorio capannorese». In procura il magistrato di turno non ha ancora ricevuto rapporti, ma la magistratura è comunque pronta a muoversi. Non viene infatti sottovalutato il pericolo e lo spavento causato dal boa lasciato libero nei boschi alle pendici del Serra, a meno di un chilometro dal paese e in una zona molto frequentata da amanti della natura e del paesaggio, da cacciatori, cercatori di funghi e raccoglitori di prodotti del sottobosco.
IL TIRRENO
14 AGOSTO 2010
Il rettile sarà portato in uno zoo
LUCCA. Il boa catturato dal nucleo ecozoofilo Anpana della protezione civile, è temporaneamente affidato in custodia all’erpetologo Cristiano Pacini, in attesa che l’autorità giudiziaria decida cosa farne. Ma viste le dimensioni (l’animale è lungo 260 cm e peso 35 kg) sarà trasferito allo zoo di Pistoia o al rettilario di Perugia. Per assurdo, il serpente in questione non è incluso nell’elenco ministeriale delle specie di animali pericolosi secondo l’allegato due del decreto del 1996, anche se è potenzialmente pericoloso. Un suo “abbraccio” può essere mortale per il malcapitato che dovesse incontrarlo. «Purtroppo il fenomeno dell’abbandono di rettili è comune - dicono alla Forestale - in molti casi sono detenzioni abusive e prive di certificato. Sono spesso acquistati su Internet da incoscienti che non sanno che questi animali crescono anche di 40 cm all’anno. Quando diventano grandi, i proprietari se ne disfanno abbandonandoli nei boschi o sui monti. Un serpente del genere deve stare in teche e nelle sue condizioni ambientali». Ci sono severe sanzioni amministrative e penali per i trasgressori: arresto o ammende fino a 50mila euro e multe per quattro volte il valore dell’animale oggetto di violazione. La convenzione di Washington (Cites), recepita in Italia nel 1992, prescrive il divieto di commerciare o detenere esemplari vivi di rettili selvatici che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica, nonché di specie che subiscono un elevato tasso di mortalità durante il trasporto o la cattura nei luoghi d’origine.
IL TIRRENO
14 AGOSTO 2010
I miei nipoti non sono usciti per giorni
LUCCA. Gli abitanti di Ruota tirano un sospiro di sollievo. La cattura del boa è stata accolta come una liberazione. La paura è sparita, ma sono rimasti rabbia e sconcerto. La vicenda del serpente per giorni ha sconvolto il piccolo e grazioso paese di 230 abitanti ai piedi del Monte Serra. Alla fine il “trofeo” di guerra è diventato persino un’attrazione per il silenzioso paese, poco abituato a balzare gli onori della cronaca. Tutta la frazione ha seguito col fiato sospeso il momento della cattura. Una volta messo in gabbia dall’erpetologo Cristiano Pacini dell’Anpana, il boa di 2,60 metri e 35 kg è stato mostrato alla gente nella piazzetta del paese tra curiosità e apprensione. «Speriamo che non ce ne siamo altri nei boschi» dice ancora preoccupata Franca Landini. «L’ho visto nella gabbia quando è stato catturato e portato via. Avevo i brividi lungo la schiena. Per giorni abbiamo avuto paura ad andare in giro. I miei nipoti non sono usciti di casa a giocare. Siamo stati terrorizzati». L’animale è stato catturato nel bosco a circa 800 metri dal centro del paese, lungo la strada che da Ruota porta al Monte Serra. «Poteva uccidere - afferma Luigi Pucci - meno male che è stato preso. Sicuramente è un animale detenuto illegalmente. Ma il proprietario non è uno del paese. Qua ci conosciamo tutti». Una tesi sostenuta anche da altri compaesani. «A Ruota non si è parlato d’altro - dice con un velo di ironia Gianfranco Natali -. Chi l’ha portato qua non è del posto ed ha scelto questo luogo forse perché è circondato dai boschi e montagne. Ora possiamo stare più tranquilli, ma siamo arrabbiati perché non siamo stati avvisati».
MESSAGGERO VENETO
14 AGOSTO 2010
Lunedì il premio ai cani eroici
ROMA. Ha quasi 50 anni ed è un premio che intende dare un riconoscimento alle centinaia di gesta “eroiche” che il nostro amico a quattrozampe compie ogni anno in Italia. Così lunedì il comune di Camogli sceglierà il primo premio per la rassegna internazionale Fedeltà del cane, riconoscimento degli episodi di bontà degli animali. Inoltre saranno proclamati anche i vincitori del concorso per le scuole un Cane per amico, oltre ad un premio che riguarderà le persone che si sono dimostrati vicino alle esigenze dei nostri amici a quattrozampe, spesso al centro di maltrattamenti. La giuria dovrà valutare tra i numerosi episodi ad esempio quelli che hanno visto Antares e Bimba salvare i propri padroni rispettivamente da un’emorragia e dalle fiamme di un incendio. Cody, un golden retriver femmina ha ritrovato un anziano che si era smarrito nel bosco, mentre il pastore tedesco Fado è stato molto utile agli agenti di polizia per la ricerca di clandestini.
CASERTA NEWS
14 AGOSTO 2010
Verdi: "Fermare strage di cani e gatti a ferragosto"
Napoli - "In questo fine settimana di ferragosto ed il prossimo - denuncia il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli - raggiungeremo in Campania il picco di abbandoni e avvelenamenti di animali da parte di persone o famiglie che vogliono andare in vacanza senza il problema dei loro cani o gatti e di persone che uccidono poveri randagi per il gusto di vederli morire spesso tra atroci sofferenze. Vogliamo fermare la strage, gli abbandoni e le mutilazioni di cani e gatti ad agosto. Già nell' ultima settimana abbiamo registrato 86 casi sul territorio regionale di abbandoni e uccisioni di animali domestici o randagi con picchi di crudeltà come quello conto il povero gattino di poche settimane ritrovato morto a Torre Annunziata con la coda e le zampette mutilate". "La Lega Nazionale per la Difesa del Cane, sezione provinciale di Salerno, ha denunciato - continua Borrelli - un atto di violenza ai danni di quattro cani, due cagne adulte e due cuccioli, che già erano sotto la tutela dei volontari della Lega. Gli animali sono stati ritrovati dagli stessi volontari e dalla signora che li ospitava nella sua proprietà avvelenati a Novi Velie nel Cilento". "Infine - conclude Borrelli - segnaliamo un gruppo su facebook contro i cuccioli(http://www.facebook.com/group.php?gid=48395179206&ref=mf#!/group.php?gid=48395179206&v=app_2373072738&ref=mf ) che ha raggiunto in questi ultimi giorni i 550 iscritti. Noi riteniamo che chi commette violenza contro gli animali dovrebbe andare in galera in ogni caso a chi ha intenzione di abbandonare il proprio "amico a 4 zampe" per andare in vacanza chiediamo prima di farlo di contattarci a [email protected] per potercene prendere cura noi con alcune associazioni animaliste".
MATTINO DI PADOVA
14 AGOSTO 2010
Sos animali, istruzioni per l'uso di Fido a Ferragosto
Giorni, anzi notti, di fuochi d’artificio: un’esplosione di stupore per gli occhi umani, uno scoppio di panico per quelli animali. Come l’ultimo dell’anno, anche il Ferragosto è ad alto tasso pirotecnico il che significa patemi d’animo e batticuori per cani, gatti e ogni genere di animale domestico e non. Conseguenza, una raffica di Bob scappati, di Fully spariti, di Pippo terrorizzati, di Lilli persi. Il tutto per arrivare alle solite raccomandazioni: tenere custoditi gli animali soprattutto la notte di Ferragosto e non lasciarli da soli in giardino. Anche se non ci sono apparenti vie di fuga, un cane terrorizzato è in grado di superare ogni ostacolo pur di scappare.
MATTINO DI PADOVA
14 AGOSTO 2010
SMARRIMENTI
PERSO SPUGNA A fine luglio a Taggì di Villafranca (PD) perso Spugna, cane maschio meticcio, taglia media, pelo corto e rossiccio, di un anno e mezzo, con mocrochip. E’ buono ma timidissimo. Prevista ricompensa per chi lo troverà, tel. 338-4130827.
http://persietrovati.blogspot.com/2010/08/taggi-di-villafranca-pd-smarrito-cane.html
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GATTONE SPARITO . In zona S. Trinità (via Dignano) perso un gattone di nome Neo, di 7 anni. I proprietari chiedono una mano per ritrovarlo. Tel. 949-8642348 o 348-3203911.
http://persietrovati.blogspot.com/2010/08/padova-smarrito-gatto-maschio.html
LA NUOVA VENEZIA
14 AGOSTO 2010
Due grossi pitbull per strada, catturati dai veterinari
SAN STINO (VE). Due grossi pitbull correvano liberi in centro abitato seminando il panico tra la gente. Sono stati catturati nel pomeriggio di giovedì da parte dei veterinari dell’Asl 10, Giorgio Bellotto e Stefano Tabaro, in collaborazione con i vigili. I due cani di grossa taglia vagavano lungo la strada provinciale 67, dopo essere transitati in zone residenziali. In seguito alla cattura sono stati posti sotto osservazione al fine di verificare il non contagio da rabbia silvestre. Uno dei due pitbull è dotato di microchip, il quale consentirà alla polizia locale di San Stino di rintracciare il proprietario; lo stesso dovrà giustificare la presenza del cane lungo la provinciale. In caso di mancato recupero da parte del proprietario, i cani saranno trasferiti in un canile convenzionato con l’Asl 10. «I pitbull hanno un’aggressività equivalente a molti altri cani -spiega il coordinatore dei servizi veterinari, Denis Machesan - ma hanno una potenza muscolare decisamente superiore a molte altre specie. Se si fossero sentiti braccati, magari da qualche persona che aveva semplicemente paura di loro, questi due animali avrebbero reagito e creato problemi alle persone. E’ importante, specialmente nei periodi di vacanza, che i proprietari controllino bene i propri amici a quattro zampe, sia per la sicurezza degli stessi animali che per quella dei cittadini ignari del pericolo». La cronaca in passato ha registrato numerosi incidenti che hanno per protagonisti i cani pitbull, che spesso attaccano l’uomo, purtroppo anche con bambini, talvolta con esito mortale.
MESSAGGERO VENETO
14 AGOSTO 2010
Cinghiale travolto da un auto: Forestale costretta ad abbatterlo
Gorizia - È allarme cinghiali anche a Gorizia. Come ogni anno, si ripropone il problema del proliferare degli animali, che si avvicinano sempre di più alle case e ai centri abitati, complice l’abitudine di qualcuno di lasciare del cibo. Il problema è particolarmente sentito a Piedimonte, dove la presenza dei suini selvatici è all’ordine del giorno: di recente ci sono stati nuovi avvistamenti in via delle Grappate e in via Brigata Cuneo. Al di là dei danni arrecati ai campi, i cinghiali, com’è noto, costituiscono un pericolo soprattutto per le automobili, che rischiano di dover fare manovre azzardate per il loro improvviso attraversamento della strada. Come racconta il presidente del consiglio circoscrizionale di Piedimonte, Walter Bandelj, è proprio quello che è accaduto nei giorni scorsi in via delle Grappate: «Un cinghiale piuttosto giovane, di circa 17 chili, è stato investito da un’automobile in pieno giorno. È stato necessario l’intervento della Forestale, che lo ha dovuto sopprimere a causa delle ferite riportate. Sempre nei giorni scorsi, in via Brigata Cuneo, ne sono stati avvistati sei, ovvero una femmina con cinque cuccioli. All’altezza del numero civico 50 ci sono ancora i segni sul marciapiede del terreno franato. Quello dei cinghiali è un problema che non è mai stato risolto, tanto più che c’è sempre qualcuno che dà da mangiare agli animali, nonostante siano previste multe per evitare questo comportamento». Non è una novità che i cinghiali siano fonte di problemi per i residenti a Piedimonte, così come per quelli di Lucinico e di Piuma. Da parte dei consigli circoscrizionali direttamente interessati è stata più volte invocata l’applicazione del decreto regionale che prevede il prelievo stabile, fermo restando che la deroga di abbattimento è una soluzione estrema. È stata anche denunciata ripetutamente la mancanza di dati aggiornali sul numero di cinghiali che si aggirano nella zona, dal momento che la Provincia non ha più il dovere di procedere a un censimento. Resta il fatto che, per quanti provvedimenti siano presi, il fenomeno non potrà essere contenuto né contrastato finché le bestie saranno attirate fino alle abitazioni con l’esposizione di cibarie.
GEA PRESS
14 AGOSTO 2010
Reggio Calabria: per sparare al cinghiale da fuoco ad un bosco
Arrestato dal Corpo Forestale dello Stato – prima condanna: l'incendio brucia anche la macchina dell'incendiario bracconiere
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GEAPRESS – Doveva spostare la selvaggina in aree più idonee a sparagli e per fare ciò doveva distruggere un intero bosco, bruciandolo. Ad interrompere la scia di lucida follia, il bracconiere si è ritrovato gli uomini del Comando Provinciale di Reggio Calabria del Corpo Forestale dello Stato i quali, grazie alla capillare azione di prevenzione del fenomeno degli incendi boschivi hanno potuto catturare, dopo averlo inseguito, il bracconiere incendiario proprio mentre stava appiccando il fuoco ai margini di un bosco di castagno, in località Carrò di Ortì.Nel frattempo si provvedeva all’estinzione dell’incendio che si era velocemente propagato al bosco grazie alla presenza di erba secca ed il vento purtroppo favorevole. E’ stato necessario l’intervento di due Canadair della Protezione Civile oltre alle squadre antincendio boschivo della Regione Calabria.M.A., impiegato di 42 anni residente a Reggio Calabria, dovrà ora rispondere di reato di incendio boschivo doloso. L’uomo, comunque, ha già ricevuto una prima punizione dalle sue stesse mani. L’incendio da lui appiccato gli ha divorato l’automobile.In una recente intervista a GeaPress (vedi articolo GeaPress) il Corpo Forestale aveva indicato, tra i responsabili degli incendi, anche allevatori e bracconieri che usano talvolta lo strumento del fuoco per far spostare la selvaggina da un’area all’altra e così renderla più facilmente cacciabile.
IL PICCOLO
14 AGOSTO 2010
Gabrovec (Pd): la Regione intervenga per risolvere l emergenza cinghiali
TRIESTE Sul Carso è emergenza cinghiali, «e la Regione è l'unica chiamata a metter mano a regolamenti e norme sulla caccia perché si ponga fine a un vero e proprio stato d'assedio». A invocare l’intervento della Regione è il consigliere regionale del PD-SSk Igor Gabrovec. Secondo l'esponente della minoranza slovena «i dati sono chiari e allarmanti: a fronte di un incremento annuo del numero di cinghiali pari al 300% e di danni denunciati dagli agricoltori che in molti casi superano il 50% dei raccolti, la Provincia di Trieste quest'anno si è dovuta accontentare di un budget per gli indennizzi di poco più di 20mila euro, esaurito già a primavera e quindi prima dell'inizio della vera e propria stagione distruttiva da parte di questi animali». Come se non bastasse, prosegue Gabrovec, un mese fa i guardiacaccia provinciali hanno smesso di sparare, in quanto gli spari danneggiavano loro l'udito, come certificato dall'Azienda sanitaria. Rimangono i cacciatori che però a loro volta mettono le mani avanti: troppo alto il numero di cinghiali da abbattere, e poi mancano le strutture adatte alla macellazione e commercializzazione della selvaggina. Infatti i guardiacaccia davano le carcasse in pasto ai rapaci delle riserve naturalistiche. «Insomma – sottolinea il rappresentante della Slovenska Skupnost – gli ungulati sono al sicuro, non altrettanto gli agricoltori e i loro raccolti: la Regione ha sì demandato alle Province l'accertamento e la liquidazione dei danni, che ammontano però a dieci volte il budget già esaurito. Tanto è vero che gli uffici provinciali non provvedono più nemmeno a fare i sopralluoghi, tanto di soldi non ce n'é. E gli agricoltori in molti casi accusano il colpo, facendosi carico del danno subito senza nemmeno sporgere denuncia. È una spirale – conclude – che umilia chi lavora e vive della terra».
GAZZETTA DI REGGIO
14 AGOSTO 2010
Reggiolo, un capriolo avvistato in campagna
REGGIOLO (RE). Non capita tutti i giorni nella Bassa di incontrare un capriolo. E’ successo a una coppia di coniugi che di buon mattino percorreva la strada per Reggiolo. All’altezza del Bettolino ne hanno visto uno che si abbeverava nel canale a lato della strada; lo avrebbero volentieri fotografato, ma il grazioso animale al loro avvicinarsi ha attraversato la strada ed è rapidamente scomparso nella campagna. Alle Guardie ecologiche volontarie risulta che in zona ve ne siano alcuni, scesi dall’Appennino seguendo i corsi d’acqua. A volte questi animali costituiscono un rischio per gli automobilisti, in quanto possono improvvisamente attraversare la strada. La loro presenza non entusiasma neppure gli ecologisti, perché si nutrono di germogli di piante, arrecando danni ai piccoli appezzamenti di bosco piantumati negli ultimi anni.
L'ARENA
14 AGOSTO 2010
LEGNAGO (VR). Da 14 anni, ogni mattina, il bastardino va in edicola con il suo padrone e ritira il quotidiano fondato da Gramsci che porta poi a casa
Speedy, il cane rosso che legge l’Unità
È stato adottato nel 1996 da un pensionato 76enne militante nel Pci che ha «infuso» all’animale la fede comunista ereditata dal padre
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Legnago (VR) - Se a qualcuno dovesse capitare di passare di primo mattino da via Matteotti e di vedere un bastardino uscire dall’edicola «Marola» con una copia de «l’Unità» tra i denti non è piombato su un set cinematografico. E non deve nemmeno preoccuparsi per la sua salute visto che non si tratta di uno scherzo dell’età e nemmeno dell’effetto di un colpo di caldo o di qualche ombra di troppo.
Speedy - così si chiama il cagnolino bianco e nero, che ritira ogni giorno una copia del quotidiano fondato nel 1924 da Antonio Gramsci - è infatti da anni un affezionato cliente dei giornalai legnaghesi. E, come se non bastasse, può essere annoverato anche tra i più assidui lettori del giornale della sinistra italiana, che il suo padrone, Giuseppe «Pino» Cavalleri - un pensionato 76enne, originario di Milano, che fino al 1998 ha gestito un’officina meccanica in via Corridoni con la moglie Taide Sandrini - sfoglia sin da ragazzo con una costanza granitica. Sempre nel segno di quell’antica fede comunista tramandatagli da suo padre Guerrino, uno scalpellino della Valpolicella emigrato nel capoluogo lombardo a 17 anni, che staccò la prima tessera del Pci nel 1921. Che il cane fosse il miglior amico dell’uomo ormai è risaputo. Ma che frequenti le edicole, condividendo addirittura gli ideali politici del suo proprietario, non è cosa di tutti i giorni. Eppure, da quando 14 anni fa i coniugi Cavalleri l’hanno adottato dopo che alcuni animalisti l’avevano raccolto in riva al Bussé, non passa giorno senza che Speedy passi dai «Marola» al guinzaglio del suo padrone. Una volta uscito di casa, infila il musetto nella rivendita di via Matteotti e come un fulmine raggiunge l’espositore dei quotidiani. Fintantochè il giornalaio non gli infila «l’Unità» in bocca, Speedy non sente ragioni e non c’è verso di spostarlo. Quindi, stringendo tra le fauci l’ultima edizione di quello che fino al 1991 è stato l’organo ufficiale del Partito comunista, il meticcio ritorna a casa scodinzolante a fianco del signor Pino facendo strabuzzare gli occhi a chi lo incontra. E, solo quando è entrato nell’appartamento, il «cane rosso» molla il giornale in salotto. «I primi tempi», confida Cavalleri, che ha all’attivo una lunga militanza iniziata col Pci e proseguita poi con Pds e Ds, «non riuscivo a capire cosa passasse per la testa di Speedy, che saltava sul bancone ogni volta che entravamo in edicola e vedeva l’Unità. Poi un bel dì ha agguantato la sua prima copia e da allora non ha più smesso, senza essere mai stato ammaestrato per farlo. Anzi, se non è lui a prelevare il giornale si irrita e si mette ad abbaiare». Se per il bastardino l’acquisto del quotidiano è ormai un riflesso incondizionato per il suo padrone è invece un rito irrinunciabile, che lo rimanda al 1945 quando «l’Unità» entrò per la prima volta in casa sua dove ogni sera suo padre leggeva e commentava gli articoli con tutta la famiglia. «Sono un lettore fedelissimo ed anche nei 22 anni in cui ho lavorato in Svezia, dove con altri italiani frequentavo una sezione del Pci», racconta il compagno Pino, «non ho mai rinunciato al mio giornale». Tuttavia, con gli anni il fervore iniziale è venuto meno. «Sebbene la nuova veste mi piaccia e apprezzi la direzione di Concita De Gregorio», conclude Cavalleri, oggi simpatizzante del Pd, «l’Unità non mi coinvolge più come un tempo. Ma non potrei ai farne a meno e nel periodo in cui non è uscita mi è mancata parecchio».
IL GIORNALE
14 AGOSTO 2010
La rana innamorata (e deportata)
Alassio (SV) - Ad Alassio vive una rana talmente fastidiosa da togliere il sonno ai turisti al punto da decidere di dichiarare guerra, disposti anche a chiedere l'intervento dell istituzioni. A risolvere il curioso caso sono stati i volontari dell'Enpa, l'ente nazionale per la protezione animali, che sono intervenuti ricordando che anche le rane godono della protezione di una legge regionale sulla fauna minore. E che la presenza della bestiola era un buon segno dello stato naturale del torrentello. Soprattutto che avrebbe smesso di gracchiare tra qualche giorno, al termine della stagione amorosa.
La casa dei turisti si affaccia proprio su uno dei corsi d’acqua che sfociano in mare. Hanno cominciato a lamentarsi con varie autorità di una rana che, soprattutto la notte, faceva le sue irresistibili serenate. Come qualsiasi segnalazione di problematiche relative ad animali selvatici, sono stati invitati a rivolgersi al cellulare di soccorso della Protezione Animali. Molte persone (gli stranieri erano fin da subito ben lieti della sua presenza) hanno accolto l’invito a sopportare il canto, che viene annoverata tra i rumori «bianchi» e poco fastidiosi; ma la notte dopo che qualcuno la pensa diversamente, ha cominciato a lanciare pietre verso il torrente e ai volontari dell’Enpa non è rimasto altro da fare, in via del tutto eccezionale, che raccogliere la rana ferita, curarla e liberarla infine in una zona adatta alcune centinaia di metri più a monte.
IL CITTADINO
14 AGOSTO 2010
Cani, la difesa dei proprietari «Qualcuno li ha fatti fuggire»
Provincia di Milano - «I cani sono fuggiti dalla cascina Monticello perché qualcuno di notte ha tagliato la recinzione». Così i proprietari dei due pit bull e del rottweiler che mercoledì mattina hanno azzannato una donna di 46 anni a San Giuliano hanno spiegato ai carabinieri di San Donato la fuga degli animali dal recinto in cui si trovavano durante la notte. I carabinieri, che poi hanno fatto un controllo, hanno effettivamente trovato un “buco” nel quale i cani avrebbero potuto infilarsi, ma resta da capire come sia stato fatto, visto che la rete sembrava spostata piuttosto che tagliata. Forse qualcuno ha provato ad entrare e poi è stato messo in fuga dagli stessi cani (tutti di taglia fra i 40 e i 45 chili) che si trovavano in cascina proprio per fare la guardia; poi questi, attraverso la fessura che si era creata, si sono allontanati arrivando fino in via Quasimodo, luogo dell’aggressione. Fatto sta comunque che i proprietari, una donna romena di 25 anni residente a San Zenone e il suo compagno di 37 anni, anch’egli romeno (quest’ultimo operaio alla cascina Monticello) sono stati denunciati “d’ufficio” dai carabinieri per omessa custodia e malgoverno di animali. Gli stessi proprietari dei cani, invece, hanno a loro volta sporto querela contro gli accalappiacani, che durante la cattura dei cani hanno soffocato e ucciso uno dei due pit bull. Spetterà alla magistratura chiarire tutti questi aspetti.Ora gli animali sopravvissuti, un pit bull e una rottweiler, si trovano nel canile di Pantigliate, sottoposti ai dieci giorni di osservazione previsti dalla legge per i cani cosiddetti “morsicatori” per verificare il loro effettivo grado di pericolosità e aggressività. Per il momento sono tranquilli, «stanno bene e mangiano, senza dare problemi», fanno sapere i responsabili del canile. Passato il periodo di osservazione, che si concluderà solo sabato prossimo, con tutta probabilità gli animali verranno restituiti ai proprietari, anche se saranno solo i veterinari dell’Asl di Melegnano a valutare questa possibilità.
ANSA
14 AGOSTO 2010
Animali:soccorsi dopo incendio campanile 70 uccelli a Modena
I balestrucci saranno ospiti di un centro fauna fino a primavera
MODENA - Dovranno rimanere ospiti del Centro fauna selvatica Il Pettirosso fino a primavera i 70 balestrucci, famiglia delle rondini, salvati ieri dalle fiamme.
I vigili del fuoco li hanno messi in salvo nel principio di incendio del campanile della chiesa di Ospitale di Fanano, causato venerdi' 13 agosto da un fulmine. Il piumaggio degli uccelli, infatti, e' stato bruciato dalle fiamme e le rondini dovranno attendere la muta completa prima di riprendere il volo in liberta'. In attesa, saranno assistite dai volontari nella struttura di via Nonantolana 1217 a Modena.
L'ARENA
14 AGOSTO 2010
IN SELLA, SI RECITA. Gastone, il veterano a quattro zampe, «conosce tutte le arie dell’opera»
Vito, l’uomo che parla ai cavalli
L’addestratore Salvia: «Sappiamo cosa chiedere all’animale, sono esseri pensanti e non marionette»
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Verona - In sella, si recita. E mica in qualche rodeo o sagra paesana. Ma davanti a 15 mila spettatori su uno dei palchi più famosi al mondo.
Tra le centinaia di comparse che popolano la stagione lirica, qualcuna è necessariamente destinata ad attirare maggiori attenzioni. Soprattutto perché, a differenza delle altre, ha quattro zampe, zoccoli ferrati e un portamento naturale, fiero ed elegante. Sono i cavalli che, addestrati dal loro proprietario Vito Salvia, entrano in scena durante la stagione lirica. Ma come si riesce a mantenere tranquillo un cavallo, davanti a migliaia di persone che applaudono, i rumori forti e improvvisi degli strumenti, i flash e le luci dei riflettori? Addirittura durante la messa in scena di battaglie, con tanto di spade che tintinnano a pochi centimentri? «Il segreto è abituarli. Fargli fare molte prove, far conoscere il palco e le scenografie, i movimenti e i rumori che avvengono intorno a lui. E il gioco è fatto. Ovviamente si tratta di animali scelti appositamente per l’indole tranquilla e pacata», spiega Salvia. «Quando ho iniziato a collaborare con la stagione lirica ho però subito specificato che in sella ci dovessi essere io o comunque chi li segue e li monta durante tutto l’anno e che quindi ne conosce caratteristiche e paure», dice Salvia che tra le migliori comparse a cavallo conta anche la moglie Elisabetta e il figlio Matteo. «Tranquilli si, ma rimangono pur sempre animali pensanti non marionette. Ed è quindi opportuno che le briglie le abbiano ben salde in mano dei cavalieri esperti. Fortunatamente non c’è stato mai nessun inconveniente: questo perchè sappiamo cosa chiedere al cavallo e cosa no». Tra i veterani che hanno calcato le scene areniane centinaia di volte c’è Gastone, sul palco dal ’94, quando era poco più che puledro. «Ormai conosce tutte le arie dell’opera», ironizza Salvia. Gli animali arrivano in Bra una mezz’ora prima dell’ingresso in scena, portati con un camion speciale dal maneggio sopra Quinzano dove vivono. «Per loro si tratta di una passeggiata. Anzi, ancora meno», puntualizza Salvia. I cavalli rappresentano l’attrazione della serata anche fuori dall’anfiteatro, con i turisiti che si fermano e scattano foto. Ma non si tratta solo di fieri destrieri: c’è anche qualche «ciuchino». Quando va in scena Carmen, infatti, tra le comparse a quattro zampe ci sono anche alcuni asinelli. I.N.
IL CENTRO
14 AGOSTO 2010
Cicogne, sosta ad Arielli in viaggio verso l Africa si riposano su alti silos
Sipo Beverelli
ARIELLI (CH). Cicogne a trenta metri d’altezza sui silos della ditta Neopipe. Una ventina di esemplari hanno sostato nell’area di questo stabilimento per la produzione di tubazioni in Pvc, attirando l’attenzione di residenti e passanti della zona. «Da noi di solito si osservano gruppi meno numerosi», dice Massimo Pellegrini, esperto della Stazione ornitologica d’Abruzzo, «strano anche vederli ora, quando la migrazione verso l’Africa avviene dalla fine di agosto in poi. E’ probabile che il freddo degli ultimi giorni in centro Europa abbia anticipato il flusso migratorio». E’ meravigliato di questa presenza anche Delio Napoleone, rappresentante della Neopipe, componente della giunta nazionale di Confindustria e di recente entrato nel Cnel, consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. «Non so», afferma Napoleone, «se la presenza di vigneti intorno allo stabilimento può aver influito». Non è così per l’esperto, che ricorda come questo animale non disdegni di nidificare su tralicci di alta tensione, torri e campanili. «La cicogna bianca è molto diffusa in Europa», continua l’ornitologo Pellegrini, «per la migrazione questa specie utilizza per lo più la penisola iberica e la dorsale balcanica. In Italia passa relativamente poco e in Abruzzo non nidifica». Nicandro Gambuto, consulente ambientale nella provincia chietina, racconta invece che «è stato trovato di recente qualche nido di cicogna nel lancianese. In questo periodo, poi, nella nostra zona si possono osservare anche aironi cenerini e fenicotteri».
CORRIERE DELLA SERA
14 AGOSTO 2010
Il testo elaborato dal ministro Brambilla con l'Anci. «Nessuna spesa in più»
«Spiagge per cani in ogni Comune» Premi del governo ai sindaci virtuosi
Pronta un'ordinanza per i centri costieri: avranno il riconoscimento «5 stelle»
Grazia Maria Mottola
MILANO - Cani sulla spiaggia: l'eterna diatriba tra proprietari di animali a quattro zampe, ed eterni oppositori, con preoccupazioni di igiene e sicurezza. A risolvere la questione potrebbe essere il prototipo di un'ordinanza studiata dal ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla attraverso il «Comitato per la creazione di un'Italia animal friendly», istituito presso il ministero. «Garantire ai proprietari di animali da compagnia la possibilità di portare in spiaggia i propri beniamini»: questo l'obiettivo del provvedimento tipo, annunciato su www.turistia4zampe.it, il portale che raccoglie migliaia di bar, ristoranti, pizzerie, fast food, hotel, residence, campeggi, agriturismi, villaggi e spiagge che accettano gli animali, voluto dallo stesso ministro. Il testo, elaborato in collaborazione con l'Anci, sarà inviato a oltre 600 sindaci di Comuni costieri. Toccherà alle amministrazioni individuare un tratto di spiaggia libera «animal friendly» destinata ad accogliere gli «animali d'affezione». Ecco alcune regole da rispettare: l'accesso alla battigia sarà consentito ai cani «regolarmente iscritti all'anagrafe canina» e pone una serie di obblighi a carico dei proprietari. Non manca un incentivo per spingere gli enti ad aderire nel più breve tempo possibile: i primi che recepiranno il provvedimento verranno premiati dal ministero del Turismo con il riconoscimento di «Comuni a 5 stelle». Ecco dunque spianata la strada al bagno libero per gli amati animali domestici, uno ogni tre famiglie, condannati spesso a passare l'estate in tristi pensioni o affidate alle cure di amici di buona volontà. E, quando va peggio, abbandonati sulle strade, senza pietà. Altro risvolto del tema, il turismo straniero: con questa sistema «ovunque in Italia si potrà fare il bagno con il proprio animale - sottolinea il ministro Brambilla al settimanale Gente in edicola da oggi - così invogliamo anche gli stranieri a venire da noi». «Si tratta di una decisione che non comporterà spese in più per il Comune - aggiunge -: con il prototipo di ordinanza che ho predisposto si chiede solo ai sindaci di destinare un tratto di costa a chi vuole fare il bagno con il proprio cane. E le località aderenti potranno contare su una particolare promozione da parte del ministero del Turismo grazie al sito www.turistia4zampe.it». Non ultimo il problema del suicidio dei cani (due i casi recenti a Roma e a Merano): «Ogni anno accadono episodi del genere. Tutto questo perché c'è una simbiosi molto stretta tra il cane e la famiglia. Quindi in alcuni casi, anche se esiste ad esempio il dog sitter e l'animale resta nella propria casa, quindi in un ambiente a lui conosciuto, subisce la sindrome da abbandono ed è per questo che stiamo incentivando in tutti i modi la possibilità che le strutture turistiche di vario genere possano ospitare gli animali per andare in vacanza con i loro padroni». Ora tocca alle spiagge.
IL GIORNALE
14 AGOSTO 2010
La calda estate dell'orso acrobata mette in agitazione un paesino abruzzese
Figlio di Gemma, la platigrada diventata ormai una star del Parco d'Abruzzo, ha dimostrato finora una grande abilità nello scalare recinzioni alte anche tremetri, e camminare in bilico sui tetti. Ma il presidente dell'Ente tranquilizza «Nessun pericolo particolare, da sempre gli orsi scendono nei centri abitati»
ENRICO SILVESTRI
Per il momento il giovane orso «acrobata» che scorrazza per le vie di Scanno scavalcando recinzione e camminando sui tetti rimarrà libero. Il presidente del Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise, Giuseppe Rossi, ha infatti precisato che al momento non esistono le condizioni affinché si proceda a una sua cattura. «La situazione non è semplice ma non presenta quelle situazioni di pericolo che possano giustificare una immediata cattura dell'animale. Da parte nostra continueranno in collaborazione con il servizio scientifico del Parco, le azioni di dissuasione per cercare di tenere lontano l'orso dal centro abitato di Scanno e di quei pesi come Bisegna che vengono frequentati normalmente da questi animali. Tra l'altro da sempre gli orsi scendono nei centri abitati per trovare cibo. È solo un fenomeno oggi più evidente grazie a una informazione più presente e costante».
Da qualche tempo infatti Scanno, paesino aquilano di poco più di 2.000 abitanti a ridosso del Parco Nazionale, riceve infatti le visite più o meno gradite di una famigliola di platigradi. Prima un'orsa, chiamata Gemma, insieme ai due cuccioli, adesso solo un giovane animale, con ogni probabilità uno dei piccoli ormai cresciuto. Li trovano dentro gli ovili, nei giardini, agli angoli delle strade. Creando non poco trambusto. Una donna aveva scambiato uno di questi animali per un cane e si era avvicinato per fargli due coccole. Figuriamoci. Il primo avvistamento risale al settembre 2008 quando Gemma e i suoi cuccioli furono sorpresi all'interno di una villetta, raggiunta dopo aver scavalcato un alto muretto di cinta. La scoperta venne fatta dai proprietari che avevano sentito rumori e si erano affacciati. La notizia fece in pochi minuti il giro del paese attirando una cinquantina di persone, tra residenti e villeggianti. Poi arrivarono i carabinieri che allontanati i curiosi, aprirono il cancello e fecero scappare i plantigradi. Più tardi arrivò trafelato anche un contadino denunciando di aver ricevuto la loro visita, in particolare all'orto dove avevano fatto colazione con le mele. Gemma e i suoi figli furono poi avvistati in zona, e non sempre si è trattato di innocui incontri. A farne le spese pecore e agnelli. Un vera strage il 22 e il 23 giugno di quest'anno, quando l'orsa fece strage in alcuni allevamenti a La Prata e Valle Jovana sempre di Scanno. Ma subito dopo uno dei piccoli ruba la scena alla mamma e si fa notare già il 24 giugno dentro un recinto di ovini dove uccide una pecora e ne ferisce altre tre. E fin qui niente di strano. Quello che lascia tutti di stucco è l'abilità dimostrata dal plantigrado nello scavalcare un recinto alto più di tre metri. Meritandosi il soprannome di «orso acrobata». Che torna poi a farsi notare il 9 agosto e questa volta in pieno giorno, evento piuttosto raro. Una turista vede infatti un grosso e placido cagnone pigrottare sotto un albero, al riparo alla calura estiva. Si avvicina per accarezzarlo ma giunta a pochi metri si accorge che si tratta di un orso. Terrorizzata caccia un urlo. L'animale si alza e, a sua volta spaventato, si infila come un razzo nel bosco. Ma a questo punto le sue visite al tranquillo paese montano diventano troppo frequenti, dimostra di non aver paura di entrare di giorno e di notte, né di avere difficoltà a muoversi tra strade. E comunque nessun ostacolo sembra riuscire a fermarlo. Gli esperti si interrogano, qualcuno propone di catturarlo per munirlo di un radiocollare per poterlo seguire in tutti i suoi spostamenti.
Ma l'altro giorno è arrivata la decisione del preside del parco Giuseppe Rossi: «Lasciamolo stare, le sue visite sono normali, solo un po' troppo enfatizzate dalla stampa». Insomma anche questa volta è colpa dei giornalisti.
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