12 OTTOBRE  2009

PARCO DEI NEBRODI 
12 OTTOBRE 2009
 
ANIMALI, ON. SCILIPOTI (IDV): "FURGONI DELL'ORRORE STRAPIENI DI RANDAGI PRELEVATI DA CANILI LAGER"
 
Roma 12.10.09: “Il traffico illecito di animali randagi è un problema che sta interessando sempre di più il nostro Paese”. Così, l’On. Domenico Scilipoti in riferimento al traffico di animali. “Migliaia di animali – prosegue il deputato IDV – ogni anno spariscono nel nulla destinati per lo più a diventare cavie da laboratorio, utilizzati per ogni sorta di esperimento; solo gli esemplari più belli vengono messi in vendita su internet, mentre quelli più aggressivi sono reclutati per i combattimenti. Per arginare il fenomeno chiedo l’applicazione della legge quadro 281/91 (art. 4),
che impone ai sindaci di spendere una parte delle entrate statali che arrivano alle regioni, per effettuare le sterilizzazioni; ed ancora la microcippatura dei cani e la registrazione all’anagraf e canina , pratica questa che da noi viene quasi completamente ignorata, ed in caso di inadempienza, chiedo sanzioni per i responsabili. In merito al ddl già esistente, che identifica come reato solo l’importazione di cuccioli dall’Est Europa, ma che non prende minimamente in considerazione tutto il traffico di randagi in uscita dall’Italia, chiedo che la legge preveda misure più severe in materia.E’ impensabile – conclude Scilipoti – fare leggi a metà, se il reato viene identificato, bisogna punirlo in tutte le sue forme, basta speculazioni sempre in nome del dio denaro!”.

LEGGO
11 OTTOBRE 2009
 
BRACCONAGGIO, BLOCCATO CAMION CON 600 ALLODOLE
 
 
Provincia di Foggia - Agenti del Corpo forestale dello Stato hanno bloccato in provincia di Foggia un camion che trasportava circa 600 allodole destinate al mercato perugino. Due persone sono state denunciate in stato di libertà per commercio e detenzione illegale di animali vivi, mentre sono state eseguite perquisizioni nelle province di Foggia e Perugia. L'operazione antibracconaggio è stata compiuta dal Nucleo investigativo polizia ambientale forestale (Nipaf) del Comando provinciale di Foggia, insieme a personale del Coordinamento territoriale per l'ambiente (Cta) di Monte Sant'Angelo e al Comando stazione di Mattinata. Il camion carico di uccelli era condotto da un cittadino peruviano che, secondo quanto accertato dalla Forestale, era stato incaricato da alcuni committenti del centro Italia di prelevare la fauna nei comuni foggiani di Zapponeta e Manfredonia. Gli uccelli erano stati acquistati al prezzo di sei euro ciascuno e dovevano essere trasportati in Umbria per venire impiegati come richiami vivi, fruttando circa 30.000 euro. Le allodole sono state liberate poichè quasi tutte idonee al volo.

SANREMO NEWS

12 OTTOBRE 2009

 

Vallecrosia (IM): cuccioli trovati abbandonati in un cassonetto

 

Vallecrosia (IM) - Due cuccioli, nati da poche ore, sono stati trovati dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Bordighera, in un cassonetto dell’immondizia a Vallecrosia Alta. I militari sono intervenuti perché, alcuni passanti avevano sentito alcuni guaiti provenienti dal cassonetto. Hanno spostato l’immondizia ed hanno trovato una busta con i due cuccioli, bagnati ed infreddoliti. I Carabinieri hanno portato i due cuccioli in casera a Bordighera, dove sono stati riscaldati e rifocillati. Contemporaneamente è stato avvertito il veterinario di turno, che ha verificato le condizioni dei due cagnolini, poi portati al canile di Ventimiglia. Ora i Carabinieri cercheranno di risalire al responsabile che rischia una denuncia per maltrattamento di animali.


RIVIERA 24

12 OTTOBRE 2009

 

Gettati nella spazzatura a Vallecrosia due cuccioli di cane appena nati: salvati dai carabinieri

 

Fabrizio Tenerelli

 

Vallecrosia (IM) - Portati in caserma sono stati puliti, rifocillati e consegnati, tramite servizio veterinario dell'Asl, al canile di Ventimiglia, dove ora attendono un nuovo padrone. Indagini sono in corso per rintracciare chi ha gettato i due cuccioli nel cassonetto. Due cuccioli di cane, all'apparenza di razza pitbull, ma potrebbero essere meticci, sono stati salvati, intorno alle 23 di ieri, dai carabinieri della Stazione di Vallecrosia, che li hanno recuperati dentro un sacchetto di cellophane, gettato in un cassonetto dei rifiuti. Sono stati alcuni abitanti della zona alta della citta', avvertiti i lamenti dei due cagnolini, nati da poche ore, ad allertare il 112. Una pattuglia e' giunta sul posto ed ha trovato le due bestiole in condizioni igieniche pessime. Portati in caserma sono stati puliti, rifocillati e consegnati, tramite servizio veterinario dell'Asl, al canile di Ventimiglia, dove ora attendono un nuovo padrone. Indagini sono in corso per rintracciare chi ha gettato i due cuccioli nel cassonetto. Quest'ultimo rischia una denuncia per maltrattamento di animali. I militari ritengono che possa trattarsi di qualcuno della zona.


SAVONA NEWS

12 OTTOBRE 2009

 

Savona: continuano gli abbandoni di animali a Legino

 

Savona - Si stanno verificando preoccupanti abbandoni di gatti davanti al cancello del canile comunale di Legino.
Giorni fa è accaduto ad un bel gattino di pochi mesi, poi è toccato ad una gatta, giovane e docile ed oggi addirittura ad una cucciolata di cinque gattini di pochi mesi; tutti gli animali sono stati presi in cura dai Volontari della Protezione Animali, che li hanno ricoverati, alcuni presso il gattile ENPA di Albissola, altri presso la sede di via Cavour 48 r; altri due giovani sono stati raccolti a Santuario durante il nubifragio dei giorni scorsi. Stanno tutti bene [...]
L'ENPA chiederà alla Polizia Municipale di intensificare i controlli attorno al canile comunale di Legino, mentre le proprie Guardie Zoofile effettueranno pattugliamenti anche notturni ed in borghese. L'abbandono di animali è punito con l'arresto fino ad un anno o l'ammenda fino a 10.000 euro, oltre alla costituzione di parte civile dell'associazione. Chiunque vi abbia assistito può dare informazioni utili, telefonando all'ENPA (019/824735) o inviando una mail a [email protected], o rivolgendosi direttamente a Carabinieri, Polizia Municipale, Guardia Forestale e di Finanza, in via prioritaria incaricati dalle leggi a perseguire tali reati.

CITTA' OGGI

12 OTTOBRE 2009

 

Chiedevano l'elemosina con animali sempre di razze diverse

Traffico di cuccioli di cani gestito da Rom scoperto da Aidaa

 

Milano Scoperto a Milano un traffico di cuccioli di cani gestito da un gruppo di Rom. Lo denuncia l'Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente) secondo cui gli animali, importati dalla Romania, venivano venduti a prezzi irrisori, anche con libretto sanitario falso. Da una prima ricostruzione fornita dall'Aidaa i Rom, che chiedevano l'elemosina davanti a un supermercato di via Papiniano, erano accompagnati da cuccioli sempre appartenenti a razze diverse e portati in Italia durante i loro frequenti viaggi in Romania.
"Abbiamo scoperto -afferma il presidente dell'Aidaa, Lorenzo Croce- che nonostante i controlli delle forze dell'ordine questi rom di origine rumena continuavano a chiedere l'elemosina sempre accompagnati da cuccioli di cane meticci". Le verifiche dell'Aidaa hanno permesso di appurare che, attraverso un internet point della zona di viale Monza, una delle zingare inviava quotidianamente oltre 500 euro frutto delle elemosine. "Parte di questi soldi -continua Croce- servivano per l'acquisto di nuovi cuccioli. È già scattata la denuncia penale alla procura della Repubblica del capoluogo lombardo".


ANSA AMBIENTE

12 OTTOBRE 2009

 

SALE A 200O EURO TAGLIA KILLER CAVALLI NEL GENOVESE

 

BORZONASCA (GENOVA) - Grazie alla disponibilita' di un donatore che preferisce restare anonimo, e' aumentata da 1500 a 2000 euro la taglia per chi aiutera' i carabinieri nelle indagini sull'uccisione di due cavalli nel parco dell'Aveto, nel comune di Borzonasca. Le carcasse dei due animali, raggiunte da pallini per la caccia alla lepre, sono state trovate nei giorni scorsi nei pressi della malga Perlezzi e subito e' salita l'indignazione tra ambientalisti e amanti dei cavalli che vorrebbero vedere gli animali circolare allo stato brado. Gia' da tempo il problema dei cavalli che scendono a valle in cerca di cibo danneggiando gli orti, e' stato segnalato dagli abitanti dei vari comuni che insistono sull'area del parco, tanto che ad esempio, il sindaco di Ne' Cesare Pesce (che del problema ha investito anche la prefettura) gia' lo scorso anno aveva fatto un'ordinanza di cattura. Subito dopo la scoperta dei due abbattimenti le associazioni ''Un cavallo per amico'', ''Natura cavallo'', l'Enpa ed il Wwf hanno messo a disposizione 1500 euro come ricompensa per chi aiutera' i carabinieri a trovare i responsabili. E nelle ultime ore un donatore che preferisce l'anonimato ha aggiunto 500 euro. Ma nessun testimone per ora si sarebbe fatto avanti. Intanto un esperto di cavalli del luogo, Enrico Bertozzi ha lanciato l'ipotesi dell'adozione e gia' decine di telefonate sono arrivate da molte parti d'Italia. ''L'ideale per risolvere il problema - spiega Bertozzi - sarebbe fare delle recinzioni alte. Penso invece all'adozione come un estremo rimedio''.


IL SECOLO XIX

12 OTTOBRE 2009

 

Caccia al killer dei cavalli  «Ma ora salviamo gli altri»

 

Provincia di Genova - I cavalli selvaggi del Parco dell’Aveto potrebbero essere adottati. «Come avviene per i “mustang” dello stato del Wyoming, negli Usa», dice l’esperto Enrico Bertozzi. Il caso del branco di animali che vive libero nei pascoli sulle alture di Borzonasca continua a tenere banco. E l’uccisione di due di questi capi ha alzato un polverone mediatico degno di una galoppata sulla sabbia. Due animali trovati morti, con una rosa di pallini che ha perforato loro la spalla, il polmone e il cuore: il primo domenica 4 ottobre, il secondo sabato scorso. Le carcasse sono state trovate, a poca distanza l’una dall’altra, nella zona della cappelletta del lago delle Lame. E le associazioni animaliste hanno proposto una taglia, una ricompensa di 1.500 euro a chi fornisse agli inquirenti notizie utili all’individuazione del killer dei cavalli: molti sospettano che si tratti di un abitante della zona che ha avuto danni alle sue proprietà dagli animali allo stato brado. E ieri l’appello di Enrico Bertozzi, appassionato di animali. «Se questi cavalli non sono di nessuno - ha detto Bertozzi - associazioni, enti e privati possono adottarne uno. Avendone cura ed essendone responsabili. Ma prima occorre fare un censimento, identificare gli animali capo per capo. Mi rendo conto che sia difficile, ma qualcosa dev’essere fatto prima che altri animali vengano barbaramente uccisi».L’esame del veterinario dell’Asl sui cavalli uccisi ha permesso di appurare alcuni particolari: il fucile che ha sparato è lo stesso per i due animali. E i pallini utilizzati sono quelli per la caccia alla lepre: troppo piccoli per abbattere velocemente prede di così grandi dimensioni. Questo ha quindi comportato una lunga agonia per i cavalli finiti nel mirino del responsabile delle due uccisioni. «Un fatto disumano e tragico - aggiunge Bertozzi - che mi ha spinto a denunciare ai carabinieri i particolari che ho raccolto durante i sopralluoghi alla cappelletta delle Lame, in seguito al ritrovamento delle carcasse».Ieri la stampa nazionale è arrivata “sulla notizia”, con le troupe di Rai e Mediaset inviate in valle Sturla per documentare il fatto e realizzare servizi per i telegiornali. «Per ora non si è ancora fatto avanti nessuno, per segnalare particolari utili alle indagini - spiega Paola Marinari, dell’associazione “Un cavallo per amico” - e quindi ribadiamo la nostra disponibilità a ricompensare chi lo farà (331.8205531). Quanto all’ipotesi dell’adozione di questi animali, siamo certamente favorevoli. Il problema è che questi animali un proprietario già ce l’hanno». In effetti i cavalli del Parco dell’Aveto, ormai si sa, sono di alcuni allevatori che, per risparmiare il fieno, li lasciano abbandonati negli alti pascoli del lago delle Lame. «Quando poi vogliono macellarli se li vanno a prendere - prosegue Marinari - ma nel frattempo gli animali, essendo liberi, hanno abbattuto steccati o brucato le coltivazioni in orti e giardini della zona. So che a Como c’era un problema simile, e che è stato risolto con la realizzazione di lunghe recinzioni all’interno delle quali gli animali possono vivere tranquilli».


IL TEMPO MOLISE

12 OTTOBRE 2009

 

San Giacomo degli Schiavoni (CB)

Allarme randagismo, protestano i cittadini

SAN GIACOMO DEGLI SCHIAVONI Territorio comunale ancora nel degrado, non solo per la presenza di molta spazzatura e discariche abusive lungo le strade, ma anche per la presenza di branchi di cani randagi che circolano liberamente senza alcun controllo.

 

San Giacomo degli Schiavoni (CB) - Nuove segnalazioni di randagismo arrivano dal Basso Molise. Dopo Termoli, questa volta dal piccolo centro alle porte della città adriatica. "Gruppi di cani randagi — dice Giuseppe B. - rappresentano un vero e proprio pericolo, anche di tipo igienico sanitario per il paese. Sono visibili in centro ma anche nelle campagne, dove spesso trovano rifugio nelle boscaglie alla periferia del paese". Purtroppo, secondo i cittadini, il fenomeno è strettamente connesso alla presenza di rifiuti. "È chiaro che la spazzatura ed il randagismo convivono dando numerosi problemi. I sacchetti della spazzature lasciati ai bordi delle strade e nelle boscaglia rappresentano parte del cibo quotidiano per gli animali a quattro zampe. Occorre un controllo serrato del territorio, da parte del comune e delle autorità sanitarie competenti - dicono molti cittadini del piccolo centro alle porte di Termoli - E la situazione peggiora di giorno in giorno. I randagia aumentano a vista d´occhio. Una volta c´era l´accalappiacani e le cosa andavano decisamente meglio. Occorrono interventi immediati prima che sia troppo tardi». Giu.Cas.


Animalieanimali

12 OTTOBRE 2009

 

ROCKY, DA QUASI MORTO A POLIZIOTTO
Ritenuto aggressivo è stato salvato.

 

Pochi mesi fa era destinato ad essere soppresso con un'iniezione letale; oggi, invece, sta per intraprendere una carriera di poliziotto a quattro zampe. E' la storia di Rocky, un cane lupo di un anno e mezzo, salvato dal servizio veterinario della Asl di Viterbo ed entrato a far parte del Centro cinofilo della Polizia di Stato di Nettuno. Rocky, nei primi mesi di vita, era passato nelle mani di due diversi padroni, il primo dei quali lo aveva totalmente viziato, mentre il secondo lo teneva costantemente alla catena. Un giorno il cane riuscì a liberarsi e a fuggire. Il padrone lo rintracciò e tentò di imprigionarlo di nuovo ma Rocky si ribellò mordendolo ad entrambi gli avambracci. Il proprietario chiese quindi al servizio veterinario della Asl di abbatterlo, in quanto non lo avrebbe più preso con sé.
L'ufficio veterinario, però, decise che Rocky non doveva essere abbattuto ma affidato a un addestratore specializzato per intraprendere un lungo percorso di recupero. "Dopo circa 4 mesi di lavoro - spiega Antonella Bruni - il carattere di Rocky è stato completamente recuperato, tanto che ha evidenziato una speciale attitudine al lavoro. Ci è venuta così l'idea di proporlo al Centro cinofilo della Polizia di Stato col quale abbiamo concordato uno specifico e severissimo test, superato da Rocky a pieni voti. Ora potrà diventare un cane poliziotto e siamo sicuri che si farà onore".


IL GIORNALE

12 OTTOBRE 2009

 

Stop al circo americano, maltratta gli animali

 

MARIA PAOLA GIANNI

 

Se la civiltà di un popolo, come ha detto Gandhi, si valuta anche da come sono trattati gli animali, ora è il momento di dimostrarlo. I sindaci dei Comuni di Roma e Milano non possono restare in silenzio, o comunque inermi, di fronte all’appello accorato di Animalisti italiani onlus, Peta, Lav e Lega nazionale per la difesa del cane. Tutti contro il circo Ringling Bros and Barnum & Bailey, il più famoso d’America, in arrivo in Italia nei prossimi giorni, dapprima nella capitale e poi a Milano.
Non si tratta del solito attacco animalista contro la spettacolarizzazione di tigri ed elefanti, qui c’è molto di più. Innumerevoli violazioni degli standard minimi previsti dall’Animal Welfare Act per l’uso di animali nelle esibizioni. Per non parlare delle denunce da parte dello United State Department of Agricolture sul trattamento improprio degli animali pericolosi, sulle inadeguate cure veterinarie a elefanti con zampe doloranti e con abrasioni, sulle lesioni sanguinanti ai cammelli feriti sulle rotaie. Di più.
Come denuncia Walter Caporale, presidente degli Animalisti italiani, «negli ultimi dieci anni il circo Ringling ha causato la morte di almeno venti tra elefanti, cavalli e tigri. Ai sindaci chiediamo, almeno, controlli sulle autorizzazioni sanitarie a garanzia del benessere degli animali, sulla regolarità del personale, nonché delle affissioni, quasi sempre abusive. Ci vuole il rispetto delle convenzioni di Washington sulle autorizzazioni Cites». Poi aggiunge che il garante dei diritti degli animali del Comune di Milano, Gianluca Comazzi, gli ha chiesto del materiale e ha garantito che manderanno controlli e ispezioni.
Impossibile citare tutti i casi del lungo dossier su traumi, stress comportamentali, maltrattamenti, sofferenze e morti legati al circo Ringling. Come la storia dei due elefanti costretti ad esibirsi nonostante le loro pessime condizioni di salute, le tigri che hanno rischiato di morire perché trasportate su un veicolo fatiscente, i mancati test tubercolotici per gli elefanti o la carenza di norme igieniche nell’alimentazione.
Le associazioni animaliste sono sul piede di guerra: scenderanno in piazza con fischietti, trombe, cartelli, striscioni e bandiere, dapprima a Roma, mercoledì prossimo 14 ottobre (alle 18 davanti al Palalottomatica) e poi a Milano (il 21 ottobre, sempre alle ore 18, al PalaSharp).
È stato anche diffuso un inequivocabile filmato della Peta dove si vedono chiaramente gli operatori del circo Ringling colpire senza motivo e ripetutamente gli elefanti su muso, proboscide e orecchie. Le immagini ritraggono anche un addestratore mentre frusta le tigri e le colpisce con un’altra arma non ben identificata. Come denuncia Poorva Joshipura, della Peta Europa, gli animalisti esortano i sindaci a rifiutare queste crudeltà, negando al Ringling il permesso di attendare a Roma e Milano. E invitano tutti coloro che amano gli animali, a non andare al circo. Il video, per chi volesse vederlo, è disponibile su www.lav.it. Altre informazioni su Peta.org.uk. «Buona» visione.


LA GAZZETTA DI MANTOVA

12 OTTOBRE 2009

 

Pippi si è perso, tutto il paese lo cerca

 

Quistello (MN) - Dove è finito Pippi? Se lo chiedono in tanti a Quistello da mercoledì scorso, da quando la zona del parchetto vicino all’ex ospedale, ora sede dei poliambulatori Asl, fino a notte fonda è battuta palmo a palmo da giovani e non alla ricerca di un gatto adulto bianco e nero. Pippi, infatti, è un simil-Silvestro, sfuggito ai proprietari che, da Palidano, mercoledì lo avevano portato all’Asl di Quistello per sterilizzarlo. Lui, però, prima di entrare nell’ambulatorio, ha forzato il trasportino ed è scappato. Da allora è uccel di bosco; lo si vede sfrecciare lì vicino ma nessuno è ancora riuscito a prenderlo. E’ facile fare dell’ironia e dire che, visto ciò che lo attendeva, la fuga era il minimo che potesse progettare. Chi ha un animale, però, può capire l’angoscia dei padroni, che si sono rivolti all’associazione Gattorandagio per avere una mano nelle ricerche. E i volontari, da mercoledì sera, setacciano giardini e anfratti nella zona compresa tra via Oberdan, la piazza, il parco Marchesi, l’area dell’ex Bastasini. Pippi era stato individuato, impaurito, appeso al tronco di un albero ma è scappato non appena il proprietario ha tentato di prenderlo. «E’ un gattone affettuoso ma è spaventato, aiutateci» è l’accorato appello della padrona, raccolto subito da molti quistellesi che ormai da cinque giorni, ogni sera, battono in lungo e in largo tutto il paese. Ormai, quando ci si incontra nel parchetto, è quasi obbligatorio chiedersi a vicenda notizie sull’avvistamento di Pippi. Tenendo sempre a portata di cellulare i numeri per avvertire «Gattorandagio»: 0347 - 9339927, 347 - 7587816, 349 - 3185823. (s.m.)


Animalieanimali

12 OTTOBRE 2009

 

BONOLIS RECIDIVO, ANIMALI RIDICOLIZZATI

L'Enpa contro l'utilizzo nella nuova trasmissione di Canale 5

 

L’Enpa chiede ai produttori del programma televisivo “Chi ha incastrato Peter Pan 2” di non utilizzare più animali nella loro trasmissione. La protesta arriva dopo quella che l’Ente Nazionale Protezione Animali giudica una messinscena a metà tra il ridicolo e il grottesco. Protagonisti indiscussi della puntata sono stati gli escrementi di un cammello, manipolati nel corso della trasmissione con il pretesto di spiegazioni scientifico-etologiche. Non contenti, i presentatori hanno intrattenuto il pubblico sull’altrettanto fondamentale tema dell’urina di una lucertola. “Ciò che è andato in onda ieri – ha dichiarato Giovanni Guadagna, Responsabile Ufficio Cattività di Enpa – è stato sgradevole non tanto per l’attenzione dedicata agli escrementi degli animali, quanto per la grottesca ridicolizzazione degli stessi”. “Sembrava quasi – ha aggiunto Guadagna – una esibizione a metà strada tra il circo ed una dimostrazione di batterie di pentole. Protagonisti involontari di questa farsa sono stati alcuni animali tenuti in cattività dal Bioparco di Roma”.


ANSA AMBIENTE

12 OTTOBRE 2009

 

ALLEVA TRE BOA IN CASA, CFS LI SEQUESTRA

 

SASSOFELTRIO (PESARO URBINO) - Tre boa constrictor, importati illegalmente in Italia dalla Repubblica di San Marino, sono stati sequestrati da agenti del Servizio Cites del Corpo forestale dello Stato in un'abitazione privata di Sassofeltrio (Pesaro Urbino). I rettili, lunghi un metro e mezzo ciascuno, erano allevati in una grande teca di cristallo. Erano stati introdotti in Italia senza la licenza di importazione, che e' obbligatoria. I boa sono stati affidati in custodia giudiziaria ad un allevamento autorizzato, in attesa dell'esito del processo a carico del proprietario.


CORRIERE FIORENTINO

12 OTTOBRE 2009

 

Strategia militare Usati in Vietnam, poi in Iraq e Afghanistan

Dall’antilope al delfino, se gli animali vanno in guerra

 

Guido Olimpio

 

WASHINGTON — Corrono più rischi di chi li ha addestrati. Combattono la loro guerra e a volte muoiono come veri soldati anche se non hanno scelto di farlo. Sono gli animali arruolati da eserciti e apparati di sicurezza. Usati nell’antichità, sono tornati numerosi in prima linea in questi anni dove il nemico preferisce le trappole allo scontro diretto.
Gli americani hanno investito, sin dall’epoca del Vietnam, risorse consistenti per impiegare leoni marini e delfini. Per individuare mine — come al largo dell’Iraq —, per proteggere le basi dei sottomarini, per intercettare sabotatori subacquei. In futuro potrebbero essere affiancati da squali-spia. Ben più ampio il ricorso ai cani da guerra. Gli israeliani li hanno preparati non solo al ruolo anti-bombe ma anche al combattimento urbano. Molti sono caduti negli scontri con i terroristi: sono sepolti in un cimitero all’interno della base delle forze speciali. Di recente hanno schierato un cane radiocomandato. Il soldato impartisce gli ordini inviando impulsi ad una cintura applicata all’animale. Due chilometri il raggio d’azione. I commandos britannici dei Sas hanno invece i cani parà. Portano una micro-telecamera e trasmettono le immagini, in tempo reale, ai militari. Per un cane di buona razza gli eserciti spendono tra i 3 e 4 mila euro, ma l’addestramento può costare tre volte tanto. Gli indiani hanno tentato un esperimento con 4 randagi poi forniti ai reparti che si battono contro i ribelli maoisti. L’operazione sembra essere riuscita. Imitando i nostri alpini, i marines statunitensi hanno comprato asini e muli per il teatro afghano. Animali ideali per accompagnare le pattuglie su un terreno impervio e lungo i fianchi delle montagne. Ingegnosa la trovata del comando israeliano preoccupato che la fitta vegetazione al confine con il Libano possa aiutare i guerriglieri. Hanno liberato sei antilopi capaci di divorare erba e arbusti. All’opposto, nel conflitto del 2006, non hanno funzionato i lama porta-munizioni: scappavano verso le linee nemiche. Meglio l’asinello.


CORRIERE FIORENTINO

12 OTTOBRE 2009

 

Il caso I mammiferi protagonisti in mare del piano di difesa Mk5
Le otarie a caccia di mine Gli animalisti: è fuorilegge

La Marina Usa le addestra all’Elba: nessun pericolo

 

Marco Gasperetti

 

PORTOFERRAIO (Livorno) — Visti da vicino più che orgogliosi re dei mari sembrano grandi cani alieni a guinzaglio, tanto sublimi in acqua quanto goffi fuori, capaci di numeri circensi e pronti ad obbedire incondizionatamente a Ann Price, una delle istruttrici americane, per guadagnarsi sardine a volontà e qualche carezza.
Eppure il circo non c’entra nell’addestramento dei quattro leoni di mare (le comuni otarie) trasportati in un lungo viaggio aereo e navale dalla California all’Isola d’Elba. C’entra invece la guerra. I mammiferi appartengono alla Marina militare degli Stati Uniti e sono protagonisti del sistema di difesa Mk5, ovvero sono stati addestrati a cercare mine in mare. Come Joe, undici anni, cento chili, che l’istruttrice mostra mentre si tuffa in cerca di un obiettivo da recuperare che aggancia con una speciale pinza ancorata al corpo o filma con una minitelecamera nascosta sotto l’imbracatura. Insomma, le otarie sono i mammiferi sminatori, che resteranno nell’isola toscana sino al 20 ottobre per poi raggiungere la base militare di La Spezia.
A Portoferraio tre dei quattro leoni marini, Joe, Jack e Gremlin, sono stati protagonisti di esibizioni applauditissime e seguitissime dalle tv locali. Che hanno suscitato ammirazione e divertimento, ma anche proteste di ambientalisti e animalisti che stanno pensando a una iniziativa per bloccare «l’orribile mercificazione degli animali» .
La Lav ha condannato l’esperimento definendolo «un ulteriore drammatico esempio di sfruttamento animale». Dice Michela Kuan, biologa della Lav: «Le otarie subiscono un addestramento severo, lontano dalle loro esigenze comportamentali e fisiche. E soprattutto non sono in grado di capire lo scopo di ciò che fanno né di valutarne i rischi che, in caso di ricerca di esplosivi, sono elevati» .
Fabio Roggiolani, leader dei Verdi toscani, sta organizzando un’iniziativa per bloccare l’esercitazione. «Che è doppiamente ipocrita — spiega — perché da una parte usa animali non domestici come cani o gatti e dall’altra li sfrutta facendo loro rischiare la vita in imprese pericolose». Secondo Roggiolani dal prossimo mercoledì iniziative di questo tipo in Toscana saranno fuori legge: «Un articolo della nuova normativa sui diritti degli animali appena approvata — rileva — obbliga a non sfruttare gli animali. E in questo caso mi sembra che i poveri leoni marini siano diventati robot caccia mine».I responsabili del Nurc, il centro di ricerche della Nato che segue il progetto, assicurano invece che non esiste alcun pericolo per gli animali. «L’addestramento non è punitivo— dicono — e il recupero di mine o eventuali altri target non è pericoloso » .


IL SANNIO
12 OTTOBRE 2009
 

AVELLINO - Animali in condizioni precarie sui mezzi, allevatori nei guai

Articolata attività dei Carabinieri della Compagnia di Montella nell’ambito dei servizi predisposti dal Comando provinciale dei Carabinieri di Avellino, finalizzati alla prevenzione e la repressione dei reati connessi al maltrattamento di animali...

 

Avellino - Articolata attività dei Carabinieri della Compagnia di Montella nell’ambito dei servizi predisposti dal Comando provinciale dei Carabinieri di Avellino, finalizzati alla prevenzione e la repressione dei reati connessi al maltrattamento di animali. Nonostante i continui e ripetuti appelli di sensibilizzazione alla cittadinanza alla cura ed alla tutela degli animali, i Carabinieri della Compagnia di Montella hanno messo in campo le loro forze per prevenire e contrastare il preoccupante fenomeno, predisponendo appositi controlli in tutto il territorio di competenza. A seguito di spregevoli comportamenti accaduti di recenti, numerose sono state le denunce in stato di libertà da parte dei Carabinieri di Montella per “maltrattamento di animali”.
Nel corso degli controlli effettuati nei giorni scorsi, invece, i controlli dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Montella, sono incappati alcuni allevatori che trasportavano animali da macellazione, in particolare bovini e suini, in pessime condizioni igienico-sanitarie e trasportati in numero maggiore rispetto alla capienza dei mezzi. Numerose sono state le violazioni accertate e le relative contravvenzioni contestate per un totale di oltre 5mila euro, per diverse tipologie di violazioni, specie carenze igienico-sanitarie.
In alcuni casi gli animali venivano trasportati senza la necessaria autorizzazione sanitaria del mezzo di trasporto perché mai rilasciata o scaduta. In altri casi perché i bovini trasportati non erano accompagnati dal documento di trasporto che ne attesta la provenienza, ossia la “Dichiarazione di provenienza degli animali”.
In altri casi la mancanza di certificazione sanitaria che attesta, in pratica, la disinfestazione del veicolo. In tutti i casi gli animali venivano trasportati per un numero superiore alla capienza massima consentita. Gli allevatori sono stati tutti multati e segnalati al Servizio Veterinario delle Asl competenti.


IL MATTINO

12 OTTOBRE 2009

 

Animali da macellazione, in particolare bovini e suini, in pessime condizioni igienico-sanitarie

 

Montella (AV) - Animali da macellazione, in particolare bovini e suini, in pessime condizioni igienico-sanitarie e trasportati in numero maggiore rispetto alla capienza dei mezzi sui quali erano stipati. In altri casi gli animali venivano trasportati senza la necessaria autorizzazione sanitaria del mezzo di trasporto, perché mai rilasciata o scaduta. Ed ancora, i bovini trasportati - in altri casi - non erano accompagnati dal documento di trasporto che ne attesta la provenienza, ossia la cosiddetta «Dichiarazione di provenienza degli animali». Oppure era mancante la certificazione sanitaria che attesta, in pratica, la disinfestazione del veicolo. Sono alcune delle violazioni riscontrate dai carabinieri della Compagnia di Montella che, soprattutto nell’ultimo week end, hanno effettuato una serie di controlli mirati alla prevenzione e repressione di reati ai danni di animali. Numerosi i posti di blocco effettuati nei pressi di aziende agricole, ma anche sull’Ofantina e nelle strade interne. Diverse sono state le violazione accertate e le relative contravvenzioni contestate per un totale di oltre 5.000 euro, per diverse tipologie di violazioni, specie carenze igienico-sanitarie. Gli allevatori - alcuni anche di fuori provincia - sono stati tutti contravvenzionati e segnalati al Servizio Veterinario delle Aziende sanitarie Locali competenti. Nonostante i continui e ripetuti appelli di sensibilizzazione alla cittadinanza alla cura ed alla tutela degli animali, tra l’altro, i Carabinieri della Compagnia di Montella guidati dal capitano Saccone, hanno notato come il fenomeno del maltrattamento - soprattutto nella zona di propria competenza - continui ad avere una pratica piuttosto ricorrente. Chi ne avesse notizia può senza dubbio rivolgersi al numero telefonico d’emergenza del 112.


LEGGO

12 OTTOBRE 2009

 

PARIS HILTON, DOPO I 17 CANI COMPRA ANCHE UN MAIALINO

 

Che fosse un'appassionata di animali domestici, lo sapevano un po' tutti, data la sua collezione di ben diciassette cagnolini e un numero non meglio precisato di gatti, uccellini e furetti e persino una scimmia. Ora però Paris Hilton vuole ancora di più. La bionda ereditiera ha infatti ordinato, per la modica cifra di 4.500 dollari, un Royal Dandie, ovvero un maialino, da un allevatore dell'Oregon. Secondo il sito Allieiswired.com, il piccolo suino arriverà a casa Hilton tra non meno di un mese. L'anno scorso, tra l'altro, un'agenzia che si occupa della protezione degli animali in California aveva indagato su Paris proprio per i suoi 17 cagnolini, poiché a Los Angeles è vietato possedere un numero così elevato di animali senza un'autorizzazione.


CORRIERE DELLA SERA
12 OTTOBRE 2009
 
La battuta del conduttore: «Pensavo che tu gli animali li vivisezionassi...»
D'Alema interrompe l'intervista in diretta e prenota una visita per il suo cane Lulù
Il break durante la ventesima puntata di «Orzo», la trasmissione web del blogger Zoro
 
D'Alema in un momento di relax con il suo cane (Ap)
 
ROMA - Stava sostenendo una video intervista con Diego Bianchi, alias «Zoro». Ma ad un certo punto ha chiesto un break perché aveva una cosa urgente da fare: rispondere al telefonino e fissare un appuntamento con il veterinario per una visita al suo cane. Il protagonista dell'insolita parentesi è l'ex premier Massimo D'Alema, che durante la ventesima puntata di Orzo, una trasmissione che va in onda via web dagli studi di Excite, ha appunto chiesto una pausa per poter pensare anche alle esigenze del suo labrador, Lulù.
«ERA IL VETERINARIO...» - Per quasi un minuto il presidente della fondazione ItalianiEuropei ha sospeso in diretta il dialogo in studio con il conduttore quando gli è squillato il cellulare. D'Alema ha risposto, ha ascoltato, e ha concordato un appuntamento per «le 5.30, le 6». Poi ha spiegato il perché dell'interruzione: «Devo portare il cane dal veterinario...». E «Zoro», che nelle sue dirette non rinuncia mai all'ironia, ha replicato con sollievo: «Sai, la gente può pensare che gli animali li vivisezioni». L'ultima parola è stata però di D'Alema: «Sono una persona normale».

ANMVI OGGI

12 OTTOBRE 2009

 

LA VETERINARIA DISAPPROVA IL METODO MILLAN

 

L'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani chiede la sospensione del programma Dog Whisperer in onda sul canale Sky NatGeo Wild, in quanto diseducativo e contrario ai principi del corretto rapporto uomo animale. I metodi del famoso addestratore di cani, Cesar Millan, in onda da alcuni giorni in Italia, non sono riconosciuti dalla comunità scientifica veterinaria che disapprova le tecniche coercitive e punitive messe in atto dal dog trainer. Mentre in Italia si afferma il principio dell'educazione al corretto rapporto uomo-animale, con la mediazione sociale del medico veterinario, la TV satellitare manda in onda che vanificano gli sforzi fatti dalla veterinaria e dalle autorità nazionali.L'Associazione chiede anche l'intervento del Sottosegretario di Stato alla Salute Francesca Martini per il messaggio diseducativo sulla gestione dell'aggressività del cane, contrario alle indicazioni delle recenti ordinanze ministeriali. Nelle trasmissioni si assiste solo alla performance di questa star dei reality show, come se il cane fosse una macchina da domare e nella quale il proprietario non ha nessun ruolo relazionale. Negare l'esistenza della cognizione animale ed utilizzare un metodo basato sulla punizione positiva (forza fisica) nega tutto ciò che negli ultimi anni è stato fatto dalla Medicina Veterinaria Italiana e dal Ministero della Salute."Il metodo impiegato - osservano i medici veterinari della SISCA (Società Italiana di Scienze Comportamentali Applicate) - è tutt'altro che delicato come il titolo del programma lascia intendere, e prevede l'impiego di collari a strozzo metallici e di guinzagli di nylon utilizzati come un collare a strozzo. Ciò che più colpisce è il metodo della sottomissione applicato da Millan su pazienti aggressivi: il cane (in due video l'età del cane appare avanzata), con la museruola, era costretto a stendersi sul fianco grazie alla pressione esercitata dall'addestratore. Il paziente era bardato con il guinzaglio (applicato a strozzo al collo ed al gancio della pettorina), ansimava, biascicava, presentava tremori, tachipnea, midriasi, aumento della salivazione e la lingua assumeva una colorazione bluastra durante la pratica. Inoltre, per far apprendere ad un cane a nuotare, l'addestratore lo ha trascinato (lentamente) dentro una piscina dapprima sostenendolo, poi tenendolo tra le braccia pancia all'aria ed in seguito abbandonandolo per uscirne rapidamente". I medici veterinari comportamentalisti italiani concordano con le critiche già avanzate dai colleghi statunitensi dell'American College of Veterinary Behaviorists (ACVB), American Society of Animal Veterinary Behavior (AVSAB) e la Society of Veterinary Behavior Technicians (SVBT): la medicina comportamentale veterinaria ha fatto costanti sforzi per progredire in professionalità, raffinatezza tecnica e standard di benessere animale. Con Millan si compie un grosso passo indietro.


Animalieanimali

12 OTTOBRE 2009

 

PIANO OBAMA PER SALVARE CAVALLI SELVATICI DEL WEST
Proteste da allevatori

 

L'amministrazione Obama intende creare sette grandi riserve, con accesso ai turisti, per le mandrie di cavalli selvaggi che da anni galoppano libere per le praterie del West.
Il moltiplicarsi dei cavalli selvaggi, sono diventati oltre 37 mila più altri 32 mila ospitati in ranch recintati, ha creato polemiche e proteste da parte degli allevatori di bovini che non vogliono che i cavalli competano con le loro mandrie per l'erba e l'acqua delle praterie.
Il ministro degli Interni Ken Salazar ha proposto la creazione di sette riserve, a spese dello stato, che potrebbero diventare anche attrazioni turistiche. Ma il programma prevede anche una limitazione alla riproduzione incontrollata dei cavalli selvaggi.
"Le terre aride del West non possono mantenere un numero di cavalli selvaggi così alto senza subire gravi danni", ha spiegato Salazar. Il ministro ha sottolineato che il programma non prevede la uccisione di cavalli.
I sostenitori dei cavalli selvaggi sono però insoddisfatti e affermano che la priorità del governo dovrebbe essere quella di ridurre il numero dei milioni di bovini che pascolano sui terreni pubblici lasciando così più spazio ai cavalli.


IL TEMPO ROMA

12 OTTOBRE 2009

 

Una legge per attivare la pet therapy

 

Diana A

 

Regione Lazio - Formaggio Cani, gatti, criceti, conigli, asini, capre, mucche, cavalli, uccelli, pesci, delfini sono gli animali grazie ai quali bambini, anziani, malati e disabili con problemi psichici e fisici possono migliorare la qualità della loro vita e le loro condizioni di salute. Si chiama Pet-therapy, verificata scientificamente solo negli anni '60 ma che affonda le sue radici nei secoli e fa dell'uomo il paziente e dell'animale il terapista. Ma per fare dell'animale un "dottore" serve una certificazione secondo i principi di Carta Modena 2002, che nel Lazio manca. E questo è il senso della proposta di legge di «Disciplina delle attività e terapie assistite degli animali Pet Therapy», firmata dai consiglieri regionali Enrico Fontana (capogruppo Sinistra e libertà e primo firmatario della Pdl), Nicola Palombi (FI verso il Pdl) e Mario Perilli (Pd) e presentata a Villa Torlonia alla manifestazione «Una città per due». Si tratta di «una legge - ha spiegato Fontana - che fissa regole certe a tutela dei fruitori e degli animali, per disciplinare un settore in espansione, riconoscendo così la validità e l'importanza delle attività e delle terapie assistite dagli animali». Anche perche «le terapie e le attività assistite dagli animali si sono diffuse negli ultimi anni in maniera significativa, ottenendo importanti riconoscimenti anche di carattere scientifico - hanno spiegato Fontana e Palombi - La proposta di legge, frutto di un confronto con esperti del settore, che vuole stabilire norme precise e percorsi formativi validi per tutti, è un passo importante per colmare un vuoto normativo a garanzia della sicurezza dei fruitori e il benessere e la salute degli animali coinvolti». Nei sei articoli di cui è composta la Pdl viene rinviata a una costituenda commissione tecnica il compito di «entrare nel merito delle linee guida, dei requisiti tecnici e professionali». La preoccupazione dei legislatori è infatti quella di «evitare di ingessare un settore in rapida evoluzione». «È fondamentale - ha spiegato Fontana - verificare i requisiti dei soggetti che offrono servizi di terapie assistite dagli animali (Taa) e attività assistite dagli animali (Aaa), fornire le linee guida per i protocolli di lavoro, proporre percorsi formativi, predisporre protocolli di idoneità sanitaria per gli animali coinvolti, valutare la validità dei progetti, controllare il rispetto dei requisiti di tutela del benessere psicofisico degli animali impiegati, garantendo al contempo quello di chi usufruisce. Tra i vincoli introdotti con la proposta di legge bypartisan del Consiglio regionale quelli secondo cui l'abilitazione per gli animali deve passare attraverso un regolare programma sanitario che ne attesti lo stato di buona salute e l'assenza di malattie trasmissibili all'uomo e che ricevano periodici trattamenti antiparassitari per endo ed ectoparassiti, trattamenti vaccinali, controlli specifici in funzione delle caratteristiche ed esigenze di specie e che abbiano seguito uno specifico periodo di formazione per gli interventi di pet therapy. Sono decine, nel Lazio, le strutture che già praticano dog-therapy o ono-terapia (con gli asinelli). «Per questo - ha detto Fontana - è urgente regolare il settore».


Animalieanimali

12 OTTOBRE 2009

 

DOLOMITI TORNANO SELVAGGE, RICOMPARE IL LUPO A PASSO SAN PELLEGRINO

Lo rende noto il consorzio turistico Dolomiti Stars

 

Anche il lupo, dopo l'orso, ricompare sulle Dolomiti, dov'era assente da oltre 80 anni. In realta', purtroppo, e' ricomparsa per ora solo la carcassa di un lupo. I resti di un esemplare adulto, morto per cause naturali, sono stati trovati infatti - rende noto il consorzio turistico Dolomiti Stars - nei pressi del Passo San Pellegrino. Era dal 1929 che non si segnalava la presenza di questo animale sulle Dolomiti. Probabilmente si tratta di un esemplare proveniente dall'area balcanica, forse Croazia, o Slovenia, come l'orso ribattezzato ''Dino'' che da alcuni mesi ha scelto le Dolomiti per trascorrere le sue giornate. Questi esemplari sono una conferma di come molte specie rare stiano ricolonizzando le Dolomiti bellunesi: oltre all'orso e al lupo, l'aquila reale e il gufo reale. Animali rari che si aggiungono a cervi, caprioli, stambecchi, camosci, volpi, tassi, scoiattoli. Tutte specie che amano stare lontane dai luoghi affollati, animali che si muovono spesso in zone impervie, al calar della notte e anche per questo non sono un pericolo per abitanti e turisti della montagna. Secondo gli uomini della Guardia Forestale ''e' piu' probabile che un lupo transiti nel territorio bellunese passando lungo il corridoio che porta da est verso le aree montuose meno popolate dell'Austria e della Svizzera, piuttosto che scelga per tutta una serie di motivazioni di stazionare qui in Italia''.


IL CACCIATORE
12 OTTOBRE 2009
 
I cacciatori e i capi abbattuti all’anno
 
L’accusa, se veritiera si tratta, si rigenera ad eco in ogni dove, forse nel tentativo di dimostrare che sono i cacciatori che avviano verso l’estinzione tante specie animali.
Eppure in Italia ci è consentito “dare sfogo alle ns. frustrazioni” su meno di quattro decine di specie, mentre gli animali viventi sul ns. territorio sono 462 (901 specie in Europa).Noi insistiamo nel sostenere che oggi, ma anche domani, è inconcepibile pensare ad un contesto ambientale senza caccia e senza alcun effettivo controllo di contenimento.
È vero che la natura si modifica e si adatta ai vari mutamenti temporali, imputabili anche all’azione diretta dell’uomo, e questo si evince dalla esponenzialità riproduttiva di tante specie selvatiche, che nell’arco dei millenni hanno subito la “predazione” umana ai fini della sopravvivenza.Come dire insomm a, che i ritmi riproduttivi di molte specie sopravvissute, giocoforza, si sono accelerati come reazione “intelligente”, proprio per non scomparire miseramente (es. emblematico sono i piccioni, cioè: “uova e piccioni” perché qualcuno ha predato puntualmente).Ecco allora che “il cacciatore”, legittimamente, vuole appropriarsi di quel surplus senza forzare sui ceppi rigeneranti, così come avviene per tante specie addomesticate ed in virtù della radicata cultura agreste. In netto contrasto, quindi, con lo sconcerto animalista che diffonde l’idea superficiale e del tutto infondata, secondo la quale “il cacciatore” è l’uomo cattivo che uccide i piccoli animali per condizione perversa.La verifica è presto fatta prendendo in considerazione l’esuberanza di alcune specie di facile osservazione: storno, corvidi, gabbiani, cormorani, cinghiali, cervidi, volpi, faine, tassi, istrici, nutri e, etc. etc.Ecco allora che è indispensabile analizzare i “gesti” venatori che nel corso della storia hanno articolato di fatto le interconnessioni, cioè l’impatto determinato delle popolazioni rurali (ma anche quello delle òrde di uomini che in epoche diverse hanno martoriato le ns. terre).I contadini, infatti, oltre alla quotidiana azione venatoria ricorrente, nella cattiva stagione si dedicavano alla pratica diffusa della caccia sulle tracce e quindi in tana di volpi, tassi, faine ed altri predatori, anche al fine di contenere i danni al proprio “patrimonio” zootecnico.Erano i tempi, fino gli anni sessanta, in cui la popolazione di volpi in Umbria, si attestava sui 1.000 esemplari, determinando una presenza giusta ed equilibrata anche ai fini della sopravvivenza di tante specie selvatiche. Oggi è solo un ricordo di oculata “gestione”, perché la popolazione di volpi in questo momento storico, supera certam ente le 40.000 unità (si ricordi che le esigenze alimentari di sopravivenza di ognuna volpe sono di circa 150/200 Kg. di carni l’anno).Il preambolo vale per dimostrare che l’impatto predatorio sui volatili che popolano l’areale europeo è in ogni modo sconcertante, tanto che la popolazione d’uccelli che frequentano detto areale, passa dai,  500 miliardi di capi, subito dopo la stagione riproduttiva, ai 100 miliardi di fine inverno.Ecco allora che tra i 400 miliardi d’uccelli che scompaiono ogni anno, ci sono anche i 200 milioni di capi prelevati dai cacciatori? È vero? 200 milioni sono l’effettiva consistenza del prelievo venatorio in Italia?
Di fatto preleviamo su circa trenta specie complessivamente e quindi, soltanto un misero 0,05 per cento.
Trovino, i ns. detrattori, risposte veritiere senza fasciarsi la testa e senza seminare odio contro il cacciatore italiano.
P.S.
I dati sulla popolazione dell’areale europeo, sono frutto della ns. ricerca: Club Cacciatori “Le Torri”.
Come riceviamo da Mario Bartoccini e cosi’ pubblichiamo

MESSAGGERO VENETO

12 OTTOBRE 2009

 

Troppi cinghiali, serve un piano per abbatterli

 

Provincia di Gorizia - l consigliere regionale del Partito pensionati, Luigi Ferone, sul problema dei cinghiali nel Goriziano. «L’eccessiva prolificità dei cinghiali sta creando un vero e proprio allarme fra i cittadini, nell’area di Piuma, Lucinico e Piedimonte, in particolare nella zona della Groina, zone queste vicine alla boscaglia e quindi più a stretto contatto con questo fenomeno. I suini selvatici sconfinano e sono stati avvistati in zone popolose, come ad esempio in via delle Grappate e rappresentano un serio pericolo per i cittadini e per le macchine in transito. Gli agricoltori e gli abitanti della zona cercano di tenere lontani questi animali – ha rilevato il rappresentante del Partito pensionati – approntando recinzioni o altri accorgimenti che spesso si rivelano inutili di fronte alle scorribande dei cinghiali». Il consigliere circoscrizionale, Domenico Buonavitacola, ha dato più volte voce al disagio degli abitanti della zona e proprio su questa problematica sono intervenuti i consiglieri circoscrizionali di Piedimonte e Piuma, che hanno sollecitato interventi. Ferone chiede alla giunta regionale un piano di abbattimento di un congruo numero di cinghiali proprio perché «appare chiaro che il numero di questi, in continua e vertiginosa crescita, a causa della distruzione soprattutto di vigneti e pone a rischio la stessa incolumità fisica degli abitanti: incontri con questo particolare tipo di animale possono avere conseguenze imprevedibili».


BIG HUNTER
12 OTTOBRE 2009
 
Valtellina: la Leal si oppone all'apertura della caccia al cinghiale
 
Negli ultimi giorni i quotidiani locali della Valtellina hanno riaperto la discussione in merito alla possibilità di aprire la caccia al cinghiale, una soluzione avanzata dalle amministrazioni locali e appoggiata dalle associazioni degli agricoltori e dagli abitanti della valle, le prime preoccupate per la rovina delle coltivazioni, i secondi per il crescente pericolo che questa specie non autoctona può rappresentare per la loro stessa incolumità. All'ipotesi si oppone fermamente l'associazione antivivisezione Leal di Sondrio che vede nella  proposta un modo per appoggiare le mire del mondo venatorio, il quale secondo questa tesi sarebbe interessato alla continua immissione di nuovi capi. La caccia, considerata un metodo incruento e incivile secondo la Leal non risolve dunque la situazione. Per un controllo “etologicamente corretto”, l'associazione pensa a metodi per l'allontanamento dei cinghiali dai campi coltivati e dalle zone abitate, insieme a controlli sui rifiuti a terra che costituiscono un'attrattiva per i cinghiali, recinzioni, chiusura di varchi, zone dedicate con mangime antifecondativo lontano dai paesi, recinzioni elettrificate, campi coltivati a perdere, recinti odorosi, segnaletica stradale e dispositivi ottici riflettenti. L'associazione auspica poi  la concretizzazione del divieto per l'immissione dei cinghiali su tutto il territorio nazionale (disegno di legge Poretti, Pd), così come misure per porre fine all'allevamento e all'importazione della specie. Resta da considerare il fatto che allontanare i cinghiali non significa affatto operare un “controllo” sulla specie e che il problema viene solamente spostato utilizzando ingenti risorse pubbliche.

CORRIERE ADRIATICO

12 OTTOBRE 2009

 

Proteste per la caccia al cinghiale

 

Fano (PU) -  La Provincia ha autorizzato per la prima volta la caccia al cinghiale a squadre nella parte bassa del Metauro e in modo particolare nella zona delle Ripe di Ferriano. Una decisione che viene criticata non solo dagli ambientalisti, ma anche dai cacciatori a posto fisso della zona che temono il verificarsi di incidenti. La caccia al cinghiale viene praticata infatti con munizioni di grosso calibro, in grado di uccidere un uomo con un unico pallettone. Trovarsi in mezzo ad una azione venatoria a squadre non è certo il massimo della sicurezza e non nascondono i loro timori colo che frequentano l’altra sponda del fiume Metauro, che raccolgono funghi o compiono passeggiate a cavallo. La zona è molto frequentata e la gittata delle carabine è piuttosto elevata. In genere la caccia al cinghiale a squadre veniva autorizzata solo all’altezza delle colline forsempronesi e non era mai accaduto che la si potesse compiere nella bassa valle del Metauro. E’ vero che la presenza di questi animali si è estesa a macchia d’olio nel territorio provinciale, insieme a quella dei caprioli, recando parecchi danni alle colture, ma nelle Ripe di Ferriano si trovano anche diverse abitazioni, segno di un’elevata antropizzazione, messa a rischio da tale attività venatoria.


BIG HUNTER
12 OTTOBRE 2009
 
Cuneo: Piano cinghiale e nuovi indirizzi per la caccia. La Provincia "premieremo gli Atc meglio gestiti"
 
La Provincia di Cuneo ha approvato il nuovo piano per il controllo del cinghiale (che vedrà la partecipazione dei selecontrollori e dei proprietari dei fondi e prevede in particolare tiro notturno  con faro da automobile o postazione, battute in squadra con un massimo di 5 cane limiere e l'utilizzo di gabbie di cattura) insieme a nuove disposizioni per l'attività venatoria ed il controllo della fauna selvatica attraverso alcune linee di indirizzo che integrano la normativa regionale. ”Nello specifico – dichiara l'assessore alla Caccia Claudio Sacchetto  – a seguito della riunione del Comitato caccia provinciale abbiamo inaugurato una impostazione filosofica improntata sul premiare quegli ambiti meglio gestiti cercando di venire incontro alle esigenze del mondo venatorio come la richiesta alla Regione di consentire l’addestramento dei cani fin dal mese di agosto, l’utilizzo della canna rigata in pianura e la conoscenza mensile dei danni alle colture. In conclusione ritengo che le due delibere vadano incontro sia al mondo agricolo con una maggiore efficacia delle azioni di controllo sia di quello venatorio che da tempo richiede alla Regione alcuni provvedimenti contenuti nella delibera di indirizzo”.Il regolamento sul cinghiale è infatti  una risposta al problema dei danni alle coltivazioni agricole ed alla circolazione stradale “per questo motivo – spiega Sacchetto - in base alla competenza dell'ente, è stato adottato ogni utile e possibile intervento di prevenzione e contenimento delle specie. Ad oggi si ritiene opportuno un ulteriore impulso all'azione di prevenzione e contrasto dell'espansione del cinghiale, riorganizzando ed ottimizzando gli interventi e premiando gli Atc ed i Ca che vengono meglio gestiti”.

GAZZETTA DI MODENA

12 OTTOBRE 2009

 

Lega: aree apposite per cinghiali

 

Giuseppe Bondi

 

ZOCCA (MO). Sul cinghiale, nemico numero uno dell’agricoltura, intervengono i consiglieri provinciali Denis Zavatti e Livio Degliesposti, capogruppo e vicecapogruppo della Lega. «Se ne parla da tempo - sostengono - ma la situazione è sempre drammatica». Livio Degliesposti nel 2004, sulla base anche di segnalazioni che provenivano numerose dagli agricoltori, aveva suggerito una soluzione che «sarebbe la più logica - dicono i consiglieri - Fissare cioè delle zone in cui questi animali selvatici possano vivere in pace, senza la possibilità di uscire per le solite scorrerie devastatrici. Da allora, nonostante tutti i progetti e le raccomandazioni, i cinghiali continuano ad imperversare in montagna e in pianura. Le associazioni degli agricoltori hanno giustamente preso posizione; chi ha subìto i danni ha protestato. La soluzione, che vogliamo riproporre, metterebbe in pace cacciatori, agricoltori e animalisti e, perché no, anche coloro che recandosi in montagna dalla pianura desiderano far vedere ai loro bambini gli animali selvatici che, finalmente tranquilli, non recano danno. Potrebbe essere per molti un certo vantaggio turistico. Perché non provare? Diversamente, si rischia di affossare in modo irreversibile il settore agricoltura in montagna».


MYTERMOLI.COM
12 OTTOBRE 2009
 
CORPO FORESTALE DELLO STATO SEQUESTRA RICHIAMI ACUSTICI VIETATI A SEPINO
 
SEPINO _ Agenti del Comando Stazione di Sepino, nello svolgimento di servizi mirati al controllo del territorio e antibracconaggio espletati in località “Guadocavalli” in agro di Sepino, nella mattinata odierna hanno sequestrato un richiamo a funzionamento elettromagnetico utilizzato da bracconieri per individuare e cacciare in modo illecito volatili. La predetta attrezzatura è stata posta a disposizione dell’autorità giudiziaria e le indagini sono in corso per accertare i responsabili di tali violazioni.

LA GAZZETTA DI MODENA

12 OTTOBRE 2009

 

Allevati nella Bassa i labrador poliziotti e da tartufi

 

di Roberta De Tomi

 

SAN POSSIDONIO (MO). Un’attività nata quindici anni fa a San Possidonio, dalla passione di Fabio Mambelli e Cristina Pederzoli, e che con il tempo si è consolidata.  E’ quella dell’Aquamarine - Wave, associazione specializzata nell’allevamento di cani di razza labrador.  Nei giorni scorsi i proprietari hanno aperto le porte della loro nuova tenuta per una dimostrazione di abilità di questi animali, anche nella ricerca del tartufo.  A dare il là a questa avventura nella Bassa è stata Malaga, quindici anni, capostipite della “grande famiglia” dell’Aquamarine-Wave, il centro che sorge in una vasta zona verde nelle campagne di San Possidonio, suddivisa in diverse aree delimitate da staccionate.  «Abbiamo deciso di organizzare così le strutture - racconta Cristina - per consentire ai cani di crescere liberi e a contatto con la gente. Ciò influisce sugli accoppiamenti, e consente di dare l’imprinting alle cucciolate».  Cucciolate che sono il frutto di un’accurata selezione. «Facciamo test genetici - continua - per garantire la bontà della salute e del carattere del cane. Ci sono persone che effettuano incroci senza averne la competenza e spesso nascono cani cattivi». L’alta qualità della razza ha permesso all’Aquamarine-Wave di vincere diversi concorsi canini a livello sia nazionale che internazionale. Inoltre sono numerosi i progetti che l’allevamento sta portando avanti: dalla pet therapy, alle visite da parte di scolaresche, passando per progetti rivolti a bimbi disabili. I labrador vengono anche addestrati per essere impiegati nelle indagini dalle forze dell’ordine e per la ricerca del tartufo.  «Si tratta di un cane versatile - afferma Cristina - che si presta benissimo anche per la ricerca di questo fungo. L’addestramento va effettuato per 10’ al giorno, inserendo del tartufo nel grana che l’animale deve cercare». Marco Menghini, in merito riferisce la propria esperienza con il labrador ricercatore di tartufi. «Ho scelto il cane della cucciolata che appariva come il più ricettivo - spiega Marco - E l’ho sottoposto all’addestramento senza mai forzarlo e assecondandolo con premi e carezze in caso di successo». «I difetti nella ricerca del tartufo - suggerisce Marco - possono essere le distrazioni dalle talpe e dalla selvaggina, risolvibile con l’impiego di un guinzaglio lungo, e lo scavo lasciato a metà, che invece va completato. C’è poi il problema dei bocconi avvelenati. L’anno scorso ci sono stati purtroppo molti casi. Per questo porto sempre con me, e la consiglio agli appassionati, una soluzione di acqua e sale (va bene anche l’acqua ossigenata) da fare bere all’animale in modo che rigetti il boccone. Poi si corre dal veterinario».


MESSAGGERO VENETO

12 OTTOBRE 2009

 

Rabbia silvestre, partono oggi le vaccinazioni dei cani

 

Cristiano Tomasin

 

MORTEGLIANO (UD) - Parte oggi la campagna di vaccinazione obbligatoria contro la rabbia silvestre in seguito al ritrovamento, avvenuto dieci giorni fa, nella zona del Cormor, di una volpe rabida. Lo rende noto il sindaco, Alberto Comand, il quale ha diffuso un avviso nel quale si invitano i cittadini a provvedere in merito. Il provvedimento del sindaco è stato emanato in seguito all'ordinanza emessa dall'Azienda per i servizi sanitari in data 6 ottobre. Il dispositivo del capo dell'amministrazione stabilisce, in via preliminare, che sul territorio comunale di Mortegliano, per un periodo di 60 giorni, tutti i cani, anche se muniti di museruola, non possono circolare se non condotti al guinzaglio. I proprietari degli animali dovranno inoltre segnalare immediatamente all'autorità comunale l'eventuale fuga dei propri cani oppure il manifestarsi di qualisasi sintomo che possa far sospettare l'inizio della malattia, come il cambiamento di indole, la tendenza a mordere, il manifestarsi di paralisi o l'impossibilità di deglutire. L'ordinanza dispone quindi l'obbligatorietà della vaccinazione antirabbica pre-contagio non soltanto dei cani, ma anche dei bovini, dei bufalini, dei suini, degli ovini, dei caprini e degli equini che si trovino esposti al rischio di contagio dell'infeziona rabbica. I cani al seguito dei cacciatori dovranno essere vaccinati da almeno 21 giorni e da non più di dodici mesi. La campagna di vaccinazione gratuita, a cura dei veterinari ufficiali, si concluderà venerdì 16. Le sedi e gli orari sono fissati per quanto riguarda Mortegliano presso il magazzino comunale (via Flumignano) oggi, domani e mercoledì, dalle 8.30 alle 12, per la frazione di Chiasiellis giovedì 15, dalle 8.30 alle 12 (vicino alla chiesa parrocchiale) e per Lavariano (sul retro della casa della gioventù) venerdì 16, sempre dalle 8.30 alle 12.


TRENTINO

12 OTTOBRE 2009

 

Le capre sono celebrate come regine nell invasione - concorso di Castelnuovo

 

CASTELNUOVO (TN) - tinnio dei campanelli, le dimostrazioni di conduzione del gregge, i canti del coro Pastori del Calisio e gli stand con formaggi e lana cotta, hanno accompagnato la quarta rassegna ovicaprina interprovinciale. Ben 180 i capi presenti in rappresentanza di 38 allevamenti, trentini ma anche da Veneto e Friuli. In Provincia ci sono un migliaio di allevatori, di cui 15 transumanti, 27mila pecore ed 8mila capre. In gara le pecore di tipo bergamasco-biellese (le più adatte per la transumanza) e quelle di razza fiammese-tingola, dette “pecore con gli occhiali”. Di queste ultime in provincia ne esistono 150 capi, allevati da 15 appassionati della Val di Fiemme. Si tratta di un esemplare autoctono in via di estinzione che, come spiega il funzionario Pat Massimo Pirola, la Provincia sta valorizzando attraverso un progetto di recupero. Presenti, ma non in concorso, anche le pecore di razza Nera dell’Alto Adige, oltre alle capre, dalla Passiria alla Saahnen fino alla Camosciata delle Alpi ed alla Mochena. Anche quest’ultima, insieme alla Bionda dell’Adamello, è una razza autoctona in ripresa. Per la prima volta in gara le carcasse di agnelloni trentini. “Dobbiamo abituarci a pagare questi animali non a vivo ma a morto” ha spiegato Pirola. E il mercato come va? “I prezzi della carne sono in salita. Dopo l’inverno lungo e freddo che ha provocato una moria di agnelli, ora c’è maggior richiesta e non solo stagionale. Sta andando bene, nonostante i soliti problemi legati alla transumanza (permesi, attraversamenti)” spiega Fabio Floriani, presidente dell’Apoc (Associazione allevatori ovicaprini trentini) che ha organizzato la rassegna insieme a Fondazione De Bellat, Provincia, Amici del Cavallo e Federazione Allevatori. Di seguito i soggetti premiati. Miglior allevamento: Froner Lorenzo (Frassilongo). Razza Biellese. Primipare: 1.Vigilio Eccel (Pergine); 2.Carla Groaz (Rabbi); 3. Lorenzo Froner (Frassilongo). Pluripare: 1.Vigilio Eccel (Pergine); 2.Silvano Ferrai (Belluno); 3.Valentino Frison (Aviano). Maschi: 1.Lorenzo Froner (Frasilongo); Giancarlo Morandi (Resia); 3.Silvano Ferrai (Belluno). Razza tingola: 1.Nicoletta Delladio (Tesero); 2.Idem; 3.Marina Bonelli (Castello Molina di Fiemme). Carcasse: 1. Albino Stroppa (Torcegno), 2.e 3. Franco Sighel (Pinè). (m.c.)


CORRIERE DELLA SERA
12 OTTOBRE 2009
 
L'esemplare è stato individuato e studiato tra il Messico e il Costa Rica
Scoperto il primo ragno vegetariano
E' stato ribattezzato Bagheera Kiplingi. E' anche l'unica specie di aracnide dove è il maschio ad accudire le uova
 
Il Bagheera Kiplingi: l'insetto con cui condivide la foglia non corre alcun rischio, lui è un ragno vegetariano (Ansa)
 
MILANO - Nessuno ne sospettava l'esistenza, ma esiste un ragno vegetariano. Tra le 40.000 specie di ragni finora note, quella appena scoperta e descritta sulla rivista Current Biology, è l'unica a non tessere la sua tela per intrappolare altri insetti e nutrirsene. I ricercatori che l'hanno scoperta, in Messico meridionale e Costa Rica, l'hanno chiamata Bagheera kiplingi. È anche l'unica specie nella quale è il maschio a prendersi cura delle uova e delle larve.
NUTRIMENTO DALLE FOGLIE - Osservazioni sul campo e analisi sugli insetti hanno confermato che l'unica fonte di cibo del ragno vegetariano sono delle strutture rossastre, ricche di proteine, che si trovano sulle foglie di acacia. Queste stesse strutture erano finora note perchè le sostanza nutritive che contengono sono la «ricompensa» per gli eserciti di formiche-guardiano, annidate nelle cavità della pianta in cui si trovano le spine. Il loro compito è difendere le acacie dalle minacce di predatori erbivori. I ragni vegetariani riescono però ad eludere la sorveglianza delle formiche, ingannandole: le imitano nei movimenti e soprattutto nell'odore.
«CACCIATORE DI PIANTE» - «È davvero il primo ragno "cacciatore" di piante ed è anche il primo per il quale le piante sono la fonte di cibo primaria», ha detto Christopher Meehan, della statunitense Villanova University, che ha scoperto la nuova specie in Messico, contemporaneamente a Eric Olson, dell'americana Brandeis University, che l'ha identificata in Costa Rica. Il ragno vegetariano è una vera e propria anomalia perchè le strutture dell'acacia di cui si nutre sono ricche di fibre e difficili da digerire per insetti che digeriscono le loro prede esternamente perchè il loro apparato digerente non è in grado di trattare cibo solido.
 
torna alla pagina iniziale [email protected] torna all'archivio della rassegna stampa