IL GAZZETTINO
12 LUGLIO 2010
Che in città e nell’hinterland sia in azione una "banda dei cani"?
PORDENONE - Che in città e nell’hinterland sia in azione una "banda dei cani"? È ancora presto per dirlo, ma è una pista che i carabinieri stanno esplorando dopo alcune denunce giunte nei giorni scorsi sulla sparizione di alcuni "quattrozampe".I furti di animali - si tratterebbe sempre di cani di razza - che sono stati denunciati negli ultimi dieci giorni sono avvenuti tra Borgomeduna e Villanova. In uno dei casi, da una villetta, è sparito un pastore tedesco. In un altro caso a non essere più trovato dai proprietari - che escludono la fuga dell’animale - è stato un barboncino di taglia media. E sempre negli ultimi giorni a Cordenons sono spariti due bassotti. I carabinieri stanno, inoltre, facendo accertamenti su un caso denunciato in città: dal giardino di una villetta è scomparso un esemplare femmina di razza "bigol". La rete della recinzione è stata trovata sollevata (visibilmente, dall’intervento di qualche ignota mano "umana") e dell’animale nessuna traccia per diverse ore nonostante i proprietari l’avessero cercato ovunque. In serata la bestiola è stata ritrovata vicino all’abitazione. Forse riportata perché ritenuta troppa vecchia? Chissà? È quello che si sta cercando di accertare. Non è escluso che possa esserci un "mercato clandestino" di cani di razza, magari oltre i confini nazionali. Di certo è che anche ad alcuni veterinari della provincia risultano segnalazioni di sparizioni di cani di razza.
IL MATTINO
12 LUGLIO 2010
Napoli, simboli satanici e animali uccisi
Paura per le «messe nere» a Pianura ![]()
Paolo Barbuto
NAPOLI (12 luglio) - Il sole cocente di domenica mattina rende ancora più desolato il luogo. Parcheggio di interscambio di Pianura: palazzaccio realizzato, mai utilizzato e subito lasciato all’abbandono e ai delinquenti. Palazzaccio che oggi tutto il quartiere osserva con paura perché «lì dentro si svolgono riti satanici», dicono sottovoce le persone della zona.
La voce è arrivata anche ai carabinieri. Qualche volta, di notte, gli abitanti della zona hanno segnalato rumori e voci; i militari sono intervenuti ma hanno trovato, al massimo, un paio di writers con felpe e bombolette di pittura. La vicenda s’è conclusa con qualche denuncia. I controlli dei carabinieri non hanno, finora, riscontrato nulla di riconducibile ad attività sataniche. Ma le indagini proseguono anche alla luce delle nuove segnalazioni.I ragazzini che frequentano le scuole vicine, una elementare e una media, inoltrandosi in quella struttura che promette brividi e avventura, si sono imbattuti in animali ammazzati: gatti, cani, forse anche una capra. Alcuni dei resti sono ancora lì, a disposizione di chi ha voglia di andare a controllare. I genitori dei ragazzi chiedono che quella struttura, visto che è destinata a rimanere inutilizzata, venga resa inaccessibile. Lo fanno soprattutto per impedire ai loro ragazzi di andarsi a infilare lì dentro rischiando di farsi male. Ma temono che possa accadere anche qualcos’altro. Nei luoghi più accessibili della struttura il degrado è evidente, il tanfo di marcio è penetrante, le scritte sui muri inequivocabili: il triplice numero 6, simbolo del demonio, i crocifissi dritti e rovesciati, i segni di bruciato. Addentrandosi nelle stanze più «profonde» e quasi inaccessibili, però, le testimonianze diventano pressanti, opprimenti. Ed è lì in fondo, spingendo con forza porte che sembrano chiuse e che invece sono solo bloccate dall’umidità, che le tracce dei riti sono palpabili, i resti animali, le scritte sui muri, la follìa delle preghiere nere che vengono riportate in disegni e scritte.Non c’è una precisa denuncia sulle attività notturne che si svolgono in quel parcheggio abbandonato. Solo decine di segnalazioni, centinaia di storie come quelle che leggete nell’articolo qui a destra. Forse un intervento per sigillare gli accessi, in attesa di conoscere il futuro della struttura, sarebbe utile. Eviterebbe l’ingresso ai ragazzini avventurosi e ai malintenzionati a caccia di riparo. Sicuramente restituirebbe la serenità a decine di bambini che guardano quel palazzaccio e hanno paura, tanto da chiedere di andare in un’altra scuola perché lì davanti non vogliono più passarci.
GEA PRESS
12 LUGLIO 2010
150 animali lasciati a decomporsi in casa: scoperto il giardino degli orrori dal Corpo Forestale di Brescia.
L' intervista di GeaPress e le foto del blitz.
GEAPRESS – Il Nucleo investigativo del Comando Provinciale di Brescia del Corpo Forestale è intervenuto nel fine settimana ai danni di una struttura abusiva finalizzata alla cattura di uccellini selvatici nel Comune di Camignione di Passinaro (BS). La scena che i Forestali si sono trovati innanzi era raccapricciante. Decine e decine di merli, tordi, pettirossi, finanche una civetta, lasciati a decomporre nelle gabbiette. Eppure la struttura non era in abbandono, anzi si ipotizza una vera e propria centrale operativa finalizzata allo smistamento di uccellini per il mercato della ristorazione e dell’uccellagione.Nel bresciano per 45-50 euro viene servito lo spiedo di 4-5 uccellini con contorno di polenta. L’uccellagione coinvolge parecchie persone e purtroppo le disposizioni di legge assecondano queste tradizioni rendendo legali gli impianti di cattura, come nel caso dei roccoli. Trattandosi, in questo caso, di attività illegale il proprietario dell’impianto è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per maltrattamento ed uccisione di animali ex art 544 ter della legge 289/04 sul maltrattamento. Allo stesso è stato poi contestato il reato di cui all’art. 727 del Codice Penale sulle inidonee condizioni di detenzione (sono infatti stati rinvenuti 45 uccellini vivi) e varie sanzioni relative al mancato rispetto della legge che regolamenta l’attività venatoria. Gli animali superstiti sono stati consegnati al Centro Recupero Animali Selvatici Valpredina del WWF.GeaPress ha voluto approfondire la notizia e per questo ha intervistato il Commissario Giuseppe Tedeschi Responsabile del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale del Corpo Forestale di Brescia.
GEAPRESS – Commissario Tedeschi, colpiscono molto le vostre fotografie di piccoli uccelli lasciati a decomporsi nelle gabbiette. Sembra di trovarsi innanzi ad un fatto insolito, pur volendo considerare tutti gli aspetti di questa attività illegale.
COMMISSARIO TEDESCHI – Purtroppo non è la prima volta. Deve considerare che gli uccellini in questi casi equivalgono ad una merce. Prima o poi le gabbiette sarebbero state svuotate e riutilizzate. Per ora erano in deposito. Quello che colpisce è anche un altro aspetto.GEAPRESS – Prego. COMMISSARIO TEDESCHI – Siamo arrivati in quel posto attraverso una attività puramente investigativa. Il signore che deteneva fino a 150 uccelli lasciati a decomporsi nelle gabbie, non operava in un luogo isolato. Era nel giardino di una abitazione, peraltro molto vicina ad altre case. Il Corpo Forestale, però, è arrivato in quel posto solo con una sua indagine.
GEAPRESS – Se si fosse trattato di un cagnolino maltrattato?
COMMISSARIO TEDESCHI – Le posso rispondere con certezza perché sono segnalazioni che comunemente ci arrivano. Anche da quel posto. E’ un fatto di abitudini. Se le persone che si fanno servire uno spiedo di uccellini con polenta vedessero cosa c’è dietro, forse qualcosa cambierebbe.
GEAPRESS – Tanta crudeltà, neanche poi tanto isolata, allora.
COMMISSARIO TEDESCHI – No, le ripeto servono per essere venduti.
GEAPRESS – Uccellini per lo spiedo, ma anche per l’uso diretto nell’uccellagione.
COMMISSARIO TEDESCHI – La civetta, ad esempio, non ha un mercato alimentare. Eppure l’abbiamo rinvenuta. E’ molto utile come richiamo anche se dobbiamo tenere in considerazione la non selettività degli impianti di cattura. Raccolgono un pò quello che capita. Quello da noi trovato funzionava di fatto come un roccolo autorizzato, sebbene non lo fosse. Chi gestisce un roccolo autorizzato deve liberare quanto non può essere detenuto, qui le cose andavano diversamente.
GEAPRESS – Si è parlato di una vera e propria centrale dell’uccellagione. Vi saranno sviluppi investigativi?
COMMISSARIO TEDESCHI – Non posso specificare oltre. Sicuramente il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Brescia svolge un’ attività a 360 gradi. Siamo recentemente intervenuti pure contro il traffico di cuccioli di cani dall’est. Non lasceremo niente di intentato.
GEAPRESS – Va bene, ma anche per gli uccellini si può parlare di traffico?
COMMISSARIO TEDESCHI – Certo, purtroppo vi è una diffusa tradizione culinaria che coinvolge più regioni del nord Italia e nord est in particolare, ad esempio il Veneto. E’ un fenomeno ampio e il consumatore non conosce i dettagli, ivi compresi quelli raccapriccianti.
GEAPRESS – Da giardino degli orrori.
COMMISSARIO TEDESCHI – Si, è questo il nome che abbiamo voluto dare alla nostra operazione.
IL PICCOLO
12 LUGLIO 2010
Un leoncino di due mesi dentro un furgone sull A4
di LAURA BORSANI
RONCHIS (UD) - L’hanno rinvenuto all’interno di un furgone, chiuso dentro una gabbietta in plastica, come quelle utilizzate per i gatti. In condizioni discrete ma sofferente e con evidenti lesioni al capo e al naso, considerata la ristrettezza degli spazi nel quale era stato costretto a viaggiare. Il leoncino di poco più di due mesi, battezzato Simba, era nascosto da un telo all’interno del furgone condotto da un bulgaro, con a bordo altri due connazionali. Per i tre stranieri è scattata la denuncia per maltrattamento degli animali. La singolare scoperta è stata fatta ieri mattina da una pattuglia della Polizia stradale di Palmanova, in servizio lungo l’«A4». Gli uomini della Stradale, insospettiti dal furgone piuttosto malridotto che percorreva l’autostrada in direzione Venezia, all’altezza di Ronchis di Latisana, hanno pertanto fatto accostare l’autocarro per procedere con le consuete verifiche. Hanno quindi iniziato a controllare i documenti, finchè, a un certo punto i poliziotti hanno sentito uno strano rumore proveniente proprio dall’interno del furgone. Hanno così invitato i bulgari ad aprire il retro dell’autocarro. Ed è saltato fuori il leoncino, che gli agenti hanno preso in consegna. I tre stranieri sono stati accompagnati al Comando della Stradale di Palmanova per procedere con gli ulteriori accertamenti. Il leoncino, ospitato in caserma, ha subito ”stretto amicizia” con i poliziotti, diventandone la ”mascotte”. È intervenuta la Forestale regionale ed è stato richiesto anche l’intervento di un veterinario per verificare lo stato di salute del felino. L’animale, ha spiegato il veterinario, era in discrete condizioni di salute, pur riscontrando le ferite al capo e al naso. Il piccolo Simba è stato quindi affidato a un Centro di recupero animali della zona, in custodia provvisoria. Intanto, la Polizia sta ricostruento il ”misterioso” viaggio del leoncino. Dai primi accertamenti, la documentazione non è risultata regolare, anche se la Polizia ritiene che sia da escludere il trasporto clandestino dell’animale, presupponendo piuttosto che i bulgari possano avere a che fare, in qualche modo, con l’ambiente circense. I tre stranieri, tuttavia, non hanno spiegato agli agenti chi fosse il destinatario dell’animale, nonchè le circostanze specifiche e i motivi di quel viaggio.
LA VOCE DEL NORD D'EST
12 LUGLIO 2010
Traffico illecito animali, Cucciolo di leone nascosto in un furgone
Ancora traffico illecito di animali dall'Est Europa: gli agenti della polizia stradale trovano il leoncino all'interno di un furgone proveniente dalla Bulgaria
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di Viviana Fontanari
Palmanova (UD) - Il piccolo felino, dell'età stimata di circa tre mesi, è stato scoperto ieri durante un controllo effettuato dalla Polizia Stradale di Palmanova lungo l'autostrada A4 nei pressi di Latisana (Udine). Gli agenti insospettiti dall'aspetto malconcio del furgone lo hanno fatto accostare, e mentre procedevano ai controlli di rito, dei miagolii provenienti dal bagagliaio li hanno indotti a ispezionarne il contenuto. Rinchiuso in una gabbietta per gatti, maldestramente nascosta da un telo, hanno trovato lui, il cucciolo di leone. La gabbia, troppo piccola per lui, gli aveva procurato diverse escoriazioni al muso, ma nel complesso le sue condizioni apparivano discrete.I tre cittadini bulgari a bordo del mezzo sono stati subito denunciati per maltrattamenti accompagnati al Comando della Stradale di Palmanova per procedere con gli ulteriori accertamenti. La documentazione di trasporto non è risultata regolare, anche se la Polizia ritiene che sia da escludere il trasporto clandestino dell’animale, che, invece, parrebbe provenire da un ambiente circense. I tre stranieri, comunque, hanno dato risposte evasive che non hanno spiegato chi fosse il destinatario dell’animale, nonchè le circostanze specifiche e i motivi di quel viaggio.
Il cucciolo, invece, è stato ospitato provvisoriamente in caserma, dove, inutile dirlo, ha subito ”stretto amicizia” con i poliziotti, diventandone la ”mascotte”. Qui è stato raggiunto dai veterinari del corpo forestale che lo hanno visitato e quindi affidato a un Centro di recupero animali della zona.
"Simba", così è stato battezzato il cucciolo, è stato fortunato perché le condizioni barbare in cui vengono condotti questi viaggi (senza soste e senza la minima assistenza veterinaria) sono spesso fatali agli animali trasportati.
IL FRIULI
12 LUGLIO 2010
Cucciolo di leone nel bagagliaio
Il piccolo è stato scoperto dalla polizia stradale di Palmanova trasportato all’interno di un furgone bulgaro
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Laitasana (UD) - Non c'è limite al peggio, verrebbe da pensare, commentando l'ultima notizia riguardante il ritrovamento di un cucciolo di leone all'interno di un furgone. Il piccolo, dell'eta' di circa tre mesi ,e' stato scoperto ieri all'interno di un furgone bulgaro fermato per un controllo lungo l'autostrada A4 a Latisana (Udine).
La curiosa scoperta e' stata fatta dagli agenti della Polizia Stradale di Palmanova (Udine), che hanno denunciato tre cittadini bulgari che erano a bordo del mezzo. Il felino, che era in precarie condizioni di salute, e' stato curato e verra' affidato a veterinari specialisti. Lungo le direttrici autostradali del Friuli Venezia Giulia negli ultimi anni sono stati effettuati diversi sequestri di animali trasportati illegalmente dall'estero, in genere cuccioli di cane.
MESSAGGERO VENETO
12 LUGLIO 2010
Fermano un furgone, in una gabbietta un cucciolo di leone. Tre denunciati
Il cucciolo di leone trovato durante un controllo della Polstrada sull’A4 a Ronchis. Sul mezzo tre bulgari, che sono stati accusati di maltrattamenti
RONCHIS (UD). Tutto si sarebbero aspettati di trovare nella gabbietta per animali fuorchè un cucciolo di leone di due mesi e mezzo: è capitato agli agenti di una pattuglia della Polizia stradale di Palmanova, in servizio sulla A4 all’altezza di Ronchis, che hanno fermato per un controllo un furgone Ford Transit. Sul mezzo c’erano tre cittadini bulgari. Nel vano merci, la sorpresa: una cuccetta per il trasporto di cani o gatti custodiva invece un bel cucciolo di leone, in discreto stato di salute ad eccezione di alcune lesioni al naso dovute, secondo il veterinario intervenuto sul posto, alle scarse dimensioni della gabbietta.
Sono dunque scattati i controlli: il “passaporto” dell’animale non corrispondeva ai dati contenuti invece nel microchip del felino, destinato - secondo la Polstrada - probabilmente a un circo. Trattandosi forse di uno banale scambio di documenti, sono stati avviati comunque ulteriori accertamenti. Nel frattempo, il piccolo “Simba” è stato affidato, tramite la Forestale regionale, intervenuta assieme al veterinario sul posto, a un Centro di recupero per animali in difficoltà. Informato il magistrato di turno in Procura a Udine, la dottoressa Terzariol, i tre cittadini bulgari sono stati invece denunciati per maltrattamento di animali. È la prima volta che gli agenti della Polizia stradale di Palmanova, impegnati nei controlli sulla rete autostradale, si trovano di fronte a un felino: soltanto una settimana fa era stata fermata una vettura che conteneva 550 tordi. E, in passato, sono stati diversi i casi di cuccioli di cani e gatti, scoperti dagli agenti, mentre venivano trasportati clandestinamente in Italia.
VIDEO
E' stato affidato a un Centro di recupero animali della zona, in custodia provvisoria, il leoncino di due mesi trovato dalla polizia stradale di Palmanova dentro una piccola gabbia di plastica in un furgone che viaggiava sull'A4, all’altezza di Ronchis di Latisana. Aveva lesioni al capo e al naso causate dalla ristrettezza degli spazi nel quale era costretto. Per il bulgaro che era alla guida del mezzo e per i due connazionali che viaggivano con lui è scattata una denuncia per maltrattamento degli animali. Ancora da chiarire quale fosse la meta del viaggio
http://messaggeroveneto.gelocal.it/multimedia/home/25442620
FOTO
Il leoncino di due mesi, aveva lesioni al capo e al naso causate dalla ristrettezza della gabbia in plastica in cui era rinchiuso. Tre persone sono state denunciate per maltrattamento degli animali. Ancora da chiarire quale fosse la meta del viaggio
http://messaggeroveneto.gelocal.it/multimedia/home/25444082
IL GAZZETTINO
12 LUGLIO 2010
Sull’autostrada con un leoncino
Tre bulgari denunciati per maltrattamenti: l’animale ha subito lesioni nel viaggio
PALMANOVA (UD) - Tre bulgari sono stati denunciati dalla Polstrada di Palmanova per maltrattamenti di animali, dopo che ieri mattina una pattuglia degli agenti diretti dal comandante Andrea Nutta aveva fermato sull’autostrada A4 all’altezza di Ronchis un furgone Transit con targa italiana.Dopo il controllo dei documenti, i poliziotti hanno verificato cosa i tre trasportassero: in una gabbia utilizzata per ospitare animali domestici, gli agenti hanno scoperto che c’era un cucciolo di leone che presentava lesioni al capo e al naso in quanto il trasporto era stato tutt’altro che comodo.Sul posto è stato fatto intervenire il corpo forestale regionale e un veterinario, l’animale dopo essere stato controllato è stato affidato a una struttura specializzata della zona. I tre bulgari hanno riferito di lavorare nel mondo circense e di provenire dalla Romania. Il leoncino era destinato ad un circo in Francia. Da una prima verifica il microchip dell’animale non corrispondeva ai documenti cartacei. La Polizia sta verificando se sia avvenuta una inversione di carte con un altro esemplare.
BORA.LA
12 LUGLIO 2010
La polizia ferma un furgone per un controllo e trova un cucciolo di leone
La Polizia ferma un furgone per un controllo e all’interno scopre, in una gabbietta per gatti, un cucciolo di leone.
E’ accaduto ieri sull’autostrada A4, a Latisana. Un cucciolo di leone dell’eta’ di circa tre mesi è stato scoperto dagli agenti della Polizia Stradale di Palmanova all’interno di un furgone bulgaro fermato per un controllo.Il felino, in precarie condizioni di salute, è stato affidato al Centro recupero animali selvatici della Provincia di Gorizia. I due cittadini bulgari a bordo del furgone hanno dichiarato di non conoscere l’identità della persona a cui avrebbero dovuto consegnare il cucciolo ma di possederne soltanto il numero di telefono.
LA ZAMPA.IT
12 LUGLIO 2010
Uccisione di delfini nel Rio delle Amazzoni
La carne dei mammiferi usata come esca per il "piracatinga".
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RIO DE JANEIRO - Nessuno scampo per i delfini del Rio delle Amazzoni. I simpatici mammiferi dal caratteristico colore rosa vengono infatti catturati e uccisi dai pescatori brasiliani, che ne usano le carni come esca. Centinaia di esemplari senza vita vengono così spinti sugli argini dalla corrente del fiume.
Il problema sta raggiungendo dimensioni tanto importanti da allarmare i ricercatori, spaventati che la macellazione continua possa portare all'estinzione della specie, come è accaduto in altre parti del mondo. «La popolazione dei delfini svanirà se i pescatori non smetteranno di ucciderli - ha spiegato Vera Da Silva, massima esperta di mammiferi marini presso l'Istituto di ricerca amazzonica - abbiamo studiato una superficie di 11.000 ettari per 17 anni, e di recente la popolazione è in calo del 7 per cento ogni anno». Il che equivale a circa 1.500 delfini senza vita nella Riserva di Mimiraua, nell'ovest dell'Amazzonia dove Da Silva conduce le sue ricerche. E se si pensa che i primi corpi senza vita risalgono al 2000, il numero che ne esce è imbarazzante. La carne grassa dei delfini viene utilizzata dai pescatori come esca per la cattura di un particolare tipo di pesce gatto, il piracatinga. Il suo consumo nella vicina Colombia sta quindi condannando a morte i mammiferi: l'Istituto colombiano per lo sviluppo rurale calcola infatti che nel 2007 ne siano arrivate dal Brasile circa 884 tonnellate, 1.430 nel 2008 e 2.153 nel 2009. In Amazzonia è illegale uccidere qualsiasi animale selvatico, ma gli studiosi lamentano uno scarso interesse da parte del governo brasiliano per impedire la carneficina dei delfini. La ragione sembra essere puramente economica: utilizzando la carne di un solo esemplare, i pescatori possono catturare fino a 1.100 libbre di piracatinga. Secondo da Silva ed altri ricercatori, il pesce gatto si può vendere a partire dai 50 centesimi per chilogrammo. Quindi, circa 550 dollari per il lavoro di un paio di notti e circa il doppio del salario minimo mensile brasiliano. Una cifra che attira molte famiglie povere della regione. Ad ora è quasi impossibile quantificare l'impatto che le uccisioni stanno avendo sulla popolazione dei delfini nel fiume, ma gli attivisti avvertono che l'attesa di studi più approfonditi potrebbe significare la cancellazione dei mammiferi rosa dal Rio delle Amazzoni.
ADN KRONOS
12 LUGLIO 2010
Bloccata corsa clandestina di cavalli nel catanese, sequestrati 3 purosangue
Catania - (Adnkronos) - I Carabinieri hanno denunciato 10 persone per competizione ippica non autorizzata, maltrattamento di animali e interruzione di pubblico servizio
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Catania - A Nicolosi, in provincia di Catania, i carabinieri hanno interrotto una corsa clandestina sulla strada provinciale 92. I militari hanno denunciato 10 persone per competizione ippica non autorizzata, maltrattamento di animali e interruzione di pubblico servizio. Durante l'operazione sono stati sequestrati 3 cavalli purosangue che sono poi stati affidati in custodia ai rispettivi proprietari che li ricovereranno in scuderie autorizzate.
SICILIA NEWS 24
12 LUGLIO 2010
Nicolosi: carabinieri interrompono corsa clandestina cavalli, 10 denunce
NICOLOSI (CATANIA) - Una corsa clandestina di cavalli e' stata interrotta dai carabinieri lungo la strada provinciale 92 nel Comune di Nicolosi, in provincia di Catania. I militari sono intervenuti proprio nel momento in cui alcuni cavalli stavano per partire. Denunciate dieci persone, otto delle quali pregiudicate. Dovranno rispondere di competizione ippica non autorizzata, maltrattamento di animali ed interruzione di pubblico servizio. I carabinieri hanno bloccato tre cavalli da corsa, un purosangue irlandese baio del valore stimato in 7.000 euro, un purosangue inglese baio, del valore di 4.000 euro ed un purosangue irlandese sauro del valore stimato di 5.000 euro. Gli animali ed i mezzi utilizzati per il loro trasporto sono stati sottoposti a sequestro penale insieme ai calessi. I cavalli, dopo essere stati sottoposti a visita veterinaria, sono stati affidati ai rispettivi proprietari che li ricovereranno presso scuderie autorizzate.
IL GAZZETTINO DI VENEZIA
12 LUGLIO 2010
Caccia al toro con l’elicottero
Concordia Saggittaria (VE) - Un toro fuggito da una stalla di Concordia Sagittaria per tutta la giornata di ieri ha messo in scacco i vigili del fuoco. I soccorritori infatti hanno faticato non poco per prenderlo, anche perché praticamente la bestia aveva sempre vissuto allo stato brado e non ne voleva proprio sapere di tornare nel suo recinto a Teson di Concordia, in via 25 Aprile. La richiesta di soccorso è arrivata dal proprietario poco prima di mezzogiorno. Difficile però per i vigili del fuoco riuscire a individuare l'area dove l’animale s'era rifugiato. È dovuto così intervenire anche l'elicottero dei pompieri che per gran parte del pomeriggio ha sorvolato la campagna di Concordia. Intanto sono intervenuti anche gli agenti della Polizia Provinciale di Venezia e un veterinario. In serata, dopo aver tentato senza successo di narcotizzarlo, hanno dovuto abbatterlo.
GEA PRESS
12 LUGLIO 2010
Iguane da macello. Tutti i dati del commercio in Italia. Ultimo ritrovamento in provincia di Reggio Emilia
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L’ultimo ritrovamento di una Iguana usa e getta in Italia, è avvenuto poche ore fa ad Arceto di Scandiano (RE). Il grosso rettile, lungo più di un metro, ha fatto capolino tra gli alberi da frutta di un orto. L’iguana vive allo stato selvatico nelle zone tropicali e sub tropicali americane. Catturata neonata o addirittura ancora nell’uovo, le iguane
vengono portate in orrende fattorie, dove vengono poi allevate quanto basta per essere esportate. Secondo i dati degli uffici della Convenzione di Washington sul commercio di flora e fauna in via di estinzione, in soli dieci anni anni in Italia sono state importate oltre 135.000 iguane, almeno quelle ufficiali. Il piccolo rettile americano, infatti, è oggetto di un intensissimo bracconaggio per accontentare terraristi di mezzo mondo. Tra i maggiori carichi mai sequestrati si annovera finanche una nave al largo del Vietnam che stava cercando di sbarcare le iguane esportate illegalmente dal centro americana. Fu impossibile contarle tutte e la stima fu effettuata sulla base delle tonnellate trasportate.In Italia nel 1999 si importavano circa 2000 iguane ma il boom dei terraristi ha fatto esplodere il totale importato, appena quattro anni dopo, a ben 30.000. Negli ultimi anni l’importazione delle iguane in Italia si è attestata intorno ai 10.000 individui. Non è un caso che il principale paese dal quale l’Italia ha importato rettili è il Salvador. Il Salvador è il principale esportatore mondiale di iguane. Sempre secondo gli uffici Cites, il Salvador ha esportato in dieci anni oltre cinque milioni di iguane.Contrariamente alle favolette spesso diffuse sulla nascita in cattività dei rettili, i dati Cites dimostrano come i prelievi in natura, almeno per questa specie, sono enormi. L’Unione Europea ha sospeso le importazioni di iguane dal Salvador, giudicando poco attendibili i dati sulle popolazioni selvatiche (secondo la Cites un animale finchè non è in estinzione si può commerciare) ma altri paesi americani continuano la loro attività di esportazione in Europa. Ovviamente stiamo sempre parlando di traffici legali.Inoltre se trattasi dei pochissimi individui effettivamente nati da riproduzione di animali in cattività, difficilmente un commerciante avverte che, se l’iguana cresce, ossia se scampa all’alta mortalità giovanile tra le mura domestiche, non c’è terrario che tenga. Bisognerebbe dedicare al grosso lucertolone un’ intera stanza appositamente illuminata, termoregolata ed umidificata. Non è un caso che la quasi totalità dei ritrovamenti italiani riguardano individui adulti. I giovani neonati, semplicemente muoiono.
IL GIORNALE
12 LUGLIO 2010
Animali, una folle estate fra pitoni dentro il water e volpi in camera da letto
L’ultimo episodio a Lecco dove un’anziana è stata morsa alla mano dalla bestia selvatica: con l’aiuto del marito, la donna si è liberata dalla presa strangolando l’intrusa. Un mese fa a Quarto Oggiaro è stato trovato un serpente di un metro sul fondo di un wc
Giulia Guerri
Immaginate di essere svegliati nel cuore della notte da un morso di una volpe che si è infilata nel vostro letto. Di casa, non in un bungalow in mezzo a un bosco o in un campeggio. Immaginate poi di essere appena entrati nel vostro bagno e di trovare sul fondo del water un pitone di un metro che vi fa capolino dall’acqua. E, se proprio non vi basta, pensate di attraversare la strada e di trovare dall’altro lato del marciapiede un boa lungo due metri. Leggende metropolitane di pura fantasia? Per niente, è tutto vero e documentato dalle cronache dei giornali cittadini. L’ultimo episodio della folle saga estiva "animalia" è accaduto proprio l’altra notte, tra giovedì e venerdì, in piccolo paesino vicino a Lecco dove abitano i coniugi Boschi, la signora Annamaria e il signor Mario. E dove una volpe ha pensato bene di approfittare della finestra aperta della camera da letto e di infilarcisi dentro. Nel letto dei due pensionati ovviamente e avventandosi sul pollice destro della signora. Che svegliata di soprassalto dal dolore del morso, ha cercato di difendersi dall’animale. "Non mollava la mano - racconta la donna -: sono riuscita ad afferrarla per il muso e, quando abbiamo visto che non c’era verso di farla scappare, mio marito l’ha presa per il collo e l’ha strangolata uccidendola". Superato lo spavento, i due hanno caricato la volpe nel baule e sono andati al pronto soccorso dove la signora è stata medicata per una doppia ferita al pollice ed è stata sottoposta ad esami per accertare che non abbia contratto particolari infezioni.
L’altro caso, quello del pitone nel water, invece era accaduto proprio a Milano, in uno stabile di Quarto Oggiaro. Erano giorni che gli inquilini segnalavano che c’erano problemi negli scarichi dell’impianto idrico: un guasto alle condutture o qualche cosa di simile pensavano i condomini. Poi, una domenica d’estate, l’inquietante sorpresa. Un serpente lungo un metro che spunta dall’acqua sul fondo di un water di un appartamento. La storia in questo caso e per fortuna ha avuto un lieto fine, con l’intervento dell’Enpa che ha portato via il pitone e lo ha affidato alle cure di un gruppo di volontari. L’ipotesi più plausibile è che qualche inquilino dello stabile abbia voluto sbarazzarsi del pitone e l’abbia gettato nello scarico. A proposito, guai a chi pensa di gettare i pesci rossi nel Naviglio: l’animale è originario del Sudamerica e catapultato nelle nostre acqua ne combina di tutti i colori. Sottrae il cibo agli altri pesci e si impossessa dei luoghi di deposito delle uova. Insomma, altera tutto l’ecosistema dei corsi d’acqua lombardi. Come se non bastasse, una delibera di giunta del 2006 prevede per gli scaricatori di pesciolini, una sanzione di 51,33 euro. Ma la strana estate degli animali ha contagiato anche i colleghi stranieri e dopo un boa di due metri trovato dalla polizia locale su un marciapiede di Peschiera Borromeo, ieri mattina la polizia tedesca ha catturato un coccodrillo di più di tre metri che si aggirava nelle strade di Francoforte. A vederlo è stato un automobilista che dopo un attimo di incredulità ha chiamato i soccorsi. Nessuna allucinazione, era tutto vero.
IL GIORNALE
12 LUGLIO 2010
Irak, la polizia spara a vista... sui cani randagi
In tre mesi a Bagdad ne sono stati eliminati 58mila ma si calcola che nella sola capitale siano oltre un milione L’allarme è scattato quando, negli ultimi tempi, gli attacchi di branchi affamati contro le persone si sono moltiplicati
di Gian Micalessin
Dopo la guerra al terrorismo è la volta di quella ai cani. La linea del fronte è sempre lì, nel cuore di Bagdad, l’affollata e ferina capitale irachena dove 7 milioni di residenti sopravvissuti a dittature, guerre e terroristi, si ritrovano ora costretti a convivere con un milione e 250mila cani. E non è una grande compagnia. Anzi è un’altra sciagura perché non di simpatici e amabili amici dell’uomo si tratta, ma di famelici e assatanati randagi capaci di entrare nelle case, aggredire i passanti e sbranare i bambini. Su quelle malefatte canine nessuno è in grado di fornire dati precisi, ma nella capitale non c’è abitante che non ricordi - accanto a quelle del terrorismo - le tragedie di uno o più ragazzini fatti a pezzi negli ultimi anni da mute inferocite.
A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, sentenziano i più inguaribili ottimisti, quel milione e passa di feroci quadrupedi e le loro vittime sono anche il segno di un parziale miglioramento. Dove imperversano mute di randagi ci sono rifiuti e dove c’è mondezza prosperano mercati, bottegai e ristoranti. Il che per una città dove anche far la spesa o andare al ristorante significava correre rischi inaccettabili è il segnale di un lento, ma progressivo ritorno alla normalità. Se normalità significa, però, rischiar di trovarsi assediati da una torma di cani inferociti all’uscita di casa, anche la nuova vita rischia di non essere una gran vita. E così ecco l’inevitabile, ineludibile necessità di una nuova guerra, di una soluzione finale destinata a cancellare anche le nuove, bestiali paure. Le autorità l’avevano decretata già da molti mesi, ma i 25mila maledetti euro destinati a compier l’impresa sono arrivati nelle casse del municipio solo ad aprile. Da quel giorno la nuova guerra non si è, però, mai fermata. Da allora le 20 squadre speciali a cui è stato assegnato il compito di sconfiggere l’esercito dei cani sono sempre in linea. E a dar retta ai primi bilanci lo scontro è più sanguinoso di quello con Al Qaida. «Stiamo portando a termine è una delle più grandi esecuzione di massa di randagi dai tempi di Saddam Hussein, solo negli ultimi due mesi abbiamo ucciso 58mila cani, a questo punto la vittoria mi sembra vicina», sentenzia soddisfatto Mohammed al-Hilly, il capo veterinario della capitale. Certo l’entusiasmo per quelle esecuzioni di massa mescolato alla nostalgia per i tempi del raìs quando, ricorda il veterinario, «la caccia ai randagi scattava ogni notte» può suscitare il sospetto di un inguaribile nostalgia. Guardiamola, però, dal punto di vista del «terminator» Al Hilly. Per il capo veterinario della capitale quel milione e passa di bestie in libertà evoca lo spettro di un’incontrollabile epidemia di rabbia. E dunque «pietà l’è morta». Le venti squadre speciali composta ognuna da una coppia di tiratori scelti della polizia e da un veterinario con le saccocce piene di bocconi avvelenati battono i quartieri più infestati dalle prime ore dell’alba. Il loro non è proprio un gioco da ragazzi. Il rischio maggiore è quello di venir scambiati per una squadra di terroristi in avanscoperta e venir fatti secchi dai reparti dell’esercito alla ricerca degli ultimi militanti di Al Qaida. «Per non far la fine dei cani - spiega Mohammad Al Hilly - è necessario coordinarsi in anticipo con l’esercito e una volta sul posto far di tutto per non venir confusi». Come nella guerra vera non manca neppure il rischio di danni collaterali. Soprattutto quando la semina di attraenti bocconi di carne avvelenata avviene nel cuore dei rioni più poveri e degradati. Allora per evitare di raccogliere cittadini agonizzanti anziché cadaveri di randagi, spiega Mohammed Al Hilly «è consigliabile metter sull’avviso con un certo preavviso non solo l’esercito, ma anche la popolazione civile».
LA ZAMPA.IT
12 LUGLIO 2010
Baghdad, strage di cani randagi: uccisi 58mila animali in tre mesi
Nel quadro di una campagna per prevenire attacchi contro persone
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MAURIZIO MOLINARI
CORRISPONDENTE DA NEW YORK
Secondo gli hadith - i detti del profeta Maometto - il cane è un animale impuro: «Gli angeli non entrano in una casa in cui vi sono cani o immagini». La ragione sta nel fatto che è un animale intrinsecamente sporco - a differenza del gatto - dunque in grado di far perdere la purezza dell'uomo. Nella tradizione coranica è proibito tenere un cane in casa senza motivo. E’ dunque tollerato solo se svolge un preciso lavoro, come la sorveglianza delle greggi, la guardia o la caccia. Essendo comunque impuro, non può essere presente alla preghiera o al pasto. Dopo averlo toccato ci si deve lavare le mani. Se un cane lecca una persona, quella deve purificarsi. Qualunque recipiente leccato da un cane va purificato con sette lavaggi, il primo con la sabbia e gli altri con l’acqua. In Iran a giugno si è arrivati a emettere una fatwa contro i cani. Il grande ayatollah Nasser Makarem Shirazi ha sentenziato: «Il cane è un animale immondo. I rapporti amichevoli con i cani sono una stupida imitazione dei costumi occidentali. Tutti sanno che gli occidentali amano i cani più delle loro mogli e dei loro bambini». Caccia ai randagi nelle strade di Baghdad. Il governo iracheno ha creato una task force comprensiva di venti team di veterinari-killer, ai quali ha affidato il compito di ripulire la capitale da una popolazione di cani randagi di almeno 1,25 milioni. Per le autorità di tratta di una sorta di emergenza cittadina perché i cani randagi infestano interi quartieri, si muovono in branchi, attaccano spesso i banchi dei mercati a caccia di cibo e gli episodi aggressioni a esseri umani si moltiplicano. Il loro numero si è impennato a partire dall’aprile 2003, quando la caduta del regime di Saddam Hussein conseguente all’intervento militare americano ha prodotto l’azzeramento dei drastici provvedimenti che avevano fino ad allora portato la polizia alla sistematica eliminazione dei cani randagi. Così, negli oltre sette anni passati dalla caduta di Saddam, la popolazione canina senza padrone è aumentata a dismisura e, nell’assenza di canili pubblici, ha creato quei «pericoli per la sicurezza» di cui ora si stanno occupando i veterinari-killer. Si tratta spesso di ex poliziotti che hanno seguito corsi da veterinari - o viceversa - e vengono armati con fucili capaci di sparare sonniferi o pallottole vere. Queste «unità speciali» sono state create alla fine del 2008 ma solo negli ultimi mesi hanno iniziato ad operare a pieno ritmo. Le stime più recenti parlano di almeno 58 mila cani randagi già «neutralizzati» in tre mesi ma le operazioni procedono, quartiere per quartiere, con lentezza in ragione di molteplici problemi dovuti alle particolari condizioni di sicurezza di Baghdad. Il principale rischio per i veterinari-killer infatti è di essere scambiati per miliziani di clan, con il conseguente pericolo di innescare conflitti a fuoco con gli avversari locali o addirittura di far intervenire le forze regolari irachene. Per evitare simili scenari i team, prima di iniziare a braccare i randagi, diffondono con megafoni, comunicati radio e volantini la notizia del loro arrivo. Fra le «avvertenze alla popolazione residente» contenute in questi annunci c’è il monito a «non raccogliere la carne trovata in terra» perché uno dei metodi che i veterinari-killer adoperano per eliminare i randagi è disseminare le strade di carne avvelenata. Inoltre, per sorprendere i cani ed essere più efficaci nell’eliminazione, i venti team si muovono ogni mattina alle 6, poco dopo l’alba, cercando le tane. La popolazione locale, secondo quanto riportato da radio e giornali, sostiene l’operazione anti-randagi perché in alcuni casi si tratta di cani che hanno aggredito dei bambini, provocando anche vittime. Non è chiaro dove le carcasse dei randagi uccisi vengano portate: le autorità comunali finora non hanno precisato se vengono bruciate o sepolte in fosse comuni lontane dalla zona abitata. L’emergenza-randagi in cui versa Baghdad ricorda quanto avvenne a Bucarest dopo la caduta del regime di Nicolae Ceausescu, anche se la reazione romena fu opposta. Era stato infatti il dittatore a creare il fenomeno, distruggendo negli Anni 70 le piccole case famigliari con giardini per spostare i residenti in grandi palazzi di appartamenti. I romeni considerarono dunque i randagi delle vittime del dittatore e decisero di convivere con loro, creando poi le strutture pubbliche per ospitarli e farli sopravvivere. L’unica volta in cui a Bucarest vi fu un’eliminazione sistematica di randagi fu nella primavera del 2008, quando le autorità locali temettero che potessero attaccare i componenti delle delegazioni arrivate per il vertice della Nato.
ANSA
12 LUGLIO 2010
Animali: delfino trovato morto sulla spiaggia di Rimini
Tursiope maschio di circa 2,5 metri, quarto caso in pochi giorni
RIMINI - Un delfino morto e' stato trovato sulla spiaggia davanti al bagno 45 di Rimini. E' un tursiope maschio di circa due metri e mezzo, adulto.
Era in avanzato stato di decomposizione. Per i primi rilievi e' intervenuta la Fondazione Cetacea di Riccione. Difficile stabilire le cause della morte: si tratta del quarto caso in pochi giorni sulle coste romagnole. Altri tre cetacei si erano spiaggiati nel Ravennate e in questi casi si trattava di tre delfini molto giovani. Nei prossimi giorni l'esame del cadavere trovato a Rimini.
TREVELLING
12 LUGLIO 2010
Brambilla: già da questa estate i proprietari di cani possono portare in vacanza i propri amici fidati
Garantire ai proprietari di animali da compagnia la possibilità di portare in spiaggia i propri beniamini. E’ l’obiettivo dell’ordinanza-tipo che il “Comitato per la creazione di un’Italia animal friendly”, istituito presso il ministero del Turismo e presieduto dal ministro Michela Vittoria Brambilla, ha realizzato per andare incontro alle esigenze di milioni di italiani e aumentare la competitività della nostra offerta turistica. Il testo – elaborato in collaborazione con l’Anci e in particolare con Il presidente Sergio Chiamparino ed il sindaco di Cagliari Emilio Floris, delegato al turismo – sarà inviato dalla stessa associazione agli oltre 600 sindaci di comuni costieri italiani, dove la disciplina è tutt’altro che uniforme.L’ordinanza, che prevede l’individuazione di un tratto di spiaggia libera “animal friendly” destinata ad accogliere gli animali d’affezione, specifica che l’accesso sarà consentito ai cani “regolarmente iscritti all’anagrafe canina” e pone una serie di obblighi a carico dei detentori/proprietari: dall’eliminazione delle deiezioni al controllo e alla conduzione degli animali, che potranno fare il bagno nello specchio di mare antistante la spiaggia.“Un’Italia che rappresenta davvero una punta di eccellenza sia sotto il profilo culturale che per la sua offerta turistica – spiega il ministro Brambilla – non può prevedere divieti e limitazioni alla circolazione degli animali, soprattutto nelle aree più frequentate del territorio. L’ordinanza-tipo, che proporremmo di emanare a tutti i Comuni interessati entro il mese di luglio, vuole innanzitutto contribuire alla creazione di una nuova coscienza di amore e rispetto per i nostri piccoli amici oltre che contrastare l’odioso fenomeno dell’abbandono estivo. Ma, se adottata, darà anche impulso all’industria turistica locale, aumentando l’appeal delle località costiere italiane nei confronti dei visitatori nazionali e internazionali. Ricordo che in Italia una famiglia su tre possiede animali d’affezione. I comuni italiani che per primi recepiranno il provvedimento verranno inoltre premiati dal Ministero del Turismo quali “Comuni a 5 stelle”, un riconoscimento che varrà il loro inserimento in un nuovo prodotto turistico italiano di eccellenza, per avere contribuito ad un cambiamento culturale necessario ed avere adeguato la qualità della loro offerta ad un più alto contenuto di servizio.
EXCITE
12 LUGLIO 2010
Cani in spiaggia, arriva un'ordinanza
Il 'Comitato per la creazione di un'Italia animal friendly', istituito presso il ministero del Turismo e presieduto dal ministro Michela Vittoria Brambilla, in collaborazione con l'Anci, proporrà a tutti i Comuni interessati di mettere in atto un'ordinanza grazie alla quale entro il mese di luglio potrà essere consentito l'accesso dei cani alle spiagge.Il testo punta a contribuire alla creazione di una nuova coscienza di amore e rispetto per i nostri amici a quattro zampe e a contrastare il triste e terribile fenomeno dell'abbandono estivo. Non solo. L'ordinanza, laddove adottata, darà anche impulso all'industria turistica locale.I comuni italiani che per primi recepiranno il provvedimento verranno premiati dal Ministero del Turismo quali 'Comuni a 5 stelle'. Si tratta di un riconoscimento che varrà l'inserimento di tali Comuni in un nuovo prodotto turistico italiano di eccellenza, per avere contribuito ad un cambiamento culturale necessario ed avere adeguato la qualità della loro offerta ad un più alto contenuto di servizio. A spiegarlo è stato lo stesso ministro del Turismo.Attravesro una nota è stato chiarito che l'ordinanza, la quale verrà inviata dalla stessa associazione agli oltre 600 sindaci di comuni costieri italiani, prevede l'individuazione di un tratto di spiaggia libera 'animal friendly' destinata ad accogliere gli animali d'affezione. Secondo quanto stabilito nel provvedimeno, l'accesso sarà consentito ai cani 'regolarmente iscritti all'anagrafe canina' e prevederà una serie di obblighi a carico dei detentori/proprietari: dall'eliminazione delle deiezioni al controllo e alla conduzione degli animali, che potranno fare il bagno nello specchio di mare antistante la spiaggia.
LA ZAMPA.IT
12 LUGLIO 2010
Tutti al mare con Fido
In vigore l'ordinanza "Animal friendly" del Ministero del Turismo
![]() Quest'estate sarà possibile andare in spiaggia con il proprio cane. Il "Comitato per la creazione di un'Italia animal friendly", nato nel giugno scorso per volere del Ministero del Turismo presieduto da Michela Brambilla, ha presentato un'ordinanza-tipo che permette ai proprietari di animali di averli con sé anche al mare. Il testo, elaborato in collaborazione con l'Anci, di cui è presidente il sindaco torinese Sergio Chiamparino, e con il sindaco di Cagliari, Emilio Floris, delegato al turismo, sarà inviato dall'associazione agli oltre 600 primi cittadini di comuni costieri italiani, dove la disciplina al riguardo è tutt’altro che uniforme. L'ordinanza, che prevede l'individuazione di un tratto di spiaggia libera "animal friendly" destinata ad accogliere gli amici a 4 zampe, specifica che l'accesso sarà consentito ai cani regolarmente iscritti all'anagrafe canina e pone comunuque una serie di obblighi a carico dei detentori/proprietari, dall'eliminazione delle deiezioni al controllo e alla conduzione degli animali, che potranno fare il bagno nello specchio di mare antistante la spiaggia. Il Comitato promotore si pone come obiettivo quello di andare incontro alle esigenze di milioni di italiani e di aumentare la competitività turistica nazionale. «Un'Italia che rappresenta davvero una punta di eccellenza sia sotto il profilo culturale che per le attività dedicate ai visitatori - ha spiegato il ministro Brambilla - non può prevedere divieti e limitazioni alla circolazione degli animali, soprattutto nelle aree più frequentate del territorio. L'ordinanza-tipo, che proporremmo di emanare a tutti i Comuni interessati entro il mese di luglio, vuole innanzitutto contribuire alla creazione di una nuova coscienza di amore e rispetto per i nostri piccoli amici oltre che contrastare l'odioso fenomeno dell'abbandono estivo. Se adottata darà anche impulso all'industria turistica locale, aumentando l'appeal delle località costiere italiane nei confronti dei visitatori nazionali e internazionali. Ricordo infatti che in Italia una famiglia su tre possiede animali d'affezione». I comuni italiani che per primi recepiranno il provvedimento verranno premiati dal Ministero del Turismo quali "Comuni a 5 stelle" e già molte località stanno cercando di attrezzarsi. A cogliere per primi il compito del Comitato sono stati i ragazzi dell'associazione "Repubblica Salentina" che nel giro di pochi giorni hanno diramato sul territorio un appello alle varie strutture operanti nel settore del turismo chiedendo loro di segnalare quali fossero gli hotel, i b&b e le masserie attrezzate per ospitare turisti con annessi amici a quattro zampe. E, come spesso accade, quando è la giovane "res publica" a muoversi la risposta giunge puntuale ed immediata. Infatti è già operativa sul loro portale la sezione dedicata al "Salento Animal Friendly".
CORRIERE ADRIATICO
12 LUGLIO 2010
Iniziativa del gruppo Cluana Nantes
Cani bagnino in spiaggia dal prossimo weekend
Civitanova (MC) - Cani-bagnino sulla spiaggia di Civitanova. Dal prossimo weekend e per quelli che verranno fino alla fine di agosto, il gruppo di salvamento “Cluana Nantes” integrerà il proprio servizio con il supporto dall’Associazione “Pegasus” (Cinofili Soccorso Nautico). L’associazione si dedica all’addestramento delle unità cinofile (cani e loro conduttori) al salvataggio nautico. Terminato l’addestramento, la “Pegasus” opera su base volontaria nei presidi lungo le spiagge libere e rimane disponibile, insieme alle altre organizzazioni di Protezione Civile, per interventi di emergenza specifici (quali, ad esempio, fenomeni alluvionali). La Pegasus è attualmente gestita dal Capitano di Vascello Corrado Gamberini e raccoglie allievi provenienti da diverse parti d’Italia, per un totale di circa 60 associati e 20 cani addestrati. Il Comune sta verificando la possibilità di mettere a disposizione dell’associazione degli spazi appropriati in prossimità del lungomare. Un servizio che contribuirà a migliorare la sicurezza in spiaggia, specialmente in situazioni d’emergenza, in cui può essere fondamentale l’aiuto del più fedele amico dell’uomo. Il 31 luglio alle 16, inoltre, lo stabilimento balneare “Marebello” ospiterà una dimostrazione dell'attività di questi fantastici cani.
L'UNICO
12 LUGLIO 2010
Cani abbandonati, Croce (Aidaa): "Inseriamoli nello stato di famiglia"
Per contrastare la piaga degli abbandoni estivi dei cani, come ogni anno scendono in campo le associazioni animaliste, le istituzioni ed i media, che attraverso apposite campagne di sensibilizzazione danno una forte mano a ridurre il fenomeno degli abbandoni estivi, -27% negli ultimi due anni. L' Aidaa, associazione italiana difesa animali ed ambiente, avanza un’ulteriore proposta concreta, cioè l’introduzione del cane e del gatto nello stato di famiglia, all’interno di una apposita sezione.Così spiega l'iniziativa il presidente Aidaa, Lorenzo Croce: "L’introduzione nello stato di famiglia di una apposita sezione dedicata agli animali di affezione, ha lo scopo di rendere ancora più vincolante il rapporto tra i componenti della famiglia e gli animali domestici, e darebbe una svolta nella lotta contro gli abbandoni perché, a differenza di oggi che con l’iscrizione all’anagrafe canina fido viene considerato come un bene di proprietà, seppur riconoscendo il fatto che trattasi di essere senziente, l’inserimento nello stato di famiglia lo eleverebbe a rango di componente animale della medesima famiglia con maggiori diritti di tutela e responsabilità, non solamente da parte del padrone del cane, ma da parte di tutti i componenti della famiglia." E conclude Croce: "L’introduzione di fido nello stato di famiglia sarebbe di fatto automatica essendo i cani di proprietà già iscritti all’anagrafe canina. Di fatto, si tratterebbe di un passo importante e facilmente gestibile anche a livello anagrafico. Diversa la questione per il gatto o il coniglio di casa, i quali potrebbero entrare nello stato di famiglia solo attraverso una dichiarazione del proprietario, non essendoci ancora le anagrafi nazionali e regionali di iscrizione dedicate a questi animali."
VIRGILIO NOTIZIE
12 LUGLIO 2010
Bondi: Stop all'uso degli animali negli spettacoli
"Governo vuole ok a legge quadro su spettacolo"
Roma - Arrivare ad una "progressiva dismissione" delle attività che utilizzano animali nei loro spettacoli. E' l'auspicio del ministro della Cultura Sandro Bondi, che ribadisce "la volontà del governo di sostenere e agevolare l'approvazione della legge quadro sullo spettacolo, una proposta di legge d'iniziativa parlamentare sulla quale si è registrata un'ampia convergenza fra maggioranza e opposizione a partire dal testo presentato dall'onorevole Gabriella Carlucci". Proprio nel quadro dell'approvazione di questa legge "e di un complessivo riequilibrio delle risorse del fondo unico per lo spettacolo, a favore del teatro, della musica, della danza, così come del mondo circense - aggiunge Bondi - occorre rivolgere però particolare attenzione anche all'educazione al rispetto degli animali, condannandone il loro sfruttamento ed incentivando dunque, prevedendo misure coerenti nell'attuale legge sullo spettacolo, una progressiva dismissione di quelle attività che li utilizzano durante gli spettacoli".
NEW NOTIZIE
12 LUGLIO 2010
Palermo, la pantera colpisce ancora: trovata carcassa di agnello
Sabrina Ferrante
La pantera continua ad impaurire gli abitanti di Palermo aggirandosi tra le zone di Torretta, Piano dell’Occhio e Borgo Nuovo. Nei pressi della discarica di Bellolampo ieri è stata trovata la carcassa di un agnello, ad accorgersi dell’animale il signor Taradello, proprietario di una macelleria nei pressi di un noto ristorante.Dal primo avvistamento dell’animale, alla fine del mese di giugno fino a ieri, le segnalazioni sono continuate. Le analisi dei resti dovranno accertare se davvero il responsabile è proprio il grosso felino. Il corpo Forestale che si sta occupando delle ricerche sta cercando in tutti i modi di catturare la pantera, prima montando una gabbia nella pineta di via Bronte con un maialino da esca, poi l’istallazione di telecamere e infine delle esche piazzate nelle zone degli avvistamenti, dal momento che si pensa possa trattarsi di un cucciolo di pantera, la Forestale spera di attirarlo con il cibo.Fino ad ora questi rimedi non hanno dato i risultati sperati. L’ultimo avvistamento è avvenuto tra sabato e domenica precisamente in via San Nicola a Torretta e in via Castellana a Borgo Nuovo, mentre la carcassa dell’agnello è stata trovata a Piano dell’Occhio. Solo le analisi potranno accertare se la morte del bovino sia stata causata dalla pantera. Dalle ultime comunicazioni di avvistamenti pare che il felino abbia preso l’abitudine di aggirarsi di giorno e non più di notte: gli uomini della Guardia Forestale Regionale di via Uditore riportano le ore 10:20 e 10:15 del mattino. Inoltre sono attesi anche i risultati degli accertamenti sul collare ritrovato qualche settimana fa in via Bronte e che potrebbe appartenere al felino.La guardia Forestale aveva sistemato proprio delle esche di carne circondate dalla sabbia, le esche sono misteriosamente scomparse dopo qualche giorno e sulla sabbia sono state trovate delle impronte che adesso saranno confrontate con quelle trovate in precedenza. La polizia forestale ha pensato ora di cambiare strategia, posizionando le esche in posti tranquilli e isolati, lontano dagli altri animali che potrebbero mangiarle e confondere le idee. Siamo in attesa delle prossime mosse del felino mentre a Palermo e dintorni aumenta la paura.
GIORNALE DI SICILIA
12 LUGLIO 2010
Pantera a Palermo, nuove impronte
Tracce del passaggio del felino in via Erice. Intanto un ulteriore cambio di strategia da parte della Forestale: le esche sono state sistemate in posti isolati, lontani da curiosi e altri animali
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La gabbia per catturare la pantera che era stata montata in via Bronte
PALERMO. Nuove impronte della pantera sono state trovate in via Erice, a Borgo Nuovo. Le esche lasciate in via Misilmeri, invece, non sono state toccate. Proprio per quanto riguarda quest'aspetto si registra un ulteriore cambio di strategia da parte degli uomini della Forestale impegnati ormai da oltre due settimane nella caccia al grosso animale. Le esche, infatti, adesso vengono lasciate in posti tranquilli, lontani da curiosi o altri animali che possano mangiarle e confondere le idee alla Forestale.
LA NUOVA FERRARA
12 LUGLIO 2010
La prefettura allerta le forze dell'ordine
VIGARANO MAINARDA (FE). Viene ritenuto credibile l’avvistamento notturno di un felino in località S. Maurelio segnalato alle autorità da un automobilista vigaranese che l’altra notte mentre stava rincasando a bordo della propria auto lo ha visto attraversare, con grandi balzi, la strada provinciale per Cento all’altezza del distributore di benzina subito dopo il passaggio a livello di Porotto per chi viene da Ferrara. La Prefettura ha diramato un’informazione alle forze dell’ordine, al corpo forestale, all’Azienda Sanitaria Locale, e a tutti i sindaci della Provincia, invitando ad adottare le misure necessarie per la tutela della pubblica e privata incolumità procedendo alla cattura e, come ipotesi estrema, ricorrere all’abbattimento dell’animale se per motivi urgenti non fosse possibile evitarlo. Dopo averlo notato attraversare la strada l’automobilista, effettuata un’inversione di marcia, ha rivisto ancora il felino mentre si abbeverava a distanza di una decina di metri. Manto a pelo raso di color marrone, corpo lungo un metro con coda arricciata nella parte posteriore. Questa la descrizione dell’animale. Il fatto che si lasci avvicinare avvalora l’ipotesi che si tratti di un soggetto non completamente selvatico e che possa essere scappato dall’abitazione di qualche amante di animali esotici. Per questo motivo non rappresenterebbe un serio pericolo per le persone, pur destando curiosità ed attenzione, se non per animali da cortile. Anche ieri, sul luogo dell’avvistamento, diversi i curiosi in cerca di tracce.
LEGGO
12 LUGLIO 2010
Cani, ma anche conigli e roditori...
Lecco - Cani, ma anche conigli e roditori. Escalation di ricoveri nelle cliniche veterinarie veronesi a causa del caldo. Sia in città che in Valpolicella. «Sono soprattutto i cani che in questo periodo soffrono davvero tanto il caldo - spiega Stefano Fertonani, veterinario -. I più anziani sono i più in pericolo perché arrivano da noi con problemi di respirazione e cardiaci. Bisogna stare attenti a non lasciarli esposti al sole, fare in modo che possano sempre bere e avere dell’ombra».
«Non ci arrivano solo i cani però - dice ancora il veterinario - qui ricoverati abbiamo anche dei conigli. Sono animali delicatissimi e due di quelli che ospitiamo hanno avuto problemi per il caldo. Non sottovalutiamo nemmeno i problemi che potrebbero avere anche i criceti». In un’altra clinica veterinaria ci sono parecchi animali esotici. Ma qui il problema è opposto. «Soffrono molto gli sbalzi di temperatura e anche il climatizzatore in casa può fare male», dice il dottor Massimo Cometti. Se a qualcuno non piace il caldo ad altri può far male il troppo freddo.
IL GIORNALE
12 LUGLIO 2010
Grazie Paul: ora tutti sanno la differenza tra polpo e polipo
OSCAR GRAZIOLI
Chi l’avrebbe detto che un insignificante mollusco, cui prestiamo attenzione soltanto quando andiamo al ristorante, sarebbe diventato una delle star dei mondiali in Sudafrica? Se chiedo a mia mamma, che quasi nulla sa di calcio, chi è la stella dell’Olanda o il funambolico distributore di palla della Spagna, sono certo mi guarderà stupita, chiedendosi se la sto prendendo in giro. Ma se le chiedo chi è Paul e che cosa ha pronosticato le si spalancherà la bocca in un sorriso e non farà confusione tra polpi e polipi. Sì, perché il polpo è una cosa e il polipo è un'altra faccenda. Quello che noi abitualmente chiamiamo polipo, in realtà, nella lingua italiana, si chiama polpo. I polipi non hanno nulla a che fare con tentacoli e ventose, ma appartengono zoologicamente a un altro phylum rispetto al polpo, che è un mollusco: i polipi sono sostanzialmente gli anemoni di mare, le madrepore (i coralli della famosa barriera) e uno stadio avanzato delle meduse. Il polpo, invece, detto anche piovra, è proprio quello presente praticamente in tutti i mari, specie nelle profondità abissali, che raggiunge i 15-20 cm di lunghezza e il metro per quanto riguarda i tentacoli. Esistono però individui che possono raggiungere i 3 metri totali e i 25 kg di peso. L’Octopus vulgaris (questo il suo nome scientifico) ha un corpo arrotondato, flessibile, prevalentemente grigio, dotato di otto tentacoli e di una membrana natatoria con ventose. Normalmente si nasconde sui fondi rocciosi, nelle fessure degli scogli e cambia frequentemente colore, passando dal grigio al marrone, dal rosso al giallo, in funzione degli atteggiamenti che vuole tenere. Si tratta talvolta di mimetizzarsi oppure di efficaci forme di comunicazione che già ne fanno intuire una certa «intelligenza». Paul ha indovinato anche la vincente della finale (otto pronostici esatti su otto): che il polpo abbia capacità adattative straordinarie e quindi una sorta di intelligenza eccezionale, su questo tutti gli studi scientifici concordano. È stato dimostrato che il polpo comune ha la capacità di apprendere sé sottoposto a test di apprendimento associativo quando lasciato libero di guardare il comportamento dei suoi simili o di altre specie, capacità che era stata dimostrata solo su alcuni mammiferi. Ci insegnano i pescatori che è capace di fuggire attraverso boccaporti e fessure ed è in grado di aprire i barattoli in cui sia stato messo del cibo. Tutto ciò è ancora più straordinario se si pensa che si tratta di un animale piuttosto solitario, dagli scarsi rapporti sociali. Su ognuno degli otto tentacoli c’è una doppia fila di ventose che risulta unica invece nel «moscardino» da cui si differenzia rapidamente per questa caratteristica anatomica. Famoso il suo inchiostro nero che espelle contro possibili predatori, meno nota la sua velocità di spostamento usando l'acqua espulsa con una sorta di sifone. Insomma, la conclusione è che quando andate al ristorante o in pescheria, d'ora in poi, non potrete più indicare quel «polipo» come fosse l’ultimo dei molluschi.
LA NUOVA FERRARA
12 LUGLIO 2010
Il polpo Paul è italiano prima di emigrare viveva nel mare dell'Elba
MARINA DI CAMPO (Li). Finalmente un italiano protagonista dei mondiali. Altro che inglese: Paul è un toscanaccio dell’Elba. E, a dirla tutta, c’era da aspettarselo. Al cefalopode-oracolo dell’acquario di Oberhausen, star dei mondiali 2010, il senso dell’umorismo toscano non è mai mancato. Si è fatto gioco delle aspettative di milioni di tifosi e se l’è cavata alla grande, molto meglio di centinaia di esperti e commentatori all’inseguimento del pronostico vincente. L’Italia, cacciata dal Sudafrica con la coda tra le gambe, torna finalmente in partita - anche se da dentro una vasca - con un colpo di scena rivelato dall’addestratrice tedesca di Paul , la ventiduenne Verena Bartsch . Il polpo, spacciato per il collega britannico che due anni fa pronosticò erroneamente la vittoria della Germania sulla Spagna nella finale degli europei, non avrebbe mai potuto essere lo stesso animale. I cefalopodi come lui vivono al massimo un paio di anni. Invece il campione dei pronostici - li ha azzeccati tutti dall’inizio del mondiale - è stato catturato lo scorso aprile nelle acque dell’isola, a Marina di Campo, ceduto all’acquario di Coburg per poi essere venduto al “Sea Life” di Oberhausen, cittadina mineraria vicino a Duisburg, per 179 euro. A effettuare la cattura, insieme con Verena, c’era Yuri Tiberto proprietario dell’Acquario dell’Elba che a bordo del peschereccio Sparviero ha avuto il merito di pescare Paul e risollevare, così, l’umore degli italiani delusi da una nazionale “meteora” in questi mondiali. «Niente di strano - spiega Tiberto - facciamo spesso degli scambi e in alcuni casi vendite di animali marini ad altri acquari, in particolare a quello di Coburg con il quale collaboriamo di frequente». Polpi e murene elbani in cambio di altre specie difficili da trovare nel Mediterraneo. «Ce ne sono anche a Genova - continua Tiberto - all’acquario di Milano e a Gardaland». I natali di Paul sono certificati: a Marina di Campo ci sono i documenti che attestano le sue origini, italiane. Comprarlo, per l’acquario di Oberhausen, è stato un vero affare. L’animaletto, estremamente intelligente e non certo per le sue doti da oracolo, per questi mondiali ha fruttato una fortuna. I suoi tentacoli miracolosi hanno fatto il giro del mondo e le visite al “Sea Life” sono cresciute in maniera esponenziale. Un documentario del National Geographic difficilmente sarebbe riuscito a fare altrettanto. Ma si sa: il calcio è anche questo. In Spagna l’amministratore delegato del Betis Siviglia, Francisco Nuchera , è pronto a investire 40mila euro per salvare Paul dalla padella, fine che vorrebbero fargli fare i tedeschi dopo il pronostico sulla sconfitta della Germania in semifinale. In Italia a sperare nelle lungimiranti scelte del polpo è anche la politica, fortunatamente solo per fare un po’ di ironia. «Rimpatriamolo - chiede il deputato romano del Pd Andrea Sarubbi - perché mai come in questo momento il nostro Paese ha un disperato bisogno di scelte chiare».
LA CITTA' DI SALERNO
12 LUGLIO 2010
Corsa al pronostico adesso ci prova quasi tutto lo zoo
ROMA. Il polpo Paul è diventato una star, ma la finale tra Olanda e Spagna ha scatenato un’intera fattoria degli animali scesa in campo per la corsa al vaticinio più originale. In una cittadina olandese, Amersford, il custode dello zoo ha deciso di ripetere l’esperimento-polpo prima con un lemure, armato di arance e peperoni rossi, poi si è diretto verso il recinto dei cammelli e quello delle giraffe. Tutti gli animali hanno fatto vincere la squadra di casa. A Singapore gli ultimi pronostici portano la firma del pappagallo Mani e in Australia del coccodrillo Harry. Il primo ha sentenziato Olanda, Harry ha imitato Paul mangiandosi un pollo con la bandiera spagnola.
LA REPUBBLICA
12 LUGLIO 2010
Il gattino e il marine, la storia del piccolo Kiki
FOTO http://www.repubblica.it/esteri/2010/07/12/foto/kiki_afghanistan-5529255/1/
SANREMO NEWS
12 LUGLIO 2010
Bordighera (IM): si stanno schiudendo le uova di Pogona
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CARLO ALESSI
Si stanno schiudendo in queste ore, presso l'allevamento di animali esotici 'RDF' di Bordighera le 23 uova di Pogona. Nei mesi scorsi erano state deposte dalle 2 femmine, senza induzione, e poi messe in incubatrice dai proprietari.In queste ore le uova si stanno schiudendo con intervalli di 2, 3 ore l'una dall'altra. L'evento, molto raro, deve essere seguito con molta attenzione, in quanto i nascituri per istinto di sopravvivenza possono attaccare le altre uova allo scopo di nutrirsi.
CORRIERE DI MAREMMA
12 LUGLIO 2010
Sono maremmani i campioni della caccia con cani.
Si è disputata a Grosseto la prova finale del trofeo nazionale: vincono Capitoni e Pacchiarotti.
GROSSETO - La Federazione Italiana della Caccia, nello scenario del parco della Maremma, ha premiato i suoi campioni nazionali di prove con cani da seguita su cinghiale in aree recintate. La Federcaccia nazionale ha concluso i lavori dell’ottava edizione della coppa Italia per cani da seguita su cinghiale, incoronando i campioni nazionali 2010: in singolo il cane Punto, segugio maremmano di Paolo Capitoni di Castiglione della Pescaia, e in coppia i cani Diana e Lula di Paolo Pacchiarotti di Capalbio. Il presidente provinciale di Federcaccia Grosseto Luciano Monaci ha innanzitutto espresso un caloroso ringraziamento ai giudici e a tutti i concorrenti che in tutta Italia hanno partecipato e giudicato le prove. Impegno veramente gravoso: basti pensare che nella sola Toscana i concorrenti sono stati 3.151. Impeccabile la regia di Gianfranco Gemignani. Le prove sono iniziate i primi di febbraio con le eliminatorie provinciali, le qualifiche interprovinciali, per poi passare alle interregionali e alla finale nazionale nei campi di prova Federcaccia a Grosseto nel mese di giugno. Nelle varie manifestazioni l’ha da padrone il segugio maremmano, razza canina da poco riconosciuta e salita agli onoori delle cronache per il cospicuo numero di soggetti iscritti all’Enci. Durante la manifestazione, la sezione provinciale di Federcaccia Grosseto ha premiato anche i vincitori del Trofeo Niccolini, sempre prove su cinghiale, giunto alla 38. edizione: gli appassionati cinofili e cinghialai maremmani si sono cimentati in una kermesse tutta maremmana, raggiungendo livelli di vera eccellenza e di grande professionalità. E’ risultato vincitore il cane Betonia di Mariano Fiorucci. Per la categoria coppie il vincitore è stato Paolo Travagliati con i cani Bora e Fiamma. Novità della manifestazione, la premiazione del trofeo provinciale Lepraioli di Maremma con cani da seguita su lepre, in cui hanno vinto nel singolo Alberto Righi, la coppia di Paolo Montomoli e la muta di De Michelis e Spada.
NEW NOTIZIE
12 LUGLIO 2010
Bali: vertice per salvare le tigri
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Di Marcello Accanto
La tigre, uno dei felini più affascinanti, rischia seriamente di sparire per sempre dalla faccia della terra. La caccia di frodo ne sta pesantemente riducendo il numero. Per cercare di porre un freno a questa mattanza, i responsabili dell’ambiente di 13 paesi si sono riuniti nei giorni a Bali, in Indonesia, in un vertice volto a trovare una possibile soluzione per poter almeno raddoppiare il numero di tigri nel mondo.Si è trattato di un incontro importante, in vista di un summit globale che si terrà a partire dal prossimo dicembre. A riferirlo è la Bbc online. Il summit mondiale affronterà il problema della conservazione e dello sviluppo di una specie considerata a rischio dagli esperti.Fra le principali cause che hanno portato il numero delle tigri a ridursi costantemente, ci sono sicuramente la caccia di frodo, che alimenta il mercato della parti di tigre, e il mutamento delle condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo e alla proliferazione dei grandi felini. Questi episodi negativi hanno ridotto il loro numero a circa 3200 esemplari nel mondo, il numero più basso che si sia mai registrato.A detta della Bbc, il principale responsabile di questa moria è la Cina, paese in cui cresce continuamente la richiesta dell’animale, le cui parti vengono tradizionalmente utilizzate dalle popolazioni asiatiche come stimolanti sessuali. In Cina, affermano gli esperti, sono sempre più numerosi gli animali che vengono catturati illegalmente, costretti poi a passare il resto delle loro vite in cattività. Secondo gli animalisti sarebbero almeno 5000, le tigri prigioniere in Cina.In Indonesia, il paese che ospiterà il summit mondiale, esistono attualmente circa 400 esemplari di tigri di Sumatra, specie rara che vive proprio sull’isola indonesiana di Sumatra. ”Se perdiamo la tigre – ha detto un responsabile del Wwf presente alla riunione tenutasi a Bali – perdiamo molto più che uno tra i più grandi predatori del pianeta”.
IL GAZZETTINO DI PORDENONE
12 LUGLIO 2010
L’espansione verso Nord dello sciacallo dorato
L’espansione verso Nord dello sciacallo dorato (canis aureus) è iniziata negli anni ’50 del XX Secolo. Nell’inverno 1952-1953 branchi di sciacalli si spinsero a Nord fino a Caporetto (Kobarid), lasciando le loro tracce anche nelle campagne attorno a Lubiana e nella Slovenia orientale. Il fenomeno parve non avere conseguenze immediate, ma è possibile che sia stata la premessa di quanto accaduto all’inizio degli anni ’80, quando l‘espansione verso Nord della specie ha portato all’invasione dell’Italia nord-orientale e di gran parte dell’Europa centro-orientale. Le ragioni di questo fenomeno non sono ancora state del tutto spiegate, ma sembrano poter essere ricondotte alla rarefazione del lupo in tutta la Penisola Balcanica, particolarmente spinta tra XIX e XX Secolo. In condizioni naturali, infatti, il lupo funge da naturale antagonista dello sciacallo, predandolo attivamente e limitandone la presenza in tutte le zone coperte da formazioni forestali. In Italia la specie fu catturata per la prima volta nel 1984 (Località Serdes, San Vito di Cadore, Belluno) e segnalata all’autorità come volpe di taglia particolarmente grande. Nel 1985 una femmina di sciacallo partorì alla periferia meridionale del comune di Udine. Due dei cuccioli nati in questa località furono abbattuti nel mese di settembre dello stesso anno, e uno di essi fu conservato da un cacciatore, che pensava si trattasse di uno strano incrocio fra cane e volpe. Nella zona comunque gli avvistamenti continuavano, indicando che al limite dei comuni di Udine e Pozzuolo del Friuli viveva un gruppo familiare di questi animali. Per questa ragione due anni più tardi fu organizzata una battuta di caccia alla volpe che nel mese di agosto portò alla cattura di una grande femmina pluripara, probabilmente la madre dei due giovani abbattuti nel 1985. Un altro adulto sfuggì alla cattura e fece fortunosamente perdere le sue tracce. L’esemplare catturato fu scambiato per un coyote, ma fu consegnato a due zoologi (Fabio Perco e chi scrive) che iniziarono a studiarlo con attenzione. Dopo una serie di viaggi di studio si giunse alla conclusione che si trattava effettivamente di uno sciacallo dorato e, presa visione della giovane femmina abbattuta due anni prima nella stessa località, conclusero che la specie si era anche già riprodotta in territorio italiano. La notizia fu sinteticamente resa nota ad un convegno nel corso del 1988, e lo sciacallo dorato venne ufficialmente annesso alla fauna italiana. La più immediata conseguenza fu che quattro anni dopo la specie fu ufficialmente protetta anche in Italia, grazie alla LN 157 del 1992. Intanto le presenze della specie sul territorio italiano furono monitorate con crescente attenzione, al fine di comprendere quale effettivamente fosse lo status e la diffusione della specie in Italia. La situazione italiana è stata sintetizzata in una recente nota scientifica (Lapini et al., 2009) e sembra essere la seguente: la specie è presente in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige con una diffusione non omogenea e ancora orientata verso la presenza di singoli individui o gruppi isolati, ma sembra essersi già riprodotta sia sulle Prealpi Giulie, sia in Veneto, sia nell’Udinese. Le sue presenze sembrano attualmente essere in fase di rapida crescita sia lungo la fascia del confine orientale fra le Prealpi Giulie e il Carso triestino e goriziano, sia in Carnia, in Veneto e in Alto Adige.
*Zoologo Museo Friulano di Storia Naturale di Udine
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AGI
12 LUGLIO 2010
UNA SCOPERTA DEI RICERCATORI AMERICANI
ALZHEIMER, GENE AUMENTA POTENZA CERVELLO
Londra, 12 lug. - Il gene che aumenta la durata della vita attraverso la restrizione calorica potrebbe anche aumentare la potenza del cervello. Almeno questo e' quanto emerso da uno studio del Massachusetts Institute of Technology di Boston pubblicato sulla rivista Nature. La scoperta potrebbe aprire la strada a nuovi farmaci per combattere l'Alzheimer e altre malattie neurologiche e a nuovi trattamenti per stimolare la memoria delle persone sane. Gli esperimenti sui topolini hanno dimostrato che l'enzima 'Sirtuin1' e' in grado di rallentare il processo d'invecchiamento. Lo stesso enzima e' stato inoltre associato a un miglioramento della memoria e allo sviluppo delle cellule cerebrali. I ricercatori hanno gia' dimostrato che Sirtuin 1 aumenta la sopravvivenza dei neuroni nei topolini geneticamente modificati per sviluppare patologie degenerative del cervello. Secondo Li-Huei Tsai , ricercatore che ha coordinato lo studio, il gene Sirt 1 contribuirebbe pure a interconnnettere le cellule cerebrali nelle persone sane.
''Abbiamo scoperto che Sirt 1 - ha detto - promuove la memoria e la plasticita'. Questo risultato dimostra il ruolo poliedrico di Sirt 1 nel cervello, evidenziando ulteriormente il suo potenziale come bersaglio per il trattamento di condizioni cognitive alterate''. Negli esperimenti, Tsai ha analizzato il comportamento e lo sviluppo del cervello nei topolini senza il gene Sirt 1. Rispetto ai topolini normali, quelli senza il gene hanno reagito male alla stimolazione elettrica nell'ippocampo, fondamentale per la memoria a lungo termine e per l'orientamento spaziale. Nel morbo d'Alzheimer, ad esempio, l'ippocampo e' una delle prime regioni del cervello a essere danneggiata. I topi ingegnerizzati (senza Sirt 1) avevano anche una ridotta densita' di neuroni sviluppati, una misura chiave per l'attivita' cerebrale. Infine, questi topolini erano meno capaci di discriminare i vecchi dai nuovi oggetti nei test di memoria. I risultati dello studio aprono alla possibilita' di utilizzare gli enzimi Sirtuin 1 per potenziare la memoria e le funzioni cerebrali anche nelle persone sane.
LEGGO
12 LUGLIO 2010
DIABETE, ITALIANI TROVANO
PULSANTE PER SPEGNERLO
E' stato scoperto da scienziati italiani un pulsante molecolare per spegnere il diabete: mettendo ko una molecola chiamata 'p66', nei topolini, questi possono continuare a mangiare a piacimento senza ammalarsi di diabete, malattia che, viceversa, sarebbe conseguenza inevitabile di una dieta smodata. Resa nota dalla rivista dell'Accademia Nazionale americana delle Scienze Pnas, è la scoperta dell'equipe di Giovambattista Pani e Tommaso Galeotti dell'Istituto di Patologia Generale della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica di Roma. P66 è un gene che favorisce l'invecchiamento scoperto alcuni anni fa da scienziati dell'IEO di Milano. Adesso i ricercatori della Cattolica hanno scoperto anche che p66 è coinvolto nella comparsa del diabete alimentare che di solito insorge mangiando troppo e male. Infatti il gruppo di Pani e Galeotti ha visto che mettendo 'KÒ la molecola p66 in topi obesi, questi divengono molto meno suscettibili allo sviluppo del diabete rispetto a topi obesi in cui però p66 funziona. Inoltre i topolini senza p66, benchè obesi, vivono anche più a lungo, a conferma del ruolo già noto di p66 nell'invecchiamento. «P66 probabilmente agisce da 'sensorè dei cibi - spiega Pani - favorendo non solo l'accumulo di grasso nelle cavie, ma anche e soprattutto l'insorgenza di iperglicemia e diabete». Ecco perchè spegnerlo aiuta a prevenire la malattia. La scoperta apre alla possibilità di utilizzare p66 come bersaglio di nuove terapie contro il diabete. «L'obiettivo finale è bloccare p66 per prevenire/curare la malattia», conclude Pani. Esistono già composti inibitori di p66 al momento in corso di sperimentazione pre-clinica.
CORRIERE DELLA SERA
12 LUGLIO 2010
UNIVERSITA' CATTOLICA DI ROMA
Equipe di ricercatori italiani scopre a molecola che «spegne» il diabete
Il gene p66shcA potrebbe essere l'interruttore per evitare la comparsa della malattia. Esperimenti condotti sui topi La ricerca pubblicata su un'importante rivista.
ROMA - Una molecola potrebbe essere l'interruttore giusto per spegnere il diabete. Un'equipe di ricercatori dell'Università Cattolica di Roma è riuscita prevenire la comparsa del diabete nei topolini da laboratorio. Negli esperimenti è bastato mettere fuori uso il «p66shcA» (il gene dell'invecchiamento scoperto alcuni anni fa da altri ricercatori italiani) per impedire l'arrivo del diabete, anche a fronte di un'alimentazione squilibrata ed eccessiva che porta a sovrappeso e quasi sempre allo sviluppo di questa malattia. Se gli stessi risultati saranno riprodotti sull'uomo, forse p66 potrebbe divenire un'arma potente contro una delle epidemie del XXI secolo, sottolineano i ricercatori guidati da Giovambattista Pani e Tommaso Galeotti, dell'Istituto di patologia generale della Facoltà di medicina e chirurgia dell'ateneo capitolino. RICERCA PUBBLICATA - La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista «Proceedings of the National Academy of Sciences» (Pnas), è stata sostenuta da un finanziamento della European Association for the Study of Diabetes (Easd) e contribuisce a decodificare il misterioso filo rosso che lega alimentazione, metabolismo e invecchiamento. «L'obesitá e la sindrome metabolica sono frutto di un eccesso calorico e in parte di una predisposizione genetica e sono legate al diabete 'alimentarè e all'invecchiamento accelerato - spiega Tommaso Galeotti, direttore dell'Istituto di patologia generale della Cattolica ed esperto di bioenergetica - anche se i meccanismi molecolari che partecipano a questo processo patologico, non sono completamente compresi». Il lavoro, cui hanno contribuito anche l'Istituto di fisica e quello di Biochimica della Cattolica, ha visto impegnati per diversi anni anche due giovani dottorandi di ricerca all'istituto di patologia generale dell'ateneo del Sacro Cuore, Sofia Chiatamone Ranieri e Salvatore Fusco. IMPORTANTE SENSORE - Il gene su cui si sono concentrati i ricercatori, spiega Pani è il «p66shcA» e «agirebbe da 'sensore' dei nutrienti, favorendo non solo l'accumulo di grasso nelle cavie, ma anche e soprattutto l'insorgenza di iperglicemia e diabete. Infatti, topi obesi in cui questa proteina viene messa ko sono molto meno suscettibili allo sviluppo della malattia rispetto a cavie extralarge che però hanno il gene funzionante». Inoltre i topolini senza p66, benchè obesi, vivono anche più a lungo, a conferma del ruolo giá noto del gene sull'invecchiamento. Dunque, «p66shcA accorcia la vita, non solo attraverso il meccanismo dello stress ossidativo - prosegue Pani - ma anche informando le cellule, soprattutto quelle adipose, della presenza di un eccesso di cibo da assimilare». Bloccando quest'interruttore, «si possono quindi ingannare le cellule facendo loro percepire meno cibo di quello che si è realmente mangiato». NIENTE FACILI ENTUSIASMI - Niente facili entusiasmi: non è l'elisir della magrezza eterna. Il blocco di p66, infatti, non preverrebbe tanto l'accumulo di grasso, ma solo le sue conseguenze negative sulla salute e la longevità. I risultati ottenuti dai ricercatori della Cattolica aprono alla possibilità di utilizzare p66shcA come bersaglio molecolare per nuove terapie contro il diabete. «Un'applicazione futuribile, ma non immediata. Nondimeno esistono giá degli inibitori di p66 in corso di valutazione pre-clinica e il nostro studio continuerá anche in quella direzione», conclude Pani. |