10 OTTOBRE 2010
IMG PRESS
10 OTTOBRE 2010
 
CANE BARBARAMENTE UCCISO: NESSUNO SA NULLA
 
Messina - Mentre il Quotidiano della Puglia elogia il randagino che seguiva Sarah che pare abbia scoperto per primo il luogo dove la povera ragazza fosse sepolta, nel ridente paesino di Villafranca Tirrena si fanno sparire i cani deportandoli nei canili o uccidendoli barbaramente. Da qualche mese la sezione locale della LIDA – Lega Italiana dei Diritti dell'Animale – con la preziosa collaborazione della Polizia Municipale e dell'ASP di Messina, erano riusciti a sterilizzare e microchippare, a nome del Comune come cani sprovvisti di proprietario, tre cani di quartiere prelevati dal territorio comunale. Traguardo raggiunto faticosamente poiché il Comune era restio ad attuare le Leggi vigenti per risolvere il randagismo e preferiva affidarsi ad uno dei tanti canili sovraffollati di un'altra provincia sprecando così i soldi dei contribuenti. “Nei giorni scorsi due dei cani in degenza post sterilizzazione, presso il deposito manutentivo del Comune, sono inspiegabilmente fuggiti e non riusciamo ad avere notizie sulla loro sorte” – spiega la responsabile regionale LIDA Annalisa De Luca Cardillo – “c'è chi ha voluto far credere che fossero scappati da soli, ma il clou è avvenuto nella notte tra il 5 ed il 6 ottobre. Qualcuno è entrato all'interno del deposito facendo fuggire un cane ed uccidendone un altro. Il povero cane è stato ritrovato riverso con la testina tra la rete di recinzione e una pedana di legno e con perdite ematiche dal naso, presumibilmente morte per rottura del cranio o per avvelenamento. Siamo in attesa del referto dell'autopsia dello Zooprofilattico di Palermo, che chiarirà definitivamente la causa della morte” - “Il cane in questione” – aggiunge il vice presidente della sezione LIDA di Messina, Enzo De Luca Cardillo - “era un randagino docilissimo in attesa di adozione, poiché non era possibile reinserirlo in strada in quanto sicuramente abbandonato. Non aveva nome, aveva solo il numero di riconoscimento del microchip. Non permetteremo che la sua ingiusta morte passi inosservata, per questo motivo abbiamo chiesto aiuto al Ministero e mobilitato tutto il mondo animalista italiano. Intanto, se qualcuno è a conoscenza di informazioni utili per le indagini e vuole dare notizie all'associazione può contattarci, anche anonimamente, al 347 5967860 o all'indirizzo email [email protected].”

GEA PRESS
10 OTTOBRE 2010
 
Provincia di Frosinone: volantini con ricetta per bocconi avvelenati
Già morti almeno sei cani.
 
 
GeaPress – Come uccidere lupi ed altri animali questo il testo dei volantini affissi  a San Vittore del Lazio ed a Cervaro. Nei volantini si invitano i contadini della zona ad uccidere tutti gli animali selvatici ed in maniera dettagliata vengono fornite le istruzioni per confezionare i bocconi avvelenati.
Nella zona sono stati già rinvenuti sei cani morti per avvelenamento, altri cani sono moribondi. Della fauna selvatica avvelenata non si hanno dati.Chi ha redatto i volantini non risparmia offese al personale del Parco “Vergognatevi parchisti ladri, affamati di potere e di denaro, con le vostre idee di tutela dell’ambiente avete innescato un conflitto irreversibile che porterà alla distruzione totale della fauna selvatica…..I guardiani, gli impiegati, i presidenti, i direttori, i veterinari tutti lautamente pagati con stipendi da capogiro mentre il contadino non può nemmeno mangiare la propria pecora perché e’ servita a sfamare il lupo e la volpe”.
In un vero e proprio delirio stragista nel volantino si legge ancora “Bisogna bonificare il territorio da tutti questi animali inutili. Da oggi tolleranza zero. Liberiamo il territorio dall’oppressione ambientalista e dai vampiri dei parchi”.I volantini sono stati affissi ovunque, muri e cassonetti, ma sicuramente lo spargimento dei bocconi killer è stato opera dell’autore o degli autori del volantino stesso.
Visto che la ricetta “suggerita” è di inaudita ferocia è necessaria l’immediata bonifica della zona, prima che altri animali si cibano delle polpette avvelenate e muoiano tra atroci sofferenze.Sulla questione è intervenuta anche il sottosegretario alla Salute Francesca Martini che ha condannato fortemente i volantini definendoli “atti di istigazione alla commissione di maltrattamenti sugli animali”. Gli avvelenamenti del resto sono l’oggetto di apposita Ordinanza voluta dal sottosegretario Martini “La mia ordinanza obbliga a seguire delle procedure e i Comuni del luogo in cui avviene un fatto delittuoso devono fare la bonifica del terreno con la collaborazione degli istituti zooprofilattici e con gli esami autoptici sulle carcasse.”Quindi, i Sindaci della zona ed il Prefetto  devono mettere in atto tutti gli strumenti necessari per la bonifica del territorio. Intanto per l’autore, o gli autori, dei volantini e della strage già in atto, una volta assicurati alla giustizia, ci si potrebbe dimenticare dove si è messa la chiave della cella.

IL TEMPO
10 OTTOBRE 2010
 
S.VITTORE (FR)
Cani morti Denuncia degli animalisti
Un esposto in procura a Frosinone per denunciare quanto avvenuto nei giorni scorsi a San Vittore del Lazio: volantini con istruzioni precise e dettagliate su come preparare bocconi avvelenati per gli animali selvatici comparsi in città.
 
Provincia di Frosinone - A presentarlo è stato Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa, l'Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente. Croce ha appreso della notizia da un mail che una cittadina della provincia gli ha inviato. Ma ha deciso di sporgere denuncia: «In seguito alla diffusione di questo volantino sono stati trovati sei cani morti e alcuni moribondi in seguito a avvelenamento – continua la nota dell'associazione – Il presidente per questo ha inviato una denuncia penale alla procura della repubblica». Croce si augura che la procura riesca ad individuare l'autore o gli autori del volantino, responsabili secondo il presidente, per i reati di maltrattamento di animali e per istigazione alla violenza contro gli animali.

IL TEMPO
10 OTTOBRE 2010
 
«Bisogna educarli come i figli»
Signora Assunta Almirante, perché i cani devono essere educati? «Gli animali vanno educati, proprio come si farebbe con un bambino.
 
ROMA - Li fa stare meglio, perché anche a loro servono regole». Educarli li rende felici? «Sì, ce lo richiedono. Ognuno deve saper stare al suo posto, il lasciar fare nuoce anche ai cani. E per farsi rispettare può bastare solo l'autorevolezza, non servono punizioni». Se ci fosse più educazione sparirebbero le liti per i cani nei parchi? «Certo. Una buona educazione, del cane, ma anche del padrone, è necessaria per una felice convivenza con gli altri, che potrebbero amare i cani non allo stesso modo in cui li amiamo noi». La sua è una famiglia che ama gli animali. In particolare sua figlia Giuliana. «Noi abbiamo avuto sempre tantissimi animali. Ed è vero che l'ultimogenita, Giuliana, ha forzato la mano in famiglia. Ha voluto cani, gatti, pesci e uccellini». Anche la sua nipote diciannovenne Giorgia è un'appassionata. «Lei ama molto i cavalli. Il suo ebbe una pleorite con versamento pleurico, i veterinari ci dicevano che doveva essere abbattuto. Ma l'amore di Giorgia ha vinto. Giorgia andava a Campagnano tutti i giorni a trovarlo, a farlo passeggiare un pochino perché secondo lei altrimenti si sarebbe sentito abbandonato. Quando arrivava il cavallo riconosceva il rumore della macchina e nitriva. Sta di fatto che anche il veterinario che l'aveva in cura, il dottor Valerio Serata, della clinica Equine Practice di Campagnano si è ricreduto. E ha continuato a insistere nelle cure. E così è guarito».

IL TEMPO
10 OTTOBRE 2010
 
Gli animali la più grande terapia
Marina Ripa di Meana perché per lei i cani sono la più grande terapia? «Per me sono curativi di tutto, la migliore terapia che c'è.
 
ROMA - Ho avuto un inverno molto duro perché sono stata operata due volte di cancro al polmone, si può immaginare. Ma quando sono tornata a casa dall'ospedale ho avuto la notizia che la mia cucciola era incinta». La notizia l'ha resa felice? «Per me questa cucciolata è stata una terapia fondamentale, la più grande che ci possa essere. Posso testimoniarlo per me che tornavo a casa da due operazioni a distanza di 20 giorni». Quando è successo? «È successo proprio un anno fa in questa stagione, ed ero ricoverato all'istituto dei tumori di Umberto Veronesi a Milano. Certo appena mi hanno detto che la mia Moka, un Carlino nero come un caffé, era incinta mi sono un po' preoccupata, perché aveva soltanto 6 mesi e mi sembrava un po' troppo presto. Ma era scappata mentre io ero a operarmi e tutti erano dietro alla mia malattia. Quando è tornata c'era questa bella sorpresa. Insieme a mio marito e mio figlio l'abbiamo seguita bene e questa cosa ci ha fatto bene a tutti». In che modo la sua Moka l'ha aiutata? «Innanzitutto perché uno se ne deve occupare, e maggiormente quando una giovanissima cagnolina aspetta i suoi primi cuccioli. Io ero convalescente e ho spostato l'attenzione da me stessa sul cane. In questo modo ho alleggerito la tensione, come anche i miei familiari perché tutti ci siamo spostati su questo evento ed è stata una cosa meravigliosa, abbiamo ottenuto un grande beneficio. E poi sono nati 5 cuccioli, uno più bello dell'altro». Qual'è il suo messaggio ai genitori che non si fidano dei cani? «Gli direi di amarli. L'ideale sarebbe dare un cucciolo a un bambino, e senza aver la paura che si sporchi le mani».

IL TEMPO
10 OTTOBRE 2010
 
VILLA BONELLI
«Quando i miei figli litigano li porto a spasso con Riply»
Quando i miei figli litigano li porto tutti a spasso insieme al cane a Villa Bonelli».
 
ROMA - È la ricetta antistress di Francesca Trinci, 37 anni, mamma a 360 gradi perché di figli ne ha tre, e tutti piccoli: di 6, 7 e un anno. «È un rimedio favoloso, credetemi - dice rivolgendosi alle altre mamme - perché quando i bimbi bisticciano serve a sciogliere le tensioni. Gli dico: "su, fate la pace che andiamo al parco con Riply", il nostro Golden Retriever che abbiamo chiamato come l'eroina di Alien». E ci sono due gatti siamesi, una tartaruga e due uccellini. Perché Francesca sa che gli animali aiutano a superare lo stress dell'imparare a parlare. «I bimbi apprendono che c'è anche un'altra comunicazione».

IL TIRRENO
10 OTTOBRE 2010
 
Ascensore vietato per il cane disabile
 
PORTOFERRAIO (LI). Ascensore proibito sulle navi se il disabile è un cane. E’ accaduto una settimana fa a bordo del traghetto Toremar delle 15,30 da Portoferraio a Piombino. E a denunciare il caso è Margherita Sterpi, psicoterapeuta e padrona di Roa, un golden retriever di 12 anni da tempo malato e impossibilitato a fare le scale che dal garage della nave portano ai ponti superiori.  Un caso preso a cuore anche dall’Enpa che da Roma ha scritto a Toremar chiedendo per gli amici a quattro zampe un trattamento migliore.  Margherita Sterpi lavora tra l’Elba e Milano e spesso si trova a viaggiare in compagnia del suo Roa. Fino a una settimana fa non aveva mai avuto problemi quando, vista l’impossibilità dell’animale a salire le ripide rampe della nave, chiedeva al personale di bordo di utilizzare l’ascensore. Forse anche chiudendo un occhio sul regolamento a Roa, che pesa 33 chili e non può essere portato in braccio, era sempre stato concesso questo piccolo aiuto. Ma non sabato scorso, come racconta la sua padrona. «Mi sono sentita chiedere dal personale “dov’è il disabile?” - racconta la psicoterapeuta - e quando ho spiegato che era il mio cane e che in passato mi era stato consentito di usare l’ascensore mi hanno risposto che gli altri avevano sbagliato». Solo insistendo alla fine l’ascensore si mette in funzione anche per Roa, scortato dal personale di bordo «che naturalmente - spiega la padrona del cane - continua a rincarare la dose e tra le motivazioni del divieto dice “e se poi il pelo del cane infetta un disabile? Siamo noi responsabili”. Sono inorridita». Margherita Serpi mette in evidenza una contraddizione di fondo: i messaggi contro l’abbandono dei cani da un lato e l’impossibilità di viaggiare insieme a loro dall’altro. «Tutta questa pubblicità - afferma - rimane solo un insieme di parole, perché poi nella realtà dei fatti si fa di tutto e di più per rendere difficile la vita di una persona che viaggia con il suo animale».

CORRIERE ADRIATICO
10 OTTOBRE 2010
 
Cane in un tombino salvato dai pompieri
 
Potenza Picena (MC) -  Ieri mattina è stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco per trarre in salvo un cane caduto in un tombino. La segnalazione di un’animale che non riusciva ad uscire dal tombino in cui era precipitato, è giunta intorno alle 7.45. Immediatamente, una squadra si è recata sul posto della segnalazione e una volta avvistato l'animale, lo ha imbragato e riportato in superficie. Sta bene.

IL CENTRO
10 OTTOBRE 2010
 
Di Stefano salva tre gattini in strada
 
MONTESILVANO (PE). Tre gattini salvati dal traffico di via Verrotti. È stato Gabriele Di Stefano , consigliere del Pd, a recuperare gli animali davanti all’ufficio dell’architetto Aurelio Colangelo : «Sono uscito di corsa dall’ufficio quando ho sentito i miagolii. I tre gattini sono stati abbandonati», racconta, «io li ho adottati, ma se hanno un padrone sono pronto a restituirli».

IL TIRRENO
10 OTTOBRE 2010
 
Due angeli col retino salvano dal cemento centinaia di ricci
 
PORTOFERRAIO (LI). Rastrello, retino e canna da pesca per scongiurare una colata di cemento su un’intera colonia di ricci. Ieri a Portoferraio erano solo in due, Marcello Strani e Mario Casini, il primo volontario della Caritas il secondo manutentore all’hotel Hermitage. Ma di buona lena sono riusciti a catturare vivi più di 300 esemplari di riccio di mare. Animali che vivono nelle acque del porto e che, se non verranno trasferiti al più presto, finiranno sotto il calcestruzzo della nuova banchina in costruzione nell’area. Un’idea nata qualche giorno fa ricordando i tempi andati, quando Marcello e Mario, con i loro amici andavano a pescare polpi e ricci proprio dove fra qualche mese sorgerà la banchina. «Ci siamo cresciuti - dice Marcello - e amiamo quel posto. Lasciare morire queste specie sarebbe ingiusto. Noi vorremmo salvarli tutti quanti ma sappiamo che sarà difficile, perché sono tantissimi». Proprio per questo motivo la raccolta non si ferma. Il prossimo fine settimana i due portoferraiesi torneranno sul posto per continuare l’opera iniziata ieri.

LA NUOVA FERRARA
10 OTTOBRE 2010
 
Salvato un istrice di quindici chili
 
OSPITAL MONACALE (FE). Un istrice di 15 chili è stato recupero ieri da una pattuglia della polizia municipale e portato presso un centro specializzato a Faenza (Ravenna). L’istrice è rimasto ferito la notte scorsa in quanto investito da un’auto. Ad avvertire i soccorritori è stata una donna che ha rinvenuto l’animale in pessime condizioni sulla strada. Con grandi precauzioni visto che l’istrice è dotato di appuntiti aculei, i vigili hanno anche contattato il Corpo Forestale dello Stato.

LA NUOVA VENEZIA
10 OTTOBRE 2010
 
Tigrotta rifiutata dalla madre viene adottata da un cane
 
MIRA (VE). Fiona è una tigrotta siberiana di appena 20 giorni accudita da un cane carlino di nome Gilda e dal suo domatore Giordano Caveagna che la notte si alza ogni due ore per darle il biberon. Questa la storia incredibile che è approdata a Mira con il Circo di Vienna. Fiona è nata da Principe e Susi, due splendidi felini che sembrano usciti da un racconto di Salgari. Anche la vita di Giordano, che è nato a Monselice, sembra un romanzo: la prima volta che è entrato in una gabbia è stato a diciannove anni, poi non ha più smesso. La sua è una famiglia di circensi che risale alla quarta generazione. Lui nella gabbia è uno che passeggia senza frusta in mezzo a otto bestioni da tre quintali che con una sola zampata potrebbero cambiare il suo destino. Nella storia del Circo di Vienna questo è il primo parto «tigrato» e non è stato tutto rose e fiori: la madre, come accade spesso per i cuccioli nati in cattività, l’ha rifiutata da subito, anzi ha tentato di mangiarsela. Gilda, il cane di razza carlina, invece ha iniziato a prendersene cura leccandola e coccolandola. La piccola è ovviamente già entrata a far parte dello spettacolo: «La mostro al pubblico al termine del numero» - dice il domatore. Il circo rimarrà a Mira fino a domani.

GAZZETTA DI MANTOVA
10 OTTOBRE 2010
 
Raccolta di firme contro il cavallo
 
CORREGGIOLI (MN). Povero cavallo. Da quasi dieci anni continua a trotterellare nel suo recinto e non sa di essere al centro di un contenzioso tra il suo padrone e un gruppo di vicini. Eh sì, perché l’equino, pienamente rispettoso delle regole di natura, sfoga i suoi bisogni dove capita, anche a ridosso delle case. L’effetto, naturalmente, è ben noto e sotto il naso di tutti. Da qui la protesta di un gruppo di abitanti di via Rovigo a Correggioli che pochi mesi fa hanno addirittura firmato una petizione indirizzata al sindaco Umberto Mazza e al responsabile dell’area tecnica, l’architetto Alessandro Cabrini. In essa chiedono la verifica del rispetto del regolamento di polizia urbana, riferita in modo particolare alla presenza troppo ravvicinata dell’animale. E aggiungono: «E’ stata più volte segnalata la presenza di un cavallo in un rustico in prossimità delle abitazioni e tutti gli odori che gli escrementi, non raccolti o protetti, emanano nell’aria. Già in passato sono stati compiuti sopralluoghi da parte della polizia municipale che ha verificato il proliferare di mosche. Il cavallo - si legge nella nota che accompagna la raccolta di firme - è tenuto in locali non a norma. Inoltre il fabbricato è posto in una zona classificata come residenziale dallo strumento urbanistico ed è circondato su tre lati da abitazioni molto vicine tra di loro. Il proprietario R.C., non adotta alcun accorgimento per ridurre tale fastidio al vicinato». In prima fila, non contro il cavallo ma contro il “cavaliere”, è la famiglia di F.R. Ed è una contesa che dura ormai da una decina di anni. Numerose le segnalazioni e le denunce inviate all’Asl. E l’azienda sanitaria locale cosa risponde? «I recinti all’aperto - dice in una nota del gennaio scorso - devono essere dislocati lontano dalle abitazioni e quando non abbiano pavimento impermeabile devono essere sistemati in modo da evitare il ristagno dei liquami (e questo non avviene). La distanza minima dev’essere di 50 metri, ma per le stalle già esistenti sono sufficienti i 25.»

IL TEMPO

10 OTTOBRE 2010

 

UNIVERSITA'

All'asta il toro di Napolitano «Vikingo» arriva in Tuscia

L'Università Agraria di Tarquinia ha partecipato, presso il centro genetico dell'Alberese, alla tradizionale asta per i tori riproduttori, organizzata dall'Anabic per i migliori 15 esemplari maremmani delle aziende più prestigiose.

 

Tarquinia (VT) - Un progetto ministeriale volto a garantire la sopravvivenza e la qualità di una razza che era stata dichiarata in via di estinzione. L'ente agrario etrusco si è reso protagonista con l'acquisto del terzo miglior toro presente nel lotto. Il nome è pittoresco, Vikingo, ma i parametri da campione ci sono tutti. Prestigiosa soprattutto la provenienza: la Tenuta di Castel Porziano, meglio conosciuta come la tenuta del presidente della Repubblica. «Portiamo a casa un eccellente prodotto – ha commentato con soddisfazione l'assessore Gino Stella – un linea di sangue prestigiosa e di grande qualità. Un investimento per il futuro che pone all'Agraria una gamma di riproduttori di valore assoluto, dove sono rappresentate le migliori aziende. Il miglioramento del patrimonio animale si accompagna con l'acquisto di ulteriori mezzi per ottimizzare la lavorazione dei terreni, gestiti direttamente dall'Agraria, un piano di investimenti programmato che vuole modernizzare l'azienda».


GEA PRESS
10 OTTOBRE 2010
 
Potenza – L’hi fi ammazza quaglie. Maxi sequestro delle Guardie LIDA
 
  
 
GeaPress – Registratori, musicassette, temporizzatori, altoparlanti, amplificatori, cavi di collegamento ed accumulatori al piombo, tutti rinvenuti dalle Guardie Eco – Zoofile della LIDA di Potenza nel corso dei sopralluoghi notturni eseguiti nelle campagne dei Comuni di Banzi, Genzano di Lucania, Lavello, Palazzo San Gervasio e Venosa. I marchingegni sono stati subito disattivati dagli agenti volontari e rimossi dai luoghi. Il tutto consegnato alla Polizia Provinciale di Potenza per il relativo sequestro giudiziario e la trasmissione dell’informativa di reato alla Procura della Repubblica competente per territorio.Purtroppo l’uso di tali richiami è molto diffuso in varie Regioni d’Italia. Funzionano attivandosi con un timer. Spesso sono forniti di batterie che possono rimanere in carica anche per un mese intero. Il bracconiere ha, pertanto, tutto il tempo di sistemarle con tranquillità scegliendo poi il momento opportuno per tornare con il fucile. In alcuni casi, poi, la stessa arma può essere abilmente occultata servendosi di tubi in pvc conficcati in terra. Il tutto avvolto in grandi buste di plastica fornite di talco, che serve ad assorbire l’eventuale penetrazione di umidità. L’uccisione degli animali avviene in particolare all’alba. Attivo da alcune ore, il richiamo avrà funzionato attirando numerosi uccelli che potranno così essere comodamente sparati dal bracconiere.L’ uso dei richiami elettroacustici, sottolineano la Guardie della LIDA, costituisce un reato previsto dall’art. 21 c. 1 lett. “r” della Legge n°157/92 e sanzionato dall’art. 30 c. 1 lett. “h” della stessa normativa con l’ ammenda fino ad euro 1.549,00 e con la confisca obbligatoria dei richiami vietati.

GEA PRESS
10 OTTOBRE 2010
 
Brescia – Tra le montagne, senza sentieri e tra fitti boschi a decimare la fauna protetta
Nuovo intervento del NOA, Nucleo Operativo Antibracconaggio del Corpo Forestale dello Stato
 
 
GEAPRESS – L’ Operazione Pettirosso 2010 colpisce ancora. I Forestali dello speciale Nucleo Operativo Antibracconaggio (NOA) sono intervenuti in località “Pisentino” nel Comune di Lumezzane (BS), dove hanno individuato un vasto ed articolato roccolo abusivo. Oltre venti gabbie con uccellini appartenenti tutti a specie protette, sistemate nel roccolo con il fine di fungere da richiamo per la trappola del bracconiere. Il roccolo, infatti, è una sorta di giardino ingannatore. Gli uccelli, attirati dagli uccelli da richiamo e dai frutti degli arbusti appositamente piantati spesso decenni addietro, rimangono intrappolati nelle reti che sono state occultate. Nel roccolo di località “Pisentino” sono stati rinvenuti dai Forestali oltre 100 metri di rete posta in cima ad un crinale. Non avrebbe dato alcuna via di fuga agli uccelli migratori che proprio in questi giorni stanno facendo registrare i massimi conteggi. Una vera e propria barriera che molto probabilmente aveva già determinato la morte di parecchie centinaia di piccoli uccelli. Gli uccelli selvatici sono richiamati, infatti, dai consimili utilizzati illegalmente come richiami, ed imprigionati in gabbie anguste e non a norma. In alcuni casi, come nel roccolo di Pisentino al momento dell’arrivo della Forestale, erano prive di acqua, cibo e copertura.Proprio l’intervento di Pisentino si è rivelato per la Forestale molto impegnativo e rischioso. Questo anche per la difficoltà nel raggiungere la zona fitta di vegetazione boschiva, decisamente impervia e lontana da occhi indiscreti. Era di fatto del tutto priva di qualsiasi tipo di collegamento sentieristico.Gli Agenti del NOA hanno potuto liberare decine e decine gli uccelli tra pettirossi, pispole, cince more e passere scopaiole, mentre, purtroppo, sono stati rinvenuti morti, intrappolati tra le reti, più di venti uccellini tutti appartenenti alla fauna che per legge è definita “particolarmente protetta”.Il bracconiere, colto sul fatto mentre estraeva dalle reti le prede, è stato denunciato alla Procura di Brescia per maltrattamento animali, uccellagione, detenzione e cattura di avifauna con mezzi non consentiti. In tutto, solo nella giornata del nove ottobre, sono stati denunciati dal NOA, ben nove bracconieri.Non sono comunque mancati incontri piacevoli come ad esempio quello tra il Comandante del Nucleo Operativo Antibracconaggio Isidoro Furlan ed il Sig. Corsini (nella foto). Corsini, ottantaduenne, custodisce in località Passo Croce nel Comune di Bovegno (BS), il “Ròcol del Féla”. Da sessanta anni ne conosce l’uso ma ora è lì autorizzato dalla Provincia di Brescia per inanellare gli uccellini e poi liberarli. Vuol dire che le cose possono veramente cambiare.(GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).
 
ALTRE FOTO
http://www.geapress.org/caccia/brescia-%E2%80%93-tra-le-montagne-senza-sentieri-e-tra-fitti-boschi-a-decimare-la-fauna-protetta/6833

MATTINO DI PADOVA
10 OTTOBRE 2010
 
La Procura indaga sui cavalli dopati
 
MONSELICE (PD). Avrà probabilmente conseguenze penali il nuovo capitolo spiacevole della venticinquesima Giostra della Rocca, ovvero la positività all’antidoping dei due cavalli vincitori. La Procura della Repubblica di Padova avrebbe già aperto un’inchiesta. A rischiare sono i proprietari degli animali, che sono responsabili delle loro condizioni.

AGI
10 OTTOBRE 2010
 
TASSISTA PICCHIATO PER AVER INVESTITO UN CANE, E' IN COMA
 
Milano - Ha investito col suo taxi un cane uccidendolo ed e' stato picchiato dal fidanzato della proprietaria dell'animale finendo in ospedale dove poi e' entrato in coma. Fermato l'aggressore. L'episodio e' avvenuto nel primo pomeriggio in largo Caccia Dominioni a Milano. Il cane sarebbe sfuggito senza guinzaglio alla proprietaria finendo sotto il taxi che si e' subito fermato. Quando il conducente e' sceso e' stato colpito dal 31enne fidanzato della padrona cadendo a terra e battendo la testa. Alcuni passanti hanno quindi chiamato la polizia che intervenuta sul posto ha fermato l'aggressore con l'accusa di tentato omicidio. Il tassista e' stato invece trasportato al 'Fatebenefratelli'.

IL TIRRENO LIVORNO
10 OTTOBRE 2010
 
SMARRIMENTI
 
Smarrito gatto Gerry.  Smarrito zona Ardenza (LI) via Franchini Gerry, gatto di media taglia bianco e nero con musetto bianco e orecchiette nere e fondo zampe bianche. Chi avesse notizie è pregato di contattare il numero 0586/504315 o 333/7524796.
 
http://persietrovati.blogspot.com/2010/10/ardenza-li-smarrito-gatto-maschio.html
 
Smarrita cagnolina.  Smarrita meticcia, mantello nero focato, tatuaggio sulla zampa Pi 14231 in zona Collesalvetti (LI) in prossimità dell’azienda l’Agreste. Chiunque l’abbia vista è pregato di telefonare al cell. 340/1814640.
 
http://persietrovati.blogspot.com/2010/10/collesalvetti-li-smarrito-cane-meticcio.html
 

 

            10 OTTOBRE 2010
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 
GEA PRESS
10 OTTOBRE 2010
 
Vivisezione – Allevamento Green Hill, il sottosegretario alla Salute Martini scrive alla Regione
Gli interessi della Marshall: dai beagle per la vivisezione ai furetti per le nostre case.
 
GeaPress – Il tutto sembra abbastanza semplice. Secondo le disposizioni regionali, infatti, è il Sindaco che dovrebbe concedere l’autorizzazione, sentiti i veterinari dell’ASP. Questi dovrebbero verificare i parametri di legge, ivi compresi quelli regionali, sulle superfici minime di box e recinti. L’ostacolo maggiore per Green Hill dovrebbe essere rappresentato dalle norme che la Lombardia ha varato per garantire il benessere agli animali d’affezione. Un tetto massimo di 200 cani, ivi compresi quelli allevati da strutture commerciali. Ben pochi se si pensa ai 2500 della multinazionale americana Marshall con sede a New York ed installata a Montichiari (BS) con la sua Green Hill. La legge lombarda potrebbe permettergli di derogare al divieto, ma dovrebbero costruire una struttura a moduli separati. Comunque, le superfici ove sono costretti gli animali, sarebbero più piccole rispetto a quelle previste dalla Regione Lombardia.La Marshall però è in espansione. In Europa come in Cina. Tramite dei partner commerciali anche in Corea del Sud (dove vi sono altri allevamenti) e in India. Il loro fatturato da decine di milioni di euro si sviluppa sulle cure sanitarie per gli animali (sic!). Per queste cure si intendono pure la produzione di mangimi per furetti ed in minor misura cavalli, ma anche l’allevamento di cani, maialini e furetti. Questi ultimi non sono destinati solo alla sperimentazione ma soprattutto alla vendita come pets. Giubbini, deodoranti, trasportini, pettini, spazzole, e vari tipi di mangimi ed integratori, oltre ai furetti stessi ognuno inserito all’interno di specifiche coloriture del mantello. La Marshall è in pratica quella che di più sta godendo dello sviluppo del furetto come animale da compagnia.Cosa succederà ora? Possibile che sia tutta colpa di una inopportuna (ammesso che così sia) autorizzazione del Sindaco? Intanto la Società che gestisce l’aeroporto di Brescia, che assieme a quello di Verona costituisce il sistema Aeroportuale del Garda, ha annunciato che “ritenendo di contribuire al benessere degli animali” ha sospeso la spedizione dei cani, con effetto immediato. Bene, ma speriamo ancor di più senza per questo sottovalutare un aspetto da incubo. Morini (l’ex allevamento emiliano che riforniva anche la vivisezione) non è potuta andare in India, la Marshall già c’è.

QUOTIDIANO. NET
10 OTTOBRE 2010
 
Anche la luce fa ingrassare se la tieni accesa di notte
Mentre si sono scoperte 30 regioni genomiche responsabili dei depositi di grasso, dagli Usa arriva lo studio sulla luce che fa ingrassare perché inverte i ritmi di sonno-veglia
 
Londra, 10 ottobre 2010 - Un duplice studio ha individuato oltre 30 regioni genomiche responsabili dell’obesità e dei depositi di grasso. Questi ultimi possono dare danno al corpo una forma "a pera" (più materiale adiposo distribuito su fianchi e glutei) o "a mela" (sull’addome). È quanto riporta Nature Genetics.Gli studi sono frutto del lavoro di un team di oltre 400 scenziati di 280 centri di ricerca. Nel primo è stato analizzato il genoma di quasi 250 mila persone e sono stati individuati 18 nuove nuovi regioni genomiche che influiscono con l’indice di massa corporea (Bmi).Nella seconda ricerca ne sono state scoperte altre 13, che governano la distribuzione del grasso corporeo e sono associate al rapporto vita/fianchi. Sette di queste hanno un maggiore impatrto sulle donne.
La forma del corpo è importante per giudicare il quadro clinico di una persona obesa, perchè la forma a mela è legata al rischio di sviluppare diabete e malattie cardiovascolari.Sempre in argomento obesità, uno studio condotto su topi diretto da Laura Fonken della Ohio State University e pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences dimostra che, al di là della genetica, la luce può influire sul peso corporeo.I topolini esposti a una luce fioca nelle ore notturne ingrassano il 50% in più rispetto a quelli che seguono il fisiologico ciclo luce/buio, e l’aspetto più interessante è che l’aumento di peso non è dovuto a una riduzione di attivita’ fisica o a un aumento dell’introito calorico. La luce ingrassa, hanno scoperto gli esperti, perche’ induce l’animale a mangiare alle ore sbagliate, insomma scombina gli orari corretti dei pasti.Gli esperti hanno osservato due gruppi di topolini: il primo esposto al normale ciclo luce/buio (16 ore/8 ore), il secondo esposto a 16 ore di luce e 8 ore di luce fioca. E’ emerso che questi ultimi, pur mangiando la stessa quantita’ di cibo di altri topi e facendo la stessa attivita’ fisica, ingrassano.
L’unica differenza indotta dalla luce fioca e’ che i topolini prendono a mangiare a ore diverse da quelle a cui sono abituiati. Infatti quando i ricercatori limitano la loro disponibilita’ di cibo solo alle ore dei pasti consuete, anche se esposti alla luce notturna i topolini non ingrassano.La luce, quindi, crea uno squilibrio nell’orario dei pasti e quindi, forse, squilibri metabolici. ‘’La luce di notte e’ un fattore ambientale che potrebbe contribuire all’epidemia di obesita’ in un modo che le persone non si aspettano, concludono i ricercatori; l’obesita’ ‘societaria’ e’ collegata a un numero di fattori tra cui l’esposizione alla luce di notte’’.
 
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