12 SETTEMBRE  2009






















 

Provincia di Ferrara - Il grave inquinamento denunciato per la Sacca di Goro nei giorni scorsi, non sta solo danneggiando i campi di mitili, anche se questo è logicamente l’aspetto che più preoccupa economicamente. Da 2 settimane sono ormai decine le telefonate che sono arrivate alla LIPU, segnalando uccelli marini morti o in gravi difficoltà sulle nostre spiagge, dalla foce del Po alla foce del Reno. Di questi, quasi una decina, sono stati portati da persone che non si sono limitate a telefonare, al Centro Recupero Il Giardino delle Capinere della Lipu a Ferrara. La fin troppo facile diagnosi del veterinario, è stata intossicazione da sostanze ignote e i volontari dell’associazione, sono immediatamente intervenuti con le cure intensive e costose, prescritte in questi casi.  Purtroppo ad oggi 2 non sono riusciti a farcela, mentre gli altri stanno ancora lottando per la vita. Questi episodi dimostrano, se ancora cera qualche dubbio, quanto è fragile l’ambiente acquatico e quanto è facile danneggiarlo, ma dimostra anche quanto siano importanti tutte le forme di vita che lo popolano e che possono diventare degli utilissimi indicatori della salute dello stesso, segnalandoci i problemi al loro insorgere, se solo si vogliono capire.  Centri di Recupero Animali Selvatici come quello della LIPU a Ferrara, non sono molti così organizzati in Italia, peccato non si decida di utilizzare le sue potenzialità anche con le decine di animali intossicati che arrivano al Centro ogni anno, sarebbe sicuramente una risorsa in più già disponibile. Lorenzo Borghi Consigliere Nazionale LIPU


ABITARE ROMA
12 SETTEMBRE 2009
 
Pilgrim, un volo spezzato, uno di mille...
Una storia di bracconaggio come tante ai confini di Roma
 
 
 
Il 13 gennaio del 2009 per Pilgrim era un giorno qualunque. Alla prima luce del mattino, come ogni giorno cogliendo la fredda corrente del vento, avrebbe spiegato le ali e si sarebbe alzato in volo alla ricerca di una preda..sì, come tutte le mattine, da quando aveva imparato a cacciare da solo. La mattina del 13 Gennaio Pilgrim non sapeva, non immaginava, non credeva che quel giorno per lui sarebbe stato diverso: sarebbe diventato protagonista di una triste storia, la più triste.
Una storia di mancanza di rispetto, di ignoranza o forse solo di violenza.
Il suo volo libero è stato spezzato da più colpi di arma da fuoco e 16 pallini di piombo hanno attraversato le sue penne e sono giunte fino alla carne. E così la vita di Pilgrim è cambiata in pochi secondi, un attimo era a 50 metri nel cielo con il “mondo ai sui piedi” come natura vuole e l’attimo dopo schiantato a terra, non avendo più modo di muovere le ali senza provare atroce dolore.
Precipitando chissà cosa avrà pensato: di aver sbagliato qualcosa nella sua virata, di aver urtato un ostacolo lungo il percorso. E no, Pilgrim non aveva commesso nessun errore, anzi è lui la vittima dell’orrore di altri.
Quest’orrore si chiama bracconaggio, per il nostro Paese un reato, punibile quindi dal codice penale. Si tratta spesso di incompetenza, a volte di ignoranza, nella gran parte dei casi di spietata crudeltà.
Pilgrim è un Falco pellegrino, specie particolarmente protetta perché considerata in pericolo come tante altre e chi ferisce, detiene o uccide un individuo di una specie protetta commette reato. In Italia, si sa, la situazione non è per nulla felice e il bracconaggio insieme alla distruzione degli habitat, sono in assoluto le cause principali di rischio si estinzione di molti animali.
E a Roma?
Nella nostra città, dove la natura è ormai un ombra, dove ci restano pochi posti per goderne...
a Roma nella quale i bambini non conoscono il profumo straordinario dell’erba tagliata, non sanno quale piacere può generare il contatto con la terra e molti non hanno mai visto una Mucca figuriamoci un Istrice, una Rana o un Falco pellegrino…
a Roma nella quale è molto più facile esser svegliati con il clacson di una macchina che con il canto di un uccello...
Roma che ci ha insegnato tutto sulla varietà dei gas di scarico ma ci ha fatto dimenticare il profumo della mentuccia e il sapore delle more...
a Roma in cui la campagna tenta con tutte le forze di resistere alla crescita continua delle strade, delle case...
a Roma è possibile che ci siano casi di bracconaggio???
Pilgrim è in cura al Centro Recupero Fauna Selvatica LIPU di Roma. Giunto da noi il pomeriggio del 13 gennaio 2009, consegnato da un signore che l’ha trovato sanguinante in un parco a Tor de Cenci, Mostacciano zona EUR. Speriamo di liberarlo presto all’Oasi LIPU Castel di Guido ridando il cielo a chi è nato per volare.
Pensate possa essere un caso incredibilmente raro?
Che l’elenco di seguito possa esser di risposta a questa domanda.
CENTRO RECUPERO FAUNA SELVATICA – ROMA
BOLLETTINO RICOVERI
STAGIONE VENATORIA 2008-2009
Elenco degli animali non cacciabili con lesioni causate da armi da caccia ricoverati al Centro Recupero Fauna Selvatica di Roma nella stagione venatoria in corso (dal 01-09-08 al 31-01-09)*
*Gli animali sotto elencati hanno evidenziato, all’esame radiografico, pallini di piombo. Non sempre i pallini restano all’interno dell’animale, dunque la quantità di animali vittime del bracconaggio è sicuramente maggiore.
 
SPECIE DATA LUOGO ESITO
1
Poiana
04/09/2008 Tivoli (RM) deceduto
2 Falco della Regina 05/09/2008 Ripi (FR) liberato
3 Beccaccia di mare 07/09/2008 Battigia Furbara Cerveteri (RM) degente irrecuperabile
4 Tarabusino 10/09/2008 Aprilia (LT) deceduto
5 Falco pellegrino 15/09/2008 Boville Ernica (FR) liberato
6 Picchio verde 29/09/2008 Castelporziano Ostia (RM) deceduto
7 Nitticora 07/10/2008 Riserva C.Monterano (RM) degente
8 Sparviere 13/10/2008 Riserva Tor Caldara-Anzio(RM) deceduto
9 Gheppio 13/10/2008 Gaeta (LT) deceduto
10 Gheppio 13/10/2008 Formia (LT) deceduto
11 Airone Cenerino 17/10/2008 Nettuno (RM) deceduto
12 Sparviere 18/10/2008 Fiumicino (RM) liberato
13 Sparviere 18/10/2008 Zona Pantano (Roma) deceduto
14 Gufo comune 20/10/2008 Ardea (Roma) deceduto
15 Gufo comune 21/10/2008 Pomezia (RM) degente
16 Poiana 21/10/2008 Ardea (RM) deceduta
17
Barbagianni
22/10/2008 Monte S.Biagio (LT) deceduto
18
Poiana
23/10/2008 Guidonia (RM) deceduta
19 Poiana 24/10/2008 Cisterna di Latina (LT) deceduta
20 Sparviere 26/10/2008 Tivoli (RM) deceduto
21 Poiana 02/11/2008 Nettuno (RM) liberata
22 Gheppio 03/11/2008 Riserva Tor Caldara-Anzio(RM) degente
23 Poiana 09/11/2008 Poli (RM) degente
24 Sparviere 10/11/2008 Sgurgola (FR) liberato
25 Gufo comune 15/11/2008 Roma (La Rustica) degente
26 Allocco 15/11/2008 Subiaco (RM) degente
27 Gufo comune 23/11/2008 Pomezia (RM) deceduto
28 Falco pellegrino 24/11/2008 Torrimpietra –Fiumicino (RM) deceduto
29 Poiana 27/11/2008 Anzio (RM) deceduto
30
Gheppio
27/11/2008 Sabaudia (LT) deceduto
31
Falco pecchiaiolo
01/12/2008 Benevento degente
32 poiana 04/12/2008 S.Severa (RM) degente
33 Allocco 10/12/2008 Roma deceduto
34 Poiana 10/12/2008 Tolfa (RM) deceduto
35 Gheppio 10/12/2008 Anzio (RM) degente
36 Poiana 15/12/2008 Carsoli (RI) deceduta
37 Poiana 17/12/2008 Aversa (CE) deceduta
38 Sparviere 18/12/2008 Roma (Giustiniana) deceduto
39 Airone cenerino 29/12/2008 Corchiano (VT) degente
40 Gheppio 02/01/2009 Pomezia (RM) degente
41 Falco pellegrino 06/01/2009 Fiumicino (RM) deceduto
42 Gheppio 07/01/2009 Rocca di papa (RM) deceduto
43 Gheppio 12/01/2009 Via Appia- Ciampino (RM) degente
44 Falco pellegrino 13/01/2009 Roma (Tor de cenci) degente
45 Sparviere 19/01/2009 Roma (Giustiniana) deceduto
46 Poiana 11/02/2009 Guidonia (RM) deceduto
47 Gheppio 17/02/2009 Montefalco -Foligno (PG) degente
         
 

Dott.ssa Alessia De Lorenzis
Direttrice dell’Oasi LIPU di Castel di Guido

 

 

 

 

            12 SETTEMBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE
 

LA REPUBBLICA
12 SETTEMBRE 2009
 
Le falene meglio dei topi per i test in laboratorio
Un team di biologi irlandesi: "Il loro sistema immunitario è per il 90% simile ai mammiferi". Ma la sperimentazione sugli animali è controversa, e si cercano metodi alternativi
 
FLAMINIA FESTUCCIA
 
ADDIO topi da laboratorio. Le sperimentazioni sui farmaci potrebbero presto essere effettuate su falene, moscerini e bruchi. Lo spiega una ricerca presentata pochi giorni fa nel corso di un meeting di microbiologia, a Edimburgo, dal ricercatore irlandese Kevin Kavanagh. Se questa possibilità verrà adottata, il numero dei topi usati come cavie per i test di sostanze chimiche e batteri si ridurrà dell'80%, riducendo tempi e costi della ricerca. "Ormai è una pratica collaudata - spiega Kavanagh - i test iniziali dei farmaci vengono fatti prima su larve di insetto, poi si passa ai topi. Il metodo è più veloce, i test sugli insetti danno risultati in 48 ore, quelli sui roditori impiegano dalle 4 alle 6 settimane". Kavanagh e i suoi colleghi hanno scoperto infatti che le cellule del sistema immunitario dei mammiferi e quelle degli insetti lavorano praticamente allo stesso modo. "Abbiamo usato gli insetti per verificare la patogenità di un fungo o di un batterio, e abbiamo trovato un'ottima correlazione con i risultati sui mammiferi. Il sistema immunitario corrisponde al 90 per cento".
Meglio dei topi. Secondo il biologo, questi risultati potranno portare all'uso quasi esclusivo di falene e moscerini della frutta per testare farmaci antimicrobici, esperimenti per i quali si usano di solito mammiferi, per la maggior parte roditori come i topi. Rispetto agli altri animali, infatti, i topi sono piccoli, economici, si riproducono in fretta e sono facili da studiare. Ma il costo di allevamento per un a singola cavia da laboratorio si aggira tra le 50 e le 80 sterline (da 60 a 90 euro). Un bruco, invece, si alleva, si nutre e si ospita con 10, massimo 20 pence (intorno ai 20 centesimi di euro). Un risparmio enorme, senza considerare anche la maggiore rapidità di risposta che permetterebbe di tagliare i tempi della ricerca, migliorandone l'efficienza.
I problemi dei test sugli animali. Gli esperimenti su animali sono da anni nel mirino non solo degli ambientalisti e delle associazioni contro la vivisezione, ma anche degli stessi ricercatori. Dalle pagine dell'autorevole rivista scientifica Nature, poco più di un mese fa Thomas Hartung, farmacologo e tossicologo tedesco dell'Università di Costanza, commentava: "Non siamo ratti da 70 chili, i test sugli animali hanno la stessa accuratezza del lancio di una moneta". Una provocazione, ma anche una constatazione su basi statistiche. Fra gli esempi citati da Hartung: il 40% delle sostanze chimiche irritanti per i conigli non lo era per l'uomo, mentre solo il 43% degli effetti tossici di alcuni farmaci sull'uomo si riscontrava anche nei topi. I problemi, secondo il tossicologo, sono anche i falsi positivi: i casi di una sostanza non dannosa per l'uomo che viene invece classificata come tale.
Le differenze di reazione. La lista dei principi attivi che agiscono in modo completamente diverso su animali e uomini è lunga. La penicillina uccide le cavie (tra i roditori più usati per i test) mentre è un efficace antibiotico per l'uomo. L'aspirina è dannosa per topi, scimmie, cani e gatti, mentre stricnina e arsenico, letali per gli esseri umani, sono innocue rispettivamente per le scimmie e le pecore (ma anche polli e porcospini non riportano danni da questi veleni). E ancora, i conigli possono cibarsi senza danni di un fungo altamente tossico come l'amanita falloide, e topi e ratti sopravvivono benissimo all'assenza della vitamina C: il loro organismo la produce autonomamente, mentre così non è per l'uomo, in cui l'avitaminosi induce lo scorbuto.
I casi più drammatici. Ma sono molti anche i casi di farmaci che, testati sugli animali e giudicati innocui, hanno provocato enormi danni sugli esseri umani. E' tristemente noto il caso Thalidomide, un tranquillante venduto negli anni Sessanta come farmaco "da banco", che ha provocato pesantissime malformazioni in quasi dodicimila bambini, figli delle donne che lo avevano assunto in gravidanza. Stesso destino per il Dietilstilbestrolo, un estrogeno di sintesi usato per ridurre l'incidenza degli aborti spontanei. Tra le figlie nate da madri che avevano fatto uso di questo ormone si è riscontrata l'incidenza di una forma rara di cancro alla cervice anche in età giovanissima (tra i 15 e i 25 anni). Non rare le malformazioni dell'apparato riproduttivo e l'aumento del rischio di aborti e gravidanze extrauterine. Si potrebbe andare avanti a lungo.
La proposta di Hartung. Nel suo articolo intitolato "Tossicologia per il ventunesimo secolo", Thomas Hartung propone una via alternativa da seguire per arrivare a una strategia integrata che utilizzi le tecniche più recenti di colture cellulari e bioinformatica. I fenomeni biologici possono ora essere studiati in vitro, spiega Hartung, su strutture tridimensionali "organotipiche", costruite cioè come organi e tessuti umani. Un metodo che non esita a definire più affidabile, efficace, moderno. E, non ultimo, etico.

TECNOCINO
12 SETTEMBRE 2009
 
La NASA fa levitare i topi
 
 
L’ultimo esperimento della NASA ha avuto come protagonisti due topini, che sono stati infilati in uno speciale contenitore e fatti levitare grazie a un “variable gravity simulator”! Il primo era visibilmente terrorizzato, il secondo è stato sedato e “sembrava contento di fluttuare”, l’hanno intervistato pure? Piccolo consiglio: prossima volta fotografate i topi non dall’alto.
Questa speciale macchina levitante è così potente da riuscire a sollevare una piccola quantità di acqua di circa 5 centimetri nell’aria, ma è soprattutto in grado di far levitare esseri viventi senza pericoli sull’incolumità fisica. Già perché il dispositivo si basa su un magnete superconduttore che genera un potente campo che solleva l’acqua contenuta all’interno di animali viventi così come spiega Yuanming Liu del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena in California e Da-Ming Zhu della University of Missouri, Kansas City.
Il primo topolino di tre settimane di vita e 10 grammi di peso era entrato nel panico (cercando freneticamente di appoggiarsi a qualcosa) così il secondo è stato in parte sedato e secondo i testimoni sembrava contento, ma forse dipendeva dalla sostanza somministrata? Ma che utilità ha questo Variable Gravity Simulator? Fa parte degli studi sugli effetti della permanenza prolungata in un ambiente di microgravità sul fisico degli esseri viventi; gli stessi che coinvolgono anche la ISS e che mirano a una futura base scientifica sulla Luna. Infatti i topi sono stati mantenuti così per quattro ore ed è stato registrato un adattamento graduale alla situazione particolare, anche senza ricorrere a sedativi. Prima dei topi erano stati testati rospi e cavallette.
A quando il test sugli esseri umani? Scommetto che i volontari non mancherebbero… Qualche tempo fa avevamo visto una riproduzione della Terra e della Luna fluttuanti e addirittura un letto magnetico

BARI MIA
12 SETTEMBRE 2009
 
La sigaretta rinforza i ricordi gradevoli
 
Gli studiosi hanno somministrato nicotina a dei topi, annotando l'attività cerebrale. Le cavie sono state liberate in una scatola con due scompartimenti: in uno prendevano nicotina, nell'altro una soluzione salina. Gli scienziati hanno misurato il tempo dei passaggi dei topi nei due settori e, registrando l'attività dell'ippocampo, l'area del cervello dove si sviluppano i nuovi ricordi, hanno annotato incredibilmente, connessioni nervose fino al 200% più forti. I topi hanno imparato in questo modo a trascorrere più tempo nel settore della nicotina, disinteressandosi dell'altra.
Il prof. John Dani, docente di neuroscienze del BCM e coautore del saggio afferma che in modo naturale il nostro cervello trasmette un segnale di gratificazione, rilasciando dopamina nel momento in cui facciamo atti che contribuiscono al nostro benessere. La nicotina è capace di controllare questo processo inconscio illudendo il cervello, che inizia a rispondere a uno stimolo come se fumare fosse un gesto positivo, rilasciando dopamina, facendoci sentire bene e fissando nei nostri ricordi gli istanti piacevoli passati a fumare. In altre parole,la nicotina concorre a creare collegamenti resistenti tra i particolari dell'ambiente in cui viene assunta e l’azione di accendere una sigaretta.

FUTURO PROSSIMO
12 SETTEMBRE 2009
 
Gli animalisti esultano: per gli esperimenti tossicologici addio ai topolini
 
Un piccolo passo avanti verso l'abolizione dell'uso degli animali per gli esperimenti in laboratorio: le sperimentazioni sui farmaci potrebbero presto essere effettuate su falene, moscerini e bruchi.

Lo spiega una ricerca del ricercatore irlandese Kevin Kavanagh presentata pochi giorni fa nel corso di un meeting di microbiologia, a Edimburgo. Se questa possibilità verrà adottata, il numero dei topi usati come cavie si ridurrà dell'80%, riducendo tempi e costi della ricerca. I test iniziali dei farmaci verranno fatti prima su larve di insetto, poi sui topi. Il metodo è più veloce, i test sugli insetti danno risultati in 48 ore, quelli sui roditori impiegano dalle 4 alle 6 settimane. Le cellule del sistema immunitario dei mammiferi e quelle degli insetti lavorano praticamente allo stesso modo. Il sistema immunitario corrisponde al 90 per cento. Secondo il biologo, questi risultati porteranno all'uso quasi esclusivo di falene e moscerini della frutta per testare farmaci antimicrobici, esperimenti per i quali si usano di solito mammiferi, per la maggior parte roditori. Il costo di allevamento per una singola cavia da laboratorio si aggira tra i 60 e i 90 euro. Un bruco, invece, si alleva, si nutre e si ospita con massimo 20 centesimi di euro:un risparmio enorme, oltre alla maggiore rapidità di risposta che taglierebbe costi e tempi della ricerca, migliorandone l'efficienza.

Gli esperimenti su animali sono da anni nel mirino non solo degli ambientalisti e delle associazioni contro la vivisezione, ma anche degli stessi ricercatori.

Dalle pagine dell'autorevole rivista scientifica Nature, poco più di un mese fa Thomas Hartung, farmacologo e tossicologo tedesco dell'Università di Costanza, commentava: "Non siamo ratti da 70 chili, i test sugli animali hanno la stessa accuratezza del lancio di una moneta". Una provocazione, ma anche una constatazione su basi statistiche. Fra gli esempi citati da Hartung: il 40% delle sostanze chimiche irritanti per i conigli non lo era per l'uomo, mentre solo il 43% degli effetti tossici di alcuni farmaci sull'uomo si riscontrava anche nei topi.

La lista dei principi attivi che agiscono in modo completamente diverso su animali e uomini è lunga. La penicillina uccide le cavie (tra i roditori più usati per i test) mentre è un efficace antibiotico per l'uomo. L'aspirina è dannosa per topi, scimmie, cani e gatti, mentre stricnina e arsenico, letali per gli esseri umani, sono innocue rispettivamente per le scimmie e le pecore (ma anche polli e porcospini non riportano danni da questi veleni). E ancora, i conigli possono cibarsi senza danni di un fungo altamente tossico come l'amanita falloide, e topi e ratti sopravvivono benissimo all'assenza della vitamina C: il loro organismo la produce autonomamente, mentre così non è per l'uomo, in cui l'avitaminosi induce lo scorbuto. Sono molti anche i casi di farmaci che, testati sugli animali e giudicati innocui, hanno provocato enormi danni sugli esseri umani. E' tristemente noto il caso Thalidomide, un tranquillante venduto negli anni Sessanta come farmaco "da banco", che ha provocato pesantissime malformazioni in quasi dodicimila bambini, figli delle donne che lo avevano assunto in gravidanza. Stesso destino per il Dietilstilbestrolo, un estrogeno di sintesi usato per ridurre l'incidenza degli aborti spontanei. Tra le figlie nate da madri che avevano fatto uso di questo ormone si è riscontrata l'incidenza di una forma rara di cancro alla cervice anche in età giovanissima (tra i 15 e i 25 anni). Non rare le malformazioni dell'apparato riproduttivo e l'aumento del rischio di aborti e gravidanze extrauterine. Si potrebbe andare avanti a lungo.

IL FUTURO DELLA TOSSICOLOGIA - Nel suo articolo intitolato "Tossicologia per il ventunesimo secolo", Thomas Hartung propone una via alternativa da seguire per arrivare a una strategia integrata che utilizzi le tecniche più recenti di colture cellulari e bioinformatica. I fenomeni biologici possono ora essere studiati in vitro, spiega Hartung, su strutture tridimensionali "organotipiche", costruite cioè come organi e tessuti umani. Un metodo che non esita a definire più affidabile, efficace, moderno. E, non ultimo, etico.

 

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