11 AGOSTO  2009

GIORNALE DI VICENZA
11 AGOSTO 2009
 
Cani scomparsi nel nulla Vittime di traffici illeciti?
L'ALLARME. Denunciata la sparizione di una decina di animali. Anche in vallata rischio deportazione per la ricerca
L'Enpa: «Bisogna accudirli con la massima attenzione Spesso finiscono in feroci combattimenti»
 
Veronica Molinari
 
Valdagno (VI) - Spariti nel nulla. Con l'incubo che dietro al mistero vi siano «vivisezione e traffici illeciti di cani, per feroci combattimenti».
A lanciare l'allarme è l'Ente protezione animali che, in poco più di 6 mesi, quest'anno è stato testimone di una decina di sparizioni di quattro zampe a Valdagno e vallata. Ed i precendenti non mancano: basti pensare che solo nel secondo semestre del 2008 "a Castelgomberto erano scomparsi 3 Beagle, noti per la loro resistenza fisica". Ed a nulla sono valse le segnalazioni dei proprietari ai canili di zona oppure i volantini affissi in ogni angolo della città e le loro ricerche disperate. A denunciare quanto sta succedendo è la presidente della delegazione di Arzignano, Maddalena Aloisi, che ha specifica competenza anche sulla Valle dell'Agno. «È necessario accudire il proprio animale con la massima attenzione -ha raccomandato Aloisi-. Purtroppo il fenomeno delle sparizioni di cani sta dilagando anche nelle nostre zone». E non fa differenza se di piccola o grossa taglia, se meticci o di razza: scompaiono senza essere più trovati, inghiottiti da chissà quale destino. Anzi, questo punto probabilmente non è tanto oscuro. «Commercio per il mercato della vivisezione o, ancora, più probabile per il giro dei combattimenti clandestini tra cani - ha denunciato la presidente -. È tempo di smettere di pensare che queste piaghe non riguardino il nostro territorio».
Ed ecco allora che il Rifugio del cane ha aderito alla campagna nazionale, lanciata dall'Enpa, contro la "deportazione" soprattutto verso Austria, Germania e Svizzera di cani per la ricerca. «Si parla di animali rapiti anche dalle abitazioni dei proprietari - ha affermato la responsabile Enpa -. Il nostro timore è che aprire il cancello per far fare al cagnolino la passeggiatina da solo, possa essere molto pericoloso».
Ed i combattimenti clandestini non sembrano essere un'ombra così lontana. Anche se fino ad oggi non si hanno notizie che gli incontri avvengano in vallata o in zone limitrofe, il presidente precisa: «Il sospetto è che anche nelle nostre città possano essere prelevati animali destinati alla vicina Lombardia, centro di combattenti più volte balzato alle cronache. Per non parlare delle regioni del sud, in cui l'attività è diventata un vero e proprio business. I cani prelevati servono spesso come esche vive per addestrarli».
A nulla valgono le applicazioni del microchip per l'identificazione del proprietario del cane. «Solo l'attenta custodia del proprio animale può diventare un'arma per arginare il fenomeno delle sparizioni», ha aggiunto la presidente.

SAVONA NEWS
11 AGOSTO 2009
 
Borgio (SV): cani maltrattati in giro con un carretto
 
Borgio (SV) -Attenzione a chi tenta di vendere animali per strada. In questi giorni lungo le strade del ponente, tra Borgio e Albenga, gira un uomo che ha costruito un carretto facendolo trainare da una coppia di anziani cani, e sopra vi ha caricato una gabbia, con dentro 4 cuccioli e un cane adulto ferito, cercando di convincere i passanti ad acquistarne uno. Si tratta di un caso di maltrattamento di animali che ci è stato segnalato da una coppia di nostri lettori di Loano.G.D.G.

IVG
11 AGOSTO 2009
 
Abbandono di animali: a Savona cane legato a palo
 
Savona. Siamo abituati a vedere immagini di abbandono di animali lungo le autostrade, magari nella classica area di servizio. Invece, molti amici a quattro zampe subiscono le inadenpienze dei loro padroni anche alle stazioni ferroviarie, lasciati senza cibo nè acqua. E’ quanto successo a Savona, dove gli agenti della Polfer hanno notato un cane legato ad un palo, nel parcheggio esterno alla stazione ferroviaria savonese. L’animale, un meticcio di piccola taglia di colore nero, è stato chiaramente lasciato in stato di abbandono, probabilmente da qualcuno che ha preso il treno per andare in vacanza. Gli agenti hanno così chiamato il pronto soccorso veterinario della Asl 2. Il cane, con simpatiche macchie bianche nel sottiopancia e nella zampa anteriore destra, sta bene e ora si trova presso il canile municipale di Savona.Sono in corso indagini e accertamenti per risalire al padrone dell’animale, che rischia ora una denuncia penale.

IL CITTADINO
11 AGOSTO 2009
 
Cornegliano (LO) -  Pescatore soccorre l’animale forse usato come esca 
Trovata volpe agonizzante 
 
Cornegliano (LO) -  Stava pescando quando ha sentito dei gemiti che venivano da dietro i cespugli. Una volpe, ferita, cercava di tirarsi su. Quando il pescatore lodigiano si è avvicinato con fare benevolo l’animale si è sdraiato, quasi a farsi aiutare. L’anziano ha cercato invano aiuto, poi si è messo in contatto con il Cras, Centro recupero fauna selvatica di Castelleone, e ora l’animale sta bene. La mosca carnaria, cioè una larva particolarmente aggressiva, le stava attaccando la ferita vicino alla coda e tutto il muso, portando la volpe alla morte. «I nostri veterinari - spiega Gianluigi Bertesago dal Cras, il centro che ha una convenzione con la Provincia di Lodi per la cura degli animali trovati nel Lodigiano - le hanno tolto le larve, l’hanno ripulita e le hanno cucito le ferite. Le larve le stavano mangiando anche parte della mascella». Ora l’animale è salvo. Sul corpo aveva altre ferite che lasciavano intravedere una detenzione in gabbia. I baffi erano tagliati e la ferita sembrava essere provocata da morso di cane. Non sembrerebbe lontana l’ipotesi, infatti, che l’animale fosse stato allevato apposta per addestrare i cani alla caccia. Secondo indiscrezioni, alcuni cacciatori userebbero proprio le volpi come animali da addestramento dei segugi. Le volpi verrebbero detenute in gabbia e poi liberate per essere prese dai cani. Così, due o tre volte, fino a che la volpe non è in fin di vita e non è più in grado di cacciare. Secondo il direttore del Parco Adda Sud Riccardo Groppali, l’ex assessore provinciale all’ambiente Antonio Bagnaschi e la presidente del Wwf Loredana Migliore, non si tratterebbe però di una pratica così diffusa. «Non abbiamo notizie che da noi succedano cose del genere - commentano -, se solo ne avessimo avuto sentore avremmo indagato e sarebbero piombate delle multe». La detenzione di animali selvatici, infatti, è punita dalla legge.

IL CITTADINO
11 AGOSTO 2009
 
Salerano (LO) - I due rischiano un processo per maltrattamento: i volatili, destinati alla “padella”, sono stati subito liberati 
Allevavano ottanta piccioni nel garage
Lav e polizia provinciale denunciano una coppia di romeni
 
Carlo Catena
 
Salerano (LO) -  Nel box di casa, a Salerano, tenevano un allevamento di piccioni. Ottanta volatili, in buone condizioni di salute, piuttosto “in carne” e puliti, costretti in pochi metri cubi e privati della luce del giorno. Una situazione che è costata la denuncia dei due affittuari del garage, entrambi romeni, per l’ipotesi di “maltrattamento di animali”. A intervenire venerdì scorso, mettendo sotto sequestro i piccioni, è stata la polizia provinciale di Lodi, su ordine del sostituto procuratore di Lodi Daria Monsurrò, che a sua volta aveva avviato le indagini dopo un esposto della Lega antivivisezione. A informare gli animalisti una persona che, per caso, era venuta a conoscenza della situazione.I due proprietari dell'allevamento “fatto in casa” non hanno spiegato il motivo per cui tenevano nel box un così gran numero di volatili. Hanno solo spiegato che lo facevano già in Romania senza che nessuno avesse mai obiettato. Non si esclude che i pennuti fossero destinati a essere cucinati.Dopo il sequestro gli animali sono stati presi in carico dall'Asl di Lodi, che ha certificato il buono stato di salute, e sono stati quindi liberati nella zona di ripopolamento e cattura di Salerano, dove, finalmente, potranno volare. «Si tratta di animali selvatici - spiega l’avvocato Roberto Rota, che assiste la Lav - e per questo la loro detenzione in queste condizioni è vietata». «La legge nazionale sulla caccia, la 157 del 1992, è chiara - spiega Simone Pavesi, coordinatore della Lav per la Lombardia -. Si tratta di piccioni torraioli, considerati fauna selvatica, e quindi deve essere disposta l’immediata liberazione. Noi, dopo aver ricevuto la segnalazione, abbiamo formalizzato una denuncia contro ignoti e la procura della Repubblica ha provveduto a far identificare gli allevatori. Perché riteniamo che i volatili si trovassero in condizioni incompatibili con la loro natura». Ora i piccioni, che dovranno gradualmente abituarsi alla libertà, sono in una zona in cui la caccia è vietata. Ma non si esclude che possano spostarsi altrove, dove, paradossalmente, rischierebbero di cadere vittima del “fuoco” di chi è abilitato a prendere parte ai piani di abbattimento cui, ulteriore paradosso, partecipano anche le polizie provinciali. I proprietari dell'allevamento domestico potranno chiarire a un eventuale processo le loro buone ragioni, e non risulta comunque che siano state sollevate, almeno al momento, contestazioni per problematiche igieniche o sanitarie, che comunque erano tra le preoccupazioni dei vicini di casa. Almeno, nella convinzione dei proprietari, erano ben tenuti. Il piccione è alla base di numerose ricette, e ci sono cacciatori che non lo disdegnano come preda. Ma per la legge costringerli a vivere in una stanza buia, stretta e mal ventilata, può essere considerato reato.

IL SECOLO XIX
11 AGOSTO 2009
 
Gabbiano ferito da amo e lenza soccorso dall'enpa
 
Bergeggi (SV) - Salvato dall'Enpa un gabbiano trovato sulla spiaggia di Bergeggi, con un amo conficcato in un'ala e la lenza attorcigliata ad una zampa. Avvisati da alcuni turisti i volontari della Protezione Animali hanno soccorso il volatile portandolo da un veterinario per le cure; ora l'animale è in convalescenza presso la sede Enpa di via Cavour a Savona. «La pesca è vietata in estate durante il giorno su tutte le spiagge - dice l'Enpa - ma la maleducazione di molti pescatori è diffusissima; oltre a svolgere illecitamente il loro discutibile sport in mezzo ai bagnanti, non esitano spesso ad abbandonare lenze ed ami, che potrebbero arrecare gravi ferite anche alle persone, soprattutto bambini; il mese scorso abbiamo chiesto un colloquio urgente al nuovo presidente della Provincia». Intanto per l'Enpa è allarme: si stanno esaurendo i fondi per pagare veterinari, le medicine ed il cibo per gli animali soccorsi.

SANREMO NEWS
11 AGOSTO 2009
 
Sanremo: gabbiano salvato, ringraziamenti di una lettrice
 
CARLO ALESSI
 
Una nostra lettrice, Barbara, ci ha scritto per ringraziare i medici della clicnica veterinaria:
"Vorrei ringraziare i veterinari della clinica veterinaria di via Barabino, in quanto hanno accettato (nonostante non fosse loro compito) di occuparsi di un giovane gabbiano ferito. Il povero animale si trovava ormai da qualche giorno nel parco di un garage condominiale, ed essendo ferito ad un ala non riusciva ad involarsi. E’ iniziata quindi una 'gara' di solidarietà tra gli abitanti della zona per cercare di salvarlo. Ovviamente abbiamo provato a chiamare la Lipu (sede Ospedaletti) senza risultato in quanto il numero è inesistente, inviato una mail alla sede centrale della Lipu (senza risposta) e ancora chiamato altri 2 enti i quali però ci hanno nuovamente dato un risposta negativa. Per evitare una brutta fine al giovane gabbiano abbiamo infine deciso di catturarlo e portarlo alla clinica dove proveranno ad aiutarlo. Scrivo questa mail anche per sollecitare chi dovrebbe occuparsi del recupero di questi animali, poiché per un gabbiano morto, c’è l’ente che si occupa del recupero, ma per uno ferito e quindi vivo... no".

MESSAGGERO VENETO
11 AGOSTO 2009
 
Ho trovato un gabbiano azzoppato ma nessuno è venuto a soccorrerlo
 
Provincia di Udine - Il 24 luglio, a pagina X del Messaggero Veneto, leggo un articolo avente come oggetto gli animali selvatici feriti o investiti, che vengono recuperati in un centro di Campoformido. Mi incuriosisce l’ultima parte dell’articolo, in cui è fornito il numero verde della Provincia, attivo tutti giorni dalle 7 alle 19, dopo le 19 contattare il 118 che fornirà il numero telefonico del veterinario dell’Azienda sanitaria di turno nella zona. Il 28 giugno, verso le 20.30, transitavo con l’automobile per via Gregorcic, da Savogna a Gorizia, quando, in mezzo alla corsia di marcia mi trovo un gabbiano (che poi scopro su Internet essere un gabbiano reale zampe gialle), fermo accovacciato, vivo, ma che non riesce a volare. Ho deciso di fermarmi, accostare e chiamare aiuto. Ho giocato a “passa la palla” per mezz’ora al telefono, sperando di trovare aiuto: per primo ho chiamato il 118, e mi rispondono che non è di loro competenza e di chiamare i carabinieri, i quali mi danno la stessa risposta (eppure un animale intralciava il traffico) e di chiamare il 118; poi chiamo la forestale e anche loro mi rispondono dicendo che non è di loro competenza (non era né un capriolo, né un cinghiale!). Non mi è rimasto altro da fare che scendere dall’auto e cercare, in un modo o nell’altro, di spaventare ancora di più quel povero gabbiano, per farlo correre verso il lato della carreggiata nel prato adiacente a una fabbrica, in modo che non venisse investito, ma poi, che fine abbia fatto non lo so. Mi dispiace, ma non ho potuto raccoglierlo, era troppo grande e avevo anche paura. Ringrazio, comunque, tutti gli automobilisti che sono transitati in quel momento, ma che non si sono fermati, e hanno proseguito sghignazzando. Lettera firmata * * *
La nostra lettrice, da quanto par di capire, non ha chiamato gli unici abilitati a effettuare interventi di questo tipo – lo diciamo anche a beneficio di chi dovesse trovarsi in situazioni analoghe –, vale a dire i vigili del fuoco, che sarebbero arrivati con tanto di gabbia per il recupero del volatile. Forse almeno la Forestale avrebbe potuto indirizzarla in tal senso. Né il 118 né i Carabinieri hanno, in effetti, “competenza faunistica”.

LA NUOVA SARDEGNA
11 AGOSTO 2009
 
Che fine ha fatto la sensibilità per gli animali?
 
SINISCOLA (NU). Due coniugi della Caletta trovano un cucciolo di cane abbandonato in mezzo alla strada, sporco e stremato dalla fame. Lo portano a casa, gli prestano le prime cure ma, non potendo adottarlo, si rivolgono alle strutture pubbliche affinché trovino alla bestiola un degno ricovero. Per il signor A.F. e sua moglie, tuttavia, l’impresa si rivela difficilissima. I vari organismi che sono stati contattati si sarebbero rimpallati la responsabilità l’uno con l’altro.  Sbigottiti, i due volenterosi abitanti della Caletta denunciano la vicenda e «lo scarso senso animalista delle istituzioni».  Un’accusa, questa, lanciata anche da diversi altri amici dei quattrozampe che, in passato, non sono riusciti a trovare un riparo agli animali abbandonati. [...]

MATTINO DI PADOVA
11 AGOSTO 2009
 
La Lav: tavolo tecnico contro gli avvelanatori
 
ARCELLA (PD). Un tavolo tecnico - composto da prefetto, sindaco, Provincia, Asl, Corpo Forestale dello Stato, Istituto Zooprofilattico, guardie zoofile e polizia locale - allo scopo di individuare e punire gli avvelenatori di cani e gatti che agiscono in varie zone della città. A chiederne la convocazione è la Lav, l’associazione che protegge gli animali, alla luce di quanto accaduto in via Schiavone, dove, in un prato frequentato dai quattrozampe - spesso portati a spasso dai proprietari - ignoti sadici hanno disseminato l’erba di polpette di carne cruda imbottite di vetro. La scoperta delle trappole crudeli è stata fatta da un’attivista della LAV, che accudisce la colonia felina di via Schiavone (regolarmente all’Asl) che ha sporto poi denuncia ai carabinieri.

SANREMO NEWS
11 AGOSTO 2009
 
Sanremo: un lettore sull'aggressione del pastore tedesco
 
CARLO ALESSI
 
Un nostro lettore, F.A., ci ha scritto in merito all’aggressione subita dalla signora Fulvia Pavone che come ogni mattina portava a spasso il suo cane sulla ciclabile nella zona di san Martino:
"Un cane non di razza ma ben educato e regolarmente tenuto al guinzaglio. Ebbene voglio segnalare che il pastore tedesco autore dell’aggressione è del proprietario della fantastica villa con annesso grande parco posizionata a fianco al deposito RT; voglio segnalare inoltre che questo scellerato proprietario ogni mattina sul presto, intorno alle 6, fa uscire dal giardino il cane e lo lascia libero di gironzolare sulla ciclabile in quella fascia oraria in cui la pista è generalmente deserta o cumunque poco frequentata; quindi non corrisponde a verità che il cane è fuggito, bensì il cane viene sempre lasciato libero con grandi rischi per chi si trova ad attraversare quel tratto di pista in quel momento. Da segnalare inoltre che già tempo addietro lo stesso cane aveva aggredito e ucciso un piccolo cane di razza yorkshire, invano difeso dalla sua padrona che purtroppo non ha potuto far nulla contro quella furia scatenata e si è ritrovata il suo fedele amico fatto letteralmente a pezzi. In seguito a quell'evento la signora decise poi di trasferirsi ed ha lasciato Sanremo. Il problema non è il cane, è il proprietario del cane, che se esistesse una giustizia vera dovrebbe essere interdetto dal possesso di animali di quella specie".

IL PICCOLO
11 AGOSTO 2009
 
I fuochi d'artificio terrorizzano gli animali
 
Segnalo un particolare della rievocazione storica alla tenuta Angoris di Cormons: i fuochi d’artificio. Nell'area verde di Angoris si rifugiano molte specie di animali, in fuga dalle zone cementificate. Qui nidificano o hanno le tane falchi, aironi, upupe, gufi, scoiattoli, lepri ed altre specie. La domanda si pone sui termini della coscienza e delle azioni che possano essere piacevoli, per i cittadini e le cittadine, ma che non rechino danno alla vita degli animali. E' risaputo che i fuochi d'artificio spaventano, terrorizzano e spesso portano alla morte (per paura) soprattutto uccelli ed animali di piccole specie (scoiattoli e lepri). Gli animali abbandonano i nidi, le tane e spesso anche i propri piccoli. Mi rivolgo quindi alla sensibilità degli organizzatori e finanziatori dell'evento, chiedendo se è possibile svolgere in un futuro la manifestazione senza i fuochi d'artificio, per salvare uno spazio di speranza per queste specie che non sono vittime della caccia. Tutto questo nell'auspicio che cresca una coscienza ambientalista, molto presente oggi in Austria, nelle cui antiche terre dimorò e regnò l'Imperatore Massimiliano, al quale si richiama la manifestazione. Tiziana Bortuzzo Cormons

LIBERO
11 AGOSTO 2009
 
ANIMALI: LAV SCRIVE A PREFETTO ENNA, CAVALLI A RISCHIO SOSPENDERE PALIO NORMANNI
 
Palermo - Con un documento inviato al prefetto di Enna, al sindaco di Piazza Armerina, alla Ausl 4 e per conoscenza all'assessorato regionale alla Sanita' ed al sottosegretario alla Salute la Lav chiede che, "per la tutela del benessere degli animali, sia vietata ogni competizione che comporti l'utilizzo di cavalli nel corso del Palio dei Normanni, in programma dal 12 al 14 agosto a Piazza Armerina". Secondo l'associazione, infatti, le condizioni ambientali e le caratteristiche del Palio, ed in particolare della Giostra del Saraceno, risultano "inconciliabili con le esigenze e le caratteristiche ecologiche ed etologiche degli animali e quindi l'incolumita' di quest'ultimi ne sarebbe gravemente minacciata".Gia' nelle scorse edizioni del Palio, ricorda la Lav, numerosi sono stati gli incidenti, persino mortali. Ma "ad aggravare le gia' precarie condizioni di sicurezza degli animali, nell'imminente edizione sarebbero stati iscritte anche cavalle gravide e cavalli d'eta' inferiore ai quattro anni, in aperta e palese violazione dell'ordinanza contingibile ed urgente del ministero della Salute del 22 luglio,concernente la disciplina di manifestazioni popolari pubbliche o private nelle quali vengono impiegati equidi, al di fuori degli impianti e dei percorsi ufficialmente autorizzati".

TRENTINO
11 AGOSTO 2009
 
Il Raglio Palio non ha perso fascino
 
di Marco Weber
 
CEMBRA (TN). Sfilata delle contrade in toni ridotti per il Palio Raglio edizione numero 26, senza le grandi rappresentazioni sceniche delle contrade delle altre volte.  Scene ricche di fantasia, che hanno caratterizzato tutte le precedenti edizioni. La sfilata che ogni anno da sempre precede la corsa degli asini, dove i figuranti delle sei contrade davano il meglio di se, si è limitata stavolta (per la prima volta) ad una passerella dei gonfaloni e dei fantini accompagnati da pochi figuranti. Il motivo di questa scelta è che per la prima volta in tanti anni la voglia di partecipazione dei contradaioli è calata (non di tutti, in verità) e gli organizzatori hanno dovuto giocoforza prenderne atto. Il risultato di questa scelta è stata una ulteriore valorizzazione di quella che comunque da sempre è la vera attrattiva di questa manifestazione nata 26 anni per merito di un gruppo di amici cembrani e diventata negli anni un appuntamento fisso dell’estate trentina: la corsa degli asini. Si, perché l’idea fondante del Palio Raglio è sin dall’inizio la corsa degli asinelli. La pittoresca sfilata delle contrade, pur essendo un importante riempitivo della serata, non era certamente da considerarsi il clou dell’evento. Forti di questa convinzione gli organizzatori hanno approntato fiduciosi l’edizione numero 26 dell’appuntamento estivo cembrano addossandosi la responsabilità di proporre una sfilata sottotono - avendo però la brillante idea di coinvolgere l’associazione musicale locale Rockyrock che ha sfilato con la sua applauditissima marcing band - ed i fatti hanno dato ragione. Gli spettatori hanno infatti applaudito con calore la minisfilata di fantini, gonfaloni e rappresentanti delle contrade agghindati nei colorati costumi, aspettando con pazienza la corsa degli asinelli svoltasi verso le 21 e 30. Una corsa risultata anche quest’anno agonisticamente entusiasmante ma soprattutto molto divertente. Perché gli asini, si sa, non sono animali da corsa, tutt’altro, e farli correre (e vincere, se possibile) è un’impresa che fa sudare sette camicie ad ogni fantino. Chiedere conferma ai diretti interessati. Specialmente a quelli che hanno avuto a che fare con gli asini più riottosi, che anche quest’anno non sono ovviamente mancati. Per la gioia ed il divertimento del pubblico presente, che ha ancora una volta apprezzato questo spettacolo originale nato quale risposta e presa in giro, bonaria s’intende, il più blasonato palio di Siena.

LA CITTA' DI SALERNO
11 AGOSTO 2009
 
Recuperato a Pugliano bestiame rubato
 
Massimiliano Lanzotto
 
Montecorvino Pugliano (SA). Cinquanta capre cilentane e quattro bovini, oggetto di più furti a Trentinara, sono state trovate nell’allevamento di due pregiudicati a Pugliano. Gli animali sono stati scoperti nello steccato di G. P. D., 45 anni, e C. L., 62, in un terreno sulla collina che sovrasta la frazione di Santa Tecla. Gli animali sono il provento di tre furti avvenuti nel paese cilentano nelle notti del 27 luglio, del 5 e 6 agosto scorsi. I due allevatori sono stati denunciati a piede libero per ricettazione. A scoprire il nascondiglio e a recuperare gli animali sono stati i carabinieri della compagnia di Battipaglia, diretta dal capitano Giuseppe Costa, e della stazione di Montecorvino Pugliano. Giá da qualche giorno i militari dell’Arma stavano eseguendo un accurato servizio di appostamento e controllo sui due soggetti di Pugliano, conosciuti dai carabinieri per i loro precedenti proprio per ricettazione di animali. Nella mattinata di ieri i carabinieri di Pugliano con i colleghi del nucleo operativo e radiomobile hanno effettuato il blitz nell’ovile di Santa Tecla. I carabinieri hanno passato in rassegna gli animali e i numeri di matricola. La maggior parte conservava ancora quelle originarie. Ad alcuni capi ovini, invece, erano state giá sostituite con altre nuove. Gli allevatori di Pugliano, possessori degli animali rubati, interrogati dai carabinieri, hanno dichiarato di non conoscere la provenienza del bestiame. A questo interrogativo hanno risposto, però, le indagini dei carabinieri che sono risaliti al titolare del gregge. L’uomo è stato subito informato del ritrovamento.

EOLO PRESS
11 AGOSTO 2009
 
RITROVATI ANIMALI RUBATI A TRENTINARA, DUE DENUNCE
 
BATTIPAGLIA (SA) - Ritrovati capi bovini ed ovini trafugati nelle scorse settimane dal comune di Trentinara per un valore di circa 40 mila euro. Si è conclusa nella tarda
mattinata di ieri l'operazione condotta dai Carabinieri delle stazioni di Battipaglia e Montecorvino Pugliano e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Battipaglia che ha portato al recupero, all'esito di un prolungato servizio di osservazione e controllo condotto dai militari operanti, di quattro animali bovini e cinquanta ovini oggetto di tre distinti furti perpetrati nel comune di Trentinara nelle notti del 27 luglio, 5 e 6 agosto 2009. Gli animali, aventi un valore di circa 40.000 euro, sono stati restituiti ai legittimi proprietari. Due pluripregiudicati D.P. G. cl. 1964 e C. L. cl. 1947, volti noti ai Carabinieri proprio per reati in materia di furto e ricettazione di animali sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Salerno, perché ritenuti responsabili del reato di ricettazione.
Comunicato stampa ufficiale
Carabinieri Battipaglia

IL SECOLO XIX
11 AGOSTO 2009
 
La bambina e il papero ammalato
 
NERVI (GE) - Il papero malato, la bambina, una storia di affetto reciproco: finita bene anche se con qualche lacrimuccia. È successo nelle scorse settimane alla foce del torrente Nervi. È qui che Clara (nome di fantasia), una bambina di otto anni, ha recuperato un cucciolo di oca appena nato. Forse abbandonato da qualcuno, forse allontanatasi troppo da mamma papera. Fatto sta che l'animale è solo, impaurito e affamato. La bambina decide di prenderla e portarla a casa. I genitori restano dubbiosi sul da farsi, ma poi decidono di accogliere il nuovo arrivato, che viene chiamato Palmiro. Il palmipede, però, ha bisogno di cure particolari: troppo piccolo per riuscire a sopravvivere senza l'aiuto di un esperto. Ed è a questo punto che si vanno avanti Ivo e Colomba Dallsen che, a levante, sono noti per accudire oche, germani reali e pennuti in genere che hanno scelto i corsi d'acqua della zona. I due volontari e la bambina si aiutano a vicenda. "Palmiro" viene sfamato, accudito, vezzeggiato e naturalmente cresce a vista d'occhio. Viene portato quasi all'età adulta ed è a questo punto che arriva il momento più difficile: il distacco. «Non è stato facile fare capire alla bambina che anche la "sua" papera come tutti gli animali del genere deve vivere in libertà» raccontano i volontari. Così"Palmiro" entro la fine di agosto tornerà sul greto del torrente Nervi. La bambina ha solo versato qualche lacrima. I genitori e i "paperai" le hanno comunque promesso che "Palmiro" sarà sempre il suo amico pennuto. Le basterà fare due passi e raggiungere il porticciolo di Nervi per rivederlo.

REUTERS
11 AGOSTO 2009
 
Australia, cane eroe porta soccorritori al cadavere del padrone
 
SYDNEY - Un bastardino ha dimostrato che i cani sono davvero i migliori amici dell'uomo, dopo aver aiutato i soccorritori a trovare il corpo del suo padrone, morto in un incidente stradale in Australia.Moja, un piccolo cane di razza mista, era nel camion con il suo padrone, Henry Drew, quando si è uscito di strada nel Queensland ed è finito nella sterpaglia.L'animale è rimasto seduto vicino al cadavere dell'uomo, nascosto tra gli alberi, abbaiando incessantemente per due giorni fino a che un agricoltore non si è avvicinato per capire la causa del rumore."Se non fosse stato per il cane, non avremmo trovato l'uomo per diverso tempo, perché il camion era completamente coperto dagli alberi e il nostro elicottero non poteva vederlo", ha spiegato a Reuters un portavoce dei soccorritori.Drew era stato dato per disperso dalla moglie, dopo che non aveva risposto al cellulare.

BIG HUNTER
11 AGOSTO 2009
 
Provincia di Brescia: novità in calendario venatorio. L'assessore Sala: aumentano le donne a caccia
 
Anche il calendario venatorio Bresciano ha  ottenuto l'approvazione della giunta. Si comincia con l'anticipo del 3 settembre. Tra le novità più importanti c'è l'allungamento dei giorni settimanali per l'addestramento dei cani dal 20 agosto al 13 settembre. Per quanto riguarda le specie, dal 3 settembre in pianura il giovedì e la domenica si potrà sparare a cornacchie, merlo e tortora, nessuna distinzione tra maschio e femmina per il fagiano, cacciabile fino a gennaio anche con il cane da ferma e da riporto. Variazioni per quanto riguarda la quantità dei capi prelevabili al giorno.
Il nuovo regolamento è stato presentato dal presidente provinciale Daniele Molgora e dall'assessore alla caccia Alessandro Sala "abbiamo tenuto conto della radicata tradizione nel nostro territorio e dell’importanza del settore armiero per la nostra economia" ha annunciato Molgora.
L'assessore Sala ha sottolineato le difficoltà di quest'anno per selvaggina e segugi dovute all'uso di pesticidi per combattere la diabrotica, una malattia del mais.
In questa zona la caccia è una tradizione ben ancorata e supportata da un settore che qui la fa da padrone: quello armiero. L'assessore ha parlato di un leggero calo dei tesserini venatori rispetto agli anni ottanta anche se, ha detto, “sono in aumento fra i tesserati le donne col fucile”.
I 29.214 cacciatori della provincia di Brescia avranno degli appositi fascicoli redatti dalla provincia con tutti le informazioni riguardo la caccia vagante in pianura e nelle zone alpine, oltre che per l'appostamento fisso.
BIG HUNTER
11 AGOSTO 2009
 
Diletta, Amiche di BigHunter “sto solo seguendo un istinto che è in me”
 
Si chiama Diletta Bernardi, è una giovane studentessa di San Giacomo di Romano d'Ezzelino (VI) ed è appassionata alla caccia alla lepre. Nonostante la sua freschezza ha già le idee chiare. “Penso che la caccia sia una delle più belle passioni che esistono perché permette di entrare in contatto con la parte più profonda della natura” dice.
Una vera e propria maestra di vita insomma, che “insegna il rispetto e l'educazione nei confronti degli altri e della natura”. Ciò che conta in fondo, per “godersi” appieno questa straordinaria attività per Diletta è “vedere i propri cani lavorare bene” e non “uccidere il maggior numero di selvatici solo per vantarsene con gli altri”.
Saggi consigli che Diletta ha appreso dai compagni di caccia più maturi: “Con i cacciatori son cresciuta e non posso far altro che ringraziarli, perché ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa. Da loro son sempre stata ammirata e lodata, perché dicono che non è una cosa comune per una ragazza avere questo tipo di passione, ma io ho sempre creduto che non ci fosse niente da ammirare in me, ho semplicemente seguito le orme di mio papà e di mio nonno, e non sento di far niente di speciale, sto solo seguendo un istinto che è in me”.
“Fin da bambina – racconta Diletta -  vedevo mio nonno e mio papà tornare a casa dopo una lunga e faticosa giornata di caccia, stanchi ma felici e soddisfatti, e pensavo che da grande avrei voluto fare la cacciatrice! Poi, dopo tante richieste da parte mia, hanno iniziato a portarmi con loro e ho capito che quella passione ce l’avevo nel sangue pure io, e ne vado fiera!”.
Sugli anticaccia Diletta ci dice: “Non ho mai visto animalisti protestare davanti ad una macelleria, ma contro i cacciatori si; ora mi chiedo il perché, in fin dei conti il cacciatore dà al selvatico una possibilità di scappare, il macellaio no. Se credessero davvero che nessuna vita vada stroncata, a meno che non lo voglia il Creatore, non ucciderebbero nemmeno le zanzare!”.
IL SECOLO XIX
11 AGOSTO 2009
 
Spari tra le case, esposti in Procura
Battute di caccia a pochi metri dalle abitazioni
Rivolta tra gli abitanti a Stella. Intanto divampa la polemica tra animalisti e Provincia
 
Elena Romanato
 
Stella (SV). È stato un risveglio terribile quello di alcuni abitanti di località Teglia Costa a Stella San Martino. Una squadra di cacciatori, impegnata in una battuta di caccia straordinaria contro un branco di cinghiali, si è avvicinata alle abitazioni sparando vicino alle case.
Il fatto, accaduto pochi giorni fa intorno alle 6-7 del mattino, è stato segnalato dagli abitanti di Costa Teglia all'Enpa, svegliati di soprassalto dagli spari e dalla concitazione dei cacciatori impegnati ad inseguire un cinghiale che si era avvicinato all'abitato, e poi abbattuto.
«Svegliati alle 6 di mattina da fuciliate sparate vicinissimo alle abitazioni- dichiara l'Enpa alla quale si sono rivolti alcuni abitanti di Teglia Costa - dove una ragazza spaventata si è sentita male; la "guerra" portata da un armatissimo gruppo di cacciatori era contro un povero terrorizzato cinghiale, abbattuto non senza aver reagito a scapito di un altro povero cane da caccia. L'episodio sarà oggetto di un esposto alla Procura della Repubblica da parte di alcuni residenti». In base alla testimonianza di uno degli abitanti i cacciatori avrebbero freddato l'ungulato a «meno di 30 metri dalle abitazioni». Un altro residente fa una descrizione drammatica dei fatti. «Sparano vicino a casa -dichiara - e i cani erano ovunque sulla strada e negli orti vicini. Ho gridato se era possibile una cosa del genere, sparare vicino alle case e gli uomini parlavano tra loro dicendo: lasciala parlare. I cacciatori continuavano a sparare e mi dicevano che sono autorizzati. Con loro c'era anche il guardia caccia. Mi sono affacciata alla staccionata dell'orto ed è partito un colpo. Quanto sarà stato distante?».
Intanto si accende sempr edi più lo scontro tra Enpa e Provincia sulla prevenzione dei danni alle colture da parte degli animali. Secondo gli animalisti la caccia è un'attività che non risolvere il problema della sovrappopolazione di ungulati ed è particolarmente rischiosa per l'uomo in un territorio, come quello dell'entroterra ligure, meta di molti turisti che nei boschi del savonese praticano trekking, passeggiate ed escursioni in mountain bike. «Non si capisce l'utilità di queste battute - dice l'Enpa - soprattutto in questa stagione di turismo non solo balneare ma di passeggiate nei boschi, invasi da cacciatori con carabine che sparano micidiali pallottole ad un chilometro di distanza in ambienti in cui la visibilità, per il fogliame, è meno di cinquanta metri; ancora peggio quando sparano a pochi metri dalle abitazioni».
Il problema sicurezza è stato sollevato anche da Gabriello Castellazzi, portavoce die Verdi del Finalese. «Le battute di caccia non sono la strada giusta per risolvere il problema - dichiara - anzi porterà nuove disgrazie alle quali qualcuno dovrà assumersi la responsabilità».
«Lo scorso anno i danni dei cinghiali alle colture sono stati pari a 500 mila euro- dice l'assessore provinciale alla caccia Livio Bracco - Il piano predisposto dalla Provincia per il controllo del numero di cinghiali è quello più efficace e che garantisce il risultato migliore.».
L'assessore di provinciale Luca Villani con delega alla Polizia Provinciale ridimensiona il fatto. «Ho verificato quanto accaduto - dice Villani - e tutto è stato fatto rispettando la normativa che regolamenta le battute straordinarie di caccia, in particolare la distanza di sicurezza dalle abitazioni. Forse all'inizio c'è stata un po' di concitazione e gli abitanti sentendo gli spari si sono preoccupati, è comprensibile. C'è stato uno scambio di battute tra un residente ed un cacciatore ma poi è intervenuta la Polizia Provinciale e tutto si è risolto, o almeno così la pensavano cacciatori e Polizia Provinciale. Non capisco l'intenzione di fare un esposto alla Procura».

LA NUOVA FERRARA
11 AGOSTO 2009
 
Le nuove regole per la caccia
 
Sonia Bertino
 
Ferrara - Divieto di utilizzare pallini da piombo nelle arie umide; riduzione dei giorni di caccia in gennaio a due alla settimana; divieto di preapertura della stagione venatoria e di caccia per alcune specie.  Queste sono solo alcune delle nuove regole di caccia che la Questura di Ferrara, in collaborazione con la Polizia Provinciale, metterà in atto per la nuova stagione venatoria. «Vogliamo salvaguardare le Zone a protezione speciale (Zps), che sono state inserite nel nostro programma di informazione e tutela solo lo scorso anno», dichiara il comandante della Polizia provinciale di Ferrara, Claudio Castagnoli, che insieme alla dirigente della Polizia di Stato (divisione amministrativa) Enrica Bonini, ha dato il via, da questa sera, ad una serie d’incontri con i cacciatori della Provincia per informarli sulle nuove regole dell’attività venatoria. «I cacciatori devono comportarsi diligentemente 365 giorni all’anno e non solo durante lo svolgimento delle loro attività» ha dichiarato la dottoressa Bonini.  «Un’infrazione del codice della strada - continua la dirigente - che prevede il ritiro o la sospensione della patente o il furto della propria arma da caccia comporterà automaticamente il ritiro della licenza». Agli incontri verranno distribuite mappe in cui saranno segnate le zone a protezione speciale e, in più, i cacciatori saranno forniti dei calendari dell’attività venatoria della Provincia e della Regione. «E’ bene, in una provincia che conta circa 4.300 cacciatori (di cui 500 possiedono più ambiti di caccia) - conclude Castagnoli - fissare delle regole più precise per tutelare sia chi svolge l’attività sia gli animali interessati».

SANREMO NEWS
11 AGOSTO 2009
 
Imperia: l'integrazione del calendario venatorio regionale
 
Imperia - La Provincia di Imperia, ad integrazione del Calendario venatorio regionale, ha stabilito le ulteriori modalità di regolamentazione dell’attività venatoria. In particolare si ricorda che i cani da caccia potranno essere addestrati, dal 5 al 13 Settembre 2009, come specificamente indicato dai comitati di gestione nei relativi ambiti, nel rispetto delle limitazioni sotto riportate:
A.T.C. Imperiese limitatamente ai giorni di Mercoledì, Sabato e Domenica
- per i cani da seguita da un’ora prima del sorgere del sole sino alle 13, salvo interventi di recupero;
- per i cani da ferma da un’ora prima del sorgere del sole sino alle ore 13;
Comprensorio Alpino Imperiese limitatamente ai giorni di Mercoledì, Sabato e Domenica:
- per i cani da seguita da un’ora prima del sorgere del sole sino alle 13, salvo interventi di recupero;
- per i cani da ferma da un’ora prima del sorgere del sole sino alle 12.

IL PICCOLO
11 AGOSTO 2009
 
IL CASO
 
di LAURA TONERO
 
Trieste - Saltellano di ramo in ramo e con il loro verso stridulo richiamano l’attenzione di chi prende il fresco seduto sulle panchine. Coloratissimi, un po’ spaesati, so no i pappagallini avvistati all’interno del Giardino pubblico. Uno dalle piume gialle e verdi, il secondo con le ali azzurre e il piumaggio sul petto bianco. Un terzo con un ciuffo sulla testa. Non sono animali scappati dalle loro gabbiette, ma la triste conseguenza della partenza per le vacanze di qualche padrone insensibile. Che, non sapendo a chi lasciare il pennuto per qualche settimana, ha pensato bene di risolvere il problema liberandolo tra gli alberi. «Per volare vola, per mangiare si arrangerà - avrà pensato il proprietario - lasciandolo qui non mi sento in colpa». Un po’ come accade per i pesci rossi gettati nelle vasche dei giardini pubblici. «Purtroppo è una situazione che constatiamo da anni - dice Gianfranco Urso, presidente dell'Enpa - poi quando fa più freddo questi volatili cercano ricovero su qualche davanzale e i cittadini ci contattano. Alcuni decidono di tenerli, altri preferisco lasciarli a noi. Dal Giardino pubblico abbiamo raccolto dei pappagallini ondulati e dei ”calapsitte”, quelli con il ciuffo». Il problema estivo degli abbandoni, dunque, non riguarda solo cani e gatti. Quest’anno partendo per la villeggiatura in molti hanno deciso di liberarsi anche di criceti, conigli, furetti e pesci rossi. Qualcuno li abbandona in Carso o in qualche giardino, affidando alla Provvidenza la loro sorte. Altri bussano direttamente alle porte dell’Enpa: «C’è chi consegnandoci la boccia d’acqua con dentro qualche pesciolino dice con schiettezza che è stufo e che deve partire, - racconta Urso - altri trovano mille scuse inventando strane allergie che gli impedirebbero di continuare a gestire questo o quell’animaletto». E se negli anni precedenti l’abbandono riguardava soprattutto le tartarughine d'acqua scaricate nel laghetto del Giardino pubblico, in quello del parco del Farneto o a Percedol, quest’anno in testa nella top-ten degli animali abbandonati ci sono i criceti: «Non ne sono mai stati abbandonati tanti come quest’estate, ne abbiamo recuperati sia di siberiani che di quelli color champagne - precisa Urso - e adesso sono nella nostra struttura in attesa di essere adottati». Ma nelle ultime settimane c’è anche chi ha deciso di rinunciare al coniglio nano regalato al figlio per Natale o al furetto. «Ci stanno scaricando cavie ricce, molto di moda da qualche anno, - sottolinea Urso - Costanti ma più rilevanti in estate le rinunce ai furetti, mentre fortunatamente si è ridotto l’acquisto e di conseguenza l’abbandono delle tartarughe». «La corsa all’acquisto di questo tipo animaletti si concentra per lo più nei mesi di gennaio e settembre - spiega Silvana Tommasi, titolare del negozio di animali in via del Lavatoio - dopo le vacanze estive o quelle natalizie». Non va dimenticato che gli animali, magari esotici, liberati in laghetti o giardini possono distruggere la flora autoctona. Molti di questi esemplari, nati e cresciuti in cattività, il più delle volte non sopravvivono in un ambiente diverso dalle loro gabbie o dalle loro vasche.

LA NUOVA VENEZIA
11 AGOSTO 2009
 
I pompieri salvano i cavalli dai calabroni
 
MIRANO (VE). Uno sciame di calabroni mette in pericolo i cavalli di una scuderia di Mirano che vengono salvati dai pompieri. Il fatto è successo ieria in via Argine Destro a Mirano, dove si trova una scuderia con cavalli da corsa e trotto che davano segni di nervosismo. I proprietari stamattina sono entrati e hanno visto che si stava formando un grosso favo di calabroni neri che con le loro punture avrebbero potuto mettere in pericolo gli equini. Sul posto sono arrivati i pompieri di Mira che hanno fatto uscire tutti gli animali e con un potente insetticida hanno eliminato i calabroni. L’intervento è durato un’ora e mezza. Gli animali fino a questa mattina non potranno rientrare nelle scuderie.

TRENTINO
11 AGOSTO 2009
 
Orsa con cuccioli sulla strada provinciale Show davanti ai turisti in Val Rendena
 
PREORE (TN). Un’orsa con due orsetti ha dato spettacolo ieri sera, poco dopo le 18, nella zona di Sesena, lungo la provinciale che collega Preore a Vigo Rendena. La mamma coi due cuccioli ha attraversato il fiume Sarca, è risalita lungo le sponde, ha quindi attraversato la strada ed è sparita nel bosco, in direzione del Brenta. L’episodio è avvenuto sotto gli occhi esterrefatti di molti turisti, che stavano transitando lungo la provinciale con le loro vetture. Molti di questi si sono fermati e hanno e fotografato i tre plantigradi con i telefonini. Un episodio identico, anche se in un diverso contesto, era avvenuto il 6 gennaio 2007 sulle piste da sci di Campiglio, nella stessa zona. Anche in quel caso mamma orsa e gli orsetti erano stati notati dai turisti sciatori e per precauzione venne raccomandato agli sciatori di proseguire nelle loro attività senza avvicinarsi troppo agli animali, per rispettare le loro esigenze di tranquillità. In genere in letargo in quei mesi invernali, gli orsi si erano trovati probabilmente scombussolati a causa delle insolite condizioni meteo.

LA STAMPA
11 AGOSTO 2009
 
Da matador a ballerino, l'acrobazia del torero
In Provenza e Camargue le sfide non violente tra “recortadores”
Funamboli coraggiosi che sfidano la morte senza uccidere
 
 
MARIO BAUDINO, INVIATO A SAINT REMY
 

Di giorno fa l’impiegato municipale: ma dopo aver bollato il cartellino torna a casa sua, si cambia e salta sui tori. Non per metafora. Christophe Sanchez, 29 anni, è il «capitano» di El Arte Arlesin, l’unico gruppo di «recortadores» francesi, e sotto il sole della Provenza, fra Saint-Rémy e Marsiglia, calca coi suoi compagni le arene che impazziscono per i tori selvaggi, proprio come in Spagna: per affrontarli però in un combattimento dove la posta in gioco non è la morte, ma qualcosa di molto più elegante, leggero e aereo. I recortadores affrontano il toro per fare le acrobazie più fantastiche: salti mortali, con l’asta, voli d’angelo, e naturalmente corse pazze per non farsi incornare.
Atleti e acrobati, sanno spiccare balzi spettacolari sugli steccati che delimitano l’arena; arrivano a sfiorare il pubblico, rimbalzano come in un balletto. Uno li guarda e rivede gli affreschi cretesi di quattromila anni fa, con le stesse evoluzioni sui grandi bovini cari ai popoli del Mediterraneo dall’Egitto antico alla civiltà Minoica, agli altopiani della Turchia.
Ancora oggi, in Turchia come in Valle d’Aosta, si organizzano scontri incruenti fra le «regine» dei pascoli, in questo caso vacche debitamente incinte. E non è finita, naturalmente. Alle foci del Rodano c’è la «corsa camarguese», e infine in Spagna, paradiso della tauromachia, le varie possibilità si trovano tutte in combinazioni diverse intorno al mito della corrida. Non è però che in Francia stiano a guardare: e non è un fenomeno di imitazione, fra Arles e Nimes continuano a scendere in campo i «matadores» più illustri, cui è mancato solo un Ernest Hemingway per diventare eterni.
Peggio le spese del toro
Christophe e i suoi colleghi (Jerome Babacene, che di anni ne ha 26, Said Arriagi, diciottenne) si accontentano di molto meno, o forse molto di più, dipende dai punti di vista. Il loro gruppo, che si avvale ogni tanto anche di «professionisti» iberici, è stato fondato da Denis Sanchez, fratello di Christophe, che di mestiere fa il ristoratore a Maussane les Alpilles, sulla strada per la città-fortezza di Les Baux. È di origine spagnola, i tori lo affascinano forse più della bouillabaisse. In questo cuore di Provenza le arene non mancano, anche nei centri più piccoli: e lui è stato matador prima di convertirsi allo sport incruento. «In Spagna - ci spiega - i “recortadores” agiscono per le strade, in condizioni molto più complicate». È difficile fare delle prodezze estreme. Per quelle ci sono i concorsi, dove ci si batte allo spasimo e se si vince si conquista una borsa, come nel pugilato. È un mondo di professionisti, o quasi.
«Qui da noi tutto avviene su un piano assolutamente amatoriale». E con pochissimi soldi. All’Arena di Saint Remy, dove il gruppo ha dato il suo spettacolo clou qualche tempo fa, il biglietto d’ingresso era di dieci euro, e c’erano anche i clown e le cavallerizze in offerta speciale. «Per lo più ci esibiamo sulla costa, a beneficio dei turisti. Bisogna stare attenti». Al toro? «Certo, ma soprattutto alle spese. Il toro è caro, averne uno come si deve per un’esibizione costa duemila euro. Così spesso si ripiega sulla vacca». Quella con 500 euro si porta via, e non è che sia meno combattiva. Anche lei è allevata allo stato brado, carica con baldanza ed è velocissima. Si possono eseguire le stesse figure: con terminologia spagnola, i «recortes», i «saltos» e i «quiebros», ovvero afferrare con destrezza coccarde poste sulle corna del toro, saltare l’animale nei modi più fantasiosi e lasciarsi sfiorare evitando le cariche con fulminee torsioni del corpo
Carriera e rischi
Su questo programma fisso ogni atleta inventa i suoi esercizi liberi, che possono essere spettacolari e arrischiati. Bisogna essere molto veloci e saper saltare. «Non è che la preparazione sia poi così speciale - aggiunge con qualche modestia Denis Sanchez - serve molta ginnastica, tutto qui. E sapersi adattare all’animale: per esempio capire quanto corre per essere sempre un soffio avanti ma non di più; come si muove, come scarta, come carica». Non sembra facile neanche detto così: e infatti ogni tanto un recortador finisce sotto gli zoccoli e rischia grosso. Ma a quanto sembra è più la delusione per la cattiva prova data in pubblico che non il dolore per le ossa rotte. È un mestiere affascinante e pericoloso. Che non consente di andare troppo avanti con l’età. «A 35 anni si deve smettere, un po’ come i calciatori». Lui è arrivato a 31, intravede l’addio. Il conto in banca non sarà paragonabile, ma vuoi mettere la soddisfazione.

LA ZAMPA.IT
11 AGOSTO 2009
 
"La sfida fra i recortadores e tori? Anche così è una tortura"
Lo scrittore Luis Sepulveda ha le idee chiare: «Quegli animali non sono nati per giocare con gli uomini»
 
MARIO BAUDINO
 
Luis Sepúlveda non è un animalista, ma ha sempre avuto una grande attenzione per il mondo degli animali. Uno dei suoi grandi successi in Italia - e in tutta Europa - è stata del resto la «Storia della gabbianella e del gatto che le insegnò a volare». A settembre uscirà per Guanda il nuovo, atteso romanzo, «L’ombra di quel che eravamo », dove si parla di uomini, di politica e di rivalsa. Ma il tema del rapporto con la natura continua a stargli a cuore. Tempo fa aveva definito la corrida «un orrore ingiustificabile in una società sviluppata e civilizzata», quando dalla Spagna si era chiesto all’Unesco di dichiararla «patrimonio dell’umanità».
Non tutti la pensano come lui, o come il Nobel José Saramago e lo scrittore Antonio Muñoz-Molina. Mario Vargas Llosa scrisse, proprio sulla «Stampa», che «le corride ci ricordano, nella magia in cui ci portano, quanto è precaria l’esistenza e come, grazie alla sua natura fragile e caduca, possa essere incomparabilmente meravigliosa». Sepúlveda però non ha cambiato idea.
Non pensa che una tauromachia senza sangue, acrobatica e non violenta come quella dei «recortadores», possa mettere tutti d’accordo?
«Non me. E’ inutile dire che non c’è sangue, e non si fa male agli animali. Questi spettacoli non sono mai privi di pericolo».
Per l’uomo.
«E per il toro. Che non è nato per giocare con noi. Questo vale per tutti gli animali, e a maggior ragione per il toro. Tutte le volte che lo si costringe a uno spettacolo, si fa inevitabilmente ricorso a una forma di tortura»
In che senso?
«Comincia nel primo istante in cui l’animale entra nell’arena, o comunque in mezzo alla gente eccitata, e sente la pressione del pubblico, le urla, la massa intorno a lui. Già questo altera la sua natura. E basta di gran lunga a terrorizzarlo».
Lei quindi condanna senza appello ogni tipo di manifestazione?
«Il problema non è se lo si ammazza o meno. In Spagna c’è anche l’usanza di incendiare degli stoppini sulle corna. Sostengono che l’animale non sente alcun dolore. E forse è vero, ma non si tiene conto del fatto che è terrorizzato. Non mi sembra una gran differenza rispetto alla corrida; è quasi lo stesso»
Ritiene davvero che lo stesso terrore assalga il toro in una sorta di gioco circense dove gli uomini si comportano semplicemente come avversari naturali?
«Sì. Il rapporto fra uomini e animali, uomini e tori, non può essere questo. Semmai, dovremmo tutti imparare la mansuetudine ».

IL GIORNALE
11 AGOSTO 2009
 
BOTTICELLE CONTRO ANIMALISTI, L'ENNESIMA RISSA
La Lav ha presentato una denuncia per «aggressione ad alcune volontarie che stavano distribuendo volantini» Negli opuscoli si invitavano i turisti a non salire sulle carrozze. L’associazione chiede l’intervento di Alemanno
POMARICI «A nessuno deve essere consentito di intimidire tramite l’aggressione fisica»
 
Jacopo Granzotto
 
Roma - Vetturini sull’orlo dell’ennesima crisi di nervi. Sempre per colpa degli animalisti e dei loro volantini. Opuscoli bilingue in cui si invita il turista a non salire sulle carrozzelle, soprattutto in questi giorni di caldo feroce. I fatti risalgono al 1 agosto; la cornice è il parcheggio di piazza di Spagna dove alcune volontarie della Lav sarebbero state aggredite e minacciate di morte dai botticellari. Per questo l’associazione ha presentato una denuncia «per minacce, ingiurie e violenza privata». Le volontarie, a quanto riferisce la Lega antivivisezione in una nota, «stavano distribuendo materiale informativo sulle botticelle, recentemente realizzato in collaborazione con l’Enpa (e ideato dall’Istituto Quasar di Roma), che invita a non utilizzare le tradizionali carrozzelle romane trainate da cavalli per salvaguardare la salute dei cavalli. I vetturini in sosta nella piazza si sono però scagliati contro le volontarie, inveendo e minacciandole addirittura di morte, strattonandole e sottraendo loro i volantini».
«La scena si è svolta davanti agli occhi di diversi vigili urbani che hanno ignorato persino alcune botticelle con i cavalli lanciati al trotto, pratica vietata dal regolamento comunale sulla tutela degli animali», riferisce ancora la Lav, che aggiunge: «Ci chiediamo da quale parte stiano le Istituzioni, se chi aggredisce donne e infrange la normativa vigente in materia di tutela del benessere degli animali non deve temere nulla, mentre chi manifesta pacificamente il proprio dissenso nei confronti di un’attività, superata e fonte di sofferenza per i cavalli, viene punito e represso». Le volontarie della Lav, infatti, sono state bloccate e multate dagli agenti della Polizia Municipale per la distribuzione del materiale informativo, che è stato sequestrato, «nonostante - aggiunge la Lav- la distribuzione fosse stata autorizzata sia dall’ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Roma, sia dalla Questura», spiegano gli animalisti, che chiedono al sindaco Alemanno e al comandante del I Gruppo dei vigili di «fare chiarezza sull’episodio».
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. A cominciare dal presidente del Consiglio comunale Marco Pomarici, per il quale «a nessuno deve essere consentito di intimidire e far valere le proprie ragioni con l’aggressione verbale o fisica». «Stigmatizzo quindi l’episodio denunciato dalle volontarie della Lav cui esprimo la mia solidarietà - aggiunge -. Garantisco inoltre che l’applicazione di quanto deliberato in Consiglio comunale lo scorso 20 Luglio sarà piena e il personale preposto vigilerà attentamente sulle eventuali trasgressioni». Più cauto il vicecapogruppo comunale del PdL Luca Gramazio: «Bisogna riportare un clima di serenità nel settore. È di tutta evidenza che a nessuno può essere impedito di manifestare liberamente la propria opinione, e che del tutto legittime sono le ragioni di chi ha a cuore la salute degli animali. Senza minimamente avallare la presunta aggressione per la quale è in corso l’accertamento dei fatti, però, va fatto notare che le forme di protesta adottate da chi manifesta le proprie idee non devono mancare di rispetto alle categorie che stanno svolgendo la loro attività. È auspicabile che il confronto torni a svolgersi in un clima di ritrovata calma, ciascuno nel rispetto delle altrui posizioni». Ma prima che qualche cavallo ci rimetta la pelle.

IL TIRRENO
11 AGOSTO 2009
 
Proteste contro il Parco dei Conigli
 
MARINA DI MASSA. Per qualcuno è una piacevole realtà, dove i bambini possono entrare a contatto con gli animali (non a caso è mèta di gite organizzate da scuole e asili). Per altri un luogo in degrado, da cui arrivano cattivi odori e rumori molesti (i versi degli animali) che non fanno dormire.  È il parco dei Conigli, vicino al Brugiano, contro cui si scaglia - con una lettera aperta al sindaco - un cittadino, Maurizio Schiavo, facendosi interprete del malumore di altri abitanti della zona.  «Nel parco - scrive - scorazzano liberi galline, galli, oche conigli, asini, capre in evidente spregio delle norme che prevedono, nelle aree urbane l’obbligo di tenere gli animali in gabbia e di rispettare la distanza di almeno 10 metri dalle case. Durante la notte, gli animali arrecano disturbo ai vicini impedendo il sonno». Il lettore denuncia anche la presenza di topi che costringono a tenere porte e finestre chiuse e a rinunciare a pranzare sui terrazzi. «Gravi limitazioni alla libertà personale causate dall’incuria e dall’indifferenza di chi ha in gestione questo spazio dove l’erba è scomparsa e dove si accumulano detriti, scarti, materiali vari da mesi». Il signor Schiavo parla poi di varie denunce inascoltate e annuncia battaglia legale.  Gli risponde a distanza Silvy Basteri che da anni conduce questa specie di fattoria didattica. «I coniglietti circolano indisturbati in un’area pulita, gli altri animali sono in recinti. Facciamo derattizzazione e lotta alle zanzare. Quanto ai rumori, beh, non si può tirare il collo a un’oca ch starnazza. Ma io chiedo: e i rumori della strada, i clacson, i miasmi del depuratore delle Querce? Sono accuse ingiustificate, e invito tutti, sindaco in testa a verificare di persona visitando il Parco».

LA GAZZETTA DI MANTOVA
11 AGOSTO 2009
 
Nell'ospedale degli animali
 
Mantova - Una sala operatoria nel Bosco Virgiliano. Anche i pazienti della clinica sono particolari. Più che altro rapaci notturni e diurni che vengono ricoverati e curati dal Centro di recupero per la fauna selvatica. L’ultima dotazione fondamentale di questa realtà per nulla nota: un’apparecchiatura per l’anestesia comprata su internet la quale consentirà al veterinario di fare gli interventi chirurgici più semplici direttamente nella struttura di Parcobaleno, nel cuore del Bosco Virgiliano.   CLINICA  Diretta da Simone Massari, è nata otto anni fa spontaneamente, nel senso che si basa esclusivamente sul volontariato, a partire dal Wwf di Mantova, con lo scopo di curare, inanellare e liberare - una volta guariti - gli animali selvatici feriti tovati in città e nel territorio.  Ogni anno il numero dei pazienti cresce, è invece purtroppo stabile quello dei volontari che sono il cuore e l’anima di questa struttura: l’ospedale degli animali.  Chiunque può dare una mano al centro. Attualmente i volontari sono una dozzina ed è possibile aggregarsi telefonando ad Andrea Fiozzi, uno degli organizzatori. In settembre-ottobre partiranno piccoli corsi di formazione tenuti dal veterinario convenzionato e dai volontari con più esperienza.  Ogni partecipazione o sostegno sono benvenuti.  Mentre siamo in visita al centro qualcuno porta siringhe, guanti, tubi da flebo non utilizzati dagli umani. PAZIENTI   Gli animali vengono portati al Parcobaleno dagli stessi soccorritori: persone che li trovano in strada, sulle rive dei fiumi e dei laghi, in campagna.  Nella maggior parte si tratta di piccoli rapaci caduti dai nidi e che non riescono a volare, oppure di animali notturni che si nutrono di animali morti sulle strade, spesso sono investiti dagli automezzi e riportano traumi e fratture.  In altri casi le bestie sono vittime del braconaggio. Ferite da persone senza scrupoli e con sensibilità zero. Andrea Fiozzi mostra la schermografia di un falchetto con 19 puntini bianchi sparsi per il corpo: «Sono pallini da caccia, che fortunatamente non hanno leso nessun organo vitale». DIETA  Mentre ci viene mostrata la nuova sala operatoria, Celestino, un volontario, passa e annuncia: «Adesso preparo da mangiare». È l’ora della cena per i ricoverati. Quindi bisogna prepararsi a un menu nel pieno rispetto delle biodiversità. Di rapaci si tratta e la sorpresa ci aspetta. Il volontario apre un banco frigo. All’interno topi e pulcini surgelati. In un’altra vaschetta lombrichi vivi. Spiegazione: «Quella per il cibo per i ricoverati è la spesa più ingente che la struttura ha in carico. Grazie alla Provincia riusciamo a garantire il vitto, come i medicinali e lo smaltimento delle carcasse».  Nella clinica del Parcobaleno ci si può fare un’idea di che cosa è la vita animale, della catena alimentare che nella modernità ci sfugge. Ma anche del rispetto delle regole. La struttura non ha a che fare con animali umanizzati o scatolette de luxe.  I volontari raccontano: «Il cibo arriva da centri esteri specializzati nell’allevamento e nel congelamento. Ci sono rigide norme igieniche da rispettare. Scongeliamo il cibo e lo serviamo consultando una tabella che indica la dieta che deve essere applicata ad ogni paziente». FERITE  Gli animali ricoverati sono per lo più volatili, in particolare rapaci: gheppi, falchi, gufi, civette e allocchi. «Ci capita di ospitare anche qualche mammifero - spiega Fiozzi - come ricci o tassi. Capita anche qualche tartaruga palustre».  Ogni anno sono circa cento i ricoverati. «Attualmente abbiamo 25 esemplari in via di guarigione. Qualche volta ci vengono affidati animali già inanellati, alcuni provenienti dalla Svezia o dalla Finlandia che svernano nel Mantovano». VOLIERE E ACQUA  «Inizialmente avevamo costruito delle voliere di legno per gli animali in via di guarigione. Successivamente abbiamo utilizzato le ex serre del Servizio Giardini del Comune di Mantova. Queste strutture sono molto più resistenti e durature», spiegano gli operatori. «E adesso stiamo progettando nuove voliere più piccole, perché il numero degli animali aumenta». All’interno del Parcobaleno c’è anche un laghetto che serve per irrigare tutto il Bosco Virgiliano. Recentemente è stato costruito un pozzetto per monitorare il livello dello specchio d’acqua che assume sempre più le sembianze di uno stagno, popolato da rane e dalla flora tipica, come canne e tife. SCUOLE  Il Parcobaleno è visitabile dalle scolaresche, ma non è uno zoo. Dall’inizio dell’anno il Centro di recupero per la fauna selvatica si rivolge a fondazioni per ricevere fondi per pagare assicurare guide specializzate che conducono gli studenti alla scoperta di questa Mantova fatta di fauna e flora. È stata predisposta un’Aula Verde con microscopi e maxischermo. Qui batte il cuore verde e animalista di Mantova. Da scoprire. Info: 348 3534747.

IL SECOLO XIX
11 AGOSTO 2009
 
Restituiti al proprietario i cavalli salvati in via Geirato
 
Genova - QUANDO i veterinari della Asl 3 e i volontari dell'ente protezione animali li avevano trovati in uno scalcinato allevamento-lager di via Geirato, i due cavalli erano in condizioni molto più che preoccupanti: magrissimi, privi di forze, sporchi e in un ambiente degradato. Era la fine di dicembre 2008 e la procura della Repubblica aveva deciso di porre i sigilli all'allevamento e togliere gli animali al proprietario. Le povere bestie, erano state affidate ai volontari, che li avevano portati in una fattoria di Torriglia. Curati, rifocillati, ripuliti i cavalli si sono ripresi in qualche settimana e oggi stanno talmente bene che il sostituto procuratore della Repubblica che ha seguito il caso, Albero Lari, ha deciso il loro dissequestro. Gli animali dovranno essere restituiti dalle guardie zoofile dell'Enpa al legittimo proprietario, che a sua volta si è impegnato a far condurre alle bestie una vita migliore. Il magistrato ha anche incaricato i veterinari della Asl 3 di verificare le condizioni degli animali con sopralluoghi all'interno dell'allevamento, che peraltro non è più quello dello scorso dicembre ma in un altro sito (in val Trebbia). «Il giudice ha ritenuto di restituire al proprietario gli animali da noi salvati, ottenendo dal proprietario la promessa di non tenerli più allo sbando, in mezzo al nulla - dice Rosanna Zanardi. Responsabile Enpa Genova - ricordo che quando siamo intervenuti una delle due cavalle di razza "appaloosa" era cieca ed era finita in un dirupo».

LIBERO
11 AGOSTO 2009
 
La pandina Lin Ping compie 76 giorni
E' la mascotte dello zoo di Chiang Mai
 
 
Ha appena 76 giorni Lin Ping, una cucciola di panda nata allo zoo di Chiang Mai Zoo, nel nord della Tailandia. Lin Ping, che in cinese significa Foresta di ghiaccio, è nata dal panda gigante Chuang Chuang  e da Lin Hui, tramite inseminazione artificiale. Il nome del pandino è stato scelto tramite concorso: allo zoo sono arrivati 22 milioni di cartoline. Sono 1600 i panda che vivono in Cina, 180 sono ospitati dagli zoo del mondo.

MESSAGGERO VENETO
11 AGOSTO 2009
 
Zoo, a tu per tu con le scimmie del Madagascar
 
LIGNANO (UD). Al parco zoo Punta verde fino alla fine di agosto è possibile provare l’esperienza di entrare direttamente all’interno del reparto dei lemuri catta, le piccole scimmie provenienti dal Madagascar con la coda ad anelli. Per tutto questo periodo sarà possibile osservare e avvicinare queste simpatiche scimmiette, ma anche conoscere ed approfondire le problematiche nel loro paese d’origine. Le visite si svolgono sotto la supervisione di guide specializzate che si propongono di far conoscere più da vicino al pubblico la fauna del parco, ma anche di aumentare il senso di responsabilità, rispetto e amore verso tutte le specie animali. Un’iniziativa che viene proposta ogni anno a grande richiesta e con grande soddisfazione. In questo periodo all’interno del parco è possibile soffermarsi anche nello spazio dedicato alla foresta pluviale atlantica del Brasile e ad uno dei suoi abitanti più minacciati, ovvero il Leontopiteco testa nera, Leontopithecus caissara.

LA ZAMPA.IT
11 AGOSTO 2009
 
Himalaya: scoperte 350 nuove specie, ma sono già a rischio
Secondo il dossier del Wwf c'è la minaccia per il nuovo tesoro della biodiversità
 

I cambiamenti climatici continuano a colpire il Pianeta e il suo «tesoro di biodiversità». Questa volta se la prendono con il più piccolo cervo del mondo, un mini-bambi, con una nuova specie di rana volante e un geco che abita la Terra da almeno 100 milioni di anni. E, sull’Himalaya orientale, dove si avvertono di più i mutamenti del clima, mettono a rischio la dimora di una varietà sorprendente di specie: 10.000 di quelli vegetali, 300 specie di mammiferi, 977 di uccelli, 176 di rettili, 105 di anfibi e 269 tipi di pesci di acqua dolce. A scattare la fotografia è un dossier del Wwf «The Eastern Himalayas - Where Worlds Collide». Lo studio riassume le scoperte di numerosi scienziati dal 1998 al 2008 in zone remote e montuose che vanno dall’India nord-orientale all’estremo nord del Myanmar, fino al Nepal e alle regioni meridionali dell’area autonoma del Tibet. E da oltre 10 anni di ricerche emerge che sono più di 350 le nuove specie scoperte nelle regioni dell’Himalaya orientale: il dossier descrive 244 piante, 16 anfibi, 16 rettili, 14 pesci, 2 uccelli, 2 mammiferi, e almeno 60 nuovi invertebrati. Si è giunti così alla scoperta di una rana color verde brillante (Rhacophorus suffry) che utilizza i lunghi piedi rossi palmati per librarsi nell’aria. Ma anche di un cervo foglia (Muntiacus putaoensis), il più piccolo e antico del mondo, con il manto bruno chiaro e gli occhi da cerbiatto. Poi, è spuntato un geco, con 100 milioni di anni sulle spalle, scoperto in una miniera di ambra della Hukawang Valley, nelle regioni himalayane dell’estremo nord del Myanmar. Qui, c’è anche la più alta concentrazione di tigre del Bengala, ma soprattutto si nasconde l’ultimo bastione del carismatico rinoceronte indiano. Ed è proprio in questa terra che l’associazione del Panda è impegnata nella difesa degli habitat di specie a rischio come il maestoso leopardo delle nevi, la tigre del Bengala, il gibbone dalle mani bianche, il leopardo nebuloso, l’elefante asiatico, il panda minore, il langur dorato, il raro delfino del Gange. «Siamo di fronte a un patrimonio di diversità culturale e biologica che è però estremamente vulnerabile e fragile - osserva Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf - e che rischiamo di perdere per sempre, a meno di non agire da subito contro i cambiamenti del clima. Un impareggiabile mosaico di diversità biologica, senza dubbio tra i più ricchi di tutto l’oriente».Con il problema di una estrema sensibilità ai cambiamenti climatici. L’Himalaya, dice Mariagrazia Midulla, responsabile del programma clima ed energia del Wwf, potrà essere salvato, pensando all’accordo di Copenaghen a dicembre, soltanto da «un trattato equo e coraggioso, fondato sull’alleanza tra paesi ricchi e paesi poveri contro la devastazione dei cambiamenti climatici, alimentati in questa parte del mondo anche da un’incontrollata deforestazione».

LA GAZZETTA DI MANTOVA
11 AGOSTO 2009
 
Qui le farfalle sono tropicali
 
Mantova - Tra le ex serre del Servizio Giardini del Comune di Mantova di Bosco Virgiliano, una è davvero particolare. Perché a differenza delle altre, trasformate in voliere per l’ospedale dei rapaci, questa è zeppa di piante tropicali. Una foresta pluviale dentro un bosco padano, a settentrione della città. I volontari del Parcobaleno spiegano che in quella struttura sono ospitate le farfalle tropicali. Gli animali vengono acquistati in Gran Bretagna. Animali, si fa per dire. A Mantova arriva una scatola piena di crisalidi pronte a diventare farfalle. L’esperimento ha una finalità didattica. Alcuni degli insetti volanti importati ha trovato l’albero adatto per appoggiarsi e riprodursi. In questo periodo dell’anno non ci sono farfalle, ma quando il parco apre alle visite delle scolaresche i coloratissimi esemplari tropicali volano tra le piante della serra dismessa.

LA GAZZETTA DI MANTOVA
11 AGOSTO 2009
 
Tartarughe assassine
 
Mantova - Il laghetto che caratterizza l’area recintata del Parcobaleno è apparentemente tranquillo. È diventato l’habitat di tartarughe carnivore. Esemplari di trachemys scripta elegans sono stati introdotti da gente stanca di allevare in casa certi rettili, esuberanti in alimentazione e in crescita. Negli ultimi anni è andato molto di moda comprare le piccole tartarughe d’acqua americane. Questi animali in poco tempo crescono a dismisura: la loro corazza raggiunge i quaranta centimetri di diametro. Così sono abbandonate in boschi o stagni, ed è proprio quello che è accaduto qui.  Queste tartarughe oltre ad aver provocato un danno all’ecosistema del laghetto del Bosco Virgiliano sono in competizione con le nostre tartarughe palustri, le emys orbicularis, verdi con puntini gialli, che sono in via d’estinzione.

LA TRIBUNA DI TREVISO
11 AGOSTO 2009
 
E' senza museruola in Pescheria: cane crea panico e rabbia
 
Provincia di Treviso - Per la seconda volta nel giro di una settimana un cane scatena il panico in centro a Treviso. Domenica sera un Corso nero, un esemplare di grossa taglia lasciato dal padrone libero e senza museruola ha aggredito altri due cani tenuti al guinzaglio da una persona anziana e una coppia che stavano passeggiando. Ci sono stati attimi di tensione con i proprietari che per difendere i loro cani hanno riportato lievi lesioni. E’ dovuta intervenire la polizia.  Tutto è iniziato intorno alle 23,30 di domenica in zona Pescheria dove, vista la serata afosa, c’era ancora molta gente. Improvvisamente è comparso un cane di grossa taglia che libero si è avventato, prima contro un cagnetto tenuto al guinzaglio di una giovane coppia che stava attraversando la Pescheria. I due hanno cercato di allontanarlo, ma è stato tutto inutile. Il corso nero ha continuato a cercare di azzannarlo anche quando i suoi proprietari l’hanno preso in braccio. Una situazione rischiosa visto che il cane si è avventato anche contro i due che cercavano di proteggerlo con le braccia. Qualcuno ha cercato di rintracciare il padrone, ma nessuno si è visto. Il cane si è allontanato dalla coppia solo quando dalla piazza ha visto spuntare una signora anziana scesa per fare due passi con il suo piccolo amico a quattro zampe.  Quando la donna ha visto che puntava proprio loro due ha cercato di ripararsi, ma non ha fatto in tempo. Il corso, a quel punto completamente lasciato a se stesso, si è avventata anche sull’altro cane. Pure questa volta la donna ha cercato di proteggersi procurandosi piccole escoriazioni. Qualcuno in Pescheria ha chiamato il 113 che ha inviato una Volante. Finalmente, il padrone del cane protagonista delle due aggressioni è stato rintracciato dagli agenti. Si tratta di un trentaduenne trevigiano che era in un bar vicino con amici e non si era reso conto che il suo cane era scappato. Solo il 5 agosto scorso, era emersa un’altra storia con protagonista un cane un po’ nervoso. La vittima, un commerciante del centro, D.P.G. di 63 anni, che ha presentato querela ai carabinieri dopo essere stato aggredito il 7 maggio scorso sempre in Pescheria da un dogo argentino. Il negoziante che si trovava all’altezza del bar Muscoli, ha visto il cane che ha cominciato ad abbaiare nella sua direzione lanciandosi improvvisamente contro di lui e azzannandolo alla mano. Ha cercato di liberarsi dalla presa, mentre il padrone A.O.C. ha tentato di riportare alla calma l’animale. Alla fine il dogo argentino ha lasciato andare il negoziante che è stato accompagnato in stato di choc al pronto soccorso del Ca’ Foncello. L’uomo, dopo le cure, si era rivolto ai carabinieri di Treviso presentando una querela per il reato di lesioni colpose.  Per ironia della sorte, i due episodi sono avvenuti nell’unica zona dove troneggia un vecchio cartello con il «divieto di transito ai cani».

LA ZAMPA.IT
11 AGOSTO 2009
 
Himalaya: 350 nuove specie, ma a rischio
 
Sono più di 350 le nuove specie scoperte nelle regioni dell'Himalaya orientale. Un tesoro di diversità biologica, ora seriamente minacciato dai cambiamenti del clima, che comprende il piu' piccolo cervo del mondo, una nuova specie di ''rana volante'' e una specie di geco che si ritiene presente sulla Terra da almeno 100 milioni di anni. E' quanto emerge dal dossier del Wwf ''The Eastern Himalayas - Where Worlds Collide'' che riassume le scoperte effettuate dal 1998 al 2008 da una serie di scienziati appartenenti a diverse organizzazioni in un territorio che va dal Buthan e dall'India nord-orientale all'estremo nord del Myanmar, al Nepal e alle regioni meridionali della Regione autonoma del Tibet (Cina).
Nella foto: il più piccolo cervo del mondo
Una specie di geco che si ritiene presente sulla Terra da almeno 100 milioni di anni.
Una nuova specie di ''rana volante''
 
FOTO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=19834&tipo=FOTOGALLERY

LIBERO
11 AGOSTO 2009
 
Se il chirurgo chic raccomanda la pillola pesticida
 
Luigi Santambrogio
 
Ma l’esimio Umberto Veronesi sa davvero di che parla, quando parla? Conosce gli effetti dell’aria che batte quando straluna sulla fine del maschilismo e l’avvento del Regno del Femmineo Globale? A quale misterioso codice o gaia scienza s’appella il chirurgo che teosofeggia sull’immacolata innocenza delle donne che mai «uccidono e non si uccidono»? Leggete su Repubblica di ieri il nostro Dan Brown dei tumori e provate a seguirlo, se potete. Un pezzo da brividi, tuttavia perfetto a comprendere fino a che livelli l’intellighenzia nostrana può scendere pur di nobilitare l’ignobile, elevare a principi di ragione ciò che è soltanto vanvera, ideologia e insensatezza. E solo per piacere a Big Pharma e sponsorizzare il suo ultimo prodotto: la RU486, il topicida abortivo, la pillola di distruzione di massa sul quale le multinazionali dei farmaci si preparano a lanciare un business milionario. Veronesi lo fa sul quotidiano della sinistra chic e perbene, La Repubblica. E dove se no? L’esimio medico è quel che si dice uno scienziato trasversale: amico di tutti, prezzemolino da salotto e fidato percettore di generose donazioni bipartisan. Ma su Repubblica il nostro offre un volto inedito: getta alle camelie il bianco camice dell’oncologo per infilare il magico cappello del fattucchiero. La terra, scrive, presto sarà delle femmine e i maschi scompariranno. Come i dinosauri del giurassico.
Umberto Blade Runner
È la prima di una catena di sciocchezze che hanno il solo scopo di indorare la sciagurata pillola e farla ingoiare a migliaia di donne. Veronesi abbandona la scienza per la fiaba, afferma e certifica senza fornire documentazione e prove: per lui la RU486, è tra le «metodiche» abortive «meno traumatiche». Ipse dixit. E chissenefrega se la metodica significa un aborto ad alto rischio lungo due settimane e che, per la cronaca, il pesticida in pastiglie ne ha ammazzate almeno 29. Minuzie per chi considera il feto un’inutile appendice, metastasi da tagliare via, a mamma piacendo, con un colpo di bisturi o, meglio ancora, avvelenando il concepito. Ma c’è di più. Sentite che profetizza sul mondo nuovo l’illuminato Veronesi: «Già oggi una donna può avere un figlio senza scegliere un padre, basta che si rivolga a una banca per la fecondazione». Già, che ci vorrà mai? Una provetta e un po’ di sperma, il resto (l’incontro dei sessi, una vita insieme e l’amore reciproco) è inutile contorno, primitivo sovrappiù. Complimenti al professore: ci par di vederlo rovistare tra banche del seme e ovuli in doppia fila nel freezer. Al posto degli umani solo androidi e replicanti, come nel film Blade Runner. Che Veronesi deve aver visto, tanto da scimmiottare Roy Batty e il suo celebre monologo ( «Ho visto cose che voi umani…»). Invece delle navi da combattimento in fiamme al largo di Orione, il cyberpunk Umberto ci racconta, pencolando dal cornicione di Repubblica, cose mai dette sulle donne-streghe bruciate al largo della storia. «..Hanno pagato un caro prezzo nel passato», scrive, «per questa loro condizione di debolezza: quante povere ragazze (in genere con disturbi mentali) sono state arse vive perché possedute dal Demonio?». Ci vuol davvero coraggio a prendere le difese delle diavolesse messe al rogo dalla Chiesa e dell’Inquisizione, tacendo, per amor di scienza, sulle disgraziate dementi condannate a far da cavia alla medicina sperimentale e alle sue “metodiche” da tortura. Il chirurgo delle amazzoni prescrive a tutte la stessa ricetta: aborto, in sala operatoria o nel bagno di casa. Con la RU486 oggi si può.
Un mondo di cloni
Mai bufala più velenosa è mai stata propalata, con l’aggravante che a spacciarla è un grande chirurgo. Al quale va riconosciuto il valore di tante vite salvate, ma ciò non può consentirgli di scorrazzare liberamente nei campi uncinati dell’eugenetica. Giacché proprio di questo di stratta: oggi i nuovi demoni della manipolazione nazista dell’umano hanno la faccia sorridente e patinata di questi professori da copertina, acclamati benefattori del popolo e liberatori da laboratorio. Veronesi, redivivo Huxley, è certo: Adamo ha le ore contate e la coppia eterosessuale anche. Tanto che «se in futuro si arrivasse alla clonazione», tifeggia Umberto, «la superiorità femminile sarà ancora più evidente: la donna può clonare se stessa e l’uomo no. Non è assurdo», conclude doctor clone, «prevedere allora un futuro prevalentemente al femminile, come già avviene in natura in altre comunità». Poi l’appello finale: «La donna sarà protagonista della prossima era… Non c’è da temere: non si fermeranno». Insomma, hasta la victoria siempre. Intanto, si prendano il pillolone ammazza bimbi e attendano con serenità la venuta del pianeta delle femmine. Ma caro dottore, c’era bisogno di spararle così grosse per fare un favore alle case farmaceutiche? Non era più semplice e scientifico elencare i pro e i contro, senza intrecciare filosofie senza capo ma con una lunghissima coda di paglia? Perché, illustre Veronesi, continua pure lei a prendere per sceme le donne italiane circuendole con stupidaggini neomaschiliste da fantascienza?
 
 

 

            11 LUGLIO  2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE
 

TISCALI ANIMALI
11 AGOSTO 2009
 
Non solo laboriose ma anche poliglotte, le api imparano le lingue straniere
 
Fra le singolari capacità delle api vi è anche quella di apprendere 'lingue' straniere. Studiosi di base presso l'Australian National University in Canberra hanno scoperto che le api asiatiche e quelle europee sono capaci di imparare e di capire, le une dalle altre, il linguaggio segreto delle 'danze' che descrivono dove trovare il cibo.
"Le api da miele misurano la distanza di volo fino ad una fonte di cibo usando un 'odometro visivo' che registra gli oggetti che esse sorvolano, e al ritorno trasferiscono le informazioni alle compagne con delle danze, agitando il posteriore, che indicano la distanza e la direzione della fonte di cibo", spiega il prof. Shaowu Zhang del Centro di scienze visive dell'ateneo, che ha guidato lo studio pubblicato sulla rivista PLoS ONE della Public Library of Science.
Le differenti specie di api tuttavia usano movimenti differenti per segnalare l'ubicazione del cibo, e gli studiosi hanno voluto verificare se possono imparare a comunicare fra loro. Con la collaborazione di colleghi cinesi hanno allevato una colonia mista a Zhangzhou, nella provincia di Fujian, composta di api asiatiche (Apis cerana cerana) ed europee (Apis mellifera Ligustica), usando una videocamera per registrare ed analizzare i loro comportamenti.
La colonia mista consisteva di un'ape regina asiatica e di operaie sia asiatiche sia europee, e gli studiosi sono rimasti sorpresi dell'armonia in cui riuscivano a coesistere. Hanno osservato dapprima che le api delle due specie usavano danze piuttosto distinte, anche quando si foraggiavano nelle stesse aree.
"Abbiamo potuto osservare entrambe le specie di danze eseguite nella colonia mista, e abbiamo visto come le api dell'altra specie seguissero l'ape danzante", spiega ancora Zhang. "Dopo un po' le api asiatiche potevano essere incaricate da una danzatrice europea di trovare una fonte di cibo che quest'ultima aveva visitato, e viceversa, dimostrando di aver imparato a capirsi fra di loro".
 
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