13 OTTOBRE  2009

CORRIERE DELLA SERA

12 OTTOBRE 2009

 

Molte anche le morti in incidenti di caccia e lungo strade e autostrade

Ogni anno in Italia uccisi 25 mila cani

La denuncia dell'Aidaa: battute di caccia ai randagi nelle regioni del Sud, polpette avvelenate in quelle del Nord

 

 

 

ROMA - Ogni anno in Italia vengono uccisi almeno 25 mila cani, tra randagi e di proprietà. Secondo l’Aidaa, a questi numeri vanno aggiunti gli almeno 5 mila cani che ogni anno rimangono vittime di incidenti di caccia, secondo i dati Federcaccia. La maggior parte dei randagi viene uccisa con bocconi avvelenati che da qualche mese sono proibite per legge, ma in alcune regioni del sud (dati di Calabria, Sicilia, Puglia e Lazio) diverse centinaia di cani randagi sarebbero stati eliminati a fucilate in vere e proprie battute di caccia organizzate, in alcuni casi, anche con il tacito consenso delle amministrazioni locali. I dati sono stati raccolti tra settembre 2008 e agosto 2009 e «vanno a sommarsi - dice Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa - agli oltre 750mila cani maltrattati e tenuti in condizioni di vita inadeguata».

POLPETTE AVVELENATE - Non mancano comunque episodi di abbattimento di gruppi di cani randagi anche al Nord, alcune segnalazioni ci sono giunte dal nord della Lombardia (Brescia-Bergamo e Sondrio), dal Veneto (Padova,Vicenza, Verona e Treviso) e dal Piemonte anche in questi casi il metodo preferito è quello dello spargimento di polpette avvelenate, che provocano agli animali una morte lenta ed atroce.

STRANGOLATI DAI PADRONI - Capitolo a parte per i circa 4 mila casi raccolti di cani di proprietà uccisi direttamente dai proprietari o in quanto anziani e abbattuti senza ausilio dell’eutanasia. Ci sono poi casi di atti di vero e proprio sadismo, scrive l’Aidaa, nei confronti di cani ammazzati attraverso strangolamento, o legati dietro ad automobili e fatti correre fino alla morte, o di cani seviziati dai proprietari e poi finiti a colpi di bastone. Nel corso del 2008 inoltre si sono verificati almeno tre casi di cani strangolati per mano dei propri padroni e di cinque cani di media taglia finiti attraversamento il sistema dello sgozzamento.

MORTE SULLE STRADE - Inoltre, riferisce l’Aidaa, almeno 800 cani sono morti ammazzati dalle automobili e dai camion sulle strade ed autostrade italiane nel corso dell’estate 2009 in quanto abbandonati dai loro proprietari, le regioni che vantano il maggior numero di cani vittime della strada sono Veneto, Lazio e Puglia. La pratica della mattanza dei cani randagi, secondo l’Aidaa, è «molto più vasta» rispetto ai numeri denunciati, in quanto sono molteplici le segnalazioni che giungono dal sud, ma anche da alcune regioni del centro Italia. «Migliaia di cani» tenuti in canili e rifugi «controllati dalla malavita» sarebbero stati soppressi «ma la loro morte non sarebbe segnalata in quanto continuando a risultare ospiti dei canili la malavita che gestisce queste strutture, ed in Italia sono almeno duecento - conclude Croce - intascano migliaia di euro al mese dagli enti locali per il mantenimento di cani che in realtà sono morti».


IL QUADERNO

13 OTTOBRE 2009

 

Cattura illegale di cardellini: la Forestale scopre bracconieri che riescono a scappare

 

Benevento - Sabato scorso gli uomini del Comando Stazione Forestale di Benevento, durante un servizio finalizzato alla repressione del bracconaggio, alla località Olivola, hanno sorpreso in flagranza alcune persone intente a esercitare la pratica illegale della “uccellagione” per la cattura di cardellini, uccelli facenti parte di specie protetta in via di estinzione.

I bracconieri, alla vista degli agenti forestali, si sono dati alla fuga facendo perdere le loro tracce ma lasciando sul posto una grossa rete a scatto, di nylon, e una gabbia contenente 29 cardellini. Il materiale rinvenuto è stato immediatamente sequestrato e consegnato alla locale Autorità Giudiziaria. I 29 cardellini, invece, sono stati prontamente liberati sul posto, cosi’ come previsto dalle norme vigenti. Continuano le indagini per risalire agli abusivi uccellatori.


LA NUOVA VENEZIA

13 OTTOBRE 2009

 

Hanno fatto ritrovare «Wisky». Morto

 

di Gian Piero del Gallo

 

CINTO (VE). Il loro cane Wisky, un incrocio Labrador dolce ed affettuoso, nonostante la sua stazza, lo avevano cercato ovunque, avevano promesso anche una ricompensa di 5.000 euro. Purtroppo qualcuno glielo ha fatto ritrovare morto ieri nel fosso davanti casa.  «Quel fosso lo avevamo perlustrato in lungo ed in largo», dice con amarezza Benedetta Cabas, mamma di Gian Matteo, il padrone del cane, «nessuno di noi aveva notato nulla nei giorni successivi alla scomparsa di Wisky, avvenuta il 4 ottobre, eppure oltre 10 persone si sono alternate nella ricerca specie nelle immediate vicinanze della nostra casa. E quel fosso è il primo posto dove siamo andati a cercare. Un’altra cosa strana è che la telefonata per comunicarmi che il cane che era nel fosso avrebbe potuto essere il mio, mi è arrivata durante il violento temporale di ieri mattina da un signore che girava in bicicletta».  Con una comprensibile angoscia, madre e figlio si sono recati subito sul posto appena fuori dalla loro abitazione, hanno visto l’animale morto ma non potevano essere sicuri che fosse il loro Wisky in quanto la testa non era visibile perché sott’acqua. La signora ha allora avvertito il servizio dell’Asl cui peraltro si era rivolta fin dalla scomparsa del cane, affinché con i loro addetti procedessero al recupero e quindi al successivo riconoscimento. Ieri pomeriggio verso le 15, l’intervento del servizio veterinario ha recuperato la carcasse della povera bestia che stranamente presentava un grosso foro al fianco che ha lasciato interdetta la proprietaria del cane.  «Per me e per le persone che l’hanno tirato fuori Wisky non è morto qui, ma è stato portato qualche giorno dopo - dice con amarezza Benedetta Cabas - sulla strada non ci sono tracce di frenata, nessuno ha visto o sentito nulla, nessuno ha chiamato per denunciare un investimento del cane che dato il suo peso dovrebbe aver causato anche seri danni all’auto investitrice, se così fosse stato, invito il proprietario a farsi vivo. E chiunque lo avrebbe fatto dato che dovrei rifondere i danni. Secondo me perciò il cane è stato ucciso altrove e poi portato qui. Ho qualche sospetto perché, amando gli animali ed avendo per questo numerosi cani e gatti nel mio giardino, posso aver suscitato qualche antipatia da parte di persone che non la pensano come me, però prendersela con un cane affettuoso è davvero una cosa ignobile».


CORRIERE DI VITERBO
13 OTTOBRE 2009
 
Avvelenati sei cani, indaga la Procura.
Stragi tra il 22 settembre e il 9 ottobre a Vasanello, in località Fontana antica.
 
Vasanello (VT) - Allarme e paura a Vasanello, dopo una serie di stragi di cani - non tutte denunciate - che, dal 22 settembre a oggi, sono costati la vita ad almeno sei esemplari, cinque pastori tedeschi e un dobermann. Il 22, in località Fontana vecchia, sono stati “eliminati” un dobermann e un pastore tedesco, appartenenti a due padroni diversi. Nella notte del 9 ottobre, al padrone del pastore, sono stati uccisi altrui tre pastori tedeschi: in pratica, è stata sterminata un’intera famigliae di cani. Che, per la precisione, era composta da un marchio di sei anni, da una femmina di tre, e da due cucciole, una di un anno e sei mesi (quella che è stata uccisa il22) e una di un anno. Il veterinario, che è stato avvisato, ha subito ravvisato, a un primo esame, i segni classici ddell’avvelenamento. Le carcasse, prelevate, sono state portate, nella tarda mattinata di ieri, all’Istituto zooprofilattico. Dovranno essere effettuate le autopsie: il quesito, infatti, è se, per eliminere i cani, siano stati usati metaldeide, fosforo di zinco o anticoagulanti. Una nuova normativa, entrata in vigore nel dicembre del 2208, impone ai veterinari dell’Istiotuto zooprofilattico di avvisare la Procura. In particolare, sono i chimici dell’Istituto, quelli che, con le loro analisi, verificano la presenza del veleno, a inviare le loro informative in Procura. Un segnale, questo, che le stragi degli animali, per il loro reiterarsi, costituiscono, ormai, un fenomeno sociale, e che il sentimento di pietà verso gli animali merita, da parte degli inquirenti, una più intensa tutela. Insomma, quello che prima, se arrivava in Procura, era destinato a giacere per lungo tempo, adesso, con la nuova normativa, forma oggetto dell’apertura di veri e propri procedimenti in grande stile. I cani uccisi, per la cronaca, si trovano tutti al di là di una recinzione, che arriva a delimitare due ettari di terreno. Della cosa, sono stati avvisati i carabinieri. Si aspetta che, dalle autopsie, arrivino conferme alle prime ipotesi, per far scattare le indagini. Il primo responso, quello del veterinario, lascia, come detto, scarso margine ai dubbi. Si tratta di cercare di capire chi, e per quale ragione, abbia avuto interesse a disfarsi degli animali. Va aggiunto che, oltre al caso di Vasanello, ce ne sono molti altri. Nessun quadrante della provincia, secondo i primi riscontri investigativi, appare esente dal fenomeno. Qualche tempo fa, a Oriolo Romano, era toccato a una gatta, incinta, d’essere uccisa con un colpo di fucile. Avevano indagato i carabinieri.

LA REPUBBLICA

13 OTTOBRE 2009

 

Al Velodromo le polpette avvelenate contro i cani

Gesto di un singolo, probabilmente disturbato dalle bestie a passeggio senza guinzaglio e museruola

 

Carlo Gulotta

 

Bologna - Ne ha già fatti fuori tre: un pastore abruzzese e due meticci. Uno è spirato in pochi secondi, a quanto sembra dopo aver semplicemente annusato la polpetta al veleno. Ma c´è chi parla anche di un altro cane ammazzato e di un gatto scampato per un soffio alla morte, grazie alla prontezza del veterinario. Un killer dei cani s´aggira nel parco del Velodromo, all´angolo fra via Piave e Pasubio: la gente è spaventata e ieri, sui tronchi degli alberi, sono spuntati decine di volantini per segnalare il pericolo. Già avvertiti i vigili urbani, che incrociano senza divisa nel giardino nella speranza di individuare il killer degli animali. Un solitario, probabilmente, che odia gli animali e forse, a modo suo, vorrebbe "proteggere" i bambini: le esche al veleno che hanno ucciso due cani martedì scorso e un altro nel fine settimana sono state collocate sotto la stessa panchina, a pochi metri dai giochi per i più piccini. Rischi altissimi, insomma. C´è chi dice che l´avvelenatore, molto probabilmente qualcuno che abita nella zona, agisce così per protestare contro chi porta il cane a passeggio nel giardino di sera, senza guinzaglio e museruola. «Qui attorno - racconta una ragazzina che stringe fra le braccia un piccolo maltese, nel timore che anche lui possa incappare in una polpetta alla stricnina nascosta nell´erba - c´è gente arrabbiata con noi. Ma non si rendono conto che comportandosi così rischiano di fare del male a tutti i frequentatori del parco. Cosa potrebbe succedere se un bambino raccogliesse le esche da terra e se le mettesse in bocca?». Il tam tam ha fatto il giro del quartiere, al negozio di toelettatura "Amici pelosi" continuano ad arrivare segnalazioni e gli autori dei volantini, oltre ad invitare a fare attenzione, esortano a segnalare ogni circostanza sospetta ai vigili di zona (la sede di quelli del quartiere Porto è proprio in via Pasubio) e al Caffè dei Giardini, pregando di lasciare i propri dati a disposizione.


IL GAZZETTINO

13 OTTOBRE 2009

 

Cavallo arabo morto di stenti Allevatori assolti dal giudice

 

VITTORIO VENETO (TV) - Assolti perché il fatto non sussiste i due famigliari accusati di avere procurato la morte di un cavallo arabo bianco. Al termine di un’udienza carica di tensione, con il giudice Angelo Mascolo che ha chiesto l’intervento del carabiniere di servizio per calmare l’imputato Nicolò Varaschin, quest’ultimo e suo figlio Sandro, imprenditori agricoli conosciuti a Vittorio Veneto, sono stati scagionati dall’accusa di avere portato alla morte, in concorso, un cavallo arabo bianco di proprietà, custodito a Tarzo. Secondo l’accusa i due non avrebbero curato a dovere il cavallo, sul corpo del quale furono riscontrate ferite, che soffriva di artrosi avanzata che gli avrebbe impedito di muoversi bene, alimentarsi e abbeverarsi. A dare il via al procedimento la segnalazione di una vicina dei Varaschin ad Adriano De Stefano dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa), ieri parte civile nel processo di cui è stato teste chiave il veterinario Antonio Miatto. Il professionista dell’Usl 7 ha detto che il problema all’articolazione tibio – tarsica del cavallo non poteva essere curato: l’animale (deceduto dopo essere stato trasferito da Tarzo ad altro allevamento) poteva salvarsi solo intervenendo all’inizio della malattia. Ascoltata la deposizione di Miatto, il giudice ha escluso gli altri testimoni in lista e assolto i due Varaschin, festeggiati dai rappresentanti dell’Associazione per la difesa dei cittadini presenti in aula. L’Enpa ha preannunciato ricorso in appello. Sandro Varaschin è stato assolto anche dall’accusa di non avere ottemperato a un’ordinanza del sindaco per tutelare la salute degli altri cavalli che deteneva.


LA TRIBUNA DI TREVISO

13 OTTOBRE 2009

 

Morì il loro cavallo: padre e figlio assolti

 

TARZO (TV). Padre e figlio sono stati assolti dall’accusa di aver provocato la morte del loro cavallo. Ieri mattina nel tribunale di Conegliano si è tenuto il procedimento che vedeva imputati Nicolò Varaschin, 58 anni, e Sandro, 38 anni.  I due erano accusati di aver cagionato la morte di un cavallo arabo, omettendo di curarlo, medicarlo e accudirlo nonostante le gravi condizioni di salute dell’animale, che aveva un taglio allo stinco e un avanzato stato artrosico che gli impediva di deambulare, alimentarsi e abbeverarsi adeguatamente.  Il giudice Angelo Mascolo nell’udienza di ieri mattina, nell’aula del tribunale di Conegliano, in piazzale Beccaria, li ha assolti perchè - dice il dispositivo della sentenza - il fatto non sussiste. L’Ente nazionale protezione animali, rappresentata da Adriano De Stefani, si era costituito parte civile, chiedendo risarcimento nell’eventuale condanna.  Ieri mattina il giudice ha chiamato a testimoniare anche un veterinario del servizio dell’Usl 7


SANREMO NEWS

13 OTTOBRE 2009

 

Cuccioli abbandonati a Vallecrosia (IM): intervento della LNDC

 

Vallecrosia (IM) - La Lega Nazionale per la Difesa del Cane attraverso il servizio instaurato già da alcuni anni, ovvero la Reperibilità Veterinaria 24 ore su 24, ha funzionato da punto di riferimento alla nobile azione compiuta dai Carabinieri della Radiomobile di Bordighera che hanno salvato e prestato le prime cure a due cuccioli di cane gettati in un bidone della spazzatura.
La Dottoressa Viale Valeria dello Studio Veterinario Ferrari-Marcenaro, in qualità di Veterinario di turno, ha prestato le cure necessarie comprese un difficile allattameto in quanto i cuccioli erano appena nati. "Sia il cittadino di Vallecrosia Alta - scrive la Lega del Cane - sia i Carabinieri intervenuti hanno dimostrato un grande senso di civiltà e sensibilità. Una grande sensibilità, inoltre, è stata dimostrata dalla signora Fabiana Ciricosta di Vallecrosia che ha accolto questi cuccioli a casa sua per procedere allo svezzamento. La nostra Associazione ringrazia sentitamente la signora per il gesto di amore dimostrato".Si svolgeranno intense ricerche per risalire a colui che ha commesso il deplorevole gesto di abbandono dei cuccioli nel bidone, dove sarebbero morti in maniera atroce se non fossero intervenute persone di cuore. WRicordiamo - termina la Lega - che il gesto di abbandono e maltrattamento incorre nelle sanzioni penali previste dalla Legge 189/2004, con una condanna fino a 12 mesi ed una ammenda fino a 15.000 euro. [...]


ASYLUM

13 OTTOBRE 2009

 

BUTTA DUE CANI DAL CAVALCAVIA, UNO MUORE SUL COLPO

 

Due cani sono stati lanciati da un cavalcavia a Springfield, nel Missouri. Uno è morto sul colpo, mentre l'altro è stato salvato dalla protezione animali e lotta per la vita. Dover, questo il nome col quale è stato ribattezzato, deve riprendersi da una zampa rotta e dalle ferite al muso. Inoltre, cadendo giù, si è morso via un pezzo della lingua. Il ritrovamento dei due cani risale al 12 settembre scorso. Sotto ad un cavalcavia, è stato trovato il cadavere di uno dei due, su una roccia. Aveva il cranio fracassato. Accanto a lui c'era Dover, visibilmente impaurito e ferito. La protezione animali lo ha raccolto e gli ha prestato le cure del caso. Adesso lo cureranno fino a quando non sarà pronto per essere adottato. "La cosa peggiore con questi animali - dice la responsabile del centro che ha preso in cura Dover - è quando devono ricevere l'iniezione letale, dopo gli abusi subiti. Queste creature non hanno potuto conoscere la bontà degli uomini". E' stata anche fissata una taglia da mille dollari, per chiunque sia in grado di fornire informazioni utili a risalire all'autore di questo ennesimo atto di crudeltà animale."Una persona del genere va trovata: è una minaccia per la società", spiegano dal centro. "Dietro ad un abuso di questo tipo - aggiungono gli esperti - c'è una storia di molestie verso i figli ma anche verso gli adulti", sottolinea un investigatore. Dall'inizio dell'anno, questo è il 967esimo caso di violenza su animali soltanto nello Stato del Missouri.


IL MESSAGGERO

13 OTTOBRE 2009

 

L’amore per gli animali

 

Sono un pensionato che ha sempre avuto, in vita sua, dei cani. E sono sempre più convinto che le persone che non amano gli animali, come si dice, non amano neanche i cristiani. Per questo mi ha fatto specie leggere sul vostro giornale della multa che volevano fare a una signora con il suo piccolo cane nella borsetta. Un mondo dove gli animali amici dell’uomo siano trattati bene è un mondo migliore. Date retta alla mia esperienza.
Un pensionato amico dei cani Spoleto


IL SECOLO XIX

13 OTTOBRE 2009

 

Cavalli abbattuti, proprietario accusa: «Beghe sui pascoli»

 

Provincia di Genova - «Chi ha ucciso la mia cavalla e l’altro esemplare lo ha una questione difatto perché evidentemente gli animali davano fastidio. È pascoli, ma adesso hanno davvero esagerato» Franco Fulle è un allevatore di Rezzoaglio ed è il padrone della cavalla avelignese trovata morta venerdì alla Malga di Perlezzi, nel territorio comunale di Borzonasca. «Sono andato a controllare, quell’animale, era uno dei miei. Gli altri, sei o sette, li ho portati via. Non mi fido, ho paura che possano fare la stessa fine - dice Franco - Il maschio rinvenuto lunedì invece non so a chi appartenga».Nel frattempo, la “taglia” promessa a chiunque fornirà indicazioni utili a identificare il killer dei cavalli è salita a duemila euro, grazie alla disponibilità di un donatore che preferisce restare anonimo. Subito dopo la scoperta dei due abbattimenti, le associazioni “Un cavallo per amico”, “Natura cavallo”, l’Enpa e il Wwf avevano messo a disposizione 1500 euro come ricompensa. Ora però, la cifra è aumentata. Allo stesso modo s’è impennato il numero di appassionati ed amanti che hanno contatto l’esperto di cavalli Enrico Bertozzi, promotore dell’inizitiva “Adotta un cavallo”: «L’ideale per risolvere il problema - spiega Bertozzi - sarebbe costruire recinzioni alte sul monte Aiona. Penso invece all’adozione come un estremo rimedio. Intanto però, ho ricevuto chiamate da decine di persone interessate a prendersi cura dei cavalli allo stato brado nell’entroterra del Levante». Dal canto suo, Paola Marinari, della Onlus “Un cavallo per amico”, ha voluto precisare che le due associazioni “Un cavallo per amico” e “Natura a cavallo” non sono enti animalisti ma si occupano di riabilitazione equestre (ippoterapia) turismo equestre. Enpa e Wwf ci hanno affiancato nell’iniziativa di promettere una ricompensa a chi vorrà aiutare i carabinieri nelle indagini». Ecco, le indagini. Quelle all’apparenza, sono a un punto morto. Si sa che i due cavalli sono stati uccisi domenica con pallini da caccia esplosi utilizzando lo stesso fucile. Ma sul movente, nessuno tra gli inquirenti si sbilancia. «Ho sentito che qualcuno s’è lamentato dei danni provocati dai cavalli - dice ancora il proprietario della cavalla uccisa, Franco Fulle - ma sono tutte sciocchezze. I mieri esemplari sono lasciati al pascolo a una quota superiore ai 1300 metri e non hanno mai invaso alcun campo. D’inverno poi, li porto a Rezzoaglio. Quindi, evidentemente, sull’Aiona c’è chi non vuole che animali provenienti da altri Comuni vadano a pascolare in valle Sturla. In passato non ho mai avuto problemi, magari qualche discussione, ma nulla di più. Figurarsi poi, simili episodi. Chi ha sparato, ha esagerato. I cavalli sull’Aiona non danno fastidio a nessuno, ce ne saranno un centinaio e c’è spazio a disposizione per tutti».


CITTA' DELLA SPEZIA

13 OTTOBRE 2009

 

Animali maltrattati e sequestrati, uomo segnalato all'autorità giudiziaria

 

 

La Spezia. A seguito di una segnalazione confidenziale, personale del Nucleo operativo CITES della Spezia (ordinariamente preposto al controllo del commercio delle specie animali e vegetali in pericolo di estinzione), con il supporto del personale del Comando stazione del Corpo Forestale di Brugnato, è intervenuto in un appartamento del centro cittadino, nella zona di Mazzetta, dove era stata segnalata la presenza di numerosi animali tenuti in cattive condizioni e in uno stato di degrado. Dopo aver individuato il proprietario degli animali e averlo convinto della necessità di rendere accessibile l’appartamento per la dovuta ispezione, il personale C.F.S. ha dovuto constatare, con sorpresa, che l’uomo condivideva l’abitazione con 8 gatti, 7 furetti, 4 cincillà e 7 conigli.
Gli unici animali non in gabbia erano i gatti, i quali, però, erano stati lasciati liberi anche di lasciare le loro deiezioni in ogni parte della casa, dalla quale, infatti, proveniva un fortissimo odore poco piacevole. Gli altri animali erano custoditi in piccole gabbie, per lo più senza acqua, accatastate in una stanza buia con le finestre e le persiane chiuse. Tutti gli animali sono stati sequestrati e saranno avviati presso strutture idonee. L’uomo è stato segnalato all’autorità giudiziaria per il reato di maltrattamento di animali ai sensi dell’art. 544 ter del codice penale. All’operazione ha costantemente partecipato e collaborato la dott.ssa Antonietta Zarrelli, responsabile del Servizio tutela animali del Comune della Spezia.


SESTO POTERE

13 OTTOBRE 2009

 

Operazione forestale: sequestrati animali rari importati illegalmente in Italia

 

San Marino - La scorsa settimana il Servizio CITES Territoriale del Corpo forestale dello Stato di Macerata, unitamente al Comando Stazione Forestale di Macerata Feltria (PU) ha sequestrato tre esemplari vivi di Boa Constrictor importati illegalmente in Italia. Gli animali, della lunghezza ciascuno di circa m.1,50, erano all’interno di una abitazione privata, allevati in una teca di cristallo. I rettili erano stati importati dalla Repubblica di San Marino, paese extracomunitario, senza la prevista licenza di importazione. La normativa vigente prevede, oltre ad una sanzione penale, anche la confisca degli animali e pertanto è stato effettuato il loro sequestro e l’affidamento in custodia giudiziaria ad una struttura idonea in attesa dell’esito del procedimento penale.


IL GAZZTTINO

13 OTTOBRE 2009

 

Ladri in allevamento Rubati venti leprotti

 

Luciano Beltramini

 

CAERANO SAN MARCO (TV) - Furto di 20 lepri in un allevamento autorizzato in via Moresca.Il danno subito dall'allevatore, Angelo Bandiera, personaggio molto noto in paese, è di circa 3.000 euro. Pensionato, allevatore e molo sensibile ai problemi ecologici del territorio, Bandiera, che è anche cacciatore esprime tutto il suo rammarico per quanto avvenuto nei giorni scorsi. «Sono profondamente rammaricato - commenta l’allevatore - per quanto mi è accaduto. Nonostante la recinzione rinforzata e la corrente elettrica sistemata lungo l’intero perimetro, i ladri sono riusciti a rubare 20 lepri di circa 9 mesi». Lasciate libere al pascolo le lepri, che servivano per il ripopolamento dopo la fine della stagione della caccia, sono state rubate con una certa destrezza. «È un brutto gesto, anche perchè è avvenuto all'interno degli ambienti della caccia. Evidentemente qualche cacciatore con scarso senso della mira ha preferito scegliersi la cacciagione in maniera fraudolenta».Per rubare gli animali, dopo aver forzato la recinzione, i ladri hanno usato quasi sicuramente delle reti che non hanno dato la possibilità agli animali di sottrarsi. «Alcuni sospetti su chi possano essere gli autori io li avrei - spiega Angelo Bandiera - e ho denunciato il fatto ai carabinieri di Montebelluna. Nel frattempo ho già chiamato un tecnico per installare un antifurto perimetrale. Spero moltissimo nella collaborazione dei colleghi cacciatori per poter risalire ai ladri».


LA PROVINCIA PAVESE

13 OTTOBRE 2009

 

Cava Manara, investe un daino che finisce contro i carabinieri

 

CAVA MANARA (PV).  Curioso incidente, per fortuna senza gravi conseguenze per le persone, sulla strada provinciale che da Cava Manara porta verso Zinasco. Una daino è finito contro un’automobile dei carabinieri e un militare è rimasto lievemente ferito. Per lui solo lievi contusioni: guarirà in pochi giorni. Il daino è rimasto ucciso a seguito dell’impatto.  L’incidente stradale è avvenuto domenica mattina verso le 10.30 all’altezza della località Spessa. Un daino, ci sono diversi esemplari nelle campagne della zona, è uscito all’improvviso da un boschetto e ha attraversato la strada mentre arrivava un’automobile guidata da un uomo che abita a Zinasco. Quest’ultimo ha toccato l’animale che è finito dalla parte opposta della carreggiata mentre stava arrivando un’automobile dei carabinieri della stazione di Gropello Cairoli. Il conducente non è riuscito a evitare lo scontro e il daino è stato centrato in pieno dall’auto militare che, per fortuna, stava procedendo lentamente.  I carabinieri e il conducente dell’altra vettura sono scesi ma per l’animale non c’era niente da fare. Un militare ha invece riportato una leggera contusione ed è stato accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale San Matteo. Non è la prima volta che gli animali provocano incidenti sulle strade pavesi.


CORRIERE DELLA SERA

13 OTTOBRE 2009

 

Il grande ritorno della pelliccia

 

Caro Beppe,
sono rimasta piuttosto stupita leggendo un trafiletto sul 'Corriere' in cui si preannunciava l'uscita, per l'indomani, del 'Corriere moda' in cui si esaltava, tra le altre cose "il grande ritorno della pelle e della pelliccia". Non rendersi conto che la pelliccia non è un semplice capo di abbigliamento, ma la più bieca delle mercificazioni degli esseri viventi, ossia quella fatta per soddisfare la vanità umana, è secondo me un macroscopico errore di marketing. La gente sta cambiando, si sta sensibilizzando, si sta interrogando su numerose questioni etiche, complici i numerosi filmati sugli animali orrendamente scannati vivi in Cina, ma anche molto più vicino a noi, che girano in Rete. Insomma, è ora di fare due conti: considerando che la vendita delle pellicce sta calando inesorabilmente, mentre cresce la sensibilità e il rispetto verso la vita tutta, non sarebbe il caso, finalmente, di accontentare noi che abbiamo un cuore e lasciare a bocca asciutta i figli del consumismo spietato?
Giuliana Montella


IL CENTRO

13 OTTOBRE 2009

 

Gli animali arrivano a palazzo È la pet therapy per i disabili

 

MONTESILVANO (PE). La Pet therapy in aiuto dei disabili. Il comune di Montesilvano sarà il primo, in tutto l’Abruzzo, a sperimentare la terapia dolce che si basa sull’interazione uomo-animale. Il progetto è rivolto ad adulti e minori del territorio ed è gestito dall’equipe della cooperativa sociale Diapason onlus. La presentazione oggi alle ore 10.30 nella sala consiliare.  L’iniziativa si fonda sull’idea che prendersi cura di un animale possa presentare importanti benefici emozionali, cognitivi, formativi, assistenziali e terapeutici. Sono state definite quattro aree di intervento, in base al tipo di problematiche manifestato dai singoli utenti (autocontrollo e gestione delle emozioni; capacità di attenzione; espressione verbale e capacità di costruire relazioni con gli altri). Trenta disabili si divideranno in due gruppi. Il progetto è stato finanziato dalla presidenza del Consiglio comunale nella persona di Valter Cozzi , oggi assessore alle Politiche sociali della Provincia di Pescara, con l’ausilio dell’ufficio Disabili e dell’azienda dei servizi sociali. Montesilvano è il primo ente in Abruzzo che sperimenta questo tipo di intervento. Il prossimo comune sarà Città Sant’Angelo. I corsi si terranno dal 20 ottobre al 15 dicembre, ogni martedì dalle 16 alle 17 per gli adulti e dalle 17.30 alle 18.30 per i minori. Le iscrizioni si effettueranno dal 14 al 19 ottobre all’ufficio disabili del Municipio. Per presentare la domanda è necessario essere residenti a Montesilvano ed essere disabili gravi o invalidi al 100 per cento con accompagnamento.


LA NUOVA VENEZIA

13 OTTOBRE 2009

 

Giù le mani dagli animali del parco Nuove Gemme

 

SPINEA (VE). «Giù le mani dagli animali del parco». Minoranze e animalisti sono sul piede di guerra dopo che il Comune ha annunciato di voler trasferire gli animali dal parco Nuove Gemme per dare il via a una derattizzazione senza precedenti. E’ l’associazione animalista «Egris&Co» a far quadrato attorno a daini, caprette e cigni del parco, che saranno presto caricati in gabbie e trasferiti in una struttura per disabili di Chirignago dove saranno utilizzati per la «pet therapy». «Una scelta sbagliata - afferma la presidente Antonella Chiavalin - gli animali al Nuove Gemme sono prima di tutto un investimento: il Comune dovrebbe puntare su questa presenza per educare i cittadini alla convivenza e a come comportarsi nei loro confronti». Via i topi dunque, ma poi gli animali tornino la loro posto. «E in condizioni migliori di quelle attuali - aggiunge Chiavalin - vanno seguiti meglio, con attenzioni particolari e con un occhio al comportamento dei visitatori, che devono imparare a non essere solamente distributori incontrollati di cibo». Contrario all’addio degli animali anche Mauro Armelao, del Pdl. «Non vorrei che quello dei topi fosse un pretesto per far dei tagli alle spese che la cura degli animali inevitabilmente richiede» afferma il consigliere, che ne fa prima di tutto una questione educativa. «Giusto fare una radicale derattizzazione - sostiene - soprattutto dopo le ripetute segnalazioni di mamme preoccupate, ma un parco pubblico senza animali, che sono la prima attrazione, mi sembra un’assurdità. Ormai i nostri bambini vedono gli animali solo nelle foto dei libri di scuola, togliere l’opportunità di vederne qualcuno dal vivo non è istruttivo». Secondo Armelao vale di più proporre una massiccia campagna di sensibilizzazione dei cittadini, per educarli al rispetto degli animali e al loro trattamento. «Chi frequenta il Nuove Gemme - spiega - deve aver ben chiaro che comportamento tenere, non si può dare da mangiare agli animali perché così si fa loro un torto. Perché il Comune non pensa a dei volantini informativi da far distribuire ai custodi all’interno del parco?».


IL RESTO DEL CARLINO
13 OTTOBRE 2009
 
Il caso Pluto House nel mirino
Ambientalisti denunciano le pessime condizioni del canile
 
Marisa Colibazzi
 
S. Elpidio a Mare (AP) - "Che ne è stato dal marzo 2007 ad oggi dei 600 cani ricoverati nel canile Pluto House? Secondo gli animalisti, ne sarebbero rimasti poco meno di 400 e molti di questi, soprattutto i più "anziani" e malaticci vivono in condizioni pietose.. Che fine faranno quando ci saranno le condizioni per il loro trasferimento nel canile comprensoriale, appena inaugurato, ma ancora da ultimare, a Villa Luciani di Montegranaro dove ne possono essere accolti "solo" 300?.- Sono i pressanti interrogativi che gli ambientalisti pongono ad amministratori, Asur, forze dell'ordine e magistratura, visto che da quando, nel 2007, il canile Pluto house è stato posto sotto sequestro, e affidato alla gestione Anta, è calato un silenzio assordante su questa struttura e sulla sorte dei cani. La prospettata possibilità di avere un canile comprensoriale per chiudere la fatiscente, indecorosa struttura Pluto House, aveva subito messo a tacere le polemiche e le coscienze. A preoccuparsi delle condizioni dei cani di Pluto House sono rimasti gli animalisti, Legambiente e alcuni fondatori del canile Pluto che stanno portando avanti praticamente inascoltati, una battaglia per riaccendere i riflettori sulla sorte dei cani.
L'inaugurazione del canile comprensoriale, costruito dall'Anta ha rinvigorito la battaglia degli animalisti che contestano il modo di operare di questa associazione a partire da una incongruenza sulla famosa irruzione nel canile Pluto da parte dei Nirda (Nucleo Investigativo per i reati a danno degli animali) assieme al presidente dell'Anta, il 12 marzo 2007.- L'Anta è stata riconosciuta nelle Marche nella sola sezione di Ancona il 24 aprile 2007, ma la gestione del canile sequestrato è stata subito affidata a una sezione di Civitanova non ancora iscritta e dunque non riconosciuta.- scrive P.C. in una lettera denuncia inviata ai sindaci del fermano e alle autorità territoriali.- Dopo il sequestro a dispetto delle promesse dell'Anta (container per custodire i cani, migliori condizioni igieniche e sanitarie, maggiore pulizia delle gabbie) le cose non sono andate meglio, tutt'altro e fin da subito sono stati ridotti ai cani il cibo e le cure. Così ancora oggi, molti sono deceduti, altri sono vistosamente denutriti e le ciotole del cibo e dell'acqua sono spesso vuote.- La lettera denuncia è infarcita di episodi anche gravi avvenuti nel canile. Precluso l'accesso ai volontari, può accedervi solo il personale dell'Asur. Non possono entrare neanche i Comuni che pagano quote per il mantenimento dei cani a loro carico. L'auspicio è che questa situazione venga affrontata e chiarita e che si vigili affinchè nel nuovo canile ci sia davvero vita nuova per i randagi.

IL MESSAGGERO

13 OTTOBRE 2009

 

I gatti hanno sette vite ma, a volte, anche tanti amici che li salvano dalle situazioni più incredibili

 

LUCIANO D’ARPINO

Frosinone - I gatti hanno sette vite ma, a volte, anche tanti amici che li salvano dalle situazioni più incredibili. Come quella capitata a Micio, il nome è di fantasia ma calza a pennello a un bel gatto randagio bianco e nero, che fino a qualche giorno fa scorazzava felice insieme ad un’altra decina di compagni dietro il palazzo del civico 100 di via Firenze. Una settimana fa il dramma, raccontato da Maurizio Cesari, preside in pensione, che alla fine l’ha salvato: «Dalla finestra ho notato che Micio si aggirava con una specie di scafandro in testa. In pratica aveva infilato la testa, o gliela avevano infilata a forza, nel fondo di una bottiglia di plastica tagliata. Con quel “coso” era dunque impossibilitato a mangiare e bere. Ho subito chiamato i vigili del fuoco che sono arrivati per ben due volte ma non sono riusciti a catturarlo perché lui, ovviamente, fuggiva. La stessa cosa aveva fatto la mia vicina, Aurora Ricucci, ma inutilmente».
Micio sembrava destinato a morte sicura, dunque, fino a quando non è intervenuta la figlia della vicina di casa, che è anche veterinaria: «Prima Alessandra è venuta con retino - racconta ancora il preside - per cercare di catturare il gatto, poi ha desistito e ha fatto intervenire un operatore specializzato. Questi è arrivato e con una pistola ha sparato dal nostro balcone una siringa anestetica: al quarto colpo Micio è stato colpito, immobilizzato e curato. Gli è stato tolto lo scafandro-bottiglia e ora si sta già riprendendo. Non appena lo vedremo di nuovo vispo, lo lasceremo libero di tornare con la sua banda dietro al nostro palazzo».
«Sono un lettore del Messaggero da sempre - ha concluso il preside - e ho deciso di chiamarvi proprio perché l’altro giorno ho letto quella bruttissima storia dell’anziana che aveva ammazzato un gatto perché la infastidiva. Ecco ho voluto far sapere a tutti che vi sono anche tante persone che i gatti li amano e fanno di tutto per farli continuare a vivere».


ASCA

13 OTTOBRE 2009

 

ANIMALI: NAS, IN UN ANNO ACCERTATE 972 INFRAZIONI, 457 DENUNCIATI

 

Roma - Nel periodo luglio 2008 - settembre 2009, i Nas hanno svolto un servizio di controllo in campo nazionale sul benessere degli animali d'affezione e la lotta al randagismo.
In questo periodo sono state effettuate 1.526 ispezioni dalle quali sono state accertate 972 infrazioni: 255 infrazioni di natura penale (ad es. cani detenuti in condizioni tali da non garantire la loro incolumita' e benessere psico-fisico, falsificazione di modelli relativi all'anagrafe canina, attivazione di strutture in carenza dell'autorizzazione allo smaltimento dei rifiuti, medicinali veterinari scaduti di validita', esercizio abusivo della professione sanitaria di medico veterinario, vendita di cani privi della documentazione di identificazione) e 717 infrazioni di natura amministrativa (ad es. inosservanza delle leggi regionali concernenti i requisiti minimi strutturali e di igiene, le autorizzazioni amministrative e sanitarie, l'iscrizione all'anagrafe canina). A seguito dell'accertamento di dette infrazioni, 134 persone sono state segnalate all'Autorita' Giudiziaria e 323 persone all'Autorita' Amministrativa. Le strutture di ricovero chiuse sono state 97 e i cani sequestrati sono stati 13.157.


ANSA AMBIENTE

13 OTTOBRE 2009

 

ANIMALI: RANDAGISMO; NAS,IN 3 MESI PIU' 13MILA CANI SEQUESTRATI

 

ROMA - In tre mesi 97 strutture chiuse e 13.157 cani sequestrati: questo il bilancio dei controlli effettuati dai Carabinieri del Nas nel periodo luglio-settembre 2009 nell'ambito delle operazioni in campo nazionale sul benessere degli animali d'affezione e lotta al randagismo. In tutto - e' stato reso nel corso di una conferenza stampa al ministero degli Esteri sulla legge di ratifica della Convenzione europea contro il traffico di cuccioli - da luglio a settembre sono state effettuate 1.526 ispezioni dalle quali sono state accertate 972 infrazioni: 255 di natura penale e 717 di natura amministrativa. Per quanto riguarda il penale, si tratta, tra l'altro, di cani detenuti in condizioni tali da non garantire loro incolumita' e benessere psico-fisico, falsificazione di modelli relativi all'anagrafe canina, medicinali scaduti, esercizio abusivo della professione veterinaria, vendita di cani privi della documentazione di identificazione. Per le infrazioni di tipo amministrativo si parla di inosservanza delle leggi regionali sui requisiti minimi strutturali e di igiene, dell' iscrizione all'anagrafe canina o alle autorizzazioni amministrative e sanitarie. A seguito dei controlli, sono state 457 le persone segnalate: 134 all'Autorita' giudiziaria e 323 a quella amministrativa.


ASCA

13 OTTOBRE 2009

 

ANIMALI: ANCHE IN ITALIA LINEA DURA, REATO TRAFFICO MA ANCHE TAGLIO CODA

 

Roma - ''Una grande alleanza con il Ministro Frattini e un forte impegno per porre fine al traffico vergognoso e illegale di cuccioli . Finalmente con l'approvazione del Ddl di ratifica della Convenzione Europea sulla protezione degli animali da compagnia il traffico illecito di cuccioli sara' reato ''. Cosi', il sottosegretario alla Salute Francesca Martini che oggi, insieme al Ministro degli Esteri Franco Frattini ha presentato il Disegno di Legge di ratifica della Convenzione Europea sulla protezione degli animali da compagnia.'' Avevamo fatto una promessa in questo senso diversi mesi fa e sono orgogliosa di poter dire che l'abbiamo mantenuta'', ha aggiunto.Il ddl e' stato approvato dal Consiglio dei Ministri del 2 ottobre scorso. Con questo atto normativo, oltre a ratificare la Convenzione del Consiglio d'Europa di Strasburgo emanata nel lontano 1987, sono state introdotte importanti modifiche al Codice Penale.In particolare, il taglio della coda, delle orecchie, e altre mutilazioni non motivate da esigenze terapeutiche, sono diventati reati penali attraverso la modifica dell'art. 544 ter del Codice Penale.Inoltre, e' stato introdotto il reato di traffico illecito di cani e gatti con un inasprimento delle pene in caso di cuccioli di eta' inferiori a otto settimane. Infine sono previste sanzioni anche per chiunque introduce nel territorio nazionale cani e gatti non identificati e sprovvisti di certificazione sanitaria cosi' come previsto dalla normativa vigente.L'Italia introduce legalmente annualmente diverse partite di cuccioli, destinati ai vari negozi di animali per la successiva commercializzazione, da Paesi comunitari quali, ad esempio, Ungheria Slovacchia, Repubblica Ceca e Polonia. Non vengono invece effettuate importazioni commerciali di cuccioli dai Paesi terzi.Gli scambi commerciali con i Paesi membri dell'Unione europea sono disciplinati da specifiche norme comunitarie che fissano concrete condizioni e le necessarie garanzie per tutelare la salute e il benessere degli animali.Le ditte che vogliono importare i cuccioli devono essere registrate presso gli Uffici veterinari per gli adempimenti comunitari (Uvac) e notificare preventivamente l'arrivo a destino degli animali alle Autorita' sanitarie.
Inoltre, anche lo Stato membro che spedisce gli animali comunica preventivamente alle Autorita' dello Stato destinatario, attraverso il sistema informatizzato TRACES, l'avvenuto rilascio della certificazione sanitaria per lo scambio commerciale: quanto appena delineato permette alle Autorita' veterinarie di poter predisporre controlli puntuali e mirati a destino.


ANSA AMBIENTE

13 OTTOBRE 2009

 

ANIMALI:MARTINI, DOPO 22 ANNI FRONTE COMUNE CONTRO TRAFFICI

 

ROMA - Se dopo 22 anni si e' arrivati alla ratifica delle norme contro il traffico illegale di cuccioli in Consiglio dei Ministri ''lo dobbiamo a una straordinaria sinergia di Governo. Oggi la compattezza e l'unione di intenti ci ha permesso di portare questo contributo di civilta'''. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, parlando alla Conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che si e' tenuta oggi alla Farnesina per illustrare la stretta contenuta nel disegno di legge approvato dal Cdm lo scorso 2 ottobre che recepisce la Convenzione di Strasburgo firmata dall'Italia il 13 novembre dell'87, e mai finora ratificata, contro i traffici illeciti di cani e gatti. Un ddl che introduce anche, ha ricordato Martini, ''sanzioni penali fondamentali contro le mutilazioni a soli scopi estetici, come il taglio della coda, delle orecchie, la recisione delle corde vocali, le estirpazioni di unghie e denti''. Ora dopo 22 anni ''la straordinaria sinergia'' ha permesso l'approvazione del ddl di ratifica della Convenzione europea la cui approvazione da parte del Parlamento ''prevede - ha concluso Martini - tempi brevissimi''.


CORRIERE DELLA SERA
13 OTTOBRE 2009
 
L'annuncio del ministro degli Esteri: «Basterà una sola seduta alla Camera e al Senato
Traffico di cuccioli, entro Natale la legge
Nuove norme contro il contrabbando di animali e contro pratiche quali la mutilazione di coda e orecchie
 
ROMA - Entro Natale l'Italia avrà la legge contro il traffico di cuccioli di cani e gatti. L'impegno è del ministro degli Esteri Franco Frattini che ha annunciato che il disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 2 ottobre scorso per la ratifica della Convenzione europea sulla protezione degli animali da compagnia «è stato iscritto come priorità per il Parlamento».
CORSIA PREFERENZIALE - «Ci siamo accordati già con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito - ha detto Frattini in una conferenza stampa alla Farnesina tenuta insieme al sottosegretario alla Salute Francesca Martini - per una corsia preferenziale per avere una legge entro Natale». Frattini ha riferito che trattandosi di una ratifica non comporta emendamenti e quindi basta una seduta alla Camera e una al Senato per alzata di mano per approvare questa legge che, ha sottolineato il titolare della Farnesina, oltre a stroncare il traffico di cuccioli prevede norme adeguatamente severe contro i maltrattamenti. Frattini ha quindi reso noto che organizzerà prima di Natale «un'azione coordinata con le ambasciate italiane nei paesi europei e in quelli del vicinato orientale, spesso paesi di origine di questo traffico e con gli ambasciatori in Italia di quei paesi per una collaborazione più forte e per aumentare la sensibilità sul tema». Il disegno di legge di ratifica riguarda una normativa dell'87 ma l'Italia, ha detto ancora Frattini, ha colto l'occasione per regolare con la dovuta severità su «pratiche inaccettabili e purtroppo diffuse» come il taglio della coda o delle orecchie o esperimenti di laboratorio.
LE RAZZE PIU' «TRAFFICATE» - Carlini, Pincher e Jack Russell. Ma anche West Highland, Beagle, Schitzu Yorshire, Bulldog Terrier e Chihuahua sono le razze più importate illegalmente nel nostro Paese, con un giro di affari che sfiora i 300 milioni di euro l'anno. Ma purtroppo - sottolinea la Lav - il 50% dei cuccioli vittime dei loro sfruttatori non sopravvive ai viaggi in scatole o bagagliai di macchine soprattutto dall'Est europeo. Troppi chilometri e troppo stress per loro, che se riescono ad arrivare in Italia sono comunque esposti al pericolo di malattie e infezioni. «Questo ddl - evidenzia Gianluca Felicetti, presidente della Lav, intervenuto alla conferenza stampa di presentazione delle nuove iniziative a difesa dei «pet» - introduce uno specifico reato penale di traffico clandestino organizzato di animali prevedendo la contestuale pena della reclusione e della multa, così come vengono codificate le fattispecie di introduzione e rivendita illecita. È la prima volta che un governo ha posto mano a uno strumento legislativo diretto, ratificando una convenzione per la quale eravamo rimasti ultimi nel Continente».
I NUOVI REATI E LE SANZIONI - Il ddl di ratifica della convenzione europea sulla protezione degli animali da compagnia consolida alcune disposizioni già vigenti e introduce alcune innovazioni. Ecco di seguito quali:
Divieto di mutilazioni. Vietati gli interventi chirurgici che modificano l'aspetto estetico dell'animale domestico o per altri fini non curativi. Previsto il carcere da tre a quindici mesi o la multa da 3mila a 18mila euro per il taglio della coda e delle orecchie, la resezione delle corde vocali, l'estirpazione delle unghie e dei denti, tranne nei casi in cui il veterinario considera l'intervento necessario all'animale o per impedirne la riproduzione.
Maltrattamenti. Chiunque sottopone un animale a sevizie, fatiche o lavori non sopportabili o gli somministra sostanze stupefacenti o vietate è punito con la reclusione a 15 mesi o con una multa da 3mila a 18mila euro.
Traffico illecito di animali da compagnia. Da tre mesi a un anno di carcere o multa da 3mila a 15mila euro per chi, per profitto, introduce nel territorio nazionale cani e gatti privi di sistemi per l'idenficazione e dei necessari certificati sanitari. Pena aumentata per gli animali con meno di otto mesi di vita.
Introduzione illecita di animali da compagnia. Salvo che il fatto costituisca reato, multa da 100 a 1.000 euro per ogni cane e gatto introdotto senza sistama di identificazione. pena aumentata per gli animali con meno di 8 mesi. Per il trasportatore o il titolare dell'azienda di trasposto: revoca derll'autorizzazione dopo 5 infrazioni in tre anni. Sospensione dopo 3 infrazioni in tre anni.

IL MESSAGGERO

13 OTTOBRE 2009

 

Rientra nella lotta per contrastare il grave fenomeno del randagismo

 

MONIA ANGELUCCI

RIETI - Rientra nella lotta per contrastare il grave fenomeno del randagismo l’iniziativa promossa dalla Regione, in collaborazione con gli ordini professionali veterinari di tutto il Lazio, per diffondere ed incrementare la pratica dell’iscrizione all’anagrafe canina da parte dei proprietari dei cani. “Metti al sicuro il tuo cane” è lo slogan scelto per accompagnare la campagna che è stata avviata per sensibilizzare i proprietari a sottoporre i loro cani all’applicazione del microchip per l’iscrizione all’anagrafe canina: l’unico strumento per stimare la popolazione canina presente sul territorio regionale (ad oggi risultano iscritti circa 250mila cani, ndr), nonché quello più idoneo per garantire i diritti di proprietà e le responsabilità connesse. Nonostante la legge imponga l’obbligo al possessore di un cane di provvedere alla registrazione dell’animale (l’iscrizione degli animali deve essere effettuata entro i due mesi di vita o comunque entro trenta giorni dal possesso se l’animale ha più di due mesi, ndr) «purtroppo ancora oggi la maggior parte dei cani di proprietà non è registrato e questo rende impossibile, in caso di smarrimento o abbandono, effettuare la lettura del microchip inoculato e quindi procedere all’identificazione dell’animale e del suo proprietario», spiega il dottor Dino Cesare Lafiandra del servizio veterinario della Asl e vicepresidente dei veterinari di Rieti. Un malcostume che da un lato penalizza l’animale, che rischia di finire in un canile per tutta la vita, dall’altro, in quanto randagio, diventa un rischio, oltre che un costo, per la società. Da qui l’iniziativa promossa per sensibilizzare i cittadini a dotare il proprio cane di microchip identificativo e dare così un contributo nella lotta al randagismo. In che cosa consiste? In uno sconto di 8 euro che verrà praticato per tutto il mese di ottobre a quanti intenderanno iscrivere i propri cani all’anagrafe canina procedendo alla loro microchippattura. Una delibera della giunta regionale ha stabilito infatti di derogare dall’obbligo di effettuare il versamento di 8 euro a favore della Asl per il rilascio del certificato di iscrizione, anche nel caso in cui l’iscrizione venga svolta dal veterinario libero professionista accreditato. Basterà rivolgersi alle strutture della Asl o presso tutti gli ambulatori veterinari privati accreditati (nel Lazio sono 43 gli ambulatori dei servizi veterinari della Asl e 416 i veterinari che hanno aderito all’iniziativa, ndr) per poter effettuare l’iscrizione con soli 20 euro. Ma gli incentivi non finiscono qui. «Fino al 31 dicembre 2009 – rende noto il dottor Tito Paolucci, dirigente veterinario della Asl e responsabile anagrafe canina - tutti i possessori di animali da reddito, iscritti all’anagrafe zootecnica, rivolgendosi al servizio veterinario della Asl potranno iscrivere gratuitamente i propri cani all’anagrafe canina. Con queste agevolazioni – conclude Paolucci - si spera possa diminuire il triste fenomeno dell’abbandono dei cani».


IL CENTRO

13 OTTOBRE 2009

 

Animali vaganti, è allarme

 

L’AQUILA. Prima, in queste strade, non passavano più di tre auto al giorno. E gli animali scorrazzavano tranquillamente. Oggi che gli alberghi della Piana di Campo Felice e delle frazioni di Lucoli sono pieni di aquilani sfollati, gli animali vaganti sono un pericolo reale per gli automobilisti che devono raggiungere la sede del loro alloggio forzato a causa del terremoto.  Il problema è stato segnalato da alcuni aquilani che sono ospiti, in questi giorni, delle strutture alberghiere che insistono sul territorio di Lucoli, Comune sparso ricadente in una zona di montagna che è diventata molto trafficata dopo il 6 aprile.  Sia la strada che dal casello autostradale di Tornimparte dell’A24 conduce alla piana di Campo Felice sia l’arteria che attraversa le varie frazioni del Comune di Lucoli sono invase, a qualsiasi ora del giorno e della notte, da mucche e cavalli che abbandonano i pascoli per attraversare la strada. Questa la testimonianza di un automobilista che ha evitato per un soffio di travolgere un cavallo. «Stavo rientrando in albergo al termine di una giornata di lavoro», racconta al Centro lo sfollato, «quando, all’ingresso di una curva, mi sono trovato davanti un cavallo nero che sono riuscito a evitare per un pelo. È stato un colpo di fortuna. Avrei potuto rimetterci la pelle. Voglio precisare che il problema degli animali vaganti in questa zona è diventato argomento di discussione serale tra noi ospiti degli alberghi del comprensorio. Tutti ne parlano, tutti ci diciamo che è pericolosissimo andare in macchina ma nessuno interviene. Abbiamo avvisato sia il Comune sia la Forestale ma la situazione è rimasta tale e quale. Il pericolo rimane e, visto che i tempi per rientrare nelle nostre abitazioni danneggiate si prolungano, serve una soluzione. Qui rischiamo la vita ogni giorno». A Pescasseroli è stata emanata un’ordinanza che prevede multe agli allevatori che lasciano animali incustoditi.


LA CITTA' DI SALERNO

13 OTTOBRE 2009

 

Troppi randagi in cittá Polemica tra minoranza e amministrazione

 

Erminio Cioffi

 

Provincia di Salerno - Le aggressioni da parte di branchi di cani randagi ad animali da cortile avvenute nelle ultime settimane in diversi comuni del Vallo di Diano, l’ultima qualche giorno fa a Sala Consilina, hanno fatto montare la protesta dei cittadini che chiedono una soluzione al problema. Sulla vicenda è intervenuta anche l’opposizione, che in un comunicato congiunto accusa l’amministrazione di indifferenza al problema. «Nell’ultimo consiglio abbiamo proposto di stanziare 20mila euro per far fronte all’emergenza ma la maggioranza ha votato contro».  La nota della minoranza prosegue. «Non c’è alcuna convenzione con i canili, né c’è stata nel passato, e non c’è oggi alcuna campagna di sterilizzazione che può prevenire la riproduzione indiscriminata di randagi che, numerosissimi si aggirano senza alcun controllo anche nell’abitato».  Alle dichiarazioni dei consiglieri di opposizione ha risposto l’assessore alla sanitá, Vincenzo Garofalo, che ha rispedito al mittente le accuse. «Non è vero quanto afferma l’opposizione - spiega Garofalo - in passato il Comune aveva sottoscritto una convenzione con il canile di Cicerale. Convenzione che poi di fatto ha cessato di esistere in seguito ai noti fatti denunciati da "Striscia la notizia" che hanno portato alla chiusura della struttura cilentana».  L’assessore alla sanitá ribalta risponde punto su punto alle accuse. «Per quanto riguarda la sterilizzazione, sono state fatte di recente due riunioni con la partecipazione di associazioni animaliste, veterinari, rappresentanti del servizio veterinario dell’Asl, del Corpo forestale, dell’Ataps e delle associazioni venatorie. Le riunioni sono servite a fare il quadro della situazione e ad individuare professionisti che, a spese del Comune, si occuperanno a breve della sterilizzazione, inoltre abbiamo individuato anche un nuovo canile. E’ bene comunque che si sappia che in ogni caso i cani più pericolosi vengono inviati a Torre Orsaia».  Puntuale la risposta anche in merito alla bocciatura in consiglio della proposta di stanziamento di 20mila euro. «La maggioranza ha apportato una variazione di bilancio di 20mila euro per l’emergenza randagi, a questi soldi la minoranza voleva aggiungere altri 20mila euro. Per noi l’ulteriore stanziamento è inutile perché riteniamo sufficiente la somma messa a disposizione per risolvere il problema fino a quando verrá aperto il canile comprensoriale. Se così non sará, faremo ulteriori stanziamenti».


LA CITTA' DI SALERNO

13 OTTOBRE 2009

 

Ospiterá oltre 100 animali

 

Provincia di Salerno - Il canile comprensoriale verrá realizzato in localitá Marroni nei pressi dell’isola ecologica. Inizialmente potrá ospitare circa centoventi cani ma non è escluso un ampliamento qualora dovesse presentarsi la necessitá di incrementare il numero di ospiti. Il costo dell’opera, realizzata dalla comunitá montana Vallo di Diano, è di 513mila euro.  Il canile accoglierá i randagi presenti nei comuni sui quali ha competenza la comunitá e saranno gli stessi comuni, insieme all’ente presieduto da Raffaele Accetta, a gestire il ricovero dei randagi.


LA NUOVA SARDEGNA

13 OTTOBRE 2009

 

C'è una task force per combattere il randagismo

 

Adriano Secci

 

IGLESIAS (CI). 25 mila microchipature in tutta la provincia, 5000 nel solo comune di Iglesias. Dalla data della sua nascita, nel 2003 (anche se il servizio d’installazione del microchip sottocutaneo è partito un anno prima), l’anagrafe canina ha censito un numero impressionante di amici a quattro zampe, contribuendo non solo a combattere il randagismo, ma anche a risolvere quei dannosi effetti collaterali che questo comporta. Un lavoro che in pochi anni è riuscito a sensibilizzare l’utenza. E sono state differenti le politiche utilizzate per raggiungere questo traguardo: dall’obbligo della registrazione e dell’installazione del microchip al cane per qualsiasi possessore dell’animale fino alla scelta di consentire l’operazione gratuitamente qualora ci si rivolga nei laboratori della Asl 7.  «Negli ultimi tempi si è portata avanti una campagna che ha contribuito ad accrescere gli organi di controllo - spiega il responsabile dell’anagrafe canina provinciale Massimo Maggio - sono state istituite convenzioni con le cosiddette “guardie zoofile”, figure riconosciute dal Prefetto, che in diversi Comuni vigilano e controllano, effettuando verifiche a tappeto e qualora venisse riscontrata la mancata registrazione dell’animale non intervengono nell’immediato con la sanzione ma danno tempo una settimana per regolarizzare la posizione». Iglesias, a differenza di Carbonia e Sant’Antioco non ha ancora fatto nascere il servizio delle guardie zoofile: «Per ora Iglesias non ne ha la necessità - spiega Maggio - il Comune è sempre stato sensibile al problema e la situazione è sotto controllo». Dunque da una parte una bassa percentuale di randagismo e dall’altra la correttezza dei possessori dei fidati amici a 4 zampe, che possono prenotare censimento e microchipatura: «Ogni giorno dalle 9 alle 11 - spiega la responsabile amministrativa Anna Maria Medda - ma se possibile rispondiamo e prenotiamo per l’operazione in qualsiasi orario». Le procedure per la messa in regola degli animali sono quotidiane: le nuove microchipature, i decessi e le sparizioni vengono catalogate ed archiviate, per avere costantemente un riscontro. Tutto per moderare un fenomeno che era una piaga.


CORRIERE FIORENTINO
13 OTTOBRE 2009
 
La Toscana difende Fido Ecco la legge sugli animali
Il consiglio regionale ha approvato la legge di tutela del benessere degli animali che, pena multa severissima, non potranno più essere venduti al Luna Park o essere usati per mendicare
 
Fido e Micio io ti rispetto. Sulla base di questa frase - che a volte viene dimenticata - il consiglio regionale della Toscana ha approvato a maggioranza la legge di tutela del benessere degli animali. I voti a favore sono stati 33. Al voto elettronico non hanno partecipato i gruppi consiliari del centrodestra. Si è così formalmente concluso l’iter di approvazione consiliare che lo scorso 30 settembre si era interrotto, dopo l’approvazione per alzata di mano dei singoli articoli e del preambolo alla legge, al momento della votazione elettronica, quando per ben due volte era mancato il numero legale. 
LA LEGGE - Nella nuova legge, «concertata con la Giunta regionale, con l’ordine dei veterinari e con gli altri soggetti interessati», ha sottolineato Roggiolani, si mantengono l’anagrafe canina e le regole sul randagismo, già presenti nella legge regionale 43 del ’95 ma si definiscono procedure e competenze in modo più adeguato e preciso. La legge interviene su alcuni aspetti regolamentati da norme comunali come l’accesso dei cani nei locali pubblici, in ambienti aperti al pubblico, parchi e spiaggia con uso obbligatorio di guinzaglio e della museruola qualora previsto dalle norme nazionali. Novità anche nel recepimento delle norme nazionali riguardo al benessere degli animali utilizzati nel commercio e in manifestazioni storico culturali: è istituito l’elenco regionale delle manifestazioni nelle quali è previsto l’impiego di animali. Ancora, è prevista l’introduzione di assistenza veterinaria per i proprietari di cani appartenenti alle fasce deboli e il divieto di utilizzo di animali «con ruoli attivi nella pratica dell’accattonaggio».
DIVIETI E CONCESSIONI - Sarà proibito a chi ha un animale - per chi sgarra, multe fino a 15 mila euro - di chiuderlo in uno spazio troppo stretto, esporlo a sole e a pioggia, picchiarlo, fargli soffrire la fame e la sete, usarlo per chiedere l'elemosina o per animare i teatri di strada, regalarlo al luna park (come accade per i pesci rossi per esempio). Gli anziani - purché autosufficienti - potranno portare con sé cani, gatti e uccellini nelle case di riposo e potranno stare nei luoghi pubblici che non hanno in mostra cartelli di divieto.

L'ARENA GIORNALE DI VERONA

13 OTTOBRE 2009

 

SAN GIOVANNI ILARIONE (VR). La corsa con l’anfibio sulla carriola ha animato la festa delle castagne. Qualche ambulante ha protestato per la ressa e le mancate vendite
La rana non salta e consegna la vittoria

 

   

 

Paola Dalli Cani

 

San Giovanni Ilarione (VR) - La corsa delle rane con la carriola, seconda edizione, va al quartetto di via Torino, a Claudio Rocca, Matteo Salgaro Vaccaro, Andrea Costantini e Giuliano Dal Cero .
Il segreto: «Calma, sangue freddo e parole rassicuranti alla rana. Le abbiamo detto continuamente "ferma, ferma, ferma" e lei si è accoccolata sul manico della carriola senza muoversi mai».
La calma quest’anno è stata la parola d’ordine, per lo meno sul tracciato di gara: la contestuale presenza, a lato del percorso, di alcuni banchi commerciali, ha reso furibondi gli ambulanti praticamente prigionieri di via IV Novembre per più di due ore e senza vendere, ovviamente, nulla. E come se non bastasse, a far saltare i nervi ad una delle espositrici, è stata proprio la gara in sé. La signora, che interpellata non ha voluto dire nulla, ha protestato vivacemente sia con la Pro loco, che ha organizzato la manifestazione, che con i contradaioli in corsa. Poi, armata di telefonino, ha ripreso e fotografato la gara continuando a lamentarsi della scelta degli organizzatori di creare spettacolo con degli animali.
Franco Cavazzola, presidente della Pro loco, aveva tentato di calmarla subito: «Sono rane destinate all’alimentazione. Noi le abbiamo comprate e dopo la gara (come è effettivamente accaduto attorno alle 20, ndr) le libereremo in uno stagno qui vicino dove andranno a far compagnia a quelle dell’anno scorso e a quelle del proprietario, Marcato di Roncà».
Polemiche a parte, la gara, inserita nella giornata clou della settantaquattresima Sagra delle castagne, anche quest’anno ha registrato il pienone: tanta la curiosità della gente per vedere come gli organizzatori avevano deciso di rendere più impegnativa la gara tutelando gli animali. E in effetti, già prima delle 17, ai quattro contradaioli di ognuna delle otto squadre in gara sono state legate le caviglie con del nastro. «Sorpresa! Così sarete costretti ad andare piano!», ha spiegato la speaker Lucia Burato. Solo un istante prima del via, però, i legacci sono stati tolti e quella dimostrazione è servita parecchio.
Il resto lo hanno fatto gli ostacoli: i birilli, un pallet, un dosso e un’asse di equilibrio che per essere superati senza disintegrare la carriola su cui portare a spasso la rana rendevano necessario un ritmo rilassato.
Stesso copione per tutte le manche, con le rane salterine al primo giro ma molto più tranquille nel resto della gara.
Per due ore è andata avanti così, fino alla finalissima tra via Torino e contrada Salgaroli, vinta dai primi. Terzo posto per via Verdi, quarto a via Sottoriva.
Più indietro le altre “contrade”, cioè le squadre di vicolo Cieco, Monte Magro, Zini e Niselli.
I più stressati sono apparsi proprio i contradaioli di quest’ultima zona del paese a cui la sorte aveva assegnato una ranocchia decisamente esuberante: il primo balzo giù dalla carriola l’ha fatto venti centimetri dopo la partenza ed è stato un susseguirsi di pochi giri di ruota, balzo dell’anfibio, recupero e ripartenza andato avanti, tra le risate dei presenti, per tutta la prima e la seconda manche.


CORRIERE ADRIATICO

13 OTTOBRE 2009

 

I volontari hanno giurato in Prefettura

In difesa degli animali ci sono 22 nuove guardie

 

Ancona Sono già da alcuni giorni impegnati su tutto il territorio provinciale 22 volontari del nucleo di vigilanza ambientale e zoofila che nei giorni scorsi hanno prestato giuramento in Prefettura per la nomina ufficiale a guardie zoofile volontarie (Gzv) dell'associazione Legambiente. L'investitura è giunta al termine del corso organizzato a partire da marzo scorso dall'associazione ambientalista con il contributo del Csv (Centro servizi per il volontariato). La presenza delle nuove guardie che, secondo quanto stabilisce il codice penale sono a tutti gli effetti dei pubblici ufficiali e svolgono funzioni di polizia giudiziaria, nasce dalla necessità di intensificare i controlli su tutto il territorio della provincia per tutelare gli animali e diffondere la cultura del rispetto verso di essi, cercando di prevenire maltrattamenti e ricorrendo anche alla repressione dove previsto dalla legge. Esse potranno quindi fare controlli inerenti al possesso degli animali, abbandoni, controllo dell'anagrafe canina e delle colonie feline. Ai cittadini sarà possibile effettuare segnalazioni e comunicare con i volontari scrivendo una e-mail all'indirizzo [email protected]. Le prossime novità inerenti il servizio e i consigli utili su come comportarsi in occasione di cucciolate, trasferimenti, scomparse e decessi verranno pubblicate nel sito www.legambientemarche.org in un'apposita sezione dedicata alle guardie zoofile volontarie. Seguiranno presto delle ulteriori iniziative di sensibilizzazione.


PANORAMA

13 OTTOBRE 2009

 

L'ULTIMA CORRIDA DI BARCELLONA

 

 

La fiesta è finita. Quella dello scorso 27 settembre potrebbe essere stata l’ultima corrida a essere celebrata nella città di Barcellona. E forse una delle ultime in tutta la Spagna. Il dibattito intorno alla tauromachia va avanti da anni nel paese iberico, ma adesso sembra che i nemici dell’antico spettacolo abbiano segnato un punto decisivo a loro favore.Lo scorso mese la “plataforma Prou“, un collettivo anticorrida, ha presentato al parlamento catalano una proposta di legge popolare per proibire le corride in Catalogna. Accompagnata da 180mila firme. La decisione adesso spetta ai partiti. La sinistra e gli ambientalisti di Icv hanno già annunciato che voteranno a favore se i socialisti al governo o i nazionalisti di Ciu decideranno per l’appoggio alla legge non ci saranno più corride a Barcellona. Il che potrebbe presto estendersi a catena in altre regioni.La plaza de toros della città catalana è infatti una delle principali del circuito di tutta la Spagna, tanto che il matador più famoso al momento nelle arene, il “messia” José Tomàs, ha chiuso la sua stagione proprio nella “Monumental”. Da cui è uscito portato in trionfo e sventolando la bandiera catalana. Un silenzioso segno di sfida, come a dire che la tradizione taurina accomuna tutti gli spagnoli, anche quelli che non si sentono tali.Piazze piene, urne vuote, si potrebbe dire così: le corride continuano ad attrarre gli “aficionados” di sempre e i tanti turisti ma l’appoggio popolare va scemando. Specialmente in Catalogna, dove la “fiesta” viene vista dai nazionalisti come sanguinario retaggio culturale della Spagna da cartolina. I sondaggi, secondo i rappresentanti di “Prou”, danno l’80 per cento della popolazione contraria alle corride. E non è un dato da sottovalutare a pochi mesi dalle importanti elezioni regionali, con la crisi economica che si fa sentire duramente (e le alte spese municipali per l’organizzazione delle corride).Secondo il veterano commentatore taurino Antonio Lorca, del Paìs, la colpa della possibile sparizione della fiesta che tanto piaceva a Ernest Hemingway, non sarebbero tanto gli animalisti quanto i gestori delle arene, delle scuderie e i toreri stessi. “Ormai il mondo dei toreri è obsoleto, maneggiato da impresari del passato… comandano la frode e la manipolazione… Il toro coraggioso e di razza già non esiste più: su imposizione degli impresari hanno voluto un animale talmente bonaccione che lo spettacolo non interessa più a nessuno”.


IL VOSTRO GIORNALE

13 OTTOBRE 2009

 

Spotorno (SV), gabbiano ferito in spiaggia: salvato dai veterinari dell’Enpa

 

Spotorno (SV) - I volontari della protezione animali savonese hanno soccorso a Spotorno un gabbiano reale, sanguinante e ferito, perché aveva mangiato un pesce abbandonato sulla spiaggia ma aveva ingerito però anche l’amo ed un pezzo di lenza con cui era stato pescato che erano stati abbandonati in riva dal pescatore. I veterinari dell’Enpa lo hanno operato per estrarre dall’esofago l’indigesto boccone.“La pesca dalla spiaggia – spiegano i volontari della protezione animali – è vietata soltanto durante le giornate estive mentre è consentita nelle altre stagioni, quando molti pescatori non esitano ad abbandonare lenze ed ami, che potrebbero arrecare gravi ferite anche alle persone. Assieme ai pescatori subacquei ed ai ‘raccoglitori’ razziano ogni tipo di animali marini che vivono lungo la costa e che sono il sostentamento dei gabbiani che, per sopravvivere, sono costretti a cercare il cibo in città, dove poi si insediano”.


IL GIORNALE

13 OTTOBRE 2009

 

PELLEGRINA RITORNA LIBERA MA RESTERA' UNA CITTADINA

 

Roma - La natura in città. Domani pomeriggio, alle 17, dal tetto della Facoltà di Economia della Sapienza, (via del Castro Laurenziano 9), tutti gli amanti degli animali potranno assistere al rilascio di «Pellegrina», la femmina di falco pellegrino trovata ferita, lo scorso maggio, al Verano. Il rapace aveva una profonda lacerazione sul petto, forse procurata dall’urto accidentale, in volo, contro un filo elettrico o contro qualche antenna; così è stato preso in cura, per circa tre mesi, dal centro di recupero della Lipu, e ha poi affrontato un periodo di rieducazione al volo presso la Riserva Naturale del lago di Vico, nella Tuscia.
Contrariamente a quanto avviene di solito, Pellegrina non sarà rilasciata in natura, ma in città; grazie, infatti, all’anello che portava sulla zampa al momento del suo ritrovamento, è stato possibile capire che si trattava dell’unica figlia della seconda stagione riproduttiva di Aria e Vento, la prima coppia di falchi che ha nidificato a Roma dopo trant’anni di assenza della specie dalla Capitale. Sappiamo quindi con certezza che Pellegrina è nata il 13 aprile 2006 sotto la webcam che Terna (la società proprietaria della rete elettrica nazionale) ha allestito sul nido.
Grazie alla cosiddetta «egg-cam», migliaia di persone in Italia e nel mondo hanno potuto seguire in diretta, sul sito www.birdcam.it, la cova, la schiusa dell’uovo e la crescita rapida (essendo figlia unica è stata decisamente ben nutrita) della giovane falchetta cittadina, accompagnata con cure amorevoli dai genitori, fino all’involo. Pellegrina è stata sottoposta, da esperti falconieri, al cosiddetto innesto delle penne, una sorta di «extension» per uccelli che consiste nell’inserire una nuova penna nella rachide di quella vecchia e danneggiata. L’operazione è assolutamente incruenta: le penne di ricambio vengono assicurate al piumaggio con colla e filo di seta e provengono da quelle cadute naturalmente ai falchi durante la muta annuale.
Il ritrovamento di Pellegrina è scientificamente interessante perché suggerisce che questi falchi, nonostante il nome, non compiono poi grandi spostamenti come si credeva fino a poco tempo fa. Anche «Quartetto», infatti, un altro figlio della coppia di Aria e Vento, è stato ritrovato con un’ala rotta nel gennaio 2008 (il suo primo inverno) a poca distanza dal nido dov’era nato.
Questi ritrovamenti indicano un’elevata filopatrìa (attaccamento al luogo natale) e suggeriscono che col tempo sempre più uccelli saranno presenti nei cieli di Roma.


LA GAZZETTA DI MODENA

13 OTTOBRE 2009

 

Il Tar concede la caccia agli storni

 

BOLOGNA. Il Tar di Bologna ha respinto la richiesta di sospensiva di caccia agli storni avanzata dalla Lega Anticaccia. Ne dà notizia Coldiretti Emilia-Romagna che si era opposta alla sospensiva per tutelare le aziende agricole che ogni anno subiscono quasi mezzo milione di euro di danni dai soli storni. «Siamo soddisfatti della decisione del tribunale amministrativo - scrive Coldiretti in un comunicato stampa - che, ammettendo la caccia in deroga, ha decisamente riconosciuto la grave entità dei danni provocati da questi volatili nelle campagne e l’assenza di qualsiasi rischio di estinzione nel nostro Paese di una specie quale lo storno». La delibera, continua Coldiretti, è solo un primo passo. «Il problema dei danni alle colture agricole nel 2008 in Emilia-Romagna ha raggiunto circa 7 milioni di euro, di cui solo la metà risarciti alle aziende agricole danneggiate». Coldiretti chiede però che il reddito che deriva dall’abbattimento sia ripartito equamente e non tutto a vantaggio dei cacciatori. L’opposizione al ricorso presentato al Tar dalle associazioni Lav (Lega anti vivisezione), Lac (Lega anti caccia) ed Enpa (Ente nazionale protezione animali) sulla caccia in deroga a storno e tortora dal collare ha dato ragione anche all’opposizione presentata da Cia e Confagricoltura dell’Emilia-Romagna Il ricorso presentato dagli animalisti era finalizzato all’ottenimento di una sospensiva che regolamenta la caccia in deroga alla specie storno in alcuni comuni delle province (esclusa Piacenza) della regione ed alla specie tortora dal collare nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini.


ROMAGNA OGGI

13 OTTOBRE 2009

 

Caccia, il Tar "condanna" tortore e storni

 

Reggio Emilia - L'opposizione di Cia e Confagricoltura al ricorso presentato al Tar dell'Emilia Romagna dalle associazioni Lav (Lega anti vivisezione), Lac (Lega anti caccia) ed Enpa (Ente nazionale protezione animali) sulla caccia in deroga a storno e tortora dal collare ha avuto buon esito. Il Tar di Bologna, infatti, ha accolto l'opposizione presentata dalle associazioni agricole a e ha detto no alla richiesta delle associazioni animaliste di sospendere l'uso della normativa adottata dalla Giunta Regionale per l'esercizio delle deroghe autorizzative.Lac, Lav, ed Enpa avevano chiesto di sospendere l'uso della normativa adottata dalla Giunta regionale per l'esercizio delle deroghe autorizzative del prelievo dello storno e della tortora dal collare in alcune realta'. Ma il tribunale, appunto, ha dato ragione agli agricoltori (che denunciano mezzo milione l'anno di danni da questi volatili) e ai cacciatori.Le associazioni venatorie Arci Caccia, Federcaccia, ed Anuu avevano gia' invitato quelle agricole ad attivarsi contro la richiesta di sospensiva della delibera e ora plaudono. Coldiretti Emilia-Romagna oggi, saputo delle decisione del Tar,esprime soddisfazione. Ma ricorda che i vantaggi economici dell'abbattimento dei capi in eccesso "vanno ai soli cacciatori".E poiche' "e' interesse di tutti che l'agricoltura prosegua la sua attivita' non si puo' chiedere ai soli imprenditori di farsi carico di costi per mantenere nell'ambiente una fauna che va a beneficio della collettivita'".Percio' deve essere prevista una "equa ripartizione del reddito che deriva dall'abbattimento di selvatici e contemporaneamente l'istituzione di un fondo apposito per risarcire tutti quei danni (pari a circa 3,5 milioni di euro)". L'associazione degli agricoltori quantifica anche quanto gli storni e le tortore siano costate l'anno scorso per l'agricoltura emiliano-romagnola. Su tutte prevale la provincia di Reggio Emilia con 122.800 euro di danno, segue Ravenna con 92.600, Parma con 86.800, e poi Bologna 37.900 euro, Ferrara con 20.000, Forli'-Cesena con 38.000, Modena con 25.500, Piacenza con 6.300 e Rimini con 6.800 euro."Quello del Tar- commenta Coldiretti Emilia-Romagna - e' solo in primo passo affinche' tutti i soggetti coinvolti, dalle istituzioni, ai cacciatori, agli ambientalisti, prendano in serio esame il problema dei danni alle colture agricole, che nel 2008 in Emilia Romagna hanno raggiunto circa 7 milioni di euro, di cui solo la meta' risarciti alle aziende agricole danneggiate".


BIG HUNTER

13 OTTOBRE 2009

 

Emilia Romagna: Pd su deroghe allo storno "indispensabile modificare la Direttiva Uccelli"

 

Il gruppo consiliare del Partito Democratico, appresa la notizia del pronunciamento del Tar di Bologna in favore alla delibera che ha concesso la caccia in deroga a storno e tortora dal collare, esprime soddisfazione e rilancia:“ora, è quanto mai indispensabile che il Governo, anziché fare delle chiacchiere e delle promosse inutili sulla caccia, faccia pienamente la sua parte in sede Europea per eliminare dalla "direttiva uccelli", l'assurda norma che individua lo storno come specie in via di estinzione”."In Emilia-Romagna – spiegano i consiglieri - abbiamo attuato politiche di governo del territorio, sostenibili e partecipate, delle quali l'attività venatoria è parte fondamentale. Cacciatori, agricoltori e ambientalisti, nella nostra Regione, sono soggetti attivi della programmazione e della concertazione".“Il provvedimento della Giunta Regionale era stato adottato per difendere le produzioni agricole del nostro territorio e, certo, non per praticare regimi di caccia indiscriminati – dichiarano ancora i Consiglieri romagnoli del PD - La prova di ciò sta nel fatto che oltre alle Associazioni Venatorie Arci Caccia, Federcaccia, ed Anuu, anche Coldiretti, Confagricoltura e Cia si sono impegnate attivamente davanti al Tar per sostenere queste due deroghe, che trovano oggi riscontro positivo anche sul piano tecnico e giuridico nel pronunciamento del Tribunale di Bologna".


GIORNALE DI REGGIO

13 OTTOBRE 2009

 

Storni e tortore, in un anno 123mila euro di danni agli agricoltori reggiani

Il tar ha respinto la sospensione della caccia alle due specie di volatili

 

REGGIO EMILIA - Caccia libera allo storno e alla tortora dal collare, due specia di volatili che causano danni all'agricoltura emiliano romagnola. Lo ha deciso il Tar di Bologna, chiamato a deliberare sul ricorso delle associazioni animaliste Lav, Lac ed Enpa, che chiedevano la sospensione delle deroghe che autorizzavano la caccia di questi tipi di uccelli.All'azione animalista si sono opposti le associazioni di agricoltori Cia e Confagricoltura, che hanno posto l'attenzione sui danni che questi volatili, quantificati dalle associazioni in circa mezzo milione di euro all'anno. Secondo Coldiretti, la più martoriata l'anno scorso è stata la provincia di Reggio, con 122.800 euro ai campi a causa dei volatili.Ma Coldiretti ne ha anche per i cacciatori, a cui vanno i vantaggi economici dell'abbattimento dei volatili: "Non si puo' chiedere ai soli imprenditori di farsi carico di costi per mantenere nell'ambiente una fauna che va a beneficio della collettività", dice l'associazione, chiedendo "equa ripartizione del reddito che deriva dall'abbattimento di selvatici e contemporaneamente l'istituzione di un fondo apposito per risarcire tutti quei danni".


SESTO POTERE

13 OTTOBRE 2009

 

Caccia in deroga: sì del Tar a opposizione di Cia e Confagricoltura dell’Emilia Romagna Ora:

 

Bologna - L’opposizione al ricorso presentato al Tar (Tribunale amministrativo regionale) dell’Emilia Romagna dalle associazioni Lav (Lega anti vivisezione), Lac (Lega anti caccia) ed Enpa (Ente nazionale protezione animali) sulla caccia in deroga a storno e tortora dal collare ha avuto buon esito. Il Tar di Bologna, infatti, ha accolto l’opposizione presentata da Cia e Confagricoltura dell’Emilia Romagna e ha detto “no” alla richiesta delle associazioni animaliste di sospendere l’uso della normativa adottata dalla Giunta regionale per l’esercizio delle deroghe autorizzative. Il ricorso presentato dagli animalisti era finalizzato all’ottenimento di una sospensiva che regolamenta la caccia in deroga alla specie storno in alcuni comuni delle province (esclusa Piacenza) della regione ed alla specie tortora dal collare nelle province di Forlì- Cesena, Ravenna e Rimini.


BIG HUNTER

13 OTTOBRE 2009

 

Coldiretti Emilia Romagna: bene la caccia allo storno ma "i benefici economici vanno solo ai cacciatori”

 

La sentenza di ieri del Tar non fa che sottolineare l'importanza dell'unione dei soggetti coinvolti nel portare avanti le istanze che aiutano a migliorare a mantenere gli equilibri della fauna selvatica anche verso la tutela degli interessi economici del comparto agricolo.Contro l'opposizione alla delibera regionale sulla caccia in deroga a storno e tortora dal collare di Lav, Lac ed Enpa questa volta assieme ai cacciatorisi sono schierati anche gli agricoltori di Cia e Coldiretti, sollecitati da Arcicaccia, Federcaccia e Anuu Migratoristi.Nell'esprimere la propria soddisfazione per l'esito della sentenza Coldiretti lancia però una polemica affermando che i vantaggi economici degli abbattimenti  “vanno solamente ai cacciatori”. "Poiché è interesse di tutti che l’agricoltura prosegua la sua attività di produzione di beni alimentari, di presidio e manutenzione del territorio, non si può chiedere – prosegue Coldiretti – ai soli imprenditori di farsi carico di costi per mantenere nell’ambiente una fauna che va a beneficio della collettività. E’ fondamentale perciò che vi sia una equa ripartizione del reddito che deriva dall’abbattimento di selvatici e contemporaneamente l’istituzione di un fondo apposito per risarcire tutti quei danni (pari a circa 3,5 milioni di euro) che oggi pesano solo sui redditi degli agricoltori".L'associazione degli agricoltori quantifica i danni di storni e tortore nello scorso anno in Emilia: su tutte prevale la provincia di Reggio Emilia con 122.800 euro di danno, segue Ravenna con 92.600, Parma con 86.800, e poi Bologna 37.900 euro, Ferrara con 20.000, Forli'-Cesena con 38.000, Modena con 25.500, Piacenza con 6.300 e Rimini con 6.800 euro.


RET5 TV

13 OTTOBRE 2009

 

La lepre italica ferma le doppiette

 

Federico Cifani

 

L’AQUILA – Ha mandato su tutte le furie molti cacciatori ricadenti nelle zone delle Gole del Sagittario, monte Genzana e Parco Regionale Sirente Velino, l’integrazione al calendario venatorio che vieta il prelievo della lepre. In pratica, uno studio ad opera di Rete Natura 2000 ha individuato su detti siti, la presenza della lepre italica in “Sovrapposizione” con quella europea. Un elemento che ha dato la stura per integrare il punto F del calendario venatorio vietando la caccia alla lepre. In pratica, non potendo distinguere
velocemente su quale razza si sta indirizzando il tiro, non è restato altro che vietare la caccia a tutte le lepri. Una novità giunta in corso d’opera che ha fatto “Spezzare” i fucili a molti cacciatori di queste zone e ai cosiddetti pendolari della caccia. L’accaduto è stato particolarmente sentito nell’ambito di caccia subequano dove c’erano già state polemiche per l’apertura in ritardo di quindici giorni, della stagione venatoria. Gli stessi hanno poi subito lo stop alla battuta per la lepre a due giorni dall’inizio della stagione. Infatti, l’integrazione è stata firmata solo il 5 Ottobre mentre l’apertura ci sarebbe stata il 7 Ottobre mattina. Un elemento di caos al quale andrebbe aggiunto anche una non tempestiva pubblicazione sui siti ufficiali. Così, molti cacciatori hanno appreso della novità solo il mattino del 7, quando già erano su campi e boschi, pronti nell’attività venatoria. “Se lo avessimo saputo prima non avremmo speso dei soldi per rinnovare tesserino, pagare le tasse, acquistare cartucce e altro” dicono. “Inoltre” aggiunge un componente dell’Atc “Abbiamo speso diverse migliaia di Euro per reinserire le lepri ora tutto il lavoro svolto si è vanificato”. Molti, inoltre scendono nel merito dell’indagine, affermano che da anni la lepre italica è scomparsa da queste zone. Insomma, una situazione che sta logorando i nervi dei cacciatori che si sentono presi in giro soprattutto per l’intempestività del provvedimento.


BIG HUNTER

13 OTTOBRE 2009

 

Vietata la caccia alla lepre in alcune zone dell'aquilano

 

Lo scorso 5 ottobre la Provincia de L'Aquila ha emanato un'integrazione al Calendario Venatorio che vieta il prelievo della lepre nelle zone delle Gole del Sagittario, Monte Genzana e Parco Regionale Sirente Velino sulla base di uno studio di Rete Natura dello scorso settembre che ha individuato in queste zone una sovrapposizione della lepre italica con quella europea.L'integrazione è arrivata soltanto due giorni prima dell'apertura, che sarebbe dovuta avvenire il 7 ottobre, causando una situazione di caos tra i cacciatori, alcuni dei quali hanno appreso la notizia solo la mattina del 7 quando già si trovavano sul posto.

“Se lo avessimo saputo prima non avremmo speso dei soldi per rinnovare tesserino, pagare le tasse, acquistare cartucce e altro” ha detto uno di loro. “Inoltre abbiamo speso diverse migliaia di Euro per reinserire le lepri ora tutto il lavoro svolto si è vanificato”. Le polemiche si sono moltiplicate poi anche in merito ai contenuti dello studio, vengono cioè messe in dubbio le rilevazioni della lepre italica nelle suddette zone e quindi l'utilità del provvedimento.


IL GAZZETTINO

13 OTTOBRE 2009

 

SPINEA (VE) Armelao (Pdl) teme che il Comune operi dei tagli di spesa per la cura di daini e capre

Dopo i topi faranno sparire gli altri animali

 

Spinea (VE) - «Gli animali al parco devono ritornare al loro posto, non appena terminata l’opera di derattizzazione».Mauro Armelao, Consigliere comunale del Pdl, taglia corto sull’eventualità di un parco senza daini, capre e compagnia.«Non vorrei che i topi fossero l’occasione giusta per la giunta per far tagli alle spese per la cura degli animali. Giusta la derattizzazione radicale, ma un parco pubblico senza gli animali mi sembra un assurdità. Insomma è una prospettiva inaccettabile.L’amministrazione dovrebbe fare, oltre alla bonifica, un’opera di sensibilizzazione rivolta agli utenti che frequentano il Nuove Gemme, per informarli sul comportamento da tenere con gli animali presenti.Si potrebbero fare dei volantini informativi da far distribuire dai custodi. Al parco di Mirano non ci sono questi problemi? I topi vivono solo al parco Nuove Gemme? Forse basterebbe obbligare qualche privato a ripulire qualche “foresta” confinante con il parco nella zona dei laghetti». (D.Tam.) © riproduzione riservata


LA ZAMPA.IT

13 OTTOBRE 2009

 

Ottanta notti con l'orso bruno visto da vicino

 

Protagonista dell'ultimo libro del fotografo naturalista Stefano Unterthiner, l'orso bruno riceverà i diritti d'autore dell'opera. «Le notti dell'orso», frutto di 80 notti trascorse in un piccolo capanno perduto nella taiga finlandese, è un diario per immagini dedicato al misterioso abitante delle foreste boreali.

 

FOTO

http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=21303&tipo=FOTOGALLERY


SENTIERI SELVAGGI

13 OTTOBRE 2009

 

Richard Gere e il suo cane sul nuovo “Film Tv”

 

 

Il migliore amico di Richard: con Hachiko: A Dog’s Story, Gere porta al Festival di Roma la storia struggente dell’amore di un cane e della sua fedeltà senza confini. Speciale Festival del Cinema di Roma: una carrellata sulle pellicole più attese della kermesse, con l’elenco completo dei film in concorso e fuori concorso.[...]


Animalieanimali

13 OTTOBRE 2009

 

SCOPERTO PRIMO RAGNO VEGETARIANO, DESCRITTO SU CURRENT BIOLOGY

E' la Bagheera kiplingi.

 

Nessuno ne sospettava l'esistenza, ma esiste un ragno vegetariano. Tra le 40.000 specie di ragni finora note, quella appena scoperta e descritta sulla rivista Current Biology, è l'unica a non tessere la sua tela per intrappolare altri insetti e nutrirsene.
I ricercatori che l'hanno scoperta, in Messico meridionale e Costa Rica, l'hanno chiamata Bagheera kiplingi. E' anche l'unica specie nella quale è il maschio a prendersi cura delle uova e delle larve.
Osservazioni sul campo e analisi sugli insetti hanno confermato che l'unica fonte di cibo del ragno vegetariano sono delle strutture rossastre, ricche di proteine, che si trovano sulle foglie di acacia. Queste stesse strutture erano finora note perché le sostanza nutritive che contengono sono la 'ricompensa' per gli eserciti di formiche-guardiano, annidate nelle cavità della pianta in cui si trovano le spine. Il loro compito è difendere le acacie dalle minacce di predatori erbivori. I ragni vegetariani riescono però ad eludere la sorveglianza delle formiche, ingannandole: le imitano nei movimenti e soprattutto nell'odore.
"E' davvero il primo ragno 'cacciatore' di piante ed è anche il primo per il quale le piante sono la fonte di cibo primaria", ha detto Christopher Meehan, della statunitense Villanova University, che ha scoperto la nuova specie in Messico, contemporaneamente a Eric Olson, dell'americana Brandeis University, che l'ha identificata in Costa Rica.
Il ragno vegetariano è una vera e propria anomalia perché le strutture dell'acacia di cui si nutre sono ricche di fibre e difficili da digerire per insetti che digeriscono le loro prede esternamente perché il loro apparato digerente non è in grado di trattare cibo solido.


MESSAGGERO VENETO

13 OTTOBRE 2009

 

Allarme rabbia silvestre, ritrovata ieri a Gradisca un altra volpe morta

 

SEDEGLIANO (UD). Il ritrovamento di una volpe morta in prossimità di un’abitazione ha creato una certa apprensione negli abitanti di Gradisca, frazione di Sedegliano e nel capoluogo. Il fatto è avvenuto ieri mattina ed è stato segnalato da un cittadino agli agenti del servizio convenzionato di polizia municipale dopo aver avvistato il corpo dell’animale in un terreno adiacente ad abitazioni in avanzato stato di decomposizione. Intervenuti sul luogo i vigili i quali hanno informato il servizio veterinario della Provincia. Dopo i rilievi, nel pomeriggio è stato predisposto il trasporto dell’animale presso l’Istituto zooprofilattico di Udine per gli accertamenti diagnostici. Da qui la carcassa verrà inviata a Padova all’analogo istituto dove verranno effettuate le analisi che stabiliranno, entro 24 ore, se l’animale è affetto o meno da rabbia silvestre. «Inusuale il suo ritrovamento vicino alle case – spiega il comandante Paolo Cevolatti – bisogna accertare se la volpe sia stata prima investita, cosa probabile visto il luogo dove è stata ritrovata». Il sindaco Dino Giacomuzzi ha emanato un’ordinanza che riprende i contenuti delle prescrizioni dell’Ass del Medio Friuli in seguito al ritrovamento di una volpe rapida nel comune di Mereto, dove informa i cittadini delle norme alle quali attenersi per prevenire il pericolo di contagio della malattia. Tra queste è resa obbligatoria nel territorio comunale la vaccinazione antirabbica precontagio dei cani nonché di altre specie di animali che si trovano esposti al rischio di trasmissione dell’infezione rabbica. Per questo l’amministrazione comunale ha predisposto un calendario per la vaccinazione di tutti i cani di età superiore a tre mesi. Nell’ordinanza è fatto obbligo anche di non toccare per nessun motivo animali sospetti, vivi o morti che siano, e di segnalare immediatamente a una qualsiasi autorità l’eventuale ritrovamento. Anche i cani provenienti dall’estero o da altri comuni, al seguito di persone che si fermano nel comune interessato dall’ordinanza, anche se per breve periodo, devono essere preventivamente vaccinati contro la rabbia, e accompagnati da certificato veterinario attestante il luogo e la data dell’avvenuta vaccinazione. Gli albergatori e i proprietari di pensioni devono inoltre segnalare tempestivamente la presenza di cani che accompagnano i loro clienti all’autorità comunale per i necessari adempimenti. I trasgressori dell’ordinanza saranno denunciati a norma di legge e saranno puniti con la sanzione amministrativa prevista , che va da un minimo di 258 ad un massimo di 2.500 euro.


VIRGILIO CRONACA
13 OTTOBRE 2009

L'Ue vieta a Fido di curarsi con le medicine del padrone

Una direttiva europea prevede che i veterinari prescrivano farmaci per animali domestici e non quelli a uso umano che sono più economici

Gli amici a quattrozampe non possono curarsi con medicinali a uso umano, lo dice una direttiva dell'Unione Europea.

La legge
La legislazione attuale prevede che il veterinario debba obbligatoriamente prescrivere farmaci per gli
animali domestici potendo indicare “eccezionalmente medicinali a uso umano o registrati per altre specie animali solo quando le molecole necessarie alla terapia non siano presenti nella farmacopea veterinaria". E il mancato rispetto delle disposizioni da parte del professionista, comporta una sanzione pecuniaria amministrativa fino a 9000 euro.

Vendita
Il farmaco a uso veterinario è commercializzato a un costo quasi sempre superiore dell’equivalente a uso umano, anche tre volte tanto. I  veterinari, per limitare i costi delle terapie e per superare le difficoltà di reperimento in commercio dei farmaci per animali domestici, hanno spesso violato la legge. Però ora l’intensificarsi dei controlli da parte delle autorità competenti, con sanzioni  pecuniarie estremamente pesanti per i veterinari, ha avuto come effetto il rigoroso rispetto della legge da parte dei professionisti. E questo considerevole aumento dei costi, in un periodo di crisi, penalizza i padroni di amici a quattrozampe
e anche i gestori dei canili.

Farmaci veterinari
La farmacopea veterinaria è abbastanza limitata, mentre in campo umano la presenza di diverse molecole  permette di raggiungere il risultato terapeutico attraverso la via farmacologia più indicata allo specifico caso clinico. Un farmaco anestetico solitamente usato dai veterinari era il generico Propofol a uso umano che costa circa 45 euro. Ora per un'anestesia i dottori degli amici a quattrozampe devono usare un medicinale a uso veterinario che costa sui 150 euro: il Rapinovet (forse il nome non è casuale!).

Le industrie farmaceutiche
Le industrie farmaceutiche giustificano i loro prezzi poco economici con le scarse vendite dei medicinali: sono "costrette" ad alzare i costi per compensare la limitata distribuzone dei prodotti. Ma, se così fosse, non si capisce perché il farmaco veterinario Icfvet costa esattamente come il corrispondente umano Keforal.

Codacons
"Se c’è una legge va rispettata, ma il Codacons auspica una riforma a livello europeo della normativa vigente, su presupposto della massima fiducia nella professionalità dei medici veterinari, che tenga conto anche dell’enorme risparmio che di fatto è possibile con la prescrizione dei medicinali a uso umano, siano essi specialità o farmaci generici. Il Codacons chiede un intervento urgente delle autorità competenti per il controllo dei prezzi in modo da accertare che non vi siano speculazioni in atto sul costo dei farmaci per gli animali domestici", afferma Marco Ramadori, presidente Codacons.
 


 

            13 OTTOBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 

L'UNITA'

13 OTTOBRE 2009

 

TRAPIANTI: PER DIABETE O PARKINSON FUTURO E' MAIALE/ANSA

 

VENEZIA, 13 OTT - Per l'uomo la speranza di futuri trapianti per il trattamento di malattie che vanno dal diabete al parkinson risiede nella preparazione di maiali 'ingegnerizzati', non di scimmie: oranghi e scimpanze', compatibili con la dimensione umana, sono infatti troppo pochi. ''La ricerca sullo xenotrapianto vede oggi il maiale come la specie elettiva scelta per questo tipo di ricerche'', ha detto oggi Reinhard Bretzel, presidente dell'Ipita (InteRnational pancreas and Islet transplant association), presentando il convegno Ipita-Ixa in corso a Venezia sugli xenotrapianti fino al 16 ottobre prossimo. ''E' convinzione di tutti noi - ha proseguito - che la specie donatrice non sara' il primate, da primate a uomo, ma sara' il maiale: la prima cosa e' che oggi i primati non umani che potrebbero dare un organo ad un uomo di una taglia come la mia, di uomo adulto, possono essere solamente delle specie di primati non umani che sono protette, come gli orangotango o lo scimpanze'''. ''Una ragione non scientifica, quindi una ragione sociale e politica?'', ha chiesto il sindaco di Venezia Massimo Cacciari, intervenuto alla presentazione a Palazzo Balbi. ''Sociale e politica, di costi, ma anche di biosicurezza, perche' sono animali cresciuti in condizioni di controllo microbiologico molto elevata'', ha risposto l'immunologo Emanuele Cozzi dell'Ixa (International xenotransplantion association). Cozzi, che coordina l'unico progetto europeo sugli xenotrapianti cui l'Unione Europea ha assegnato un fondo di 9,88 mln di euro con il coinvolgimento di 22 unita' di ricerca scientifica e centri di studio in campo etico-legislativo in undici paesi dell'Unione, ha poi rilevato che ''c'e' una questione di numerosita': c'e' bisogno di centinaia di migliaia di organi, di cellule e non abbiamo sufficienti primati per questo''. Neanche le scimmie pero' possono esultare: nelle sperimentazioni sono loro infatti a ricevere le cellule di maiale in rapporto ''uno a uno''. ''Prima di fare certe cose a livello umano il primate di riferimento per l'ultima fase di studio e' la scimmia, l'unico animale simile all'uomo - ha spiegato il prof. Ermanno Ancona, responsabile dell'unico progetto autorizzato in Italia a studiare il trapianto di rene da maiale transgenico a scimmia in corso a Padova - il nostro progetto e' cominciato nel 1990, approvato dal ministero della salute, da allora fino al 1999 gli animali utilizzati sono stati un centinaio, ovviamente meta' maiali di piccola taglia e meta' scimmie piccole, bertucce da tre o quattro chili, per la ricerca di una tecnica sostitutiva di organi e tessuti in prospettiva applicabile all'uomo''. Per la cura del parkinson, ''prima la scimmia viene resa farmacologicamente parkisoniana, il che viene accertato con sistemi computerizzati - ha detto Bretzel - poi vengono fatti i trapianti neurologici di cellule di maiale nelle scimmie 'parkinsoniane', e il primate migliora in maniera significativa, con risultati clinici di alto livello che fanno sperare che anche questa forma di xenotrapianto possa avere un'applicazione clinica futura sull'uomo, migliorando l'ingegnerizzazione del maiale per renderlo piu' simile all'uomo e i farmaci che sostengono l'organo dopo il trapianto, immunosoppressori o di altra natura''. Analogamente, viene osservata la reazione al trapianto del pancreas o di insule pancreatiche negli animali nei quali e' stato indotto il diabete: ma in Nuova Zelanda gia' dal mese scorso, ha ricordato Robin Pierson, presidente Ixa, ''sono gia' iniziatite le sperimentazioni cliniche di trapianto di isole pancreatiche sull'uomo, altri gruppi di ricerca in Europa, Usa, Canada, Australia hanno modelli clinici molto avanzati, ma sono ancora fermi al preclinico''. ''Le esigenze tecniche minime per raggiungere un risultato che legittimi la credibilita' - ha concluso Cozzi - sono di lavorare con gruppi di almeno tre soggetti animali, meglio cinque: non c'e' bisogno di avere 350 primati per avere il conforto preclinico che ci autorizza ad andare all'uomo''. (ANSA).

 

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