10 GIUGNO 2010
CITY
10 GIUGNO 2010
 
Traffico di cani  e adozioni finte Esposto ai pm

Una signora, “solo per aver voluto sapere di più dell’animale per cui pagava è stata picchiata e le hanno bruciato l’auto”. A un poliziotto che si è imbattuto in un camion che trasportava i cani, dopo che ha provato a indagare, è stato sequestrato il figlio per un paio d’ore, “consigliandogli” il silenzio. Sono le segnalazioni contenute in una denuncia depositata ieri alle Procure di Bologna e Trento dall’europarlamentare Pdl Sergio Berlato. L’esposto riguarda un presunto traffico di cani randagi per la cui cura canili e perfino associazioni animaliste intascano soldi, ma che in realtà vengono venduti all’estero, anche per la vivisezione.


FEDERFAUNA
10 GIUGNO 2010
 
Denunciata tratta di cuccioli randagi: business da 40 milioni...
 
Come ogni anno, è prevedibile che anche questa estate molti cani verranno abbandonati dai padroni che vogliono andare in vacanza senza “zavorre”. Ma non è il solo guaio che può capitare a questi “viventi non umani”. Ora arriva anche la tratta dei randagi all’estero che, pare, coinvolga perfino alcune associazioni sedicenti animaliste. È la denuncia alla base di un esposto presentato alle procure di Bologna e Trento da un europarlamentare del Pdl, Sergio Berlato che parla di un business da 40 milioni di euro l’anno. Tra le associazioni coinvolte, ci sarebbe anche un onlus molto vicina alla sottosegretaria alla salute, Francesca Martini. Il meccanismo ufficiale sarebbe quello delle “adozioni a distanza” di cuccioli che invece, una volta fuori, spariscono o vengono indirizzati alla vivisezione o alla sperimentazione su viventi. In altri casi vanno semplicemente rivenduti, «poiché in Germania un meticcio preso da un canile ha un prezzo». Ci sarebbe una testimone, una signora che avrebbe aderito all’adozione a distanza e che, non riuscendo a venirne a capo, si è recata in Germania per avere notizie del cucciolo per il quale pagava. Risultato: è stata picchiata e hanno dato fuoco alla sua auto.

FEDERFAUNA
10 GIUGNO 2010
 
Animali, Berlato: animalisti coinvolti in tratta dei randagi...
 
«Cani adottati spariscono all'estero, minacciato chi denuncia» (Il Giornale Di Rieti) dalla Redazione giovedì 10 giugno 2010 Tratta clandestina e illecita di cani randagi dall'Italia verso l'estero, gestita anche da associazioni animaliste che su questo fanno affari. Con minacce e intimidazioni, in alcuni casi fisiche, a chi tenta di smascherare un'attività' che ha un giro d'affari «di circa 40 milioni all'anno». Sono le denunce alla base di un esposto depositato alle procure di Bologna e di Trento dall' europarlamentare del Pdl Sergio Berlato. Una vicenda in cui sarebbero appunto coinvolte anche importanti realtà di protezione animali. Come, ha spiegato Massimiliano Bacillieri, legale bolognese che segue la pratica, l'Associazione Canili Lazio Onlus, «vicina al sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, che evidentemente non si è accorta di quello che succede». L'associazione, ha proseguito l'avvocato, che ha parlato in una conferenza stampa in cui, oltre a Berlato, era presente un dirigente di Federfauna, ha firmato un protocollo con l'Asl di Rieti, con Tecnovett, società di gestione del canile, altri due allevamenti e un'associazione tedesca, per «promuovere le adozioni a distanza». Solo che, come accade ad altri «canili del centro e sud Italia, gli animali vengono spediti all'estero e, una volta fuori, i cuccioli spariscono o vengono indirizzati alla vivisezione o alla sperimentazione su viventi». In altri casi vanno semplicemente rivenduti, «poiché in Germania un meticcio preso da un canile ha un prezzo». Uno degli effetti è che, quando un cittadino che aveva adottato un animale va a vederlo di persona, non ne trova traccia. Sorte che è capitata ad una signora che viene citata nell'esposto come testimone, e che, per l'avvocato, «solo per aver voluto sapere di più dell'animale per cui pagava è stata picchiata e le hanno bruciato l'auto». Ad un poliziotto, invece, «che si è imbattuto in un camion che trasportava i cani, dopo che ha provato ad indagare, è stato sequestrato il figlio per un paio d'ore, 'consigliandogli' il silenzio». Minacce che anche l'avvocato ha sostenuto di aver ricevuto. Si tratta di traffici, «travestiti da carità», per dirla con Berlato. Ma si contestano anche «evasione fiscale e reati ai danni dei Comuni» che, per Bacillieri, «danno sovvenzioni ai canili per animali che magari sono già all'estero da tempo». (Ansa)

L'ADIGE
10 GIUGNO 2010
 
Segnalazione di un europarlamentare Pdl: in una stalla canile abusivo
Traffico di randagi, trentino sotto accusa
Esposto in Procura: - Cani venduti all'estero.-
 
Marica Viganò
 
Una vecchia stalla nelle campagne fra Trento e Rovereto utilizzata periodicamente per rinchiudere cani randagi destinati alla Germania. Lì arrivava un camion con le bestiole e le scaricava per una sosta di massimo 24 ore. Per alcuni "bastardini" raccolti soprattutto nel sud d'Italia, per quelli più deboli, vecchi o sofferenti per il lungo viaggio, quella stalla era anche l'ultima tappa del viaggio verso il nord: fra oggi e domani le ruspe inizieranno a scavare nei campi per verificare se vi siano carcasse di animali sotto terra, se qualcuno - un nome che è già nelle mani degli inquirenti - abbia ucciso  gli animali malati o "difficili" e, a scopo di lucro, e non per un semplice favore, abbia tenuto per qualche ora le bestiole destinate ai canili della Germania. Le accuse - pesantissime - nei confronti di un uomo di origine straniera e residente in Trentino sono contenute nell'esposto depositato alla procura di Rovereto e di Bologna dall'europarlamentare del Pdl Sergio Berlato, che si è avvalso della consulenza dell'avvocato Massimiliano Bacillieri, dell'ononimo studio legale bolognese specializzato nel diritto degli animali. Una documentazione corposa è stata consegnata nei giorni scorsi ai carabinieri di Rovereto. Secondo quanto ricostruito dall'europarlamentare, in Italia ci sarebbe una tratta clandestina e illecita di randagi raccolti soprattutto nel sud Italia e destinati all'estero, un traffico di cani gestito anche da associazioni animaliste che propongono, spesso attraverso siti internet, le adozioni a distanza. Tutto sarebbe partito dalla denuncia di una donna della provincia di Milano che per un anno ha sostenuto a distanza un cane che, in realtà, non era nel canile a cui mandava il denaro ma si trovava in Germania. Dunque un cane "fantasma" che comunque beneficiava delle sovvenzioni che i comuni italiani riservavano agli animali nei rifugi e anche delle sovvenzioni della Comunità Europea e che sarebbe stato venduto e portato all'estero secondo la documentazione raccolta. - In Germania un meticcio preso da un canile ha un prezzo - spiega l'avvocato Bacillieri - viene acquistato a 50 euro dall'Italia o dalla Spagna e rivenduto.- Nell'esposto c'è il nome di un'associazione laziale che si occupa di trovatelli.- Abbiamo trovato un contratto sottoscritto da un'associazione tedesca e dall'associazione del Lazio per la cessione ed il trasporto dei cani- spiega il legale. Se la versione contenuta nell'esposto presentato alle Procure di Rovereto e Bologna si rivelasse corretta, il trentino dovrà rispondere di tratta di animali, reati legati alla violazione del benessere dell'animale con l'aggravante dell'uccisione dei cani.

L'UNIONE SARDA
10 GIUGNO 2010
 
Caltanisetta: uccide il cane a sprangate, denunciato un pensionato
 
San Cataldo (CL) - Ha ucciso a colpi di spranga il suo cane. E' per questo che un pensionato di San Cataldo è stato denunciato alla procura dalle guardie eco zoofile della Lida (Lega italiana per i diritti dell'animale) e dal Wwf. L'anziano si è giustificato dicendo che l'animale era improvvisamente divenuto aggressivo e che l'uccisione sarebbe avvenuta per legittima difesa.

LA PROVINCIA DI COMO
10 GIUGNO 2010
 
Uggiate, veleno nei boschi due cani rischiano la morte
 
Uggiate I cani che hanno rischiato di morire con i loro padroni Ivano Conconi e Paola Marchiori.
 
 
UGGIATE TREVANO (CO) -  Due splendidi cani Hovawart hanno rischiato di morire avvelenati dopo aver mangiato, durante una passeggiata nei boschi di Somazzo, alcune esche farcite con veleno per topi. Sono stati salvati dalla prontezza dei loro proprietari e dall'intervento di Elio Bianco, veterinario con studio a Olgiate Comasco. L'avvelenamento è stato causato da pastoni accuratamente confezionati con carne e sostanze tossiche, a granuli di color blu, presenti nei topicidi, e avvolti in un budello. Esche che sono state disseminate nei boschi appena sopra il paese. Protagonisti della brutta avventura Ivano Conconi e Paola Marchiori, proprietari di bellissimi cani Hovawart, razza tedesca il cui nome significa “guardiano di casa”.
«Ogni giorno - racconta Ivano Conconi - portiamo i nostri cani legati al guinzaglio sopra i boschi di Somazzo, in località Monte Prato in prossimità della Pauzzella, e nell'altro bosco in area “Cascina Ginestra” ai confini con la Svizzera, lungo la strada sterrata che conduce a Trevano Superiore. E ci siamo ritrovati tutti e due i cani, un giorno uno e un giorno l'altro, con convulsioni e conati di vomito. Uno dei cani, Heidi, due anni, ha rigurgitato quanto aveva mangiato e il dottor Elio Bianco al quale lo abbiamo affidato per le cure ha rilevato nel pastone la presenza di veleni per topi».
Ivano e Paola, credendo che si trattasse di un episodio isolato e fortuito nei giorni seguenti hanno continuato a portare ancora a passeggio i loro cani. E così si sono trovati a fare i conti con un altro caso di avvelenamento. Questa volta, forti dell'esperienza precedente, non hanno avuto dubbi e si sono precipitati nello studio dello stesso veterinario, che ha praticato le stesse cure. A incappare questa volta nella brutta disavventura è stato un cucciolo di sei mesi, di nome Merlino.

CUNEO CRONACA
10 GIUGNO 2010
 
CONFRERIA (CN)/ L’Enpa denuncia nuovi avvelenamenti di animali in via Acceglio: questa volta due gatti
 
 
Confreria (CN) - RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. “Ancora 2 gatti, ancora Confreria. Trovati boccheggianti, uno è morto e l’altro lotta per vivere presso una clinica veterinaria. L’attività informativa svolta dai volontari Enpa è servita ad informare i cittadini, a renderli più consapevoli, a sapere chi chiamare e come comportarsi, ma nulla può contro la becera e criminale ignoranza di chi, da oltre un anno, avvelena animali in via Acceglio. Nonostante i cittadini abbiano richiesto più volte l’intervento della Polizia Municipale (competente in base alla legislazione vigente) per attività di prevenzione sul territorio e rilievo sugli avvelenamenti in atto, ad oggi tali attività sono state effettuate solo dalle Guardie Zoofile dell'Enpa.”

““Siamo volontari” specifica il responsabile del Nucleo Provinciale Guardie Zoofile Marco Bravi “e pertanto la nostra attività è soggetta a vincoli di orari e disponibilità. Ciò nonostante siamo intervenuti entro un’ora dall’ultimo avvelenamento, riuscendo a trovare un gatto ancora vivo. La Polizia Municipale, interpellata dai cittadini coinvolti, non è intervenuta, dandosi disponibile solo all’atto formale di ricevere la denuncia contro ignoti presso i propri uffici. Così non si dà certo un segnale di attenzione ad un fenomeno così pericoloso, né di vicinanza ai cittadini colpiti che, ritengo, sarebbe invece più importante di qualche gonfalone portato in giro e delle invece sempre tempestive sanzioni per divieto di sosta. Tale indifferenza delle Istituzioni, che per decreto ministeriale dovrebbero invece fare indagini ed effettuare tabellazioni, certo non aiuta a debellare il fenomeno. Lascia di fatto indisturbato a seminare esche, in una zona dove sono presenti tanti bambini, un assassino: di gatti, per ora”.”

 Marco Bravi

Giunta Esecutiva Nazionale

Responsabile Provinciale Servizio Guardie Zoofile CUNEO

ENPA - Ente Nazionale Protezione Animali


CORRIERE DEL TICINO
10 GIUNGO 2010
 
Calesse si rovescia, due feriti
Grigioni, morti i due cavalli da traino
 
TRIMMIS - Sono rimaste ferite leggermente le due persone a bordo del calesse che si è ribaltato ieri sera a Trimmis (Canton Grigioni). Morti i due cavalli da traino.
All'inizio di un forte pendio il conducente ha azionato il freno, il cui cavo si è però strappato. I due cavalli hanno quindi cominciato a galoppare e l'uomo non è riuscito a farli rallentare. Dopo alcuni metri il calesse si è ribaltato, ferendo mortalemente i due animali e in modo leggero i passeggeri.

MATTINO DI PADOVA
10 GIUGNO 2010
 
Viva grazie alla sua cagnetta
 
Elvira Scigliano
 
Padova - La signora Maria Casarin è prossima agli ottant’anni, che compirà in settembre, e lo deve alla sua cagnetta Sissi. La meticcia, che vive con la sua padrona da 11 anni, l’anno scorso le ha salvato la vita e proprio in questi giorni ricorre l’anniversario della «rinascita» di Maria.  La donna, che abita in via Pinelli 35, era intenta a prepararsi una cioccolata calda quando, colta da improvviso malore, è caduta svenuta in cucina. Sissi ha capito subito che qualcosa non andava. Ha aperto con le zampette il portone di casa, per fortuna solo accostato, abbaiando per lunghi, interminabili minuti. Forte, sempre più forte. Fino ad attirare l’attenzione di alcune vicine che abitano nello stesso pianerottolo della sua padrona.  Seguendo la cagnetta, le vicine hanno visto la signora Maria accasciata a terra, priva di sensi. A quel punto la donna è stata ricoverata in ospedale: «Nell’ultimo anno - racconta commossa - tante volte avrei voluto raccontare la mia storia. Ma prima il coma che mi ha addormentata alcuni giorni e poi la lunga riabilitazione me l’hanno impedito».  Oggi, finalmente, Sissi è proclamata piccola eroina a quattro zampe: «Quando mi sono svegliata dal coma ho capito che la mia Sissi mi aveva salvato la vita. Non riusciremo mai a dare ai nostri animali quello che loro sono capaci di donarci. Vorrei che la mia vicenda arrivasse al cuore di tutte quelle persone che abbandonano le loro bestioline». L’appello dell’anziana giunge proprio alla vigilia delle partenze per le lunghe vacanze estive, periodo di maggiore rischio di abbandono per cani e gatti: «Anche la mia Sissi venne abbandonata prima che la prendessi con me - ricorda - La sua vecchia padrona, una mia amica, la lasciò al portone del condominio. Da allora siamo inseparabili».  La donna, una vita in campagna a raccogliere fascine di legna, è vedova da molti anni e senza figli. Sissi ha così incarnato una creatura da amare e da cui essere ricambiata. Del resto, con quello sguardo intelligente e quel tenero musetto, la cagnetta ha l’istinto della seduzione. E’ divenuta la la mascotte del rione Crocefisso e gli abitanti fannno a gara per regalarne attenzioni.

SAN BENEDETTO OGGI
10 GIUGNO 2010
 
Bulldog uccide a morsi un bastardino e ferisce la padrona
L’animale esce dal recinto dell’abitazione in cui si trovava ed azzanna un altro cane portato a passeggio da una donna a Villa Rosa.
 
 
CINZIA ROSATI
 
MARTINSICURO (TE) - Bulldog aggredisce un bastardino e ferisce anche la padrona intervenuta per difendere la bestiola. L'episodio è avvenuto nel tardo pomeriggio di mercoledì a Villa Rosa: un bulldog che si trovava all'interno del recinto di un'abitazione, al passaggio del cane portato a spasso dalla sua padrona lungo la strada, è scappato all'esterno abbaiando e scagliandosi sul meticcio a morsi. La donna, una romena di 38 anni, è intervenuta per cercare di separare i due animali ed ha preso in braccio il suo cane convinta di porre fine all'aggressione. Il bulldog però si è avventato sulla donna ferendola di striscio ad un braccio. E' stato poi fermato da un passante, che avendo assistito alla scena, è intervenuto prontamente con un bastone.Il bastardino, è stato subito portato da un veterinario, ma è morto poco dopo  per le profonde ferite riportate. La donna invece è stata medicata all'ospedale di Sant'Omero, ed è stata poi dimessa con una prognosi di cinque giorni. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri di Martinsicuro che hanno segnalato il caso al servizio veterinario della Asl.

IL GAZZETTINO
10 GIUGNO 2010
 
LENDINARA (RO) Un terrier semina il panico
Cane fugge dal recinto e ferisce due persone
 
Lendinara (RO) - Due persone ferite, due cani aggrediti, di cui uno ridotto in fin di vita. Questo il bilancio della movimentata incursione di un American Staffordshire terrier, sfuggito al controllo dei padroni, l’altro pomeriggio, verso le 18, a Lendinara. L’animale, un esemplare di circa dieci anni, ha approfittato del cancello della recinzione lasciato inavvertitamente aperto, per fuggire sulla strada in via Castel Trivellin.

IL SECOLO XIX
10 GIUGNO 2010
 
Conigli appena nati tra i rifiuti, scattal'allarme abbandoni
Il fenomeno non riguarda più solo cani e gatti
Montanari: «Emergenza per i serpenti»
 
Edoardo Meoli
 
Cogoleto (GE) - Due coniglietti appena nati trovati in un cestino dei rifiuti a due passi dall'imbarco traghetti, la tartaruga lasciata libera sulla spiaggia di Cogoleto e quelle immerse nella vasca dei parchi di Nervi; ma anche il pitone abbandonato da una ragazza qualche giorno fa ad Animal Assistence. Il fenomeno dell'abbandono degli animali, purtroppo, va di pari passo con il cambiamento delle abitudini. E visto che sempre più spesso cani e gatti vengono sostituiti da altre specie, con la stessa frequenza aumentano gli abbandoni. Con l'aggravante che, essendo la gestire di un pitone reale o un iguana indubbiamente più complicato (e spesso più costoso), sono anche percentualmente più elevati i casi di abbandono.
«È un problema che conosciamo bene e che stiamo affrontando dal punto di vista della sistemazione degli animali abbandonati - conferma Pinuccia Montanari, assessore comunale -è chiaro che non si possono portare specie che necessitano di cure e attenzioni particolari al canile. Perciò ci affidiamo alle associazioni specializzate attraverso convenzioni. Ultimamente abbiamo firmato con Enpa quella riguardante la gestione della voliera. La stessa cosa faremo per il rettilario».
L'ultimo e clamoroso caso di abbandono è quello dei due coniglietti recuperati in un cestino per la carta, nella zona del porto. Due pensionati si sono accorti che qualcosa si stava muovendo nel contenitore e hanno dato l'allarme. Gli animaletti erano dentro un sacchetto di plastica sigillato, dunque chi li ha lasciato voleva che morissero soffocati. Probabilmente l'autore del gesto è qualcuno che si doveva imbarcare sul traghetto per la Sardegna e che ha scoperto di non poter salire a bordo con le bestiole. Oggi sono in cura ad Animal Assistance, ma salvarli non sarà facile: troppo piccoli per allattarli artificialmente. A Cogoleto, ieri mattina, è stata ritrovata una tartaruga abbandonata dentro un cassonetto a due passi dalla spiaggia. In questo caso l'intervento è stato portato a termine dal nucleo Cites del Corpo Forestale, trattandosi di una specie protetta. Stessa sorte per le tartarughine sopravvissute ai batteri della vasca dei parchi di Nervi: una mezza dozzina è stata consegnata al Cites e trasferita in un centro specializzato. C'è poi il caso recentissimo del pitone lasciato da una ragazza all'Enpa: aveva acquistato il rettile con il fidanzato. Poi la copia si è divisa e nessuno dei due ha voluto saperne di tenere il pitone.
«Ormai questi casi sono all'ordine del giorno - dice Rosanna Zanardi, presidente dell'Enpa genovese - non a caso in due anni ci siamo dovuti dotare di un rettilario e di una voliera. Non sapevamo più dove mettere tutti gli animali abbandonati. In questi giorni chi viene da noi, in via Casaregis, si trova di fronte a uno zoo: abbiamo ogni genere di sauri, rettili e uccelli». E, a proposito di cani e gatti, non è che si possa stare tropo tranquilli: «C'è un incremento del randagismo e degli abbandoni - dice Clara Bongiorno, responsabile del'associazione Una che gestisce il canile comunale - adesso abbiamo ben settanta molossidi, soprattutto pitt -bull. Ma gli abbandoni sono legati a ragioni economiche. C'è gente che non riesce più a mantenere gli animali domestici, Magari ha perso il lavoro o ha avuto lo sfratto».
Per la stessa ragione sono in aumento anche gli abbandoni di gatti, come confermano al gattile di Quarto: «Quando arriva l'estate il fenomeno aumenta». Per contribuire al mantenimento di molti gatti adulti, con rare possibilità di essere adottati, si è pensato di effettuare, sull'esempio di altre associazioni animaliste, un affido a distanza tramite il versamento di un contributo di 10 euro mensili. «Un gatto domestico, abituato a vivere in casa, ha ben poche possibilità di sopravvivere libero in città? aggiungono al gattile - per questo l'unica strada per salvarli è l'adozione».

LA NUOVA FERRARA
10 GIUGNO 2010
 
PALIO
Lettera aperta a Mauro Malaguti  
 
Non crediamo sia possibile in una società che si definisce civile continuare a sfruttare i cavalli, straordinari animali, da sempre compagni, amici, terapeuti, per manifestazioni di una vecchia epoca, definita tradizione.  Il turismo si può incentivare in vari modi: la città di Ferrara ha di certo tesori di grande valore da mostrare agli ospiti provenienti da altri paesi e regioni, che non contemplano la mediocrità di una corsa a cui sono sottoposti animali che neppure hanno coscienza di un passato che a loro non appartiene.  Vogliamo che l’asservimento alle consuetudini non ci riporti nel medioevo e che il cittadino sensibile ed evoluto della società contemporanea sia finalmente preso in considerazione nel suo bisogno di sentirsi parte di un pianeta intero che ha diritto all’amore e al rispetto, a una cultura evoluta, a un arricchimento e non a una brutalizzazione dell’essere umano. Chiediamo l’abolizione definitiva del palio e non una semplice attenzione per anni a venire di questo antiquato e inutile spettacolo.  Ricordiamo al consigliere Malaguti che la grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali: il palio è solo la dimostrazione di retrogrado retaggio di un passato violento da dimenticare. - Enrica Boiocchi / Vice presidente / Gruppo Bairo Onlus

CORRIERE DELLA SERA

10 GIUGNO 2010

 

L'asl prevede la soppressione di 2000 pecore

Il silenzio degli agnelli: troppa diossina  nei pascoli, altri 250 abbattimenti

Nella lettera d’incarico alla società che ha vinto l’appalto si fa riferimento ad una estensione del fenomeno

 

 

Nazareno Dinoi

 

TARANTO - Non sono bastati due pronunciamenti del Tar e le proteste degli allevatori per evitare la macellazione sanitaria delle 250 pecore contagiate dalla diossina. La Asl di Taranto, su richiesta del servizio veterinario del Dipartimento di prevenzione, ha infatti dato mandato del loro abbattimento alla «Fin Sud Import» di Conversano. Dalle carte allegate alla delibera del 7 giugno con cui la Asl affida l’incarico alla società barese si apprende però anche la stima dei capi soggetti alla stessa infezione. «Si comunica - scrive il direttore del servizio veterinario, Teodoro Ripa - che il presunto numero di capi ovi-caprini da abbattere in conseguenza di provvedimenti sanitari conseguenti al piano di monitoraggio per la ricerca diossine e Pcb-Dl nel latte e nella carne, è di circa duemila», da effettuare - si legge nella nota trasmessa all’impresa che ha poi ottenuto l’appalto - «fino al 31 dicembre 2010». Una previsione spaventosa ma che dà la misura della presumibile estensione del contagio.

Sta di fatto che l’impresa«Fin Sud» ha formulato l’offerta facendo riferimento proprio a quel numero e stabilendo il quantum in 57mila e seicento euro iva compresa per un costo di 24 euro per ogni capo abbattuto. Secondo quanto è stato predisposto dagli uffici Asl, la ditta che eseguirà la soppressione dei capi di bestiame dovrà garantire lo stordimento dell’animale prima dell’uccisione e macellazione. Fallisce così il tentativo del titolare dell’allevamento Antonio D’Alessandro di Faggiano che aveva proposto diverse soluzioni per evitare la mattanza delle pecore. Tra queste la possibilità di mantenerle in vita nella sua azienda per la sola produzione di latte ad uso interno, oppure l’altra proposta più suggestiva ma altrettanto vana dell’adozione a distanza. Lo stesso allevatore si era opposto al Tar di Lecce che in una prima fase aveva stoppato la soppressione avendo rilevato la presenza di un gran numero di pecore incinte. «Non essendo provata la trasmissione della diossina al feto», i giudici amministrativi ordinarono il rinvio della macellazione a dopo il parto. Nel frattempo il proprietario del gregge aveva sollevato dubbi sulle procedure di misurazione della diossina nelle carni ma anche questo fu smontato dal Tar che con l’emissione dell’ordinanza 214 del 14 aprile scorso ha definitivamente respinto il ricorso dell’allevatore. In quell’occasione le nuove indagini di laboratorio dimostrarono anzi un aumento della diossina presente nei tessuti degli animali. «Dalle analisi svolte - si legge infatti nell’ordinanza del presidente della prima sezione del Tar, Aldo Ravalli - è risultato che i livelli di diossina presenti nel latte, anche con l’applicazione della percentuale di errore prudenzialmente applicata, superano quelli consentiti. Le nuove analisi dimostrano l’aumento della percentuale di diossina rispetto alla precedente campionatura».

Dal 2008 ad oggi la diossina e i suoi derivati di natura industriale ha provocato l’eutanasia sanitaria di 1500 capi allevati in otto masserie tra Taranto e Statte. I controlli dei tecnici Asl si sono poi allargati raggiungendo siti distanti anche venti chilometri dall’acciaieria Ilva trovando anche lì tracce della pericolosa sostanza. L’Ilva, da parte sua, ha diffidato chiunque dall’accostare la presenza di diossina negli animali con la sua attività siderurgica. La Regione Puglia ha previsto un piano per il risarcimento degli allevatori colpiti dai provvedimenti. I fondi stanziati sono stati circa duecentomila euro, all’incirca 133 euro per ogni capo perso, ben al di sotto del loro valore di mercato.


NEWS FOOD
10 GIUGNO 2010
 
Etnie e tradizioni
Macellazioni rituali: problematiche sul benessere e rispetto dell'animale, aspetti legislativi e socio-economici
La carne e la macellazione secondo i riti religiosi: rito musulmano e rito ebraico
 
D.ssa Marinella Tarabbia:
La macellazione degli animali alimentari terrestri, le cui carni sono destinate all'alimentazione umana, è soggetta all'osservanza di determinate regole contenute nella normativa specifica.
Esse riguardano da un lato gli impianti, i macelli in cui devono essere praticate le macellazioni, dall'altra i dettami igienico-sanitari riguardanti le operazioni di macellazione ed infine l'ispezione sanitaria a cura del veterinario addetto ispettore.
Tra le prescrizioni in premessa si rileva che:
"per la macellazione degli animali si devono adottare procedimenti atti a produrre la morte nel modo più rapido possibile, usando apparecchi esplodenti a proiettile captivo, oppure la recisione del midollo allungato (enervazione) ovvero altro sistema da riconoscersi idoneo…"
E' quanto prescrive l'art. 9 del R.D. 20.12.1928 n. 3298.
Sono i sistemi di macellazione adottati da noi secondo la nostra tradizione culturale-religiosa, che non è la stessa seguita dalle religioni ebraica e musulmana, i cui responsabili hanno chiesto pertanto il riconoscimento delle loro tradizioni.
In accoglimento, con il Decreto Ministeriale 11 giugno 1980, il Ministro della Sanità ha provveduto all'attuazione di quanto previsto dalla direttiva CEE 74/577 e della relativa legge di recepimento 439/78, cioè all'autorizzazione della macellazione degli animali secondo le modalità del rito ebraico e del rito islamico.
In particolare nel D.M :
art.1 autorizza la macellazione anche senza preventivo stordimento;
art.2 prevede rigide garanzie in ordine alla qualificazione del personale ed alle caratteristiche degli strumenti
art.3 definisce i requisiti, la rapidità, l'efficacia dell'intervento.
Di fatto le Comunità ebraiche e il Centro islamico, che sono stati riconosciuti "Enti morali" rispettivamente con il  decreto n.1731 del  1930  e con il  DPR n.712 del 1974, sono autorizzati ad applicare le modalità di macellazione sopradescritte.
Con l'avallo quindi di norme vigenti sul territorio italiano dal 1980 tale macellazione deve essere eseguita da personale qualificato che sia perfettamente a conoscenza ed addestrato all'esecuzione dei metodi rituali ebraico e musulmano.
Sempre secondo la norma nell'operazione devono essere  adottate tutte le precauzioni atte ad evitare il più possibile sofferenze agli animali ed ogni stato di eccitazione "non necessario".
La iugulazione deve essere praticata mediante  l'uso di un coltello affilatissimo in modo che siano recisi con un taglio unico l'esofago, la trachea ed i grossi vasi del collo.
Il contenimento, la preparazione e la iugulazione  che riguardano i grossi animali, devono essere eseguiti nel più breve tempo possibile.
Deve essere prevista anche la raccolta del sangue.
Contemporaneamente il sopraccitato D.Lvo  prevede che sia obbligatoria l'immobilizzazione, con metodo meccanico, degli animali della specie bovina prima della macellazione per evitare qualsiasi dolore, sofferenza ed eccitazione, nonché qualsiasi ferita o contusione agli animali, esclusi comunque il legamento degli arti, della testa e la sospensione dell'animale prima dell'uccisione.
Per ovini e caprini la contenzione può essere anche manuale con esclusione di legamenti agli arti e sospensione prima dell'uccisione.
Quindi nei macelli italiani dove sono iugulati i bovini secondo i predetti riti religiosi si deve disporre di attrezzature  idonee, gabbie, culle contenitive.
La competenza in materia di applicazione e controllo delle disposizioni particolari relative alle macellazioni rituali è dell'Autorità religiosa per conto della quale sono eseguite le macellazioni, fatta salva la responsabilità del veterinario ufficiale per le altre disposizioni contenute nel D.Lvo 333/98 (visita sanitaria).
Rito musulmano
E' utile ricordare che il codice alimentare musulmano nel dettare le norme per la macellazione al fine di ottenere carne halal (lecita) non indica solamente la regola del dissanguamento ma  ne detta altre, quali:
il macellatore deve essere musulmano;
l'animale deve essere orientato fisicamente verso la Mecca;
il taglio della gola deve essere:
-   praticato con una lama affilatissima, che non deve intaccare la spina dorsale e non deve essere ritirata finchè non siano stati recisi le arterie carotidi, le vene giugulari, la trachea e l'esofago;
        -    inflisso con un solo colpo;
inferto alla base del collo, se il collo è lungo (cammello, giraffa, oca struzzo), nella parte più alta del collo se il collo non è lungo (bovini, ovini, caprini).
effettuato con la mano destra, mentre la sinistra tiene la testa dell'animale;
     - e non deve essere preceduto dallo stordimento (il quale potrebbe anche  essere consentito);
il bovino deve essere trattato con rispetto, accarezzato, tranquillizzato, fatto adagiare sul fianco sinistro, in un luogo dove non vi siano tracce di sangue o bestie macellate in precedenza, anche evitare che l'odore del sangue terrorizzi l'animale; le zampe vanno legate, ad eccezione di quella posteriore destra, che deve essere lasciata libera per dargli la possibilità di muoversi
il taglio della gola deve essere preceduto dalla formula Bismillahi Allahu akbar (invocato il nome di Hallah, unico Dio).
Il non rispetto di un solo precetto determina l'esclusione della carne in quanto Haram (impure)
Rito ebraico
(compiti e funzioni dell'Autorità religiosa e codice di autoregolamentazione)
La religione ebraica ha molte regole alimentari e ogni norma ha un senso e trova spiegazioni nella Torah (Bibbia) e nelle parole dei Maestri (Rabbini) che hanno costruito la tradizione ebraica.
L'Autorità religiosa ha stabilito che tutti i Rabbini che operano nel settore degli alimenti di origine animale e che hanno il compito di controllare la "filiera alimentare" devono accertare che vengano rispettati i precetti religiosi .
Il Rabbino capo al macello è responsabile di tutto quel che riguarda la kashrut (l'insieme delle norme ebraiche per l'alimentazione), dal momento dell'entrata degli animali fino alla vendita della carne.
Dell'operazione è importante sottolineare alcuni punti .
Luogo di macellazione
Nella sala di macellazione gli animali non devono assistere alla macellazione degli altri animali; vengono immobilizzati su una piattaforma, legati e fatti sdraiare .
Solo il personale del macello può essere presente nella zona di macellazione e deve eseguire le indicazioni dei rabbini.
Uccisione dell'animale
Gli animali devono essere uccisi in un modo particolare.
Il taglio della trachea e dell'esofago e dei grandi vasi è eseguito con una lama affilatissima che non deve avere nessuna intaccatura. I coltelli vengono controllati dal rabbino che esegue personalmente la iugulazione.
La lama viene fatta strisciare sul collo dell'animale e l'operatore deve aver cura di muoverla rapidamente, senza fermarsi e senza esercitare pressioni sul collo dell'animale in senso antero-posteriore.
Si ottiene contemporaneamente la morte e un rapido e abbondante dissanguamento.
L'esecuzione del rito shechitàh (macellazione) è affidata ad esperti rabbini.
Prima dell'intervento, il macellatore deve pulire il collo dell'animale e tagliare i peli che risultano troppo fitti.
Se il coltello è stato trovato difettoso dopo la iugulazione dell'animale il rabbino del macello decide se l'animale è kasher o no.    
Fase  ispettiva rituale
Non si può allontanare nessuna parte dell'animale prima dell'ispezione interna  (bedicà è l'accurata visita di controllo dell'animale ucciso).
La prima ispezione viene fatta per incisione interna, si ispezionano i visceri ancora all'interno della carcassa.
La seconda incisione viene fatta sul polmone che è preventivamente rigonfiato.
Ogni incisione, sezionamento, e nikur devono essere eseguiti con i coltelli del macello.
In macello devono essere usati coltelli diversi per taref  (carni licenziati al consumo ma non destinati all'alimentazione ebraica ortodossa) e per nikur (eliminazione del nervo sciatico per la carne destinata al popolo ebraico).
Timbratura
Dopo l'ispezione il rabbino può decidere come valutare l'animale macellato:
Halak: timbro triangolare di color rosso quando il polmone è senza difetti ed  è sanitariamente idoneo al consumo
Kasher: timbro rotondo di color blu che si applica quando l'interno dell'animale non presenta alcuna minima patologia, ma il polmone ha piccoli  e circoscritti processi infiammatori.
Taref: timbro rettangolare di color verde; contraddistingue la carne non  destinata al popolo ebraico perché o l'abbattimento non è avvenuto secondo le norme o perché  l'interno della carcassa ha presentato dei processi infiammatori.
Il giudizio del Rabbino sarà scritto sul modulo dell'ispezione e sul libro del macello. Tutte le parti della carcassa saranno timbrate e sul marchio si riportano il numero di codice dell'animale, il giudizio e la data di macellazione.
Segue la visita del Veterinario ufficiale, unica figura giuridica che licenzia le carni al consumo ,che, dopo aver visitato l'animale secondo la procedura prevista dal Reg Ce 854/04, apporrà sulle carni il bollo del macello riconosciuto.
Perplessità
Sulle operazioni delle macellazioni religiose sopradescritte possono sorgere alcuni interrogativi.
Nei macelli industriali dove  i ritmi di macellazione sono veloci sorge il problema del rispetto di tutti i punti prescritti dai codici religiosi.
Al riguardo è possibile qualche deroga alla più ristretta pratica?
D.ssa Marinella Tarabbia
http://www.newsfood.com/q/3e3b32c7/macellazioni-rituali-problematiche-sul-benessere-e-rispetto-dellanimale-aspetti-legislativi-e-socio-economici/

LA TRIBUNA DI TREVISO
10 GIUGNO 2010
 
Gli uccelli si schiantano contro le barriere del rondò
 
Salima Barzanti
 
SAN VENDEMIANO (TV). Strage di uccelli a causa delle barriere antirumore installate a Fossamerlo per i lavori del completamento dell’A28. Il presidente dell’Enpa provinciale, Adriano De Stefano, dopo diverse segnalazioni di cittadini, preso carta e penna e ha scritto al sindaco Sonia Brescacin.  «E’ evidente che i volatili, non essendo in grado di capire che la vetrata rappresenta un ostacolo al loro volo, vi si schiantano contro a tutta velocità perdendo la vita nell’impatto - si legge nella nota di Adriano De Stefano - per tutelare l’incolumità dei volatili, si chiede come mai non sia stato previsto dal progettista l’adozione dell’accorgimento già in uso da tempo su molte barriere autostradali, cioè di apporre sulle vetrate delle sagome adesive del Falco pellegrino, il loro predatore naturale, affinché vedendolo, gli uccelli in transito, spaventati, cambino immediatamente direzione di volo».  Adriano De Stefano chiede dunque alla giunta della Brescacin di intervenire il prima possibile per posizionare le sagome del falchetto antagonista e salvare dalla morte gli uccelli. «Una soluzione facile, immediata ed economica - conclude - un segno di attenzione nel trovare le giuste soluzioni alle problematiche create dall’impatto delle opere sull’ambiente non solo nei confronti dell’uomo ma anche delle altre specie animali».

TRENTINO
10 GIUGNO 2010
 
Il bracconiere paga gli animalisti
 
TRENTO. Lo scorso novembre, al termine di lunghi appostamenti, le guardie del Corpo Forestale avevano fatto irruzione nella sua casa e trovato 24 uccelli vivi “proibiti” in una voliera e trappole di vario tipo per la cattura dei volatili. Oggetti non consentiti dalla legge che hanno fatto guadagnare ad un uomo della Valsugana un decreto penale di ben 30 mila euro, cui l’imputato s’è ovviamente opposto. Oggi la vicenda arriva davanti al Gup e si risolverà probabilmente in maniera singolare.  Una sanzione pesantissima per l’uomo, che non è titolare di una licenza di caccia (e per questo il codice prevede pene ancora più severe di quelle cui potrebbe andare incontro un cacciatore) che catturava gli animali principalmente utilizzando il vischio e poi, li teneva in un’ampia voliera. Le guardie avevano trovato peppole, frosoni, zigoli gialli, beccofrusoni e altri esemplari di specie protetti dalla legge. Per questo, era scattata la denuncia in Procura con le accuse di furto aggravato, sevizie e uccellagione. Successivamente, il suo legale, l’avvocato Michele Guerra, è riuscito a far escludere i primi due reati. Questo, con tutta probabilità, gli consentirà di evitare di sborsare quella cifra e di chiudere la vicenda, che proprio stamattina approda davanti al giudice per le indagini preliminari Carlo Ancona, con un’oblazione compresa tra i 700 e i 2000 euro. Oltre alla severità del decreto penale, però, c’è anche un altro aspetto particolare: per poter accedere all’oblazione, l’imputato dovrà prima versare una somma - ancora da quantificare - a titolo di risarcimento. Ma a chi dovrebbe andare quel denaro? Quale ente può avere diritto ad un simile risarcimento? Il giudice Ancona e l’avvocato Guerra hanno trovato di comune accordo una soluzione e hanno individuato nella Lipu, l’associazione italiana per la protezione degli uccelli, l’ente a cui il bracconiere dovrà versare una somma, anch’essa ancora da quantificare, per poter poi pagare l’oblazione. Comunque vada, insomma, anche se non dovrà sborsare 30 mila euro, la sua passione proibita gli costerà sicuramente assai cara.

LA ZAMPA.IT
10 GIUGNO 2010
 
Marea nera, la biologa: meglio l'eutanasia per gli uccelli
Il tasso di sopravvivenza a medio termine è inferiore all'1%
 

Per gli uccelli ricoperti di petrolio che in questi giorni vengono trovati sulle coste Usa flagellate dalla marea nera sarebbe meglio l’eutanasia che ogni tentativo di ripulitura. Lo afferma una biologa tedesca al quotidiano Der Spiegel, secondo cui il tasso di sopravvivenza di questi animali anche una volta salvati è inferiore all’1%.
«Anche se gli sforzi per ripulire gli uccelli e rilasciarli di nuovo possono avere successo - spiega Silvia Gaus, esperta del parco nazionale Wattenmeer sul mare del Nord - gli studi dimostrano che il tasso di sopravvivenza a medio termine è inferiore all’1%».Secondo lo U.S. Fish and Wildlife Service, fino a questo momento più di 1000 uccelli colpiti dalla marea nera sono stati trovati in Louisiana, di cui circa 500 già morti e il resto "ospedalizzati". «Già la cattura e la ripulitura sono eventi che provocano uno stress potenzialmente letale all’animale - continua Gaus, che ha lavorato al recupero degli uccelli dopo l’incidente della petroliera Pallas nel mare del Nord nel 1998 - inoltre il carbone attivo e le altre sostanze che si somministrano per prevenire gli effetti velenosi dell’ingestione del petrolio non sono efficaci, e gli uccelli muoiono per problemi al fegato e ai reni». Molto spesso la prima causa di morte in questi casi è la fame, spiega ancora l’esperta: quando gli uccelli sono ricoperti di petrolio infatti iniziano a pulirsi da soli con il becco e la lingua, e questo istinto prevale su quello di nutrirsi finchè non si sentono ’pulitì.

TIO.CH
10 GIUGNO 2010
 
BASILEA
Sabu ci riprova e scappa di nuovo, è successo ieri sera
 
 
BASILEA - Sabu, l'elefantessa del circo Knie, proprio non ne vuol sapere di starsene buona. Divenuta ormai una celebrità visto che è finita su giornali e siti internazionali, ora alla vita all'aria aperta ci ha preso gusto. Dopo essere fuggita dal suo recinto alcuni giorni fa, per una passeggiata di alcuni chilometri nel centro di Zurigo, ieri sera l'elefantessa  è scappata di nuovo.È accaduto verso le 21.30 a Wettigen (AG), durante il trasporto degli animali verso Basilea. È bastato un attimo e Sabu  se l'è svignata dal gruppo. Alcuni passanti hanno visto l'elefante rinfrescarsi in un torrente. Qualcuno l'ha perfino fotografato e filmato. Circa una quarantina di persone, tra cui anche qualche acrobata, sono intervenute per riacciuffare l'animale e riportarlo al circo Knie, che si trovava a circa 500 metri di distanza.
Tutto è successo molto rapidamente e non vi sono state conseguenze per il traffico nella regione. Nessuno è rimasto ferito, ha precisato  Niklaus Leuenberger, portavoce del circo, confermando notizie di stampa sull'accaduto.

LA PROVINCIA DI COMO
10 GIUGNO 2010
 
Incontro ravvicinato con un automobilista
Un capriolo a passeggio per Olgiate
 
OLGIATE COMASCO (CO) - Un daino o forse un capriolo, non è stato individuato con precisione, ha fatto la sua comparsa in località Baragiola. Una passeggiata notturna, per fortuna finita bene per la giovane bestiola, descritta come di piccole dimensioni. A mezzanotte un automobilista di passaggio si è imbattuto nell'ungulato, fermo in mezzo alla strada. Una presenza notata per tempo dal conducente che, di fronte all'insolito ?pedone?, si è prontamente arrestato, consentendo all'animale di attraversare indenne la strada e quindi di addentrarsi nella vicina boscaglia, dove probabilmente era diretto. Un fuori programma che ha piacevolmente sorpreso anche l'automobilista. La polizia locale, che ha raccolto la segnalazione, l'ha girata al competente ufficio dell'amministrazione provinciale. Non è il primo avvistamento di daini o caprioli sul territorio comunale, in zone periferiche, perlopiù in prossimità di boschi. Pressoché nello stesso periodo, l'anno scorso, fu scorta girovagare in zona roggia di via Milano una femmina di capriolo, gravida. Anche in quel caso l'ungulato si era concesso una passeggiata in un ambiente un po' più urbano, rispetto al solito habitat.

TRENTINO
10 GIUGNO 2010
 
Rovereto, capriolo accaldato si tuffa in piscina: salvato da due operai
E' accaduto nel parco di una villa in città. L'animale è stato recuperato e consegnato agli agenti della Forestale. Non è la prima volta che i caprioli arrivano fino alle case della zona
 
ROVERETO (TN). Quando fa caldo, fa caldo. Anche per i caprioli. E allora cosa c’è di meglio di un tuffo in piscina? Detto, fatto.
E’ successo proprio così a Rovereto, nella piscina all’interno del parco di casa Volani in via Bellavista: a metà mattina, sorpresa, nelle fresche acque c’era proprio un giovane capriolo che se la spassava.
Oddio, proprio tranquillo non era anche perché lui sperava di riuscire a cavarsela da solo ad uscire dalla vasca dopo il tuffo. In realtà a recuperare la bestiola non poco spaventata ci hanno pensato due operai che stavano lavorando all’interno della villa.
Da via Bellavista è subito partita la telefonata ai vigili del fuoco che sono arrivati in breve tempo dopo aver allertato il servizio recupero fauna del centro del Casteller e del Corpo forestale trentino.
Gli uomini della Federcaccia hanno così catturato il giovane capriolo, dell’età di un anno, l’hanno quindi caricato sul furgoncino per trasportarlo sopra Noriglio dove è stato liberato poco dopo nei boschi.
E il capriolo è arrivato fino alle case sulla collina scendendo dal bosco sopra la città. Per chi abita in zona non è raro imbattersi in caprioli: prima della visita nella piscina di casa Volani, giusto meno di un mese fa gli uomini della Forestale erano stati chiamati in via dei Colli per un ungulato finito nel cortile di una villa senza poi riuscire a trovare la via di fuga.
Per non parlare della cattura di due esemplari all’interno dello svincolo autostradale di Rovereto sud non molto tempo fa. Oppure dell’avvistamento al Brione, venti giorni fa, o sulla rotatoria dello stadio dove addirittura due caprioli erano stati visti brucare l’erba incuranti del traffico.
O, ancora, quando martedì 2 giugno la signora Cristina Coletti, moglie di Giorgio Marchesoni, nell’aprire le imposte della villa a Mori Stazione si è trovata sotto gli occhi un giovane capriolo che dal giardino la guardava incuriosita.Gran lavoro, dunque, per gli uomini della Forestale chiamati sempre più di frequente a mettere in salvo questi animali selvatici che in alcuni casi hanno trovato il loro habitat naturale anche vicino alle case.

IL CENTRO
10 GIUGNO 2010
 
Cavalli sulla statale 80, traffico bloccato
 
Luca Lattanzi
 
MOSCIANO (TE). Curioso episodio martedì mattina a Mosciano Sant’Angelo. Due cavalli sono usciti dal casolare in cui si trovavano e hanno invaso la statale 80 all’altezza della frazione di Selva Piana. Risultato: traffico bloccato per circa un’ora e lunghe code in entrambe le direzioni. I cavalli, di proprietà di una famiglia rom moscianese, erano stati lasciati incustoditi all’interno di un casolare a ridosso della statale.  Sul luogo è immediatamente intervenuta la polizia municipale che, con l’aiuto degli operatori del servizio veterinario della Asl, è riuscita in breve tempo a riportare la situazione alla normalità. I proprietari dei cavalli rischiano ora una denuncia per danneggiamenti ed invasione di terreno: il casolare, infatti, era stato occupato abusivamente ed i legittimi proprietari ora intendono rivalersi per i danni subiti sia sulla casa che sul terreno circostante.  MARIJUANA NASCOSTA NEL CAMPER. Un sacchetto con 160 grammi di marijuana: questo il risultato di un’operazione condotta dalla polizia municipale di Mosciano Sant’Angelo che nel tardo pomeriggio di martedì ha sequestrato la sostanza stupefacente rinvenuta al di sotto di un camper abbandonato al centro della città. Durante la rimozione del veicolo, di proprietà di un rom di Mosciano, gli agenti hanno notato un involucro sospetto contenente, appunto, la marijuana. L’operazione è stata portata avanti nell’ambito dei controlli che i vigili urbani stanno effettuando sui veicoli abbandonati sul suolo pubblico: un controllo capillare che va avanti ormai da tempo e che ha portato ad ottimi risultati.  Questa volta, oltre alla rimozione del veicolo, gli agenti si sono trovati a scoprire la sostanza stupefacente che è stata sequestrata e di cui si sta cercando di accertare il proprietario. Per il momento gli atti sono stati trasmessi alla procura, mentre la polizia municipale sta indagando per verificare l’eventuale presenza di altre sostanze stupefacenti sul luogo del rinvenimento.

CORRIERE DELLE ALPI
10 GIUGNO 2010
 
Asini e pecore per lo sfalcio
 
Provincia di Belluno - CENTRO CADORE. Manutenzione dei prati grazie ad asini, pecore e mucche. Dalla Cm Centro Cadore sono stati stanziati 20 mila euro per i progetti di sfalcio. «E’ un segnale per chi vuole sopprimere le Cm», sottolinea Luca De Carlo, sindaco di Calalzo.  In principio fu Luca Zaia che nel 2004, da presidente della Provincia di Treviso, acquistò sei asini per lo sfalcio lungo la Postumia. Oggi è la Cm Centro Cadore a stilare il primissimo bando in Italia che “mette a sistema” l’apporto degli animali alla manutenzione ambientale, stanziando un fondo proprio di 20.000 euro. Per ottenere un finanziamento da 800 a 1.200 euro, agricoltori non a titolo prevalente, dovranno “dotarsi” di caprini, ovini, equini e bovini deputati al mantenimento dei prati di fondo valle, presentando un piano progettuale sintetico di sfalcio e pascolo. «Il nostro è un territorio per eccellenza a vocazione turistica», spiega l’assessore Cm De Carlo, «e non è possibile oggi prescindere dal mantenimento di prati, bordi stradali e pascoli. Ma tutto questo rischia di essere molto oneroso per i piccoli Comuni o per la Cm. Il bando supplisce ai costi sempre crescenti per gli sfalci, che nella bella stagione rischiano di impegnare una grossa fetta di fondi di bilancio. Un’idea del genere, che avevo maturato per il mio Comune, oggi è possibile per tutta la Cm Centro Cadore grazie alla lungimiranza del presidente Svaluto Ferro che ha voluto dare al territorio un forte segnale di comprensorialità». Fino al boom dell’occhialeria, in Cadore ogni famiglia disponeva di un numero limitato di capi di bestiame, che contribuivano al sostentamento e al mantenimento del territorio. Il bando è già stato deliberato dalla giunta Cm Centro Cadore, ed attende a giorni il passaggio in consiglio per l’approvazione prima dell’esecutività che, a detta di De Carlo, arriverà presto. «Di questi tempi», conclude, «con i fondi per le comunità montane sempre più ristretti e con le polemiche sulla volontà di sopprimerle, il bando è un segnale importante di quanto questi enti servano alle terre alte. Certo, una loro riforma a livello regionale è ormai indifferibile, ma credo che la direzione giusta non possa prescindere dalla consapevolezza dell’essenzialità dei servizi che forniscono al territorio e agli uomini di montagna».

IL SECOLO XIX
10 GIUGNO 2010
 
Il cacciatore che cura gli uccelli feriti per la lipu
Angelo Celle ha salvato un merlo e una gabbianella
 
CACCIATORE convinto, presidente provinciale dell'associazione Libera Caccia, ma pronto a fare il baby sitter per un uccello caduto dal nido o per un rapace ferito. Angelo Celle, bogliaschino, non ci sta a essere chiamato "animalista": «Anche perché sono il segretario della Lega Nord, che non è propriamente un partito animalista - scherza - ma il fatto di essere cacciatore non significa non avere rispetto per gli animali. Anzi credo che per lo più valga il contrario».
Così, ieri, Celle si è fatto immortalare mentre cerca di nutrire un piccolo di merlo. E la settimana prima ha fatto altrettanto con una gabbianella. Sono gli abitanti della zona, che sanno della sua propensione e che è anche gestore di una voliera (come Libera Caccia) a chiamarlo. «Sta diventando un'abitudine. Lo sanno anche quelli della Lipu che poi vengono a prendersi gli uccelli», dice. E l'immagine dei volontari della Lipu che prendono un volatile dal presidente dei cacciatori è certamente curiosa. Anche perché, tra le altre cose, Celle svezza passerotti e merli nello stesso posto in cui conserva le doppiette. «Ma i cacciatori seri non sparerebbero mai a un animale ferito e ancor meno a un piccolo caduto dal nido o in difficoltà», dice con convinzione. L'altro giorno, dopo aver adottato il merlo, ha dovuto persino "litigare" con la Provincia per l'animale: «Come prevede la legge ho chiamato loro per consegnare l'animale. Non volevano prenderlo e mi hanno consigliato di rivolgermi direttamente alla Lipu. Ovviamente ho snocciolato la normativa e hanno cambiato idea. Mi hanno dato ragione e hanno mandato i volontari».

TRENTINO
10 GIUGNO 2010
 
Forse un immissione abusiva del cinghiale nelle Giudicarie
 
VALLE DEL CHIESE (TN). Nell’ambito del cosiddetto “piano di abbattimento” dei cinghiali, in fase di attuazione nell’area del distretto forestale di Tione, è accaduto recentemente un episodio che lo stesso personale reputa abbastanza sorprendente. Si tratta dell’abbattimento di un cinghiale del peso di 50 kg che, a detta dei forestali non ha ancora raggiunto le caratteristiche somatiche di animale adulto. L’autopsia ha permesso di rinvenire una grande quantità di granella di mais nello stomaco dell’animale. I due fatti messi assieme hanno portato il personale forestale a ritenere che l’animale fosse stato abusivamente immesso in zona in tempi recenti. Di qui l’ipotesi ventilata dal distretto forestale di Tione che l’animale sia stato prelevato in qualche allevamento extra provinciale e liberato sulle montagne del Chiese.

ANSA
10 GIUGNO 2010
 
Animali: Modena, invasione di rospi in strada dopo temporale
Salvati dal Centro fauna selvatica, specie protetta e utile
 
MODENA, 10 GIU - 'Invasione' di rospi smeraldini in una strada di Modena, via Borghi, dopo un temporale nei giorni scorsi. Lo ha reso noto oggi la Provincia.
Centinaia di rospetti hanno abbandonato una zona umida creatasi in un cantiere dismesso della zona invadendo la strada. Allertati dai cittadini e dall'ufficio Diritti animali del Comune, i volontari del Centro fauna selvatica Il Pettirosso sono riusciti a salvare 400 animaletti, che saranno liberati nelle campagne intorno al Centro. I rospi smeraldini si cibano anche di larve di insetti, tra cui quelle della zanzara tigre.

IL CENTRO
10 GIUGNO 2010
 
Allevamenti presi di mira Un altra pecora uccisa da un lupo
 
Antonio Di Clemente
 
CIVITELLA CASANOVA (PE). I lupi hanno preso di mira l’allevamento ovino di Carmela Di Tillio in contrada Matropaolo di Vestea nel Comune di Civitella Casanova. Recentemente, è il quarto animale che i predoni uccidono.  Il fatto è avvenuto un paio di giorni fa.  Le pecore stavano pascolando a qualche decina di metri dall’abitazione in un recinto molto ampio, con la rete di recinzione non molto alta ma pur sempre custodita. Così, una pecora è stata assalita dai lupi ed è stata uccisa.  La signora Carmela Di Tillio si sfoga: «Non possiamo far pascolare le pecore perché vengono aggredite anche di giorno. Addirittura, un lupo l’abbiamo visto mentre uccideva. E non ci ha dato neanche il tempo di intervenire. Ma, adesso, devo tenere i miei animali in stalla. Vuol dire che chiederò alla Uls il fieno per alimentari».  Nella zona, le segnalazioni di incontri con il lupo, che si muovono sia solitari che in branco, sono state numerose.  Il 15 novembre scorso, nei pressi del ristorante La Cialandra, un lupo ha impattato di notte con la motoretta di un giovane.  Ad avere la peggio, è stato l’animale morto durante lo scontro perché il ragazzo, cadendo, non ha abbandonato il mezzo che ha finito per travolgere il selvatico.  Altre segnalazioni, sono arrivate anche da Montebello e Villa Celiera.  Spesso i danneggianti non sporgono neanche denucia temendo inghippi burocratici, giudicandoli una perdita di tempo e non credendo agli indennizzi che difficilmente arrivano.  E, come spiegano, sono spesso inferiori al danno subìto.  In questo periodo, gli abitanti della zona, a causa delle molte segnalazioni, hanno anche paura a uscire di casa.

LA PROVINCIA DI SONDRIO

10 GIUGNO 2010

 

Pericolo cimurro nei boschi

Altro tasso infettato da un virus
È allarme epidemia nel Tiranese

Ieri un animale selvatico malato è stato trovato in un giardino di Cologna

 

Michela Nava

 

TIRANO (SO) - Allarme fra le volpi e i tassi del Tiranese per il virus del cimurro, responsabile di una malattia altamente infettiva che si manifesta nei canidi e nei mustelidi (cani, lupi, volpi, tassi, martore, puzzole e donnole). Segnalata circa un anno fa nel Bormiese, l'infezione sta risalendo la Valle e - dopo essere dilagata anche in Valposchiavo, dove lo scorso gennaio ha assunto i connotati di una vera e propria epidemia - è arrivata a interessare il tratto della Media Valtellina, dove nelle ultime settimane sono stati riscontrati diversi casi sospetti. L'ultimo ieri mattina, a Tirano, dove i vigili del fuoco con la Polizia municipale - allertati dalla Forestale - sono intervenuti nel giardino di un'abitazione privata in via Lucini, lungo la strada panoramica che sale verso la frazione Cologna, per portare via un tasso ferito, con sospetta infezione da cimurro, e consegnarlo ai guardiacaccia provinciali.
«Nell'ultimo periodo sono stati riscontrati diversi casi di malattia fra i tassi e le volpi della zona - conferma Giandomenico Pini, ispettore superiore del Corpo Forestale di Tirano -. Ogni volta che ci troviamo di fronte a un caso sospetto lo segnaliamo alla Polizia provinciale, che si occupa degli accertamenti». Oltre all'episodio di ieri mattina, almeno altri due casi dubbi sono stati segnalati a Tirano nei giorni scorsi. In entrambi gli episodi precedenti, però, i tassi trovati erano già morti. «Gli animali malati si fanno notare per il loro comportamento insolito - continua Pini -. Oltre a non avere paura ad aggirarsi di giorno vicino alle case, si muovono come se fossero addormentati o storditi. In presenza di casi sospetti, è importante non avvicinarsi ed evitare il contatto con le mani». Pur non essendoci pericolo di trasmissione del virus all'uomo, infatti, la malattia può rendere gli animali aggressivi e, dunque, spingerli a mordere. Molto alto, invece, il rischio di contagio tra gli animali, dal momento che per contrarre il virus basta un semplice contatto diretto con soggetti malati, esattamente come accade tra gli uomini con l'influenza.
Pur non essendo ancora stato osservato un passaggio del virus da animali selvatici a cani domestici, infine, l'ipotesi non sembra da escludere del tutto. Per questo, soprattutto ai proprietari di cani, è raccomandata la verifica con il veterinario se il proprio animale è vaccinato contro il cimurro. A trarre vantaggio da questa situazione sono invece le lepri, che - grazie al fatto che il virus colpisce i carnivori - sono tornate a ripopolare in numero insolito i boschi del Tiranese.


GAZZETTA DI MANTOVA
10 GIUGNO 2010
 
Primo suino colpito dal virus H1N1
 
Daniela Marchi
 
MOTTEGGIANA (MN). E’ stato riscontrato nel Mantovano il primo caso di animale positivo al virus influenzale H1N1. Si tratta di un suinetto, morto in un allevamento di Motteggiana un mese fa.  Sgombra subito il campo da allarmismi, il dipartimento di prevenzione veterinaria dell’Asl di Mantova, diretto dal dottor Loris Zaghini, che ha immediatamente compiuto controlli a tappeto su tutto l’allevamento, non riscontrando nessun altro caso.  Ma andiamo con ordine. Il fatto risale a un mese fa, il 7 maggio, quando all’Istituto zooprofilattico individuano la positività al virus H1N1 su un suinetto morto per cause naturali, non propriamente collegate all’influenza. Viene informata l’Asl che, a sua volta, comunica il fatto alla Regione. «Per noi l’H1N1 non rientra nemmeno nelle malattie denunciabili - spiega il direttore del Dipartimento di prevenzione veterinaria, Loris Zaghini - perché non ritenuta una malattia pericolosa. Abbiamo comunque informato la Regione che non ci ha imposto alcun obbligo, perché di fatto non ci sono norme che stabiliscono provvedimenti particolari».  I servizi veterinari hanno comunque compiuto un sopralluogo in allevamento e diversi campionamenti con tamponi faringei. L’Istituto Zooprofilattico ha eseguito le analisi e non ha trovato nessun altro animale infetto. Per questo motivo non sono state disposte restrizione a quell’allevamento, né a quelli vicini e non sono state bloccate le movimentazioni di bestiame. «Negli animali questo virus - spiega Zaghini - non è grave come nell’uomo, ci sono sintomi lievi; la cosa importante inoltre è che non è mai stata dimostrata trasmissione all’uomo». «Per noi - va avanti il direttore - il caso è risolto. Ma i nostri controlli a tutela della salute pubblica non si fermano mai. E’ la routine».
 

 

            10 GIUGNO 2010
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 
AGI
10 GIUGNO 2010
 
L'ormone regola anche il rilascio nel cervello di dopamina
SCHIZOFRENIA: LEGAME CON CARENZA DI INSULINA
 
Washington, 10 giu. - Cosi' come succede in molti diabetici o obesi, alcuni difetti nella funzionalita' dell'insulina potrebbero contribuire direttamente all'insorgenza di patologie psichiatriche come la schizofrenia. Almeno questo emerge da uno studio condotto dal Vanderbilt University Medical Center e pubblicato dalla rivista Plos Biology. Lo studio, coordinato dal neurobiologo Aurelio Galli, ha permesso di trovare in esperimenti sui topolini un'associazione tra un deficit nei meccanismi di segnalazione mediati dall'insulina nelle cellule cerebrali e la schizofrenia. "E' noto che le persone affette da diabete - ha detto Kevin Niswender, che ha partecipato allo studio - hanno un rischio maggiore di sviluppare disturbi dell'umore e altre patologie psichiatriche". L'associazione scoperta potrebbe spiegare questi casi di comorbilita'. I ricercatori hanno dimostrato come l'insulina, l'ormone che governa il metabolismo del glucosio nell'organismo, regola anche il rilascio nel cervello di dopamina, il neurotrasmettitore implicato nella regolazione dell'attivita' motoria, dell'attenzione e della ricompensa. Questo significa che un'eventuale disfunzione puo' contribuire all'insorgenza di disturbi psichiatrici come la depressione, il Parkinson, la schizofrenia.
 
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