LA ZAMPA.IT 9 OTTOBRE 2009
Il Ministero interviene a Matera: i cani verranno trasferiti Dopo servizio in tv di «Striscia la notizia», blitz dei Nas: animali maltrattati e malnutriti
VIDEO http://www.lastampa.it/_web/tmplframe/default.asp?indirizzo=http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoflv.shtml?2009_10_stop6.flv
NOTIZIARIO ITALIANO
9 OTTOBRE 2009
Trasferiti cani dai Sassi di Matera
MATERA – Il Ministero del Welfare ha trasferito nel canile sanitario comunale, i cani detenuti nei Sassi di Matera, abbandonati nei locali demaniali privi di acqua, cibo, luce. L'ha preannunciato lo stesso ministro, riferendosi al servizio di “Striscia la Notizia” di martedì scorso (vedi articolo precedente). I Carabinieri dei Nas, il giorno seguente, con la collaborazione del Servizio Veterinario di Matera, sono intervenuti tempestivamente. I proprietari degli animali sono stati denunciati per violazione, mancata registrazione all'anagrafe e soprattutto maltrattamento.
IL TIRRENO
9 OTTOBRE 2009
Chiedeva l elemosina con un cane rubato
PISA. Chiede l’elemosina con un cane rubato. È accaduto in corso Italia all’angolo in via Pascoli, dove una giovane donna ha riconosciuto il suo cane che era scomparso da alcuni giorni. La donna abita nel comune di Cascina in una zona prossima a Riglione dove, secondo gli accertamenti svolti dalla polizia municipale, sarebbero stati rubati di recente altri cani da compagnia di piccola taglia. Il cane, un pincher avanti con gli anni, era legato insieme a un meticcio al fianco di un clochard che chiedeva l’elemosina. Sul posto è intervenuta una pattuglia della polizia municipale in servizio poco lontano. Il barbone ha cercato di allontanarsi. Fermato, non riusciva a dimostrare la proprietà degli animali, così è stato sequestrato anche l’altro cane, un meticcio di colore bianco-marrone di nome Bianca, su cui sono in corso indagini per verificarne la provenienza. L’uomo è stato denunciato per ricettazione.
LA NUOVA SARDEGNA
9 OTTOBRE 2009
Orosei, decine di cani avvelenati
OROSEI (NU). Sarebbero almeno una decina i cani morti per avvelenamento negli ultimi giorni dopo avere ingoiato bocconi alla stricnina abbandonati nei vicoli del centro storico. I primi casi sono stati segnalati la settimana scorsa poi nel giro di pochi giorni altri cani randagi sono stati trovati agonizzanti con la bava alla bocca tra i vicoli e le stradine adiacenti la piazza del Popolo. Molti di loro sono dei randagi, come purtroppo molti si aggirano non solo nelle periferie del paese ma anche nelle vie del centro, altri invece sono cani con tanto di proprietario sfuggiti magri solo per pochi minuti all’attenzione dei padroni. Ma oltre ai cani nel mirino di quello che sembra essere un serial killer di animali ci sarebbero anche i gatti. Tanti cittadini che sono residenti nel centro storico hanno notato infatti la strana scomparsa di molti gatti abitudinari del rione. Si tratta di un fatto che avvalora la tesi che qualcuno abbia deciso di scatenare una personalissima guerra contro i “residenti a quattro zampe”. Micidiale il cocktail di veleno che è stato adoperato per decimare le povere bestie: alcuni proprietari degli animali avvelenati si sono infatti accorti immediatamente di quanto stesse accadendo alle loro bestiole e si sono precipitati dal veterinario: ma la morte tra atroci sofferenze è sopraggiunta inesorabile in pochi minuti nonostante tutti i tentavi che sono stati fatti per salvare i poveri animali. Purtroppo, non è la prima volta che fenomeni del genere vengono segnalati ad Orosei e nei dintorni. Un caso seriale analogo si era registrato ad inizio estate ma quella volta il quartiere infestato dai bocconi avvelenati era stato quello di Gollai. A finire morti per avvelenamento erano stati anche allora non solo diversi cani randagi ma anche alcuni cani da caccia e cani da guardia che erano custoditi all’interno dei cortili delle abitazioni.
IL TIRRENO
9 OTTOBRE 2009
Mi hanno avvelenato tre cani
Pierluigi Ara
CALCI (PI). Portano via o avvelenano i suoi cani, in compenso le lasciano i gatti. Mariella Guerri, persona conosciutissima e stimata da tutti, vive una situazione per certi aspetti paradossale. Vedova e sola, conserva un aspetto giovanile e soprattutto evidenzia un carattere molto socievole. Ma c’è sicuramente chi non le vuole bene. Le due figlie, pur non stando insieme a lei, sono sempre vicine e premurose. Racconta: «Mi hanno fatto fuori tre cani. Morti avvelenati. Si chiamavano Digor, Alfius e Milord. Questo è avvenuto in tempi diversi, anche se ravvicinati. Ho denunciato la cosa ai carabinieri, fino ad ora non ho saputo niente. Ma perché prendersela con delle povere bestiole?». Interviene la figlia Barbara, titolare di un noto negozio di agraria nella zona Coop, sempre a Calci: «Mamma non ha pace - dice - adesso ha sette animali: sei gatti e un pappagallo. Il pappagallo, brasiliano, si chiama Ciccia. L’avevo io, poi l’ho regalato a mamma che gli si è affezionata tanto. Il pennuto, quando vede me tratta male me apostrofandola con parolacce. Però questo serve a farla divertire. Solo che la brutta storia si ripete di tanto in tanto, spariscono i cani e compaiono i gatti». «Gli ultimi felini - dice ancora la figlia - sono una coppia, di colore nero, abbandonata dietro il cancello del giardino». Conclude Barbara: «Lasciano i gatti, magari molto piccoli, perché sanno che lei ha un debole per tutte le bestiole. Ma perché sottrarle i cani? Questa circostanza dovrebbe essere chiarita. Ritengo comunque che si tratti di un fatto grave». Una delle ipotesi che vengono fatte è che l’abbaiare dei cani dia noia a qualcuno che puntualmente si vendica. -
IL TIRRENO
9 OTTOBRE 2009
Bocconi avvelenati contro gli animali
di Marzia Bortolameotti
TRENTO. Bocconi avvelenati lanciati direttamente nel giardino preceduti da minacce anonime arrivate tramite lettere e telefonate. Questo è successo a delle famiglie residenti a San Rocco di Villazzano che hanno ritrovato nel proprio cortile delle palle di colore azzurro, una specie di «canederli» ricoperti di metaldeide, un veleno usato in agricoltura per le lumache. Bocconi destinati a cani e gatti. Asia, un incrocio di pastore maremmano di sei anni della famiglia Cestarolli, nei giorni scorsi ha ingerito i bocconi e ora è in gravissime condizioni dal veterinario in fin di vita, mentre il gatto delle famiglia è stato ritrovato morto sotto il letto. Dopo l’analisi del veterinario, che ha ritrovato nella pancia di Asia cinque palle avvelenate, è scattata la denuncia verso ignoti. «Mi sono svegliata e ho trovato il mio cane a terra in stato agonizzante con agitazione e spasmi muscolari - racconta Laura Cestarolli - abbiamo subito portato il cane dal veterinario che ha trovato nella sua pancia i bocconi avvelenati. Poi sono tornata a casa ho cercato il gatto e l’ho trovato morto sotto il letto. Adesso abbiamo spedito i bocconi a fare analizzare in azienda sanitaria». Il ritrovamento dei bocconi è stato preceduto da lettere anomine di questo tenore: «Il tuo cane dà fastidio e se non provvedi a tenerlo in casa, provvederemo noi a farlo definitivamente». Delle lettere scritte al computer e anche telefonate in dialetto trentino sempre con maniaccia. Ora la famiglia Cestarolli è molto affranta e ha appeso un avviso rivolto ai condomini mettendoli al corrente su questa situazione. Stessa cosa è successo al signor Lino Titta, residente sempre a San Rocco. Qualche giorno fa ha ritrovato nel suo giardino cinque bocconi avvelenati che ha conservato perché prima di fare la denuncia deve mandargli all’azienda sanitaria per analizzarli. Per fortuna i due cani, due lupi, non li hanno mangiati e si sono salvati. Ma l’anno scorso il signor Titta ha perso un altro cane, sempre un lupo a pelo lungo di nome Laika, perché ha ingerito dei bocconi avvelenati. A differenza del giugno scorso, questa volta però il signor Titta ha trovato in tempo le «polpette» ed è riuscito ad evitare il peggio. Ma è preoccupato perché secondo lui c’è qualcun che proprio odia gli animali. L’avvelenamento anche in questo caso era stato preceduto da lettere anonime che il signor Titta aveva ignorato ritenendo che fossero uno scherzo di cattivo gusto. In paese si sta a poco a poco diffondendo la paura di ritrovare questi bocconi avvelenati. L’anno scorso è stato avvelenato un altro cane, un dobermann adottato al canile, anche in questo caso l’animale aveva ingerito un boccone. Ora i proprietari del cane lo portano a passeggio solo con la museruola ed evitano determinate strade dove, si è sparsa la voce, potrebbero trovarsi altri bocconi.
MESSAGGERO VENETO
9 OTTOBRE 2009
Latisana, parroco investe cane che attraversa l'autostrada
Rosario Padovano
LATISANA (UD). Brutta avventura per un parroco di Latisana che svolge la suo servizio pastorale a San Stino di Livenza, nel Veneziano, nella diocesi di Concordia Pordenone. Don Gino Severin, 60 anni, viceparroco nella località sanstinese, l’altra sera, mentre stava percorrendo l’autostrada ha investito un animale. L’incidente fortunatamente ha provocato soltanto uno spavento al sacerdote, oltre a danni alla carrozzeria e all’impianto dell’illuminazione della vettura, una Fiat Punto, per una spesa complessiva che potrebbe superare i 500 euro. Il parroco abita a Latisana, a casa della sorella. Quasi quotidianamente copre, in autostrada, il tragitto che dalla località della Bassa porta alla cittadina veneta. L’altro giorno si stava recando a San Stino a celebrare Messa. A un certo punto, appena imboccata la A4 sulla carreggiata Ovest, è avvenuto l’impatto, piuttosto violento, con l’animale, forse un cane, che in quel momento stava attraversando l’autostrada. La bestiola è scappata. Il parroco, ripresosi dallo spavento iniziale, ha accostato per verificare l’entità del danno subito, facendo poi la segnalazione del caso ad Autovie Venete. Sono in corso indagini da parte della concessionaria per capire se la presenza dell’animale fosse stata precedentemente segnalata. Negli ultimi tempi sono aumentate le indicazioni di automobilisti che notano animali vagare per l’ autostrada. Clamoroso però è stato l’incidente di due settimane fa sull’autostrada A28, quando un cervo alle 4 del mattino sbucò all’improvviso all’altezza di Gruaro. L’animale fu investito e ucciso da una Ford Galaxi e da una Punto.
MESSAGGERO VENETO UDINE
9 OTTOBRE 2009
Record di maltrattamenti: oltre 15 mila casi in regione
Elisa Michellut
Quello dei maltrattamenti agli animali è un fenomeno tristemente presente anche nella nostra regione, dove, nel 2008, su 179 mila cani dotati di microchip oltre 15 mila quattro zampe sono stati vittime di maltrattamenti domestici di vario genere. I dati, forniti dall'associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa), sono frutto di un'analisi incrociata, ottenuta sia dalle segnalazioni giunte allo “Sportello Animali” e al “Tribunale degli Animali di Aidaa” sia dai dati ricavati dalle proiezioni giunte da alcune associazioni animaliste regionali. Secondo Aidaa, in Fvg, i cani costretti a vivere all'interno di spazi eccessivamente angusti sarebbero 3.679, quelli tenuti alla catena, ad una lunghezza non consentita dalla legge, sarebbero invece 7.200. Non mancano i pets, 877 in tutto, costretti a ricorrere alle cure veterinarie, dopo aver subito maltrattamenti in famiglia. Chiudono questa incresciosa classifica i 4.154 cani malnutriti, costretti a vivere in condizioni igieniche precarie. «Il maggior numero di maltrattamenti si registra nel sud Italia - spiega Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa - dove è anche maggiormente concentrato il numero di abbandoni. Anche dalle zone rurali del nord, ad ogni modo, arrivano molte segnalazioni, in particolare per quanto riguarda l'uso del collare elettrico e la detenzione di animali all'interno di spazi troppo piccoli. Per quanto riguarda i gatti, spesso rinchiusi all'interno di spazi troppo angusti, le violenze prevedono soprattutto piccole sevizie. Nei casi più estremi, abbiamo anche riscontrato casi di gatti tenuti alla catena». Aggiunge ancora Croce: «I numeri che abbiamo fornito sono stati raccolti grazie all'attività dello Sportello Animali e grazie al lavoro capillare svolto dalle associazioni di tutela dei pets, che ci hanno comunicato tutte le segnalazioni e le denunce pervenute». E i dati sono stati commentati anche da Stefano Brisinello, medico veterinario e responsabile del canile dell'ASS numero 4 Medio Friuli. «I casi di maltrattamento effettivo, che arrivano in Tribunale, si contano sulle dita di una mano - dice - La mia professione mi obbliga a vedere le situazioni con razionalità e devo dire che nella nostra regione molti casi che, a prima vista potrebbero sembrare maltrattamenti, non sempre lo sono. I dati forniti dall'Aidaa parlano di numeri piuttosto elevati e questo non corrisponde alle segnalazioni che ricevo, almeno per quanto concerne la provincia di Udine». Intanto le Forze dell'Ordine ricordano che il reato di maltrattamento di animali è punibile dall'articolo 544 ter del Codice penale, che sanziona chiunque detenga un pet in condizioni incompatibili con la sua natura o con le sue caratteristiche etologiche.
GAZZETTA DI MODENA
9 OTTOBRE 2009
Caccia ai bracconieri: dopo aver ferito l'operaio rapiscono il cane al canile
Francesco Dondi
MIRANDOLA (MO). Il cane sequestrato ai bracconieri che domenica hanno sparato ad un operaio agricolo è stato rapito dal canile municipale. L’intrusione è avvenuta con una incursione nella notte: ignoti hanno scavalcato i cancelli e tagliato la rete della gabbia, prelevando l’animale. Forse per far sparire una scomoda prova. Cacciatori che si aggirano per la Bassa in abiti civili, per non dare nell’occhio. E utilizzano cani senza tatuaggi e microchip. Cacciatori fuori regola, bracconieri, così da poter aggirare le norme: sul numero degli animali da catturare, ad esempio. O sul rispetto delle distanze dagli edifici durante l’esplosione dei colpi. Ma domenica scorsa, come noto, c’è scappato un incidente, a San Possidonio: Jaspal, 40enne operaio agricolo nell’azienda Punto Verde di via de Gasperi, viene colpito al volto e al corpo dai pallini di uno dei cacciatori. L’uomo individua alcune auto che si allontanano, e fa a tempo a trattenere un cane - un esemplare femmina di bracco tedesco - presumibilmente abbandonato dai “bracconieri” nella fuga. I carabinieri intervengono, fermano alcuni sospetti, ma Jaspal sembra non riconoscerli. Le indagini si annunciano complesse. Intanto il bracco viene affidato al canile intercomunale di Mirandola. «Era in una gabbia da solo, in questi ultimi tempi capita spesso che vengano abbandonati cani da caccia senza microchip», spiegano al canile, con preoccupazione. Ebbene, il cane è stato rapito. Ieri mattina è stata trovata la recinzione tagliata e il cane è stato portato via. I sospetti dei volontari si sono concentrati su una ragazza che al pomeriggio si era recata sul posto, chiedendo insistentemente di quel bracco. Il canile ha segnalato l’accaduto, l’ipotesi è che il rapitore sia legato ai bracconieri, intenzionati a far sparire la “prova vivente” delle loro operazioni.
IL SECOLO XIX 9 OTTOBRE 2009
Cavallo ucciso altra denuncia dell'enpa
BORZONASCA (GE). La sezione Levante dell'Enpa sporge denuncia verso ignoti per l'uccisione, a fucilate, di un cavallo all'interno del Parco dell'Aveto. Ieri mattina Patrizia Bandettini di Poggio, presidente della sezione Camogli e Levante dell'Ente nazionale protezione animali, ha presentato una denuncia contro ignoti alla procura di Chiavari. «Abbiamo chiesto che l'inchiesta sia scrupolosa e chiarisca una vicenda che lascia sgomenti - spiega Bandettini di Poggio - Ci riserviamo di parlare con la Asl 4 chiavarese e confidiamo che l'indagine serva anche da deterrente contro il rischio che simili episodi si ripetano, a Borzonasca o altrove». Patrizia Bandettini di Poggio non crede che a uccidere il cavallo, con un colpo al cuore, possa essere stato l'errore di un cacciatore. IL GIORNALE 9 OTTOBRE 2009
SALVATO DALL'INIEZIONE LETALE, "ROCKY" DIVENTA UN CANE POLIZIOTTO
Viterbo - Dal pericolo di un’iniezione letale all’inizio di una promettente carriera da cane poliziotto. È la storia di «Rocky», splendido esemplare di pastore tedesco di circa 18 mesi che di recente è entrato di diritto a far parte del Centro cinofilo della Polizia di Stato di Nettuno. «Una storia esemplare di cui in passato si era interessata anche la stampa locale, che trae origine da un ordinario maltrattamento e che sarebbe potuta finire nel peggiore dei modi senza l’interessamento del Servizio veterinario della Asl di Viterbo. Rocky, infatti, nei primi mesi della sua vita era passato nelle mani di due distinti padroni, di cui il primo lo aveva totalmente viziato, mentre il secondo si era limitato a farlo sopravvivere, tenendolo costantemente alla catena. Riuscito a liberarsi e a fuggire il suo proprietario aveva tentato di imprigionarlo di nuovo, ma il cane si era ribellato, mordendolo a entrambi gli avambracci. Ne era conseguito l’intervento dell’accalappiatore, la cattura dell’animale e la proposta di abbatterlo da parte del proprietario all’ufficio veterinario della Asl viterbese. In altri tempi la sorte dell’esemplare sarebbe stata segnata, ma il combinato disposto della legge sul benessere degli animali e la recente normativa Martini ha consentito un’applicazione innovativa che potrebbe diventare un precedente e, nel migliore dei casi, una prassi consolidata». «In sostanza - spiega Antonella Bruni del servizio aziendale - abbiamo ritenuto che, non solo il cane, indipendentemente dalla volontà comunque negativa del padrone, non potesse essere mai riaffidato allo stesso, ma che costui dovesse mantenere i propri obblighi economici di mantenimento e di recupero comportamentale sino a nuova adozione».
LIBERO
9 OTTOBRE 2009
GENOVA: VA IN PENSIONE 'GAFA', CANE ANTIDROGA DELLA GUARDIA DI FINANZA
Genova - Va in pensione dopo avere fatto sequestrare, in dieci anni di attivita', quasi una tonnellata di stupefacenti, Gafa, femmina di pastore tedesco in servizio alla Guardia di Finanza genovese. Nata nel 1998 a Castiglione del Lago, sede del Centro Allevamento Cani (CAC) della Guardia di Finanza, ha iniziato a 4 mesi e fino al primo anno di eta', insieme a tutti gli altri cuccioli di pastore tedesco, l'addestramento con quello che in futuro sara' il suo piu' grande divertimento e la sua preda preferita: il manicotto (un semplice panno arrotolato a forma di osso). Nel 1999 e' passata a Como/Intimiano, sede del Centro Addestramento Cani, dove ha imparato, grazie al suo addestratore, a conoscere e riconoscere tutti i tipi di odori delle varie sostanze stupefacenti, occultate e trasportate in qualsiasi mezzo e luogo. Il 10 gennaio del 2000 le e' stato assegnato il suo primo e unico conduttore, l'App. sc. Daniele Corcelli, col quale ha iniziato la sua carriera di cane antidroga presso vari reparti del comando provinciale della Guardia di Finanza di Genova. In dieci anni di carriera Gafa puo' vantare: 21 persone arrestate in flagranza di reato per spaccio di stupefacenti; 35 denunciati a piede libero; 420 segnalati alla prefettura per uso di sostanze stupefacenti; il sequestro di quasi 1 tonnellata di sostanze stupefacenti e di 540 pasticche di sostanze stupefacenti sintetiche; ''Premio internazionale fedelta' del cane'' 2005 a San Rocco di Camogli (Genova). Nel settembre del 2009, dopo 10 anni di attivita' operativa, la finanziera Gafa, a causa degli acciacchi legati all'eta', e' stata proposta per la riforma dal servizio (pensionamento). Potra' trascorre i suoi ultimi anni di vita insieme al suo storico conduttore, con il quale oramai ha stretto un rapporto indissolubile.
IL GAZZETTINO
9 OTTOBRE 2009
Pensionato, da 12 anni ha un passero per amico
Fiesso (RO) - A Fiesso Umbertiano da molti anni un passero femmina vive in simbiosi con il pensionato Ugo Gherardi residente nella vicina frazione Capitello. La vicenda ha avuto inizio una mattina di 12 anni fa, allorchè a bordo del suo camioncino il Gherardi ha notato a margine della strada un uccellino che non si decideva a prendere il volo. Ha fermato allora il mezzo, accertate condizioni di salute del piccolo animale, lo ha raccolto e portato a casa dove lo ha curato riuscendo a farlo sopravvivere. Da allora, racconta il Gherardi: «il passero è diventato un mio grande amico e con lui condivido tutto in casa e nell’adiacente corte, iniziando dalla quattro per lui ora di sveglia e di colazione e per tutta la giornata. Ogni qualvolta lo chiamo, il “Piccolo”, questo è il suo nome, si posa sulla mia spalla e pretende delle effusioni. Quando fa il bagno si asciuga preferibilmente sulla mia testa. Ad ora di pranzo o cena si nutre prelevando dalla mia bocca il pane masticato ma preferibilmente carne. Dorme nella mia stanza appollaiato ad appositi sostegni creati proprio per lui». A dimostrazione di quanto sia forte il legame tra i due, il Gherardi racconta: «un pomeriggio rientrando a casa il volatile era particolarmente agitato e volava senza mai fermarsi da una parete all’altra della stanza. Lo disturbava la presenza di un altro passero maschio che evidentemente voleva instaurare un legame che evidentemente lei non gradiva. Ho allora provveduto ad allontanare l’intruso e solo allora è ritornata la quiete». Ha poi aggiunto: «E’ così forte l’affetto che mi lega al mio piccolo passero e non voglio pensare al dolore che proverò il giorno in cui verrà a mancare». SAVONA NEWS 9 OTTOBRE 2009
Trappole per cinghiali,le proteste degli abitanti di Alassio
Alassio (SV) - Protesta di alcuni abitanti della zona di via Madonna delle Grazie, sulle alture di Alassio, per una gabbia di cattura di cinghiali posizionata probabilmente dalla Provincia; ieri sera vi è rimasto imprigionato un giovane cinghiale, che ha lottato per ore per fuggire, lamentandosi penosamente; alla fine è riuscito a sfondare lo sportello e si è allontanato sanguinante e gravemente ferito. Le persone presenti hanno segnalato il fatto alla Protezione Animali ed ai Carabinieri. L’ENPA ricorda che, contro i danni arrecati dagli ungulati (cinghiali, caprioli e daini), gli Ambiti di caccia possono e debbono fornire reti e “pastori elettrici” per una efficace e definitiva difesa delle coltivazioni.L’associazione chiede inascoltata da anni l’avvio di studi scientifici sul fenomeno per giungere a soluzioni efficaci ed incruente; è favorevole alle battute di allontanamento ma contraria alla caccia straordinaria in zone in cui sono avvenute incursioni di cinghiali: non si capisce quale utilità, se non “ludica” per chi le compie, abbia intervenire giorni dopo, quando i “colpevoli” sono lontani e gli animali uccisi sono estranei ai fatti.Meno dannosa può essere l’uso di gabbie di cattura, purché siano frequentemente controllate e si recuperi al più presto l’animale catturato per liberarlo in un’area protetta, come già accade in provincia di Genova. Si oppone invece alla “fucilazione” dell’animale nella gabbia, come avvenuto diverse volte in provincia di Savona.
AGI
9 OTTOBRE 2009
L'ULTIMA MAGIA DE "LE CIRQUE DU SOLEIL", LO SHOW E' SPAZIALE
Los Angeles - Stavolta lo spettacolo de "Le cirque du soleil" e' stato spaziale nel vero senso della parola: dalla Stazione Spaziale Internazionale, il milionario fondatore del circo senza animali piu' famoso del mondo ha inviato al mondo uno spettacolo per sensibilizzare sulla scarsita' dell'acqua. In collaborazione con la sua fondazione "One Drop", Laliberte -da alcuni giorni "turista" sulla stazione che galleggia 350 chilometri sopra la terra- ha guidato uno spettacolo di due ore in collegamento in diretta con 14 citta' del mondo, per sottolineare l'importanza dell'accesso all'acqua potabile per lottare contro poverta' e fame nel mondo. Lo spettacolo ("Moving Stars and Earth for Water") e' stato ritrasmesso in diretta alla pagina web www.onedrop.org e vi hanno partecipato anche personalita' del mondo della musica del cinema e della politica: Bono, Peter Gabriel, Shakira, l'attrice Salma Hayek, l'ex-vicepresidente usa, Al Gore (che hanno tutti presentato poesie o lavori artistici sul tema) insieme agli straordinari artisti de "le Cirque" (tra le performance degli acrobati, una nuotata sott'acqua insieme alle balene dell'Oceano Pacifico). In origine un mangiafuoco e acrobata sui trampoli, Laliberte ha costruito una vera e propria fortuna (2,5 miliardi di dlr secondo Forbes) con "Le Cirque du Soleil" (di cui possiede il 95 per cento), considerato la piu' straordinaria re-invenzione dello spettacolo piu' antico del mondo.
NOTIZIARIO ITALIANO
9 OTTOBRE 2009
Al Bioparco di Roma è nata una giraffa
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ROMA - Un cucciolo di giraffa è nato al Bioparco di Roma, ed è uscito per la prima volta all'esterno della casa delle giraffe alla presenza dell'assessore comunale all'Ambiente Fabio De Lillo, del presidente della Fondazione Bioparco di Roma Paolo Giuntarelli, e del nuovo direttore della struttura Tullio Scotti, intorno alle 12 di questa mattina.
Il cucciolo, che è figlio di Camerun e Rocco, è nato il 29 settembre, è alto circa 1 metro e 70 cm e prede il posto della giraffina Pallina, recentemente morta per un incidente, una delle mascotte dei bambini. I guardiani del reparto erbivori avevano predisposto un letto di paglia nella stalla per attutire la caduta del neonato, che è avvenuta dall' altezza di 2 metri. Il giraffino si aggiunge al gruppo di 4 animali che abita nella casa delle giraffe: Carroll di 17 anni, mamma di Camerun (che ne ha 5) e nonna del neonato, entrambe arrivate al Bioparco nel 2006 da uno zoo della Repubblica Ceca, la giraffina Esperanza, nata nel Bioparco nell'agosto 2006, e Rocco, l'anziano maschio, di 25 anni, arrivato a Roma nel 2005. La giraffa è l'animale più alto al mondo e raggiunge i 25 anni di età, e pur avendo un collo lunghissimo ha lo stesso numero di vertebre dell'uomo. Il neonato non ha ancora un nome e il Bioparco ha invitato tutti i bambini a inviare una mail all'indirizzo [email protected] con il nome preferito entro giovedì 15 ottobre. Fra tutte le proposte pervenute, lo staff zoologico sceglierà il nome più originale che verrà comunicato attraverso il sito: www.bioparco.it.
LA NAZIONE
9 OTTOBRE 2009
Elba, la missione dei leoni marini: "Sfruttamento animale"
L'esercitazione portata avanti dalla Us Navy, che utilizza le otarie per cercare eventuali bombe nei fondali delle acque elbane, ha sollevato forti proteste da parte della Lega Antivivisezione (Lav)
Isola d'Elba (LI) - ''Gli esperimenti bellici che coinvolgono cinque leoni marini nell'ambito del progetto Catharsis2, che il centro di ricerche della Nato (Nato undersea research center - Nurc) con sede a La Spezia condurrà fino al 20 ottobre nelle acque dell'isola d'Elba, sono un ulteriore, drammatico esempio, di sfruttamento animale''. E' quanto afferma Michela Kuan, biologa nonché responsabile del settore Vivisezione della Lav, sul sito web della onlus.
I tre animali, utilizzati dall'esercitazione della Us Navy per scoprire eventuali mine e rifiuti pericolosi, sono militari a tutti gli effetti, tuffatori sub specialisti capaci di scendere a centinaia di metri dove nemmeno il sottomarino più sofisticato può seguirli. E, a detta dei militari americani - come dicono freddamente i regolamenti - sono spendibili senza eccessivi problemi etici e si sono già dimostrati preziosi nello smistamento delle coste dell'Iraq durante la guerra contro Saddam Hussein. Joe, il capopattuglia di quelli in traferta all'Elba, pesa 106 chili e mangia 70 chili di pesce al giorno, ama farsi accarezzare dai suoi istruttori e gli piace crogiolarsi al sole ma, quando scende in acqua, con la telecamera impermeabile installata con cinghie sul dorso, diventa un siluro capace di scendere fino a 300 metri di profondità in pochissimo tempo. Una volta terminata l'esercitazione, iniziata ieri, Joe, insieme al nucleo MK -5 (la pattuglia dei leoni marini e dei loro istruttori), tornerà alla base californiana di San Diego con un volo dall'aeroporto militare di Pisa, lo stesso con cui è arrivato.
“Il campo dell’applicazione in ambito bellico di animali è una realtà fortemente invasiva. - commenta la Kuan - Questi animali, mammiferi etologicamente molto complessi, subiscono un addestramento severo ben lontano dalle loro esigenze comportamentali e fisiche, e non sono in grado di capire lo scopo di ciò che fanno né di valutarne i rischi che, soprattutto in caso di ricerca di esplosivi, sono oggettivamente elevati. Altri esperimenti recenti effettuati dal Pentagono, hanno visto l’uso di squali, cui sono stati impiantati elettrodi nel cervello di in modo da poterne controllare gli spostamenti attraverso un radiotrasmettitore, diventando spie invisibili teleguidate come oggetti.
“Questi esperimenti sono eticamente insostenibili - conclude la biologa - a fronte dello stress cui sono sottoposti gli animali negli spostamenti trans-oceanici, delle enormi spese economiche, e considerata, inoltre, l’ampia disponibilità di strumentazioni per il rilevamento subacqueo, come i robot cercamine cui appartiene anche l’Auv (authonomous undersea vehicle), il sonar in sperimentazione all’Isola d’Elba”.
IL CENTRO
9 OTTOBRE 2009
Visoni in fuga, il Parco intensifica i controlli lungo gli argini del Sangro
Yvonne Frsialdi
CASTEL DI SANGRO (AQ). Visoni in fuga, ma non verso la libertà. I 130 esemplari fuggiti dall’allevamento di Francesco e Raffaele D’Amico sono destinati a morte certa: investiti da auto o per fame. Le proteste degli allevatori che hanno denunciato razzie di polli e oche da parte dei predatori liberati da un gruppo di ambientalisti sono infatti diminuite. Resta però alta l’attenzione dell’Ente Parco. «Il nostro personale» spiega il presidente del Parco nazionale, Giuseppe Rossi «ha intensificato i controlli su tutto il perimetro dell’area protetta. Al momento non è stato registrato alcun tentativo da parte dei visoni di farci visita. L’ecosistema del Parco, al momento, non corre rischi». L’emergenza è scattata venerdì scorso quando, in gruppi più o meno numerosi, i mustelidi hanno razziato pollai, ucciso oche e scorazzato nei giardini delle abitazioni di Rionero Sannitico, Comune in provincia di Isernia, località a pochi chilometri da Castel di Sangro. Invasione che aveva messo in allarme la responsabile dell’Ufficio biodiversità della Forestale di Castel di Sangro. Tiziana Altea la quale aveva suggerito la cattura degli animali per la sterilizzazione. Operazione che però, a distanza di una settimana, non è scattata. La conferma arriva anche da Luciano Sammarone del coordinamento territoriale per l’ambiente della Forestale. «Personalmento non ho avuto alcuna indicazione in merito nè dal Parco e neppure dalla Provincia, organismi ai quali spetta prendere decisioni di questo genere. A mio modesto parere, non ci sono emergenze «visoni» in atto. Dieci anni fa un’ altra colonia di mustelidi venne liberata nello stesso allevamento dagli ambientalisti, ma non mi pare che i fuggitivi abbiamo infestato il Parco. Anche quelli scappati giorni fa, purtroppo, non avranno lunga vita» sottolinea «l’habitat che li circonda è pieno di pericoli». Le carcasse sempre più numerose sulla superstrada ne sono la prova. Teoria condivisa da Rossi che però parla «di controlli minuziosi» per fermare alla «dogana» gli ospiti indesiderati. Verifiche che si stanno concentrando sulle rive del fiume Sangro. I visoni, infatti, in natura, vivono predando lungo i corsi d’acqua dove ama immergersi gran parte della giornata.
ASCA
9 OTTOBRE 2009
ANIMALI: NORME SEVERE A PROTEZIONE CON RATIFICA CONVENZIONE STRASBURGO
Roma - In vista dell'invio alle Camere del DDL per la ratifica della Convenzione di Strasburgo del 13 novembre 1987, che introduce norme particolarmente severe a protezione degli animali da compagnia, il Ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini e il Sottosegretario di Stato alla Salute, Francesca Martini, terranno martedi' 13 ottobre alla Farnesina, una conferenza stampa dedicata al tema del traffico illegale di cuccioli di animali domestici.La problematica del traffico clandestino di animali - evidenzia una nota - sta acquisendo dimensioni preoccupanti, in ragione delle innumerevoli irregolarita' riscontrate nei controlli effettuati dalle Forze dell'ordine. Il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini, nell'ambito delle competenze che attengono alla sua specifica delega alla veterinaria, illustrera' le iniziative in campo per tutelare la salute degli animali e contrastare il fenomeno dell'importazione clandestina.
ANMVI OGGI
9 OTTOBRE 2009
TANAX, NOTA DELLA DIREZIONE GENERALE DEL FARMACO
"Recentemente è stato evidenziato all'opinione pubblica, da parte di un organo di informazione il problema dell'utilizzo del Tanax la cui somministrazione provocherebbe inutili sofferenze agli animali, in particolare nei gatti". Al riguardo la Direzione Generale di Sanità Animale e del Farmaco Veterinario del Settore Salute del Ministero ha trasmesso una nota di chiarimenti, informando di aver "affrontato da tempo il problema dei prodotti eutanasici". Questi medicinali rientrano fra i medicinali ad uso esclusivo del medico veterinario, a seguito dell'entrata in vigore del decreto ministeriale approvato dalla Conferenza Stato Regioni dell'8 aprile 2009 e firmato dal sottosegretario di Stato alla salute Francesca Martini il 28 luglio scorso."Si sottolinea - prosegue la nota- che per il prodotto in argomento sono state altresì completate da parte dell'ufficio competente le operazioni di rinnovo, ed in questi ultimi 5 anni le segnalazioni di farmacovigilanza sono state soltanto tre, mentre sono state 39 a livello comunitario. Nonostante le limitate informazioni relative alle reazioni avverse segnalate dai veterinari e/o dai farmacisti, l'Ufficio competente ha valutato la questione ed ha autonomamente richiesto la modifica degli stampati (foglietto illustrativo, sommario delle caratteristiche del prodotto) con l'inserimento della frase "al fine di evitare possibili sofferenze, l'animale, prima dell'inoculazione di Tanax deve essere sottoposto ad anestesia generale".In questa frase- si legge nella circolare ministeriale- non è stato possibile eliminare la via di somministrazione intrapolmonare del gatto, come richiesto a gran voce dall'autore dell'articolo sopracitato, in quanto i dati di farmacovigilanza a disposizione delle autorità competenti non consentono di giustificare una via di somministrazione".Con ciò il Ministero conclude richiamando l'attenzione "sulla mancata segnalazione di reazioni avverse e/o di mancanza di efficacia di un medicinale veterinario da parte di chi è tenuto a farlo, nello specifico veterinari e farmacisti, che comporta la sanzione amministrativa da euro 2600 a euro 15.500, ai sensi dell'articolo 108 comma 13 del Dlgs 193/2006, in quanto l'omissione di queste informazioni non consente alle autorità competenti di intervenire con i provvedimenti del caso".
ANMVI OGGI
9 OTTOBRE 2009
VACCHE A TERRA, MINISTERO: SI’ A PROPOSTA SIVAR
Sul Documento della Sivar che propone l'eutanasia per gli animali non deambulanti e non trasportabili, c'è l'"apprezzamento" del Ministero della Salute che oggi ha trasmesso una nota di riscontro. Il Documento, sottoscritto da Anmvi, Aivemp, Fnovi, Lav e Animals'Angels, è il frutto di un tavolo di confronto che ha concluso per la soluzione eutanasica di quei bovini che le norme europee sulla protezione animale non consentono di trasportare.La nota- firmata oggi dal Direttore Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario, Gaetana Ferri- esprime apprezzamento per l'iniziativa messa in atto dalla Sivar, "volta a trovare una soluzione equilibrata e praticabile per l'attuazione del Regolamento CE n. 1/2005 relativamente all'inidoneità al trasporto degli animali che non sono in grado di spostarsi autonomamente senza sofferenza o di deambulare senza aiuto. L'individuazione dell'eutanasia come risposta più idonea ed opportuna- prosegue la nota- da attuare esclusivamente dal medico veterinario, a garanzia di un corretto e giusto trattamento dell'animale non deambulante, è pienamente condivisibile".Per quanto riguarda la possibilità di autorizzare l'impiego anche negli animali da reddito di medicinali a scopo eutanasico, vista l'attuale mancanza di medicinali utilizzabili per tale categoria di animali, la Direzione ministeriale"ribadisce l'opportunità dell'uso in deroga dei medicinali eutanasici autorizzati per cani e gatti ed altri animali di piccola taglia nelle specie da reddito, secondo le modalità previste dall'articolo 11 del Decreto Legislativo 193 del 6 aprile 2006 e successive modifiche. Nondimeno, al fine di tutelare il benessere animale, la scrivente Direzione Generale si impegna a incoraggiare, in opportuna sede, la possibilità di immettere in commercio uno specifico prodotto eutanasico destinato alle specie da reddito".Il Vice Presidente Anmvi (settore degli animali da reddito) Marco Colombo ha espresso "viva soddisfazione per questo risultato e per questa sinergica intesa, prima con Lav e Animals Angels, e ora avvalorata della Direzione generale del farmaco veterinario. La nota del Direttore Generale Gaetana Ferri è molto positiva e molto apprezzata". La Direzione generale ricorda che la soluzione eutanasia era già stata valutata durante gli incontri del tavolo tecnico di lavoro costituito nel 2007 dal Ministero. I lavori, finalizzati all'individuazione di una procedura univoca e condivisa da adottare sul territorio nazionale per gestire al meglio il problema degli animali affetti da lesioni, problemi fisiologici o patologie avevano avuto come esito finale la produzione della nota ministeriale n- 382 del 12 maggio 2007.In quella sede di confronto- precisa la Direzione generale - "era emersa con chiarezza la consapevolezza che la scelta della pratica eutanasica da parte dell'allevatore, da attuare sugli animali inidonei al trasporto perché non in grado di spostarsi autonomamente o di deambulare senza aiuto, sarebbe stata facilitata dalla possibilità di mettere a disposizione dello stesso risorse finanziarie dedicate a supportare l'onere economico della prestazione veterinaria e dello smaltimento della carcassa. Su questa problematica è stato sensibilizzato anche il Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali che ha preso parte ai lavori del tavolo tecnico anche per valutare la possibilità di individuare specifici finanziamenti".La nota aggiunge che " a livello locale i competenti Assessorati all'Agricoltura potrebbero prendere in esame un sostegno agli allevatori in tale specifico settore d'intesa con i Servizi Veterinari regionali. http://www.anmvioggi.it/files/LA%20NOTA%20DELLA%20DGSFV.PDF
IL GAZZETTINO
9 OTTOBRE 2009
I fitofarmaci fanno morire i merli
Manuela Collodet
CONEGLIANO (TV) - «I fitofarmaci fanno morire i merli». A lanciare l’accusa erano stati i consiglieri comunali della Lista Ghizzo, che in un’interrogazione al sindaco Maniero avevano denunciato l’applicazione di trattamenti alle viti che avrebbero causato la morte di uccelli e gatti. «I fitofarmaci non uccidono i merli», avevano replicato secchi dalla Coldiretti.E anche questo sembrava essere uno di quegli interrogativi destinati a rimanere sospesi. Se non fosse che in quel di Valdobbiadene, dove si è deciso di metter mano all’abuso dei fitofarmaci nei vigneti, l’assessore all’agricoltura Piergioprgio Davì ha deciso di dare una causa alla morte di tutti quei merli morti ritrovati dai cittadini in campagna, nei vigneti e davanti casa. Si è rivolto al servizio veterinario dell’Usl 8, che ha inviato all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie gli uccelli trovati morti. "I merli sono morti dalla malaria degli uccelli", questo il referto che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a molti. Gli esami di laboratorio ha evidenziato la presenza del virus “usutu” associato in alcuni casi ad un parassita del sangue responsabile di una forma patologica definibile “malaria degli uccelli”. "La mortalità rilevata - si legge - è da imputarsi esclusivamente alle cause infettive sopra descritte e non all’avvelenamento da fitofarmaci come impropriamente supposto da alcuni".Da un punto di vista epidemiologico la malattia era presente fino al 2001 solo in zone dell’Africa tropicale e subtropicale ed in seguito si è diffusa in Europa centrale: Austria, Ungheria, Spagna, e Italia ed è stata ritenuta la causa del dimezzamento della popolazione di merli in Lombardia negli ultimi anni. Queste malattie degli uccelli sono trasmesse da zanzare e sono pertanto legate al ciclo biologico di questi insetti vettori. Ora le indagini diagnostiche continueranno sugli altri soggetti raccolti dai cittadini e dai cacciatori.
CORRIERE DELLA SERA
9 OTTOBRE 2009
Ma un parco safari di Tel Aviv: «Vi mandiamo noi due esemplari non contraffatti»
Lo zoo non può permettersi le zebre Così dipinge due asini di bianco e nero
Lo stratagemma del direttore del giardino zoologico di Gaza. Che si giustifica: tutta colpa dell'embargo
MILANO - Abituati a sopravvivere tra mille difficoltà i residenti della Striscia di Gaza non potendosi permettere una coppia di vere zebre per il loro mini-zoo hanno fatto di necessità virtù e hanno dipinto due asini.
CONFINI BLOCCATI - Il colpo di genio è opera di Nidal Barghouthi, figlio del proprietario del Marah Land Zoo costretto a fare i conti con un conflitto (l'offensiva israeliana «Piombo fuso») che lo scorso gennaio ha decimato gli animali. Non solo. Con un embargo che gli impedisce di importare nella Striscia di Gaza nuovi animali, per far passare attraverso i tunnel una sola zebra gli avevano chiesto 40.000 dollari. Secondo il quotidiano Yediot Ahronot, i gravi danni provocati quest'anno a Gaza dalla operazione «Piombo fuso» non hanno risparmiato il modesto zoo Zaitun, dove ormai restano in prevalenza cani e gatti e dove una delle attrazioni maggiori sono appunto «gli asini a strisce».
STRISCE BIANCONERE - Barghouthi a colpi di rasoio ha prima depilato i due asini e poi li ha dipinte a strisce bianconere. «Volevamo solo portare allegria e gioia ai bambini che sono venuti a visitare lo zoo durante la festa dell Eid al-Fitr» che segna la fine del Ramadan, ha spiegato il ragazzo.
«VE NE DIAMO NOI DUE VERE» - La notizia delle zebre contraffatte è arrivata però alle orecchie del sindaco di Ramat Gan, cittadina nei dintorni di Tel Aviv, in Israele, che ha invitato i responsabili del locale parco safariad un gesto di solidarietà animalesca, chiedendo loro di inviare al più presto al piccolo zoo di Gaza due zebre «autentiche». Non sono dunque rimasti insensibili alla notizia, riportata con enfasi dalla stampa israeliana, dei bambini palestinesi costretti per penuria di risorse ad ammirare solo animali «contraffatti». Ma la operazione potrebbe non essere semplice perchè dovrà essere approvata adesso non solo dalle autorità veterinarie, ma anche dal ministero della difesa, dall'esercito israeliano nonchè dai responsabili di Gaza: ossia dai dirigenti di Hamas.
FOTO
http://www.corriere.it/animali/09_ottobre_09/gaza-asino-dipinto-da-zebra_bb3f4f7c-b4a9-11de-939a-00144f02aabc.shtml
LA ZAMPA.IT
9 OTTOBRE 2009
Zoo in crisi: a Gaza i muli diventano zebre
Sono tempi duri questi per il direttore dello zoo di Gaza, Imad Quasem, costretto a fare i conti con un conflitto che lo scorso gennaio gli ha decimato gli animali, portandoli da 200 a 25, e con un embargo che gli impedisce di importare nella Striscia di Gaza nuove fiere da esporre nelle gabbie per attirare pubblico. Ma "la necessità aguzza l'ingegno", e il direttore, colpito da un vero e proprio lampo di genio, ha trasformato due muli, animali che abbondano nella Striscia, in un zebre. Armato di rasoio, ha prima tolto il pelo superfluo delle due bestie e poi le ha dipinte a strisce bianconere.«Volevamo solo portare allegria e gioia ai bambini che sono venuti a visitare lo zoo durante le vacanze di Eid al-Fitr (fine Ramadan, ndr)», ha affermato Quasem all'agenzia d'informazione "Dpa", spiegando che fino alla guerra dello scorso inverno lo zoo abbondava di animali che venivano contrabbandati attraverso i tunnel che uniscono Gaza all'Egitto.
Ma la guerra e l'embargo hanno reso difficile ripopolare la struttura, da qui la necessità di costruire un "surrogato" della zebra. Quasem, tuttavia, sembra soddisfatto della sua opera: «Sfido chiunque - ha spiegato - a riconoscere i muli dipinti da zebra dagli originali».
FOTO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=21191&tipo=FOTOGALLERY
TG COM
9 OTTOBRE 2009
Zoo di Gaza,asini dipinti a strisce
Titolare:"Importare zebre costa troppo"
Ha il sapore della provocazione la trovata dello zoo di Gaza, che non avendo soldi per "importare" due zebre ha deciso di prendere due asini, depilarli e dipingerli a strisce bianche e nere. L'idea è venuta al figlio del titolare, che si è giustificato dicendo di voler soltanto far contenti i bambini. La realtà è che l'operazione "Piombo fuso" ha decimato gli animali del "bioparco" e riportarli dentro i confini di Gaza ha costi insostenibili.L'embargo impedisce a Nidal Barghouthi, figlio del proprietario del 'Marah Land zoo', di importare nella Striscia nuovi animali. Per far passare attraverso i tunnel una sola zebra gli avevano chiesto 40.000 dollari. Barghouthi a colpi di rasoio ha prima depilato i due asini e poi li ha dipinte a strisce bianconere. "Volevamo solo portare allegria e gioia ai bambini che sono venuti a visitare lo zoo durante la festa dell'Eid al-Fitr" che segna la fine del Ramadan, ha spiegato il ragazzo.Dopo aver appreso che i bambini palestinesi sono costretti ad ammirare solo "zebre contraffatte", il parco zoologico Safari di Ramat Gan (Tel Aviv) ha detto di voler inviare al più presto al piccolo zoo di Gaza due zebre "autentiche". Il sindaco di Ramat Gan Zvi Bar ha ordinato al Safari di regalare due zebre. Ma l'perazione potrebbe non essere semplice perché dovrà essere approvata adesso non solo dalle autorità veterinarie, ma anche dal ministero della difesa, dall'esercito israeliano nonché dai responsabili di Gaza: ossia dai dirigenti di Hamas.
RESTO DEL CARLINO
09/10/09
ISRAELE: MANCANO ANIMALI ALLO ZOO DI GAZA. IL DIRETTORE TRUCCA DA ZEBRE UN PAIO DI MULI.
GAZA - Il direttore dello zoo di Gaza, dopo il conflitto che in gennaio gli ha decimato gli animali portandoli da 200 a 25, ha trasformato due muli, animali che abbondano nella Striscia, in zebre. Li ha rasati e dipinti a strisce bianconere. "Volevo portare allegrìa e gioia ai bambini che visitano lo zoo", ha detto.
ASCA
9 OTTOBRE 2009
IPPICA: ZAIA AFFIDA FIGLIO VARENNE AD ONLUS
Roma - ''Marcus Joy, il figlio di Varenne che ho avuto in dono dal mondo dell'ippica, ha avuto un infortunio in allenamento e non potra' seguire le orme del padre, il trottatore piu' veloce di tutti i tempi. Volevo che corresse per beneficenza, ma anche se questo non sara' piu' possibile dara' ugualmente il suo contributo perche' e' stato affidato ad una associazione''. CORRIERE FIORENTINO 9 OTTOBRE 2009
Joe, leone artificiere
Antonella Danesi
Provincia di Livorno - Si chiama Joe e pesa cento chili. È uno dei cinque leoni marini arrivati da San Diego all’Isola d’Elba, Marciana Marina. Lui e gli altri quattro mammiferi si immergeranno insieme ad alcuni veicoli sottomarini alla ricerca di ordigni inesplosi. È l’esperimento «Catharsis 2» del Nurc, il centro ricerche della Nato con sede a La Spezia. I leoni marini si immergeranno dotati di una videocamera che permetterà all’equipe di superficie di vedere il «bersaglio», su cui poi gli stessi animali dovranno attaccare un gancio per il recupero. Addestratrice dei mammiferi marini DruAnn Price, che ne ha fatto dei veri e propri atleti. MARKET PRESS 9 OTTOBRE 2009
NON REGALARE SQUALI A NATALE!
Una moda di scottante attualità quella di regalare e regalarsi animali esotici, squali compresi, per poi disfarsene perché troppo ingombranti - ne sa qualcosa l’Acquario di Cattolica - che solo nel 2009 ha accolto 5 squali nutrice, 1 squalo pinna nera, 1 squalo limone, 30 piranhas carnivori ed erbivori, 50 tartarughe di acqua dolce, 5 iguana di oltre 1 metro e mezzo e 5 serpenti di cui un Pitone reticolato di oltre i 3 metri e mezzo. E’ sempre più frequente che gli italiani scelgano di affiancare a Fido o a Micio una nuova specie di cucciolo da regalare per le feste di Natale, per i compleanni e per gli anniversari. Non si tratta di criceti, canarini o coniglietti bianchi, ma di animali esotici, soprattutto . Di squali! Si proprio loro, gli animali da sempre considerati il “terrore dei mari”, sembrano essere l’ultima moda in termini di animali domestici, seguiti da piranhas, iguane, tartarughe, sauri e serpenti vari, tutto ciò avviene per rendere più originale ed esotico il soggiorno di casa o in molti casi anche la propria attività commerciale. Arriva il Natale è tempo di regali ed ecco che la frenesia di un acquisto esotico aumenta, senza pensare alle conseguenze, senza prendere le dovute informazioni sulla determinata specie, le sue abitudini e le dimensioni che potrebbe raggiungere nel tempo. Per mettere in guardia le persone e sensibilizzarle l’Acquario di Cattolica propone di non regalare squali e soprattutto prima di acquistare qualsiasi animale esotico, di informarsi attraverso esperti o veterinari, per non trovarsi nei guai, come per il caso dei nutrice, arrivati all’ Acquario di Cattolica da pochi mesi. La storia è quella di 2 squali nutrice amorevolmente allevati in una famiglia lombarda, che non si aspettava che questi “cucciolini” che al momento dell’ acquisto misuravano 30 centimetri, avrebbero raggiunto in pochi anni la ragguardevole lunghezza di oltre 2 metri. Una vera sventura, soprattutto perché questi innocui esemplari - il nutrice è uno squalo di fondo molto mansueto - continuavano a crescere fino a superare il metro di lunghezza quindi ingestibili nell’ acquario di casa. La soluzione è stata quella di telefonare all’ Acquario di Cattolica che sempre più spesso si trova a dover recuperare esemplari “scomodi”, dismessi perché non più accattivanti ma ingombranti. I due squali nutrice, che oggi misurano oltre i 2 metri, sono perfettamente adattati, seguiti dallo staff acquariologico e veterinario e vivono in una delle vasche più grandi dell’ Acquario (oltre 700. 000 litri di acqua marina), in compagnia di altri esemplari di squali della stessa specie e di squali toro, in un ambiente molto più consono alle loro dimensioni. L’ Acquario di Cattolica partecipa alla “Settimana Europea dello Squalo” dal 10 al 18 ottobre promossa da Shark Alleance e coinvolge i visitatori e le scolaresche nella raccolta di firme da consegnare ai Ministri della Pesca della Comunità Europea per arrivare al divieto totale del Finning per mettere fine alla pesca che ogni anno uccide milioni di squali nei mari del mondo. L’acquario di Cattolica in questo periodo è aperto sabato 10 e domenica 11 ottobre, poi solo tutte le domeniche e i festivi dalle ore 9,30 alle 18,30, le biglietterie chiudono alle 16,30. Oltre l’Acquario e’ aperto il padiglione I suoni del Mare, ed è possibile mangiare al self Service “Al Pesce Azzurro” fino al 31 ottobre sia a pranzo che a cena.
ANSA AMBIENTE
9 OTTOBRE 2009
APPELLO ACQUARIO CATTOLICA, NIENTE SQUALI PER NATALE
ROMA - A molti parra' inverosimile, ma in Italia, tra le mode piu' strane, e' invalso l'uso di regalare per le feste di Natale non il solito cucciolo di micio o di cane, ma animali tropicali e... anche squali. In genere sono esemplari in giovane eta' e quindi di taglia piccola, che stanno nell'acquario di casa, ma poi crescono. E allora vengono 'abbandonati', questo vuol dire liberati in mare o nei corsi d'acqua, come nei laghi o nelle fontane dei parchi. Per mettere sull'avviso e sensibilizzare chi pensa a simili doni, l'Acquario di Cattolica rivolge un appello a non regalare squali di nessuna specie e, in ogni caso, prima di acquistare qualsiasi animale esotico, di informarsi attraverso esperti o veterinari per non trovarsi poi nei guai e ricorda il caso degli squali nutrice, arrivati all'Acquario di Cattolica da pochi mesi. La storia e' quella di due squali nutrice amorevolmente allevati da una famiglia lombarda, la quale non si aspettava che questi 'cucciolini' che al momento dell'acquisto misuravano 30 centimetri, avrebbero raggiunto in pochi anni la ragguardevole lunghezza di oltre 2 metri. Una vera sventura, soprattutto perche' questi innocui esemplari (il 'nutrice' e' uno squalo di fondo, molto mansueto) continuavano a crescere fino a superare il metro di lunghezza divenendo quindi ingestibili nell' acquario di casa. La soluzione e' stata quella di telefonare all'Acquario di Cattolica che sempre piu' spesso si trova a dover recuperare esemplari ''scomodi'', dismessi perche' non piu' accattivanti ma ingombranti. I due squali nutrice, che oggi misurano oltre 2 metri, si sono perfettamente adattati alla loro nuova 'casa': seguiti dallo staff acquariologico e veterinario, vivono in una delle vasche piu' grandi dell'Acquario (oltre 700.000 litri di acqua marina), in compagnia di altri esemplari di squali della stessa specie e di squali toro. L' Acquario di Cattolica l'ancia l'appello 'niente squali per Natale' in occasione della 'Settimana europea dello squalo' (10-18 ottobre) promossa da Shark Alleance, e coinvolge i visitatori e le scolaresche nella ' raccolta di firme da consegnare ai Ministri della Pesca della Comunita' ' Europea per arrivare al divieto totale del 'finning', la pesca che ogni anno uccide milioni di squali nei mari del mondo per prenderne le pinne.
SAVONA NEWS
9 OTTOBRE 2009
Genova: Regione, interpellanza sullo scoiattolo grigio
GENOVA - Non poteva mancare lo scoiattolo grigio tra i temi inseriti nelle interpellanze e le mozioni in calendario per il prossimo Consiglio regionale assemblea legislativa della Liguriain Regione (nella foto), che si svolgerà nei prossimi martedì, mercoledì e giovedì . L’interpellanza sullo scoiattolo grigio è stata presentata da Vincenzo Gianni Plinio e Matteo Rosso, consiglieri dell’opposizione di centro destra. Secondo l’autorevole “Società Italiana di Scienze Naturali. Centro Studi Faunistica dei Vertebrati”, lo scoiattolo grigio è una specie esotica d'origine nordamericana, introdotta nel territorio italiano prima in Piemonte nel 1948 e quindi in Liguria nel 1966. La popolazione presente in Piemonte ha mostrato negli ultimi anni un notevole incremento d'areale, provocando la scomparsa dell'autoctono scoiattolo rosso (sciurus vulgaris) da molte aree forestali. L'esistenza di una competizione tra le due specie, a vantaggio dello scoiattolo grigio, è nota da tempo. In Gran Bretagna, dove l'animaletto è stato introdotto a più riprese, lo scoiattolo rosso è estinto da gran parte del suo areale originario e si ritiene che difficilmente potrà continuare a sopravvivere in futuro nelle aree dove è ancora presente.
L'espansione della bestiola grigia è volta a colonizzare le Alpi e gli Appennini e, in seguito, tutto il continente europeo. Per questo motivo diversi organismi nazionali e internazionali, tra i quali il Wwf, l'Unione zoologica italiana, l'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) e la Royal Forestry Commission, hanno più volte richiesto un intervento risolutore con l'eradicazione dello scoiattolo grigio dall'Italia.
FUTURO PROSSIMO
9 OTTOBRE 2009
Gli speciali - 8 animali bionici - 6 - Lucky, un'altra tartaruga bionica
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Questa volta non c'è stato bisogno di un team di scienziati per salvare questa piccola tartaruga con due zampe divorate dall'attacco di un ramarro: è 'bastato' il genio creativo di un brillante chirurgo veterinario.Incerta se considerare o no la triste opzione dell'eutanasia, la sua proprietaria Sally Pyne ha ceduto alla vita, anche se la piccola Lucky aveva solo due zampe posteriori per muoversi. Per fortuna (Lucky è un bel nome, hein?) padrona e tartaruga si sono imbattuti nel Dr.Robert Jereb, un esperto nella cura delle ferite di questi animali attraverso protesi di ogni sorta (dalla fibra di vetro alla gomma): il resto è storia, lo vedete nella foto.
IL MATTINO 9 OTTOBRE 2009
Quindici bufale su novantaquattro non avevano le marche auricolari..
Caserta - Quindici bufale su novantaquattro non avevano le marche auricolari e i boli endoruminali. Ma tutte sono state sequestrate con un provvedimento amministrativo a firma dell'Asl durante un controllo dei Nas di Caserta in un'azienda zootecnica di San Tammaro, in località Bufalaria. Mancava, in pratica, una sorta di «carta di identità» delle quindici bufale. Negligenza che è costata all'allevatore - già sottoposto a controllo per la presenza di diossina nel latte qualche mese fa - il sequestro dell'azienda, almeno fino a quando non dimostrerà la provenienza dei capi. Il valore complessivo dell'azienda ammonta a 500 mila euro circa. Le marche auricolari e i boli sono considerati necessari per la corretta identificazione degli animali e la tracciabilità del latte prodotto. MARKET PRESS 9 OTTOBRE 2009
ORSI, LUPI, AQUILE E GUFI REALI: LE SPECIE PIU’ RARE E NOBILI DI MADRE NATURA TORNANO A POPOLARE LE DOLOMITI
II lupo è tornato a fare la sua comparsa sulle Dolomiti, dopo oltre 80 anni di assenza, e per farlo ha scelto le montagne di Dolomiti Stars. I resti di un esemplare adulto, morto per cause naturali, sono stati ritrovati nei pressi del Passo San Pellegrino nella Provincia di Belluno in Veneto. Era infatti dal 1929 che non si segnalava la presenza di questo animale sulle Dolomiti. Probabilmente si tratta di un esemplare proveniente dall’area balcanica, di Croazia e Slovenia, come l´ormai famoso “Orso Dino” che da alcuni mesi ha scelto le Dolomiti come dimora ideale per trascorrere le sue giornate. Questi esemplari sono una conferma di come molte specie rare stiano ricolonizzando le Dolomiti bellunesi: oltre all’orso e al lupo anche la maestosa aquila reale e lo splendido gufo reale. Animali rari che si aggiungono a cervi, caprioli, stambecchi, camosci, volpi, tassi, scoiattoli, lepri e numerose specie di volatili. Un segnale importante sinonimo della qualità che questi animali trovano nell’ambiente naturale dell’area di Dolomiti Stars, in tutte le zone del Consorzio dallo Ski Civetta, a Falcade-passo San Pellegrino, Arabba e Marmolada. Niente paura però, non si tratta di una minaccia per turisti e valligiani! Questi animali infatti (in particolare il Canis Lupus per natura schivo e timoroso) amano stare lontani da occhi indiscreti, si muovono soprattutto al calare della luce del sole e sono soliti rimanere nelle parti più impervie e difficilmente raggiungibili del territorio, evitando gli esseri umani e i luoghi affollati. “Inoltre – rassicurano gli uomini della Guardia Forestale - è più probabile che un lupo transiti attraverso il territorio della Provincia di Belluno passando lungo il corridoio che porta da est verso le aree montuose meno popolate e selvagge dell’Austria e della Svizzera, piuttosto che scelga per tutta una serie di motivazioni di stazionare qui in Italia” . Animalieanimali 9 OTTOBRE 2009
CACCIA: LIPU, AZZERARE DDL SEN. ORSI E RIPENSARE TUTTO
-"E' una bocciatura nuova, clamorosa e riteniamo definitiva quella che, sul disegno di legge Orsi e le sue proposte di modifica, giunge dalle Regioni e Province autonome italiane. Sembra inevitabile, a questo punto, che la Commissione Ambiente del Senato azzeri e ripensi tutto".
IL CENTRO
9 OTTOBRE 2009
Forestale, sequestrati cinque cinghiali
SAN MARTINO SULLA MARRUCINA (CH). Sequestrati 5 cinghiali, denunciato il proprietario, nominato anche custode degli animali. Il personale del comando forestale di Fara Filiorum Petri ha sequestrato in località “Colle di Paola” di San Martino sulla Marrucina i cinghiali (un maschio, una femmina e 3 cuccioli) (Sus scrofa L.) e denunciato alla procura della repubblica C.D.V. , 42 anni, operaio del luogo, per detenzione abusiva di esemplari vivi di mammiferi selvatici che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica. I cinghiali possono essere allevati ai sensi della legge sulla protezione della fauna selvatica, ma solo richiedendo una autorizzazione all’amministrazione provinciale, che il detentore comunque non possedeva.
ANSA AMBIENTE
9 OTTOBRE 2009
DOLOMITI TORNANO SELVAGGE, RICOMPARE IL LUPO
ALLEGHE (BELLUNO) - Anche il lupo, dopo l'orso, ricompare sulle Dolomiti, dov'era assente da oltre 80 anni. In realta', purtroppo, e' ricomparsa per ora solo la carcassa di un lupo. I resti di un esemplare adulto, morto per cause naturali, sono stati trovati infatti - rende noto il consorzio turistico Dolomiti Stars - nei pressi del Passo San Pellegrino. Era dal 1929 che non si segnalava la presenza di questo animale sulle Dolomiti. Probabilmente si tratta di un esemplare proveniente dall'area balcanica, forse Croazia, o Slovenia, come l'orso ribattezzato ''Dino'' che da alcuni mesi ha scelto le Dolomiti per trascorrere le sue giornate. Questi esemplari sono una conferma di come molte specie rare stiano ricolonizzando le Dolomiti bellunesi: oltre all'orso e al lupo, l'aquila reale e il gufo reale. Animali rari che si aggiungono a cervi, caprioli, stambecchi, camosci, volpi, tassi, scoiattoli. Tutte specie che amano stare lontane dai luoghi affollati, animali che si muovono spesso in zone impervie, al calar della notte e anche per questo non sono un pericolo per abitanti e turisti della montagna. Secondo gli uomini della Guardia Forestale ''e' piu' probabile che un lupo transiti nel territorio bellunese passando lungo il corridoio che porta da est verso le aree montuose meno popolate dell'Austria e della Svizzera, piuttosto che scelga per tutta una serie di motivazioni di stazionare qui in Italia''. Animalieanimali 9 OTTOBRE 2009
COLPITO DA UN CACCIATORE 60ENNE MENTRE FA JOGGING NEL VERDE
Corre nei boschi, viene colpito da dei pallini esplosi da un fucile da caccia, ma se ne accorge solo a casa. È accaduto sabato mattina scorso a un podista di Lonate Ceppino che stava correndo nell’area verde della cascina San Bernardo a Tradate. Zona della periferia di Tradate, al confine con Lonate, dove viene anche praticata la caccia. La stagione è aperta e i cacciatori sono in giro.
BIG HUNTER
9 OTTOBRE 2009
Lac (Lega per l'Abolizione della Caccia): le nutrie? "Simpatici toponi vegetariani"
Quando si parla della cattiva cultura ambientalista, non ci si riferisce solo alla campagna di delegittimazione della caccia, sulla quale molto ci sarebbe da dire, per lo meno per i “mezzucci” sleali che vengono utilizzati da certe associazioni (diffusione di dati falsi, imprecisioni e vere e proprie diffamazioni sono all'ordine del giorno), ma anche alle assurde campagne di sensibilizzazione ordite per convincere l'opinione pubblica di ciò che è perfettamente contrario agli obiettivi scientifici di tutela e salvaguardia degli ambienti, della popolazione (umana) e della fauna stessa, che ormai ogni regione, provincia e comune persegue. Stiamo parlando dei piani di abbattimento concessi dalla stragrande maggioranza delle amministrazioni provinciali coinvolte, per limitare i danni delle specie invasive e dannose. In questo caso della nutria, un animale estraneo agli habitat europei, introdotto per l'allevamento da pelliccia e sfuggito ad ogni controllo quando, dismessi gli allevamenti, gli esemplari liberati (anche grazie ai blitz animalisti) si sono moltiplicati a dismisura, tanto da costituire oggi una vera calamità naturale che minaccia disastri ambientali e sanitari. Di fronte ad una situazione così seria, il Ministero dell'Ambiente su parere dell'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (ora Ispra), ha sentenziato addirittura l'eradicazione totale della specie su tutto il territorio italiano: un obiettivo a cui fanno fronte le amministrazioni locali, insieme agli agricoltori e in alcuni casi ai cacciatori che rispondono ai loro appelli e accettato dalla più grande associazione ambientalista italiana, il Wwf che ha compreso l'importanza di ristabilire i dovuti equilibri degli habitat nostrani. Per la Lac non è così. La nutria infatti secondo la Lega per l'Abolizione della Caccia, è un animale ingiustamente accusato di “svariate nefandezze”, le quali, elencate sul sito dell'associazione sarebbero, citiamo testualmente “entrare nelle scuole per rubare le merendine, graffiare le auto con gli artigli, provocare incidenti mortali scavando tane nelle massicciate”. Da qui l'appello incredibile della Lac a presentazione di un'apposita sezione on line dal quale accedere a tenere immagini e video di docili nutrie: “Dobbiamo impegnarci per riabilitare la loro immagine - è scritto - e perciò chiediamo a tutti coloro che non hanno avuto la fortuna di toccarne una con mano di visionare (ed ascoltare: le nutrie parlano) queste foto e filmati e di mostrarli a tutti. Per far capire che sono animali bellissimi e innocui, puliti e assolutamente non aggressivi. Simpatici toponi vegetariani”. Le nutrie innocue? Ai nostri figli ricordiamogli di non toccarle, mai.Ecco chi fa i ricorsi contro la caccia, a voi ogni ulteriore considerazione.
LA REPUBBLICA
9 OTTOBRE 2009
Exmoor Emperor, cervo gigante nelle foreste dell'Inghilterra
Tre metri di altezza per 140 chilogrammi di peso. Secondo alcuni è il più grande mammifero allo stato brado in Gran Bretagna. Ora bisogna salvarlo dai cacciatori
ENRICO FRANCESCHIN
LONDRA - E' cattivo, è nervoso ed è pieno di testosterone. E' un cervo che si aggira nelle foreste dell'Inghilterra meridionale, rincorso dai fotografi, che lo hanno ritratto oggi su vari quotidiani britannici, naturalisti, convinti che sia il più grande esemplare di mammifero allo stato brado in tutta la Gran Bretagna, ma purtroppo anche da cacciatori, che legalmente o illegalmente vorrebbero portare a casa un trofeo come non ne capitano spesso. "Salvate il papà di Bambi" è dunque il grido d'allarme lanciato da giornali e amanti della natura: né i fotografi, né la stampa, hanno rivelato la località in cui sono state scattate le foto del magnifico animale, mentre le guardie forestali vigilano sulla sua incolumità. Si sa più o meno dov'è: nei boschi e nelle radure al confine tra le contee del Devon e del Somerset. Si sa anche come si chiama, ovvero come lo hanno soprannominato i suoi estimatori: Exmoor (dal nome delle foreste della zona) Emperor. E qualcosa di imperiale ce l'ha, a cominciare dalle dimensioni: raggiunge i tre metri di altezza, pesa 140 chilogrammi, è dunque un vero gigante, uno degli esemplari più possenti e più belli che si siano mai visti della sua specie. Ha anche un carattere imperioso, che mette in evidenza in questi giorni, che sono quelli della "stagione dell'amore", quando i cervi maschi si affrontano a cornate per richiamare l'attenzione e ottenere l'esclusiva compagnia delle femmine del branco. Dalle fotografie e dai racconti dei fotografi, è chiaro che Emperor ha vinto tutte le battaglie della stagione in corso: basta il suo muggito furioso a mettere in fuga gli altri contendenti. "I cervi sono gli animali più grandi rimasti in libertà nelle isole britanniche e dunque è possibile che questo sia l'animale più grande allo stato brado di tutto il Regno Unito", dice Peter Donnelly, uno studioso c he si è dedicato per anni ad analizzare le caratteristiche della specie. "I cervi di Exmoor sono più grandi di quelli della Scozia per l'alimentazione e Emperor è veramente una bestia eccezionale. In nessuna circostanza si può permettere che qualcuno gli dia la caccia e gli spari. Bisogna che sia lasciato libero di riprodursi, deve mettere al mondo il maggior numero possibile di figli". Tanti piccoli Bambi, che potranno un giorno diventare dei giganti della foresta come il papà: a condizione che Emperor riesca a sfuggire al mirino dei cacciatori.
BIG HUNTER
9 OTTOBRE 2009
Amiche di BigHunter: Caterina Gromis “presto scriverò un libro sulla caccia”
La caccia ha bisogno del costante impegno di persone qualificate che diffondano i sani principi di questa passione e aiutino a far conoscere il variegato mondo venatorio anche all'esterno. E' il caso di Caterina Gromis di Trana, laurea in scienze biologiche ad indirizzo ecologico, divulgatrice scientifica di professione e da sempre legata alla caccia grazie alle tradizioni tramandate dalla sua famiglia.
Collabora da tempo con importanti testate naturalistiche come Specchio della Stampa, Gardenia, Oasis, Cani, Piemonte Parchi ed è autrice di alcuni lavori editoriali: il primo libro, nel 2003, Il bricco del pilone – sulla rotta dei migratori alati, racconta la storia di un osservatorio ornitologico. I nostri animali-taccuino di etologia quotidiana (Blu edizioni 2005), è un almanacco faunistico dedicato agli animali selvatici più comuni. Per White Star ha scritto i testi del cube book Gatti (2005) e del volume Cani & cani (2008). Con Vita da cani-confessioni di un capobranco, nel 2008 ha inaugurato per Blu edizioni la collana Herriot, di cui è curatrice.Caterina vive a Villastellone, in provincia di Torino, è sposata, ha due figli ed ha un marito cacciatore e incisore animalier di indiscussa bravura e molto conosciuto: Xavier de Maistre.
In merito alle arti venatorie, Caterina scriverà presto un libro che tratterà di tradizioni, cultura, passioni ma anche dei problemi che oggi la riguardano. “Della caccia – ci rivela -penso che se mal gestita possa contribuire ad aumentare i problemi, se gestita bene possa appianarne alcuni”. |
SALUTE EUROPA
9 OTTOBRE 2009
Gli Ace inibitori rallenterebbero le malattie renali
“La grande maggioranza delle malattie renali non ha cure risolutive. Una volta che si è instaurato un danno al rene questo gradualmente perde la funzione fino a che si deve intervenire con la dialisi. Questo percorso - dall'esordio della malattia alla dialisi - si chiama progressione delle malattie renali - ha affermato al Congresso Nazionale di Nefrologia in corso in questi giorni a Bologna l’immunologo Giuseppe Remuzzi, Direttore del dipartimento Immunologia e Clinica dei Trapianti dell'Istituto Mario Negri e primario dell'Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti di Bergamo, che però ha illustrato una complessa strategia di cura che ben presto potrebbe evitare la dialisi in un buon numero di casi. “Negli ultimi venti anni – ha ricordato l’esperto - ricercatori in tutte le parti del mondo hanno studiato a fondo i fattori che sono responsabili della progressione delle malattie renali e ne hanno individuati diversi. Tra i fattori di progressione i due più importanti sono l’ipertensione arteriosa e la proteinuria. Si è dimostrato, prima negli animali, poi nell'uomo, che una categoria di farmaci, gli ACE inibitori, controllando la pressione e riducendo la proteinuria, determinano un rallentamento significativo della progressione delle malattie renali. Questo però è un risultato parziale: rallentare vuol dire andare più piano e se la malattia comincia molto presto nella vita, può arrivare comunque il momento - magari più tardi nel tempo - in cui la funzione renale viene perduta. Perciò la ricerca è proseguita con l’obiettivo di ottenere non solo il rallentamento della malattia, ma il suo arresto, o ancora più ambiziosamente, il recupero della funzione renale. E’ stata così messa a punto una complessa strategia di cura, che si basa sull’uso degli Ace inibitori, e anche di altri farmaci, che si integra poi con la modificazione delle abitudini personali (alimentazione, attività fisica, astensione dal fumo ecc). Grazie a questa cura, anche se impegnativa per il paziente, si può concretamente sperare di evitare la dialisi”, ha concluso Giuseppe Remuzzi.
SALUTE EUROPA
9 OTTOBRE 2009
Infertilità maschile. Colpa del sistema endocannabinoide?
Non è più solo un sospetto. L’abuso di sostanze cannabinoidi, principali costituenti della marijuana, potrebbe contribuire a provocare l’infertilità nell’uomo. Lo ha confermato lo studio “The endocannabinoid system and pivotal role of the CB2 receptor in mouse spermatogenesis”, aprendo nuove prospettive per la comprensione dei fenomeni di oligospermia o azospermia (drastica diminuzione o totale assenza del numero di spermatozoi, spesso con riduzione della motilità), in particolare in quei pazienti che presentano normale assetto cromosomico e assenza di difetti genetici noti o patologie occlusive. La ricerca, pubblicata sulla rivista Pnas-Proceedings of the National Academy of Sciences, è stata condotta in collaborazione tra ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche - Istituto di chimica biomolecolare (Icb-Cnr), Istituto di cibernetica (Ic-Cnr) e Istituto di biochimica delle proteine (Ibp-Cnr) - e dell’Università di Roma Tor Vergata. Essa dimostra per la prima volta come, nel topo, il sistema endocannabinoide (cioè il sistema su cui agisce anche la marijuana) sia coinvolto nel processo della spermatogenesi. “Negli ultimi anni - spiega Pierangelo Orlando dell’Ibp-Cnr - abbiamo assistito ad un aumento progressivo dell’incidenza dell’infertilità di coppia. Secondo le più recenti statistiche a livello mondiale, sarebbero circa il 15% le coppie con problemi di mancata o ridotta fertilità, per il 40% attribuibili a oligospermia o azospermia maschile. Le cause potenziali della ridotta fertilità maschile sono da ricondurre per il 60% dei casi ad una origine genetica e per il restante 40% a malformazioni occlusive o che sfuggono alla classificazione”. Una delle cause dell’oligospermia, tra quelle che attualmente non risultano classificabili - prosegue il ricercatore, componente del Endocannabinoid Research Group coordinato da Vincenzo Di Marzo dell’Icb-Cnr - potrebbe essere riconducibile al cattivo funzionamento del sistema endocannabinoide, con cui anche l’abuso di cannabis può interferire. È stato infatti osservato che le cellule germinali presenti nel testicolo dell’animale possiedono recettori del sistema endocannabinoide e, in particolare, che il recettore dei cannabinoidi di tipo 2 (CB2) è coinvolto nel processo meiotico mediante il quale da ogni spermatocita primario (che nel maschio della specie umana presenta assetto cromosomico 46,XY) si ottengono 4 nuove cellule (spermatidi) 2 con assetto cromosomico 23,X e 2 con assetto 23,Y, che daranno origine durante la spermiogenesi agli spermatozoi maturi. Paralleli studi farmacologici dimostrano la possibilità di modulare in vivo il sistema endocannabinoide mediante agonisti ed antagonisti dei recettori CB2 ed inibitori della formazione o degradazione degli endocannabinoidi, aprendo così la strada ad approcci terapeutici in caso di funzionamento non corretto”. Infine, conclude il ricercatore, “il ricorso alla fecondazione medicalmente assistita (Icsi-iniezione intro-citoplasmatica dello sperma nell’ovulo, eventualmente previa aspirazione degli spermatozoi residui dal testicolo-TESA), se ha risolto gran parte dei casi di infertilità maschile, ha determinato nella prole un aumento statisticamente significativo sia di trasmissione genetica dell’infertilità, sia una incidenza maggiore da 6 a 9 volte di anomalie cromosomiche, in particolare quelle definite ‘da difetto di imprinting’ (sovra-dosaggio genetico) come le sindromi di Beckwith-Wiedemann, Angelman, Prader-Willi”, malattie genetiche rare caratterizzate da importanti alterazioni anatomo-funzionali e aumentato rischio di tumore.
ASCA
9 OTTOBRE 2009
TUMORI: STUDIO, DALLE STAMINALI VACCINO CONTRO IL CANCRO AL COLON
Roma - Contro il cancro al colon una speranza potrebbe arrivare dalle cellule staminali: ad affermarlo e' un gruppo di scienziati statunitensi e cinesi guidati dagli immunologi Liu Bei e Zihai Li in uno studio pubblicato su Stem Cells, secondo cui le staminali sarebbero in grado di fornire un vaccino contro l'insorgere della neoplasia.
La scoperta si basa sulla teoria - gia' nota nel mondo animale - che l'immunizzazione basata su materiali embrionali puo' generare risposte anti-tumorali. Tuttavia, questa teoria non e' mai stata avanzata al di la' della ricerca animale: la scoperta - prima nel suo genere - che le cellule staminali umane sono in grado di immunizzare l'organismo contro il cancro al colon risulta dunque nuova e inaspettata.''Il cancro e le cellule staminali condividono molte caratteristiche molecolari e biologiche - spiega Zihai Li -.Introducendo cellule staminali nell'organismo attraverso il vaccino siamo in grado di 'scioccare' il sistema immunitario, facendogli credere che le cellule tumorali siano presenti. In questo modo il sistema immunitario avvia quindi un programma di lotta contro il tumore stesso, rendendo l'organismo immune dalla neoplasia''. |