![]() TM NEWS 10 GIUGNO 2011
Animali/ Trafficanti di cuccioli scarcerati dopo patteggiamento A Pistoia la prima sentenza che applica la nuova legge.
Firenze - Si erano resi resi protagonisti di un raccapricciante smercio clandestino di cani: da ieri tornano in libertà i tre trafficanti, che erano stati arrestati a febbraio al termine di un'indagine del Corpo Forestale dello Stato. Si tratta della prima sentenza pronunciata in Italia in base alla nuova legge sul traffico illecito degli animali di compagnia, la 201 del 2010, entrata in vigore a dicembre.
LA REPUBBLICA
10 GIUGNO 2011
Prima condanna per i trafficanti di cuccioli di cane dall'Est
Per la prima volta in Italia condannate tre persone per il traffico di animali di compagnia. Gli animalii erano spesso malati, privi di vaccinazioni e venduti sul web ad ignari acquirenti
GERARDO ADINOLFI
Pistoia - Importavono cuccioli di cane dall'Est Europa, spesso malati e senza vaccinazione, per poi rivenderli ad ignari acquirenti anche tramite il web. Per la prima volta, secondo quanto disposto dalla Legge 201/2010 il Tribulane di Pistoia ha condannato tre persone arrestate a febbraio per traffico di animali da compagnia. I condannati hanno patteggiato ricevendo tre anni e 1 mese per il padre e 2 anni e 3 mesi di reclusione il figlio. Mentre per la donna,K.K, ungherese che si occupava di trovare acquirenti sul web sono stati 2 anni e 8 mesi gli anni di reclusione patteggiati. I tre furono arrestati a conclusione dell'indagine condotta dal Corpo Forestale dello Stato di Pistoia e Prato e coordinata dalla Procura della Repubblica di Pistoia. L'operazione, denominata Kutya (in ungherese significa cane) portò als equestro di 27 cuccioli importati illegalmente dall'Europa dell'Est, oltre a 175 documenti comprovanti la vendita degli animali, 130 passaporti ungheresi di cani e altro materiale fra cui documenti sanitari, cellulari, computer, medicinali veterinari, microchip e siringhe per il loro inserimento. I cuccioli venivano venduti on-line spacciati come animali provenienti da allevamenti autorizzati. Ma in realtà erano cani, molti carlini, akita, sharpei e labrador, importati dall'Ungheria e privi di vaccinazioni o malati. In molti casi gli ignari acquirenti hanno dovuto ricorrere a cure mediche o hanno visto morire il loro cucciolo comprato da poco.
"Siamo molto soddisfatti per la prima condanna per traffico illecito di animali da compagnia - ha dichiarato Ilaria Innocenti, responsabile Lav settore Cani e gatti - e fondamentale è stato soprattutto il ruolo dei cittadini nel stroncare questo fenomeno". L'indagine della magistratura è partita proprio grazie alle segnalazioni di alcune persone truffate nell'estate 2010.
IL TIRRENO
10 GIUGNO 2011
Traffico d’animali dall’est
PISTOIA. Associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al traffico illecito di animali da compagnia. E’ l’accusa per la quale tre persone hanno patteggiato a Pistoia pene da due anni e tre mesi a tre anni e un mese. Secondo il pm, gestivano annunci internet per l’acquisto di cani dall’Ungheria.
Imputati erano padre (48 anni), e figlio (27), italiani, e una complice ungherese. Secondo la ricostruzione della procura, la donna gestiva gli annunci su internet e teneva i contatti con l’Ungheria per trovare i cuccioli, mentre i due uomini, entrambi di Pistoia, si occupavano di contattare gli acquirenti. I cani venduti sono stati un centinaio. In diversi casi, gli animali morivano pochi giorni dopo la consegna o durante il viaggio per l’Italia.
IL TIRRENO
10 GIUGNO 2011
Cani: attenzione agli annunci truffa
Livorno - Come molti sanno gestisco il canile del Corbolone da 32 anni e ho una notevole esperienza in questo settore essendo anche in contatto con altre associazioni nazionali e locali che lamentano i medesimi inconvenienti che cercherò di esporre in modo condensato. Ultimamente abbiamo notato che diventa sempre più difficile fare adottare un cane dal canile. i nostri cani sono tutti sani, vaccinati, microchippati e registrati in anagrafe canina. Le femmine sono sterilizzate. Purtroppo arrivano tutte le settimane furgonate di cani importati dal sud d'Italia o dall'estero. E vengono messi in offerta con annunci sui giornali o in internet. Sono scelti così da sprovveduti adottanti che spesso si ritrovano con un animale assai diverso da come se lo aspettavano: molti di questi cani sono malati, aggressivi o comunque ingestibili e vengono subito riabbandonati. Abbandono facile perchè quasi sempre sono senza chip o con chip falsi. Mi rivolgo pertanto a tutti i soggetti interessati - Asl Polizia Municpale, Nas e Polizia Forestale - affinchè facciano controlli severi anche leggendo i numerosi annunci di cani: ogni Comune deve occuparsi dei suoi randagi ed è disonesto fare pagare ai contribuenti livornesi per i cani importati dal sud Italia o dall'estero.
Elena Meniconi (presidente dell'Associazione Animalista Livornese Onlus)
SAVONA NEWS 10 GIUGNO 2011
Giovane gabbiano ferito gravemente da una micidiale esca artificiale Il volatile, impigliato dal finto pesce nel becco e ad una zampa, è stato soccorso da alcuni turisti presenti e consegnato ai volontari della Protezione Animali
Provincia di Savona - "Un giovane gabbiano è stato gravemente ferito da una micidiale esca
ROMA EXPLORER
10 GIUGNO 2011
Denunciati due messicani per maltrattamento animali a Verona
Verona - Tre cani e un pappagallo lasciati senza acqua né cibo per ore in una autovettura sotto al sole. E' quanto è successo in questi giorni a Verona, dove due turisti messicani, un uomo e una donna, hanno lasciato i poveri animali da soli chiusi dentro una Volkswagen parcheggiata in una piazza assolata. Tempestivo l'intervento delle forze dell'ordine che hanno soccorso e messo in salvo i poveri animali che sono stati subito affidati alle cure dei veterinari dell'Ussl di Verona e all'associazione Verde Blu.
NET1 NEWS
10 GIUGNO 2011
Dramma a Foligno (PG), Giostra della Quintana, muore un cavallo
Le "Giostre" sono uno dei tanti spettacoli, come il Palio di Siena, dove gli animali costituiscono "spettacolo" a loro spese. Ieri a Foligno durante le prove per la prossima Giostra della Quintana, un cavallo durante la corsa ha fatto leva con lo zoccolo sulla parte metallica di una bandierina caduta in terra, questa gli si è conficcata fatalmente nel costato, rendendo necessaria la soppressione del povero animale. I Nas hanno immediatamente investigato sull'accaduto, sollevando da qualsiasi negligenza l'organizzazione della festa. La mia considerazione personale è la seguente: la negligenza vera è utilizzare animali per manifestazioni di questo genere, dove spesso subiscono incidenti vista la veemenza con la quale i cavalieri si affannano per vincere. Immediata la reazione delle associazioni che si occupano di diritti agli animali, anche attraverso Face Book, chiedendo di mandare mail di protesta contro questo tipo di feste medievali e retrograde, dove il puro divertimento è ad esclusivo prezzo da parte degli animali.
GEA PRESS
10 GIUGNO 2011
Foligno – Quintana: cavallo morto infilzato
Colpa fu del fato imponderabile (come l'anno scorso).
Ancora l’inesorabile fato, questa volta durante le prove della Giostra della Quintana di mercoledì scorso. “Mai visto prima“, fanno dire i giornali locali a Domenico Metelli (a destra nella foto trgmedia) Presidente dell’Ente Autonomo Giostra della Quintana di Foligno (PG). Anzi già si sa che i Carabinieri non avrebbero rilevato negligenze. A dirlo, ovviamente, non sono i Carabinieri e la stessa voce girò l’anno scorso quando altro cavallo morì. Ma come ha colpito questa volta l’imponderabile fato? Nel percorso della Giostra si deve centrare un anello tenuto dall’odiato (nei tempi andati) saracino (a sinistra nella foto – Ente Giostra). Vi sono varie curve, tra cui quella cosìddetta de “la piscina” dove il cavaliere del rione Morlupo forse è arrivato troppo basso. Poi il balzo del cavallo ed il rumore dei tessuti lacerati. Il cavaliere blocca il cavallo, questo si accascia a terra e la bandierina di metallo si ritrova, dopo aver abbondantemente squarciato, tra pancia e coscia destra di Estrada, di anni sei, subito coperta da un telo di plastica. Le prime notizie pervenute dalla clinica veterinaria di Perugia, riferivano di gravi lacerazioni ad organi vitali. Il cavallo, in particolare, avrebbe avuto milza ed intestino tagliati. Il cavallo, ad ogni modo, è deceduto, forse abbattuto.Secondo quando riferito in loco, Metelli, in quel momento era in una gara gastronomica di una taverna de La Mora, rione di Foligno. Qui è molto nota l’accedemia del porco. I soci del rione acquistano un maiale da un contadino della zona, per poi seguirne la crescita ed infine mangiarselo. Poi ci sono le iniziative promosse in occasione della festa dove Metelli sarebbe stato, quale Presidente dell’Ente Giostra, proprio in quei momenti. Metelli, sebbene subito accorso, non avrebbe visto l’incidente che però sarebbe stato da lui definito “incredibile“. Aggiunge qualcuno che le bandierine di metallo nel percorso ci stanno perchè devono costituire una difficoltà, tantè che il loro evenutale abbattimento, comporta una penalità. In questo caso, sulla difficoltà, si è abbattutto l’intero cavallo.A Ronciglione un tubulare metallico trafisse Tiffany ed a Foligno è stata una bandierina, sempre metallica. Più o meno le stesse cose dicono i reponsabili locali, ovvero che trattasi di fatalità. Anzi, a Ronciglione sono andati oltre, accennando a responsabilità del Ministero della Salute, fatto questo immediatamente stigmatizzato dal Sottosegretario alla Salute Francesca Martini.Eppure Foligno non è corsa arrangiata. In loco lo sanno tutti che l’Ordinanza Martini, quella sulle protezione degli equidi (scarica qui – Ord Min Salute su manifestazioni con equidi), ma in difesa delle tradizioni, è perfettamente rispettata. Del resto l’Ordinanza Martini non dice poi granchè e l’imponderabile fato colpisce ancora. Difficilmente, inoltre, sarà richiamata la legge contro i maltrattamenti di animali. La legge 184/04 ha previsto, infatti, la possibilità di autoescludersi dalle manifestazioni storiche e culturali autorizzate. I reati di maltrattamento e uccisione, poi, si applicano solo nelle condotte dolose, occorre, cioè, la volontà di maltrattare o uccidere. A meno che i responsabili della corsa non potevano non sapere di un pericolo ed hanno corso lo stesso.
LA PROVINCIA DI VARESE
10 GIUGNO 2011
Una volpe di sei mesi travolta da un'auto
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VARESE Una Gev raccoglie la carcassa sul ciglio della strada (Foto by VARESE)
VARESE - Un volpacchiotto di pochi mesi è stato investito da un'auto a Capolago. La carcassa della bestiola è stato recuperato dalle Guardie ecologiche volontarie. «Durante il nostro giro di controllo dei torrenti, siamo stati contattati da un abitante di Capolago che ci ha invitati ad andare in via per Buguggiate dove giaceva a terra, morta, una volpe – raccontano il capopattuglia delle Gev Alberto Zambon e Attilio Cavalieri – L'animale è presumibilmente deceduto verso le 8 del mattino, colpito da un'auto».Si trattava di un volpacchiotto, un esemplare di circa 6 mesi. Tutto lascia pensare che l'incidente sia avvenuto intorno alle 8 del mattino, quindi in una fascia oraria dove il traffico è abbastanza sostenuto. «Abbiamo raccolto l'animale e lo abbiamo racchiuso in un sacco impermeabile – continuano le Gev – Adesso lo spediremo a una detta specializzata per lo smaltimento delle carcasse». Non è la prima volpe a essere investita nella zona. Il caso che ha destato più commozione è stato quello della volpe della Schiranna, un animale conosciuto da tutti, ritrovato morto qualche anno fa sulla Sp1. Solo pochi mesi fa un'altra volpe era stata trovata morta vicino all'ippodromo, dopo che alcuni abitanti del rione si erano mobilitati per cercare di portarla al sicuro, in un luogo con più verde e meno auto. Le Gev hanno monitorato diverse tane, distribuite nella zona che va dalla valle della Fornace a quella del Gualtino, sino alla Schiranna e al Volo a Vela di Calcinate del Pesce, dove spesso le si vede attraversare le piste di decollo e atterraggio degli alianti. E' facile incontrarle vicino alle case, in cerca di cibo. «Un abitante di Capolago ci ha comunicato che nella zona sono numerosi i casi di assalto notturno ai pollai – dicono le Gev – Purtroppo spesso queste scorribande hanno esito funesto per polli e tacchini». La convivenza, del resto, non è sempre facile tra volpi, contadini e cittadini in automobile.
GEA PRESS
10 GIUGNO 2011
Bologna: Rocco, la faina con risonanza magnetica (fotogallery)
Salvo grazie al Centro Tutela Fauna di Monte Adone e al dott. Zeira.
Per Rocco, non c’erano grandi speranze. Era stato trovato ai bordi di una strada, nel bolognese, lo scorso 27 maggio. Lui, Rocco, la Faina, non era stato investito da una macchina, come il luogo del ritrovamento avrebbe fatto pensare. Era stato, invece, … morso! Non si capisce da chi, ma la tipologia della ferita lasciava spazio a pochi dubbi.Subito sul posto gli esperti del Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica di Monte Adone, sito nelle colline di Sasso Marconi (BO). Rocco, la Faina, è in stato subcomatoso. La profonda ferita alla tempia fa putroppo pensare ad una importante frattura cranica. Dopo i primi soccorsi nel Centro, il povero Rocco viene trasferito in una clinica veterinaria specializzata. Probabilmente, per capire cosa era successo, non ci sarà bisogno solo di una semplice lastra.Rocco così, viene preparato per il viaggio. Accompagnato dagli esperti faunistici di Sasso Marconi, arriva a Tavazzano con Villavesco (LO) presso l’ Ospedale Veterinario San Michele dove opera l’equipe del dott. Zeria (nella foto assieme a Rocco). Li abbiamo già conosciuti, a proposito del saltaggio di Nu, la nutria investita. Rocco, dopo i raggi che confermano la frattura, ha bisogno di approfondimenti diagnositici. Bisogna fargli, infatti, la risonanza magnetica. Con la flebo in vena ed adagiato su un lenzuolino, finisce così sotto l’enorme macchina che inizia a scandagliare la testa. A vederlo nelle fotografia, sembra quasi un delicato pelouche. Le zampine spalancate, posato di pancia e gli occhietti chiusi. Poi il responso ed il dott. Zeria deve, purtroppo, comunicare che la ferita è molto estesa, praticamente fino all’encefalo.Prescritte le terapie, in massima parte omotossicologiche, gli esperti del Centro di Monte Adone, ritornano alla base. Nessuno si perde d’animo e dopo 48 ore di amorevoli cure, avviene il miracolo. I miglioramenti sono a dir poco inaspettati. Inizia a dare segni di concreta ripresa, anche se all’inizio deve continuare ad essere alimentato con le flebo. Nei giorni successivi si passa dalle flebo alle siringhe, ma senza ago…, piene di omogeneizzato che Rocco, con crescente voracità, mangia con piacere.Quando riappare il caratterino tipico delle faine, i volontari tutti del Centro Tutela Fauna di Monte Adone tirano un grande sospiro di sollievo. Rocco può farcela. Guarda, annusa e tenta di mordere, … è tornato Faina. Ora, per lui, c’è la degenza in un luogo speciale. Una volta liberato in natura la sua selvaticità sarà speranza di successo. La data non è stata ancora fissata ma Rocco riavrà i piccoli rumori, gli odori e gli altri segnali per noi incomprensibili che rendono vive le ore notturne, ovvero quelle in cui Rocco si sveglia e va in giro nei suoi boschi. Poi ci sono anche i morsi, imprevisti della sua vita selvatica. Chissà chi era stato.
VEDI FOTOGALLERY:
http://www.geapress.org/animali-in-emergenza/bologna-rocco-la-faina-con-risonanza-magnetica-fotogallery/16358
TUTTO OGGI
10 GIUGNO 2011
MALTEMPO, CANE SALTA DAL BALCONE AL SECONDO PIANO PER PAURA DI LAMPI E TUONI
La povera bestiola, completamente spaventata, non ha trovato di meglio che scappare da dove si trovava. Ora sta bene
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(Foto: Lucky in una immagine prima dell'incidente)
Spoleto (PG) - Salta dal balcone per la paura dei tuoni e dei lampi durante il temporale. E' quanto è accaduto ieri al meticcio di 5 anni, Lucky che, completamente terrorizzato dal rumore dei tuoni e spaventato dai lampi del breve nubifragio che si è abbattuto su Spoleto nel pomeriggio, non ha trovato niente di meglio da fare che scappare saltando dal balcone al secondo piano dove si trovava al momento del temporale. La povera bestiola, rovinata a terra, è stata soccorsa immediatamente dal proprietario ed è stata subito trasferita nello studio di un veterinario dove si è provveduto a medicarlo e a verificare le possibili fratture incorse. Fortunatamente però Lucky (nomen omen) non ha riportato danni irreparabili, a parte uno spavento incontenibile. Ora se ne sta in casa , solo un pò fasciato, coccolato dai suoi proprietari che se la sono vista brutta come lui.
GEA PRESS
10 GIUGNO 2011
L’esca al silicone – a rimanerci fregati sono però gli animali (foto)
Denuncia dell'ENPA di Savona contro i pescatori sporcaccioni.
Le più performanti sono quelle al silicone, ma ve ne sono anche piumate, a riflessi metallici, tubulari e vermiformi. Ci sono quelle da fondo, d’altura, per trote, siluri ed altre per grandi predatori, specie se di mare.L’esca non è più il verme da torturare nell’amo. Sempre più spesso ci sono quelle artificiali. Centinaia di modelli corredabili con seghetti, collanti, colori, smaltanti e brillantanti. Pinze e pinzette, anellini rotanti e quant’altro di utile per migliorare l’efficacia delle esche finte sempre più simili, però, ai pesci veri.Solo che a rimanerci fregati, non sono solo i pesci, ma anche altri animali. In primis, sicuramente, gli uccelli acquatici.L’ultimo caso lo denuncia oggi l’ENPA di Savona. Un giovane gabbiano gravemente ferito dalla micidiale esca nella spiaggia libera di Bergeggi (SV). L’esca si era impigliata nel becco e in una zampa. Ad occuparsi di lui alcuni turisti che hanno subito contattato l’ENPA.Tali esche sono utilizzate un pò in tutte le spiagge dove, purtroppo, dicono all’ENPA, i pescatori hanno libero accesso, con la sola esclusione dei mesi estivi. Solo l’ennesimo episodio, dicono i volontari della Protezione Animale savonese. In molti casi, poi, la lenza, attorcicliandosi alle zampe, può procurare dolorose ferite. Vi sono stati pure casi di cancrena. Indispensabile, spesso, l’intervento chirurgico.L’ENPA ha più volte sollevato il problema e grazie a ciò, la Capitaneria di Porto ha emesso apposita Ordinanza con la quale si obbligano i pescatori a non lasciare incustoditi i loro attrezzi di pesca. Evidentemente, anche le Ordinanze, non vengono rispettate.
VEDI FOTO:
http://www.geapress.org/animali-in-emergenza/lesca-al-silicone-%E2%80%93-a-rimanerci-fregati-sono-pero-gli-animali-foto/16374
L'UNIONE SARDA
10 GIUGNO 2011
Castiadas (CA): denunciati due cacciatori di frodo
Blitz antibracconaggio dei carabinieri della Compagnia di San Vito che hanno sequestrato armi, munizioni e un fucile da caccia. Nella rete dei militari anche un cinghiale appena ammazzato. L’operazione è scattata in territorio di Castiadas. Una pattuglia del Nucleo radiomobile in servizio di prevenzione sulle strade che portano alle foreste di "Minni Minni" e ai 7 Fratelli ha incrociato un’auto che è stata fermata. All’interno i militari hanno trovato l’arma e il cinghiale del peso di circa 15 chili. Due le persone identificate: dopo gli accertamenti del caso, per loro è scattata l’accusa di bracconaggio. I due sono stati denunciati a piede libero. Fucile, munizioni e cinghiale sono stati invece posti sotto sequestro. L’operazione è stata coordinata dal capitano Federico Loiacono, comandante della Compagnia dei carabinieri di San Vito: I militari hanno effettuato appostamenti non solo nelle località collinari ma anche nei pressi delle lagune dove da tempo si registrano furti di vongole e di pesci.
CORRIERE ADRIATICO
10 GIUGNO 2011
Dissequestrato l’Hotel del cane
Montemarciano (AN) - E’ stato dissequestro l’Hotel del Cane, il ricovero per cani abbandonati messo sotto chiave a fine aprile dalla magistratura per il sospetto che gli animali fossero osipitati in spazi inadatti e sfamati con cibo di scarsa qualità. Accuse respinte dai titolari del canile, che ricovera oltre 170 animali, quasi tutti cani vaganti detenuti per conto di diversi comuni della provincia: Montemarciano, Senigallia, Arcevia, Sirolo, Castelfidardo.
LA ZAMPA.IT
10 GIUGNO 2011
Alto Adige, sospeso abbattimento volpacchiotti nelle riserve di caccia Il provvedimento rimarrà in vigore sino all'apertura della stagione venatoria fissata per il 1 luglio 2011
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BOLZANO - In Alto Adige, il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa, Sezione autonoma per la Provincia di Bolzano, ha sospeso con decorrenza immediata l'abbattimento di volpacchiotti nelle quattro riserve di Ultimo, Naturno, Tirolo ed Avelengo. Lo riferisce in una nota la Provincia autonoma di Bolzano precisando che sulla base di questa decisione del Tar l'Ufficio provinciale caccia e pesca ha comunicato ai responsabili del settore che con decorrenza immediata, è proibito qualsiasi abbattimento e prelievo di volpacchiotti nei quattro comprensori di Ultimo, Naturno, Tirolo ed Avelengo.
La sospensione degli abbattimenti rimarrà in vigore sino all'apertura normale della caccia al prossimo primo luglio 2011. I rettori delle quattro riserve riserve di caccia sono stati quindi incaricati di provvedere all'immediata informazione degli agenti venatori, nonchè di tutti i titolari di un permesso annuale o d'ospite su questa sospensione dei decreti assessorili decisa dal Tar.
IL TIRRENO
10 GIUGNO 2011
Trovato cucciolo di pitone abbandonato
Donatella Francesconi
VIAREGGIO (LU). Disidratato e affamato aveva trovato riparo dentro la cabina di irrigazione di piazza D’Azeglio. A trovare il cucciolo di pitone moluro albino sono stati gli agenti della polizia municipale, allertati da un cittadino che aveva visto il rettile. Immediata la chiamata per gli esperti delle guardie zoofile di Lucca, riunite nell’associazione Anpa, che hanno inviato sul posto Cristiano Pacini, responsabile nazionale per il recupero dei rettili.
«Il pitone - spiega Pacini - è lungo 1 metro e venti centimetri. La misura di un cucciolo del quale, però, è difficile definire l’età per le precarie condizioni in cui è stato trovato». Il piccolo pitone (da grandi misura 6-7 metri per 80-100 chili di peso) si trova ora ospitato «nella teca sanitaria». E come tutti i cuccioli, specialmente se reduci da una brutta avventuta, ha tanta sete e fame. Anche se nel rifugio di piazza D’Azeglio «sono stati trovati escrementi di topo», segno che qualcosa l’animale aveva trovato, le sue condizioni «al momento restano precarie». Le guardie zooofile ritengono che il precario stato del rettile sia antecedente all’abbandono nella piazza del centro città: «Forsa aveva iniziato a non mangiare o ha accusato qualche problema di salute. Le spese veterinarie, per queste specie, toccano cifre importanti. Ma questo non giustifica assolutamente l’abbandono: ci siamo noi ai quali rivolgersi invece di far rischiare la vita all’animale». Che arriva dall’Amazzonia ed appartiene ad una specie protetta vendibile solo previa certificazione. Sarà ora l’autorità giudiziaria a definire la destinazione dell’animale e a cercare di risalire al proprietario del rettile per verificare anche le modalità di arrivo del pitone nel nostro Paese. Chi l’ha abbandonato, questo è sicuro, dovrà rispondere di una lunga serie di reati.
IL TIRRENO
10 GIUGNO 2011
Un pitone ai giardinetti
VIAREGGIO (LU). Un pitone lungo un metro e venti è stato trovato ieri nei giardini di piazza D’Azeglio a Viareggio, vicino alla fermata dei pullman. A notare il serpente è stato un passante, che ha avvertito la polizia municipale. Un esperto ha recuperato il pitone. E’ un esemplare Moluro albino, non velenoso. Da adulto può arrivare a sei metri di lunghezza e 100 chili di peso. L’animale era debole e disidratato.
CORRIERE ADRIATICO
10 GIUGNO 2011
Otto animali uccisi e dieci dispersi. L’allarme dei proprietari
Branco di lupi fa strage di pecore
Cingoli (MC) - Un gregge di 100 pecore chiuso in un recinto di rete metallica (un'area illuminata) nella notte tra martedì e mercoledì è stato aggredito da un branco di lupi: 8 animali morti e 10 dispersi è il bilancio finale. L'attacco si è verificato in località Santo Stefano, a circa 11 chilometri da Cingoli, ai danni dell'allevamento dei fratelli Antonio e Giuseppe Floris, titolari di un caseificio. L'area interessata si trova a 10 metri dall'abitazione dei Floris. Nessuno ha sentito niente. Anche perché i cani erano stati lasciati a guardia di altre 200 pecore in un'altra zona, a Civitello. Ieri mattina attorno alle sei la macabra scoperta da parte dei titolari. Considerato il numero dei capi tra quelli ammazzati e quelli scomparsi, quasi sicuramente l'assalto è stato portato da almeno sei sette lupi. La stessa azienda aveva subito altre due aggressioni da parte di lupi negli anni passati: nel 2007 i capi ammazzati, feriti e dispersi furono una sessantina, nel 2008 una quindicina. “Nessuno si sarebbe aspettato un'aggressione di questi tempi con l'inverno ancora lontano - racconta uno dei titolari - e mai così vicino a casa. Purtroppo non ci siamo accorti di niente . Abbiamo bambini piccoli e adesso c'è anche un po’ di paura. Nessuno è contro gli animali, altrimenti non staremo qui con le nostre attività, ma crediamo che sia giunto il momento di creare per i lupi delle riserve”.
TG COM
10 GIUGNO 2011
Coniglio nasce senza orecchi
Sarà colpa delle radiazioni?
Giappone, l'animale catturato poco distante dall'impianto di Fukushima
Catturato il 21 maggio, nelle vicinanze dell'impianto di Fukushima, questo coniglio nato senza orecchi sta creando paura e allarme. Si teme infatti che la malformazione sia dovuta alla radioattività della zona dopo l'incidente nucleare avvenuto a seguito del terremoto che ha colpito il Giappone l'11 marzo.
VIDEO
http://www.liveleak.com/view?i=141_1307634809
CDT
10 GIUGNO 2011
Un criceto fa condannare la Francia
È "colpevole d'estinzione" e dovrà pagare, dice la CJE
La sentenza della Corte europea di giustizia (CJE) che condanna la Francia fa titolo, oggi, su tutti i quotidiani transalpini e, sinceramente, lo merita. Vediamo di capire perchè. Il "cricetus cricetus", o criceto europeo o ancora, come lo chiamano in Francia, Grand hamster è l'unica specie tra quelle dei criceti che vive ancora allo stato selvaggio in Europa. È però una specie seriamente minacciata d'estinzione a causa dello sfruttamento agricolo di quello che, un tempo, era il suo territorio, il suo habitat. Succede un po' ovunque: in Belgio, come in Olanda, come - appunto - in Francia. Qui però, in particolare in Alsazia, a partire dal 2009 si sono costituiti veri e propri comitati in difesa del "Grand hamster d'Alsace" e, passo dopo passo, sono giunti a denunciare la Francia alla Corte europea di giustizia (CJE). Motivo? Non ha messo in atto tutte le misure necessarie ad evitare l'estinzione di questa specie.Sembrava una battaglia persa in partenza e invece... invece ieri, 9 giugno, la quarta Camera della Corte europea ha riconosciuto la Francia colpevole di non aver fatto tutto quanto era in suo potere per proteggere il "Cricetus cricetus" - dichiarato specie protetta già nel 1993 - . La Repubblica francese, si legge nel dispositivo della sentenza (vd link a lato), è inoltre venuta meno "agli obblighi che le incombono in virtù dell'art.12, paragrafo 1, lettera d) della direttiva 92/43/CEE del Consiglio europeo (21 maggio 1992), concernente la conservazione degli habitat naturali, della fauna e della flora selvatiche, così come modificata dalla direttiva 2006/105/CE del Consiglio, del 20 novembre 2006" ed è pertanto condannata a farsi carico delle spese che questa negligenza ha provocato. Basterà, tutto ciò, a salvare il criceto?
IL PICCOLO
10 GIUGNO 2011
Una taglia di 4 euro per le nutrie
PINGUENTE È caccia aperta alle nutrie , i roditori di origine sudamericana che stanno flagellando i raccolti agricoli lungo la fertile vallata del fiume Quieto. Sono tutt' altro che schizzinose e divorano con uguale voracità i campi di trifoglio, orzo, patate e granoturco. Ma non solo, hanno scavato una fitta rete di gallerie sotterranee tanto da mettere in pericolo la tenuta degli argini del corso d' acqua che, a dire il vero, in un punto sono franati per la lunghezza di 30 metri. Si teme anche per l' integrità della costa del bacino idrico di Bottonega che fornisce l'acqua a gran parte dell' Istria. Per evitare che si ripeta la problematica e allarmante situazione di 3 anni fa,il Ministero dell' agricoltura e della pesca ha dato nuovamente luce verde alla richiesta dell' Assessorato regionale all' agricoltura di dichiarare guerra al terribile animaletto che solitamente viene allevato per la sua pregiata pelliccia.I cacciatori della società venatoria ''Mirna'' di Pinguente si sono già messi all' opera, anche perché molti di essi sono agricoltori che si vedono danneggiate le colture. In pochi giorni sono finiti impallinati 200 roditori i cui corpi poi vengono portati agli ambulatori veterinarti autorizzati e da qui allo scorticatoio. Ed é stata posta anche la taglia di 4 euro per ogni nutria ammazzata. L' assessore regionale all' agricoltura Milan Antolovic ha annunciato che se necessario l' importo verrà aumentato. La nutria lo ricordiamo, non è un animale autoctono. Proviene dal sud America e in Istria è arrivata per le esigenze di allevamento per la pelliccia. Si calcola che una quindicina di anni fa qualche esemplare sia riuscito a fuggire dagli allevamenti ( oppure che qualche allevatore le abbia messe di proposito in libertà) popolando quindi tutto il corso del Quieto, da Pinguente a Cittanova. In Istria ultimamente non solo le nutrie si stanno moltiplicando a vista d' occhio, ma anche altri animali selvatici dannosi per le colture agricole. Aumentano di numero cinghiali,cervi, caprioli, lupi e anche gli orsi. Quali le cause? La crescente trascuratezza e abbandono delle campagne e dei pascoli, con i prati che non vengono più falciati. Di conseguenza, la vegetazione si fa sempre più fitta rappresentando così l' ambiente di vita per le specie elencate.
LA VOCE DEL NORD D'EST
10 GIUGNO 2011
L'orso bianco "star" in Trentino e la Lega si batte contro la reintroduzione
Trento - Nei giorni in cui in Trentino fanno parlare le immagini dell'orso bianco, la Lega Nord promuove un nuovo incontro a Primiero sui plantigradi. Venerdì 10 giugno, alle ore 20.30, Sala Negrelli
L'orso bianco in Trentino - Sembra quasi un effetto di luce, invece si tratta di un orso davvero speciale, con il mantello quasi bianco. Sono queste le immagini recentemente "catturate" dall'Ufficio Faunistico della Provincia autonoma di Trento, che dal 2010 sta monitorando, secondo un sistema sperimentato in America, i "rub trees" ovvero grattatoi utilizzati dai plantigradi per segnalare ad altri animali della stessa razza la propria presenza. In alcuni di questi grattatoi sono state appunto installate fotocamere automatiche, per riprendere gli orsi nel proprio ambiente. Una di queste ha ripreso in pieno giorno, nel gruppo montuoso Paganella-Gazza, un orso molto particolare, probabilmente un giovane maschio, caratterizzato da un mantello chiarissimo, quasi bianco. Provengono dalla stessa zona anche immagini di una femmina con tre cuccioli di un anno e mezzo d'età.
La Lega Nord e l'orso - "La Lega Nord Trentino - si legge in un comunicato del partito -, da sempre contraria al progetto di reintroduzione dell’orso, sta raccogliendo da tempo testimonianze nelle valli trentine che raccontano episodi di disagio e paura per gli abitanti dei paesi, di danni e rimborsi non sempre corrisposti per allevatori e agricoltori, di attività montane a rischio di scomparsa per la paura dell’orso.
Nella serata di venerdì 10 giugno alle ore 20.30 presso la Sala Negrelli nel palazzo della Comunità di Valle a Primiero, si terrà un incontro pubblico per dare voce a chi vive in montagna e deve affrontare il problema dell’orso anche quotidianamente. Saranno presenti all’incontro l’on. Maurizio Fugatti ed il sen. Sergio Divina assieme ai consiglieri provinciali Savoi, Penasa, Civettini, Filippin, Casna e Paternoster e al segretario della sezione del Primiero, Martina Loss. I rappresentanti istituzionali della Lega Nord Trentino saranno a disposizione della cittadinanza per raccogliere le loro testimonianze e per rispondere alle tante domande che sono lasciate in sospeso dal comportamento dell’amministrazione provinciale, troppe volte irresponsabile nella gestione della problematica e non rispettosa dei tanti sacrifici di chi vive e lavora in montagna. La vicinanza dell’orso - si legge nella nota - alla società umana, portatrice spesso di danni anche gravi, è un chiaro segnale di un disequilibrio nelle proporzioni della presenza sul territorio di fauna selvatica e richiede quindi un’attenta pianificazione e un miglior controllo dei grandi predatori. Progetto Life Ursus di reintroduzione della specie dell’orso nel Trentino occidentale è stato attivato dalla Provincia di Trento sottovalutando l’impatto che l’orso avrebbe avuto sulle comunità delle nostre valli e sulle attività tradizionali della montagna. Mentre i danni causati dall’orso crescono in maniera esponenziale anno dopo anno, la popolazione attualmente presente in provincia non è più monitorata in alcun m odo ed è completamente fuori controllo. L’equilibrio tra l’uomo e l’ambiente naturale che lo circonda va preservato attraverso un’attenta politica ambientale, che non porti penalizzazioni alle attività dell’uomo mantenendo la giusta proporzione delle specie selvatiche per un ecosistema valido. La Lega Nord Trentino, ascoltando e dando voce alle testimonianze dei cittadini, vuole esprimere la necessità della valle e di tutto il Trentino di una maggior sicurezza nel vivere il proprio
territorio. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare per testimoniare la propria esperienza ed esprimere le proprie considerazioni sulla questione orso".
di redazione online
GUARDA IL VIDEO DELL'ORSO BIANCO IN TRENTINO
http://www.lavocedelnordest.it/articoli/2011/06/10/4546/lorso-bianco-star-in-trentino-e-la-lega-si-batte-contro-la-reintroduzione-video
GEA PRESS
10 GIUGNO 2011
La Lombardia e il ritorno dell’orso (video)
Il WWF: impariamo a conoscerlo.
Da alcuni anni capita di incontrarli nelle provincie di Brescia, Bergamo e Sondrio. Sono giovani maschi di Orso bruno che, comunica il WWF Italia, dal Trentino stanno iniziando a colonizzare nuove aree. Un segnale che la catena alina ha ancora alte potenzialità di potersi arricchire, naturalisticamente e non solo. Fatto che, comunque, non può evitare di considerare alcune preoccupazioni. In particolare se queste, sempre secondo il WWF, hanno come problema di base la scarsa informazione.Il ritorno dell’orso bruno sta avvenendo nell’ambito del progetto Life Arctors ed è importante che alla buona riuscita contribuiscano, in maniera opportuna, tutti. Ad iniziare da chi, casualmente, può imbattersi nell’orso. Un animale, secondo l’Associazione ambientalista, del quale non bisogna avere paura. Ad ogni modo, per quanto timido e timoroso (in altri termini, sarà lui ad allontanarsi), si tratta sempre di un grande animale e per questo è importante non avvicinarsi, ad esempio per scattare foto, e soprattutto non offrire mai cibo. Meglio, consiglia il WWF, godersi l’incontro in silenzio.Una presenza, quella dell’orso, utile non solo per i boschi, ma anche per il turismo. Basti pensare all’Orso marsicano ed ai benefici, in termini di conoscenza del territorio, anche sotto il profilo turistico, che ha portato all’Italia centrale. Eppure dell’Orso marsicano nessuno ha paura, mentre per il plantigrado ritornato nelle alpi, si sono scatenati timori ingiustificati. Nessuno riflette sul fatto che trattasi della stessa specie; anzi, secondo alcuni studiosi, addirittura della stessa sottospecie. Non vi sarebbero, cioè, rilevanti differenze genetiche. Eppure nelle aree dell’appennino dove vive, pur con tutti i problemi di avvelenamenti e strade invadenti, l’orso non ha generato frizioni come quelle apparse finanche agli onori della cronaca, per il Trentino, ma anche per il Veneto. Nelle Alpi, però, se ne era perso il ricordo e per questo è importante conoscerlo.Per tale motivo il progetto Life Arctors prevede numerosi incontri ove saranno coinvolte le varie categorie che condividono, a vario titolo, i territori lombardi delle Alpi. Gli eventuali danni arrecati dagli orsi ad animali domestici o ad altre attività umane, saranno invece velocemente rimborsati dalla Regione Lombardia, grazie ad una polizza assicurativa.Intanto per oggi, dicono al WWF, ci rallegriamo della grande sorpresa ed emozione di due turisti lombardi che hanno avuto, nello scorso fine settimana, il loro primo incontro con l’orso appena sopra Bormio, nel Parco Nazionale dello Stelvio.
I VIDEO:
http://www.geapress.org/ambiente/la-lombardia-ed-il-ritorno-dellorso-video/16363
GO FASANO
10 GIUGNO 2011
A Fasano l'unica spiaggia pugliese che accoglie animali
Riceverà il riconoscimento "Animal frendly"
FASANO (BR) – Turista con animali al seguito? Non c’è problema. Se vuoi trascorrere una vacanza in Puglia l’unico posto per farlo senza abbandonare i tuoi animali è a Fasano.Sabato prossimo 11 giugno, infatti, a Milano, il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla consegnerà il titolo di “Struttura Animal Frendly” ai complessi ricettivo-turistici italiani che accolgono anche il turista con il proprio animale a seguito. Per quel che riguarda la categoria delle “spiagge”, in Puglia riceverà l’apposito titolo la “Taverna da Santos – Sisina Beach” di Fabrizio Santorsola, ubicata sulla litoranea Savelletri-Torre Canne. Si tratta dell’unica spiaggia pugliese a ricevere l’ambito titolo.
“Quando Santorsola ha chiesto di dedicare una parte della sua bella struttura all’accoglienza dei cani, spiegandomi che si trattava di un’opportunità da non farsi scappare per il nostro territorio – sottolinea il sindaco Lello Di Bari - non ho perso tempo e ho fatto il possibile per sbloccare la situazione. Oggi Fasano ha una marcia in più, grazie a questa iniziativa che spero faccia proseliti e aumenti il numero di strutture che accolgono turisti e vacanzieri con al seguito i loro animali. Sono contento del riconoscimento anche perché il titolo ottenuto dalla Taverna Da Santos dimostra come la sinergia pubblico-privata in campo turistico dà buoni frutti. Quando un mese fa – puntualizza il sindaco Di Bari - Fasano ha ricevuto il prestigioso riconoscimento della Bandiera Blu per la prima volta nella sua storia, in occasione della presentazione dell’ambito vessillo agli operatori turistici della mia città dissi che l’importante assegnazione era il frutto della sinergia pubblico-privata e che questa collaborazione dovevamo, ancor di più, ricercarla ora, al fine di poter mantenere il riconoscimento di Comune virtuoso, sul piano turistico, anche nei prossimi anni. Ebbene, Santorsola, con la sua iniziativa di spiaggia che accoglie i bagnanti ed i loro animali, va proprio nella direzione giusta: avere strutture “Animal Frendly” – afferma Di Bari – significa offrire un servizio importante in più ai vacanzieri che portano con sé i propri animali”.
L'ESPRESSO
10 GIUGNO 2011
Un hotel di lusso per cani gourmet
A Forte dei Marmi Fido in vacanza sta a tavola col padrone. A scopo benefico
"Oggi il mio cane ed io vorremmo assaggiare i bonbon di pollo con cuore di tonno e riso nero alle mele". Non si tratta semplicemente di un menu di un ristorante top di gamma. Ma di una delle proposte gastronomiche servite agli amici a quattro zampe nel primo villaggio di lusso per cani che offre ai più fedeli compagni pelosi i servizi di uno chef come Bruno Barbieri.
Accade a Forte dei Marmi nel Dog Day Village, il "Luxury pet hotel", già popolarissimo tra i turisti americani, inglesi e tedeschi, che dal 2004 propone soggiorno di superlusso a padroni e cani. Ma con uno scopo benefit: l'incasso viene devoluto ai cani abbandonati ospiti dei canili per i quali vengono comprati cibo, lettini, medicine etc. «La nostra struttura - spiega il proprietario Cristiano Serra - era prima una struttura ricettiva per cani abbandonati. Ma le nostre iniziative di finanziamento non ci permettevano di provvedere sempre a tutto. Così, abbiamo pensato di rivolgerci ai cani, diciamo, più fortunati per raccogliere fondi per i canili». Il resort è dotato di 8 villette con giardino privato con lettini in legno e copertine personalizzate. Fido può usufruire della pensione completa (40 euro), bed & breakfast o asilo giornaliero (35 euro). A disposizione di Fido anche una lunga serie di servizi, toelettatura, lavaggio denti, taxi e persino "limudog" per cane e padrone. «Il proprietario del cane - spiega Cristiano Serra - può scegliere nel ricco menu dello chef e, allo stesso tempo, fare un percorso di educazione alimentare per capire come alcune combinazioni di cibo possano essere un'alternativa alle consuete scatolette. In più vogliamo creare un momento di condivisione tra cane e padrone non solo facendo assaggiare le stesse pietanze ma anche 'accorciando' le distanze a tavola».
IL TIRRENO
10 GIUGNO 2011
Padrone e bassotto aggrediti da due boxer finiscono in ospedale
LIVORNO. Padrone e bassotto aggrediti da due boxer. È successo ieri in tarda mattinata in via di Magrignano. Roberto Santoli, medico del 118, esce di casa col suo piccolo Ettore, un bassotto di 2 anni. Contemporaneamente, dal palazzo di fronte, si apre una cancellata ed appare un uomo con due boxer. All’improvviso i due animali si avventano sul bassotto. Santoli, d’istinto, prende Ettore in braccio per salvarlo, ma rimedia un morso a un braccio. «Abbaiavano e puntavano sul bassotto - racconta il medico - Io ho cercato di ripararlo dai morsi». Tuttavia, anche la bestiola viene ferita a una coscia e all’inguine. I due boxer, però, continuano a essere aggressi e saltano come per mordere il cagnolino. Allora, subentra una vicina che invita Santoli a rifugiarsi nel suo cortile. Il medico presenterà una denuncia.
Non è chiaro cosa abbia spinto i boxer a comportarsi così. Come riferito da testimoni, il padrone ha detto non gli era mai successa una cosa così. L’uomo, molto dispiaciuto, s’è scusato a lungo. Santoli è finito al pronto soccorso, dove è stato medicato e sottoposto ad antitetanica per la ferita al braccio. Soccorso anche il cane, che dovrà prendere antibiotici.
CORRIERE ADRIATICO
10 GIUGNO 2011
Paura a Palombina Vecchia per una zuffa tra due cani
Dobermann azzanna la padrona Poi scappa: lo ritrovano morto
Falconara (AN) - Sembrava una delle mille scaramucce da niente durante una passeggiata mattutina invece sono stati attimi di paura a Palombina Vecchia ieri mattina per una donna di 46 anni finita al pronto soccorso dell’ospedale regionale di Torrette e dimessa più tardi con ferite alle braccia e al volto guaribili in trenta giorni. Il tutto è maturato a causa dell’aggressione del proprio cane - un dobermann, per quello che si è potuto sapere - in un contesto quantomeno singolare.
La passeggiata mattutina La donna infatti stava andando a spasso con il proprio dobermann lungo la strada litoranea, quando ha incrociato lungo la via un’altra coppia padrone-cane a passeggio. Galeotto è stato l’incontro visto che tra i due cani sono state subito scintille. Il tentativo di provare a separarli è stato fruttuoso sulle prime ma i due cani sono riusciti a riavvicinarsi in pieno raptus e a ingaggiare un vero e proprio duello. A quel punto, la donna e l’altro padrone hanno provato a separarli utilizzando maniere più decise ma l’impresa è stata decisamente problematica al punto che la donna nella zuffa è stata aggredita. Sembrerebbe che a procurare morsi e graffi sia stato il proprio dobermann: l’animale ha raggiunto la donna sulle braccia e anche al volto. La fuga lungo la Statale Dopodichè, il cane fuori controllo è scappato lungo la Statale. Nel frattempo la malcapitata padrona è stata accompagnata a Torrette per la verifica delle contusioni riportate dalla terribile esperienza. Il resto della mattinata per lei si è concluso al pronto soccorso dell’Umberto I dove oltre alle cure, le ferite della donna sono state ritenute guaribili circa in un mese. Per fortuna non le sono stati riscontrati altri danni più gravi. La tragica fine del cane L’odissea del doberman impazzito invece non è terminata. Sembra infatti che la sua corsa all’impazzata sia stata bruscamente interrotta. Secondo le poche notizie che sono state raccolte dai carabinieri nel corso della mattinata, il dobermann protagonista dell’aggressione alla propria padrona è stato ritrovato più tardi senza vita in strada. Due le ipotesi che si sono prospettate: la prima, nella quale si immagina che il cane finendo in strada con la stessa furia con cui è scappato sia stato investito da una o più auto che non sono riuscite ad evitarlo. La seconda, invece, contempla la possibilità che qualche passante si sia impaurito per la corsa del doberman e si sia difeso con il primo oggetto utile capitatogli a portata di mano. In questo modo, colpendolo alla testa potrebbe averlo indebolito progressivamente fino alla morte.
IL TIRRENO
10 GIUGNO 2011
SOS ANIMALI
Livorno - Colore nero maschio, castrato di grossa taglia, in viale Mameli n. 149, 151. È epilettico e lento nei riflessi. Ricompensa. Telefonare a Cristina: 0586-850402; 348/8801169.
http://persietrovati.blogspot.com/2011/06/licorno-smarrito-gatto-maschio.html
Lucca - E’ stato ritrovato un cane Breton maschio di 4-5 anni (molto buono) color bianco-arancio, taglia media, presso la circonvallazione di S. Anna. L’animale è stato portato al canile di Pontetetto.
http://persietrovati.blogspot.com/2011/06/lucca-trovato-cane-breton-maschio.html
Lucca - Smarrito un gatto adulto maschio, sterilizzato, domestico, docile, di grossa taglia, grigio scuro con le zampe e l’addome bianchi. E’ scomparso in via della Rosa, via dei Fossi, via del Seminario. Punta della coda bianca. Telefonare al numero 342 0219092.
http://persietrovati.blogspot.com/2011/06/lucca-smarrito-gatto-maschio.html
TUTTO GRATIS
10 GIUGNO 2011
Uccidere animali per combattere l’inquinamento in Australia
Sono tante le iniziative in tutto il mondo per ridurre al minimo i danni che contribuiscono all’inquinamento atmosferico, ma arrivare a credere che alcuni animali possano essere responsabili dell’inquinamento sembrerebbe proprio una notizia strana. Tuttavia sembra essere vero, secondo quando dimostrato da un recente studio. Pare, infatti, che una delle cause responsabili dell’inquinamento in Australia siano i cammelli. Stando allo studio su questi animali, ogni cammello emetterebbe delle scariche di metano, lo stesso quantitativo di una tonnellata di biossido di carbonio, in un anno. Il problema può essere risolto in una maniera semplicissima, ossia abbattendo tutti gli esemplari di cammello che popolano i territori australiani che sarebbero oltre 1 milione. Il particolare programma è stato proposto da Tim Moore, direttore commerciale di Northwest Carbon.I cammelli erano stati trasferiti dall’Afghanistan nei territori australiani nel 1800 per essere sfruttati nelle costruzioni di strade e ferrovie.
CORRIERE DELLA SERA
10 GIUGNO 2011
Australia
I dromedari? Una piaga per l'ambiente
Soldi agli agricoltori per frenare le emissioni di gas serra riducendo il numero degli esemplari
Emanuela Di Pasqua
MILANO – Stop ai gas serra, puniremo i grandi inquinatori: in Australia si sta discutendo un programma di incentivi alla riduzione dei gas serra indirizzato ad allevatori e investitori in agricoltura che tra poco dovrebbe essere discusso dal Parlamento di Canberra. Il provvedimento è molto duro contro le emissioni di gas serra e propone un sistema di crediti per emissioni di anidride carbonica, ottenibili per esempio piantando alberi o modificando le modalità di coltivazione. Ma l’aspetto più bizzarro dell’iniziativa legislativa, denominata Carbon Farming Initiative, consiste nel fatto che sono finiti nel mirino delle autorità anche i dromedari che popolano l'outback australiano, al motto di «più ne ammazzi, più puoi inquinare». Questi animali, per altro già perseguitati a causa degli innumerevoli danni che creano, ora finiscono dunque definitivamente nella black list e chi li ammazza potrebbe vincere una sorta di bonus. I farmer australiani potrebbero infatti aggiudicarsi gli ambìti «carbon credit» semplicemente abbattendo i cammelli selvaggi, compensando in tal modo le emissioni di gas serra prodotte dall'allevamento dei loro bestiami o in altri modi.
I DROMEDARI AUSTRALIANI - Che il dromedario in Australia abbia una pessima fama è cosa nota: introdotti nel XIX secolo per trasportare materiali di ogni genere, questi animali si sono riprodotti a ritmi vertiginosi (attualmente la popolazione stimata è di un milione di esemplari) e sono un esempio ricorrente di come una specie non nativa possa avere un impatto negativo sull’ecosistema, anche perché non esistono predatori naturali che ne controllino la riproduzione. Questo esercito di animali, ribattezzati la nuova peste australiana, hanno iniziato a creare danni da calpestamento delle piantagioni e prosciugamento delle riserve idriche (un dromedario è in grado di ingerire in circa dieci minuti un ettolitro di acqua).
ANIMALI INQUINANTI - Ma, come se non bastasse, stanno contribuendo anche a innalzare pericolosamente l’ammontare di gas serra e gli esperti ritengono che un solo dromedario sia responsabile, nel corso di un anno, dell'emissione di una tonnellata di metano, che diventano 30 nel corso della sua vita. Tutta colpa del loro apparato digestivo che produce metano, gas il cui effetto serra ha un potenziale decine di volte superiore alle emissioni di . C’è dunque chi ha proposto di abbatterli dagli elicotteri, chi ha ventilato l’ipotesi di organizzare safari per turisti per uccidere i poveri dromedari e chi ancora li propone come squisitezza gastronomica. Se passa la proposta, un contadino che ne ammazzi un determinato numero otterrebbe un ammontare di crediti utili per compensare la propria attività inquinante. Caccia al dromedario dunque, ormai rimasto solo e indifendibile. Nemmeno gli ambientalisti provano più a proteggerlo.
LA ZAMPA.IT
10 GIUGNO 2011
Trovata la soluzione per chi ama i gatti ma è allergico
Un team inglese di immunologhi ha identificato la particella responsabile della reazione indesiderata al pelo del gatto
Un amore "impossibile", quello per i gatti? Non più. Se siete allergici ai felini, potreste presto adottarne uno senza cadere in preda a starnuti e occhi che lacrimano. Un team di immunologi della School of Molecular Medical Sciences dell'università di Nottingham (Gb) hanno infatti scoperto come gli animali scatenano allergie nell'uomo, isolando una particella cellulare responsabile della reazione indesiderata al pelo del gatto. Una chiave per sviluppare un trattamento "scudo" efficace.
Amir Ghaem-Maghami fa notare sul "Journal of Biological Chemistry" che di questa scoperta potranno beneficiare soprattutto le persone asmatiche che vedono la loro malattia peggiorare accarezzando o anche solo sfiorando un gatto. Il team di studiosi si è concentrato sui recettori del mannosio sulla superficie delle cellule dendritiche della pelle, del naso, dei polmoni e dello stomaco, i primi che entrano in contatto con gli allergeni. Scoprendo che sono necessari per riconoscerli e, poi, per provocare la reazione allergica. Questo porterà allo sviluppo di terapie più efficaci di quelle disponibili oggi, assicurano. |
IRIS PRESS
10 GIUGNO 2011
CLONAZIONE, ARGENTINA: MUCCA PRODUCE LATTE UMANO; LAV, "UN'ORRORE"
ROMA - “La clonazione animale è una materia sulla quale esistono gigantesche criticità sia dal punto di vista scientifico che etico: tutte ottime ragioni per opporsi a un simile orrore”, con queste parole la biologa Michela Kuan (responsabile LAV Vivisezione), commenta la notizia della nascita, in Argentina, della prima mucca al mondo in grado di produrre latte umano grazie ad alcuni geni umani inseriti nel proprio Dna.
L'annuncio è stato dato dal National Institute of Agrobusiness Technology, secondo cui il latte 'potenziato' conterrebbe due sostanze protettive contro le infezioni che non si trovano in quello prodotto naturalmente dall'animale. "La mucca clonata si chiama Rosita - si legge nel comunicato del laboratorio argentino - è nata il 6 aprile con un parto cesareo dovuto al fatto che alla nascita pesava 45 chilogrammi, il doppio di un bovino normale, e quando sarà adulta produrrà latte simile a quello materno umano". “Le applicazioni commerciali di tale latte sono dubbie, andando probabilmente ad alimentare un business tipico dei Paesi ricchi dove sempre più donne ricorrono al cesareo e all'allattamento artificiale per ragioni non mediche e non andrà a tamponare situazioni di grave denutrizione nelle fasce del mondo più povere - prosegue Michela Kuan - Inoltre il problema legato ai primi giorni di allattamento e il conseguente trasferimento della barriera anticorpale tra madre e figlio, non sarebbe ovviato; anzi, si introdurrebbero problemi di possibili virus silenziosi ed effetti indesiderati non preventivati.” La LAV ricorda che negli ultimi dieci anni gli esperimenti di clonazione animale sono stati numerosissimi e perlopiù fallimentari, con bassa efficienza delle procedure, ovvero con perdita di vite animali: un dato che molti scienziati si guardano bene dal dichiarare pubblicamente. Infatti la maggior parte degli embrioni animali clonati muore nei primi mesi di gravidanza o, nel caso si concluda il periodo gestazionale, in molti casi nasce morto o con deformità incompatibili con la vita. Più di uno studio, infatti, riferisce risultati allarmanti in materia di clonazione animale: sia quelli dell’Efsa (“ogni 100 animali clonati, 40 presentano problemi di salute, una percentuale che può essere ancora superiore per i cuccioli di meno di sei mesi”), che il precedente studio basato su dati INFIGEN (una delle multinazionali clonatrici) e su studi di Atsuo Ogura del National Institute of Infectious Diseases di Tokyo, secondo cui il 75% degli embrioni animali clonati muore entro i primi due mesi di gravidanza e il 25% nasce morto o con deformità incompatibili con la vita; da 100 cellule di partenza, mediamente una sola diverrà un animale “adulto e sano”. La preoccupazione in questa materia è molto forte, tanto che alcuni mesi fa il Parlamento UE si è espresso in favore del divieto di clonazione di animali per la produzione di alimenti e l’importazione delle loro carni. Una moratoria verso tutti gli esperimenti di clonazione in ambito zootecnico è invece la richiesta che la LAV s’impegna a rivolgere al Governo italiano, affinché il nostro Paese si adegui, al più presto, alle posizioni espresse in Europa e in vista del recepimento della Direttiva 2010/63 UE concernente l’utilizzo degli animali a scopo scientifico, che specifica, con chiarezza, come il ricorso ad modello animale possa essere autorizzato solo in seguito a valutazioni etiche e scientifiche che ne comprovino l’utilità e nel caso non siano disponibili metodi alternativi.
TG COM
10 GIUGNO 2011
Argentina, una mucca produrrà latte materno
Inseriti nel Dna dell'animale i geni di lattoferrina e lisozima
In Argentina è nata Rosita, la prima mucca che produrrà latte materno. Lo ha annunciato il National Institute of Agrobusiness Technology. Il latte è stato potenziato inserendo nel Dna della mucca i geni che producono la lattoferrina, una proteina che rinforza il sistema immunitario, e il lisozima, un'altra sostanza antibatterica che non si troverebbero nel latte prodotto naturalmente dall'animale.Rosita è nata il 6 aprile con un parto cesareo perché alla nascita pesava 45 chilogrammi, il doppio di un bovino normale. Ed anche se i ricercatori dell'università di San Martin affermano che questo è il primo caso del genere al mondo, in realtà anche dalla Cina è venuto un annuncio simile pochi giorni fa.
Gli scienziati della China's Agricultural university di Pechino hanno affermato di avere un'intera mandria di 300 mucche transgeniche che gia' producono un latte simile a quello umano di cui si stanno testando le caratteristiche. |