12 DICEMBRE 2010

IL GIORNALE DI VICENZA
12 DICEMBRE 2010
 
Uccisa la renna di Babbo Natale Forse avvelenata
GALLIO (VI). L'animale è morto tre giorni fa dopo atroci sofferenze
Il custode ha visto fermarsi una macchina, ha sparato in aria con la pistola e l'auto è fuggita, ma dal giorno dopo l'animale ha iniziato a stare male Era stato comperato dal Comune in Lapponia
 
Alberto Tonello
 
Gallio (VI) - È morta una renna di Babbo Natale, ma non per finta, non nella fantasia degli sceneggiatori della Disney per dare corpo a un cinepanettone natalizio in 3D. È morta per davvero, tre giorni fa, dopo un'agonia straziante durata giorni. Si chiamava Angiola ed era un giovane esemplare nato in Lapponia quasi quattro anni fa e da tre a Gallio. Ad acquistarla, assieme ad altri due esemplari, un maschio e un'altra femmina, era stato il Comune, per far conoscere ad abitanti e turisti questo splendido animale del Nord e per animare i mercatini di Natale che prenderanno il via il 18 dicembre.
Ma cosa è accaduto ad Angiola? L'animale ieri è stato portato a Vicenza per essere sottoposto ad autopsia; è giallo sulle cause della decesso, si sa solo che tre giorni prima è stata colpita da una forte dissenteria e nulla è servito a salvarla. Ma c'è chi ha visto qualcosa di inquietante, tre giorni fa, nel cuore della notte. È Severino Alberti, imprenditore edile in pensione, con l'amore per gli animali, e che da subito è diventato l'angelo custode delle tre renne (a cui quest'anno si è aggiunta la piccola Adry, nata a Gallio in cattività) per conto del Comune: «Il recinto è videosorvegliato - spiega l'uomo - c'era buio e ho sentito passare una macchina. Ho visto che si fermava vicino al recinto e non ripartiva, così sono uscito armato e ho sparato un colpo di pistola in aria. L'auto ha sgommato via e dal giorno successivo la mia Angiola ha iniziato a stare male, non sono riuscito a vedere bene, ma probabilmente le hanno buttato qualcosa».
Non si dà pace l'uomo, aver visto la renna morire tra atroci sofferenze l'ha turbato e amareggiato, Angiola l'aveva domata con pazienza, le aveva insegnato a trainare la slitta, che lui stesso guidava vestito da Babbo Natale per la gioia dei bambini che andavano a visitare i mercatini: «Come si può fare del male a una renna, e proprio a pochi giorni dal Natale, qui qualcuno ce l'ha con il Comune, è un dispetto che ha una matrice politica, non può essere altrimenti e se l'autopsia confermerà l'avvelenamento sporgeremo denucnia ai carabinieri».
A parziale consolazione di tutti i bambini che verranno sino a Gallio ad ammirare i mercatini e le renne in piazzetta Giardini, ci saranno gli occhioni dolci della piccola Adry, per un Natale un po' più tristi, al pensiero che Angiola non c'è più.

GEA PRESS
12 DICEMBRE 2010
 
Assoro (EN) : il filmato dello squallido zoo e l’intervento del Corpo Forestale della Regione siciliana
 
 
Assoro (Enna) - Il 21 ottobre scorso il Corpo Forestale della Regione siciliana (Servizio Cites e Nucleo Operativo di Enna) irrompeva nell’abitazione di un personaggio residente ad Assoro, in provincia di Enna, già incorso in disgrazie giudiziarie. GeaPress ha ricevuto in esclusiva il filmato girato in quell’ occasione. Animali selvatici e domestici, affollati in condizioni indecenti. Finanche uccelli rapaci sanguinanti e fringillidi selvatici assieme a pappagallini. Merli e tortore di cattura assieme a galline e fagiani di allevamento.A cosa servivano i detenuti dello squallido giardino di Assoro? I cardellini quasi sicuramente ad essere venduti nel florido mercato dell’uccellagione. Le tortore, come i fagiani, probabilmente a fare mangiare qualcuno, forse un ristorante. I Forestali siciliani sono arrivati all’improvviso nella casa del proprietario dello squallido giardino. L’uomo non è riuscito a nascondere nulla. Eppure quello che sorprende è come un individuo già noto alla giustizia possa avere il porto d’armi uso caccia. A quanto pare era tutto regolare, nessuna scadenza incorsa.Realtà marginali o molto più diffuse di quello che può sembrare? Di sicuro per questo degrado, umano che ambientale, giova il fatto che i reati venatori non sono adeguatamente puniti e mai prevedono la minaccia della detenzione. Eppure finanche il Gabon, come il Cameroon, puniscono con molti anni di prigione chi si rende responsabile della cattura di fauna selvatica protetta. Da noi no, ed a guardare l’ottimo lavoro svolto dai Forestali viene quasi da chiedergli cosa induca a farlo. Almeno gli animali, in questo caso, si sono salvati. Poiane, cardellini e tortore sono state consegnate al centro di recupero LIPU visibile nella parte finale del filmato.Parrebbe, secondo indiscrezioni apprese da GeaPress, che il signore attenzionato dalla Forestale stia tentando di giustificarsi spiegando che le Poiane erano state da lui curate e che, una volta guarite, non hanno più voluto lasciarlo (sic!). Uno strano caso di amicizia, tutelata dalle maglie metalliche che impedivano ogni fuga ed anzi, con lo sfregamento su di esse nei disperati tentativi di fuga, avevano causato orrende ferite. Al centro LIPU, per fortuna, sperano di poterle pienamente riabilitare e dare loro la libertà. (GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).
Vedi video:
http://www.geapress.org/caccia/assoro-en-il-filmato-dello-squallido-zoo-e-lintervento-del-corpo-forestale-della-regione-siciliana/9455

GEA PRESS
12 DICEMBRE 2010
 
Cuneo: nuova stalla degli orrori (foto)
Intervento delle Guardie Eco Zoofile dell’ ANPANA e dei Carabinieri del NAS.
 
Stante le segnalazioni pervenute all’ANPANA (Associazione Animali Natura Ambiente) i bovini servivano solo a percepire i contributi regionali per portare gli animali all’alpeggio. Giunti nella stalla, invece, venivano lasciati in stato di abbandono. Ipotesi che potrebbe essere compatibile con la situazione di diffuso degrado riscontrata dalle Guardie dell’ANPANA intervenute congiuntamente ai Carabinieri del NAS in un cascinale di Barge (CN). Molti dei bovini, infatti, si presentavano smagriti, addirittura disidratati, privi di lettiera e in pessime condizioni igieniche. Una delle due stalle era inoltre inagibile, nonché priva delle autorizzazioni necessarie. Il luogo, inoltre, risultava privo di attrezzi per la pulizia e la rimozione del letame.Storie di incuria ed abbandono che si ripetono proprio ai danni degli animali da allevamento. Lasciati nel degrado di un più ampio disagio che coinvolgeva anche i proprietari, così come successo a Mondovì (vedi articolo GeaPress), oppure abituati a mangiare pane duro, come in provincia di Brescia (vedi articolo GeaPress).Il proprietario della stalle di Barge, a quanto pare, era già conosciuto per vicende assimilabili, proprio dai Veterinari dell’ASL. Dovrà ora adeguarsi alle numerose migliorie che gli sono state prescritte. Intanto, gli animali sono stati spostati nella stalla agibile. Le Guardie Eco Zoofile dell’ANPANA verificheranno nei prossimi giorni che le prescrizioni vengano eseguite affinché la situazione migliori nei brevi tempi stabiliti dai Veterinari dell’ASL CN1. Le stesse Guardie continueranno i controlli sul benessere degli animali in una zona che sta risultando essere ricca di episodi di illegalità e, per i prossimi giorni, sono annunciati altri interventi in difesa degli animali.
Vedi photo gallery:
http://www.geapress.org/ecovegetarismo/cuneo-nuova-stalla-degli-orrori-foto/9491

GEA PRESS
12 DICEMBRE 2010
 
Mucca morta nella trappola del bracconiere
 
 
La tenuta di Sala si trova a poco più di metà strada tra Roma e l’Aquila. Luoghi di boschi, borghi medioevali e … bracconieri. Secondo la Forestale, infatti, l’opera dei cacciatori di frodo più volte ha causato danni alla fauna selvatica e non solo.Arme predilette, quelle silenti, ovvero trappole di vario genere. Un laccio di acciaio, ad esempio, sistemato a cappio. Una estremità legata ad un paletto ed il cappio sistemato nel bel mezzo di un sentiero battuto da cinghiali, altri ungulati, ma anche volpi, gatti selvatici e non solo. I cinghiali presi in genere per il collo, e gli altri ungulati per una zampa. Quando l’animale prova a muoversi il laccio inizia a stringere. Sempre di più, finché gli strattoni sempre più violenti di un animale preso dal panico riescono spesso ad amputare l’arto.Come costruirli è semplicissimo, visto che in alcune pubblicazioni di cacciatori, in onore alla cultura venatoria dei tempi che furono (specificando il divieto) vi sono descrizioni dettagliate su come costruire trappole, archetti ed altre diavolerie teoricamente vietate dalla legge.A Sala questa volta, nella cultura del bracconiere, c’è rimasta una mucca. Erano arrivate segnalazioni di orrendi lamenti e quando la Forestale ha raggiunto il posto non c’era più niente da fare. L’animale era già morto con la zampa posteriore tesa sul cavo. Aveva tentato di scappare. La Forestale ha provveduto al sequestro di questa ed altre trappole rinvenute nel posto. Non è la prima volta che dei bovini rimangano uccisi in tal maniera.

ALTO ADIGE
12 DICEMBRE 2010
 
Con la macellazione halal anche 25 coltellate per uccidere un bovino del tutto cosciente
 
Torino - «Se i muri dei macelli fossero di vetro, la gente forse non mangerebbe più carne». Queste parole di Margherite Yourcenar devono essere venuta in mente a non pochi dei veterinari che l’altro giorno a Torino si sono riuniti nella Giornata di Studio sulla «Macellazione rituale e benessere animale» e che hanno trovato “molto difficile” guardare i filmati realizzati in mattatoi autorizzati alle macellazioni rituali religiose. Uno dei filmati mostrava l’uccisione di un bovino secondo il rito halal: ci sono volute: 25 coltellate alla gola per farlo crollare. E l’animale era cosciente, perché lo richiede tecnica rituale, mentre le leggi europee prevedono che gli animali destinati alla macellazione vengano almeno storditi, in modo da perdere coscienza prima di subire la cosiddetta iugulazione, ovvero la recisione delle giugulari che porta poi al dissanguamento. «Vengono uccisi così -ha spiegato Maria Caramelli, direttrice dell’Istituto Zooprofilattico -non solo i grandi animali ma anche polli, galline e volatili, ma spesso il taglio della gola non è preciso e quando gli animali poi vengono immersi nell’acqua bollente per lo spennamento, sono ancora coscienti». Caramelli è da anni a capo di un gruppo di veterinari che si batte per evitare inutili sofferenze agli animali e cerca di trovare un giusto compromesso con le comunità islamiche ed ebree, visto che «esistono metodi per addormentare gli animali e al tempo stesso garantire il rispetto delle leggi craniche». «Il mondo sta cambiando e anche le comunità islamiche si stanno adattando» così Bahi Nour Ed dine, imam di Nizza Monferrato nell’Astigiano che ha partecipato alla Giornata, intervenendo a favore di una qualche forma di stordimento o sonno indotto nell’animale, prima della iugulazione. «Abbiamo trovato metodi, come una specie di stordimento e gabbie di contenimento per gli animali, per garantire il rispetto delle regole del paese in cui viviamo. Ricordo però che anche nel Corano sta scritto che gli animali destinati alla macellazione non devono soffrire». La legge italiana prevede che gli animali devono essere privi di coscienza e nessuno, «pena gravi sanzioni», può macellare un animale cosciente. Fatto che invece pare accada di norma in Italia, dove la Caramelli ha dimostrato con immagini come molto spesso gli animali subiscono da parte delle comunità musulmane o di religione ebraica la macellazione senza alcun tipo di stordimento precedente. Il rito Halal dei musulmani e il cibo Casher consumato dai fedeli di religione ebraica prevedono infatti, rifacendosi ai sacri testi delle rispettive religioni, che il taglio della gola avvenga con l’animale cosciente, e possibilmente, per quanto riguarda i seguaci del Corano, mentre la testa è girata in direzione de La Mecca. Ciò comporta, come ha dimostrato un altro medico, Sara Rota Nodari dell’Istituto Zoprofilattico lombardo-emiliano, che gli animali sono terribilmente impauriti, stressati e sofferenti, e questo ha un effetto nocivo anche per l’alimentazione umana. Oggi, ancora troppo poco si è fatto a sostegno dei diritti animali. Quello dei veterinari obiettori, rispetto a certe tecniche di uccisione, sarebbe un passo importante passo.
MAUXA.COM
12 DICEMBRE 2010
 
GRANDE FRATELLO 11: DA SHOW A MACELLERIA DI ANIMALI INDIFESI
 
Grande Fratello 11: Avevamo già espresso le perplessità del maltrattamento di animali avvenuto durante il Grande Fratello: Guendalina ha ucciso un uccellino per fare uno scherzo ad Angelica, Matteo ha ha lanciato in aria una gallina causandole la rottura di una zampa. I due macellai saranno ora eliminati? Walter Caporale, Presidente dell'Associazione "Animalisti Italiani Onlus", esprime il suo disappunto più veemente: "Il Grande Fratello è il reality della crudeltà verso gli animali - ha affermato  - e gli autori, la conduttrice e soprattutto i protagonisti ignorano totalmente il danno che dal punto di vista culturale stanno arrecando ai tanti giovani che seguono il programma". Per la morte dell'uccellino, il commento della Marcuzzi è stato: "Povero uccellino morto".L'associazione ha dato il via al clamore mediatico, soprattutto online, sfruttando l'eco dei blog animalisti e non solo. Al di là di cosa deciderà il Grande Fratello sulla sorte di Matteo Casnici - ipotetico gay - e Guendalina Tavassi - cui le movenze hot evidentemente non sono bastate -  i legali valuteranno eventuali denunce nei confronti del programma.
BLOG LIVE
12 DICEMBRE 2010
 
“Serial killer” di animali denunciato in Austria: ha ucciso 11 cincillà
 
 
In 2 anni ha torturato e ucciso 11 cincillà e un cane. Un 24enne di Bergheim, in Austria, andrà incontro a processo per le atrocità commesse nei confronti degli animali che vivevano in casa con lui e la fidanzata. Tutto è iniziato infatti quando il giovane, al momento disoccupato, è andato a vivere nella casa della sua ragazza, nel 2009. Poco dopo il cincillà che la donna teneva in casa morì, secondo il ragazzo per un incidente.In seguito, la fidanzata acquistò su insistenza del compagno altri 10 cincillà, che però andavano incontro a decesso per “cause misteriose” che l’uomo definiva “incidenti”. A quel punto però la giovane si insospettisce e una notte scopre il 24enne in cucina con tre animaletti morti sotto alle sedie. Pressato dalla ragazza alla fine confessa, di averli uccisi tutti a calci e pugni, uno addirittura è morto dissanguato dopo che il ragazzo lo aveva accoltellato ad un occhio.

GEA PRESS
12 DICEMBRE 2010
 
Cagliari: il bracconiere con il detonatore
Intervento del Corpo Forestale della Regione Sardegna
 
 
Gli uomini del Corpo Forestale della Regione Sardegna erano andati per una operazione antibracconaggio, ma è stato necessario anche l’intervento del Nucleo Artificieri della Polizia di Stato. Il sospetto che il presunto bracconiere potesse detenere delle armi c’era tutto, ma forse di trovare pure tre detonatori ed un chilogrammo di gelatina non era prevedibile. Il tutto, assieme ad una carabina e munizioni per pistola, accuratamente nascosto sotto un cumulo di pietre.Oggetto dell’intervento del Nucleo Investigativo del Servizio Ispettorato di Cagliari e della Stazione Forestale di Dolianova, un allevatore di contrada Paoleddu, tradotto, a seguito del preoccupante ritrovamento, nel carcere di Buoncamino dove si terrà l’interrogatorio di garanzia. L’intervento è stato coordinato dai Pubblici Ministeri Alessandro Pili e Enrico Lussu, della Procura di Cagliari.L’operazione del Corpo Forestale della Regione Sardegna si inquadra nell’ambito delle attività di contrasto al fenomeno del bracconaggio, intensificate in questo periodo. Un altro bracconiere, … meno esplosivo ma colto comunque in flagranza di reato mentre era intento a prelevare uccelli appena catturati, è stato fermato nei pressi di Sarroch.

GEA PRESS
12 DICEMBRE 2010
 
Palermo: mercato degli uccellatori in corso blitz delle Forze dell’Ordine
 
 
 
Secondo indiscrezioni pervenute a GeaPress nel popolare quartiere di Ballarò, a Palermo, sarebbe in corso un’operazione di polizia ai danni degli uccellatori che, ogni domenica mattina, vendono nella pubblica via fauna protetta dalla legge. Nel trambusto generale alcuni uccellatori sarebbero riusciti a scappare con alcune gabbie piene di uccellini di cattura.Nei giorni scorsi (vedi articolo GeaPress) WWF, LIPU e Legambiente avevano denunciato al Prefetto ed alle massime Autorità di polizia della città la grave situazione di diffusa illegalità che caratterizza il mercato domenicale degli uccellatori di Ballarò.Recentemente, una troupe del TG1 si era occupata del problema dell’uccellagione a Palermo, riuscendo a filmare sia il mercato di Ballarò che un negozio di animali dove erano posti in vendita uccelli protetti dalla legge.

BRESCIA OGGI
12 DICEMBRE 2010
 
La Lipu sul bracconaggio: «Qui la lotta resta debole»
AMBIENTE. Un attacco alla qualità della sorveglianza nel Bresciano
 
 
Brescia - Quest'anno l'attività antibracconaggio organizzata dalla Lipu nel Bresciano è proseguita ben oltre il mese di ottobre, e continua ancora con azioni mirate. E presentando una sorta di bilancio parziale, l'associazione inizia attaccando, «constatando la scarsa sorveglianza da parte degli organi locali preposti all'applicazione delle leggi a tutela della fauna selvatica», e verificando «l'assenza di adeguate iniziative da parte degli enti locali preposti per prevenire e reprimere l'uccellagione ai danni dei pettirossi e degli altri utilissimi insettivori migratori. Una carenza - spiega la sede centrale dell'associazione - che di fatto incentiva i bracconieri».
«Anche questo autunno - prosegue la Lipu - gli uccellatori hanno incrementato la loro attività a novembre, dopo la partenza dei forestali del Nucleo operativo antibracconaggio, inviati a ottobre per supplire alle gravi carenze locali. Ed è stato possibile constatare che gli irriducibili sono sempre gli stessi; che sono ben conosciuti e che vengono lasciati colpevolmente liberi di agire. Come nel caso di un recidivo della Valsabbia il quale, nonostante una condanna a 18 mesi per bracconaggio, minacce e resistenza a pubblico ufficiale, è stato nuovamente sorpreso tra reti e trappole nelle vicinanze della sua abitazione a monte del lago d'Idro. Mentre un altro uccellatore recidivo ha addirittura fatto benedire una "Madonna del buon bracconiere" nel suo impianto fisso di cattura sui monti di Capovalle».
«In tutto ciò i volontari della Lipu coordinati da Piergiorgio Candela - conclude l'associazione -, a novembre hanno intensificato l'attività, individuando e rimuovendo centinaia di trappole e decine reti, in molti casi appena riposizionate dopo sequestri e denunce.

RUVO LIVE
12 DICEMBRE 2010
 
Cacciavano cinghiali nel Parco dell'Alta Murgia, denunciati due bracconieri
In azione gli uomini del Corpo forestale dello Stato di Ruvo
 
Provincia di Bari - Sale il bilancio delle denunce e dei sequestri contro coloro che cacciano illegalmente nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Questa volta sono stati i forestali di Ruvo e di Andria a cogliere in flagranza di reato dei bracconieri. In particolare, durante l’espletamento di un servizio notturno di antibracconaggio, gli agenti del Comando Stazione C.F.S. di Ruvo di Puglia assieme a quelli del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, hanno fermato e denunciato in località “Mass. Nuove Tarantini”, in agro di Corato due persone di anni 42 e di anni 40, entrambe di Corato a bordo di un fuoristrada intente a scovare e sorprendere cinghiali, attività tassativamente vietata in Area parco. Sequestrato un fucile semiautomatico calibro 12, il faro alogeno, il cui fascio di luce era stato in precedenza notato e diverse cartucce a pallettoni e palla unica comunemente usate per la caccia ad animali di grossa taglia.
Anche gli agenti del Comando stazione forestale di Andria hanno denunciato un uomo di 58 anni, di Andria per introduzione di armi ed esercizio di attività venatoria nella zona 1 del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. L’uomo è stato sorpreso in atteggiamento di caccia con due cani al seguito in località “Parco della Murgia”, agro di Andria. Sequestrato un fucile semiautomatico e 15 cartucce.

IL TIRRENO
12 DICEMBRE 2010
 
Capriolo salvato dal macellaio
 
Luigi Spinosi
 
PESCIA (PT). Alla fine il capriolo è potuto tornare nei suoi boschi e, forse, conserverà un buon ricordo di quegli strani animali a due zampe chiamati uomini, che si son letteralmente fatti in quattro per soccorrerlo, in una storia di buoni sentimenti ma, anche, di assurda burocrazia.  Tutto è iniziato venerdì quando il capriolo (un esemplare femmina), forse per liberare una zampa rimasta impigliata, ha perso l’equilibrio, cadendo giù per la rupe sin sulla via Mammianese, sulla strada per Pietrabuona. In quel momento dalla strada si trovava a passare alcune persone in auto: Claudio Brusolin, Serena Magli e Lucia Foglia. L’animale, contrariamente a quanto riportato in un primo momento, non è stato investito dall’auto. Anzi, sono stati proprio gli automobilisti a prestargli soccorso. E qui si apre un capitolo particolare: viaggiando, specialmente in un territorio verde come il nostro, può capitare di trovare degli animali selvatici bisognosi di cure. Ebbene, cosa fare in questi casi? «Con il senno di poi il consiglio - spiega Claudio Brusolin - è quello di avvertire i carabinieri, almeno loro saranno ascoltati da chi di dovere». Sì, perché trovare qualcuno per soccorrere il povero capriolo si è rivelata un’impresa impossibile. «Abbiamo chiamato tutti - prosegue Brusolin - forestale, protezione civile, polizia municipale, polizia provinciale, Asl, persino lo zoo di Pistoia, ma senza riuscire a far niente. Eravano anche preoccupati che il cuore dell’animale, per tutte quelle emozioni, potesse cedere. Alla fine, non sapendo più a chi rivolgersi, abbiamo preso l’elenco telefonico e abbiamo cominciato a chiamare tutti i veterinari della provincia di Pistoia».  Alla fine, ma quanta pazienza ci è voluta, la ricerca ha avuto successo. Un veterinario di Pistoia ha risposto all’appello visitando il capriolo e prestandogli le cure necessarie. Ma prima c’è stata da affrontare anche un’altra piccola formalità che, dopo tutto quanto era successo (anzi, dopo quanto non era successo) ha un po’ il sapore della beffa. Per poter trasportare l’animale da Pescia a Pistoia è stato necessario compilare tutta una documentazione, in cui si illustrava il tragitto che si sarebbe dovuto fare in auto con il capriolo a bordo.  Alla fine comunque l’animale ha potuto essere curato: fortunatamente presentava solo lievi ferite superficiali e, dopo aver ricevuto delle dosi di antibiotico per evitare infezioni, ieri ha potuto essere liberato, nella stessa zona in cui era stato trovato (dal momento che probabilmente è il territorio che conosce meglio).  Libero dopo le cure che hanno pagato di tasca propria, facendo a metà del costo dei medicinali, lo stesso veterinario e il suo soccorritore Claudio Brasolin che, contrariamente a quanto avrebbero fatto in molti, non ha preferito far finta di non vedere. O peggio, altri avrebbero anche potuto approfittarne per farsi una scorpacciata di di selvaggina. «E pensare - conclude lo stesso Brasolin, rivelando un particolare che rende l’intera storia ancora più curiosa - che di lavoro faccio il macellaio».
MESSAGGERO VENETO
12 DICEMBRE 2010
 
Salvato un cane in una forra a 25 m di profondità
 
CHIUSAFORTE (UD). Un cane di grossa taglia, un Dogo argentino, scivolato per 25 metri in una forra nella zona del rifugio Gilberti sopra Sella Nevea, è stato portato in salvo ieri alle 16, dopo due ore di rischioso intervento che ha visto impegnati gli uomini dei Soccorsi Alpini del Cnsa di Cave del Predil, della Guardia di Finanza di Sella Nevea, del soccorso piste e di Promotur. Sono state due ore di grande apprensione anche perchè, la forra, spesso utilizzata dagli speleo per l'addestramento, è molto profonda, ma Cleopatra, questo il nome del cane, s'è fermata in un punto in cui il buco si restringe, sull'orlo dell'abisso. Dell'accaduto s'è accorta la famiglia proprietaria dell'animale ch'era salita al rifugio Gilberti con due femmine di Dogo argentino, subito allontanatesi a correre nella neve; purtroppo, una è finita nella profonda buca che, va detto, è segnalata a escursionisti e scialpinisti ma, ovviamente non può esserlo per gli animali. Cleopatra s'è fatta sentire con i guaiti per cui sono potute cominciare subito le laboriose operazioni di soccorso. S'è provveduto a realizzare un ancoraggio nella neve utilizzando anche sci, quindi due uomini, muniti di lampade frontali, si sono calati con le corde da roccia fino a raggiungere il cane, che fortunatamente è rimasto fermo su una sorta di terrazzo. Accertato che fisicamente non aveva riportato fratture e lesioni gravi, Cleopatra, che pesa una quarantina di chili, è stata imbragata dai soccorritori che hanno adoperato la stessa attrezzatura utilizzata normalmente dal Soccorso alpino per calare i cani dall'elicottero. Dopo di che, con cautela, l'animale - che, spaventato, ha guaito continuamente -, è stato issato gradualmente fino alla superficie dove ha trovato la sua famiglia ad accoglierlo. E la bestiola ha ringraziato tutti dimostrando grande affetto. Il salvataggio del cane è sicuramente riuscito grazie alla perizia degli uomini del soccorso alpino, ma, se si fossero presentate complicazioni sarebbe stato immediatamente chiesto l'intervento del Soccorso alpino speleologico, esperto e attrezzato per i soccorsi in grotta.

LA VOCE DI MANDURIA
12 DICEMBRE 2010
 
“Brucia un cane a Natale”, l’orrore su facebook
 
 
«E’ Natale, accendi un cane». Si chiama così la pagina creata da uno sconosciuto due giorni fa su facebook che sta suscitando orrore e proteste da centinaia di utenti che ne chiedono l’oscuramento. E’ una pagina che incita l’uccisione di cani per mezzo del fuoco con tanto di macabra foto. Molti hanno già segnalato la cosa al sistema di controllo di facebook che non ha ancora provveduto a rimuoverla. Per chi vuole contribuire alla richiesta di cancellazione, ecco il link della pagina in questione: http://www.facebook.com/pages/E-natale-accendi-un-cane/167466603290194?ref=mf#!/pages/E-natale-accendi-un-cane/167466603290194?v=wall

TIO.CH
12 DICEMBRE 2010
 
Protesta shock a Madrid, tutti in piazza con in braccio animali morti
 
 
MADRID - Protesta shock in Spagna di oltre ducento animalisti. Nel cuore di Madrid si sono presentati ognuno con un animale morto in braccio, nel giorno internazionale per i diritti degli animali. Una manifestazione che ha lasciato davvero senza parole i passanti, organizzata da Igualidad Animal per sensibilizzare le persone sulle sofferenze a cui vengono sottoposti gli animali che diventano cibo per gli uomini o che comunque vengono utilizzati nell'industria alimentare.  "L'unico modo per mettere fine alle loro terribili sofferenze - dice Sharon Nunez, portavoce dell'organizzazione - è adottare uno stile di vita vegano, che non prevede il consumo di prodotti di derivazione animale e che li rispetta. Ci sono animali, come i cani e i gatti, di cui le persone si prendono cura,  ma per esempio in Cina gli stessi animali vengono uccisi e mangiati. E comunque non c'è differenza fra un cane e un maiale, gli animali, di qualsiasi specie, devono essere rispettati, come ognuno di noi".  I maiali e i conigli tenuti in braccio dagli attivisti sono stati trovati morti nei container e nelle aziende dagli stessi animalisti.  Foto Keystone
VIDEO
http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=603483&idsezione=9&idsito=1&idtipo=2&dossier=video_new

LA ZAMPA.IT
12 DICEMBRE 2010
 
Madrid, manifestazione in piazza con animali morti
 
 
MADRID - Circa 200 animalisti, ciascuno con un coniglio, un pollo o un agnello morti fra le braccia hanno manifestato oggi silenziosamente a Madrid per fare valere i loro diritti. Con indosso una camicia nera, i militanti si sono riuniti per alcuni minuti alla Puerta del Sol rispondendo all’appello della loro organizzazione, Igualdad Animal, che voleva così celebrare la Giornata internazionale dei diritti degli animali. Sotto lo sguardo curioso dei passanti, alcuni degli animalisti venuti da diversi Paesi esibivano anche dei cadaveri di gatti, galline e maiali.In un comunicato, gli organizzatori hanno spiegato che la maggior parte di questi animali morti erano stati recuperati in dei contenitori alle porte di un centro di allevamento in cui gli animali erano morti. Igualdad Animal e altri difensori degli animali da alcuni anni organizzano manifestazioni dedicate alla loro causa in coincidenza con la celebrazione della Giornata dei diritti umani per sottolineare che gli animali devono godere dello stesso rispetto degli essere umani.

GEA PRESS
12 DICEMBRE 2010
 
Romania: via gli italiani (cacciatori)
Strage di allodole dell'italico cacciator bracconiere.
 
 
La Romania, come si sa, è un paese povero. Per questo la sua fauna è in vendita. A meno di 1000 euro fino a cinque giorni di caccia, con previsioni di carniere eccezionali, fornitura di cani, capanni, civette vive come zimbelli. Tutto quanto il necessario per le esigenze dei cacciatori. Ampie aree di fatto nella disponibilità di aziende che lavorano con gli italiani, se non di proprietà di ditte italiane.La Romania, pubblicizzano i cacciatori, è l’unico paese europeo che autorizza la caccia alle allodole (per questo, però, ci sarebbe anche l’Italia) e la loro esportazione. Eppure, nonostante tutto, gli italici amanti di Diana si sono fatti conoscere anche da quelle parti. Il cacciator bracconiere, protagonista di tante cronache (giornalistiche e di polizia).Nove italiani fermati dalla polizia locale con quasi quattromila cartucce e 155 allodole stecchite. Il tutto in area di caccia ma con il piccolo particolare che la caccia alle allodole è ormai chiusa. Un viziaccio, questo di sparare alle specie protette, che non ci leviamo neanche all’estero. Anzi. I giornali romeni hanno gridato al “massacro” degli italiani, ed hanno pienamente ragione. Lo avrebbero ancor di più i politici romeni se (in periodi di espulsioni…) chiudessero le frontiere ai migranti della caccia. Recentemente altri cacciatori italiani erano stati fermati in Croazia (vedi articolo GeaPress). Provenivano dalla Bosnia Erzegovina ed avevano nascosto nella loro automobile oltre 600 uccellini morti.
L'ECO DI BERGAMO
12 DICEMBRE 2010
 
Caccia alla lepre in aeroporto:60 in azione, saranno liberate
 
 
Provincia di Bergamo - Sessanta uomini in azione per la caccia alla lepre. L'operazione - che ha portato non all'abbattimento, ma alla cattura degli animali - ha avuto per teatro l'area dello scalo aeroportuale di Orio al Serio. Un'operazione periodica, necessaria per la sicurezza.Nella giornata di domenica 12 dicembre, è entrato in azione il nucleo ittico-venatorio della polizia provinciale di Bergamo che ha coordinato una battuta di cattura di lepri nell'area erbosa del sedime aeroportuale di Orio al Serio con il supporto di personale dell'Ambito territoriale caccia della pianura bergamasca, con sede a Caravaggio, e delle guardie venatorie volontarie.
L'operazione, richiesta da Sacbo per ottemperare alle normative Enac concernenti l'attività di prevenzione di possibili impatti mediante l'allontanamento di animali selvatici dalle zone interessate dal movimento degli aerei, è stata programmata a seguito di ripetuti avvistamenti di esemplari di questa specie avvenuti nel corso degli ultimi mesi.
A partire dalle 8,30 di domenica mattina sono entrati in azione circa 60 operatori che hanno provveduto a installare apposite reti in zone strategiche, producendo ad arte suoni e disturbi allo scopo di spingere le lepri nella direzione desiderata, per poterle poi prelevare, con le dovute cure ed attenzioni. L'operazione è terminata verso le 12.30.
Gli esemplari catturati saranno rilasciati nelle aree di ripopolamento e cattura della pianura bergamasca, dopo aver applicato a ognuno di essi una targhetta di riconoscimento dell'Atc pianura bergamasca in modo da poterne controllare i futuri spostamenti.
Durante le operazioni di cattura delle lepri, l'attività aeronautica si è svolta regolarmente, senza interruzioni né limitazioni al traffico. Per l'assessore alla Polizia Provinciale, Fausto Carrara, si tratta di una proficua collaborazione tra la polizia provinciale, la vigilanza volontaria, il mondo venatorio, il gestore dello scalo e le autorità aeroportuali. La tutela della fauna che popola il territorio bergamasco è una delle priorità della Provincia di Bergamo, che viene realizzata anche attraverso queste azioni volte a garantire la sicurezza dello scalo.

ANSA
12 DICEMBRE 2010
 
Caccia alla lepre all'aeroporto di Orio al Serio
Ne sono state catturate due dozzine. Nessun problema per aerei
 
BERGAMO - Caccia alla lepre oggi all'aeroporto di Orio al Serio (Bergamo), dove sono state catturate due dozzine di animali. Sessanta persone, tra personale del Nucleo Ittico-Venatorio del Corpo di Polizia Provinciale di Bergamo e guardie venatorie volontarie, hanno installato alcune reti, producendo suoni e disturbi per spingere gli animali nella direzione desiderata.
Gli esemplari catturati - circa due dozzine - sono stati rilasciati nelle aree di ripopolamento della pianura bergamasca, dopo aver applicato ad ognuno una targhetta di riconoscimento.L'operazione non ha interessato il traffico aereo.

LA ZAMPA.IT
12 DICEMBRE 2010
 
Zerbolò, scoppia il caso delle cicogne a rischio sfratto
Legambiente: «Il sindaco le vuole mandar via». Il primo cittadino: «Sto subendo un accanimento mediatico»
 
 

prov. di Pavia - Il Comune di Zerbolò, un piccolo centro del Pavese, ha deciso di sfrattare le cicogne bianche. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Renato Fiocchi, denuncia Legambiente, ha stabilito che la Cascina Venara, un centro attivo, con successo, nella reintroduzione del grande volatile nella Val Padana, deve chiudere i battenti. Al suo posto, dovrebbe sorgere una balera, un locale da ballo. La decisione del Comune, sottolinea l’associazione ambientalista, «non tiene conto degli ottimi risultati ottenuti negli ultimi anni».
Negli ultimi dodici anni oltre 50mila persone si sono recate a visitare la Cascina Venara, in maggioranza scolaresche, per lo più bambini delle scuole elementari, del Pavese e non solo. Nella Cascina le associazioni ambientaliste, prima la Lipu, poi la Onlus Olduvai, e ora Legambiente, si sono alternate nella gestione di quello che, grazie anche ad un investimento del Parco del Ticino per la ristrutturazione dei vecchi immobili, è diventato il più grande centro lombardo per il ripopolamento (restocking) della cicogna bianca.
Nel centro vivono cicogne bianche divenute stanziali, che hanno perso la capacità di migrare. La loro presenza a Zerbolò è importante perchè fungono da richiamo per le cicogne migranti che, nel loro viaggio da e verso l’Africa, hanno ripreso, proprio grazie alla cascina Venara, a percorrere il corridoio ecologico lombardo, tornando a ripopolare la Val Padana, dove erano una presenza fissa fino al XVI secolo, per poi diventare sporadiche. Nel 2005 vivevano in Italia 160 coppie di cicogne bianche, riporta il sito della Cascina Venara, in gran parte legate a programmi di rilascio.
Il progetto della Cascina Venara viene seguito da esperti e volontari per accudire il più grande nucleo lombardo del maestoso volatile che altrove, in Europa, ha fatto felici, nota Legambiente, non solo i bambini ma anche gli operatori turistici. E le premesse perchè un simile, forte richiamo per il turismo naturalistico potesse svilupparsi anche nel Parco del Ticino c’erano tutte, secondo l’associazione. Dall’avvio fino ad oggi le prime cicogne, giunte dalla penisola Iberica e accudite in grandi voliere, si sono trovate molto bene e hanno avuto un notevole successo riproduttivo.
Ogni anno sono state liberate coppie adulte di cicogne che hanno nidificato nei dintorni e, soprattutto, hanno attirato esemplari vaganti che si accoppiavano e volavano nelle campagne pavesi prima di riprendere la migrazione verso il continente africano. In questi mesi solo gli esemplari nati in voliera, avendo perso l’istinto migratorio, rimangono stabilmente a vagare nelle campagne vicine a Zerbolò, ricevendo dal centro cibo e, all’occorrenza, cure mediche per superare l’inverno.
I risultati sono notevoli: nel 2010 i nidi sono stati ben 13, oltre un terzo di tutte le nidificazioni avvenute in Lombardia, e quasi tutte le riproduzioni si sono svolte con successo. Ma gli appelli degli scienziati in occasione dell’anno della biodiversità, nota Legambiente, non hanno superato le mura del municipio di Zerbolò. Dal primo gennaio del nuovo anno Legambiente dovrà abbandonare il centro, sfrattata dal Comune che ha chiesto ed ottenuto un finanziamento regionale per realizzare un ostello al posto della cascina che, secondo le dichiarazioni del sindaco Renato Fiocchi, dovrebbe diventare addirittura una balera, «alla faccia delle norme di tutela del Parco e della Comunità Europea».
«Siamo molto preoccupati per l’esito del progetto cicogna - dichiara Cristina Nera, responsabile del Centro - perchè le cicogne stanziali hanno ancora bisogno di cure: sono animali incapaci di trovare sostentamento nei mesi freddi, quando i loro compagni vanno a svernare a ben altre latitudini. Senza il quotidiano apporto di cibo è inevitabile l’aumento di mortalità e la diminuzione delle probabilità di successo riproduttivo. Non proseguendo il progetto di Cascina Venara, il comune si assume una grossa responsabilità nei confronti del ritorno di questa specie in Lombardia».
La Cascina in questi anni era diventata anche un punto di riferimento per il volontariato ambientale della zona: grazie ad un progetto sostenuto da Fondazione Cariplo attraverso il Csv di Pavia, il circolo Legambiente Terre d’acqua aveva realizzato un grande «giardino per gli insetti», un vero e proprio orto botanico di antiche varietà coltivate di cereali, aromatiche e ortaggi, selezionate anche per accogliere numerose specie di coleotteri e farfalle.
«Dal Comune non riusciamo a ottenere risposte - dichiara Renato Bertoglio, del circolo ’Terre d’Acquà di Legambiente - da parte nostra ci siamo resi disponibili a valutare una possibile convivenza con i cantieri e le future attività dell’ostello, ma non arrivano risposte dal sindaco per proseguire un’attività che fino ad oggi ha permesso a migliaia di bambini e bambine di avvicinarsi alla natura e di scoprire il Parco del Ticino. Chiediamo al Parco del Ticino di far sentire la propria voce nei confronti del Comune, ma nei prossimi giorni chiederemo anche a Regione Lombardia di intervenire per verificare la compatibilità dei progetti del Comune. Ci sembra impossibile che un contributo previsto da una legge regionale che ha per obiettivo lo sviluppo dell’accoglienza turistica nelle aree protette, possa venire impiegato per mettere a rischio uno dei più importanti patrimoni di biodiversità del Parco Ticino».
La replica del sindaco: «Non sfratta le cicogne, sfratta Legambiente»
«Sto subendo un accanimento mediatico». È questa la risposta del sindaco di Zerbolò (Pavia) Renato Fiocchi, contattato telefonicamente per rispondere alle accuse della Legambiente, secondo le quali intenderebbe sfrattare Cascina Venara, il più grande centro lombardo per il ripopolamento della cicogna bianca, per costruire un locale da ballo.
«Il sindaco di Zerbolò - spiega Fiocchi - non sfratta le cicogne, sfratta Legambiente». Il sindaco assicura che il progetto non prevede la costruzione di locali da ballo. A chi gli chiede se non esista nel territorio comunale di Zerbolò un altro luogo per realizzare il progetto destinato a rimpiazzare il sito dedicato alle cicogne, Fiocchi risponde che del progetto si occupa un’altra persona, di nome Valeria Orlandi. «Non vorrei essere maleducato, ma ho altro da fare», taglia corto il sindaco.

GEA PRESS
12 DICEMBRE 2010
 
Uccidi per evitare un pericolo? Non è reato
Sentenza shock della Cassazione.
 
 
In caso di “pericolo imminente” non è reato uccidere un animale! Lo ha stabilito la  Corte di Cassazione con la sentenza n°43722/2010, Seconda Sezione Penale:
Nel concetto di necessita’ e’ compreso non solo lo stato di necessita’ vero e proprio ma anche ogni altra situazione che induca all’uccisione o al danneggiamento dell’animale per prevenire od evitare un pericolo imminente o per impedire l’aggravamento di un danno giuridicamente apprezzabile alla persona propria o altrui o ai beni, quando tale danno l’agente ritiene altrimenti inevitabile“.Per la Cassazione il “fatto non sussiste”, eppure il pastore tedesco è stato ammazzato.
Un 30enne di Salò per difendere il suo cagnolino e la moglie dall’aggressione del pastore tedesco prese un fucile e lo uccise.Se il pericolo era imminente e l’uccisione era un atto difensivo,  allora il 30enne passeggiava con moglie, cane e… fucile!
Altrimenti viene a mancare il pericolo,ma anche l’imminenza, perché  per andare a prendere il fucile ha lasciato soli moglie e cane in balia della “bestia feroce”.Dov’ è lo “stato di necessità” che lo ha portato a sparare?
Già la condanna, 140euro di ammenda,  inflitta dal Tribunale di Brescia -sezione distaccata di Salò -  in base all’artico 638 CP era veramente irrisoria; ora col concetto di “necessità” si ratifica la licenza di uccidere!

HAI SENTITO
12 DICEMBRE 2010
 
Natale 2010: non regalate cuccioli di animali, l’appello dell’Aidaa
 
In questo Natale 2010 arriva un appello da parte dell’Aidaa che non possiamo non rilanciare: non regalate cuccioli di animali per Natale. E’ abbastanza tipico durante le festività natalizie cedere alle insistenze dei bambini o delle fidanzate che chiedono smaniosamente un cucciolo: gatto, cane, coniglio, tartaruga. Il cucciolo è adorabile, magari impacchettato con un fiocco rosso: ci conquista subito. Peccato che poi l’animale cominci a richiedere attenzioni che ci portano via del prezioso tempo: vuole mangiare, giocare, essere coccolato, devi portarlo a spasso o pulirgli la lettiera/acquario e via discorrendo.E’ proprio su questi punti che insiste l’Aidaa: un animale non è un pelouche, ha esigenze che vanno oltre la gioia di trovarlo impacchettato sotto l’albero di Natale. La richiesta dell’Aidaa si basa su dati concreti: il 40% degli animali usati come regalo di Natale finisce al canile o abbandonati per strada. Di solito i problemi iniziano a vedersi dopo le feste di Natale: finchè si è a casa dal lavoro è facile dedicarsi al pet da compagnia appena entrato in famiglia.Ma l’Epifania tutte le feste porta via, si ricomincia a lavorare, c’è la scuola, bisogna uscire con gli amici, i bambini trovano dei giocattoli nuovi e più interessanti e l’animale non è più benvenuto. Ecco così file di genitori scocciati davanti ai canili o ai veterinari che pretendono una risoluzione immediata al loro problema: l’animale da fastidio, impegna e non può più essere tenuto a casa.L’Aidaa, nel suo appello a non regalare animali per Natale, ribadisce un paio di concetti chiave: i bambini tendono a vedere il cucciolo come un giocattolo, ma finita la novità lo accantonerà come succede con tutti gli altri balocchi. Quindi, per quanto sembrino sinceri quando giurano e spergiurano che si occuperanno dell’animale, sarebbe bene rendersi conto che alla fine spetterà ai genitori l’onere (anche economico, da non sottovalutare in questo periodo di crisi economica) di gestirlo.In secondo luogo l’Aidaa mette in guardia come regalare animali per Natale alimenta il business dei cuccioli importati dall’Est. Nonostante siano state inasprite le pene per chi importa cani dai paesi come l’Ungheria, la repubblica Ceca e la Polonia, troppi cani malati arrivano ancora sul territorio italiano e sono acquistati da incauti compratori, entusiasmati dai costi ridotti dell’animale: peccato che la maggior parte di questi cuccioli siano imbottiti di farmaci e spesso muoiano pochi giorni dopo l’acquisto.

LA GAZZETTA DI MANTOVA
12 DICEMBRE 2010
 
Multa per il pellame L azienda fa ricorso
 
SAN BENEDETTO PO (MN). «Ogni pelle tutelata dalla convenzione di Washington è munita del certicato Cites. Le cinture di coccodrillo le acquistiamo già fatte. Nessun traffico illecito dunque. E sul verbale della Guardia Forestale abbiamo fatto ricorso e stiamo aspettando una risposta.» A parlare è la titolare della ditta che confeziona cinture, borse e scarpe utilizzando anche parti di animali inclusi nello speciale elenco della citata convenzione americana. La Guardia Forestale nell’effettuare un controllo, ha scoperto un illecito di tipo amministrativo: la mancanza cioè di un registro di carico e scarico con l’intestazione della ditta. Una violazione punita con una sanzione che va dai 3.098 euro ai 9296. Il titolare dell’azienda dovrà pagare la prima somma ma, come già accennato, ha presentato ricorso. «Che la ditta sia tenuta o no alla complilazione del registro - aggiunge la titolare - sarà appurato dopo il ricorso. Un ricorso giustificato dal fatto che le leggi per la tenuta del registro Cites sono molto controverse, tanto che non ci è stato spiegato come compilarlo».
ECO DI SICILIA
12 DICEMBRE 2010
 
Palermo: una iguana si prende il sole in città
 
Palermo - Con il caldo di questi giorni un po’ inusuale per la stagione invernale, un’iguana a Palermo ha pensato bene di prendersi il sole per le vie del centro. Si tratta di una iguana originaria del centro America e trapiantata a Palermo, secondo quanto riporta Geapress. Il rettile lungo circa 40 centimetri è stato notato da una signora affacciata nello spazio condominiale del civico 74C nel capoluogo siciliano. Esterrefatta ha dato l’allarme pervenuto al servizio Cites del corpo forestale della regione siciliana. Appena il tempo dell’arrivo di una pattuglia e l’animale è stato preso in consegna dagli esperti della forestale e portato negli uffici di via Camillo Camilliani, nel quartiere Uditore in attesa di una sistemazione adeguata. L’iguana è stata ritrovata il 20 novembre scorso, ma la notizia è stata resa nota soltanto adesso.

LA ZAMPA.IT
12 DICEMBRE 2010
 
Iucn a Ue: occorre rinforzare le misure contro il finning degli squali
Insopportabile la mortalità per zuppa di pescecane
 
 

L’Ue rinforzi le misure sul divieto di finning. È questo l’appello dei gruppi ambientalisti all’Unione Europea per fermare lo spinnamento, la pratica di prelevare le pinne dal corpo di uno squalo per poi gettare in mare la carcassa, una consuetudine di grande spreco. Gli ambientalisti stimano che il redditizio mercato mondiale delle pinne di squalo, utilizzate nella preparazione della "zuppa di pinna di pescecane", una specialità asiatica, subirà infatti un ulteriore incremento con lo sviluppo dell’economia cinese.
In un rapporto presentato oggi, esperti della pesca agli squali sostengono che per rafforzare il divieto dell’Unione Europea sul finning, ai pescatori dell’Ue «non dovrebbe essere permessa la rimozione delle pinne di squalo sui pescherecci, e che le scappatoie esistenti nel Regolamento europeo danno la possibilità ai pescatori di tagliare le pinne a due squali su tre senza che vengano scoperti o puniti».
Lo studio, dal titolo «Le pinne di squalo in Europa: le implicazioni della Riforma del Regolamento europeo sul finning» e condotto da esperti del Gruppo di Esperti sugli Squali dell’Iucn, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e l’European Elasmobranch Association (Eea), mette a confronto la cattura, la lavorazione, il commercio e il Regolamento dell’Ue sul finning con il resto del mondo, proponendo raccomandazioni allo scopo di migliorarlo e rafforzarlo.
«Il dibattito internazionale sul divieto di finning, la dannosa pratica che consiste nel tagliare le pinne dello squalo e gettarne il corpo in mare, e di come applicare al meglio tale Regolamento ha imperversato per più di un decennio» dice Sarah Fowler, autrice del Rapporto ed ex co-presidente della Ssg e presidente della Eea. «Il nostro Rapporto -sottolinea- intende esaminare questa situazione, dando particolare rilievo al peso dell’Ue sulla pesca, il commercio e le politiche di gestione, oltre ad elaborare precise raccomandazioni su come migliorare la situazione attuale».
Nel dimostrare che proibire la rimozione in mare è la soluzione migliore per applicare il divieto sul finning, gli esperti fanno notare che tale opzione «facilita la raccolta dati sulle catture e sulle singole specie, fondamentale per la valutazione e la gestione delle popolazioni di squali». «Lo spreco e il tasso insostenibile di mortalità associate al finning minaccia le popolazioni di squali, la pesca, la sicurezza alimentare e la sostenibilità degli ecosistemi marini» dice Sonja Fordham, vice-presidente dell’Iucn Ssg e co-autrice del sommario del Rapporto. «Il modo più sicuro per far rispettare il divieto di finning -aggiunge- è quello di richiedere che gli squali vengano sbarcati con le pinne ’naturalmente attaccatè ai corpi».
«Questo sistema -ricorda- è stato adottato da diversi Stati, in particolare in America centrale e in America del nord, dando impeto ad un cambiamento globale». «Per troppo tempo, l’Ue ha lasciato un varco aperto alla pratica del finning sugli squali» afferma Uta Bellion, Direttore del Programma Marino Europeo del Pew Environment Group e coordinatore Europeo di Shark Alliance. «Questo rapporto -prosegue- conferma la nostra richiesta alla Commissione Europea di proporre una legge nel 2011 che contenga l’unica vera opzione per prevenire il finning, il divieto totale della rimozione delle pinne in mare». Spagna, Francia, Regno Unito e Portogallo sono fra i primi 20 Paesi per la cattura degli squali: gli sbarchi complessivi di questi quattro Stati membri classificano l’Europa al secondo posto al mondo, dietro solo all’Indonesia, per volume di catture di squali.

CORRIERE DEL VENETO
12 DICEMBRE 2010
 
GLI ANIMALI E NOI
 
Macri Puricelli
 
 
 
 
Manipolati nei loro tratti genetici, utilizzati come cavie nei laboratori di ricerca, impiegati come risorse «naturali» per la nostra l'alimentazione. 
Fino a che punto questa nostra umanità ha il diritto di disporre della vita degli animali? A quali valori ci si deve richiamare per avere un corretto rapporto con i non umani? 
E' lunga la strada sulla via di una nuova consapevolezza che ci aiuti tutti a costruire nuove e diverse relazioni con gli animali. Per arrivare a rispettare fino in fondo le loro sofferenze e le loro emozioni. Per viverci accanto.La grande fortuna di lavorare spesso da sola e da casa mi consente di avere una radio, RadioTre, come compagna di studio. Qualche giorno fa ho ascoltato, a Fahrenheit, l'incontro con Eugenio Lecaldano, trevigiano e docente di Filosofia morale alla Sapienza.Lunghi minuti di riflessioni attorno al suo ultimo libro, Prima lezione di filosofia morale, ma che hanno toccato il grande nodo dei diritti degli animali e dell'etica nei loro confronti.
Perché i loro diritti non devono essere considerati frutto di animalisti esasperati o di vegetariani talebani.
Le basi dei diritti degli animali risalgono a fine Settecento. Dal punto di vista scientifico proseguono con Darwin. Da quello filosofico e morale prendono forza a metà degli anni Settanta del secolo scorso con le riflessioni dell'australiano
Peter Singer e del suo libro Animal Liberation.Per non calpestare i diritti degli animali dobbiamo conoscere e studiare. Ma soprattutto dobbiamo concederci l'empatia nei loro confronti. E abbandonare l'egocentrismo che mette l'uomo al centro delle specie. 
Siamo sullo stesso piano degli animali. Viviamo da pari nello stesso mondo. Ma ancora non lo sappiamo. Ha ragione Lecaldano: il processo di consapevolezza non è ancora iniziato.
Le immagini di animali di questo post sono di Ian Britton, rilasciate sotto licenza Creative Commons per Freefoto.

SAVONA NEWS
12 DICEMBRE 2010
 
Villanova (SV): cacciatore morto d'infarto dopo essere stato attaccato da cinghiale
E' successo nel pomeriggio nel paese dell'entroterra albenganese
 
Un cacciatore di 66 anni, Gianfranco Castellana, e' morto questo pomeriggio probabilmente per lo spavento dopo essere stato caricato da un cinghiale al quale aveva sparato nei boschi di sua proprieta' durante una battuta di caccia a Villanova d'Albenga. L'animale ha caricato il cacciatore provocandogli una emorragia non importante. Ma proprio la reazione del cinghiale gli ha causato un attacco di cuore facendolo morire pochi minuti dopo. Nell'emergenza sono stati mobilitati gli uomini del soccorso alpino, il 118 e i carabinieri.
 
torna alla pagina iniziale [email protected] l'archivio della rassegna stampa