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LA STAMPA
11 AGOSTO 2010
Il "suicidio" del cane abbandonato
GIORGIO CELLI
Un fatto tragico e curioso, di cui hanno parlato i giornali, e che ne segue un altro simile: i proprietari di un dogo vanno in vacanza lasciando il loro cane a casa. Provvedono, certo, che qualche buon samaritano porti all’animale di che alimentarsi, però, il recluso è condannato a vivere sul balcone di un appartamento al settimo piano. Un brutto giorno il cane salta la balaustra e va a schiantarsi miserevolmente sulla strada sottostante. Qualcuno mi ha chiesto se, per caso, non si sia trattato di un vero e proprio gesto suicida. Come etologo, penso proprio di no. È più facile immaginare un infelice tentativo di evasione, malaccorto quanto altri mai. Lo sventurato dogo doveva aver scelto la libertà ad ogni costo. Tuttavia, se non si tratta di suicidio, di questo gesto penso che debba aver condiviso la disperazione che lo ispira. Il cane era di certo disperato e sotto stress.In primo luogo, perché l’animale ha ereditato dai suoi avi, i lupi, la necessità fisiologica di vivere in branco, e la famiglia che l’ospita costituisce per il cane il sostituto del gruppo delle origini.In assenza del quale il nostro dogo argentino ha dovuto soffrire di un nero senso di solitudine, culminata nello stress. In secondo luogo, il cane ha necessità di muoversi. Correre a perdifiato in un campo costituisce per il cane la suprema felicità. Ora, un balcone è molto più simile alla gabbia di uno zoo, per di più sospeso in aria. Dopo qualche giorno, la solitudine e il disagio della claustrazione devono essere diventati per il povero prigioniero di quella sorta di cella di isolamento del tutto intollerabili, e il cane deve aver deciso che o la va o la spacca. Per tutti questi motivi, penso che per i proprietari di quel povero animale si possa configurare il reato di maltrattamento grave che, come si sa costituisce attualmente un reato penale. Proprio come l’abbandono, che in questi giorni, soprattutto al Sud sta confermandosi come una triste consuetudine.
QUOTIDIANO.NET
11 AGOSTO 2010
Cane abbandonato dal padrone: suicida dal balcone E' già il secondo caso
L'Ente protezione animali commenta così l'episodio del pittbull che si è lanciato dal settimo piano. Ma secondo un veterinario nel 90% dei casi si tratta di un incidente"
Roma - Stress da distacco affettivo. Potrebbe essere questa secondo l’Ente nazionale protezione animali la causa che ha spinto un cane di razza pittbull a lanciarsi dal settimo piano dell`abitazione in cui viveva in via Prenestina. I proprietari, partiti per le vacanze, avevano affidato l`animale a un conoscente che si recava presso l`appartamento per dargli da mangiare. Dopo il caso di Merano, quello di Roma è il secondo episodio del genere che si verifica nel giro di pochi giorni.
Per l’Enpa, però, definire tali situazioni come ‘suicidi’ può essere fuorviante: “In questo caso crediamo non si possa imputare ai due animali né una chiara volontà né una progettualità finalizzate a porre fine alla propria vita - spiegano gli esperti comportamentalisti dell`Ente - è assai probabile che essi abbiano sofferto terribilmente per il distacco affettivo dai loro proprietari. E la sofferenza si traduce, spesso, in uno stato di fortissimo stress emotivo e di inquietudine”.
Un disagio aggravato dalla difficoltà degli animali di interpretare il valore di una separazione. “Animali e uomini hanno canali di comunicazione molto diversi - dice Ilaria Ferri, direttore scientifico dell`Enpa - e di conseguenza dobbiamo sempre tenere presente che ciò che per noi è scontato non lo è per loro. E così quella che per noi è una semplice separazione temporanea, può essere vissuta, al di là delle intenzioni dei proprietari, alla stregua di un abbandono definitivo”.
Come comportarsi dunque in queste situazioni? Non esistono regole universalmente valide ma occorre valutare caso per caso a seconda dell`indole del proprio cane. “Per alcuni animali - aggiunge Ferri - gli spostamenti verso le località di vacanze possono risultare altrettanto traumatici; per altri invece anche un breve periodo di distacco può essere insopportabile. In linea di massima, sarebbe buona norma educare il quattrozampe alla separazione: poco prima di partire, ad esempio, è consigliabile fare alcune prove, lasciandolo in custodia soltanto per poche ore. In questo modo il cane non soltanto si abitua alla lontananza affettiva ma, sopratutto, comprende che la separazione è soltanto temporanea. Nel caso in cui si dovesse decidere di lasciare l`animale nel proprio appartamento, incaricando un conoscente di prendersi cura di lui - conclude Ferri - si dovrebbe preferire una persona con cui il quattrozampe ha già familiarità”.
Infine una regola di buonsenso: “Se si sospetta che l`animale possa dare segni di sofferenza è sempre bene rivolgersi al parere di un veterinario comportamentalista”.
IL VETERINARIO - "Il 90% dei casi di cani che precipitano da un balcone, che sono numerosi ogni anno, si verifica per un incidente: spesso gli animali abituati a sostare nei terrazzi prendono l’abitudine di sporgersi correndo il serio rischio di cadere. In più, quando si tratta di razze pesanti, come il Presa canario o il Dogo argentino, è ancora più facile che le protezioni cedano e il cane cada in strada. Personalmente non credo nell’ipotesi del suicidio". A parlare è Marco Melosi, vicepresidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), che commenta i due casi di cani precipitati in questi giorni dal balcone e morti a Merano e a Roma.
"Bisogna considerare - dice Melosi - che i cani sono animali a ‘trazione anteriore', cioè il loro peso è distribuito in maniera non omogenea sul corpo. La parte anteriore rappresenta infatti il 70% del peso, mentre quella posteriore solo il 30%. Per loro è dunque molto facile perdere l’equilibrio, specialmente quando si alzano sulle zampe di dietro per sporgersi da un balcone".
LA CITTA' DI SALERNO
11 AGOSTO 2010
I padroni vanno in vacanza pitbull giù dal settimo piano L esperto: si sentiva solo
ROMA. Per gli esperti soffriva di «sindrome da abbandono sociale» il pitbull che ieri è precipitato dal settimo piano di un appartamento di via Prenestina, a Roma, ed è morto schiantandosi prima su un motorino e poi su un’auto. L’animale ha varcato la ringhiera del balcone quando era solo in casa: i proprietari sono in vacanza e avevano incaricato una persona di portare il cibo all’animale. «È un comportamento non raro e non legato alla razza» ha spiegato Enrico Alleva, studioso del comportamento animale dell’Istituto superiore di sanità. Il cane, secondo Alleva, prima di superare la ringhiera del balcone «era in preda ad un’agitazione psico-motoria» e potrebbe aver saltato «nel tentativo di riunirsi alla famiglia». La sindrome si manifesta negli animali dopo 2-4 settimane, «quelli più resistenti possono arrivare fino a 6-8 settimane». Il caso di Roma segue di due giorni un altro evento analogo verificatosi a Lana, in provincia di Merano, in cui un cane si è buttato dal terzo piano, dopo essere stato lasciato solo dalla padrona.
LA PROVINCIA DI SONDRIO
11 AGOSTO 2010
Dopo i casi di "Suicidi"
Cani abbandonati a casa sull'orlo di una crisi di nervi
Ma portare l'animale in vacanza in Italia resta un'impresa
Lasciare solo il cane a casa mentre si va in vacanza, come ha dimostrato il caso del pitbull che ieri si è lanciato dal settimo piano a Roma, può essere tanto crudele quanto abbandonarlo. Ma è anche vero che non è affatto facile portarlo in vacanza. Lo sanno bene le migliaia di proprietari del miglior amico dell'uomo. Ristoranti, alberghi, spiagge, parchi spesso sono out alla loro presenza e creano disagi non indifferenti a chi non se ne separerebbe mai, nemmeno in moto.
È il caso di un signore della Versilia, che aveva messo sul sedile posteriore della sua motocicletta un maltese di piccola taglia con tanto di casco e che è stato multato (78 euro) dai vigili: il codice lo non consente. Anche portare il cane in spiaggia, o fare il bagno insieme tra le onde può costare salato. Le cosiddette "Bau Beach", dove ciò è permesso, infatti non sono molte. Lo scorso anno secondo i dati dell'Aida sono stati oltre 59 mila i proprietari di cani multati, in media di circa 400 euro. Quel che è peggio è che non sempre sui litorali sono segnalati i divieti. All'estero alberghi, pub pensioni, stazioni di servizio hanno spesso aree riservate agli amici a quattro zampe. La loro presenza è ben tollerata nei luoghi montani, anche per la vastità degli spazi rispetto ai più affollati litorali. In Italia, per "dare una zampa" ai proprietari in difficoltà, sulla scia di ciò che avviene all'estero, è stato attivato il sito pets-hotel.it, realizzato da Federalberghi - Confturismo, con il patrocinio del ministero del Turismo. Nel suo database sono presenti più di 11.500 alberghi in grado di ospitare animali. Certo, preoccupa la storia dei cani tallmente depressi perchè il padrone è in vacanza (due casi in pochi giorni in Italia) da buttarsi dal balcone. L'ultima delle due storie e è di ieri. A Roma, un pitbull è precipitato dal settimo piano di un palazzo: potrebbe essersi buttato di sotto perchè in preda alla sindrome da abbandono sociale, «un comportamento non raro negli animali e non legato alla razza», secondo Enrico Alleva, studioso del comportamento animale dell'Istituto Superiore di Sanità. «Di solito avviene quando c'è un cambiamento nella struttura sociale della famiglia - precisa Alleva - l'animale si sente socialmente isolato e può commettere atti irrazionali». Nel caso del pitbull, i proprietari erano andati in vacanza dopo aver incaricato una persona di portargli il cibo. Il cane, secondo Alleva, prima di superare la ringhiera del balcone «era in preda ad un'agitazione psico-motoria e potrebbe aver saltato nel tentativo di riunirsi alla famiglia». La sindrome da abbandono sociale, per l'esperto, si manifesta negli animali dopo 2-4 settimane, «quelli più resistenti possono arrivare fino a 6-8 settimane». Il caso del pitbull a Roma, segue di due giorni un altro evento analogo verificatosi a Lana, in provincia di Merano, in cui un cane si è buttato dal terzo piano, dopo essere stato lasciato solo dalla padrona. «È probabile che questi animali abbiano sofferto terribilmente per il distacco affettivo dai loro proprietari - commenta in una nota l'Enpa - e la sofferenza si traduce, spesso, in uno stato di fortissimo stress emotivo e di inquietudine». L'Enpa suggerisce che prima di lasciare un cane in casa da solo sarebbe «buona norma educarlo alla separazione, lasciandolo in custodia per poche ore per volta prima di partire. Così il cane non soltanto si abitua alla lontananza affettiva ma comprende che la separazione è temporanea». «Ci sarebbe una grossa responsabilità dei proprietari - aggiunge Pasqualino Santori, presidente del Comitato di Biotetica per la Veterinaria - se si trattasse di un caso in cui il cane è stato lasciato solo, perchè non si è avuto il tempo di organizzare la partenza per tempo e abituare l'animale a stare da solo in casa». IL TEMPO 11 AGOSTO 2010
Anche i cani sull'orlo di una crisi di nervi A Roma un pitbull si getta dal settimo piano. Giorni fa un altro caso. solitudine e sindrome da abbandono o incidenti?
Rischiano la vita per difendere il padrone da un pericolo, spesso salvandogli la pelle. Percorrono chilometri per ritrovare la strada di casa e da vecchi si congedano dal padrone con l'ultimo guaito, sperando in una carezza prima di addormentarsi per sempre. I cani sono fatti così: istinto e generosità in una millenaria convivenza-dipendenza dall'uomo. Per questo appare improbabile che ieri mattina il Pitbull di via Prenestina a Roma, così come il Presa Canario a Lana Meranese, in Alto Adige, si siano per così dire «tolti la vita», suicidandosi per solitudine. Il primo lanciandosi dal balcone del VII piano di casa si è schiantato su un'autovettura, il secondo saltando dal terrazzo al terzo piano.Ma per quale motivo un cane dovrebbe gettarsi di sotto? Disperazione, solitudine, sindrome da abbandono, stress. Ipotesi tutte valide e azzardate allo stesso tempo perché l'istinto di sopravvivenza accomuna tutti gli esseri viventi. Inoltre i due animali avevano un padrone e nel caso di Roma, il cane aveva chi lo accudiva durante la loro assenza. «Personalmente non credo nell'ipotesi del suicidio - afferma Marco Melosi, vicepresidente dell'Anmvi, Associazione nazionale dei medici veterinari - Il 90% di cani che precipitano dal balcone è per un incidente. Spesso gli animali abituati a sostare nei terrazzi prendono l'abitudine di sporgersi correndo il rischio di cadere. Inoltre se si tratta di razze pesanti è più facile che le protezioni cedano e l'animale precipiti». I cani sono animali a "trazione anteriore" e il loro peso non è distribuito in modo omogeneo. «La parte anteriore - precisa Melosi - rappresenta il 70% del peso, la posteriore il 30. È facile perdere l'equilibrio quando si alzano sulle zampe di dietro per sporgersi da un balcone».Infine nello specifico, «trattandosi di razze da presa, selezionate per il combattimento, potrebbero aver visto qualcosa in strada che li ha interessati, forse un altro cane "da sfidare"». Anche Raimondo Colangeli, veterinario comportamentalista, esclude il suicidio. «I casi vanno valutati singolarmente, perché se i cani, non erano abituati a restare in terrazzo per molto tempo è possibile che abbiano voluto tentare di raggiungere il padrone». Conoscendo l'amore del cane per quella che considera la «sua famiglia» non ci sarebbe di che stupirsi.
IL SECOLO XIX
11 AGOSTO 2010
«Sindrome da abbandono»E il cane si lancia dal balcone
Tragedia a roma, pochi giorni fa un caso simile a bolzano
I padroni in ferie, il Pitbull lasciato a un amico precipita dal settimo piano
Mauro Ravarino
L'ESTATE può essere davvero crudele per gli animali domestici. Dopo il caso del cane di Lana (Bolzano), lasciato solo dai padroni, morto lanciandosi dal terzo piano, ieri un pitbull si è buttato giù dal settimo piano di un appartamento in via Prenestina, a Roma. Quando ha superato la ringhiera del bancone, il cane era solo in casa. I proprietari erano in vacanza e avevano incaricato un amico di portare il cibo all'animale.
Forse si tratta solo di un incidente o forse no. Potrebbe essere stata la solitudine a spingere il cane a buttarsi giù dal palazzo. Il dramma è accaduto verso le 8.30, il pitbull sarebbe morto sul colpo, schiantandosi prima su un motorino e poi su un'auto in sosta. A intervenire sono stati gli agenti della polizia municipale del VI gruppo, che ora si occupano delle indagini. Il caso di Roma, segue di due giorni un altro evento analogo. Quello di Lana, vicino a Merano, dove un cane, un presa canario, si è buttato dal terzo piano, dopo essere stato lasciato solo. Precipitato in una zona pedonale, si è trascinato sul pavimento stradale per cinquanta metri, a questo punto ha perso conoscenza ed è deceduto lungo la strada. La padrona, che l'aveva salvato dall'abbandono portandolo con sé dall'Ungheria, è arrivata qualche ora più tardi. Troppo, purtroppo. E, come già in altre occasioni, si scatena il dibattito tra chi sostiene si sia trattato di un incidente e chi invece parla di sindrome d'abbandono o addirittura di suicidio. «È probabile che questi animali abbiano sofferto terribilmente per il distacco affettivo dai loro proprietari - commenta in una nota l'Ente Nazionale Protezione Animali - e la sofferenza si traduce, spesso, in uno stato di fortissimo stress emotivo e di inquietudine». L'Enpa suggerisce che prima di lasciare un cane in casa da solo sarebbe «buona norma educarlo alla separazione, lasciandolo in custodia per poche ore per volta prima di partire. Così, non soltanto si abitua alla lontananza affettiva ma comprende che la separazione è temporanea». Secondo Enrico Alleva, studioso del comportamento animale dell'Istituto Superiore di Sanità, «il pitbull potrebbe essersi buttato di sotto perché in preda alla sindrome da abbandono sociale un comportamento non raro negli animali e non legato alla razza». Non la pensa così Marco Melosi, vicepresidente dell'Associazione nazionale medici veterinari italiani: «Nel 90% dei casi di cani che precipitano da un balcone si tratta di un incidente: spesso, abituati a sostare nei terrazzi, prendono l'abitudine di sporgersi correndo il rischio di cadere. E quando si tratta di razze pesanti, come il presa canario o il pitbull, è ancora più facile che le protezioni cedano e il cane cada in strada. Personalmente non credo nell'ipotesi del suicidio». Dibattito a parte, meglio non lasciare soli i nostri animali.
IL SECOLO XIX
11 AGOSTO 2010
Comportamento non raro ma la razza non c'entra
L'etologo alleva: «atti irrazionali quando si sentono isolati»
IL PITBULL che ieri mattina a Roma è precipitato dal settimo piano di un palazzo potrebbe essersi buttato di sotto perché in preda alla sindrome da abbandono sociale, «un comportamento non raro negli animali e non legato alla razza», secondo Enrico Alleva, studioso del comportamento animale dell'Istituto Superiore di Sanità. «Di solito avviene quando c'è un cambiamento nella struttura sociale della famiglia - precisa - l'animale si sente socialmente isolato e può commettere atti irrazionali».
Il cane, secondo Alleva, prima di superare la ringhiera del balcone «era in preda ad un'agitazione psico-motoria» e potrebbe aver saltato «nel tentativo di riunirsi alla famiglia». La sindrome da abbandono sociale, per l'esperto dell'ISS, si manifesta negli animali dopo 2-4 settimane, «quelli più resistenti possono arrivare fino a 6-8 settimane». Va giù duro Pasqualino Santori, presidente del Comitato di Biotetica per la Veterinaria; «Ci sarebbe una grossa responsabilità dei proprietari se si trattasse di un caso in cui il cane è stato lasciato solo, perché non si è avuto il tempo di organizzare la partenza per tempo e abituare l'animale a stare da solo in casa». Lasciare solo il cane a casa mentre si va in vacanza, può essere tanto crudele quanto abbandonarlo. Ma è anche vero che non è affatto facile portarlo in vacanza. Lo sanno bene le migliaia di proprietari del miglior amico dell'uomo. Ristoranti, alberghi, spiagge, parchi spesso sono out alla loro presenza e creano disagi non indifferenti a chi non se ne separerebbe mai, nemmeno in moto. È il caso di un signore della Versilia, che aveva messo sul sedile posteriore della sua motocicletta un maltese di piccola taglia con tanto di casco e che è stato multato (78 euro) dai vigili: il codice lo non consente. Anche portare il cane in spiaggia, o fare il bagno insieme tra le onde può costare salato. Le cosiddette "Bau Beach", dove è permesso, non sono molte. All'estero alberghi, pub pensioni, stazioni di servizio hanno spesso aree riservate agli amici a quattro zampe. In Italia, per «dare una zampa» ai proprietari in difficoltà, sulla scia di ciò che avviene all'estero, è stato attivato il sito pets-hotel.it, realizzato da Federalberghi - Confturismo, con il patrocinio del ministero del Turismo. Nel suo database sono presenti più di 11.500 alberghi in grado di ospitare animali.
IL GIORNALE
11 AGOSTO 2010
Padroni in ferie, il cane soffre: si butta dal terrazzo e muore
Avevano lasciato a Roma il pitbull, lui si lancia dal 7° piano. Sbagliato parlare di suicidio: è "ansia da distacco affettivo"
OSCAR GRAZIOLI
Molti media hanno invocato il suicidio, cadendo nella trappola dell’antropomorfizzazione, l’attribuzione indebita agli animali, di caratteristiche prettamente umane. Certo che la fantasia viene colpita, quando, a distanza di pochi giorni, due cani si buttano giù dal balcone. È quanto accaduto, pochi giorni fa, a Lana di Merano, dove un «Perro de Presa Canario», un grosso molossoide che assomiglia al più popolare cane Corso, ha saltato la balaustra del terzo piano, dopo che la proprietaria era uscita di casa, ed è morto sull’asfalto. È quanto accaduto ieri a Roma, dove un Pitbull si è lanciato dal settimo piano schiantandosi al suolo dove è morto immediatamente, sulla via Prenestina. I proprietari, in questo caso, erano partiti per le vacanze e avevano affidato il cane a un conoscente che si recava presso l’appartamento per accudirlo. Ovvio che, in simili casi, la mente possa correre a conclusioni sbagliate, fantasticando di riflessioni che sono impossibili, allo stato attuale delle conoscenze, da attribuire a un animale, a parte forse alcune scimmie antropomorfe. Dietro al gesto drammatico di chi si toglie la vita c’è sempre, più o meno rapida, più o meno rimuginata o improvvisata, una progettualità, una finalizzazione che non possono trovare riscontro nella psiche dei nostri comuni animali domestici. Questo ovviamente non vuole dire che essi non provino emozioni e sentimenti talora talmente profondi (e simili ai nostri) da lasciarci sconcertati. Negli ultimi anni gli studi sul comportamento del cane e del gatto hanno fatto passi da gigante. Il veterinario comportamentalista è oggi una figura che si occupa principalmente di disturbi che assillano la psiche dei nostri animali. E, visto che il cane e il gatto condividono spesso la loro vita intimamente con la nostra, ecco che destini e disturbi spesso s’incrociamo. Non è una leggenda metropolitana che i gatti o i cani «sentano» chi ha paura di loro. L’atteggiamento di paura o di ansia acuta che affligge una persona viene spesso riversato, quasi fosse un processo di osmosi, sugli animali che gli stanno accanto. Qualunque veterinario esperto vi dirà dell’esistenza di persone che riescono ad ammansire i gatti più riottosi e aggressivi, mentre capita che gli stessi veterinari abbiano paura di loro e non riescano neanche a farli uscire dal trasportino per visitarli. Nel caso del «Presa Canario» di Merano e in quello del Pitbull di Roma, con ogni probabilità, si è trattato di un disturbo d’ansia da separazione, che si è manifestato con un’agitazione psicomotoria irrefrenabile, a tal punto da superare l’ancestrale istinto di conservazione. L’ansia generalizzata non è una malattia che colpisce solo l’uomo, anzi è frequente in certe razze di cani, soprattutto quelle che hanno una soglia di irritabilità neuronale molto bassa. Guarda caso sono proprio anche i cani che hanno la tendenza (sottolineo «tendenza») ad aggredire in modo devastante e a provocare quanto poi leggiamo sulle cronache nere dei giornali. Certamente l’educazione ha una sua valenza, ma non possiamo dimenticare che cani forgiati geneticamente dall’uomo e allevati per decenni nelle arene dove combattevano fino all’ultimo rivolo di sangue, abbiano reazioni psichiche molto più soggette ad alterazioni rispetto a un Pointer «nato e vissuto» nella pace delle verdi colline inglesi. Con buona pace di chi vuole i cani tutti uguali.
IL MATTINO
11 AGOSTO 2010
I suoi padroni avevano pensato che per far star bene il proprio cane sarebbe bastato...
Roma. I suoi padroni avevano pensato che per far star bene il proprio cane sarebbe bastato una persona che lo portasse a spasso per un po’, che gli desse da mangiare e da bere, ma il cane voleva stare con loro, mica con uno sconosciuto, eppoi tutto quel tempo solo in casa, proprio no. E così il pitbull si è sentito abbandonato, pensava di raggiungerli i suoi padroni lanciandosi dal balcone del settimo piano, del suo appartamento di via Prenestina, altezza del civico 282, periferia est di Roma. Era solo in casa, ieri, alle 8,30, i padroni sono al mare, avevano incaricato una persona di occuparsi del loro cane. L’animale si è schiantato prima su un motorino poi su un’auto, poco dopo sono arrivati i vigili urbani e i veterinari della Asl, per occuparsi del corpo del cane. Poi i vicini di casa hanno aiutato gli agenti a trovare la persona che si occupava dell’animale. Tre giorni fa la stessa fine è toccata a un altro cane di taglia grande, sempre tipo molossoide, un «dogo canario», in provincia di Merano: ha scavalcato la ringhiera e si è lanciato dal balcone mentre la proprietaria era al lavoro. Secondo Enrico Alleva, studioso del comportamento animale dell’Istituto Superiore di Sanità, «il cane potrebbe essere stato in preda alla sindrome da abbandono sociale, un comportamento non raro negli animali e non legato alla razza. Di solito avviene quando c’è un cambiamento nella struttura sociale della famiglia l’animale si sente socialmente isolato e può commettere atti irrazionali». Marco Melosi, vicepresidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), sostiene che «il 90% dei casi di cani che precipitano da un balcone, numerosi ogni anno, si verifica per un incidente, si sporgono talmente tanto da correre il rischio di cadere». Non crede, il veterinario, all’ipotesi suicidio, «piuttosto penso che l’animale, lasciato in balcone per troppo tempo, soffrisse di solitudine e volesse raggiungere i padroni lontani in tutti i modi. Se lasciati molto da soli, specialmente con il caldo e l’assenza di ombra i cani possono arrivare a decidere di averne abbastanza e di tentare ogni via di fuga, non sapendo di poter andare incontro alla morte». Il consiglio del veterinario è dunque di «badare bene di lasciare in balcone l’animale solo se ci sono spazi d’ombra, l’ambiente è ben ventilato e l’acqua è a disposizione. Non si può pensare di uscire la mattina e rientrare la sera col cane che resta in terrazzo, né di lasciarlo una settimana, pur con qualcuno che si occupi di lui». Raccomandazioni, certo, perché il cane che entra in una casa comincia a far parte della famiglia, semplicemente, naturalmente, il che comporta diverse abitudini, anche sacrifici a volte, anche perché in Italia ristoranti, alberghi, spiagge, parchi spesso sono ancora vietati ai quadrupedi.
ASCA
11 AGOSTO 2010
CANI: MARTINI, LASCIARLI SOLI IN CASA PER GIORNI E' REATO ABBANDONO
Roma - ''Lasciare il cane solo in casa e tanto piu' con accesso a balconi per giorni equivale a reato penale di abbandono di animali di affezione''. Il Sottosegretario con delega del Governo alla tutela degli animali, Francesca Martini, commenta i gravissimi fatti di cronaca di questi giorni che hanno visto le sofferenze di cani di proprieta' vittime dell'irresponsabilita' dei loro stessi proprietari.
E nel ricordare che ''il proprietario e' responsabile civilmente e penalmente dell'animale'', lancia un appello affinche' casi come questi che hanno profondamente colpito l'opinione pubblica non abbiano piu' a verificarsi.''La sindrome da abbandono che colpisce il cane lasciato solo per molte ore o addirittura per giorni interi - spiega - equivale a quella che puo' colpire un bambino. La situazione, nel migliore dei casi, sfocia in un abbaio disperato che mina la tranquillita' dei condomini ma, come emerso recentemente, puo' portare a risvolti tragici come il lasciarsi morire o il compiere atti di disperazione che portano ad una sorta di 'suicidio'. La Task Force del Ministero della Salute da me istituita - avverte - intende procedere ad accurati controlli con la collaborazione dei Carabinieri dei Nas. Per casi di questo tipo auspico che la Magistratura dia un segno tangibile, anche in termini sanzionatori, in merito al reato di atti di crudelta' su animali''.
L'OCCIDENTALE
11 AGOSTO 2010
Gli Errani e quel brutto vizio di abbandonare i cani per strada
Margherita Macrì e Roberto Santoro
Oggi l’ex signora Errani è arrivata in spiaggia da sola e aveva un muso così lungo che con la scucchia avrebbe potuto raccogliere la sabbia a palate. Si siede, apre l’ombrellino, controlla il progredire inesorabile delle smagliature, cerca di prendere pace. Ma non è giornata. Mi guarda, fa una specie di grugno pietoso, faccio finta di niente. E’ chiaro che qualcosa le è rimasto in gola come una lunga spina di stocco finita di traverso. Sta cercando comprensione. La mia curiosità aumenta e aspetto fiducioso di scoprire la novità del giorno.
Arriva Claretta Boito, quella del villino 11-b, una cinquantenne moglie di un dentista della zona. Claretta si siede e la Errani non riesce a controllarsi neppure un secondo, cara non sai cos’è successo ieri sera, dice felice di aver trovato un uditorio; prende il thermos con il caffè freddo e ne versa due tazze. Si vede che non stai bene, risponde l’altra, curiosa quanto me di sapere. Dimmi tutto.
Ieri sera passa a prendermi l’amore mio, esordisce Mamma Errani. Sta parlando del suo nuovo compagno, il professore universitario. Mi dice "Cara andiamo a cena fuori con mia madre?". Claretta mia, non sai quanto è insopportabile sua madre, lo sai cosa dicono di noi divorziate no? Se ne ha rovinata una di famiglia... Insomma ci mettiamo in macchina io, l’amore mio e Gianna, la conosci Gianna, sua figlia. Passiamo da casa della vecchia e quella è già sotto al portone con il suo barboncino bianco che aspetta. Buonasera signora, faccio io che voglio sembrare educata, e lei non sai con che aria antipatica abbaia che è già lì da un quarto d'ora, "sono stanca, prendi Lilli (il cane) e tienilo con te sul sedile davanti che soffre il mal d’auto". Mi dà degli ordini come se fossi la sua cameriera! E lui? Che bello vederti mamma, come se niente fosse, lo odio quando fa così.
Partiamo e per far vedere alla vecchia che ci tengo agli animali faccio una bella lezione di educazione civica a Gianna: “Lo sai, piccola, che ogni anno sulle strade italiane vengono abbandonati un sacco di cani? Muoiono investiti dalle auto oppure cercando di tornare a casa dai loro padroni”. Lilli deve aver capito che si parla della sua razza perché non la smette più di abbaiare. Deve fare i suoi bisogni, sentenzia acida la vecchia. “Non bisognerebbe mai abbondare i cani d’estate”, finisco io anche se ormai Gianna si è messa gli auricolari e non mi ascolta più. Guardo la vecchia seduta dietro, sperando di aver trovato un argomento di conversazione. I cani, le strade, l’estate. Ma quella mi fulmina con lo sguardo.
Prima di arrivare al ristorante facciamo una pausa in una stazione di servizio perché Lilli deve fare i suoi bisogni. Gianna corre subito a vedere se c’è qualche cd della Pausini, la vecchia mi molla Lilli e dice fagli fare un giro che intanto vado a prendere un caffè. Così scorrazzo il cane per due minuti davanti all’autogrill, poi mi viene in mente che devo ricaricare il cellulare, così lo lego al parafango posteriore dell'auto ed entro un attimo nel bar.
Dentro trovo Gianna che sta bevendo di gusto una lattina di Fanta. Rispunta anche la vecchia. "Le fai bere quelle schifezze gassate?" Vorrei risponderle che non le faccio bere un bel niente, visto che non sono sua madre. E poi la Fanta piace anche a me.
L'ex signora Errani si ferma un attimo, facendo una pausa nel racconto. Finisce di svuotare il caffè nel bicchiere di Claretta, che non si perderebbe il finale della storia per niente al mondo. Sai cara è davvero difficile avere a che fare con sua madre, non si fida proprio... Claretta annuisce, quasi quasi la Errani fa compassione anche a me.
Poi la Mamma riprende a narrare l'accaduto: siamo usciti dal bar della stazione di servizio, ci siamo rimessi in macchina e via, perché adesso sì che è venuta fame a tutti, vecchia compresa. Chiedo a Gianna che cd vuole ascoltare e lei mi passa quello nuovo di zecca della Pausini. Metto il cd e veniamo avvolti dalla musica, cantando insieme "In assenza di te". La vecchia dietro sembra addormentata.
Allungo la mano sotto la nuca dell’amore mio e lo massaggio mentre è al volante, lui che è sempre così assente, immerso in quei profondi ragionamenti astrofisici. E’ una bella sensazione di relax… La musica, le carezze, il lento sobbalzare della macchina, ritmato solo da un rumore sordo, uno strano ticchetio, che ho iniziato a udire quando abbiamo lasciato la stazione di servizio. Fino a questo momento non avevo dato importanza, ma cos'è?
“Uaaaarghhh!!!”. Un urlo primordiale mi schianta le orecchie, mentre l’amore inchioda sul freno e si gira di scatto verso il sedile posteriore gridando “Mamma, mamma, che è successo?”.
La vecchia sembra indemoniata, le sono usciti gli occhi dalle orbite, “Uaaaarghhhh!!!”, urla di nuovo, con tutta la forza che ha nei polmoni.
“Dov’è Lilli??!! Dov’è il mio Lilli!!!”…
L’ex signora Errani a questo punto si ferma guardando l'orizzonte. Una grossa lacrima le solca il bel viso di una volta. Claretta le passa un kleenex per asciugarsi gli occhi ma non ne basterebbe una tonnellata. Ripenso al povero Lilli legato al paraurti della Nissan Patrol alla stazione di servizio. Finito strozzato e straziato lungo la strada, a centosettanta allora. D’estate non si abbandonano i cani per strada, giusto?
LA PROVINCIA PAVESE
11 AGOSTO 2010
Non abbandonate Fido in estate
Maria Grazia Piccaluga
PAVIA. Cettina è la mascotte del canile di strada Paiola. «Era la più malconcia di una cucciolata abbandonata - ricorda la custode -. Così malridotta che pensavamo non sopravvivesse. Invece è con noi da 8 anni e le siamo tutti affezionati». Ormai che venga adottata non ci spera più nessuno. Nemmeno lei. Alla prima occasione sguscia fuori dalla gabbia e gironzola beata per il cortile. Sono 15, in questi giorni, gli altri inquilini a quattrozampe del canile sanitario di Pavia. Molti di loro ancora in cerca di una famiglia. Altri si sono persi e attendono che il padrone li venga a recuperare. «Ma ci sono ancora molti abbandoni, per quanto l’introduzione del microchip abbia funzionato da deterrente negli ultimi anni» spiega Simona Mariani, direttore generale dell’Asl di Pavia. Sono in media 500 i cani abbandonati in un anno. Banfi, l’ultimo arrivato, è un metizio di pochi mesi che accetta di buon grado le coccole. L’hanno trovato all’inizio di agosto che vagava, disorientato, poco distante dalla clinica Città di Pavia. Quello estivo del resto è il periodo più critico. A giugno, luglio, agosto e settembre entrano tra i 40 e i 50 animali al mese. L’anno nero è stato il 2006, con 71 cani nell’agosto di 4 anni fa. «Abbandonare il proprio cane è un atto incivile - spiega Mariani -. Dopo aver conosciuto il calore di una casa si ritrova all’improvviso solo e smarrito, costretto ad arrabattarsi per sopravvivere. Per la maggior parte di loro l’abbandono equivale a morte certa. Inoltre forse molte persone non sanno che è anche un reato». L’abbandono è sanzionato dal Codice Penale: l’articolo 727 prevede fino a un anno di reclusione o un’ammenda da mille a 10mila euro. Ma identificare un padrone traditore, se manca il microchip, non è facile. «Noi siamo molto attenti a ricostruire la storia dei cani che arrivano in canile - spiega Massimo Aguzzi, direttore del servizio Veterinario dell’Asl -. Il microchip rende tutto più facile, mentre il tatuaggio a volte si sbiadiva. Capitano tuttavia ancora molti casi di animali non iscritti all’anagrafe canina perché il proprietario non ha mai provveduto. In questo caso sono previste sanzioni amministrative anche salate». [...] E per agevolare chi si rivolge all’Asl, in via,e Indipendenza, per tutta l’estate è stato installato, sotto i portici, un “Dog parking”, un panettone a cui legare Fido e una ciotola con l’acqua.
LA TRIBUNA DI TREVISO
11 AGOSTO 2010
Cappella: cagnolino buttato nel fossato
CAPPELLA MAGGIORE (TV). Ritrovato lunedì pomeriggio da una residente di via Brescacin in un fosso un cagnolino meticcio di pochi giorni. La donna dopo averlo rinvenuto allo stremo delle forze si è recata agli uffici comunali. Il vice sindaco Roberta Pozzobon ha firmato l’autorizzazione a portare il cane alla clinica veterinaria Città di Conegliano per le cure. «Abbandonare gli animali è un gesto incivile», commenta il vicesindaco.
LA CITTA' DI SALERNO
11 AGOSTO 2010
Omignano (SA), strage di cani con il veleno
Omignano (SA). Almeno una decina di cani sarebbero stati uccisi con del cibo avvelenato nei giorni scorsi ad Omignano. Le segnalazioni sono giunte negli ultimi giorni al telefono amico di Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente). I cani trovati morti (anche nei pressi di abitazioni e negozi, con conseguente pericolo per l’igiene) anzichè essere inviati all’istituto di zooprofilassi per la verifica delle cause del decesso e per l’individuazione del tipo di veleno utilizzato, sarebbero stati raccolti in maniera impropria dagli addetti alla pulizia urbana e smaltiti come semplice rifiuto. L’Aidaa, che ha presentato un esposto alla procura di Salerno, ha inviato una lettera al sindaco di Omignano per chiedere che si faccia chiarezza sull’intera vicenda. E non si è fatta attendere la replica del primo cittadino, Emanuele Malatesta, che ha negato le circostanze, assicurando che «abbiamo effettuato una serie di controlli, ma di cani avvelenati non c’era neppure l’ombra. Se si eccettua la carcassa di un meticcio per il quale abbiamo immediatamente avvertito l’Asl - ha spiegato il sindaco - Il corpo del cane è ora custodito in un luogo sicuro, in attesa dei controlli che stabiliranno le cause della morte».
LA PROVINCIA PAVESE
11 AGOSTO 2010
Vigevano, gatti uccisi con bocconi avvelenati
Denis Artioli
VIGEVANO (PV). Gatti uccisi da bocconi killer in strada della Pescatora e rubati in via Trieste. La denuncia è dell’Associazione italiana difesa animali e ambiente. In Strada della Pescatora, spiega il responsabile nazionale dell’Aidaa, Lorenzo Croce, la morìa di gatti va avanti da tempo: «In un anno - dice Croce - sono stati rinvenuti morti circa una ventina di gatti di proprietà e un numero imprecisato di gatti randagi. Secondo quanto segnalato allo sportello [email protected] probabilmente questi gatti potrebbero essere stati uccisi dal veleno di bocconi killer». Vengono denunciate in via Trieste, invece, le sparizioni di alcuni gatti. «E’ successo un sabato sera, tre settimane fa - spiega un’impiegata che risiede in via Trieste -. Abito in una casa con giardino, e avevo una gatta che ha partorito quattro piccoli. Lì ho regalati ad altre persone del vicinato, e ho tenuto la madre. Quel sabato ero in casa e ho sentito dei passi nel giardino: ho domandato chi fosse, ad alta voce, senza avere risposta. Mio figlio mi ha raggiunta e siamo usciti in giardino. Non c’era nessuno, ma era sparita anche la mia gatta». Stranamente, dice l’impiegata, «non ho neanche più visto i gattini che avevo regalato ai vicini. Ho intenzione di denunciare quanto è successo, perché non si spiega la sparizione di tre micini e la loro mamma in questo modo e perché mi sono spaventata molto. E’ entrato qualcuno nel mio giardino, in una proprietà privata, a rubare la mia gatta». L’impiegata ha la piena solidarietà dell’Aidaa e di una dirigente del Comune, Daniela Sacchi, per anni volontaria in un gattile e che ha contribuito all’apertura del gattile di Vigevano. «La segnalazione è circostanziata - spiega Sacchi - e bisogna capire cos’è successo, non solo in via Trieste, ma anche in Strada della Pescatora, dove sono segnalati avvelenamenti di molti gatti».
MESSAGGERO VENETO GORIZIA
11 AGOSTO 2010
Picchia col guinzaglio il suo cane: multato
Gorizia - Stava picchiando uno dei cani che portava a passeggio, ma il suo gesto non è passato inosservato. È quanto accaduto ieri mattina in via Leoni: un uomo, che camminava con due quattro zampe al guinzaglio, si è fermato per malmenarne uno. Un comportamento dettato da un impeto di rabbia, o dall’inspiegabile volontà di educare l’animale con una strategia invero alquanto discutibile, fatto sta che un residente nella zona non ci ha pensato su due volte e ha chiamato la polizia. Sul posto sono intervenuti non solo una Volante, ma anche il servizio di vigilanza veterinaria dell’Azienda sanitaria isontina. Un episodio che fa discutere, tanto più che è stato appurato che l’uomo in questione aveva già dei precedenti per maltrattamenti di animali. Il malcapitato animale ieri è stato picchiato con la parte metallica del guinzaglio, quindi presumibilmente con la catena. Ma il comportamento tenuto in strada non resterà privo di conseguenze, anzi sembra che l’individuo sia stato multato. Sempre nella zona di via Leoni si sarebbero state recentemente delle lamentele per cani che disturbavano la quiete, fatto che è stato segnalato sia ai carabinieri che ai vigili urbani. Si tratterebbe di due animali costretti in un cortile, tenuti in condizioni di degrado e mal nutriti, al punto da lamentarsi e abbaiare continuamente.
IL PICCOLO GORIZIA
11 AGOSTO 2010
Picchia con violenza il suo cane, arriva la Polizia
Gorizia - «Correte, correte. C’è un uomo che picchia il suo cane con il guinzaglio. Non è la prima volta che accade. E l’animale è sofferente e in stato di abbandono». È la telefonata giunta ieri mattina alla Polizia da parte di un goriziano. Il fattaccio si è verificato in un’abitazione posta fra le vie Leoni e Lungo Isonzo Argentina. Stando a quanto si è riusciti ad apprendere, già da diversi giorni erano state effettuate delle segnalazioni al Servizio veterinario dell’Azienda sanitaria isontina: segnalazioni riguardanti due cani di grossa taglia che non sarebbero seguiti a dovere dal proprio padrone. Ieri, poi, la telefonata alla Polizia. L’uomo è stato visto mentre picchiava con il guiinzaglio il cane. Immediatamente è arrivata sul posto una volante delle forze dell’ordine. Non è stato possibile chiarire se sia stata comminata una multa all’uomo anche perché, al pomeriggio, al Servizio veterinario era presente un dipendente dell’Ass assolutamente ignaro dell’accaduto. Pare, però, che all’uomo sia stata consegnata una documentazione di ”diffida” in cui lo si mette in guardia dal compiere altri atti simili. «Inoltre - la sottolineatura della Polizia - bisognwerà accertare se si è trattato di percosse gratuite o di sistemi educativi particolarmente rigidi». Resta la segnalazione dei vicini di casa che puntano il dito anche sulle condizioni in cui versano i due cani che sarebbero davvero in pessime condizioni e praticamente denutriti.
CORRIERE DELLA SERA
11 AGOSTO 2010
DROGA & AGGRESSIVITA'
Coccodrilli, pitbull, piranha e leoni Gli animali esotici piacciono ai boss
Un lungo elenco di casi di malavitosi arrestati che tenevano animali per difesa, diletto e guardia
ROMA - Scoperto il caso del pitone messo a guardia di un carico di droga a Roma, si riapre uno scenario già conosciuto alle forze dell'ordine: il connubio tra boss della mala e animali pericolosi. E mentre il presidente dell'Osservatorio Sociale lancia la proposta di «effettuare una rivisitazione dell'attuale legge sulla detenzione di questi animali a partire dall'introduzione dalla richiesta del certificato del casellario giudiziario e dei carichi pendenti per i proprietari o possessori», la memoria va ai casi eclatanti scoperti negli ultimi anni. Ed è lunga la serie di esempi di animali utilizzati dalla criminalità come strumenti di difesa o per intimorire le vittime. «COCCO» E PIZZO - Uno dei casi più eclatanti è il coccodrillo scoperto nel Casertano nel settembre del 2009 che un boss della camorra usava per intimorire gli imprenditori che non volevano pagare il pizzo. Un animale di un metro e settanta di lunghezza per 40 chili di peso che dal terrazzo della casa del boss serviva da avvertimento. CANI E HASHISH - Nel 2008 a Roma i carabinieri scoprono quattro pitbull e ben cento serpenti a protezione di un carico di 10 kg di hashish e un centinaio di dosi di cocaina in una insospettabile villa dell'Eur. Prima che i carabinieri riescono a sequestrare lo stupefacente, ci vuole un lungo e laborioso intervento di unità cinofile addestrate e personale specializzato per neutralizzare la speciale guardia predisposta dai trafficanti. DROGA SOTTO I PIRANHA - Nel 2005, sempre a Roma, nel seminterrato di un'abitazione privata, un acquario pieno di piranha custodisce nel modo più sicuro un carico di stupefacenti; nella stessa stanza circolano liberi numerosi serpenti, pappagalli e altri animali esotici. Per recuperare la droga dalla vasca dei piranha e trovare una sistemazione agli animali i carabinieri devono chiedere l'intervento delle guardie forestali. COCA E CRACK CON I PITONI - Nel 2003, a Giffoni Valle Piana (Salerno), due giovani vengono arrestati perchè tengono in casa dosi di cocaina e crack nascoste dentro alcune scatole, insieme con sei pitoni, tra cui uno albino, e vari pappagalli. Nel 2000, in provincia di Pistoia, a Seano, dentro un rettilario boa e pitoni sorvegliano con la loro silenziosa presenza 2 kg di eroina e cocaina e anche un discreto carico di oro di incerta provenienza. LEONI E LEOPARDI - Nel 1999, a Roma, manette per tre insospettabili, un idraulico, un portantino e il titolare di un bar, che oltre ad avere delle particolari attrazioni per serpenti ed armi di ogni tipo, gestiscono una buona fetta del mercato dello spaccio di cocaina nei quartieri di Monteverde e Trastevere. E proprio all'interno di tre rettilari, in cui sono sistemati un boa ed alcuni serpenti velenosi, la polizia sequestra 3 kg di cocaina purissima. Nel 1998 nel napoletano "Simba", un leone di tre anni e mezzo, peso circa 160 chili, viene scoperto nel giardino dell'abitazione del boss della camorra Raffaele Brancaccio, soprannominato Bambù. Nello stesso anno, a Napoli, la polizia sequestra un leopardo di grossa taglia ad un altro boss, Vincenzo Mazzarella. Nel 1996, infine, in Costiera sorrentina un altro pregiudicato viene denunciato perchè camminava con un pitone, di un metro e trenta centimetri, avvolto attorno al collo. POSITANO NEWS 11 AGOSTO 2010
Lo scempio del Mar Rosso. In Danimarca i cetacei della famiglia dei delfini sono massacrati senza pietà
Nelle Isole Feroe si è diffusa l'usanza di massacrare i Delfini in estinzione. Il mare diventa rosso, ma non a causa di un colorante ma del sangue di quei poveri animali che vengono picchiati fino a morire. Ad attirare lì i delfini è la loro voglia di giocare con l'uomo. Guardate il video. Oggi è la giornata internazionale per il sostegno agli animali maltrattati per aderire clicca qui Oggi, mercoledì 11 agosto, è stata organizzata la giornata internazionale per il sostegno agli animali maltrattati. Tutti coloro i quali sono contro gli episodi di crudeltà nei confronti degli animali possono aderire esponendo un nastro bianco o inserendo quello grafico che trovate sotto sui vostri profili on-line (Facebook, Youtube ecc.).I danesi sono un popolo noto per l'estrema civiltà e intelligenza: la popolare Brigitte Nielsen, il filosofo Kierkegaard, Piet Hein l'inventore dei rompicapo, l'autore Hans Christian Andersen. Eppure è proprio in quel paese che avviene una cosa che di civiltà non ha proprio nulla. Certo fare di tutta l'erba un fascio non è mai cosa buona e giusta. Ma ciò che accade nelle Isole Feroe – regione autonoma del Regno Unito di Danimarca – non ha scusanti e farebbe rabbrividire chiunque. La caccia ai delfini calderon, infatti, ha trasformato le splendide acque dell'isola in un lago di sangue, e non solo, sta portando alla morte gli “ultimi” esemplari di una specie ormai in estinzione.La razza di particolare delfino è ritenuta una delle specie più intelligenti in quanto la sua curiosità lo porta ad avere contatti con gli uomini. Galeotta proprio la curiosità che viene usata dall'uomo come arma contro gli ingenui animali che una volta avvicinatisi pare vengano tramortiti e poi finiti con ami, lame e funi. In gergo questa viene definita grid: la grind è un metodo crudele di caccia alla balena che prevede che i cetacei siano spinti all’interno di baie prima che il loro midollo spinale venga tagliato con dei coltelli.“I cuccioli sono stati estratti dai corpi delle loro madri morte e sono stati lasciati a marcire sui moli” ha affermato Hammarstedt un agente di Sea Shepherd che operando in segretezza ha assistito al genocidio e che ha fotografato diversi cuccioli e feti morti; “I gruppi di delfini globicefali hanno una struttura fortemente matriarcale, non riesco ad immaginare la paura ed il panico che queste madri devono aver provato mentre la loro famiglia veniva sterminata davanti a loro”.La pratica è ben consolidata in questi territori paradisiaci che si nutrono in buona parte di carne di calderon anche se c'è chi è pronto a giurare che la caccia non avviene solo per necessità alimentari ma da qualcuno viene praticata come vero e proprio hobby. Gli usi e costumi di questa popolazione, infatti, prevedono che siano i più audaci a catturare l'animale per cui la cattura viene spesso vista come riconoscimento di forza e superiorità.Mille cetacei all'anno tra i 2 ed i 5 m di lunghezza pagano le conseguenze di abitudini ascrivibili ai popoli non civilizzati di preistoriche epoche. Ora l'Unione Europea vieta la caccia di tutte le specie di cetacei (balene, delfini e focene) in base alla direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, sulla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della fauna e della flora selvatiche nota come la Convenzione di Berna in base alla quale è anche vietato vendere o scambiare cetacei e l'introduzione a fini prevalentemente commerciali ai sensi del regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio relativo alla protezione di specie della flora e della fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio.Questa legislazione però non si applica a questi cetacei che vengono cacciati nelle isole Faroe in quanto non fanno parte dell'Unione Europea. Pertanto l'Unione Europea non può intervenire legalmente nei confronti di questi paesi. Ma cara Europa mostraci cosa ci dài se escludiamo l'unica moneta.Qui si parrà la tua nobilitate. Il riferimento all'Inferno, non è casuale. (articolo pubblicato anche su www.serviziocivilemagazine.it)
GEA PRESS
11 AGOSTO 2010
Pistoia: tasso prima bloccato con un laccio poi investito
Pistoia - E’ successo a Pistoia. Un grosso tasso è stato prima bloccato tutta la notte con un laccio di acciaio sul collo e poi, una volta riuscitosi a liberare, è stato investito da una macchina. Il secondo evento, però, gli ha consentito di essere catturato e trasportato in un ambulatorio veterinario. L’animale, con una vistosa ferita al collo, potrà guarire in tre settimane e verrà poi rimesso in libertà. GeaPress ricorda che l’uso di lacci metallici è una forma di caccia non consentita dalla legge. I lacci (vedi articoli GeaPress La natura fatta a pezzi e Bracconaggio a Ventimiglia), spesso utilizzati per i cinghiali e gli ungulati, vengono solitamente piazzati nei percorsi abituali degli animali. La testa di un cinghiale, ma anche di cani e gatti, e le zampa degli ungulati, rimangono spesso vittime della trappola la quale, ai tentativi di fuga dell’animale, stringerà sempre di più fino ad arrivare, nei casi più gravi, all’amputazione dell’arto.
MATTINO DI PADOVA
11 AGOSTO 2010
Fantino ferito, cavallo ammazzato
Roberto Morello
MONTAGNANA (PD). Gabriele Cenni e il suo cavallo Saluki, portacolori vincenti di Santa Margherita d’Adige nel 2009, non parteciperanno alla 34ª edizione del Palio dei 10 Comuni. Il trentenne fantino di Riolo Terme si è fratturato il femore in una caduta in corsa, al castrone purosangue inglese di 12 anni nella circostanza è andata molto peggio. E’ morto, dopo una terribile agonia. Tutto è successo al Palio di Savigno, paese sulle colline bolognesi, il 23 maggio scorso. Impressionante il decesso del cavallo avvenuto sul lato esterno della pista con le zampe all’aria e in preda a terribili spasmi. Una agonia che sembrava infinita, tanto che alcuni operai comunali avevano disposto diversi balloni di fieno tutto intorno all’animale, mentre parte del pubblico abbandonava mestamente il pendio erboso della Casellina che delimita il circuito. Gara interrotta dopo una mezz’ora per la decisione di sopprimere il cavallo su disposizione dei sanitari del servizio veterinario dell’Usl. La notizia non è passata inosservata dalle parti dell’Associazione 100%Animalisti che, due settimane dopo, ha affisso nottetempo manifesti con vergato «Assassini» sull’albo pretorio e sulla porta del Municipio, nonché nel cartello segnaletico di ingresso al paese bolognese. Promettendo che, sicuramente, non faranno mancare la loro presenza al prossimo Palio. Intanto la responsabile del comitato palio di Santa Margherita d’Adige, Fania Martini, è spiazzata e non sa ancora quale fantino ingaggerà. «Ho incaricato un’altra persona di cercare un fantino - spiega Fania -. L’incidente? Può succedere di tutto nella vita. Gabriele ha donato al mio Comune la grande gioia di portare a casa il primo Palio, ma non potrà difenderlo. Ha partecipato alla cena propiziatoria, ma per cavalcare è ancora presto». -
LA NUOVA VENEZIA
11 AGOSTO 2010
Spariti due cani di razza in via Montello
CAVALLINO (VE). Spariscono inspiegabilmente due cani di razza da un’abitazione lungo via Montello a Cavallino-Treporti. Disperati i padroni chiedono di essere contattati da chiunque sappia qualcosa. Spariti dal recinto una cagnetta Cocker di 6 anni e un maschio razza Breton di 9 mesi. Entrambi i cani erano stati microchipati e quindi risultano riconoscibili verificando negli archivi dell’anagrafe canina del Comune. A cercarli senza successo da almeno quattro giorni il proprietario Graziano Fuin che si è rivolto alla guardia zoologica della polizia locale. «Quello che insospettisce - spiega l’agente - è il fatto che siano spariti insieme. O si tratta di un furto vero e proprio o si tratta di una cattiveria ai danni dei cani da parte di qualcuno che si è vendicato sulle bestie perché ce l’ha con il padrone. In entrambi i casi sarebbero azioni molto gravi. Consigliamo di restituire al più presto i due cani al legittimo proprietario per evitare altre conseguenze». La polizia locale invita chiunque possa aver visto gli animali o abbia notizie degli stessi a contattare il proprietario o il comando della polizia allo 041-968021.
SAVONA NEWS
11 AGOSTO 2010
Albenga (SV): la Protezione Animali salva gattini abbandonati
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ALBENGA (SV) - Animalisti albenganesi infuriati: da diversi anni, in questa stagione ma è già accaduto lo scorso aprile, il solito ignoto abbandona vicino al sagrato della chiesa di San Fedele d’Albenga, una cucciolata di gattini appena nati; puntualmente anche quest’anno i volontari della Protezione Animali albenganese sono stati chiamati per soccorrere cinque piccoli di pochi giorni, contenuti nella solita scatola da scarpe e simili ai precedenti.E’ così scattata la difficile opera di salvataggio, che spesso si conclude con la morte degli animali, troppo piccoli e debilitati (erano ormai quasi freddi) malgrado le cure veterinarie e le frequenti “poppate” artificiali.L’ENPA, per voce di Elena Cammilli, curatrice del settore felini, propone all’anonimo proprietario, sia per non incorrere in pesanti condanne che per evitare inutili maltrattamenti, di sottoporre la gatta a sterilizzazione, un’operazione semplice e poco costosa, che non ha alcuna controindicazione ed evita definitivamente nascite indesiderate. I volontari sarebbero anche disposti a tassarsi per pagargli l’intervento; temono però che si tratti di uno dei contadini dei dintorni, molti dei quali ancora pensano – erroneamente – che una gatta sterilizzata perda interesse o capacità nel cercare ed uccidere i topi.
IL CENTRO
11 AGOSTO 2010
Negato il soccorso a un gatto La Asl: «Curiamo solo cani»
TERAMO. Soccorsi certi per i cani ma non per i gatti. E’ la denuncia della presidente della Lega per la difesa del cane, Catia Durante , che racconta quanto le è capitato qualche giorno fa. «Un signore ha raccolto un gatto investito a Giulianova che aveva il bacino fratturato e mi ha chiesto di aiutarlo a farlo medicare. Io allora ho chiamato, come da prassi, il centralino della Asl per chiedere il numero del veterinario reperibile. Il centralinistra mi dice che per i gatti non sono previsti soccorsi. Io rispondo che, invece, la legge prevede il pronto soccorso veterinario per tutti gli animali d’affezione. Il centralinista replica che è questa la disposizione della Asl». Catia Durante ha insistito, ha ottenuto il numero del veterinario e il gatto è stato soccorso. «Ma è stato solo grazie al fatto che ho insistito perchè conosco la legislazione in materia, tanti altri non sarebbero riusciti a superare lo sbarramento», precisa la presidente, che ha segnalato il disservizio alla Forestale. Ora il gatto è ricoverato nella facoltà di veterinaria che da qualche tempo svolge un servizio di pronto soccorso 24 ore su 24 per animali abbandonati. «Ma devono essere portati da personale della Asl», obietta Durante, «mentre bisognerebbe rendere accessibile la struttura a tutti. Una persona che si imbatte in un animale che ha avuto un incidente inizia un’Odissea e non sa che fare. E’ costretto a lasciarlo per strada o a pagare di tasca propria. Ci dovrebbe essere un meccanismo chiaro e conosciuto da tutti».
GEA PRESS
11 AGOSTO 2010
Corse clandestine di cavalli: da Napoli a Catania, centinaia di video su You Tube
Ha vinto la politica dell'abbandono - L'inchiesta di GeaPress
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GEAPRESS – Mentre un mondo politico, indistintamente da colori e schieramenti, vola sui cieli surreali scollati dalla realtà, il mondo reale si organizza e vince. Vince letteralmente tra le strade di Messina, come di Afragola, Catania, Reggio Calabria e Torre Annunziata. I fantini della mafia hanno avuto il regalo del nuovo Codice della Strada (vedi articolo GeaPress, in zoomafia 29 giungo 2010) che ha confermato pienamente la liberatoria nei loro confronti. La corsa clandestina di cavalli, blandamente punita dal Codice, è solo la cima di un iceberg. Per il resto, la disponibilità della strada è, per i calessi di mafia, totale. Unico problema le Forze di Polizia che si ostinano a bloccare le corse, ma tutto il resto è ormai “cosa nostra”.Mentre a Roma si perde tempo con improbabili task force volute dal Ministero della Salute per la salvaguardia dei cavalli, in tutto il sud italia la corse clandestine hanno preso deciso e sfacciato possesso delle strade finanche cittadine. I video su You Tube si contano ormai a centinaia. Facce scoperte, targhe visibili, nessun timore dunque nel farsi riconoscere.A Catania, nel marzo 2010, il morello di San Giovanni Galermo (vedi primo video in basso) mostra la sfida tra “l’albanese” e “tayson” mentre una specie di versione partenopea de “l’uselin de la comare” sostituito da un cavallo, mentre corre tra palazzi e cartelloni pubblicitari da appuntamento al prossimo palio di Sant’Alfio 2010. Tale palio, ovviamente clandestino, si svolge a Tre Castagni, sempre in provincia di Catania. Su You Tube hanno scaricato l’edizione 2009 (vedi secondo video in basso) . Decine di migliaia di persone sono letteralmente disposte nel bel mezzo della strada dove sfrecciano i cavalli. Per bloccare il palio ci vorrebbe una nuova operazione Husky.Su una specie di autostrada corre “il cavallo più forte di Napoli” anche lui contornato da una canzone partenopea (vedi terzo video in basso). A Messina, invece, direttamente in città tra le palazzine di un quartiere ad edilizia popolare (vedi quarto video in basso). Sempre in una grande strada di comunicazione, corre il campione di Afragola (NA) (vedi quinto video in basso) . Il “cavallo più veloce di Torre Annunziata” (NA) lungo il percorso, incontra cumuli di rifiuti (vedi sesto video in basso). A Paternò (CT), invece è stata immortalata la corsa clandestina del 2 maggio scorso. Si vede l’Etna innevato (vedi settimo video in basso). A Messina, inoltre, si va anche in notturna (vedi ottavo video in basso).Si potrebbe continuare così con centinaia di altri esempi. Dai purosangue ai piccoli pony, nuova evoluzione delle corse di mafia. Cavallini di mafia più gestibili e dai calessi leggeri. Decine di migliaia di persone ormai fagocitate dall’altro “stato”. Lo Stato, quello con la S maiauscola, invece, non si è accorto della incredibile sbadataggine del Codice della Strada, prevedendo invece una multina per chi investa un animale da reddito.
VIDEO
http://www.geapress.org/zoomafia/corse-clandestine-di-cavalli-da-napoli-a-catania-centinaia-di-video-su-you-tube/3454
IL CENTRO
11 AGOSTO 2010
Trova una volpe in strada, ma nessuno la soccorre
LORETO APRUTINO (PE). Stava tornando a casa a Loreto Aprutino, quando ha visto una volpe in mezzo alla carreggiata. Fermata l’auto - erano le quattro di mattina - Massimo Evangelista è sceso per soccorrere quel cucciolo di volpe riverso sulla strada che, probabilmente, era stato investito. Non sapendo che cosa fare, ha iniziato a telefonare prima ai carabinieri, poi alla forestale e all’ospedale di Penne. Telefonate inutili, perché nessuno sapeva indirizzarlo, nessuno voleva andare sul posto a prendere la volpe. Ma Evangelista, caricandosi la volpe in braccio, ha continuato a chiamare cercando qualcuno che potesse prendersi cura dell’animale. Gli hanno suggerito un centro per animali a Teramo aperto 24 ore su 24, ma anche lì nulla da fare perché il veterinario era in ferie. Intanto, le condizioni dell’animale sono peggiorate. «Un’ora e mezza di telefonate, oltre venti chiamate per cercare qualcuno», racconta Evangelista che, nonostante l’orario, non si è perso d’animo e ha continuato a cercare aiuto per salvare il cucciolo. Intorno alle 5,15 di mattina, però, la volpe è morta tra le sue braccia e l’uomo l’ha seppellita lì sul ciglio della strada.
LA GAZZETTA DI MEZZOGIORNO
11 AGOSTO 2010
Al porto di Bari stroncato import di tartarughe
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BARI - La Guardia di Finanza di Bari, ha rinvenuto e sequestrato ieri tre esemplari vivi di tartaruga di terra (testudo hermanni boettgeri), facenti parte di una specie protetta. Le tartarughe, verosimilmente destinate al mercato nero, sono state sequestrate ad un soggetto sbarcato da una motonave proveniente dai paesi balcanici. L'uomo, un cittadino albanese residente a Monza, è stato denunciato alla competente autorità giudiziaria per violazione dell’art.1 comma 1 della legge nr.150/92, "Disciplina dei reati relativi all’applicazione in Italia della convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione". L'operazione ha coinvolto i militari del 1° Nucleo operativo del gruppo Guardia di finanza di Bari, in collaborazione con funzionari della dogana del capoluogo pugliese. I controlli sono stati effettuati nel quadro degli ordinari servizi di vigilanza doganale e a seguito di attività di monitoraggio dei fattori di rischio sui mezzi e sulle merci in transito nel porto di Bari.
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ADN KRONOS
11 AGOSTO 2010
Bari, operazione contro il contrabbando di tartarughe: sequestrati 3 esemplari protetti
Bari - (Adnkronos) - Gli animali, verosimilmente destinati al mercato nero, erano stati portati in Italia da un albanese sbarcato da una motonave proveniente dai Paesi balcanici Il traffico illegale delle tartarughe rare: legate e spedite dentro pacchi postali
Bari - La Guardia di Finanza di Bari, ha rinvenuto e sequestrato ieri tre esemplari vivi di tartaruga di terra (testudo hermanni boettgeri), facenti parte di una specie protetta. Le tartarughe, verosimilmente destinate al mercato nero, sono state sequestrate ad un albanese sbarcato da una motonave proveniente dai Paesi balcanici.L'uomo, residente a Monza, è stato denunciato alla competente autorità giudiziaria per violazione della legge sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione. L'operazione ha coinvolto i militari del 1° Nucleo operativo del gruppo Guardia di finanza di Bari, in collaborazione con funzionari della dogana del capoluogo pugliese.
GEA PRESS
11 AGOSTO 2010
Nuovi sequestri ad uccellatori in Campania
Ad intervenire Corpo Forestale dello Stato a Benevento ed ANPANA nel salernitano
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GEAPRESS – In provincia di Benevento, Comune di Pietraroja, il Corpo Forestale dello Stato ha denunciato due uccellatori colti in flagranza di reato. Ai due è stato posto sotto sequestro un piccolo falco e due cardellini di cattura, oltre a rete, gabbiette ed alcuni richiami vivi.In provincia di Salerno, invece, gli Agenti eco zoofili dell’ANPANA (Associazione Nazionale Protezione Animali Natura e Ambiente) hanno portato a termine una brillante operazione anti bracconaggio. Gli Agenti dell’ANPANA, infatti, hanno sequestrato decine di uccelli di cattura stipati in piccole gabbie. Tra gli animali catturati e liberati anche quaglie, gazze e merli. Sequestrata inoltre l’attrazzature rivenuta ed utilizzata dai bracconieri per le catture illegali. Archetti a scatto due reti ed un richiamo acustico (vedi foto).
L’ANPANA ha così portato a termine un’ operazione iniziata alcune settimane addietro con numerosi appostamenti. Il controllo dell’Associazione continuerà comunque con costanza anche al fine di contrastare un fenomeno come quello dell’uccellagione che nella sola Campania frutterebbbe oltre un milione di euro all’anno.
Nei giorni scorsi GeaPress aveva diffuso la notizia di uccellatori campani finanche in trasferta in altre regioni tra cui Toscana (vedi articolo GeaPress) Lazio (vedi articolo GeaPress) e Molise (vedi articolo GeaPress).
JULIE.IT
11 AGOSTO 2010
Il sito Mangiagatti.com denunciato dagli animalisti
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Claudia Peruggini
Sprona ad uccidere i gatti e a mangiarli. Il sito www.mangiagatti.com, che propone ricette cucinate con carne di gatto, rischia la chiusura in seguito alla denuncia di Lorenzo Croce, presidente di Aidaa, Associazione italiana per la difesa degli animali e dell'ambiente. Denuncia fatta alla Procura della Repubblica ed alla polizia postale di Milano.
La richiesta è proprio quella della chiusura del sito in quanto riporta "una serie di inesattezze relative alle leggi che tutelano gli animali - spiega una nota dell'Aidaa - . Leggi che puniscono con il carcere ogni maltrattamento sugli animali, fatto più grave se i gatti vengono uccisi a scopo culinario". La denuncia del presidente Aidaa, inoltre, fa esplicita richiesta che vengano "individuati e perseguiti i responsabili" per non aver rispettato la legge 281/91 e la legge contro il maltrattamento.
ADN KRONOS
11 AGOSTO 2010
In umido o alla cacciatora, shock per il sito che invita a mangiare i gatti
Milano - (Adnkronos) - Il sito, oltre a contenere le ricette per cucinare i mici, contiene anche una serie di inesattezze relative alle leggi che tutelano gli animali. L'Aidaa chiede l'oscuramento. ''Così si cucina il gatto''. Bigazzi sospeso dalla Rai per la ricetta choc a 'La prova del cuoco' (VIDEO)
![]() Milano - Questa mattina il presidente nazionale di Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente), Lorenzo Croce, ha inviato una denuncia alla procura della repubblica ed alla polizia postale di Milano chiedendo l'immediata chiusura di www.mangiagatti.com, il sito internet che inneggia a uccidere e cucinare i gatti. Il sito internet, oltre a contenere le ricette per cucinare i mici, contiene anche una serie di inesattezze relative alle leggi che tutelano gli animali e che puniscono con il carcere chiunque li maltratti o li uccida. La denuncia è stata anticipata da una segnalazione telefonica del presidente di Aidaa al compartimento di polizia postale della questura di Milano e, oltre alla chiusura del sito, chiede che vengano individuati e perseguiti i responsabili per violazione della legge 281/91 e della legge contro il maltrattamento."E' una vergogna - dichiara Lorenzo Croce - che esista ancora gente che pubblicizzi ed inneggi all'uccisione dei gatti a scopo culinario, noi abbiamo chiesto l'immediato oscuramento del sito, ma non ci basta vogliamo che i responsabili vengano presi e puniti con il massimo della pena. Maltrattare e uccidere gli animali è un reato penale e per questo dobbiamo colpire con pene severe chi inneggia al maltrattamento e ci aspettiamo che le forze dell'ordine chiudano subito il sito in questione''.
VIRGILIO NOTIZIE
11 AGOSTO 2010
Animali/ Aidaa: Chiudere sito mangiagatti e punire responsabili
Denuncia in procura: "Una vergogna, sono reati penali"
Roma - Il presidente nazionale dell'Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa), Lorenzo Croce, ha inviato una denuncia alla procura della Repubblica e alla polizia postale di Milano chiedendo l'immediata chiusura del sito internet che spiega come cucinare i gatti fornendo anche qualche ricetta. "Il sito www.mangiagatti.com oltre a contenere le ricette di come cucinare i mici, contiene anche una serie di inesattezze relative alle leggi che tutelano gli animali, leggi che puniscono con il carcere chiunque maltratti o uccida un gatto, figuriamoci poi se questa uccisione avviene a scopo culinario", dice l'Aidaa. Con la denuncia si chiede "l'immediata chiusura del sito e che vengano individuati e perseguiti i responsabili di tale sito per violazione della legge 281/91 e della legge contro il maltrattamento. E' una vergogna - dice Croce - che esista ancora gente che pubblicizzi ed inneggi all'uccisione dei gatti a scopo culinario. Abbiamo chiesto l'immediato oscuramento del sito, ma non ci basta vogliamo che i responsabili vengano presi e puniti con il massimo della pena". Maltrattare e uccidere gli animali è un reato penale e per questo dobbiamo colpire con pene severe chi inneggia al maltrattamento e ci aspettiamo - conclude - che le forze dell'ordine chiudano subito il sito in questione".
MESSAGGERO VENETO
11 AGOSTO 2010
Vacche morte di fame, l'allevatore: sono pentito
RAGOGNA (UD). «Sono pentito di non aver dato da mangiare a quelle bestie, ma se ho mancato ai miei doveri di allevatore è soltanto per alcuni problemi personali». Dopo il sequestro della stalla dell’“Azienda agricola 2D” a Muris di Ragogna interviene il proprietario Roberto De Monte, 43 anni di Coseano. L’uomo, denunciato per maltrattamenti di animali, non nega di essere stato carente nell’alimentazione delle vacche e si dichiara pentito. «Avevo problemi personali da risolvere - spiega - E poi i miei vicini non mi hanno dato una grande mano». L’uomo, comunica tuttavia di essere intenzionato a dare in affitto la stalla e di voler quindi lasciare l’attività. Nell’azienda “3D”, lo ricordiamo, lunedì erano arrivati i vigili urbani e i veterinari trovando quattro vacche morte, due in fin di vita per malnutrizione. Altre 4 sono state salvate. E la Latteria turnaria di Muris, la Pro Loco e l’associazione “Muris in festa”, comunicano di non aver nulla a che fare con la vicenda e di non aver mai trattato i prodotti messi in commercio dall’allevatore.
LA REPUBBLICA
11 AGOSTO 2010
Un pitone a guardia della droga dodici persone arrestate
Operazione della Guardia di Finanza. A capo della banda c'era una donna. Il pericolosissimo serpente era usato anche come "deterrente" per i clienti che non pagavano
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ROMA - Un rarissimo e pericolosissimo pitone albino lungo tre metri usato per fare la guardia alla cocaina e spaventare i clienti che non pagavano. L'ingegnoso sistema era stato escogitato da un'organizzazione di trafficanti sgominata dalla Guardia di finanza del Comando provinciale di Roma: 12 persone sono state arrestate, mentre il serpente è stato sequestrato e trasferito al rettilario del Bioparco.al termine di un'indagine durata alcuni mesi. Il blitz è stato deciso quando sei componenti dell'organizzazione, intercettati e pedinati, si sono riuniti in uno degli appartamenti che usavano di solito per preparare la sostanza da spacciare. In una stanza c'era il pitone, che li ha subito attaccati. L'animale veniva tenuto digiuno per svilupparne l'aggressività e renderlo più "convincente" nei confronti dei clienti che non pagavano. Cinque i chili di cocaina sequestrati. Nel corso della perquisizione sono state trovate anche due semiautomatiche calibro 9. La banda operava su tutto il territorio laziale.
Le Fiamme gialle hanno chiamato la Forestale che prima ha dato al serpente un pollo da un chilo poi lo ha catturato: sotto il pitone sono stati trovati due etti di cocaina purissima. I dodici arrestati sono tutti romani, alcuni di origine campana. A capo della banda c'era una delle due donne del gruppo. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Sono in corso indagini per accertare legami con la criminalità organizzata.Il rettile, spiegano i finanzieri, era "un eccellente nascondiglio per le sostanze stupefacenti e fungeva anche da deterrente per le forze dell'ordine e mezzo di 'convinzione' per ottenere i pagamenti richiesti ai potenziali acquirenti delle sostanze stupefacenti". Le 12 persone arrestate "dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, nonché di altri reati contro il patrimonio e connessi all'illecita detenzione di armi e specie animali protetti".
VIDEO
http://tv.repubblica.it/copertina/un-pitone-a-guardia-della-coca/51627?video
IL VELINO
11 AGOSTO 2010
Roma, pitone albino usato come “corriere della droga”: 12 arresti
Roma - Un pitone albino di tre metri per nascondere cocaina purissima e minacciare i rivali. L’ingegnoso sistema era stato escogitato da un’organizzazione di trafficanti sgominata dalla Guardia di finanza del comando provinciale di Roma. Dodici persone sono state arrestate, mentre il serpente è stato sequestrato e trasferito al Bioparco. L’operazione “shyla connection”, iniziata a seguito di alcuni controlli su strada effettuati dai Finanzieri del I Gruppo Roma, ha permesso, nel giro di pochi mesi, di sequestrare circa cinque chili di cocaina che l’organizzazione custodiva in immobili che erano stati adibiti a deposito. Il blitz che ha permesso di smantellare l’associazione criminale è scattato quando sei dei membri dell’organizzazione, intercettati e pedinati, si sono riuniti in uno degli immobili nella loro disponibilità per preparare la sostanza da spacciare. Le successive perquisizioni hanno permesso di rinvenire non solo lo stupefacente già pronto per essere immesso sul mercato laziale unitamente a tutta la strumentazione utilizzata dalla banda per la preparazione dello stesso ma anche diverse pistole e proiettili di vario calibro, verosimilmente strumentali alla commissione dell’illecita attività. I Finanzieri hanno anche trovato in una delle abitazioni perquisite, un pericoloso “pitone albino” (Python Molurus Bivittatus varietà albina) di circa tre metri, in stato di liberta, che è stato sequestrato unitamente al personale del Corpo forestale dello Stato e affidato alle cure veterinarie degli esperti del Bioparco di Roma. Il pericoloso rettile oltre a essere un eccellente nascondiglio per le sostanze stupefacenti (infatti, sotto il suo corpo sono stati rinvenuti circa 200 grammi di cocaina purissima) fungeva anche da deterrente per le forze dell’ordine e mezzo di “convinzione” per ottenere i pagamenti richiesti ai potenziali acquirenti delle sostanze stupefacenti. I dodici membri dell’organizzazione criminale, tra cui due donne, dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, nonché di altri reati contro il patrimonio e connessi all’illecita detenzione di armi e specie animali protetti.
GEAPRESS
11 AGOSTO 2010
Pericoloso Pitone a guardia di droga: ma per la legge italiana si può vendere quasi come un canarino. Video della Guardia di Finanza.
GEAPRESS – Non è la prima volta che in ambito malavitoso avvengono sequestri di grossi rettili tra cui proprio grandi serpenti. Oggi la notizia diffusa dalla Guardia di Finanza ed dal Corpo Forestale dello Stato. I Forestali sono intervenuti a recuperare un grosso Pitone moluro, dopo l’irruzione eseguita dai Finanzieri in una delle abitazioni di spacciatori di droga perquisita in queste ore.Già lo scorso 27 luglio (vedi articolo) GeaPress aveva dato notizia di un grosso Boa Constrictor sequestrato nel napoletano a guardia di numerose armi tra cui pistole, munizioni, un fucile mitragliatore da guerra ed addirittura un machete.Quello che non quadra, secondo GeaPress, è la pericolosità di questi animali, così come immediatamente comunicato dalle stesse Forze dell’ Ordine dopo i sequestri, e la facilità con la quale possono essere acquistati praticamente da un cittadino qualunque. In una recente intervista rilasciata a GeaPress il Dott. Vincenzo Ferri (vedi intervista GeaPress), erpetologo di fama internazionale, sottolineava come molti di questi animali, non a caso messi a guardia di droga ed armi, sono potenzialmente pericolosi per l’incolumità pubblica.Un Pitone moluro, come quello oggi sequestrato a Roma, può se adagiato sul collo stringersi pericolosamente in cerca di calore. In Florida, ad esempio, un Pitone moluro detenuto in casa ha così soffocato una bambina di due anni. Eppure in Italia basta avere alcune centinaia di euro e rivolgersi per l’acquisto ad un qualsiasi negozio di animali se non addirittura ad una delle tante offerte di vendita via internet.Proprio a proposito della Florida e del clima molto simile a quello di alcune regioni italiane, il dott. Ferri aveva altresì sottolineato come la questione sopratutto dei Pitoni scappati dalla cattività o abbandonati dai terraristi stia diventando un serio problema di sicurezza per le persone. Eppure in Italia un Pitone moluro, come quello sequestrato oggi a Roma, non è inserito nell’elenco delle specie pericolose per la salute e l’incolumità del pubblico, nonostante finanche i trafficanti di droga li usino come guardiani inavvicinabili.
VIDEO http://www.geapress.org/esotici/pericoloso-pitone-a-guardia-di-droga-ma-per-la-legge-italiana-si-puo-vendere-quasi-come-un-canarino/3477
AGI
11 AGOSTO 2010
ANIMALI: POLIZIA PROV. PERUGIA SOCCORRE CAPRIOLO SOTTO SHOCK
Perugia - La polizia provinciale di Perugia, con l'ausilio del servizio veterinario, ha soccorso ieri sera un capriolo che era stato investito da un auto in localita' Lidarno in direzione del capoluogo umbro. L'animale aveva riportato delle ferite marginali che sono state immediatamente tamponate. Ma il problema maggiore era lo stato di shock che aveva completamente bloccato l'animale, il quale non riusciva ad allontanarsi autonomamente dal luogo dell'incidente. Gli agenti della polizia provinciale, dopo le cure, hanno scelto un luogo in aperta campagna, lontano da strade e auto, per rilasciarlo. Una volta superato lo shock l'animale e' tornato ad essere autonomo e libero.
YAHOO NOTIZIE
11 AGOSTO 2010
Cade per recuperare il gatto, gravissimo
GENOVA - Con una sorta di liana realizzata con cavi telefonici tenta di recuperare il gatto 'scappato' ma precipita. Gravissimo un uomo a Genova. Un cileno di 40 anni e' ricoverato all'ospedale San Martino, dopo aver cercato di recuperare il felino fuggito sul balcone di un vicino di casa partito per le ferie. Ma la corda di fortuna non ha retto e l'uomo e' precipitato nel vuoto. E' in prognosi riservata.
LA ZAMPA.IT
11 AGOSTO 2010
Dina, il primo cane che fiuta il denaro "sporco
Dina è il primo cane al mondo addestrato a fiutare le mazzette di banconote, senza la "limitazione", che altri suoi "colleghi" hanno, di individuare solo i dollari o solo gli euro. Per acquisire questa speciale abilità, utilissima nella lotta al contrabbando, il pastore tedesco ha dovuto frequentare assieme al suo "partner" ( con lei nelle foto) una scuola per i cani della Polizia di frontiera in Baviera. Da gennaio si esercita sul campo all'aeroporto di Francoforte.
FOTO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=28750&tipo=FOTOGALLERY
MESSAGGERO VENETO
11 AGOSTO 2010
Il circo Orfei ritorna a Lignano
Rosario Padovano
LIGNANO (UD). Ritorna dopo 10 anni a Lignano Sabbiadoro il circo Amedeo Orfei. Un’attesa che sarà ripagata da spettacoli d’alta arte circense. Da venerdì 13 agosto e fino a domenica 29 il tendone della famiglia Orfei sarà presente a Lignano, in viale Europa, proprio di fronte al Luna Park della località balneare friulana, per offrire al numeroso pubblico di turisti italiani e tedeschi il meglio di questa attività. Gli spettacoli nei giorni feriali, compreso proprio il venerdì che segna l’apertura, inizieranno alle 21.30. Il sabato e la domenica gli appuntamenti, per grandi e piccini, saranno ben 2: alle 18 e alle 21.30. La nuova generazione della famiglia Orfei, che tanta fama si è costruita nel corso degli anni in tutto il mondo, sta conoscendo una stagione ricca di successi. Anche per questo Amedeo Orfei ha chiesto e ottenuto di poter essere ospitato a Lignano Sabbiadoro, località sempre attenta a questo genere di spettacoli. Tra i grandi protagonisti ci saranno Alex, che comanda gli splendidi cavalli arabi; poi Maionese, il piccolo clown amato dai bambini. Uno dei numeri migliori è senz’altro quello che riguarda le tigri del Bengala e le tigri siberiane, domate da Jerry Ambro In più, sotto il tendone, ci sarà spazio per altre specie esotiche come cammelli, zebre ed elefanti, animali che si possono ammirare dal vivo soltanto nel continente africano oppure al circo. Il direttore del circo Amedeo Orfei è Lino Orfei, cugino della famosa Moira Orfei. «Abbiamo numerosi acrobati con noi – spiegano dalla direzione del circo - tra essi ci sono pattinatori e giocolieri. Proporremo grandi spettacoli per tutti, in particolare per i bambini». Una novità del circo Amedeo Orfei riguarda il coinvolgimento del pubblico, che si renderà protagonista di alcune performance. Molti inviti saranno distribuiti in tutta la città, nelle zone nevralgiche del centro storico di Lignano e anche sul Lungomare. Lo spettacolo dunque è assicurato.
IL TIRRENO
11 AGOSTO 2010
Non toccate i piccioni
GROSSETO. Hanno diffidato i sindaci che hanno firmato nei giorni scorsi l’appello per l’abbattimento dei piccioni, chiedendo al legislatore “strumenti normativi in grado di rafforzare le politiche di contenimento demografico di questi volatili”. Un’iniziativa forte che è stata decisa dalla sezione provinciale della Lega antivivisezione, contraria all’ipotesi di un piano straordinario per l’abbattimento dei piccioni. Strumenti normativi che la Lav legge come semplici autorizzazioni alla carneficina. «Non basta il disagio di alcuni cittadini per fare una richiesta del genere - dicono - gli strumenti cruenti possono essere applicati solo in caso di concreti rischi sanitari, che fino ad oggi non risultano essere documentati, ma solo paventati». «Il piccione appartiene alla fauna selvatica, come confermato dal Tar e dalla Cassazione ed è dunque patrimonio indisponibile dello Stato, al contrario di quanto spesso si vuol far credere per favorire azioni distruttive nei suoi confronti». La Lav è andata a spulciare tutte le leggi italiani sulla materia. Per scoprire che il piccione vive “in stato di libertà naturale nel territorio nazionale”, mentre “appartengono alle specie domestiche o addomesticate il piccione viaggiatore e quello allevato per scopi alimentari o sportivi”. Ed ancora “Il colombo torraiolo o piccione va incluso tra gli animali selvatici e il suo abbattimento con carabine ad aria compressa concreta il reato stabilito in diversi articoli del codice penale che sono stati poi utilizzati dalla Cassazione in tante sentenze. «L’inefficacia di metodi ecologici per il contenimento della sua popolazione (mangimi inibitori della fertilità, dissuasori di appoggio ecc.) - aggiungono alla sezione provinciale della Lav - deve essere certificata dall’Ispra, autorità di Stato competente in materia, prima di poter passare ai metodi cruenti». Anche il Consiglio di Stato è stato chiarissimo nel ribadire come debba considerarsi difforme dal paradigma normativo dell’articolo 19, comma 2, della legge n.157/92 il piano di controllo in cui «non risulti intervenuta la necessaria verifica, da parte dell’Ispra, in ordine alla inadeguatezza di quei metodi ecologici considerati dalla legge prioritari rispetto ai sussidiari sistemi di abbattimento». Un vero e proprio trattato legale quello che è stato messo nero su bianco dalla lega antivivisezione per inviare poi la diffida ai sindaci. «Lo stesso Tar Toscana chiarisce in una recente e significativa sentenza della Sezione II del dicembre come è evidente che l’ordinamento considera l’abbattimento e pertanto l’eliminazione cruenta degli animali - dicono alla Lav - persino se, in ipotesi, nocivi sotto il profilo sanitario l’extrema ratio, cioè la soluzione utilizzabile solamente quando tutte le altre si dimostrino inefficaci». La lega antivivisezione La Lav rimane comunque a disposizione per un confronto costruttivo, sempre sulla base del principio della tutela degli animali e del loro rispetto.
LA NUOVA FERRARA
11 AGOSTO 2010
Colombi, esposto sulle gabbie
Ferrara - Tempi duri per i colombi di Ferrara, sottoposti a un severo controllo per ridurne la presenza e le conseguenze sulla salute delle persone e la conservazione dei monumenti. Ma c’è modo e modo di intervenire per controllare la proliferazione della specie e di questo se ne fanno garanti i responsabili delle associazioni animaliste che si sono incontrate con l’assessore alla Sanità. Il Comune è convenzionato da anni con l’associazione Aquila, per la cattura, sterilizzazione e soppressione dei colombi malati. Il Comune ha ricevuto in questi giorni un esposto da parte di Alberto Felloni presidente dell’Enpa, testimone di un episodio piuttosto increscioso. Dopo una segnalazione, Felloni si recava presso il Consorzio Agrario dove sono state collocate alcune gabbie per catturare i colombi, trovandole in maggior parte con animali morti o agonizzanti. Colpito da queste immagini, ha telefonato prima alla Polizia Municipale poi, assumendosi le sue responsabiltà, ha liberato le bestiole. Le gabbie infatti consentono al colombo di entrare ma poi lo bloccano e non lo fanno più uscire consentendo così al veterinario di intervenire. Andrebbero quindi controllate regolarmente, quasi ogni giorno, per non far morire crudelmente di fame e sete questi animali. Il Comune, da parte sua, per arginare il numero di questi volatili, sta studiando con la Lipu un metodo diverso da quello delle gabbie, trovando il rimedio più facile e semplice in un farmaco anticoncezionale da mescolare al mangime. Inizialmente però l’Usl veterinario non l’ha approvato per gli effetti collaterali. Sembra invece che ora sia stato messo a punto un prodotto che risulta innocuo, già usato in altre città e quindi autorizzato. Intanto però le gabbie sono ancora posizionate specie in via Foro Boario presso l’ex macello e questa anche di grandi dimensioni.
IL TIRRENO
11 AGOSTO 2010
Salvato un cane
PRATO. Se l’è vista brutta, ieri mattina, un cane di razza spinone, tradito dalla sua esuberanza e dalla curiosità. L’animale ha infilato la testa tra le sbarre del cancello d’ingresso alla casa dei suoi proprietari, in via Traversa Pistoiese, e non riusciva più a tirarla fuori. I padroni hanno cercato di in tutte le maniere di aiutare il povero animale e poi si sono rassegnati a chiamare i vigili del fuoco, che hanno dovuto tagliare le sbarre del cancello e così hanno liberato il cane che ora sta bene.
LA TRIBUNA DI TREVISO
11 AGOSTO 2010
Travolge Bambi e scappa, si pente e lo salva
Rubina Bon
VILLORBA (TV). Tragedia sfiorata l’altra sera in via Capitello, a Lancenigo. Una venticinquenne in auto si è scontrata con un cerbiatto che improvvisamente le ha tagliato la strada. Danni all’auto e tanto spavento per la ragazza che la mattina seguente è tornata sul luogo dell’incidente. Lì ha trovato il «bambi» agonizzante. Ed è partita una gara di solidarietà per per salvarlo. E’ stata la stessa venticinquenne a lanciare l’allarme. Ha allertato la polizia locale, coordinata dal comandante Riccardo Sutto, che a sua volta ha chiamato il centro provinciale di recupero della fauna selvatica. I veterinari sono intervenuti per recuperare il cerbiatto gravemente ferito. L’animale è ora in cura: impossibile dire al momento se ce la farà. I veterinari ce la stanno mettendo tutta. L’incidente, che poteva avere conseguenze ben più gravi, e non solo per il povero Bambi, si è verificato nella notte tra domenica e lunedì lungo via Capitello, strada che collega Lancenigo a Carbonera. La ragazza, una villorbese di 25 anni, era al volante della sua utilitaria quando all’improvviso ha trovato un ostacolo lungo la sua strada. Sin da subito alla ragazza è parso di essersi scontrata con un cerbiatto. Ma non vedendo l’animale sulla carreggiata, la giovane, seppur impaurita, ha proseguito il suo viaggio. Una volta fermatasi, ha constatato consistenti danni al paraurti anteriore dell’auto. Lunedì mattina la ragazza è tornata sul luogo dell’incidente. Tra l’erba alta nel fossato ha intravisto Bambi agonizzante ed ha messo in moto la macchina dei soccorsi.
VIA EMILIA NET
11 AGOSTO 2010
Cani nei bar, cambiano regole
Dal prossimo autunno, se gli esercenti lo consentiranno, i cani potrebbero avere accesso a bar e ristoranti. La giunta comunale di Modena sta infatti studiando modifiche al regolamento che disciplina l'accesso di animali nei pubblici esercizi. Soddisfatta Confesercenti che aveva dato il via alla discussione.
Gianna Calanchi
Modena - La vetrofania con il cagnolino dagli occhi dolci e la scritta “Io non posso entrare” potrebbe presto diventare un lontano ricordo. Alcune settimane fa Confesercenti aveva posto all’attenzione dell’amministrazione pubblica il tema della regolamentazione dell’accesso degli animali in bar e ristoranti, auspicando che si aprisse un confronto con le associazioni. Oggi l’assessore Graziano Pini fa sapere che l'amministrazione comunale di Modena sta studiando novità nelle norme che disciplinano l’argomento. L'ipotesi al vaglio, secondo quanto riferito dallo stesso assessore Pini, prevederebbe innanzitutto di lasciare ai singoli esercenti la decisione se accogliere o meno cani nei propri locali, a patto però che gli amici a quattro zampe vengano tenuti strettamente al guinzaglio e con tanto di museruola. Ovviamente i proprietari di cani dovranno fare in modo che i loro animali si comportino secondo i canoni e titolari di bar e ristoranti dovranno essere muniti dell'apposito materiale per pulire eventuali deiezioni. Infine per tutelare quella fetta di clientela che non gradisce la presenza di animali mentre prende il caffè o nel mezzo di un pasto gli esercenti dovranno apporre sulla vetrina un cartello ben visibile dove viene precisato che in quel determinato esercizio pubblico i cani sono ben ammessi. Sull'ipotesi di modifica del regolamento di igiene comunale arriva l'apprezzamento di Confesercenti che parla di “un segnale positivo che conferma la volontà di introdurre regole, che nel rispetto di tutti, semplifichino la vita alle persone, sempre più numerose, che desiderano frequentare pubblici esercizi con i loro amici a quattro zampe”.
Ancora troppi i cani abbandonati: l'appello
Dovremmo ricordarcene sempre quando decidiamo di acquistare un animale. Come ogni anno, in questo periodo di ferie, sono molte le persone che decidono di sbarazzarsi degli animali che diventano un ingombro quando dobbiamo fare le valigie per i luoghi di villeggiatura, o quando cambiamo casa, nasce un bambino o mutano le condizioni famigliari. Le campagne di sensibilizzazione e l'introduzione dei microchip per l'identificazione non impediscono purtroppo, di sbarazzarsi, ancora con troppa frequenza, di un animale, spesso di grandi dimensioni, appena ci si rende conto che condiziona il nostro quotidiano. Negli ultimi anni sono numerose le strutture nei luoghi di vacanza che possono ospitare gli animali. Inoltre c'è la possibilità di lasciarli in pensioni che offrono un buon servizio di custodia. Al canile intercomunale di Modena entrano in media 50 cani al mese, metà dei quali vengono poi restituiti ai proprietari.
Anche i gatti a rischio
Non solo i cani, ma anche i gatti, in estate sono a rischio abbandono, se non si trova un amico a cui affidarli. E’ partita, quindi, anche la campagna antiabbandono di Gattopoli, con lo slogan “Mi-ci porti in vacanza con te”, ricordando che ormai sono molte le strutture che accettano anche gli animali. I gattili, come i canili, scoppiano, soprattutto in questo periodo dell’anno, quando nascono i cuccioli delle mamme randagie o che vivono in colonie feline. Quindi si rinnova anche l’appello alle adozioni.
LA GAZZETTA DI MODENA
11 AGOSTO 2010
Pini: «Via libera ai cani nei bar»
Modena - «I cani per i ciechi? C’è una legge nazionale che impone alle persone accompagnate da cani-guida di entrare in qualsiasi locale pubblico d’Italia. E ci mancherebbe. Piuttosto, colgo l’occasione per annunciare che stiamo preparando importnati novità nel regolamento relativo all’ingresso degli animali nei pubblici esercizi». Così l’assessore alle attività economiche Graziano Pini interviene nella discussioen sollevata da Confesercenti e legata alla presenza degli animali nei locali, una questione nata in concomitanza con la lettera inviata dal Comune nei mesi scorsi che ricordava alcune norme del regolamento comunali, tra cui il divieto di ingresso per gli animali. Una puntualizzazione che ha visto più di qualche esercente e animalista sollevare obiezioni. Sulla scorta di queste segnalazioni, il Comune ha deciso di rivedere alcune norme. «Stiamo preparando un nuovo regolamento - spiega - che prevede la modifica di alcune norme che, ad oggi, vietano l’ingresso degli animali nei locali. La novità consiste nel fatto che sarà possibile entrare in bar e ristoranti a patto che gli esercenti stessi lo decidano e a determinate condizioni». Le condizioni sono quelle che è facile immaginare: i cani devono essere dotati di museruola e guinzaglio, i proprietari devono fare in modo che gli animali si comportino secondo i canoni, i locali e lo stesso padrone devono poi essere dotati di materiale idoneo, in modo da pulire qualora sporchino. «E’ ovvio che sulla vetrina dovrà essere apposto un cartello che avvisa che in quel locale sono ammessi gli animali, questo per permettere a chi ha paura o non gradisce questa presenza di non entrare».
LA PROVINCIA PAVESE
11 AGOSTO 2010
Bellazzi, contrario l alleato Lega «Evitiamo situazioni ridicole»
VIGEVANO (PV). Tra gli esponenti di maggioranza, non tutti condividono la proposta che l’Asm intende rivolgere al sindaco leghista Andrea Sala. Il consigliere comunale Giuseppe Bellazzi, esponente del Polo laico, che governa la città con la Lega Nord, non è per niente d’accordo con l’ipotesi di un’ordinanza che vieti il passeggio con il cane sotto i portici della piazza Ducale. «Ma non siamo ridicoli! - commenta Giuseppe Bellazzi, che ha una grande passione per i cani e ne ha sempre avuti -. Io vado raramente in centro con il mio cane, ma quando mi succede, prima lo porto in campagna, dove può sporcare. E a me non è mai successo che il cane sporcasse in giro, passeggiando in centro». E poi, aggiunge Bellazzi, che di professione è medico di base, «i cani, per definzione, sono animali d’affezione, perché fanno compagnia soprattutto alle persone anziane sole. Vogliamo impedire a una donna anziana di passare con il suo cagnolino sotto i portici della piazza Ducale, dove magari è anche riparata dal sole, solamente perché c’è la preoccupazione che il suo cane faccia pipì contro una colonna? A me, davvero, sembra semplicemente ridicolo». Il consigliere comunale Bellazzi, comunque, anticipa che parlerà oggi del caso che è stato sollevato con il sindaco Andrea Sala, per spiegargli la sua contrarietà alla proposta di ordinanza che arriva dal consigliere di amministrazione di Asm, Sergio Buganza.
IL TIRRENO
11 AGOSTO 2010
A rischio il palio dei ciuchi
ROCCATEDERIGHI (GR). Rabbia a Roccatederighi, in provincia di Grosseto, per il rischio che corre il tradizionale palio, che ha per protagonisti i ciuchi, di non essere disputato. E con questa, anche tante altre kermesse con gli animali, sembrano in pericolo. Con ricadute sull’industria del turismo. Più volte gli animalisti hanno denunciato - a partire dal Palio di Siena - i pericoli che corrono cavalli e ciuchi nelle manifestazioni folkloristiche. A Roccatederighi il nodo della questione è la posa e la rimozione di uno strato idoneo di materiale arido sul tracciato (lungo 130 metri e largo 6) per attutire l’impatto degli zoccoli ed evitare scivolamenti. Un “lavoretto” la cui fattibilità economica e tecnica pare oggi insostenibile. Il Palio - in programma sabato sera - rischia di restare al palo, nonostante la Pro Loco locale abbia già speso oltre 5mila euro per ottemperare a una serie di richieste, come quella di installare una rete ombreggiante per proteggere i gatti. Nel corso di un’affollatissima assemblea (presenti anche molti turisti) al centro civico è esplosa la rabbia. Ora si va verso una mobilitazione. Le forme - qualora il palio non si svolgesse - verranno decise nelle prossime ore. «L’ultima speranza - spiegano gli organizzatori della manifestazione - è un intervento, un “aiutino” del presidente della Provincia Marras, membro del Comitato di garanzia del Palio di Roccatederighi e molto legato al nostro paese». Da ieri è in corso un ultimo, disperato, improbabile tentativo di mediazione tra i tanti soggetti coinvolti in questa partita. «È vero, il Palio è a rischio - attacca il presidente della Pro Lco locale Maurizio Minucci - ma io voglio lanciare ugualmente un appello: mi piacerebbe che sabato sera, vigilia di Ferragosto, a prescindere dalla tipologia di evento per il quale verremo autorizzati, tutte le persone che amano i ciuchi e certe manifestazioni, venissero a Roccatederighi, a sostenerci. I turisti dalla costa, ma soprattutto gli amici di Campagnatico, Roccastrada, Massa, Vetulonia, Vallerona, Montiano, Bagnolo, Monterotondo, Grosseto. Io spero ancora di far loro assistere al nostro Palio-passeggiata, che mai in 80 anni - lo ripeto - ha fatto registrare una caduta, un infortunio, un maltrattamento, una denuncia. Abbiamo somari idonei dal punto di vista sanitario e non saranno usate fruste, elemento che - a mio avviso - più di ogni altro, marca la differenza tra una competizione e una passeggiata». Per la cronaca sono stati già spesi migliaia di euro per l’organizzazione dell’evento (permessi, impianto di illuminazione, drappellone, transennatura e altre misure di sicurezza per gli asini, i fantini e il pubblico).
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
11 AGOSTO 2010
Gargano, tartarughe depongono le uova «Non toccatele»
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FOGGIA - Quando le tartarughe tornano. Sulle spiagge del Gargano si è rivista la tartaruga marittima (meglio conosciuta come Caretta caretta), avvenimento salutato con la "solennità" che l'evento suscita in tutti coloro che amano la natura "senza se e senza ma". La cronaca s'è più volte occupata di tartarughe in occasione dei ripetuti spiaggiamenti sulle spiagge garganiche, in particolare lungo la costa tra Rodi Garganico e San Menaio.
Da poco, sugli stessi litorali sabbiosi, le tartarughe marine stanno deponendo le uova. E il primo a salutare il lieto evento è il commissario dell'ente parco nazionale del Gargano, Stefano Pecorella, che parla di "Un fatto importante non solo per la Capitanata e la Puglia, ma di rilievo nazionale e internazionale, ed è un’altra conferma dell’importanza di questa area protetta in tutte le sue componenti terrestre e marina”. A spiegare la presenza delle tartarughe, il direttore scientifico del centro studi naturalistici onlus, Maurizio Gioiosa, il quale ritiene che "Si tratta, probabilmente di un ritorno, visto che le femmine mature, della taglia minima di settanta-ottanta centimetri di lunghezza, tornano a deporre sulle spiagge dove sono nate dopo i sedici e trent'anni, quando cioè raggiungono la maturità sessuale”. Da luglio continuano a giungere segnalazioni di possibile nidificazione che l’osservatorio naturalistico dell'ente parco nazionale del Gargano, gestito dal centro studi naturalistici Onlus, sta attualmente monitorando anche grazie ad una rete di preziosissimi volontari garganici. E' fondamentale che la presenza di una tartaruga sulla spiaggia e la deposizione non siano assolutamente ostacolate (la specie è considerata in pericolo dall’Unione mondiale per la conservazione della natura ed è protetta dalla legge in quanto specie prioritaria in base alla direttiva europea “Habitat”). Infatti, mentre in un caso risalente a metà luglio la tartaruga ha avuto un’ottima accoglienza dal personale del lido dove ha deposto, lo stesso purtroppo non è avvenuto nei giorni scorsi quando, in un altro lido, un esemplare è stato bloccato e rigettato in mare, probabilmente credendo che si fosse spiaggiato. La tartaruga comune è una delle più grandi tartarughe viventi, può superare i due metri di lunghezza e diverse centinaia di chili di peso; è una nuotatrice solitaria in grado di restare in immersione senza respirare anche per diverse ore. Questi animali dalla proverbiale tranquillità, sono capaci di compiere migrazioni di migliaia di chilometri per raggiungere i siti di nidificazione.
IL TEMPO
11 AGOSTO 2010
Divieti Spiagge, alberghi e ristoranti
Le ferie insieme sono un miraggio
Lasciare il cane a casa e andare in vacanza è una preoccupazione per il padrone e un potenziale stress per l'animale.
È anche vero che non è facile portarlo in vacanza. Nonostante le campagne per promuovere la partenza insieme al proprio quattrozampe, ristoranti, alberghi, spiagge, e parchi spesso sono vietati con disagi non indifferenti a chi non se ne separerebbe mai, nemmeno in moto. È il caso di un signore della Versilia, che aveva messo sul sedile posteriore della sua motocicletta un maltese di piccola taglia con tanto di casco e che è stato multato (78 euro) dai vigili: il codice lo non consente. Anche portare il cane in spiaggia, o fare il bagno insieme tra le onde può costare salato. Le cosiddette "Bau Beach", dove ciò è permesso non sono molte. Lo scorso anno secondo i dati dell'Aida sono stati oltre 59 mila i proprietari di cani multati, in media di circa 400 euro. Quel che è peggio è che non sempre sui litorali sono segnalati i divieti. All'estero alberghi, pub pensioni, stazioni di servizio hanno spesso aree riservate ai quattrozampe. La loro presenza è ben tollerata nei luoghi montani, anche per la vastità degli spazi rispetto ai più affollati litorali. In Italia, per «dare una zampa» ai proprietari in difficoltà, sulla scia di ciò che avviene all'estero, è stato attivato il sito pets-hotel.it, realizzato da Federalberghi - Confturismo, con il patrocinio del ministero del Turismo. Nel suo database sono presenti più di 11.500 alberghi dove cani e padroni sono benvenuti.
CORRIERE ADRIATICO
11 AGOSTO 2010
Marotta dedica spazio agli amici a quattro zampe, Sgammini: “Regole da rispettare”
Successo per la spiaggia riservata agli animali
Marotta (PU) - Fra i seicentotrentanove comuni costieri italiani, Mondolfo è nel novero di quella cinquantina che, già dall’inizio della stagione estiva, ha istituito una spiaggia appositamente dedicata agli “amici a quattro zampe” sulla riviera di Marotta, litorale confermato per la seconda volta bandiera blu d’Italia. “La spiaggia dedicata agli animali domestici - dichiara l’assessore al Turismo Sergio Sgammini - è un progetto sperimentale che risponde all’esigenza di moltissime persone che ogni estate non sanno dove portare il proprio animale domestico. Si calcola che una famiglia su quattro in Italia abbia in casa almeno un cane o un gatto e quindi l’area di Marotta svolge una funzione di socialità oltre che una forma di prevenzione dagli abbandoni”. La spiaggia è stata appositamente segnalata sul Lungomare Cristoforo Colombo, in un tratto tranquillo immediatamente a sud del residence Le Vele. “Una specifica ordinanza – continua l’Assessore – regola l’accesso dei cani alla spiaggia loro riservata, animali che vanno tenuti sempre con i loro padroni e nel rispetto delle norme di salvaguardia del benessere degli animali stessi e della sicurezza degli altri bagnanti presenti sul litorale”. Nella spiaggia, il Comune ha pure installato un contenitore per la raccolta delle deiezioni, così che l’area venga mantenuta in uno stato di assoluta pulizia e di decoro. “A Mondolfo e Marotta – ha ripreso Sgammini – ambiente e turismo, stringono una sorta di ‘patto’ per accogliere gli amici a quattro zampe con servizi dedicati, spazi attrezzati e regole di condotta per il rispetto dell’ambiente”. Ci troviamo dunque di fronte ad una spiaggia “animal friendly”, di quelle che anche recentemente il Ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla ha concordato con l’Anci. “Confidiamo, con questa iniziativa appena partita - conclude l’Assessore – di venire incontro ai tanti amici italiani e stranieri che da anni scelgono il nostro litorale per le loro vacanze, con quei servizi che qualificano la bandiera blu della spiaggia marottese”.
IL TEMPO
11 AGOSTO 2010
Il vademecum dell'Ente Protezione Animali
Prima di partire i quattrozampe vanno abituati al distacco
Stress da distacco dai proprietari.
«Animali e uomini hanno canali di comunicazione diversi - spiega Ilaria Ferri, direttore scientifico dell'Ente Protezione Animali - e, di conseguenza, va sempre tenuto presente che ciò che per noi è scontato non lo è per loro. E così quella che per noi è una semplice separazione temporanea, può essere vissuta, al di là delle intenzioni dei proprietari, alla stregua di un abbandono definitivo». Come comportarsi in queste situazioni? «Per alcuni animali - aggiunge Ferri - gli spostamenti verso le località di vacanze possono risultare altrettanto traumatici; per altri invece anche un breve distacco può essere insopportabile. Sarebbe buona norma educare il cane alla separazione: poco prima di partire è consigliabile fare alcune prove, lasciandolo in custodia per poche ore. In questo modo il cane si abitua alla lontananza affettiva ma, soprattutto, comprende che la separazione è soltanto temporanea».
ASCA
11 AGOSTO 2010
ANIMALI: MARTINI, CORSI FORMAZIONE E REGISTRI REGIONALI PER 'DOG SITTER'
Roma - Novita' in arrivo per chi si occupa di animali e per i cosiddetti 'dog sitter''. Le annuncia il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini che spiega di aver inserito nel ddl per la tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo, prossimamente all'esame del Consiglio dei Ministri, ''misure ad hoc che prevedono l'obbligo di frequentare corsi di formazione al fine di acquisire quelle competenze indispensabili per gestire correttamente gli animali in affidamento''.''Sto inoltre valutando, d'intesa con le Regioni, - aggiunge - l'opportunita' di istituire degli appositi registri dei dog sitter su base regionale, ove riportare l'elenco degli operatori appositamente formati per tale attivita' a garanzia della qualita' e della sicurezza del servizio''.
YAHOO FINANZA
11 AGOSTO 2010
I cinghiali veri pirati della strada
In Francia è allarme cinghiali sulle strade. Nel 2009 questo animale è stato all'origine di oltre 20 mila collisioni rispetto alle 17 mila dell'anno precedente.
Tempo fa il ministro dell'ecologia, Jean-Louis Borloo, aveva deciso per la prima volta di redigere un piano nazionale di controllo del cinghiale, i cui esemplari si sono moltiplicati per cinque nell'ultimo ventennio.È stato ormai appurato che il cinghiale saccheggia le colture, moltiplica le intrusioni negli agglomerati, devasta le proprietà private ed è fonte di pericolo per la biodiversità. Inoltre presenta rischi sanitari gravi, visto che la sua carne potrebbe trasmettere malattie all'uomo. Ma le linee guida del ministero non hanno evitato agli animali di continuare a crescere: non solo sul territorio francese ma in tutta Europa. Una delle soluzioni adottate consiste nel nutrire i cinghiali in forma preventiva per evitare che, affamati, distruggano i raccolti. Ma non tutti sono d'accordo, perché questa pratica favorisce la sedentarietà dei cinghiali, mentre in molti chiedono che non si incoraggi la permanenza di gruppi numerosi in posti definiti.
IL TIRRENO
11 AGOSTO 2010
Allarme cinghiali, sos rischio incidenti
LIVORNO. Due incidenti con la stessa dinamica nel giro di neanche 24 ore: scooteristi finiti all’ospedale dopo essersi visti tagliare la strada da un cinghiale. L’uno alle 23 di domenica scorsa con moglie e marito rimasti feriti in via del Pino a Montenero nell’urto contro un animale di dimensioni ragguardevoli. L’altro poco prima l’indomani delle 22 sulla strada provinciale per Collesalvetti, nelle vicinanze della Polveriera, con un quarantacinquenne soccorso dall’ambulanza dopo il violento impatto contro un cinghiale. Ma, a dar retta a quanto riferiscono le informazioni raccolte nelle zone collinari, i casi diventano molti di più se si mettono nel conto tanti altri episodi in cui l’incidente ha avuto conseguenze lievi o l’impatto è stato solo sfiorato. Senza dimenticare che a febbraio un altro scooterista è stato ricoverato in gravissime condizioni per le conseguenze della caduta dopo aver urtato un cinghiale alla curva Nuvolari al Castellaccio alle 6 di mattina. E nell’ottobre dello scorso anno in incidenti contro cinghiali era stata distrutta la Mercedes di un noto imprenditore e si era fratturata la gamba uno scooterista. «E’ un problema che teniamo d’occhio insieme alla polizia provinciale», dice l’assessore Ringo Anselmi. «E’ per questo motivo, cioè per tenere il più basso possibile il rischio, che abbiamo portato in alto gli obiettivi di abbattimento: cinquemila cinghiali su scala provinciale. Lo facciamo per mettere un limite ai pericoli derivanti dal sovrappopolamento. Certo, non possiamo mica mettere il guinzaglio ai cinghiali...». A giudizio dell’assessore, quel che sta spingendo i cinghiali fuori dal bosco è il fatto che la siccità sta rendendo più difficile la ricerca del cibo per gli animali. Non a caso, con le squadre di cacciatori volontari «sono state fatte pasturazioni dissuasive per scoraggiarne l’arrivo in alcune zone». Tuttavia - avverte l’assessore - in estate la campagna è piena di turisti o comunque di persone che la attraversano: «Impossibile non tenerne conto, qualsiasi intervento deve considerare le condizioni di sicurezza complessiva».
IL PICCOLO
11 AGOSTO 2010
Cervi e cinghiali finti per far rallentare gli automobilisti
TRIESTE La mucca ”autovelox”, la finta pezzata che un esasperato agricoltore sardo ha piazzato davanti alla sua azienda agricola, ha conquistato tutti i riflettori. Ma, nel Pordenonese, ben quattordici cervi e caprioli finti combattono già da molti mesi, con gli occhi rifrangenti, contro l’alta velocità. Luigi Ferone, il consigliere regionale dei Pensionati, li ha incrociati: «E ho subito rallentato». Adesso, li vuole moltiplicare. Dappertutto: «Renzo Tondo e la sua giunta collochino lungo le strade di competenza regionale a maggior rischio sagome ad altezza naturale di cervi, caprioli e cinghiali, con l’obiettivo di ridurre il numero degli incidenti» suggerisce, in una delle sue molteplici interrogazioni, il consigliere regionale. E aggiunge: «La soluzione non è eccessivamente onerosa. Si può realizzare coinvolgendo la società regionale Friuli Venezia Giulia strade». Fuor di interrogazione, Ferone spiega, dettaglia, incalza: «Ho visto due volte le sagome di animali selvatici mentre guidavo nella zona della Pedemontana pordenonese. E posso testimoniare che funzionano: ho avuto un’ottima impressione, mi sembravano veri, e ho istintivamente frenato entrambe le volte». E allora, in nome della sicurezza stradale, perché non riprodurre il modello? Il ”copyright” ce l’ha la Provincia di Pordenone. Ma non è gelosa, anzi: «Siamo pronti a mettere a disposizione la nostra esperienza con i suoi lati positivi e negativi» afferma l’assessore Stefano Zannier. Riassumendo la ”storia” degli animali di cartone usati nelle aree in cui più alta è la percentuale di incidenti causati proprio dalla fauna: le prime due sagome sono state piazzate nel luglio 2009. Poi, mese dopo mese, ne sono state collocate altre dodici. Costano all’incirca 700 euro l’una, posa compresa: «Non è una cifra irrilevante. Ma, con l’esperienza, possiamo abbattere i costi. Non servono, ad esempio, sagome multi-colorate...». Al di là del colore, però, funzionano? «In alcuni casi sì e in altri no. Abbiamo tutti i dati ma, semplificando, diciamo che funzionano molto bene quando il traffico è variabile. Se lungo una strada passano sempre gli stessi automobilisti, dopo un po’, si abituano e non rallentano più» conclude Zannier. Ora la parola passa alla Regione. Ascolterà il suggerimento dei Pensionati? Copierà il modello pordenonese? «Valuteremo attentamente la proposta, come sempre, e poi decideremo» risponde l’assessore alla Viabilità Riccardo Riccardi.
SICURAUTO
11 AGOSTO 2010
DeerDeter: dagli USA un sistema per evitare incidenti stradali con gli animali
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"DeerDeter" è un sistema studiato per evitare incidenti stradali con gli animali - soprattutto selvatici - messo a punto dallo Utah Department of Transportation, in collaborazione con la società europea Jafa Technologies. Il "DeerDeter" è composto da un piccolo pezzo di plexiglass, posizionato sulla parte anteriore del veicolo e abbinato a dei sensori che, quando rilevano la presenza di un animale, emettono suoni e fasci luminosi per spaventare l'animale che scappa perché avverte la situazione di pericolo. Il "DeerDeter" è al momento un progetto in fase di sperimentazione che sta per essere testato su 100 automobili. Come dice il nome stesso, il "DeerDeter" è un deterente verso l'impatto con i cervi che popolano lo stato americano dello Utah. Solo quest'anno, negli USA gli incidenti stradali con gli animali selvatici sono stati 1,5 milioni e hanno provocato già 150 morti. Jafa Technologies assicura che il "DeerDeter" ridurrà gli impatti con cervi e animali del 90%. Si tratta di una soluzione importante che potrebbe essere adottata anche da noi, per evitare la moria di cani e gatti che si registra da sempre sulle strade italiane, soprattutto in questo periodo in cui gli animali vengono abbandonati maggiormente.
LA PROVINCIA DI LECCO
11 AGOSTO 2010
Caccia, allarme caprioli in Valsassina: il giallo dei capi che mancano
Numeri in calo rispetto all'anno scorso, si cercano le cause tra il lungo inverno, le malattie e un ambiente che cambia
Paola Sandionigi
BARZIO (LC) - Il lungo e freddo inverno, con tanta neve abbondante come non se ne vedeva da tempo, ha creato qualche difficoltà alla sopravvivenza dei caprioli.
Qualcuno è sceso a valle alla disperata ricerca di cibo e ha perso la vita nei dirupi, o attraversando la strada è stato investito. Una stagione da dimenticare, dunque, per i caprioli sui monti della provincia lariana. Sono 816 gli esemplari conteggiati nel Comprensorio lecchese, che dà diritto ai cacciatori di prelevare 101 capi in tutto, seguendo regole ben precise. Un numero basso che non è sfuggito agli addetti ai lavori, ben 36 capi in meno rispetto allo scorso anno. Tanto che i cacciatori sono stati i primi ad avvallare la chiusura sul Resegone. Chiedendo però l'intervento delle istituzioni affinché si possa individuare la causa e risolverla. «Da parte nostra continueremo a fare prelievi sanitari, ripristini ambientali e la posa dei dissuasori per evitare che attraversino la strada - dice Roberto Combi, presidente della commissione ungulati del Comprensorio lecchese - serve però l'intervento delle istituzioni». Il problema è soprattutto nell'area del Resegone, dove la caccia è stata vietata. Nelle altre zone invece aprirà lunedì 16 agosto e il conto alla rovescia per gli appassionati è già cominciato. Un problema molto complicato, quello del ripopolamento, e se tuttavia di cuccioli ne nascono parecchi, è poi difficile crescere e ambientarsi in un habitat che sta perdendo le sue caratteristiche. «Le cause di questo calo di caprioli sono varie, purtroppo non abbiamo scoperto la primaria e non possiamo perciò intervenire a sanare la situazione - spiega Pietro Gatti responsabile del settore caccia e pesca dell'Amministrazione provinciale - Ora potrebbe anche essere che il censimento sia stato fatto in giornate piovose e che i caprioli siano rimasti nelle tane. Non escluderei nulla». Il fatto è che in Valsassina si aprirà la caccia, e si potranno prelevare in periodi cadenzati, 32 esemplari nell'area di Campelli Maesimo, 20 in quella delle Grigne orientali e 49 in quelle Occidentali. Sul Resegone invece sarà chiusa. A preoccupare è il calo drastico di caprioli sul Resegone, che potrebbe essere dovuto ad una semplice casualità, ma anche a vari fattori. «Non dimentichiamo che ha fatto molto freddo e ha nevicato tanto, molti animali non ce l'hanno fatta - continua Gatti - Aggiungiamo anche delle malattie infettive che puntualmente gli ungulati prendono. Malattie che non vanno lette in modo negativo ma che aiutano a selezionare, altrimenti ci troveremmo invasi. Potrebbe essere che una di queste infezioni sia stata più forte degli anni passati, unita proprio al freddo». C'è poi l'habitat naturale che si sta modificando «abbiamo zone sempre più boscose non adatte agli animali e quei dirupi che sono molto pericolosi - continua il funzionario di villa Locatelli -. Escluderei comunque la presenza di piogge acide o di chissà quali malattie sconosciute. Sono dell'idea che è il risultato di una serie di concause. L'anno prossimo potrebbe essere che il numero salga notevolmente, come che diminuisca ancora». Non c'è infatti nulla di concreto, se non il solo dato che dice che quest'anno ci sono meno caprioli rispetto ai passati, e che sul Resegone la caccia non verrà aperta.
LA NUOVA VENEZIA
11 AGOSTO 2010
Una nutria nella rete durante l ultima ronda
JESOLO (VE). Un’altra operazione contro il commercio abusivo, l’ennesima di una lunga serie in questa stagione all’insegna della «tolleranza zero». L’ha messa a segno ieri la polizia provinciale. L’azione, dice una nota diffusa da Ca’ Corner, è stata condotta in stretta collaborazione con la polizia locale della città del litorale veneziano. Durante le fasi di sequestro, il vice comandante Antonio Lunardelli ha anche catturato una nutria che che si era nascosta fra i carrelli di merce. L’operazione ha suscitato la curiosità dei turisti presenti, che si sono proccupati di conoscere le sorti dell’animale dopo la cattura.
GIORNALE DI SICILIA
11 AGOSTO 2010
Nessuno ha più visto la pantera
Da tre settimane non si registrano segnalazioni dell'animale visto tra giugno e luglio a Palermo, nella zona di Borgo Nuovo
PALERMO. E' sparita nel nulla la pantera che per oltre un mese ha "animato" l'estate dei palermitani. La centrale operativa della Forestale è stata sommersa di segnalazioni da giugno fino al 21 luglio, poi il telefono non ha più squillato e la pantera è finita nell'oblio. Da tre settimane, infatti, del felino non si sa più niente.
"Non abbiamo più ricevuto segnalazioni - dice la Forestale - E' possibile che si sia spostato". Il felino, secondo le indicazioni dei cittadini e una fotografia poco nitida scattata da un dipendente della Forestale, si muoverebbe nei boschi sopra Borgo Nuovo, nella zona in cui comincia la pineta che sale verso Baida, ma poi si sarebbe spostata anche verso Boccadifalco e Torretta. Il caso dell’estate palermitana è stato discusso ieri mattina durante la trasmissione Ditelo a Rgs in onda su Tgs ed Rgs. Il Giornale di Sicilia dedica oggi un articolo alla vicenda nelle pagine della cronaca di Palermo.
LA PROVINCIA DI SONDRIO
11 AGOSTO 2010
In Australia piano per eliminare 60mila dromedari selvatici
SYDNEY - Nonostante le polemiche suscitate su scala internazionale, il governo del Territorio del Nord dell'Australia ha confermato la decisione di eliminare nei prossimi 12 mesi altri 60 mila dei circa 300 mila dromedari selvatici che vagano nell'interno del continente devastando il fragile ecosistema dell'entroterra e distruggendo le condutture dell'acqua e delle fognature per abbeverarsi. Il ministro dell'Ambiente del Territorio, Karl Hampton, ha detto che 2000 animali sono stati uccisi da giugno da tiratori scelti a bordo di aerei, e che l'operazione si estenderà alla cattura e macellazione.
LA NUOVA SARDEGNA
11 AGOSTO 2010
L'azienda svende gli ultimi suini
Maurizio Porcu
BERCHIDDA (OT). È da dicembre che non ricevono stipendi e diversi mesi che i contributi non vengono versati. Troppo per resistere all’umiliazione di vedere venduti i pochi maiali rimasti in buona salute all’interno della Quattromori. Ed è così che ieri mattina ad aiutare il direttore dell’azienda a caricare gli animali sul camion è stato soltanto uno dei dipendenti. Una della poche attività che viene consentita, nonostante la sospensione dell’Aia, è proprio la vendita degli ultimi magroni. Fatto questo che ha suscitato la reazione dei lavoratori, che proprio nei giorni scorsi si sono tutelati attraverso un legale e i sindacati per il recupero degli stipendi. «Non ne possiamo più - dicono -, di rimanere in queste condizioni senza un minimo di tutela a iniziare dalla sicurezza all’interno dei capannoni, a vedere continuamente topi che infestano l’azienda con noi che siamo da tre anni senza che ci facciano fare le visite mediche o i vaccini». E sono gli stessi lavoratori che hanno visto crescere l’azienda che, prima della cessione avvenuta nel 2002 aveva una capacità produttiva di oltre 12 mila maiali all’anno, con una produttività annua per scrofa superiore alla media nazionale, depuratore e impianto a biomasse in funzione e un utile annuo costantemente tra i 600 e gli 800 milioni di lire. Con la vendita alla “Setam”, di cui amministratore era Gianni Cozzo e da settembre 2009 Vivarelli. La proprietà rimane tale fino a marzo dello scorso anno quando la “Setam” cessa le sue attività e le cede alla nuova “Quattromori” diretta da Lorenzo Veggi. Che da dicembre 2008 è anche amministratore della ex Valriso recentemente inquisita dalla Procura di Cagliari per una truffa da oltre 24 milioni di euro. La decisione dei dipendenti, in attesa delle retribuzioni dovute, è di limitare l’attività lavorativa necessaria a garantire il benessere degli animali. L’azienda è così passata dalle mille scrofe a poche centinaia, animali ai limiti della sopravvivenza e scorte esigue di mangimi. Tanto da portare a oltre 200 decessi tra marzo e aprile. Troppi in un così stretto arco di tempo per poter credere che tutto vada bene. Lo scorso anno, il Tribunale di Tempio aveva messo all’asta maiali per un valore di circa 300mila euro per ripagare alcuni creditori e a giugno è stata staccata la luce per una settimana circa. Debiti su debiti ai quali, nelle ultime settimane, si è fatto fronte barattando gli stessi maiali col mangime. Avvicinandosi all’azienda ci si rende conto del forte impatto ambientale con un probabile inquinamento delle zone circostanti. I problemi non si contano e, da più parti, c’è chi si chiede se realmente si stia cercando di salvare azienda e posti di lavoro vista l’indifferenza che ha permesso di arrivare a questo punto critico.
L'ARENA
11 AGOSTO 2010
Trovati «ormoni» in un vitello Sequestrati due allevamenti I titolari: «Ingiustamente colpiti per un bovino che è stato importato dalla Francia In Italia siamo super controllati, all’estero non è così e paghiamo noi le conseguenze»
Bovolone (VR) - Due stalle di un allevamento veronese della società agricola «Zootecnica srl» sono finite sotto sequestro a Bovolone e a Nogara. Si tratta di un provvedimento cautelativo, scattato in seguito al riscontro di «non conformità» emerso dagli esami effettuati sul fegato di un bovino. Le analisi hanno rilevato la presenza, nel campione esaminato, di desametasone, una sostanza ad azione ormonica sugli animali ma potenzialmente dannosa per la salute umana. Da qui l’esigenza di ulteriori verifiche.
I responsabili dei due allevamenti, i fratelli Carlo e Antonio Vicentini, si sentono però vittime dell’ordinanza di sequestro: «La non conformità riscontrata su un campione di fegato», precisano, «è di un capo di bestiame di importazione, un vitello arrivato dalla Francia. A subire le conseguenze siamo noi però, e non l’allevatore estero». C’è fiducia che i risultati faranno al più presto chiarezza su tutta questa spiacevole vicenda, già costata economicamente all’azienda, e che rischia anche di intaccare l’immagine della società dei fratelli Vicentini che portano avanti l’attività di allevatori da più di 50 anni. L’allevamento posto sotto sequestro a Bovolone è in via Saccavezza: il provvedimento su questa stalla è scattato perché collegata funzionalmente con quello che si trova a Nogara. Il provvedimento - un atto dovuto - è il primo passo di un’istruttoria che si concluderà solo con esami più approfonditi che saranno definitivi solo tra una o due settimane. La richiesta di sequestro del settore veterinario della Ulss 21, è arrivata sul tavolo del sindaco di Bovolone Riccardo Fagnani il 4 agosto. Il sequestro resterà in vigore fino alla conclusione di tutti gli accertamenti che saranno svolti dall’azienda sanitaria. I responsabili dell’allevamento sono risentiti e contrariati per quanto accaduto: «La non conformità non è colpa nostra. I problemi sono originati da capi di bestiame di importazione. E la responsabilità non è neppure del fornitore, ma dell’allevatore. Noi, in Italia, siamo super controllati, mentre all’estero non succede altrettanto. Ci ricordiamo tutti i camion fermati alla frontiera che arrivavano con carne marchiata Italia pronti per essere immessi sul mercato. L’Italia importa più della metà della carne che consuma. Siamo tuttavia contenti che l’Ulss voglia fare chiarezza. Le verifiche ci devono essere: il nostro è un allevamento italiano, supercontrollato, e ci sentiamo tranquilli. Ma tutto ciò può venire vanificato se all’estero non ci sono gli stessi controlli. Non so quanto andremo avanti: qui le aziende chiudono e il mercato non riconosce il valore delle nostre carni». Giuliano Bronzato, responsabile del servizio veterinario dell’Ulss 21 precisa: «Siamo in una fase istruttoria che si concluderà solo quando avremo l’esito degli esami. Solo allora sarà possibile chiarire tutto l’accaduto. In questo momento non possiamo dire niente di più». |
PAGINE MEDICHE
11 AGOSTO 2010
La dieta del rosso e del blu aiuta a mantenersi in forma e a prevenire l’obesità
La dieta a colori finisce sotto la lente di ingrandimento di ben sei gruppi di ricerca europei e del Dipartimento Scienze Biomolecolari e Biotecnologiche dell'Università di Milano, dell'Istituto Europeo di Oncologia (IEO), della società italiana Kos Genetics, dell'Istituto di Agrumicoltura di Acireale (Catania) e dell' Università Cattolica di Campobasso.L’obiettivo è confermare quanto emerso da recenti studi che hanno osservato come i topolini che seguivano una dieta ricca di antocianine (le sostanze che danno il colore rosso o blu alla frutta e alla verdura) e al tempo stesso ipercalorica restassero magri e in buona salute.Le antocianine sono sostanze antiossidanti che regalano il colore rosso o blu a mirtilli, gelsi, melanzane, arance, fragole, uva.Offrono numerosi benefici all’organismo, ma l’obiettivo dell’ampia ricerca europea, denominata progetto Athena, è soprattutto quello di verificare se queste sostanze aiutino a mantenersi in forma anche se inserite in una dieta ipercalorica.La prima fase di ricerca è stata condotta su tre gruppi di topolini che sono stati nutriti con una dieta ipercalorica, ai primi due gruppi è stata data da bere acqua unita a succo di arancia gialla, mentre il terzo gruppo ha bevuto acqua e arancia rossa.Al termine dell’esperimento, i topini dei primi due gruppi sono ingrassati, mentre quelli del terzo gruppo sono rimasti normopeso e, anzi, si è ridotta la massa adiposa della pancia.Adesso partirà lo studio sugli uomini.
ASCA
11 AGOSTO 2010
SALUTE: TROPPI GRASSI NELLA DIETA, COSÌ SI 'SPEGNE' L'ORMONE DELLA GRATIFICAZIONE
Una carbonara metterà pure il buonumore, e così pure una porzione di patatine fritte, magari con un po' di maionese. Ma non si deve esagerare: se, infatti, cedere alle tentazioni può essere gratificante nel breve periodo, è bene "soddisfarsi" solo di tanto in tanto perché un'esposizione prolungata a una dieta ricca di grassi è responsabile di stravolgere, a livello cerebrale, la trasmissione della dopamina - l'ormone noto anche come "della ricompensa o della gratificazione" - sortendo l'effetto contrario. La ricerca è stata presentata a Pittsburgh in occasione del Meeting Annuale della Society for the Study of Ingestive Behavior (SSIB) da un gruppo di ricercatori della University of Illinois di Chicago guidati da Mitchell Roitman.
Gli autori hanno sottoposto dei topolini a una dieta ricca di grassi e hanno poi misurato le variazioni nei livelli di dopamina a livello del corpo striato (una zona del cervello) dopo 2 e 6 settimane. Rispetto ai topi a cui era stata somministrata una dieta povera di grassi, i topolini che avevano seguito un'alimentazione grassa e condita hanno fatto registrare una diminuzione nel rilascio di dopamina e una riduzione anche dei "trasportatori di dopamina" all'interno del corpo striato. "La nostra ricerca ha dimostrato che in relazione a una dieta molto grassa e all'obesità diminuisce il rilascio di dopamina - spiega Roitman -. I risultati dello studio evidenziano l'impatto della dieta sulla neurochimica del cervello e in particolare sui sistemi cerebrali che regolano la motivazione e la gratificazione". |