12 GIUGNO 2010
LA CRONACA DI CREMONA
12 GIUGNO 2020
 
Gattino ucciso con una freccia
Appello dell'ente per la protezione animali e del Gruppo Bairo a fornire informazioni sul colpevole
 
Provincia di Cremona - Esposto del Gruppo Bairo e dell'Enpa di Crema alla Procura di Cremona e alla Polizia Provinciale perchè si faccia piena luce sull'episodio di crudeltà che ha avuto come vittima un gattino, ucciso "per mano di un folle", è scritto nel testo che gli ha conficcato una freccia sul dorso. Episodio che risale all'inizio del mese ed è accaduto nel territorio di Monte Cremasco. Oltre a condannare duramente l'autore dell'insano gesto, il presidente dell'Enpa Renato Piolini e la vicepresidente del Gruppo Bairo Enrica Boiocchi, lanciano un appello a tutte le persone di buon senso. "Il nostro impegno - dicono - continuerà fino a quando l'indifferenza che permette a queste "persone" di agire indisturbate non si trasformerà in partecipazione attiva della cittadinanza, per cercare di arginare questi terribili atti di maltrattamento. A tal fine chiediamo a tutti i cittadini della zona che abbiano cultura di civiltà e giustizia, di allertare chi possiede animali e di informare su eventuali notizie utili cui si viene a conoscenza, affinchè questi ignobili criminali vengano scoperti e puniti a norma di legge"- Per eventuali segnalazioni anche anonime, si possono contattare il numero  della responsabile Ufficio Tutela Animali di Soncino al 329-8122367 o l'Ufficio Tutela Animali di Crema al n. 366-3900538

MESSAGGERO VENETO
12 GIUGNO 2010
 
A4, sequestrati altri quattro cuccioli di cane
 
GONARS (UD). Ancora un sequestro di cuccioli sull’A4. Questa volta è accaduto nei pressi di Gonars, dove la Polizia strdale ha bloccato ieri mattina un caravan sul qu7ale si trovavano quattro cuccioli di cani in precarie condizioni: i due autisti del mezzo sono stati denunciati per i reati di maltrattamento di animali. È accaduto ieri mattina attorno alle 7, nel corso di mirati servizi volti al contrasto del fenomeno del traffico internazionale di animali domestici: una pattuglia della Polizia Stradale di palmanova ha fermavto e controllato un caravan di nazionalità romena, con a bordo sei cittadini rumeni e condotto da un 50enne residente ad Assisi, e un 41enne cittadino rumeno (si trattava del secondo autista.) Secondo la Poltrada, il controllo sul veicolo ha permesso di accertare la presenza sul vano ricavato a stiva o bagagliaio, chiuso e privo di aerazione, due contenitori nascosti dalle valige nel cui interno erano custoditi in condizioni precarie quattro cuccioli di cane. I quattro cuccioli, come accertato dal medico veterinario dell’Ass 5 “Bassa Friulana” intervenuto sul posto, erano muniti di microchip ma le vaccinazioni obbligatorie per il trasporto internazionale non avevano raggiunto il tempo utile per perfezionare il trasporto. I cani, due Chihuhaha maschi, dal pelo fulvo marrone, maschio e due bulldog femmina, dal pelo bianco/nero/marrone, con un valore sul mercato italiano di circa 6.000 euro, sono stati affidati a una struttura autorizzata della Bassa Friulana. Le indagini ancora in corso da parte della squadra di polizia giudiziaria della Sottosezione della Polstrada di Palmanova hanno al momento portato alla denuncia in stato di libertà dei due autisti per i reati di maltrattamento di animali in concorso con altre persone al momento ignote.

VILLAGGIO GLOBALE
12 GIUGNO 2010
 
In Abruzzo al confine col Lazio
Due orsi affogati in una vasca piovana
Si tratta di una femmina adulta di 5-7 anni ed un cucciolo femmina di circa 18 mesi. Sono scattate le indagini per verificare eventuali altre cause. È accaduto a Serralunga nella zona di protezione esterna al Parco nazionale. La cisterna era scoperta e senza protezione
 
 
Villavallelonga (AQ) - Oggi, nella zona della Serralunga, in Comune di Villavallelonga (AQ), al confine con il Lazio, sono state recuperate le carcasse di due orsi: una femmina adulta di 5-7 anni ed un cucciolo femmina di circa 18 mesi. Gli animali erano in una vasca per la raccolta dell'acqua piovana, realizzata negli anni 60 per supportare l'allevamento in alta quota, lunga circa 6 m larga 4 e alta 3, riempita per due terzi di acqua.Gli animali, la cui morte ad un primo esame dovrebbe risalire ad una decina di giorni fa, non presentavano segni esterni, salvo due piccole ferite sul muso del cucciolo.La presenza delle due carcasse è stata segnalata al 1515 nella serata di ieri, da un escursionista, che ha fornito indicazioni utili grazie alle quali due pattuglie di Forestali e Guardiaparco hanno provveduto all'individuazione ed al recupero. Successivamente le carcasse hanno subito un primo esame da parte dei veterinari del Parco e della Asl di Avezzano.L'ipotesi più plausibile è che uno dei due animali, presumibilmente il cucciolo, sia caduto accidentalmente nella vasca, e che la madre abbia tentato invano di salvarlo. Viste le circostanze, non si escludono comunque altre ipotesi, che saranno valutate nei prossimi giorni grazie all'esame necroscopico e tossicologico che verranno effettuati presso l'Izs di Teramo. Anche per questa ragione, è stato aperto un fascicolo contro ignoti presso la Procura di Avezzano.Forestali e Guardiaparco hanno perlustrato l'area circostante, non rilevando al momento elementi di interesse: tuttavia nei prossimi giorni si procederà con ulteriori verifiche e sopralluoghi.In merito al ritrovamento, il Presidente del Parco, Giuseppe Rossi, ha dichiarato: «Non si tratta purtroppo di morte naturale, ma causata comunque da un intervento dell'uomo. È una perdita gravissima e incalcolabile per tutta la comunità. Perdita naturalistica, culturale ed economica specialmente per il Parco e per le comunità locali. Purtroppo, nonostante la volontà e l'impegno dell'Ente, diventa sempre più difficile, per tante ben note ragioni, governare in modo adeguato il territorio e le attività compatibili. Di questo ne soffre soprattutto la fauna protetta, verso la quale non c'è ancora la necessaria sensibilità pubblica ai vari livelli di governo e di comportamento umano».Il Direttore Vittorio Ducoli aggiunge che «anche se l'ipotesi più probabile sembra quella di un evento accidentale, non vi è dubbio che quella vasca, non protetta, rappresenti un pericolo non solo per gli animali ma anche per gli escursionisti. L'area di ritrovamento, anche se lontana dai confini del Parco, è di estrema importanza quanto a frequentazione di orso, per cui ancora una volta si dimostra che il futuro dell'Orso bruno marsicano è legato a quanto tutte le istituzioni sapranno fare per tutelare questa splendida specie anche al di fuori delle aree protette».(Fonte Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise)

IN ABRUZZO
12 GIUGNO 2010
 
Due orse del parco trovate morte
 
 
Villavallelonga (AQ) – Gravissimo danno al già esiguo patrimonio faunistico del Parco nazionale d’Abruzzo, almeno per quanto riguarda gli orsi. Due plantigrade, sicuramente la madre e la figlia, sono state trovate morte in una vasca di raccolta dell’acqua nelle vicinanze di Villavallelonga, paese marsicano che segna uno degli ingressi naturali tra i monti del Parco, appunto lungo la valle in cui si trovano Collelongo e Villavallelonga. La forestale e le guardie del Parco stanno tentando di capire quali sono state le cause della morte delle due orse: potrebbero essere state avvelenate e senza più forze aver tentato di avvicinarsi allè’acqua, cadendo poi senza vita. Qualcosa comunque ha ucciso sia mamma orsa che l’altro animale, una giovane femmina.
Il danno è doppio rispetto a quello che sempre causa la morte dei plantigradi. Benchè protetti da decenni, gli orsi marsicani (razza tipica dei monti appenninici abruzzesi, ursus arctos marsicanus) sono tuttora molto pochi e qualche volta vittime del bracconaggio o di avvelenatori. Mai si è’ riusciti a venire a capo dell’ultimo caso di avvelenamento, risalente ormai a due anni fa. La perdita di esemplari femmine, come è facile comprendere senza essere degli esperti, è una privazione importante per la specie e un taglio drastico alle probabilità di riproduzione degli orsi. Anche in questo caso ci sono indagini in corso, anche se le notizie vengono distribuite con il contagocce e solo ad alcuni mass media ritenuti meno “curiosi” su come effettivamente di custodiscono e proteggono gli animali, nonostante i costi enormi dei parchi e delle riserve. (Nella foto l’orso Bernardo, ucciso nel 2007).

AGI
12 GIUGNO 2010
 
CUCCIOLO ORSO CADE IN VASCA ACQUA, MAMMA ORSA MUORE PER SALVARLO
 
Collelongo (L'Aquila) - Morti annegati in una vasca in cemento realizzata per la raccolta dell'acqua piovana: un cucciolo di orso e la madre. E' accaduto nel Parco Nazionale d'Abruzzo, nella zona di Monte Breccioso- Coppo dell'orso, tra i comuni di Collelongo e VIllavallelonga. Il cucciolo, probabilmente, e' finito nella vasca d'acqua alta tre metri e la madre per salvarlo e' annegata con lui. La vasca in cemento serve da abbeveratoio per gli animali all'alpeggio (mucche, cavalli e pecore). Le piogge delle ultime settimane, ma anche le abbondanti nevicate dello scorso inverno hanno riempito la vasca fino all'orlo. Mamma orsa e il cucciolo sono stati recuperati con un elicottero della forestale.

ANSA AMBIENTE
12 GIUGNO 2010
 
TROVATE DUE CARCASSE DI ORSE IN PARCO ABRUZZO-LAZIO-MOLISE
 
L'AQUILA - Le carcasse di due orse sono state recuperate oggi nella zona di protezione esterna del parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Il ritrovamento e' stato effettuato su segnalazione di un escursionista. Le carcasse sono di un'orsa adulta di 5-7 anni e di un cucciolo femmina di circa 18 mesi. Gli animali erano in una vasca per la raccolta dell'acqua piovana a Serralunga di Villavallelonga (L'Aquila). Gli animali, la cui morte dovrebbe risalire ad una decina di giorni fa, non presentavano particolari segni di violenza. Le carcasse hanno subito un primo esame da parte dei veterinari del Parco e della ASL di Avezzano. L'ipotesi piu' plausibile e' che uno dei due animali, presumibilmente il cucciolo, sia caduto accidentalmente nella vasca, e che la madre abbia tentato invano di salvarlo. Comunque, si stanno valutando anche altre ipotesi e per questo e' stato disposto un esame necroscopico e tossicologico presso l'Istituto zooprofilattico ed e' stato aperto un fascicolo contro ignoti presso la Procura di Avezzano. In merito al ritrovamento, il presidente del Parco, Giuseppe Rossi, ha detto che ''non si tratta purtroppo di morte naturale, ma causata comunque da un intervento dell'uomo. E' una perdita gravissima e incalcolabile per tutta la comunita'''. Per il direttore, Vittorio Ducoli, ''anche se l'ipotesi piu' probabile sembra quella di un evento accidentale, non vi e' dubbio che quella vasca, non protetta, rappresenti un pericolo non solo per gli animali ma anche per gli escursionisti. L'area di ritrovamento, anche se lontana dai confini del Parco, e' di estrema importanza quanto a frequentazione di orsi, per cui ancora una volta si dimostra che il futuro dell'Orso bruno marsicano e' legato a quanto tutte le istituzioni sapranno fare per tutelare questa splendida specie anche al di fuori delle aree protette''.

IL RESTO DEL CARLINO
12 GIUGNO 2010
 
Il Dna delle tartarughe per inchiodare il ricettatore
 
di PATRICK COLGAN
 
Provincia di Bologna - Gli hanno rubato 24 delle sue amate tartarughe. Ma lui, un imolese di 39 anni, non si è dato per vinto e si è improvvisato detective su internet. Alla fine, grazie a una trappola architettata dalla Forestale di Castel del Rio le ha ritrovate quasi tutte. Un 26enne di origine siciliana, ma residente a Bologna, le teneva in un garage in pessime condizioni e cercava acquirenti sul web. Di sette tartarughe però non c’è più traccia: forse sono state vendute, forse sono morte per gli stenti.
Ora il presunto ladro è accusato di ricettazione e detenzione illegale di specie protette. A inchiesta conclusa, il proprietario potrà invece riabbracciare gli adorati carapaci, visto che l’esame del Dna disposto dal magistrato ha stabilito che le tartarughe erano proprio quelle rubate.
IL FURTO è avvenuto a fine marzo: qualcuno si è introdotto nel recinto in campagna dentro al quale l’appassionato di tartarughe di terra imolese tiene i suoi animali, tutti in regola. Il pastore tedesco messo a guardia dell’allevamento amatoriale è stato probabilmente drogato e poi i ladri, dall’occhio evidentemente abbastanza esperto, hanno prelevato gli esemplari più grandi e quindi più pregiati. Hanno portato via 24 animali: per la precisione 16 testudo hermanni, sei testudo graeca e due testudo marginata. Tutte specie protette: possono essere detenute solo quelle nate in cattività e con regolare documentazione.
L’ALLEVATORE ha sporto denuncia alla Forestale di Castel del Rio, poi ha messo numerosi annunci su internet. Nome e dati erano falsi, per non farsi riconoscere, ma precisa era la richiesta: voleva acquistare esemplari adulti delle specie che gli erano state rubate. E il primo maggio è arrivata la risposta che aspettava: un venditore le offriva a 200 euro l’una. Quando l’imolese ha visto le foto spedite per posta elettronica non ha avuto dubbi: erano proprio i suoi animali. A quel punto è tornato dalla Forestale e ha proposto di tendere una trappola al venditore. Ha preso un appuntamento il giorno dopo in via Mengoli, a Bologna, per l’acquisto di una tartaruga.
ALL’INCONTRO non ci è però andato il derubato, che avrebbe potuto forse essere riconosciuto. Ci sono andati invece due agenti della Forestale in borghese, assieme ad alcuni uomini del Cites, l’ente che tutela gli animali protetti, appostati nei paraggi. Il venditore si è presentato con alcuni animali e quando gli agenti si sono qualificati ha provato a fuggire ma è stato bloccato.
A quel punto è scattata la perquisizione in un garage vicino: qui sono state trovate altre tartarughe, tenute in pessime condizioni, disidratate e malnutrite, dentro a degli scatoloni.
COSÌ il 26enne è stato iscritto sul registro degli indagati dal pubblico ministero Laura Sola per ricettazione e detenzione illegale di specie protette. Per ora nessuna denuncia per furto, non c’è infatti la prova che sia stato lui a rubarle (potrebbe averle infatti acquistate a sua volta).
A dare la conferma definitiva che quelle tartarughe erano proprio quelle rubate a Imola è stato l’esame del Dna eseguito nei laboratori di Ozzano della Facoltà di Veterinaria. Roba da Csi: come in un telefilm americano, i veterinari hanno dato la certezza assoluta confrontando il corredo genetico con quello di una decina di tartarughe, figlie di quelle rubate, che erano rimaste nell’allevamento.

IL CITTADINO DI RECANATI
12 GIUGNO 2010
 
Terzo cambio di gestione in poco tempo per il canile
 
 
 
Provincia di Macerata - Sarà “l’Associazione per il Miglioramento degli Uomini con il Benessere Animale”  di Ancona (AMUBA), il nuovo gestore del Canile Municipale di Montefiore.L’associazione animalista subentra dopo pochi mesi di gestione all’ANTA che non è riuscita a trovare un accordo con il comune sul tipo di convenzione.Tra l’altro erano anche sorti forti polemiche politiche tra maggioranza ed opposizione quando quest’ultima aveva denunciato l’esclusione delle coop sociali dal bando, penalizzando la Koinonia che gestiva il canile inserendo nel lavoro soggetti svantaggiati.Il mancato accordo con l’ANTA, scaturito molto probabilmente sulla natura economica, ha portato il comune a dover annullare l’assegnazione della gestione e procedere ad un nuovo appalto. L’AMUBA, iscritta all’albo regionale delle associazioni del settore, si è aggiudicata la gestione con un’offerta inferiore ai 2.50 euro giornalieri per cane e proponendo interventi sul canile.

IL TIRRENO
12 GIUGNO 2010
 
Cane intrappolato in una cisterna
 
GROSSETO. L’allarme è arrivato al 115 quando ancora non era sorto il sole. Alle 4.40 di ieri mattina. C’era un cane da salvare. Un labrador che era caduto in una cisterna a Badiola, frazione di Castiglione della Pescaia.  Un compito delicato che è stato svolto dai vigili del fuoco del comando di Grosseto. Che, con uomini e mezzi, sono riusciti a salvare il labrador che era caduto all’interno di una grande cisterna per la raccolta della acque da irrigazione.  All’arrivo sul posto della squadra, l’animale era ormai esausto benché alcune persone, tra cui la proprietaria, lo avevano assicurato al bocchettone di carico della cisterna con alcune corde. Ma le zampe del cane era rimasta intrappolata in alcuni cavi che si trovavano all’interno del serbatoio. Che impedivano appunto di tirare su il labrador.  La squadra dei vigili del fuoco, dopo aver interrotto la linea elettrica che comanda le pompe della cisterna, ha provveduto a liberare le zampe del povero cane, estrarlo dalla cisterna e consegnarlo alla sua padrona.  Una disavventura a lieto fine per il labrador Dada, che per tutta l’operazione di salvataggio è rimasto buono sperando che quel brutto incubo finisse. Sperando di poter tornare a casa sano e salvo.

TG1
12 GIUGNO 2010
 
Palermo. Cane antidroga fiuta 50 gr di hashish
Il pusher è stato arrestato sull’autostrada per Catania, vicino a Termini Imerese.
 
PALERMO - Nascondeva nel cruscotto anteriore mezzo panetto di hashish di buona qualità, ancora confezionato nella pellicola trasparente: 50 grammi in tutto. A incastrarlo è stato il fiuto di "Meb", cane antidroga della Guardia di Finanza. Santo Turturici, 24 anni è stato bloccato a un posto di controllo dai finanzieri della Compagnia di Termini Imerese sull'autostrada Palermo-Catania, all'altezza dello svincolo autostradale di Trabia. Gli agenti delle Fiamme Gialle lo hanno arrestato, mentre faceva rientro nella sua città d'origine. Il mezzo è stato sequestrato e il giovane denunciato a piede libero per consumo e spaccio.
LA NUOVA SARDEGNA
12 GIUGNO 2010
 
Uccido il tuo cane se non stai con me
 
Antonello Palmas
 
OLBIA (OT). «Se non vieni con me il tuo cane fa brutta fine»: con questa minaccia uno sconosciuto ha cercato di violentare una ragazza olbiese che si era recata in spiaggia per passeggiare col suo cucciolo. Lei porta ancora negli occhi quelle terribili immagini, solo grazie a una buona dose di sangue freddo e di coraggio è riuscita a sfuggire alla violenza sessuale e a salvare l’amico a quattrozampe.  Un episodio inquietante che non può non destare allarme nei tanti che cominciano a frequentare il lido degli olbiesi e spesso lo fanno da soli per rilassarsi dopo una giornata di lavoro o di studio. Sono stati minuti di autentico terrore per Maria (chiamiamola così), l’impiegata 21enne intorno alle 17 di lunedì scorso si era recata in una caletta isolata tra la spiaggia di Pittulongu e Cala Saccaia, per godersi gli ultimi raggi di sole insieme al suo cagnetto. La zona era (sembrava) completamente deserta, la giornata non era così bella da attirare i bagnanti.  Scorrazzando sulla sabbia il cane si è avvicinato a una zona di arbusti. In quel momento si è materializzata come dal niente la presenza di un uomo, sui 35 anni, abbronzato o comunque dalla pelle olivastra, alto circa 1,75. «Parlava senza inflessioni, sicuramente è un italiano. Un viso che saprei riconoscere senza esitazioni» afferma. La persona in questione ha preso in braccio il cagnolino, ma inizialmente a Maria sembrava una situazione banale, un cucciolo attira sempre l’attenzione e la curiosità, suscita sorrisi e spesso fa nascere amicizie. «Sembrava che volesse giocare» ma non era proprio così. Immediatamente l’uomo ha manifestato le sue vere intenzioni: «Se vuoi il cane indietro, seguimi dietro i cespugli», ha detto, cominciando a toccarsi nelle parti intime.  Maria era sconvolta, è riuscita a urlargli che non gli avrebbe obbedito e che rivoleva indietro il cane. Quello ha aumentato la dose delle minacce: «Se non vieni con me il tuo cane fa brutta fine» e si è avvicinato alla ragazza prendendola per un braccio e cercando di trascinarla in mezzo agli sterpi. A quel punto Maria ha avuto una reazione decisiva, benchè fosse terrorizzata ha avuto lo spirito di dare un forte calcio alla gamba del maniaco, che ha avuto un’esitazione, ha barcollato. Maria è stata svelta a strappargli l’animale e a darsi alla fuga verso la spiaggia di Pittulongu. Il cane abbaiava, la situazione si faceva pericolosa per l’uomo, che ha rinunciato alla squallida impresa ed è sparito in mezzo alle frasche.  Una volta al sicuro, Maria ha sentito dolore al braccio sinistro che l’individuo le aveva afferrato, ma solo quando è aumentato il giorno dopo si è recata alla guardia medica dove le è stato riscontrata un’escoriazione di lieve entità, guaribile in un giorno di cure. Non è certo il dolore fisico quello che resterà nel ricordo della ragazza, quanto la sensazione di essere stata sfiorata da qualcosa di davvero drammatico, un’esperienza che comunque lascia il segno.  Ci ha messo qualche giorno a trovare la forza di denunciare l’episodio alla polizia. Ma era giusto farlo anche per evitare ad altre donne di incappare nello stesso dramma. -

NEW NOTIZIE
12 GIUGNO 2010
 
Tutela animali, Lipu: “Bene iniziativa del Ministro Brambilla contro gli abbandoni estivi”
 
 
di Roberto D’Amico
 
“Un’iniziativa positiva, destinata a prevenire concretamente il grave problema dell’abbandono degli animali”. Così la LIPU-BirdLife Italia commenta l’iniziativa del ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla che ha presentato ieri a Roma nel corso di una conferenza stampa il progetto “Turisti a 4 zampe 2010”, realizzato con la collaborazione dell’on. Francesca Martini, sottosegretario di Stato al Lavoro, Salute e Politiche Sociali. Partner dell’iniziativa sono Federturismo, Confturismo e Assoturismo: moltissime le strutture turistiche che vi hanno aderito ed costituito da una campagna contro l’abbandono degli animali nel periodo estivo e una guida con indicate le strutture turistiche come alberghi, ristoranti e spiagge in grado di accogliere anche gli animali. La campagna è finalizzata a migliorare la competitività turistica del nostro Paese, considerando anche che una famiglia su tre possiede un animale da compagnia e ha bisogno di informazioni per organizzare le sue vacanze. Altro scopo è poi quello di combattere il deplorevole fenomeno dell’abbandono, che in Italia è ancora molto diffuso e che coinvolge oltre 750.000 animali all’anno. La legge italiana prevede sino a un anno di carcere per chi abbandona gli animali.“E’ evidente – dichiara Danilo Selvaggi, responsabile rapporti istituzionali LIPU-BirdLife Italia – come la cultura del rispetto degli animali stia crescendo nelle istituzioni e tra la società, anche sul delicato fronte degli animali selvatici, come dimostrano i dati dei centri recupero della LIPU che in tutta Italia, grazie anche all’impegno diretto dei cittadini, ricoverano ogni anno soprattutto nel periodo estivo migliaia di animali in difficoltà”. Nella sola città di Roma, per fare un esempio, il centro ospita tutte le estati 1.500 tra pulcini feriti o caduti dal nido, come rondoni, merli, passeri e verdoni, e uccelli nella fase dello svezzamento ma non ancora in grado di volare.“E’ auspicabile – conclude Selvaggi – che le iniziative come questa del ministro Brambilla si intensifichino e diventino sempre più strutturali, in modo da far sì che la convivenza tra uomini, animali e natura sia sempre più possibile e armonica”.

IL TIRRENO
12 GIUGNO 2010
 
Delfino muore in spiaggia
 
MARINA DI GROSSETO (GR). La carcassa di un delfino morto già da qualche tempo è stata scoperta ieri intorno alle 16 da alcuni bagnanti nella zona di litorale antistante il campeggio Le Marze, tra Marina e Castiglione della Pescaia.  L’animale, 1,70 metri di lunghezza, presentava i segni di morsicature nella parte inferiore e posteriore, come se fosse stato azzannato più volte da un predatore. Ed è stata probabilmente questa la causa del decesso, verosimilmente avvenuto poco al largo: il corpo del tursiope, trascinato dalla corrente, è poi arrivato fino alla costa.  La comparsa del delfino ha naturalmente richiamato l’attenzione di numerosi bagnanti. Sono stati chiamati i carabinieri di Marina di Grosseto e questi hanno poi contatto la capitaneria di porto per il recupero della carcassa. Una ditta specializzata ha provveduto al recupero e al successivo smaltimento, come rifiuto speciale. Dal punto di vista scientifico, infatti, non vi è interesse: l’esemplare è stato trovato ormai senza vita.

IL CENTRO
12 GIUGNO 2010
 
Capriolo investito e ucciso
 
CERCHIO (AQ). Capriolo investito e ucciso da un’auto pirata durante la notte. È avvenuto lungo la strada provinciale Varanense che da Cerchio conduce ad Aielli proprio al confine del Parco Sirente Velino. La segnalazione è arrivata ai carabinieri e al comando della Polizia municipale di Cerchio da alcune persone che hanno trovato la carcassa dell’animale vicino al campo sportivo di Cerchio. Si tratta di un giovane esemplare maschio, morto sul colpo a causa dell’impatto con l’auto. Dopo gli accertamenti, l’esemplare è stato prelevato e trasportato all’Istituto zooprofilattico di Caruscino per i rilievi e le analisi del caso. Un dettagliato rapporto è stato inviato dalla polizia municipale al Parco Sirente Velino.

LA TRIBUNA DI TREVISO
12 GIUGNO 2010
 
Cerva finisce nel canale, salvata dai vigili del fuoco
 
CAPPELLA MAGGIORE (TV). Cerva salvata dai vigili del fuoco. L’animale era rimasto incastrato ieri mattina nella grata del canale della centrale idroelettrica di Cappella Maggiore. I pompieri di Vittorio Veneto sono intervenuti intorno alle 8 in via Castelletto. L’esemplare di cervo di taglia adulta, dopo essere stato imbragato, è stato consegnato agli uomini della guardia ecologica della Provincia. L’animale era stato notato dal personale che lavora alla centrale. I lamenti avevano attirato l’attenzione anche di alcuni passanti che avevano lanciato l’sos. La bestia si trovava intrappolata nella grata dalle prime ore del mattino. La cerva non presentava particolari ferite. Sarà messa in libertà non appena si sarà appurato il suo perfetto stato di salute.

ANSA
12 GIUGNO 2010
 
ANIMALI: IN PARCO POLLINO TORNANO A VOLARE NOVE GRIFONI
(NOTIZIARIO TURISMO DELLA CALABRIA)
 
COSENZA - Sono tornati a volare nei cieli del Parco del Pollino altri nove esemplari di grifone, che sono stati adottati dai 300 allievi delle scuole elementari e medie di Frascineto, Civita, San Lorenzo Bellizzi, San Basile e Cerchiara di Calabria.
Ogni grifone avra' una sua carta d'identita', con l'indicazione del nome, nato dalla fantasia degli alunni, e della residenza, che sara' ovviamente il Parco. Con i nove esemplari appena reintrodotti, i grifoni diventano 15, e ad essi se ne aggiungeranno presto altri provenienti dalla Spagna, per contribuire alla costituzione di una colonia stabile di animali, cosi' come previsto nel progetto di reintroduzione del Parco che si avvale dei Fondi per le aree sottoutilizzate (Fas) erogati dalla Regione Calabria.
Per il direttore del Parco, Annibale Formica, ''e' un bel modo per coinvolgere le future generazioni nei progetti di conservazione e tutela delle specie''.

ANSA AMBIENTE
12 GIUGNO 2010
 
ANIMALI: LEGAMBIENTE, SALVARE DA ESTINZIONE ORSO MARSICANO
 
ROMA - ''Diventa sempre piu' urgente intervenire per salvare dall'estinzione l'orso bruno marsicano, straordinaria specie caratteristica del nostro Appennino e di cui sono rimasti ormai pochi esemplari. Nell'anno dedicato dall'Onu alla biodiversità, chiediamo al Governo, alle Regioni interessate e ai Parchi un impegno straordinario in questo senso''. Così Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente, commenta la notizia del ritrovamento di due orsi morti in una vasca d'acqua nel Parco Nazionale d'Abruzzo, nella zona di Monte Breccioso-Coppo dell'orso.(

IL TIRRENO
12 GIUGNO 2010
 
Blitz con la vernice imbrattata la vetrina di una pellicceria
 
GROSSETO. Quando ieri mattina sono andati ad aprire la loro pellicceria, hanno trovato il muro e la porta del loro negozio imbrattato con della vernice rossa. Vittima dell’atto vandalico la pellicceria Nello Santi, che si trova in via Orcagna, nella zona dell’aeoroporto civile. Una scoperta che ha aperto il campo a varie ipotesi: dalla semplice bravata, l’atto vandalico fine a se stesso, a un vero e proprio blitz, dietro al quale ci potrebbero essere gli animalisti.  Un episodio che comunque non ha ancora padri o padrini. Nessuno ha rivendicato il gesto, nessun biglietto è stato lasciato e nemmeno nessun messaggio è stato scritto sul muro del negozio. Soltanto quella vernice rossa, che con fatica ieri mattina è stata lavata via, sulla porta d’ingresso e sul muro della pellicceria Santi.  I proprietari non hanno mai ricevuto minacce. Non hanno mai nemmeno subito atti vandalici come quello di ieri mattina, sul quale stanno investigando gli uomini della polizia. E anche nel resto della città, non era mai successi che un negozio di pellicce fosse bersaglio di un’azione del genere. Nemmeno negli anni ’90, quando tante associazioni e gruppi per la difesa degli animali avevano organizzato blitz in tutta Italia.  Eppure qualcuno nella notte tra giovedì e venerdì ha deciso di imbrattare proprio la porta e il muro di quel negozio. Forse scelto proprio perché l’attività dei Santi è quella di produrre e vendere pellicce. Non soltanto a Grosseto, dove in via Orcagna c’è la sede principale della pellicceria e della conceria. Ma anche in tutto il resto della penisola, con show room sparsi da nord a sud.  Un simbolo, quindi, per chi non tollera che gli animali siano uccisi per ricavarne pelle e pelo per creare alta moda. O forse, un semplice atto vandalico ideato in un giovedì notte di noia.  I proprietari della pellicceria ci hanno messo un bel po’ ieri mattina per far ripulire tutta quella vernice rossa. Ma appena hanno visto il muro e la porta completamente imbrattati, hanno chiesto l’intervento della polizia. Perché comunque quella vernice su quel muro non c’era certo finita da sola. E il colore di vernice utilizzato, potrebbe davvero far pensare ad un vero e proprio blitz. Un blitz anomalo, comunque. Vicino alla pellicceria infatti, non sono stati trovati né volantini, né messaggi. E nessuna minaccia è mai arrivata ai titolari della Nello Santi. Anomalo anche perché a Grosseto, episodi del genere non ne sono mai successi prima. Le associazioni animaliste e ambientaliste infatti, hanno sempre protestato a volto scoperto. Hanno sempre manifestato la loro idea senza nascondersi. Sia quando c’era da difendere gli animali del circo che quando c’era da portare avanti la battaglia per evitare la soppressione dei germani. Chi abbia imbrattato la Nello Santi quindi, resta ancora nell’anonimato.

SASSARI NOTIZIE
12 GIUGNO 2010
 
INTERVISTA CON L'ESPERTO
Arriva l'estate: come aiutare
Micio e Bobby ad affrontarla?
 
 

SASSARI. Prime giornate d'estate. Il caldo avanza, dunque via maglioni e pantaloni pesanti e spazio a magliettine leggere pantaloncini... E chi può passa direttamente al costume! Ma gli animali? Come aiutarli ad affrontare la calura estiva?
Le teorie sono varie e spesso contrapposte: c'è chi opta per un taglio corto e chi invece invoca la natura e pensa che se gli animali sono nati col pelo ci sarà un motivo valido. Secondo l'esperto non si possono fare discorsi in generale, ma bisogna distinguere caso per caso: «Se un Siberian Huski vive in Sardegna è già contro natura. In questo caso è giusto aiutarlo ad affrontare il caldo estivo. L'Huski, come il San Bernardo e altre razze, ha un particolare sottopelo che lo protegge dall'acqua e dal freddo. D'estate cambia, ma non è sufficiente per adattarsi al clima sardo».
E per gli altri cani?
«In linea generale vale la regola del pelo come isolante termico: tagliarlo nei cani che non sono nati per vivere in Siberia o in montagna è spesso controproducente. Bisogna anche tenere conto, soprattutto per i cani che vivono in appartamento, degli sbalzi di temperatura e della corrente. Se si rasa il cane e poi lo si mette sotto un condizionatore certo non si fa il suo bene. Per capire se l'animale sia sofferente e quindi se sia necessario il taglio del pelo la cosa migliore sarebbe sempre osservare i suoi movimenti: se si mette a pancia in sù, in mezzo alla corrente, allora è meglio dare una spuntatina. Ma senza mai esagerare».
Esagerare?
«Sì, se il taglio è troppo corto poi si rischia che si ustioni la pelle al sole. Nell'ultimo periodo proprio per questo sono state messe in commercio delle creme solari protettive, per le zone scoperte dal pelo. Se l'animale si ustiona sta decisamente peggio che se ha caldo».
E per i gatti?
«Sono abbastanza contraria al taglio del pelo dei gatti, a meno che non si tratti di siamesi o comunque altri gatti a pelo molto lungo. Ma anche in questi casi il taglio è consigliato non per combattere il caldo, ma perché si creano dei nodi che non lasciano traspirare la pelle e causano dermatiti e altre malattie della pelle».
Spesso i gatti devono essere anestetizzati per essere tosati...
«Sì, nel nostro ambulatorio ne arrivano diversi infatti. A questo proposito è fondamentale che ci sia un veterinario però: l'anestesia, anche se leggera, è pur sempre impegnativa e non va fatta a cuor leggero».
Qualcuno dice che il pelo della coda non si taglia perché influisce sull'equilibrio...
«Questa mi giunge nuova. E quindi i gatti randagi spelacchiati sono tutti privi di equilibrio? No, il pelo della coda non influisce sull'equilibrio. La coda in sè, sì, ma non il pelo. Certo, non bisogna tagliare i baffi, quelli sì che influiscono sull'equilibrio, ma questo lo sa qualsiasi tosatore».
Qualche consiglio per aiutare i nostri amici a quattro zampe ad affrontare l'estate?
«Sì, più del taglio del pelo è molto più importante un'altra cosa: gli animali devono potersi muovere. Devono potersi autoregolare. Non sono infatti molto diversi da noi in questo: gli piace il sole, ma quando c'è troppo caldo devono potersi spostare all'ombra. Dissetarsi ogni volta che hanno sete. Un aiuto sarebbe anche bagnarli, ma capisco che per un animale che sta in casa non sempre è facile. In ogni caso la cuccia deve essere all'ombra: è inutile tagliare il pelo se poi la casetta è un forno!»
In città i prezzi per il taglio del pelo variano, a seconda del toilettatore e del tipo di trattamento che si sceglie: solo taglio o anche shampoo e taglio delle unghie, proprio come da un parrucchiere. In genere i prezzi oscillano tra i 15 e i 30 euro.


LA REPUBBLICA
12 GIUGNO 2010
 
Pompei: emergenza randagi, progetto '(C)Ave Canem' per adottare cani area archeologica
 
Sono state diciassette le adozioni complessive ma la maggior parte degli adottanti sono di altre regioni, come Lazio, Toscana, Lombardia e Veneto e solo 4 della Campania. Resta ancora da adottare una decina di cani e per loro abbiamo scelto dei nomi a tema, per volere del commissario, legati a personaggi e luoghi della Pompei antica". Come fa sapere la Lav, nei mesi trascorsi, grazie al progetto (C)Ave Canem, sono stati sterilizzati, vaccinati e iscritti all'anagrafe canina alcune decine di cani. Cinque cani sono stati sottoposti a terapie senza le quali la loro sopravvivenza nel lungo periodo sarebbe stata seriamente a rischio e almeno quattro cani hanno ricevuto cure di pronto intervento, necessarie a salvargli la vita. I cani censiti sono stati dotati di collare, di medaglietta di riconoscimento e di microchip. Per loro, inoltre, sono state predisposte cucce attrezzate e sono accuditi quotidianamente da attivisti Lav presenti sul posto per tutta la durata del progetto.
 
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