10 OTTOBRE  2009

CORRIERE DI RIETI
10 OTTOBRE 2009
 
Bestiame divorato dalle fiamme
Disperata corsa dei soccorritori contro il tempo in località Casale Rigettone. Incendio distrugge capannone, rotoballe e automezzi.
 
Antonella Lunetti
 
Provincia di Rieti - Quando l’allarme è stato lanciato - perché da lontano si notava una densa colonna di fumo che si alzava tra le montagne - ormai forse era già troppo tardi. E’ stata così una corsa disperata contro il tempo, quella iniziata ieri dopo dopo le 12,30 per le squadre dei vigili del fuoco e della forestale di Rieti. Una battaglia contro le fiamme e il fumo densissimo, che hanno reso ancora più difficoltose le operazioni di spegnimento dell’incendio, che ha devastato completamente un capannone agricolo a Morro Reatino. Il rogo si è generato all’interno del grosso prefabbricato privato, situato in località Casale Rigettone. Dentro, non solo fieno e rotoballe, ma anche mezzi agricoli e, soprattutto, diversi capi di bestiame. Il dramma, infatti, è scoppiato soprattutto lì, quando le squadre hanno lottato senza tregua per cercare di salvare dalle fiamme le decine di animali dell’allevamento, tenuti nei recinti interni del capannone agricolo. Circondati dall’incendio e dal fumo c’erano diversi capi di bestiame, tra bovini, cavalli, capre e pecore, alcuni dei quali, purtroppo, non hanno trovato scampo nell’incendio. Nonostante gli estenuanti sforzi dei soccorritori, nel rogo infatti sarebbero morti bruciati cinque bovini e un numero non ben precisato di ovini e caprini. Distrutte anche le attrezzature agricole che il proprietario del capannone teneva parcheggiate al coperto. L’incendio poi non ha risparmiato neanche le 500 rotoballe accatastate nel capannone, che sono andate completamente distrutte, e anche altri ammassi di fieno. Sul posto, le squadre dei vigili del fuoco del comando provinciale di Rieti e il comando stazione di Rivodutri - insieme al nucleo operativo speciale di protezione civile - del corpo forestale dello Stato, oltre al supporto dei carabinieri della stazione di Labro. Saranno loro, infatti, esaminando le informazioni tecniche fornite dalle squadre dei soccorritori, a cercare di ricostruire le cause all’origine dell’incendio, che, fino a questa notte, ha tenuto impegnati gli uomini della forestale e i pompieri per le operazioni di messa in sicurezza e di bonifica. Così, con lo sguardo incredulo di fronte al disastro apparso ai propri occhi, l’agricoltore reatino, proprietario del capannone e dell’allevamento di bestiame, ieri pomeriggio, non ha potuto fare altro che assistere alle disperate operazioni di soccorso e al tentativo di salvare i suoi animali, rimasti all’interno dell’edificio, soffocati dal fumo e accerchiati dalle fiamme.

LIVE SICILIA
10 OTTOBRE 2009
 
Scoperta discarica abusiva con resti d’animali
 
Riposto (CT) - Una discarica con resti di animali provenienti da macellazioni clandestine, è stata scoperta nel comune di Riposto, nel Catanese, dall’Ufficio di Tutela Ambientale istituito dall’amministrazione comunale, la stessa della quale fa parte l’assessore all’Ambiente, Mario Calderone, che ha avviato un servizio personale di ronda notturna anti discarica abusiva. La discarica, in via Casanera, tra le frazioni di Archi e Altarello, è stata individuata grazie a un video inoltrato all’assessorato all’Ambiente da alcuni cittadini.

LA GAZZETTA DI MANTOVA

10 OTTOBRE 2009

 

Birbesi, cane in trappola nella tana di una nutria

 

GUIDIZZOLO (MN) -  (Birbesi). Messo in scacco dall’istinto di stanare la nutria che gli era passata davanti al muso. Ieri pomeriggio, nelle campagne di Birbesi, un bastardino è rimasto intrappolato per tre ore in un profondo cunicolo aperto sulla sponda di un canale d’irrigazione ed è stato salvato dai vigili del fuoco solo al termine di un lungo e complicato intervento. Quando i pompieri, allertati dalla proprietaria, sono arrivati davanti all’imbocco della tana, il cane non si vedeva già più, perché nel tentativo di uscirne continuava a smuovere la terra col solo risultato di scivolare sempre più in profondità. Tanto in profondità che, ormai, i vigili del fuoco avevano deciso di aprire un pozzo laterale dal quale intercettare il cane; erano pronti a chiamare l’escavatore quando all’ennesima palata di acqua e fango hanno visto spuntare le zampe dell’animale. E’ stato liberato dalla prigione di terra attorno alle otto di sera.


IL TIRRENO
10 OTTOBRE 2009
 
Polpette avvelenate sul ciglio della strada
 
SAN VINCENZO (LI). Polpette avvelenate sul ciglio della strada. Un fenomeno sadico che non scompare, tutt’altro.  Stavolta, ad evitare che qualche cane o gatto finisse per morire dopo averne anche solo assaggiata una, hanno pensato i carabinieri della stazione di San Vincenzo.  È accaduto la mattina di giovedì: agli uffici dell’Arma è arrivata una segnalazione anonima. E una pattuglia è andata in località San Bartolo a verificare.  Una zona periferica, dove si trovano alcune villette. Gli abitanti, per la maggior parte, hanno cani o gatti.  Proprio lungo una strada sterrata sono state trovate le sette “esche”, con all’interno una sostanza di colore azzurro. Gli immediati, ulteriori accertamenti fatti da un veterinario di San Vincenzo hanno permesso di stabilire che le polpette contenevano metaldeide.  «Il principio attivo della lumachicida - spiegano, in una nota, i carabinieri - ovvero il veleno utilizzato per combattere le lumache nelle coltivazioni, altamente nocivo».  Se nelle campagne - a volte - si può pensare che i bocconi avvelenati possano essere un deterrente per le volpi, la scusa qui non regge. A giudicare dal tipo di confezionamento, dunque, chi ha lasciato in strada il preparato, aveva intenzione di far del male agli animali da compagnia (randagi o no).  Purtroppo, neppure a San Vincenzo si tratta di un caso isolato.  «Di recente - racconta Sandra Carmignoli, presidente di “Animali per amici”, l’associazione che si occupa di cani e gatti senza casa - sono morti, dopo atroci sofferenze, cinque gatti giovani nella zona dov’è il gas metano... tutti avvelenati».  Stessa sorte, purtroppo, era toccata a un animale ospitato addirittura nell’area del canile, a Donoratico. «Abbiamo fatto di tutto per salvare il cane, insieme al veterinario - aggiunge Sandra - Poi abbiamo fatto denuncia contro ignoti ai carabinieri». L’obiettivo è sempre uccidere cani e gatti e non sembra mai un problema che anche i bambini, durante i giochi fuori casa - ovunque - possono venire a contatto con queste micidiali polpette. 

IL SECOLO XIX
10 OTTOBRE 2009
 
Far west in val Graveglia: così si uccidono i cavalli
 
Ne (Genova). «Non siamo mica in Arizona», protesta il sindaco di Ne Cesare Pesce.
«Non siamo mica nel Texas», insorge il sindaco di Borzonasca Giuseppe Maschio. E invece valle Sturla e val Graveglia sembrano diventate il Far West, da quando hanno ammazzato un puledro, una fucilata al cuore che tradisce rancori covati a lungo. Lo sceriffo, pardon il maresciallo dei carabinieri, aspettava per ieri mattina una denuncia circostanziata. Non si è presentato nessuno. Nel saloon dell'antica trattoria Rocchin, dove servono una trippa memorabile, sono giornate di silenzi e sguardi fissi nel bicchiere di barbera.
E tuttavia la storia va avanti da anni. Tra i piani del monte Biscia e il lago di Giacopiane, conifere e castagni, galoppano mandrie di cavalli bardigiani. Animali robusti, da lavoro, allevati una volta per trasportare la legna e adesso per rifornire le macellerie equine. Il fatto che nessuno li sorvegli non significa che non abbiano proprietari, ma solo che nessuno intende pagare i diritti di pascolo. Molto meglio fare finta che siano selvatici: per catturarli di nascosto, ogni tanto, e venderli al mercato. «Devastano gli orti, fanno paura ai bambini, sporcano le strade: non ne possiamo più», sospira il sindaco di di Ne.
Mandrie allo stato brado pascolano in attesa di diventare bistecche. Ma c'è chi accelera i tempi.

IL SECOLO XIX
10 OTTOBRE 2009
 
«Troppi cavalli, il prefetto mandi i cow boys»
far west in valle Sturla e in val Graveglia
 
Paolo Crecchi
 
Borzonasca (GE) - «Potrebbero diffondere malattie, danneggiare le auto, prendere a calci qualcuno: e non sapremmo con chi protestare», avverte il sindaco di Borzonasca. Lunedìè previsto un incontro in prefettura, a Genova. Entro una settimana sarà varato un piano mirato di catture.
«Mi fanno ridere», scuote la testa il Tex Willer della situazione, un appassionato di cavalli che sui monti dell'Appennino trotta, galoppa, campeggia e in definitiva passa la maggior parte del suo tempo. Si chiama Enrico Bertozzi, è il direttore della scuola chiavarese del fumetto e ha le idee chiarissime: «Bisognerebbe recintare i pascoli, e allora sarebbe evidente dove le mandrie possono stare e dove no. Il problema è che si tratta di appezzamenti enormi, il costo è sostenuto e la Regione rimborsa solo se ci si rivolge a una ditta e si fattura l'importo. Avete idea di quanto possa chiedere una ditta per un lavoro simile, sempre che se ne trovi una disposta a farlo»? Fabio Filiberti, allevatore: «Io tengo le mucche. Qualche tempo fa ho comprato un terreno di cento ettari e ho provato a recintarlo: con il contributo mi sarebbe costato 30 mila euro, facendo da solo ne ho speso 12 mila».
Bertozzi sostiene che altri cavalli sono stati uccisi, negli ultimi tempi, e che le carcasse sono state fatte sparire. E se fossero semplici ladri? «Non credo. Ma in ogni caso bisogna che attorno a un tavolo si siedano tutti, compresi gli allevatori, se no questa situazione non si risolverà mai». Qualcuno ha pensato anche ai cacciatori, un colpo sbagliato, una fucilata partita per caso: «Non è possibile. Prima di tutto perché il puledro è stato colpito al cuore, e poi perchéè stato ucciso in una radura tra la malga di Perlezzi e la cappelletta della Lame». Dunque era visibile. E i cacciatori in questa stagione tirano alle lepri e alle pernici, e «lo sterco di cavallo fa crescere un'erba che piace moltissimo, alle lepri, e insomma i cacciatori non c'entrano».
Comunque. In passato, per evitare quello che poi è successo, i sindaci di Ne e Borzonasca hanno provveduto a catturare qualche capo e a metterlo all'asta. Cesare Pesce: «Il problema è che prima di organizzare l'asta bisogna mantenerlo, il cavallo. Avete idea di quanto mangi? Noi abbiamo speso seimila euro...». Giuseppe Maschio: «Il problema è che bisogna prenderli, i cavalli. Avete idea di come siano docili e disponibili»?
Raccontano di scene esilaranti. Puledri addormentati con la siringa e caduti in un dirupo. Mandrie inseguite con il lazo, come nelle pianure del Midwest, tra nitriti e colpi di sperone. Il sindaco di Borzonasca: «Bisogna finirla. Noi viviamo anche di turismo, non possiamo diventare la valle dove si ammazzano i cavalli». Il sindaco di Ne: «Stavolta il piano di catture lo facciamo sul serio, non ci limitiamo a prenderne due o tre».
In teoria bisognerebbe agguantarli tutti, ma chi ci prova? Mancano i cow boys, sindaco: «E infatti ho scritto al prefetto invocando uomini e mezzi, perché da soli non ne usciamo. Dopo di che non vorrei che la gente equivocasse: noi amiamo gli animali, io personalmente ho un cane che se me lo toccano guai». Giuseppe Maschio: «Ecco, sì, scrivetelo. Noi non abbiamo nulla contro il cavallo in quanto tale».
Ma se qualcuno si becca un calcio in uno stinco o una malattia o si vede brucare la lattuga dell'orto dietro casa «con chi se la prende?», bofonchiano nel saloon dove si smazzano le carte per lo scopone del pomeriggio.
Fuori, sulla piazza di Borzonasca, tra i manifesti sulla castagnata e quelli che annunciano l'orchestrina dei Papillon c'è una foto del puledro ucciso. Accanto, un cartello: «Il fucile è il simbolo degli uomini liberi. Chi ha ucciso questo cavallo è semplicemente un vigliacco». Nessuno lo perdonerà, il vigliacco, lungo i sentieri selvaggi che si inerpicano su per la valle Sturla e la val Graveglia, una decina di chilometri da Chiavari, laggiù nel lontano Far West.

LA ZAMPA.IT
10 OTTOBRE 2009
 
Avvelenò il gatto del vicino nei guai per maltrattamenti
La difesa: “Volevo ammazzare i topi del mio giardino”. Avviso di garanzia recapitato dalla Procura alcuni giorni fa
 
GIAMPIERO MAGGIO
 
IVREA  - Voleva avvelenare le pantegane che da tempo infestano il suo cortile, ma con il topicida ha rischiato di uccidere il gatto della vicina. Ora è finito nel registro degli indagati con l'accusa di maltrattamento animali. Se non esistesse una denuncia in commissariato e se il sostituto procuratore Francesco Saverio Pelosi, in seguito a quella querela, non gli avesse fatto recapitare un avviso di garanzia, forse nessuno crederebbe a questa storia. Invece Carmine Zambara (assistito dall’avvocato Andrea Bertano), 58 anni, professione giardiniere, residente a Ivrea, è finito al centro di una vicenda giudiziaria che definire grottesca è un eufemismo. A breve, poi, dovrà comparire in Procura per essere interrogato. Dovrà ripetere, in sostanza, quello che già aveva detto ai poliziotti subito dopo la querela dalla vicina. E cioè che la sua intenzione non era certo quella di ammazzare i gatti: «Ma quelle maledette le pantegane che, ormai da troppo tempo, assediano il mio cortile - dice adesso Zambara - E se quei gatti sono finiti nella mia proprietà che colpa ne ho?» Tutto inizia il 21 marzo quando Barbara Pasinato, vicina di Carmine Zambara, vede uno dei suoi gatti con in bocca una di quelle pastiglie usate per avvelenare i topi. La prima cosa che fa la donna? Anziché togliere quel sacchetto avvelenato in bocca al felino, porta l’animale dal veterinario. Quando il gatto inizia a vomitare, insieme a tutto il resto rimette anche un paio di quelle pastiglie al topicida. La diagnosi del veterinario non lascia spazio a dubbi: malore per avvelenamento. Barbara Pasinato torna in via Amedeo di Castellamonte, a pochi passi dall’ospedale, dove vive anche Carmine Zambara, e ancora in preda all’ira affronta il vicino: «Hai rischiato di ammazzarmi il gatto con il tuo veleno». Lui, incredulo, cerca di spiegare la situazione e tenta di giustificarsi: «Guarda che non ce l'ho con i tuoi animali, ma con quei topi che da tempo infestano il mio cortile». La spiegazione è totalmente inutile. Tanti che, pochi mesi dopo, arriva l’avviso di garanzia. Carmine Zambara non crede a ciò che vede: «Pazzesco, non mi aspettavo di finire nei guai per questa storia. Le pastiglie con il topicida io le ho messe nella mia proprietà e sotto alcuni vasi in cemento. Insomma: avevo tutto il diritto di farlo».
Nelle sue parole, però, adesso c’è anche spazio anche per un pizzico di delusione e di sarcasmo: «Con tutti i problemi che ha la giustizia mai mi sarei aspettato che si perdesse tempo con una vicenda del genere».

SAVONA NEWS
10 OTTOBRE 2009
 
Savona: gattini alluvionati salvati dall'Enpa
 
Savona - Il nubifragio di ieri non ha impedito l'abbandono di due bellissimi gattini sulle alture del Santuario di Savona da parte di persone davvero insensibili.
Ieri, un automobilista che scendeva a Savona da Naso di Gatto ha trovato i due animaletti, dell'età di circa tre mesi, fradici e infreddoliti, sotto un albero poco distante dalla strada.
Gli animali sono ora ricoverati presso la sede della Protezione Animali [...]

LA NUOVA SARDEGNA
10 OTTOBRE 2009
 
Basi militari: «Convivenza letale»
 
CAGLIARI. Cieco e solo, Salvatore Pilloni di Gonnoscodina, padre di Giovanni, maresciallo della Marina in chemioterapia dal 2003, ieri ha commosso la platea di avvocati, magistrati e operatori civili a convegno sul tema dei risarcimenti per le vittime dell’uranio impoverito. Che, assieme a vari metalli pesanti, ha ucciso nei Balcani, sì, ma anche a Quirra, a Teulada, a Capo Frasca.  Il convegno nell’aula magna del palazzo di giustizia organizzato da Articolo 2, libera associazione di avvocati, era diviso in due momenti: gli interventi sui problemi giuridici legati al risarcimento, all’indennizzo, agli accertamenti tecnici sul territorio proposti dai magistrati Mauro Rosella, Vincenzo Amato e dall’avvocato Antonio Siffu; la seconda parte coordinata dal giornalista Giulio Zasso dove hanno parlato Falco Accame presidente dell’associazione di tutela delle vittime, Ciro Auriemma coautore del libro Perdas de Fogu e Giuseppe De Giorgio, ex comandante di paracadutisti della Folgore.  Accame ha puntato il dito contro un’enormità che dura da 18 anni: per un errore certo involontario della segretaria di un parlamentare che doveva stendere il dispositivo della legge di aggiornamento della 466/80 (sui risarcimenti ai militari), sono cadute una virgola e una parola e così, per le malattie e gli incidenti di guerra, possono essere risarciti soltanto i militari di leva. Non i volontari, non i trattenuti, non, insomma, l’esercito italiano. Ecco perché, i familiari di ragazzi, morti di linfoma o di tumori al cervello contratti in seguito a missioni dove non c’era riparo da contaminazioni con sostanze cancerogene, si sentono ripetere invariabilmente «vostro figlio non era militare di leva...» quindi niente risarcimento. In Sardegna un problema importante, che si aggiunge all’altro denunciato ieri non per la prima volta da Accame: «Ci sono zone dell’isola che non si possono bonificare causa la quantità di proiettili. Un altro problema sono che i nostri militari andavano a fare a mani nude operazioni in luoghi dove non si sa se ci fosse uranio impoverito, ma certo metalli pesanti e nanoparticelle che si fissano nei tessuti. E questo è successo tante volte in Sardegna». Sugli accertamenti a Perdasdefogu Accame ha ribadito: i campionamenti su 13.500 ettari sono stati irrilevanti. Ma un epidemiologo di Genova aveva dichiarato sospetta l’evidente aumento di morti nelle piccole comunità attorno al salto di Quirra, sono nati bambini deformi e animali deformi, è aumentata la mortalità femminile, sono aumentati i tumori: nei militari e nei pastori. Salvatore Pilloni in un accorato intervento ha chiesto che si dica, finalmente: non si ammalano solo i soldati che vanno in missione all’estero, la Bosnia, i Balcani ce li abbiamo in Sardegna a causa dei poligoni di Quirra, Teulada, Capo Frasca. «Abbiamo le testimonianze sul fatto che qui nell’isola si usavano proiettili all’uranio impoverito», ha detto ieri. Giuseppe De Giorgio ha raccontato in modo efficace delle missioni in Somalia e a Serajevo: non c’era alcuna forma di coordinamento e i suoi parà andavano dove l’improvvisazione li portava. Non sapevano nulla del teatro di guerra, né di ciò che altri militari avevano fatto e sparato prima. De Giorgio non è più un ufficiale della Folgore. Un anno fa gli è stato diagnosticato un linfoma.

IL MESSAGGERO
10 OTTOBRE 2009
 
Gli animali della pace, Tel Aviv offre allo zoo di Gaza zebre "vere"
Nella Striscia la guerra ha decimato gli animali Muli con strisce dipinte per rallegrare i bambini
 
TEL AVIV (10 ottobre) - I muli dello zoo di Gaza smetteranno di vestire i panni delle zebre. Niente più strisce dipinte sui loro corpi per accontentare i bambini e compensare la mancanza di zebre vere, decimate dalla guerra del 2008 con Israele.
Una storia triste, ma che dà speranza. Perché le zebre originali potrebbero essere inviate allo zoo dal parco zoologico Safari di Ramat Gan di Tel Aviv. Bisogna usare il condizionale però: l'operazione dovrà essere approvata non solo dalle autorità veterinarie, ma anche dal ministero della difesa, dall'esercito israeliano nonché dai responsabili di Gaza: ossia dai dirigenti di Hamas.
Secondo il quotidiano
Yediot Ahronot, i gravi danni provocati quest'anno a Gaza dalla operazione militare Piombo Fuso non hanno risparmiato il modesto zoo del rione Zaitun, dove ormai restano in prevalenza cani e gatti e dove una delle attrazioni maggiori sono appunto «i muli a strisce». Il sindaco di Ramat Gan Zvi Bar ha dunque ordinato al Safari di regalare due zebre, per la gioia dei bambini di Gaza.

MESSAGGERO VENETO UDINE
10 OTTOBRE 2009
 
Condannata a 3 mila euro di multa per la bastonata al cane della vicina
 
Udine - È stata condannata a tremila euro di multa la signora udinese accusata di maltrattamento di animali per avere preso a bastonate il cane d’una vicina di casa. Lo ha deciso ieri il giudice monocratico del tribunale di Udine Mauro Qualizza, stabilendo che Solidea Coiutti debba anche risarcire i danni (in un separato giudizio) alla padrona del cane “Bartolomeo”, Micaela Visintin. Distanti accusa e difesa nella discussione finale del processo. Il Pm Claudia Finocchiaro ha ritenuto provata la responsabilità per il fatto avvenuto il 3 ottobre 2007 nella zona dei Rizzi, dove le signore abitano. Per l’accusa, c’erano sia l’elemento soggettivo che quello oggettivo del reato: il cane colpito con un oggetto contundente, l’esistenza del dolo generico sul fatto che non era necessario colpire il cane. La Coiutti non era aggredita dal cane in quel momento – ha detto il Pm – ma lo stava inseguendo. Anche testimoni “neutrali” come il veterinario e il maresciallo dei vigili, interessati al caso, hanno sostenuto che “Bartolomeo” è un animale socievole e non aggressivo. Da qui la richiesta di condanna, nella cui direzione si è pronunciato anche l’avvocato Causero per la padrona del cane costituitasi parte civile, il quale non ha mancato di ricordare la situazione complicata di vicinato, arrivata al punto che la signora Visintin non solo non usa più il giardino, ma ha anche posto in vendita la casa. Per l’avvocato Carnelutti, difensore, mancava invece l’elemento oggettivo del reato: l’evento. Per la difesa, non è stata provata la lesione all’occhio del cane. «L’occhio era un attimino arrossato?», ha ricordato la difesa citando una testimonianza e sostenendo che non si poteva trattare di lesione. Quanto al bastone, la difesa ha ricordato che si trattava d’un bastone trovato in strada: insomma, che la Coiutti si è solo difesa, tanto più da un animale lasciato libero.

IL SECOLO XIX
10 OTTOBRE 2009
 
Il sindaco Pietrini rilascia il "pass"per Nerino e Peggy
 
Ortonovo (SP) - «NON sia mai che proprio il Comune di Ortonovo debba interrompere una storia d'amore che non fa male a nessuno: anche se parliamo di due cagnolini meticci». Francesco Pietrini, sindaco di Ortonovo, ha raccolto l'appello del collega di Sarzana, Massimo Caleo che aveva chiesto un lasciapassare per Nerino, un meticcio pezzato, cane di quartiere del borgo di Marinella in base alla legge regionale 23. Nerino può quindi circolare liberamente per Sarzana. Ma non sconfinare ad Ortonovo, dove a Luni Mare aveva incontrato Peggy. Nerino rischiava di finire al canile per amore. L'intervento di Antonietta Zarrelli, responsabile dell'ufficio provinciale tutela animali, che ha raccontato la storia dei due cagnolini ha destato l'attenzione nazionale. Ieri Nerino e Peggy hanno vinto la loro battaglia. Gli abitanti di Luni Mare sono contenti: e i tutori di Nerino, a Marinella, pure. Un dettaglio: la prossima settimana, Peggy sarà ospite in diretta televisiva ad una nota trasmissione televisiva, insieme alla padroncina, Alice, e alla Zarrelli. Dopo Giulietta e Romeo, Nerino e Peggy sono diventati due degli innamorati ribelli più famosi del Paese. Non male, per due cagnolini che non hanno pedigree né sangue blu nelle vene, ma hanno dalla propria parte la determinazione e la simpatia.

CORRIERE ADRIATICO
10 OTTOBRE 2009
 
“Una città vietata ai cani”
 
Osimo (AN) - “Osimo città vietata ai cani”. E’ il titolo di un articolo apparso sulla rivista “A 4 zampe”, nella quale l’osimano Luca Zamparini, presidente dell’associazione “Il naso di Carlotta”, che si occupa di pet-therapy, denuncia il divieto di transito nel centro storico di Osimo ai cani anche a guinzaglio dalle 18 alle 20 secondo una vecchia ordinanza del Comune. Zamparini lamenta anche il fatto che lo spazio verde è bandito ai cani, definendo ciò un “segno di grandissima inciviltà”. “Quest’estate –racconta Zamparini- ho visto persino vigili urbani invitare turisti accompagnati da cani a lasciare il centro storico”. Una testimonianza certo un po’ imbarazzante. A rispondere alla denuncia dell’animalista osimano è stata l’onorevole Francesca Martini, che definisce il divieto di transito ai cani “illegale, ingiusto, un abbaglio dal punto di vista politico. Un caso raccapricciante dopo tutti gli appelli a strutture ricettive che aprano le porte agli animali”. Il sottosegretario al Welfare suggerisce poi al sindaco di Osimo. “piuttosto che vietare ai cani di passeggiare a guinzaglio in alcune vie cittadine, di inasprire le sanzioni verso chi non raccoglie le deiezioni del proprio animale, esortando la Municipale a multare i trasgressori”.

LA NUOVA VENEZIA
10 OTTOBRE 2009
 
Gli animali lasciano il parco
 
Filippo De Gaspari
 
SPINEA (VE. Topi al parco Nuove Gemme, il Comune prepara l’arca per trasferire gli animali. Dopo le ultime segnalazioni a Spinea si è deciso di fare a meno di daini, caprette e cigni, ritenuti gli indiretti responsabili del proliferare di ratti e pantegane. Difficile educare i cittadini a non dare cibo agli animali, che spesso finisce per ingrassare anche i poco simpatici roditori.  I quali scorazzano liberamente tra i passanti. Così a mali estremi, estremi rimedi: il Comune farà a meno degli animali. Prevista a breve, nel giro di un mese al massimo, una derattizzazione radicale di tutta l’area verde. Sarà l’occasione anche per dare l’addio agli animali. Le trappole anti-ratto posizionate dal Comune a cadenza settimanale (le cosiddette rat-box) non bastano più e le ultime segnalazioni di mamme allarmate, che parlano di pantegane a portata di bambino quasi ogni giorno, non lasciano alternative. Per procedere alla disinfestazione completa sarà necessario chiudere il parco per tre settimane, forse un mese. Il Comune lo farà a novembre. «Sarà l’occasione anche per ripensare le funzioni del Nuove Gemme e riorganizzarne gli spazi» annuncia il vicesindaco e assessore all’Ambiente Stefania Busatta. Prima novità: nel nuovo parco pubblico non ci sarà spazio per gli animali, che saranno trasferiti prima di dar corso alla derattizzazione. Già avviati contatti con il centro Don Orione di Chirignago, per donare gli animali nell’ambito della «pet therapy» per gli ospiti del centro: saranno i disabili a occuparsene con amore e dedizione. Insomma, ultime settimane per far visita agli animali del parco, poi il Comune li trasferirà. Busatta ha già fatto sapere che il recinto dei daini diventerà un’area specifica per i cani, attrezzata in due sezioni: una per i cani di piccola taglia e una per le razze più grandi. Sarà riqualificata l’area del laghetto e tutta la zona Ovest del parco. «Tutti interventi - aggiunge - che renderanno il Nuove Gemme ancora più piacevole, attrezzato e sicuro. L’obiettivo è collocare anche nuovi giochi e giostrine per i bambini».

IL MESSAGGERO
10 OTTOBRE 2009
 
La storia del pastore tedesco Rocky..
 
Viterbo - La storia del pastore tedesco Rocky è di quelle che fanno capire come un cane possa essere rovinato da un padrone insipiente. Anzi da due padroni che della psicologia canina non sanno proprio nulla, soprattutto di quella di un animale grande e pericoloso se non viene rispettato.
L’inizio della vita di Rocky fu facile: il primo padrone lo viziò in maniera eccessiva, il secondo si limitò a farlo sopravvivere, tenendolo costantemente alla catena. Passare da un estremo all’altro fu per Rocky una sofferenza immane che il quadrupede poteva esprimere in un solo modo: diventando un cane morsicatore. E così prima si liberò e una volta ripreso morse entrambi gli avambracci del secondo padrone che si dichiarò non più disponibile a riprenderlo. Il futuro del cane era segnato: morsicatore, senza padrone, lo aspettava solo un’iniezione letale con cui il servizio veterinario della Ausl avrebbe messo fine alla breve e sfortunata vita.
Ma la legge sul benessere degli animali ha consentito un’interpretazione e un’applicazione innovativa. E così è stato. Dopo quattro mesi di lavoro costante per il suo recupero, Rocky è stato consegnato al centro cinofilo della Polizia di Stato e dopo uno specifico e severissimo test, superato a pieni voti, il pastore tedesco “cattivo” ha iniziato la sua carriera di cane poliziotto a Nettuno.

ROMAGNA OGGI
10 OTTOBRE 2009
 
Cesenatico: ruba una tartaruga, denunciato un napoletano
 
CESENATICO (FC) - Si è ‘beccato' una denuncia per aver rubato una tartaruga. Protagonista della vicenda un napoletano di 42 anni, B.C., residente nella provincia di Ravenna. Il campano si era presentato in un negozio di animali nel centro di Cesenatico il 15 settembre scorso. Approfittando di un attimo di distrazione della commessa, si è intascato una tartaruga ed è uscito dal punto vendita facendo finta di nulla. Ma l'occhio delle telecamere avevano immortalato tutto.Pochi giorni fa il 42enne si è ripresentato al negozio. La commessa ha riconosciuto il ladro ed ha chiamato i Carabinieri. Subito sono intervenuti gli uomini dell'Arma che lo hanno denunciato.

IL TEMPO
10 OTTOBRE 2009
 
Bruni come BB: no alla pelliccia
La moglie del presidente francese scrive all'animalista Brigitte Bardot "Il mio comportamento parla per me. Se venissi imitata ne sarei felice".
 
PARIGI - Carla Bruni come BB. Al fianco degli animalisti. La premiere dame di Francia, ex modella, che sulle passerelle di tutto il mondo ha indossato le pellicce di una lunga serie di stilisti famosi, oggi dice «no». La moglie del presidente Nicolas Sarkozy ha scritto una lettera a Brigitte Bardot, che da anni con la sua Fondazione si batte per la difesa degli animali, dicendosi contraria a indossare abiti in pelliccia di animale. La Bruni dame assicura all'ex attrice animalista che sarebbe «felice di essere imitata» in questo atteggiamento.«Dico soltanto la verità affermando che non porto pellicce - scrive la Bruni - Potrei aggiungere che non è un caso, ma una mia scelta. Non ho il temperamento di una donna politica. Il mio comportamento parla per me. Se venissi imitata ne sarei felice». «Ciascuno conduce la propria vita e porta avanti le proprie battaglie, a patto che siano oneste», continua ancora la «premiere dame» nella lettera, sottolineando la propria ammirazione per la passione che anima B.B. nella difesa dei diritti degli animali. La Bardot, 75 anni, in questi giorni celebrata a Parigi in un'esposizione, ha ringraziato la Bruni per il suo impegno e ha approfittato dell'occasione per chiederle anche di convincere il presidente, Nicolas Sarkozy, a vietare le corride. Anche lo scorso luglio la Bardot, in una lettera aperta alla premiere dame, aveva chiesto di «convincere suo marito a rifiutare le corride, abominevole spettacolo di morte» perché «la morte di un animale torturato non deve più essere ammessa in Francia».Come regalo di compleanno, qualche settimana fa, la Bardot aveva inoltre chiesto a Sarkozy di vietare gli animali nei circhi. Una manifestazione contro l'uso della pelliccia sarà organizzata il 24 ottobre dalla Fondazione Bardot con la Lega americana PeTA e la Lega francese per i Diritti dell'animale. Sicuramente, la sua posizione, impedirà alla Bruni di scendere in piazza, ma già il fatto che abbia preso posizione contro l'uso delle pellicce è un segnale forte per le donne. Diventata un'icona della moda, da quando è salita all'Eliseo, e spesso in contrapposizione con lady Obama, la Bruni potrebbe essere seguita, realmente, non solo dalle francesi ma da molte altre signore nel resto del mondo.Tutte al grido: «Pelliccia non è bello!». In fondo negli ultimi anni moltissime aziende stanno «riconvertendo» la produzione di pellicce in altri capi di abbigliamento più moderni e meno drammatici per il mondo animale.

FUTURO PROSSIMO
10 OTTOBRE 2009
 
Gli speciali - 8 animali bionici - 8 - Boonie, capra bionica
 
 
Per chiudere il nostro speciale sugli animali bionici, se proprio vogliamo trovare qualcuno tra loro che ha addirittura migliorato la sua condizione dopo un innesto, quella è la Capra Boonie, mascotte dello Stato di Washington.L'animale, che oggi ha 4 anni, ha subìto l'amputazione di una zampa in seguito all'arresto della circolazione: aveva inavvertitamente stretto l'arto in una corda: Mara Peterson, la sua padrona, non si è data pace finchè non le ha garantito una valida alternativa.Dopo molte ricerche ha trovato la OrthoPets, un'azienda di Denver che da 6 anni si occupa di protesi per animali: il veterinario che aveva in cura Boonie, il dr.Krystal Grant del Tahoma Veterinary Hospital, garantisce che la stabilità dell'animale è migliorata di gran lunga.Auguroni alla Super Pecora, ordunque: d'altra parte non è sola, la Orthopets ha già 'bionizzato' altri tre capi prima di lei. Aspettando i cani che ci portano il giornale e ci spiegano le notizie meglio di sciocchi redattori come il sottoscritto, vi saluto e vi abbraccio, dandovi appuntamento al prossimo speciale!

JULIE NEWS
10 OTTOBRE 2009
 
Zaia dona il figlio di Varenne ad associazione
 
 
Provincia di Roma - Marcus Joy, il figlio di Varenne che ho avuto in dono dal mondo dell’ippica, ha avuto un infortunio in allenamento e non potrà seguire le orme del padre, il trottatore più veloce di tutti i tempi. Volevo che corresse per beneficenza, ma anche se questo non sarà più possibile darà ugualmente il suo contributo perché è stato affidato ad una associazione”.Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha dato in affidamento da trenta giorni alla Onlus ‘Relived Horses’ di Bracciano, Marcus Joy, il maschio baio trottatore figlio di Varenne e di Natacha Ve che gli è stato regalato in occasione degli Oscar del trotto 2008. L’associazione si occupa di ricollocare i cavalli a fine carriera nell’ippoterapia, nel cinema, per i concorsi ippici e per le passeggiate. “Anche se non potrà fare attività agonistica al trotto – spiega il Ministro – mantiene un buon livello atletico e sarà utilizzato anche per il cinema. Debutterà al Derby di Roma con uno spettacolo. Ero un grande tifoso del ‘Capitano’ e Marcus Joy è stato un dono gradito perché ha testimoniato l’affetto del mondo dell’ippica. In questo modo voglio anche contribuire alla diffusione dell’amore per questi splendidi animali, per il rispetto della natura e per lo sport”.

IL MATTINO
10 OTTOBRE 2009
 
Mandria di bovini sequestrata alla foce del Mingardo nel comune di Camerota..
 
MARIO FORTUNATO
 
Golfo di Policastro (SA). Mandria di bovini sequestrata alla foce del Mingardo nel comune di Camerota e due supermercati chiusi a Roccagloriosa, ai piedi del Bulgheria. Posti i sigilli sanitari anche ad un’azienda zootecnica del valore di cinquecentomila euro e a due strutture commerciali del valore di circa quattrocentomila euro. Denunciati all’autorità sanitaria i titolari delle strutture sequestrate. Imponente servizio di controllo dei Nas di Salerno nei comuni di Camerota e Roccagloriosa. Da tre giorni una squadra di carabinieri del nucleo antisofisticazioni di Salerno opera sul territorio del Golfo di Policastro. La prima struttura a finire nel mirino è stata un centro commerciale ubicato nella zona tra Sapri e Policastro Bussentino. Durante i controlli, effettuati in sinergia con i medici dell’Asl, oltre a carenze strutturale e igienico sanitarie, sarebbe stato accertato che il locale adibito a magazzino era del tutto sprovvisto di autorizzazione. Sono scattati i sequestri con i relativi verbali amministrativi. Ma le operazioni più importanti sono state effettuate nella giornata di ieri. Il primo blitz è scattato ieri mattina alla foce del Mingardo, nel territorio di Marina di Camerota. Un’intera mandria composta da quarantasette bovini è stata posta sotto sequestro perché gli animali sarebbero stati trovati privi di contrassegni d'identità. Marchio obbligatorio perché permette oltre all’identificazione del bovino permette la tracciabilità del latte prodotto dallo stesso animale. I bovini sono stati sequestrati presso l’allevamento ubicato nel comune di Camerota. I militari, a conclusione dell’operazione, hanno posto i sigilli anche all’azienda zootecnica stimata per un valore di circa cinquecentomila euro. Nel pomeriggio di ieri, la stessa squadra di militari salernitani ha fatto visita a due supermercati di Roccagloriosa. Nei depositi dove vengono custoditi gli alimenti, annessi ai supermarket, sarebbero state riscontrate carenze strutturali e igienico sanitarie tali da non garantire la salubrità dei prodotti commercializzati. Le due strutture del valore complessivo di circa quattrocentomila euro sono state immediatamente chiuse e i titoli dei negozi denunciati all’autorità sanitaria.

LA CITTA' DI SALERNO
10 OTTOBRE 2009
 
Sequestrata azienda zootecnica
 
Marina di Camerota (SA). Sequestrata un’azienda zootecnica e circa cinquanta bovini. Pugno duro dei Nas di Salerno nel Cilento. Ieri durante un’ispezione presso un allevamento a Marina di Camerota non è sfuggito ai controlli il titolare di un’azienda di bovini, che ha un valore complessivo di 500mila euro. Le violazioni riscontrate sono di carattere amministrativo, ma i risvolti delle inadempienze potevano essere più gravi. In pratica un’intera mandria di bovini, per l’esattezza quarantasette capi, sono stati trovati tutti privi dei regolari contrassegni identificativi. Le marche auricolari e i contrassegni endoruminali sono infatti segni caratteristici obbligatori, in quanto necessari a identificare gli animali e l’allevamento da cui provengono. Segni identificativi indispensabili per la tracciabilitá del latte messo in commercio. Alle porte dell’azienda sono stati posti i sigilli, ed è stata inoltrata la segnalazione ai sanitari dell’Asl. • Sono state riscontrate irregolaritá anche a Roccagloriosa, presso due depositi annessi a due supermercati, chiusi per carenze strutturali e igienico-sanitarie. I locali non garantivano la salubritá dei prodotti alimentari, che però venivano puntualmente commercializzati, rifornendo i supermercati dei prodotti che di volta in volta mancavano. Le strutture sono state chiuse e i titolari denunciati.

TARGATO CN
10 OTTOBRE 2009
 
Su tutte le Alpi,censimento per stimare il numero dei gipeti
 
Stimare la popolazione di gipeti che vive sulle Alpi è l’obiettivo di decine di naturalisti che oggi e domani 11 ottobre presidieranno punti panoramici, colli e cime con gli occhi all’insù. Da Monaco a Trieste si cercherà di fare un censimento dell’avvoltoio che dal 1986 è oggetto di reintroduzione in quattro siti delle Alpi (Parco nazionale Alti Tauri, Parco nazionale Svizzero/Parco nazionale Stelvio, Alta Savoia/Bargy, Parco naturale Alpi Marittime/Parco nazionale Mercantour). Da quell’anno sono poco meno di 200 gli uccelli rilasciati in natura a partire da esemplari nati in cattività. Nonostante ciò il gipeto è ancora una specie a rischio di estinzione in Europa sebbene ci siano segnali incoraggianti per il suo futuro. Il conteggio che per il quarto anno consecutivo è organizzato dall' International Bearded Vulture Monitoring con la collaborazione di tutti i partner del progetto di reintroduzione (Parchi, volontari, Corpo Forestale dello Stato, Comunità Montane, Comprensori alpini, Aziende faunistico venatorie...) consente di tracciare un quadro aggiornato della presenza nelle varie aree alpine dell’animale. Le segnalazioni dell’osservazione dei gipeti sono comunque utili in ogni periodo dell’anno e contribuiscono alla buona riuscita del progetto per cui si rinnova l’invito ai frequentatori della montagna di segnalare eventuali avvistamenti al Parco, possibilmente con l’invio di fotografie ([email protected]).

IL GAZZETTINO
10 OTTOBRE 2009
 
TEOLO (PD) Due sorelle a bordo di una Citroen finite in fosso dopo avere travolto un esemplare
Cinghiali sulla A13, causa alla Società Autostrade
 
Teolo (PD) - Citazione in giudizio in arrivo per la Società Autostrade. Ad inviarla è uno studio legale di Abano, che ha raccolto qualche giorno fa la richiesta di risarcimento dei quattro viaggiatori della Citroen, coinvolta il 5 ottobre nell’incidente provocato dall’attraversamento di corsia di due cinghiali nei pressi del casello di Rovigo Sud. L’impatto con uno degli animali, rimasto ucciso, ha provocato la fuoriuscita di strada dell’auto, che è andata praticamente distrutta. Per le due sorelle di Teolo, M.C. ed M.J., in viaggio con altre due persone, si è trattato del classico danno oltre alla beffa. La società Autostrade ha declinato infatti ogni responsabilità sull’accaduto, sostenendo di aver sistemato una recinzione lungo tutto il tratto autostradale. Ma per l’avvocato Claudio Calvello, che tutela le persone ferite, le argomentazioni di difesa sono tutte da dimostrare. «Su situazioni del genere – ha ricordato – i giudici si sono già espressi. Ricordando come la recinzione deve essere "adeguata" e tale quindi da contrastare i sicuri tentativi di penetrazione da parte di tali animali selvatici, tanto più laddove la loro presenza è un fenomeno notorio». Quanto accaduto a Rovigo, secondo il legale, potrebbe non essere un fatto eccezionale. La diffusione della specie nella zona dei colli non escluderebbe nuovi incidenti. Dai quali i responsabili non potrebbero esimersi sostenendo la presenza di una recinzione.

LA NUOVA VENEZIA
10 OTTOBRE 2009
 
Ricompare il lupo sulle Dolomiti
 
BELLUNO. Anche il lupo, dopo l’orso, ricompare sulle Dolomiti, dov’era assente da oltre 80 anni. In realtà, purtroppo, è ricomparsa per ora solo la carcassa di un lupo. I resti di un esemplare adulto, morto per cause naturali, sono stati trovati infatti - rende noto il consorzio turistico Dolomiti Stars - nei pressi del Passo San Pellegrino. Era dal 1929 che non si segnalava la presenza di questo animale sulle Dolomiti. Probabilmente si tratta di un esemplare proveniente dall’area balcanica, forse Croazia, o Slovenia, come l’orso ribattezzato «Dino» che da alcuni mesi ha scelto le Dolomiti per trascorrere le sue giornate. Questi esemplari sono una conferma di come molte specie rare stiano ricolonizzando le Dolomiti bellunesi: oltre all’orso e al lupo, l’aquila reale e il gufo reale. Animali rari che si aggiungono a cervi, caprioli, stambecchi, camosci, volpi, tassi, scoiattoli.

MATTINO DI PADOVA
10 OTTOBRE 2009
 
Il morso di un cane gli stacca la falange
 
Luisa Morbiato
 
RUBANO (PD). La prima falange del dito medio della mano destra staccata di netto ad un cinquantenne, A.T. residente a Chioggia ma in visita alla fidanzata che abita in via La Pira a Rubano. E’ questo il risultato di una lite tra cani avvenuta davanti al cancello di casa. Il mordace animale è un piccolo meticcio, circa 20 centimetri di altezza, di proprietà di un uomo di 48 anni residente nella stessa strada. Quest’ultimo stava portando a spasso il cane quando dalla casa della donna è uscito il suo cagnolino, a sua volta un meticcio ma di taglia media. I due animali si sono sfidati e in un lampo è partita la zuffa. D’istinto sia il proprietario del terribile cagnolino che A.T. si sono lanciati nella mischia tentando di dividere i due cani che si azzannavano e graffiavano a vicenda.  Nel parapiglia che ne è nato il meticcio più piccolo ha morso al dito il cinquantenne. Lo ha fatto con una tale rabbia e una potenza inusuale per un cagnolino di taglia ridotta, tanto da staccargli di netto la prima falange del dito medio della mano destra. Il quarantottenne ha preso in braccio il suo animale ed è fuggito tra le urla di dolore del malcapitato A.T. La sua fidanzata con grande sangue freddo ha raccolto la falange in attesa dell’ambulanza che ha portato il malcapitato al pronto soccorso dell’ospedale di Padova.  Un gesto inutile, i medici non hanno potuto riattaccare il pezzetto: l’operazione avrebbe potuto comportare gravi infezioni. A.T. è stato medicato e dimesso con una prognosi di 20 giorni. Della vicenda si sono occupati i carabinieri di Sarmeola che, sono riusciti a risalire al padrone del cane fuggito. L’animale è iscritto all’anagrafe canina ed è vaccinato. L’uomo è stato denunciato per lesioni personali, omissione di soccorso, e malgoverno dell’animale.
 
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