10 DICEMBRE  2009

LA REPUBBLICA

10 DICEMBRE 2009

 

ANIMALI, LAV: CALCI E PUGNI A SUO CANE, 44ENNE CONDANNATO

 

Roma - Il Tribunale di Roma, comunica la Lav, ha condannato un uomo di 44 anni, A. R., alla pena pecuniaria di 6mila euro di multa per aver picchiato brutalmente il suo cane. I fatti risalgono al 25 novembre 2005 quando, intorno alle 22 nei pressi di piazza Augusto Imperatore a Roma, diversi passanti videro l'uomo picchiare brutalmente un cane prendendolo a calci e pugni, sbattendolo contro il muro e colpendolo ripetutamente con uno spesso guinzaglio, utilizzato come una frusta. L'animale, rannicchiato a terra terrorizzato, provava a fuggire ma era legato con una fune.


LA PROVINCIA PAVESE

10 DICEMBRE 2009

 

Una famiglia di gatti cade nel camino Se ne salva solo uno

 

VOGHERA (PV). Quattro gatti caduti in un camino, forse in cerca di un po’ di caldo: tre sono morti, uno è stato salvato in extremis dopo diversi giorni di sofferenze. A tirarlo fuori da lì, facendo un buco nel muro, sono stati i vigili urbani e i vigili del fuoco di Voghera. E’ accaduto l’altro pomeriggio nell’ala disabitata dell’ex caserma di Cavalleria in via Gramsci. Tutto è iniziato quando alcuni amanti degli animali, che portavano da mangiare ai gatti della zona, hanno sentito un debole miagolio provenire dall’interno della caserma. I cittadini hanno pensato che qualche gatto fosse rimasto imprigionato in uno dei locali in disuso dell’ex caserma, e hanno chiamato i vigili urbani. Il sopralluogo non ha permesso di trovare alcun animale, ma i miagolii si sentivano distintamente: alla fine si è scoperto che il suono proveniva dall’interno di un muro, dove passava una delle canne fumarie dell’edificio. A quel punto è stato necessario richiedere l’intervento dei vigili del fuoco di Voghera. I pompieri hanno praticato un foro di 10 centimetri alla base della canna fumaria e hanno trovato il gatto ormai allo stremo delle forze. Lì vicino c’erano i corpi di altri tre animali: morti di fame oppure a causa della caduta di oltre 10 metri. Erano stati attirati dal calore: su quella canna fumaria, infatti, si innestano i fumi di alcuni locali adiacenti.


Animalieanimali

10 DICEMBRE 2009

 

LA STORIA DI BRANDO UN DRAGO BARBUTO
Per chi dovrebbe rispettare gli animali selvatici!....

 

La storia di Brando, un drago barbuto (nome scientifico pogona vitticeps) di 4 anni, iniziò in un negozio di animali dal quale uscì poco tempo dopo impacchettato in una scatola di cartone come regalo. Regalare un animale in genere ma soprattutto un rettile senza che chi lo deve ricevere sappia come tenerlo non è mai una buona idea. Evidentemente il nuovo proprietario di Brando non era pronto né preparato a ricevere un regalo del genere. Così il povero drago passò 4 lunghi anni in una scatola di scarpe, con un'alimentazione scorretta ma soprattutto senza vedere mai il sole. Per dovere di cronaca tutti i rettili per un buon metabolismo del calcio hanno bisogno essenziale di raggi UVB. Brando resistette quanto più potè e poi inevitabilmente si ammalò: cominciò a non mangiare e a non muoversi più. A quel punto il proprietario che in tutto questo tempo non si era neanche accorto delle dimensioni molto ridotte del suo drago rispetto a quelle dei suoi simili della stessa età, si accorse però che c'era qualcosa che non andava. Lo portò allora da un veterinario mio amico esperto in animali esotici il quale diagnosticò a Brando la MOM (malattia osteo-metabolica).In poche parole è una malattia da cattiva gestione dell'animale dovuta ad una errata metabolizzazione del calcio. Il collega prospettò al proprietario di Brando la cura adeguata che consisteva essenzialmente in un cambio drastico della gestione dell'animale: alimentazione corretta, terrario con temperatura e umidità adeguate, integrazione di calcio e soprattutto lampada a raggi UVB.Tutto questo per il proprietario di Brando sembrò eccessivo per cui chiese al mio collega di sopprimere l'animale. Il dottore ovviamente sconvolto dalla richiesta tentò di convincere il proprietario a ripensarci ma non ci fu verso di distoglierlo dalla sua idea. Così a decisione presa lasciò Brando dentro la solita scatola di cartone in clinica pagando per l'eutanasia. Il collega rimandava continuamente di eseguire l'operazione a lui richiesta e a fine giornata ancora non si sentiva di sopprimere quella povera bestiolina che aveva semplicemente bisogno di un proprietario “umano”. Il giorno dopo rimandò ancora e così accadde per altri 3 giorni. Dopodichè il direttore sanitario della clinica dove il mio collega lavora gli impose di fare la prestazione a lui richiesta quindi di porre fine alla vita di Brando. Il mio collega ancora una volta mosso da compassione ma non potendo sottrarsi ulteriormente alle richiste del capo liberò nel giardino della clinica il povero Brando delegando al Destino la sopravvivenza o meno del drago. Brando nonostante milioni di problemi ( automobili, gatti e cani randagi, ricerca di cibo) aveva scoperto il sole che in parte curò i suoi malanni e dopo un mese il collega lo ritrovò nel giardino della clinica. Ora però mangiava ed aveva fatto la muta. Fu questo il momento in cui il mio collega mi propose l'adozione di Brando. Io rimasi un po' perplessa ma poi in un giorno attrezzai un terrario con lampada UVB mi procurai l'alimentazione adeguata (verdure camole e grilli vivi) e presi Brando.
Ora Brando vive in un terrario 90x60x45, mangia 4-5 grilli al giorno, la lattuga e le camole, fa il bagnetto nella sua “piscina” e si arrampica sui rami per esporsi meglio al suo “sole” (una lampada UVB da 150 W), è cresciuto di peso e mangia anche dalle mie mani.
I rettili non riescono molto bene ad esprimere emozioni o perlomeno non nel modo in cui noi riusciamo a percepirlo ma credo o voglio credere che Brando abbia trovato la felicità, la”felicità” che ogni drago, ogni rettile ed ogni animale dovrebbe avere, che corrisponde semplicemente allo svolgimento di una vita normale caratteristica di ogni specie.
Grazie per la Vostra attenzione, e un caro saluto a tutta la redazione di animalieanimali che fa tante cose per i nosti amici animali.
Dott.ssa Maristella Zambelli
Medico Veterinario di Roma


TISCALI NOTIZIE

10 DICEMBRE 2009

 

Iraq, Cane e padrone ritenuti morti tornano insieme dopo attentati

 

Baghdad - Erano ritenuti morti entrambi dopo gli attacchi di ieri contro gli edifici governativi a Baghdad, e invece sono di nuovo insieme: il cane e il suo padrone, un iracheno.Oggi, sotto gli occhi sgomenti dei vicini, il signor Faruq Omar Muhei, sopravvissuto miracolosamente alle esplosioni, è tornato alla sua casa, crollata, e ha ritrovato il suo fedele amico di colore rossiccio. Quest'ultimo era incatenato a un cancello e lo aspettava appoggiato a una parte di muro rimasta in piedi. "Molti vicini pensavano che fossi morto", ha detto Faruq, dopo che il suo cane Liza era stato portato in strada per bere da una pozzanghera.La polizia irachena e i soccorritori avevano inizialmente registrato Muhei e la sua famiglia tra le vittime. Ma lui, dopo essere stato medicato in ospedale, è tornato a casa con il figlio, 14 anni, Omar.


ASYLUM

10 DICEMBRE 2009

 

NASCE UN VITELLO CON UNA CROCE STAMPATA SULLA FRONTE

 

 

 

Di vitelli con strani simboli disegnati sul corpo ne nascono con una relativa frequenza. Quello nato a Sterling, nel Connecticut, una settimana fa, ha però qualcosa di molto religioso: sulla fronte, infatti, presenta una croce. Quando è nato, il padrone, Brad Davis, non si era accorto di niente. "All'inizio non abbiamo visto quel simbolo - racconta l'uomo - Poi, col passare delle ore, quando il pelo si è asciugato, ci siamo resi conto che aveva qualcosa di speciale". Il vitello, che è prevalentemente di colore scuro, aveva una croce bianca proprio al centro della fronte (qui potete vedere un video in inglese). "Penso che si tratti di un messaggio che arriva dall'alto - dice ancora il padrone - Non ne sono sicuro. Stiamo ancora cercando di capire bene". C'è anche chi vi coglie un messaggio beneaugurante per il settore dell'allevamento: "Non sono sorpreso di fronte a questo segnale. Era da tempo che il nostro settore aveva bisogno di un miracolo, ed eccolo qui. Penso che siamo di fronte ad un intervento divino. Sono anche io un allevatore, e conosco la genetica di questi animali: una cosa del genere non può capitare neanche su un milione di mucche".


IL CENTRO

10 DICEMBRE 2009

 

Il mattatoio comunale riapre dopo 10 anni

 

AVEZZANO (AQ). Riapre dopo 10 anni il mattatoio comunale di Avezzano grazie ad un accordo tra il Comune e l’associazione temporanea d’impresa formata da Gal Marsica, Cooperativa carni marsicane e l’associazione «La buona carne della Marsica». La gestione sperimentale verrà affidata per due anni a questa Ati. Prima della fine dell’anno saranno effettuate le prime mattazioni.  Ieri mattina, in municipio, il sindaco Antonio Floris e il presidente del Gal Marsica Carlo Rossi , hanno presentato a tutti la «nuova vita» del mattatoio che nei prossimi giorni riprenderà l’attività. E’ stato l’assessore Raffaele Lolli , che fin dal 1999 ha seguito la vicenda, a ringraziare tutti gli enti che hanno collaborato a «superare questo lungo inter pieno di ostacoli, e far vedere di nuovo la luce a questa struttura».  Il presidente del Gal Marsica Rossi ha spiegato che «il Gal Marsica è stato l’anello di congiunzione per la formazione dell’Ati alla quale si è arrivati grazie anche alla collaborazione di Cia, Coldiretti e Confagricoltura. Un risultato così si raggiunge solo grazie alla collaborazione di tutti».  Dopo la chiusura la struttura è stata completamente abbandonata a sé stessa, e per ristrutturarla sono serviti ben 2 milioni di euro, finanziati dalla Comunità montana Marsica 1 e Valle Roveto, rappresentate alla conferenza di ieri dall’assessore Aurelio Maurizi e dal presidente Marcello Di Cesare . Il mattatoio attualmente è dotato di macchinari all’avanguardia, celle frigorifero e mezzi per il trasporto degli animali «in parte acquistati grazie ai fondi investiti dal Comune di Avezzano», ha sottolineato il dirigente comunale Domenico Palumbo . Il dirigente tecnico del Gal, Carlo Floris , ha lanciato un’idea: «Facciamo diventare il mattatoio parte di una filiera e chiediamo all’assessore all’agricoltura Mauro Febbo se è possibile finanziarla con il Piano di sviluppo rurale».


LA GAZZETTA DI REGGIO

10 DICEMBRE 2009

 

Rodeo in un bosco di Valestra Il toro in fuga viene abbattuto

 

CARPINETI (RE). E’ stato necessario l’intervento di una guardia forestale di Carpineti, che con il suo fucile è stato costretto ad abbattere l’animale, per porre fine alla fuga di un toro, che è scappato al suo proprietario e si è dato alla macchia per una notte intera nei boschi di Valestra.  Erano circa le 18.30 quando l’animale, di proprietà dell’azienda agricola di Lorenzo Bonini, a San Giovanni di Querciola, è stato portato al mattatoio di Valestra per essere abbattuto.  Ma, evidentemente, «capita l’aria che tirava», l’animale è riuscito a divincolarsi e a fuggire, rifugiandosi a tutta velocità in un bosco della zona. Temendo che potesse fare male a qualcuno, carabinieri, agenti della polizia municipale e guardie forestali hanno subito cominciato a cercarlo ma, complice anche il buio, sono stati costretti a desistere. Le ricerche sono ricominciate il giorno seguente, con l’arrivo della luce, e dopo poco il toro è stato avvistato. L’animale, visibilmente agitato, non ne voleva sapere di farsi avvicinare e, per non correre ulteriori rischi, alla fine si è deciso di abbatterlo. L’ingrato compito è toccato a una guardia forestale di Carpineti, che gli ha sparato col fucile.


CORRIERE DELLA SERA

10 DICEMBRE 2009

 

L'ESPERTA

«Non è un giocattolo, serve esperienza»

La dottoressa Negro: il chihuahua va incontro a molte patologie, lo si scelga solo se si è consapevoli dell'impegno

 

MILANO «Il problema è molto semplice: c'è un iper produzione a cui corrisponde per forza di cose una mancata selezione». Di conseguenza, c'è un indebolimento generalizzato della razza. Anna Negro, veterinaria, curatrice del forum tecnico di consulenza ai lettori sul Corriere.it, non ha dubbi: l'eccesso di domanda che alcune razze di cani si trovano a vivere, sulla spinta di impulsi emotivi derivanti da film di successo, può solo avere effetti negativi. E quanto ai chihuahua, non è un problema solo della California: «Per l'esperienza che registriamo nel nostro studio - conferma - è una tendenza che sta prendendo piede anche da noi. E purtroppo sempre più spesso ci troviamo di fronte a cani importati dall'est, dove sono stati allevati senza particolari attenzioni e precauzioni».

NON PER TUTTI - Il chihuahua non è però un cane per tutti, a dispetto delle dimensioni che lo fanno sembrare un animaletto innocuo e adatto anche ad un bambino. «La bellezza, se così si può dire, di questi cani, perlomeno nell'opinione di molti di coloro che li acquistano, sta proprio nelle dimensioni ridotte al minimo - commenta la dottoressa Negro -. Per ottenere questo risultato è stato forzato al massimo il carattere di nanismo, che è un carattere genetico generalmente negativo e che con sè porta parecchie patologie e difetti».

FONTANELLA APERTA - Uno tra i più evidenti è che questi cani, se sono di razza, hanno la fontanella aperta, proprio come nei neonati. «E non si chiude per tutta la vita - sottolinea la veterinaria - perché le dimensioni del cranio non sarebbero compatibili con lo sviluppo dell'encefalo, in presenza di una compressione che vi sarebbe con la calotta completamente chiusa. Con fontanella aperta non si ha una compressione reale e quindi il cervello ha la possibilità di avere dimensioni compatibili con funzioni della vita. E' una caratteristica ricercata, non naturale. Se il cane non ha fontanella aperta non è di razza pura; se ce l'ha è di razza pura ma questo fa del cane un esserino delicatissimo perché il capo diventa un punto molto debole, qualunque colpo può essere molto pericoloso».

PROBLEMI ARTICOLARI - Ma non solo. Questo tipo di cane potrebbe avere problemi anche di tipo articolare. «Questo è dovuto al fatto che siano stati enfatizzati i geni del nanismo - evidenzia la dottoressa Negro -. Anche gli umani che soffrono di nanismo hanno problemi alle gambe. I cagnolini rischiano di avere zampe storte, ginocchia deboli e doloranti a causa delle articolazioni che lavorano male. A lungo andare queste caratteristiche sono un fattore predisponente per artrosi e patologie analoghe».

«NON SONO NINNOLI» - Ce ne sarebbe già abbastanza, se non fosse che molto spesso i chihuahua hanno anche problemi ai denti e difficoltà al momento della riproduzione, soprattutto del parto, che avviene quasi sempre per taglio cesareo a causa delle sproporzioni tra le dimensioni del cucciolo in arrivo e il corpicino della madre. «Non va poi trascurato l'aspetto caratteriale - puntualizza ancora la veterinaria -. Non si deve pensare che siano dei ninnoli. La maggior parte di loro sono, mi si passi il termine, perfidi. Sono tipo i doberman pincher, cani decisi e territoriali. E tendenzialmente molto rumorosi». Giusto per ricordare che non sempre un cane piccolo è il più indicato per la vita in appartamento, se non si vogliono avere problemi di vicinato. Questo però non significa che nessuno debba avere un chihuahua come compagno di vita: «Va sconsigliato a chi è alla prima esperienza con i cani - suggerisce la dottoressa Negro -. Bisogna essere davvero amanti del genere e conoscerne a fondo le caratteristiche. E' un po' come avere un sidecar: è bellissimo ma mette insieme gli svantaggi dell'auto e quelli della motocicletta. Il chihuahua ha forse più difetti di altri cani, ma ha tutte le esigenze di qualunque cane, dall'andare a spasso al bisogno di compagnia. No, decisamente non è un giocattolo».


CORRIERE DELLA SERA

10 DICEMBRE 2009

 

In tanti li acquistano solo per moda, seguendo il trend delle star di Hollywood

Troppi chihuahua nei canili, California costretta a farli emigrare

Sono il 30% dei trovatelli ospiti nei rifugi, troppi gli abbandoni. Voli charter per trasferirli in altri Stati

 

 

 

 

ALESSANDRO SALA

 

MILANO - La scintillante Paris Hilton esibisce il suo Tinkerbell come un irrinunciabile accessorio, se lo porta quasi ovunque, lo coccola e lo sbaciucchia davanti alle telecamere e agli obiettivi dei fotografi. Ma anche un uomo grande, grosso e dall'aria vagamente rude come Mikey Rourke non ha esitato a presentarsi sul red carpet della scorsa edizione della Mostra del cinema di Venezia accompagnato dal suo minuscolo cagnolino. E come loro, con il chihuahua d'ordinanza, è solita farsi spesso vedere l'idolo degli adolescenti Miley Cyrys, che si è conquistata grande fama come protagonista della sit-com Disney, Hannah Montana. Insomma, il cagnolino in formato «toy» piace molto alle star e non è un caso che nella California patria di Hollywood sia la razza più gettonata. Ma, purtroppo, anche la più abbandonata. Al punto che i responsabili dei canili e dei rifugi di San Francisco, Oakland, Los Angeles lanciano l'allarme: abbiamo più chihuahua di quanti ne possiamo gestire. Con la conseguenza che presto saranno organizzati voli charter verso altri Stati, dove la richiesta di piccoli cani è elevata e l'offerta, perlomeno nei rifugi pubblici o gestiti da associazioni, piuttosto bassa.

UN CANE DA FILM - Il chihuahua è un cane molto popolare in terra hollywoodiana. Lo scorso anno, per dire, è uscito il film «Beverly Hills Chihuahua», la storia dell'altolocata cagnetta Chloe che, dopo essere stata smarrita dalla sua padroncina in Messico, deve sfuggire alle mire del cattivo di turno, il doberman Diablo. Proprio l'interesse mediatico e cinematografico attorno a questa razza rischia però di essere controproducente. Il «tutto esaurito» nei canili californiani, dove è chihuahua un cane su tre, ne è la dimostrazione. Perché in molti acquistano questi batuffolini a quattro zampe per far felici figli e nipotini o per accontentare mogli che, per spirito di imitazione delle star, non vogliono rinunciare al puppy da borsetta. Ma per quanto di piccola taglia, anche questi sono cani come altri. Che richiedono di essere portati a spasso, che si annoiano se restano soli, che necessitano di cure veterinarie. La conseguenza è che quando ci si rende conto - sempre troppo tardi - che malgrado le dimensioni e l'aspetto questi non sono giocattoli, la tentazione di prendere la via più breve, quella dell'abbandono, diventa forte. E stando ai numeri sono molti coloro che a questa tentazione hanno ceduto.

VOLI CHARTER - I responsabili dei canili sono preoccupati. Molte strutture hanno dovuto smantellare parte delle gabbie per i cani di grossa taglia e riconvertire quegli spazi per le esigenze dei «piccoletti» che sempre di più varcano le loro porte. Al rifugio dell'Oakland Animal Services, ha spiegato la direttrice Megan Webb all'Associated Press, i nuovi arrivi sono nell'ordine di una decina al giorno. I volontari hanno già provveduto a trasportare in auto un ceninaio di animali in altri Stati, dall'Oregon all'Arizona. E presto saranno organizzati nuovi voli charter per raggiungere altri angoli degli States. In città come New York e Washington la richiesta per cani di piccola taglia, più adatti alla vita in appartamento, è molto elevata. In California, invece, non si sa più dove metterli. Di qui la necessità di spostarli da una parte all'altra del Paese. Un'operazione che ha anche dei costi, che le organizzazioni volontarie non sono in grado di sostenere.

SPESE VETERINARIE E ABBANDONI - Gli esperti fanno notare come i chihuahua, se non tenuti a dovere, vanno incontro a molti rischi dal punto di vista della salute (LEGGI l'opinione della dottoressa Anna Negro) e di conseguenza richiedono poi un'assistenza veterinaria che ha costi elevati. Bazzecole per una Paris Hilton o un Mickey Rourke, ma veri e propri salassi per famiglie «normali» alle prese con la crisi economica. Quando la scelta di accogliere un cane in casa è dettata da forte motivazione, anche le spese del veterinario sono considerate come irrinunciabili e vengono sostenute anche al prezzo di molti sacrifici. Tutto cambia, invece, quando il cucciolo di turno - oggi il chihuahua, in un passato non troppo lontano i dalmata spinti dalla «Carica dei 101» o i labrador come l'irresistible protagonista di «Io e Marley» - viene scelto solo per moda. A questo si aggiunge il fatto che, ogni volta che qualcosa è trendy, il rischio che si mettano in moto mercati paralleli è molto forte e stando a quanto riferisce Dave Frangipane, responsabile della Chihuahua Rescue di Beverly Hills molti dei mini-cani in circolazione in California arrivano proprio da allevamenti fai-da-te messi in piedi per soddisfare la forte domanda e creare un piccolo business domestico. Un giro d'affari che come si vede non è senza conseguenze.

SENZA COLPE - I chihuahua, dal canto loro, non hanno colpe. Anzi, se potessero parlare probabilmente non direbbero grandi cose, non si metterebbero in posa davanti ai teleobiettivi. Quasi sicuramente, anche se avessero il dono della parola, si limiterebbero ad abbaiare. Così, tanto per ricordare che malgrado l'aspetto e la piccola taglia sono semplicemente dei cani, non certo giocattoli o accessori da esibire nelle serate di gala.

 

ALTRE FOTO

http://www.corriere.it/animali/09_dicembre_10/california-boom-di-chihuahua-nei-canili_b6e29a8e-e55e-11de-9093-00144f02aabc.shtml


PRIMO NUMERO

10 DICEMBRE 2009

 

INVESTITA SULLA BIFERNINA: RITROVATA CARCASSA DI LUPA

 

 

 

Castropignano (CB). Una carcassa di lupo è stata ritrovata ai margini della Bifernina in territorio di Castropignano, località Macchie. Si tratta del secondo rinvenimento in pochi giorni. La causa, così come nel caso di Vinchiaturo, è stato un investimento da parte di un’automobile. A ritrovare la femmina di lupo, 18 mesi circa, sono stati gli uomini del Corpo Forestale e del Servizio Veterinario, nelle persone dei dottori Mastrogiuseppe e Damiano. Secondo i veterinari, la femmina di lupo appenninico è stata investita nel tardo pomeriggio del giorno dell’Immacolata. Il personale della Forestale ha poi trasportato la carcassa all’Istituto Zooprofilattico di Campobasso.


LIBERO

10 DICEMBRE 2009

 

CAMPOBASSO: RITROVATA CARCASSA DI LUPO SULLA SS 647

 

Campobasso - Ancora un ritrovamento di lupo morto in Molise. Gli agenti del Corpo Forestale dello Stato di Campobasso hanno infatti rinvenuto, lungo la statale 647 in localita' 'Macchie', nei pressi di Castropignano (Campobasso), la carcassa di una femmina di lupo appenninico dell'eta' di circa 18 mesi. L'animale e' deceduto dopo essere stato investito da un'auto, probabilmente nel tardo pomeriggio dell'8 dicembre.La carcassa dell'animale e' stata trasferita all'istituto zooprofilattico di Campobasso per le analisi di rito. Nelle ultime settimane gli agenti della Forestale hanno rinvenuto un'altra carcassa di lupo, anch'esso investito da un'auto, e cio' testimonia che nelle campagne del Molise incontrare un lupo e' tutt'altro che raro.


TRENTINO

10 DICEMBRE 2009

 

Banchetto per i lupi

 

BERLINO. Anche i lupi del Maclemburgo-Pomerania hanno diritto a festeggiare il Natale: il governo della regione nord orientale tedesca ha stabilito che i locali lupi grigi selvatici, cinque in tutto, potranno uccidere pecore e altri animali fino a un valore massimo di 150mila euro. E’ la cifra che verrà risarcita agli allevatori.


AGI

10 DICEMBRE 2009

 

AMBIENTE: LUPO A RISCHIO PER INCROCI CON CANI

 

Siena - Uno dei fattori principali di minaccia per la conservazione del lupo nel nostro Paese e' rappresentato dall'ibridazione con il cane domestico. Lo rilevano gli studiosi esperti in conservazione di fauna selvatica che oggi e domani discutono, in un convegno organizzato a Siena dalla Provincia, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e Federparchi, gli effetti dell'incrocio, appunto l'ibridazione, sempre piu' frequente tra le specie selvatiche e domestiche, un nuovo fenomeno che minaccia la biodiversita'. Secondo gli esperti gli sviluppi recenti della genetica molecolare hanno permesso di evidenziare che questo fenomeno si sta diffondendo in molti gruppi animali, causando in alcuni casi l'estinzione delle specie selvatiche, o la perdita irrimediabile di adattamenti evoluti nel corso di milioni di anni. L'aumento dell'ibridazione e' collegata sia all'introduzione di specie da parte dell'uomo, sia alla crescente diffusione negli ambienti naturali e semi-naturali di forme animali domestiche, interfeconde con le specie selvatiche da cui sono state selezionate. Oltre al lupo il problema interessa anche altre specie di animali. Si stima che almeno il 10% dei gatti selvatici presenti in Italia siano ibridi con la forma domestica. Inoltre, anche nel caso di specie diffuse e comuni come il cinghiale o il piccione torraiolo, l'incrocio con le forme domestiche ha concorso ad aggravare le problematiche gestionali connesse alla presenza di queste specie.


IL GAZZETTINO DI BELLUNO

10 DICEMBRE 2009

 

I cavalli del Palio di Feltre dovranno essere vaccinati ..

 

FELTRE (BL) - I cavalli del Palio di Feltre dovranno essere vaccinati preventivamente contro la rabbia. La diffusione dei casi anche in Provincia di Belluno ha costretto il ministero ad emanare un'ordinanza che permetta la circoscrizione di questa epidemia. Il virus che si trasmette per semplice contatto non lascia immune nessun animale dal "sangue caldo".Proprio per questo anche i proprietari dei cavalli del Palio, considerati animali da pascolo, dovranno ricorrere alla vaccinazione per i propri equini prima di superare i confini della provincia di Belluno. L'ordinanza ha una validità di 24 dalla sua emanazione ricopre anche il periodo del Palio di Feltre che si disputa come ogni anno il primo fine settimana di agosto. Nonostante siano le volpi le maggiori portatrici di questo "malanno" il casi di un asino trovato positivo qualche giorno fa in Provincia allargano il cerchio certo anche agli equini e nel caso specifico a quello della quarta gara del Palio.Tra qualche giorno il nuovo presidente dell'Associazione Palio di Feltre, Stefano Antonetti, si ritroverà con i quartieri per dare il via alla "macchina" per il Palio 2010. Dopo l'"addio" di Dino Cossalter e Luciano Gesiot (già deciso da tempo) sarà necessario nominare una nuova squadra di lavoro.Al via anche gli appuntamenti natalizi di Quartiere. Sabato, alle 19.30 nella Casa Parrocchiale di Mugnai, si terrà la "Cena di Natale" del quartiere Duomo. Le prenotazioni entro questa sera nel negozio "da Cris" a Mugnai. per informazioni: 3408449570.


CORRIERE DELLA SERA
10 DICEMBRE 2009
 
Arte e musica AL MUSEO DI VIA SETTEMBRINI
Tra cocktail e dj nuota lo Squalo sottaceto
Al Madre si espone l'opera «Heaven» dell'artista Hirst
Stasera in anteprima per il pubblico napoletano
 
 
Francesca Parlato
 
NAPOLI – Giovedì sera, come tutte le settimane, c'è la serata musicale «Madrenalina» al museo Madre di Napoli. E l’adrenalina salirà davvero se a via Settembrini si daranno appuntamento gli animalisti a protestare contro le installazioni di Damien Hirst. Giovedì 10 infatti l'opera «Heaven», un monumentale squalo in formaldeide, verrà esposto in anteprima per il pubblico napoletano: una «prima visione» assoluta, omaggio per i frequentatori delle serate museali. Parliamo di anteprima perché sabato 12 si inaugura la mostra «Barock» curata da Eduardo Cicelyn e Mario Codognato. Damien Hirst è sicuramente uno degli artisti più conosciuti e allo stesso tempo controversi della nostra epoca. Le sue opere da sempre fanno scalpore e attirano manifestanti che non condividono la scelta di mettere animali, vivi o morti, al centro delle sue installazioni. La morte e la sofferenza infatti sono elementi ricorrenti delle sue opere e lo squalo immerso nella formaldeide rappresenterebbe «il ciclo della vita e il conflitto esistenziale con il quale l’essere umano è costretto a confrontarsi».
Oltre lo spettacolare squalo e la musica selezionata dal dj Claudio Cerchietto, stasera è di scena la live performance «Skathèroisme esprit gitane!».

SCEGLI BIO
10 DICEMBRE 2009
 
180.000 FIRME PER ABOLIRE LA CORRIDA IN CATALUNIA
 
 
Sono 180.069 le firme raccolte in 120 giorni dall'organizzazione antitaurina Prou per la campagna Iniciativa Legislativa Popular. Ne sarebbero bastate 50.000 ma questo grandioso risultato è la prova che finalmente l'era delle corride sta giungendo al tramonto, e che probabilmente ad amare quella tradizione crudele sono rimasti solo i vecchi conservatori, almeno in Catalunia dove i comuni abolizionisti sono ben 69.
Che la Catalunia fosse contro la corrida era una cosa risaputa, questi numeri sono davvero una piacevole sorpresa.Inizierà il 15 dicembre il primo turno di votazioni in parlamento e dato che non tutti i partiti hanno accolto con entusiasmo la proposta di eliminare una manifestazione folcloristica tanto rappresentativa per il Paese, i prossimi eventuali turni potranno riguardare alcune modifiche sulla proposta di legge.Restando in attesa e sperando in un lieto fine, ricordiamo alcune particolarità della corrida, che non sono note a tutti: Prima di far entrare il toro nell'arena gli esseri "umani" trattano il toro così: lo tengono al buio, riempiendolo di droghe e purgandolo per sconquassarlo, gli ricoprono le zampe di trementina per innervosirlo ed evitare che stia fermo, gli cospargono la vasellina negli occhi per appanargli la vista, gli picchiano dei sacchi di sabbia sui reni, gli infilzano degli aghi nella carne. Una volta fatto entrare nell’arena gli vengono conficcate le "picas" che procurano al toro emorragie e un forte dolore, gli vengono infilati i "banderillas", ovvero degli arpioni che gli lacerano i muscoli, viene ripetutamente infilzato con la spada, e ciò gli provoca emorragie polmonari che lo portano al soffocamento. Spesso viene coinvolto in questo show sanguinario anche un cavallo: il torero montandolo, spesso si fa scudo con il povero animale che non di rado finisce infilzato dalle corna del toro. Per chiudere il sipario quando lo “spettacolo” è finito… il toro viene trascinato fuori dall'arena paralizzato, cosciente e ancora vivo, prima di mandarlo al macello, gli vengono tagliate coda e orecchie che verranno usate come trofei di un’ignobile competizione impari e insensata, che un animale erbivoro e quindi non incline alla lotta deve subire per il divertimento di quel 20% di spagnoli che è contro Prou.
“Ritengo che (…) l'intera corrida sia insostenibile; c'è senza dubbio molta crudeltà, c'è sempre pericolo, sia voluto sia inaspettato, e c'è sempre morte...”
(Ernest Hemingway)

CITY

10 DICEMBRE 2009

 

I cani sono meglio dei gatti (per la scienza)

Uno studio riportato sul New Scientist assegna ai cani il premio di migliori amici dell’uomo. Anche se i gatti sono più intelligenti

 

Al New Scientist, ora, potrebbero temere una rivolta degli abbonati-amanti dei gatti. perché la prestigiosa rivista ha avuto l’ardire di pubblicare una ricerca che spaccherà a metà il suo pubblico. E che tenta di porre fine a una domanda radicale: qual è il migliore amico dell’uomo? La risposta - ora è scientifico - è una sola: il cane. Sono i cani, non i gatti, i migliori animali da compagnia.

I criteri

Per stabilirlo, gli studiosi hanno preso in considerazione undici criteri, che vanno dall’intelligenza all’obbedienza, al legame con i padroni. La gara è stata serrata, ma alla fine i cani l’hanno vinta, per sei criteri a cinque. In particolare, nonostante i gatti siano più furbi e intelligenti, i cani mostrano una più grande capacità di capire i comandi, risolvere i problemi e, più in generale, di essere utili. Certo, i gatti hanno sensi più acuti e il loro miagolio è meno “intrusivo” dell’abbaiare degli “avversari”. Ma sono anche più indipendenti e meno “disinteressatamente” affettuosi.

La legge dei numeri (che dà ragioen ai gatti
Nonostante tutto, però, gli studiosi si sono dovuti arrendere di fronte all’evidenza: i cani saranno anche i migliori animali da compagnia, ma sono i gatti quelli più diffusi nel mondo. Nei 10 Paesi con più gatti ve ne sono 204 milioni, mentre nei 10 Paesi con più cani ce ne sono “solo” 173 milioni. E la sfida è già ripartita.


LA NUOVA SARDEGNA

10 DICEMBRE 2009

 

Cani: la campagna di sterilizzazione

 

PORTO TORRES (SS). Il consigliere comunale del Gruppo democratico Carlo Cossu ha presentato un’interrogazione al sindaco sulla convenzione stipulata con l’Asl di Sassari per la campagna di sterilizzazione dei cani sia randagi sia di famiglia, campagna finanziata dalla Regione.  Tra l’altro, Carlo Cossu chiede di avere maggiori particolari sull’affidamento del servizio all’ente sanitario che obbliga i proprietari dei cani e recarsi in un altro comune; se l’amministrazione comunale ha contattato i veterinari portotorresi per verificare la possibilità di un piano con il quale il proprietario del cane abbia la possibilità di rivolgersi a un medico di fiducia; se non sia possibile sospendere il piano di sterilizzazione «per renderlo chiaro e condiviso dalle parti: da un lato chi dovrebbe effettuare la prestazione (i veterinari), dall’altro i cittadini turritani che usfruiranno del servizio per i propri animali presso i veterinari di fiducia».


IL TEMPO ROMA
10 DICEMBRE 2009
 
Lettere a "Ci pensa Il Tempo"
Il cane può invecchiare con successo
L'età media di un cane è di tredici-quattordici anni, mentre un tempo era di dieci-undici anni. I principali sintomi dell'invecchiamento sono la perdita di memoria, l'inappetenza e la scarsa voglia di reagire.
 
«Aiutiamo il nostro cane a invecchiare con successo». Se non è ancora uno slogan è destinato a diventarlo. Parola di veterinario, nella fattispecie del dottor Federico Coccìa, consulente tecnico del Comune di Roma e del Ministero della Salute. Lo abbiamo incontrato nella sua clinica veterinaria in piazza Carli, nel cuore di Vigna Clara. Un quartiere ad alta vocazione canina, tanto è sviluppato l'amore degli abitanti per i quattrozampe più fedeli. L'abnegazione e la cura degli animali porta anche a un'esistenza più lunga. Ma se la vita si allunga, arriva anche la vecchiaia.
Dottor Coccìa, a quanti anni si può cominciare a parlare di «cane anziano»?
«Dai 7-8 anni in poi. Ma chiarisco subito che l'invecchiamento non è una patologia, dunque un cane che invecchia non è necessariamente malato».
Qual è l'eta media di vita di un cane? «Una volta oscillava tra i dieci e gli undici anni, oggi è cresciuta fra i 13 e i 14. Poi ci sono i record, con cani che vivono o hanno vissuto anche più di 25 anni. È preferibile, però, una vita lunga ma efficiente, a fronte di primati accompagnati anche dal logorìo e dell'agonia».
Qual è nei cani l'organo che invecchia prima?
Il filo diretto con la cronaca di Roma. Potete inviare lettere, commenti e segnalazioni a questo indirizzo e-mail (clicca qui), al numero di fax 06/675.88.324 o via posta a Il Tempo - Lettere, piazza Colonna 366 - 00187 Roma.«Aiutiamo il nostro cane a invecchiare con successo». Se non è ancora uno slogan è destinato a diventarlo. Parola di veterinario, nella fattispecie del dottor Federico Coccìa, consulente tecnico del Comune di Roma e del Ministero della Salute. Lo abbiamo incontrato nella sua clinica veterinaria in piazza Carli, nel cuore di Vigna Clara. Un quartiere ad alta vocazione canina, tanto è sviluppato l'amore degli abitanti per i quattrozampe più fedeli. L'abnegazione e la cura degli animali porta anche a un'esistenza più lunga. Ma se la vita si allunga, arriva anche la vecchiaia.
Dottor Coccìa, a quanti anni si può cominciare a parlare di «cane anziano»?
«Dai 7-8 anni in poi. Ma chiarisco subito che l'invecchiamento non è una patologia, dunque un cane che invecchia non è necessariamente malato».
Qual è l'eta media di vita di un cane?
«Una volta oscillava tra i dieci e gli undici anni, oggi è cresciuta fra i 13 e i 14. Poi ci sono i record, con cani che vivono o hanno vissuto anche più di 25 anni. È preferibile, però, una vita lunga ma efficiente, a fronte di primati accompagnati anche dal logorìo e dell'agonia».
Qual è nei cani l'organo che invecchia prima?
«Il cervello».
Quali sono i sintomi più evidenti?
«Sostanzialmente versa in uno stato di disorientamento: l'animale è svogliato, mangia meno, dorme il giorno e la notte spesso sta sveglio, interagisce meno con noi, non ci fa le coccole. Una situazione che accomuna all'alzheimer nell'uomo».
Perde anche la memoria?
«Sì».
Ma come si fa a capirlo?
«Se gioca ancora con la pallina, per esempio, non la ritrova più. Oppure non trova neanche la strada più semplice per tornare a casa o si fissa per ore davanti a una parete».
Cosa si può fare per aiutarli?
«Per farli vivere meglio si può far ricorso ad alcuni prodotti naturali con effetti antiossidanti contro l'invecchiamento cerebrale. Mi riferisco al resveratrolo (che proviene dalla buccia dell'acino d'uva), alla ginko-bilobba (estratta dall'omonima pianta, tra la più antiche del mondo). E ancora, alla fosfotidilserina. Sono tutti protettori della neurodegenerazione cerebrale».
La lettera: Gentile redazione, sono la padrona di una cagnolona meticcia, trovata anni fa durante una gita in campagna. Adesso Lupetta ha da poco festeggiato i 9 anni. È un animale ancora attivo. Facciamo lunghe camminate per evitarle l'insorgere di discopatie e problemi di deambulazione. Temo, insomma, che Lupetta possa ammalarsi di «vecchiaia», come tutti gli esseri viventi di una certa età. Vorrei dei consigli utili e disinteressati per aiutarla a invecchiare bene, in salute e soprattutto insieme a me. CAROLA

IL GIORNALE
10 DICEMBRE 2009
 
La rivincita delle tigri schiave. In tre azzannano il domatore
 
OSCAR GRAZIOLI
 
L'ennesima tragedia annunciata dell'ennesimo circo con l'ennesimo domatore ferito dalle sue amate fiere, da quelle che, con fatica sacrificio e abnegazione, ogni giorno mette in fila sugli sgabelli, ogni sera obbliga a saltare nel cerchio di fuoco e, a ogni spettacolo, impone di salutare bambini e genitori con le zampe alzate al cielo.È accaduto in Germania, nel Pagel Dinner Zirkus (un giardino zoologico) alle porte di Amburgo, dove il giovane domatore, Christian Walliser di 28 anni, è stato attaccato e ferito gravemente dal le sue adorate tigri, l'altro ieri, durante lo spettacolo serale. Mentre i rappresentanti dei circhi italiani, capitanati da Moira Orfei, minacciano di scendere nelle strade con ippopotami, foche ed elefanti, bloccando il traffico, perché sono finanziariamente alla canna del gas, gli incidenti ai domatori, così come agli spettatori di zoo e circhi, si moltiplicano e una nuova presa di coscienza sembra aleggiare anche in quei feudi, come le scuole, dove il circo storicamente si è alimentato. Fino a pochi anni fai provveditorati erano soliti infatti, distribuire nelle scuole elementari e medie biglietti omaggio affinché i genitori fossero attratti da questo spettacolo assolutamente diseducativo che non tiene in minimo conto la sofferenza provocata agli animali dai crudeli esercizi cui vengono sottoposti per strappare un sorriso a un pubblico che ignora quel che accade dietro il tendone, quando le luci dello spettacolo si spengono e inizia l'addestramento. E non ci vengano a raccontare che le torture inflitte agli animali sono tutte balle inventate dagli animalisti, non ci vengano a raccontare che i proprietari del circo amano i loro elefanti, le loro tigri, i loro leoni. Tutte balle. Vent'anni fa fui chiamato da un vero amante degli animali a recuperare due orsi anziani, che avevano lavorato una vita nel circo, abbandonati nel gelo della campagna mantovana su un vecchio e arrugginito vagone ferroviario, alimentati, per pura pietà, da un ristoratore che scaricava ai loro piedi avanzi di crostacei a casse. Quando li vedemmo, immersi nello sterco fino alle ginocchia, quasi incapaci di muoversi, denutriti e sanguinanti, per fortuna c' era la nebbia di una volta, perché io avevo gli occhi lucidi e il mio cliente piangeva. E questo era il segno dell'amore di chi li aveva costretti a ballare sulla pista, tra musiche, fiocchi d'argento e cotillons, per una vita intera, contando il sudicio denaro guadagnato anche sulla loro pelle.«È stato un tragico incidente» ha detto il direttore del circo in cui è stato gravemente ferito l'ennesimo domatore che si esibiva con le sue cinque tigri del Bengala. Tre di loro, di fronte a 150 persone, lo hanno aggredito mentre perdeva l'equilibrio. Un passo incerto e l'atavico istinto del grande felino ha «sentito» che l'uomo con la frusta questa volta era in difficoltà. Ora versa in pericolo di vita nell'ospedale di Eppendorfe il «tragico incidente» si ripeterà domani e dopodomani e il giorno dopo ancora, fino a quando il circo con le fiere, la donna cannone e le sirene non darà una decisa sterzata verso forme circensi basate su clown e trapezisti o fino a quando, come è accaduto in Bolivia, qualcuno deciderà che gli orsi non devono essere obbligati a ballare e le tigri a saltare nel cerchio di fuoco, negando il permesso di piantare il tendone a chi sfrutta ignobilmente gli animali e piange lacrime di coccodrillo sui giovani domatori feriti o morti.

MESSAGGERO VENETO

10 DICEMBRE 2009

 

Aggredito per gioco dalle tigri Un domatore in fin di vita

 

AMBURGO. Finisce in tragedia uno spettacolo circense del Pagels Dinner Zirkus. Davanti a circa 170 spettatori, Christian Walliser, 28 anni, stava eseguendo il suo numero con le tigri del Bengala. Il domatore, però, è inciampato e tre delle cinque fiere gli sono balzate addosso, azzannandolo più volte. Christian non ha potuto difendersi. E solo l’ingresso nella gabbia di altri domatori ha bloccato gli animali, che sono stati allontanati con degli estintori e con dei getti di acqua per farli rientrare nelle loro gabbie mentre gli spettatori lasciavano il circo. L’uomo è in fin di vita.


TISCALI ANIMALI

10 DICEMBRE 2009

 

L'orso, la tigre e il leone: strana famiglia allo zoo di Atlanta

 

 

 

Come in un cartone animato un orso, un leone e una tigre sono diventati amici per la pelle. Accade in uno zoo americano - ad Atlanta in Georgia - che accolse i tre animali otto anni fa quand'erano soltanto cuccioli, sopravvissuti a un blitz antidroga della polizia locale.

La direzione del parco zoologico - L'arca di Noè a Locust Grove vicino ad Atlanta - decise di farli stare insieme. "Avremmo potuto separarli, ma visto che arrivarono come una specie di famiglia, lo zoo decise di tenerli uniti", spiega la vicedirettrice Diane Smith, intervistata dall'edizione online del Daily Telegraph. "Da quel che ne sappiamo - aggiunge - è l'unico posto al mondo dove si trovi una simile combinazione di animali, sono la nostra famiglia alternativa".

Shere Khan, la tigre, l'orso Baloo e Leo il leone vivono "come fratelli" in un alloggio speciale - costato circa 17mila euro - che permette di gestire il loro peso e le loro esigenze, sotto la diretta supervisione di Charles e Jama Hedgecoth, proprietari e fondatori dello zoo. I tre sembrano non avere alcuna comprensione delle loro differenze animali.

In particolare, "Baloo e Shere Khan sono molto vicini  soprattutto perché si svegliano presto insieme, mentre Leo si comporta da tipico leone e passa quasi tutto il giorno a dormire. Mangiano, dormono e giocano insieme", racconta Smith.

“E’ meraviglioso e magico vedere un gigantesco orso nero americano abbracciare una tigre del Bengala che, a sua volta, gli si struscia addosso come se fosse un gattino domestico. Non hanno più niente di selvaggio".


IL SECOLO XIX

10 DICEMBRE 2009

 

Il riscaldamento globale rende gli orsi cannibali

La battaglia sul clima

Foto choc dal Canada: un esemplare adulto divora un cucciolo Secondo alcuni osservatori sarebbe colpa della carenza di cibo

 

ROBERTO SCARCELLA

 

INSONNI, IMPOTENTI, malnutriti, alla deriva su qualche iceberg. Ora pure cannibali. Non c'è pace per gli orsi polari, che di questo passo invidieranno i loro colleghi di peluche dei luna park, finora sinonimo di bersaglio esposto a ogni pericolo.
La colpa dei comportamenti, sempre più strani, di questi animali sarebbe dovuta principalmente, se non esclusivamente, al riscaldamento globale. Una specie di effetto-domino dagli incastri complicati ma riassumibile suppergiù così: l'aumento della temperatura fa liquefare i ghiacci; i ghiacci, sciogliendosi, allontanano dal terreno di caccia degli orsi le foche, tra i loro cibi preferiti; gli orsi, affamati, mangiano quel che trovano. E quel che trovano, almeno nella baia di Hudson, in Canada, sono i cuccioli degli altri orsi. Le fotografie di un orso cannibale, con in bocca testa e frattaglie di un suo sfortunato cugino, stanno facendo il giro del mondo proprio nei giorni in cui a Copenaghen si cerca di mettere una pezza al riscaldamento globale.
Scattate, o magari solo diffuse nel periodo giusto, queste foto fanno venire il sospetto di essere una bomba a orologeria di precisione svizzera piazzata da chi profetizza l'apocalisse alla Co2. Del tipo: "L'Artico diventa una pozzanghera e Obama se ne frega? Eccovi un orso talmente disperato da mangiarsi un collega di caccia alle foche". E via al dibattito, tra colpevolisti e innocentisti. Da una parte chi fa di questi orsi disadattati un esempio della follia a cui stiamo portando il pianeta, dall'altra chi cita bufale e vecchie foto truccate, dal cormorano pieno di petrolio della guerra in Iraq (che non era in Iraq), all'orso che affogava dopo chilometri di nuotata senza trovare uno straccio di iceberg dove far riposare le zampe. Come dire: "non tutto quel che vedete è vero". Magari sono gli stessi che nascondono da qualche parte i bulldozer con cui vogliono radere al suolo l'Amazzonia.
Rimane un fatto a dare credibilità a questa storia degli orsi cannibali. C'è un biologo, che in Canada è un'istituzione, che ci mette la faccia: si chiama Ian Stirling e ha visto coi suoi occhi di episodi cannibalismo nella riserva di Manitoba, sempre in Canada. I casi conclamati sono otto. E sarebbero il culmine di un'escalation iniziata nel 2004. In quei giorni, gli scienziati canadesi osservarono alcuni orsi aggirarsi intorno alle carcasse dei loro simili: si avvicinavano timidamente, come se facessero qualcosa di cui non erano sicuri. Poi azzannavano fratello orso in preda alla fame. Lo racconta Stirling, che aggiunge: «Ho studiato gli orsi per 35 anni e non avevo mai visto nulla di simile». Nick Lunn, studioso che lavora per Environment Canada nel Wapusk National Park, conferma quel che dice Stirling: «Sono qui dagli anni Ottanta, e certi comportamenti allora non si verificavano».
Un altro zoologo che gravita intorno agli orsi di Manitoba, Bill Watkins, dice che «nulla è da escludere, ma è presto per dire che gli episodi di cannibalismo dipendono solo ed esclusivamente dalla colonnina di mercurio che sale». Stirling, però, ha già la sua teoria: «Ho seguito personalmente tre casi di femmine uccise e mangiate, più un altro con protagonista un cucciolo». Senza contare della continua perdita di peso degli esemplari studiati, semplicemente perché affamati». Sa di quel che parla, insomma, e nonostante l'età che avanza non si allontana mai troppo da quel che da tutti considerano la capitale degli orsi: Churchill. Un nome che le masse associano più facilmente a Winston, lo statista britannico del dopoguerra, che non a una popolazione di orsi polari. Sarà un caso, ma tra le tante frasi famose pronunciate da Churchill ce n'è una che salta subito all'occhio, parlando di ghiacci che si sciolgono: «Nessun problema si risolve congelandolo». Beh, magari uno sì. Chiedere agli orsi, rigorosamente a fine pasto.


LA ZAMPA

10 DICEMBRE 2009

 

Delfino "amico" diventa aggressivo

 

 

 

SIDNEY - Un delfino amico dell’uomo, da un paio d’anni grande attrazione di una popolare baia della Nuova Zelanda, crescendo è diventato aggressivo e diversi bagnanti hanno dovuto essere tratti in salvo stremati e contusi.Il celebre Moko, dicono gli esperti, si è trasformato da cucciolo giocoso ad adolescente pompato di ormoni, esuberante e insolente. Dall’inizio dell’estate locale il delfino dal naso a bottiglia, giunto a 250 chili, ha spinto in acqua chi praticava lo sci acquatico, ha rubato tavole da surf, ribaltato kayak e trattenuto al largo per ore giovani donne con cui insisteva a voler giocare. «Come tutti i giovani maschi, spiega lo zoologo marino Mark Orams, sperimenta i suoi limiti... È un delfino che si sente solo e ama il contatto umano, ma sta diventando troppo grande e troppo forte. Si può dire che cerchi dall’uomo qualcosa che dovrebbe avere dagli altri delfini». «È solo questione di tempo prima che accada qualcosa di grave», avverte, lo scienziato. Le autorità locali faranno di tutto per prevenirlo nelle prossime vacanze, e manderanno anche sms automatici per avvertire le persone in vacanza nei pressi di Hawkès Bay.


LA NUOVA SARDEGNA

10 DICEMBRE 2009

 

Un capodoglio spiaggiato a Calasetta

 

CALASETTA (CI). Un esemplare di Capodoglio, di grosse dimensioni, è stato trovato dagli uomini della Forestale arenato nella Spiaggia Grande di Calasetta. Il cetaceo, in stato di decomposizione, è stato notato dai ranger che perlustravano, nel corso di un servizio di prevenzione, la costa che va da Calasetta fino a Capo Sperone.  Una visita veterinaria ha consentito di accertare che, presumibilmente, la balenottera minore, era stata scaraventata, prima sugli scogli e poi a terra a causa delle forti correnti e dal mare agitato che in questi giorni flagella la costa sud occidentale dell’isola.  C’è stata una mobilitazione generale con Guardia costiera e Forestali impegnati per rimuovere i resti dell’animale.  La zona è stata interdetta al transito per le possibili conseguenze ambientali: per il momento per il tempestivo intervento delle autorità marittime di Sant’Antioco e Calasetta e della guardia forestale e dei veterinari della Asl 7 di Carbonia, la situazione è sotto controllo, ma con il passare delle ore i miasmi cominciano ad essere fastidiosi.  Rimuovere la carcassa del capodoglio impone la disponibilità di risorse economiche consistenti che il comune non sembra disporre. Si deve inviare la carcassa della balenottera minore ad un inceneritore e i costi sarebbero eccessivi per le casse comunali.  Il processo di decomposizione è in stato di avanzamento ed occorre quindi intervenire con tempestività.  In municipio si sta lavorando per evitare che il tratto di spiaggia interessato venga contaminato dal processo di saponificazione che sta aggredendo i resti del capodoglio.  Si deve rimuove un cumulo di rifiuti organici di alcune tonnellate.  Non sarà un compito semplice, e non solo sotto il profilo dei costi, per l’amministrazione comunale.


LA STAMPA

10 DICEMBRE 2009

 

Fauna selvatica, incidenti in crescita

Caprioli, cinghiali e cervi in pole position

 

Torino. E' l’unico dato in controtendenza sul fronte della sicurezza stradale. Diminuiscono gli incidenti lungo le direttrici del Torinese: grandi, piccole, medie. Aumentano, e vistosamente, quelli innescati dall’impatto con la fauna selvatica: innanzitutto caprioli, ma anche cinghiali e cervi.
Il fenomeno, che non a caso occupa un capitolo del voluminoso Rapporto della Provincia sugli incidenti stradali nel Torinese (aggiornato al 2008), rende la dimensione di un problema legato a dinamiche diverse.Due in particolare: una rete ferroviaria e viaria sempre più capillare, con l’inevitabile conseguenza della sottrazione di suolo all’ambiente naturale; l’aumento del numero dei veicoli in circolazione. Troppi, e sovente troppo veloci, per relegare gli incidenti con gli animali selvatici a fattore di rischio marginale. «Questione di pericolo per le persone e di danni - commenta Marco Balagna, l’assessore provinciale competente, annunciando l’avvio di una campagna informativa -. Come precisa il Rapporto, in Europa i costi sostenuti dalla collettività per questo tipo di sinistri raggiungono alcune decine o centinaia di milioni di euro».
Parlano i numeri. Nel 2008 sulle strade del Torinese si sono registrati 349 incidenti rispetto ai 285 del 2007. Dal 2002, avvio della banca dati provinciale, la progressione è costante: 239 «impatti» nel 2006, 245 nel 2003, 281 nel 2004, 267 nel 2005, 270 nel 2006... Guidano la classifica i caprioli (in costante aumento), seguiti dai cinghiali (che mostrano un andamento discontinuo) e dai cervi (in numero costante). Il dato sui camosci e sui daini è trascurabile.I numeri dicono molto ma non tutto, alcune dinamiche appaiono contraddittorie. Vale per la popolazione dei cinghiali che nel 2008, per la prima volta, sembra essersi attestata rispetto al passato. Come spiega l’assessore, «la riduzione dei danni alle coltivazioni nel 2009 è un’altra conferma».Scorrendo il documento, scopriamo che la frequenza degli scontri con il capriolo è più alta nei mesi primaverili (marzo-giugno), corrispondenti alla ripresa della vegetazione e alla fase territoriale dei maschi. Nei mesi freddi l’incidenza è minima. Il picco registrato a ottobre 2008 potrebbe spiegarsi con il disturbo provocato agli animali dalla caccia al cinghiale. Quest’ultimo, al contrario, monopolizza i sinistri in autunno: probabilmente una conseguenza dell’attività venatoria che, disturbando gli esemplari, ne aumenta la mobilità sul territorio. Nel caso dei cervi, si registrano due picchi: uno primaverile (quando si spostano in cerca di pascoli precoci) e l’altro autunnale (che coincide con la stagione riproduttiva). Una curiosità: in tutte e tre le specie, tra gli animali investiti c’è una leggera predominanza dei maschi.Il problema riguarda tutta la provincia, con un tasso più accentuato nelle zone montane e premontane o collinari. Critica la situazione nelle valli Susa e Chisone.Il picco degli incidenti con il coinvolgimento di caprioli si registra nei Comuni di Salbertrand, Oulx e Cesana (in tutti i mesi dell’anno): fra le Valli di Lanzo spicca la Valle di Viù, nel Pinerolese la Val Lemina. Alcune realtà sono di difficile lettura: Bardonecchia, chissà perchè, mostra un’assenza di sinistri d’estate e un alto numero di casi in primavera. Gli scontri legati ai cinghiali, onnipresenti sul territorio, rimandano in primis alla zona di Stupinigi e a Ivrea. Numeri elevati in Bassa Val Susa e a Cumiana. Gli impatti con i cervi riguardano quasi esclusivamente l’Alta Val Susa e in parte la Val Chisone. Oltre a queste zone, si segnala soltanto la Bassa Valle Orco (Noasca, Sparone).


IL GAZZETTINO

10 DICEMBRE 2009

 

È allarme nutrie a Falconera di Caorle

 

CAORLE (VE) – È allarme nutrie a Falconera di Caorle. I roditori, moltiplicatisi negli ultimi mesi complici le temperature relativamente miti, stanno cominciando a comparire non solamente in prossimità dei canali, ma anche in aree molto più distanti. Negli ultimi giorni gli avvistamenti si sono fatti sempre più frequenti, anche nel tratto iniziale di Viale Falconera, in prossimità di via Aquileia. Anche in riva al mare capita sempre più spesso di trovare la carcassa di qualche roditore. E purtroppo, oltre alle nutrie, sono stati individuati anche topi e ratti, anche se, fortunatamente, con minor frequenza.Preoccupati i residenti che temono che gli animali possano essere portatori di malattie infettive. La comparsa delle nutrie rappresenta, inoltre, un pericolo per la stabilità degli argini dei canali lagunari, come già segnalato nei mesi scorsi in varie province venete, in particolare nel Polesine: i grossi roditori, che possono arrivare a pesare tra i cinque ed i dieci chilogrammi, scavano le proprie tane proprio all’interno degli argini minandone così la resistenza.


IL GAZZETTINO

10 DICEMBRE 2009

 

ALLARME NUTRIE

 

MUSILE DI PIAVE (VE) – Allarme nutrie. Nelle scorse settimane diversi esemplari di questo vorace roditore erano stati segnalati nel territorio comunale, soprattutto dagli agricoltori, che lamentavano notevoli danni alle coltivazioni e agli argini fluviali, usati da questi animali per la costruzione di tane. Il sindaco Gianluca Forcolin ha quindi emesso un’ordinanza per fronteggiare l’emergenza-nutrie e, con l’autorizzazione del Settore caccia e pesca della Provincia, sono stati abbattuti numerosi esemplari di grandi dimensioni di questi roditori. Forcolin ha inoltre autorizzato cinque cacciatori volontari, dotati di regolare licenza, di stanare ed eliminare le nutrie, registrando e catalogando i capi abbattuti, per tenere sotto controllo il diffondersi di questi animali.


LA REPUBBLICA

10 DICEMBRE 2009

 

L'incidente è avvenuto alle 8 di questa mattina nel Parco nazionale d'Abruzzo
L'uomo era entrato per nutrire l'animale ma è stato aggredito alle spalle

Orso di tre quintali aggredisce guardiano aveva lasciato la gabbia aperta. E' grave

 

PESCASSEROLI (AQ) - Era entrato nel recinto per dare da mangiare a un orso nel del Parco nazionale d'Abruzzo ma è stato aggredito alle spalle. Soccorso da due colleghi che hanno sentito le urla e sono riusciti a far allontanare l'orso dalla sua preda, Donato Paglia, guardiano del Parco di 56 anni, è stato subito portato all'ospedale di Castel di Sangro dove è ricoverato in gravi condizioni. La prognosi è riservata ma i medici stanno valutando di sottoporlo a intervento chirurgico. Da una prima ricostruzione sembrerebbe che il 56enne durante la pulizia del recinto si sia dimenticato di chiudere una delle due gabbie dell'orso, un esemplare di circa 300 chili, che avrebbe approfittato della dimenticanza per uscire e aggredire il guardiano. Colpito alle spalle da diverse zampate, l'uomo ha riportato lacerazioni sul corpo per le unghie dell'animale, la frattura di un braccio e ferite da morsi e da zampate dell'animale.
Sulla vicenda i responsabili del Parco hanno immediatamente avviato un'inchiesta interna per ricostruire l'accaduto. Stessa cosa stanno facendo i carabinieri che sono intervenuti anche loro per accertare eventuali responsabilità.


CORRIERE DELLA SERA

10 DICEMBRE 2009

 

Ricoverato a Castel di Sangro, potrebbe subire un intervento chirurgico

Orso aggredisce operaio, l'uomo è grave

Era entrato nel recinto del plantigrado per le operazioni di pulizia, forse ha lasciato aperta una gabbia

 

PESCASSEROLI (AQ) - Era entrato nel recinto occupato da un orso nel centro visite di Pescasseroli del Parco nazionale dell'Abruzzo quando è stato aggredito alle spalle dal plantigrado. Ora l'uomo, Donato Paglia, di 56 anni, è ricoverato in gravi condizioni nell'ospedale di Castel di Sangro. PROGNOSI RISERVATA - La prognosi è riservata. I medici stanno valutando di sottoporlo a intervento chirurgico. Nell'aggressione l'uomo ha riportato la frattura di un braccio e numerose ferite lacero contuse in seguito ai morsi e alle zampate dell'animale. A soccorrerlo e a evitare il peggio sono state due guardie del Parco che sentendo le grida dell'uomo sono accorse nella gabbia e, dopo aver distratto l'orso che pesa oltre 3 quintali, hanno portato in salvo l'operaio.

LA RICOSTRUZIONE - Da una prima ricostruzione sembrerebbe che il 56enne durante la pulizia del recinto si sia dimenticato di chiudere una delle due gabbie dell'orso che avrebbe approfittato della dimenticanza per uscire e aggredire il guardiano. Sulla vicenda i responsabili del Parco hanno immediatamente avviato un'inchiesta interna per ricostruire l'accaduto. Stessa cosa stanno facendo i carabinieri che sono intervenuti anche loro per accertare eventuali responsabilità.


DELUXE BLOG

10 DICEMBRE 2009

 

Clooney e Canalis: lusso, viaggi e...adozione di un cane

 

George Clooney ed Elisabetta Canalis, dopo le vacanza di lusso in Messico, hanno fatto rientro a Hollywood. Qui, insieme a Brad Pitt e Angelina Jolie, giunti al quinto anniversario di matrimonio, si sono concessi una cena in un ristorante italiano di Beverly Hills. La serata è andata avanti tra risate e buona cucina, con qualche aneddoto sul film “Up in the Air”, che vede come protagonista il fidanzato dell’ex velina. Alcune ore dopo, la coppia più chiacchierata del momento si è resa protagonista di un gesto di affetto verso gli animali. Clooney e la Canalis, infatti, hanno portato a casa un nuovo Chihuahua, trovato per strada dal servizio mobile di soccorso. La richiesta d’adozione è giunta da Studio City, a Los Angeles. Un portavoce dell’agenzia che si occupa degli amici a quattro zampe ha detto: “Siamo sempre molto felici quando qualcuno si rende protagonista di simili gesti, specie quando si tratta di celebrità“. Adesso il piccolo cane potrà crogiolarsi nello sfarzo di una villa da favola. Molte le star che negli ultimi tempi hanno mostrato un forte interesse per questo tipo di adozione. Fra loro Mickey Rourke e Jack Black.


LA REPUBBLICA

10 DICEMBRE 2009

 

GOLF, PABLO ALLA BUCA 13 TROVA UN COCCODRILLO

 

FOTO

http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/sport/pablo-coccodrillo/1.html


IL PICCOLO TRIESTE

10 DICEMBRE 2009

 

Nel nuovo polo zooantropologico la salute si cura grazie agli animali

 

Ivana Gherbaz

 

Proseccho (TS) - C’è chi ha deciso di vendere due asini per racimolare in tempo di crisi un po’ di soldi, e chi invece li impiega per attività di riabilitazione di persone con problemi fisici o psichici. Succede nel nuovo Polo zooantropologico inaugurato ieri a Prosecco nell’aerea dell’ex stazione veterinaria del Demanio. L’Azienda sanitaria aggiunge così un nuovo tassello nelle sue attività sul territorio. La zooantropologia è una disciplina nata con lo scopo di studiare il rapporto tra uomo e animale. Da un lato quindi la ”pet therapy” che vedrà coinvolti operatori e cani dell’Ass, ma anche asini, cavalli, capre e pecore ”residenziali”, e dall’altro la didattica per le scuole. Nel polo saranno realizzati corsi rivolti agli studenti delle scuole elementari e medie per imparare a relazionarsi con gli animali. «L’Azienda sanitaria è una struttura complicata - ha detto il direttore Franco Rotelli -. Siamo una comunità della quale fanno parte anche gli animali, utili alla riabilitazione, alla riprogettazione della vita delle persone». Da Rotelli è poi arrivato un accenno soddisfatto ai conti dell’Ass: «Anche quest’anno abbiamo chiuso con un bilancio in equilibrio, che ci ha permesso di fare molte attività come questo progetto». Il polo zooantropologico, per come è stato studiato, è una realtà unica in regione. Per i sindaci di Sgonico e di Aurisina, Mirko Sardoc e Giorgio Ret, è una «struttura arricchisce il territorio», mentre per l’assessore comunale Michele Lobianco, rappresenta oltre una «realtà davvero preziosa con grandi possibilità». Nella palazzina, oltre ad un ambulatorio veterinario al quale ci si può rivolgere per le vaccinazioni e per l’anagrafe canina, esiste anche un’ampia sala dedicata alle sedute di pet therapy con sistemi audiovisivi all’avanguardia. A febbraio poi partirà il progetto sperimentale nella struttura protetta Gregoretti che vedrà coinvolti gli anziani colpiti da Alzheimer. «Intanto - ha spiegato il responsabile della Struttura sanità animale Corrado Abatangelo - organizzeremo i percorsi di formazione per il personale dell'Azienda sanitaria e i corsi a pagamento aperti alla cittadinanza dall’altro. In tutto verranno coinvolti venti i cani, tra cui anche una giovane Pitbull». Ieri all’inaugurazione è stato possibile vedere alcune delle attività. Gli operatori cinofili delle associazioni Touch Pet e Lens, che collaborano con l’Azienda sanitaria, hanno simulato con due Golden Retriver degli esercizi riabilitativi, e anche i quattro asini dell’Ass si sono resi disponibili per una seduta di terapia. Infine una curiosità: la struttura accoglie anche l’inceneritore dove è possibile far cremare i propri animali e conservarne le ceneri.


MARKET PRESS

10 DICEMBRE 2009

 

RABBIA NEL BELLUNESE: IN ALTO ADIGE VACCINAZIONE PER CANI E VOLPI

 

Provincia di Belluno - La rabbia è arrivata fino ai confini provinciali. "Negli ultimi giorni sono stati segnalati diversi casi nella provincia di Belluno", comunica l´assessore provinciale all´agricoltura Hans Berger. Per evitare il diffondersi della malattia in Alto Adige, viene ora avviata sul territorio un´azione di vaccinazione dei cani. Dovranno essere vaccinate anche le volpi, animale che è il principale vettore della malattia. Dalla Croazia la rabbia si è propagata in Slovenia e in Friuli fino ad arrivare alla provincia di Belluno e quindi ai confini con l´Alto Adige. "Una diffusione così rapida non sarebbe stata possibile se nelle aree colpite si fosse intervenuto con controlli accurati e misure tempestive", sottolinea l´assessore Berger, cui ora non resta che adottare tali contromisure sul territorio altoatesino. Già dai prossimi giorni, comunica Berger, "partirà una capillare azione di vaccinazione antirabbica per tutti i cani. Il siero è stato ordinato e verrà distribuito attraverso i veterinari liberi professionisti o il Servizio veterinario dell´Azienda sanitaria. " La differenza sta nel fatto che i proprietari degli animali devono concordare un appuntamento con il veterinario libero professionista, mentre il Servizio veterinario renderà noti date luoghi per vaccinare i cani. " Anche le tariffe della vaccinazione sono differenziate tra servizio privato e pubblico. Accanto alla vaccinazione dei cani in Alto Adige è stata adottata una seconda contromisura: "Nelle zone ad est dell´Isarco e dell´Adige metteremo delle esche con il siero vaccinale per le volpi, che sono il principale veicolo della rabbia", spiega l´assessore Berger. Questo intervento tuttavia è possibile sono nelle aree non innevate, in quanto nella neve l´esca perde il suo effetto. "Inoltre verranno potenziati i controlli sanitari sulle volpi abbattute", aggiunge Berger. Infine la Provincia ha previsto la vaccinazione antirabbica, all´inizio della prossima stagione dell´alpeggio, di tutti gli animali che verranno condotti ai pascoli alti: si intendono quindi bovini ma anche capire pecore. "Con questi interventi cerchiamo di prevenire il problema rabbia in Alto Adige prima che la situazione possa diventare seria", conclude Berger.


LA STAMPA

10 DICEMBRE 2009

 

Fauna selvatica, incidenti in crescita

Caprioli, cinghiali e cervi in pole position

 

Torino. E' l’unico dato in controtendenza sul fronte della sicurezza stradale. Diminuiscono gli incidenti lungo le direttrici del Torinese: grandi, piccole, medie. Aumentano, e vistosamente, quelli innescati dall’impatto con la fauna selvatica: innanzitutto caprioli, ma anche cinghiali e cervi.
Il fenomeno, che non a caso occupa un capitolo del voluminoso Rapporto della Provincia sugli incidenti stradali nel Torinese (aggiornato al 2008), rende la dimensione di un problema legato a dinamiche diverse.Due in particolare: una rete ferroviaria e viaria sempre più capillare, con l’inevitabile conseguenza della sottrazione di suolo all’ambiente naturale; l’aumento del numero dei veicoli in circolazione. Troppi, e sovente troppo veloci, per relegare gli incidenti con gli animali selvatici a fattore di rischio marginale. «Questione di pericolo per le persone e di danni - commenta Marco Balagna, l’assessore provinciale competente, annunciando l’avvio di una campagna informativa -. Come precisa il Rapporto, in Europa i costi sostenuti dalla collettività per questo tipo di sinistri raggiungono alcune decine o centinaia di milioni di euro».
Parlano i numeri. Nel 2008 sulle strade del Torinese si sono registrati 349 incidenti rispetto ai 285 del 2007. Dal 2002, avvio della banca dati provinciale, la progressione è costante: 239 «impatti» nel 2006, 245 nel 2003, 281 nel 2004, 267 nel 2005, 270 nel 2006... Guidano la classifica i caprioli (in costante aumento), seguiti dai cinghiali (che mostrano un andamento discontinuo) e dai cervi (in numero costante). Il dato sui camosci e sui daini è trascurabile.I numeri dicono molto ma non tutto, alcune dinamiche appaiono contraddittorie. Vale per la popolazione dei cinghiali che nel 2008, per la prima volta, sembra essersi attestata rispetto al passato. Come spiega l’assessore, «la riduzione dei danni alle coltivazioni nel 2009 è un’altra conferma».Scorrendo il documento, scopriamo che la frequenza degli scontri con il capriolo è più alta nei mesi primaverili (marzo-giugno), corrispondenti alla ripresa della vegetazione e alla fase territoriale dei maschi. Nei mesi freddi l’incidenza è minima. Il picco registrato a ottobre 2008 potrebbe spiegarsi con il disturbo provocato agli animali dalla caccia al cinghiale. Quest’ultimo, al contrario, monopolizza i sinistri in autunno: probabilmente una conseguenza dell’attività venatoria che, disturbando gli esemplari, ne aumenta la mobilità sul territorio. Nel caso dei cervi, si registrano due picchi: uno primaverile (quando si spostano in cerca di pascoli precoci) e l’altro autunnale (che coincide con la stagione riproduttiva). Una curiosità: in tutte e tre le specie, tra gli animali investiti c’è una leggera predominanza dei maschi.Il problema riguarda tutta la provincia, con un tasso più accentuato nelle zone montane e premontane o collinari. Critica la situazione nelle valli Susa e Chisone.Il picco degli incidenti con il coinvolgimento di caprioli si registra nei Comuni di Salbertrand, Oulx e Cesana (in tutti i mesi dell’anno): fra le Valli di Lanzo spicca la Valle di Viù, nel Pinerolese la Val Lemina. Alcune realtà sono di difficile lettura: Bardonecchia, chissà perchè, mostra un’assenza di sinistri d’estate e un alto numero di casi in primavera. Gli scontri legati ai cinghiali, onnipresenti sul territorio, rimandano in primis alla zona di Stupinigi e a Ivrea. Numeri elevati in Bassa Val Susa e a Cumiana. Gli impatti con i cervi riguardano quasi esclusivamente l’Alta Val Susa e in parte la Val Chisone. Oltre a queste zone, si segnala soltanto la Bassa Valle Orco (Noasca, Sparone).


IL GAZZETTINO DI BELLUNO

10 DICEMBRE 2009

 

Si chiariscono i costi del ritorno della rabbia

 

Provincia di Belluno - Si chiariscono i costi del ritorno della rabbia: l’assessore regionale ai servizi veterinari e alla caccia, Elena Donazzan, fa il punto e parla di un milione di euro di vaccini. Ma non sarà solo questo. «Dopo diciotto anni si è ripresentata la rabbia nel Veneto - ha spiegato - All’origine ci sono le volpi provenienti dall’Est, transitate attraverso il territorio di montagna del Friuli e arrivate alle nostre Alpi e Prealpi. La gravità della situazione è stata chiara fin da subito».La Regione ha adottato una serie di misure «in ottemperanza a quanto disposto dalla Commissione europea e dal dipartimento dei Servizi veterinari del ministero della Salute» con l’ordinanza del 26 novembre 2009, pubblicata sul Bur del 7 dicembre 2009. «Siamo stati costretti - ha aggiunto l’assessore - a ridurre la circolazione degli animali domestici, in primis ai cani e conseguentemente, a limitare l’utilizzo degli stessi nell’esercizio dell’attività venatoria. L’indicazione principale riguarda la vaccinazione dei portatori, e quindi delle volpi, che costerà alla Regione circa un milione di euro, mentre l’altra è relativa agli animali domestici, in particolar modo ai cani per i quali, limitatamente all’intera provincia di Belluno e parte delle province di Vicenza e Treviso, si è resa obbligatoria la vaccinazione».


IL GAZZETTINO DI PORDENONE

10 DICEMBRE 2009

 

RABBIA SILVESTRE

Infezione, controlli su una volpe

 

CASTELNOVO (PN) - Nuovi controlli sono in corso nella Pedemontana per arginare la diffusione della rabbia silvestre. A Castelnovo la Polizia ambientale è stata chiamata a verificare le condizioni di una volpe sospetta. Il contagio riguarda gli animnali della montagna della provincia di Udine e Pordenone ed è stato chiesto alla popolazione di vaccinare i cani dei paesi interessati, in particolare quelli che si possono muovere all’aperto liberamente.


CORRIERE DELLE ALPI

10 DICEMBRE 2009

 

Rabbia, partite le vaccinazioni Altre due volpi trovate morte

 

Vittore Doro

 

LOZZO (BL). Sono partite ieri le vaccinazioni antirabbia dei cani a Lozzo di Cadore, località in cui è stato registrato il primo caso. Ma intanto salgono a 17 gli animali morti per il virus letale. Ai 15 della settimana scorsa, si aggiungono due volpi: una abbattuta a Col Chiastellin a S. Stefano di Cadore e un’altra a Dont di Forno di Zoldo dopo che ha morso un cane.  Intanto, oggi si terrà una riunione dell’Unità di crisi veneta coi rappresentanti dell’Austria per fare il punto sulla situazione, mentre martedì si è svolto un incontro tra ministero, Regione Veneto e protezione civile per organizzare la vaccinazione con esche delle volpi.  «L’operazione», ha spiegato il sindaco di Lozzo, Mario Manfreda, «è iniziata regolarmente da qui, visto che qui si è verificata la morte del primo cane risultato infetto. Ora procederà anche al di fuori del nostro comune, coprendo tutto il territorio provinciale entro il 31 gennaio 2010. La vaccinazione dei cani è obbligatoria e si sta svolgendo con la tariffa agevolata di 5 euro». E poi aggiunge: «Vaccineremo anche i gatti».  Nel paese cadorino sono confluiti anche i proprietari di cani degli altri paesi del Cadore.  Oggi, la campagna vaccinale di massa riguarderà Vigo di Cadore, mentre domani toccherà a Domegge e sabato a Calalzo.  Resta ancora alta la preoccupazione delle autorità sanitarie per il diffondersi dell’epidemia tra gli animali domestici. Questa sera ci sarà un incontro del settore veterinario della Usl con i veterinari impegnati sul territorio per discutere vari aspetti di questa campagna vaccinale che interessa trentamila cani.  Intanto, contemporaneamente alla vaccinazione, c’è in progetto quella orale delle volpi attraverso la posa di appositi bocconi contenenti il vaccino. A questo progetto è interessata l’Unità di progetto per sanità alimentare e igiene animale della Regione Veneto, ma l’operazione si prospetta molto più lunga di quella per i cani.  Le modalità necessarie sono molto complesse, perchè non è detto che le volpi mangino i bocconi predisposti. Per questo i coordinatori dei distretti venatori bellunesi hanno offerto la loro collaborazione per portare i bocconi addirittura nella tane delle volpi da loro conosciute.


IL PICCOLO TRIESTE

10 DICEMBRE 2009

 

Vaccinazione antirabbica, scatta il ticket

 

di TIZIANA CARPINELLI

 

DUINO AURISINA Spunta il ticket per le vaccinazioni antirabbiche. A fronte dell'evoluzione epidemiologica della malattia e della sua recente diffusione anche nel Veneto, regione in cui la rabbia silvestre risultava da anni completamente debellata, il ministero della Salute ha varato una nuova ordinanza che, oltre a intensificare il controllo nei confronti degli animali da compagnia e di quelli randagi, prescrive il costo della vaccinazione dei cani a carico dei proprietari. L’intervento del ministero si è reso necessario poiché i 42 casi di rabbia riscontrati nelle province di Udine, Trieste, Pordenone e Belluno, indicano un’evoluzione della situazione epidemiologica che richiede un’intensificazione delle attività di controllo. La malattia è infatti mortale anche per l’uomo. L’indirizzo ministeriale sul pagamento della vaccinazione, che sta per essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, è peraltro in contrasto con le disposizioni in vigore a Trieste, dove invece la somministrazione della profilassi, se eseguita da veterinari dell’Azienda sanitaria, è appunto gratuita, sulla base di quanto stabilito dall’ordinanza firmata meno di un mese fa dal direttore generale Franco Rotelli. Il documento, predisposto di concerto con la Regione e scaturito a seguito del rinvenimento di una carcassa di volpe rabida a Gropada il 23 ottobre scorso, impone tra le altre cose l’obbligatorietà delle vaccinazioni per i cani a rischio DI contagio. L’orientamento del ministero, mossosi con misure urgenti per ”prevenire la diffusione della rabbia nelle regioni del Nord Est”, rimette dunque in discussione la gratuità dell’iniezione. Per sanare il conflitto normativo e imporre una procedura standard a tutte le quattro province, i responsabili veterinari delle Aziende sanitarie sono stati convocati per domani alla Regione. La questione sarà affrontata con Renato Coassin, direttore del Servizio veterinario del Friuli Venezia Giulia. In discussione anche la tariffa da applicare al ticket, e in particolare se verrà richiesto al cittadino il versamento di una ”quota sociale”, dunque minima, oppure se, come pare avvenga in Veneto, il costo della vaccinazione potrà arrivare a sfiorare i 30 euro. Ad oggi, intanto, la struttura di sanità animale del Dipartimento di prevenzione all’Ass ha già effettuato la profilassi su un migliaio di capi di bestiame, coprendo in due settimane di lavoro il 90% delle aziende a rischio di contagio presenti sul territorio provinciale. Per tutti gli animali l’operazione si è svolta sul posto, gratuitamente. «Trieste – afferma il responsabile della struttura di sanità animale Corrado Abatangelo – si è mossa con tempestività per arginare il problema della rabbia silvestre, ricomparsa finora in un unico caso a Gropada”. Tutti le volpi sospette abbattute o trovate morte sono infatti risultate, dalle analisi di laboratorio, vaccinate. L’azienda ha inoltre già allestito e reso operativi, con la predisposizione di tutto il materiale necessario, un ambulatorio veterinario in via Molino a Vento 121 e uno, inaugurato ieri, in località Stazione di Prosecco. Per far partire le vaccinazioni dei cani (in tutta la Provincia ve ne sono 20mila, ma di questi una parte è già resa immune alla rabbia), bisognerà attendere la riunione di domani. Infine, sempre per stroncare la diffusione della rabbia silvestre, l’Azienda sanitaria ha già predisposto per febbraio, stando a quanto riferito da Abatangelo, il posizionamento di altre 2.500 esche per continuare la profilassi nelle volpi.


BARI MIA
10 DICEMBRE 2009
 
Influenza A, Francia: il virus non dà tregua e attacca anche un gatto
 
Elisabetta Paladini
 
Sembra che l’influenza A non dia tregua proprio a nessuno, nemmeno a un gatto francese. A confermare tale contaminazione è stato il Direttore generale della sanità, Didier Houssin. Il felino viveva già in una famiglia affetta dall'influenza, e  questo non lo ha di certo risparmiato: il virus infatti l'avrebbe attaccato facendogli sviluppare una brutta broncopolmonite.
Tuttavia, Houssin ricorda che questo non è un caso isolato, altri ne sono stati registrati anche all’estero in allevamenti di maiali, anche fra i cani, in Cina e poi di un gatto negli Stati Uniti. Quindi, l’unica soluzione per evitare questi contagi, resta sempre e comunque la vaccinazione.
I  sintomi del virus A(H1N1) che si possono manifestare negli animali domestici (cane o gatto) possono essere: stato di torpore, perdita di appetito, febbre, naso che cola, occhi lucidi. Starnuti, tosse e cambiamento della respirazione.
A tal proposito, anche per loro, gli esperti consigliano alcune accurate prevenzioni:
-Evitare se affetti da patologie influenzali, di soggiornare nella stessa stanza, di toccarlo senza lavarsi le mani, di starnutire o tossire in sua vicinanza.
-Evitare che il gatto vaghi libero fuori di casa.
-Evitare che il gatto condivida ciotola dell’acqua, giocattoli e cibo con altri gatti.
Assicuratevi che il vostro cane o gatto stia mangiando, bevendo e giocando come fa normalmente ogni giorno. Se si nota un qualsiasi comportamento anomalo nel gatto o nel cane, consultate il veterinario di fiducia.
Intanto, tra gli umani,  aumentano i decessi causati dal virus. Ieri  l'Istituto nazionale di vigilanza sanitaria ha annunciato altri 11 decessi, portando a 118 le bilancio dei morti dall'inizio dell'epidemia in Francia e nei territori d'Oltremare.
 

 

            10 DICEMBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

Animalieanimali

10 DICEMBRE 2009

 

UNIVERSITA’ DI BARI INVIA TOPI NELLO SPAZIO PER STUDIARE EFFETTI ASSENZA DI GRAVITA’
Lav, risultati inattendibili, incrementare metodi alternativi e studi clinici.

 

“Costringere animali vivi, privati di qualsiasi esigenza fisica e ambientale della specie, perché costretti in minuscole gabbie e sottoposti ad alimentazione forzata ed assenza di gravità, per studiare gli effetti che tale situazione produce sull’apparato muscolo-scheletrico, è eticamente inaccettabile e scientificamente fuorviante”, commenta Michela Kuan, biologa responsabile del settore Vivisezione della LAV alla notizia del “rientro” dal viaggio di 100 giorni nello spazio di un gruppo di topi, utilizzati a fini sperimentali dall’Università di Bari per l’Agenzia Spaziale Italiana.E’ noto, infatti, come fibre muscolari e apparato scheletrico differiscano notevolmente tra uomo e topo. In particolare, nel quadrupede l’asse femorale è pressappoco perpendicolare all’asse vertebrale. Al contrario nell’uomo asse vertebrale e femorale sono quasi paralleli, di conseguenza il carico sull’articolazione è fortemente superiore nella nostra specie rispetto al topo.Tessuto muscolare e scheletrico, inoltre, differiscono tra le specie per formazione e degenerazione ossea, picco della massa ossea ed entità della risposta infiammatoria ed immunitaria, rendendo qualsiasi risultato non attendibile se applicato a specie diverse da quelle oggetto di sperimentazione.
I topi sono stati inviati nello spazio allo scopo di investigare gli effetti sulle funzioni muscolari degli astronauti durante lunghe permanenze in orbita, effetti affini a malattie genetiche, traumi, invecchiamento ed osteoporosi, a dispetto delle ingenti quantità di denaro spese dalla ricerca spaziale in passato per addestramento e selezione di animali che non hanno, comunque, portato a dati applicabili all’uomo.
“Nonostante questo continuano ad essere finanziati, anche con denaro pubblico, e autorizzati progetti che prevedono l’utilizzo di animali vivi, sebbene siano disponibili numerosi metodi alternativi tra i quali, nello specifico, studi clinici di soggetti che presentino già le disfunzioni e patologie in esame, tra cui astronauti stessi, che produrrebbero risultati certamente più attendibili e utili”, prosegue Michela Kuan.
Rispetto alle applicazioni dello studio spaziale in relazione all’osteoporosi, sarebbe più utile e corretto fare informazione e prevenzione dell’osteoporosi, che in Italia interessa almeno il 15% della popolazione oltre i 65 anni di età, diffondendo il rilevante dato che una dieta ricca di carne e sale può causare la demineralizzazione delle ossa e sottolineando anche i più importanti fattori di rischio, come fumo, abuso di sostanze alcoliche e mancanza di attività fisica.


VIRGILIO NOTIZIE

10 DICEMBRE 2009

 

Australia/ Revocato divieto su test clinici xenotrapianti

Il rischio di trasmissione di virus animali è basso

 

Sydney, 10 dic. (Apcom) - L'Australia ha revocato il divieto quinquennale sui test clinici di trapianto di tessuti animali sugli esseri umani: le autorità sanitarie hanno infatti accertato che il rischio di trasmissioni di virus animali è estremamente basso. Proprio la preoccupazione riguardo alla possibile virulenza dei tessuti animali aveva portato a un divieto temporaneo degli xenotrapianti, le cui sperimentazioni sono in corso in numerosi Paesi fra i quali gli Stati Uniti.


MARKET PRESS

10 DICEMBRE 2009

 

PROTEZIONE DEGLI ANIMALI SÌ, MA NON A SCAPITO DELLA RICERCA SULLE MALATTIE GRAVI

 

Bruxelles - Sui cosmetici, siamo tutti d´accordo: gli esperimenti sugli animali si possono evitare. Ma quando in gioco c´è la vita umana, e la ricerca potrebbe aiutare a guarire gravi malattie come l´Hiv, l´Alzheimer o la sclerosi multipla, è giusto mettere in primo piano il rispetto degli animali? Secondo Elisabeth Jeggle, gli esperimenti sugli animali devono essere limitati, ma questo principio non può in nessun modo costituire un ostacolo alla ricerca scientifica sulle malattie gravi. La Commissione europea ha proposto di mettere al bando gli esperimenti su alcune categorie di animali, inclusi i primati. Ma in maggio il Parlamento ha approvato una relazione che riduce le categorie di animali su cui la ricerca scientifica potrebbe applicarsi, sostenendo che un tale bando penalizzerebbe i ricercatori europei rispetto a quelli asiatici o americani. Lunedì di questa settimana, Commissione, Consiglio e Parlamento hanno trovato vari punti di compromesso sulla questione, che potrebbe essere definitivamente vagliata dall´Aula a febbraio 2010. La tedesca Elisabeth Jeggle, Ppe, guida la delegazione parlamentare nei negoziati. Onorevole Jeggle, di che cosa tratta questa direttiva? La prima direttiva sulla tutela degli animali usati per ragioni scientifiche risale al 1986. A quei tempi, avevamo tutti legislazioni diverse in materia. Ora dobbiamo adattarla all´entrata di nuovi Paesi e alle nuove conoscenze. Il concetto chiave della nuova legge deve essere il principio delle tre "R": rimpiazzare, ridurre e raffinare l´uso degli animali negli esperimenti scientifici. La legge riguarda soprattutto la ricerca scientifica per produrre medicine contro malattie sempre più diffuse a causa dell´invecchiamento della popolazione, come l´Alzheimer, la sclerosi multipla e il Parkinson. Perché i negoziati sono così complicati? Perché è un tema sensibile e molto emotivo. Ed è anche una questione importante: la protezione degli animali è un principio condiviso nella nostra società. D´altra parte, a nome della delegazione del Parlamento, io ho insistito sul rispetto della dignità umana, soprattutto degli anziani e dei malati. Questo era anche il senso del rapporto del Parlamento: la dignità umana è per noi una priorità . E´ difficile mettere insieme i due punti di vista, da un lato ho le associazioni di animalisti che vorrebbero mettere completamente al bando la ricerca sugli animali, ma dall´altro dobbiamo garantire che in Europa la ricerca possa andare avanti. Se siamo troppo restrittivi, la ricerca e l´industria andranno all´estero, e non avremo nessun impatto sulla protezione degli animali. A che punto della procedura siamo? La proposta della Commissione era più a favore degli animali. Il Parlamento ha votato il suo rapporto a maggio, ed eravamo tutti d´accordo che si trattava un compromesso ragionevole. Il mio compito, ora, è di introdurre quanti più elementi possibili della posizione del Parlamento nel testo finale. Ieri abbiamo affrontato una serie di questioni con il Consiglio e la Commissione. Ora dobbiamo riportarle ai nostri gruppi politici e vedere cosa ne pensano. Secondo me si potrà votare su un testo finale fra febbraio e marzo. 


ANSA

10 DICEMBRE 2009

 

Australia: si' a trapianti da animali

Il via libera dopo 5 anni di moratoria

 

SYDNEY - Le autorità sanitarie australiane hanno sospeso dopo 5 anni una moratoria sul trapianto di cellule e di organi di animali, permettendo così agli ospedali di usare cellule di maiale per trattare diabete, morbo di Parkinson e ictus. Il National Health and Medical Research Council (Nhmc) ha preso la decisione nonostante l'opposizione, oltre che degli animalisti, di alcuni specialisti di trapianti, secondo i quali non è  dimostrato che la procedura sia sicura, e che potrebbe creare virus letali. L'ente sostiene che grazie agli sviluppi di scienza e tecnologia negli ultimi anni il rischio di trasmissione di virus animali, se controllato adeguatamente, è trascurabile. L'Australia si unisce così a 14 altri paesi, fra cui Usa, Giappone e Nuova Zelanda, che consentono la procedura. La Living Cell Technology di Sydney, che già esegue xenotrapianti in Nuova Zelanda, presenterà al più presto domanda per condurre un programma di sperimentazioni cliniche in Australia. Gli xenotrapianti erano stati vietati nel 2004 per il timore che il retrovirus endogeno dei maiali potesse trasmettersi all'uomo. Il virus non aggressivo per i maiali, ma la cardiologa di Sydney ed ex presidente della Società internazionale trapianti di cuore e polmoni, Anne Keogh, avverte che potrebbe mutarsi in un ceppo virulento e letale, se in contatto con comuni virus umani come influenza o herpes. Secondo una portavoce di Animal Liberation, "non solo l'allevamento e uccisione di massa di porcellini per xenotrapianti sono completamente inumani, ma si creerebbe anche una pletora di rischi molto gravi per la salute degli animali, oltre che per l'uomo".
 

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