10 LUGLIO  2009

LA ZAMPA.IT
10 LUGLIO 2009
 
Torino, cinghiale semina il panico nel sottopasso poi viene abbattuto
Correva fra le auto nel tunnel di Corso Massimo d'Azeglio poi, impaurito, è stato ucciso dai vigili urbani
 
MASSIMILIANO PEGGIO
 
TORINO - Spaventato da tutto, spaventoso per molti, un cinghiale ieri ha seminato il panico a Torino e dintorni. Prima è passato con il rosso all’incrocio di corso Dante. E fin qui nessun guaio. I problemi seri sono arrivati a Moncalieri.
L’animale - un maschio di oltre 40 chili - ha ferito diverse persone: una mamma, il suo bimbo di appena 3 anni, un pensionato di 64 anni. Ha caricato pure una vigilessa, Elena De Maria, che insieme ai colleghi cercava di bloccarlo. Poi si è infuriato contro un altro vigile, Vincenzo Miccoli, il quale però ha avuto la meglio. Mentre il cinghiale si era scagliato contro un’inferriata, Miccoli lo ha ucciso sparando con la pistola d’ordinanza.«Abbiamo cercato di evitare di ammazzarlo - racconta l’uomo, vecchio vigile urbano di Moncalieri prossimo alla pensione -. Abbiamo provato a sbarrargli la strada in vari modi, ma stava diventando sempre più aggressivo e pericoloso». Vincenzo Miccoli è un cacciatore, «ma non mi era mai capitato di incontrare un cinghiale. Proprio a me doveva succedere una cosa del genere: in mezzo alla città e a poco tempo dalla pensione». Sempre a Moncalieri, prima di essere abbattuto, il cinghiale aveva danneggiato anche un’automobile dei carabinieri e un’altra delle guardie venatorie, sulla quale viaggiava il vice capo Claudio Tanzillo: su quest’ultima è riuscito addirittura a salire sul parabrezza. Danni anche a una Fiat Croma, parcheggiata in via Brofferio. Nessun guaio ma solo tanta sorpresa, invece, nella corsa nel sottopassaggio di corso Massimo D’Azeglio, a Torino. Rumore di zoccoli, fiatone, auto che inchiodano, gente incredula: «Ma quello è un cinghiale!». Scatenato nel traffico dell’ora di punta, intorno alle 18,30. È sbucato davanti alla zona degli ospedali. Ha tagliato la strada in salita che porta verso il Regina Margherita, costeggiando un cantiere. Poi ha proseguito la sua corsa fino a Moncalieri. Dove la situazione si è complicata: ha lesionato alcune automobili e ferito diversi passanti. «Ucciderlo era l’unico modo per fermarlo» ribadisce il vigile urbano che gli ha sparato.
 
VIDEO
Video a cura di Niccolò Zancan
 
Un cinghiale in corso Massimo a Torino
 
E' passato con il rosso all'incrocio di corso Dante. Rumore di zoccoli, fiatone, auto che inchiodano, gente incredula: «Ma quello è un cinghiale!». Precisamente: un cinghiale nel sottopassaggio di corso Massimo D'Azeglio. Torino, ore 18,30: traffico dell'ora di punta. Era in corsa disperata già da alcuni minuti, con la bava alla bocca e l'andatura sfiancata. Spaventato da tutto, spaventoso per molti, è sbucato davanti alla zona degli ospedali. Poi si è perso per la città. Ma un'ora dopo il cinghiale è ricomparso a Moncalieri, al confine di Torino. Ancora in una zona abitata. Circandato dai vigili urbani, si è visto perduto. Ha caricato tre persone, anche una madre con un bambino di tre anni: per tutti lievi escoriazioni. Il cinghiale è stato abbattuto con due colpi di pistola.
 
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=19095&tipo=VIDEO

SESTO POTERE
10 LUGLIO 2009
 
Sequestrati gli animali di un allevamento illegale nel trevigiano. L'Enpa: "Plauso alle forze dell'ordine"
 
Treviso - Una donna di Colle Umberto (Treviso) allevava illegalmente decine di animali, tra cui cani, gatti e persino furetti, tenuti in condizioni igienico – sanitarie estremamente degradate ma, a seguito delle segnalazioni inoltrate da decine di cittadini e dalle associazioni animaliste, le autorità hanno posto fine l’attività illecita. La Procura di Treviso, allertata dalla Polizia Municipale che ha denunciato la donna, ha infatti disposto il sequestro degli animali. Il responsabile sella sezione Enpa di Treviso, Adriano De Stefano, soddisfatto per l’esito dell’operazione, ringrazia le Forze dell’Ordine che sono intervenute e invita tutti i cittadini a prestare attenzione per evitare il ripetersi di fatti analoghi e a diffidare di allevatori improvvisati. “Finalmente dopo anni di segnalazioni la verità è venuta a galla e la Giustizia ha prevalso – ha commentato De Stefano - ponendo così fine ad una attività illegale che proseguiva da anni. Gli animali erano tutti assieme, sani e malati, cuccioli e adulti, maschi e femmine, con l’unico scopo di moltiplicare le cucciolate”.

LA TRIBUNA DI TREVISO
10 LUGLIO 2009
 
Sequestrato il lager degli animali
 
di Salima Barzanti
 
COLLE UMBERTO (TV). Sedicente allevatrice denunciata dopo il sequestro di numerosi animali selvatici, esotici e d’affezione. Oltre una quindicina cani e una trentina di gatti, tutti di razze pregiate, ma anche calopsiti, cincillà, furetti e altri animali esotici, erano tenuti in una casa di Colle Umberto a volte senza le prescritte autorizzazioni e in condizioni igieniche precarie, in gabbie accatastate l’una sull’altra o comunque in spazi ristretti, invasi da parassiti e topi. La situazione è venuta alla luce, grazie alle numerose segnalazioni di privati e di associazioni animaliste, e alla denuncia della Polizia Municipale di Colle Umberto, a seguito della quale la Procura di Treviso ha tempestivamente disposto il sequestro di tutti gli animali sopravvissuti. «Finalmente la verità è venuta a galla e la Giustizia ha prevalso ponendo così fine a un’attività illegale che proseguiva da anni, tesa al profitto senza alcuna considerazione per le condizioni dei poveri animali detenuti in un’inaccettabile promiscuità e in condizioni igieniche spaventose - dichiara Adriano De Stefano, referente dell’Enpa provinciale - tutti assieme, sani e malati, cuccioli e adulti, maschi e femmine allo scopo di farli accoppiare all’infinito per trarre profitto dalla vendita delle cucciolate. Ringraziamo le Forze dell’Ordine che sono intervenute e hanno posto sotto sequestro gli animali». Animali che erano addirittura costretti a vivere tra le proprie feci, con le più svariate patologie e infezioni, spesso denutriti e non curati. Come segnalato in una nota congiunta di Lav e Enpa «l’Asl competente, pur frequentando l’abitazione ove si svolgeva questo improvvisato allevamento avrebbe «dichiarato che tutto andava bene». Nei giorni scorsi un ulteriore sopralluogo è sfociato nel sequestro e nella denuncia della presunta allevatrice. «Non possiamo che essere finalmente soddisfatti dell’esito della vicenda - afferma l’avvocato Lorenza Secoli, responsabile della sede Lav di Treviso - molti volontari e numerose persone hanno potuto vedere le terribili condizioni in cui gli animali erano custoditi. Fino a questo momento tutti gli appelli e le richieste inviate all’Asl di intervenire erano state inutili. Ora è necessario che il provvedimento di sequestro sfoci in una confisca definitiva (così come prevede la legge in caso di condanna per maltrattamento), in modo che a questi poveri animali possa essere garantito un futuro sereno». Lav e Enpa, auspicandosi che episodi del genere non debbano più accadere, invitano tutti i cittadini a essere attenti testimoni di fatti analoghi e dal diffidare di allevatori improvvisati segnalandocene la presenza». Continua, dunque, la battaglia delle associazioni ambientaliste contro lo sfruttamento degli animali per fini di lucro. Purtroppo - avvertono i responsabili delle associazioni di tutela degli animali - il caso di Colle Umberto non può ritenersi isolato, quindi vale l’appello alla vigilanza e alla segnalazione di ogni contravvenzione della legge.

BRESCIA OGGI
10 LUGLIO 2009
 
Gavardo (BS), i due rottweiler uccisi dalle percosse
LE ANALISI. Il referto dell'Istituto zooprofilattico di Brescia ha svelato le cause del decesso dei cani
Nessuna traccia di avvelenamento nei tessuti e nemmeno di rabbia
Avevano aggredito e morsicato quattro bambini del Grest di Nuvolento
 
Gavardo (BS) - Nessun avvelenamento. I due rottweiler morti la sera stessa dell'aggressione, mercoledì 1° luglio, ad un gruppo di bambini del Grest di Nuvolento, in gita sulle colline di Gavardo a San Carlo, sono stato uccisi dalle percosse. L'esame necroscopico effettuato dagli esperti dell'istituto zooprofilattico di Lombardia ed Emilia Romagna parla chiaro: «In un animale il decesso è sopravvenuto a causa di una frattura cranica con conseguente emorragia – spiega Loris Alborali, direttore del servizio diagnostica – mentre nell'altro animale la morte è stata causata da una dilatazione e torsione gastrica, determinata da un movimento brusco dell'animale» probabilmente percosso o strattonato con violenza dall'uomo. Un altro elemento importante, che indubbiamente rassicurerà i famigliari dei bambini aggrediti: i cani non soffrivano di rabbia né di altre malattie trasmissibili.
Quella mattina è ancora ben viva nei ricordi dei bimbi del Grest, in particolare per i quattro che sono stati morsicati ed hanno dovuto rivolgersi alle cure dei medici del Pronto soccorso di Gavardo prima e dell'Ospedale Civile di Brescia dopo. Il gruppo stava facendo un'escursione ed era in procinto di consumare uno spuntino a metà mattina nella località di San Carlo. I cani che gironzolavano nei dintorni all'improvviso si sono avventati sui bambini scatenando il panico. I piccoli e gli educatori si sono difesi con ogni mezzo; saliti su dei tavoli di legno per i pic-nic, i più grandi hanno colpito con dei bastoni usati per i giochi i due rottweiler che alla fine se ne sono andati, lasciando a terra feriti e terrorizzati quattro bambini. I carabinieri hanno poi denunciato per omessa custodia e lesioni la proprietaria degli animali, una signora di Flero, e il padre di quest'ultima che li teneva nell'abitazione di San Carlo.
Resta da contestualizzare il momento in cui gli animali sarebbero stati colpiti: intuitivamente le percosse potrebbero essere sopraggiunte nel momento in cui i soccorritori avrebbero allontanato i cani dai bambini aggrediti. La frattura cranica di un animale infatti sarebbe stata causata probabilmente da una bastonata. Ma è anche vero che i bambini o gli stessi educatori che li accompagnavano non erano certo nelle condizioni psicologiche di difendersi con forza vista l'età e la situazione di panico. Più difficile la spiegazione sulla dilatazione e la torsione dello stomaco: patologie che possono avverarsi indipendentemente, ma rappresentano sempre un evento dagli esiti mortali.(ha collaborato Pietro Gorlani)

ANMVI OGGI
10 LUGLIO 2009
 
CODICE DELLA STRADA, E IL VETERINARIO SOCCORRITORE?
 
La Commissione Trasporti della Camera approva "in linea di principio" nuove norme per il soccorso degli animali, ma si dimentica del veterinario soccorritore. Fra le proposte emendative "approvate in via di principio" figurano infatti alcune modifiche al Codice della Strada in materia di mezzi di soccorso e di incidenti con danni ad animali. L'iniziativa è dell'On Giammanco (sottoscritta dai parlamentari, Antonino Foti, Sarubbi, Garofalo, Cazzola, Mancuso, Ceccacci Rubino, Repetti, Tortoli, Nizzi e Lorenzin) e inserisce un articolo 21-bis (Modifiche agli articoli 177 e 189 del decreto legislativo n. 285 del 1992, in materia di mezzi di soccorso per animali e di incidenti con danni ad animali) alla proposta di legge Disposizioni in materia di sicurezza stradale, che modifica il Codice della Strada.Due i commi dell'emendamento approvato in sede legiferante, il primo riguarda i mezzi di soccorso ed estende alle ambulanze veterinarie l'uso del dispositivo acustico supplementare di allarme e l'uso, qualora i veicoli ne siano muniti, anche del lampeggiante blu. Il secondo comma, invece interviene sui comportamenti da tenere in caso di incidente introducendo l'obbligo di provvedere al soccorso dell'animale domestico incidentato assicurando l'intervento del medico veterinario.
1. Al comma 1 dell'articolo 177 del decreto legislativo n. 285 del 1992, dopo le parole: «a quelli delle autoambulanze e veicoli assimilati adibiti al trasporto di plasma ed organi» sono inserite le seguenti: «, nonché a quelli delle autoambulanze e dei mezzi di soccorso per animali o di vigilanza zoofila,».
2. All'articolo 189 del decreto legislativo n. 285 del 1992 è aggiunto, in fine, il seguente: «9-bis. Chiunque, nelle condizioni di cui al comma 1, in caso di incidente con danno a uno o più animali domestici, da lavoro o protetti, non ottempera all'obbligo di fermarsi è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 389 a euro 1559. Le persone coinvolte in un incidente con danno a uno o più animali domestici, da lavoro o protetti, devono porre in atto ogni misura idonea ad assicurare l'immediato intervento di un medico veterinario. Chiunque non ottempera all'obbligo di cui al periodo precedente è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 78 a euro 311».
L'eccesso di velocità per il veterinario che debba recarsi con proprio mezzo sul luogo dell'emergenza resta esposto a sanzione, malgrado i precedenti favorevoli della giurisprudenza. Non sono nemmeno previste disposizioni particolari per il transito del veicolo proprio del medico veterinario (es. in autostrada) per raggiungere il luogo del soccorso. E sempre in materia di soccorso veterinario d'urgenza, l'Anmvi aveva già sensibilizzato il Legislatore sulla necessità di prevedere deroghe per la sosta e il parcheggio nelle immediate vicinanze delle strutture veterinarie 24h e dei pronto soccorso veterinari per i casi in cui il proprietario/detentore debba recarsi dal veterinario con proprio mezzo per l'assistenza urgente sull'animale o , nel caso opposto, fosse il medico veterinario a doversi recare con proprio mezzo d'urgenza presso il domicilio dell'animale.L'Anmvi auspica che il Legislatore possa - per le stesse ragioni "di principio"- intervenire in tal senso, completando il quadro degli interventi a favore del soccorso agli animali.

GREEN REPORT
10 LUGLIO 2009
 
Continua il fenomeno dell´abbandono degli animali nel periodo estivo
 
FIRENZE. Siamo prossimi ormai ai grandi esodi estivi di metà luglio e del mese di agosto, periodo di agognato riposo per molti cittadini che coincide spesso con uno dei momenti più tristi per molti animali da affezione. L’abbandono di cani e gatti nel periodo pre-ferie persiste nonostante i molti richiami e appelli dei media. Siamo consapevoli che non è una notizia, ma anche greenreport non desiste e continua lanciare il suo grido di sdegno per un gesto che è difficile da qualificare anche se la specie umana si è talvolta spinta ben oltre. Talvolta questi gesti creano gravi conseguenze, non solo come ovvio agli animali abbandonati, ma anche per l’incolumità degli esseri umani dato che un animale libero può essere causa di incidenti stradali. Nei casi più fortunati i cani abbandonati vanno ad incrementare il fenomeno del randagismo. E’ complicato sapere quanti sono gli animali abbandonati in un estate: per i cani alcune stime parlano di 150mila-200mila abbandoni l’anno di cui un po’ meno di un terzo quelle effettuati d’estate. «Abbandonare o maltrattare un animale e in particolare un cane che è animale d´affezione, è un reato punibile con l´arresto da 3 mesi ad un anno» ha ricordato il sottosegretario alla Salute Martini. Il governo ha puntato sulla formazione per contrastare il fenomeno dell’abbandono e del conseguente randagismo ed ha presentato un filmato che verrà presentato nelle scuole; inoltre sabato prossimo sarà presentata una guida realizzata in collaborazione con il Ministero del Turismo. «L’obiettivo ha continuato Martini- è quello di stimolare il processo di educazione e il dibattito soprattutto tra i giovani, affinché siano consapevoli di cosa vuol dire accogliere in casa un animale». Ormai da qualche anno il fenomeno dell’abbandono non riguarda solo cani e gatti, ma colpisce anche tartarughe d’acqua, pesci esotici, ed altri animali (piccoli e meno piccoli) che sono ospitati nelle nostre case «Soltanto lo scorso anno sono state abbandonate in fiumi, torrenti e laghi oltre 16.000 tartarughe e 15.000 pesci tropicali, le stime di quest´ anno parlano di un numero che sarà sensibilmente più alto» afferma il presidente nazionale dell´Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa), Lorenzo Croce. Spesso si tratta di animali esotici che quando risultano scomodi nella gestione, vengano riversati in fiumi, laghi naturali, laghetti cittadini creando enormi problemi all´ecosistema dei corsi d´acqua e anche a quello dei laghetti dei parchi pubblici.

TISCALI ANIMALI
10 LUGLIO 2009
 
Abbasso la corrida. Evviva il toro
 
 
 
El Cid, il toreador spagnolo incornato dal toro (foto ansa) 
 
OSCAR GRAZIOLI
 
Proprio non ce la faccio a rattristarmi quando leggo di toreri incornati e feriti, anzi, senza usare eufemismi di sorta, la prendo come una pallida vendetta di tutti i tori massacrati nelle arene di Spagna, di Francia e alle altre (poche per fortuna) nazioni che ancora ammettono o si fanno vanto delle loro corride. 
Pochi giorni fa, El Cid, famoso toreador spagnolo, durante una corrida a Pamplona, nel nord della penisola iberica, è stato incornato nelle parti intime. Il corno del toro, una volta stracciati i pantaloni, è penetrato a contatto con i genitali del matador che è stato portato all’ospedale e operato. Già nella corrida precedente El Cid aveva riportato una seria ferita al ginocchio che non gli ha impedito di farsi incornare i genitali e di affermare che sono incidenti del mestiere e che, appena guarito, sarà di nuovo nell’arena. Sarò cinico ma dovessero incornarlo definitivamente non verserei molte lacrime.
Nel frattempo, durante il quarto giorno della festa di S. Firmino, sempre a Pamplona, un giovane è morto, dopo essere stato incornato a livello del collo durante la tradizionale corsa tra le strade del centro cittadino. Altri tre giovani, uno dei quali incornato all’addome, sono stati ricoverati e operati mentre il “corredor”, colpito dal toro al collo, nonostante l’intervento urgente è defunto all’ospedale di Navarra. Il toro "Capuchino", il numero 106 dell'allevamento di Jandilla, una volta distanziati gli altri animali impegnati nella folle corsa, ha iniziato a menar cornate tra la folla dove c’era il gruppo di giovani scatenati al suo inseguimento, finito, questa volta, in tragedia.
Il bilancio di questa quarta corsa è al momento di un morto e nove feriti e per quanto riguarda il giovane morto si tratta della quindicesima vittima dal 1911. Confesso che, anche in questo caso, non mi attanaglia la tristezza, ma solo il compatimento per migliaia di debosciati che corrono all’inseguimento di tori terrorizzati, e spesso drogati, che nulla possono fare, per difendersi, se non menare qualche fendente a casaccio, sperando di allontanare quei disgraziati che gli corrono dietro, spesso ubriachi, urlando e tempestandoli di pugni ovunque.
La corrida e queste corse saranno anche state esaltate dal genio di Ernest Hemingway, sarà anche vero che “la corrida la possono capire solo gli spagnoli”, ma questo non toglie che quando sento di un torero incornato non riesca a pensare che finalmente un filo di giustizia si è interposta fra la tracotanza dell’uomo (e della donna) e un animale di indole mite che è stato allevato in condizioni tali da renderlo furioso. Lascio volentieri la corrida agli spagnoli che, oltre tutto, negli ultimi sondaggi rifiutano a grande maggioranza questo barbaro spettacolo. Evviva il toro

TG COM
10 LUGLIO 2009
 
Spagna, corsa dei tori: un morto
Sangue alla festa di San Firmino
 
Un uomo è morto per una cornata nel quarto "encierro" delle feste di San Firmino a Pamplona, nella Spagna settentrionale. Secondo la tradizione, ogni mattina per otto giorni si svolgono le corse con i tori nelle stradine del centro. Lo ha reso noto una portavoce dell'organizzazione. La vittima è deceduta dopo essere stata operata d'urgenza. Altri tre giovani sono rimasti feriti, uno dei quali sempre per una incornata all'addome.L'incidente mortale è intervenuto quando uno dei tori è stato distanziato dagli altri animali, rimanendo isolato in mezzo a decine di persone. Il toro "Capuchino" ha iniziato allora a dare colpi di corna fra la gente che lo circondava. Uno dei "corredor" è stato colpito più volte, ed è stato trasportato all'ospedale di Navarra dove è morto poco dopo. L'uomo aveva riportato ferite al collo e al petto. Il bilancio di questa quarta corsa è di un morto e nove feriti. Dal 1911 sono 15 le persone morte per le ferite riportate nelle tradizionali corse dei tori della Fiesta di San Firmino, un classico dell'estate spagnola scoperto dallo scrittore americano Ernest Hemingway.

LA STAMPA
10 LUGLIO 2009
 
Spagna, un morto nella corsa dei tori
Almeno nove feriti
 
Una persona è morta stamani per una cornata nel quarto encierro delle feste di San Firmino a Pamplona (Spagna settentrionale), dove ogni mattina per otto giorni si svolgono le tradizionali corse con i tori nelle stradine del centro. Lo ha reso noto una portavoce dell’organizzazione. L’identità della persona uccisa nel quarto encierro di San Firmino non è stata ancora resa nota.
L’incidente mortale è intervenuto quando uno dei tori è stato distanziato dagli altri animali impegnati nella corsa di quasi un chilometro ed è rimasto isolato in mezzo a decine di persone. Il toro Capuchino, il numero 106 dell’allevamento di Jandilla, ha iniziato allora a dare colpi di corna fra la gente che lo circondava. Uno dei ’corredor’ è stato colpito più volte, ed è stato trasportato in uno stato definito subito «molto grave» all’ospedale di Navarra dove è morto poco dopo. L’uomo aveva riportato ferite al collo e al petto. Il bilancio di questa quarta corsa è al momento di un morto e nove feriti.
Fernando Boneta, responsabile del pronto soccorso dell’ospedale Navarra, ha dichiarato che sono state incornate altre tre persone, mentre sei hanno riportato ematomi, escoriazioni e ferite meno gravi. L’ultima vittima alla corsa dei torni fu il 22enne americano Matthew Tassio, nel 1995. Dal 1911 15 persone sono morte a causa delle ferite riportate nelle tradizionali corse dei tori della Fiesta di San Firmino, un classico dell’estate spagnola scoperto dallo scrittore americano Ernest Hemingway.
 
FOTO
Corsa dei tori a Pamplona: c'è già un morto
 
Tragedia nel quarto giorno della festa di San Firmin a Pamplona. Un giovane è morto dopo essere stato incornato al collo da un toro durante la tradizionale corsa tra le strade del centro di Pamplona. Il giovane è morto all'ospedale di Navarra dopo essere stato operato d'urgenza. Altri nove giovani sono rimasti feriti questa notte, uno dei quali per una incornata all'addome.
 
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=10&IDalbum=19110&tipo=FOTOGALLERY

ROMAGNA OGGI
10 LUGLIO 2009
 
Corse dei tori a San Firmino, un morto
 
MADRID - Si tingono a lutto le celebrazioni di San Firmino a Pamplona, dove ogni mattina per otto giorni si svolgono le tradizionali corse con i tori nelle stradine del centro. Durante il quarto "encierro" delle feste un uomo è stato incornato da un toro ed ha perso la vita. Lo ha confermato un portavoce dell'organizzazione, ricordando che si tratta del primo decesso dal 1995 ad oggi. Sono diversi i feriti delle prime quattro corse, tre dei quali incornati. L'uomo è stato incornato al collo durante una corsa particolarmente caotica e pericolosa a causa di un animale che si è staccato dal gruppo. L'ultima vittima alla corsa fu il 22enne americano Matthew Tassio.

VIRGILIO NOTIZIE
10 LUGLIO 2009
 
Spagna/ San Firmino, morta una persona incornata da toro
La vittima è un uomo
 
La vittima, un uomo, è stata colpita durante la tradizionale corsa dei tori a Pamplona, nel nord della Spagna. L'organizzazione ha confermato il decesso, il primo dal 1995 a oggi. L'uomo, del quale non sono state diffuse le generalità, è stato incornato al collo durante una corsa particolarmente caotica e pericolosa a causa di un animale che si è staccato dal gruppo. Fernando Boneta, responsabile del pronto soccorso dell'ospedale Navarra, ha dichiarato che sono state incornate altre tre persone, mentre sei hanno riportato ematomi, escoriazioni e ferite meno gravi. L'ultima vittima alla corsa dei torni fu il 22enne americano Matthew Tassio, nel 1995.

LA ZAMPA.IT
10 LUGLIO 2009
 
E il toro squarciò i pantaloni nelle parti basse
 
Non basterà a fargli cambiare mestiere, ma il toro di questa gallery ha certamente messo paura a El Cid, famoso matador spagnolo, incornandogli i pantaloni e le parti intime durante una corrida a Pamplona, nel nord della penisola iberica. Per El Cid, che è stato portato all'ospedale e operato, non è stata di certo una bella giornata visto che già nella corrida precedente aveva ricevuto una ferita al ginocchio.
 
FOTO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=19102&tipo=FOTOGALLERY

LA REPUBBLICA
10 LUGLIO 2009
 
Un uomo è stato colpito al collo durante una corsa particolarmente pericolosa
Dal 1911 nelle tradizionali feste di San Firmino hanno perso la vita 15 persone
Pamplona, muore per una cornata prima vittima dell'encierro dal 1995
 
PAMPLONA - Un uomo ha perso la vita per una cornata nel quarto 'encierro' delle feste di San Firmino a Pamplona (Spagna settentrionale), dove ogni mattina per otto giorni si svolgono le tradizionali corse con i tori nelle stradine del centro. E' la prima vittima dal 1995, quando rimase ucciso il ventiduenne americano Matthew Tassio.
L'uomo, del quale non sono state rese note le generalità, è stato incornato al collo durante una corsa divenuta particolarmente caotica e pericolosa quando un animale si è staccato dal gruppo. Altre tre persone sono rimaste ferite e sei hanno riportato ematomi, escoriazioni e lesioni meno gravi.
Dal 1911 nelle corse di Pamplona care a Ernest Hemingway hanno perso la vita 15 persone. L'encierro si svolge tutte le mattine alle 8 su un percorso di 825 metri che i "corridori" cercano di completare prima dei tori, con il rischio di cadere o farsi incornare. La festa, iniziata lunedì scorso, si concluderà martedì.

LIBERO
10 LUGLIO 2009
 
SPAGNA: UN MORTO NELLA CORSA DEI TORI A PAMPLONA
 
Pamplona - Un uomo e' rimasto ucciso questa mattina durante la tradizionale corsa dei tori nelle strade di Pamplona. Lo hanno annunciato fonti mediche, riferendo che l'uomo e' stato colpito da una cornata alla gola ed e' morto poco dopo in ospedale. S'ignorano l'identita' e il nome della vittima, mentre il toro assassino e' stato identificato come 'Capuchino'.Durante la tradizionale corsa dei tori, sei animali vengano liberati per diversi giorni per le strette strade di Pamplona e centinaia di giovani provano il loro coraggio affrontandoli lungo la via che li conduce all'arena. Dal 1922 i morti sono 15, tre dei quali (escluso quello di oggi) negli ultimi trent'anni: nel 1980 e nel 1995 morirono due cittadini statunitensi, nel 2003 la vittima fu uno spagnolo di 62 anni che mori' dopo essere riamsto in coma per due mesi.

IL GIORNALE
10 LUGLIO 2009
 
PAMPLONA SOTTO CHOC, UN GIOVANE SPAGNOLO MUORE INCORNATO DAI TORI
Un 27enne di Madrid morto durante il quarto encierro della festa di San Firmino. Il toro "Capuchino" autore di una mattanza: 4 incornati. Nel 1995 l'ultima vittima
 
Marco Zucchetti
 
SI TORNA A MORIRE Dopo 6 anni, la corsa dei tori di Pamplona torna ad essere quello che molti tendono a dimenticare lasciandosi trascinare dall'atmosfera di festa e fascino: un gioco mortale. È infatti deceduto stamattina all'Ospedale di Navarra uno dei quattro corridori incornati durante il quarto encierro dei Sanfermines 2009. Per lui fatale un colpo ricevuto alla clavicola, che gli ha provocato una gravissima emorragia al collo (il corno ha reciso arteria aorta e vena cava) e gli ha perforato un polmone. Soccorso immediatamente, è stato necessario praticargli un massaggio cardiaco, ma le sue condizioni sono state subito definite gravissime. Giunto in ospedale in stato critico, è stato immediatamente messo sotto i ferri per ridurre le lesioni, ma al termine dell'operazione è stato dichiarato morto. Il ragazzo aveva 27 anni, si chiamava Daniel Jimeno Romero ed era originario della comunità di Madrid. Lo hanno identificato la mamma e la fidanzata, giunte all'ospedale dopo aver sentito il sindaco di Pamplona annunciare che il ragazzo aveva al dito un anello con la scritta «Cris, 23 de noviembre».
I PRECEDENTI La vittima di oggi è ufficialmente la quindicesima nella storia degli encierros pamplonesi, anche se ancora è aperto il dibattito sul primo caduto di questa manifestazione: secondo la statistica il primo morto si ha nel 1924, anche se recenti indagini storiche hanno mostrato come la prima vittima fosse un 21enne ferito nel 1910 e morto poi nel 1911 in seguito a una tubercolosi sorta come complicazione delle ferite ricevute nella corsa. Era comunque dal 2003 che non si registrava una morte durante uno degli encierros di San Firmino. Allora la vittima era stata un pamplonese 63enne, Fermin Etxeberria Irañeta, che dopo aver subito un forte trauma cranico rimase in coma per oltre due mesi, morendo il 24 settembre. Il precedente più significativo risale però al 1995, data dell'ultimo morto incornato. Quell'anno fu il 22enne statunitense Matthew Peter Tasio a venire centrato in pieno dal toro Castellano in Plaza del Ayuntamiento e a morire per un'incornata nell'addome che recise l'aorta e gli fece perdere il 90% del sangue.
BILANCIO TRAGICO Oltre al ragazzo morto, il bilancio del quarto encierro è sicuramente pesante. Altri tre incornati (uno all'addome nel tratto di Mercaderes e due alla coscia nella curva Telefonica) e 6 traumatizzati gravi, con fratture e contusioni serie. Un bollettino di guerra che - come oggi polemizza qualcuno sui forum - tapperà la bocca a quanti si erano lamentati ieri per i pochi pericoli occorsi durante le prime tre corse dei Sanfermines 2009.
TUTTO PER UN «CAPUCHINO» Protagonista e carnefice di tutte le incornate e di gran parte del panico diffuso durante la corsa, è stato un toro "colorado" (marrone) di nome Capuchino. Numero 106 marchiato sul fianco, 515 kg di peso, Capuchino era uno dei due tori più leggeri della mandria dell'allevamento andaluso di Jandilla impegnata oggi nell'encierro. Partito nelle ultime posizioni, Capuchino ha superato tutti i suoi simili e anche i manzi che stavano facendo l'andatura e già al termine del primo tratto - la salita di Santo Domingo - aveva già colpito in maniera lieve due corridori: a uno un corno aveva strappato la maglietta all'altezza della spalla; l'altro era stato letteralmente ribaltato da una testata. All'ingresso della Plaza del Ayuntamiento un nuovo scontro: Capuchino arriva a grande velocità e travolge tre corridori, andando a sbattere contro la staccionata esterna della curva. Le telecamere mostrano il toro che si accanisce contro due ragazzi, ma il pubblico copre la visuale e inizialmente si presume che Daniel, la vittima, fosse tra questi. Mentre la mandria prosegue in fila indiana, per la gioia dei corridori che possono compiere corse spettacolari, Capuchino fa storia a sé. Staccato dagli altri, nervoso, corre in solitaria. Dopo l'Ayuntamiento infila calle Mercaderes e qui centra un ragazzo vestito di nero e con i capelli lunghi che probabilmente non aveva contato i tori già passati e si era dimenticato dell'ultimo: mentre attraversa la strada, Capuchino lo centra all'addome, incornandolo e proseguendo poi sull'Estafeta. Qui, il toro sembra ritrovare un equilibrio e corre in maniera pulita per tutto il lungo rettilineo, fino alla curva Telefonica. Qui, esattamente come all'Ayuntamiento, la curva a sinistra non è a 90° ma Capuchino va comunque a sbattere contro alcune persone poste accanto alla staccionata esterna. È qui, secondo quanto spiegato dalle autorità a decesso annunciato, che Daniel viene ferito a morte. Capuchino perde l'orientamento, si gira, diventa aggressivo per difendersi, carica da entrambi i lati della strada. Voltato perpendicolarmente alla via, vede nelle staccionate dei limiti e si irrita. Prima punta un ragazzo con la maglia verde, lo incorna ad una coscia e lo getta in mezzo alla strada, cercando di incornarlo di nuovo. Poi, dopo che i pastores lo hanno distratto, si avvia verso l'arena. Ma proprio mentre sembra essersi convinto ad avanzare, un ragazzo passa dietro di lui colpendolo con una pacca sul posteriore. Capuchino si gira di nuovo e carica un'altra volta, colpendo a una coscia anche un altro ragazzo aggrappato alle protezioni. Poi, con grande fatica, i pastori riescono a condurlo nella Plaza de Toros.
LA STATISTICA Quello di oggi, corso in 4'28" a causa della lunga follia di Capuchino, è stato il 43° encierro più lento (il più lento dal 2007). Singolare il fatto che con 4 «heridos por asta» - contando solo questa corsa si sia eguagliato il numero di incornati di tutti i nove encierros dell'anno scorso. Per i tori di Jandilla, alla loro tredicesima partecipazione, è la settima volta in cui ci sono incornati. E intanto scoppia la polemica sul comportamento di molti corridori, accusati di toccare il toro per mania di protagonismo nonostante sia assolutamente proibito e sconsigliato perché - come puntualmente accaduto - così l'animale si distrae e diventa incontrollabilmente violento.
IL PROGRAMMA Nonostante il lutto, domani si correrà il quinto encierro di San Fermin, con i tori dell'allevamento sivigliano di Dolores Aguirre. Nel pomeriggio, invece, la corrida con El Fandi, Matias Tejela e Ruben Pinar che affronteranno i tori di Jandilla che hanno corso poche ore fa. Sperando che non ci siano nuovi feriti come nella corrida di ieri, dove El Cid è stato incornato ad una coscia ed allo scroto.

CORRIERE FIORENTINO
10 LUGLIO 2009
 
Torna il «gambero killer» Dal Mississippi ai fiumi toscani
Minaccioso, aggressivo, resistente: ne è stata trovata una colonia nell’Orme, piccolo affluente dell’Arno. Aveva già invaso il lago di Massaciuccoli: ora lo hanno avvistato a Empoli
 
Lisa Baracchi
 
Provincia di Firenze - E’ arrivato anche nell’entro­terra empolese. C’è la prova in­somma che riesce a spostarsi proprio dappertutto, anche nei piccoli torrenti a rischio sicci­tà, come l’Orme. La sua invasio­ne sembra così non conoscere ostacoli. Si tratta del gambero rosso della Louisiana o «gambe­ro killer» o, come lo chiamano gli esperti, Procambarus clarkii, che importato nel lago di Massaciuccoli si è trasferito lungo i corsi d’acqua toscani, in genere però preferendo la via del mare. In passato c’è sta­to chi se lo è ritrovato nel frigo­rifero, in giardino o nel lavandi­no. In Versilia negli anni No­vanta era un tormentone, nelle crona­che locali non si parlava d’al­tro. A distanza di vent’anni il problema non è affatto risol­to, anzi. Ales­sandro Pappa­lardo che si occupa di entomo­logia e conosce bene il proble­ma del gambero-alieno, si è stupito quando durante una gi­ta con i suoi figli ha trovato una decina di esemplari nell’af­fluente dell’Arno che attraversa il comune di Empoli: «Si trova­vano in un tratto d’acqua che non superava i 30 centimetri di profondità e i 2 metri di lar­ghezza - racconta - ero nel trat­to di fiume che attraversa Case­nuove. L’Orme è un torrente che quando le piogge sono me­no frequenti si prosciuga la­sciando solo pozze isolate spe­cialmente in annate piovose co­me questa. Ciò significa una co­sa molto precisa: questo terribi­le gambero si muove tranquilla­mente fuori dall’acqua e supera le steccaie e le dighe».
IL GAMBERO A MONTELUPO - Pappalardo gestisce un nego­zio a Montelupo Fiorentino do­ve espone teche di insetti di tutto il mondo. Nella galleria Garibaldi ospita anche uno di questi grossi animali: «E’ lun­go anche 18 centimetri e che sia un abile predatore lo si capi­sce subito. Ha una tattica di caccia efficacissima: se ne sta fermo con le chele aperte ed è in grado di catturare pesci vivi anche piuttosto grandi. Se li mangia in un boccone. E c’è di più, sopravvive anche man­giando ogni tipo di alga e vege­tale. Nel terrario dove è siste­mato ha fatto piazza pulita». L’entomologo avverte: «Nei no­stri fiumi ci sono molti generi di animali alieni ma questo è particolarmente pericoloso per l’ecosistema, riesce a predare anche anfibi come rane e trito­ni, sia piccoli che adulti, to­gliendo così il cibo anche alla fauna riparia come bisce e uc­celli acquatici. Mentre nel del­ta del fiume Mississippi in Louisiana, suo territorio d’ori­gine, è vittima di molti preda­tori come i procioni, alcune tar­tarughe o piccoli alligatori. Qui da noi questo ti­po di gambero non ha proprio nemici». Per Pappalardo sa­rebbe necessario or­ganizzare un piano di battute di pesca per contenere il popo­lamento: «La situazio­ne è seria, sono estre­mamente famelici, re­sistenti a molti inqui­nanti e mettono in pericolo molte delle specie ittiche. Non ci si rende abbastanza conto del danno che produce questa spe­cie e in alcuni casi lo si trova anche un ani­male decorativo per i giardini e i laghetti privati». Eppure il gambero americano è un crostaceo che «sarebbe buono da mangiare - spiega Pappalardo - solo che come per gli ani­mali che vivono nei nostri fiumi, spesso inquinati, è sconsi­gliabile farlo». Pro­prio per le sue proprietà nutri­tive fu importato negli anni Novanta da una piccola socie­tà di Massarosa, vicino al lago di Massaciuccoli appunto. In Louisiana, condito con ogni ti­po di salsa, questo gambero è il piatto nazionale. L’ «alieno» rosso e cheluto è proprio pro­gettato per la competizione: si riproduce in maniera massiva più volte l’anno e non sembra aver voglia di concludere il suo viaggio.

LA ZAMPA.IT
10 LUGLIO 2009
 
L'ultima salita dell'ultima pernice bianca
Allarme caldo sulle Alpi: così animali e piante si spostano verso le vette e rischiano l'estinzione
 
ANTONELLA MARIOTTI, INVIATA A COLERE (BERGAMO)
 
Verrà il giorno in cui non ci sarà più cima da salire per la pernice bianca, lo stambecco o il fiore della saxifraga. Animali e piante alpine stanno «scalando» verso le vette, salgono sempre più su in cerca di temperature adatte alla loro vita o di cibo, trovando sempre più caldo e meno spazi. E sarà estinzione. L’allarme lo lanciano i ricercatori dell’Università di Pavia e il Wwf, assieme agli enti dei Parchi delle zone coinvolte. In questi giorni hanno aperto l’ultima stazione del progetto «Gloria», sulla raccolta dati dei cambiamenti climatici e lo scioglimento dei ghiacciai.
Sotto il massiccio della Presolana, in Valtellina, c’è la sesta stazione italiana di misurazione, la prima nel settore meridionale delle Alpi Orobie all’interno del Parco nazionale lombardo. Si sale al rifugio Albani, intorno ai 2000 metri, in cerca della saxifraga e delle orchidee alpine.
«Misuriamo in piccole aree di tre metri per tre, usiamo un reticolo di legno a quadretti. Siamo ricercatori low-cost, ma i risultati possono salvare specie importanti per la biodiversità». Graziano Rossi è docente del Dipartimento di ecologia e territorio all’ateneo di Pavia: spiega come si delimita un’area per capire se – tra dieci o venti anni – in quella zona non ci saranno più quelle piante, o non si troveranno più tracce di quell’animale. «Del centimetro in stoffa che delimita l’area e del reticolo tra qualche anno non rimarrà più nulla, ma resteranno i segni dei picchetti e torneremo a vedere che cosa è cambiato».
Guido Trivellini è biologo dell’European alpine programme del Wwf, e sa tutto sullo scioglimento dei ghiacciai. «Possiamo vederlo con i nostri occhi il cambiamento: è andato perso il 30% della superficie dei ghiacciai, e nei prossimi venti anni ne perderemo un altro 50%». Gli effetti spesso sono eclatanti, alcune volte impercettibili, ma quasi sempre irreversibili: scompare un tipo di insetto, una primula, e oltre i duemila metri sono in pochi ad accorgersene. «Abbiamo un patrimonio naturale di cui in pochi si rendono conto, soprattutto alcuni politici che pensano solo a edificare». Parole asciutte e dritte al problema quelle di Franco Grassi, presidente del Parco regionale delle Alpi Bergamasche: «Una volta il parco era di 130 mila metri quadrati, adesso è poco più della metà». Grassi indica le cime più belle, le zone più verdi e dove si trovano le specie in pericolo. E non fa sconti a chi dei parchi si disinteressa, e lascia in agonia un grande patrimonio di bellezza.
Un esempio? Il «piè d’asino» - una specie di margherita - è risalta di 430 metri. Ama temperature più miti e le sta trovando sempre più su: «E’ il risultato degli studi che abbiamo fatto, confrontando i dati con quelli rilevati sul gruppo del Bernina da Augusto Pirola nel 1959», aggiungono i ricercatori.
Con loro ci sono anche i responsabili del Centro meteo lombardo, e Paolo Valoti, presidente del Cai, che dice: «La montagna va protetta, abbiamo una delle zone naturali più belle del mondo». Mauro Villa, direttore del Parco bergamasco, il suo modo per prevenire l’estinzione l’ha trovato: «Se non riusciamo a salvare le piante, almeno conserviamo i semi». Spiega che la sua passione sono le orchidee alpine, poco conosciute e difficili da riprodurre. «Abbiamo una banca dei semi, e stiamo cercando di far nascere alcune piantine. Le orchidee esotiche sono più resistenti delle nostre. Hanno semi che sono come polvere e finora siamo riusciti a coltivarli solo in un “brodo” di cocco....».

Animalieanimali
10 LUGLIO 2009
 
PELLE DI COCCODRILLO IN VALIGIA. FERMATO
Azione del Conrpo Forestale dello Stato all'Aeroporto di Firenze.
 
Una multa di 3098 euro. E il sequestro della pelle di coccodrillo, che aveva portato con sé da Kinshasa. E la dura sanzione toccata a un cittadino congolese residente a Lucca, che è stato fermato l'altro giorno all'aeroporto di Peretola, dagli uomini della Forestale.
L'operazione, portata a termine coi doganieri e gli uomini della Finanza, ha portato al sequestro della pelle di coccodrillo lunga circa un metro e mezzo, ancora intera. Chissà se l'aveva portata come souvenir oppure per farne qualche esclusivo accessorio. Le attività di polizia hanno avuto inizio dai controlli nell'area doganale del salone degli arrivi. Qui è stato fermato il giovane cittadino congolese proveniente da Kinshasa (capitale della Repubblica Democratica del Congo) ma residente a Lucca, per sottoporne a controllo i bagagli a mano. Rilevata la presenza di una grossa pelle intera di animale esotico, sono intervenuti i Forestali del NOC (Nucleo Operativo Cites) in servizio a Peretola per eseguire gli accertamenti tecnico-scientifici. Si tratta di una pelle allo stato semigrezzo, ottenuto con la semplice scuoiatura dell'animale e il successivo essiccamento. Quest'ultima, infatti, non è stata ancora interessata né da trattamento di concia né da altre lavorazioni. Constatata la mancanza dei documenti di accompagnamento necessari, certificati e licenze richiesti dalla normativa comunitaria, il pellame è stato sottoposto a sequestro amministrativo e adesso viene custodito dal Corpo Forestale dello Stato.

Animalieanimali
10 LUGLIO 2009
 
QUATTROZAMPE IN VACANZA. ASPETTANDO BAUBEACH ARRIVA BAUBOAT!
Proposta di barca a vela alle isole Pontine
 
In attesa che Regione Lazio e Comuni costieri riescano a trovare una formula magica per dare una risposta alle migliaia di Cittadini che vivono con un cane e che si trovano nella impossibilità di portarselo con sé al mare , l’Associazione Baubeach Village, stremata ma non vinta da un contenzioso che ormai dura da quattro anni con il Comune di Fiumicino , lancia una proposta , dal sapore di sale, di libertà e di fuga da una realtà da reclusi: BAUBOAT !
“Aspettando la nostra spiaggia, andiamocene per Mare!” è lo slogan , forse provocatorio, ma vitale ed energico. Come la volontà di questa Associazione , che dal 1998, anno di nascita del famoso Baubeach, la prima spiaggia d’Italia per cani liberi e felici, si batte per vedere equiparati i diritti dei cittadini che vivono con un cane agli altri .
La vivibilità dei luoghi pubblici è una garanzia di tutela degli animali da affezione, il modo più civile e sano di convivere in questa epoca, in cui almeno il 40% delle famiglie vive con un cane e nel periodo estivo, soprattutto , si trova a dover affrontare ciclopici problemi per organizzare anche una semplice gita fuori porta con lui al seguito.
Nel 1998 era stato fatto un passo avanti notevole, nel Comune di Fiumicino, quello che ha la migliore e più semplice disponibilità di spiagge compatibili all’accoglienza delle persone accompagnate da cani: nell’Ordinanza Balneare era stata impressa una Deroga al divieto di accesso dei cani all’arenile . La prima nella storia. Nel 2006, senza alcuna ragione, tale deroga è stata abrogata. Così di fatto, pur avendo Stabilimenti disposti ad ospitare l’attività, l’Associazione si ritrova ad attendere. Nonostante il Tar del Lazio si sia più volte espresso a favore del Baubeach, arrivando al punto di concedere una spiaggia la scorsa stagione mediante un provvedimento straordinario, nonostante le infinite richieste dei Cittadini, nonostante gli spot televisivi che invitano a non abbandonare i cani, nonostante i larghi riconoscimenti più volte ricevuti, il Baubeach è rimandato, a data da destinarsi … Quando , ci auguriamo, diverrà operativo il nuovo Regolamento Regionale , con apposite note relative alla particolare attività.
Intanto, andiamocene per Mare ! Con la collaborazione preziosa di un Esperto del settore, Silverio Scotto , ideatore del servizio all’interno del suo “A Slow Travel”, Bauboat vi porterà per itinerari meravigliosi , a scovare l’azzurro più intenso dell’arcipelago Pontino, con partenze dal Porto di Roma, dal Circeo e direttamente dall’Isola di Ponza. Il tutto, naturalmente , accompagnati dal vostro Cane , che , a detta di Silverio, potrà giovare senz’altro dei benefici della vela e si divertirà tantissimo tra bagni, tuffi e corse per baiette deserte!
E soprattutto, non sarà un problema per nessuno! I costi sono volutamente accessibili: basti pensare che per un “long week end “, di tre giorni, con cambusa di base inclusa , la quota di una persona , in un gruppo di sei , è di €75,00 al giorno … ! Tutte le informazioni sul sito www.baubeach.it o telefonando al 349.2696461

LIBERO
10 LUGLIO 2009
 
India, tornano i ghepardi Erano estinti da 60 anni
 
In India torneranno i ghepardi. I felini infatti mancano dal continente indiano da almeno sessant’anni, epoca in cui si sono estinti. Precedentemente ne erano stati importati mille in India da Akbar, uno degli imperatori Moghul, anche se poi erano gradualmente scomparsi a causa della caccia. “I ghepardi – ha speiagato nel week end Jairam Ramesh, ministro dell’Ambiente indiano – sono l’unica specie che è stata dichiarata estinta in India negli ultimi mille anni, dobbiamo prenderli all’estero per riportarli anche qui”. Il piano a grandi linee è già tracciato: i ghepardi verranno importati dalla Namibia e si proverà a far crescere la loro popolazione in delle speciali strutture chiuse. Se ilo progetto avrà successo, gli animali saranno rimessi in libertà.  

IL GAZZETTINO
10 LUGLIO 2009
 
Giraffe provano la loro nuovissima "casa"..
 
Giraffe provano la loro nuovissima "casa", un edificio in stile savana africana appositamente costruito per offrire loro riparo nei loro spazi allo zoo di Rotterdam, in Olanda. La casa speciale per giraffe è stata disegnata da celebri architetti ed è il primo edificio progettato per animali nel rispetto dei principi della sostenibilità "cradle to cradle" ("dalla culla alla culla"). Questa filosofia è un approccio ecologico all’architettura con utilizzo e creazioni di materiali che siano in armonia con il pianeta e lo reintegrino ecologicamente. Nel caso delle giraffe, i progettisti hanno ovviamente dovuto realizzare porte altissime, in materiali naturali, nel passaggio tra lo spazio coperto e quello aperto.

IL TIRRENO
10 LUGLIO 2009
 
Gli asini? Sporcano e si fanno male
 
di Nilo Di Modica
 
SANTA MARIA A MONTE (PI). Dopo appena una settimana dalla presentazione definitiva e a soli dieci giorni dall’inizio della sperimentazione, gli asini spazzini provocano già malumori fra le forze politiche. Polemiche che, a quanto pare, sono destinate a sfociare in consiglio.  E’ di ieri, infatti, la lettera ufficiale scritta dal consigliere Udc Maurizio Lucchesi, dove si chiede a chiare lettere al sindaco David Turini e all’assessore Raffaello Corsi “la revoca della disposizione di raccolta porta a porta dei rifiuti per mezzo di animali da soma, con tanto di ripristino del servizio con operatore e mezzo meccanico di conferimento».  La lettera arriva proprio nei giorni in cui il progetto compie i primi passi. Proprio in queste ultime mattine, infatti, i volontari del Club Ippico di Santa Maria a Monte cominciano a portare gli asini in giro per il centro storico per farli abituare al percorso di raccolta. Uscite che, per Lucchesi, «mettono a nudo, ancor prima dell’inizio del servizio, quali possono essere i limiti in fatto di efficienza, congruenza ed efficacia». «L’eccentrica e “goliardica” scelta del sindaco e della giunta - afferma Lucchesi - non è gradita dai residenti del centro storico né dai cittadini in genere, e personalmente la vedo come un’iniziativa non adatta ad un centro storico lasciato per decenni dall’amministrazione comunale all’abbandono. Se in altre curate realtà potrebbe, con i dovuti accorgimenti, essere momento di servizio e folclore, per Santa Maria a Monte con evidenza non è assolutamente così».  Il dito del consigliere di “Programma di Libertà” è puntato inoltre su due questioni impellenti: l’igiene del centro storico e la salute degli animali.  «Le defecazioni e le altre tracce liquide e organiche depositate per le strade dagli animali, degraderebbero a livello igienico proprio quelle strade del centro storico dove abitualmente giocano i bambini - afferma -, cosa già ampiamente dimostrata dalle prime uscite effettuate per le strade, subito impiastricciate dalle defecazioni».  «L’utilizzo di animali a zoccolo nudo e privi di ferri in strade con pavimentazione in pietra e asfalto - continua Lucchesi - provocheranno ben presto l’usura precoce degli zoccoli degli asini, con rimarchevoli danni agli arti degli animali. Qualora poi gli animali fossero “ferrati”, questi sarebbero comunque esposti a gravi rischi per le sicure cadute a causa della pavimentazione».  Tutte accuse che vengono accompagnate da richieste ben precise, quali la “non entrata in vigore della raccolta porta a porta tramite l’utilizzo di asini, da sostituirsi con un’altra forma e lo sviluppo di un serio ed efficace servizio».

IL TIRRENO
10 LUGLIO 2009
 
Le strade subito pulite e gli animali saranno adeguatamente ferrati
 
SANTA MARIA A MONTE (PI). Impegnato a seguire la riuscita del progetto “asini-spazzini”, il sindaco Turini rispedisce al mittente tutte le accuse. «Prendo atto dei grandi passi avanti di Lucchesi - ironizza Turini -, me lo ricordo ancora quando anni fa osteggiava frontalmente il servizio porta a porta nel centro storico. All’epoca io e l’allora assessore Caroti portammo avanti il progetto con grandi benefici per il nostro comune».  «Quello che adesso tentiamo di fare con l’attuale assessore all’ambiente Raffaello Corsi è qualcosa di più - continua Turini -. Si tratta di unire questo importante servizio ad un’iniziativa che dia valore aggiunto al centro storico». «Per l’igiene ed il rispetto per gli animali, i cittadini possono star tranquilli - afferma -: gli operatori si occuperanno della pulizia delle strade qualora gli asini le sporchino e gli asinelli saranno subito ferrati con ferri idonei a camminare sull’asfalto qualora gli zoccoli si consumino».

IL TIRRENO
10 LUGLIO 2009
 
Il cane si affeziona alla famiglia
Non dovete abbandonarlo
 
Raimondo Pistoia
 
PISA. Anche quest’anno, giunti nei mesi estivi, si registrano numerosi abbandoni di animali domestici da parte di tutti coloro che, ignorando ogni codice etico, ed ogni regola di civiltà, con tanta cattiveria e superficialità, prima di andare in ferie, pensano bene di abbandonare il proprio cane.  C’è da ricordare ancora una volta che il cane è un essere vivente che manifesta grande sensibilità e intelligenza. Una volta inserito in famiglia si sente parte di essa a tutti gli affetti e il suo comportamento è consono a questo stato di cose. Capisce molta parte del linguaggio umano e risponde con acume alle domande dell’uomo. Chi l’abbandona deve sapere che oltre che mandarlo verso una sicura morte, determina nell’animale uno stato di grande depressione, causata dalla propria incomprensione nei riguardi di questo vigliacco comportamneto dell’uomo. Quando si decide di prendere un cane è bene sapere ed essere coscienti che questa scelta deve essere viva per l’intera vita dell’animale.

IL TIRRENO
10 LUGLIO 2009
 
Gli vendono il cucciolo malato
 
LIVORNO. Ha comprato un cagnolino, un cucciolo di “Cavalier King”, scegliendolo tra le offerte diffuse via internet da allevatori e privati, ma dopo qualche tempo si è accorta che le avevano affibbiato un cucciolino gravemente malato: per questo è andata dai carabinieri ed ha denunciato per truffa gli allevatori.  Ecco quello che è successo ad una donna livornese di 32 anni, che nelle scorse settimane aveva deciso di acquistare un cucciolo di Cavalier King, una razza di cagnolini da compagnia decisamente graziosi. Per far questo la trentaduenne ha iniziato a consultare gli annunci diffusi via internet da allevatori e privati e alla fine ha deciso di contattare un inserzionista di Ravenna, che offriva il cucciolo di Cavalier al prezzo di 550 euro.  Dopo essersi messi d’accordo, è stato pattuito il prezzo e la consegna: i venditori, due uomini, si sono presentati all’appuntamento fissato al Mc Donald’s di Stagno, hanno consegnato il cucciolo alla signora livornese e intascato i 550 euro stabiliti.  I problemi sono venuti fuori dopo qualche tempo, quando la padrona ha portato il suo cagnolino a fare le normali vaccinazioni: il veterinario si è accorto che c’era qualcosa che non andava. Così il medico ha visitato con cura il cucciolo e alla fine ha emesso un verdetto davvero duro da digerire: il cavalier della signora era affetto da una grave cardiopatia.  Una volta saputa la notizia, la trentaduenne ha deciso che i venditori non dovevano passarla liscia: è andata ai carabinieri e li ha denunciati per truffa. Mentre al denuncia sta facendo il suo corso, al momento si ignora cosa sia accaduto al cucciolino malato.

LA PROVINCIA PAVESE
10 LUGLIO 2009
 
Il circo sbarca a Novi Ligure Tagliani «ammonisce» Robbiano
 
CASTELNUOVO (AL). Sono sincere le felicitazioni di Gianni Tagliani, sindaco di Castelnuovo Scrivia, e convinto animalista da sempre, per la riconferma alla guida di Novi Ligure di Lorenzo Robbiano. E sono altrettanto schiette le sue considerazioni in materia di «tutela degli animali», ponendo l’attenzione sul fatto che a Novi il 17 luglio arriverà uno spettacolo circense. «Faccio appello alla tua sensibilità e a quella dei novesi - conclude Tagliani - affinché ci si possa confrontare considerando che gli animali selvatici sono fatti per vivere liberi, hanno tutto il diritto di vivere la loro vita in libertà nella loro terra d’origine, non hanno commesso alcun crimine che giustifichi la loro prigionia a vita, il loro maltrattamento, e la loro umiliazione durante gli spettacoli».

LA PROVINCIA DI VARESE
10 LUGLIO 2009
 
Sono salvi i piccoli cigni del Ceresio
 
Adriana Morlacchi
 
Porto Ceresio (VA) -  Buone notizie per i cignetti nati da poco più di una settimana a Porto Ceresio. Dopo l'interessamento dell'Oipa ? l'Organizzazione Internazionale per la Protezione Animali -, le continue segnalazioni dei cittadini e l'articolo comparso sul nostro giornale il giorno il 29 giugno, il Comune di Porto Ceresio ha deciso di intervenire per mettere in salvo i cigni e gli altri volatili che attraversano via Mazzini, la strada provinciale che corre lungo il lago. L'anno scorso, infatti, sono morti sei baby-cigni, tutti falciati dalle auto quando non avevano ancora cambiato il piumaggio grigio. E quest'anno è già stata travolta dal traffico un'anatra. Gli uccelli, infatti, sono invogliati ad attraversare la provinciale per raggiungere uno angolo di prato vicino alla stazione che è più pulito delle rive del lago dove sono nati.
Fabiola Costantino, referente Oipa di Porto Ceresio, si è messa in contatto con Virgilio Benzi, consigliere comunale con delega ambiente e ecologia. «Entro una settimana saranno posizionati dei cartelli stradali, ben visibili e grossi, con scritto ?attraversamento fauna selvatica?- afferma Fabiola Costantino, soddisfatta dell'interessamento dimostrato dalle istituzioni. - Entro la fine del mese, poi, sarà messa anche una rete contro il guardrail che impedirà alle anatre e ai cigni di attraversare». E in programma anche la pulizia della riva. E' in corso di valutazione l'ipotesi di mettere dei dossi per rallentare il traffico, considerando che la strada è pericolosa non solo per gli uccelli, ma anche per i pedoni e per gli automobilisti che vanno troppo veloce e che, trovandosi davanti improvvisamente un ostacolo, potrebbero fare delle manovre pericolose per la loro stessa incolumità.

MESSAGGERO VENETO
10 LUGLIO 2009
 
Anche gli animali soffrono il caldo come le persone
 
Aurora Bozzer
 
Il clima è diventato, ahimè, una cosa da cui proteggersi: giornate di fresco improvviso si alternano a calure afose e insopportabili mettendo a dura prova il nostro organismo e, a maggior ragione, quello dei cani che non hanno pori sulla pelle e che, pertanto, devono disperdere il calore solo mediante la respirazione e non attraverso la sudorazione. Per questi ultimi trovarsi in una macchina ferma in un parcheggio e magari sotto il sole è davvero una questione di vita o di morte. Anche se i finestrini sono leggermente aperti. Anche se per breve tempo. Quando la temperatura oltrepassa i 30 gradi i cani anziani sono a rischio anche in ambienti normali se non sono refrigerati o abbastanza ventilati, figuriamoci nell’abitacolo delle macchine. Quindi, se proprio dobbiamo portarceli dietro durante le nostre commissioni (la spesa, il parrucchiere, le spese in centro, ecc.) dovremmo entrare nell’ordine d’idee di recarci solo dove l’ingresso degli animali al seguito è consentito. In questo modo, forse, daremmo una spallata a quella anacronistica usanza ancora diffusa da parte degli esercenti di non permettere l’ingresso dei cani. Chi conosce l’Austria, che non è certo meno evoluta di noi, sa che molto spesso all’ingresso di bar, supermercati e negozi in generale, si trova l’angolo di ristoro per i cani: acqua fresca in ciotole pulite, crocchette e zone di sosta all’interno con gli stessi criteri d’ospitalità rivolti ai clienti. Solo da noi queste cose sembrano “strane...” Anche la partenza in vacanza per lunghi viaggi in auto con il cane può diventare un’insidia: per esempio quando il trasportino con il cane o il gatto viene collocato nel vano bagagli sotto il lunotto posteriore. Qui la temperatura è più alta che nella parte anteriore della macchina e noi non ce ne rendiamo conto perché davanti siamo sotto i bocchettoni dell’aria condizionata. Il trasportino, inoltre, limita il circolo d’aria nell’abitacolo. Dunque, facciamo molta attenzione a questo argomento e se dovesse capitarci di vedere un cane che ansima in una macchina in sosta, non facciamoci problemi nel chiamare Vigili Urbani o Carabinieri. Se entro un lasso di tempo di 15-20 minuti non interviene nessuno, la rottura del finestrino è giustificata dalla situazione. Ovviamente, evitando la fuga dell’animale ! I primi sintomi del colpo di calore sono : respirazione affannosa, tremore e perdita di forze. In questo caso, il primo intervento di soccorso sarà costituito dall’avvolgere il cane in un telo bagnato con acqua fresca o mettendogli dei panni bagnati e del ghiaccio sulla testa. Se l’animale l’accetta, mettiamogli subito a disposizione dell’acqua fresca. Dopodichè, bisogna portarlo dal Veterinario per le cure anti-collasso. Attenzione anche ai cani portati in spiaggia anche se tenuti sotto l’ombrellone e, infine, particolare attenzione a quelli di colore nero, a quelli obesi e alle razze dal muso schiacciato che rende più faticosa la respirazione.

AGI
10 LUGLIO 2009
 
TOSCANA: A FIRENZE UNA MUTUA PER GLI ANIMALI
 
Firenze - Da piu' parti, in forma bipartisan, sono stati presentati progetti di legge per la costituzione di un servizio di mutua per gli animali. A prima vista puo' sembrare una bizzarria, ma in realta' ha una funzione sociale assai piu' rilevante di quello che si puo' immaginare. Per molti anziani infatti gli animali rappresentano un importante sostegno affettivo, tramite i quali possono spesso socializzare piu' facilmente, motivarsi nella vita di ogni giorno, uscendo di casa ed accudendo il loro "amico di famiglia". Un notevole ostacolo e' quindi rappresentato per le fasce sociali economicamente piu' deboli dai costi veterinari, gravati fra l'altro da un'aliquota Iva non agevolata. Eppure i vantaggi anche economici che derivano per la societa' dalla convivenza con un animale non sono indifferenti, in quanto i benefici psicologici di questa convivenza si riflettono anche sullo stato di salute fisica, riducendo quindi costi sanitari generali. Si tratta in altre parole di una pet - therapy "personalizzata". L'associazione 'Ceda', aderente alla 'Consulta provinciale tutela animali' di Firenze Gilberta Bonaccorsi, ha voluto quindi lanciare un progetto pilota, che e' stato accolto e finanziato dalla Provincia di Firenze. Il progetto si rivolge ai soggetti che gia' beneficiano dell'esenzione del ticket sanitario, cui verranno forniti due prestazioni: la visita e la vaccinazione ed eventualmente - se ne fossero sprovvisti - la microchippatura. Per promuovere il progetto il Ceda onlus - Comitato Europeo Difesa Animali, organizzera' in piazza della Repubblica, nei giorni sabato 11 e domenica 12 luglio e successivamente sabato 25 e domenica 26 luglio, un banco informativo presso il quale verranno raccolti i nominativi delle persone che hanno titolo per usufruire dell'intervento, in quanto gia' beneficiari dell'esenzione del ticket sanitario e proprietari di un animale da compagnia (un cane o un gatto), che verranno successivamente contattati per potersi recare all'ambulatorio veterinario convenzionato.Verranno garantite circa 100 visite e vaccinazioni gratuite.Oltre a questo intervento, con una parte dei fondi, si provvedera' a fornire gratuitamente di microchip circa 100 cani anche appartenenti a persone non disagiate, nell'ottica di prevenire il randagismo, essendo la microchippatura il metodo piu' sicuro per evitare lo smarrimento dei cani. Si ricorda comunque che la microchippatura e' un obbligo di legge, la cui mancata osservanza comporta una sanzione.

IL TIRRENO
10 LUGLIO 2009
 
E' guerra tra Comune e veterinari
 
Anna Cecchini
 
PISTOIA. Guerra aperta tra Comune e veterinari sull’organizzazione economica del servizio di sterilizzazione per cani e gatti. Sembra che il confronto fra l’ente e l’ordine dei medici veterinari, che coinvolge anche l’Enpa - soggetto gestore della struttura “Rifugio del cane”, su via Agati, che si occupa anche dell’adiacente canile municipale, vada avanti da oltre un anno. Un confronto fino ad oggi infruttoso. Il dibattito si è infiammato non tanto sulla decisione di partire con l’opera di sterilizzazione, che pare sia stata riconosciuta fondamentale da tutti gli attori della vicenda per arginare il fenomeno del randagismo, quanto sugli aspetti economici. Perché, a ben vedere, la sterilizzazione ha un costo che non tutti i possessori di animali possono sostenere. Se per sterilizzare una gatta sono necessari dai 50 ai 70 euro, per una cane la cifra varia tra i 90 e i 180 euro. Ecco, il Comune e l’ordine professionale sembrerebbero avere visioni contrastanti sui pagamenti da richiedere ai cittadini per far sterilizzare il loro animale domestico.  Lo scontro sulle cifre da far pagare alla popolazione ha raggiunto livelli tali che martedì prossimo sarà al centro dell’assemblea della quarta commissione ambiente, durante la quale potrebbe emergere una decisione definitiva.  Ma quali sono le posizioni delle due fazioni protagoniste delle vicenda? Va premesso che l’attivazione del servizio di sterilizzazione è collegata all’entrata in funzione della nuova struttura Asl situata a fianco del canile municipale di via Agati, che dovrebbe essere inaugurata entro la fine dell’anno. Pare che Comune ed Enpa abbiano ipotizzato di avviare il servizio di sterilizzazione a prezzi calmierati. L’assessore all’ambiente Mario Tuci, facendo capire che si tratta di una vicenda delicata, preferisce rimandare una spiegazione, ma pare che l’idea dell’amministrazione sia quella di non prevedere sterilizzazioni gratuite, ma semplicemente di offrire il servizio a costi diversi a seconda delle possibilità economiche dei cittadini.  Di contro, l’ordine dei veterinari sembra che abbia proposto la gratuità del servizio per gli animali randagi o di proprietà di persone con problemi economici (chiamate comunque a presentare la dichiarazione Isee). Sembra inoltre che i veterinari prevederebbero una seconda fascia di pagamenti a prezzi contenuti per i cittadini con reddito medio-basso e, infine, il pagamento totale per chi non presenta situazioni economiche allarmanti.  La presidente dell’ordine dei veterinari della provincia di Pistoia, la dottoressa Anna Frosini, preferisce non rilasciare dichiarazioni, ma che la guerra con il Comune abbia raggiunto temperature roventi lo dimostra una sua comunicazioni pubblicata sul sito dell’ordine tre mesi fa, a seguito dell’ennesimo incontro con l’amministrazione, e indirizzata ai medici iscritti. «Alla nostra proposta - si legge nel documento - è stato opposto un netto rifiuto, facendo intendere la loro intenzione di rivolgersi soprattutto ai proprietari più o meno benestanti al mero fine di lucro». La contrarietà dell’ordine al tipo di richiesta economica che il Comune ipotizzerebbe per avviare il servizio di sterilizzazione è tale che la presidente scrive anche di aver manifestato all’assessore Tuci «la perplessità - si legge ancora - sulle possibili conseguenze (per il Comune, ndr) che possono derivare dal mettersi contro un’intera categoria professionale». E’ chiaro che lo scontro è aperto. Ulteriori sviluppi sono attesi in sede di commissione ambiente, nel pomeriggio di martedì prossimo.

MESSAGGERO VENETO
10 LUGLIO 2009
 
Ecco gli alberghi per cani e gatti Tariffe fino a 15 euro al giorno
 
Elisa Michellut
 
Tutti gli anni, prima di partire per la vacanze, l'interrogativo è sempre lo stesso: «A chi lascio Fido o Micio se non possono venire in vacanza con noi?». Oggi, per tutti coloro che non hanno la fortuna di poter contare su parenti o amici fidati, la soluzione è quella di affidarsi a pensioni per animali, disposte a prendersi cura dei quattro zampe, fino al nostro rientro dalle ferie. In regione, le strutture accreditate sono in tutto una quindicina e il costo giornaliero, per questo tipo di servizio, varia, nella maggior parte dei casi, dai 10 ai 15 euro, per quanto riguarda i cani e va dai 10 ai 14,50 euro per quanto concerne i gatti. Nel prezzo è compreso il cibo, la pulizia e, in molti casi, l'eventuale assistenza sanitaria. Ma come scegliere la struttura più vicina alle nostre necessità e soprattutto a quelle dei nostri amici? «La pensione più affidabile è quella che garantisce le migliori condizioni igieniche - spiega Marisa Guaderelli, medico veterinario - Più esigenti sono i gestori, in fatto di vaccinazioni e di stato di salute dell'animale e più, generalmente, la struttura, è valida. Al loro ingresso, onde evitare contagi, è d'obbligo richiedere ai proprietari degli animali di effettuare loro tutte le vaccinazioni di base, compresa quella per la tosse dei canili, le analisi delle feci, la terapia antiparassitaria ed eventualmente, visti i tempi, l'antirabbia. Un consiglio è quello di mantenere, anche durante il periodo in cui il cane viene ospitato nella pensione, la stessa alimentazione, cui è abituato durante l'anno, onde evitare problemi». Altamente consigliato, inoltre, un sopralluogo sul posto prima di lasciare Fido o Micio, per verificare personalmente il tipo di servizio offerto, l'ambiente in cui verrà ospitato, l'efficienza e la sensibilità degli addetti e la compatibilità con altri eventuali animali. Secondo gli esperti, oltre a non prenotare all' ultimo minuto, prima di partire è consigliabile portare l'animale nella pensione per un fine settimana di prova, per evitare che il distacco sia troppo traumatico. «Per quanto riguarda i gatti - precisa Marisa Guaderelli - se possibile, sarebbe meglio lasciarli a casa con una persona di fiducia. Se invece, siamo costretti a ricorrere ad una pensione è preferibile scegliere quelle specializzate nella custodia dei mici». Cani e gatti, ad ogni modo, non sono gli unici animali ad essere accolti in una pensione. In regione, infatti, ci sono anche alcune strutture che ospitano i cavalli. «Nel prezzo - commenta Elena Piani, dell'equiturismo Casali duca di Cividale - è compresa l'alimentazione, la pulizia e il paddok diurno. Anche d'estate non sono poche le persone che lasciano il loro cavallo nella nostra struttura per tutta la durata delle vacanze». Per tutti, una regola d'oro, necessaria per partire tranquilli, è non dimenticare di lasciare un recapito telefonico al responsabile della pensione, in modo tale da poter comunicare le opportune disposizioni in caso di necessità.

IL CENTRO
10 LUGLIO 2009
 
Cavallo sfreccia in via Vestina
 
Flavia Buccilli
 
MONTESILVANO (PE). Sfrecciava sulla Vestina alla velocità di una macchina. Da una parte all’altra della carreggiata, senza controllo e imprevedibile.  Ha creato un bel po’ di caos il cavallo che ieri, verso le 15,30, si è messo a galoppare in mezzo al traffico. La passeggiata è cominciata nella zona del lungofiume, è proseguita sulla Vestina e si è conclusa solo sulla strada 151.  A interrompere l’insolita galoppata sono stati i carabinieri.  Nel momento in cui sono arrivate le prime chiamate al 112, i militari, coordinati dal capitano, Enzo Marinelli , si sono subito messi alla ricerca del cavallo, inizialmente segnalato nella zona del lungofiume.  Lo hanno rintracciato su via Vestina e procedeva all’impazzata, nella direzione opposta a quella dei carabinieri.  L’auto dei militari ha invertito la direzione di marcia, ha raggiunto il cavallo e lo ha superato. Per riuscire in questa operazione la macchina dell’Arma ha toccato gli 80 chilometri all’ora. La velocità toccata dal cavallo, quindi, era di poco inferiore. L’obiettivo dei militari era uno solo: impedire che si verificassero incidenti. I carabinieri hanno cominciato a segnalare la presenza di un pericolo a tutte le automobili e i mezzi in arrivo fino a quando hanno dovuto escogitare una soluzione definitiva per bloccare la corsa del cavallo. Hanno intimato l’alt a un camion di passaggio e hanno chiesto al conducente di sistemare il mezzo pesante di traverso per creare una barriera all’animale che dì lì a poco sarebbe arrivato in quel punto. Il cavallo è giunto nei pressi del camion che gli impediva di proseguire la sua corsa ed è stato costretto a fermarsi.  Non prima, però, di essersi fatto un bel giro in città, che è proseguito su un percorso di circa 4 o 5 chilometri in territorio urbano. Ora l’animale è sotto sequestro, in affidamento a un maneggio e i carabinieri stanno lavorando per risalire al proprietario che rischia una denuncia per omessa custodia di animali.

IL CENTRO
10 LUGLIO 2009
 
Sequestrati 500 chili di carne Chiusi i macelli abusivi, 82 multe
 
Flavia Buccilli
 
PESCARA. Sono circa cinquecento i chili di carne sequestrata dal corpo forestale dello Stato nell’ambito di una cinquantina di controlli effettuati in provincia di Pescara nelle attività di commercializzazione delle carni rosse, attività zootecniche, allevamenti e impianti di macellazione. Nell’ambito dell’operazione, che va avanti da diverse settimane e non è ancora conclusa, la forestale ha anche sequestrato dei locali che erano stati adibiti a macello senza che ce ne fossero le condizioni e denunciato otto persone, elevando 82 sanzioni amministrative per un totale di 37.954 euro.  A tracciare il bilancio è il comandante del corpo forestale Guido Conti : «Le carni macellate», spiega, «sono state sequestrate in diverse località della provincia perché la lavorazione è avvenuta senza autorizzazioni sanitarie e in macelli abusivi. Nel corso dei controlli si è fatta attenzione non solo a tutto ciò che riguarda il prodotto ma anche alle condizioni in cui venivano mantenuti gli animali e per questo sono finiti sotto sequestro quattro locali adibiti a stalle senza che venissero rispettate le norme igienico-sanitarie, e cioè privi di finestre e con un unico ingresso, dove gli animali vivevano al buio, tra rifiuti e sporcizia». Proprio per questo il sequestro della forestale ha riguardato anche 37 bovini detenuti in condizioni di scarsa igiene. E poi, ancora, il personale coordinato da Conti ha portato via delle agende personali, documentazione d’azienda e alcuni documenti sui quali sono state annotate vendite in nero di carni di vitello e marchi auricolari non legali (che servono per l’anagrafe bovina). Le otto persone denunciate devono rispondere a vario titolo di produzione e lavorazione di carni in assenza di autorizzazione, violazioni delle norme igieniche, detenzione di animali in condizioni non compatibili con la loro natura, maltrattamento di animali, scarico dei reflui industriali senza autorizzazione e attivazione di impianti di macellazione abusivi. «Abbiamo voluto controllare», commenta Conti, «se ci sono delle irregolarità lungo la filiera, per quanto riguarda questo settore alimentare, in modo da far arrivare ai cittadini un prodotto di cui si conosca l’origine. Si è voluto capire come vengono trattati gli animali e sono emerse situati pericolose e illegali».

NEWS FOOD
10 LUGLIO 2009
 
Ancora il maiale: dopo l' influenza suina, ecco il virus Ebola
Nelle Filippine, il virus Ebola-Reston sta infettando numerosi maiali. I medici: potrebbe fare il salto e colpire l' uomo. Allarme per 6 casi sospetti. Intanto, in Italia altri 6 ammalati da influenza suina
 
In un futuro non troppo lontano, per spaventare i bambini, le mamme potrebbe non usare più streghe, babau o uomini neri, ma i maiali. Dopo l' influenza suina (od influenza A) i rosei, grufolanti mammiferi potrebbero essere portatori di un nuovo pericolo per la salute umana. Gli epidemiologi ritengono che il virus Ebola-Reston, che sta facendo strage dei suini nelle Filippine, possa mutare e diventare pericoloso per l' uomo.
I medici hanno sottoposto ad accertamenti 141 persone potenzialmente infette: in 6 di loro sono stati riscontrati anticorpi del virus, il che significa che potrebbero essere stati infettati dai maiali in qualche momento.
La FAO, l' OMS ed altre organizzazioni sanitarie hanno già inviato sul posto esperti per ulteriori verifiche. Intanto, le autorità sanitarie in Italia confermano altri 6 casi di contagio del virus H1N1, il che porta il numero totale dei casi a 186 dal 24 aprile ad oggi.

VIRGILIO NOTIZIE
10 LUGLIO 2009
 
Filippine/ Rilevato per la prima volta virus Ebola nei maiali
OMS: il maiale si può mangiare
 
Con grande preoccupazione degli scienziati è stato rilevato per la prima volta nei maiali una forma del virus Ebola, l'Ebola-Reston virus (REBOV). La scoperta pubblicata oggi su Science è stata fatta nelle Filippine e, poiché il virus fino ad ora era stato visto solo negli uomini e nelle scimmie (si tratta di un filovirus che usualmente infetta i primati), si teme che nei maiali possano avvenire mutazioni pericolose in grado di aumentare la virulenza virale e il tasso di patogenicità, che in futuro, potrebbero rappresentare un pericolo per la salute dell'uomo. Per ora, però, rassicurano i ricercatori del Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta, non ci sono pericoli, anche se preoccupa il fatto che il virus sia entrato in un importante esponente della catena alimentare umana. Le analisi fatte su campioni di tessuti prelevati da maiali malati di una forma molto severa di infezione delle vie respiratorie, mostrano che gli animali sono stati infettati con ceppi virali diversi tra di loro, ceppi mutanti rispetto a quello originale trovato in un macaco. Questo fa pensare che Rebov stia circolando nei maiali da lungo tempo, probabilmente dal 1989, forse anche prima che fosse scoperto nelle scimmie. Secondo Roger W Barrett e colleghi sarebbero stati infettati alcuni agricoltori, che lavorano a stretto contatto con i suini, che però non hanno mostrato sintomi della malattia . "La presenza di Rebov nei maiali domestici - ha detto il ricercatore - allarma per il suo potenziale di diffusione tra gli uomini e il bestiame". I filovirus provocano la febbre emorragica virale che causa emorragie interne estese con esiti fatali . Molto probabilmente, ipotizzano gli scienziati Rebov potrebbe essere emerso per la prima volta in qualche ospite ancora sconosciuto, forse nei pipistrelli "mangiafrutta" . "Sappiamo - ha detto Michael McIntosh del United States Department of Agriculture, Plum Island Animal Disease Center, New York, NY - che questa famiglia di virus causa negli uomini malattie mortali, ed anche se non ci sono ancora evidenze che Rebov causa malattie negli umani, passa dai maiali all'uomo infettandolo. E, l'effetto di un'infezione trasmessa da questo virus in un organismo compromesso dal punto di vista immunitario rimane una preoccupante incognita". L'Organizzazione Mondiale della Sanità, da parte sua, ha dichiarato che mangiare il maiale non fa male¿.sopratutto se "cucinato come si deve".

IL TIRRENO
10 LUGLI0 2009
 
SMARRIMENTI
 
Smarrito in centro a Pontedera (PI ) Leo, giovane gatto tigrato marrone con il petto bianco. Tel. 328 0985897 - 0587 58320
 
http://persietrovati.blogspot.com/2009/07/pontedera-pi-smarrito-gatto-maschio.html
 
 
SMARRITA PENELOPE. Abbiamo perso una cagnolina di nome Penelope di razza Shi Tzu in zona Salviano Le Cinque Querce. Vi preghiamo di contattarci al più presto. Se la trovate chiamateci perchè per noi questa cagnolina è molto importante. Se qualcuno l’ha presa o l’ha vista è pregato di chiamare 3381994851 Brunella oppure 3384115689 Carolina.
 
http://persietrovati.blogspot.com/2009/07/salviano-li-smarrito-cane-shi-tzu.html

 

 

            10 LUGLIO  2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

 

ASCA
10 LUGLIO 2009
 
SALUTE: MACACHI E LEPRI, CHI MANGIA MENO VIVE PIU' A LUNGO
 
Roma - A tavola s'invecchia. Lo dicono le scimmie e lo confermano le lepri. Consumare meno calorie allunga la vita: e' quanto emerso da uno studio pluridecennale condotto dalla Universita' del Wisconsin-Madison (Usa) e pubblicato su Science. Ridurre porzioni e pasti, spiegano i ricercatori, diminuisce la maggior parte delle patologie legate all'avanzare dell'eta', dal diabete alle malattie cardiovascolari.L'esperimento, durato 20 anni, sulle scimmie non lascia dubbi in proposito: meta' dei macachi lasciati liberi di mangiare a volonta' sono morti, mentre l'80% dei primati nutriti con il 30% di calorie in meno al termine dello studio era ancora vivo. La piu' longeva delle scimmie messe a dieta dagli scienziati ha appena compiuto 29 anni.
Non solo il cuore e il metabolismo degli animali studiati si sono conservati meglio, anche il cervello con una dieta ipocalorica resiste di piu' ''in particolare nelle aree responsabili del movimento, del ragionamento e della memoria'', testimoniano i ricercatori.Mangiare meno non sembra essere soltanto una garanzia di eterna giovinezza, ma anche una chiave dell'evoluzione. Un altro studio condotto dagli etologi del Research Institute of Wildlife Ecology di Vienna (Austria) ha scoperto che le lepri-mamma sanno come preservare la propria vecchiaia: riducono il fabbisogno energetico necessario all'allattamento per assicurarsi la possibilita' di vivere piu' a lungo e continuare a riprodursi.

ANSA
10 LUGLIO 2009
 
MANGIARE MENO ALLUNGA LA VITA, LE SCIMMIE CONFERMANO
 
ROMA  - E' proprio vero che mangiando poco si vive più a lungo. Anche le scimmie che sono animali così simili a noi, seguendo una dieta ipocalorica, diventano più longevi: è la prima volta che l'effetto della dieta sulla longevità viene dimostrato su un animale così vicino all'uomo, cosa che fa ben sperare anche per chi di noi voglia 'barattare' una lunga vita con una tavola un po' meno ricca. Ad affermarlo é uno studio pubblicato sulla rivista Science, dall'equipe di Richy Colman della University of Wisconsin-Madison. Dopo 20 anni di studio su un campione di scimmie è risultato che una dieta ipocalorica ma nutriente assicura la longevità e ritarda l'insorgenza di malattie tipiche della terza età come cancro, diabete, patologie cardiovascolari. Alimentazione e longevità sono state associate da tanto tempo e sono ormai numerosi gli studi scientifici che dimostrano su svariate specie animali che mangiare meno allunga la vita. Si parla di restrizione calorica, ossia di seguire una dieta ipocalorica ma comunque nutriente, sana. Ma è chiaro che se un vermetto o un topolino vivono di più quando 'tenuti a stecchetto', ciò non è motivo sufficiente per dire che anche gli uomini diventano più longevi se sottoposti a restrizione calorica. Un uomo è ben diverso da un topo e da un verme, ma è molto simile alle scimmie e ai macachi, nostri vicini 'parenti'. Gli esperti quindi hanno studiato scimmie Reshus dividendole in due gruppi, uno che ha mangiato a piacimento, l'altro che mangiava il 30% (gli esperti hanno quantificato l'apporto calorico giornaliero di quelle lasciate libere di mangiare e sulla base di esso hanno messo a punto la dieta ipocalorica delle altre). In venti anni di osservazione la metà delle scimmie che mangiano liberamente è morta, l'80% di quelle a dieta è ancora viva. E' difficile condurre uno studio simile su esseri umani, ma di fatto la scimmia è un ottimo modello sperimentale per dimostrare che mangiare un po' meno (in termini di calorie ma in modo equilibrato) rende longevi.

 

 

torna alla pagina iniziale [email protected] torna all'archivio della rassegna stampa