IL NUOVO
Catania:catturato squalo di 3 metri
Pescato accidentalmente da una spadara
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CATANIA - Uno squalo mako di 3 metri, di sesso maschile, e' stato catturato al largo della costa catanese. E' stato pescato per caso da una spadara. Al momento dello sbarco nel porto di Acitrezza l'animale era gia' morto. I ricercatori della Necton Marine Research Society hanno raccolto i campioni biologici di alcuni parassiti presenti sullo squalo e dati morfometrici. 'La presenza di animali come il mako nelle nostre acque - spiegano - e' importante al fine di mantenere in equilibrio l'ecosistema'.
CORRIERE DELLA SERA
12 LUGLIO 2009
Due ricercatori della Necton Society hanno raccolto dei campioni
Squalo di tre metri catturato in Sicilia
È stato pescato accidentalmente da una barca al largo di Catania: quando è arrivato a terra era già morto
CATANIA - Uno squalo mako è stato catturato nella notte tra venerdì e sabato al largo della costa catanese. L'esemplare maschio misurava circa tre metri ed è stato pescato accidentalmente da una barca impegnata nella pesca al pesce spada. Quando l'animale è arrivato (morto) nel porto di Acitrezza, ad attenderlo c'erano due ricercatori della Necton Marine Research Society che hanno raccolto i campioni biologici di alcuni parassiti presenti sullo squalo e dei dati morfometrici: saranno inseriti nella banca dati della società siciliana che da dieci anni studia i grandi animali marini. «La presenza di animali come il mako nelle nostre acque - spiegano gli esperti della Necton - è importante al fine di mantenere in equilibrio l'ecosistema. Appare dunque di fondamentale importanza lo studio e la salvaguardia degli squali allo scopo di prevenirne la scomparsa».
IL SECOLO XIX
12 LUGLIO 2009
CATANIA: CATTURATO SQUALO AL LARGO ACQUE CAPOLUOGO ETNEO
Catania - A Catania, tra la notte del 10 e l'11 luglio, e' stato catturato uno squalo tipo 'Mako' al largo della costa del capoluogo etneo. L'esemplare misurava circa 3 metri, e' stato pescato accidentalmente ed e' giunto morto nel porticciolo di Acitrezza.
LA CITTA' DI SALERNO
12 LUGLIO 2009
Allarme veleno al parco Galiziano
Maria Laura Pirone
Salerno - Rabbia, preoccupazione e veleno da qualche tempo condiscono i pomeriggi di chi si reca al "Galiziano", a Torrione, con il proprio fido. Il giardiniere assicura: "Nessun addetto utilizza pesticidi nel parco». Sabato scorso Cico si avvelena e scoppia la protesta. Ma a maggio scorso si verificò un caso analogo. E’ sabato sera, Cico, dodicenne meticcio nero di Alessandra F., dopo la passeggiata, rientra a casa fiacco e affannato, palesando sintomi poi diagnosticati come "avvelenamento da dicumarinici", veleno per topi. Due mesi fa Francesco A. avvista una strana polpettina. Con prontezza evita che la sua amica a quattro zampe Muni la mangi. Il veterinario, a seguito della dettagliata descrizione del venticinquenne, dirá: "una polpetta di topicida". «L’utilizzo di bocconi avvelenati è un crimine - ha esordito Alessandra- Questo è l’unico parco progettato anche per gli animali e mettere del veleno in giro è pericoloso per i bambini. Il mio cane ha rischiato la morte. Gli ci vorrá un mese di flebo a base di vitamina K per riprendersi». Anche Francesco, il padrone di Muni è preoccupato: «Nella zona dov’è lo scivolo, vidi una polpettina e subito allontanai Muni di lì. Tra la carne c’erano pezzetti celesti e rosa. Il mio veterinario, quando gliela descrissi, mi spiegò che si trattava di una polpettina usata in genere per avvelenare». Ultimamente, altri due fido fedeli al parco, hanno subìto stati di malessere riconducibili, probabilmente, a sostanze nocive presenti in alcuni punti delle aiuole. In caso di ingestione di veleno per topi, il dicumarinici, i veterinari consigliano di provocare subito il vomito con dosi di acqua ossigenata, a seconda della stazza del cane. L’importante è scongiurare il pericolo che il veleno si metta in circolo in tutto l’organismo. E’ sempre buona norma correre dal veterinario per gli accertamenti. In genere viene effettuato il test Pt, per valutare lo stato di coagulazione del sangue. Il dicumarinici, infatti, agisce sulla coagulazione e ne blocca il processo. I sintomi non sono sempre di facile individuazione: vanno dall’affanno, allo stato di disorientamento e stordimento, al vomito, alle emorragie interne o esterne. Purtroppo vi è un periodo di incubazione che può durare fino a una settimana, quindi, a volte, non si può agire subito perchè non ci si accorge delle condizioni del cane. E’ poi bene ricordare che l’utilizzo di bocconi avvelenati è un crimine. La legge 157/92 vieta espressamente l’uso di questi mezzi e prevede sanzioni penali per chi contravvenga a questo divieto. Uccidere gli animali è espressamente vietato anche dalla legge 473/94 nel caso in cui gli animali morti siano di proprietá il reato è perseguibile anche ai sensi dell’art. 638 c.p. con una pena fino ad un anno di reclusione e con una multa fino a 309,87 euro.
LA TRIBUNA DI TREVISO
12 LUGLIO 2009
Esche avvelenate muoiono cinque gatti
MONTEBELLUNA (TV). Strage di gatti in località Capodimento, a Mercato Vecchio. Nell’ultimo periodo ne sono stati trovati morti ben cinque. A rivelarlo è una attivista della Protezione Animali. «Stanno facendo una strage di gatti a Capodimonte - spiega L. D.B. - li stanno avvelenando perchè evidentemente ai residenti dà fastidio vedere questi gatti in giro e non vuole che entrino nella loro proprietà, anche se non ci sono mai entrati». La tecnica è quella consueta, che ha fatto morire tanti gatti e cani un po’ dappertutto in zona: mettere in giro delle esche avvelenate, che non lasciano poi scampo alle bestie che le mangiano. «Il fatto che siano morti così tanti gatti in poco tempo e nella stessa zona - continua L.D.B. - è la prova di come ci sia qualcuno che mette in giro bocconi al veleno».
ALLA GUIDA
12 LUGLIO 2009
Nuovo Codice della Strada: multa per chi non soccorre animale investito
Dovrebbe essere discussa domani alla Commissione trasporti della Camera per passare poi in Senato, il pacchetto di norme che riguarda la riforma del Codice della Strada alla luce di alcuni importanti ed inedite norme dell’intero ordinamento giuridico in tema di trasporti e sicurezza stradale.
TRENTINO
12 LUGLIO 2009
Capriolo ucciso, solo una bravata
TRENTO. Quel capriolo morto appeso a testa in giù, legato per le zampe alla staccionata della partenza della seggiovia, resta un gesto ancora senza un movente. Sul Bondone la gente s’interroga ma la sensazione dominante è che si sia trattato di una «bravata macabra». «Se volevano dimostrare qualcosa - dice il presidente Sergio Cappelletti - hanno scelto il modo peggiore». La scoperta è stata fatta giovedì sera da Gaetano Mazza, socio della Lipu, che durante un’escursione alle Viote si è trovato di fronte all’orribile immagine della povera bestiola appesa alla staccionata. Mazza l’ha fotografata e ha informato la Forestale. La quale ha appurato che l’animale è morto per cause naturali o ucciso da un predatore, e che è poi stato trascinato per un lungo tratto quando era ormai in fase di decomposizione. Qualcuno dunque l’ha trovata e l’ha appesa in quel punto. «Se volevano mandare un messaggio - osserva il presidente della circoscrizione Sergio Cappelletti - hanno scelto il modo peggiore per attirare l’attenzione. Usare un animale in questo modo è un gesto davvero di cattivo gusto. Non so cosa volessero dimostrare, ma se volevano farlo potevano mettere uno striscione e almeno si sarebbe capito». Cappelletti non azzarda ipotesi, ipotesi che invece in queste ore qualcuno fa, preferendo però non esporsi: «Posso sbagliare - ci dice un ex consigliere del Bondone - ma per me quel capriolo appeso proprio alla partenza dell’impianto Rocce Rosse è un segnale per indicare l’imminente fallimento della società delle Funivie della famiglia Bertoli (coinvolta nel crack della società Aeroterminal Venezia, ndr). Non a caso di questo si è parlato negli ultimi giorni sui giornali, se qualcuno voleva manifestare contro il campeggio non l’avrebbe messo lì». «Io non ho avuto nessun sentore di contestazioni in quest’ultimo periodo - assicura invece Cappelletti - né verso le Funivie né per quanto riguarda il campeggio, rispetto al quale resta ancora da prendere la decisione sul futuro dell’area di Mezavia». Alberto Barbieri , storico albergatore del Bondone, ha saputo anche lui dell’episodio del capriolo leggendo ieri il giornale: «Non ne ho ancora parlato con altre persone, ma propendo per una bravata. Escluderei messaggi alla società di Bertoli o a qualcun’altro, sinceramente non mi era neanche passato per la testa. Se così fosse, se davvero qualcuno avesse voluto mandare un messaggio con questo gesto, mi piacerebbe avesse usato altri strumenti, canali più tradizionali. Chiunque sia stato l’autore, è un’azione di pessimo gusto, non la liquiderei nemmeno nel caso, come penso sia, di una bravata. Certo non è un bel segnale per il Bondone». E convinto che di una bravata si sia trattato è anche un altro operatore di Vason, Stefano Zampol : «Quando uno inveisce in questo modo contro gli animali, più che un deficiente non è. Non ho la sensazione che in questo momento in Bondone ci siano particolari attriti». Messaggi ai Bertoli? «Alla famiglia Bertoli in questo momento non servono davvero messaggi, non è stato fatto un torno a nessuno».
IL TIRRENO
12 LUGLIO 2009
Panariello: i miei tre cani, come figli
di Luca Basile
PIETRASANTA (LU). «Prima c’ ero io, soltanto io. Poi la mia vita è cambiata, sono andato oltre l’egoismo spicciolo. E tutto questo grazie ai miei tre cani che considero come altrettanti figli». Vedi Giorgio Panariello e non puoi non pensare alle sue maschere, a quei personaggi un po’ così che lo caratterizzano da sempre. Ma ieri pomeriggio Panariello era al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta per parlare d’altro: di animali abbandonati, di randagismo, di cucciolate senza un domani. E ne ha parlato a margine della presentazione di un libro “Guardami negli occhi& (quando mi abbandoni)” i cui proventi saranno devoluti alla Squadra per gli animali formata da Enpa, Lav, Lega nazionale per la difesa del cane e Animalisti italiani. Sono testimonial di un gruppo che ha un obiettivo ben preciso: quello di raccogliere fondi finalizzati alla realizzazione di una sorta di 118 per gli animali. «Sensibilizzare serve - dice Panariello - informare ancora di più, magari cercando di arrivare a chi è indifferente al destino di un animale. In fondo come era il sottoscritto, fino a quando sono arrivati questi tre figli nella mia vita. E allora ho cominciato a guardarmi intorno, a recuperare tempo, a dedicare parte delle mie giornate a loro. Perché il cane, chiunque sia il suo padrone, è fedele, ti aspetta sull’uscio, non ti lascia mai solo. Non è retorica, è verità: il cane non sa se sei un re, un poveraccio, un despota o una brava persona. Non lo sa, ma sta con te». «Non è il solo gesto, orrendo, di vederli abbandonati da qualche parte, ad avermi spinto in questa avventura - aggiunge - dove da testimonial porto in evidenza il lavoro e l’impegno di tanti volontari. No, è anche la consapevolezza che il cane, che l’animale, può veramente dare tanto alla persona, a chi dentro è arido oppure a chi crede di avere tutto». Il primo libro di Panariello, “Un uomo, un cane, un grande amore”, 100 mila copie vendute, diventerà un film. «Una soddisfazione enorme - afferma il comico - ne sono felice. Sarà motivo di riflessione, spero, per tante persone».[...]
ITALY NEWS
12 LUGLIO 2009
Guerra alle balene
Atlantico del Nord, 1855: il comandante Thomas Welcome Roys spara il primo colpo del suo cannoncino a spalla e uccide una balenottera azzurra, dando inizio alla mattanza che avrebbe portato sull’orlo dell’estinzione la specie di maggiori dimensioni del pianeta. Una caccia che raggiunse il suo apice nel ventesimo secolo, quando la grande carneficina dell’emisfero australe abbatté più di due milioni di individui. E ancora oggi alcune nazioni – il Giappone su tutte – rivendicano il proprio diritto a continuare lo sterminio, nel nome di una sovranità territoriale e di antiche tradizioni di pesca. “Guerra alle balene” è una documentatissima denuncia di tutti coloro che, nonostante i divieti, continuano a praticare una caccia spietata, ma è anche un appassionato racconto che ci restituisce tutto il fascino, e il mistero, del mondo marino e dei suoi magnifici abitanti.
* Guerra alle balene * di Andrew Darby (Ed. Longanesi, trad. di Elisabetta Valdré, pp. 336, euro 18,60).
IL TEMPO
12 LUGLIO 2009
Soffoca pitbull che azzannava il suo vicino
Pitbull azzanna padrone a un braccio e il vicino di casa per salvare l'amico con una fune soffoca e uccide l'animale.
CORCOLLE (RM) - È accaduto poco prima delle 16 di ieri in una villetta a Corcolle, in provincia di Roma. L'uomo, di circa 50 anni, e il suo cane erano in giardino, mentre la moglie e due figli erano all'interno. Il proprietario a un certo punto aveva deciso di cercare, o togliere al pitbull, zecche e/o pulci, ma il cane ha reagito azzannandolo a un braccio, con più morsi, e più l'uomo cercava di divincolarsi più il pitbull sembrava come impazzito. A quel punto un vicino di casa, che ha il giardino confinante, ha preso una fune, rimanendo al di là della cancellata, e ha cercato di imbrigliare l'animale per consentire al vicino di essere soccorso. Ma il cane nel tentativo di divincolarsi, per continuare ad andare contro il padrone, è rimasto soffocato. Sono intervenuti i carabinieri della stazione di San Vittorino Romano, mentre l'uomo è stato portato all'ospedale Policlinico Umberto I per ferite al braccio sinistro.
IL TIRRENO
12 LUGLIO 2009
Qui riposano Pippo, Giada, Patata
di Barbara Burzi
PRATO (PO). Nasce a Prato il primo cimitero per animali domestici. L’ultima cuccia per far riposare in pace gli amici a quattro zampe si trova alla periferia della città dove San Giorgio a Colonica confina con la provincia di Firenze, nella quiete della campagna. Qui da poco più di un mese è nato uno spazio verde dove i padroni possono piangere i loro animali riempiendo in parte il vuoto lasciato dalla loro scomparsa. All’ingresso del recinto non c’è nessun cartello ma un viottolo di ciottoli bianchi sbuca proprio davanti al primo ospite: Gastone era un San Bernardo morto il 27 maggio per cause naturali. Il suo padrone non potrà mai dimenticarlo e sulla lapide gli ha lasciato un messaggio: “Ti porterò nel mio cuore ogni giorno”. Dietro di lui ci sono tutti gli altri: i gatti Geppo, Patata e Pippo, i cagnolini Lussy, Giada e Oscar e infine la coniglietta Almi arrivata da Pisa. Accanto a lei riposa Shila, una cagnolina pechinese morta a 12 anni: “Ti amo tanto” è il testo stampato sulla sua fotografia. Oscar invece ha vicino a sé il ricordo della sua padroncina, un sassolino dipinto da lei con su scritto “Ti voglio bene”. Le famiglie curano personalmente le aiuole dei propri amici a quattro zampe, ma gli sfarzi qui non sono ammessi: lapidi rigorosamente in legno all’insegna della sobrietà, una piantina, una fotografia a colori e un tenero messaggio. Le personalizzazioni sono limitate perché «questo cimitero ha scelto di essere un luogo essenziale nel rispetto di tutti». Cani, gatti, conigli, tartarughe conquistano così il diritto a una degna sepoltura all’ombra de “I Cipressini”. È questo il nome scelto dall’associazione “L’Orma” per il giardino dei ricordi, nato dal desiderio di un gruppo di persone accomunate dall’amore per l’ambiente e gli animali. «Dopo un lungo iter burocratico per l’ottenimento delle autorizzazioni da parte del Comune e dell’Asl è stato finalmente possibile offrire ai nostri associati questo servizio - raccontano Manuele e Lara dell’associazione -. D’altronde bisogna comprendere che chi vive con un animale si affeziona e vederlo finire insieme allo smaltimento dei rifiuti non aiuta certo a sopportare il distacco emotivo della sua morte». Per usufruire del servizio la procedura prevede la consegna di un certificato medico rilasciato dal veterinario che attesti la morte avvenuta per malattie non trasmissibili all’uomo e l’iscrizione all’associazione. Le quote vanno da un minimo di 190 euro per gli animali di piccola taglia fino a un massimo di 300 per gli animali che superano i 35 chili. I volontari de “L’Orma” pensano alla lapide, alla stampa della foto e all’inumazione: «L’animale viene riposto su un telo di iuta perché tutto deve essere biodegradabile», spiegano. «I resti vengono così decomposti e mineralizzati per il suolo nel rispetto dell’ambiente».
IL RESTO DEL CARLINO
12 LUGLIO 2009
Pusher traditi dal cane- poliziotto Zeus fiuta droga nel materasso
All'interno del materasso sono state trovate dosi di eroina e hashish. I tre sono stati arrestati per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, e denunciati per la ricettazione dei documenti
BOLOGNA - Tre pusher maghrebini sono stati 'traditi' dal fiuto di Zeus, il cane poliziotto che ha scoperto in un materasso 11,6 grammi di eroina e 1,78 di hashish, nascosta in uno dei tanti buchi di un materasso, all’interno di un complesso in ristrutturazione a pochi metri dalla stazione di Bologna, fra via Pietramellara e via Boldrini.
I tre spacciatori sono stati arrestati per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, e denunciati per la ricettazione dei documenti
La polizia e’ intervenuta ieri verso le 11 su segnalazione di passanti. In una stanza ha sorpreso i tre uomini che fingevano di dormire. Si tratta di due tunisini di 33 e 36 anni e un algerino di 23 anni, tutti clandestini e gia’ arrestati per spaccio. Su un tavolino fatto di mattoni e legno, gli agenti hanno trovato materiale per la preparazione di dosi (cellophane, accendini, candele), 250 euro e 11 documenti fra passaporti, carte d’identita’ e tessere sanitarie intestati a italiani e stranieri, e nascosti sotto un materasso. Successivamente e’ stata scovata la droga. I tre sono stati quindi arrestati.
IL GAZZETTINO
12 LUGLIO 2009
Mercedes contro un cervo Muore l’animale, auto ko Illeso il conducente
Feltre (BL) - Torna l’incubo dei cervi che attraversano la strada. Ieri un animale è rimasto vittima lungo la regionale 50 all’altezza del ristorante Sagittario, poco prima di Busche. Una mercedes che viaggiava in direzione Belluno si è trovata improvvisamente il cervo davanti e non è riuscita ad evitarlo. L’impatto è stato violento. L’automobilista non si è fatto nulla, ma la macchina ha subito danni per parecchie migliaia di euro. Sul posto è intervenuta la polizia venatoria provinciale. Si ripropone il problema degli attraversamenti degli animali lungo una delle direttrici principali della viabilità bellunese e dei pericoli connessi.
IL TIRRENO
12 LUGLIO 2009
L'ordine dei veterinari temporeggia
PISTOIA. L’assessore all’ambiente Mario Tuci interviene in merito alla polemica tra Comune e ordine dei veterinari riguardo all’organizzazione dei costi da far sostenere ai cittadini per sterilizzare cani e gatti. «Il randagismo è un fenomeno in crescita - dice Tuci - e pertanto un problema che va risolto al più presto. Le strutture che accolgono gli animali abbandonati sono super affollate e inoltre si tratta di un costo a carico di tutti i cittadini e quindi è dovere del Comune risolverlo rapidamente». Così l’assessore ripercorre il cammino fatto finora per arrivare a un accordo sui costi per le sterilizzazioni. «Lo scorso anno il Comune, l’ordine dei medici veterinari e l’Enpa - spiega - avevano sottoscritto un accordo preliminare, accordo naufragato dopo poco più di un mese per un dietrofront dei veterinari. Quindi prima l’Ordine prende un impegno, e poi torna indietro». Ma il Comune non si è scoraggiato, ed ha tentato una nuova mediazione, anche perchè lo stesso ordine dei veterinari ha chiesto di attendere il rinnovo degli organi del collegio visto che le elezioni si sarebbero poi svolte a novembre 2008. «Subito dopo - prosegue l’assessore - abbiamo chiesto un incontro per presentare un nuovo protocollo, modificato in base alle loro richieste, che consistevano in sostanza nella diminuzione del carico di lavoro a fronte di uno stesso corrispettivo per la prestazione. C’è da sottolineare che il professionista che sterilizza gli animali deve solo eseguire interventi in una struttura già attrezzata, quella Asl che sarà inaugurata in via Agati, quindi la cifra di 150 euro, più Iva, è, come si suol dire, ‘pulita’». Il fatto è che i veterinari non danno l’ok definitivo all’accordo. «Dopo aver atteso tutto questo tempo, trovare una chiusura così netta - conclude Tuci - ci dispiace veramente, ma qualora l’ordine perduri con questo atteggiamento l’aministrazione sarà costretta a trovare soluzioni alternative».
IL CENTRO
12 LUGLIO 2009
Una raccolta firme per i cani in spiaggia
PESCARA. Ottomila chilometri di costa e solo 27 spiagge per accogliere le famiglie con i cani al seguito L’Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) e il Movimento del turismo delle famiglie con animali hanno promosso la raccolta firme online per chiedere che almeno il 10% delle spiagge italiane siano attrezzate ed aperte alle famiglie ed ai bagnanti che hanno al seguito il proprio cane. Secondo l’ Aidaa sarebbero 8.000 le famiglie che hanno già sottoscritto la petizione. Sono sette le regioni che hanno spiagge accessibili ai bagnanti con cani al seguito, Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Toscana e Veneto. Ma l’Abruzzo ha solo una spiaggia attrezzata con ombrelloni, docce e piscine appositamente pensate per fido e punti per munirsi di sacchetto e paletta (La Playa a Pescara).
CORRIERE DELLA SERA
12 LUGLIO 2009
La festa di san firmino
Corsa dei tori, sangue e follia a Pamplona
Nel sesto encierro 11 feriti, di cui 2 gravi. Venerdì 27enne incornato e ucciso
PAMPLONA (Spagna) - Ancora sangue per la festa di San Firmino a Pamplona, a due giorni dalla morte di Daniel Jimeno, 27enne della periferia di Madrid incornaro e ucciso durante la festa di San Firmino. Nell'encierro di domenica, il sesto dall'inizio della festa, undici persone sono state ferite dai tori durante la tradizionale corsa per le vie della città, due in modo grave. Lo hanno annunciato gli organizzatori.
DUE FERITI GRAVI - Come Jimeno, anche i due feriti di domenica - ora in gravi condizioni all'ospedale - sono stati incornati, uno al collo e l'altro al torace. Il 12 luglio la sfida dei "corredor" era con i tori dell'allevamento Miura, noti per la loro grande stazza e la combattività. La corsa è durata ben cinque minuti e protagonista assoluto è stato il toro Ermitano. L’animale ha incornato e scaraventato per aria un uomo che ha riportato in particolare una grave ferita al petto. I guai sono cominciati quando uno scontro ha provocato la caduta a terra di tre degli animali. Ermitano, una bestia da 575 chili, è uscito dal gruppo e ha fatto da solo il resto del percorso provocando panico e cadute varie dei concorrenti, incornando anche altri giovani oltre a quello più gravemente ferito. Altri tre tori hanno provocato altre cadute.
LA TRADIZIONE E LE PROTESTE - Gli encierros, vera e propria istituzione del capoluogo della Navarra (paralleli alla tenuta di corride vere e proprie nell’arena), vengono disputati ogni giorno dal 6 al 14 luglio per il festival del patrono cittadino, nonostante le ripetute proteste delle associazioni animaliste, che accusano gli organizzatori di stordire i tori prima di liberarli e di aizzarli con pungoli e pistole elettriche. Il momento più pericoloso è in genere appunto quello in cui un toro rimane isolato dagli altri e nel panico comincia a tirare cornate per fuggire. In genere sono circa 2.000 gli uomini vestiti di bianco, col fazzoletto rosso al collo, che scappano lungo il percorso delimitato di 825 metri fino all’arena della città. Gli encierros" godono di grande popolarità fra i turisti, soprattutto quelli anglosassoni, tanto più se inebriati da una settimana di alcol.
LA STAMPA
12 LUGLIO 2009
Nuova incornata a Pamplona, 11 feriti
Ancora incidenti durante la corsa dei tori dopo la morte di un giovane
PAMPLONA - Dopo la morte di un ventisettenne madrileno venerdì, anche questa mattina la pazza corsa dei tori nell’«encierro» di Pamplona si è chiusa nel sangue: è di undici feriti il bilancio della spericolata gara nelle strade della città spagnola. Quella partita stamattina è la corsa del sesto giorno del festival di San Firmino, una delle manifestazioni più irrazionali e violente che abbiano luogo in Europa, e come sempre i giovani tori sono stati liberati per le strade alle otto in punto e i giovani partecipanti hanno cominciato a fuggire di fronte agli animali. Almeno cinque corridori sono stati incornati (uno due volte); un altro, caduto, soffre di un trauma cranico. La corsa è durata ben cinque minuti e protagonista assoluto è stato il toro Ermitano. L’animale ha incornato e scaraventato per aria un uomo che ha riportato in particolare una grave ferita al petto. I guai sono cominciati quando uno scontro ha provocato la caduta a terra di tre degli animali. Ermitano, una bestia da 575 chili, è uscito dal gruppo e ha fatto da solo il resto del percorso provocando panico e cadute varie dei concorrenti, incornando anche altri giovani oltre a quello più gravemente ferito. Altri tre tori hanno provocato altre cadute.
Venerdì, era morto a Pamplona Daniel Jimeno, giovane della periferia di Madrid. Gli «encierros», vera e propria istituzione del capoluogo della Navarra (paralleli alla tenuta di corride vere e proprie nell’arena), vengono disputati ogni giorno dal 6 al 14 luglio per il festival del patrono cittadino, nonostante le ripetute proteste delle associazioni animaliste, che accusano gli organizzatori di stordire i tori prima di liberarli e di aizzarli con pungoli e pistole elettriche. Il momento più pericoloso è in genere appunto quello in cui un toro rimane isolato dagli altri e nel panico comincia a tirare cornate per fuggire. In genere sono circa 2.000 gli uomini vestiti di bianco, col fazzoletto rosso al collo, che scappano lungo il percorso delimitato di 825 metri fino all’arena della città. Gli «encierros» godono di grande popolarità fra i turisti, soprattutto quelli anglosassoni, tanto più se inebriati da una settimana di alcol. È raro però che ci siano morti.
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Pamplona, nuova sfida con i tori: undici feriti
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=10&IDalbum=19215&tipo=FOTOGALLERY
Corsa dei tori a Pamplona: c'è già un morto
Tragedia nel quarto giorno della festa di San Firmin a Pamplona. Un giovane è morto dopo essere stato incornato al collo da un toro durante la tradizionale corsa tra le strade del centro di Pamplona. Il giovane è morto all'ospedale di Navarra dopo essere stato operato d'urgenza. Altri nove giovani sono rimasti feriti questa notte, uno dei quali per una incornata all'addome.
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http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?p=1&pm=1&IDmsezione=10&IDalbum=19110&tipo=FOTOGALLERY#mpos
ANSA
12 LUGLIO 2009
SOS IN MAR TIRRENO, UOMO SALVATO DA CANE-BAGNINO
TARQUINIA (VITERBO) - Salvataggio di un uomo in mare, nei pressi di Tarquinia: protagonista del recupero, nel tardo pomeriggio di ieri, è stata una Labrador di 3 anni, alla sua prima stagione da cane-bagnino. E' accaduto in un tratto di spiaggia libera in località Sant'Agostino, in provincia di Viterbo, dove Boca do Mar, questo il nome del cane, si trovava insieme al proprio conduttore, Emiliano Bufalini di 36 anni. La coppia opera nell'ambito della collaborazione tra la Scuola Italiana Cani Salvataggio (Sics) e l'Associazione balneare Villaggio Sant'Agostino. Le unità cinofile sono coordinate dalla Capitaneria di Porto di Civitavecchia. Nel giorno d'avvio in Italia della stagione operativa della Sics, cane e conduttore hanno visto a 100 metri dalla riva un uomo in difficoltà a causa della corrente forte. Il Labrador ha raggiunto insieme al conduttore il bagnante e lo ha trainato a riva tramite un salvagente detto "baywatch". All'arrivo in spiaggia l'unità cinofila è stata accolta da un applauso.
Soddisfatto il presidente della Sics Tirreno Roberto Gasbarri, il quale ricorda che da oggi a fine agosto, 40 cani e conduttori saranno operativi nelle seguenti località: Marina Velca, Tarquinia, Sant'Agostino, Civitavecchia, Nettuno, Pozzuoli, Bacoli, Ischia, Agropoli Paestum.
IL PICCOLO
12 LUGLIO 2009
Speciali segnalatori per ridurre gli incidenti causati da animali
di FRANCESCO FAIN
CORMONS (GO) - Si chiamano «prismi-catarinfrangenti». Dietro questa definizione piuttosto ostica si celano speciali dispositivi che potrebbero salvare la vita a molti animali che finiscono sulle strade e impattano contro le automobili. Non è la prima volta che se ne parla ma - questa volta - la Provincia entra nella fase operativa ed è determinata a utilizzarli per abbattere al massimo gli incidenti stradali causati dagli animali selvatici. Illuminante è la lettura delle documentazioni di bilancio. L’ente guidato da Enrico Gherghetta è, infatti, pronto a finanziare questo speciale capitolo di spesa: in una primissima fase, le risorse sono ridotte a settemila euro ma - in tempi brevi - il plaphond sarà irrobustito con altri finanziamenti. «La Provincia - si legge nella relazione al Bilancio di previsione 2009-2011 - ha già censito le strade provinciali maggiormente pericolose. Con tale progetto si intende aggiornare i data base predisposti dall’Ufficio viabilità al fine di consentire la posa in opera di ”prismi catarinfrangenti” da posizionare lungo le strade in modo da riflettere la luce dei fari delle autovetture e segnalare all’animale il sopraggiungere del veicolo. L’intervento è già stato sperimentato in varie realtà: l’animale si blocca e, quindi, non è indotto ad attraversare la strada. Ciò riduce i pericoli per gli automobilisti». L’altro obiettivo che si pone la Provincia è la creazione di un’ulteriore banca dati per la «georeferenziazione» degli attraversamenti maggiormente a rischio. Tale soluzione consentirebbe di risolvere il problema. Quello degli animali in strada è un rischio reale, più volte segnalato sulle pagine di questo giornale. Con l’arrivo della bella stagione, aumentano gli «avvistamenti», per esempio, di cinghiali lungo le strade dell’Isontino e sulla linea ferroviaria Trieste-Udine. Con tutte le conseguenze facilmente prevedibili: frenate improvvise e rischi, tutt’altro che remoti, di incidenti. Il problema era stato sollevato a più riprese anche a Cormons e dalla municipalità di Mossa. La richiesta (forte e unanime) era di installare, infatti, il cosiddetto «pastore elettrico»: un intreccio di fili percorsi da corrente elettrica che tiene lontani gli ungulati. In questi ultimi giorni - infatti - continuano a moltiplicarsi le segnalazioni anche alla redazione di persone che si sono ritrovate a percorrere, nelle ore serali, la strada regionale 56. È (più che mai) emergenza-cinghiali anche sulla linea ferroviaria Trieste-Udine
IL PICCOLO
12 LUGLIO 2009
Monrupino, 50 euro di multa a chi dà da mangiare ai cinghiali
MONRUPINO (TS) - Un’ammenda di 50 euro a chi verrà colto a dar da mangiare ai cinghiali nel territorio di Monrupino. Lo prevede l’ordinanza firmata dal sindaco Marko Pisani e votata all’unanimità durante l’ultima riunione del consiglio comunale. «Abbiamo emanato questo documento in accordo con i cacciatori e con il Corpo forestale, visto che il numero dei cinghiali è in costante aumento, con gravi conseguenze anche per i cittadini», spiega il primo cittadino. Sono numerosi infatti i casi segnalati dai residenti, che si sono visti invadere dai cinghiali i campi o i giardini, con danni più o meno ingenti. L’ordinanza segue quelle già adottate dai Comuni di Trieste e San Dorligo della Valle. Sostanzialmente concordi i commenti dei consiglieri. «Credo che l’ordinanza sia più che giusta, perché a dare da mangiare ai cinghiali deve essere la guardia forestale e non il singolo cittadino», spiega il consigliere d’opposizione Dorjan Gomizelj (Pdl). Più approfondito il commento i Omar Jošef Marucelli (Lista progressista, opposizione): «Nel nostro comune c’è un elevato numero di cinghiali, e credo che in pericolo di estinzione siano ormai più i contadini che questi animali, che sono selvatici e quindi non devono essere nutriti dagli abitanti». Marucelli però osserva come «a Monrupino non ci sia la cultura di dar da mangiare ai cinghiali», e che quindi «l’ordinanza sia stata adottata solo per rimanere sulla falsariga di quanto accaduto già a San Dorligo e a Trieste». Diverso il punto di vista del consigliere di maggioranza Maurizio Vidali (Skupaj): «Anche a Monrupino sono state trovate tracce di cibo per gli animali selvatici. Dunque l’ordinanza era assolutamente necessaria, anche perché i cinghiali sono in aumento, e invadendo le strade costituiscono un pericolo per gli automobilisti».[...]
ALTO ADIGE
12 LUGLIO 2009
Denuncia animalista: «Doping a Maia»
MERANO (BZ). L’«Aidaa», associazione italiana difesa animali e ambiente ha inviato alle procure della Repubblica di Milano, Roma e Bolzano un esposto per denunciare nove allenatori e un veterinario «responsabili - si legge nell’esposto - di aver dopato i cavalli prima delle corse di galoppo negli ippodromi» del capoluogo lombardo, della Capitale e del circuito di Merano. L’associazione animalista lombarda - ha sede legale a Pregnana Milanese ed è presieduta da Lorenzo Croce - nell’esposto depositato contemporaneamente alle procure di Milano, Roma e Bolzano farebbe preciso riferimento ad alcune segnalazioni secondo le quali da anni ad alcuni cavalli verrebbe iniettato il dmso, un potente veicolante ad effetto tossico, l’epo, morfina e anabolizzanti, hg e ormoni della crescita. Nell’iniziativa giudiziaria sarebbe anche sottolineato un aspetto che, se verificato, costituirebbe un elemento di rilevante gravità, ovvero che l’ente garante dell’antidoping sarebbe «addirittura sprovvisto dei kit per individuare alcune di queste sostanze con l’aggravante che molti allenatori ricevono favori e chi ne va di mezzo sono i cavalli». Una denuncia clamorosa dunque che non mancherà di avviare una serie di accertamenti negli ippodromi e nelle scuderie anche meranesi. In riva al Passirio per altro l’unico clamoroso caso di presunto doping riguardò due anni fa il vincitore del Gran Premio 2007, Halling Joy con in sella Raffaele Romano, allenato da Paolo Favero che tuttavia un anno più tardi venne completamente scagionato da ogni addebito tanto che l’inchiesta venne archiviata, il premio consegnato e soprattutto mantenuta nell’albo d’oro di Maia quella prestiogiosa vittoria del cavallo italiano. Nel marzo di quest’anno per altro Halling Joy venne abbattuto dopo una rovinosa caduta in allenamento.
LO SCHERMO
12 LUGLIO 2009
Gli animali e il caldo: vademecum dell'Enpa
Anna Benedetto
Il caldo e gli animali: un rischio se il padrone non si comporta nel modo corretto. L'Ente nazionale protezione animali (Enpa) ha diffuso un breve decalogo per proteggerli. Primo, non lasciare mai un animale incustodito in auto; secondo, se qualcuno dovesse vederne uno rinchiuso all'interno di un veicolo deve prestare attenzione a eventuali sintomi che denotano un colpo di calore (problemi di respirazione, spossatezza generalizzata). In questo caso, se il proprietario non fosse reperibile bisogna chiamare immediatamente le forze dell'ordine; nel frattempo si deve cercare comunque di creare ombra o di versare dell'acqua all'interno per bagnare l'animale o, se possibile, di farlo bere attraverso un'eventuale fessura del finestrino. Cani e gatti infatti non hanno, come gli esseri umani, la possibilità di sudare e quindi di termoregolarsi, e per questo sono più a rischio di colpi di calore, che possono anche essere mortali. Per questo d’estate vanno fatti uscire solo dopo le 20 e prima delle 8: per evitare inutili sofferenze.
Terzo: assicurarsi che gli animali abbiano sempre accesso all'ombra e acqua fresca in abbondanza; suggerimento per ditte, orti o recinti (specie se a catena), e quindi meno controllati rispetto a quelli in appartamento. Quarto, non costringere i cani a sforzi eccessivi. Nei giorni più caldi portare il cane a passeggio di mattina e di sera per evitare che si bruci le zampe sul suolo caldo e per diminuire il rischio di ipertermia. Durante le passeggiate avere sempre a disposizione una bottiglietta di acqua e una ciotola. Quinto: prevenire le scottature. Come le persone, anche gli animali possono scottarsi al sole. Per proteggerli, è sufficiente applicare una crema solare ad alta protezione alle estremità bianche (specie le punte delle orecchie) del cane o gatto prima di farlo uscire. Sesto, per i pesci tenere l’acquario fuori dal sole diretto, cambiare l'acqua regolarmente e togliere le alghe che si formano. Il laghetto dev'essere riempito regolarmente per compensare l'acqua che evapora e sostituire l'ossigeno perso.
Settimo: non lasciare il canarino sul balcone al sole diretto. E' necessario posizionare la gabbia dell'uccellino in un luogo fresco, arieggiato e ombreggiato. Ottavo: controllare la presenza di parassiti esterni. Con il caldo arrivano anche le pulci, le zecche e gli acari, quindi bisogna controllare regolarmente il pelo dei quattrozampe per verificare l'eventuale presenza di questi visitatori indesiderati. Applicare preventivamente un antiparassitario idoneo per la sua specie e taglia. Nono, controllare ogni giorno gli animali per l'eventuale presenza di uova di mosche e, infine, decimo: prima di fare lavori in giardino, pensare alla fauna selvatica che ci vive. Prestare particolare cautela quando si usano tosaerba o tagliabordi poiché entrambi possono essere letali per animali che si muovono lentamente.
L'ARENA GIORNALE DI VERONA
12 LUGLIO 2009
In Lessinia era di casa fino a metà Ottocento
Provincia di Verona - La presenza dell’orso in Lessinia è testimoniata dai resti fossili, toponimi, racconti popolari, ordinanze delle autorità in merito alla caccia e da immagini scolpite, come sulla chiave di volta della porta di una casa in contrada Pelosi di Sopra a Campofontana, dove è raffigurato un orso che assale una colonnetta, forse traccia di un fatto realmente accaduto. Resti di orso bruno sono conservati al Museo civico di Storia naturale di Verona associati a quelli fossili del grande orso delle caverne che abitò i covoli dell’altopiano in epoca preistorica. Le testimonianze orali, raccolte da Attilio Benetti, confermano che fino a metà Ottocento l’orso in Lessinia non era una rarità: si parla del bosco delle Gosse (tra Giazza e Conca dei Parpari) come luogo di rifugio e attacco dell’orso, essendo quello un tracciato obbligato per la transumanza, lungo il quale i mandriani dovevano tenere uniti gli animali. Ci sono famiglie che conservano collari in ferro o in cuoio su cui sono infisse lunghe punte acuminate: servivano a proteggere il collo dei cani pastore dagli attacchi di lupi e orsi. I toponimi cimbri Perbise, Pergrobe, Perloch, formati col prefisso “Per - pär” (orso) indicano il prato, la radura, la tana dell’orso.
IL SECOLO XIX
12 LUGLIO 2009
Al canile abbaia la polemica
L'Associazione Amici Animali Abbandonati chiede una serie di garanzie. I responsabili della struttura: «Tutto ok»
Genova - Da poco inaugurato, il nuovo canile di Monte Contessa, sopra Sestri, è in piena attività. «L'estate è una stagione terribile, in cui il tasso di abbandoni aumenta enormemente» spiega la responsabile tecnica, Clara Bongiorno. «Questa settimana in soli tre giorni sono arrivati 15 cani. Spesso sono anche animali problematici, caratteriali». Vengono consegnati dai loro padroni, «a volte perché appartengono a persone anziane che non se la sentono più di tenere un animale in casa, altre volte perché i cani hanno avuto improvvise reazioni aggressive, magari morsicando qualcuno e spaventando i loro padroni».
Con una capienza di circa 190 posti, quella di Monte Contessa è l'unica struttura pubblica del suo genere. In tutta la città. È affiancata da due canili privati, di capacità però molto più ridotta: rispettivamente hanno 30 e 80 posti circa. Le strutture, insomma, sono limitate. E le polemiche non mancano. «Ha senso usare le gabbie dei gatti per ospitare in ognuna 3-4 cani?». Se lo chiede - e lo chiede - polemicamente l'associazione "Amici animali abbandonati". Che ieri ha spedito una lettera a Palazzo Tursi, proprio su questa questione. «Ci giunge notizia - scrive l'associazione - che non tutti i cani vengano accolti nel canile, ma messi in liste d'attesa». Ammette la responsabile: «Abbiamo gabbie nelle quali vengono ospitati tre cani per volta. Animali di media taglia, le gabbie sono più che adatte a ospitarli». Secondo l'associazione animalista c'è poi un altro rischio. Forse persino più grave, il contagio di malattie: «Proprio per evitarlo - scrivono gli associati - esiste una "zona di isolamento" dove sistemare un cane in entrata, potenzialmente contagioso. Purtroppo, il cane in entrata viene spesso sistemato assieme agli altri senza passare per l'isolamento». Secca la replica di Bongiorno: «Riceviamo tutti i giorni visite dalla polizia, che effettua controlli e scrive relazioni. I nostri cani sono tutti ben nutriti. E il canile viene pulito due volte al giorno». Il canile di Monte Contessa ospita attualmente circa 170 animali. «Come potete vedere, contrariamente a quanto denuncia l'associazione "Amici animali abbandonati", non siamo ancora sovraffollati. Questa struttura - sostiene Bongiorno - funziona in modo esemplare: viene pulita due volte al giorno, è sorvegliato dalle forze dell'ordine 365 giorni all'anno. Non è certo quel luogo degradato descritto dai cosiddetti animalisti nella loro lettera al Comune». F. Mar.
LIBERO
12 LUGLIO 2009
Le relazioni pericolose che mettono a rischio la vita degli animali
Marinella Meroni
C’è un proverbio che dice «in amore vince chi fugge», ed in certi casi è assolutamente appropriato, soprattutto quando si parla di “relazioni pericolose”. Ci sono animali che pur di corteggiare la loro futura sposa, mettono in serio pericolo la loro vita.La mantide religiosa, che di sacro ha ben poco, se non due lunghe zampe anteriori che appaiono in atteggiamento di preghiera, non è certo una “sposa” devota. Il maschio, più piccolo, per conquistarla, si deve avvicinare furtivo e con molta attenzione, poiché la sposa ha un difettuccio: è cannibale! Questo cauto comportamento è fondamentale per evitare che la femmina si cibi di lui prima dell’accoppiamento. Ma spesso, nonostante tutte le precauzioni adottate, anche durante l'atto divora il maschio, il quale molto eroicamente continua il suo “dovere” coniugale. Pare che questo gesto “incivile” sia dovuto alla necessità di ingerire proteine per una rapida produzione delle uova.
Il corteggiamento dei ragni maschio
Anche per i ragni maschi il corteggiamento è faccenda delicata, le femmine hanno l’abitudine di divorare i loro mariti, prima che questo abbia pronunciato la proposta di matrimonio! Così alcuni di loro hanno adottato rituali particolari, come avvicinarsi cautamente alla “ragna” con un dono prelibato, quale un insetto già impacchettato in filo di seta, così mentre lei è intenta a pranzare, lui si avvicina, la accarezza con le zampette fino ad ipnotizzarla. Solo in quel caso si consuma la luna di miele. Un’altra tecnica è quella di massaggiarla delicatamente fino a che la “sposa” cade in trance, poi molto rapidamente la lega alla ragnatela, in modo tale da avere la possibilità di fuggire dopo l’accoppiamento.Nelle tartarughe il maschio conquista la femmina a suon di ceffoni, almeno in apparenza. Il sistema è questo: il consorte si mette a sbattere le zampe anteriori sulla testa e collo di lei, e può anche accadere che la morda. Insomma più la malmena, più lei è contenta, un po’ come una coppia sadomaso! Ma in amore si sa, tutto è lecito, se consensuale!
La freccia d’amore delle chiocciole
Assolutamente affascinante è ciò che accade tra le chiocciole (lumache con la casetta) che si trovano in qualsiasi prato. Anzitutto va detto che questi animali sono ermafroditi, cioè maschio e femmina contemporaneamente, il loro corteggiamento ha qualcosa di straordinario: possiedono nel loro corpo una sacca nella quale viene prodotta una piccola scheggia di carbonato di calcio, conosciuta come “freccia d’amore”.Quando si trovano a strisciare una accanto all’altra (o altro), parte la conquista, che consiste nel trafiggersi reciprocamente con le loro frecce che penetrano in profondità; pare non sia doloroso, anzi procuri loro un certo piacere! Certo è che possono a fare a meno di Cupido!
IL GAZZETTINO
12 LUGLIO 2009
Il sottosegretario alla sanità Martini annuncia regole più severe per le gare equestri che si svolgono all’esterno degli ippodromi
Palio, rafforzate le norme di sicurezza
Daniele Mammani
Feltre (BL) - Nuove norme e ristrettezze per tutte le gare equestri che si corrono al di fuori degli ippodromi ufficiali e potranno interessare anche la quarta gara del Palio di Feltre. Questa idea nasce dalla volontà del Sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, che, all'indomani della morte del fantino Roberto Pisanu, deceduto per le importanti ferite riportate cadendo da cavallo durante la gara equestre dell'Ardia di Sedilo (Oristano), vuole disciplinare tutte le gare corse fuori da tracciati regolarmente autorizzati. «Il provvedimento - si legge nella notizia riportata dal sito internet www.anmvi.it - è voluto a tutelare la salute di persone ed animali attraverso l'assunzione di misure di prevenzione che evitino il ripetersi come quello accaduto in provincia di Oristano». L'ordinanza potrebbe entrare in vigore entro breve tempo.Le nuove normative sembra siano mirate più alla tutela degli animali ma riserveranno un occhio di riguardo anche ai campi di gara per la sicurezza delle persone che assistono.In merito a questo il presidente dell'Associazione Palio di Feltre, Sergio Maccagnan, si mette in attesa di leggere l'ordinanza: «Aspettiamo di vedere cosa riguarda questo nuovo testo. Per il momento posso dire che per la corsa del Palio di Feltre siamo in regola con le normative vigenti. Abbiamo a disposizione una commissione formata da 3 veterinari che eseguiranno tutti gli esami necessari per controllare e tutelare al meglio i cavalli che correranno i tre giri di Prà del Moro».In attesa delle novità continua l'attività dei quartieri nel territorio cittadino. Oggi il Santo Stefano sarà protagonista a Foen. Dalle 10.15, i figuranti, gli sbandieratori e i tamburini intratterranno il pubblico con il corteo storico prima della messa. Alle 11.30 si terrà la sfilata per le vie di Foen e a seguire lo "spiedo" nel centro del paese.
IL GAZZETTINO
12 LUGLIO 2009
Torna l’emergenza cinghiale
Loris Robassa
Limana (BL) - Torna l’emergenza cinghiale anche nella zona montana «con danni all’agricoltura e all’ambiente». A lanciare l’allarme, questa volta, è Renata Dal Farra, assessore comunale ai servizi sociali e alla comunicazione. «In alcuni passaggi - spiega - può distruggere anche un intero campo di mais. Non è il primo caso in cui questa sorta di maiale selvatico dà segno della sua presenza nella Sinistra Piave. Cosa fare? Si è pensato di dar vita ad una riunione per farlo conoscere e per coinvolgere tutti a segnalarne l'eventuale presenza alla Riserva di Caccia di Limana». Sul problema si è già confrontata l’amministrazione proprio con la Riserva Alpina di caccia di Limana e gli agricoltori locali in un convegno.Alla serata ha partecipato un agente della polizia provinciale che ha illustrato le dinamiche della specie, sottolineando la sua rapida diffusione nel territorio. Inoltre è stato ricordato l’aiuto fondamentale che i cacciatori autorizzati danno alla stessa polizia provinciale di Belluno «proprio nel controllo del cinghiale, specie non autoctona che provoca gravi danni alle coltivazioni, ai pascoli ed ai prati».Il Presidente della Riserva alpina di Caccia ha chiesto l´interessamento dell’amministrazione e la collaborazione alla popolazione che avvistasse questi animali o ne trovasse traccia nei propri terreni.Poi qualche curiosità sulla specie ai cittadini: «Il cinghiale è un mammifero artiodattilo, della famiglia dei suini, originario dell'Eurasia e del Nord Africa si è espanso in tante altre realtà e questo perché è un animale molto resistente, che si adatta facilmente all'habitat naturale in cui vive. Se ne trovano tracce nei racconti mitologici di diverse culture. Solo nel secolo scorso esso è stato cacciato sempre meno, perché è stato sostituito dal maiale domestico».
SAVONA NEWS
12 LUGLIO 2009
Savona: animali, controlli dell'Enpa in autostrada
Savona - Continua, con il secondo week-end di luglio, il controllo antiabbandono estivo delle guardie zoofile della Protezione Animali di Savona.
Guardie Zoofile dell'Enpa e autostrade Torino-Savona e dei Fiori alleate contro l'abbandono estivo degli animali, nella provincia di Savona, frequentata ogni anno da 5 milioni di turisti, molti dei quali con animali ed alcuni intenzionati a liberarsene durante il viaggio. Le guardie zoofile (sono volontari che operano a titolo gratuito) avvicinano le auto con animali a bordo e verificano le generalità del proprietario e la presenza del microchip del cane. La loro opera continua inoltre lungo le strade della Riviera, per controllare (e soccorrere, con un kit di primo intervento, costituito da contenitori, bacinelle e spruzzatori d'acqua) che i cani non siano lasciati chiusi in macchina sotto il sole (venti cani sono stati salvati la scorsa estate), provvedendo, in caso di pericolo di vita per l'animale, a rompere il vetro del finestrino. Il servizio di vigilanza è attivo da ormai tredici anni, è stato il primo in Italia ha riscosso grande successo, soprattutto tra molti degli automobilisti fermati, che manifestano apprezzamento e stima (e spesso con entusiasmo e sincera simpatia) verso l'operato degli Agenti Zoofili dell'Enpa savonese in difesa degli animali domestici. Nella scorsa estate sono state verificate ottomila auto, italiane e straniere, con animali a bordo (moltissimi cani, tanti gatti ed anche qualche volatile,canarini e pappagalli). Grazie anche a questa iniziativa gli abbandoni, lungo le autostrade savonesi, sono diminuiti dell'80% ed il randagismo è in costante riduzione; ma ENPA non intende abbassare la guardia, almeno finché vi sarà anche un solo abbandono, mentre offre a livello nazionale una serie di servizi informativi, per chi intende andare in vacanza con il proprio animale, sul sito www.vacanzebestiali.org.
GAZZETTA DI PARMA
12 LUGLIO 2009
Cani: in Italia accessibili solo 27 spiagge
Ottomila chilometri di costa e solo 27 spiagge, di qualche chilometro complessivamente – secondo i dati delle associazioni – per accogliere le famiglie con i cani al seguito: in Italia andare in vacanza con fido resta difficile. Questo mentre le città si attrezzano, come Roma che ha aperto il bau village, una spiaggia ad hoc sulle rive del Tevere. Intanto è in arrivo una guida dei ministeri della Salute e del Turismo sulle strutture che in vacanza accettano gli animali.
Ma la questione fido in spiaggia è sempre in primo piano nonostante diverse iniziative, tra petizioni online e pressioni sulle associazioni dei comuni, cerchino di sensibilizzare verso un problema che potrebbe evitare anche molti abbandoni. L'Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) e il Movimento del turismo delle famiglie con animali hanno promosso la raccolta firme online per chiedere che almeno il 10% delle spiagge italiane siano attrezzate ed aperte alle famiglie ed ai bagnanti che hanno al seguito il proprio cane. Secondo l’Aidaa sarebbero 8.000 le famiglie che hanno già sottoscritto la petizione. Ecco la mappa spiagge e cani secondo le associazioni:-
LE SPIAGGE: sono sette le regioni che hanno spiagge accessibili ai bagnanti con cani al seguito, Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Toscana e Veneto. Di queste, l'Emilia Romagna, con dieci spiagge aperte a fido, è la regione con più spazi costieri dedicati agli amici a quattro zampe. La Liguria è seconda con otto spiagge, seguita dalla Toscana, terza, con quattro spiagge e le Marche con due. Abruzzo, Lazio e Veneto hanno, invece, solo una spiaggia a testa dedicata accessibile ai cani. All’Emilia Romagna spetta anche il record di organizzazione degli spazi, spesso attrezzati con ombrelloni, docce e piscine appositamente pensate per fido e punti per munirsi di sacchetto e paletta. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.vacanzebestiali.org;-
LE ASSOCIAZIONI: insieme all’iniziativa promossa da Aidaa e dal Movimento del turismo delle famiglie con animali, anche l'Ente nazionale protezione animali (Enpa) ha lanciato due importanti campagne-petizioni per offrire ai nostri amici a quattro zampe 'Spazi vitalì, soprattutto in città e al mare. La prima campagna pone la questione dell’accesso alle spiagge chiedendo libertà di poter accedere a tratti di litorale e spiagge. La seconda petizione, diretta ai sindaci attraverso l'Associazione nazionale comuni italiani (Anci), punta a chiedere ai comuni di individuare delle aree attrezzate per consentire ai cani di correre liberi da ogni vincolo permettendo un’ottimo livello di socializzazione.
Anche la Lega Antivivisezione (Lav), pur non partecipando direttamente a nessuna delle iniziative, condivide le campagne promosse dalle altre associazioni animaliste. «Si tratta – ha spiegato Ilaria Innocenti del settore nazionale cani e gatti Lav - di misure importanti soprattutto per prevenire l’abbandono»;-
SPIAGGE APERTE ANTI-ABBANDONI: si stima che aumentando l’accoglienza su spiagge e in strutture di vacanza si può ridurre del 15% l’abbandono. Dal primo giugno al 30 settembre del 2008, gli abbandoni sono stati 14.000, anche se in calo rispetto ai 17.000-18.000 di due anni fa. Per il 2009 la stima di abbandono è di 10.000 unità, 4000 in meno sul 2008. Una diminuzione, secondo Aidaa, grazie all’obbligo del microchip;-
COMPETENZE SPIAGGE: le spiagge sono off limits per gli amici a quattro zampe perchè vige un divieto generale. Ma la materia è di competenza di Regioni e Comuni e la situazione non è organica. Regnano i divieti ma con eccezioni.
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