10 NOVEMBRE  2009

LEGGO ONLINE
10 NOVEMBRE 2009
 
CANE GLI UCCIDE LE GALLINE:
UOMO LO BASTONA A MORTE
 
 
Statte (TA) - Un cane randagio si introduce nel suo pollaio e uccide alcune galline e lui lo ammazza colpendolo ripetutamente con un bastone: per questo è stato denunciato un uomo di 68 anni di Statte (Taranto), accusato di uccisione di animali. Con una segnalazione anonima, una donna aveva informato i carabinieri che nel giardino dell'abitazione adiacente alla propria un uomo anziano aveva colpito ripetutamente e con veemenza un cane di colore nero, fino ad ucciderlo. I militari intervenuti sul posto hanno notato che il giardino di pertinenza dell'abitazione era cosparso di macchie di sangue, soprattutto nelle vicinanze di un locale adibito a piccolo pollaio. Nella stessa zona è stato trovato un sacco di tela chiuso con una cordicella sporca di sangue, con all'interno la carcassa di un cane morto da poco. L'anziano, che ha subito ammesso di essere l'autore del gesto ha riferito di aver agito in quel m odo perchè poco prima aveva sorpreso il randagio, che si era introdotto nel suo giardino, mentre divorava le galline allevate nel pollaio. L'animale è stato fatto recuperare da una ditta specializzata nello smaltimento dei rifiuti speciali, mentre l'uomo è stato denunciato.

DNEWS 
Martedì 10 novembre 2009
 
La denuncia
Cane seviziato vicino a Triboniano
 
Milano - Vicino al campo nomadi di via Triboniano è stato recuperato dai volontari dell'Enpa il corpo di un cane con chiari segni di maltrattamenti: filo spinato attorno alle zampe.

IL GAZZETTINO

10 NOVEMBRE 2009

 

Uccise il cane con la roncola, patteggia

 

UDINE - Aveva ucciso il suo cagnolino, senza necessità, usando crudelmente una roncola, il 29 gennaio scorso. E per questo motivo Ottorino Nimis, 87 anni di Nimis, era stato accusato del reato di uccisione di animali, previsto e sanzionato dall’articolo 544 bis del codice penale. Ieri, davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Udine, Roberto Venditti, assistito dall’avvocato Paolo Coseano, l’anziano di Nimis ha patteggiato una pena a 2 mesi e 15 giorni di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale. 


LA ZAMPA.IT

10 NOVEMBRE 2009

 

Uccise cagnolina, condannato a pagare 10mila euro di sanzione

 

 


Per aver maltrattato e portato alla morte una cagnolina, ieri il Tribunale di Pistoia in composizione monocratica ha condannato G. D. N. a pagare 10mila euro di multa e a risarcire con 5mila euro i danni morali subiti dalla costituita parte civile Lav, oltre il pagamento delle spese processuali. Il reato di maltrattamento di animali per il quale l'uomo è stato processato, risale al 13 agosto 2007, quando a Pistoia l'uomo colpì ripetutamente con calci e pugni la barboncina Camilla di proprietà di un'amica, fino a determinare la lesione delle vertebre cervicali e la paralisi completa dell'animale che purtroppo morì il giorno successivo per insufficienza respiratoria e arresto cardiocircolatorio.
Secondo la difesa l'uomo avrebbe iniziato a «giocare» con il piccolo cane strattonandolo come in una lotta, poi il cane avrebbe naturalmente tentato di difendersi mordendolo e questo avrebbe scatenato la reazione violenta dell'uomo sul cane.
«Una brutta storia di violenza gratuita, di grave mancanza di rispetto verso un altro, piccolo, essere vivente e di non conoscenza del corretto comportamento da assumere nei confronti di un cane che, se provocato o maltrattato, cercherà di difendersi anche mordendo come è naturale che sia - dichiara Ilaria Innocenti del settore Cani e Gatti della Lav - Chi ha avuto la peggio è purtroppo la piccola cagnolina, deceduta dopo una terribile agonia. Simili reati devono essere prevenuti attraverso una capillare attività di sensibilizzazione e di informazione sulla corretta interazione con gli animali».


IL TIRRENO

10 NOVEMBRE 2009

 

Uccise un cane: condannato

 

PISTOIA. Condannato a 10.000 euro di multa un giovane parà finito sul banco degli imputati per maltrattamento di animali. Accusato di aver ucciso una barboncina, Gregorio Di Norcia, 25 anni, dovrà inoltre risarcire, con 5.000 euro, i danni morali nei confronti della Lav, la Lega antivivisezione, che nel processo - rappresentata dal suo presidente pistoiese, il consigliere comunale dei Verdi Lorenzo Lombardi - si era costituita parte civile.  L’episodio che ha portato al processo risale all’agosto di due anni fa. Secondo la testimonianza di una donna che ha assistito alla scena dalla finestra del palazzo di fronte, il militare si trovava sul terrazzo del secondo piano di un appartamento dove aveva in affitto una stanza. Insieme a lui, Camilla, una barboncina nana di quattro anni, di proprietà della padrona di casa. Il giovane avrebbe cominciato a inscenare una finta lotta con l’animale a suon di mosse di arti marziali, toccandolo con mani e piedi. La cagnolina, evidentemente impaurita, a un certo punto ha morso al dito di una mano il parà, che ha avuto una reazione incontrollata: l’ha afferrata e l’ha scagliata dentro l’appartamento, probabilmente mandandola a sbattere contro lo spigolo di un mobile. Un impatto che le aveva spezzato le vertebre cervicali.  A questo punto, la tesi accusatoria e quella difensiva divergono. Come sostenuto in aula ieri dal pm Ornella Galeotti, il parà, per coprire ciò che aveva fatto, avrebbe sceso le scale e abbandonato l’animale nel giardino, per uscire di casa nuovamente e portarlo dal veterinario (dove era morto il giorno dopo) solo quando si era visto scoperto di vari testimoni. Secondo l’avvocato difensore, Vito Di Berardino, invece, il militare era sceso con il cane in braccio per portarlo dal veterinario e lo aveva appoggiato a terra per tornare su a prendere le chiavi dell’auto che si era scordato nell’appartamento.  L’avvocato ha inoltre sostenuto come nel comportamento del suo assistito sia mancato l’elemento psicologico del reato: stava scherzando con il cane («era un gioco, forse un po’ eccessivo ma un gioco») e non voleva fargli del male, né tanto meno picchiarlo crudelmente o massacrarlo («come un padre che gioca alla lotta con il figlio, con quelle mosse lo toccava, non lo colpiva di certo»); e quando è stato morso, ha avuto una reazione che, benché eccessiva, era stata impulsiva, non certo dettata dalla volontà di uccidere.  Il giudice ha evidentemente accolto la tesi del pm («Finché non si è visto scoperto non ha mostrato alcuna pietà per il cagnolino» ha detto nella sua requisitoria), che aveva chiesto 3 mesi di reclusione. Tesi a cui si è associato anche l’avvocato di parte civile, Danilo Giacomelli, che ha sottolineato come «a parte il fatto che il reato si era già consumato» l’eventuale morso non avrebbe giustificato la reazione di sbatacchiare «senza necessità» dentro l’appartamento il barboncino.


IL TIRRENO

10 NOVEMBRE 2009

 

Uccise una cagnolina, il tribunale condanna un parà

 

PISTOIA. Il parà aveva cominciato a inscenare una finta lotta con l’animale, una barboncina nana di 4 anni. A suon di mosse di arti marziali la toccava con mani e piedi e ad un certo punto la cagnolina, evidentemente impaurita, l’aveva morso ad una mano. Gregorio Di Norcia, 25 anni, secondo un testimone che ha assistito alla scena dal palazzo di fronte, l’aveva afferrata e scagliata contro un mobile. Un impatto che le aveva spezzato le vertebre cervicali. Il fatto risale all’agosto di due anni fa. Ieri il parà, finito sul banco degli imputati per maltrattamento di animali, è stato condannato dal tribunale di Pistoia a 10mila euro di multa, e dovrà risarcire la Lav, che si era costituita parte civile, con 5mila euro.


SESTO POTERE

10 NOVEMBRE 2009

 

Morte cane: 10mila euro di multa, danni morali alla LAV

 

Pistoia - Per aver maltrattato e portato alla morte una cagnolina, ieri il Tribunale di Pistoia in composizione monocratica, Giudice dott.ssa Valeria Marino, ha condannato Gregorio Di Norcia alla pena della multa di euro 10.00,00 e a risarcire i danni morali subiti dalla costituita parte civile LAV, assistita dall’Avv. Danilo Giacomelli, determinati nella misura di euro 5000,00 oltre il pagamento delle spese processuali.
Il reato di maltrattamento di animali (art. 544-ter cod. pen.) per il quale l’uomo è stato processato, risale al 13 agosto 2007, quando a Pistoia l’uomo colpì ripetutamente con calci e pugni la barboncina Camilla di proprietà di un’amica, fino a determinare la lesione delle vertebre cervicali e la paralisi completa dell’animale che purtroppo morì il giorno successivo per insufficienza respiratoria e arresto cardiocircolatorio.Secondo la difesa l’uomo avrebbe iniziato a “giocare” con il piccolo cane strattonandolo come in una lotta, poi il cane avrebbe naturalmente tentato di difendersi mordendolo e questo avrebbe scatenato la reazione violenta dell’uomo sul cane.“Una brutta storia di violenza gratuita, di grave mancanza di rispetto verso un altro, piccolo, essere vivente e di non conoscenza del corretto comportamento da assumere nei confronti di un cane che, se provocato o maltrattato, cercherà di difendersi anche mordendo come è naturale che sia – dichiara Ilaria Innocenti del settore Cani e Gatti della LAV – Chi ha avuto la peggio è purtroppo la piccola cagnolina, deceduta dopo una terribile agonia. Simili reati devono essere prevenuti attraverso una capillare attività di sensibilizzazione e di informazione sulla corretta interazione con gli animali: la LAV lo fa da più di 30 anni, anche attraverso attività educative nelle scuole, ma è indispensabile lavorare ad ogni livello e in ogni ambito, per diffondere un’autentica cultura del rispetto degli animali”.


GIORNAL

10 NOVEMBRE 2009

 

STRISCIA LA NOTIZA A QUATTORDIO

UNA CASCINA-CANILE IMMERSA NEL FANGO

 

   

 

 

I cani, tutti legalmente registrati e tatuati, verranno - probabilmente - trasferiti presso il canile Bau Bau di Masio.

Aggiornamento ore 15

Le forze dell'ordine hanno fatto irruzione questa mattina intorno alle ore 13 in Via Serra a Quattordio nella cascina-canile disabitata che ospitava una cinquantina di cani e gatti in pessime condizioni igieniche. Il servizio andato in onda ieri sera a Striscia la Notizia ha riportato alla luce una problematica che in realtà esiste almeno da cinque anni e che i residenti della zona avevano già denunciato da tempo. "Eravamo impietositi e disperati da tutti quei latrati che si sentivano provenire da quella casa. - commenta una vicina, Gianna Capra - Avevamo già fatto alcune segnalazioni al Comune e all'allora Sindaco Mario Sillano, ma nessuno aveva mai preso provvedimenti. Temo però per la sorte degli animali dal momento che ieri sera, in concomitanza con la messa in onda del servizio, il proprietario dalle 19 alle 23 si è intrattenuto nel cascinale e potrebbe aver fatto sparire qualche cane e gatto. La troupe televisiva è stata qui giovedì scorso e quest'uomo è andato anche nella redazione di Striscia per chiedere che il filmato non fosse reso pubblico". Elisa Barisone, invece, è la ragazza che ha fatto la segnalazione al programma di Antonio Ricci "L'odore che si sente provenire da quella casa e i latrati non potevano certamente passare inosservati, e l'ultima nostra possibilità per attirare l'attenzione su questo caso era quello di contattare Striscia La Notizia". Lo scenario che si è aperto dinanzi ai Carabinieri, alla Guardia Forestale e ai Vigili Urbani è stato sconcertante: un cascinale completamente sommerso dai rifiuti e dagli escrementi dove una colonia di gatti affamati si aggirava libero tra i rifiuti. I cani invece erano tutti chiusi dentro a delle recinzioni strette e sporche. Tra questi anche una cucciolata bisognosa di cure e alimentazione.Tutti gli animali verranno trasferiti in parte nel canile di Masio Babau, gestito da Daniela Arzani, convenzionato con il Comune di Quattordio, mentre quelli malati o in gravidanza verranno portati nell'ambulatorio veterinario di Felizzano di Giulia Moriggia.
Aggiornamento ore 10
Dopo il servizio andato in onda ieri sera, durante Striscia La Notizia, su Canale 5, si è riaccesa in paese la polemica per le condizioni in cui riversano gli "ospiti" della cascina-canile situata vicino al cimitero, in via Serra. Da questa mattina i NAS e la Guardia Forestale stanno presidiando il casolare in attesa della proprietaria (Gabriella T., residente a Quargnento) che - pare - non si fa trovare. Il marito della donna, "braccato" giovedì scorso dall'inviato di Striscia, ha affermato che fanno questo per il bene degli animali "salvati" - secondo lui - "dalla strada". Certo, non sono più in mezzo alla strada, ma le loro condizioni sono disastrose: al freddo, in mezzo ai rifiuti e al fango, alcuni rinchiusi in gabbie e lasciati totalmente a buio. E non è tutto: "a volte" - spiegano gli abitanti - "la proprietaria non viene a dargli da mangiare per giorni".
Attorno al "canile" (all'interno pare ci siano una quindicina di cani, molti cuccioli e tanti gatti) i Vigili del Fuoco, i Carabinieri di Felizzano, la Forestale e i Vigili Urbani che stanno attendendo di poter entrare. Pare comunque che la situazione di degrado fosse nota e che le forze dell'ordine avessero già intenzione di intervenire. Il "blitz" della trasmissione televisiva ha accelerato le cose.
 
VIDEO STRISCIA LA NOTIZIA
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoflv.shtml?2009_11_sto9.flv

IL TIRRENO

10 NOVEMBRE 2009

 

Legati ad un albero, al freddo e sotto la pioggia

 

FOLLONICA (GR). Cani legati ad un albero, al freddo e sotto la pioggia.  I Verdi del Golfo denunciano sia alla stampa, ma sopratutto alle autorità, una situazione spiacevole, che riguarda alcuni cani tenuti sotto l’albero, in località “Pecora Vecchia”, nel Parco di Montioni.  A detta dei Verdi sono state molte le segnalazioni ricevute da parte di cacciatori. Sono state queste a portarli a conoscenza delle condizioni di questi poveri animali.  «Stazionano da anni sotto un olivo, a catena corta, con delle cucce irrisorie, una delle quali distrutta a morsi, forse in un disperato tentativo di liberarsi - dichiarano i Verdi del Golfo - e sotto la pioggia, cadira in questi giorni, la loro situazione è ancora più penosa».  Per il partito degli ambientalisti follonichese, questa situazione ripropone il tema del rispetto delle leggi e dei controlli.  «Esistono direttive specifiche per il mantenimento e la custodia dei cani, ma - si chiedono - chi controlla che vengano applicate? Lì siamo nel parco di Montioni e, teoricamente, tutti i giorni organi di vigilanza dovrebbero vigilare, ma lo fanno?».  Questo denunciano i Verdi; mancanza di controlli adeguati, in una zona che, comunque, fa parte del comune di Follonica e verso animali che non hanno la capacità di difendersi, ma che devono essere tutelati, come qualsiasi altro essere vivente.  I Verdi si augurano che, dopo questa segnalazione, le cose finalmente cambieranno e che i cani riescano ad ottenere una cuccia adeguata, al riparo dal freddo e dalla pioggia.


TELE 90

10 NOVEMBRE 2009

 

S. Teresa. "Cani e gatti uccisi da esche avvelenate", la denuncia della Lega italiana dei diritti dell'animale

 

S. TERESA (ME) - Cani e gatti avvelenati a S. Teresa e nei comuni limitrofi. La denuncia è della Lida (Lega Italiana dei Diritti dell’Animale) che con un comunicato stampa ha avvisato i cittadini del pericolo della presenza di esche avvelenate. “La psicosi randagi – spiega la Lida - ha causato, in questi ultimi mesi, casi di avvelenamenti anche su cani di proprietà e gatti, da parte di qualcuno privo di scrupoli ed ignorante del fatto che i bocconi avvelenati sono pericolosi non solo per gli animali ma anche per tutti i cittadini, soprattutto bambini, che malauguratamente vengono a contatto con le esche”. Bocconi avvelenati sono stati ritrovati nei giorni scorsi in via Agrò, a S. Teresa, a pochi metri dalla scuola elementare e dal giardinetto pubblico. I malcapitati animali vengono attirati dall’appetibile esca che nel giro di pochi minuti li avvelena causando loro una morte atroce. “A quelli che pensano che questo risolva i problemi del randagismo – afferma Cristina Bartolotta, vice responsabile della sezione comunale - ricordiamo che le esche possono essere pericolose anche per i bambini”. “Siamo stanchi di questi comportamenti inumani – aggiunge Annalisa De Luca Cardillo, responsabile regionale Lida – e diffidiamo chiunque a commetterli, ricordando che esistono pene severe per chi si macchia di tali reati”. La Lida offre una ricompensa a chi sarà utile per rintracciare i responsabili di questi atti criminosi.


MOLFETTA LIVE

10 NOVEMBRE 2009

 

Emergenza cani randagi, a Molfetta tornano le telecamere di "Striscia la notizia"

Sabato scorso sono stati alcuni cittadini a chiedere l’intervento di Striscia, perché si trovi una soluzione per i tanti cani che affollano la zona industriale

 

Molfetta (BA) - torna sotto i riflettori del Tg satirico di Antonio Ricci, “Striscia la notizia”.
Questa volta i due inviati pugliesi Fabio e Mingo non sono arrivati in città non per scoprire truffe o magie, ma per un problema sociale molto sentito in città, e che la nostra redazione aveva già raccontato in tempi non sospetti: il randagismo. Sabato scorso sono stati alcuni cittadini a chiedere l’intervento di Striscia, perché si trovi una soluzione per i tanti cani che affollano la zona industriale, i parcheggi e le aree verdi antistanti i centri commerciali.
A rispondere alle domande di Fabio e Mingo sarebbero stati il Comune, per voce del dirigente al servizi territorio, Altomare, ed il responsabile del servizio veterinario dell’Asl Bari, Coppola. Coinvolti dagli inviati anche il nucleo ambientale della Polizia Municipale, che però - come da art. 2 del regolamento del Comune sul randagismo - ha solo il compito di segnalare la presenza di cani randagi al servizio veterinario dell’Asl, che poi attiva le procedure del caso.
Non interpellata, a quanto pare, Lega per la difesa del cane.Sarà interessante, a questo punto, vedere nei prossimi giorni le soluzioni proposte per questi animali, in molti casi affetti da leishmaniosi, ehrlichiosi e rogna. L'arrivo di Striscia in città giunge in contemporeanea con una sollecitazione raccolta ieri dalla nostra redazione. Una nostra lettrice in poche righe ed in un paio di foto - quelle pubblicate in questo articolo - esprime tutto il senso del problema: «non so se ci sono parole per descrivere l’abbandono e la sofferenza di questi cani. Impegniamoci per fare qualcosa». Ci auguriamo che Fabio e Mingo riescano dove altri non sono riusciti, e che non sia il solito “cane che si morde la coda”.

 

FOTO

http://molfettalive.it/mediacenter/gallery.aspx?m=1050


CORRIERE ADRIATICO

10 NOVEMBRE 2009

 

Cani segregati Scatta il processo

 

Civitanova (MC) - E’ finito sul banco degli imputati del Tribunale di Civitanova, Giuseppe Poloni, 59 anni, di Montefano 8MC). Secondo l’accusa, sostenuta dal Pm onorario Lanari, l’uomo avrebbe lasciato all'interno di una struttura non adeguatamente dimensionata e in condizioni igienico sanitarie pessime 14 cani di varie razze di cui uno già deceduto e in avanzato stato di putrefazione, in condizioni incompatibili con la loro natura. Altri due cani sarebbero morti successivamente. I fatti risalgono al 2207. Poloni è difeso dall’avvocato Giuseppe Pigliapoco.


ASYLUM

10 NOVEMBRE 2009

 

DONNA ACCUSATA DI AVER UCCISO E SEPOLTO 20 CANI DEI VICINI

 

 

 

Avrebbe ucciso almeno una ventina di cani, e li avrebbe sepolti nel giardino della sua casa. Lei, però, respinge ogni accusa e sostiene di essere innocente. L'accusata è una donna di Long Island (in foto), che avrebbe sequestrato i cani di alcuni vicini. La polizia ha trovato nel suo giardino 20 carcasse di animali: a far partire le indagini sono state proprio le denunce dei vicini. Da qui l'arresto, avvenuto sabato scorso, della 43enne Sharon McDonough. Nella sua casa sono stati trovati cinque cani e un gatto: gli animali le sono stati sequestrati, perché si temeva che potessero fare la stessa fine degli altri. Tra l'altro, vivevano in condizioni precarie, in gabbie minuscole, ricoperti dai loro stessi escrementi. Nella stessa casa, c'erano anche i figli di Sharon: in tutto sette, di età variabile dai 18 mesi ai 21 anni. I racconti che i vicini hanno fatto alla polizia sono inequivocabili: la donna si sarebbe fatta aiutare dai figli a tenere i cani, mentre lei li torturava. Ma Sharon ha negato ogni responsabilità. La polizia sta continuando a scavare nel giardino, alla ricerca di altri animali morti.


SAVONA NEWS

10 NOVEMBRE 2009

 

Varazze: l'ENPA denuncia altri atti contro gli animali

 

A Varazze (SV) continuano gli atti di sadismo a danno degli uccelli della zona; un colombo con le zampe avvolte e stritolate da sottili fili di nylon è stato soccorsi dai Volontari della Protezione Animali in Corso Matteotti; per liberarlo c'è voluto l'intervento di un veterinario, che ha dovuto amputare diverse dita ormai attaccate dalla cancrena.
Varazze e Spotorno sono le città ove si verificano ritrovamenti del genere; solo quest'anno i Volontari dell'ENPA hanno ricoverato venti animali (gabbiani e colombi), crudelmente feriti da ami e lenze che, se non recuperati, sarebbero stati condannati ad una morte lenta e dolorosa. L'estate scorsa due giovinastri a Varazze erano stati visti da una signora, che non aveva potuto individuarli, mentre legavano le zampe ad un colombo che avevano catturato.
Le Guardie Zoofile dell'ENPA stanno ricercando i colpevoli, passibili di denuncia per maltrattamento di animali, che prevede la reclusione da tre mesi a un anno o la multa da 3.000 a 15.000 euro. Chiunque possa dare informazioni utili all'inchiesta può telefonare all'ENPA (019/824735), o inviare una mail a [email protected], o rivolgersi direttamente agli organi di polizia espressamente competenti nel settore: Polizia Municipale, Guardia Forestale, Carabinieri, Polizia Pro-vinciale, Questura, Guardia di Finanza.C.S.


LA PROVINCIA PAVESE

10 NOVEMBRE 2009

 

Robbio, nell oasi a caccia col Suv

 

ROBBIO (PV). All’interno del parco naturale della Valpometto, come se fosse un safari, con i cacciatori che si muovono a bordo di Suv, jeep e fuoristrada sparando agli animali direttamente dai finestrini. E’ accaduto domenica. E a lanciare l’allarme è stato Roberto Piedinovi, presidente dell’associazione ambientalista Ardea, che gestisce la grande area verde.  Mentre su tutta la zona cadeva una fitta pioggia, da un fuori strada, che procedeva lentamente lungo una stradina interna fra alberi, siepi e radure del parco, sono spuntate le canne dei fucile che hanno inziato sparare verso gli animal. A quel punto Roberto Piedinovi, che si trovava distante, è uscito allo scoperto e si è diretto verso il fuoristrada, cercando una spiegazioni. I cacciatori di frodo si sono, però rapidamente allontanati.  «Non sono riuscito a identificare gli autori di questa spregevole azione nè a rilevare il numero di targa - racconta il Presidente che ha poi segnalato l’ episodio ai Carabinieri - ho visto, però, bene il veicolo usato per la scorreria, era un fuoristrada grigio». A poche decine di metri dal punto in cui il mezzo si era fermato qualche istante per consentire agli occupanti di far fuoco sulla selvaggina, Piedinovi ha, poi, rinvenuto due fagiani, a terra senza vita. «Innanzitutto non capisco - conclude il presidente - come ci si possa divertire sparando ad animali, particolarmente tranquilli, proprio perchè si trovano all’interno di un’area protetta, con anche grave violazione di norme e leggi». Ciò che amareggia Roberto Piedinovi, da 10 anni, alla guida del Parco, che, con i suoi 323 ettari di estensione e un ricco patrimonio faunistico, dal topo al tasso, dal passero alla poiana reale fino al rarissimo tarabuso, si sta affermando sempre più come importante realtà naturalistica e turistica è soprattutto «l’ inciviltà di persone, dai cui atti emerge anche disprezzo verso chi, con grande disponibilità, e a Robbio non sono pochi, lavora, in modo disinteressato non per distruggere ma per valorizzare la natura». Anche per il sindaco Marcelo Gasperini, un atto come quello avvenuto alla Valpometto è «assolutamente inamissibile e ingiustificabile».


IL TIRRENO

10 NOVEMBRE 2009

 

Tiro al piccione vicino alle case

 

LAMPORECCHIO (PT). Tiro al piccione in mezzo alle case. È successo in via Giuseppe Di Vittorio venerdì scorso, in pieno giorno, quando diverse persone hanno udito un forte colpo da arma da fuoco esplodere e, immediatamente dopo, visto cadere un piccione.  Il volatile è stato raccolto dai carabinieri, intervenuti sul luogo, e sottoposto a radiografia al fine di verificare l’effettiva presenza di corpi estranei. Questa ha subito evidenziato la presenza di due pallini di piombo - di piccole dimensioni - all’interno del corpo dell’animale.  Un gesto tanto ignobile quanto illegale e pericoloso, dato che il piccione è caduto in una zona della città dove sono presenti numerose abitazioni, parcheggi pubblici e giardini.  Il responsabile non è ancora stato individuato e potrebbe aver sparato da un balcone di un’abitazione privata, da una strada limitrofa o da uno dei molti campi che si aprono subito a sud e a ovest di via Di Vittorio (strada che idealmente segna il confine tra il centro della città e la sua zona industriale).  I residenti, subito interrogati dai carabinieri, hanno dichiarato di non aver visto da dove proveniva lo sparo (e tanto meno di aver notato gente scappare) ma di aver udito un solo (ancorché molto rumoroso) colpo. Segno che chi ha sparato sa ben maneggiare un’arma da fuoco, anche se probabilmente lo stava facendo dal posto sbagliato.


LA GAZZETTA DI MODENA

10 NOVEMBRE 2009

 

Formigine, rubato un capriolo ferito

 

FORMIGINE (MO). Casinalbo, domenica scorsa. Mentre passeggia, una signora scorge a bordo strada un capriolo ferito, probabilmente investito da un’automobile. Mentre sta per chiamare i volontari del Centro Fauna Selvatica «Il Pettirosso», si ferma un uomo con un furgone. Offrendosi di portare l’animale nella sede del Centro, l’uomo carica il capriolo e se ne va. La signora dopo alcune ore telefona ai volontari e scopre che il capriolo, in realtà, non è mai arrivato a destinazione. La polizia provinciale avverte che questo comportamento è punito per legge, dato che è furto ai danni dello Stato, essendo la selvaggina patrimonio demaniale indisponibile. I volontari raccomandano a chi vede un animale ferito di chiamare subito Il Pettirosso; se capita come a Casinalbo che qualcuno si offre di trasportare l’animale, consigliano di annotare il numero di targa.  Per le segnalazioni e richieste di intervento sono attivi 24 ore su 24 alcuni numeri telefonici: 339-8183676 e 339-3535192 oppure è possibile chiamare anche il servizio 118.


LATINA 24 ORE

10 NOVEMBRE 2009

 

SEQUESTRATI 600 GIUBBOTTI REALIZZATI CON ANIMALI PROTETTI

 

Erano realizzati con colli di pelle di procione provenienti dalla Cina e recavano una falsa etichettatura made in Italy per coprire quella originale made in China, gli oltre 600 giubbotti da donna sequestrati questa mattina dagli agenti del Corpo forestale dello Stato nel corso di una vasta operazione nel Lazio, in Puglia e in Campania. In particolare i Forestali hanno messo al setaccio i capi d'abbigliamento esposti presso 14 esercizi commerciali della Capitale fra cui tre punti vendita in via del Corso, la frequentatissima strada dello shopping romano. Il procione è una specie originaria del Nord America e le sue pelli, come quelle di altri animali da pelliccia massicciamente utilizzati nell'industria della moda italiana ed europea, provengono spesso da pratiche di cattura illegali mediante tagliole e bracconaggio. Una rigida legislazione europea vieta l'importazione di queste pellicce se non è dimostrata la provenienza da allevamenti autorizzati.L'operazione, coordinata dalla Sezione investigativa Cites di Roma del Corpo forestale dello Stato, ha visto impegnati oltre settanta Forestali appartenenti ai Comandi Provinciali di Roma, Rieti, Viterbo, Latina, Frosinone, Bari e Caserta nonché il personale dell'Agenzia delle Dogane di Fiumicino. Proprio all'aereoporto di Fiumicino, lo scorso 22 ottobre, furono sequestrate oltre 800 pelli di procione e più di 900 giubbotti con etichettatura irregolare, questi ultimi rinvenuti presso la Commercity, un magazzino di vendita all'ingrosso gestito da un cittadino di nazionalità cinese. Ed è seguendo le tracce dei capi sequestrati al grossista che i Forestali sono arrivati fino alla catena di negozi d'abbigliamento che li commercializzava con falsa etichetta made in Italy. I giubbotti sequestrati erano venduti dal commerciante asiatico a 19 euro, mentre nei negozi i consumatori truffati potevano trovarli a un prezzo di listino di circa 80 euro. Una pratica, quella della contraffazione di capi d'abbigliamento made in Italy, sempre più diffusa sul territorio nazionale, che arreca un grave danno economico e di immagine a quelle aziende italiane che operano nel pieno rispetto delle leggi in materia.


LA REPUBBLICA

10 NOVEMBRE 2009

 

ANIMALI, USO SPECIE PROTETTE PER GIUBBOTTI CONTRAFFATTI: SEQUESTRI

 

Erano realizzati con colli di pelle di procione provenienti dalla Cina e recavano una falsa etichettatura made in Italy per coprire quella originale made in China, gli oltre 600 giubbotti da donna sequestrati questa mattina dagli agenti del Corpo forestale dello Stato nel corso di una vasta operazione nel Lazio, in Puglia e in Campania. In particolare i Forestali hanno messo al setaccio i capi d'abbigliamento esposti presso 14 esercizi commerciali della Capitale fra cui tre punti vendita in via del Corso, la frequentatissima strada dello shopping romano.


LIBERO

10 NOVEMBRE 2009

 

CONTRAFFAZIONE: ENPA, DURO COLPO INFERTO A TRAFFICANTI PELLI ANIMALI

 

Roma - ''Plaudiamo all'operazione condotta oggi in diverse citta' d'Italia dal Corpo Forestale dello Stato che, ancora una volta, ha dimostrato grande professionalita' e competenza. Ringraziamo, in particolare gli agenti dalla sezione investigativa Cites cui e' demandato il rispetto di quanto previsto dalla convenzione di Washington sul commercio della flora e della fauna in via d'estinzione''. Lo sottolinea l'Enpa, Ente Nazionale Protezione Animali, commentando ''la maxi-operazione con cui il Corpo Forestale dello Stato ha sequestrato simultaneamente in diverse citta' d'Italia capi d'abbigliamento contraffatti e realizzati con pelli di procione''.''L'elevato numero di citta' interessate dall'operazione, sette, dimostra quanto sia florido in Italia il commercio illegale di pelli animali, di cui sono responsabili organizzazioni malavitose nazionali e internazionali. Siamo grati al Corpo Forestale dello Stato -Giovanni Guadagna, responsabile ufficio cattivita' di Enpa- per aver inferto oggi un duro colpo a questi trafficanti e per aver ripristinato la legalita'''.


CORRIERE ADRIATICO

10 NOVEMBRE 2009

 

Sequestrata la carcassa per trovare il microchip e risalire al padrone che rischia una denuncia

Si schianta sull’A14 per schivare un cane

Gravi lesioni alle gambe per un giovane di Loreto. Si cerca il proprietario dell’animale

 

Loreto (AN) -  Per cercare di evitare un cane ha perso il controllo dell'auto e si è schiantato contro il new-jersey che divideva la carreggiata. Un drammatico incidente quello avvenuto poco dopo la mezzanotte di domenica lungo l'autostrada A14, poco dopo il casello di Ancona Sud in direzione Pescara. Ferito gravemente Lorenzo Babini, 19 anni di Loreto, che si trovava a bordo della sua Lancia grigio metallizzato. Il giovane, stando ad una prima ricostruzione della dinamica effettuata dalla polizia stradale di Porto San Giorgio, all'altezza di Loreto ovvero nel punto in cui vi è il cantiere per la realizzazione della terza corsia, si è trovato di fronte il cane. Il giovane ha cercato di sterzare bruscamente per evitarlo ma non ce l'ha fatta. Dopo averlo investito ed ucciso, ha perso il controllo del mezzo sbandando e schiantandosi frontalmente contro un new-jersey che delimitava la zona di lavoro del cantiere.
L'impatto con la barriera di cemento è stato violentissimo. Immediata la telefonata al 118 e l'arrivo sul posto dell'automedica e di un'ambulanza della Croce Gialla di Camerano, insieme ai mezzi di soccorso dei Vigili del fuoco di Ancona ed Osimo. Il ragazzo, cosciente ma frastornato, non riusciva a muoversi in quanto si trovava bloccato all'interno dell'abitacolo della vettura, completamente accartocciata. I Vigili del fuoco hanno dunque dovuto lavorare molto a lungo per estrarre il giovane lauretano dall'auto, facendo soprattutto attenzione alle sue gambe, rimaste incastrate tra i pedali ed il motore dell'utilitaria. Una volta riusciti nell'operazione, il ragazzo è stato trattato sul posto e quindi trasportato al pronto soccorso dell'ospedale regionale di Torrette. Il diciannovenne aveva riportato delle brutte ferite ad una delle gambe in particolare e per la quale si è reso poi necessario un lungo e delicatissimo intervento chirurgico per salvaguardare la funzionalità dell’arto. L’intervento è riuscito e il ragazzo è stato quindi trasferito e ricoverato nel reparto di ortopedia. Il corpo dell'animale investito ed ucciso è stato invece posto sotto sequestro. Bisognerà infatti accertare, tramite il personale veterinario, se il cane sia stato abbandonato da qualcuno di passaggio in autostrada o se sia arrivato lì da sé. Accertamenti che però potranno essere compiuti solo nel caso in cui l'animale sia fornito di microchip e si possa quindi essere in grado di risalire al padrone, che potrebbe essere denunciato per lesioni colpose causate dalla mancata custodia del cane. Probabilmente qualcuno lo ha abbandonato per liberarsene, approfittando forse dell'oscurità. Nulla è ancora certo, per lo meno fino a quando non si saprà se l'animale avesse o meno il microchip.


IL PICCOLO GORIZIA

10 NOVEMBRE 2009

 

Misteriosa moria di gatti fra Mossa e Lucinico

 

MOSSA (GO) Misteriosa moria di gatti al confine fra Mossa e Lucinico, nella zona di San Roc di Luzinis. A denunciarla Patrizia Caneparo, proprietaria dei felini che ha perso negli ultimi mesi cinque gatti. «Fra luglio e agosto - denuncia - me ne hanno ammazzati quattro, a cui si è aggiunta una gatta che avevo trovato a Cormòns e, di seguito, adottato». Patrizia Caneparo non ha alcun dubbio: è quasi certa che si sia trattato di un avvelenamento, «perché ho trovati segni che mi fanno pensare all’azione di qualcuno che non sopporta quei poveri animali». La mossese fa sapere di essersi già attivata per effettuare gli esami tossicologici sui corpi delle povere bestiole. «Un simile atto è deplorevole. Sporgerò denuncia ai carabinieri», conclude la Caneparo.


JIULIE NEWS

10 NOVEMBRE 2009

 

Blitz al Museo zoologico di Avellino, sequestrati animali imbalsamati

 

 

AVELLINO - Nei giorni scorsi, il personale del Servizio CITES di Napoli con la collaborazione della Sezione di P.G. della Procura di Avellino e la partecipazione dei nuclei operativi CITES di Napoli e Salerno,dopo un’intensa attività investigativa svolta anche con l’ausilio del NIPAF di Avellino, ha eseguito su delega dell’Autorità Giudiziaria perquisizioni locali presso un museo zoologico di Avellino e la residenza dei relativi responsabili, per la ricerca di reperti derivanti da specie protette. Le operazioni hanno avuto esito positivo con il ritrovamento di ben 169 esemplari imbalsamati e parti di animali appartenenti a specie incluse nella normativa di attuazione della Convenzione di Washington (CITES), nonché 2 tutelati dalle norme di protezione della fauna autoctona. Nella collezione, di alto pregio, rinvenuta sia presso la residenza del direttore che al Museo, privo di autorizzazione e riconoscimento da parte della Regione Campania, sono stati tra l’altro rinvenuti esemplari di tartarughe di mare (Caretta caretta, Eretmochelys imbricata, carapace di Chelonia mydas), tartarughe terresti (Testudo graeca e Testudo hermanni), parti di caimani (un dente del Caiman latirostiis) e coccodrilli (Osteolaemus tetraspis) per i quali alto è il rischio di estinzione in natura e per questo inseriti nelle liste di massima tutela. Inoltre, numerosi gli esemplari sequestrati di madrepore (Scleractinia), tra i quali uno dal diametro di circa mezzo metro. I responsabili del museo sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria e la collezione di reperti è a disposizione della stessa in attesa di confisca.
Grande stupore destano tali cospicui rinvenimenti di esemplari illecitamente detenuti, a distanza di quasi trent’anni dall’entrata in vigore della CITES in Italia e dopo intense campagne d’informazione svolte anche dalle associazioni ambientaliste ed animaliste.


IL MATTINO

10 NOVEMBRE 2009

 

Il personale del servizio Cites del Corpo Forestale di Napoli, con la collaborazione della sezione di polzia giudiziaria della Procura di Avellino

 

Napoli - Il personale del servizio Cites del Corpo Forestale di Napoli, con la collaborazione della sezione di polzia giudiziaria della Procura di Avellino ha eseguito una perquisizione presso museo zoologico di Avellino. Le operazioni hanno avuto esito positivo con il ritrovamento di ben 169 esemplari imbalsamati e parti di animali appartenenti a specie incluse nella normativa di attuazione della Convenzione di Washington, nonché 2 tutelati dalle norme di protezione della fauna autoctona. Nella collezione, di alto pregio, rinvenuta sia presso la residenza del direttore che al Museo, privo di autorizzazione e riconoscimento da parte della Regione Campania, sono stati tra l'altro rinvenuti esemplari di tartarughe di mare tartarughe terresti, parti di caimani e coccodrilli per i quali alto è il rischio di estinzione in natura e per questo inseriti nelle liste di massima tutela. Inoltre, numerosi gli esemplari sequestrati di madrepore, tra i quali uno dal diametro di circa mezzo metro. I responsabili del museo sono stati deferiti all'autorità giudiziaria e la collezione di reperti è a disposizione della stessa in attesa di confisca.


NOTIZIARIO ITALIANO

10 NOVEMBRE 2009

 

Sopravvive a -20°: 17enne salvato su Iceberg

 

Un ragazzo canadese di 17 anni è sopravvissuto dopo aver trascorso due giorni e due notti su un lastrone di ghiaccio nel Mare glaciale artico a meno 20 gradi e accanto a tre orsi polari.
Il giovane, appartenente alla popolazione degli inuit, è stato salvato dall'equipaggio di un aereo militare dopo una vera e propria odissea.
Le squadre di ricerca e recupero si sono lanciate con il paracadute sul blocco di una quindicina di metri dopo aver individuato il 17enne dall'alto.
Hanno raccontato alla Bbc che il ragazzo ha ucciso a colpi di arma da fuoco per autodifesa un'orsa polare, rendendo orfani i suoi due cuccioli. Il giovane è stato curato per ipotermia e congelamento nella piccola città di Coral Harbour, nella Baia di Hudson.

Jean Pierre Sharp del Centro coordinamento salvataggio congiunto a Trenton, in Ontario, ha dichiarato che il ragazzo era impegnato in una battuta di caccia con lo zio 67enne.
Il loro veicolo è rimasto in panne e i due si sono avviati verso la località di Coral Harbor per chiedere aiuto.
Ma all'improvviso una lastra di ghiaccio, su cui c'erano anche i tre orsi, si è staccata ed è scivolata in mare aperto. Quando i soccorritori lo hanno individuato, sono riusciti a gettargli un kit per la sopravvivenza ma non a recuperarlo, e lo hanno perso di vista con l'arrivo della notte.
Il giorno dopo il giovane è stato trovato nei pressi della costa dell'isola di Southampton, nella Hudson Bay, a circa 45 chilometri da dove era cominciato il suo incubo.
Due soccorritori si sono lanciati con il paracadute da un Hercules C-130 e sono riusciti ad atterrare su una lastra vicina e poi a raggiungerlo.
Quando lo hanno tratto in salvo hanno scoperto che uno degli orsi era morto: il teenageer gli aveva sparato per proteggersi da un tentativo di aggressione mentre gli altri due animali, due cuccioli, intimoriti, erano rimasti lontani. Il ragazzo se l'è cavata con una lieve ipotermia e un principio di congelamento.


ASYLUM
10 NOVEMBRE 2009
 
CERBIATTO CADE NELLA GABBIA DEI LEONI E RIESCE A FUGGIRE...QUASI
 
Questo è il tipo di video che, a prima vista, sembrerebbe un trionfo della natura: un giovane cerbiatto salta nella gabbia dei leoni nello Zoo della capitale americana e riesce miracolosamente a fuggire subendo solo qualche graffio da parte di una coppia di leoni. La folla fa il tifo, gioisce della fuga e tira un sospiro di sollievo. Tristemente, però, un successivo comunicato, da parte delle autorità del parco, dichiara che le ferite riportate da parte del cervo sono molto gravi. In seguito, l'animale sarà soppresso. Ci rimane questo video come preludio a un finale non troppo felice...
 
VIDEO
http://www.asylumitalia.it/2009/11/10/cerbiatto-cade-nella-gabbia-dei-leoni-e-riesce-a-fuggire-quas/

LA TRIBUNA DI TREVISO

10 NOVEMBRE 2009

 

Circo Medrano, un ritorno «Indimenticabile»

 

TREVISO - Da quasi vent’anni il Circo Medrano - una delle più prestigiose istituzioni circensi d’Italia e del mondo - non dava spettacolo a Treviso. Stavolta il tour italiano non salterà il capoluogo della Marca e dopo Mestre, Padova e Vicenza, prima di attendarsi a Milano e a Firenze (per Natale), il Circo Medrano sarà a Treviso in Prato Fiera dal 12 al 16 novembre. La serata del debutto - quella di giovedì - sarà dedicata agli ascoltatori di Radio Birikina, che in collaborazione con Radio Bella & Monella e Radio Sorriso, promuove questo appuntamento anche a Treviso. Gli ascoltatori (circa 2.000 persone) coinvolti attraverso annunci e trasmissioni, telefonando allo 0423-736667 potranno assistere gratuitamente al grande spettacolo del Medrano in una esclusiva serata di gala (fino ad esaurimento posti). «L’abbinamento del circo con le radio è molro appropriato in quanto entrambe le realtà si rivolgono alle famiglie, trasmettono emozioni, e stimolano la fantasia - dice Paolo Baruzzo di Radio Birikina - Il circo è da sempre esperienza, umiltà, competenza e talento». Protagonista dello show è la famosa famiglia italiana dei Casartelli, da sempre colonna del «più grande spettacolo del mondo». Il Medrano è l’unico circo italiano ad essersi aggiudicato per ben due volte il prestigioso Clown d’Oro, il premio che la famiglia reale di Montecarlo assegna ogni anno ai migliori circhi nel mondo. Radio Birikina, Radio Bella & Monella e Radio Sorriso del gruppo editoriale di Roberto Zanella sono partner di questo spettacolo. Il programma 2009-10 del Medrano, intitolato «Indimenticabile», prevede numeri straordinari affidati ai giovani Casartelli e performance mozzafiato di artisti di ogni angolo del pianeta: quadriglie equestri e passi a due, volteggi al trapezio, dalmata giocherelloni, scatenati acrobati volanti. I momenti di comicità sono affidati a tre eccezionali clowns: Otto, Vladi e Coperlin e al ventriloquo Kevin, mentre il numero di gabbia è presentato da Redy Montico, un giovane ma affermato addestratore di tigri e leoni. Altri animali saranno diretti da Braian; esemplari molto difficili di foche e leoni marini giocano in pista con la famiglia Duss, la magia di Aladino, i motociclisti nel Globo della Morte e altri numeri.


FEDERFAUNA
10 NOVEMBRE 2009
 
Ddl 2836: davvero nell'interesse degli animali? Parlamentari, pensateci bene. ...
 
Animalisti e Lobby: quando una minoranza riesce a dettar legge sulla maggioranza. “ c’è una Lobby di animalisti che blocca ogni giro di vite” così si apriva l’intervista all’ex Sottosegretario Gian Carlo Patta (Pdci) del Resto del Carlino del 18/03/09. Questa dichiarazione da il là a qualche riflessione e forse spiega come mai a livello istituzionale, gli animalisti, pur essendo una minoranza di stampo fortemente ideologico, riescono a ottenere leggi su leggi con urgenze incredibili, anche a dispetto della crisi e delle reali necessità dei cittadini. E forse riesce a spiegare molto della 189, formulata in maniera ampiamente interpretabile, ed anche del suo potenziamento, riscontrabile nel Disegno di legge (2836): "Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno", attualmente in discussione. Probabilmente nessuno dei Ministri che lo hanno presentato, ha avuto il sospetto che tal Ddl ribadisca una via privilegiata per gli animalisti nell’ottenere gli animali sequestrati/confiscati. Probabilmente nessuno gli ha fatto notare, né l’attuale sproporzione tra il numero elevatissimo di denunce per “maltrattamenti” e procedimenti iniziati e quello risibile delle condanne, né tantomeno le storie di tante famiglie, sottoposte alla bolgia giudiziale della 189, poi risultate innocenti, ma i cui animali risultavano ormai totalmente o parzialmente scomparsi. Nessuno gli avrà fatto notare neanche che non si abbiano notizie di risarcimenti e che, di fatto, nelle questioni di animali, una volta concluso un procedimento sembra essere appropriato il motto: “chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammoce ‘o passato”. Il Ddl 2836 (compresi emendamenti approvati in commissione giustizia lo scorso martedì), alla Camera lunedì 9 nov. 09, sembra rendere solo ancor più facili i sequestri e le condanne: togliere il requisito necessario della “crudeltà” per la determinazione del maltrattamento, dagli articoli 544 bis e 544 ter del Codice Penale, rende ancor più discrezionale l’ipotesi di reato. Introducendo la sospensione dell’attività commerciale e di trasporto, si concretizza la moratoria su queste attività richiesta dalla LAV con la sua petizione. Con l’art. 4, commi 4-5-6-7 si rafforza la via privilegiata delle ONLUS animaliste nell’ottenere gli animali. L’ipotesi di “nuovo iter”, auspicato da associazioni come “Animal Liberation”, rischia di diventare una realtà!... Se già la 189 rendeva il sequestro di animali “facile” e rendeva possibile che la medesima associazione animalista o un’altra a lei vicina, denunci, fornisca “prove”, coadiuvi le operazioni, diventi custode degli animali e si costituisca pure parte civile, ora, con questa “nuova 189”, oltre a rendere il sequestro ancor più facile, chi lo subisce dovrà anche pagare il mantenimento a chi si prende gli animali. Non solo!: tutte le situazioni di animali spariti tra il sequestro e l’assoluzione dell’accusato, rendendo anche le condanne “più facili”, potrebbero essere sanate. Ma cosa significa “Lobby” ? Il termine lobby ha come sinonimo “ GRUPPO DI PRESSIONE” e viene usato correntemente anche per indicare un certo numero di gruppi, organizzazioni, individui, legati tra loro dal comune interesse di incidere sulle istituzioni legislative…(da Wikipedia) In sostanza le Lobbies sono gruppi di poteri forti che non rappresentano la collettività ma degli interessi particolari ed esercitano una pressione sulla politica, commissioni ecc. per ottenere quadri normativi favorevoli o bloccare quelli sfavorevoli agli interessi di parte. Non vorremmo svegliarci domani ed accorgerci che abbiamo al Governo, dei “Ministri ombra” più potenti di quelli che la maggioranza degli Italiani ha votato!...
 
http://www.federfauna.org/News/news.php?id=2071

IL SECOLO XIX

10 NOVEMBRE 2009

 

Cattura dei cavalli: stop dal ministero

 

Provincia di Genova - STOP alle ordinanze di cattura dei cavalli selvatici in alta val Graveglia e in valle Sturla. Lo ha chiesto l’altro ieri il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, intervenendo sulla questione degli animali che pascolano allo stato brado tra i prati del monte Biscia, la frazione di Arzeno, nel Comune di Ne, e la valle Sturla e che spesso hanno causato danni a recinti e coltivazioni degli abitanti della zona.Francesca Martini, delegata alla veterinaria e alla tutela del benessere animale, è stata informata della situazione dei cavalli dell’alta val Graveglia dalla presidente dell’associazione “Un cavallo per amico”, Paola Marinari, che, insieme al giornalista e appassionato Enrico Bertozzi, si è occupata del problema degli animali selvatici. L’incontro, tra il sottosegretario e gli animalisti, è avvenuto durante Fieracavalli, esposizione che si è tenuta a Verona. Dopodiché il rappresentante del governo ha inviato un fax ai sindaci dei territori interessati (Ne e Borzonasca), dopo aver consultato la direzione generale del ministero della Salute e il servizio veterinario della Asl 4.Con la lettera inviata ai Comuni, Francesca Martini ha proposto soluzioni alternative e meno drastiche rispetto alla cattura e al conseguente abbattimento dei capi. Ad esempio l’adozione degli animali, l’organizzazione di percorsi rieducativi per i cavalli non più abituati all’uomo, oppure la realizzazione di apposite aree recintate, come già è avvenuto in Piemonte. «Un’ordinanza così drastica come quella che dispone la cattura degli animali - ha detto il sottosegretario nella missiva - espone i cavalli al rischio di essere abbattuti. Questo provvedimento, inoltre, è in controtendenza con i principi e le attività di tutela e benessere dei cavalli che si stanno affermando in tutta Italia». Il sottosegretario ha anche ricordato che, proprio in questi giorni, è stato presentato il “Codice per la tutela e la gestione degli equidi”, una normativa di riferimento che è basata sui principi di rispetto delle esigenze di questi animali. Francesca Martini ha infine aggiunto che, come ministero, vigilerà sulla situazione dei cavalli del monte Biscia.«Non posso che essere contento di questa presa di posizione che il sottosegretario ha tenuto di fronte al problema che le abbiamo illustrato - dice il giornalista e appassionato di cavalli Enrico Bertozzi - anche perché il rappresentante del governo propone ai sindaci le soluzioni che noi stessi auspichiamo sin dall’inizio della questione-cavalli. Sul Biscia ho visto che è in fase di realizzazione un recinto dove gli animali potranno pascolare senza arrecare danno - conclude Bertozzi - Forse siamo vicini ad una soluzione soddisfacente per tutti».Un altro tassello importante per il caso-cavalli potrebbe essere posto dopodomani, in Regione. quanto attorno ad un tavolo saranno convocati proprietari dei cavalli, assessori competenti, sindaci, residenti e corpo forestale dello Stato. Dell’incontro si è fatta promotrice il consigliere dei Verdi, Cristina Morelli.


IL GIORNALE

10 NOVEMBRE 2009

 

PUBBLICO E SCOMMESSE ECCO LA RICETTA PER SALVARE L'IPPICA

Il ministro Zaia: «Stanchi di vedere in tv solo il calcio» Giorgetti: «Bisogna rivalutare gli ippodromi»

 

di Filippo Grassia

 

Verona - È come se a Fieracavalli si fosse svolto un consulto medico sul grande malato: l’ippica italiana. Ne hanno parlato in tanti, qualcuno confondendo la diagnosi con la prognosi. A dire come stanno effettivamente le cose, pane al pane, è stato Ginestra, presidente di Assosnai: «Oggi l’ippica o riparte o chiude. E chi protesta deve ricordare che il male di questo settore è rappresentato da tutti quei piccoli ippici che pensano unicamente ai propri interessi con grande miopia. E poi deve passare il concetto che è l'ippica a doversi rendere compatibile con le scommesse». L’argomento è stato toccato anche dall’on. Giorgetti, sottosegretario all’economia: «Il comparto dell'ippica e delle scommesse ad essa collegate ha perso negli anni appetibilità e interesse perché è diventato un settore di nicchia che va rilanciato e rivisitato sotto molti punti di vista. A cominciare dagli ippodromi».
Manca il pubblico e nel tempo sono diminuiti gli scommettitori, l’ha denunciato Ughi, presidente di Snai: «L’ippica ha compiuto un grande errore quando s’è adagiata su se stessa in modo autoreferenziale senza seguire i gusti e le inclinazioni del grande pubblico. Se non cambierà strategia, rimarrà in questa condizione. Ci vogliono risorse certe per realizzare il piano industriale di cui tanto si parla. Ma il piano industriale prevede una riduzione degli incassi a favore dell’Unire del 6%, all’incirca 120 milioni. Di qui la necessità di avere un contributo fisso, in stile Coni. Altrimenti sarà impossibile dare vita a una nuova ippica, capace di coinvolgere importanti sponsor e avere più attenzione mediatica. In due anni dovremmo vincere la sfida. Sarebbe già una risposta ridurre da 25 a 5 minuti l’intervallo fra le singole gare. È quanto vogliono gli appassionati».
Per certi versi e in momenti differenti, Ughi ha fatto da contraltare alle affermazioni del ministro delle politiche agricole, Zaia, che ha riproposto la dicotomia mediatica fra calcio e altri sport. Una vecchia storia: «Siamo stanchi di vedere in tv soltanto calcio. Mi piacerebbe che, qualche volta, un telegiornale si chiudesse con una pillola informativa dedicata all'ippica e alle corse. Mi piacerebbe che venissero conosciuti i 38 ippodromi italiani, luoghi spesso immersi nel verde, dove si possono portare i bambini perché abbiano un primo contatto con questo fantastico mondo e con questo straordinario animale. L'ippica, senza spettacolo, non può esistere». Il proposito è lodevole, ma se poi sono quattro gatti a seguire le corse, la colpa di chi è? Degli editori che dedicano spazio soprattutto al calcio o degli ippici che non riescono a dare appeal al loro mondo? È stato lo stesso Zaia a dire che bisogna «contrastare il fenomeno dei soliti pochi cavalli che vincono a turno tutte le gare». Una grande verità. La storia del gatto che si morde la coda non è sempre realistica.


TICINO LIERO

10 NOVEMBRE 2009

 

TORNA A CASA GIPSY. LIETO FINE PER UNA CAGNOLINA SPARITA A BELLINZONA (SVIZZERA)

 

Svizzera - Singolare storia a lieto fine iniziata alla stazione FFS di Bellinzona lo scorso 23 maggio.Sono le 16.30 e dall’elettrotreno Cisalpino che si ferma alla stazione di Bellinzona, scende tutta sola una cagnolina di color nero. La bestiola annusa i viaggiatori frettolosi sul marciapiede, nella ricerca della sua padrona, mentre il treno chiude le porte e riparte verso il Gottardo.Seduta nella comoda poltrona, una signora si accorge d’un tratto della sparizione del suo cane che viaggiava con lei da Lugano a Zurigo. Ansiosa, percorre tutto il treno, ma della bestiola nessuna traccia. Nasce dunque la convinzione che la cagnolina sia scesa a Bellinzona. Con il cellulare, la signora allerta i servizi delle FFS e da qui la Spa di Bellinzona la quale inizia le ricerche unitamente alla polizia comunale.Intanto il treno corre verso il nord e la proprietaria scende alla stazione di Arth Goldau e torna verso il Ticino.A Bellinzona, si raccolgono le testimonianze di ferrovieri e della gerente del chiosco dove la bestiola era entrata spaventata. La Spab lancia un appello sui media e la proprietaria effettua inserzioni a pagamento. Si può stabilire che la piccola era stata vista l’ultima volta in via San Gottardo, a nord di Bellinzona. Poi, era sparita nel nulla.Passano le settimane e la speranza di ritrovare la cagnolina si affievolisce, poi un giorno, dalla polizia italiana, ecco la bella notizia. Gypsy è stata ritrovata e identificata grazie al microchip registrato alla banca dati.
Era stata raccolta da persone che non si erano preoccupate di ricercare il proprietario e l’avevano portata con loro nella vicina penisola.
Quella piccola capsula di resina sintetica contenente tutti i dati del cane di cui la Spa di Bellinzona, precorritrice della legge, da oltre dieci anni dota ogni trovatello ospite del rifugio, ha permesso la felice conclusione di una storia davvero singolare.


TISCALI ANIMALI

10 NOVEMBRE 2009

 

Sempre più serpenti nelle case degli italiani

 

Altro che cani, gatti e criceti, il nuovo animale da compagnia che sta entrando prepotente nelle case degli italiani è il serpente. La moda di possedere rettili, vera e propria tendenza del momento è diffusa in tutto il Paese, a Nord come a Sud, ed è trasversale a tutte le categorie sociali.

Sono molti gli italiani che allevano e detengono rettili in condizioni precarie, costringendoli a vivere in un ambiente inadatto alla loro specie. E molto spesso si tratta di animali che richiedono un'attenzione particolare da parte del proprietario: com'è facile intuire, un conto è accudire un cane o un gatto, un altro è gestire un boa o un pitone.

Dopo l'intervento degli agenti del Corpo forestale dello Stato che qualche giorno fa’ hanno rinvenuto e sequestrato alcune decine di serpenti all'interno di un'abitazione di Adro - un comune in provincia di Brescia - l'Ente nazionale protezione animali lancia l'allarme sugli allevamenti fai da te. Non vi è città, paese o contrada italiana - spiega Giovanni Guadagna, responsabile Ufficio cattività di Enpa - che non abbia, nascosto tra le mura domestiche, qualche rettile destinato alla riproduzione o, spesso, alla vendita via internet".

Ciò che infatti spinge gli italiani ad aprire le loro case a questi animali non è solo la passione ma anche la prospettiva di un lauto guadagno. L'allevatore di Adro, l'uomo scoperto dai forestali, vendeva un pitone di tre metri e dal peso di 10 kg al prezzo di 200 euro mentre chiedeva il doppio (450 euro) per un pitone che, a Salerno, è quotato a 800 euro. Il record spetta a Fiumicino (Roma) dove un boa di sei chili è in vendita a 3mila euro.

Queste cifre rivelano un mercato enorme che sfugge a controlli fiscali ma, soprattutto, sanitari: sono infatti gli stessi allevatori a dare rassicurazioni sulla salute degli animali che, è bene ricordarlo, trascorrono tutta la loro vita prigionieri di piccole di vetro. Molti "appassionati", inoltre, allevano conigli, ratti e piccoli uccelli da servire vivi per il pasto dei rettili.


ADN KRONOS

10 NOVEMBRE 2009

 

Contraffazione: anche in Italia cani antipirateria, addestrati a 'fiutare' cd illegali

 

Roma - Lucky e Flo, i primi due cani antipirateria addestrati a ''fiutare'' cd e dvd illegali, potrebbero presto avere degli emuli in Italia. Dalla Siae alla Fapav all'Fpm, l'iniziativa, partita da Dan Glickman, presidente dell'Associazione dell'Industria cinematografica statunitense (la Mpaa) per contrastare il mercato della contraffazione, ottiene il plauso delle principali associazioni italiane del settore. E anche se dalla Federazione antipirateria audiovisiva (Fapav) precisano che si tratta di ''un'idea ancora in fase embrionale'', il progetto e' tenuto in considerazione e gia' nei prossimi mesi potrebbe diventare una realta' anche nel nostro Paese. Il presidente della Siae, Giorgio Assumma, si dice favorevole all'iniziativa. ''Questa dei cani antipirateria e' una novita' importante - spiega all'ADNKRONOS Assumma - Cosi' come sono serviti per la lotta al traffico di dorga, i cani potrebbero servire anche per contrastare il traffico illecito di prodotti che violano i diritti dell'attivta' degli artisti''. Per questo, spiega il presidente della Siae, sarebbe ''auspicabile'' che anche in Italia si applicasse un'iniziativa del genere. ''Certo noi della Siae abbiamo poco a che vedere con i cani - aggiunge - ma seguiremo attentamente questa evoluzione e dove occorra faremo pressione sulle forze pubbliche di sicurezza affinche' si attrezzino nel piu' breve tempo possibile''.


CAVALLO MAGAZINE
10 NOVEMBRE 2009
 
Tenendosi mano nello zoccolo
Se possedete un cane o un gatto ed acquistate per il vostro amico a quattro zampe le scatolette o i croccantini nei negozi per animali, avrete forse notato come, specialmente negli ultimi tempi, siano aumentati vertiginosamente i prodotti a base di carne di cavallo...
 
Una carne, a detta delle aziende produttrici, “... magra, proteica, straordinariamente equilibrata, ideale per l'alimentazione del vostro cane (o gatto)”.
Essendo ormai scientificamente dimostrato che le differenze tra le qualità organolettiche della carne di cavallo e le altre carni sono inesistenti o talmente impercettibili da risultare tali, ed essendo altresì evidente che, come scriviamo da tempo, non abbiamo nulla contro chi macella gli equini, va detto e riaffermato che il cavallo è un animale da affezione, esattamente come il cane, il gatto, i criceti, i pappagalli, ecc.
Ora, se nei negozi di animali acquistaste un prodotto in cui viene esaltato lo straordinario valore proteico della carne di cane (o di gatto, o di pappagallo, ecc.) in esso contenuto, come ci rimarreste?
È giusto non essere razzisti in termini di consumo della carne e provare una profonda simpatia per tutti gli animali, compresi mucche, polli, maiali e conigli. Dunque, perché mai privare noi ed i nostri animali domestici di delizie quali cani, gatti, canarini, ecc.? Non dite che non vi è mai venuta l'acquolina in bocca osservando il vostro micio mentre fa le fusa...
Scherziamo, ovviamente.
Restando in tema, ci è capitato di leggere su alcuni siti e blog frequentati dagli ippofili (evidentemente, qualche volta, presunti tali) frasi del tipo: “Non potevo più mantenere il mio cavallo e ho preferito venderlo al macellaio, piuttosto che farlo soffrire”.
In che senso farlo soffrire? Può capitare, naturalmente, di avere delle difficoltà economiche nella vita, ma prima di trasformare il proprio cavallo in sfilacci e costate riteniamo ci siano diverse vie alternative da percorrere.
È vero, come diceva Francis Bacon, celebre filosofo inglese (1561 – 1626) noto in Italia come Francesco Bacone, che non è la morte il peggiore di tutti i mali, e questo vale anche per i cavalli (piuttosto che finire nelle mani di certa gente, è auspicabile un colpo di pistola, non v'è dubbio). Resta da chiedersi, però, come un essere umano (?), dopo aver passato ore a montare, ma anche ad accarezzare, giocare, baciare il proprio cavallo, magari pigramente sdraiati uno di fianco all'altro, tenendosi “mano nello zoccolo”, possa decidere di venderlo ad un macellaio.
Probabilmente perché chi opera una scelta simile, in realtà, non ha mai fatto nulla del genere. Carezze, baci, ore passate insieme a giocare? No, briglia, sella e via. Una moto, insomma, più che un cavallo.
È inutile, siamo sempre più convinti che i bambini e gli animali siano le uniche creature veramente innocenti su questa Terra. E, forse proprio per questo, sempre più vittime dell'indifferenza umana.
Scusate, un piccolo ricordo personale. In questi giorni, venti anni fa, circa a mezzanotte, in un piazzale vicino a Bologna scaricarono da un van un cavallo baio oscuro, proveniente dalle montagne del Caucaso. Quel cavallo, che si chiamava Baton (in russo significa pane), era un bellissimo Kabardin. Appena sceso dalla rampa, dopo un viaggio di trentasei ore, si impennò, soffiando con impeto, una specie di biglietto da visita del suo carattere.
Se n'è andato per sempre un paio di anni fa, dopo aver reso immensamente felice, con la sua intelligenza e la sua travolgente simpatia, chi scrive. Buone impennate, amico mio, ovunque tu sia.

ADN KRONOS

10 NOVEMBRE 2009

 

CLIMA: CATHERINE SPAAK AL FIANCO DELLA BARDOT, BENE GIORNATA VEGETARIANA UE

 

Roma - "La carne fa male. Lo dicono anche i medici. Si puo' vivere tranquillamente anche senza nutrendosi in maniera piu' sana. Per questo sposo appieno la richiesta della Bardot alla Comunita' Europea". Con queste parole Catherine Spaak -interpellata dall'ADNKRONOS- si unisce all'appello che Brigitte Bardot ha fatto oggi in una lettera al presidente della Commissione Europea, Jose' Manuel Barroso, per istituire una "Giornata Vegetariana Europea", per promuovere uno stile di vita piu' compatibile con l'ambiente, tenuto conto anche degli effetti inquinanti prodotti dagli allevamenti intensivi di animali per l'alimentazione umana.


BLITZ QUOTIDIANO
10 NOVEMBRE 2009
 
Cade in vasca, attaccata da orsi polari
Era allo zoo di Berlino e all’improvviso si è ritrovata nella vasca degli orsi polari: una donna di 32 anni è caduta in acqua ed è stata avvicinata dagli animali, più incuriositi che aggressivi
 
Era allo zoo di Berlino e all’improvviso si è ritrovata nella vasca degli : una donna di 32 anni è caduta in acqua ed è stata avvicinata dagli animali, più incuriositi che aggressivi. I guardiani del parco hanno tuttavia provato a distrarli lanciando loro del cibo, mentre altri impiegati della struttura hanno tratto in salvo, non senza qualche difficoltà, l’incauta visitatrice. Sarà stato davvero un incidente o solo una messinscena?
 
FOTO
http://www.blitzquotidiano.it/photogallery/cade-vasca-attaccata-orsi-polari-zoo-berlino-144740/

EXCITE

10 NOVEMBRE 2009
 
La crisi economica salva i coccodrilli
 
E' interessante l'analisi fatta in un'articolo de La Repubblica nel quale si parla di come la crisi economica, e non l'intervento degli animalisti, sia riuscita a salvare i coccodrilli. A quanto pare gli allevatori della Louisiana si trovano in grave difficoltà. In un anno il numero delle pelli vendute è passato da 35mila a 7.500. E bisogna considerare che nello Stato Usa vengono allevati l'80 per cento degli alligatori americani che poi finiscono sul mercato, considerati una delle qualità più pregiate del mondo.Ecco dunque che la crisi economica ha duramente colpito un settore che produce oggetti da sempre ritenuti status symbol per eccellenza. Solo negli Stati Uniti il giro d'affari si aggirava attorno ai 70 milioni di dollari annui, ma ora tale cifra si è notevolmente ridimensionata. A non risentire in modo particolare di questa crisi sembra sia la fascia di consumi del super lusso.Al Reuters Global Luxury Summit l'amministratore delegato di Hermès, Patrick Thomas, ha reso noto che il gruppo ha creato in Australia un proprio centro di riproduzione di alligatori in modo da poter stare dietro alla richiesta di borse per le quali ci sono lunghe liste d'attesa. Thomas ha detto: "Ci vogliono dai tre ai quattro animali per fare una delle nostre borse, ma il mondo non pullula di coccodrilli, tranne nei listini di Borsa". Ma non solo Hermès punta alle pelli dell'alligatore, altre celebri maison hanno realizzate accessori e abiti con dettagli di coccodrillo.

LA ZAMPA.IT
10 NOVEMBRE 2009
 
Allarme dall'Australia: i koala sono a rischio estinzione
 
 
SYDNEY - La popolazione dei koala che vive allo stato selvaggio è attualmente stimata a 43mila unità. Un dato estremamente allarmante, che ha indotto la Australian Koala Foundation a chiedere al governo di Canberra di dichiarare i koala una specie in via di estinzione. Il rapporto contenente gli ultimi dati è stato presentato oggi ufficialmente al Comitato scientifico per le specie in via di estinzione (TSSC) del governo australiano, al quale, per la seconda volta, viene chiesto di includere il marsupiale tra le specie animali in pericolo. Deborah Tabart, responsabile della Fondazione, ha spiegato come il monitoraggio di mille foreste e di oltre 80mila alberi negli ultimi vent’anni abbia confermato un drammatico timore, cioè che la popolazione dei koala sia di appena 40mila unità, ben al di sotto dei 400mila esemplari stimati.«Semplicemente l’habitat dei koala non esiste più», ha detto Tabart, puntando il dito contro l’urbanizzazione di molte aree che un tempo davano rifugio ai «piccoli orsi»; la loro decimazione va addebitata anche ad alcune malattie, alle aggressioni dei cani, agli incendi e agli incidenti di auto, ma anche ai cambiamenti climatici e alla crescente siccità di molte zone: «I koala stanno diminuendo perché non c’è più acqua; un veterinario mi ha detto recentemente che 700 autopsie su koala hanno rivelato che la metà di questi animali sono morti di inedia».I koala si trovano principalmente lungo la costa orientale dell’Australia, da Adelaide fino alla base del Capo Penisola di York, in regioni dove vi è abbastanza pioggia per sostenere le foreste di eucalipto, di cui i koala sono ghiotti.

IL MESSAGGERO
10 NOVEMBRE 2009
 
Australia, sos koala: stanno scomparendo
 
SYDNEY - Il koala, uno degli animali simbolo dell'Australia, sta rapidamente scomparendo dal continente a causa dello sviluppo urbano e del cambiamento climatico. E' urgente che il governo lo includa fra le specie a rischio. E' quanto afferma Koala Foundation, che ha condotto il più esteso censimento nazionale finora tentato dell'orsetto marsupiale. La Koala Foundation ha presentato i dati oggi a Canberra ad un convegno di 20 dei maggiori esperti mondiali della specie, avviando cosi la procedura per classificare la specie come vulnerabile.
Secondo la portavoce della Fondazione, Deborah Tabart, vi sono resistenze politiche alla dichiarazione di specie minacciata, che ostacolerebbe progetti di sviluppo e infrastrutture. Infatti un più alto status di conservazio ne per i koala potrebbe avere profonde implicazioni sulle decisioni delle autorità in materia di sviluppo costiero e di disboscamento dei terreni.

CITY

10 NOVEMBRE 2009

 

Allarme koala“Stanno scomparendo”

Popolazione in calo. Rischiano di scomparire dall’Australia nel giro dei prossimi trent’anni.

 

La popolazione dei koala che vive allo stato selvaggio è attualmente stimata a 43mila unità. Un dato estremamente allarmante, che ha indotto la Australian Koala Foundation a chiedere al governo di Canberra di dichiarare i koala una specie in via di estinzione. Il rapporto contenente gli ultimi dati è stato presentato oggi ufficialmente al Comitato scientifico per le specie in via di estinzione (TSSC) del governo australiano, al quale, per la seconda volta, viene chiesto di includere il marsupiale tra le specie animali in pericolo. Deborah Tabart, responsabile della Fondazione, ha spiegato come il monitoraggio di mille foreste e di oltre 80mila alberi negli ultimi vent’anni abbia confermato un drammatico timore, cioè che la popolazione dei koala sia di appena 40mila unità, ben al di sotto dei 400mila esemplari stimati. “Semplicemente l’habitat dei koala non esiste più”, ha detto Tabart, puntando il dito contro l’urbanizzazione di molte aree che un tempo davano rifugio ai “piccoli orsi”; la loro decimazione va addebitata anche ad alcune malattie, alle aggressioni dei cani, agli incendi e agli incidenti di auto, ma anche ai cambiamenti climatici e alla crescente siccità di molte zone: “I koala stanno diminuendo perché non c’è più acqua; un veterinario mi ha detto recentemente che 700 autopsie su koala hanno rivelato che la metà di questi animali sono morti di inedia”. I koala si trovano principalmente lungo la costa orientale dell’Australia, da Adelaide fino alla base del Capo Penisola di York, in regioni dove vi è abbastanza pioggia per sostenere le foreste di eucalipto, di cui i koala sono ghiotti.


BIG HUNTER

10 NOVEMBRE 2009

 

Prato: vertenza della Provincia per la gestione del cervo appenninico

 

In seguito alla bocciatura da parte della Commissione Tecnica della richiesta per l'abbattimento del cervo nelle zone di ripopolamento e cattura, la Provincia di Prato ha aperto una vertenza con l'autorità sulla gestione della specie. Secondo quanto dichiarato dall'assessore provinciale alla caccia Antonio Napolitano la richiesta mirava ad "alleggerire la pressione della popolazione di cervi sulle coltivazioni". Per questo, promette Napolitano “noi andremo avanti, dobbiamo dare risposte agli agricoltori, che continuano a lamentare danni tali da mettere a rischio anche l'attività di aziende strutturate, per esempio i produttori di vino”.La Provincia, insieme all'Atc, sta già chiedendo un incontro urgentissimo al direttore dell'ISPRA, l'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ma sta anche valutando gli aspetti giuridici e tecnici di una eventuale 'disubbidienza' al parere della Commissione, che però nel caso dei cervi è vincolante.“Al direttore dell'ISPRA sottolineeremo le difficoltà del nostro territorio, per il quale i parametri di valutazione della popolazione utilizzati dall'autorità non risultano adeguati”, aggiunge Napolitano. L'assessore intende infatti anche mettere in discussione la lettura dei dati del censimento per il territorio pratese, che si basano sui danni provocati dagli ungulati e sulle registrazioni del bramito. Intanto sul cervo un segnale la Provincia l'aveva già dato nel nuovo calendario venatorio attualmente in vigore, che prevede abbattimenti selettivi per 142 capi (nella scorsa stagione erano 94) e consente anche l'abbattimento di 332 caprioli e per la prima volta introduce la caccia di selezione al daino.

 

 

            10 NOVEMBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

REUTERS
10 NOVEMBRE 2009
 
Animali con geni umani, gli scienziati aprono il dibattito
 
 
LONDRA (Reuters) - Un topo che parla? Una scimmia con la sindrome di Down? Cani con mani e piedi di esseri umani? Gli scienziati inglesi vogliono sapere se questi esperimenti sono accettabili o se invece, in nome della ricerca medica, stiano spingendosi troppo in là.Per scoprirlo, la britannica Academy of Medical Sciences oggi ha lanciato uno studio per esaminare l'uso che si fa, nella ricerca scientifica, di animali in cui siano stati innestati elementi umani.Si prevede che il lavoro durerà almeno un anno, ma gli autori sperano di poter arrivare a stabilire le linee guida per gli scienziati della Gran Bretagna ma anche del resto del mondo, su quanto l'opinione pubblica sia preparata a seguirli in questi esperimenti in cui geni umani vengono impiantati in animali, per studiare poi come combattere le malattie che affliggono il genere umano."Questi esperimenti collidono con la nostra idea di ciò che è un essere umano?", si chiede Martin Bobrow, professore di genetica medica alla Cambridge University e di un gruppo di 14 persone che studia la questione."E' importante che tali questioni siano esaminate adesso, in modo che siano noti i limiti opportuni e la ricerca possa sviluppare il suo potenziale all'interno dei medesimi".La pratica di impiegare elementi umani negli animali non è una cosa nuova. Gli scienziati hanno già creato scimmie macaco rhesus nelle quali è stato impiantato una forma umana del gene di Huntingdon, in modo di consentire agli studiosi di indagare come si sviluppa; e gatti con un fegato prodotto da cellule umane sono utilizzati per analizzare gli effetti delle nuove droghe.Ma gli scienziati sostengono che la tecnologia che consente di impiantare negli animali quantità sempre maggiori di materiale genetico umano si sta diffondendo rapidamente in tutto il mondo, creando i presupposti per cui ad un certo punto alcuni scienziati, da qualche parte, potrebbero decidere di valicare certi confini."C'è un'intera gamma di nuove tecnologie scientifiche che non solo renderà più facile fare questi esperimenti di incrocio ma implicherà che il saperli fare sarà sempre più importante", spiega Bobrow .In Gran Bretagna, l'anno scorso, è scoppiata una disputa sulle nuove leggi che consentono la creazione di embrioni umani-animali come cavie per esperimenti La questione ha visto scontrarsi gruppi religiosi, secondo i quali questi esperimenti deviano il corso della natura, e i leader della comunità scientifica, secondo cui sono fondamentali per poter curare alcune malattie. Un cardinale cattolico ha definito questo lavoro come "scienza di Frankestein".Bobrow ha spiegato che lui e i suoi colleghi vogliono evitare di finire intrappolati di nuovo in un dibattito così acceso e che sperano, agendo adesso, di riuscire a discutere informando piuttosto che reagendo.Ma gli scienziati hanno precisato che le dispute sugli embrioni umani-animali, che implicano l'inserimento di dna umano in cellule ricavate da animali per farne cellule staminali, sono "solo metà del dibattito" e che si tende a dimenticarsi degli animali "modificati" con cellule umane."Loro (i critici, ndr) non si sono proprio occupati di molte altre questioni come quella su quanto sia lecito riprodurre negli animali importanti tratti che sono propri degli esseri umani", ha detto Bobrow. "Ci sono problemi per quel che riguarda l'accettabilità sociale (di questi esperimenti)".Bobrow ha anche detto che c'è "una sorta di tacito accordo" all'interno della comunità scientifica per cui "più ci si avvicina a percentuali di 50 e 50" nei mix genetici di materiale umano e animale, più si avvicinano i limiti da non superare, ma ha precisato che le leggi in materia, a voler essere clementi, sono piuttosto vaghe."Alla maggioranza di noi interessa se creiamo topi con cellule sanguigne o fegati umani? Probabilmente no" ha detto. "Ma se l'animale potesse parlare? Se potesse pensare? O se possedesse una consapevolezza di sé come ce l'hanno gli uomini? Allora sarebbe una questione totalmente diversa".

LA STAMPA
10 NOVEMBRE 2009
 
Mirtilli per prevenire l'indurimento delle arterie e proteggere il cuore
L'estratto di mirtillo previene le placche nelle arterie e l'indurimento dai vasi
 
Rafforzare il cuore e prevenire i disturbi cardiovascolari per mezzo di un frutto dolce e gustoso è sicuramente un piacevole modo di prendersi cura della propria salute.
Per farlo, basterebbe assumere dell'estratto di mirtillo che, secondo un nuovo studio ad opera di ricercatori francesi, avrebbe un effetto benefico su arterie e cuore.
Il team di ricercatori guidati dalla dr.ssa Aurelie Mauray dell'Institut National de la Recherche Agronomique (INRA) di Parigi hanno scoperto che la fermentazione del lievito di estratto di mirtillo nero produce
nuovi e benefici composti bioattivi.
Nello studio sono stati utilizzati dei topi suddividi in tre gruppi e alimentati con una dieta di controllo standard. Ai topi appartenenti ai primi due gruppi è stato somministrato dell'estratto ricco di antociani in due formulazioni: la prima era un estratto di mirtilli neri non trattato, mentre il secondo era l'estratto di lievito fermentato nella misura del 0,02%. Quelli del terzo gruppo – il gruppo di controllo - non hanno ricevuto nulla.
Le dosi somministrate corrispondevano a 30 mg di antociani potenzialmente assumibili da un essere umano.
Al termine dello studio, durato 16 settimane,
è stata riscontrata una significativa inibizione dello sviluppo di placche associate con l'aterosclerosi nei due gruppi trattati con l'estratto di mirtillo.
Nello specifico, ha sottolineato la dr.ssa Mauray, l'area della lesione era diminuita del 15% nel caso dell'estratto di mirtillo non trattato e del 36% nel caso del lievito fermentato rispetto al gruppo di controllo.
Tuttavia, essendo uno studio condotto su modelli animali i ricercatori ricordano che ulteriori studi sono necessari per «individuare i composti responsabili di tali effetti e indagare i possibili meccanismi alla base di tali effetti».
(lm&sdp)
Source: lo studio è stato pubblicato sul "Journal of Agricultural and Food Chemistry".

LA STAMPA
10 NOVEMBRE 2009
 
Cibi golosi come una droga per il cervello
Lavoro coordinato da ricercatori italiani sull'effetto dell'astinenza da grassi e dolci
 
ROMA
Cannelloni e bignè come cocaina e alcol per il cervello. Secondo uno studio condotto dai ricercatori della Boston University School of Medicine (Usa) diretti da due italiani, Pietro Cottone e Valentina Sabino, in collaborazione con Luca Steardo dell’Università Sapienza di Roma, ha mostrato che il consumo intermittente di cibi ricchi di grassi e zuccheri induce modificazioni nel cervello comparabili a quelle osservate nel caso di una dipendenza da sostanze stupefacenti. Così basta abituarsi a questi sapori, per esserne stregati, e soffrire di una sorta di crisi di astinenza quando spariscono dal menù.
La scoperta, descritta su Pnas, aiuta a spiegare perché l’astinenza forzata da pasticcini e piatti di pasta può trasformarsi in una missione impossibile per i “forzati” delle diete, che spesso ricadono nelle abbuffate o in disordini alimentari dopo periodi di rinuncia dei piatti più gustosi. Nel mirino degli scienziati, i comportamenti di alcuni tipi di obesi o delle persone con disordini alimentari, che alternano periodi di astinenza (in cui sono assolutamente vietati i cibi zuccherini e grassi) ad abbuffate compulsive, spesso difficili da controllare. Con le conseguenze ben note sul peso.
Per indagare sull’effetto dei cibi più golosi sulla mente, i ricercatori hanno usato 155 ratti misurandone le risposte neurobiologiche. Gli animali sono stati divisi in due gruppi: il primo è stato sottoposto a una dieta a cicli, a base di normale cibo per roditori per cinque giorni, mentre per altri due giorni il pasto era composto da bocconi dolci e grassi al sapore di cioccolato, per poi ricominciare daccapo. Il secondo gruppo ha mangiato sempre e solo cibo standard.Così si è visto che gli animali del primo gruppo, una volta tornati al mangime classico, non erano più motivati: lo rifiutavano - anche se prima lo avevano mangiato tranquillamente - e sembravano all’improvviso stressati e ansiosi. Mentre se tornava il menù goloso, gli animali ne facevano scorpacciate, e l’ansia magicamente svaniva. Nessun cambiamento, invece, per i ratti del secondo gruppo. Poi i ricercatori hanno indagato sul ruolo del sistema che regola lo stress nel cervello: una rete, ricordano, connessa con la dipendenza da alcol e droga. Così si è scoperto che nei periodi di astinenza i ratti avevano un aumentato livello di espressione del gene Crf (Corticotropin-Releasing Factor) nell’amigdala, l’area del cervello coinvolta proprio nella risposta a paura, ansia e stress. Solo quando nel piatto tornavano i cibi golosi, i livelli del gene rientravano nella norma.Proprio l’altalena nel cervello dei livelli del Crf ha permesso ai ricercatori di scoprire «le cause dei ricorrenti fallimenti delle diete», spiega Pietro Cottone, condirettore del Laboratorio delle Dipendenze della Busm.«L’attivazione del Crf durante l’astinenza dai cibi più golosi induce uno stato emozionale negativo, responsabile dei segni di ansia. E contribuisce alle ricadute nella morsa degli alimenti vietati», gli fa eco Valentina Sabino, condirettrice del Laboratorio. Insomma «lo stress sperimentato dai “forzati” delle diete nella fase di astinenza dai cibi gustosi - conclude - ha delle somiglianze neurobiologiche allo stato emotivo negativo di quanti dipendono da alcol e droga».

VIRGILIO NOTIZIE
10 NOVEMBRE 2009
 
Animali/ Lav: dieta yo-yo testata su topi per dimostrare rischi
"Test inutili e violenti"
 
Uno studio di due ricercatori italiani emigrati in Usa alla Boston University ha utilizzato il modello animale in vivo per dimostrare la pericolosità e l'inefficacia delle diete definite "yo-yo", che comportano, cioè, salti continui tra abbuffate e semi-digiuni; lo studio identifica in questo comportamento alimentare un'analogia con la tossicodipendenza e una maggiore incidenza di obesità. La sperimentazione animale ha coinvolto topi nei quali è stata alternata un'alimentazione a base di cibo da laboratorio con cibi zuccherini al cioccolato, ovvero una dieta fortemente distante dalle necessità alimentari dei roditori, definiti genericamente frugivori. "Oltre alle implicazioni morali che devono essere prese in considerazione viste le violenze fisiche e psicologiche inflitte durante tutta la vita dell'animale da laboratorio, dal punto di vista scientifico i danni legati agli shock alimentari dovuti ai digiuni e sovra-alimentazione sono noti da tempo - dichiara Michela Kuan, biologa, responsabile Lav settore Vivisezione - grazie a investigazioni epidemiologiche effettuate su persone affette da disturbi alimentari che hanno evidenziato sia dettagli chimici che psicologici, deducibili e attendibili solo nella specie umana, rendendo questi recenti studi, protratti sui topi, del tutto superflui e inutili." Sono decenni che si sperimenta su topi e ratti per curare l'obesità e trovare la cura miracolosa che faccia perdere peso senza fatica, "ma ovviamente non è successo, anzi il numero di obesi è in tragico aumento e sarebbe più utile e corretto fare informazione e prevenzione sottolineando anche i più importanti fattori di rischio e cura, soprattutto nell'età scolastica". "La ricerca di base - conclude la Lav - troppo spesso si macchia di violenze inaccettabili sugli animali, che comportano lente agonie che si concludono inevitabilmente con la loro morte. Oltre alle obbligatorie considerazioni etiche, non esiste alcuna applicabilità del dato all'uomo, ma vengono lanciate solo futili promesse che fanno leva su ingenti problemi legati alla salute umana".

ASCA
10 NOVEMBRE 2009
 
SALUTE: PENE RICOSTRUITO A CONIGLIO, PROSSIMI TEST SU UOMO
 
Roma - Per la prima volta un team di scienziati ha ricostruito da zero i tessuti del pene di un animale. L'esperimento, condotto su un coniglio dai ricercatori della Wake Forest University in North Carolina (Usa) e pubblicato sulla rivista online Pnas, e' il primo al mondo che sia riuscito a ricreare un organo maschile a partire dalle cellule dello stesso ricevente. Un lavoro complicato, ammettono i ricercatori, dato che la struttura e le funzioni dei genitali maschili sono molto complesse. Le cellule dell'epidermide sono state moltiplicate in laboratorio e usate per ricreare muscoli, corpi cavernosi e vasi sanguigni. Una tecnica che da' speranza a persone colpite da malattie o disfunzioni che necessitano del delicato intervento. ''La nostra speranza e' che i pazienti con anomalie congenite, il cancro al pene, lesioni traumatiche e in alcuni casi disfunzioni erettili possano in futuro beneficiare di questa tecnologia'', spiega Anthony Atala, urologo che ha coordinato il progetto.
 
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