13 NOVEMBRE  2009

ASYLUM
13 NOVEMBRE 2009
 
A ROMA SALVATI TRE GATTI IN MINI GABBIA CON CORDA AL COLLO
 
 
ROMA - Vi raccontiamo spesso di casi di maltrattamenti di animali avvenuti all'estero. Ma anche noi italiani non siamo da meno. Oggi, l'Enpa (Ente nazionale protezione animali), ha salvato tre gatti maltrattati e malati, a Roma (nella foto). Nella zona de La Storta, le guardie dell'ente hanno individuato tre mici - di cui due cuccioli - rinchiusi all'interno di una gabbia, in condizioni davvero pessime.Erano ricoperti di escrementi e parassiti di ogni genere. Il proprietario dei gatti è un turco, un senza dimora di 66 anni. Il gatto più grande era stato legato al collo con una corda strettissima. Tutti i gatti erano denutriti e malati, e quello adulto, per colpa della corda, era ferito al collo. Le Guardie Zoofile li hanno sequestrati, affidandoli alle cure dell'ospedale veterinario e dei volontari che operano all'interno del canile comunale di Roma. Per il turco, invece, è scattata la denuncia all'Autorità Giudiziaria: rischia l'arresto fino ad un anno.

LA ZAMPA.IT

13 NOVEMBRE 2009

 

Allarme dell'Enpa: 278 beagle a rischio sperimentazione

 

 

REGGIO EMILIA - Un laboratorio per la sperimentazione animale: potrebbe essere questo il destino che attende i 278 cani Beagle dell’allevamento Morini di San Polo D’Enza (Reggio Emilia), che vive un momento di difficoltà. A lanciare l’allarme è l’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa). L’allevamento Morini è stato in passato nel mirino degli animalisti da quando, il 29 maggio 2002, 56 beagle inviati dall’azienda ad un laboratorio tedesco per sperimentazioni furono intercettati su un Tir al Brennero.
L’Enpa denuncia «la situazione paradossale creatasi a seguito delle difficoltà della ditta emiliana» e attraverso il presidente nazionale, Carla Rocchi, ha chiesto al Ministero della Salute di revocare all’allevamento l’autorizzazione alla vendita di animali destinati alla sperimentazione. «A causa della procedura esattoriale a carico di Morini - spiega Stella Borghi, responsabile della Sezione Enpa di Reggio Emilia - i 278 beagle dell’allevamento sono stati messi all’asta come blocco unico al prezzo di circa 116.000 euro, una cifra faraonica per un privato, ma non per un’impresa del settore sperimentazione». «Ci siamo attivati non appena abbiamo saputo dell’asta - prosegue Borghi - riuscendo a ottenere il frazionamento del "lottO". Ieri pomeriggio Carla Rocchi è intervenuta al Ministero della Salute chiedendo la revoca, all’ allevamento Morini, dell’autorizzazione alla vendita per la sperimentazione».
«Il provvedimento di revoca - aggiunge Rocchi - consegue dalla difficile situazione che la ditta Morini sta vivendo, specie nel caso in cui l’impresa non dovesse essere più in grado di esercitare la propria attività».


LEGGO ONLINE
13 NOVEMBRE 2009
 
PICCHIANO E BUTTANO CANE GIÙ DA UN PONTE: ARRESTATI
 
 
SENISE (PZ) - Hanno picchiato un cane, lo hanno rinchiuso in un sacco e hanno cercato di ucciderlo buttandolo da un ponte: un gesto di incomprensibile violenza è stato scoperto a Senise (Potenza) dai carabinieri che, grazie alla segnalazione di testimoni, sono riusciti a salvare il cane ed hanno denunciato due persone per maltrattamento di animali. Le persone denunciate sono il titolare di una ditta del posto e la sua ragioniera. Due cittadini argentini hanno raccontato di aver visto l'imprenditore percuotere ripetutamente un cane, quindi mettersi alla guida della propria autovettura e, aiutato dalla ragioniera, mettere un sacco con il cane al'interno nel bagagliaio. I testimoni, dopo aver seguito l'autovettura, hanno potuto constatare che lo stesso gettava il sacco da un ponte in località Misossero. Dopo aver assistito alla scena, i testimoni si sono immediatamente recati presso il comando senisese dei carabinieri. I militari, giunti sul posto, hanno trovato il sacco dal quale provenivano forti latrati. L'animale è stato liberato e curato da un veterinario. È stato poi trasportato presso il canile municipale di Latronico. I carabinieri hanno denunciato i due responsabili e stanno cercando di capire i motivi di questa inutile violenza.
RAGUSA - CAGNOLINO MUORE DI STENTI A Ragusa un cagnolino meticcio di 8 mesi è morto di stenti perchè 'dimenticatò dai suoi proprietari sul balcone della loro abitazione. Lo rende noto l'ente nazionale Protezione animali che fa sapere come il cane abbia «vagato disperatamente per alcuni giorni sui pochi metri quadrati del terrazzo, domandandosi forse che fine avessero fatto i suoi 'amici a due zampè, quelle stesse persone che fino a qualche giorno prima lo avevano coccolato ed accudito». L'agonia del cagnolino, ribattezzato dai volontari con il nomignolo di Lillo, è terminata domenica scorsa quando un vicino, vedendolo deperito, ha segnalato l'abbandono alle guardie zoofile Enpa di Ragusa. Questi ultimi lo hanno portato da un veterinario ma non c'è stato nulla da fare.

CORRIERE DELLA SERA
13 NOVEMBRE 2009
 
L'animale era stato chiuso in un sacco. E' stato recuperato ancora vivo dai militari
Picchiano un cane e lo gettano da un ponte
Denunciati il titolare di una ditta e la sua ragioniera: i carabinieri sono giunti a loro grazie ad alcuni testimoni
 
POTENZA - Hanno picchiato un cane, lo hanno rinchiuso in un sacco e hanno cercato di ucciderlo buttandolo da un ponte: un gesto di incomprensibile violenza è stato scoperto a Senise (Potenza) dai carabinieri che, grazie alla segnalazione di testimoni, sono riusciti a salvare il cane ed hanno denunciato due persone per maltrattamento di animali.
Le persone denunciate sono il titolare di una ditta del posto e la sua ragioniera. Due cittadini argentini hanno raccontato di aver visto l'imprenditore percuotere ripetutamente un cane, quindi mettersi alla guida della propria autovettura e, aiutato dalla ragioniera, mettere un sacco con il cane al'interno nel bagagliaio. I testimoni, dopo aver seguito l'autovettura, hanno potuto constatare che lo stesso gettava il sacco da un ponte in localitá Misossero. Dopo aver assistito alla scena, i testimoni si sono immediatamente recati presso il comando senisese dei carabinieri. I militari, giunti sul posto, hanno trovato il sacco dal quale provenivano forti latrati. L'animale è stato liberato e curato da un veterinario. È stato poi trasportato presso il canile municipale di Latronico. I carabinieri hanno denunciato i due responsabili e stanno cercando di capire i motivi di questa inutile violenza.

LUCANIA NEWS
13 NOVEMBRE 2009
 
SENISE (PZ), DUE LE DENUNCE DEI CARABINIERI PER MALTRATTAMENTO DI ANIMALI
 
SENISE (PZ) - Hanno picchiato un cane, lo hanno rinchiuso in un sacco e hanno cercato di ucciderlo buttandolo da un ponte: un gesto di inaudita e incomprensibile violenza al quale però hanno assistito alcuni testimoni che hanno subito segnalato la vicenda ai carabinieri, che, a loro volta, sono riusciti a salvare il cane deferendo i colpevoli all’autorità giudiziaria.
Il tutto è accaduto a Senise. I denunciati sono due: il titolare di una ditta del posto e la sua ragioniera. A segnalare l’accaduto presso la compagnia dei carabinieri di Senise, coordinata dal capitano Biagio Simonetti, sono stati due cittadini argentini, che hanno raccontato di aver visto l’imprenditore percuotere ripetutamente un cane, dopodiché mettersi alla guida della propria autovettura e, aiutato dalla ragioniera, mettere un sacco con all’interno un cane nel bagagliaio. I testimoni, dopo aver seguito l’autovettura dell’imprenditore, hanno potuto constatare che lo stesso gettava il sacco da un ponte in località Misossero, del comune di Senise.

LIBERO
13 NOVEMBRE 2009
 
RAGUSA: MUORE DI STENTI CANE ABBANDONATO SUL BALCONE DI CASA
 
Ragusa - A Ragusa un cagnolino meticcio di 8 mesi e' morto di stenti perche' 'dimenticato' dai suoi proprietari sul balcone della loro abitazione. Lo rende noto l'ente nazionale Protezione animali che fa sapere come il cane abbia "vagato disperatamente per alcuni giorni sui pochi metri quadrati del terrazzo, domandandosi forse che fine avessero fatto i suoi 'amici a due zampe', quelle stesse persone che fino a qualche giorno prima lo avevano coccolato ed accudito". L'agonia del cagnolino, ribattezzato dai volontari con il nomignolo di Lillo, e' terminata domenica scorsa quando un vicino, vedendolo deperito, ha segnalato l'abbandono alle guardie zoofile Enpa di Ragusa. Questi ultimi lo hanno portato da un veterinario ma non c'e' stato nulla da fare.

SICILIA INFORMAZIONE
13 NOVEMBRE 2009
 
Dimenticano il cane sul terrazzo. L'animale è morto di stenti
 
RAGUSA - E' morto di stenti un cagnolino meticcio di otto mesi, che era stato "dimenticato" dai suoi proprietari sul balcone della loro abitazione di Ragusa. Lo dice l'Enpa (Ente nazionale protezione animali)."Il cane - prosegue la nota - ha vagato disperatamente per alcuni giorni sui pochi metri quadrati del terrazzo, domandandosi forse che fine avessero fatto i suoi 'amici a due zampe', quelle stesse persone che fino a qualche giorno prima lo avevano coccolato e accudito".L'agonia di Lillo, così i volontari hanno ribattezzato il cane, è terminata domenica scorsa, quando, un vicino, vedendolo deperito, ha segnalato l'abbandono alle guardie zoofile Enpa di Ragusa che lo hanno portato da un veterinario ma, purtroppo, non c'é stato nulla da fare.

COMUNICATO ENPA
13 NOVEMBRE 2009
 
ANIMALI. NONOSTANTE I SOCCORSI DELL’ENPA, MORTO METICCIO ABBANDONATO DAI PROPRIETARI SUL BALCONE DI CASA
 
RAGUSA - Non ce l’ha fatta Lillo (così ribattezzato dai volontari Enpa), un meticcio di otto mesi, che era stato “dimenticato” dai suoi proprietari sul balcone della loro abitazione di Ragusa. Abbandonato senza cibo né acqua, Lillo ha vagato disperatamente per alcuni giorni sui pochi metri quadrati del terrazzo, domandandosi forse che fine avessero fatto i suoi “amici a due zampe”, quelle stesse persone che fino a qualche giorno prima lo avevano coccolato e accudito. L’agonia di Lillo è terminata domenica 8 novembre, quando, un vicino, preoccupato per quel corpicino che di ora in ora si faceva sempre più deperito e non riuscendo a rintracciare i proprietari dell’immobile, ha segnalato l’abbandono alle Guardie Zoofile Enpa di Ragusa chiedendo un loro immediato intervento. I volontari della Protezione Animali, supportati dai Vigili del Fuoco, si sono recati sul posto e, dopo aver constato la difficile situazione dell’animale – i proprietari del meticcio avevano avuto la “sensibilità” di lasciare aperta la porta tra l’abitazione e il terrazzo – hanno chiesto alla Procura l’autorizzazione ad accedere sul balcone e ad entrare nell’appartamento per soccorrere il cane. “Non appena siamo entrati nell’appartamento – racconta Antonio Tringali, responsabile della Sezione Enpa di Ragusa – ai nostri occhi si è presentato uno spettacolo degno di un girone infernale: Lillo, ormai visibilmente denutrito, se ne stava in un cantuccio, tra la sporcizia e le sue stesse deiezioni. Dei proprietari, ovviamente, nessuna traccia”. “Inorriditi e sconcertati da tanta crudeltà – prosegue Tringali -, abbiamo immediatamente affidato l’animale alle cure di un veterinario sperando di poterlo curare”. Il miracolo, purtroppo, non è avvenuto: ieri notte, sotto il peso degli stenti, il cuore di Lillo ha smesso di battere. “Non c’è nessuna parola per esprimere lo sconforto e l’amarezza che provo – conclude Tringali – a questo punto l’unica cosa che possiamo fare è assicurare i responsabili di questo crimine alla giustizia; i magistrati sono già al lavoro per identificare i proprietari dell’immobile che dovranno rispondere di quanto previsto dal Codice Penale. Questa vicenda ci spinge a intensificare la nostra sorveglianza contro i maltrattamenti, un campo nel quale, lo ricordo, la legge permette alle Guardie Zoofile di agire di loro iniziativa”. (13 novembre)

LA CITTA' DI SALERNO
13 NOVEMBRE 2009
 
Strage di cani ad Albanella, scatta l'inchiesta
 
Angela Sabetta
 
Albanella (SA). Avvelenatori di cani in azione nel comune di Albanella. Nel mirino, in particolare, sono finiti i cani di proprietá dei residenti della contrada "Tempa della Guardia" dove, in questi ultimi giorni, si sono verificati almeno una decina di decessi di animali, imputabili a casi di avvelenamento. Qualche animale è morto dopo un’agonia durata anche due giorni. Come ha raccontato una signora, proprietaria di un cane di piccola taglia. «Mi sono insospettita quando ho visto il mio cane, solitamente molto vispo e giocherellone, immobile a terra. Mi sono avvicinata per cercare di alzarlo ma non ha avuto nessuna reazione. Il giorno dopo è morto. Altri vicini mi hanno raccontato che i loro animali sono stati vittima della stessa sorte». In un caso una signora ha perso ben tre cani, tutti vittima di avvelenamento. La vicenda è stata anche denunciata ai carabinieri che hanno avviato le indagini per cercare di risalire ai responsabili di questi atti ignobili nei confronti degli animali. Gli autori hanno agito sistematicamente ai danni dei cani che vivono con i loro padroni nella borgata di "Tempa della guardia". Non si comprendono le ragioni di un simile comportamento. Qualcuno dei residenti ha anche sollevato il dubbio che ad ammazzare i cani siano stati dei malviventi che programmano di portare a segno qualche furto in zona. Senza la presenza dei cani riuscirebbero ad agire con maggiore tranquillitá e più liberamente. E’ inconcepibile immaginare che gli animali siano stati soppressi per un gioco crudele di qualche balordo che gode nel maltrattare gli animali. Vero è che si tratta di una vicenda sicuramente con molti lati oscuri sulla quale le forze dell’ordine dovranno fare chiarezza. Anche perché sembrerebbe che casi simili si siano verificati, sempre nella stessa zona, anche nei mesi scorsi. Chi agisce non si rende conto del male che può arrecare non solo all’animale, ma anche ai suoi proprietari che si affezionano ai propri cani e vivono la perdita con grande dolore, soprattutto nel caso in cui si tratta di cani di bambini, che perdono il loro amico a quattro zampe.

CORRIERE DI AREZZO
13 NOVEMBRE 2009
 
Cani in gabbia tra gli escrementi Denunciati i padroni senza cuore.
Gli animali affidati ad una struttura locale.
 
 
Federica Guerri
 
AREZZO - Che i cani siano i migliori amici dell’uomo è risaputo, ma purtroppo non è sempre vero il contrario. Spesso padroni senza cuore non ricambiano l’affetto dei fedeli amici a quattro zampe costringendoli a vivere in condizioni a dir poco assurde. E’ il caso di due poveri cani da caccia capitati nelle mani sbagliate di due subbianesi (probabilmente padre e figlio, ndr) che anziché costruire comodi recinti e cucce di legno per i loro animali, li tenevano segregati in piccole gabbie metalliche nelle quali erano praticamente impossibilitati a muoversi. Senza considerare gli escrementi con i quali erano costretti a convivere ogni giorno. Una situazione ripugnante, che fortunatamente è stata scoperta dai Carabinieri della Stazione di Subbiano che hanno provveduto a togliere i cani ai padroni affidandoli alle amorevoli cure di un rifugio casentinese che cercherà di far dimenticare loro la triste situazione in cui sono stati costretti a vivere per troppo tempo. Il fattaccio è stato scoperto casualmente un paio di giorni dai locali militari dell’Arma che si trovavano vicino all’abitazione incriminata nell’ambito di normali controlli del territorio. Sentendo provenire dall’interno della villetta abbai e guaiti insistenti gli agenti hanno deciso di entrare per dare un’occhiata e seguendo le richieste d’aiuto hanno raggiunto le micro gabbiette tenute in giardino. Una visione raccapricciante quella che si è presentata loro, due bestioline spaurite sommerse dai propri escrementi, che ha subito fatto scattare la denuncia verso i proprietari che adesso dovranno rispondere di maltrattamento di animali. Con un capo d’imputazione simile il codice penale prevede una pena pecuniaria che va dai mille a 5mila euro. Una bella somma, anche se non c’è prezzo adeguato per lo scempio compiuto verso due poveri animali indifesi. Adesso i piccoli sono stati affidati ad un canile del Casentino che si prenderà cura di loro, mentre non resta che augurarsi che tutta questa storia serva da lezione ai due padroni senza cuore se mai un giorno decidessero di tenere nuovamente degli animali.

MESSAGGERO VENETO
13 NOVEMBRE 2009
 
Cane sbranato da altri due in strada
 
MONFALCONE (GO). Era sceso in giardino per fare una passeggiata accompagnato dal padrone, ma è stato aggredito e ucciso da due cani, di grossa taglia, forse due Rottweiler, lasciati liberi. L’episodio, terribile e che è stato denunciato dai proprietari alla polizia, è accaduto martedì a Monfalcone, in via Petrarca. Vittima dell’aggressione un cane femmina, di razza Scottish Pembroke Welsh Corgi, di quasi quattro anni, un cane di 18 chili, massiccio e buonissimo, che però è stato ucciso con ferocia da due simili, improvvisamente divenuti due furie. La padrona dello Scottish, una ragazza minorenne che risiede con la madre nel complesso condominiale di via Petrarca, vicino all’incrocio con via Trieste, verso le 14.30 aveva portato il cane a passeggiare in giardino, quando improvvisamente, da dietro alcune automobili posteggiate, sono comparsi due cani di grossa taglia. Lo Scottish ha scodinzolato, ma gli altri due cani si sono avvicinati ringhiando e improvvisamente lo hanno aggredito, mordendolo con ferocia. La ragazza ha strattonato la sua cagna, cercando di allontanarla, ma i due cani aggressori non hanno mollato la presa, ferendo a morte lo Scottish. La giovane a quel punto si è messa urlare e ha cercato riparo nell’androne di un vicino condominio. Le sue urla hanno richiamato l’attenzione dei residenti della zona, che sono accorsi e con l’ausilio di alcuni bastoni hanno cercato di dividere gli animali. Operazione riuscita solo parecchi minuti dopo, quando ormai lo Scottish giaceva praticamente esanime. I due Rottweiler si sono poi allontanati e, secondo quanto riferito da un testimone, sarebbero stati fatti salire su un’auto rossa, di piccola cilindrata, guidata da una giovane donna bionda. «Quando ho sentito le urla di mia figlia, mi sono affacciata al balcone e ho visto i cani che si azzuffavano. Sono scesa di corsa, anche perché temevo che fosse successo qualcosa alla ragazza. Il mio cane era immobile e ferito in modo gravissimo, soprattutto nella zona delle zampe posteriori – racconta la donna, visibilmente scossa, così come la figlia che è sotto choc –. L’abbiamo portato dal veterinario che non ha potuto fare altro che sedarlo. È morto poi mercoledì mattina. Abbiamo presentato denuncia perché non è possibile che cani come quelli possano girare liberi. Non so se siano scappati da qualche casa o siano stati lasciati liberi di proposito, so però che avrebbero dovuto avere la museruola. Se invece del mio cane avessero aggredito un bambino, lo avrebbero ucciso».

LA PROVINCIA PAVESE
13 NOVEMBRE 2009
 
Affidamenti dal canile di Pavia L'assessore chiede l'elenco
 
PAVIA.  L’assessore all’ecologia, Massimo Valdati, ha chiesto alla Asl l’elenco dei cani presenti nel canile di Pavia e di quelli adottati «affinchè si possano effettuare verifiche post-adozione anche con l’ausilio dell’associazione Enpa». La decisione è giunta al termine di un incontro che si è tenuto tra Comune, Asl e volontarie dell’Ente nazionale di protezione animali.  La riunione, convocata in via d’urgenza dall’assessore all’ecologia e sanità Valdati, segue le polemiche legate al sospetto che non sia documentata l’adozione di alcuni degli animali che si trovavano in strada Paiola.  Nell’incontro vi è stata una discussione sull’argomento dei cani in città, al termine della quale l’assessore Valdati si è impegnato a verificare quanto segnalato «ed in particolare le condizioni del canile di Pavia, perchè convinto che alcune “negative affermazioni” appaiano assolutamente non veritiere e fuorvianti. Tanto che, da qui in avanti, fa sapere l’assessore Massimo Valdati, chiunque segnalerà falsità riferite al canile di Pavia, verrà raggiunto da formale atto di diffida».  Sempre durante l’incontro, l’Asl e il Comune hanno invitato le volontarie Enpa a a collaborare nell’interesse degli animali e a segnalare le adozioni che «a loro avviso appaiono dubbie affinchè gli enti preposti possano effettuare puntuali e mirate verifiche sulla rintracciabilità dei cani adottati».

LA REPUBBLICA
13 NOVEMBRE 2009
 
Lo scorso giugno, la pitbull di due anni era stata scagliata dalla finestra dalla sua crudele padrona. Si è salvata ma era diventata troppo aggressiva
Messa a morte la cagnetta Oreo New York non ha potuto salvarla
Associazioni animaliste e singoli cittadini si sono opposti fino all'ultimo Ma la protesta non è servita. Oggi le è stata praticata l'iniezione letale
 
 
NEW YORK - Nonostante una vera e propria mobilitazione popolare dei cittadini newyorkesi, Oreo, la pitbull femmina di due anni sopravvissuta alle angherie della sua padrona, è stata messa a morte con un'iniezione letale. La decisione è stata presa dall'American Society for the Prevention of Cruelty to Animals (Aspca), secondo la quale il cane era un pericolo per il pubblico a causa della sua indole eccessivamente aggressiva. Le proteste sono state numerose e qualificate, ma l'Aspca è stata irremovibile e ha portato avanti l'eutanasia di Oreo.
La cagnetta ha avuto esperienze orribili: "Abbiamo fatto tutto quello che potevano per Oreo. Siamo stati in grado di guarire le sue ferite fisiche ma per quelle psicologiche non c'è nulla da fare" ha spiegato Andy Izquierdo, portavoce dell'Aspca che ha stabilito che la cagnetta è "aggressiva in modo imprevedibile" e l'ha condannata a morte.
Per la sorte di Oreo nelle ultime ore si erano battute molte associazioni animaliste, ma anche comuni cittadini newyorkesi, bombardando di email e telefonate l'Aspca. "Non possiamo permettere che un'associazione per la protezione degli animali possa trascurare e abusare di un cane" ha detto Camile Hankins, direttore di Win Animal Rights. Pet Alive, organizzazione no profit che gestisce una riserva per animali a Middletown, nello stato di New York, ha cercato senza successo di ottenere la custodia di Oreo: le telefonate, le email e i messaggi via twitter non hanno ricevuto risposta.
Lo scorso 18 giugno Oreo era stata lanciata dal tetto di un edificio a Brooklyn. Nella caduta aveva riportato la rottura delle due zampe anteriori e diverse ferite nel resto del corpo. La sua proprietaria, Fabian Henderson, arrestata lo scorso luglio, si è dichiarata colpevole davanti alla giustizia e il prossimo 1 dicembre sarà emessa la sentenza a suo carico. Da allora sono emersi particolari sui maltrattamenti che venivano inflitti alla povera Oreo, picchiata brutalmente - secondo le ricostruzioni - anche per mezz'ora di seguito.

CORRIERE DI RIETI
13 NOVEMBRE 2009
 
Uccise un gatto per difendere i piccioni.
L’avvocato sostiene lo stato di necessità in cui si sarebbe consumato l’episodio. L’uomo, condannato, ha già presentato ricorso in appello.
 
Monica Puliti
 
RIETI - Quel gatto minacciava i suoi piccioni e così, in base alla sentenza emessa dal giudice monocratico del Tribunale di Rieti-sezione distaccata di Poggio Mirteto, avrebbe preso il fucile e fatto fuoco, uccidendolo. Per la morte dell’animale (volontari dell’associazione per la protezione degli animali hanno ricostruito la scena in cui si è consumato il delitto) un 77enne reatino, R.P., è stato condannato a due mesi di reclusione, concesse le attenuanti generiche (età, incensuratezza e la concreta entità del fatto), oltre al pagamento delle spese di giudizio. La pena detentiva è stata convertita nella pena pecuniaria di 2mila 280 euro e concesso il beneficio della non menzione. Ma l’anziano non molla e, rappresentato in aula dall’avvocato Pietro Carotti, ha presentato ricorso ai giudici della Corte d’appello di Roma, convinto della giustezza delle sue ragioni. Soprattutto nella parte in cui si fa riferimento alla “situazione di necessità per cui l’uomo fu costretto a uccidere il gatto”, determinata, sostiene il legale nel ricorso, dall’evitare un pericolo imminente ai suoi beni, pericolo non altrimenti evitabile, attesa l’imprevedibilità degli agguati (“con danni ripetutamente provocati ai beni di proprietà dell’imputato”) del gatto alla piccionaia. Più specificamente, “nel concetto di necessità rientra ogni situazione che induca all’uccisione ovvero al danneggiamento dell’animale per evitare un pericolo imminente o per impedire l’aggravamento di un danno giuridicamente apprezzabile alla persona propria o altrui o ai beni, quando tale danno l’agente ritenga altrimenti inevitabile”. Insomma, volendo “tradurre”, la vita dei piccioni non vale meno della vita di un gatto, motivo per cui, sostiene l’avvocato, la condotta contestata all’imputato non può dar luogo a responsabilità penale.

TIO.CH
13 NOVEMBRE 2009
 
TICINO (SVIZZERA)
Offensiva animalista: "Troppi animali domestici uccisi senza motivo"
Il gruppo lancia l'allarme: cani, gatti, criceti e conigli soppressi in modo arbitrario. I veterinari, tuttavia, non ci stanno: "Non esistono dati in proposito. Ci portino le prove".
 
 
LUGANO “In Ticino troppi animali domestici sani vengono uccisi senza scrupoli”. A lanciare l’allarme è Offensiva Animalista, il gruppo che da oltre un anno si sta battendo per i diritti degli animali nella Svizzera italiana. Cani, gatti, criceti, conigli in perfetta salute, soppressi per motivi banali. I dettagli li racconta un’attivista che desidera restare anonima. “La cosa peggiore -  spiega - è che i veterinari continuano a tacere e a smentire. Eseguono e basta. Negli ultimi tempi, per fortuna, qualcuno si è ribellato”.
Boom di soppressioni a primavera – Stando alle segnalazioni raccolte da Offensiva Animalista ogni giorno in Ticino verrebbero uccisi circa dai 2 ai 6 animali sani. “La colpa è soprattutto dei padroni  - che se ne vogliono liberare facilmente – riprende l’attivista -. Basta che il cane abbia raggiunto una certa età o abbia un leggero problema fisico ed ecco che si ricorre a una puntura letale. Ma vi sembra giusto? Ci sono casi in cui una donna resta incinta e per paura  di contrarre fantomatiche malattie fa sopprimere il gatto”. Il boom di soppressioni si verificherebbe in primavera. “E questo perché a Natale si usa spesso regalare un animale - conferma - . Poi, nei mesi a seguire, non lo si vuole più. Tra le vittime più frequenti ci sono, inoltre, i randagi e gli animali appartenenti a persone anziane non più autosufficienti”.
L’appello – Offensiva Animalista si rivolge quindi sia ai veterinari sia ai proprietari di animali. “C’è chi tenta magari di portare il proprio cane o gatto presso la protezione animali - puntualizza la nostra interlocutrice –. Ma nel caso in cui i posti sono esauriti, l’alternativa è l’eutanasia. Questo fenomeno deve essere arginato. Non è possibile che la maggior parte dei veterinari continui a eseguire in silenzio. Abbiamo mandato loro un formulario per avere dati precisi, ma nessuno ha risposto”.
La reazione dei veterinari – “Non esistono statistiche ufficiali sulla questione”. Tullio Vanzetti, veterinario cantonale, è categorico: le leggi  non vietano la soppressione degli animali  ma ne fissano le condizioni . “C’è  l’obbligo di ucciderli in modo indolore  ed etico - precisa -.  Di regola la decisione finale viene concordata tra proprietario e veterinario di fiducia”.
Il fenomeno, dunque, sembra difficilmente controllabile. Per Michele Mazzi, presidente dell’Ordine dei veterinari ticinesi la situazione non è così disastrosa come definita da Offensiva Animalista. Anzi. “Ci hanno mandato un formulario con domande assurde – puntualizza –. I toni, inoltre, erano piuttosto minacciosi. Della serie: o parlate o i vostri nomi saranno citati sui giornali. Ecco perché non abbiamo risposto. Io credo nella serietà e nella competenza dei miei colleghi. Non agli allarmismi infondati. Gli attivisti ci portino le prove di quanto sostengono, poi vedremo”. “I veterinari – gli fa eco Vanzetti –sono formati per comportarsi in maniera  responsabile su queste questioni. Inoltre  esiste un codice deontologico della categoria professionale. Gli animali sani vanno prioritariamente ricollocati. Per gli animali sofferenti l'eutanasia può talvolta costituire un intervento necessario ed eticamente accettabile”.

CORRIERE DELLA SERA
13 NOVEMBRE 2009
 
«Usa solo forzature e coercizione, consigli pericolosi per i proprietari di cani»
«Il metodo dog whisperer? E' pericoloso»
L'associazione Asetra pronta a ricorrere alle vie legali per bloccare la messa in onda dello show di Cesar Millan
 
Cesar Millan, il «dog whisperer»
 
MILANO - Personaggio mediatico lo è sicuramente, conduttore televisivo di successo anche. E pure come businessman le cose non gli vanno affatto male. Ma Cesar Millan, l'uomo da 100 milioni di dollari che negli Usa ha costruito un piccolo impero economico sull'educazione dei cani riottosi, non è quel fenomeno capace di fare miracoli che appare in tv. A sostenerlo è Asetra, l'Associazione studi etologici e tutela della relazione con gli animali, che assieme ad alcuni veterinari comportamentalisti si sta attivando per chiedere la sospensione di «Dog Whisperer» il reality show che da questa stagione va in onda anche in Italia (negli Usa è al sesto anno di programmazione) sul canale Nat Geo Wild. «Eventualmente anche addivenendo alle vie legali» puntualizza la portavoce Laura Borromeo, secondo cui quanto viene presentato ai telespettatori «riporta il mondo del comportamento animale indietro di decine di anni».
«CANI TERRORIZZATI» - Nel mirino ci sono i metodi usati da Millan, che secondo Asetra infierirebbe sui cani «asfissiandoli, terrorizzandoli e inducendo i proprietari a pensare giusto utilizzare i suddetti metodi mettendo a rischio la loro incolumità e quella degli animali». Nel proprio sito l'associazione dedica due lunghi interventi al «dog whisperer», manifestando perplessità fin dal nome scelto per lo show, perché tradotto significa letteralmente "l'uomo che sussurra ai cani": «E qui sorge un grosso problema etico in quanto di fatto il soprannome è stato scippato al famosissimo addestratore di cavalli Monty Roberts che ha messo a punto e divulgato il metodo di doma gentile e che, per questo, è stimato e imitato in tutto il mondo». Per i soci di Asetra, invece, «Millan conosce un solo metodo, qualsiasi sia il problema: forzatura e punizione. I risultati, talvolta anche immediati, saranno solo transitori. I suoi metodi sono sbagliati, in alcuni casi pericolosi, e spesso disumani».
COLLARE A STRANGOLO - E ancora: «Mette a rischio la relazione delle persone con i loro cani con “perle di saggezza” con cui catechizza i proprietari, enunciate come rivelazioni di psicologia canina mentre sono invenzioni di pura fantasia, sempre le stesse a spiegazione di qualsiasi problema: 1) Questo cane è troppo amato, date troppo affetto al cane 2) Per questo motivo è diventato “dominante” 3) Dovete “sottometterlo” per rimettere le cose a posto». Nel mirino ci sono anche gli interventi pratici, in particolare il dito è puntato contro l'uso del «collare a strangolo», uno strumento «di solito molto sottile perciò molto funzionale, posizionato subito sulla seconda vertebra cervicale in modo che, tirando anche lievemente, si ottiene un effetto efficacissimo sulla laringe che produce il soffocamento. Abbiamo assistito a episodi di violento strangolamento protratto fino alla perdita della capacità di mantenere la stazione eretta e perfino alla perdita di conoscenza».
«DOMINANZA? NO GRAZIE» - All'Asetra, insomma, non piace il concetto di dominanza, «concetto che, il più delle volte, è completamente fuori luogo proprio nella accezione comune quando si parla di cani e non di lupi, lo somministra a spiegazione di ogni sorta di comportamento negativo il cane stia manifestando, anche quando è palese a un occhio esperto che l’animale sia insicuro, spaventato, stressato, frustrato, talora preda di compulsioni. Come conseguenza immediata il cane, già instabile e che a causa della sua instabilità e insicurezza ha sviluppato strategie inappropriate e inefficaci di interazione con il mondo sociale o fisico, dopo essere stato sottoposto ad abusi psichici e fisici, comprenderà che nel futuro sarà meglio tentare altre strategie, e queste negli animali in preda a stato ansioso e emozioni negative saranno basate o sulla fuga o sull’attacco. E in casa non si può fuggire.»

SESTO POTERE

13 NOVEMBRE 2009

 

Bracconaggio , ad Arezzo abbattuto esemplare di specie protetta

 

Arezzo - 13 novembre 2009 - Rischia fino a 1.500 euro di ammenda un cinquantenne di Ortignano Raggiolo (AR), denunciato alla Procura della Repubblica di Arezzo dagli agenti del Comando Stazione Forestale di Chiusi della Verna (AR), per aver abbattuto un volatile appartenente a specie protetta. Nell’ambito dell’attività di monitoraggio del territorio in località Passo delle Pratelle in Comune di Chiusi della Verna (AR) finalizzata al contrasto del bracconaggio, i forestali hanno sentito alcuni spari provenienti da una zona posta nelle vicinanze. Dirigendosi sul posto per effettuare un controllo hanno visto da lontano un uomo che in prossimità di un appostamento temporaneo riponeva in una tasca del giaccone un uccello appena riportato dal proprio cane. Gli agenti hanno quindi raggiunto il cacciatore chiedendogli di esibire la selvaggina abbattuta. E’ stato così possibile accertare che si trattava di un frosone, volatile appartenente a specie protetta. L’animale è stato posto sotto sequestro, così come l’arma usata per l’abbattimento, mentre il trasgressore è stato deferito all’Autorità Giudiziaria. Per lui è prevista un’ammenda anche superiore a 1.500 euro.


IL CITTADINO

13 NOVEMBRE 2009

 

Gli animali, un tempo feriti, sono stati liberati alla Valgrassa 

Barbagianni e poiane finalmente in volo nella “foresta” di Lodi 

 

Cristina Vercellone

 

Lodi - Gli occhi gialli sbattono, spaventati. La poiana, intossicata dopo aver igoiato un topo avvelenato a San Martino lo scorso agosto, ora viene liberata. A farlo sono gli operatori del Cras, il Centro di recupero animali selvatici di cascina Stella, a Castelleone. Insieme a loro la polizia provinciale rappresentata dal comandante Angelo Miano e dalla guardia Michele Petrella (che è anche responsabile dell’ufficio ecologia per la procura), l’assessore provinciale Matteo Boneschi e le guardie del Parco Adda Sud. Le ali dell’animale fanno forza contro le dita di Gianluigi Bertesago, una delle anime del Cras, che la tengono in pugno. Poi via verso il cielo della Valgrassa, a Lodi. Le cornacchie protestano per l’intruso arrivato a disturbare la loro quiete. E come se non bastasse Bertesago ne libera una seconda. Quest’ultima era stata trovata a Salerano, vittima di un cacciatore. Sull’ala e sul naso sono ancora visibili le ferite. Si gira a guardare il suo padrone, come per salutarlo, poi si perde nel verde del bosco. «In genere - spiega Bertesago - cerchiamo sempre di reimmettere un animale nel territorio nel quale è stato recuperato».Anche il riccio, rimasto orfano e proveniente da Mairago, ora attende il suo turno. È cresciuto bevendo il latte dal biberon. Il piccolo muso è avvolto nel pelo. Si affaccia dalla bellissima sfera di aculei marroni solo quando l’operatore, munito di guanti, cerca di scoprirlo. Bertesago preferisce lasciarlo nella macchia, per evitare che le auto che transitano sullo sterrato, a due passi dalla Barbina, lo ammazzino. Ora ha 2 mesi ed è abbastanza cresciuto per cavarsela da solo. Gli avvicina una manciata di vermi della farina, “pranzetto” ad alto valore proteico per l’animale. Libertà anche al barbagianni. Il 25 ottobre scorso, a Camairago, è stato investito da un automobilista, lo stesso che l’ha salvato portandolo nella clinica del Wwf. «Il barbagianni - spiega Bertesago - è un ottimo indicatore biologico. Se incomincia a morire, mangiando i topi e gli animaletti del sottobosco, vuol dire che c’è qualcosa nell’ambiente che non va». Il barbagianni, che è un rapace notturno, vola nel folto, per ripararsi dai raggi del sole. Da gennaio e giugno, solo dalla provincia di Lodi al Cras sono arrivati 162 animali, 59 dei quali consegnati dalla polizia provinciale, 12 mammiferi e 150 uccelli. Di questi ben 129 appartengono a specie protette; 141 animali sono tornati a vivere nei nostri boschi. «La convenzione con il Cras, 7.500 euro a trimestre - spiega Boneschi -, scadrà il 31 dicembre 2010. Sarebbe bello se anche il Lodigiano avesse un suo centro». Obiettivo imminente della polizia provinciale però è riuscire a far fronte all’eventuale cattura dei daini che attraversano l’autostrada, senza ammazzarli come già successo in passato. La polizia ha già stretto una convenzione con l’Asl che fornirà fucili e proiettili a base di sedativo. A recuperarli penserà il Cras.


Animalieanimali

13 NOVEMBRE 2009

 

BLOCCATI CACCIATORI ILEGALI, SEQUESTRATI SEIMILA VOLATILI
Azione della Guardiaa di Finanza e della Polizia Provinciale di Vicenza

 

Gli uomini della Guardia di Finanza hanno sequestrato in collaborazione con la polizia Provinciale di Vicenza più di seimila uccelli e tutti quelli da richiamo sono vivi. I volatili erano tenuti in gabbie in varie aziende e depositi dell'alto vicentino. Sono in corso le indagini per vedere che provenienza abbiano questi animaletti e quali siano le vie del commercio illegale di cacciagione.
Tra uccelli da tavola e da richiamo sono state complessivamente sequestrate 3000 beccacce, 2000 allodole, 117 storni, 123 merli, 150 tordi bottacci e sasselli, 250 fringuelli, 33 peppole e 58 cesarie che erano conservate in celle frigorifere pronte per essere vendute. Si tratta in parte di specie che possono essere cacciate ma che non possono essere commerciate. Tra gli animali scoperto anche 139 fra pettirossi, cince fringuelli, lui, fenelli strillacci e passere scopaiole da usare come richiami.
Uccelli peraltro sottoposti a sevizie. Secondo le prime indagini la cacciagione non sarebbe stata abbattuta in Veneto ma probabilmente in Slovenia o in altri paesi dell'est europeo dove la caccia non è regolamentata con le normative vigenti nella maggior parte dell'Eurpoa.


LA PROVINCIA DI LECCO
13 NOVEMBRE 2009
 
COLLE BRIANZA (LC) - ANIMALI SPESSO IN TRAPPOLA
«Recinzioni illegali: controlli nei boschi a Campsirago»
 
Colle Brianza (LC) - (f. alf.) Recinzioni non a norma. O comunque che impediscono la libera circolazione della fauna nel bosco.
Per questo motivo, nei giorni scorsi, Luigi Panzeri, presidente del Cai di Calco, ha inviato una formale richiesta di sopralluogo alle guardie provinciali.
Nella sua segnalazione, Panzeri ha portato all'attenzione delle guardie provinciali la brutta abitudine che, da qualche tempo a questa parte, sta prendendo sempre più piede nella zona di Campsirago, dove ormai molte famiglie sono ritornate ad abitare.
«Sempre più spesso  ha raccontato Panzeri  a lato dei sentieri, per delimitare le proprietà, vengono installate reti di protezione. A parte il fatto che, considerato dove ci troviamo, si potrebbero adottare altri sistemi, va rimarcato che non viene rispettata la normativa vigente riguardante le recinzioni nelle aree boschive e, in aggiunta, non c'è omogeneità».
Quel che importa al presidente del Cai calchese è ovviamente la violazione della norma. Non solo perché si infrange una legge, quanto piuttosto perché, agendo in tal modo, si danneggia la fauna. È infatti del tutto evidente che reti che partono da terra o con le maglie troppo strette, impediscono la libera circolazione di animali dalle dimensioni ridotte come le lepri o talvolta anche i fagiani.
«Il mio intento  ha spiegato Panzeri, non nuovo ad iniziative del genere a tutela dell'area del cosiddetto Parco del San Genesio, come ad esempio il divieto di circolazione per le biciclette mtb, come avviene nel parco del Curone relativamente ad alcuni sentieri  è di far rispettare le regole. Per questo ritengo che sia necessario un intervento delle guardie ecologiche».
Poi, nel momento in cui le guardie arriveranno, Panzeri darà loro un sostanzioso dossier su quel che non funziona nella zona. Le questioni da sistemare sono infatti numerose.

BIG HUNTER

13 NOVEMBRE 2009

 

Il Consiglio dei Ministri impugna la legge sui richiami vivi della Toscana

 

Nella seduta di ieri il Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto ha impugnato alla Corte Costituzionale la legge regionale toscana che autorizza la cattura degli uccelli da richiamo per la stagione 2009 - 2010. Si tratta della legge n.53 del 17/9/2009 recante: ”Disciplina dell’attivita’ di cattura degli uccelli selvatici da richiamo per l’anno 2009 ai sensi dell’articolo 4 della legge 11 febbraio 1992, n. 157 e dell’articolo 34 della legge regionale 12 gennaio 1994, n. 3 (Recepimento della legge 11 febbraio 1992, n. 157 ”Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”).Secondo quanto rilevato dal Consiglio dei Ministri la legge presenterebbe aspetti di illegittimità costituzionale in relazione al rispetto del diritto comunitario nonchè dei principi statali che stabiliscono gli standards minimi uniformi di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema.

Sotto accusa è l'autorizzazione alla cattura di  alcuni uccelli selvatici in assenza dei presupposti e delle condizioni stabiliti dalla direttiva comunitaria in materia visto anche il parere non favorevole dell’ISPRA, Istituto scientifico abilitato ad esprimersi obbligatoriamente sull’argomento.

In un comunicato stampa le associazioni animaliste Enpa, Fare Verde, Lac, Lav, Legambiente, Lipu e No alla caccia, che già nei giorni scorsi avevano sollecitato il Consiglio dei Ministri ad impugnare la legge sulle deroghe della Lombardia, dichiarano: “chiederemo al Governo, in tutte le forme che la legge ci consente, le ragioni di questa gravissima 'dimenticanza' amministrativa e gia' da subito valuteremo ogni possibile iniziativa per ripristinare, su questa e su analoghe vicende, uno stato di diritto e di legalita'''.


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
13 NOVEMBRE 2009
 
Corse clandestine cavalli dopati e poi macellati
 
TRANI (BT) – Chiedevano al Comune di Bisceglie le autorizzazioni per esibizioni dimostrative, anche a scopi ippoterapici, ma in realtà si trattava di corse clandestine di cavalli con tanto di scommesse. Gli animali venivano dopati per alterarne le prestazioni e farli vincere, erano sottoposti ad allenamenti massacranti e poi, ormai sfiniti, venivano destinati alla macellazione clandestina. 
Una rete di connivenze, con base logistica a Bisceglie, che i carabinieri della Compagnia di Trani e del Nucleo antisofisticazioni (Nas) di Bari hanno scoperto arrestando dieci persone, tre delle quali finite in carcere e le altre ai domiciliari. Tra loro ci sono anche un dipendente comunale e uno del servizio veterinario della Asl Bat, entrambi di Bisceglie. 
Gli arresti sono stati eseguiti su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Trani Roberto Oliveri del Castillo, su richiesta del pm Michele Ruggero che nel febbraio 2009 aveva avviato l’inchiesta, basata anche su intercettazioni telefoniche e ambientali, dopo il tentativo di omicidio del custode di un maneggio. I carabinieri hanno sequestrato due stalle e un centro ippico e 50 cavalli, alcuni dei quali appartenenti a personaggi della criminalità barese e foggiana. Le corse clandestine, sulle quali 'vigilavanò una serie di vedette per segnalare per tempo l’arrivo di estranei o forze di polizia, si sarebbero svolte sia su strade pubbliche sia in una pista circolare nei pressi del dolmen di Bisceglie. Dalle indagini è emerso che parallelamente alle corse clandestine si era sviluppato un vero e proprio mercato delle carni dei cavalli utilizzati nelle corse. Gli animali, dopo lo sfruttamento e i maltrattamenti, erano destinati alla macellazione clandestina e le loro carni venivano immesse nella filiera alimentare.
In carcere sono finiti il presunto capo dell’organizzazione, Vincenzo Morrone, di 45 anni, di Bisceglie, insieme con Giuseppe Grosso, di 29 anni, e Mauro Lacavalla, di 44. Agli arresti domiciliari sono invece Nicola Logoluso, di 57 anni, Andrea Campanale, di 49, Gianbattista Marcario, di 39, Domenico Musto, di 31, Francesco Cosimo Semerano, di 62, Luciano Mazzone, di 42, e Paolo La Pietra, di 42 anni. 
Gli arrestati sono di Bisceglie, Bitonto, Ruvo di Puglia, nel Barese, San Severo (Foggia) e Foggia e sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, maltrattamento di animali, violazione del divieto di combattimenti e competizioni tra animali non autorizzati, esercizio abusivo di gioco e scommesse. Tra gli arrestati anche due dipendenti pubblici: un dipendente comunale e uno del servizio veterinario della Asl Bat, entrambi di  Bisceglie.

LIBERO

13 NOVEMBRE 2009

 

BARI: CAVALLI DOPATI PER CORSE CLANDESTINE, 10 ARRESTI

 

Bari - E' in corso un'operazione dei carabinieri di Bari contro una organizzazione criminale dedita alle scommesse clandestine collegate a competizioni non autorizzate tra animali, in particolare corse di cavalli. Oltre cento militari, con l'ausilio degli specialisti del Nucleo Antisofisticazione e sanita', personale veterinario ed elicotteri, stanno eseguendo 10 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale di Trani Roberto Oliveri del Castillo su richiesta del pm Michele Ruggiero, a carico di altrettante persone.La base logistica dell'organizzazione era il comune di Bisceglie, con ramificazioni in altri centri della Puglia in particolare Bitonto, Ruvo, Foggia e San Severo. L'indagine, partita nel febbraio del 2009, a seguito del tentato omicidio del custode, Domenico Gadaleta, di uno dei tre maneggi posti sotto sequestro, ha evidenziato la singolare ferocia dei componenti del sodalizio nell'infliggere pesanti maltrattamenti agli animali. Questi ultimi venivano sistematicamente dopati con sostanze illegali e sfiancati da allenamenti faticosi e massacranti. Quando ormai gli equini erano ridotti allo stremo delle forze, venivano destinati alla macellazione clandestina.


JULIE NEWS

13 NOVEMBRE 2009

 

Trani: sgominata una banda dedita alle corse clandestine di cavalli

 

ANTONIO RISPOLI

 

TRANI - Operazione dei Carabinieri di Bari e Trani contro una organizzazione dedita alle corse clandestine di cavalli. Dieci persone sono state arrestate, in esecuzione di altrettanti mandati di arresto, con accuse che vanno dall'aver dopato gli animali all'associazione a delinquere.
Infatti l'organizzazione, che aveva la base a Bisceglie (Bari) e si muoveva tra le province di Foggia e Bari, truccava le corse, dopando gli animali per ottenere un aumento delle prestazioni di quello che doveva vincere. Intorno alle corse poi girava sia un florido giro di scommesse che un altrettanto florido giro di vendita di carne di cavallo.
Al gruppo apparteneva anche un dipendente comunale di Bisceglie e un dipendente del locale ufficio veterinario, che fornivano autorizzazioni per esibizioni per avvicinare i bambini ai cavalli; le autorizzazioni spesso servivano a dare una parvenza di regolarità alle corse che poi erano il vero obiettivo.


AUDIO NEW

13 NOVEMBRE 2009

 

Corse clandestine di cavalli, 10 arresti

 

Provincia di Bari - Organizzavano corse clandestine di cavalli e scommesse nel barese. La banda è stata sgominata dai carabinieri, che hanno eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare. Dalle indagini è emerso che gli animali venivano dopati, sottoposti a duri allenamenti e avviati alla macellazione clandestina.


AGI

13 NOVEMBRE 2009

 

CORSE CLANDESTINE CAVALLI: 10 ARRESTI DEI CARABINIERI BARI

 

Bari - Dieci persone sono state arrestate dai carabinieri del Comando provinciale di Bari, nell'ambito di un'indagine su un'organizzazione dedita alle scommesse clandestine collegate a competizioni non autorizzate tra animali, in particolare corse di cavalli. Oltre cento militari, con l'ausilio degli specialisti del NAS, personale veterinario ed elicotteri, hanno eseguito all'alba le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Tribunale di Trani. La base logistica dell'organizzazione era a Bisceglie, con ramificazioni in altri centri della Puglia in particolare Bitonto, Ruvo, Foggia e San Severo. L'indagine, avviata dieci mesi fa dopo il tentato omicidio del custode di uno dei tre maneggi posti sotto sequestro, ha anche accertato che i cavalli utilizzati nelle corse illegalli venivano sistematicamente dopati con sostanze illegali e sfiancati da allenamenti faticosi e massacranti.Quando ormai gli equini erano ridotti allo stremo delle forze venivano poi destinati alla macellazione clandestina.


ASCA

13 NOVEMBRE 2009

 

BARI: CARABINIERI ARRESTANO 10 PERSONE PER GIRO SCOMMESSE CAVALLI

 

Trani (BT), 13 nov - Quando non servivano piu' perche' sfiancati da durissimi allenamenti e dalle gare clandestine o perche' dopati fino all'inverosimile venivano avviati alla macellazione clandestina. Cosi' decine e decine di cavalli sono stati macellati abusivamente. Questa mattina un centinaio di carabinieri della Compagnia di Trani e dei Nas di Bari, hanno interrotto questa rete clandestina arrestando dieci persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata all'organizzazione di corse clandestine di cavalli con un giro milionario di scommesse clandestine.L'ordinanza - emessa dal gip del tribunale di Trani Roberto Oliveri del Castello - chiude 9 mesi di indagini su questa organizzazione la cui base logistica era a Bisceglie (Bari), con ramificazioni a Ruvo di Puglia e Bitonto, nel Barese, Foggia e San Severo. Le corse clandestine avvenivano in luoghi chiusi o lungo tratti di strada asfaltata prima che cominciasse il traffico di automobili. Tutto e' nato dal tentativo di omicidio del custode di un maneggio, Domenico Gadaleta di 44 anni, struttura poi sequestrata.All'operazione hanno partecipato anche personale sanitario e veterinario dell'Arma dei Carabinieri. Sono stati posti sotto sequestro 50 animali ritrovati nei maneggi coinvolti nella rete clandestina.


ANSA AMBIENTE
13 NOVEMBRE 2009
 
LAV; CORSE CLANDESTINE, BUSINESS DA 1 MILIARDO EURO
 
ROMA - Corse clandestine raddoppiate nel 2008: un settore in cui la criminalita' organizzata sembra concentrare sempre piu' prepotentemente il suo interesse in particolare in Puglia, Sicilia, Campania, Calabria, Lombardia e Abruzzo. La denuncia, sul business che da solo e' stimato che produca un miliardo di euro, arriva dalla Lega Antivivisezione (Lav) in seguito al giro di corse clandestine di cavalli sgominate, questa mattina in Puglia, dai carabineri del Nas. ''I dati relativi alle illegalita' nelle corse di cavalli non lasciano dubbi sulla pericolosita' del fenomeno e sulla necessita' di non abbassare la guardia in questo settore - ha commentato Ciro Troiano, responsabile dell'osservatorio Zommafia della Lav - solo nel 2008 sono state denunciate 296 persone, 6 sono state arrestate, 29 gli interventi delle forze dell'ordine, 147 i cavalli sequestrati, 16 le corse interrotte, 1 maneggio e 23 stalle sequestrate''.

LA PROVINCIA PAVESE
13 NOVEMBRE 2009
 
Robbio, decine di fagiani uccisi nel raid
 
ROBBIO (PV). Sono probabilmente decine, sicuramente molti di più dei due rinvenuti, i fagiani e i capi di selvaggina abbattuti durante il raid venatorio svoltosi domenica nel parco naturale della Valpometto, a bordo di un fuoristrada “Mercedes” grigio dai cui finestrini partivano colpi di fucile verso gli animali. Lo evidenzia Roberto Piedinovi, presidente dell’associazione Ardea che, con il Comune, gestisce il parco. Tornato il bel tempo, con la collaborazione dei volontari, ha effettuato un sopralluogo. «Si sono trovate decine di “spiumate” termine che indica l’abbattimento di un capo di selvaggina. Non saprei dire con precisione quanti fagiani siano stati abbattuti, oltre ai due rinvenuti, ma posso affermare con certezza che nell’arco di 40 giorni queste inequivocabili tracce sono state decine e decine».  Queste violazioni del parco preoccupano il presidente per due motivi. «Innanzitutto è una forma di caccia spregevole notevolmente pericolosa, ma è anche una caccia che danneggia i cacciatori onesti che rispettano le regole. Infatti il parco, per i fagiani, è un habitat per la riproduzione e per l’irradiamento. Uccidendoli si limita fortemente questa possibilità». Indagini per identificare i responsabili sono in corso da parte dei carabinieri e della vicenda si sta occupando anche la Forestale.

MESSAGGERO VENETO GORIZIA
13 NOVEMBRE 2009
 
In casa di riposo arrivano gli animali da compagnia
 
Udine - All’interno della casa di riposo “La Quiete” di Udine, recentemente hanno preso il via due progetti di pet teraphy, che vengono proposti, settimanalmente, agli anziani ospiti della struttura. Cinque i quattro zampe di varie razze, appositamente addestrati, che, con l'aiuto di personale qualificato, entrano in contatto con gli over sessanta, i quali hanno la possibilità di trascorrere qualche ora piacevole in loro compagnia. «I progetti sono due e prevedono dieci sedute ciascuno - spiega la psicologa Orietta Pagnutti, responsabile dei servizi di animazione e formazione della Quiete di Udine - uno è destinato a tutti gli ospiti della struttura mentre l'altro è rivolto alle persone con problemi di deterioramento cognitivo e deficit sensoriale. L'obiettivo è proprio cercare di capire se questi soggetti possano ottenere un beneficio concreto dal contatto con i cani. Inoltre, assieme a Lidia Cossio, volontaria, che opera all'interno di diversi sodalizi, abbiamo intrapreso un percorso finalizzato ad avvicinare i gatti selvatici, appartenenti alla colonia felina, che si trova all'interno de “La Quiete”, e questo al fine di rendere gli animali meno diffidenti nei nostri confronti e permettere così anche agli anziani di fare amicizia con i mici». Aggiunge ancora Pagnutti: «il rapporto con l'animale fa parte del vissuto dei nostri ospiti, i quali, una volta entrati nella struttura, purtroppo, non hanno avuto modo di conservare questo contatto con i pets. Grazie a questi incontri, i pazienti potranno riprendere questo rapporto terapeutico. I cani sono riusciti a stimolare anche situazioni, che pensavamo non potessero trarre alcun vantaggio da questa esperienza». Intanto, i responsabili de “La Quiete” rivolgono un appello ai cittadini. «Chiediamo che la gente non abbandoni più i gatti, tantomeno all'interno della nostra struttura - dice Orietta Pagnutti - gli animali domestici si abituano difficilmente a vivere all'interno di una colonia felina selvatica e poi abbiamo serie difficoltà a mantenerli, anche perché aumentano di continuo».

MESSAGGERO VENETO
13 NOVEMBRE 2009
 
Un aiuto ai veterinari e ai padroni
 
Udine - Un elenco regionale di cani e gatti, che doneranno periodicamente il sangue, così da aiutare i loro simili in caso di necessità, consentendo, al contempo, la creazione di una vera e propria “banca del sangue”. In merito all'iniziativa, la prima in regione, promossa dall'associazione animalista udinese “Amici della Terra”, Paolo Tosolini, medico veterinario, che ha collaborato con l'associazione animalista per mettere in cantiere il progetto, è soddisfatto. «Il problema delle trasfusioni di sangue esiste anche per gli animali. Nella nostra regione una Banca del sangue non c'è ancora e, pertanto, fino ad oggi, la prassi era di rivolgersi a un conoscente, in caso di bisogno, con le difficoltà che l'urgenza del caso imponeva. Sono molto favorevole all'iniziativa di Amici della Terra - afferma Tosolini -. Questa iniziativa aprirà due strade: da una parte consentirà di avere a disposizione un gruppo di animali che, con regolarità, doneranno il sangue e questo consentirà anche la creazione di una banca di emoderivati, cui sarà possibile fare riferimento in caso di necessità, dall'altra parte i veterinari, in caso di emergenza, avranno la possibilità di consultare la lista dei quattro zampe disponibili».

MESSAGGERO VENETO
13 NOVEMBRE 2009
 
Ecco la banca del sangue per gli interventi di Fido
 
Elisa Michellut
 
Udine - Presto Udine avrà una “banca del sangue” a misura di quattro zampe, unica in regione, che permetterà di salvare la vita a tutti quei cani o gatti che, per i più svariati motivi, in futuro, potrebbero avere bisogno di una trasfusione. L'iniziativa, promossa dall'associazione animalista udinese “Amici della Terra” prevede che venga messo a disposizione, di chiunque si trovi ad averne bisogno, un elenco di animali disposti a dare una zampa al proprio simile in difficoltà. Consultando il sito dell'associazione, i veterinari potranno accedere all'elenco dei donatori di sangue disponibili e scegliere quello più idoneo alla necessità del momento. Gli animali, che i veterinari selezioneranno personalmente, avranno la possibilità di donare periodicamente il sangue, in modo tale da consentire la realizzazione di una “banca del sangue”. Tutti i pets, che si proporranno come donatori, avranno diritto non solo ad una visita clinica ma avranno anche accesso gratuito ad una serie di esami, che saranno eseguiti prima di ogni donazione e che comprenderanno l'emocromo, il profilo metabolico, il test per la filaria, quello per la malattia di Lyme, per l'ehrlichia, la rickettsia, la leishmania, i test per i parassiti endoglobulari, l'esame delle feci e quello delle urine. I cani ammessi al prelievo dovranno essere di taglia media o grande, pesare almeno 20 kg, essere in regola con i vaccini e le profilassi, avere un'età compresa fra un anno e mezzo e 7 anni, e, nel caso in cui siano femmine, dovranno essere sterilizzate. Per quanto concerne i mici donatori, dovranno essere di costituzione robusta, essere in regola con le vaccinazioni ed avere un'età al di sopra di un anno e mezzo e, anche in questo caso, le femmine dovranno essere sterilizzate. Per iscrivere il proprio animale ad “Amici donatori di sangue” il proprietario dovrà presentare all'associazione Amici della Terra un'autocertificazione nella quale si attesti la regolarità delle vaccinazioni e dei trattamenti per la filaria, l'assenza di malattie dell'animale, la fotocopia della carta di identità del proprietario, la fotocopia del libretto sanitario dell'animale, comprensiva dei dati anagrafici, il nome del veterinario di riferimento e la fotocopia di iscrizione all'anagrafe canina, con attribuzione del numero di microchip. «L'idea - spiega Gabriella Giaquinta - ci è venuta in seguito ad un episodio accaduto alcuni mesi fa, quando, uno dei cani ospiti del canile di Porpetto si è ammalato. Non poteva essere soccorso sul posto, così lo abbiamo ricoverato in una clinica veterinaria. Le sue condizioni si sono aggravate e abbiamo dovuto ricorrere ad una trasfusione di sangue. Trovare un donatore non è stato semplice e questo mi ha fatto riflettere su come, anche per gli animali, un gesto di solidarietà, possa fare la differenza tra la vita e la morte». Per informazioni si può contattare “Amici della Terra” ai numeri 0432-479481 e 335-6856304 o visitare il sito www.amicidellaterraudine.splinder.com.

LA PROVINCIA PAVESE
13 NOVEMBRE 2009
 
Lacchiarella (MI), furto in allevamento E polemica sui video cancellati
 
LACCHIARELLA (MI). Furto di bestiame in una cascina ed è polemica sul sistema di video-sorveglianza del Comune. A denunciare il reato è l’allevatore Marco Garibaldi. «Mi piacerebbe sapere a cosa servono le telecamere - si chiede Garibaldi - se poi i ladri riescono a fuggire con sette capre, cinque pecore gravide e tre asini. Devo presumere che per portarmi via gli animali abbiano usato un camion. Di cui non c’è traccia nelle registrazioni».  Il furto risale a inizio novembre e per la particolarità del bottino sembrerebbe un colpo su commissione. Alcuni sconosciuti hanno prelevato gli animali dalla cascina di Garibaldi e li hanno portati via senza che nessuno se ne accorgesse.  Gli animali erano in un recinto di rete che i ladri hanno tagliato. Ma prima dell’abigeato (il reato di furto di bestiame, ndr) i malviventi si sono spostati nell’appezzamento accanto, dove hanno prima cenato con quello che hanno trovato nella baracca degli attrezzi, e poi hanno preso un generatore elettrico.  Solo la mattina dopo il proprietario ha scoperto che delle bestie non c’era più traccia. «Non è tanto per il valore economico, poco meno di 4 mila euro - dice Garibaldi -. Ma per quello affettivo. Oltrettutto le pecore erano gravide. Ma la cosa che davvero non riesco a capire è l’utilità delle telecamere». A questo punto le versioni sono due. La prima è quella dell’allevatore derubato. «Quando ho chiesto ai carabinieri delle registrazioni, mi hanno detto che erano rimasti solo 45 minuti di quella notte in memoria e basta - spiega -. Visto che le telecamere ci sono in entrata ed in uscita dal paese, se avessero funzionato a dovere qualcosa si sarebbe dovuto pur vedere. Invece niente. A questo punto mi chiedo se servono solo da deterrente, con tutto quello che sono costate e costano di gestione».  La seconda versione è del sindaco Luigi Acerbi. «Le telecamere funzionano e funzionavano perfettamente anche quella notte - puntualizza -. II fatto è che, come previsto dalla legge e dal nostro regolamento comunale, le immagini non possono essere conservate per più di 10 giorni. Oltrettutto, l’installazione di nuove telecamere ha ulteriormente ridotto la memoria dell’hard-disk. E la conservazione si riduce a non più di sei-sette giorni. La richiesta di visionare le immagini è invece arriva l’altro ieri. Ecco perchè non c’era traccia del furto».

Animalieanimali

13 NOVEMBRE 2009

 

MARTINI, INACCETTABILE MANTENIMENTO CANI IN CANILE CON 1 EURO AL GIORNO

Intervento del Sottosegretario alla Salute sui costi-qualità minima del servizio.

 

''E' evidentemente inaccettabile sul piano del buon senso, oltre che in base a standard minimi di benessere animale, che si aggiudichino gare di appalto per il mantenimento di cani all'interno di canili pubblici alla quota giornaliera di 1 euro. L'Ordinanza che ho emanato il 16 luglio scorso in materia va proprio in questa direzione''. Lo dichiara in una nota il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, commentando la situazione dei cani ceduti dalla Comunita' Montana Alto Val d'Agri della Basilicata a due strutture della Calabria.
Il Ministero della Salute comunica di essersi gia' occupato di tale situazione e ha piu' volte richiamato formalmente le Autorita' competenti a livello territoriale alle proprie responsabilita'. Lo scorso mese di maggio il Ministero e' intervenuto ponendo l'accento sulla necessita' di rispettare le esigenze fisiologiche ed etologiche degli animali, riconosciuti quali esseri senzienti e non oggetti sui quali far prevalere esigenze meramente economiche, anticipando peraltro i contenuti della Ordinanza Ministeriale 16 luglio 2009 e mettendo in evidenza le conseguenze sul benessere degli animali relative ad un trasferimento che comportasse lo sradicamento dal loro territorio. L'ordinanza 16 luglio 2009 e' stata emanata con la finalita' di arginare gli incresciosi fenomeni di trasferimenti di massa degli animali da una regione all'altra, con l'unico obiettivo da parte delle Amministrazioni locali di allontanare da se' il problema del randagismo a scapito dei cani. Un nuovo intervento e' previsto in data odierna al fine di sensibilizzare i competenti servizi veterinari e le altre autorita' competenti affinche' venga applicata comunque l'ordinanza anche se la gara di appalto del servizio di gestione e di mantenimento dei cani e' stata espletata in data anteriore all'Ordinanza stessa.


ANMVI OGGI

13 NOVEMBRE 2009

 

TAGLIO CODE, IL DDL TORNA IN COMMISSIONE

 

La Camera, con votazione nominale elettronica senza registrazione dei nomi, ha approvato il rinvio in Commissione Giustizia del Ddl di ratifica della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia. Sull'emendamento 3.8 dell'On Stefano Stefani l'Aula ha interrotto il dibattito e richiesto approfondimenti.Non proseguirà quindi in Transatlantico il dibattito sul taglio non terapeutico della coda del cane, che ieri ha visto esponenti di maggioranza e opposizione divisi sulle eccezioni al divieto di amputazione della coda dei "cani allevati a scopo venatorio". L'emendamento, argomentato ieri in Aula dallo stesso proponente, è stato sottoscritto anche dai deputati Luciano Rossi, De Angelis, Romele, Nola, Biava, Raisi e Compagnoni.Quella dell'On Stefani non è l'unica proposta emendativa in materia di mutilazioni. Con nuova formulazione le Commissioni hanno proposto un emendamento che dice che "la punibilità è esclusa quando l'intervento chirurgico è eseguito da un medico veterinario per scopi terapeutici o per impedire la riproduzione dell'animale ovvero per i casi stabiliti da apposito regolamento". Il regolamento, secondo la proposta delle Commissioni, sarebbe stabilito con decreto del ministero della salute.Il Ddl del Governo è approdato in Aula significativamente emendato proprio all'articolo 3, dove il recepimento della Convenzione va ad incidere sul reato di maltrattamento penale e sulle relative sanzioni. Il testo è infatti arrivato in Transatlantico con la seguente formulazione dell'articolo 3:

A.C. 2836-A - Articolo 3 ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLE COMMISSIONI
ART. 3. (Modifiche al codice penale).
1. Al codice penale sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 544-bis, le parole: « per crudeltà o » sono soppresse;
b) l'articolo 544-ter è sostituito dal seguente: « ART. 544-ter. - (Maltrattamento di animali). - Chiunque, senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie, a comportamenti, a fatiche o a lavori non sopportabili per le sue caratteristiche etologiche, o somministra ad un animale sostanze stupefacenti o vietate ovvero lo sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute è punito con la reclusione da tre a quindici mesi o con la multa da euro 3.000 a euro 18.000.
La pena di cui al primo comma si applica altresì a chiunque sottopone un animale al taglio o all'amputazione della coda o delle orecchie, alla recisione delle corde vocali, all'asportazione delle unghie o dei denti ovvero ad altri interventi chirurgici destinati a modificarne l'aspetto o finalizzati a scopi non terapeutici. Le pene sono aumentate della metà se dai fatti di cui al primo e al secondo comma deriva la morte dell'animale.
Le disposizioni del presente articolo non si applicano quando l'intervento chirurgico non terapeutico è eseguito da un medico veterinario per impedire la riproduzione dell'animale, per ragioni di medicina veterinaria ovvero nell'interesse dell'animale medesimo ».


IL GAZZETTINO

13 NOVEMBRE 2009

 

Cane salvato dai pompieri

 

SAN VITO (PN) - Lilla, una cagnolina curiosa che scorazzava in una giardino di Gleris, ieri è stata salvata dai vigili del fuoco del distaccamento di San Vito al Tagliamento. A chiedere aiuto, verso le 14, è stata la sua padrona. L’animale, un meticcio di piccola taglia, aveva infilato la testa in un "blocco frangisole" utilizzato per una recinzione e non riusciva più a liberarsi. Inutile ogni tentativo. I pompieri si sono dati da fare con mazzetta e scalpello e piano piano, senza agitare ulteriormente il cane, sono riusciti ad aprire un varco sufficiente a far passare la testa.


LA ZAMPA.IT

13 NOVEMBRE 2009

 

In Giappone forse tagliati i fondi alla caccia delle balene

 

 


Futuro più sicuro per le balene: il Governo giapponese sta valutando le spese superflue da tagliare e questo, secondo il comitato governativo di revisione delle spese, potrebbe portare presto alla chiusura del programma di caccia baleniera nel «Santuario dei Cetacei» dell'Oceano Antartico. Il Comitato ha proposto tagli massicci all'Istituto che finanzia, con i soldi dei contribuenti giapponesi, la caccia baleniera «scientifica». Il comitato, infatti, ha, raccomandato di tagliare tutti i fondi, tranne quelli per pagare i debiti del 2010, all' Ofcf, Fondo di Cooperazione per la Pesca d'Altura. Proprio l'Ofcf eroga i finanziamenti all'Istituto di Ricerche sui Cetacei, responsabile «dell'ignobile programma scientifica dietro cui si maschera la caccia baleniera giapponese in Antartide», spiega Greenpeace.
L'Ofcf sostiene di aver bisogno di circa 520 milioni di euro per vari programmi, compresa la caccia baleniera. Il Comitato di Revisione del Gabinetto Governativo comunicherà presto la sua decisione in merito al taglio dei fondi all'OFCF. Senza questi soldi difficilmente l`Istituto di Ricerca sui Cetacei potrà continuare la caccia baleniera e la compravendita di voti alla Commissione Baleniera Internazionale (IWC) a sostegno della caccia baleniera. Questa notizia arriva a meno di ventiquattro ore dalla visita del Presidente Usa Barak Obama in Giappone. E la caccia baleniera è già stata sull'agenda delle discussioni tra Usa e Giappone. «Il Primo Ministro Hatoyama ha l'opportunità unica di tener fede alle sua promessa elettorale di ripulire i programmi di spesa del Giappone eliminando la caccia baleniera: un'attività controversa, corrotta e pericolosa - sostiene Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia - Greenpeace chiede con urgenza al Presidente Obama di sostenere gli sforzi del Primo Ministro Hatoyama e, al tempo stesso, di mantenere la sua promessa elettorale, di por fine alla caccia baleniera nell'Oceano Antartico». Greenpeace protesta da oltre 30 anni contro la caccia baleniera e la sua campagna ha ottenuto, nel 1986, una moratoria internazionale alla caccia baleniera commerciale. La moratoria viene aggirata dal Giappone con la scusa della «ricerca scientifica». Greenpeace ha mobilitato milioni di persone in tutto il mondo per protestare contro la violazione del Santuario dei Cetacei dell`Oceano Antartico, con varie spedizioni in Antartide e, negli ultimi anni, portando la sua protesta in Giappone, al cuore del problema, per sensibilizzare il Governo e i cittadini giapponesi, praticamente ignari del problema.


IL SECOLO XIX

13 NOVEMBRE 2009

 

Cavalli bradi: linea dura con gli allevatori

 

Provincia di Genova - LINEA dura verso gli allevatori fuorilegge. È una delle decisioni emerse dall'incontro di ieri in Regione sui cavalli allo stato brado delle valli Graveglia e Sturla. Alla riunione - organizzata dall'Osservatorio permanente per lo studio e il controllo delle popolazioni animali, presieduto dal consigliere regionale dei Verdi, Cristina Morelli - hanno partecipato la prefettura, i sindaci di Borzonasca (Giuseppino Maschio) e Ne (Cesare Pesce), il servizio veterinario dell'Asl 4, gli allevatori di Genova e La Spezia, il dipartimento regionale agricoltura, le associazioni Giacche verdi e Lega anti vivisezione. L'obiettivo è arrivare a un protocollo d'intesa. «Si è deciso di procedere al censimento del centinaio di cavalli che pascola libero - spiega Maschio - Gli animali che lo hanno saranno riconsegnati al loro proprietario che, per aver praticato il pascolo abusivo e violato le leggi in materia di allevamento, verrà sanzionato. Quelli senza proprietario saranno sistemati in recinti da realizzare su terreni che individueremo. Non è esclusa l'adozione a distanza». Maschio spiega che le Giacche verdi si sono offerte di accudire i cavalli "senza padrone". Per contenere la popolazione equina, si sterilizzeranno gli stalloni. «Speriamo che gli impegni presi siano rispettati da tutti e che i Comuni non vengano lasciati soli», è il commento di Pesce. «Per la prima volta - spiega Cristina Morelli, manifestando la sua soddisfazione - ci siamo ritrovati intorno a un tavolo a discutere delle soluzioni a un duplice problema: il disagio dei residenti per le "invasioni di campo" dei cavalli e la tutela degli stessi da atti di violenza».
Intanto, l'associazione "Un cavallo per amico" lancia una petizione (www. petizionionline.it) per salvare i cavalli. D. BAD.


LA PROVINCIA DI COMO
13 NOVEMBRE 2009
 
Ristoranti per vegani Nell'Erbese un giro da migliaia di piatti
Due i locali per vegetariani che non toccano neanche il latte Alla Trattoria del Ponte e al Rajas non solo cucina tradizionale
 
Giovanni Cristiani
 
Provincia di Como - Quasi cinquemila pranzi o cene, ogni anno nell'Erbese non contengono carni di animali o prodotti di origine animale. Per i vegani locali i cavalli potrebbero restare tranquilli, non sarebbero trasformati in salumi, o in spezzatini. Dolly avrebbe una vecchiaia felice, così come Napoleone e Gondrano (personaggi della Fattoria degli animali di Orwell), rivolte a parte, vivrebbero a lungo con le altre pecore, maiali, capre e vacche che eviterebbero di finire in padella.
La moda vegana è insomma ben presente nell'Erbese e vive su due locali di riferimento, la «Trattoria del Ponte» di Albese con Cassano e «Il Rajas» di Merone. Per entrambi la cucina vegana è parte dei prodotti proposti, affiancata alla tradizionale, ed ha un forte successo, tant'è che sono spesso i più conservatori a scegliere i piatti a base di tofu, riso e soja. La moda del cibo vegano è comunque in forte ascesa.
«Il numero di clienti vegani è di duecentocinquanta circa al mese, nel corso dell'anno quasi tremila persone ? spiega Gennaro Vernucci della Trattoria del Ponte -. Sono numeri in crescita, spesso poi chi è passato per mangiare un piatto normale la prima volta, prova la seconda qualcosa di diverso, magari chiede un menu completo vegano. Anche il costo di questa scelta, soprattutto nelle difficoltà economiche attuali, premia: un menu può aggirarsi attorno ai venti euro».
Qualche cliente in meno rispetto ad Albese frequenta Il Rajas di Merone, dove confermano però la tendenza ad avvicinarsi a questa cucina: «Nel corso dell'anno saranno poco meno di duemila persone a mangiare vegano, in parte è filosofia, in parte moda, ma c'è anche chi vede che il suo fisico non riesce più a sopportare il cibo convenzionale e sceglie questa via», spiega Roberto Strati.
Per entrambi i ristoratori il cibo vegano ha successo anche per la voglia di provare qualcosa di diverso, magari partendo da un prodotto semplice come le pizze, che entrambi propongono: «Poi si scopre la bontà di questi piatti e ci si accosta a questa filosofia», racconta Strati.
La Trattoria del Ponte di Albese con Cassano nel prossimo fine settimana ospiterà un pranzo del Veggie Pride, la serie d'appuntamenti vegani in Italia. Basta scorrere gli antipasti per finire scaraventati in un diverso mondo culinario: piatto di Carpaccio di Seitan con limone e rucola, ciotola di Caviale d'Hiziki e ciotola di Hummus di Ceci.
«Fa piacere ospitare questo appuntamento, credo sia anche un premio a chi come me ha sposato, e proposto, questa filosofia  riprende Gennaro Vernucci -. L'importante in questo tipo di cucina, e non solo, è non cadere nell'approssimazione: cercare prodotti tracciabili e sicuri. Secondo me più che il biologico a tutti i costi e meglio conoscere l'agricoltore».
Buon tofu, seitan e farro a tutti.

LA NUOVA SARDEGNA
13 NOVEMBRE 2009
 
Gregge sulla 130, incidente e due feriti
 
IGLESIAS (CI). La presenza nella carreggiata di un gregge di pecore nella statale SS 130 nei pressi del chilometro 48.600 ha rischiato di provocare una tragedia.  Due auto, a causa dell’invasione improvvisa delle bestie, si sono scontrate e due donne sono rimaste ferite.  L’incidente è accaduto intorno alle 14 sulla direttrice per Iglesias.  Le due auto, una Punto e una Stilo viaggiavano nella stessa direzione ma all’improvviso da una breccia tra una collinetta e il guard rail sarebbero sbucate le pecore che hanno costretto i conducenti ad una brusca frenata.  La Stilo, condotta a S.F. 35 anni, è piombata addosso alla Punto che è finita contro un muretto.  Quest’ultimo mezzo si è praticamente disintegrato; ha visto il distacco delle ruote e i braccetti dello sterzo. Le due donne S.A, 60 anni, e F.G, 29, sono state ricoverate allospedale Santa Barbara di Iglesias con le ambulanze del 118.  Sul luogo dell’incidente sono intervenuti gli agenti della polizia stradale di Carbonia che hanno effettuato i rilievi di legge per accertare le responsabilità. Non è escluso che il proprietario del gregge venga denunciato per mancato controllo del suo bestiame.  Sono diverse le greggi che ogni giorno pascolano sui bordi della 130. I pastori non sempre sono sul luogo così come i cani e qualche volta gli animali attraversano il ciglio riversandosi sul lato della strada.  Forse solo il posizionamento su tutto il percorso del guarda-rail laterale potrebbe evitare il rischio di nuovi incidenti.

CORRIERE DELLE ALPI
13 NOVEMBRE 2009
 
Anche in Tirolo 9 pecore uccise
 
Di lupo si torna a parlare proprio in questi giorni anche in Tirolo. Saranno infatti le indagini genetiche affidate a degli specialisti bavaresi, a stabilire se 9 pecore uccise a 1300 metri in montagna nella zona di Imst, siano state predate dal lupo. Gli animali riportavano infatti i segni caratteristici dell’attacco da parte di un canide, anche se il tutto potrebbe benissimo essere opera di un grosso cane domestico. Per ora è quindi d’obbligo il punto di domanda.

TRENTINO
13 NOVEMBRE 2009
 
Ecco come affrontare l'orso
 
ROVERETO (TN). L’orso sulle montagne trentine: come conviverci? Cosa deve fare un escursionista se incontra l’animale durante una gita? A questo ed altri problemi, molto sentiti in Trentino dopo la reintroduzione del mammifero sulle nostre montagne, si risponderà alla conferenza promossa dalla Sat di Rovereto (questa sera alle 20.30 in sala Filarmonica). Intervengono Filippo Zibordi, responsabile faunistico del parco naturale Adamello Brenta, e Carlo Frapporti, del servizio foreste e fauna della Provincia di Trento.  Questa sera si comincerà innanzitutto a delineare la figura dell’orso: caratteristiche del mammifero, abitudini, comportamento. Quindi si tratteggerà la storia dell’orso sulle Alpi, specie quasi del tutto scomparsa nel secolo scorso; fino alla sua reintroduzione in Trentino, con il progetto Life Ursus. I tecnici illustreranno la situazione attuale e le ricerche in corso sulla diffusione del plantigrado in Trentino, nonché le modalità di gestione degli esemplari presenti, nel parco dell’Adamello Brenta e sulle altre montagne. Non mancheranno le indicazioni da seguire in caso di “incontri ravvicinati” con l’animale in montagna. Dopo la reintroduzione l’orso è stato avvistato anche in Vallagarina: in val di Gresta, sul monte Baldo e in Vallarsa.

TERRA NAUTA

13 NOVEMBRE 2009

 

“Cacca” di elefante, la nuova carta in commercio

Nel 1997 è nata in Sri Lanka una società che, con lo scopo di tutelare gli elefanti dalla lotta che li oppone all’uomo, ha deciso di produrre carta dallo sterco del pachiderma. Un affare che accontenta un po’ tutti, dai contadini pagati per la cacca raccolta, che nel frattempo vengono ricompensati dei danni che gli elefanti arrecano all’agricoltura, agli stessi pachidermi a cui viene assicurata la sopravvivenza.

 

       

 

Ebbene si, avete letto bene. È in arrivo una nuova carta realizzata in “cacca” di elefante. Sembra quasi un paradosso. In un mondo in cui ogni giorno ci giungono scoperte scientifiche, tecnologiche e innovative, non ci saremmo mai aspettati una notizia del genere. In realtà questa scoperta, già in atto da qualche anno, innovativa lo è davvero, così come anche inaspettata.Una delle prime domande che può venire in mente è “ma come è possibile?”. Approfondendo l’argomento si scopre che è molto più semplice e meno ripugnante di quanto si possa immaginare. L’elefante mangia di continuo rami, foglie e sterpaglie ed ha una digestione velocissima. Praticamente compie solo la prima fase di sbriciolamento delle fibre. Il suo sterco assomiglia ad un gomitolo di rametti di paglia impastata e non puzza perché non ha il tempo di fermentare nella pancia dell’animale. Gli escrementi raccolti, in un secondo momento, vengono bolliti per un giorno intero, poi disinfettati con un’alga naturale, e infine sottoposti a colorazione con gli stessi pigmenti che vengono utilizzati dall’industria alimentare. Il prodotto finale viene ritenuto igienico con tanto di certificato dall’Istituto nazionale della Ricerca Scientifica di Ceylon.Come dicevo si tratta di una “industria” attiva già da qualche anno nello Sri Lanka, dove l’azienda locale “Maximus” (il nome è derivato dal nome zoologico dell'Elefante dello Sri Lanka - Elephus Maximus Maximus) realizza la carta dalle fibre della cacca di elefante, con cui poi si producono oggetti di cartotecnica di pregio. Quaderni, album, rubriche, scatole per matite, fogli cartonati, buste, biglietti di invito, addirittura cornici dal design accattivante.

Quindi se fino a qualche tempo fa gli elefanti della zona erano visti come una minaccia da parte degli abitanti dello Sri Lanka adesso invece, la società “Maximus” paga ai contadini la cacca raccolta e la trasforma in prodotti per la cancelleria e oggetti regalo aggiungendo il 25% di carta riciclata. L'elefante ha poco spazio in Sri Lanka. La maggior parte delle aree protette abitate dagli elefanti sono piccole, meno di 1.000 kmq, mentre questi animali, possono spostarsi per centinaia di chilometri nel corso di una stagione. Il loro appetito è enorme per tale motivo non possono vivere laddove l'agricoltura è la forma dominante di utilizzo del suolo, a meno che il danno che causano ai contadini venga ricompensato.In Italia i prodotti della società “Maximus” giungono grazie alla Cooperativa Onlus Vagamondi di Formigine, in provincia di Modena, che dal 2003 ha all’attivo un progetto di sostegno proprio in Sri Lanka. La stessa cooperativa poi si preoccupa di distribuire presso le botteghe del commercio eco e solidale questi prodotti. Una ditta del Trentino che fa maglioni in Cashmere la utilizza per i cartellini con le etichette. Stessa scelta anche da parte di una cooperativa di Arezzo che utilizza questa “carta” per i propri biglietti di auguri. L’azienda “Maximus” che ha cominciato, nel 1997, appena con sette dipendenti producendo carta in un piccolo stabilimento, si rese subito conto della ricchezza che costituivano gli elefanti, una cartiera che produceva tutto il giorno senza costi di manutenzione.

Venne quindi inventato e depositato il logo ''Elephant Dung Paper'', la carta di cacca di elefante. Il fatturato cominciò presto ad aumentare e la sede venne trasferita in una nuova e più adeguata location, mentre la fabbrica esistente a Kegalle si è allargata per far fronte alla crescente produzione. Attualmente la società ha trentacinque impiegati tra le due sedi.Il successo di questa società non è stato solo economico; lottando per la tutela dell’elefante, che spesso vive situazioni tragiche a causa della lotta con l’uomo, la “Maximus” ha sviluppato delle strategie che hanno permesso un miglioramento della situazione socio economica in cui vivono le persone nelle aree rurali, ha salvato molti elefanti – più di 4.000 esemplari sono stati vittime del conflitto con l’uomo – e in tutti questi anni ha evitato che fossero abbattuti milioni di alberi che sono stati “degnamente” sostituiti nel processo di realizzazione della carta.


LA ZAMPA.IT

13 NOVEMBRE 2009

 

Bogotà, apre il "vivaio" per farfalle

 

Nel giardino botanico di Bogotà è stato inaugurato un "vivaio" per le farfalle, che comprende 500 esemplari di 20 differenti specie, per promuovere la biodiversità colombiana. Dopo il Brasile, la Colombia è il secondo paese con la più alta varietà di farfalle (ben 3272 specie).

 

FOTO

http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=22153&tipo=FOTOGALLERY


Animalieanimali

13 NOVEMBRE 2009

 

COSA SUCCEDE QUANDO IL GHIRO NON FA DORMIRE... I NOCCIOLICOLTORI
E' specie protetta, per fortuna non gli possono sparare...

 

Nell'immaginario collettivo il ghiro e' un animale che viene associato ai dormiglioni, ma per gli agricoltori di Ucria, un piccolo comune del messinese sui monti Nebrodi, questo piccolo roditore notturno si e' trasformato in un incubo che non permetto loro di dormire sonni tranquilli. L'economia della zona si basa infatti sulla produzione di nocciole, di cui i ghiri sono molto ghiotti. Con il risultato che gli agricoltori hanno chiesto alle autorita' competenti la dichiarazione di calamita' naturale perche' l'80% della produzione e' andata perduta a causa della voracita' di questi animali. Il comune ha inoltre invitato l'ente di sviluppo agricolo ''ad intraprendere ogni utile iniziativa al fine di monitorare la popolazione dei ghiri e di studiare lotte biologiche per il contenimento della stessa popolazione di roditori, informando gli agricoltori di ogni utile tecnica''. Dal 1992, infatti, il ghiro, e' annoverato tra le specie protette della fauna selvatica e pertanto non e' possibile utilizzare metodi e strumenti per reprimerlo. L'unica arma, spiegano al Comune di Ucria, consiste nell'adottare tecniche di coltivazione del nocciolo ''non lesive del sistema agroambientale e metodi di difesa della cultura con sistemi dissuasivi per l'animale nonche' interventi legislativi di compensazione del mancato reddito degli agricoltori''.


BIG HUNTER
13 NOVEMBRE 2009
 
157. CHE SUCCEDERA' LA SETTIMANA PROSSIMA?
 
Il Convegno che si terrà martedì prossimo 17 novembre al Senato (organizzato da Fare Ambiente) potrebbe costituire una svolta per il futuro della auspicata riforma della 157. Soprattutto se insieme al sen. Orsi saranno presenti il presidente della Commissione Ambiente del Senato, sen. Antonio d'Alì, e il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, on. Paolo Russo.
E' proprio da loro che potranno arrivare segnali di via libera, magari condizionati, che consentano il proseguimento dell'iter parlamentare, che finora procede a rallentatore a causa di una serie di intoppi, attribuibili da una parte ai cervellotici emendamenti, finalizzati all'ostruzionismo, presentati dal sen. Della Seta, e  dall'altra dai tanti dubbi anche della maggioranza. La previsione più attendibile che si fa, è che sulla base anche di proposte di emendamenti più ragionevoli e fondati nel merito, presentate dall'opposizione (Orsi, ad esempio, ha citato quelli del sen. Marcucci), lo stesso relatore e il presidente di commissione D'alì possano decidere di perseguire un percorso che sintetizzi una serie di punti su cui andare avanti speditamente, decidendo di soffermarsi per il minor tempo possibile sulla caterva di castronerie depositate dal capogruppo del PD in Commissione.
Tanto per fare un esempio, Della Seta ha proposto l'inserimento fra le specie sempre protette, di tutte le specie attualmente cacciabili, anche quelle come il fagiano, il merlo, il germano, che nessuno si è mai sognato di mettere in discussione. Dall'on. Russo ci si aspetta invece un'impegno per una corsia preferenziale alla Camera e soprattutto una particolare attenzione al rapporto di reciproca collaborazione fra cacciatori e agricoltori. 
MESSAGGERO VENETO
13 NOVEMBRE 2009
 
Campagna sulla rabbia silvestre
 
CASTELNOVO (PN). Il Comune di Castelnovo del Friuli, per informare la popolazione, ha organizzato, in collaborazione con l’assessorato alla Caccia e pesca della Provincia di Pordenone, una conferenza sui rischi derivanti dalla comparsa sul territorio della “rabbia silvestre” della quale sono portatrici le volpi. L’incontro, aperto alla cittadinanza, si terrà mercoledì 18 novembre, alle 20.30, nella sala consiliare di Paludea. Alla conferenza parteciperanno, assieme ai rappresentanti dell’amministrazione comunale e delle associazioni locali più direttamente interessate al preoccupante problema, l’assessore provinciale alla Caccia e pesca Stefano Zannier e un veterinario della Azienda sanitaria. Sulla motivazione dell’iniziativa, il vicesindaco Antonio Lotta riferisce che «il 31 ottobre scorso, a Martiners, una delle 33 borgate di Castelnovo, è stata rinvenuta la carcassa di una volpe in cui è stata riscontrata, a cura dei laboratori dell’Azienda sanitaria, la positività per la rabbia silvestre. Pertanto il direttore generale Nicola Delli Quadri ha diramato l’ordinanza che impone, per 60 giorni, la chiusura della caccia con i cani, la vaccinazione obbligatoria per questi ultimi, e il divieto di circolazione degli stessi se non muniti di guinzaglio. Invita la popolazione a vigilare e segnalare al Comune l’eventuale fuga dei propri animali domestici, il cambiamento di indole, la tendenza a mordere, il manifestarsi di paralisi, l’impossibilità della deglutizione». Viene inoltre ricordato che la rabbia silvestre è una malattia che, se non curata immediatamente, è ritenuta mortale. «Le avvertenze preventive – spiega Lotta – sono particolarmente raccomandate nel territorio di Castelnovo in quanto è una località molto apprezzata dai raccoglitori di funghi, castagne ed altre prelibatezze naturali, come pure dagli sportivi, ciclisti o podisti». Da parte sua, il sindaco Lara De Michiel, invita alla prudenza, specialmente quest’ultimi, e se dovessero incontrare volpi o altri animali che manifestano aggressività, suggerisce di munirsi di un bastone per tenerli a distanza e nella malaugurata ipotesi che si venga morsi da un animale infetto, o presunto infetto, di lavare subito la ferita per circa 10 minuti con abbondante acqua possibilmente calda con sapone e andare comunque al più presto al pronto soccorso per una medicazione.

ANMVI OGGI

13 NOVEMBRE 2009

 

PREVENZIONE RABBIA: COINVOLTO ANCHE IL VENETO

 

Non solo Udine, ma anche le altre Provincie del Friuli Venezia Giulia e la Provincia di Belluno devono attenersi alle disposizioni sulla vaccinazione antirabbica precontagio, previste dall'Ordinanza ministeriale Misure urgenti per la prevenzione del contagio da rabbia negli animali al seguito di persone dirette nella provincia di Udine."Preso atto della evoluzione della diffusione della malattia nei territori delle rimanenti provincie della Regione Friuli Venezia Giulia", la Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario ha disposto che le misure previste dall'Ordinanza "siano applicate anche nei territori delle Province di Trieste, Gorizia e Pordenone". L'estensione delle misure di prevenzione è stata comunicata oggi dalla in una nota della Direzione ministeriale in cui si raccomanda "la più scrupolosa applicazione" delle misure previste dall'ordinanza (in vigore dall'11 novembre) "e di tutte le disposizioni impartite dalle autorità sanitarie regionali". Inoltre, "considerata che la localizzazione più a ovest dei casi evidenziati coincide con il Comune di Travesio (PN) e che nel raggio di 40 chilometri misurati a partire da detto Comune rientra anche parte della Provincia di Belluno si dispone, nelle more dell'emanazione di misure specifiche da parte della Regione Veneto, che quanto previsto alla citata O.M. sia applicato anche alla provincia di Belluno".L'estensione delle disposizioni di prevenzione è prevista dall'articolo 6 dell'Ordinanza ministeriale per "altri territori provinciali eventualmente coinvolti dalla diffusione della situazione epidemiologica della malattia".

http://www.anmvioggi.it/files/LA%20NOTA%20DELLA%20DIREZIONE%20GENERALE_1.PDF
 

 

 

            13 NOVEMBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

CORRIERE DELLA SERA

13 NOVEMBRE 2009

 

E ALTRI SONO STATI RESI PIù «INTELLIGENTI» DA UN TRAPIANTO DI STAMINALI

Topolini «sempre allegri» dopo modifica genetica

Gli animali, esenti da ansia e depressione sono stato «ottenuti» spegnendo il gene «pkci/hint1»

 

MILANO - È nata una covata di topolini immuni da depressione e ansia. Gli animali in questione sono stati creati «spegnendo» nel loro Dna il gene PKCI/HINT1 che, finora solo sospettato di avere un ruolo nei disturbi dell'umore, è stato quindi dimostrato essere cruciale nel regolarne l'andamento. La scoperta, che potrebbe anticipare nuove cure contro ansia e depressione, è merito di Elisabeth Barbier e Jia Bei Wang, della Scuola di Farmacia dell'Università di Baltimora in Maryland. Lo studio, pubblicato sulla rivista BMC Neuroscience, individua nella proteina prodotta dal gene PKCI/HINT1, ovvero la «proteina interagente con la protein-chinasi C», un possibile bersaglio terapeutico per depressione, ansia, disturbo bipolare e schizofrenia.

L'ESPERIMENTO - La proteina PKCI/HINT1 era nella lista dei sospetti per implicazioni nei disturbi dell'umore in quanto studi su tessuti umani postmortem avevano dimostrato la sua presenza in quantità anomale nel cervello di pazienti con schizofrenia e disturbo bipolare. Così i due ricercatori hanno tentato di vedere cosa succede all'umore di topolini creati da embrioni in cui è stato definitivamente eliminato il gene PKCI/HINT1. I topolini nati senza il gene sono risultati, a tutti i test fisiologici e comportamentali, meno inclini a soffrire di disturbi dell'umore, ansia e depressione. Non solo questi animali potrebbero essere usati come modello di studio per molti disturbi dell'umore, concludono gli esperti, ma mettono anche in luce il fatto che PKCI/HINT1 ha un ruolo chiave nel controllo dell'umore.(ANSA).
TRAPIANTO DI STAMINALI RENDE TOPI PIÙ INTELLIGENTI - In un altro esperimento, condotto questa volta da Charles Limoli dell'università di Irvine e pubblicato sulla rivista dell'Accademia Americana delle Scienze (Pnas), un trapianto di cellule staminali nel cervello ha reso invece alcuni topini più «intelligenti», migliorando di fatto in soli quattro mesi le loro capacità cognitive altrimenti compromesse dalle terapie cui erano stati sottoposti contro il tumore al cervello. Le cellule staminali trapiantate sono migrate spontaneamente verso la regione del cervello deputata a fornire nuovi neuroni e hanno «rimesso in sesto» le funzioni cognitive dei topolini, salvandoli dall'inevitabile declino cognitivo dovuto alla radioterapia cui erano stati precedentemente sottoposti.

RADIOTERAPIA - I tumori al cervello sono molto difficili da trattare perchè la dose di radioterapia efficace può non essere ben tollerata e andare a danneggiare parti del cervello limitrofe al tumore. Il paziente, quindi, può vedere inevitabilmente compromesse le sue capacità cognitive dopo una cura radioterapica e quindi la sua qualità di vita, per cui, spiega Limoli, ogni trattamento che offra una potenziale soluzione è degno di essere studiato. Gli scienziati hanno studiato il declino cognitivo di topolini con tumore al cervello sottoposti a radioterapia. Ad alcuni animali hanno somministrato dopo la radioterapia cellule staminali embrionali; gli altri, usati come gruppo di controllo, non hanno ricevuto l'iniezione di cellule. Il risultato ottenuto è che le staminali trapiantate, migrando spontaneamente nella regione cerebrale che normalmente fornisce nuovi neuroni al cervello, hanno compensato gli inevitabili deficit cognitivi causati dall'invasività della radioterapia; il quadro delle loro funzioni cognitive, grazie al trapianto, è risultato del tutto comparabile a quello dei topolini normali. Gli animali non trattati, invece, sono andati inesorabilmente incontro a un crollo del 50% delle funzioni cognitive, conseguenza che che vivono i pazienti irradiati. «Con la ricerca futura le cellule staminali - conclude Limoli - potrebbero essere usate un giorno per trattare tutta una serie di condizioni dovute alla radioterapia».


SALUTE EUROPA

13 NOVEMBRE 2009

 

Dalla talpa senza pelo la chiave per comprendere come prevenire i tumori

 

Alcuni ricercatori americani sembrano aver compreso come l’eterocefalo glabro, o talpa senza pelo, riesca a difendersi dallo sviluppare i tumori. Questo piccolo roditore, infatti, è l’unico animale in natura, per quanto oggi se ne sa, che non sviluppa la malattia. In uno studio pubblicato su PNAS, il team guidato da Vera Gorbunova dell’Università di Rochester ha descritto che le cellule di questo mammifero esprimono un gene, denominato p16, che blocca la proliferazione delle cellule quando esse sono in soprannumero, prima che comincino a moltiplicarsi in maniera incontrollata. L’attività del gene p16 è talmente pronunciata che quando i ricercatori hanno mutato le cellule per indurre il tumore, la crescita delle cellule è mutata impercettibilmente, mentre, nel topo, le cellule diventano subito cancerose. La ricerca apre la strada all’approfondimento delle strategie per cercare di simulare nell’uomo l’attività del gene p16.
Fonte: Assobiotec/Newsletter.nsf/l2/ASSC-7XNL6H


AGI

13 NOVEMBRE 2009

 

RICERCA: RICERCA, DOPO MASTECTOMIA SENO PUO' RICRESCERE

 

Sydney - La notizia arriva dall'Australia e rappresenta una rivoluzione per tutte le donne che a causa di un tumore al seno hanno dovuto subire una mastectomia, totale o parziale: gli scienziati hanno sviluppato una tecnica chirurgica che permette di far ricrescere naturalmente il seno rimosso. Dopo le sperimentazioni sugli animali, coronate da successo, i primi test clinici dovrebbero iniziare fra tre-sei mesi. La procedura messa a punto dal Bernard O'Brien Institute of Microsurgery di Melbourne consiste nell'inserimento nel torace, sotto la pelle del petto, di una camera cava a forma di seno contenente un campione di tessuto grasso femminile. Un vaso sanguigno viene poi connesso al tessuto grasso, permettendogli di crescere e di riempire la cavita' in un periodo compreso tra i sei e gli otto mesi. Nel frattempo gli scienziati stanno anche lavorando sulla messa a punto di una camera biodegradabile, che, una volta riempita, si dissolverebbe. "Abbiamo testato questa tecnica su molti tipi di animali e il successo di tali test preclinici ci spinge ad essere fiduciosi e a pensare di poter passare alla sperimentazione sull'uomo", dichiara il dottor Phillip Marzella, a capo dell'istituto. "Nei prossimi tre-sei mesi daremo il via a un test pilota con cinque o sei donne solo per dimostrare che il corpo e' in grado di riprodurre il tessuto grasso del seno". Marzella ha detto che la tecnica si basa sulla funzione che porta il nostro organismo naturalmente a riempire i vuoti interni, ma che si puo' iniettare una sostanza gelatinosa per stimolare la crescita. Le donne che si sottoporranno all'esperimento hanno subito tutte una mastectomia totale o parziale. Per ora il test non portera' alla crescita di un seno intero ma solo di grasso nell'area cava, per dimostrare che la procedura e' praticabile. In futuro, si potra' pensare di far ricrescere l'intero seno ma anche altre parti del corpo danneggiate, secondo Marzella: "Speriamo di poter lavorare su altri organi usando lo stesso principio, una camera d'aria che protegge e contiene cellule che crescono e recuperano la loro normale funzione".

 
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